Famiglie fra realtà e storie
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Scuola di CounsellingCentro Milanese di Terapia della Famiglia
Milano, FAST10 aprile 2010
Massimo GiulianiLa famigliaLa famiglia
tra realtà e storietra realtà e storie
“pregiudiz
Partiamo da un presupposto (da un “pregiudizio”):
Ogni soggetto umano esiste Ogni soggetto umano esiste solo come parte di una solo come parte di una relazione o di più relazionirelazione o di più relazioni
Cosa osserviamo Cosa osserviamo quando osserviamo quando osserviamo
una famiglia?una famiglia?
pregiudizio“realista”
Ora esploriamo altri pregiudizi...
1) Il pregiudizio “realista”1) Il pregiudizio “realista”
Ogni sistema di relazioni è una “cosa” che esiste e può essere descritta oggettivamente, ed è dotata di una “struttura” che l'esperto sa riconoscere.
pregiudizio“realista”
Per esempio...
a) “La famiglia è un sistema a) “La famiglia è un sistema omeostatico”omeostatico”
b) “La famiglia è un sistema b) “La famiglia è un sistema caratterizzato da gerarchie, ruoli caratterizzato da gerarchie, ruoli e confini”e confini”
c) “La famiglia coltiva la fiducia c) “La famiglia coltiva la fiducia di base dei propri membri di base dei propri membri attraverso adeguati legami di attraverso adeguati legami di attaccamento”attaccamento”
pregiudizio“narrativo”
Un altro genere di pregiudizio...
2) Il pregiudizio “narrativo”2) Il pregiudizio “narrativo”
Ogni sistema di relazioni è un sistema che si genera nel linguaggio e che costruisce i propri significati.L’osservatore non è esterno.
pregiudizio“narrativo”
Per esempio...
a) “Vecchie narrazioni non più a) “Vecchie narrazioni non più adeguate ad affrontare la adeguate ad affrontare la realtà possono far soffrire”realtà possono far soffrire”
b) “Le narrazioni dominanti b) “Le narrazioni dominanti esercitano un potere sulle esercitano un potere sulle narrazioni marginali”narrazioni marginali”
Rosanna Tanino
Due storie...
1) Rosanna e il 1) Rosanna e il mestiere di madremestiere di madre
2) Tanino e 2) Tanino e l'“incompetenza”l'“incompetenza”
Conseguenze della scelta delle lenti...
Conseguenze della scelta dei Conseguenze della scelta dei pregiudizi: 1pregiudizi: 1
Il professionista
“cambia” il sistema
Il professionista include sé stesso come parte di ciò che deve cambiare
Conseguenze della scelta delle lenti...
Conseguenze della scelta dei Conseguenze della scelta dei pregiudizi: 2pregiudizi: 2
Il professionista
si affida alle proprie teorie
su cosa sia giusto o normale
Il professionista include nella conversazione le idee del cliente su cosa sia giusto o normale
“lenti” attraverso le quali osservare il mondo
Questi pregiudizi possono Questi pregiudizi possono essere altrettante “lenti” essere altrettante “lenti” attraverso le quali osservare il attraverso le quali osservare il mondo.mondo.
Proviamo a utilizzare queste due lenti per “leggere” la storia di Andrea...
Andrea, 13 anni, vive in un paese di duemila abitanti e ripete la seconda media in una scuola privata di religiosi lontana da casa.
Il padre, Amedeo (35 anni), è muratore e lavora spesso lontano da casa.La madre, Gigliola (32 anni), è O.S.A. in un grande ospedale della zona.La sorella, Federica, ha 8 anni e frequenta la terza elementare.
La famiglia non ha punti di appoggio vicini, così la mamma lavora soprattutto sul turno di notte, il papà di giorno.
La famiglia chiede una consulenza dietro consiglio di un insegnante: dopo cinque anni di scuola elementare in cui ripetutamente venivano segnalati ai genitori comportamenti di Andrea “contro le regole”, alle medie il profitto è crollato e l'escalation delle trasgressioni di Andrea sembra farsi ancora più seria, fino all'introduzione in classe di una bottiglia di birra e alla sospensione (con bocciatura) per comportamenti poco consoni...
È soprattutto la madre a parlare, dal momento che è lei ad essere presente per più tempo durante il giorno e a rispondere agli appelli degli insegnanti.Racconta che Andrea in paese è molto amato e stimato: dai coetanei, dai ragazzi più grandi, dai più piccoli.
Ma oggi non li vede spesso: nell’Istituto che frequenta la scuola è a tempo pieno e spesso è seguita da attività sportive, nelle quali Andrea eccelle ma senza passione.
Andrea appare un ragazzino fragile, che più volte piange ascoltando gli apprezzamenti dei genitori e ricordando gli anni delle elementari... eppure dice, con un filo di voce, “mi trovo bene nella nuova scuola”.
La mamma vorrebbe fargli capire la gravità di quanto accaduto, ma senza ferirlo.Il papà vorrebbe richiamarlo con la necessaria durezza, ma senza procurare ansia alla moglie.Sono preoccupati che sia espulso: “Abbiamo scelto quella scuola perché lì sanno dargli una disciplina...”
coerenza coordinamentomistero
Individui diversi, storie diverseIndividui diversi, storie diverse
Pensare agli individui e ai sistemi come “autori di storie” pone domande su come si coordinino gli uni con gli altri; su come, attraverso le storie, realizzino:- coerenza- coordinamento- mistero
(vedi B. W. Pearce, 1992)
Storie incommensurabili
Storie “incommensurabili”: Storie “incommensurabili”: come trovare coerenza?come trovare coerenza?
Lei: “Saremmo felici se tu la smettessi di dipendere dalla tua psichiatra e dai tuoi farmaci”
Lui: “Saremmo felici se tu la smettessi di dipendere da tuo padre e di sentirti in debito con lui”
Storie incommensurabili
...ma dove non c’è coerenza ...ma dove non c’è coerenza può esserci coordinamentopuò esserci coordinamento
“Siete simili in questo: nel fatto che condividete l’attesa che l’altro ‘guarisca’ dalle sue dipendenze; ciascuno dei due dice: voglio tornare ad essere il tuo punto d’appoggio, come quando ci siamo conosciuti!”
Per approfondire
Per approfondirePer approfondireMassimo Giuliani: • “Il pensiero sistemico oltre la psicoterapia. Riflessioni dopo un seminario di Luigi Boscolo”: http://www.analisiqualitativa.com/magma/0302/articolo_09.htm
• “Pensiero sistemico e intercultura”: http://www.analisiqualitativa.com/magma/0502/articolo_01.htm
• “Dagli opposti alla complementarità: counseling psicologico e libertà di scelta”, nel libro Il counseling sistemico pluralista di Cecilia Edelstein (Edizioni Erickson, 2007)
Barnett W. Pearce: Comunicazione e condizione umana (Franco Angeli, 1993)
Michael White: La terapia come narrazione, a cura di Umberta Telfner (Astrolabio, 1992)
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