Famiglia MM 7-2017 MM 18/08/17 14:16 Pagina 9 … · all ozain I libri non bastano a trasmettere...

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9 MISSIONE MARIA - SETTEMBRE 2017 di esprimersi e di sentirsi al sicuro, di andare più lentamente, di capire meglio gli argomenti trattati. Far sentire i vostri studenti protagonisti e parte di un gruppo è molto importante ed è ciò che auto- maticamente li predisporrà con più facilità all’ap- prendimento, dal momento che sentiranno che il lo- ro ruolo ha lo stesso valore degli altri. Per tenere insieme questa atmosfera e, in una parola, “per fare gruppo”, l’insegnante riveste una funzione essenziale, quella di conduttore e soprat- tutto di educatore. Mi ha colpito a questo proposito Roberta Passoni, maestra elementare di Giove, un paesino sospeso tra l’Umbria e il Lazio, che nel suo libro “Dove abita la poesia?” racconta: «Non basta essere accoglienti, bisogna cercare di riaccendere la scintilla, riattivare la voglia di scoprire... Insom- ma accolgo i miei bambini a scuola all’inizio del- l’anno senza troppe certezze, ma cercando di coin- volgerli nella soluzione di qualcosa di misterioso, che magari ci aprirà le porte chissà di quale preziosa conoscenza». Quello che la Passoni mette in campo è quindi, ancora una volta, l’importanza della rela- zione, il fatto che i libri non bastano a trasmettere conoscenza se non siamo invogliati a farlo nel dia- logo con qualcuno. Giocare, fare gruppo, cooperare, risolvere un mistero, sono tutte cose che questo settembre voglio portare con me, per accompagnare al meglio le av- venture del mio padroncino. E voi, cari maestri, co- sa metterete nelle vostre borse? Parola allo zaino I libri non bastano a trasmettere conoscenza se non siamo invogliati a farlo nel dialogo con qualcuno. I libri non bastano a trasmettere conoscenza se non siamo invogliati a farlo nel dialogo con qualcuno. C i risiamo, anche quest’anno si riapre la porta dell’armadio. È arrivato il mo- mento di ricominciare la scuola con il mio padroncino... Chissà che cosa riporrà tra le mie zip questa volta! Avete capito chi sono? Già, sono proprio io, lo zaino, pronto come ogni settembre ad accompagnarvi nelle vostre avventure sui banchi, tra libri, quaderni, maestre e nuovi compa- gni di classe. Di solito, è il mio padroncino a sce- gliere per me che cosa inserire nelle mie tasche, ma questa volta vorrei dire la mia e per farlo mi rivol- gerò agli insegnanti, responsabili dei pesi e delle leggerezze che dovrò portarmi dentro tutto l’anno e che il mio padroncino porterà... sulla schiena. LAVORARE IN SQUADRA Per cominciare, mi piacerebbe mettere in custo- dia un bel gioco, non un tablet, né un quiz show a crocette, ma un gioco vero, che si possa toccare con le mani e con cui imparare divertendosi. Vi sembra impossibile? Avete mai sentito parlare di “giochi modificati”? No, non parlo di complesse tecnologie ma di semplici giochi manuali pensati anche per bambini e ragazzi con difficoltà, con cui – vi assi- curo – sarà molto più appassionante studiare la geo- grafia, la grammatica e via dicendo. Perché? Intanto perché non si gioca mai da soli ma a squadre, per- mettendo così a tutta la classe di partecipare; inoltre è impossibile arrivare a capo delle soluzioni se non si coopera insieme, mettendo così da parte ogni competizione, che si rivelerà completamente inutile allo scopo del gioco. Quando in classe, poi, ci sono bambini e ragazzi con difficoltà – e non mi riferisco solo a difficoltà cognitive e motorie – lavorare insieme diventa fon- damentale. Anche, perché no? dividersi a piccoli gruppi è un modo per permettere a chi fa più fatica di Claudio Imprudente [email protected] Famiglia Educazione non scontata

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9MISS IONE MAR IA - S ETTEMBRE 2 0 1 7

di esprimersi e di sentirsi al sicuro, di andare piùlentamente, di capire meglio gli argomenti trattati.

Far sentire i vostri studenti protagonisti e partedi un gruppo è molto importante ed è ciò che auto-maticamente li predisporrà con più facilità all’ap-prendimento, dal momento che sentiranno che il lo-ro ruolo ha lo stesso valore degli altri.

Per tenere insieme questa atmosfera e, in unaparola, “per fare gruppo”, l’insegnante riveste unafunzione essenziale, quella di conduttore e soprat-tutto di educatore. Mi ha colpito a questo propositoRoberta Passoni, maestra elementare di Giove, unpaesino sospeso tra l’Umbria e il Lazio, che nel suolibro “Dove abita la poesia?” racconta: «Non bastaessere accoglienti, bisogna cercare di riaccenderela scintilla, riattivare la voglia di scoprire... Insom-ma accolgo i miei bambini a scuola all’inizio del-l’anno senza troppe certezze, ma cercando di coin-volgerli nella soluzione di qualcosa di misterioso,che magari ci aprirà le porte chissà di quale preziosaconoscenza». Quello che la Passoni mette in campoè quindi, ancora una volta, l’importanza della rela-zione, il fatto che i libri non bastano a trasmettereconoscenza se non siamo invogliati a farlo nel dia-logo con qualcuno.

Giocare, fare gruppo, cooperare, risolvere unmistero, sono tutte cose che questo settembre voglioportare con me, per accompagnare al meglio le av-venture del mio padroncino. E voi, cari maestri, co-sa metterete nelle vostre borse?

Parolaallo zaino

I libri non bastano atrasmettere conoscenza senon siamo invogliati a farlonel dialogo con qualcuno.

I libri non bastano atrasmettere conoscenza senon siamo invogliati a farlonel dialogo con qualcuno.

Ci risiamo, anche quest’anno si riaprela porta dell’armadio. È arrivato il mo-mento di ricominciare la scuola con il

mio padroncino... Chissà che cosa riporrà trale mie zip questa volta!

Avete capito chi sono? Già, sono proprioio, lo zaino, pronto come ogni settembre adaccompagnarvi nelle vostre avventure sui

banchi, tra libri, quaderni, maestre e nuovi compa-gni di classe. Di solito, è il mio padroncino a sce-gliere per me che cosa inserire nelle mie tasche, maquesta volta vorrei dire la mia e per farlo mi rivol-gerò agli insegnanti, responsabili dei pesi e delleleggerezze che dovrò portarmi dentro tutto l’annoe che il mio padroncino porterà... sulla schiena.

LAVORARE IN SQUADRAPer cominciare, mi piacerebbe mettere in custo-

dia un bel gioco, non un tablet, né un quiz show acrocette, ma un gioco vero, che si possa toccare conle mani e con cui imparare divertendosi. Vi sembraimpossibile? Avete mai sentito parlare di “giochimodificati”? No, non parlo di complesse tecnologiema di semplici giochi manuali pensati anche perbambini e ragazzi con difficoltà, con cui – vi assi-curo – sarà molto più appassionante studiare la geo-grafia, la grammatica e via dicendo. Perché? Intantoperché non si gioca mai da soli ma a squadre, per-mettendo così a tutta la classe di partecipare; inoltreè impossibile arrivare a capo delle soluzioni se nonsi coopera insieme, mettendo così da parte ognicompetizione, che si rivelerà completamente inutileallo scopo del gioco.

Quando in classe, poi, ci sono bambini e ragazzicon difficoltà – e non mi riferisco solo a difficoltàcognitive e motorie – lavorare insieme diventa fon-damentale. Anche, perché no? dividersi a piccoligruppi è un modo per permettere a chi fa più fatica

di Claudio [email protected]

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