FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea in ... · Sono circa dieci anni che gioco a...

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea in Fisioterapia Sede di Arezzo “Il trattamento riabilitativo dell’instabilità cronica di caviglia: il ruolo del taping” Relatore: Candidata: Dott.ssa Patrizia De Palma Elena Mazzieri Anno Accademico 2009/2010

Transcript of FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea in ... · Sono circa dieci anni che gioco a...

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA

FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA

Corso di Laurea in Fisioterapia

Sede di Arezzo

“Il trattamento riabilitativo dell’instabilità

cronica di caviglia: il ruolo del taping”

Relatore: Candidata:

Dott.ssa Patrizia De Palma Elena Mazzieri

Anno Accademico 2009/2010

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..La Medicina è un’arte che

esercitiamo in attesa di scoprirla..

Émile Deschamps

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INDICE

PREMESSA ……………………………………………………………………… 5

INTRODUZIONE ...………………………………………………………………5

BACKGROUND ………………………………………………………………….6

CAPITOLO I – CONTESTO ANATOMO FUNZIONALE DELLA CAVIGLIA

1.1 .OSTEO-ARTROLOGIA DELLA CAVIGLIA ………………………….7

1.2 MUSCOLI DELLA CAVIGLIA …...……………………………………10

1.3 VASCOLARIZZAZIONE DELLA CAVIGLIA ………………………..10

1.4 INNERVAZIONE DELLA CAVIGLIA ………………………………..11

1.5 STATICA DEL PIEDE ...……………………………………………….. 12

1.6 BIOMECCANICA DELLA CAVIGLIA ……………………………….16

CAPITOLO II – LE DISTORSIONI DI CAVIGLIA

2.1 MECCANISMI TRAUMATICI ………………………………………..22

2.2 CLASSIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI ………………………...23

2.3 EZIOPATOGENESI ……………………………………………………26

2.4 FATTORI DI RISCHIO ………………………………………………...27

2.5 EPIDEMIOLOGIA ……………………………………………………..28

2.6 SEGNI E SINTOMI …………………………………………………….29

CAPITOLO III – QUADRO CLINICO E VALUTAZIONE

3.1 ESAME SOGGETTIVO ………………………………………………..32

3.2 ESAME OGGETTIVO (FISICO) ………………………………………34

3.3 TEST DI STABILITÀ …………………………………………………. 37

3.4 SUPPORTI DIAGNOSTICI STRUMENTALI ………………………...39

CAPITOLO IV – TRATTAMENTO

4.1 OBIETTIVI GENERALI DELLA RIABILITAZIONE ………………..40

4

4.2 OBIETTIVI SPECIFICI E STRATEGIE TERAPEUTICHE …………40

4.3 PRIMO INTERVENTO ………………………………………………..41

4.4 FASI DI TRATTAMENTO NEI VARI GRADI DI LESIONE ……….43

4.5 STRATEGIE DI TRATTAMENTO FISIOTERAPICO ……………….45

CAPITOLO V – IL BENDAGGIO

5.1 PERCHÉ NASCE IL BENDAGGIO …………………………………..48

5.2 EVOLUZIONE DEL BENDAGGIO …………………………………..49

5.3 BENDAGGIO FUNZIONALE ………………………………………...51

CAPITOLO VI – L‟EVIDENCE

6.1 L‟IMPORTANZA DI BASARE LA PRATICA CLINICA

SULL‟EVIDENCE …………………………………………………………62

6.2 CLASSIFICAZIONE DELLE EVIDENCE ……………………………64

6.3 METODOLOGIA DI RICERCA IN LETTERATURA ………………..72

6.4 CRITERI DI INCLUSIONE E RICERCA BIBLIOGRAFICA………...74

RISULTATI ……………………………………………………………………. 75

DISCUSSIONE DEI RISULTATI ……………………………………………...80

CONCLUSIONI ………………………………………………………………...85

BIBLIOGRAFIA ………………………………………………………………..86

ALLEGATI ……………………………………………………………………..92

RINGRAZIAMENTI ………………………………………………………….125

5

PREMESSA

Sono circa dieci anni che gioco a pallavolo e una tra le cose che

purtroppo capita più spesso è quella di vedere una giocatrice che

subisce un trauma. Nella pallavolo il trauma più frequente è la

distorsione di caviglia. È capitato anche a me e ad alcune delle mie

compagne di squadra, durante gli anni di gioco, di andare incontro a

lesioni recidive.

Dato che frequento il Corso di Laurea in Fisioterapia, alcune di loro

mi chiedono spesso di applicare un bendaggio funzionale

all‟articolazione prima di un allenamento o di una partita.

Proprio per questo motivo ho deciso di approfondire l‟argomento, di

verificare l‟efficacia del bendaggio sperando inoltre di poter essere

d‟aiuto alle mie compagne, ed è così che questa idea si è poi

trasformata nella scelta della mia tesi.

INTRODUZIONE

Il proposito di questa tesi, è definire, attraverso una revisione degli

studi recenti, l‟efficacia del taping nell‟instabilità cronica della

caviglia. La tecnica del bendaggio ha riscosso, infatti, interesse e

consensi sempre maggiori nel mondo della fisioterapia. Tecniche,

materiali e metodi si sono sempre più evoluti nel corso degli anni,

grazie soprattutto all‟uso che nello sport si è sempre più fatto di tale

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metodica, allo scopo di incrementare e supportare al massimo la

performance degli atleti, riducendo i tempi di recupero e cercando di

accelerare il ritorno all‟attività dopo un infortunio.

BACKGROUND

La distorsione della caviglia rappresenta il trauma sportivo più diffuso

(circa il 25% di tutti gli infortuni da sport) e colpisce soprattutto

coloro che praticano attività di salto. Le discipline più a rischio sono:

pallacanestro, calcio, pallavolo, atletica leggera, ginnastica.

Le ricadute dall'alto (soprattutto quando c'è contatto con l'avversario),

gli arresti improvvisi su terreni veloci (come i campi sintetici del

calcetto) e l'appoggio a terra scorretto (nelle corse campestri)

rappresentano situazioni a forte rischio. Esistono poi dei fattori

predisponenti, cioè ci sono sportivi che più facilmente vanno incontro

a questo tipo di trauma a causa di disturbi nell'appoggio del piede a

terra (come avviene nel piede piatto o nel piede cavo) o di distorsioni

precedenti mal curate. (1)

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CAPITOLO PRIMO

CONTESTO ANATOMO-FUNZIONALE DELLA CAVIGLIA

1.1. OSTEO-ARTROLOGIA DELLA CAVIGLIA

L‟articolazione della caviglia è una troclea a ginglimo angolare

composta dall‟estremità distale della tibia e del perone e

dall‟astragalo. Sul versante della gamba, la tibia e il perone (fibula)

formano un mortaio, con i rispettivi malleoli che ne costituiscono le

pareti laterali. Il mortaio tibiofibulare si articola con l‟astragalo, che

presenta una troclea convessa dall‟avanti all‟indietro, più larga di

5mm anteriormente. (1)

Quest‟articolazione è dotata di un solo tipo di movimento sul piano

sagittale: la flesso-estensione; anche se, in realtà, l‟articolazione

tibiotarsica e il complesso angolare del retro piede (soprattutto

l‟articolazione sottoastragalica tra astragalo e calcagno) permettono di

orientare la volta plantare in tutte le direzioni in modo da adattarla a

tutti i tipi di terreno su cui deve appoggiare (2). La flessione della

caviglia si definisce come il movimento che ravvicina il dorso del

piede alla faccia anteriore della gamba; inversamente, l‟estensione

della tibiotarsica allontana il dorso del piede dalla faccia anteriore

della gamba, mentre il piede tende a disporsi nel prolungamento della

gamba.

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L‟articolazione tibiotarsica oltre che alla presenza di una capsula

articolare di rivestimento presenta un apparato legamentoso esterno

composto da tre legamenti (che in alcuni casi vengono considerati

fasci di un unico legamento più strutturato che prende il nome di

legamento collaterale esterno):

Peroneo-astragalico anteriore, fissato al margine anteriore

del malleolo peroneale, si dirige obliquamente in basso e in

avanti per fissarsi sull‟astragalo fra la fascia esterna e

l‟apertura del seno del tarso;

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Peroneo-calcaneare, partendo presso l‟apice del malleolo e

dirigendosi in basso ed in dietro si fissa sulla faccia esterna del

calcagno;

Peroneo-astragalico posteriore, prende origine dalla faccia

interna del malleolo dietro la faccetta articolare, si dirige

orizzontalmente e leggermente in dietro per fissarsi sul

tubercolo posteriore esterno dell‟astragalo.

L‟apparato legamentoso interno è composto dal legamento collaterale

interno che si divide in due fasci:

profondo, suddiviso a sua volta nel tirante tibioastragalico

anteriore e in quello posteriore;

superficiale, espanso a forma triangolare che forma il

legamento deltoideo.

La dinamica articolare del passo prevede che nelle fasi di appoggio il

compartimento legamentoso laterale sia maggiormente sollecitato

(soprattutto in trazione) rispetto al compartimento mediale e quindi

più a rischio per eventuali fenomeni distorsivi-distrattivi.

Esistono poi il legamento anteriore e il legamento posteriore che, pur

rappresentando ispessimenti capsulari, sul piano articolare sagittale

non hanno una funzione stabilizzatrice così rilevante come i legamenti

dei comparti mediale e laterale. (2)

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1.2. MUSCOLI DELLA CAVIGLIA

I muscoli che determinano i movimenti della caviglia originano nella

gamba e sono divisi in tre logge:

Loggia anteriore: tibiale anteriore (TA), dorsiflessore della

caviglia e inversore del piede.

Loggia posteriore: tricipite surale (gastrocnemio e soleo),

flessore plantare della caviglia; tibiale posteriore (TP), inversore

del piede.

Loggia laterale: peroniero lungo (PL), eversore del piede e

flessore plantare della caviglia; peroniero breve (PB), eversore

del piede.

Inoltre, la caviglia, non offrendo inserzioni tendinee muscolari, risente

passivamente dell‟azione dei muscoli, sfruttandone la loro presenza

per la propria stabilità: così i muscoli flessori delle dita, che decorrono

dietro l‟astragalo, evitano le lussazioni posteriori della caviglia e lo

stesso avviene con il tendine di Achille attraverso il suo decorso. (3)

1.3. VASCOLARIZZAZIONE DELLA CAVIGLIA

L‟arteria poplitea dà origine all‟arteria tibiale anteriore inferiormente

al ginocchio e poi si continua come arteria tibiale posteriore.

L‟arteria tibiale anteriore diviene l‟arteria dorsale del piede. L‟arteria

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tibiale posteriore dà origine all‟arteria fibulare, o peroniera, e, poi,

alle arterie plantare mediale e laterale, che a loro volta, danno origine

ai rami digitali per le dita del piede. (3)

1.4. INNERVAZIONE DELLA CAVIGLIA

Nervi Periferici

Il nervo peroniero profondo decorre lateralmente al muscolo TA. Il

nervo peroniero superficiale decorre lateralmente al muscolo

estensore breve delle dita e va ad innervare la cute dorsale del piede.

Il nervo tibiale scende nella doccia mediale del calcagno, dietro ai

tendini del TP e del flessore lungo delle dita e medialmente al tendine

flessore lungo dell‟alluce e ramifica dietro al malleolo tibiale come

ramo calcaneare mediale. (3)

Innervazione Radicolare

I dermatomeri sono territori cutanei innervati dalle fibre sensitive di

singole radici midollari; in particolare S1 innerva quasi tutto il tallone

e il margine laterale del piede; L5 solo in minima parte il tallone nel

margine mediale, poi la volta plantare; L4 innerva il margine mediale

della gamba.

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I miotomi sono i muscoli innervati dalle fibre motorie di singole radici

midollari. I singoli muscoli sono sempre innervati da più radici, si

identificano dei gruppi muscolari di riferimento, i dorsi-flessori del

piede per L4, gli eversori del piede per S1.

I riflessi tendinei profondi verificano l‟integrità dell‟arco riflesso

spinale, e verificano le singole radici nervose; alla radice S1

corrisponde il riflesso del tendine di Achille.

1.5. STATICA DEL PIEDE

Archi Plantari

L‟architettura della pianta del piede si può definire come una volta

sostenuta da tre archi, con tre pilastri o punti di appoggio al suolo,

corrispondenti alle teste di 1° e 5° metatarso ed alle tuberosità

posteriori del calcagno. Ogni punto d‟appoggio è comune a due archi

contigui.

Archi longitudinali: interno ed esterno

Arco interno o mediale (calcagno mediale – scafoide - 1° cuneiforme

- 1° metatarso)

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È più lungo e più alto, e il più importante sia sul piano statico che

dinamico. Poggia sulla testa del 1° metatarso e sulla tuberosità

mediale del calcagno.

Viene stabilizzato dai legamenti calcaneo-scafoideo plantare e

astragalo-calcaneare. È tenuto in tensione dai muscoli tibiale

posteriore, peroneo lungo, flessore lungo dell‟alluce e adduttore

dell‟alluce.

Arco esterno o laterale (calcagno laterale–cuboide - 5° metatarso)

Di lunghezza e altezza intermedi, poggia sul processo laterale del

calcagno e le teste di 4° e 5° metatarso.

Viene stabilizzato dal legamento calcaneo-cuboideo plantare. È tenuto

in tensione dai muscoli peronei e abduttori del 5°dito.

Arco trasversale o anteriore

È il più corto e basso degli archi, disposto su due file di ossa. La lieve

concavità permette all‟arco, mantenuto in tensione dal muscolo

abduttore dell‟alluce, di appoggiare al suolo attraverso i tessuti molli.

Arco trasversale, avampiede (teste dei cinque metatarsi)

I pilastri sono il 1° e 5° metatarso con i relativi cuscinetti adiposi,

mentre il 2° è più distante dal suolo.

È sostenuto dai legamenti intermetatarsali e dal muscolo abduttore

dell‟alluce.

Arco trasversale, mediopiede (1° - 2° - 3° cuneiforme – cuboide)

Tocca a terra solo lateralmente, tramite cuboide e tessuti molli

sottostanti.

È sostenuto dal tendine del muscolo peroneo lungo.

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Coppia scafoide-cuboide posteriormente, il cuboide è l‟unico scarico

a terra. Sostenuta dalle espansioni plantari del muscolo tibiale

posteriore.

Statica del piede

Diagramma dei carichi: ripartizione del peso corporeo misurata con

una piattaforma munita di sensori; normalmente è il 60% sul tallone,

l‟8% sul mediopiede e il 32% sull‟avampiede. A livello di

distribuzione dei carichi della volta, l‟astragalo per ogni 6 kg di peso

ne scarica 1 sulla testa del 5° metatarso, 2 sula testa del 1° e 3 sul

calcagno.

Podogramma: rappresentazione grafica del carico, l‟intensità del

colore è proporzionale al carico applicato; si confrontano la larghezza

dell‟impronta del tallone, dell‟istmo (punto di carico più esiguo) e

dell‟avampiede.

Proiezione del baricentro: in posizione eretta, cade in mezzo ai due

piedi, 1-2 cm davanti all‟osso navicolare; le oscillazioni avvengono in

tutte le direzioni nell‟ambito di 4 mm intorno. La sua posizione

influenza l‟attività muscolare di equilibrio.

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Funzione degli archi plantari nel cammino

Gli archi con la loro struttura elastica e resistente consentono di

assorbire e dissipare lo stress del carico e aumentano velocità e agilità

nel cammino.

Durante il carico, le forze si trasmettono attraverso il talo alla regione

mediale del piede e alla talo-navicolare nell‟articolazione trasversa

tarsale, provocando la pronazione del retropiede. Il peso del corpo

spinge in basso la testa del talo, questa forza è contrastata dallo spring

legament (calcaneo-navicolare), il calcagno va in eversione

sottoastragalica e lo scafoide si abbassa leggermente.

Il contatto al suolo della parte laterale dell‟arco mediale, offre un

supporto addizionale al piede oltre all‟assorbimento delle forze sulle

teste dei metatarsi.

Nel piede propriamente allineato, l‟asse del calcagno è perpendicolare

al piano delle teste dei metatarsi a contatto col suolo, ed è la fascia

plantare che mantiene le posizioni relative di calcagno e il profilo

dell‟arco, assorbendo circa il 60% delle forze d‟impatto.

Durante la fase di propulsione o push-off, le dita si estendono e

l‟aumento di tensione nella fascia innalza l‟arco mediale facilitando la

supinazione (meccanismo o effetto argano).

La pronazione immediata alla ripresa del carico appiattisce l‟arco

mediale e favorisce l‟assorbimento dello shock.

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1.6. BIOMECCANICA DELLA CAVIGLIA

Il complesso articolare del retro piede, coadiuvato dalla rotazione

assiale del ginocchio, realizza l‟equivalente di una sola articolazione

con tre gradi di libertà che permette di orientare la volta plantare in

tutte le direzioni.

I tre assi principali di questo complesso articolare si incontrano

approssimativamente a livello del retro piede. Quando il piede è in

posizione di riferimento (quando il piano della pianta del piede è

perpendicolare all‟asse della gamba) i tre assi sono perpendicolari fra

loro.

L’asse trasversale passa per i due malleoli e corrisponde

all‟asse della tibio-tarsica. E‟ compreso nel piano frontale e

condiziona i movimenti di flesso-estensione del piede che si

effettuano nel piano sagittale.

L’asse longitudinale della gamba è verticale e condiziona i

movimenti di adduzione-abduzione del piede, che si effettuano

nel piano trasversale. Questi movimenti sono possibili grazie

alla rotazione assiale del ginocchio flesso. In piccola misura

questi movimenti di adduzione-abduzione rilevano articolazioni

della parte posteriore del tarso.

L’asse longitudinale del piede è orizzontale e contenuto in un

piano sagittale. Condiziona l‟orientamento della pianta del

piede permettendole di “guardare” sia direttamente in basso, sia

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in fuori, sia in dentro. Questi movimenti vengono

rispettivamente chiamati di pronazione e supinazione. (4)

I movimenti di flessione e di estensione

La posizione di riferimento per la flesso -

estensione del piede, come già detto, si realizza

quando il piano plantare è perpendicolare all'asse

longitudinale della gamba. Partendo da questa

posizione, la flessione del piede (che può essere attribuita alla

caviglia), è il movimento che avvicina il dorso del piede alla faccia

anteriore della gamba, mentre l'estensione del piede allontana il dorso

dello stesso dalla faccia anteriore della gamba e lo porta a disporsi sul

prolungamento della stessa. L'angolo di flesso-estensione del piede

viene misurato come l'angolo che la pianta del piede forma con l'asse

verticale della gamba. In flessione questo angolo ha valori massimi

tipici che variano da 20° a 30°, mentre in estensione la sua ampiezza

varia da 30° a 50°.

I movimenti di abduzione-adduzione

La posizione di riferimento è con il piede sul piano orizzontale, in

queste condizioni si ha un movimento di abduzione quando la punta

del piede si porta in dentro, verso il piano di simmetria del corpo,

mentre si ha un movimento di adduzione quando la punta del piede

gira all'esterno e sì allontana dal piano di simmetria. L'ampiezza dei

movimenti di adduzione-abduzione eseguiti unicamente nel piede

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varia dai 35° ai 45°. Va tenuto presente che il movimento del piede sul

piano orizzontale può essere aumentato grazie alla somma delle

rotazioni esterne - interne del ginocchio e dell'anca che possono

portare il piede ad abduzioni di 90°.

I movimenti di rotazione interna-esterna

La posizione di riferimento è quella definita per il movimento di

flesso - estensione.

La rotazione interna è il movimento che orienta la pianta del piede

verso l'interno, questo movimento viene indicato come supinazione.

L'ampiezza di questo movimento è di circa 50°.

La rotazione esterna è il movimento che orienta la pianta del piede

verso l'esterno, viene indicato come movimento di pronazione.

L'ampiezza di questo movimento è circa la metà di quello di

supinazione e varia dai 20° ai 25°.

Le superfici della tibio-tarsica

La tibio-tarsica, paragonata ad un modello meccanico può essere

descritta così:

Una parte inferiore, l‟astragalo, a superficie cilindrica a grande

asse trasversale;

Una parte superiore, l‟estremità inferiore della tibia e del

perone, che formano un blocco, la cui faccia inferiore è scavata

da un segmento di cilindro complementare al precedente.

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Il cilindro pieno (puleggia astragalica), incastrato nel segmento di

cilindro cavo, mantenuto lateralmente fra i due fianchi della parte

superiore, può effettuare dei movimenti di flessione ed estensione

attorno all‟asse trasversale.

La puleggia astragalica è costituita da tre parti: una faccia superiore e

due laterali.

La faccia superiore, convessa dall‟avanti all‟indietro, è solcata

longitudinalmente da una depressione assiale, verso la quale

convergono il versante interno ed esterno della troclea.

La faccia interna è piana e sagittale, entra in contatto con la

faccetta articolare della faccia esterna del malleolo interno,

ricoperta dalla cartilagine che continua quella della faccia

inferiore del mortaio tibiale.

La faccia esterna, è fortemente inclinata in fuori, concava

dall‟alto in basso ed anche dall‟avanti in dietro; entra in contatto

con la faccetta articolare della faccia interna del malleolo

peroneale. (4)

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CAPITOLO SECONDO

LE DISTORSIONI DI CAVIGLIA

Con il termine distorsione si indica il complesso delle lesioni causate

da un trauma che sollecita un‟articolazione al di là dei gradi fisiologici

del movimento. (2)

Le distorsioni di caviglia rappresentano le lesioni più frequenti in

traumatologia dello sport.

L‟articolazione tibio-tarsica e il piede rappresentano le strutture che

ricevono il carico di tutto il corpo in posizione antigravitaria sia statica

che dinamica e posseggono una conformazione anatomica ben

adeguata a questa funzione. Lo spesso cuscinetto calcaneare e del

polpastrello delle dita ha la funzione di assorbire l‟urto nelle varie fasi

del cammino e della corsa e le articolazioni sono capaci degli

adattamenti necessari al miglior equilibrio su una grande varietà di

terreni. A causa di queste concentrazioni di forze, il piede e la

tibiotarsica sono frequentemente interessati da deformità e insulti che

di solito non colpiscono altri segmenti del corpo. Poiché

l‟articolazione tibiotarsica è sottoposta al carico ed è importante per la

deambulazione, essa deve essere sia stabile che mobile. (5)

La stabilità di un‟articolazione dipende dai vincoli intrinseci costituiti

dalla configurazione ossea e dal contenimento attivo e passivo dei

tessuti molli. La caviglia, in posizione neutra, è un‟articolazione

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abbastanza stabile perché la porzione anteriore della troclea

dell‟astragalo, che è più ampia, è stretta nel mortaio tibioperoneale.

Durante la flessione plantare, nella cavità articolare tibioperoneale

viene a trovarsi la parte posteriore della troclea dell‟astragalo, che

essendo più stretta ha maggiore spazio a disposizione; ciò consente

movimenti di lateralità e in particolare di supinazione. Il contenimento

attivo dei tessuti molli dipende dall‟unità muscolo-tendinea coinvolta

nel movimento e nel sostegno dell‟articolazione. Tuttavia, l‟astragalo,

non avendo inserzioni tendinee, deve far affidamento, in modo

indiretto, sull‟azione muscolare che agisce sulle ossa adiacenti. Il

sostegno passivo è garantito dai legamenti mediale, laterale e

posteriore e della sindesmosi. Il complesso legamentoso laterale è la

struttura maggiormente coinvolta nelle distorsioni di caviglia. (6)

Traumi in inversione o in eversione possono stirare o lacerare i

legamenti di supporto dell‟articolazione e creare un‟instabilità.

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2.1. MECCANISMI TRAUMATICI

I meccanismi traumatici della distorsione sono principalmente due, in

inversione e in eversione.

Distorsione in inversione: prevalentemente in associazione a

flessione plantare genera uno stress laterale con interessamento

del legamento peroneo-astragalico anteriore (PAA) e comparsa

del cassetto anteriore. Se la distorsione è grave può interessare

anche il peroneo-calcaneare e in rare circostanze anche il

legamento peroneo-astragalico posteriore (PAP). Se associata

invece alla dorsi-flessione può ledere dapprima il legamento

peroneo-calcaneare (PC) e poi il peroneo-astragalico anteriore.

Distorsione in eversione: è interessato il legamento deltoideo.

(2)

23

2.2. CLASSIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI

Esistono due diverse classificazioni delle distorsioni. La prima divide

la gravità della distorsione in tre gradi, mentre la seconda le classifica

in quattro gradi.

Secondo la prima classificazione la distorsione della caviglia può

essere di 1º, 2º, o 3º grado secondo la gravità della lesione:

Grado 1º: stiramento del legamento senza lacerazione

microscopica, lieve gonfiore e dolore alla palpazione sulle

strutture interessate, piccola perdita di funzionalità, assenza di

instabilità articolare.

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Grado 2º: microscopica lacerazione parziale del legamento con

moderato dolore spontaneo, gonfiore e dolore alla palpazione

sulle strutture interessate, piccola perdita di funzionalità e

un‟instabilità articolare da lieve a moderata.

Grado 3º: rottura completa del legamento con accentuato

gonfiore, versamento ematico e dolore alla palpazione. Sono

presenti perdita funzionale e una grave instabilità articolare. I

pazienti non riescono a caricare il peso corporeo

sull‟articolazione. (2)

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La seconda classificazione prevede quattro gradi diversi:

Grado 0º : non vi è rottura dei legamenti, presente modesta

tumefazione, talvolta piccolo ematoma laterale, dolenzia

premalleolare laterale.

Grado 1º : rottura isolata del peroneo-astragalico anteriore,

tumefazione laterale crepitante con ematoma, dolore all‟angolo

peroneo-tibiale, carico con dolore.

Grado 2º : rottura del peroneo-astragalico anteriore, del

peroneo-calcaneare e dell‟astragalo-calcaneare. É presente

ematoma laterale-mediale, dolore sotto e premalleolare esterno,

aumento della mobilità laterale e zoppia.

Grado 3º : rottura del peroneo-astragalico anteriore, del

peroneo-calcaneare, dell‟astragalo-calcaneare e dell‟interosseo.

Nell‟angolo tibio-peroneale anteriore è presente edema ed

ematoma. Il test del cassetto risulta positivo; i pazienti non

riescono a caricare sull‟arto.

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2.3. EZIOPATOGENESI

Il meccanismo eziopatogenetico è estremamente importante, perché

permette di capire quali strutture anatomiche siano interessate dalla

distorsione di caviglia. Il trauma è quasi sempre indiretto, è può

avvenire in uno dei seguenti modi:

con l‟arto in appoggio, un trauma in inversione della caviglia,

interessa la capsula laterale, i legamenti peroneo-astragalico

anteriore, peroneo-calcaneare o peroneo-astragalico posteriore,

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la sindesmosi tibio-peroneale e i legamenti del compartimento

mediale.

con arto in appoggio, un trauma in eversione della caviglia,

interessa la capsula mediale, il legamento deltoideo, la

sindesmosi tibio-peroneale, e i legamenti del compartimento

laterale. (7)

2.4. FATTORI DI RISCHIO

Fattoti anatomici:

piede cavo; piede piatto

dismetria degli arti inferiori

difetti di assialità

sovrappeso

Fattori funzionali:

squilibri muscolari

Errori di allenamento:

gesto atletico non fisiologico

allenamento non corretto

Biomeccanica della corsa:

appoggio con pronazione o supinazione accentuata

Tipi di scarpa:

calzature inadatte, scarpe usurate

Terreni di allenamento:

irregolari, superfici dure

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2.5. EPIDEMIOLOGIA

Nel mondo dello sport, tutti gli atleti, almeno una volta, hanno avuto

un problema alla caviglia. Grande o piccolo che sia, il trauma alla

caviglia lascia sempre qualche strascico come dolore, gonfiore o

incapacità di ripetere i gesti atletici in modo corretto.

Nell‟esame della letteratura recente troviamo studi epidemiologici

che hanno preso in considerazione sport con cambi di direzione

(pivoting) e di lateralità (cutting) in cui sono in gioco intense forze

rotatorie e traslatorie a carico dell‟arto inferiore. E‟ emerso che

durante l‟attività in catena cinetica chiusa i traumi distorsivi

dell‟articolazione tibio-tarsica rappresentano l‟evento traumatologico

principale (40% nel volley, 13,6% nel calcio, 50% nella pallacanestro

e 22% nel football) e che il meccanismo di lesione è ricollegabile per

il 90% a traumi in inversione, ovvero: flessione plantare della

tibiotarsica, varismo sottoastragalico, flessione interna mediotarsica.

Purtroppo le lesioni distorsive di caviglia sono solite e recidive se non

vengono trattate correttamente. Anche dopo che il trauma è stato

curato si ha una percentuale variabile di pazienti, che va dal 10% al

30%, che lamentano una sintomatologia cronica caratterizzata da

sinoviti, tendinopatie, rigidità, aumento di volume, dolore ed

insufficienza muscolare, associati o meno ad instabilità del collo del

piede con difficoltà a deambulare su terreni irregolari o episodi

distorsivi recidivanti, a prescindere dal trattamento dell'episodio acuto.

Anche nella popolazione non sportiva, la distorsione della tibiotarsica

costituisce un evento abbastanza frequente, correlato spesso a percorsi

su terreni sconnessi, ostacoli e l‟utilizzo di calzature non idonee. Per

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quanto riguarda la terapia, le lesioni di 1º e 2º grado richiedono un

trattamento conservativo, mentre le lesioni di 3º grado, cioè le più

gravi, qualche volta richiedono un trattamento chirurgico. (2)

2.6. SEGNI E SINTOMI

Da un punto di vista obiettivo, si può osservare, in fase acuta, la

presenza di una tumefazione anteperimalleolare, frequente e

caratteristica, perché alla distorsione si associa anche la rottura di un

piccolo vaso arterioso presente lungo il decorso del legamento

peroneo-astragalico anteriore. È presente dolorabilità alla palpazione

dei legamenti nelle sedi interessate e durante le mobilizzazioni dei

legamenti lesionati lungo i piani articolari di competenza. (1)

Ispezione

Obiettivamente, la caviglia appare ecchimotica e tumefatta, nella

regione maggiormente interessata dal trauma: lateralmente nei traumi

in inversione, medialmente nei traumi in eversione, bilateralmente nei

traumi di media entità o gravi. (7)

Palpazione

Alla palpazione, devono essere palpati i malleoli ed i legamenti del

compartimento laterale, mediale e la sindesmosi tibio-peroneale. È

30

importante ricercare i punti dolenti lungo il percorso dei legamenti

peroneo-astragalico anteriore, peroneo-calcaneare, peroneo-astragalico

posteriore, sindesmosi tibio-peroneale e deltoideo. In questo modo è

possibile rendersi conto se si tratta di una distorsione lieve, ad

interessamento prevalentemente monocompartimentale, media, per

l‟interessamento di più legamenti o grave, per la rottura di vari

legamenti. È importante nei traumi in inversione palpare anche il 5º

metatarsale, in quanto si associa spesso la frattura della base del 5º

metatarsale, per trauma diretto. (7)

Dolore

Il dolore si avverte nella zona superiore esterna del piede ed

eventualmente nella regione interna, coincide infatti con i legamenti

lesionati.

Insufficienza Funzionale

Il paziente non riesce a caricare il peso del corpo sull‟arto colpito.

31

CAPITOLO TERZO

QUADRO CLINICO E VALUTAZIONE

In letteratura si trovano numerosi casi relativamente alla Distorsione

di Caviglia, ma non esiste un percorso valutativo standard

univocamente riconosciuto e applicato in ambito clinico. Ciò

nonostante esistono aspetti della patologia che vengono comunemente

ricercati da tutti, seppur con modalità diverse. Secondo tutti gli autori

presi in considerazione la diagnosi della Distorsione di Caviglia si

raggiunge principalmente con un esame clinico anche se, in alcuni

casi, trovano indicazioni la RMN per indagare lo stato dei tessuti molli

e la radiografia per escludere la presenza di eventuali fratture.

Spesso però la preoccupazione di ricorrere a mezzi diagnostici

strumentali per dimostare la causa di un dolore e la disabitudine alla

diagnosi clinica fanno trascurare la reale causa dei sintomi. Questo

comporta uno spreco enorme di risorse economiche e di tempo così

che, per indagini diagnostiche inutili e trattamenti riabilitativi

inconcludenti, la distorsione può diventare così invalidante da

impedire lo svolgimento dei compiti lavorativi e sportivi e, nei casi

più gravi, limitare le normali attività della vita quotidiana.

32

3.1. ESAME SOGGETTIVO

Durante l‟esame soggettivo vengono ricavate dal colloquio con il

paziente e dalle indagini mediche numerose informazioni per poter

identificare e inquadrare meglio il problema.

Si registra la localizzazione dei sintomi (area dei sintomi correnti) che

il paziente riferisce su un grafico del corpo; occorre essere precisi

poiché non sempre l‟area dei sintomi corrisponde poi alla struttura

responsabile (dolore proiettato).

Le aree asintomatiche ma pertinenti vanno comunque spuntate sul

grafico, per essere sicuri di avere interrogato il paziente anche su

queste.

L‟esame continua indagando le caratteristiche del dolore: la qualità

(sordo, lancinante, bruciante, superficiale, profondo o altro);

l‟intensità, utilizzando ad esempio la scala analogico-visiva o VAS

che permette di quantificare il dolore e di seguirne l‟andamento nel

tempo; la relazione tra i sintomi.

È necessario capire se ci sono fattori aggravanti, movimenti o

posizioni che intensificano i sintomi, e indagare sulle abitudini di vita

e sulle attività lavorative e sportive del paziente, per identificare

eventuali condizioni sfavorevoli. Altrettanto importanti sono eventuali

fattori allevianti, sapere cosa fa il paziente per diminuire la

sintomatologia e i movimenti o posizioni di maggior comfort.

33

L‟andamento dei sintomi nell‟arco delle 24 ore ci dà informazioni

importanti sul sintomo per comprenderne la gravità (grado di

limitazione del movimento/funzione), irritabilità (se e quanto aumenta

su provocazione, e quanto tempo impiega a scomparire) e la natura.

Va indagata la sintomatologia notturna (difficoltà ad addormentarsi o

risveglio a causa del dolore) e modifiche che possono aver influito

sulla sintomatologia. La sintomatologia al mattino è altrettanto

importante, il dolore prolungato e la rigidità che si allevia col

movimento suggerisce una natura infiammatoria , mentre una forte

rigidità mattutina associata o meno a minimo dolore indirizza verso la

natura degenerativa.

Concludendo nel colloquio facciamo riferimento alla condizione

presente (storia delle aree sintomatiche , come e quando è iniziato il

sintomo, come si è modificato), alla storia medica passata per avere

dettagli su qualunque precedente attinente al problema (episodi

trascorsi trattamenti in passato) e a domande speciali per determinare

la salute generale del paziente e la natura della sue condizioni (se

prende dei farmaci, ecc) e individuare precauzioni e controindicazioni

al trattamento.

34

3.2. ESAME OGGETTIVO (FISICO)

Durante l‟esame fisico lo scopo del clinico è quello di “osservare” e di

trovare test fisici che possano riprodurre il sintomo. Ogni test è usato

per valutare l‟efficacia del trattamento, sia nella sessione che tra una

seduta e l‟altra.

La prima parte dell‟esame si basa esclusivamente sull‟osservazione. In

un primo momento l‟osservazione è informale, mentre il paziente è in

situazioni statiche e dinamiche, si notano la qualità dei movimenti, le

caratteristiche posturali e l‟espressione della faccia, e proseguirà fino

alla fine dell‟esame fisico.

Si passa all‟osservazione formale, più dettagliata, dove il terapista

controlla la postura del paziente a livello della colonna vertebrale e

degli arti inferiori, nel profilo anteriore, laterale e posteriore mentre

sta in piedi, notando la posizione assunta nei piani frontale, sagittale, e

orizzontale. Il clinico deve correggere passivamente qualunque

asimmetria. L‟esame continua osservando la massa e il tono

muscolare, confrontando i due lati, ponendo attenzione anche sulla

qualità e il colore della pelle e la presenza di gonfiori o cicatrici. La

palpazione della parte ci può dare informazioni utili sulla temperatura,

il gonfiore, la presenza di edemi e versamenti, la dolorabilità dei

tessuti superficiali e le alterazioni della sensibilità.

In ultima istanza il clinico valuta l‟andatura, da davanti, dietro e di

lato, guardando bacino, anche, ginocchia, caviglia e piedi.

35

Durante l‟esame è sempre necessario osservare l‟atteggiamento del

paziente (età, sesso, etnia, ambiente sociale, ecc.) in modo da

rapportarsi in maniera adeguata e costruire una relazione di fiducia per

accrescere la disponibilità verso il trattamento.

La seconda parte dell‟esame clinico si basa sulla valutazione dei

movimenti fisiologici attivi (effettuati dal paziente) e passivi

(effettuati dal terapista) in modo da verificare la qualità del

movimento, la portata, la presenza di resistenze e l‟andamento del

dolore (locale e proiettato).

Successivamente si valuta anche la forza muscolare. L‟operatore pone

resistenza manuale durante lo svolgimento da parte del paziente di un

determinato movimento (flessione, estensione, adduzione, abduzione,

pronazione e supinazione) in modo da valutare la forza del muscolo

singolo o del gruppo muscolare.

Si nota anche la capacità di carico sul piede, da senza a carico

completo.

Infine vengono applicati al paziente dei test, speciali e differenziali,

che saranno di notevole aiuto per meglio identificare la zona di origine

dei sintomi. I test speciali sono altamente significativi e vengono

applicati per confermare il pensiero che la sintomatologia possa essere

determinata da una certa struttura. Quelli differenziali servono invece

per escludere altre zone come possibili cause del dolore.

Durante la stazione eretta possiamo anche osservare alcune alterazioni

posturali.

Si osserva la morfologia del piede e l‟allineamento della gamba con il

piede su tutti i piani.

36

Si ispezionano entrambe le scarpe per avere indicazioni sulla

distribuzione dei carichi e sul tipo di appoggio abituale del paziente

durante il cammino, notando le zone di differente consunzione ed

eventuali asimmetrie tra destra e sinistra.

37

3.3. TEST DI STABILITÀ

Per effettuare un esame fisico accurato è sempre necessario valutare,

oltre la zona ipotizzata come centrale del dolore, anche altre strutture

che possono essere identificate come la causa della sintomatologia

avvertita dal paziente.

Per individuare segni di instabilità articolare vengono di solito

utilizzati il test del cassetto anteriore e il test di inclinazione

dell’astragalo.

Test del cassetto anteriore

Viene effettuato stabilizzando con una mano anteriormente la parte

distale della tibia e tirando in avanti con l‟altra mano, posta dietro il

tallone, il piede in leggera flessione plantare. Un risultato positivo, >5

mm di traslazione anteriore, indica una rottura del PAA.

38

Test di inclinazione dell‟astragalo

Viene eseguito stabilizzando con una mano la porzione distale della

tibia e supinando contemporaneamente astragalo e calcagno con l‟altra

mano. Un risultato positivo, >5 mm con un limite finale elastico,

indica una lesione combinata del PAA e del PC.

È importante confrontare sempre la caviglia affetta con quella

controlaterale perché alcuni pazienti sono per natura più flessibili

(lassità legamentosa generalizzata) e questo potrebbe portare a un test

falso positivo. (6)

39

3.4. SUPPORTI DIAGNOSTICI STRUMENTALI

Anche se la diagnosi di distorsione di caviglia si può raggiungere

attraverso l‟esame clinico, in alcuni casi trovano indicazione l‟utilizzo

degli esami strumentali.

La valutazione radiografica è utile per evidenziare o escludere

eventuali lesioni ossee come le fratture malleolari e della base del 5°

metatarso.

Esami più specifici come la RMN o la TAC mettono in luce

alterazioni dei tessuti molli oltre che l‟ispessimento e la presenza di

edema.

40

CAPITOLO QUARTO

TRATTAMENTO

4.1. OBIETTIVI GENERALI DELLA RIABILITAZIONE

Recupero del ROM

Recupero della forza muscolare

Recupero di propriocettività e stabilità articolare

Recupero della funzionalità all‟interno del proprio stile di vita

4.2. OBIETTIVI SPECIFICI E STRATEGIE

TERAPEUTICHE

Controllo delle turbe trofiche: benda elestica, FANS,

crioterapia, massaggio di drenaggio, bagni alternati (ginnastica

vascolare)

Controllo del dolore: correnti antalgiche (TENS), ultrasuoni,

MTP, infiltrazione di anestetici locali

Recupero articolare selettivo attraverso una mobilizzazione

inizialmente passiva, poi attiva e resistita con esercizi eseguiti

fuori carico (flessione, estensione, inversione, eversione),

posture, manipolazioni

41

Recupero stabilità attraverso utilizzo di tavolette propriocettive

instabili per recuperare la capacità di reazione della caviglia

alle destabilizzazioni

Recupero forza muscolare: rinforzo dei muscoli peronieri,

tibiali, tricipite, estensore lungo dell‟alluce ed estensore lungo

delle dita, prima contro resistenza manuale poi con bande

elastiche; rinforzo dei muscoli flessori delle dita

Esercizi in carico eseguiti in punta di piedi in appoggio

bipodalico, aumento progressivo dell‟intensità degli esercizi e

del carico con abbandono progressivo delle canadesi

Esercizi in CCA

Esercizi in CCC che reintegrano il piede nella funzione dell‟arto

inferiore

Rinforzo isocinetico per riequilibrare la coppia

inversori/eversori

Riprogrammazione neuromotoria (propriocettiva)

Recupero del gesto funzionale: inserimento di eserizi specifici

che richiamino il gesto atletico proprio dello sport praticato.

4.3. PRIMO INTERVENTO

Nelle distorsioni è importantissimo il primo intervento cioè quello in

campo. Nel caso non fosse presente un medico al momento del

trauma, l‟atleta dovrebbe essere in grado di adottare i comportamenti

più appropriati.

42

Il trattamento di una distorsione richiede per prima cosa l‟applicazione

di ghiaccio e l‟elevazione dell‟arto. Dopo aver tolto calza e scarpa, la

caviglia deve essere fasciata con un bendaggio compressivo e non

bisogna caricare il peso corporeo sull‟arto. Dopo circa cinque minuti il

dolore in genere diminuisce, la fasciatura viene rimossa e la caviglia

può essere esaminata accuratamente. In questa fase è importante che

la caviglia venga valutata da personale medico che eseguendo test

specifici effettuerà la diagnosi del grado di lesione, per la scelta del

trattamento più appropriato.

Se si sospetta una distorsione grave (2° o 3° grado) si deve applicare

una fasciatura semirigida mantenendo l‟arto in scarico fino

all‟effettuazione di un esame radiografico, che escluda la presenza di

una frattura.

Tuttavia dovrebbe essere applicato un taping di protezione per evitare

ulteriori stress alle strutture interessate dal trauma.

La caviglia andrà nuovamente controllata per essere trattata secondo

le necessità.

43

4.4. FASI DI TRATTAMENTO NEI VARI GRADI DI

LESIONE

La letteratura attuale sostiene come metodo preferito di trattamento

per le distorsioni della caviglia la riabilitazione funzionale, che

permette, rispetto all‟immobilizzazione con gesso, un più precoce

ritorno al lavoro e all‟attività fisica senza determinare un tasso più alto

di sintomi tardivi (instabilità di caviglia, dolore, rigidità e ipostenia

muscolare). (6)

Immediatamente dopo la lesione nella fase acuta ( -Lesione-

prevalgono la sintomatologia algica, i segni infiammatori e

l‟insufficienza funzionale) viene seguito il principio RICE (Rest, Ice,

Compression, Elevation)

Rest (riposo): può essere un‟immobilizzazione totale nei casi

più gravi, oppure un‟immobilizzazione “funzionale” nei casi di

minore gravità. Spesso si utilizzano antibrachiali per qualche

giorno.

Ice (ghiaccio): fondamentale agente fisico con importante

azione antalgica e di arresto dell‟emorragia tissutale, contrasta

la formazione di ematomi che possano poi interferire con il

processo di riparazione tissutale.

Compression (compressione): attraverso una benda elastica si

effettua un bendaggio compressivo con lo scopo di contrastare

ancora il travaso ematico e la conseguente formazione di

ematoma e stasi periferica.

44

Elevation (elevazione): l‟arto deve essere posto in elevazione

per ridurre la pressione di scarico dei capillari e contrastare

ancora una volta il travaso ematico post-traumatico.

L‟obiettivo è ridurre l‟eventuale ematoma, la tumefazione,

l‟infiammazione e il dolore. In funzione della gravità della lesione si

consiglia un periodo di immobilizzazione.

Negli stiramenti di grado 1 e 2, come immobilizzazione viene

utilizzato un tutore per la caviglia. Negli stiramenti di grado 3 uno

stivale gessato amovibile offre maggiore stabilità e protezione e

permette un carico precoce meno doloroso. L‟immobilizzazione

continua per qualche giorno negli stiramenti lievi e fino a 3 settimane

negli stiramenti di 3° grado. Quando gli stiramenti di 3° grado

migliorano, lo stivale gessato viene sostituito con un tutore di caviglia.

(6)

Nella fase subacuta (-Riparazione-Guarigione- diminuzione della

sintomatologia algica, dei segni infiammatori e inizio del ripristino

funzionale) , gli obiettivi includono una riduzione continua della

tumefazione, dell‟infiammazione e del dolore mentre si dà inizio ad

alcuni movimenti, esercizi di rinforzo e appropriati esercizi di carico.

In questo periodo vi è la proliferazione delle fibre collagene e stress

eccessivi sui legamenti possono indebolire i tessuti. (6)

L‟ultima fase (-Rimodellamento- scomparsa dell‟infiammazione,

controllo completo del dolore e ripresa funzionale sempre maggiore)

si concentra sull‟aumento della forza, della resistenza, dell‟equilibrio e

della propriocezione in carico. Durante questa fase di maturazione

45

della cicatrizzazione del legamento, circa 3 settimane dopo la lesione,

uno stretching controllato dei muscoli e dei movimenti

dell‟articolazione favorisce un orientamento più normale delle fibre

collagene, parallelo alle linee di tensione. È stato provato che esercizi

ripetuti durante questa fase aumentano la forza meccanica e strutturale

del legamento. (6)

4.5. STRATEGIE DI TRATTAMENTO FISIOTERAPICO

1. Strategie per il recupero del ROM

Al fine di ristabilire la normale meccanica e cinematica articolare il

lavoro di articolarità deve essere iniziato il più precocemente

possibile, compatibilmente con le indicazioni mediche, e a seconda

dello scopo prefissato possono essere utilizzate varie tecniche di

mobilizzazione. Si inizia con dei movimenti passivi, per poi passare a

quelli attivi, aumentando i gradi di articolarità progressivamente.

Dorsiflessione

Supinazione

Circonduzione del piede

Flessione plantare

Pronazione

46

2. Strategie per il recupero della forza muscolare

Isometria nel raggio indolore

Flessione ed estensione le dita

Afferramento di oggetti con le dita

Esercizi con Theraband e cavigliere con pesi

(eccentrici/concentrici e isotonici)

Esercizi in carico

a) Sollevare i talloni

b) Sollevare le punte

c) Mettere un piede su un gradino

d) Accovacciarsi (6)

3. Riabilitazione propriocettiva

Metodica riabilitativa di riattivazione dei riflessi propriocettivi

(articolari e muscolari) ponendo l‟arto inferiore in condizioni di

equilibrio precario in modo che il paziente comprenda l‟instabilità

conseguente all‟evento distorsivo, la controlli e la elimini attraverso

un perfetto coordinamento neuromuscolare.

Il soggetto progressivamente impara a resistere a situazioni

d‟instabilità sempre crescenti creandodei riflessi condizionati che

sostituiscono quelli perduti con il trauma e contemporaneamente

potenzia i muscoli stabilizzatori del complesso articolare leso. (2)

a) Criteri

Iniziare la rieducazione il più precocemente possibile (anche

nella fase di non carico) con movimenti non dolenti

47

(prevalentemente flesso-estensione) per poi proseguirla e

intensificarla (in carico parziale e poi totale in appoggio

monopodalico) con i movimenti maggiormente difficili da

controllare (prono-supinazione, eversione-inversione)

Necessaria la piena partecipazione attiva del paziente che deve

essere dapprima concentrato sull‟esecuzione dei movimenti da

compiere per poi riuscire ad attivare il controllo neuromotorio

di stabilizzazione anche di fronte a stimolazioni esterne di

“disturbo”

b) Tecniche

Tavolette (possibilmente di Freeman a uno o due punti di

appoggio) con superficie d‟appoggio zigrinata per attivare i

recettori della pianta del piede e della sensibilità tattile

superficiale

Piede assolutamente “nudo”, ben fisso e “grippante” sulla

tavoletta

Durante il movimento i bordi anteriore e posteriore della tavola

non devono mai toccare il pavimento, ma solo sfiorarlo

Eseguire gli esercizi per almeno 20 minuti tutti i giorni fino alla

totale ripresa funzionale del complesso articolare e poi

proseguirli 2-3 volte alla settimana come mezzo di prevenzione

di recidive. (2)

48

CAPITOLO QUINTO

IL BENDAGGIO

La tecnica del bendaggio ha riscosso interesse e consenso sempre più

crescenti nel mondo della fisioterapia. Tecniche, materiali e metodi si

sono sempre più evoluti nel corso degli anni, grazie soprattutto all‟uso

che nello sport si è sempre più fatto di tale metodica, allo scopo di

incrementare a supportare al massimo la performance degli atleti,

riducendo i tempi di recupero e cercando di accelerare il ritorno

all‟attività dopo un infortunio. (20)

5.1. PERCHÉ NASCE IL BENDAGGIO

La tecnica del bendaggio nasce dalla volontà di trattare una parte del

corpo danneggiata, soprattutto in corrispondenza di parti molli,

mediante un‟immobilizzazione parziale e una detensione del tessuto

leso, possibilmente mantenendo la funzione dell‟apparato di sostegno

e quello motorio, evitando così i danni conseguenti

all‟immobilizzazione dovuta alle fasciature rigide.

Con la completa immobilizzazione, la capsula articolare si retrae

molto velocemente, la secrezione del liquido sinoviale diminuisce e,

quindi, la cartilagine articolare risulta mal nutrita. (20)

Per di più, la muscolatura si atrofizza, aumenta il rischio di retrazioni

muscolo-tendinee e infine il deflusso venoso è disturbato; con l‟atrofia

muscolare crescente si giunge all‟insufficienza della valvola venosa

con conseguente comparsa di stasi. Questa, a sua volta, provoca, oltre

49

la tanto incresciosa predisposizione all‟edema, una rapida atrofia da

inattività ed una decalcificazione dell‟osso. (20)

Se durante la guarigione il tessuto viene tenuto assolutamente

immobile, la riparazione fibrosa risultante è debole. Quando non ci

sono forze che agiscono sul tessuto in via di guarigione il collagene

viene strutturato a caso.(21) Può essere abbondante ma è scarsamente

strutturato. La guarigione fibrosa è più forte se vengono incoraggiati

movimenti naturali, che forniscano ai fibroblasti le corrette indicazioni

per le direzioni in cui stendere le loro fibre di collagene.

Movimenti normali e cauti forniscono una naturale tensione nel

tessuto in via di guarigione e la guarigione risultante è molto più forte.

(21)

5.2. EVOLUZIONE DEL BENDAGGIO

Già nel XIX secolo incontriamo, come testimoniano alcune tavole

illustrate, i primi tentativi di codifica delle tecniche di bendaggio

specifiche per diversi distretti anatomici con utilizzo di bende in

tessuto associate a materiali rigidi (prime forme di tutore rigido o

gesso) mentre nella prima metà del novecento si confezionavano, nelle

semplici realtà rurali, dei bendaggi con tessuto (sostituiva le moderne

bende), albume d‟uovo (rapprendendosi l‟albume conferiva al

bendaggio maggiore consistenza e stabilità) e una moneta da una lira

50

( la lira era costituita in gran parte da zinco che ossidandosi produceva

l‟ossido di zinco le cui proprietà antiedemigene sono ben note). (28)

Negli anni 50 negli USA i trainers americani utilizzavano delle bende

adesive anelastiche, prodotte dalla tecnologia del dopoguerra per

conferire una maggiore stabilità meccanica soprattutto ad alcune

articolazioni come caviglia, ginocchio, dita e polsi: questo tipo di

materiale viene utilizzato anche oggi con il nome di “tape”, mentre la

tecnica che lo vede protagonista è definita “taping”. Il tape presenta

fin da subito assieme alla sua vasta diffusione sul mercato anche i suoi

limiti: infatti, essendo costituito da materiale anelastico, risulta poco

adattabile alle svariate forme del nostro corpo e crea facilmente delle

lesioni cutanee in assenza di materiali interposti tra la benda adesiva e

la cute. Per risolvere questi problemi negli ultimi anni la ricerca

scientifica ha messo a disposizione una grande varietà di bende e di

nuovi materiali che hanno permesso di creare un‟innovativa e più

efficace tecnica di bendaggio chiamata “bendaggio funzionale”.

La grande innovazione del bendaggio funzionale consiste nell‟utilizzo

associato del vecchio tape con le più moderne bende elastiche adesive

o coesive che permette una maggior compliance da parte del paziente

ed una maggiore efficacia del bendaggio che risulta così in grado di

proteggere l‟articolazione o l‟unità muscolare lesionata

salvaguardando la libertà funzionale dei distretti anatomici vicini. Il

bendaggio funzionale permette di adattarci alla fisiologia delle

strutture anatomiche da bendare in relazione alla diagnosi medica.

Come dall‟evoluzione del concetto di taping (bendaggio realizzato con

materiale anelastico adesivo) si è passati a quello di bendaggio

funzionale (tecnica mista che prevede l‟utilizzo di materiale anelastico

51

adesivo associato a una struttura portante fatta di materiale elastico

adesivo o coesivo) così dal bendaggio funzionale si è passati al

concetto di “strapping” una tecnica di bendaggio che prevede nella sua

realizzazione l‟utilizzo esclusivo di bende elastiche adesive o coesive.

Risulta così evidente come il bendaggio funzionale si collochi, per la

sue caratteristiche tecniche ed i materiali che utilizza, tra lo strapping

ed il taping ed è proprio per questo che ha riscosso un così grande

consenso nel mondo della fisioterapia sportiva soprattutto ad alto

livello. (28)

5.3. BENDAGGIO FUNZIONALE

Per bendaggio funzionale si intende una metodica che, utilizzando

bende adesive estensibili ed inestensibili opportunamente combinate,

si propone di ottenere la prevenzione di singole strutture muscolo-

tendinee e capsulo-legamentose da agenti patomeccanici o

potenzialmente tali senza limitare la fisiologica articolarità su

qualsiasi piano essa si sviluppi.

Tipologia

- articolari

- muscolo-tendinei

52

Ruolo

- preventivo

- terapeutico

- riabilitativo

Funzioni

- scarico

- stabilizzazione

- supporto psicologico

- compressione

- sostegno

- antalgico (24)

TIPI DI BENDAGGI

Bendaggi articolari

Sono utilizzati a prevenzione delle strutture capsulo-legamentose

stabilizzatrici passive delle articolazioni. I materiali si usano

combinati in vario modo sia in rapporto al fine, sia in rapporto alla

morfologia del distretto articolare da trattare.

Bendaggi muscolo-tendinei

Sono utilizzati a difesa delle strutture muscolari e/o tendinee.

53

Bendaggi preventivi

Vengono utilizzati normalmente per la gara e l‟allenamento e hanno la

precisa finalità di proteggere le strutture potenzialmente più

vulnerabili da specifiche sollecitazioni patomeccaniche negli sport

(25)

per:

- difetti somatici congeniti o acquisiti

- difetti di portamento

- instabilità croniche secondarie a pregressi eventi traumatici

- carichi iterativi submassimali cronici ad effetto lesivo cumulativo.

I bendaggi preventivi devono sempre essere rimossi dopo la gara o

l‟allenamento.

Bendaggi terapeutici

Vengono usati nel trattamento di lesioni traumatiche acute o

microtraumatiche croniche in cui il danno anatomo-patologico è

contenuto o assente, con il fine di ottenere la guarigione clinica della

lesione evitando l‟immobilizzazione totale. (25)

Bendaggi riabilitativi

Vengono usati nella fase di recupero dell‟atleta, quando cioè, ottenuta

la guarigione della lesione (indipendentemente dalla gravità e dal tipo

di trattamento) ci si propone di ottenere un precoce ripristino della

54

completa articolarità, della vigilanza propriocettiva e della

coordinazione motoria, indispensabile per riportare l‟atleta nella

migliore condizione di forma: le funzioni meccaniche sono di

sostegno, scarico, stabilizzazione, compressione. (25)

- Sostegno

Articolare realizzato con cerotto da taping; ha il compito di proteggere

singole strutture capsulo-legamentose da insulti patomeccanici.

- Scarico

Funzionale realizzato con bende estensibili nei vari piani; ha la sua

applicazione ottimale sulle strutture muscolo-tendinee e ha il compito

di ammortizzare sollecitazioni distrattive agenti sulle unità motorie.

La tecnica prevede ancoraggi muscolari per ridurre l‟intensità della

contrazione muscolare e ancoraggi tendinei che agendo sulle leve

scheletriche inserzionali pongono in detensione la struttura tendinea.

L‟uso della benda estensibile è preferibile al fine di evitare stop

bruschi che mal si conciliano con gli automatismi neurofisiologici di

queste strutture.

- Stabilizzazione

Articolare: con combinazione di bende estensibili e inestensibili; ha il

compito di potenziare la funzione di contenzione di legamenti

ipovalidi, insufficienti o comunque vulnerabili sotto lo stress del

carico sportivo. La stabilità attiva è condizionata dall‟esigenza tecnica

di preservare il movimento fisiologico e quindi di mantenere attiva la

propriocettività. La tecnica prevede il posizionamento di nastri

55

stabilizzanti lungo gli assi neutri delle articolazioni da proteggere con

conseguente minor uso di materiale.

- Compressione

Articolare e muscolare realizzata con bende estensibili; ha il compito

di esercitare un‟azione pressoria che si oppone in termini fisici alla

formazione di eventuali versamenti articolari o di ematomi muscolari.

Le funzioni generiche sono di supporto psicologico e antalgico-

antiflogistica. (25)

Supporto psicologico

L‟atleta protetto dal bendaggio ritrova più rapidamente quel senso di

sicurezza indispensabile per una maggiore vigilanza soggettiva ed un

migliore rendimento atletico. (25)

Antalgico - antiflogistica

Legata al relativo riposo funzionale prodotto dal bendaggio sulla

struttura lesa. Viene molto apprezzata dall‟atleta e dal tecnico poiché

favorisce un rapido reinserimento dell‟atleta nell‟attività sportiva. (25)

TECNICA

Lo studio e lo sviluppo del bendaggio funzionale hanno permesso di

codificare alcuni principi basilari che devono essere sempre tenuti

presenti dai cultori della materia per evitare di incorrere in errori di

indicazione che potrebbero essere altamente dannosi. E‟ opportuno

56

pertanto:

- fare una diagnosi utilizzando tutti i supporti clinici e strumentali

necessari

- analizzare la fisiopatologia del movimento traumatico

- conoscere le tecniche di applicazione del taping (a palizzata,

intrecciato, a farfalla, a ventaglio, ecc.) e la loro funzione

- scegliere i materiali le cui proprietà strutturali risultino le più efficaci

per le finalità previste dal bendaggio

- evitare che il bendaggio rimanga oltre i dieci giorni per non creare

fenomeni irritativi cutanei

- preparare adeguatamente la cute con la depilazione e migliorare

l‟adesività con l‟uso di sostanze sgrassanti e benzoino. (26)

MATERIALI

Un bendaggio funzionale eseguito correttamente richiede l‟uso di

materiali combinati e utilizzati in modo diversificato:

- bende adesive estensibili o distensibili

- bende adesive inestensibili (cerotto da taping)

- compresse di gomma schiuma di diverse forme e dimensioni

- salvapelle il cui uso è però riservato solo a quei rari casi in cui è

accertata un‟intolleranza cutanea da contatto o da allergia ai materiali

adesivi o ai tessuti che compongono la trama di base delle bende

- maglia tubulare distensibile di rifinitura. (27)

57

Le bende adesive sono il materiale di base che costituisce il supporto

fondamentale di ogni bendaggio e le loro proprietà sono legate al

tessuto di supporto ed al materiale adesivo (a base di lattice o acrilica)

che devono avere caratteristiche ben precise. (27)

Il tessuto deve essere:

- poroso per permettere la traspirazione cutanea al fine di evitare

ristagni di sudore che potrebbero diminuire la tenuta del bendaggio

- resistente per poter assorbire in modo soddisfacente le sollecitazioni

patomeccaniche che si scaricano su di esso

- di facile rottura (cerotto da taping) per permettere all‟operatore di

romperlo con estrema facilità nella fase di confezione del bendaggio.

Il materiale adesivo deve essere:

- ipoallergenico per evitare reazioni cutanee locali che possono

controindicare l‟uso di tale metodica e per la traspirazione cutanea

- con buona adesività in quanto lo stretto rapporto fra cute e benda è

fondamentale per la validità e la tenuta del bendaggio nel tempo. A

questo proposito è bene ricordare che la cute deve essere

adeguatamente preparata con accurata depilazione ed impacco con

etere o sostanze simili per sgrassare e ripulire la cute stessa da

eventuali residui inerti, a beneficio della tenuta del bendaggio; la

benda adesiva deve inoltre essere di facile ed uniforme srotolamento

per evitare tensioni involontarie nella confezione dell‟impianto di

contenzione. (28)

58

Le bende distensibili sono principalmente utilizzate per la loro

proprietà compressiva, anche se limitatamente possono svolgere una

funzione di scarico e di stabilizzazione.

Le bende inestensibili hanno una peculiare funzione di sostegno, di

stabilizzazione e di scarico.

Il bendaggio funzionale nasce da una differente combinazione di due

tipi di bende e la prevalenza di un tipo sull‟altro è in rapporto alla

funzione che il bendaggio deve espletare dando priorità alla

componente inestensibile se si vuole privilegiare la contrazione e la

tenuta.

Le compresse in gomma schiuma hanno utilizzo limitato a quei casi in

cui può essere necessario rendere più efficace un‟azione compressiva

locale ( lesioni muscolari acute), un‟azione di sostento (ad esempio,

volta longitudinale o trasversa anteriore del piede), un‟azione di

scarico (ad es. per sollevare l‟appoggio calcaneare).

La maglia tubulare ha un uso facoltativo di rifinitura estetica e di

maggiore stabilità dell‟impianto. (28)

59

Si utilizza una benda elastica da 8 cm con partenza alla base del piede e si effettua un

bendaggio a 8 base eventualmente con staffe contro laterali in TAPE o cerotto anelastico

La prima staffa in TAPE viene applicata passando sotto al calcagno e sormontando

successivamente i malleoli. Dopo aver fissato il lato mediale si eserciterà una forte trazione. (28)

60

INDICAZIONI

Le indicazioni all‟uso del bendaggio funzionale sono molteplici e si

diversificano in base alla loro tipologia:

- nella prevenzione: si usa in alternativa al “taping americano” e ha

un‟ampia applicazione; in esso deve prevalere la componente

distensibile in quanto deve essere il più dinamico possibile per potersi

conciliare nel modo migliore con le necessità del “gesto atletico”. Il

bendaggio preventivo non deve mai essere usato su distretti articolari

“sani” dal punto di vista morfologico, statico e dinamico.

- nel trattamento: si usa come presidio integrativo ma non sostitutivo

dell‟apparecchio gessato; in esso sarà prevalente la componente

inestensibile in quanto si deve ottenere una contenzione più rigida ed

una maggiore tenuta. (28)

La staffa verrà fissata in alto posteriormente, per non creare ostacolo alla circolazione e

verrà centrata sui malleoli con trazione verso l‟alto. La trazione sarà applicata contro lateralmente alla lesione.

61

La seconda staffa si applica col passaggio a „8‟. Si parte dal terzo distale di gamba,

posteriormente e si fissa, rispettivamente, sul 4° e sul 1°metatarsale.

62

CAPITOLO SESTO

L’EVIDENCE

6.1. L’IMPORTANZA DI BASARE LA PRATICA CLINICA

SULL’EVIDENCE

La fisioterapia, come qualsiasi disciplina in ambito scientifico, deve

scostarsi dalla visione della pratica professionale come applicazione

della “razionalità tecnica”, un modello impregnato di Positivismo che

vede la pratica come rigorosa applicazione di teorie generali e

tecniche a base scientifica. In questo modo la pratica perde

importanza, risultando, gerarchicamente subordinata alla teoria

scientifica. (18)

Le continue scoperte in ambito scientifico rendono rapidamente

obsolete le pratiche e le procedure, inoltre, la grande variabilità degli

scenari clinici rende difficile ricondurre a principi e regole generali

ogni singola pratica professionale. Questi fattori hanno posto in rilievo

la necessità di sovvertire l‟ordine di relazione tra teoria e pratica.

Sulla scia di questo pensiero è nata l‟EBM (Evidence-Based

Medicine), un movimento culturale che ha come fine quello che ogni

operatore possa fornire al paziente la migliore assistenza, tramite

l‟unione delle proprie conoscenze e della propria esperienza clinica,

integrate con le ultime evidenze scientifiche presenti in letteratura.

L‟agire sulla base dell‟evidence permette di costruire un modello di

operatività condivisa fra tanti, riconducendosi a una generalizzazione

63

non statica (cioè basata su applicazione di principi esterni all‟agire),

ma derivata dall‟efficacia della pratica documentata rigorosamente.

Questa nuovo approccio metodologico volto a orientare la pratica

lavorativa porta il professionista a dover effettuare una costante

formazione professionale (Dlgs 229/99) ed una continua ricerca di

evidenze in letteratura, per rimanere sempre aggiornato con le prassi e

colmare i gap nelle conoscenze. Fine ultimo di ciò è avere l‟uniformità

e la flessibilità nelle buone pratiche cliniche, nei sistemi di misura e

poter disporre di un vocabolario condiviso dagli operatori che

dovranno lavorare insieme e confrontarsi.

Per portare nella pratica clinica le evidenze scientifiche in merito

all‟efficacia di un determinato trattamento, si attua un processo che

partendo dalla ricerca bibliografica, porta attraverso varie fasi alla

compilazione di linee guida e, infine, a protocolli operativi.

Le linee guida sono “raccomandazioni di comportamento clinico,

prodotte attraverso un processo sistematico, allo scopo di assistere

operatori sanitari e pazienti nel decidere quali siano le modalità di

assistenza più appropriate in specifiche circostanze cliniche” (Institute

of Medicine 1992). Nell‟usarle l‟operatore dovrà tenere presente il

grado di raccomandazione indicato, e coniugare in ogni caso l‟EBP

alla propria esperienza professionale.

Infine il protocollo di lavoro del professionista si configura come

insieme di procedure sistematizzate che trovano appoggio anche nelle

evidenze ricavate dalla letteratura e che guidano la pratica.

64

6.2. CLASSIFICAZIONE DELLE EVIDENCE

Le evidence sono dei risultati ottenuti tramite studi condotti nei vari

campi biomedici, e rappresentano la prova che un determinato atto o

pratica terapeutica possa indurre o meno, un cambiamento positivo, o

negativo, dopo la sua applicazione.

Per essere pubblicato, il risultato di uno studio deve essere raccolto in

un articolo e deve seguire un processo editoriale standard, al fine di

garantire al lettore l‟affidabilità di quanto è stato pubblicato. In genere

gli autori inviano le proprie produzioni al direttore scientifico (Chief

Editor) e al vice-direttore (Assistant Editor), che le inviano a due

componenti di un comitato editoriale che ne operano una prima

selezione. Qualora ci fosse discordanza di opinioni tra i due revisori, il

direttore può inviarlo ad un terzo arbitro per la revisione o effettuarla

lui stesso.

Le riviste scientifiche internazionali rappresentano il più autorevole e

attendibile servizio di divulgazione per l‟aggiornamento professionale.

Non tutte le riviste godono dello stesso valore scientifico; in genere si

consiglia di scegliere quelle dotate di “peer review”, cioè quelle

revisionata da un gruppo di professionisti della specifica area di cui

parla l‟articolo, o più semplicemente di leggere le riviste indicizzate,

ovvero inserite nelle banche dati internazionali.

Le banche dati sono uno strumento efficace, sicuro e veloce di

selezione, raccolta e catalogazione dei dati bibliografici. All‟interno si

trovano gli abstracts e i dati bibliografici degli articoli scientifici

pubblicati su riviste dotate di “peer review”. Le banche dati sono

65

diverse tra loro, alcune sono gratuite (Medline), altre a pagamento

(Current Contents), altre contengono solo revisioni sistematiche

(Cochrane), e altre sono specifiche per alcuni rami biomedici

(PEDro). Tra le varie banche dati sicuramente la più importante in

campo biomedico è la National Library of Medicine, che seleziona

periodicamente il materiale da censire, lo elabora e lo commercializza

tramite i volumi dell‟Index Medicus ed il corrispondente database

Medline.

Per essere pubblicati in una rivista, gli articoli inviati dagli autori

devono essere strutturati come una delle tipologie previste, per la

necessità di standardizzare e ordinare la trattazione degli argomenti, in

modo da semplificare la comprensione e la ricerca del lettore.

Tra le varie tipologie troviamo:

o Rassegna: è una revisione della letteratura riguardo ad uno

specifico argomento, e rappresenta lo stato attuale delle

conoscenze. In genere molto utile per il lettore perché trova in

un solo articolo un‟esauriente ed aggiornata trattazione.

o Articolo originale: è uno studio sperimentale che ha come

scopo quello di verificare gli effetti di un particolare

trattamento. Deve essere obbligatoriamente impostato in

sezioni: introduzione, materiali e metodi, risultati, discussione,

bibliografia.

o Caso clinico: è la descrizione di un singolo caso

particolarmente interessante, deve essere strutturato come

l‟articolo originale.

o Nota tecnica: è una breve ma dettagliata descrizione di

particolari accorgimenti, modifiche ad apparecchiature,

66

innovazioni e idee che l‟autore vuole portare all‟attenzione dei

colleghi.

o Editoriale: è un commento su temi attuali in genere a cura

della Direzione.

o Lettera al direttore: contiene critiche ed osservazioni di articoli

precedentemente pubblicati, viene inviata direttamente

all‟autore dell‟articolo, che può a sua volta rispondere.

Un altro metodo per la catalogazione degli studi scientifici è

distinguere tra studi sperimentali, quando c‟è la manipolazione della

realtà e l‟osservazione degli effetti prodotti, e studi osservazionali,

dove vengono solo osservate le variazioni.

Gli studi sperimentali servono per analizzare gli effetti di un

intervento su un gruppo di pazienti, e possono essere: controllati,

randomizzati, a singolo, doppio o triplo cieco, placebo e cross-over.

Gli studi osservazionali, sono i classici studi epidemiologici, e

possono essere: descrittivi o analitici, prospettici o retrospettivi,

trasversali, di coorte, caso-controllo.

In aggiunta in riabilitazione, diversamente da quanto accade nelle altre

branche della medicina, è difficile trovare un campione ampio ed

omogeneo. Per questo motivo, spesso, gli esperimenti vengono fatti su

un unico gruppo di pazienti, che vengono sottoposti preventivamente a

varie misurazioni per dimostrare la stabilità o cronicità del loro stato

clinico. Questo tipo di studio è definito semi-sperimentale,

caratterizzato cioè dall‟assenza di un gruppo di controllo e dalla

presenza di misurazioni ripetute prima dell‟inizio dell‟esperimento.

67

Infine spesso si trovano dei Pilot Study, ovvero degli studi pilota che

vengono fatti quando si ha una casistica ridotta per poter fare un

articolo originale; in genere a fine articolo si trova un invito a svolgere

lo stesso studio con una casistica più ampia.

Risulta evidente che, vista la varietà di tipologia delle pubblicazioni,

non tutte avranno lo stesso valore scientifico. Per una classificazione

omogenea, sono state create delle tabelle che ci aiutano a ricollegare

ogni articolo a un livello di evidenza.

Di seguito inserisco i tipi di classificazione adottati da autorevoli

associazioni internazionali.

TABELLA 1: livelli di evidenza19

Scottish

Intercollegiate

Guidelines Network.

Methodology Review

Group

www.sign.ac.uk

Institute for clinical

system improvement

www.icsi.org

National Institute for

Clinical Excellence

http://www.nice.org.uk

Livelli di evidenza

Studi di riferimento

Livelli di evidenza

Studi di riferimento

Livelli di evidenza

(per studi di terapia)

Studi di riferimento

1++

- Metanalisi di alta

qualità

- Revisione sistematica

di RCT

- RCT con bassissima

probabilità di bias

M

- Metanalisi

- Revisione

sistematica

- Analisi decisionale

- Analisi di cost-

effectiveness

I

- Revisione sistematica di

RCT

68

Scottish

Intercollegiate

Guidelines Network.

Methodology Review

Group

www.sign.ac.uk

Institute for clinical

system improvement

www.icsi.org

National Institute for

Clinical Excellence

http://www.nice.org.uk

1+

- Metanalisi ben

condotta

- Revisione sistematica

di RCT

- RCT con bassa

probabilità di bias

A

- RCT

II

- RCT

1-

- Metanalisi

- Revisione sistematica

di RCT

- RCT con alta

probabilità di bias

B

- Studio di coorte

III

- Revisione sistematica di

non-RCT

2++

- Revisione sistematica

di studi caso-controllo

o di coorte

- Studi caso-controllo

o di coorte di alta

qualità con bassissima

probabilità di bias o

fattori confondenti e

alta probabilità di

relazione casuale

C

- Trial non

randomizzato

controllato (anche con

controllo storico)

- Caso controllo

- Studio di sensibilità

e specificità di test

diagnostico

- Studio descrittivo di

popolazione

IV

- Studi quasi -

sperimentali (studi

sperimentali con

randomizzazione non

casuale)

2+

- Studi ben condotti

caso-controllo o di

coorte con basso

rischio di fattori

confondenti e bias e

moderata probabilità di

relazione casuale

D

- Studio cross-

sectional

- Serie di casi

- Case report

V

- Studi osservazionali

controllati:

Coorte

Caso-controllo

2-

- Studi caso-controllo

o di coorte con alto

rischio di fattori

confondenti e bias con

R

- Decisione basata sul

consenso

- Revisione narrativa

VI

- Studio osservazionale

senza controllo

69

rischio significativo di

relazione non casuale

3

- Studi non analitici,

serie di casi o case

report

4

- Opinione di esperti

X

- Opinione di esperti

VII

- Opinione di esperti

TABELLA 1 (continua): livelli di evidenza19

Individuato il livello di ogni evidenza raccolta, si passa a catalogare

l‟intervento rispetto ad un grado di raccomandazione.

TABELLA 2: gradi di raccomandazione19

Scottish

Intercollegiate

Guidelines Network.

Methodology Review

Group

www.sign.ac.uk

Institute for clinical

system improvement

www.icsi.org

National Institute for

Clinical Excellence

http://www.nice.org.uk

Gradi di

raccomandazione

Gradi di

raccomandazione

Gradi di

raccomandazione

A

- Almeno una

metanalisi, revisione

sistematica o un RCT

con livello di evidenza

almeno 1++,

direttamente

applicabile alla

popolazione di

riferimento

- Almeno una

revisione sistematica

di RCT o evidenze di

livello 1+ direttamente

applicabile alla

popolazione di

riferimento e

dimostranti una

complessiva

consistenza dei

I

- Evidenze consistenti

in risultati derivanti da

studi con disegno forte

per rispondere al

quesito considerato. I

risultati sono sia

clinicamente

importanti sia

consistenti con poche

eccezioni. Non

esistono dubbi che i

risultati siano

generalizzabili o

presentino bias o limiti

nel disegno della

ricerca. Gli studi con

risultato negativo

hanno un campione

sufficientemente largo

I

- Intervento con evidenze

che ne dimostrano

l‟efficacia

- Generale accordo circa

l‟utilità e l‟efficacia

dell‟intervento

70

risultati da consentire

un‟adeguata potenza

statistica

B

- Presenza di studi con

livello di evidenza 2++

direttamente

applicabile alla

popolazione di

riferimento e

dimostranti una

complessiva

consistenza dei

risultati

- Presenza di studi con

livello 1++ o 1+

II

- Evidenze consistenti

in risultati derivanti da

studi con disegno forte

per rispondere al

quesito considerato,

ma con dubbi sulle

conclusioni perché i

risultati di diversi studi

risultano inconsistenti

o perché ci sono dubbi

minori circa la

generalizzabilità e la

presenza di bias nel

disegno della ricerca o

nell‟adeguatezza del

campione. In

alternativa le evidenze

derivano solamente da

risultati di studio con

disegno debole per

rispondere al quesito

considerato ma con

risultati confermati in

studi differenti che

risultano consistenti

con poche eccezioni

IIa

- Intervento con evidenze

conflittuali o opinioni

divergenti circa la sua

utilità e l‟efficacia: peso

delle evidenze o delle

opinioni comunque a

favore dell‟utilità e

dell‟efficacia

C

- Studi con livello di

evidenza 2+

direttamente

applicabile alla

popolazione di

riferimento e

dimostranti una

complessiva

consistenza dei

risultati

- Studi con livello di

evidenza 2++

III

- Evidenze consistenti

in risultati derivanti da

studi con disegno forte

per rispondere al

quesito considerato,

ma c‟è una sostanziale

incertezza circa le

conclusioni per

l‟inconsistenza dei

risultati fra gli studi o

perché esistono seri

dubbi circa la

IIb

- Intervento con evidenze

conflittuali o opinioni

divergenti circa la sua

utilità e l‟efficacia: peso

delle evidenze o delle

opinioni meno ben

stabilite

71

generalizzabilità,

presenza di bias nel

disegno della ricerca e

nell‟adeguatezza delle

dimensioni

campionarie. In

alternativa le evidenze

consistono solamente

in risultati di un

limitato numero di

studi con disegno

debole per rispondere

al quesito considerato

D

- Studi con livello di

evidenza 3 o 4

- Studi con livello di

evidenza 2+

Grado non

assegnabile

- Non ci sono evidenza

che supportano

direttamente o

respingono le

conclusioni

III

- Intervento con evidenze

o opinioni generali che

dimostrano la sua NON

utilità e in alcuni casi la

sua pericolosità

TABELLA 2 (continua): gradi di raccomandazione19

72

LA RICERCA IN LETTERATURA

6.3. METODOLOGIA DI RICERCA IN LETTERATURA

Per fare una buona ricerca in letteratura bisogna seguire un

procedimento standard: formulare il quesito, trovare i termini,

combinare i termini tra loro.

1. formulare il quesito: è uno step importante, con l‟elaborazione

di un‟unica domanda, bisogna chiarire bene il problema su cui

vogliamo avere una risposta; deve essere una breve frase, ma

contenere allo stesso tempo tutte gli indizi fondamentali. I

quesiti possono essere di background quando il ricercatore ha

scarse o nulle conoscenze sull‟argomento, o di foreground, cioè

quesiti molto specifici in genere espressi da un esperto. Per

formulare la domanda in maniera precisa si può utilizzare il

metodo PICO: Patient (tipologia del paziente o del problema),

Intervention (una causa, un fattore prognostico, un trattamento),

Comparison (un eventuale Intervento di controllo), Outcome

(l‟esito che si vorrebbe ottenere o evitare con l‟intervento).

2. trovare i termini: dobbiamo cioè capire quali sono le parole

chiave da utilizzare nella ricerca. Trovati questi termini li

possiamo utilizzare sia come parole libere nel testo, sia come

termini indicizzati. L‟indicizzazione è un‟operazione svolta da

esperti che attribuiscono ad ogni articolo una serie di parole

chiave che ne descrivono il contenuto. Le Key Word sono

73

contenute nel Medical Subject Heandings (MeSH) Thesaurus,

un vocabolario controllato e aggiornato annualmente.

3. combinare i termini tra loro: questa operazione viene eseguita

con l‟aiuto degli operatori Booleani AND, OR, NOT. Con AND

vengono selezionati tutti gli articoli che contengono tutti i

termini, con OR quelli che contengono almeno uno dei termini,

con NOT si escludono gli articoli che contengono termini

indesiderati.

Al termine di questa procedura, si otterrà un elenco degli abstract

degli articoli. Se questi risultano numericamente eccessivi si può

effettuare una nuova ricerca con dei limiti in più, o utilizzando termini

MeSH più specifici, o utilizzando i Major Topics (trova solamente gli

articoli che contengono la parola chiave come principale), o

utilizzando i limiti per tipologia, periodo di pubblicazione, lingua.

74

MATERIALE E METODI

6.4. CRITERI DI INCLUSIONE E RICERCA

BIBLIOGRAFICA

La ricerca è stata effettuata tramite letteratura indicizzata nelle banche

dati di Medline, Cochrane, Pedro, e mediante letteratura non

indicizzata e inoltre tramite appositi “hand searching”.

Le banche dati che mi hanno fornito maggiori elementi sono state

Medline e Pedro, sia per la facile accessibilità e gratuità di entrambe,

sia per lo specifico indirizzo fisioterapico di Pedro.

Su Pedro, ho svolto una ricerca con la modalità “Simple Search” ,

utilizzando come Key Word “tape ankle sport”, sono stati trovati 20

articoli, tra cui ne sono stati selezionati 2.

Su Medline ho svolto la mia indagine attraverso due ricerche tramite

parole libere. Per la prima ricerca sono entrata nella Home di Pubmed

e ho digitato le mie parole chiave:

1) “ankle sprain tape” ottenendo 56 articoli e selezionando solo 8

articoli, quelli che più si avvicinavano alla mia ricerca.

2) “ankle tape after sprain” ho ottenuto come risultato 20 articoli,

di cui ne ho selezionati 5 inerenti al mio studio.

3) “ankle sprain tape chronic” ho ottenuto 10 articoli e ne ho

selezionati 9.

75

RISULTATI

Di seguito, nella tabella 3, sono sintetizzati i dati degli articoli.

Autori Anno Obiettivo Approccio Pz Outcame:

misure e

tempi

Risultati

Karlsson J,

Andreasson

GO

1992 Esaminare

l'effetto

del taping

sulla

stabilità

articolare

della

caviglia

Training con

segnale

elettromiogra

fico

20

pz Con il taping, il

tempo di

reazione è stato

significativamen

te ridotto

Karlsson J,

Swärd L,

Andréasson

GO

1993 Valutare

l'effetto del nastro

adesivo

sulla

stabilità della

caviglia

Revisione

della letteratura

Maggiore stabilità

meccanica, diminuzione del

range di

movimento della

caviglia e miglioramento

della funzione

propriocettiva dei legamenti

Robbins S,

Waked E,

Rappel R

1995 Valutare se

il taping

alla caviglia

migliora la

propriocezione

Studio di

coorte

Rom in

pronazione,

supinazione, plantaflessione

e

dorsiflessione

Migliora la

propriocezione,

prima e dopo l'esercizio.

Leanderson

J,

Ekstam S,

Salomonsson C

1996 Valutare

l'effetto del

taping sulle oscillazioni

posturali

Trattamento

con

stabilometria

9

pz

Analisi delle

oscillazioni

pre e post trattamento

L'effetto

profilattico del

taping è più importante

durante la prima

parte di una sessione di pratica

o di gioco.

Verbrugge JD

1996 Confrontare il rinforzo

semirigido

Air-Stirrup e il taping

Programma di esercizi

26 pz

Uno sprint di quasi 40 metri,

e un salto in

verticale

I soggetti erano più a loro agio

con una procedura

standard di taping alla caviglia

Manfroy PP,

Ashton-

1997 L'effetto

dell‟eserciz

io e del

Programma di

esercizi

20

pz

Carico

monopodalico

con e senza

L'uso del taping

migliora la

resistenza

76

Miller JA,

Wojtys EM

taping sulla

massima

resistenza

della caviglia in

inversione

taping massima in

inversione di oltre

il 10%

Callaghan MJ.

1997 Valutare il ruolo del

taping alla

caviglia e il

rinforzo nell'atleta

Revisione della

letteratura

L‟uso del taping aumenta la

propriocezione, la

stabilità

meccanica e funzionale

Vaes P,

Duquet W, Handelberg

F, Casteleyn

PP, Van

Tiggelen R, Opdecam P

1998 Valutare

l'influenza di

cavigliere

su una

mobilità articolare

patologica

Training 220

pz

EMG

senza supporto e con

bendaggio

Questi supporti

sono efficaci per la protezione

durante il

trattamento

funzionale

Lynch SA,

Renström

PA

1999 Confrontare il

trattamento

conservativ

o con il chirurgico

Revisione della

letteratura

Il trattamento funzionale

precoce fornisce il

più veloce

recupero della mobilità della

caviglia Thacker SB, Stroup DF,

Branche

CM,

Gilchrist J, Goodman

RA,

Weitman EA

1999 Valutare l'efficacia

di vari

approcci

per la prevenzion

e delle

distorsioni di caviglia

negli atleti

Revisione della

letteratura

Gli atleti che soffrono di una

distorsione

moderata o grave

devono indossare un‟ortesi adeguata

per almeno 6 mesi

Cordova

ML,

Ingersoll

CD,

LeBlanc MJ

2000 Valutare

gli effetti

sulla motilità

articolare

dei diversi

tipi di supporto

alla

caviglia

Revisione

della

letteratura

253

pz

Rom in

inversione,

eversione, dorsiflessione

e flessione

plantare

Limitazione di

movimento sul

piano frontale è stata offerta dal

supporto

semirigido,

mentre il taping ha offerto di più il

supporto per

limitare il

77

movimento di

flessione dorsale

Verhagen

EA, van

Mechelen

W, de Vente

W

2000 Valutare

l'efficacia delle

misure di

prevenzione

Revisione

della letteratura

L'uso del taping o

del sostegno riduce l'incidenza

di distorsioni

della caviglia

Matsusaka

N,

Yokoyama

S, Tsurusaki

T, Inokuchi

S, Okita M

2001 Valutare

l‟efficacia

dell‟allenamento sul

disco alla

caviglia,

combinata con la

stimolazion

e tattile

Sessioni di

formazione

22

pz

10 minuti al

giorno, cinque

volte alla settimana, per

un periodo di

10 settimane

La correzione

delle oscillazioni

posturali è dovuta ad un maggiore

utilizzo dei

recettori afferenti

della pelle, stimolati dalla

trazione del

taping adesivo

Arnold BL,

Docherty CL

2004 Valutare le

nuove

proposte sul rinforzo

e sulla

riabilitazio

ne

Revisione

della

letteratura

La correzione e la

riabilitazione

precoce sono importanti per

prevenire i

sintomi residui

alla caviglia

Forestier N,

Toschi P

2005 Valutare

gli effetti di

un dispositivo

sull‟attività

muscolare

durante il cammino

Training

motorio

9

pz

EMG dei

muscoli

durante la stabilizzazione

in inversione

I risultati

suggeriscono che

il dispositivo di destabilizzazione

della caviglia può

essere utile per

programmi di riabilitazione

Marshall

SW,

Covassin T,

Dick R,

Nassar LG,

Agel J

2007 Esaminare

i dati degli

infortuni e individuare

potenziali

prevenzioni degli

infortuni.

Revisione

della leteratura

1550

pz

A soggetti con

una precedente

distorsione della caviglia si

consiglia di

portare un tutore o di fare uso del

taping per

diminuire il

rischio di lesioni

78

ricorrenti

Refshauge

KM,

Raymond J,

Kilbreath

SL, Pengel

L, Heijnen I

2009 Valutare

l'efficacia

del taping sulla

rilevazione

dei movimenti

in

inversione-

eversione

Training 16

pz

Con il taping alla

caviglia è

diminuita la capacità di

rilevare il

movimento nel piano inversione-

eversione

Ozer D,

Senbursa G,

Baltaci G,

Hayran M

2009 Valutare

gli effetti

del taping e del rinforzo

preventivo

nell‟equilib

rio funzionale

Training 20

pz

Esperimento

con test

variabili indipendenti in

3 prove

Il rinforzo e il

taping possono

svolgere un ruolo importante nella

prevenzione delle

lesioni o nella

riabilitazione della caviglia lesa

Dizon JM,

Reyes JJ

2010 Valutare

l'efficacia dei

supporti

esterni alla

caviglia nella

prevenzion

e delle distorsioni

Revisione

della letteratura

Nessun tipo di

supporto caviglia risultata essere

superiore rispetto

agli altri

Hubbard TJ,

Cordova M

2010 Studiare

l‟efficacia

del taping alla

caviglia

sulla lassità meccanica

in soggetti

con CAI

Training

motorio

20

pz

La lassità

meccanica è

notevolmente diminuita nei

soggetti con CAI

dopo l'applicazione del

nastro

Seah R,

Mani-Babu

S

2010 Valutare

quale sia la

pratica migliore

nelle

distorsioni di caviglia

Revisione

della

letteratura

Per le distorsioni

della caviglia di

grado lieve-moderato, le

opzioni di

trattamento funzionale

sono risultate

statisticamente migliori di

79

immobilizzazione

Delahunt E,

McGrath A,

Doran N,

Coughlan

GF

2010 Verificare

se due diversi

meccanism

i di taping possono

migliorare

la stabilità

dinamica posturale in soggetti

con instabilità

cronica

della

caviglia

Training

motorio

16

pz

Star Excursion

Balance Test (Sebt) in 3

diverse

condizioni

Dopo

l'applicazione del taping la

percezione dei

partecipanti di sicurezza, di

stabilità e di

rassicurazione è

sensibilmente migliorata

80

DISCUSSIONE DEI RISULTATI

Le pubblicazioni prese in esame, sono state raggruppate in tre categorie, in base

ai risultati ottenuti dallo studio effettuato sul campione:

Efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento riabilitativo

Prevenzione di lesioni recidive

Miglioramento della propriocezione

Risultato Articoli selezionati

Efficacia sul controllo dell‟articolarità

durante il trattamento riabilitativo

12

Prevenzione di lesioni recidive 7

Miglioramento della propriocezione 5

Tabella 4: numero articoli per ogni risultato

In TABELLA 5 sono riportate le pubblicazioni che hanno dimostrato come

risultato l‟efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento

riabilitativo.

Autori Tipologia

articolo

Risultati Livello Evidence (National Institute

for Clinical

excellence)

Raccomandazione

Karlsson J,

Andreasson GO

Studio semi-

sperimentale

Miglioramento IV IIa

Leanderson J,

Ekstam S, Salomonsson C

Studio semi-

sperimentale Miglioramento

percettivo IV IIa

81

Verbrugge JD

Studio semi-

sperimentale Miglioramento IV IIa

Manfroy PP,

Ashton-Miller JA, Wojtys EM

Studio semi-

sperimentale Miglioramento IV IIa

Vaes P, Duquet

W, Handelberg F, Casteleyn PP,

Van Tiggelen R,

Opdecam P

Studio semi-

sperimentale Utilità IV IIa

Lynch SA,

Renström PA

Studio semi-

sperimentale Miglioramento IV IIa

Cordova ML,

Ingersoll CD,

LeBlanc MJ

Revisione

sistematica con

metanalisi

Miglioramento I I

Forestier N, Toschi P

Studio semi-sperimentale

Utilità IV IIa

Refshauge KM, Raymond J,

Kilbreath SL,

Pengel L,

Heijnen I.

Studio osservazionale

controllato

Diminuita capacità di

rilevare

movimento

V IIb

Seah R, Mani-

Babu S

Revisione

sistematica con metanalisi

Miglioramento I I

Arnold BL,

Docherty CL

Studio semi-

sperimentale Miglioramento IV IIa

Callaghan MJ Revisione

sistematica

Miglioramento I I

TABELLA 5: pubblicazioni sull‟efficacia dei supporti durante il trattamento funzionale

Tutte le pubblicazioni hanno evidenziato l‟efficacia del taping sul controllo

dell‟articolarità, risaltano anche le tre revisioni sistematiche di I livello di

evidenza. Per la presenza di numerosi studi, anche se con disegni di

strutturazione diversa, il grado di raccomandazione assegnato all‟efficacia del

taping durante il trattamento riabilitativo nel controllo dell‟articolarità è

82

identificabile nel livello I, poiché pur in presenza di evidenze di vario grado

esiste un generale accordo sull‟efficacia.

Oltre a quest‟analisi più generale è interessante approfondire meglio le

pubblicazioni, in particolare gli articoli sostengono che:

il taping limita gli estremi di movimento, soprattutto sul piano frontale

(flessione dorsale), ed aiuta ad abbreviare il tempo di reazione,

modificando la funzione propriocettiva (58)

il taping fornisce un risultato positivo sulle oscillazioni posturali, e ha un

effetto profilattico (42)

migliora la prestazione atletica (52)

aumenta del 10% la resistenza in inversione (50)

i supporti rigidi sono efficaci per la protezione durante il trattamento

funzionale (56)

il trattamento funzionale precoce fornisce il più veloce recupero della

mobilità della caviglia (55)

il taping diminuisce la capacità di rilevare movimento in inversione-

eversione (40)

le ortesi semi-rigide e il rinforzo forniscono beneficio e supporto alla

caviglia (53)

il dispositivo di destabilizzazione della caviglia potrebbe essere utile per

programmi di riabilitazione durante il training di cammino (54)

il taping aumenta sia la stabilità meccanica sia la stabilità funzionale della

caviglia (57)

83

In TABELLA 6, invece, sono raggruppate le pubblicazioni che hanno

dimostrato l‟efficacia del taping nella prevenzione di lesioni recidive.

Autori Tipologia

articolo

Risultati Livello Evidence

(National

Institute for

Clinical

excellence)

Raccomandazione

Thacker SB,

Stroup DF,

Branche CM, Gilchrist J,

Goodman RA,

Weitman EA

Revisione

sistematica con

metanalisi

Miglioramento I I

Verhagen EA, van Mechelen W,

de Vente W

Revisione critica Miglioramento I I

Marshall SW,

Covassin T, Dick R, Nassar LG,

Agel J

Studio (coorte)

osservazionale controllato

Utilità V IIa

Ozer D, Senbursa G, Baltaci G,

Hayran M

Studio semi-sperimentale

IV

Hubbard TJ,

Cordova M RTC Miglioramento II IIa

Dizon JM, Reyes

JJ Revisione

sistematica con

metanalisi

Miglioramento I I

Callaghan MJ Revisione sistematica

Miglioramento I I

TABELLA 6: pubblicazioni sull‟efficacia del taping nella prevenzione di recidive

I risultati di questi studi sono incoraggianti, poiché, quattro dei sei studi presi in

esame, sono revisioni sistematiche, con livello I di evidenza, e quindi con un

elevato grado di raccomandazione.

Quindi, in definitiva, può essere consigliabile l‟utilizzo del taping nella

prevenzione di lesioni recidive.

Gli articoli evidenziano che:

è utile l‟uso del taping o di supporti rigidi per almeno 6 mesi dopo

l‟evento distorsivo (49)

84

c‟è una diminuzione significativa dell‟incidenza di distorsioni (47) (44)

l‟uso del taping o del tutore è utile per diminuire le recidive (45) (57)

il taping è utile nelle prestazioni di salto in verticale, nella prevenzione di

recidive e migliora il coordinamento (43)

il taping migliora la stabilità meccanica in soggetto con instabilità cronica

di caviglia (39)

Sotto, nella TABELLA 7, sono elencate le pubblicazioni che provano l‟efficacia

del taping sul miglioramento della propriocezione.

Autori Tipologia

articolo

Risultati Livello Evidence

(National

Institute for

Clinical

excellence)

Raccomandazione

Robbins S,

Waked E, Rappel R

Revisione

sistematica Miglioramento I I

Matsusaka N,

Yokoyama S, Tsurusaki T,

Inokuchi S, Okita

M

Studio semi-

sperimentale

No miglioramento

significativo IV IIb

Delahunt E, McGrath A,

Doran N,

Coughlan GF

Studio semi-sperimentale

No miglioramenti oggettivi,

Miglioramenti

percettivi

IV IIa

Karlsson J, Swärd L, Andréasson

GO

Studio semi-sperimentale

Miglioramento IV IIa

Callaghan MJ Revisione sistematica

Miglioramento I I

TABELLA 7: pubblicazioni sul miglioramento della propriocezione

85

L‟omogeneità dei risultati, unita anche all‟eterogeneità del livello di evidence

delle pubblicazioni, porta un grado di raccomandazione I.

Gli studi presi in considerazione dimostrano che:

il taping migliora la consapevolezza della posizione del piede, prima e

dopo l‟esercizio (48)

i recettori afferenti della pelle sono stimolati dalla trazione del taping (51)

la percezione dei pazienti sulla propriocezione è migliorata (38)

il taping fornisce una maggiore stabilità meccanica, una diminuzione del

range di movimento e un miglioramento delle funzioni propriocettive

(59) (57)

CONCLUSIONI

Dallo studio della letteratura presa in esame si può confermare l‟utilità dell‟uso

del taping funzionale nella distorsione di caviglia sia per quanto riguarda la sua

efficacia sul controllo dell‟articolarità durante il trattamento riabilitativo, sia per

la prevenzione di lesioni recidive e sia per il miglioramento della

propriocezione.

86

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92

ALLEGATI

Delahunt E, McGrath A, Doran N, Coughlan GF.

Effect of taping on actual and perceived

dynamic postural stability in persons

with chronic ankle instability

OBJECTIVE: To investigate whether 2

different mechanisms of ankle joint taping

([1] lateral subtalar sling or [2] fibular repositioning) can enhance actual and

perceived dynamic postural stability in

participants with chronic ankle instability (CAI).

DESIGN: Laboratory-based repeated-

measures study.

SETTING: University biomechanics

laboratory.

PARTICIPANTS: Participants (n=16) with

CAI.

INTERVENTIONS: Participants

performed the Star Excursion Balance Test

(SEBT) under 3 different conditions: (1) no tape, (2) lateral subtalar sling taping and

(3) fibular repositioning taping.

MAIN OUTCOME MEASURES: Reach

distances in the anterior, posteromedial, and posterolateral directions on the SEBT.

Participants' perceptions of stability,

confidence, and reassurance when

performing the SEBT under 2 different taping conditions.

RESULTS: Taping did not improve reach distance on the SEBT (P>.05). Feelings of

confidence increased for 56% of

participants (P=.002) under both tape

conditions. Feelings of stability increased for 87.5% of participants (P<.001) using

condition 2 (lateral subtalar sling taping)

and 75% of participants (P=.001) using condition 3 (fibular repositioning taping).

Efficacia del taping sulla stabilità

dinamica e posturale reale e percepita in

soggetti con instabilità cronica della

caviglia

OBIETTIVO: Per verificare se due diversi

meccanismi di taping alla caviglia ([1] fascia laterale sottoastragalica o [2]

riposizionamento del perone) possano

migliorare la stabilità dinamica posturale

reale e percepita in soggetti con instabilità cronica della caviglia (CAI).

DESIGN: Laboratorio a base di studio per misure ripetute.

REGOLAZIONE: Laboratorio dell’università di biomeccanica.

PARTECIPANTI: I partecipanti (n = 16)

con CAI.

INTERVENTI: I partecipanti hanno

eseguito lo Star Excursion Balance Test (Sebt) in 3 diverse condizioni: (1) senza

taping, (2) taping laterale sottoastragalico

e (3) taping di riposizionamento del perone.

MISURE PRINCIPALI DI RISULTATO:

Allungare le distanze nelle direzioni anteriore, postero-mediale, e

posterolaterale sul Sebt. Le percezioni dei

partecipanti sulla stabilità, sicurezza e rassicurazione quando eseguono il Sebt è

inferiore nella 2 condizione di taping.

RISULTATI: Il taping non migliora l’allungamento della distanza sul Sebt (P>

.05). Si hanno sensazioni di una maggiore

sicurezza per il 56% dei partecipanti (P =. 002) in entrambe le condizioni con il

taping. Sensazioni di maggiore stabilità

per 87,5% dei partecipanti (P <.001) nella condizione 2 (taping laterale

sottoastragalico) e il 75% dei partecipanti

93

Feelings of reassurance increased for

68.75% of participants (P=.001) using

condition 2 (lateral subtalar sling taping) and 50% of participants (P=.005) using

condition 3 (fibular repositioning taping).

CONCLUSIONS: No significant change in dynamic postural stability was observed

after application of either taping

mechanism; however, participants' perceptions of confidence, stability, and

reassurance were significantly improved.

Further research is necessary to fully

elucidate the exact mechanisms by which taping may help reduce the incidence of

repeated injury in subjects with CAI.

(P =. 001) utilizzando la condizione 3

(taping di riposizionamento del perone).

Sensazioni di rassicurazione aumentate per 68,75% dei partecipanti (P =. 001)

utilizzando la condizione 2 (taping laterale

sottoastragalico) e il 50% dei partecipanti

(P =. 005) utilizzando condizione 3 (taping di riposizionamento del perone).

CONCLUSIONI: Nessun cambiamento significativo è stato osservato nella

stabilità posturale dopo l'applicazione del

meccanismo di taping, tuttavia, la

percezione dei partecipanti 'di sicurezza, stabilità e rassicurazione sono

sensibilmente migliorati. Sono necessarie

ulteriori ricerche per chiarire completamente l'esatto meccanismo

attraverso il quale taping può contribuire

a ridurre l'incidenza di lesioni ripetute in soggetti con CAI.

94

Hubbard TJ, Cordova M.

Effect of ankle taping on mechanical

laxity in chronic ankle instability

BACKGROUND: The high percentage of

re-injury after an initial ankle sprain necessitates examination of preventative

methods. The purpose of this project was

to investigate the effect ankle tape has on mechanical laxity in subjects with CAI.

MATERIALS AND METHODS: Twenty

subjects with unilateral CAI (seven males and 13 females; age, 20.6 +/- 1.8 years;

mass, 69.9 +/- 13.7 kg; height, 172.3 +/-

9.3 cm) and 20 healthy subjects (seven males and 13 females; age, 21.9 +/- 4.3

years; mass, 72.0 +/- 14.6 kg; height,

171.1 +/- 6.7 cm) participated in the

study. Both ankles of each subject were tested under two conditions: 1) before the

application of tape; and 2) immediately

after 30 minutes of exercise with the ankle taped. Mechanical laxity was measured

with an instrumented ankle arthrometer.

RESULTS: There were significant group

by time interactions (p = 0.014) for

anterior displacement with significantly

increased anterior displacement in the involved ankle of the CAI group relative

to the matched control limb both before

and after tape application. Similarly, there were significant time main effects for

posterior displacement (p = 0.004),

inversion (p = 0.001) and eversion (p = 0.043) rotation. Specifically, tape

application decreased posterior

displacement, inversion and eversion

rotation only in the CAI group. Additionally, a significant group main

effect for inversion rotation (p = 0.001)

was also noted. Followup testing indicated significantly greater inversion rotation for

the CAI ankle compared to the matched

healthy ankle before tape application.

CONCLUSION: Mechanical laxity

Efficacia del taping sulla lassità

meccanica nell’instabilità cronica della

caviglia.

BACKGROUND: L'elevata percentuale di un re-infortunio dopo una distorsione alla

caviglia richiede un esame dei metodi di

prevenzione. Lo scopo di questo progetto era di studiare l’efficacia del taping alla

caviglia sulla lassità meccanica in

soggetti con CAI.

MATERIALI E METODI: Venti pazienti

con CAI unilaterale (7 maschi e 13

femmine, di età, 20,6 / - 1,8 anni, di massa, 69,9 / - 13,7 kg, altezza, 172,3 / -

9,3 cm) e 20 soggetti sani (7 maschi e 13

femmine , l'età, il 21,9 / - 4,3 anni; di massa, 72,0 / - 14,6 kg, altezza, 171,1 / -

6,7 cm) hanno partecipato allo studio.

Entrambe le caviglie di ogni soggetto

sono state testate in due condizioni: 1) prima dell'applicazione del taping e 2)

subito dopo 30 minuti di esercizio con il

taping alle caviglie. La lassità meccanica è stata misurata con un artrometro.

RISULTATI: Ci sono stati gruppi significativi da interazioni di tempo (p =

0,014) per la dislocazione anteriore con

un aumento significativo dello

spostamento anteriore della caviglia del gruppo con CAI relativo al ramo di

controllo, abbinati sia prima che dopo

l'applicazione del taping. Allo stesso modo, ci sono stati significativi effetti per

lo spostamento posteriore (p = 0,004),

inversione (p = 0,001) ed eversione (p = 0,043). In particolare, l'applicazione del

taping ha diminuito lo spostamento

posteriore, l'inversione e la rotazione in

eversione solo nel gruppo con CAI. Inoltre, nel gruppo principale è stato

osservato un effetto significativo per la

rotazione in inversione (p = 0,001). Il test di Followup ha indicato una rotazione in

inversione significativamente maggiore

95

significantly decreased in CAI subjects

after tape application. Laxity decreased in

the CAI ankle after the application of tape.

CLINICAL RELEVANCE: Ankle taping

may be able to improve mechanical instability in those with CAI.

per la caviglia con CAI rispetto alla

caviglia sana prima dell'applicazione del

taping.

CONCLUSIONE: La lassità meccanica è

notevolmente diminuita nei soggetti con

CAI dopo l'applicazione del taping. La lassità è diminuita nella caviglia con CAI

dopo l'applicazione del taping.

SIGNIFICATO CLINICO: Il taping della

caviglia può essere in grado di migliorare

l'instabilità meccanica in soggetti con

CAI.

96

Refshauge KM, Raymond J, Kilbreath SL, Pengel L, Heijnen I.

The effect of ankle taping on detection

of inversion-eversion movements in

participants with recurrent ankle

sprain

BACKGROUND: Taping is often used to

counter the proprioceptive deficit after

joint injury such as ankle sprain. However, the effect of taping on

proprioceptive acuity at the ankle is

unclear, with conflicting findings.

HYPOTHESIS: Application of tape

improves detection of inversion and

eversion movements at the ankle.

STUDY DESIGN: Controlled laboratory

study.

METHODS: The 70% threshold for

movement detection was measured in 16

participants with recurrent ankle sprain under 2 conditions: with the ankle taped

or untaped. The threshold for movement

detection was examined at 3 velocities (0.1 deg/s, 0.5 deg/s, and 2.5 deg/s) and in

2 directions (inversion and eversion).

RESULTS: Application of tape

significantly decreased the ability to

detect movements at the ankle (P < .023).

For example, at 0.5 deg/s, the 70% detection threshold was 3.40 degrees +/-

1.05 degrees in inversion and 3.49 degrees

+/- 1.15 degrees in eversion at the untaped ankle, and 4.02 degrees +/- 0.86 degrees

in inversion and 4.04 degrees +/- 0.89

degrees in eversion at the taped ankle.

CONCLUSION: Taping the ankle

decreased the ability to detect movement

in the inversion-eversion plane in participants with recurrent ankle sprain.

CLINICAL RELEVANCE: The findings suggest that the efficacy of taping is

unlikely to be explained by an enhanced

ability to detect inversion or eversion

movements. However, because it has been

L'efficacia del taping sulla rilevazione

dei movimenti in inversione-eversione

nei partecipanti con distorsione

ricorrente alla caviglia

BACKGROUND: Il taping viene spesso

utilizzato per contrastare il deficit

propriocettivo dopo un infortunio, come la distorsione alla caviglia. Tuttavia,

l'effetto del taping sull'acutezza

propriocettiva alla caviglia non è chiaro, con risultati contrastanti.

IPOTESI: Applicazione del taping

migliora il rilevamento dei movimenti di inversione ed eversione alla caviglia.

DISEGNO DI STUDIO: studio controllato di laboratorio.

METODI: La soglia del 70% per il

rilevamento del movimento è stata misurata in 16 partecipanti con ricorrenti

distorsioni alla caviglia in 2 condizioni:

con la caviglia fasciata o non fasciata. La soglia per il rilevamento del movimento è

stata esaminata a 3 velocità (0,1 ° / s, 0,5

° / s, e 2,5 ° / s) e in 2 direzioni (inversione ed eversione).

RISULTATI: L’applicazione del taping ha

significativamente diminuito la capacità di rilevare i movimenti a livello della

caviglia (P <0,023). Per esempio, a 0,5 ° /

s, la soglia di rilevamento del 70% è stata 3,40 gradi + / - 1,05 gradi in inversione e

3,49 gradi + / - 1,15 gradi in eversione

alla caviglia non fasciata, e 4.02 gradi + / - 0,86 gradi in inversione e 4,04 gradi + /

- 0,89 gradi in eversione alla caviglia

fasciata.

CONCLUSIONE: Con il taping alla

caviglia è diminuita la capacità di

rilevare il movimento nel piano inversione-eversione dei partecipanti con

distorsione ricorrente alla caviglia.

SIGNIFICATO CLINICO: I risultati

97

found effective in reducing the incidence

of ankle sprain, clinicians should continue

taping to reduce the likelihood of resprain.

suggeriscono che l'efficacia del taping è

improbabile che si spiega con una

maggiore capacità di rilevare movimenti di inversione o eversione. Tuttavia, poiché

è stato trovato efficace nel ridurre

l'incidenza della distorsione alla caviglia,

i medici dovrebbero continuare la fasciatura per ridurre la probabilità di

recidive.

98

Cordova ML, Ingersoll CD, LeBlanc MJ.

Influence of ankle support on joint

range of motion before and after

exercise: a meta-analysis

OBJECTIVE: To evaluate the effects of different types of ankle support on ankle

and foot joint range of motion before and

after activity using meta-analysis procedures.

BACKGROUND: The effects of ankle support on joint range of motion before

and after exercise has been extensively

studied, but the results among studies are

not consistent. Obtaining knowledge from synthesizing the available literature with a

meta-analysis can provide a greater

understanding of these effects.

METHODS AND MEASURES: A total

of 253 cases from 19 studies were

examined and included in this analysis. The treatment variables were ankle

support with 3 levels (tape, lace-up, and

semirigid) and time with 2 levels (before exercise and after exercise). Standardized

effect sizes were computed for inversion,

eversion, dorsiflexion, and plantar flexion range of motion to measure the difference

between control and treatment groups at

each point in time. Effect sizes were

analyzed using a mixed-model factorial analysis of variance.

RESULTS: Before exercise, the semirigid condition (-2.97 +/- 0.63) demonstrated

greater restriction compared with the tape

(-2.33 +/- 0.38) and lace-up conditions (-2.18 +/- 0.86) for inversion range of

motion. After exercise, the semirigid

condition (-3.85 +/- 0.64) restricted

inversion range of motion more than the tape (-1.07 +/- 0.20) and lace-up (-1.56 +/-

0.29) conditions. No differences were

found between the mean effect sizes for the tape and lace-up conditions before and

after exercise. With respect to eversion

range of motion, the semirigid support (-

2.69 +/- 0.43) provided greater restraint

Influenza di un supporto alla caviglia

sulla motilità articolare, prima e dopo

l'esercizio fisico: una meta-analisi

OBIETTIVO: Valutare gli effetti sulla

motilità articolare dei diversi tipi di

supporto alla caviglia e al piede, prima e dopo l'attività utilizzando una meta-

analisi come procedura.

BACKGROUND: Gli effetti del supporto

alla caviglia sulla motilità articolare,

prima e dopo l'esercizio fisico sono stati

ampiamente studiati, ma i risultati tra gli studi non sono coerenti. Si vuole ottenere

la conoscenza di sintesi della letteratura

disponibile con una meta-analisi in grado di fornire una maggiore comprensione di

questi effetti.

METODI E MISURE: Un totale di 253

casi da 19 studi sono stati esaminati e

inclusi in questa analisi. Le variabili di

trattamento per il supporto alla caviglia sono state di 3 livelli (taping, lace-up, e

semirigido) e con 2 livelli di tempo (prima

dell'allenamento e dopo l'esercizio). L’entità degli effetti standardizzati è stata

calcolata per l'inversione, l’eversione, la

dorsiflessione e la flessione plantare per misurare la differenza tra i gruppi di

controllo e di trattamento in ogni

momento. L’entità degli effetti è stata

analizzata utilizzando un modello misto di analisi fattoriale della varianza.

RISULTATI: Prima dell’esercizio, la condizione con semirigido (-2,97 / - 0,63)

ha dimostrato maggiori restrizioni

rispetto al taping (-2,33 / - 0,38) e le

condizioni di lace-up (-2,18 / - 0,86) per il movimento di inversione. Dopo

l'esercizio, la condizione con il semirigido

(-3,85 / - 0,64) ha limitato il movimento di inversione più che il taping (-1,07 / - 0,20)

e il lace-up (-1,56 / 0,29). Non sono state

riscontrate differenze tra gli effetti del taping e del lace-up, prima e dopo

l'esercizio. Per quanto riguarda il

movimento di eversione, il supporto

99

compared with the tape (-1.00 +/- 0.21)

and lace-up (-1.40 +/- 0.47) conditions.

The lace-up condition also displayed greater support compared with tape alone.

For dorsiflexion range of motion, greatest

overall support was provided by the tape

condition (-0.94 +/- 0.06) compared with the lace-up condition (-0.51 +/- 0.06).

CONCLUSIONS: The greatest restriction of motion in the frontal plane was offered

by the semirigid support condition,

whereas taping offered the most support

for limiting dorsiflexion range of motion. The results of this study may help

clinicians make rational decisions

concerning the selection of ankle appliances for preventing acute or chronic

reinjury.

semirigido (-2,69 / - 0,43) ha fornito una

maggiore moderazione rispetto al taping

(-1,00 / - 0,21) e al lace-up (-1,40 / 0,47). Il lace-up dimostra maggiore sostegno

rispetto a taping da solo. Per il

movimento di dorsiflessione, il più grande

sostegno complessivo è stato fornito dal taping (-0,94 / - 0,06) rispetto al lace-up

(-0,51 / - 0,06).

CONCLUSIONI: La più grande

limitazione di movimento sul piano

frontale è stata offerta dal supporto

semirigido, mentre il taping ha offerto di più il supporto per limitare il movimento

di flessione dorsale. I risultati di questo

studio possono aiutare i medici a prendere decisioni razionali relative alla

scelta delle applicazioni alla caviglia per

prevenire altri danni acuti o cronici.

100

Leanderson J, Ekstam S, Salomonsson C.

Taping of the ankle--the effect on

postural sway, before and after a

training session

The application of adhesive tape to the ankle prevents sprains and is therefore

frequently used by athletes with functional

instability of that joint. The purpose of the study was to investigate the effect of

taping on postural sway during a sudden

perturbation in subjects with unilateral functional instability of the ankle joint.

Nine Swedish male elite soccer players

with unilateral functional instability of the

ankle joint after a sprain participated in the study. Their mean age was 25 years.

All but one had sustained an ankle sprain

during the last 1-12 months, and they applied adhesive tape on one ankle at

every practice session and game. Eight

moderately active male subjects served as

controls (mean age 32 years). Recording and analysis of postural sway was

performed by the use of stabilometry. We

used a device previously tested for reliability and added a perturbation

device. The perturbation device was an

ankle disc standing on four bars on top of the force plate. At the start of each

recording, the ankle disc was stable. The

bars could be removed simultaneously by

the test leader. The following parameters were analysed: (1) max sway, the

maximal sway amplitude upon

perturbation in mediolateral and anteroposterior directions; (2) mean sway,

the mean sway during the recording in

mediolateral and anteroposterior directions. There was no difference

between the right and left ankles before

the practice session. The postural sway

during perturbation (max sway) decreased when the ankle was taped before the

exercise. After the exercise there was no

difference between the taped and untaped ankles. The maximum and mean

amplitude of sway without tape were

smaller after exercise than before

exercise. The results in the present study

Taping della caviglia - l'effetto sulle

oscillazioni posturali, prima e dopo una

sessione di allenamento

L'applicazione del taping per evitare

distorsioni alla caviglia è spesso usata dagli atleti con instabilità funzionale di

quest’articolazione. Lo scopo dello studio

era di esaminare l'effetto di un taping adesivo sulle oscillazioni posturali

durante una perturbazione improvvisa in

soggetti con instabilità funzionale unilaterale della caviglia. Nove giocatori

di sesso maschile di calcio svedese con

instabilità funzionale unilaterale della

caviglia dopo una distorsione hanno partecipato allo studio. La loro età media

era di 25 anni. Tutti tranne uno avevano

subito una distorsione alla caviglia nel corso degli ultimi 1-12 mesi, e hanno

applicato un taping adesivo sulla caviglia

ad ogni sessione di pratica e di gioco. Otto soggetti maschi moderatamente attivi

sono serviti come controllo (età media 32

anni). La registrazione e l'analisi delle

oscillazioni posturali sono state effettuate mediante l'uso di stabilometria. Abbiamo

utilizzato un dispositivo precedentemente

testato per l’affidabilità e abbiamo aggiunto un dispositivo di perturbazione.

Il dispositivo di perturbazione era un

disco per caviglia su quattro barre sulla

parte superiore della piastra di forza. All'inizio di ogni registrazione, il disco

per caviglia è stabile. Le barre possono

essere rimosse simultaneamente dalla prova. Sono stati analizzati i seguenti

parametri: (1) ondeggiamento max,

l'ampiezza di oscillazione massima su perturbazione in direzione medio-laterale

e antero-posteriore, (2) significativa

oscillazione, durante la registrazione in

senso medio-laterale e antero-posteriore. Non c'era alcuna differenza tra le caviglie

a destra e sinistra prima della sessione di

prove libere. Le oscillazioni posturali durante la perturbazione (Sway max) sono

diminuite quando la caviglia è stata

fasciata prima dell'esercizio. Dopo

101

indicate a positive effect of tape on

postural sway during perturbation before a

practice session. The decreased sway with an untaped ankle after the practice session

could mean that the prophylactic effect of

taping is most important during the first

part of a practice session or a game.

l'esercizio non vi era alcuna differenza tra

le caviglie fasciate e non fasciate.

L'ampiezza massima e media delle oscillazioni senza taping erano più

piccole dopo l'esercizio che prima

dell'allenamento. I risultati di questo

studio indicano un effetto positivo del taping adesivo sulle oscillazioni posturali

durante una perturbazione prima di una

sessione di pratica. L'influenza è diminuita con una caviglia non fasciata

dopo la sessione di pratica, ciò potrebbe

significare che l'effetto profilattico del

taping è più importante durante la prima parte di una sessione di pratica o di

gioco.

102

Ozer D, Senbursa G, Baltaci G, Hayran M.

The effect on neuromuscular stability,

performance, multi-joint coordination

and proprioception of barefoot, taping

or preventative bracing

OBJECTIVE: The objective of this study

was to assess the effects of taping and

preventive bracing on functional balance, jumping performance, multi-joint

coordination and proprioception on

comparison to barefoot and each other.

DESIGN: Controlled trial as an

experiment with the independent variable

testing in 3 trials: control (barefooted), preventive bracing, and taping.

SETTING: The sports physiotherapy, research laboratory.

PARTICIPANTS: Twenty physically

active male university students aged between 20 and 28 who had been free

from lower extremity pathology for 12

months and had no previous history of ankle sprain served as participants.

MAIN OUTCOME MEASURES: Single leg balance (s), jumping performance

(cm), coordination and proprioception

assessments by the Functional Squat

System. The software automatically calculated the absolute average error (cm)

and the standard deviation (SD) of the

average error. Average errors were independently quantified as a function of

the action mode (concentric versus

eccentric) and of the lower limb (dominant versus non-dominant).

RESULTS: There was no significant

difference among the groups for balance tests (p>0.05). For vertical jump

performance of bilateral and the dominant

leg there were significant differences that the barefoot group had better results

compared to the other groups (p=0.059;

0.017). According to the coordination

results of Functional Squat System

L'effetto sulla stabilità neuromuscolare,

la performance, il coordinamento multi-

articolare e la propriocezione a piedi

nudi, taping o rinforzo preventivo

OBIETTIVO: L'obiettivo di questo studio

era di valutare gli effetti del taping e del

rinforzo preventivo nell’equilibrio funzionale, in prestazioni di salto, il

coordinamento multi-articolare e la

propriocezione a confronto con piedi nudi e altro.

DESIGN: studio controllato come un

esperimento con test variabili indipendenti in 3 prove: controllo (a piedi

nudi), rinforzo preventivo e taping.

REGOLAZIONE: La fisioterapia sportiva,

laboratorio di ricerca.

PARTECIPANTI: Venti studenti maschi universitari attivi fisicamente di età

compresa tra i 20 ei 28 anni esenti da

patologia agli arti inferiori da 12 mesi e che non avevano una storia precedente di

distorsione della caviglia.

MISURE PRINCIPALI DI RISULTATO:

Equilibrio a una sola gamba (s),

prestazioni salto (cm), valutazioni di

coordinamento e propriocezione con il FSS. Il software ha automaticamente

calcolato l'errore assoluto medio (cm) e

la deviazione standard (SD) dell'errore medio. Gli errori medi sono stati

quantificati in modo indipendente in

funzione della modalità di azione (concentrica vs eccentrica) e degli arti

inferiori (dominante rispetto a non-

dominante).

RISULTATI: Non vi era alcuna differenza

significativa tra i gruppi per le prove di

equilibrio (p> 0,05). Per la prestazione di salto in verticale bilaterale e per la

gamba dominante vi erano differenze

significative: il gruppo che era a piedi

nudi ha ottenuto risultati migliori rispetto

103

participants were better in brace and tape

situations since the deviations were less

for all concentric and eccentric positions. Deviation results for the proprioception

test were different for first visual and non-

visual deviations for dominant leg

(p<0.05).

CONCLUSION: In conclusion, bracing

and taping may play an important role in preventing injury or rehabilitation of the

injured ankle by improving concentric and

eccentric coordination, proprioception

with the ability of reproducing motion in closed kinetic chain while decreasing

vertical jump performance.

agli altri gruppi (p = 0,059, 0,017).

Secondo i risultati del FSS i partecipanti

sono stati migliori nelle situazioni con taping da quando le deviazioni erano

meno e per tutte le posizioni in

concentrica ed eccentrica. I risultati della

deviazione per la prova di propriocezione erano differenti per le deviazioni visive e

non visive per la gamba dominante (p

<0,05).

CONCLUSIONE: In conclusione, il

rinforzo e il taping possono svolgere un

ruolo importante nella prevenzione delle lesioni o nella riabilitazione della caviglia

lesa, migliorando il coordinamento in

concentrica ed eccentrica, la propriocezione, con la capacità di

riprodurre il movimento in catena cinetica

chiusa, diminuendo le prestazioni in salto verticale.

104

Dizon JM, Reyes JJ.

A systematic review on the effectiveness

of external ankle supports in the

prevention of inversion ankle sprains

among elite and recreational players

Epidemiological studies have shown that

10-28% of all sports injuries are ankle

sprains, leading to the longest absence from athletic activity compared to other

types of injuries. This study was

conducted to evaluate the effectiveness of external ankle supports in the prevention

of inversion ankle sprains and identify

which type of ankle support was superior

to the other. A search strategy was developed, using the keywords, ankle

supports, ankle brace, ankle tapes, ankle

sprains and athletes, to identify available literature in the databases (MEDLINE,

PubMed, CINAHL, EMBASE, etc.),

libraries and unpublished papers. Trials

which consider adolescents and adults, elite and recreational players as

participants were the study of choice.

External ankle supports comprise ankle tape, brace or orthosis applied to the ankle

to prevent ankle sprains. The main

outcome measures were frequency of ankle sprains. Two reviewers assessed the

quality of the studies included using the

Joanna Briggs Institute (JBI Appraisal

tool). Whenever possible, results were statistically pooled and interpreted. A total

of seven trials were finally included in this

study. The studies included were of moderate quality. The main significant

finding was the reduction of ankle sprain

by 69% (OR 0.31, 95% CI 0.18-0.51) with the use of ankle brace and reduction of

ankle sprain by 71% (OR 0.29, 95% CI

0.14-0.57) with the use of ankle tape

among previously injured athletes. No type of ankle support was found to be

superior than the other

Una revisione sistematica sull'efficacia

dei supporti esterni per la prevenzione

delle distorsioni di caviglia in inversione

tra i giocatori esperti e dilettanti

Studi epidemiologici hanno dimostrato

che il 10-28% di tutte le lesioni sportive

sono distorsioni della caviglia, ciò porta ad una lunga assenza dall’attività atletica

rispetto ad altri tipi di lesioni. Questo

studio è stato condotto per valutare l'efficacia dei supporti esterni alla

caviglia nella prevenzione delle

distorsioni della caviglia in inversione e

di identificare quale tipo di supporto era migliore degli altri. Una strategia di

ricerca è stata sviluppata, usando le

parole chiave, supporti caviglia, tutori caviglia, taping caviglia, distorsioni della

caviglia e atleti, per individuare la

letteratura disponibile nel database

(MEDLINE, PubMed, CINAHL, EMBASE, ecc), le biblioteche e gli articoli

inediti. Prove che considerano gli

adolescenti e adulti, giocatori esperti e dilettanti come partecipanti sono stati la

scelta dello studio. Le cavigliere esterne

comprendono taping alla caviglia, tutore o ortesi applicata alla caviglia per evitare

distorsioni. La principale misura di

outcome era la frequenza di distorsioni

della caviglia. Due revisori hanno valutato la qualità degli studi inclusi con

il Joanna Briggs Institute (JBI). Quando

possibile, i risultati sono stati statisticamente raggruppati e interpretati.

Sette studi sono stati inclusi in totale. Gli

studi inclusi erano di qualità moderata. Il risultato principale più significativo è

stato la riduzione della distorsione alla

caviglia del 69% (OR 0,31, 95% CI 0,18-

0,51), con l'uso del tutore alla caviglia e la riduzione della distorsione alla caviglia

del 71% (OR 0.29, 95% CI 0,14-0,57),

con l'uso del taping fra gli atleti precedentemente lesionati. Nessun tipo di

supporto alla caviglia risultata essere

superiore rispetto agli altri.

105

Marshall SW, Covassin T, Dick R, Nassar LG, Agel J.

Descriptive epidemiology of collegiate

women's gymnastics injuries: National

Collegiate Athletic Association Injury

Surveillance System, 1988-1989

through 2003-2004

OBJECTIVE: To review 16 years of

National Collegiate Athletic Association (NCAA) injury surveillance data for

women's gymnastics and identify potential

areas for injury prevention initiatives.

BACKGROUND: In the 1988-1989

academic year, 112 schools were

sponsoring varsity women's gymnastics teams, with approximately 1550

participants. By 2003-2004, the number of

varsity teams had decreased 23% to 86, involving 1380 participants. Significant

participation reductions during this time

were particularly apparent in Divisions II

and III.

MAIN RESULTS: A significant annual

average decrease was noted in competition (-4.0%, P < .01) but not in

practice (-1.0%, P = .35) injury rates

during the sample period. Over the 16 years, the rate of injury in competition

was more than 2 times higher than in

practice (15.19 versus 6.07 injuries per

1000 athlete-exposures; rate ratio = 2.5, 95% confidence interval [CI] = 2.3, 2.8).

A total of 53% of all competition and 69%

of all practice injuries were to the lower extremity. A participant was almost 6

times more likely to sustain a knee

internal derangement injury in competition than in practice (rate ratio =

5.7, 95% CI = 4.5, 7.3) and almost 3 times

more likely to sustain an ankle ligament

sprain (rate ratio = 2.7, 95% CI = 2.1, 3.4). The majority of competition injuries

(approximately 70%) resulted from either

landings in floor exercises or dismounts.

RECOMMENDATIONS: Gymnasts with

a previous history of ankle sprain should

either wear an ankle brace or use

Epidemiologia descrittiva delle lesioni

nella ginnastica di ragazze collegiali:

National Collegiate Athletic Association

Injury Surveillance System,dal 1988-

1989 al 2003-2004

OBIETTIVO: Per esaminare nei 16 anni di National Collegiate Athletic

Association (NCAA) i dati di sorveglianza

degli infortuni per la ginnastica femminile

e individuare potenziali aree per le iniziative di prevenzione degli infortuni.

BACKGROUND: Durante l'anno accademico 1988-1989, in 112 scuole

sono state sponsorizzate squadre di

ginnastica femminile, con circa 1.550 partecipanti. Dal 2003-2004, il numero

delle squadre era diminuito del 23% a 86,

e hanno coinvolto 1380 partecipanti. La

riduzione significativa di partecipanti in questo periodo è stata particolarmente

evidente nelle divisioni II e III.

RISULTATI PRINCIPALI: Una

significativa diminuzione media annua è

stata notata nella competizione (-4,0%, P

<.01) ma non in pratica (-1,0%, P = 0,35) del tasso di infortuni durante il periodo di

campionamento. Nel corso dei 16 anni, il

tasso delle lesioni nelle competizioni è stato più di 2 volte superiore a quello

nella pratica (15,19 contro 6,07 infortuni

per 1000 atleti-esposizioni; rate ratio = 2.5, 95% intervallo di confidenza [CI] =

2.3, 2.8). Un totale di 53% di tutta la

concorrenza e il 69% di tutte le lesioni

sono state a carico degli arti inferiori. Un partecipante era quasi 6 volte più

propenso ad avere un infortunio al

ginocchio nelle competizioni piuttosto che in pratica (rate ratio = 5.7, 95% CI =

4.5, 7.3); è quasi 3 volte più probabile

sostenere una distorsione alla caviglia(=

2,7, IC 95% = 2.1, 3.4). La maggior parte delle lesioni nelle competizioni (circa il

70%) è dovuta al terreno.

RACCOMANDAZIONI: Alle ginnaste con

106

prophylactic tape on their ankles to

decrease the risk of recurrent injury.

Preventive efforts may incorporate more neuromuscular training and core stability

programs in the off-season and preseason

conditioning to enhance proper landing

and skill mechanics. Equipment manufacturers are encouraged to

reevaluate the design of the landing mats

to allow for better absorption of forces.

una precedente storia di distorsione della

caviglia si consiglia di portare un tutore

alla caviglia o di fare uso del taping per diminuire il rischio di lesioni ricorrenti.

Un’attività di prevenzione può includere

degli allenamenti neuromuscolari e dei

programmi di stabilità, per migliorare l’atterraggio e la meccanica di abilità. I

produttori di apparecchiature sono

invitati a rivalutare la progettazione delle stuoie di atterraggio per consentire un

migliore assorbimento delle forze.

107

Arnold BL, Docherty CL

Bracing and rehabilitation--what's new

Based on the recent evidence, ankle

bracing and taping do appear to have

positive effects on ankle support. For example, both bracing and taping restrict

inversion range of motion, with tape and

stirrup-style braces providing the best support. Although exercise reduces this

restriction, the range remains consistent

with levels considered to be within the normal range. Ankle supports also appear

to improve the strength of the muscular

response to perturbation, potentially

providing a stronger muscular contraction. In contrast, ankle supports fail to improve

the neuromuscular response time to

unexpected perturbations. Thus, it appears that the stronger response may occur too

slowly to protect the joint. This slowness

of the neuromuscular response, however,

may be offset by the support's ability to slow the inversion motion. The slowing of

inversion appears to allow the

neuromuscular system to respond at or before the point of ligament damage.

Finally, ankle supports appear to improve

balance only in individuals with previously injured ankles. This suggests

that supports may have a selective effect

in protecting injured but not uninjured

individuals. Despite these positive effects, some cautions should be emphasized.

First, most of the studies cited have been

performed in the laboratory setting with joint velocities and loads much below

what are encountered in the athletic and

daily activities. Whether tape and braces can maintain their effectiveness under the

more extreme conditions of functional

activities remains unclear. Additionally,

some evidence suggests that ankle supports may transfer loads to other joints

putting them at risk for injury. Thus,

further study is needed to determine the risk-to-benefit ratio of ankle supports.

Finally, much of the research presented

has been done only on uninjured ankles.

Based on the current evidence, it seems

Rinforzo e riabilitazione - cosa c'è di

nuovo

Sulla base delle recenti prove, il rinforzo

e il taping sembrano avere effetti positivi

sulla caviglia. Ad esempio, il taping per la restrizione del movimento in inversione e

lo styrrup-style taping forniscono il

miglior supporto. Anche se l'esercizio riduce questa restrizione, il movimento è

in linea con i livelli considerati entro il

normale range. La caviglia supportata inoltre sembra migliorare la forza della

risposta muscolare alla perturbazione e

potenzialmente fornisce una più forte

contrazione muscolare. Al contrario, i sostegni alla caviglia non riescono a

migliorare il tempo di risposta

neuromuscolare a perturbazioni inattese. Così, sembra che la risposta più forte può

verificarsi troppo lentamente per

proteggere l'articolazione. Questa lentezza della risposta neuromuscolare,

tuttavia, può essere compensata con la

capacità del supporto di rallentare il

movimento di inversione. Il rallentamento dell’inversione sembra consentire al

sistema neuromuscolare di rispondere

prima del danno ai legamenti. Infine, il supporto alla caviglia sembra migliorare

l'equilibrio solo negli individui con le

caviglie precedentemente lesionate. Ciò

suggerisce che il supporto può avere un effetto selettivo nel proteggere gli

individui lesionati, ma non illesi.

Nonostante questi effetti positivi, alcune cautele devono essere valorizzate. In

primo luogo, la maggior parte degli studi

citati è stata condotta nei laboratori congiunti con velocità e carichi molto al

di sotto di quelli che si incontrano nelle

attività sportive e quotidiane. Rimane

poco chiaro se il taping e il sostegno sono in grado di mantenere la loro efficacia

nelle condizioni più estreme di attività

funzionali. Inoltre, alcune evidenze suggeriscono che il supporto alla caviglia

possa trasferire i carichi in altre

articolazioni mettendole a rischio di

108

possible that the effectiveness of ankle

supports may differ depending on the

population, and it seems clinically important to know whether we can expect

the same results for injured and uninjured

ankles. Proper and early rehabilitation is

important in preventing residual ankle symptoms. Reports indicate that up to

73% of people who sustain a lateral ankle

sprain have recurrent sprains, but it is unknown how many of these participants

partake in rehabilitation. Proper

immobilization and acute care of the

injured ankle is imperative. An immobilization boot or strapping that can

be removed during early non-weight

bearing exercises seems to be most effective. Strength and balance training of

the uninjured contralateral limb can be

used to assist reaching full recovery in a shorter period of time. Functional

exercises can also be performed earlier in

the rehabilitation process by reducing the

gravitational forces so patients can perform in a pain-free range and still

receive the benefits of early activity.

lesioni. Pertanto, sono necessari ulteriori

studi per determinare il rapporto rischio-

beneficio dei supporti della caviglia. Infine, gran parte della ricerca presentata

è stata effettuata solo su caviglie illese.

Sulla base dei dati attualmente

disponibili, sembra possibile che l'efficacia dei supporti della caviglia

possa variare a seconda della

popolazione, e sembra clinicamente importante sapere se possiamo aspettarci

gli stessi risultati per le caviglie lesionate

e illese. La correzione e la riabilitazione

precoce sono importanti per prevenire i sintomi residui alla caviglia. I rapporti

indicano che il 73% delle persone che

hanno avuto una distorsione laterale della caviglia sono distorsioni recidive, ma non

è noto quanti di questi partecipanti hanno

effettuato la riabilitazione. L’immobilizzazione e la cura della

caviglia lesa sono imperative. Un avvio di

immobilizzazione o fasciatura che può

essere rimossa durante le prime esercitazioni, sembra essere più efficace.

L'allenamento della forza e l'equilibrio

dell'arto controlaterale indenne possono essere utilizzati per assistere e

raggiungere il pieno recupero in un

periodo di tempo più breve. Gli esercizi funzionali possono essere eseguiti anche

in precedenza nel processo di

risanamento, riducendo le forze

gravitazionali, così i pazienti li possono eseguire senza dolore e continuare a

ricevere i benefici dell'attività precoce.

109

Verhagen EA, van Mechelen W, de Vente W.

The effect of preventive measures on

the incidence of ankle sprains

OBJECTIVE: To critically review the

current data concerning the efficacy of preventive measures described in the

literature, on the incidence of lateral ankle

ligament injuries.

DATA SOURCES: MEDLINE,

Sportdiscus, and EMBASE were searched for papers published between 1980 and

December 1998. Keywords used in the

search were "prevention" in combination

with "ankle," "ankle taping," "ankle bracing," "orthosis," "shoes," and

"proprioception." Additional references

were reviewed from the bibliographies of the retrieved articles.

STUDY SELECTION: A study was

included if: 1) the study contained research questions regarding the

prevention of lateral ankle ligament

injuries; 2) the study was a randomized controlled trial, a controlled trail, or a time

intervention; 3) the results of the study

contained incidence rates of lateral ankle ligament injuries as study outcome; and 4)

the study met the cut-off score set for

quality.

DATA EXTRACTION AND

SYNTHESIS: Two reviewers reviewed

relevant studies for strengths and weaknesses in design and methodology,

according to a standardized set of

predefined criteria. Eight relevant studies met the criteria for inclusion and were

analyzed.

MAIN RESULTS: Overall, all studies reported a significant decrease in

incidence of ankle sprains using the

studied preventive measure. There was a great variety in methodology and study

design between the eight analyzed studies,

and every study had one or more

drawbacks. Therefore, between studies

L'efficacia delle misure di prevenzione

nell'incidenza di distorsioni della

caviglia

OBIETTIVO: Revisione critica dei dati

correnti riguardanti l'efficacia delle misure di prevenzione descritte in

letteratura, sull'incidenza delle lesioni del

legamento laterale della caviglia.

FONTE DEI DATI: MEDLINE,

Sportdiscus, EMBASE e sono stati ricercati per articoli pubblicati tra il 1980

e il dicembre 1998. Le parole chiave

utilizzate nella ricerca sono state

"prevenzione" in combinazione con la "caviglia", "taping caviglia", "sostegno

caviglia", "ortesi", "scarpe" e

"propriocezione". Ulteriori riferimenti sono stati esaminati dalla bibliografie

degli articoli recuperati.

SELEZIONE DI STUDIO: Uno studio è

stato incluso se: 1) lo studio conteneva

domande di ricerca in materia di

prevenzione degli infortuni ai legamenti laterali della caviglia; 2) lo studio è un

trial randomizzato e controllato, un trial

controllato, o un intervento tempo, 3) i risultati dello studio contengono tassi di

incidenza di infortuni ai legamenti laterali

della caviglia; 4) Lo studio ha raggiunto

il punteggio di cut-off fissato per la qualità.

ESTRAZIONE DEI DATI E SINTESI: Due revisori hanno esaminato gli studi con i

relativi punti di forza e di debolezza nella

progettazione e nella metodologia, in base a una serie standardizzata di criteri

predefiniti. Otto studi rilevanti hanno

incontrato i criteri di inclusione e sono

stati analizzati.

PRINCIPALI RISULTATI: In generale,

tutti gli studi hanno riportato una diminuzione significativa dell'incidenza di

distorsioni della caviglia con la misura di

prevenzione studiata. C’è stata una

110

only general results could be compared.

CONCLUSIONS: The use of either tape or braces reduces the incidence of ankle

sprains. Next to this preventive effect, the

use of tape or braces results in less severe

ankle sprains. However, braces seem to be more effective in preventing ankle sprains

than tape. It is not clear which athletes are

to benefit more from the use of preventive measures: those with or those without

previous ankle sprains. The efficacy of

shoes in preventing ankle sprains is

unclear.

grande varietà nel design e nella

metodologia di studio tra gli otto studi

analizzati, e ogni studio ha avuto uno o più svantaggi. Pertanto, tra gli studi solo i

risultati generali possono essere

confrontati.

CONCLUSIONI: L'uso del taping o del

sostegno riduce l'incidenza di distorsioni

della caviglia. Accanto a questo effetto preventivo, l'uso del taping o del sostegno

danno come risultato la diminuzione

distorsioni gravi di caviglia. Tuttavia, il

sostegno sembra essere più efficace del taping nel prevenire distorsioni della

caviglia. Non è chiaro quali sono gli atleti

a trarre maggiori benefici dall'uso di misure di prevenzione: quelli con o quelli

senza precedenti distorsioni della

caviglia. L'efficacia di scarpe nel prevenire distorsioni non è chiara.

111

Robbins S, Waked E, Rappel R

Ankle taping improves proprioception

before and after exercise in young men

Ankle sprains are common sports injuries.

Inadequate foot position awareness is thought to be the fundamental cause of

these injuries. Ankle taping may decrease

risk of injury through improving foot position awareness. The benefit of taping

is thought to decrease with duration of

exercise because of poor tape adherence to human skin. This study was a

randomized, crossover, controlled

comparison experiment that tested the

hypothesis that ankle taping improves foot position awareness before and after

exercise. A sample of 24 healthy young

blindfolded volunteers, wearing their own athletic shoes, indicated perceived slope

direction and estimated slope amplitude

when bearing full body weight and

standing on a series of blocks. The top slope of the blocks varied between 0

degree and 25 degrees, in 2.5 degrees

increments, to orient the plantar surface with respect to the leg toward pronation,

supination, plantarflexion, and

dorsiflexion, relative to its position on a flat surface. Foot position awareness,

which was considered the reciprocal of

surface slope estimate error, varied with

testing condition, particularly when surface slope was greater than 10 degrees,

presumably the most important range

considering ankle injuries. In this higher range absolute position error was 4.23

degrees taped, and 5.53 degrees untaped

(P < 0.001). These data support the hypothesis that ankle taping improves

proprioception before and after exercise.

Il taping alla caviglia migliora la

propriocezione, prima e dopo l'esercizio

fisico in giovani uomini

Le distorsioni della caviglia sono le più comuni lesioni sportive. L’inadeguata

posizione del piede è considerata la causa

principale di queste lesioni. Il taping alla caviglia può diminuire il rischio di

lesioni, migliorando la consapevolezza

della posizione del piede. Il vantaggio del taping si pensa che diminuisca con la

durata degli esercizi a causa della scarsa

aderenza del nastro alla pelle umana.

Questo studio era randomizzato, un crossover, un esperimento di confronto

controllato che ha valutato l'ipotesi che il

taping alla caviglia potesse migliorare la consapevolezza della posizione del piede

prima e dopo l'esercizio. Un campione di

24 volontari sani giovani, in cieco,

indossando le loro scarpe atletiche,hanno indicato di percepire la direzione e

l'ampiezza della pendenza prevista al

momento della sopportazione del peso a corpo pieno e in piedi su una serie di

blocchi. La pendenza superiore dei

blocchi varia tra 0 gradi e 25 gradi, in incrementi di 2,5 gradi, per orientare la

superficie plantare per quanto riguarda la

gamba verso la pronazione, la

supinazione, la plantarflessione, e la dorsiflessione, relativa alla sua posizione

su una superficie piana. La

consapevolezza della posizione del piede, che è stato considerato il reciproco della

pendenza della superficie di errore stima,

varia con le condizioni di prova, soprattutto quando pendenza della

superficie è superiore a 10 gradi;

probabilmente la serie più importante se

si considera gli infortuni alla caviglia. In questo range l’errore di posizione

assoluta è stato registrato a 4,23 gradi, e

5,53 gradi (P <0,001). Questi dati supportano l'ipotesi che il taping alla

caviglia migliora la propriocezione,

prima e dopo l'esercizio.

112

Thacker SB, Stroup DF, Branche CM, Gilchrist J, Goodman RA, Weitman EA

The prevention of ankle sprains in

sports. A systematic review of the

literature

To assess the published evidence on the effectiveness of various approaches to the

prevention of ankle sprains in athletes, we

used textbooks, journals, and experts in

the field of sports medicine to identify citations. We identified 113 studies

reporting the risk of ankle sprains in

sports, methods to provide support, the effect of these interventions on

performance, and comparison of

prevention efforts. The most common risk

factor for ankle sprain in sports is history of a previous sprain. Ten citations of

studies involving athletes in basketball,

football, soccer, or volleyball compared alternative methods of prevention.

Methods tested included wrapping the

ankle with tape or cloth, orthoses, high-top shoes, or some combination of these

methods. Most studies indicate that

appropriately applied braces, tape, or

orthoses do not adversely affect performance. Based on our review, we

recommend that athletes with a sprained

ankle complete supervised rehabilitation before returning to practice or

competition, and those athletes suffering a

moderate or severe sprain should wear an appropriate orthosis for at least 6 months.

Both coaches and players must assume

responsibility for prevention of injuries in

sports.

La prevenzione delle distorsioni della

caviglia nello sport. Una revisione

sistematica della letteratura

Per valutare gli elementi di prova pubblicati sull'efficacia di vari approcci

per la prevenzione delle distorsioni di

caviglia negli atleti, abbiamo usato libri

di testo, riviste specializzate, e gli esperti nel campo della medicina dello sport per

identificare le citazioni. Abbiamo

identificato 113 studi che riportano il rischio di distorsioni della caviglia nello

sport, i metodi per fornire il supporto,

l'effetto di questi interventi sulle

prestazioni, e il confronto di interventi di prevenzione. Il fattore di rischio più

comune per la distorsione alla caviglia

nello sport è la storia di una distorsione precedente. Dieci citazioni di studi che

hanno coinvolto atleti di basket, calcio,

calcetto, pallavolo, hanno comparato i metodi alternativi di prevenzione. Metodi

di prova hanno incluso l’avvolgimento

della caviglia con del taping adesivo o

una fasciatura, ortesi, scarpe high-top, o una combinazione di questi metodi. La

maggior parte degli studi indicano che i

supporti opportunamente applicati, nastro o ortesi, non influiscono negativamente

sulle prestazioni. Sulla base della nostra

recensione, è consigliabile che gli atleti con una distorsione alla caviglia

eseguano una riabilitazione completa con

supervisione, prima di tornare a praticare

l’attività, e gli atleti che soffrono di una distorsione moderata o grave devono

indossare un’ortesi adeguata per almeno

6 mesi. Gli allenatori ed i giocatori devono assumersi la responsabilità per la

prevenzione degli infortuni nello sport.

113

Manfroy PP, Ashton-Miller JA, Wojtys EM

The effect of exercise and athletic tape

on the maximal active and passive

ankle resistance to ankle inversion

This investigation explored alternatives: 1) the use of prophylactic adhesive

athletic tape, 2) the use of nonadhesive

prewrap (underwrap), or 3) 40 minutes of

vigorous exercise. Ten healthy men and 10 healthy women (mean age, 25 +/- 3

years) with no recent ankle injuries

underwent testing to determine maximal ankle resistance to inversion under

unipedal, weightbearing conditions. Tests

were performed with and without the

support of athletic tape, and before and after 40 minutes of exercise. Half the

testing sessions were performed with

prewrap under the tape. At 15 degrees of inversion, without any external ankle

support, healthy young men and women

could maximally resist a mean (SD) inversion moment of 52.9 (6.4) N-m and

28.3 (5.8) N-m, respectively. Although

use of ankle tape provided a 10% increase

in maximal resistance to inversion moments, this increase diminished to

insignificant levels after 40 minutes of

vigorous exercise. Use of prewrap improved maximal resistance to inversion

by more than 10%.

L'effetto dell’esercizio e del taping sulla

massima resistenza attiva e passiva della

caviglia in inversione

L'indagine ha esplorato le ipotesi: 1) l'uso del taping adesivo, 2) l'uso di

prewrap non adesivo (underwrap), o 3) 40

minuti di esercizio vigoroso. Dieci uomini sani e dieci donne sane (età media 25 + /

- 3 anni) senza lesioni alla caviglia

recente, sono stati sottoposti a test per

determinare la massima resistenza alla caviglia in inversione sotto carico

monopodalico. Le prove sono state

effettuate con e senza il supporto del taping, e prima e dopo 40 minuti di

esercizio. La metà delle sessioni di test

sono state eseguite con prewrap sotto il nastro. A 15 gradi di inversione, senza

alcun sostegno esterno della caviglia, gli

uomini e le donne, al massimo potrebbero

resistere a una media (DS) momento di inversione del 52.9 (6.4) e 28,3 Nm (5,8)

Nm rispettivamente. Sebbene l'uso del

taping alla caviglia abbia previsto un aumento del 10% della resistenza

massima a movimenti in inversione,

questo aumento è diminuito a livelli insignificanti dopo 40 minuti di esercizio

fisico vigoroso. L'uso di prewrap migliora

la resistenza massima in inversione di

oltre il 10%.

114

Matsusaka N, Yokoyama S, Tsurusaki T, Inokuchi S, Okita M

Effect of ankle disk training combined

with tactile stimulation to the leg and

foot on functional instability of the

ankle

Twenty-two university students with

unilateral functional instability of the

ankle participated in this study. They were

randomly assigned to one of two experimental groups. Subjects in both

groups were trained to stand on the

affected limb on an ankle disk. In group 1, two pieces of 1-cm wide nonelastic

adhesive tape were applied to the skin

around the lateral malleolus from the

distal third of the lower leg to the sole of the foot before the training sessions.

Subjects in group 2 participated in the

training sessions without the application of the adhesive tape. Training was

performed for 10 minutes a day, five

times per week, for a period of 10 weeks. Subjects were tested for postural sway

while standing on the affected limb

before, during, and after the training

period. In group 1, postural sway values decreased significantly after 4 weeks

compared with the pretraining

performance, and they were within the normal range after not more than 6 weeks

of training. In group 2, the values did not

improve significantly compared with the pretraining performance, and they were

not within the normal range until after 8

weeks of training. The findings suggest

that the 2-week earlier correction of postural sway in group 1 was due to an

increased afferent input from skin

receptors that were stimulated by the traction of the adhesive tape.

Efficacia dell’allenamento sul disco alla

caviglia, combinata con la stimolazione

tattile alla gamba e al piede sulla

instabilità funzionale della caviglia

Ventidue studenti universitari con

instabilità unilaterale funzionale della

caviglia hanno partecipato a questo studio. Sono stati assegnati in modo

random ad uno dei due gruppi

sperimentali. I soggetti di entrambi i

gruppi sono stati addestrati a stare sull'arto interessato in un disco per

caviglia. Nel gruppo 1, due pezzi di 1 cm

di larghezza di taping adesivo non elastico, sono stati applicati intorno al

malleolo laterale del terzo distale della

gamba fino alla pianta del piede prima delle sedute di allenamento. I soggetti nel

gruppo 2 hanno partecipato alle sessioni

di formazione, senza l'applicazione del

taping adesivo. La formazione è stata effettuata per 10 minuti al giorno, cinque

volte alla settimana, per un periodo di 10

settimane. I soggetti sono stati testati per l'ondeggiamento posturale, prima in piedi

su l'arto colpito, poi durante e dopo il

periodo di formazione. Nel gruppo 1, i valori di oscillazione posturale erano

diminuiti significativamente dopo 4

settimane rispetto alla performance pre-

allenamento, ed erano all'interno della gamma normale dopo non più di 6

settimane di addestramento. Nel gruppo 2,

i valori non sono migliorati in misura significativa rispetto alle prestazioni pre-

allenamento, e non erano nella norma

fino a dopo 8 settimane di allenamento. I

risultati suggeriscono che la correzione di 2 settimane prima delle oscillazioni

posturali nel gruppo 1 è dovuto ad un

maggiore utilizzo dai recettori afferenti della pelle che sono stati stimolati dalla

trazione del taping adesivo.

115

Verbrugge JD

The effects of semirigid Air-Stirrup

bracing versus adhesive ankle taping on

motor performance

The impact on athletic performance is a critical consideration when choosing

ankle support devices for competitive

athletes. The purpose of this study was to

determine if Air-Stirrup ankle bracing and adhesive ankle taping differed in their

effects on motor performance. An

additional purpose was to determine if there was a subjective preference toward

the use of one support method over the

other. Twenty-six male athletes performed

an agility run, a 40-yard sprint, and a vertical jump while wearing: 1) adhesive

tape, 2) Air-Stirrup brace, and 3) no

support (control). Observed data suggest that both taping and bracing have no

substantial effect on agility, sprinting

speed, or vertical jumping ability. The difference in perceived comfort ratings

reported by subjects with respect to

support system shows that subjects were

more comfortable using the brace over a standard ankle taping procedure. These

results suggest that both the Air-Stirrup

brace and conventional tape do not impede athletic performance. This study

may assist athletes and clinicians in

making a more informed selection of a prophylactic ankle support device when

considering the effect on performance and

comfort.

Gli effetti del rinforzo semirigido Air-

Stirrup contro il taping adesivo alla

caviglia sulle prestazioni motorie

L'impatto sulle prestazioni atletiche è

una considerazione critica soprattutto

quando si scelgono i dispositivi di

supporto alla caviglia per atleti

agonisti. Lo scopo di questo studio era

di determinare se il rinforzo Air-

Stirrup e il taping adesivo per la

caviglia differivano nei loro effetti

sulle prestazioni motorie. Un ulteriore

obiettivo era di determinare se ci fosse

una preferenza soggettiva verso l'uso

di un metodo di supporto sull'altro.

Ventisei atleti hanno svolto una corsa,

uno sprint di quasi 40 metri, e un salto

in verticale mentre indossavano: 1) il

taping adesivo, 2) tutore Air-Stirrup, e

3) senza supporto (controllo). I dati

osservati suggeriscono che sia il

taping e il tutore non hanno alcun

effetto sostanziale sull’agilità, sullo

sprint di velocità, o sulla capacità di

salto in verticale. La differenza di voti

riportati sul comfort percepito dai

soggetti in relazione al sostegno del

sistema indica che i soggetti erano più

a loro agio con una procedura

standard di taping alla caviglia.

Questi risultati suggeriscono che sia il

tutore Air-Stirrup e il taping

convenzionale non ostacolino la

prestazione atletica. Questo studio

potrebbe aiutare gli atleti e i medici a

fare una selezione più consapevole di

un dispositivo di supporto alla

caviglia profilattico se si considera

l'effetto sulle prestazioni e sul comfort.

116

Seah R, Mani-Babu S

Managing ankle sprains in primary

care: what is best practice? A

systematic review of the last 10 years of

evidence

To summarize the best available evidence

in the last decade for managing ankle

sprains in the community, data were

collected using MEDLINE database from January 2000 to December 2009. Terms

utilized: 'ankle injury primary care' (102

articles were found), 'ankle sprain primary care' (34 articles), 'ankle guidelines

primary care' (25 articles), 'ankle

pathways primary care' (2 articles), 'ankle

sprain community' (18 articles), 'ankle sprain general practice' (22 articles),

'Cochrane review ankle' (58 articles). Of

these, only 33 satisfied the inclusion criteria. The search terms identified many

of the same studies. Two independent

reviewers reviewed the articles. The study results and generated conclusions were

extracted, discussed and finally agreed on.

Ankle sprains occur commonly but their

management is not always readily agreed. The Ottawa Ankle Rules are ubiquitous in

the clinical pathway and can be reliably

applied by emergency care physicians, primary care physicians and triage nurses.

For mild-to-moderate ankle sprains,

functional treatment options (which can consist of elastic bandaging, soft casting,

taping or orthoses with associated

coordination training) were found to be

statistically better than immobilization for multiple outcome measures. For severe

ankle sprains, a short period of

immobilization in a below-knee cast or pneumatic brace results in a quicker

recovery than tubular compression

bandage alone. Lace-up supports are a

more effective functional treatment than elastic bandaging and result in less

persistent swelling in the short term when

compared with semi-rigid ankle supports, elastic bandaging and tape. Semi-rigid

orthoses and pneumatic braces provide

Gestione delle distorsioni della caviglia

nelle cure primarie: qual è la pratica

migliore? Una revisione sistematica degli

ultimi 10 anni di prove

Per riassumere le migliori evidenze

disponibili nel corso dell'ultimo decennio

per la gestione delle distorsioni della

caviglia nella comunità, i dati sono stati raccolti utilizzando database MEDLINE

dal gennaio 2000 al dicembre 2009.

Termini utilizzati: 'caviglia cura lesione primaria' (102 articoli sono stati trovati),

'distorsione alla caviglia cura primaria'

(34 articoli), 'le linee guida caviglia cure

primarie' (25 articoli), 'percorsi caviglia cure primarie' (2 articoli), ' distorsione

alla caviglia comunità '(18 articoli),'

distorsione alla caviglia pratica generale '(22 articoli),' caviglia revisione

Cochrane '(58 articoli). Di questi, solo 33

soddisfacevano i criteri di inclusione. Molti termini di ricerca individuavano gli

stessi studi. Due revisori indipendenti

hanno esaminato gli articoli. I risultati

dello studio e le conclusioni generate sono stati estratti, discussi e infine

approvati. Le distorsioni della caviglia si

verificano comunemente, ma la loro gestione non sempre è prontamente

accettata. L’Ottawa Ankle Rules è

onnipresente nel percorso clinico e può essere affidabilmente applicata dai medici

di pronto soccorso, dai medici e dagli

infermieri di triage. Per le distorsioni

della caviglia di grado lieve-moderato, le opzioni di trattamento funzionale (che può

essere costituito da bendaggio elastico,

morbido casting, nastratura o ortesi con il coordinamento della formazione

associata) sono risultati statisticamente

migliori dell’immobilizzazione. Per le

gravi distorsioni della caviglia, un breve periodo di immobilizzazione in un gesso

sotto il ginocchio o un sostegno si traduce

in un recupero più veloce rispetto al bendaggio compressivo tubolare da solo.

Il supporto Lace-up è un trattamento più

117

beneficial ankle support and may prevent

subsequent sprains during high-risk

sporting activity. Rehabilitation in combination with conventional treatment

for acute lateral ankle sprains can be

beneficial, although some of the studies

reviewed gave conflicting outcomes. Therapeutic hyaluronic acid injections in

the ankle are a relatively novel non-

surgical treatment but may have a role in expediting return to sport after ankle

sprain. There is a role for surgical

intervention in severe acute and chronic

ankle injuries, but the evidence is limited.

efficace del bendaggio funzionale elastico

e dà come risultato meno gonfiore

persistente nel breve termine se confrontato con cavigliere semirigide,

bendaggio elastico e taping. Le ortesi

semi-rigide e il rinforzo forniscono

beneficio e supporto alla caviglia e possono prevenire distorsioni successive

durante l'attività sportiva ad alto rischio.

La riabilitazione in combinazione con la terapia convenzionale per distorsioni

laterali della caviglia può essere utile,

anche se alcuni degli studi esaminati

hanno dato risultati contrastanti. Le iniezioni terapeutiche di acido ialuronico

nella caviglia sono un trattamento

relativamente nuovo non-chirurgico, ma possono avere un ruolo nell’accelerare il

ritorno allo sport dopo la distorsione alla

caviglia. C'è un ruolo per l'intervento chirurgico in gravi lesioni acute e

croniche della caviglia, ma l'evidenza è

limitata.

118

Forestier N, Toschi P

The effects of an ankle destabilization

device on muscular activity while

walking

Chronic Ankle Instability sprain causes

are unclear and many factors or mechanisms may contribute to recurrence

of this injury. The aim of the study was to

investigate how an ankle destabilization

device affects the EMG patterns of the ankle muscles during ankle stabilization

against inversion. The left foot was

equipped with a mechanical device mounted under the heel of the shoe. This

mechanical device induces subtalar joint

destabilization necessitating the control of

ankle muscles. Surface electrodes were placed over the tibialis anterior, the

peroneus longus, the peroneus brevis, the

gastrocnemius lateral, and the gastrocnemius medial. Nine healthy

subjects (mean age 37+/-12 yr; mean mass

68+/-17 kg; mean height 1.73+/-0.7 m) were instructed to walk normally along a

tape fixed on the floor. The ankle

destabilization device altered the walking

pattern of all subjects. More specifically, the walking pattern is disturbed resulting

in higher amplitude of the EMG activity

of the peroneal muscles and the Tibialis Anterior and anticipatory reactions in the

peroneal muscles. The results suggest that

the ankle destabilization device could be beneficial for rehabilitation programs

especially during the training of walking.

Using this material may help to a specific

reinforcement of muscles involved in anti-inversion ankle movement.

Gli effetti di un dispositivo sull’attività

muscolare durante il cammino in una

caviglia destabilizzata

Le cause di instabilità cronica di caviglia

sono poco chiare e molti fattori o meccanismi possono contribuire al

ripetersi di tale danno. Lo scopo dello

studio è stato quello di indagare come un

dispositivo di destabilizzazione alla caviglia colpisce i modelli EMG dei

muscoli durante la stabilizzazione in

inversione. Il piede sinistro è stato dotato di un dispositivo meccanico montato sotto

il tacco della scarpa. Questo dispositivo

meccanico induce la sottoastragalica a

destabilizzazioni comuni che richiedono il controllo dei muscoli della caviglia.

Elettrodi di superficie sono stati collocati

sopra il tibiale anteriore, il peroneo lungo, il peroneo breve e il gastrocnemio.

Nove soggetti sani (età media 37+ / -12

anni; massa media 68+ / -17 kg, altezza media 1,73+ / -0,7 m) sono stati istruiti a

camminare normalmente lungo un nastro

fissato sul pavimento. Il dispositivo di

destabilizzazione della caviglia ha alterato il pattern del cammino di tutti i

soggetti. Più specificamente, il pattern del

cammino è disturbato con conseguente maggiore ampiezza dell'attività EMG dei

muscoli peronei e del tibiale anteriore e

crea reazioni anticipatrici nei muscoli peronei. I risultati suggeriscono che il

dispositivo di destabilizzazione della

caviglia potrebbe essere utile per

programmi di riabilitazione particolare durante il training del cammino. L'utilizzo

di questo materiale può contribuire a un

rafforzamento specifico dei muscoli coinvolti nella caviglia nel movimento di

anti-inversione.

119

Lynch SA, Renström PA

Treatment of acute lateral ankle

ligament rupture in the athlete.

Conservative versus surgical treatment

Acute lateral ankle ligament sprains are

common in young athletes (15 to 35 years of age). Diagnostic and treatment

protocols vary. Therapies range from cast

immobilisation or acute surgical repair to

functional rehabilitation. The lateral ligament complex includes 3 capsular

ligaments: the anterior tibiofibular

(ATFL), calcaneofibular (CFL) and posterior talofibular (PTFL) ligaments.

Injuries typically occur during plantar

flexion and inversion; the ATFL is most

commonly torn. The CFL and the PTFL can also be injured and, after severe

inversion, subtalar joint ligaments are also

affected. Commonly, an athlete with a lateral ankle ligament sprain reports

having 'rolled over' the outside of their

ankle. The entire ankle and foot must be examined to ensure there are no other

injuries. Clinical stability tests for

ligamentous disruption include the

anterior drawer test of ATFL function and inversion tilt test of both ATFL and CFL

function. Radiographs may rule out

treatable fractures in severe injuries or when pain or tenderness are not associated

with lateral ligaments. Stress radiographs

do not affect treatment. Ankle sprains are classified from grades I to III (mild,

moderate or severe). Grade I and II

injuries recover quickly with nonoperative

management. A non-operative 'functional treatment' programme includes immediate

use of RICE (rest, ice, compression,

elevation), a short period of immobilisation and protection with a tape

or bandage, and early range of motion and

neuromuscular training exercises.

Proprioceptive training on a tilt board after 3 to 4 weeks helps improve balance

and neuromuscular control of the ankle.

Treatment for grade III injuries is more controversial. A comprehensive literature

evaluation and meta-analysis showed that

Trattamento per la rottura del

legamento laterale della caviglia in

un atleta. Il trattamento conservativo

vs chirurgico

Le distorsioni del legamento laterale della

caviglia sono comuni nei giovani atleti

(dai 15 ai 35 anni di età). I protocolli

diagnostici e di trattamento sono diversi. Le terapie vanno dall’immobilizzazione o

dalla riparazione chirurgica alla

riabilitazione funzionale. Il complesso del legamento laterale include 3 legamenti

capsulari: il tibiofibulare anteriore

(ATFL), calcaneale (CFL) e il

tibiofibulare posteriore (PTFL). Le lesioni si verificano in genere durante la

flessione plantare e inversione; il ATFL è

il più comunemente lesionato. Il CFL e la PTFL possono anche essere lesionati,

dopo un inversione grave, insieme agli

altri legamenti. Comunemente, un atleta con una distorsione laterale della caviglia

ha un’instabilità dell’articolazione. La

caviglia e il piede intero devono essere

esaminati per verificare che non vi siano altre lesioni. Le prove di stabilità clinica

per la rottura dei legamenti comprendono

il test del cassetto anteriore (funzione ATFL) e tilt test in inversione di entrambi

ATFL e CFL. Le radiografie possono

escludere fratture nelle lesioni gravi o quando il dolore o la fragilità non sono

associati con i legamenti laterali. Le

radiografie sotto stress non influenzano il

trattamento. Le distorsioni della caviglia sono classificate dai gradi da I a III

(lieve, moderata o grave). Le lesioni di

grado I e II si recuperano rapidamente con la gestione incruenta. Il programma

di 'trattamento funzionale' prevede l'uso

immediato di RICE (riposo, ghiaccio,

compressione, elevazione), un breve periodo di immobilizzazione e protezione

con un taping o una fasciatura, e i range

iniziali di movimento e esercizi neuromuscolari. L’allenamento

propriocettivo su una tavoletta oscillante

dopo 3 o 4 settimane aiuta a migliorare

120

early functional treatment provided the

fastest recovery of ankle mobility and

earliest return to work and physical activity without affecting late mechanical

stability. Functional treatment was

complication-free, whereas surgery had

serious, though infrequent, complications. Secondary surgical repair, even years after

an injury, has results comparable to those

of primary repair, so even competitive athletes can receive initial conservative

treatment. Sequelae of lateral ligament

injuries are common. After conservative

or surgical treatment, 10 to 30% of patients have chronic symptoms,

including persistent synovitis or tendinitis,

ankle stiffness, swelling, pain, muscle weakness and 'giving-way'. Well-designed

physical therapy programmes usually

reduce instability. For individuals with chronic instability refractory to

conservative measures, surgery may be

needed. Subtalar instability should be

carefully evaluated when considering surgery.

l'equilibrio e il controllo neuromuscolare

della caviglia. Il trattamento per le lesioni

di grado III è più controverso. Una valutazione completa della letteratura e

una meta-analisi hanno mostrato che il

trattamento precoce funzionale forniscono

un più veloce recupero della mobilità della caviglia e un veloce ritorno al

lavoro e all'attività fisica senza influire

sulla stabilità meccanica. Il trattamento funzionale è stato privo di complicanze,

considerando che la chirurgia ha avuto

complicanze gravi, anche se poco

frequenti. Secondariamente alla riparazione chirurgica, anche anni dopo

un infortunio, i risultati sono paragonabili

a quelli di una riparazione primaria, quindi, anche gli atleti possono ricevere

un iniziale trattamento conservativo. Gli

esiti di lesioni legamentose laterali sono più comuni. Dopo il trattamento

conservativo o chirurgico, dal 10 al 30%

dei pazienti hanno avuto sintomi cronici,

compresi sinovite persistente o tendiniti, rigidità della caviglia, gonfiore, dolore,

debolezza muscolare e 'ceduta del passo'.

Alcuni programmi ben progettati di terapia fisica in genere riducono

l'instabilità. Per i soggetti con instabilità

cronica recidiva dalle misure conservative può essere necessaria la

chirurgia. Un’instabilità della

sottoastragalica deve essere attentamente

valutata quando si considera l'intervento chirurgico.

121

Vaes P, Duquet W, Handelberg F, Casteleyn PP, Van Tiggelen R, Opdecam P

Objective roentgenologic measurements

of the influence of ankle braces on

pathologic joint mobility. A comparison

of 9 braces

The stabilizing effect of external support (taping and nine different ankle braces)

was tested in a total of 220 functionally

unstable ankles. A standard surface EMG

controlled stress Roentgen test protocol was used, measuring talar tilt (TT)

without support and with tape bandage or

brace. Different levels of TT restraining by external support could be identified.

Tape bandage and two braces had a highly

significant influence on the talar tilt. The

mean TT without support was decreased by using from 13.4 degrees to 4.9 degrees,

by using one brace to 4.8 degrees and by

using another brace to 5.9 degrees. These two braces are effective for protection

during functional treatment. A

classification into three grades of effectiveness is proposed. It is concluded

that the stabilizing influence offered by

bandages and braces should be measured

before using the external support as a treatment device for acute ankle sprain

and as a reliable protection against sprain

injuries in daily living and sports.

Obiettiva misurazione dell'influenza di

cavigliere su una mobilità articolare

patologica. Un confronto di 9 sostegni

L'effetto stabilizzante del supporto esterno (taping adesivo e nove suppoti diversi di

caviglia) è stato testato in un totale di 220

caviglie funzionalmente instabili. È stato utilizzato uno standard di superficie EMG

controllato dallo stress test Roentgen, la

misura di inclinazione dell'astragalo (TT)

senza supporto e con bendaggio, taping o tutore. Diversi livelli di contenimento

della TT da supporto esterno potevano

essere identificati. La fasciatura del taping e due supporti hanno avuto

un'influenza molto significativa sul tilt

astragalico. La TT media senza il supporto è stata ridotta utilizzando da

13,4 gradi a 4,9 gradi, utilizzando un

sostegno di 4,8 gradi e con un altro

rinforzo a 5,9 gradi. Questi due supporti sono efficaci per la protezione durante il

trattamento funzionale. Una

classificazione in tre gradi di efficacia viene proposta. Si è concluso che

l'influenza stabilizzante offerta da bende e

supporti deve essere misurata prima di

usare il supporto esterno come un dispositivo di trattamento per la

distorsione alla caviglia e a come una

protezione affidabile contro gli infortuni di distorsione nella vita quotidiana e

sportiva.

122

Callaghan MJ.

Role of ankle taping and bracing in the

athlete

Adhesive tape is often used to help

athletes recover from ligament sprains of

the ankle or to prevent further injury. The choice of taping technique or material is

often decided by personal preference,

superstition, or anecdote. More recently,

the use of ankle braces has become more prevalent, but reasons for their use are

similarly variable. As ankle sprains are a

major cause of an athlete's disability and time off sport, the choice of the method of

support should be more scientifically

reasoned. This paper attempts to review

the literature concerning the effects of various methods of ankle support on

swelling, stability, range of movement,

proprioception, muscle function, gait, and performance tests. There is still some

contradiction in the literature about the

effects of taping and braces in both the acute and chronic phases of ligament

sprains of the ankle.

Il ruolo del taping alla caviglia e il

rinforzo nell'atleta

Il taping adesivo è spesso usato per

aiutare gli atleti a riprendersi da distorsioni ai legamenti della caviglia o

per prevenire ulteriori lesioni. La scelta

della tecnica del taping o il materiale è spesso deciso da preferenze personali,

superstizione, o aneddoti. Più

recentemente, l'uso di cavigliere è

diventato più prevalente, ma i motivi della loro utilizzazione sono altrettanto

variabili. Dato che le distorsioni della

caviglia sono una delle principali cause di disabilità di un atleta nel tempo libero e

nello sport, la scelta del metodo di

sostegno dovrebbe essere più scientificamente motivata. Questo

documento cerca di passare in rassegna

la letteratura sugli effetti delle diverse

modalità di supporto alla caviglia, sul gonfiore, sulla stabilità, sul range di

movimento, sulla propriocezione, sulla

funzione muscolare, sull’andatura e sulle prove di funzionamento. C'è ancora

qualche contraddizione in letteratura

sugli effetti del taping e dei supporti sia

nella fase acuta che cronica di distorsioni

dei legamenti della caviglia.

123

Karlsson J, Andreasson GO

The effect of external ankle support in

chronic lateral ankle joint instability.

An electromyographic study.

We examined the effect of ankle taping on

ankle joint stability by measuring

mechanical stability using standardized stress radiographs. Anterior talar

translation and talar tilt, both with and

without ankle tape, were examined. The reduction of anterior talar translation and

talar tilt with tape as compared to without

tape was insignificant. The reaction time

of the peroneus muscles was measured by electromyographic signal after a simulated

ankle sprain on a tilting trapdoor. The

reaction time was significantly slower in the unstable ankles of 20 athletes with

unilateral ankle instability than in the

stable contralateral ankles. With tape, the reaction time was significantly shortened,

although not back to normal. The greatest

improvement in reaction time was

achieved in ankles with the highest degree of mechanical instability. Thus, the

mechanism behind the function of ankle

tape may be to restrict the extremes of ankle motion and to help shorten the

reaction time of the peroneus muscles by

affecting the proprioceptive function of

the ankle.

L'efficacia di un supporto esterno per la

caviglia con instabilità cronica laterale.

Uno studio elettromiografico.

Abbiamo esaminato l'effetto del taping

sulla stabilità articolare della caviglia,

misurando la stabilità meccanica usando

le radiografie con stress standardizzati. Sono state esaminate la traslazione

anteriore e l’inclinazione dell'astragalo,

con e senza taping alla caviglia. La riduzione di traslazione anteriore e

l'inclinazione dell'astragalo con il taping

rispetto ai senza taping sono state insignificanti. Il tempo di reazione dei

muscoli peronei è stato misurato dal

segnale elettromiografico dopo una

distorsione alla caviglia simulato su una botola basculante. Il tempo di reazione è

stato significativamente più lento nelle

caviglie instabili di 20 atleti con instabilità unilaterale di caviglia rispetto

alla caviglia controlaterale stabile. Con il

taping, il tempo di reazione è stato

significativamente ridotto, anche se non torna alla normalità. Il più grande

miglioramento nel tempo di reazione è

stato ottenuto nelle caviglie con il più alto grado di instabilità meccanica. Così, il

meccanismo di base del funzionamento

del taping alla caviglia può essere quello di limitare gli estremi di movimento e di

aiutarli ad abbreviare il tempo di

reazione dei muscoli peronei modificando

la funzione propriocettiva della caviglia.

124

Karlsson J, Swärd L, Andréasson GO

The effect of taping on ankle stability.

Practical implications

Ankle ligamentous injuries are very common in sports. One of the most

popular methods of supporting the

weakened ankle is external support with ankle tape. The tape can be used to

prevent ankle injuries, to stabilise the

injured ankle to prevent further injury, and as a stabiliser during the rehabilitation

phase. Of the various taping methods,

basket weaves (combined with stirrup and

a heel-lock) are the most effective for increasing the mechanical stability of the

ankle, especially in the frontal plane (talar

tilt). A combination of increased mechanical stability, decreased range of

ankle motion and an improvement in the

proprioceptive function of the ankle ligaments are factors associated with

effectiveness of ankle taping. The major

drawbacks of ankle taping are the high

costs and decreased support after exercise.

L'effetto del nastro adesivo sulla stabilità

della caviglia. Implicazioni pratiche.

Le lesioni legamentose della caviglia sono molto comuni nello sport. Uno dei metodi

più diffusi per sostenere la caviglia debole

è il supporto esterno con taping alla

caviglia. Il nastro può essere usato per prevenire le lesioni, per stabilizzare la

caviglia lesa per evitare un’ulteriore

lesione e come stabilizzatore durante la fase di riabilitazione. Tra i vari metodi di

taping, i basket weaves (in combinazione

con supporto e un heel-lock) sono i più efficaci per aumentare la stabilità

meccanica della caviglia, soprattutto sul

piano frontale (inclinazione

dell'astragalo). Una combinazione di una maggiore stabilità meccanica, una

diminuzione del range di movimento della

caviglia e un miglioramento della funzione propriocettiva dei legamenti

della caviglia sono i fattori associati con

l'efficacia del taping alla caviglia. Gli

svantaggi principali del taping sono i costi elevati e una diminuzione di

sostegno dopo l'esercizio.

125

RINGRAZIAMENTI

Il ringraziamento più grande va alla mia famiglia.

Grazie alla mamma e al babbo, per essere stati sempre presenti, per avermi

incoraggiata e sostenuta in ogni mia scelta, per quell'aiuto silenzioso o esplicito

che tante volte è venuto dal loro cuore. È a loro che devo tutto.

Un grazie a mia sorella Giulia, che rende ogni giorno un pò speciale.

Grazie ad Alessio, che in questo periodo un pò particolare, ha sopportato con

estrema pazienza i miei sbalzi d‟umore e le mie paranoie, grazie per essermi

sempre stato vicino, per tutti i giorni passati insieme e per quelli che verranno.

Un grazie ai miei amici e alle mie amiche, in particolare Alice, che pur non

avendo vissuto questi anni universitari con me, mi ha sempre aiutata, non

negandomi mai un consiglio o un favore, grazie per essere stata come una

sorella.

Grazie a Patrizia, la mia relatrice, che oltre alla sua professionalità, mi ha

dimostrato e insegnato l‟umanità di questa professione.

Un grazie a tutti i miei tutor, per la loro pazienza e per tutto quello che ho potuto

apprendere da loro.

Grazie ad Alice, Claudio, David, Elena, Elisa, Francesco e Gabriele, i miei

compagni di corso, con loro ho trascorso tre anni di studi e di amicizia.

Un particolare grazie va infine al mio allenatore e alle mie compagne di squadra,

soprattutto a quelle che “purtroppo” hanno ispirato la mia tesi.