FABIO ROSSETTO Sicurezza nell' ambiente di lavoro · Le condizioni di tutela minime oggi stabilite...

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Sicurezza nell' ambiente di lavoro FABIO ROSSETTO Dovere Assoluto Dirit- to intoccabile Appunti tratti dalle lezioni del docente, da libri vari e dal web

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Sicurezza nell' ambiente di lavoroFABIO ROSSETTO

Dovere Assoluto Dirit-to intoccabile

Appunti tratti dalle lezioni del docente, da libri vari e dal web

Il testo del quaderno cerca di sottolineare

come, adottando pochi e semplici accorgi-

menti, si previene in concreto ogni possi-

bile infortunio. L’importante è che se ne

faccia tesoro da parte dei lavoratori poten-

zialmente coinvolti dai rischi descritti. E

che se ne tenga conto sempre.

Non solo in speciali momenti come nei

quali per una serie di tristissime vicende,

la sensibilità e l’attenzione della pubblica

opinione e delle istituzioni aumenta.

Ci auguriamo che queste semplici istruzio-

ni siano ben accette emesse in pratica da

tutti per raggiungere l’obiettivo di una

sempre maggiore sicurezza .

i

PREFAZIONE

CAPITOLO 1

Cosa c’è di pericoloso nel lavoro dell’addetto alla ristorazione ?

Ecco le risposte alle quali forse non ci pensavamo:

Il lavoro è fisicamente difficoltoso: esso comporta continui e vigorosi movimenti, stare in piedi per lunghi periodi di tempo, spostare grossi pesi.Tutto questo può trasformarsi in dolori ed altri problemi alle mani, alle braccia, alle gambe, alla schiena ed altre parti del corpo. Il personale, trattano cibo e acqua che si possono contaminare.Questo può minacciare la salute, la capacità lavorativa e in casi estremi anche la vita.Come potete notare i rischi sono tanti, ma questo non deve scoraggiare chi intraprende o svolge questa professione, ma deve aiutarlo a svolgere il proprio lavoro con attenzione, senza distrazioni e faciloneria per evitare danni a se stesso e agli altri. Ogni anno ci sono più di mille morti per infortuni sul lavoro, senza considerare i feriti.Seguendo i consigli riportati in questo fascicolo è possibile svolgere correttamente e con soddisfazione il proprio lavoro, senza danni per la propria salute e quella degli altri colleghi.

Sicurezza ambiente

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Filmato 1.1 Articoli della costituziomne

SEZIONE 1

EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SALUTE

I concetti di salute e di sicurezza sul lavoro sono collegati.

Possiamo definire la “ sicurezza sul lavoro” come un insieme di condizioni di lavoro che non alterano in alcun modo la salute del-le persone che compiono quelle date attività lavorative.

La definizione di “ salute” si può pensare equivalente ad “ assen-za di malattia” .

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come “ condizione di benessere fisico, psichico e sociale”, della persona e quindi del lavoratore: è chiaro infatti come la mancanza di benessere corrisponda al malessere, che a lungo termine, può generare la malattia. Una condizione di “ benessere” di un indivi-duo rispetto al lavoro dipende dalla soddisfazione, delle molte aspettative che egli ripone nel proprio lavoro, ad esempio: esigen-ze economiche, necessità di gratificazione, ambizioni di crescita individuale e professionale, di successo ed affermazione, di condi-

Il rapporto tra salute e lavoro

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SEZIONE 2

In materia di igiene e sicurezza sul lavoro la legislazione è progre-dita in funzione del cambiamento di concetto di salute:

Le condizioni di tutela minime oggi stabilite dalla legge sono mol-to cambiate rispetti agli obblighi introdotti nelle prime leggi in ma-teria,che risalgono alla fine del 1800.

In Italia, il sistema legislativo in materia è sempre stato molto avan-zato rispetto al resto dell’Europa, fino all’avvento delle direttive comunitarie e normative internazionali che hanno uniformato la situazione.

Questo decreto ha innescato una rivoluzione culturale:

Attraverso l’obiettivo del “ miglioramento continuo e progressi-vo” del luogo di lavoro ha recepito il concetto più recente di salu-te, intesa come benessere fisico, psichico e sociale.

Sottolinea l’importanza dell’organizzazione del lavoro, cioè dei rapporti tra le persone e gli elementi costituenti il lavoro e tra gli stessi elementi.

La legislazione

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SEZIONE 3

Le ispezioni possono essere attivate da una segnalazione o posso-no fare parte del programma operativo di vigilanza stabilito dal-l’Autorità .

Durante le visite, a cui deve partecipare il datore di lavoro (o un suo delegato) ed il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, gli ispettori accedono ai luoghi di lavoro e verificano il rispetto del-le disposizioni legislative; al termine compilano il verbale di ispe-zione, che contiene tutte le informazioni reperite, la documentazio-ne visionata e le conclusioni.

Se vengono rilevate delle inosservanze l’Autorità interverrà con apposite prescrizioni e nei casi più gravi fermerà l’attività fino a quando le prescrizioni imposte non saranno state soddisfatte.

Il sistema delle ispezioni

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SEZIONE 4

Il Datore di lavoro è tenuto a valutare costantemente i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori ed effettuare una valutazione dei rischi.

Pericolo e rischio :

Un pericolo può essere presente sul luogo di lavoro, ma la possibi-lità concreta che provochi effetti dannosi dipende dalle condizioni in cui agisce.

Per esempio, l’elettricità è un elemento sicuramente pericoloso a causa delle sue caratteristiche intrinseche, quindi conserva sempre questa sua proprietà, ma perché ci sia un danno effettivo derivan-te da questo elemento si devono verificare le condizioni che rendo-no più o meno probabile un contatto con esso: cavi usurati o sco-perti, prolunghe sui luoghi di passaggio, attrezzature ed impianti elettrici non sottoposti a manutenzione periodica, lavoratore incau-to che accede alle parti sotto tensione delle attrezzature, ecc.

Il procedimento logico della valutazione :

La valutazione dei rischi

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SEZIONE 5

Per prevenire la comparsa di danni alla salute assume grande im-portanza la pratica chiamata sorveglianza sanitaria.

Per alcuni fattori di rischio infatti è stato possibile individuare de-gli indicatori precoci del danno, vale a dire degli elementi che se osservati e correttamente interpretati sono in grado di indicare se il lavoratore stia sviluppando un danno quando questo non è anco-ra comparso.

La sorveglianza sanitaria comprende:

-Accertamenti preventivi, intesi a constatare l’assenza di controin-dicazioni al lavoro a cui i lavoratori sono destinati ai fini della loro valutazione all’idoneità alla mansione specifica.

Accertamenti periodici per controllare lo stato di salute dei lavora-tori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica.

E’ bene sottolineare che tutti gli alimentaristi devono essere in pos-sesso dei requisiti sanitari previsti dalle normative.

La sorveglianza sanitaria

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SEZIONE 6

Il lavoro è un processo molto complesso, in cui le componenti uma-ne, tecniche, ambientali devono integrarsi in una organizzazione.

E’ perciò fondamentale che la prevenzione sia parte costituente della stessa organizzazione del lavoro: non è più materia dei soliti addetti ai lavori, ma percorso a cui tutti i soggetti che partecipano al processo di lavoro apportano il loro contributo nei limiti di quel-le che sono le loro competenze.

Questi presupposti vengono ampiamente sviluppati nel T.U. che indica le responsabilità del datore di lavoro, dell’azienda e dei vari componenti dello staff .

Il datore di lavoro :

Il datore di lavoro è responsabile della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro dei dipendenti.

Già il Codice Civile gli impone il dovere della sicurezza nei con-fronti dei lavoratori e la legislazione antinfortunistica ( D.P.R. 547/

I soggetti della prevenzione

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All’interno dell’attività di questo settore

produttivo vi sono diversi elementi che possono

rappresentare una fonte di rischio per la salute

o la sicurezza del personale.

Alcuni di questi elementi sono specifici del

settore (ad esempio la presenza di una cella

frigorifera), mentre altri sono comuni ad altri

lavori (ad esempio un pavimento scivoloso

perché bagnato).

In questo capitolo verranno analizzati i fattori

di rischio che si riscontrano con maggiore

probabilità in cucina.

CAPITOLO 2

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Sicurezza e prevenzioneFilmato 2.1 Sicurezza sul lavoro

SEZIONE 1

Prima di addentrarci nei dettagli tecnici e nei consigli pratici per la prevenzione degli infortuni, è importante ricordare i seguenti principi base:

-Il personale destinato al servizio in cucina dovrà essere opportu-namente addestrato e formato per svolgere il compito al quale è destinato .

-Le aree lavorative devono essere, per quanto possibile, sempre mantenute pulite, libere da grasso, olio, detriti e acqua sui pavi-menti .

-Istruzioni operative e di sicurezza dovranno essere esposte di fronte alle varie attrezzature utilizzate in cucina.

Prevenzione infortuni

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SEZIONE 2

Prima di addentrarci nei dettagli tec-nici e nei consigli pratici per la pre-venzione degli infortuni, è importan-te ricordare i seguenti principi base:

- Il personale destinato al servizio in cucina dovrà essere opportunamen-te addestrato e formato per svolgere il compito al quale è destinato .

- Le aree lavorative devono essere, p e r q u a n t opossibile, sempre mantenute pulite, libere da grasso, olio, detriti e acqua sui pavimenti .

- Istruzioni operative e di sicurezza dovranno essere esposte di fronte alle varie attrezzature utilizzate in cucina.

Lavarsi le mani (procedura)

1. controllare la presenza di : acqua calda, sapone, salviette monouso2. aprire l’acqua e bagnare le manie avambracci3. insaponare e strofinare bene palmi e dorsi della mani, le unghie e gli

avambracci per circa 20 secondi4. risciacquare con acqua calda 5. ripetere l’operazione precedente6. asciugarsi con una salvietta monouso7. chiudere il rubinetto senza toccarlo con le mani (utilizzare una

salvietta se sprovvisti di rubinetteria moderna.

Prevenzione infortuni nelle aree trattamento cibi

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Per prevenire e/o spegnere un incendio, è necessario in primo luogo comprendere i meccanismi della combustione, le tipologie d’incendio e le tecniche di protezione estinzione.La gestione delle emergenze è un tema complesso e le seguenti informazioni hanno lo scopo di fornire un primo tassello di base alla formazione del personale.

CAPITOLO 3

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Incendi e metodi di estinzione

SEZIONE 1

La combustione è una reazione chimica che avvie-ne tra due sostanze differenti ( combustibile e

comburente), con emissione d’energia, sottofor-ma di luce e calore, la cui manifestazione visibile

Triangolo del fuoco

1. Il combustibile2. Il comburente3. La temperatura di

infiammabilità

Teoria della combustione

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SEZIONE 2

La difesa attiva

La difesa attiva antincendio è rappresentata dagli impianti di spegnimento automatico e manuale, dai sistemi di rilevazione fumo e dalla segnaleti-ca di emergenza.

Impianto rilevazione fumo : questo tipo di im-pianto è costituito da una serie di sensori posizio-nati sul soffitto del locale da proteggere in grado di segnalare la presenza di fumo, ma non hanno alcuna funzione di spegnimento. Questi sensori sono collegati ad una centralina di controllo che, in caso di eccitazione fa scattare una allarme so-

Sistemi di estinzione

1. Secchio di sabbia2. Estintore a polvere3. Estintore a CO24. Estintore a schiuma5. Estintore idrico6. Coperta spengi fuoco7. Impianto sprinkler8. Idrante

Metodo di difesa dagli incendi

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Gli strumenti per o t t e n e r e i l miglioramento delle condizioni di sicurezza e di salute nei luoghi di lavoro sono l e misure d i prevenzione e di pro tez ione . Un elenco anche se breve e

CAPITOLO 4

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Le misure di sicurezzaFilmato 4.1 Napo a tu per tu con I rischi

SEZIONE 1

Di seguito vengon sinteticamente analizzati I ri-schi più comuni diffusi nei luoghi di lavoro. Per ogni tipologia di rischio sono indicate alcune mi-sure di prevenzione che possono contribuire ad eliminare o ridurre I rischi.

Luoghi di lavoro

Molti rischi o disagi sono legati alle caratteristi-che dei luoghi di lavoro ( dimensioni, illuminazio-ne, aereazione), ai pavimenti, alle aree esterne, ecc.

Prevenzione e protezione :

a)Valutare I rischi legati ai luoghi di lavoro ed individuare le misure di sicurezza

b)Adeguare le caratteristiche del luogo di lavoro in relazione alle attività svolte (pavi-menti regolari, privi di buche o ostacoli, mu-rature e coperture adeguate)

c)Verificare periodicamente che tsli caratteri-stiche siano mantenute

d)Garantire una corretta illuminazione

e)Garantire condizioni di ventilazione ade-guata sia naturale che forzata

Circolazione

Spesso incidenti anche gravi sono legati alla circo-lazione dei mezzi e dei pedoni, sia ll’interno che all’esterno dell’azienda.

Prevenzione e protezione:

a)Adottare regole di circolazione interna e nelle aree esterne

b)Separare per quanto possibile I pasaggi pedonali da quelli dei mezzi

Principali rischi e misure di sicurezza

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SEZIONE 2

Le valutazione dei rischi

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Numerosi studi hanno dimostrato che tanto più precocemente vengono iniziate le manovre di soccorso, tanto maggiori sono le possibilità del paziente di sopravivere più a lungo o con minori esiti. L’inizio immediato del sostegno delle funzioni vitali può essere assicurato in concreto, nella maggior parte dei casi, solo se inter- vengono direttamente i presenti, in attesa che giunga il soccorso istituzionale. Ciò significa, in pratica, che è necessario preparare il maggior numero possibile di persone ad agire come primi soccorritori. Le prove a sostegno di queste affermazioni sono ad oggi inconfutabili, sicché non vi sono ragioni valide per rifiutarne o scoraggiarne l’insegnamento su vasta scala, nel dubbio che possa essere più dannoso che utile.

CAPITOLO 5

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Primo soccorso

SEZIONE 1

È possibile suddividere le esigenze di soccorso in tre forme: Il soccorso legato alla sicurezza ed alla tutela dei diritti

Il soccorso legato alla sicurezza tecnica

Il soccorso sanitario alla persona

“La prima forma vede chiamati in causa le forze di Polizia, i Carabinieri, la Guardia di Finanza”.

“La seconda i Vigili del Fuoco, il Corpo Forestale, la Guardia Costiera, la Protezione Civile”.

“La terza, il Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza 118”.

Ma come si utilizza correttamente il sistema, os-sia come si chiama correttamente il soccorso sani-tario ?

Chiunque sia presente di fronte ad un malore o ad un incidente, è tenuto al com- porre il numero 118 (numero gratuito, senza prefisso, componibi-le da qualunque telefono di rete fissa o mobile an-che a credito esaurito, dalle cabine pubbliche sen-za carta né moneta), riferendo con voce chiara m a c a l m a :1) nome e cognome di chi chiama e numero tele-fonico da cui si chiama, altrimenti se la conversa-zione dovesse interrompersi non è possibile esse-r e r i c h i a m a t i ; 2) luogo preciso dell’evento: comune, via e nume-ro civico; oppure strada percorsa, a che altezza, in che direzione con eventuali riferimenti visivi, altrimenti il soccorso non sa dove andare; 3) tipologia e dinamica dell’evento, per spiegare se si tratta di malore, incidente o altro: infatti cambia il tipo di soccorso inviato;4) numero degli infortunati, sesso ed età apparen-t e ;

Il soccorso e la sua organizzazione

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SEZIONE 2

Perdita di coscienza :

Le funzioni vitali sono garantite dalla regolare e con- temporanea attività del sistema nervoso, re-spiratorio e circolatorio. La valutazione del-l’espressività di questi tre sistemi permette, fin da subito, di quantificare la gravità della situazio-ne mentre solo in un secondo momento sarà im-portante apprezzare altri segni o sintomi che ser-viranno ai sanitari per arrivare ad un riconosci-mento più specifico delle esigenze sanitarie del soggetto.

L’esempio più comune di un malore è lo sveni-mento, il cui termine corretto è sincope (molto usato anche lipotimia), spesso preceduto da un corollario di sintomi costituito da sensazione di instabilità e di perdita dell’equilibrio, pallore del viso, cute fredda e anemica con associata sudora-zione e pressione del sangue molto bassa.

Lo svenimento è quindi una perdita di conoscen-za di breve durata causata dalla temporanea di-minuzione dell’afflusso di sangue, e quindi di os-sigeno, al cervello. Le cause possono essere dovu-

te a vari elementi quali stress emotivi, stanchez-za, caldo, digiuno o stati di malattia.

Il rallentamento estremo dell’attività cardiaca, as-sociato alla perdita delle normali resistenze del sistema circolatorio, provocano un’insufficiente irrorazione sanguigna cerebrale con scomparsa

Le alterazioni dello stato della coscienza

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SEZIONE 3

Il dolore toracico.

Il torace è quella parte del tronco costituita dalle coste lateralmente e dallo sterno anteriormente, che termina con le spalle superiormente e che è separato dall’addome da un grande muscolo, il diaframma, teso di traverso rispetto all’altezza di un uomo.

Il torace contiene molti organi: il cuore, i polmo-ni, i grossi vasi arteriosi e venosi, tutti di impor-tanza fondamentale per la vita.

È attraversato da due condotti: la trachea, che porta aria ai polmoni, e l’esofago, che porta gli alimenti allo stomaco.

Il dolore al torace è una della cause più frequenti di accesso al Pronto Soccorso.

È quindi molto comune che una persona senta dolore al torace: una delle cause più gravi di do-lo- re toracico è quello che origina dal cuore; que-sto capita spesso quando c‘e una improvvisa di-minuzione del flusso di sangue che nutre il cuore

o il suo insufficiente funzionamento come pom-pa circolatoria del sangue.

Ciò è noto con il termine di ischemia cardiaca.

I segni e I sintomi più soliti sono:

1) intenso dolore o senso di costrizione localizza-to al centro del torace (con eventuale coinvolgi-mento del braccio sinistro, del collo);

2) spesse volte accompagnato da respiro corto, affannoso, difficoltoso, rapido (dispnea);

3) pelle sudata e fredda;

4) pulsazioni rapide, pressione del sangue alta;

5)  epigastralgia.

Tuttavia, alcune volte, la ischemia cardiaca non pre- senta segni ed i sintomi così evidenti, e la persona si lamenta per un senso di vuoto, per ca-pogiro, vertigini, sudorazione, nausea.

Le alterazioni cardiovascolari

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SEZIONE 4

Introduzione al supporto base delle funzioni vita-li:

Ogni anno in Europa l’arresto cardiocircolatorio improvviso colpisce circa 700.000 persone. Il supporto di base delle funzioni vitali (BLS) con-siste nelle procedure di rianimazione cardiopol-monare (RCP) necessarie per soccorrere una per-sona che:

» ha perso coscienza; » non respira; » non ha segni di circolo (è in arresto cardiaco).

Il BLS ha lo scopo di mantenere aperte le vie aree e supportare l’attività respiratoria e circolatoria senza usare nessun equipaggiamento che non sia un semplice dispositivo di protezione.

Obiettivo del BLS è la prevenzione del danno anossico cerebrale (la mancanza di circolo e di mancato apporto di ossigeno al cervello per 6-10 minuti conduce a danno cerebrale irreversibile). Le procedure hanno l’obiettivo di:

»  prevenire l’evoluzione verso l’arresto cardiaco in caso di ostruzione delle vie aeree o di apnea;

»  provvedere alla respirazione artificiale ed al massaggio cardiaco esterno (MCE) in caso di arre-sto di circolo. Tutte le manovre descritte sono universalmente riconosciute valide, efficaci, sicure per chi le prati-ca e per chi le riceve nella reale condizione di bi-sogno: esse rappresentano il secondo anello della “catena della sopravvivenza”, dove la catena è tanto più robusta quanto più lo sono i singoli anelli che la compongono.

L’esecuzione, da parte degli astanti, di manovre di rianimazione di base, raddoppia/triplica la so-pravvivenza in seguito a un arresto cardiocircola-torio causato da una improvvisa Fibrillazione Ventricolare.

È quindi inutile ed antieconomico e sostanzial-mente impossibile, garantire il migliore soccorso possibile se non sono gli astanti a garantire il sup-porto di base alle funzioni vitali!!!

Basic Life Support

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SEZIONE 5

Le vie aeree sono costituite dall’insieme di con-dutture naturali che permettono il passaggio del-l’aria ambiente ai polmoni e viceversa; si suddivi-dono in vie aeree superiori e vie aeree inferiori.

Esse sono costituite principalmente dalla bocca, dalla gola che comprende parte della faringe e della laringe, dalle corde vocali (che sono il pun-to più stretto delle vie aeree, permettono la gene-razione della voce e se- parano le vie aeree supe-riori dalle vie aeree inferiori), dalla trachea e dai bronchi.

Il passaggio di aria deve essere libero da ostacoli, altrimenti la morte per soffocamento sopraggiun-ge rapidamente.

Un corpo estraneo può provocare una ostruzione parziale (moderata, lieve) o totale (grave, severa) delle vie aeree.

Questa differenza è importante, perché cambia il trattamento di soccorso: in caso di ostruzione par-ziale la persona può, magari a fatica, essere in grado di parlare e tossire, quindi c’è ancora un

passaggio di aria; ma se l’ostruzione è completa questo non è possibile.

Le manovre riportate di seguito sono indicate per tutte le persone adulte e bambini maggiori di un anno di età.

A seguire alcuni esempi di possibili casi di ostru-zione :

Le ostruzioni delle vie aeree

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SEZIONE 6

Folgorazioni :

Quando il corpo umano è attraversato da una cor-rente elettrica, possono verificarsi vari gradi di lesioni, fino alla morte del soggetto.

Il passaggio di energia elettrica all’interno del cor-po umano è detto folgorazione od elettrocuzione.

tuttavia non tutte le elettrocuzioni sono pericolo-se per la vita: alcune, quelle a più basso voltaggio e amperaggio danno una sensazione di formico-lio, altre, più consistenti, determinano una contra-zione involontaria dei muscoli (contrazione che spesso impedisce di “mollare la presa”, fonte del-la folgorazione). Spesse volte alcune ossa posso-no rompersi per la forza enorme esercitata dai muscoli.

Le correnti ancora più forti, pericolose per la vita, d e t e r m i n a n o : » la perdita di coscienza, per danni cerebrali diret-ti;

» la perdita del respiro, per contrazione invincibi-le dei muscoli respiratori;

» alterazioni del ritmo cardiaco (fibrillazione ed asistolia), per danno cardiaco diretto. L’intervento di soccorso prevede inizialmente di mette- re in sicurezza la scena:

» disinserire immediatamente la corrente agendo, se possibile, sugli appositi pannelli di controllo;

»  cercare di staccare la persona dal contatto elet-trico ponendosi su un materiale cattivo condutto-re (gomma, cartone, legno);

»  allontanare il soggetto dal contatto (o l’oggetto conducente) con qualcosa di asciutto e non con-duttore come bastoni, scope o arnesi di legno op-pure indossando cautelativamente anche guanti di gomma;

»  non toccare mai l’infortunato direttamente a mani nude o con oggetti metallici, unti o, ancor peggio, bagnati;

»  nelle folgorazioni da alta tensione (> 380 V) non avvicinarsi all’infortunato né cercare di libe-rarlo. Chiamare immediatamente i soccorsi pub-blici (118 - VV.F. - Polizia - Carabinieri) e tenersi a debita distanza (almeno 15 metri) per evitare gli

Lesioni da agenti chimici o fisici

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SEZIONE 7

Distorsioni e lussazioni:

Il movimento del corpo è possibile grazie alla contrazione dei muscoli che si inseriscono sulle ossa, le qua- li possono effettuare i diversi movi-menti nello spazio grazie a zone “snodabili”, usualmente poste alle loro estremità, che prendo-no il nome di articolazioni. Le articolazioni, for-mate quindi da ossa racchiuse in una capsula fi-brosa e rinforzate da legamenti, consentono archi di movimento limitati dalla conformazione anato-mica agendo come fulcri i cui bracci di leva sono le ossa da cui sono formate.

L’efficacia di una articolazione è anche legata alla congruità articolare ovvero al fatto che le struttu-re ossee mantengano una rispetto all’altra ben de-finiti rapporti spaziali. Se tali strutture, di solito in seguito ad un trauma, perdono la loro recipro-cità, ovvero oltrepassano il limite della loro capa-cità artico- lare, l’articolazione andrà incontro a:

» lussazione, se la perdita dei rapporti articolari è stabile nel tempo;

» distorsione, se la perdita dei rapporti articolari è momentanea.

Il sintomo principale è il dolore legato ad una evi-dente deformità dell’articolazione interessata che non è grado di attuare alcun movimento. talora per la compressione che l’osso lussato può eserci-tare su importanti strutture vascolari e nervose che decorrono accanto al- l’articolazione stessa si producono ischemia e disturbi della conduzione nervosa che colpiscono sia la sensibilità che la motilità dell’arto stesso.

Lussazioni, distorsioni, fratture

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SEZIONE 8

Con il termine di emorragia si intende una fuoriu-scita di sangue dai vasi sanguigni (vene ed arte-rie).

La classificazione delle emorragie si basa su di-versi fattori e può essere così schematizzata:

A SECONDA DEL TIPO DI VASO COLPITO, DI-STINGUENdO IN:

»   EMORRAGIA ARTERIOSA (il vaso colpito è un’arteria e il san-gue fuoriesce dal vaso stesso a get-ti intermittenti, seguendo ritmica-mente le pulsazioni cardiache e di colore rosso acceso);

»  EMORRAGIA VENOSA (il vaso colpito è una vena e il sangue fuo-riesce dal vaso stesso in modo len-to e continuo come l’acqua dai bor-di di un boccale pieno, di colore rosso scuro).

A SECONDA DELLA ZONA DI INSORGENZA:

»  EMORRAGIE EStERNE (nel caso in cui il san-gue fuoriesce da ferite o, in ogni caso, da soluzio-ni di continuo che si vengono a creare tra l’am-biente esterno e l’ambiente interno corporeo);

Ferite ed emorragie

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SEZIONE 9

In Italia, come nel resto del mondo occidentale, la prima causa di morte è legata alle patologie car-diocircolatorie e vascolari: in Italia, nel 2000, so-no decedute complessivamente 560.121 persone (280.714m, 279.407f) di cui 240.430 per cause ap-punto cardiovascolari. La distribuzione delle cau-se di morte è riportata nella seguente tabella.

La principale causa della malattie cardiocircolato-rie è l’invecchiamento dovuto all’età; tuttavia al-cune malattie ereditarie o congenite, quindi pre-senti dalla nascita, possono essere causa di gravi

malattie cardiovascolari. In realtà l’aterosclerosi è il vero determinante dell’età e dell’invecchia-mento del nostro cuore e delle nostre arterie: l’ate-rosclerosi è quindi una condizione da evitare quanto più possibile.

Come diminuire la progressione dell’aterosclero-si?

CURANDO CON ATTENZIONE ALCUNE MA-LATTIE:

» i l d i a b e t e ; »la pressione alta (ipertensione arteriosa); » il colesterolo alto (ipercolesterolemia);

» il sovrappeso.

EVITANDO AL MASSIMO:

» il fumo di sigaretta (anche poche al giorno!)

Stili di vita sani e la prevenzione dei traumatismi

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