Fabbricazione Del Vetro Laminato

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Fabbricazione del vetro laminatoIl vetro viene fabbricato a partire da una miscela complessa di componenti vetrificanti, quali la silice, difondenti, come gli alcali, edi stabilizzanti, come la calce. Queste materie prime vengono introdotteattraverso la tramoggia in un forno continuo alimentato agas o nafta. Prima di entrare nei bruciatori,l'aria di combustione viene riscaldata da due recuperatori, costituiti da blocchi dimateriale refrattario.Ogni venti minuti circa i due recuperatori si scambiano i ruoli: uno si riscalda a contatto con i gasdicombustione, l'altro fornisce il calore all'aria di combustione. a miscela comincia a fondere intorno ai!"## $%, poi procede versola zona di raffreddamento, dove si svolge la fase di affinazione &eliminazionedelle bolle, eventuale decolorazione, allatemperatura di (##)!*## $%. a pasta di vetro cos+ ottenutapu essere sagomata, ad esempio per laminazione. -etro ateriale costituito da una miscela omogenea divarie sostanze, che assume una consistenza pastosa se riscaldata a una temperatura variabile fra i !/##e !0## $% e diventa lavorabile intorno ai !"## $%. %omponente essenziale della miscela 1 la silice,impiegata nella forma di sabbia silicea, mentre le altre sostanze vengono aggiunte per facilitare lafusione &fondenti, per rendere stabile la struttura del vetro, cio1 per impedire la cosiddetta2devetrificazione2 &stabilizzanti e per conferire particolari caratteristiche al materiale stesso&affinanti, coloranti, opacizzanti3 allo scopo di facilitare l'avvio del processo di fusione si aggiungonoanche rottami di vetro.Il fondente usato per il vetro comune 1 l'ossido di sodio, nella forma dicarbonato &vedi 4oda, mentre per i vetri di maggior pregio, pi5 brillanti, si usa il carbonato di potassio,anch'esso nella forma di carbonato &potassa. Per ottenere il 2vetro al piombo2, noto commercialmentecome 2cristallo2, particolarmente brillante e adatto alla produzione artistica, al carbonato di potassio siaggiunge ossido di piombo, nella forma di litargirio o di minio. %ome stabilizzanti si usano ossidi dialluminio &allumina, di bario &barite o di calcio &calce.4e tutti i componenti della miscela fossero puri ilvetro sarebbe incolore e trasparente, ma normalmente alcuni di essi, specialmente gli ossidi, contengonoimpurit6, costituite spesso da ossidi di ferro, che conferiscono un caratteristico colore verde pi5 omeno intenso3 per attenuarlo si aggiunge alla miscela un decolorante &fra i pi5 usati, il biossido dimanganese. 'aggiunta di quantit6 minime di talune sostanze conferisce un colore omogeneo a tutta lamassa vetrosa.Il vetro 1 4olido 7 8emperatura ambiente.9 un cattivo conduttore di calore e di elettricit6, pu quindi essere usato come isolante. 9 fragile, marigido. 7lla giusta temperatura pu essere ridotto in fili sottili, quindi 1 duttile. 9 malleabile9 facile da lavorare.

-8;O ) P748I%7Il vetro 1 assolutamente neutro, cio1 non cede particelle a sostanze presenti in contenitori fatti conesso.a plastica, come il metallo non 1 neutra.Il vetro 1 4terilizzabile ad alte temperature, a differenza della plastica.

Formatura7llo stato fuso il vetro pu essere modellato ricorrendo a metodi differenti: colaggio, soffiatura,pressatura e stiramento.

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%olaggioQuesto procedimento, di origini antichissime, prevede che il vetro fuso venga versato in uno stampo elasciato solidificare e raffreddare.

4offiaturaa possibilit6 di soffiare il vetro per conferirgli la forma desiderata fu scoperta sul finire del I

secolo a.%. in edio Oriente e in particolare lungo la costa fenicia. a tecnica conobbe rapidadiffusione e rappresent fino al <I< secolo il metodo pi5 comune per la produzione di recipienti3 1tuttora usata per produrre pezzi pregiati o di forma che non consenta la pressatura. =tilizzando untubo di ferro, detto 2canna2, le cui dimensioni possono variare da !# a 0" mm di diametro e da !*" a!>" cm di lunghezza, l'artigiano preleva dal forno a crogiolo &2padella2 la quantit6 di vetro fusosufficiente alla formatura. Poich? il materiale 1 allo stato pastoso, la porzione prelevata assumel'aspetto di una grossolana goccia, chiamata in vario modo secondo l'uso locale: bolo, pera o, contermine francese ma usato anche in Italia, paraison. Il bolo appena tolto dalla padella 1 troppo fluido etende a colare, per cui viene parzialmente raffreddato facendolo rotolare su una piastra metallica, conla canna in posizione orizzontale: questa operazione serve anche a regolarizzare la superficie del bolo,facendogli assumere una forma pressappoco cilindrica. 7 questo punto il soffiatore pone la canna in

posizione verticale e comincia a insufflare aria dentro il bolo, che gradualmente si gonfia mentre lepareti dell'oggetto in formazione si assottigliano. 'abilit6 del soffiatore consiste principalmente nelfar coincidere il momento in cui il vetro si solidifica con quello in cui ha insufflato tutta l'arianecessaria a far assumere all'oggetto le dimensioni volute. Per ottenere la forma desiderata 1 spessonecessario procedere in pi5 tempi, riscaldando fino al punto di plasticit6 solo la parte dell'oggetto chedeve essere ulteriormente allargata.8alvolta la soffiatura avviene dopo che il bolo 1 stato introdottofra le due parti incernierate di uno stampo metallico, cos+ che gonfiandosi il vetro vada ad accostarsialle sue pareti interne, assumendone la forma. @opo la soffiatura si pu procedere all'aggiunta di altrielementi &manici, piedi, beccucci ecc., utilizzando piccoli boli che, appoggiati allo stato pastoso sullasuperficie solidificata, vi si saldano e possono essere sagomati prima che solidifichino anch'essi.

PressaturaAell'antichit6 questo metodo veniva applicato per consentire al vetro di aderire perfettamente allostampo. Bli artigiani islamici ricorrevano a semplici torchi con cui realizzavano pesi e sigilli. I produttorieuropei riscoprirono la pressatura sul finire del 4ettecento e la sfruttarono per fabbricare i tappi deidecantatori e le basi del vasellame a stelo. 7ll'inizio dell'Ottocento negli 4tati =niti ebbe grandesviluppo la pressatura meccanica, processo in cui il bolo veniva introdotto nello stampo e schiacciato da uncontrostampo che gli conferiva la forma definitiva3 stampo e controstampo recavano talvolta decori daimprimere sul pezzo.

4tiramentoIn passato il vetro tirato in lastra e in particolare il vetro per specchi veniva prodotto versando ilmateriale fuso su una tavola di ghisa e appiattendolo mediante un apposito rullo, per poi passare alla fase

di lucidatura. I procedimenti pi5 moderni prevedono invece uno stiramento continuo per mezzo di doppirulli.

avorazione a lumeIl vetro, generalmente in bacchetta o in tubo, viene portato allo stato pastoso e modellato al calore diuna fiamma viva, ad esempio di un becco a gas. a tecnica 1 utile per la realizzazione di oggetti moltopiccoli.

@ecorazioni su vetrosistono diverse tecniche di decorazione su vetro, tra cui l'intaglio, l'incisione, la pittura, la doratura e lo

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smalto.Ottica ;amo della fisica che si occupa della natura e della propagazione della luce. In senso ampio, iltermine luce 1 riferito alle radiazioni che costituiscono una particolare banda dello spettro delle ondeelettromagnetiche e sono capaci di produrre la sensazione visiva. Il campo del visibile si estende tracirca /"# nm &violetto e circa >"# nm &rosso.o studio dell'ottica 1 comunemente diviso in ottica

geometrica e ottica fisica.Aatura della lucea luce pu essere descritta sia in termini di flusso di particelle, che trasportano quantit6 fisse dienergia &vedi Fotoni, sia in termini di treni di onde trasversali. Queste due descrizioni rispecchiano ilduplice aspetto corpuscolare e ondulatorio della radiazione luminosa e vengono utilizzate per spiegarefenomeni diversi. Il concetto di fotone spiega infatti l'interazione tra luce e materia, che viene vistacome scambio di energia fra fotoni e particelle, mentre il concetto di onda viene usato di solito perdescrivere la propagazione della luce e alcuni fenomeni di formazione delle immagini.e onde luminose,come gli altri tipi di radiazioni elettromagnetiche, sono costituite da campi elettrici e magneticiinterdipendenti e rapidamente variabili, che occupano tutti i punti di una determinata regione di spazio.Il campo elettrico e il campo magnetico sono vettori: hanno direzioni perpendicolari e si propagano in

direzione ortogonale al piano che li contiene. a forma pi5 semplice di onda luminosa 1 un'onda sinusoidalepura, cosiddetta perch1, se si rappresentano in un grafico i valori del campo elettrico e di quellomagnetico lungo la direzione di propagazione, a un dato istante, si ottiene una sinusoide &vedi Funzionitrigonometriche. a distanza percorsa dall'onda in un ciclo completo 1 detta lunghezza d'onda, cheequivale anche alla distanza fra due punti con la stessa fase, ovvero due massimi o due minimi dellasinusoide. Il numero di oscillazioni compiute dai campi in un secondo prende il nome di frequenza3 le duegrandezze non sono indipendenti e la lunghezza d'onda 1 data dal rapporto tra la velocit6 di propagazionee la frequenza.e radiazioni luminose di frequenza &o lunghezza d'onda diversa ci appaiono di diversocolore. a luce bianca 1 un miscuglio di tutte le lunghezze d'onda visibili e leggi di riflessione erifrazione della luce sono spiegate dalla teoria ondulatoria della luce, introdotta nel <-II secolo dalmatematico, astronomo e fisico olandese %hristiaan CuDgens. Il principio di CuDgens stabilisce che

ciascun punto di un fronte d'onda iniziale pu essere considerato come sorgente di piccole onde sferichesecondarie, che si diffondono dal proprio centro in ogni direzione, con velocit6, frequenza e lunghezzad'onda uguali a quelle del fronte generatore. Quindi, un nuovo fronte d'onda pu venire definitocomponendo queste nuove piccole onde. Poich? la luce si propaga perpendicolarmente al fronte d'onda, 1possibile, mediante il principio di CuDgens, prevedere le variazioni nella direzione di propagazione.Quandole onde incontrano la superficie di separazione tra due mezzi materiali diversi, ogni punto della superficiediviene sorgente di due nuovi gruppi di onde: le onde riflesse 2rimbalzano2 nello stesso mezzo diprovenienza, mentre quelle rifratte penetrano nel secondo mezzo. 7nche questo comportamento puessere spiegato in base al principio di CuDgens, tuttavia 1 pi5 semplice, e spesso sufficiente, ricorrere auna descrizione geometrica e rappresentare la luce che si propaga come un insieme di raggi luminosi. Ilraggio di luce 1 un'entit6 astratta, che corrisponde alla direzione del flusso dell'energia radiante.

Aell'ottica geometrica, la teoria ondulatoria della luce 1 praticamente ignorata, e le traiettorie dei raggiluminosi attraverso un sistema ottico vengono determinate applicando le leggi della riflessione e dellarifrazione.Ottica geometrica'ottica geometrica si basa sul principio della propagazione rettilinea della luce e sull'indipendenza deiraggi luminosi &assumendo che essi non interagiscano e pu essere utilizzata per descrivere i fenomeni diriflessione e rifrazione. 8rova numerose applicazioni nel progetto di lenti e altri componenti deglistrumenti ottici.Ottica fisica

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'ottica fisica 1 basata sull'assunzione del carattere ondulatorio della radiazione luminosa e fornisceun'interpretazione soddisfacente di fenomeni come la polarizzazione, l'interferenza e la diffrazione,tipici del moto ondulatorio.