Europa in Crisi

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Questo e-book è la prima produzione editoriale della community di Global Voices Online e include articoli relativi a conversazioni, partecipazione e mobilitazione dei cittadini europei alle prese con i problemi economici e l'austerità. L'e-book propone una selezione dei post pi`¨interessanti (dalla primavera 2011 al luglio 2012), ed è stato pensato come un agile strumento per l’ulteriore diffusione e la discussione sul tema.

Transcript of Europa in Crisi

  • Europa in crisiLa voce dei citizen mediaArticoli curati da Global Voices (2011-2012)Questo e-book viene rilasciato con Licenza Creative Commons Attribution 3.0.Immagine di copertina di Vectorportal, ripresa con Licenza Creative Commons Attribution 2.0Prima edizione: ottobre 2012Editor: Bernardo ParrellaPubblicato da Global Voices BooksProdotto da Quintadicopertina / PingTheWorld

  • Europa in crisiLa voce dei citizen media

    Articoli curati da Global Voices (2011-2012)

  • Indice

    IntroduzioneLa blogosfera africana si rispecchia e commenta sulla crisieconomica in GreciaPortogallo: la generazione dei precari scende in piazzaSpagna: prosegue la mobilitazione, nelle strade e su InternetPortogallo: i netizen riflettono sullesperienza islandese didemocrazia direttaSpagna: i social media raccontano il #15OGrecia: crisi economica, misure anti-austerit e proteste diffuseGrecia: Mettere al mondo dei figli non un privilegio per ricchi!Eurozona 2011: lanno perduto delleconomia europeaItalia: nuove proteste contro lausterit (e la disinformazionemainstream)Grecia: suicidio in piazza SyntagmaSvizzera: proposta di legge per il reddito di cittadinanzaEuropa: crisi economica e politiche anti-immigrazioneGermania: #Blockupy contro i programmi europei di austeritIndice analitico

  • Introduzione

    A partire da dicembre 2007, una forte recessione ha colpitoleconomia mondiale e le strutture sociali e politiche nazio-nali. La situazione si particolarmente aggravata nel set-tembre 2008, soprattutto nel mercato statunitense, dovepersiste un alto livello di disoccupazione, insieme alla scarsafiducia dei consumatori, al continuo decrescere dei valoridegli immobili e allaumento del numero dei pignoramentie della bancarotta, alla crescente crisi del debito federale,allinflazione, al rialzo dei prezzi per prodotti alimentari epetrolio. In particolare, un rapporto curato da Bloomberg nel2009 rivelava che dallinizio della crisi erano stati cancella-ti 14,5 triliardi (il 33 per cento) del valore complessivo delleaziende globali.

    Come previsto, questa recessione ha poi colpito la maggiorparte dei Paesi europei, rafforzando lidea per cui la crisidella finanza globale rappresenta una seria minaccia per lastabilit internazionale. Fino al settembre 2008, le politicheoperative dei governi attivate al riguardo hanno interessatoun numero limitato di Paesi (Grecia, Spagna e Italia), quan-do la Commissione Europea aveva proposto un piano di sti-molo di 200 miliardi di euro, da attuare poi dai singoli Pae-

  • si. Il summit del G-20 svoltosi a novembre 2008 a Washing-ton aveva lo scopo di impostare un piano generale per la cri-si economica. A questo ne segu un altro a Londra nel 2009.Ma nonostante alcune misure e interventi economici mes-si in atto nellottobre 2011 e nel febbraio 2012, diversi Pae-si dellUnione Europea non riescono tuttora a sostenere laspesa del debito pubblico senza aiuti esterni.

    In questo momento lEuropa si sta muovendo verso una len-ta fase di crescita mentre tenta di prendere le distanze da ciche ritiene essere insostenibile in termini di debito. Per su-perare questo periodo di transizione, cercando al contempodi tenere insieme lEurozona, i leader europei hanno creatoun pacchetto diviso in tre parti per salvare la Grecia, il Paesepi colpito dalla crisi, nonch per ricapitalizzare le banche estudiare un meccanismo di stabilit per le nazioni a rischio.Tuttavia la situazione rimane critica per gran parte dei 17Paesi membri. Oggi persino la funzionalit della moneta eu-ropea a rischio e lagitazione sta montando in tutta Europa,in particolare nelle strade della Grecia e nelle citt spagnole.

    Mentre i media tradizionali, i politici e gli esperti propongo-no una variet di punti di vista e si affannano alla ricerca dipossibili soluzioni, i cittadini danno voce alle loro frustrazio-ni represse, soprattutto in quei Paesi in cui si tenta di mette-re in atto politiche di salvataggio. Le molte proteste spon-

    Introduzione

  • tanee verificatesi un po in tutta Europa nel corso del 2011hanno messo in evidenza un malcontento diffuso relativo al-la gestione della crisi economica. Con lampio ricorso a In-ternet, le piattaforme di social media e di giornalismo par-tecipativo stanno diventando un punto di riferimento perquanti vogliono comprendere nel miglior modo possibile ilfuturo che attende lEurozona.

    In particolare, a partire dalla nascita del movimento degliindignados in Spagna e in Grecia nel maggio 2011, le nar-rative digitali vanno conquistando nuovi spazi per quanticomprendono lurgenza e limportanza di non lasciare ca-dere nel silenzio le tante e drammatiche storie personali inunEuropa in preda a una crisi senza precedenti e dalle con-seguenze ancora incerte.

    Fin dalla primavera 2011, Global Voices Online ha aperto unasezione speciale dedicata allEuropa in crisi, con lintento diamplificare la voce dei comuni cittadini che vivono sulla lo-ro pelle le conseguenze sociali, politiche e finanziarie dellarecessione europea. Continuiamo (e continueremo) a tenerelocchio puntato su Grecia, Spagna, Portogallo, Italia e tuttiquei Paesi colpiti dalla crisi delle banche e dellEuro, foca-lizzandoci sui media online e sulle piattaforme partecipati-ve. Fino al luglio 2012, il nostro team di 80 volontari al temaspecifico ha prodotto oltre 80 articoli in inglese, la maggior

    Introduzione

  • parte dei quali tradotti in italiano e in altre lingue. Questo e-book ne ripropone solo una selezione ed stato pensato co-me un agile strumento per lulteriore diffusione e la discus-sione in merito.

    Mentre i media mainstream hanno spesso posto in evidenzale debolezze della UE o dei poteri consolidati, la nostra co-pertura mira ad alimentare la solidariet e la comprensionetra le nazioni europee. Lobiettivo di fondo rimane quello dicogliere lanimata riflessione e il dibattito provocati dalla si-tuazione per dare spazio a nuove idee e risposte alternati-ve. Grazie al lavoro di traduzione del nostro team interna-zionale, i rilanci dei citizen media proposti da Global Voicespuntanto a costruire dei ponti di comprensione tra gli indi-vidui, i media internazionali, gli attivisti, gli studenti e i gio-vani delle nazioni colpite dalla crisi economica, oggi e doma-ni. Incluse le possibili ripercussioni in altre regioni, a partiredal continente africano.

    Lattenzione qui viene posta sui citizen media, sottolineandocome quanti decidono di farne uso per megafonare le rifles-sioni individuali, quasi sempre finiscono per coinvolgersi odar vita a concreti e importanti progetti comuni. Gli stru-menti online e la telefonia mobile vanno cio intesi comespinta verso nuovi impulsi per il riutilizzo dellinformazione

    Introduzione

  • da parte di cittadini di ogni et e condizione sociale, oltreche di laboratori sperimentali per la democrazia fai da te.

    Al fine di ottenere una pi ampia diffusione di queste vocie creare una sorta di memoria storica, questo primo e-bookdi Global Voices, Europa in Crisi, raccoglie il meglio della con-versazione sociale, della partecipazione e della mobilitazio-ne espressa finora dai netizen alle prese con questi difficilimomenti di austerit nel Vecchio Continente e non solo.Staremo a vedere cosa ci porter il futuro.

    Il team editoriale Europa in crisi di Global Voices.

    Introduzione

  • Cosa facciamo: Global Voices Online unorganizzazione non-profit e una community online composta da oltre 500 neti-zen di ogni parte del mondo, impegnati a informare sul mo-do in cui i cittadini utilizzano Internet e i social media perfar sentire la loro voce. Autori e traduttori volontari lavora-no insieme per amplificare la conversazione online, legan-do tra loro una gamma di culture e comunit diverse. Glo-bal Voices attira circa 500mila visitatori al mese e gli articolivengono tradotti quotidianamente in oltre in 20 lingue (vediil Progetto Lingua).

    Lanciato alla Harvard University allinizio del 2005, il pro-getto Global Voices finanziato tramite sponsor, commis-sioni editoriali e donazioni per coprirne i costi gestionali. Ilnostro team internazionale composto da attivi partecipan-ti agli spazi online locali, i quali operano per superare certemancanze di attenzione dei media mainstream e dare inve-ce forza e spazio alla voce dei cittadini online. Crediamo nel-la libert despressione e nella possibilit di colmare il vuotoche divide i popoli, le culture, le lingue.

    Introduzione

  • Mentre inizialmente lattenzione del progetto era posta suiPaesi non occidentali e sui loro problemi, di recente la no-stra copertura online sta interessando anche i Paesi europei.Usando linglese come lingua-ponte, gli articoli vengono co-munque tradotti in molte altre lingue, tra cui il francese, lospagnolo, il portoghese, il greco, litaliano, il catalano e altri.

    Per aggiornamenti sullo speciale Europa in crisi, si puvisitare lapposita sezione, o anche seguire tramite Twitter@GVEuropeCrisis e i feed RSS. Molti di questi articoli vengo-no tradotti anche in italiano.

    Per commenti, discussioni e altre risorse, c la pagina dedi-cata sul sito di Global Voices Books.

    Introduzione

  • Questo lelenco di tutti gli autori e traduttori che hannocontribuito a realizzare gli articoli selezionati per questo e-book. Per la lista aggiornata dei collaboratori variamentecoinvolti nel progetto in corso su Europa in Crisi, si puconsultare la relativa pagina.

    Adriana Gutirrez, Agnieszka Malinowska, Alba Galvez,Aleksandra Kling, Alena Lakova, Alexia Kalaitzi, Ana Va-squez, Antonella Grati, Ardjana Vogli, Ariane Defreine, Aste-ris Masouras, Avylavitra, Azucena Ramos, Blanca Barredo,Bijoy, Candy, Chris Moya, Claire Ulrich, Cristy Gomez, Davi-do, Dijana Djurickovic, Dorota Goczal, Evan Fleischer, FTSK,Gabriela Garcia Calderon Orbe, Gabriella Lillsunde, GiuliaJannelli, Haytham Abo Domaideh, Hsu-Lei Lee, Iryna Na-talushko, Kaori Nagatomo, Katrin Zinoun, Katya Churkina,Kristina G. Ilieva, Janet Gunter, Leila Nachawati Rego, Leo-nard Chien, Louise Ohlsn, Lova Rakotomalala, Luca Di Maio,maj_da_, Maja Veldt-Poklepovic, Manuela Visintin, MariaLelyuk, Maria Sidiropoulou, Marianna Breytman, Mariatere-sa Varbaro, Mario Sorgalla, Melina Helm, Michelle Winther,Monika Lewandowska, Natalya Renegar, Neus Adrian Pons,Nicole Schaupke, Nirinandrea, Pantha, Paola DOrazio, Pau-la Ges, Percy Balemans, Rayna St, Reza Nahaboo, Saman-tha Deman, Sanne Greve, Sara Moreira, Sara Sg, StanislasJourdan, Stratos Moraitis, Susanna Valle, Suzanne Lehn, Ti-na Campling, Veroniki Krikoni, Vivienne Griffiths, Yasuyu-

    Introduzione

  • ki Hoshiba, Yhlin, Ylenia Gostoli, Victoria K.Kitanovska, Ra-nia_k.

    Fabio Brambilla Pisoni ha curato la traduzione dallinglesedellintroduzione e delle altre parti redazionali di questo e-book.

    Introduzione

  • La blogosfera africana sirispecchia e commenta sulla

    crisi economica in Grecia

    I problemi delleconomia greca, e il successivo intervento del FMI, non sono af-fatto dissimili da analoghe situazioni di molti Paesi africani. Lo sottolineano lereazioni dei blogger locali.Post originale di Lova Rakotomalala (15/05/2010), traduzione di AntonellaGrati.

    Le sfide delleconomia greca, e il conseguente intervento delFondo Monetario Internazionale (FMI) per sostenere limpattodi ulteriori danni derivanti da ulteriori ricadute, sono qual-cosa di familiare per molti blogger africani. Nel corso di crisiprecedenti, lFMI stato coinvolto con esiti diversi in pro-poste relative a programmi di aggiustamento strutturale pereconomie africane in difficolt. Le reazioni dei blogger afri-cani spaziano da aneddoti ammonitori tratti da esperienzepregresse alle lezioni che dovrebbero essere state acquisitedalle proprie regioni di appartenenza.

  • Le petit ngre osserva che lEuropa si opposta finch ha po-tuto alla richiesta dintervento da parte dellFMI durante lacrisi greca. E si domanda perch una tale richiesta di aiutoabbia costituito una decisione cos pesante per un Paese eu-ropeo, quando invece fino allaltro ieri sembrava un eventoallordine del giorno in Africa. Ecco perch ritiene che i Pae-si europei si preoccupino di una possibile prescrizione dellaGrecia da parte dellFMI:

    Le twist dans le cas grec et que, comme on ne peux pas dvaluerlEuro comme on a jadis dvalu le Franc CFA, les dirigeants

    europens se retrouvent contraints et forcs daider dune manire oudune autre la Grce

    Nel caso della Grecia, il problema che si avverte una forteresistenza a svalutare lEuro cos velocemente come statofatto in precedenza con il franco CFA (Comunit FinanziariaAfricana). Di conseguenza, i leader europei si sono trovati conle spalle al muro e costretti ad aiutare la Grecia, in unamaniera o nellaltra.

    Analogamente, anche Lambert Mbela deduce che dato il livel-lo dei deficit in molti Paesi europei oltre alla Grecia, una so-

    La blogosfera africana si rispecchia e commenta sulla crisi economica in Grecia

  • stanziale svalutazione monetaria dellEuro andrebbe presain considerazione:

    Admettons quand mme que les situations sont similaires: dficitbudgtaire, endettement public, taux de chmage lev, balance

    commerciale dficitaire, mauvaise gestion des finances publiques,avec comme cerise sur le gteau, fricotage des donnes publiques !!!

    Srieux, si cavait t le Mexique, lArgentine ou le Burkina-Faso quiprsentait de tels manquements, Monseigneur FMI prconiserait dj

    une dvaluation comptitive et des programmes dajustementstructurel afin de rtablir les finances publiques.

    Almeno abbiano il coraggio di ammettere che le condizionisono molto simili: deficit di bilancio, debito pubblico, alto tassodi disoccupazione, bilancia commerciale in rosso, cattivagestione delle finanze pubbliche e, come se non bastasse, datipubblici manipolati!!Seriamente, se si trattasse del Messico, dellArgentina o delBurkina-Faso, il potente organismo FMI avrebbe gi prescrittouna svalutazione competitiva e un aggiustamento strutturaleper sostenere le finanze pubbliche.

    ric Toussaint spiega che le misura apparentemente inspiega-bili degli interventi dellFMI per le diverse regioni potrebbeessere la diretta conseguenza del fatto che i Paesi meridio-

    La blogosfera africana si rispecchia e commenta sulla crisi economica in Grecia

  • nali non hanno molta voce in capitolo nel processo decision-ale dellFMI:

    lAfrique subsaharienne occupe une place gale la France alorsquelle compte 10 fois plus dhabitants. LAfrique au Sud du Sahara

    ne dispose que de deux membres au sein du Conseil dadministrationdu FMI et ces deux membres doivent exprimer le point de vue de 48

    pays [..] Vous imaginez la difficult des 48 pays africains se faireentendre si seuls 2 administrateurs les reprsentent.

    Nonostante lAfrica subsahariana abbia un numero di abitanti10 volte superiore alla Francia, entrambe hanno lo stesso pesoallinterno dellFMI. Lintera regione ha soltanto duerappresentanti nel comitato direttivo dellFMI e devono darevoce alle opinioni di 48 Paesi [..] Si pu immaginare ladifficolt di far sentire la voce di 48 nazioni quando hannoappena due rappresentanti.

    Musengeshi Katata su Forum Realisance indaga ulteriormentesui motivi per cui la crisi greca passata sotto silenzio percos lungo tempo. Nonostante lFMI abbia pubblicato di re-cente un resoconto ottimistico sullo stato della regione sub-sahariana, molti sono ancora scettici per lenfasi posta sulla

    La blogosfera africana si rispecchia e commenta sulla crisi economica in Grecia

  • crescita economica, lasciando molte problematiche ancorainespresse.

    Mappa dei votanti nel FMI, 2006, ripresa da World Mappercon licenza Creative Commons

    Infine, Paul Bara a AfriqueRedaction appare pessimista sullapossibilit di una soluzione sostenibile per la crisi globale:

    Notre modle de croissance bas, sur la squence: crdit -consommation - dette, est obsolte. En second lieu parce que les

    systmes politiques et les gouvernements semblent incapables dejeter les bases dun nouveau modle de dveloppement [..] Un Krach

    parait donc invitable en 2010 puisque comme lexplique KennethRogoff, la dfaillance dun tat (ou de plusieurs) parat invitable: se

    posera alors de manire aigu le problme dun modle de croissancetotalement inadapt (crise systmique).

    La blogosfera africana si rispecchia e commenta sulla crisi economica in Grecia

  • Il nostro modello attuale, basato sulla sequenzacredito-consumo-debito, obsoleto. Non viene sostenuto daisistemi politici e dai governi che apparentemente sonoincapaci di porre le basi di un nuovo modello di sviluppo [...]Pertanto, un crollo nel 2010 sembra ineluttabile poich, comespiega Kenneth Rogoff, il fallimento di un altro Stato (oppuredi altri Stati), appare inevitabile: il problema della crisisistemica di un modello di crescita inadeguato diventerpresto manifesto in maniera pi acuta.

    La blogosfera africana si rispecchia e commenta sulla crisi economica in Grecia

  • Portogallo: la generazione deiprecari scende in piazza

    Il 12 marzo tanti scendono in strada in Portogallo e nel resto d'Europa per pro-testare contro la diffusa crisi del lavoro. Ma la si pu forse definire gener-azione perduta?Post originale di Ana Vasquez (11/03/2011), traduzione di Giulia Jannelli.

    Il dado tratto. Il 12 marzo in varie citt del Portogallo e da-vanti alle ambasciate portoghesi di tutta lUnione Europea, igiovani si apprestano a scendere in piazza. Secondo le paro-le degli organizzatori la protesta della Gerao Rasca [gene-razione dei precari ] una protesta indipendente, laica e pacifica,che vuole aumentare la partecipazione democratica nel Paese.

    Nata come fenomeno spontaneo su Facebook, in meno di unmese ha ottenuto oltre 64.639 conferme di partecipazione:

    Ns, desempregados, quinhentoseuristas e outros mal remunerados,escravos disfarados, subcontratados, contratados a prazo, falsos

    trabalhadores independentes, trabalhadores intermitentes,

  • estagirios, bolseiros, trabalhadores-estudantes, estudantes, mes,pais e filhos de Portugal. Protestamos:

    Pelo direito ao emprego! Pelo direito educao! Pela... melhoria das condies de trabalho e o fim da

    precariedade! Pelo reconhecimento das qualificaes, competncia e

    experincia, espelhado em salrios e contratos dignos!

    Noi disoccupati, i cinquecento euristi e tutti quelli con stipendida fame, schiavi mascherati, sottocontrattati, lavoratoritemporanei, supposti lavoratori indipendenti [contrattati cosdai datori di lavoro che non vogliono pagarci le indennitpensionistiche], precari, stagiare, borsisti, studenti, madrilavoratrici, padri e figli del Portogallo. Rivendichiamo:

    Il diritto allimpiego! Il diritto allistruzione! Il miglioranento delle condizioni di lavoro e la fine

    della precariet dei contratti di lavoro! Salari e contratti che risconoscano le nostre

    competenze ed esperienze!

    Portogallo: la generazione dei precari scende in piazza

  • Manifesto dellamanifestazione GenerazioneGenerazioneprecariaprecaria creato su Facebook

    La disoccupazione in cifreNel dicembre 2010, lemittente TSFRadio News ha reso noti una serie didati presi dall INE (Istituto Naziona-le di statistica) che sottolinea che pidi 300.000 giovani non hanno unattivit[economica]. Nel loro sito web, la stes-sa emittente il 24 di febbraio affermache che il 23% dei giovani disoccu-pato, 720,000 lavoratori hanno con-tatti a breve termine e c un aumen-to del 14% nel ricorso al recibos verdes[lavoratori che ricorrono alla partitaiva] registrato negli ultimi tre mesi.Sul blog Epgrafe (Epigramma), Ricar-do Salabert, del FERVE Movimento(BOIL, acronimo per Stanchi dei Re-cibos Verdes), spiega cosa implicanonel mercato lavorativo questo tipodi relazioni:

    Os recibos verdes so um modelo defacturao aplicvel aos trabalhadores

    independentes, i.e., s pessoas que prestam servios ocasionais paraentidades vrias (empresas ou particulares). So exemplo disso os

    Portogallo: la generazione dei precari scende in piazza

  • mdicos, os arquitectos (entre outros) que podem passar recibosverdes aos seus clientes, no tendo de se estabelecer como empresa.

    Recibos verdes un modello di fattura a cui possono ricorrere ilavoratori indipendenti, vale a dire coloro che lavoranooccasionalmente per diversi datori di lavoro (compagnie osingoli). Un esempio sono i medici, gli architetti (tra gli altri)che possono fatturare i propri servizi ai clienti senzacostituirsi in una compagnia.

    In questo modo cresce la percentuale di lavoratori fuori dalsistema di previdenza sociale (malattia, gravidanza, mortedei coniugi), che non matura diritto alle vacanze o a altri tipidi sussidio. Questi lavoratori possono essere licenziati daidatori di lavoro in ogni momento dato che non hanno nes-sun contratto con limpresa. Sono decine di migliaia i porto-ghesi di tutte le et con lo status di falso recibos verdes chestanno invece lavorando per le compagnie alle stesse condi-zioni di un normale dipendente, come descritto nel codicedel lavoro (articolo 12), rimandendo in questo modo precari.

    Linno del movimentoAlcuni la chiamano la generazione n n, come Rui Rocha sp-iega, sul blog Delito de Opinio (Reato dopinione):

    Portogallo: la generazione dei precari scende in piazza

  • Nem estudam, nem trabalham. () Tipicamente, esta uma geraopotencialmente melhor preparada do que as que a precederam e,

    aparentemente, muito segura de si. So, todavia, presa fcil dadegradao do mercado laboral e no conseguem encontrar uma

    sada airosa, nem combater este estado de coisas. Os socilogosidentificam uma caracterstica muito comum neste grupo: a

    inexistncia de qualquer projecto de vida. As manifestaes maisevidentes so a apatia e a indolncia.

    N studiano n lavorano. (...) In generale si tratta di unagenerazione potenzialmente meglio preparata delle precedentie apparentemente conscia delle proprie capacit. Sono perfacili prede del degrado vissuto dal mondo del lavoro e nonriescono a trovare una via duscita decente ma neppurelottare per cambiare le cose. I sociologi hanno identificato unacaratteristica comune alla stragrande maggioranza di loro:lassenza di ogni tipo di progetto di vita. Si tratta di personeche appaiono apatiche ed indolenti.

    Verso la fine di gennaio il gruppo musicale Deolinda nel cor-so del suo tour ha presentato un brano che ha scosso le men-ti, dando un nome e una voce a quella che stata poi definitada qualcuno generazione perduta.

    Portogallo: la generazione dei precari scende in piazza

  • Sou da gerao sem remuneraoE nem me incomoda esta condio

    Que parva que eu sou!Porque isto est mau e vai continuar

    J uma sorte eu poder estagiarQue parva que eu sou!

    E fico a pensar,Que mundo to parvo

    Onde para ser escravo preciso estudar...

    Sono della generazione senza stipendioe non me ne importa un granchChe stupido che sono!Le cose vanno male e non sembra miglioreranno presto

    Portogallo: la generazione dei precari scende in piazza

  • Mi va ancora bene che faccio uno stageChe scemo che sono!E poi mi metto a pensare,a che stupido sto mondodove per fare lo schiavo bisogna studiare...

    La canzone dei Deolinda, con oltre 345.000 visite su YouTu-be, diventato spontaneamente linno della generazioneperduta.Pochi giorni dopo nelleditoriale di un giornale gratuito, ladirettrice Isabel Stilwell, scriveva: se hanno studiato e sonoschiavi sono degli stupidi senza dubbio. Stupidi per aver speso i sol-di dei loro genitori e le nostre tasse finendo per non imparare unbel nulla. La rete le ha risposto in massa sui social media.Linno poi diventato la miccia che ha fatto esplodere tuttiquelli che sentono di star pagando per gli sbagli della gener-azione che li ha preceduti.

    Portogallo: la generazione dei precari scende in piazza

  • Satira sull'articolo di IsabelStilwell, dalla pagina

    Facebook "art 21" (articolodella costituzione

    portoghese sul diritto allaresistenza)

    Molti problemi, poche soluzioniSe da una parte questa situazione hacreato un fronte comune, dallaltramolti altri ne hanno preso le distan-ze. Si avviato un dibattito su que-stioni fino ad allora ignorate.Mentre il blog O Jumento riflette sullasolidariet intergenerazionale (osulla sua assenza), Helena Matos, nelblog Blasfmias, discute la legittimitdel reclamo di questa generazioneallaccesso agli stessi diritti dei geni-tori:

    Preparam-se agora os ditos membros dagerao rasca no para exigir que os

    mais velhos mudem de vida mas simque tambm eles possam manter esse

    tipo de vida. Quem vier depois que se amanhe. A prosseguirmos,dentro de alguns anos, assistiremos a protestos de geraes que se

    diro bem pior do que rasca.

    La cosiddetta generazione precariasi sta preparando non adesigere che i pi vecchi cambino il loro stile di vita ma achiedere di potervi accedere. Coloro che verranno dopo si

    Portogallo: la generazione dei precari scende in piazza

  • dovranno arrangiare. Dopodich tra pochi anni, assistiremoalle proteste delle generazioni che vivranno molto peggio dellagenerazione dei precari.

    Luis Novaes Tito fa appello ad un cambiamento dello statusquo, sul blog A Barbearia do Senhor Luis (Dal barbiere Luis),preconizzando la possibilit che si instauri un conflitto tragenerazioni:

    Concordo que, em vez de chorarem pelos cantos embalados pelofaducho do j no posso mais, vo para a rua gritar que tempo de

    mudar, antes que os mandem embalar a trouxa e zarpar.

    Mi pare giusto che invece di lamentarsi in un angolo immersiin un tipico fado della serie Non ce la faccio pi, vadano per lestrade urlando che tempo di cambiare, prima che li mandinoa fare armi e bagagli.

    Tra i post ed i commenti, tra gli editoriali e gli articoli di opi-nione apparsi nei media tradizionali, ci sono anche coloroche cercano di stimolare ad una riflessione che vada alla ra-dice del problema: cause e soluzioni (sapendo che pi fa-cile trovarsi daccordo sulle cause che sulle soluzioni). La di-

    Portogallo: la generazione dei precari scende in piazza

  • scussione si dunque estesa al ruolo dello Stato e del legis-latore, e a quello delle Universit e delle scuole superiori.E cos va in Portogallo, un Paese dalle buone maniere, il cui li-vello di conformismo ha probabilmente raggiunto il limiteuna volta per tutte. Lontani dallaver trovato una piattafor-ma comune che unisca classe politica, societ civile e la ge-nerazione in questione, il movimento che che cresce e si er-ge contro il vecchio cerca adesso un sentiero verso la matu-rit. Il 12 marzo 2012 ha affrontato la sua prima vera provae data la difficolt di avere numeri reali quando si tratta del-le reti sociali, solo dopo si possono sapere quali sono state levere dimensioni della volont di cambiamento di questa ge-nerazione. E aspettiamo. Ansiosi.Aggiornamento: La manifestazione ha avuto un grande suc-cesso, secondo gli organizzatori vi hanno preso parte circa200mila persone solo a Lisbona.

    Portogallo: la generazione dei precari scende in piazza

  • Spagna: prosegue lamobilitazione, nelle strade e su

    Internet

    Oltre ad accamparsi in diverse citt del Paese, gli attivisti spagnoli vanno or-ganizzandosi in modo decentrato e orizzontale anche online.Post originale di Leila Nachawati Rego (20/05/2011), traduzione di SusannaValle.

    Da oltre una settimana i cittadini spagnoli scendono in piaz-za per chiedere maggior democrazia in vista delle prossimeelezioni, con migliaia di persone accampate in diverse cit-t. Il 18 maggio,dopo che le proteste hanno dominato i titolidella stampa internazionale, la Giunta Elettorale di Madrid hamesso fuorilegge il movimento del 15 maggio (15M), ma gli or-ganizzatori hanno raccolto la sfida, facendo confluire i ma-nifestanti in piazza della Puerta del Sol, dove sono rimastiper tre giorni, a dispetto della pioggia.

  • La Puerta del Sol a mezzanotte. Madrid, 19 maggio.Fonte: Mikel el Prdanos

    Secondo la Giunta Elettorale di Madrid, non esistono ragionidi particolare rilevanza per convocare con urgenza delle ma-nifestazioni di massa. Tali dichiarazioni mostrano il divarioche si creato tra i discorsi ufficiali e le esigenze dei citta-dini, fomentando lopposizione contro i due maggiori partitipolitici. Le proteste si sono diffuse in tutto il Paese e su In-ternet, con centinaia di migliaia di manifestanti in diversecitt, tra cui Mlaga, Granada e Tenerife, mentre gli utentidella rete continuano a condividere notizie e aggiornamen-ti, sostendosi reciprocamente tramite i social media, in par-ticolar modo Twitter:

    Spagna: prosegue la mobilitazione, nelle strade e su Internet

  • #acampadasol Mojndose por la democracia y por unos derechos yunos deberes ms justos. Mucho nimo desde #acampadasegovia

    #nonosvamos

    #acampadasol Siamo sotto la pioggia per la democrazia e perdiritti e doveri pi giusti. Un grande incoraggiamento ciarriva da #acampadasegovia #nonosvamos

    Eventi sono stati organizzati anche in altre citt, come Lon-dra e Gerusalemme, principalmente attraverso Facebook eTwitter, per esprimere solidariet ai manifestanti, davantialle rispettive ambasciate spagnole:

    @Anon_Leakspin: Alle 19:00 ci accampiamo davantiallambasciata spagnola a Londra (Regno Unito).

    I cittadini si sono auto-organizzati in maniera efficace,creando comitati per gli affari legali, la comunicazione, lepulizie, il cibo, la salute e perfino per la musica. I sostenitorihanno portato cos tanto cibo negli accampamenti che gliorganizzatori hanno dovuto trovare il modo di conservarlo.Decine di volontari continuano poi a tradurre documenti e

    Spagna: prosegue la mobilitazione, nelle strade e su Internet

  • decisioni del comitato in inglese, francese, arabo e anche nellinguaggio dei segni.

    Manifestanti a Madrid. Foto Julio Albarrn,ripresa con Licenza Creative Commons.

    Risulta difficile sia per i media che per i principali partitipolitici restare al passo con gli eventi, dato che le relativehashtag su Twitter compaiono, si trasformano e si sostitui-scono luna allaltra con grande rapidit: #democraciarealya,#spanishrevolution, #acampadasol, #nonosvamos, #yeswe-camp, #notenemosmiedo, #juntaelectoralfacts, #esunaop-cion, #tomalaplaza, #pijamabloc tag che coesistono con

    Spagna: prosegue la mobilitazione, nelle strade e su Internet

  • quelle dedicate ai concentramenti locali, uno per ogni citt:#acampadavalencia, #acampadalgo, #acampadabcn...

    @LaKylaB: Cuntos decan que no era posible un cambio? Cuntoscrean que siempre viviramos as?Cuntos?. Esto es solo el comienzo.

    @LaKylaB: Quanti dicevano che il cambiamento non fossepossibile? Quanti credevano che che saremmo sempre vissuticos? Quanti? Questo soltanto linizio.

    Decine di tag hanno trasformato questa protesta, ironia del-la sorte, in un movimento difficile da decodificare. Le mo-bilitazioni in Spagna, prive di leader identificabili e con unsistema di comunicazione decentrato, stanno diventandounaltra manifestazione di un movimento globale che lestrutture tradizionali faticano ad interpretare.Le persone non usano i social media soltanto per organizzar-si e condividere gli aggiornamenti, ma stanno facendo un unuso molto efficace degli strumenti di collaborazione digita-le. I loro obiettivi e le loro richieste sono visibili sul sito diDemocracia Real Ya.C anche un wiki dove gli utenti pubblicano informazionie materiali, documenti online con pareri legali riguardo aldiritto dassociazione e riunione, una petizione urgente per

    Spagna: prosegue la mobilitazione, nelle strade e su Internet

  • chiedere di cancellare il divieto di accamparsi, ed un postdiffuso contemporaneamente da svariati attivisti, tratto dalblog del movimento #nolesvotes (Non votate per loro), oltrea tante altre iniziative risultalti dalliniziativa di collabora-zione online nota come #nolesvotes: por un voto responsable.

    Manifestanti a Madrid. Foto Julio Albarrn,ripresa con Licenza Creative Commons.

    Colaboracin distribuida: Te invitamos a copiar este texto y construirpginas de enlaces que referencien todos los sitios que dan apoyo a la

    iniciativa. De igual modo, invitamos a los dems colectivos quecomparten nuestra propuesta a que lleven a cabo acciones similares.

    Spagna: prosegue la mobilitazione, nelle strade e su Internet

  • La fuerza de la red reside en la distribucin y colaboracin entre susnodos.

    Collaborazione diffusa: Ti invitiamo a copiare questo testo ed acostruire delle pagine con dei link diretti a tutti i siti chesostengono liniziativa. Allo stesso modo, invitiamo altrigruppi che condividano la nostra proposta a portare a termineazioni dello stesso genere. La forza della rete sta nella suadiffusione e nella collaborazione tra i vari nodi.

    Manifestanti accampati alla Puerta del Sol, Madrid. Foto Julio Albarrn,ripresa con Licenza Creative Commons.

    Spagna: prosegue la mobilitazione, nelle strade e su Internet

  • Alcuni organi di informazione e leader politici hanno accu-sato il movimento di non avere una struttura ben definita. Icittadini tuttavia, giovani e meno giovani, si stanno organiz-zando con modalit differenti ed innovative. Occupano spazipubblici, sia nelle piazze che su Internet, ed usano strumentidigitali per organizzare, condividere e creare storie e infor-mazione. Un Grito Mudo stato programmato la mezzanottedi venerd 20 maggio, e sembra una metafora piuttosto po-tente di questo divario comunicativo.

    Per rimanere informati su Europa in crisi, si pu seguire laccount Twit-ter @GVEuropeCrisis e/o i relativi feed RSS. Molti dei post originali vengo-no tradotti anche in italiano.Sul sito di Global Voices Books unapposita pagina aperta a commenti ediscussioni.

    Spagna: prosegue la mobilitazione, nelle strade e su Internet

  • Portogallo: i netizen riflettonosullesperienza islandese di

    democrazia diretta

    Blogger e attivisti portoghesi si ispirano allesperienza islandese di democraziadiretta per cercare una risposta alla crisi che colpisce il loro Paese.Post originale di Sara Moreira (09/11/2011), traduzione di Giulia Jannelli.

    Nella stessa settimana in cui il primo ministro portogheseuscente Jose Socrates annunciava la necessit di un sal-vataggio finanziario internazionale per saldare il debitopubblico di 80 miliardi di Euro, gli islandesi hanno votatoper decidere se rifiutare o meno di partecipare come contri-buenti al salvataggio della banca Icesave.Questo esempio di democrazia diretta, la rinuncia al salva-taggio internazionale e la ripresa economica degli ultimi dueanni non sono argomenti che i media ufficiali portoghesi ab-biano raccontato in modo approfondito, mentre sono statiampiamenti analizzati dai blogger che nella storia della crisiislandese hanno trovato molti punti di ispirazione.

  • Clavis Prophetarum [pseudonimo], del blog Quintus, raccon-ta il perch secondo lui la coraggiosa resistenza islandese allastruttura politico-finanziaria che in modo anti democratico oggigoverna lUnione Europea, stata praticamente ignorata:

    A opo islandesa no serviu os interesses dos bancos europeus, logoestes tm todo o interesse em que se no fale dela nem que esta

    possvel via chegue aos ouvidos dos cidados. Quando em 2007, aIslndia foi o primeiro pas europeus a soobrar perante a crise

    mundial, declarando bancarrota por causa da falncia do seu maiorbanco muitos desconsideraram o impacto de tal crise alegando que se

    tratava apenas de um pequeno pas com pouco mais de meio milhode habitantes e que seria facilmente socorrido por um emprstimo do

    FMI. O problema foi que na Islndia a ajuda do FMI foi levada areferendo e derrotada.

    La scelta islandese non rispetta gli interessi delle bancheeuropee e per questa ragione non vogliono che se ne parli nche venga conosciuta dai cittadini. Quando, nel 2007, lIslandafu il primo paese europeo a cadere vittima della crisi globaledichiarando bancarotta in seguito al collasso della sua bancapi importante, molti non considerarono limpatto della crisidichiarando che si trattava solo di un piccolo Paese di pocomeno di mezzo milione di persone e che sarebbe statafacilmente riscattata da un prestito del FMI. Il problema

    Portogallo: i netizen riflettono sullesperienza islandese di democrazia diretta

  • stato che in Islanda la richiesta daiuto al FMI venne decisa inbase a un referendum e... i cittadini la rifiutarono.

    Una manifestazione a Reykjavik, 2008.Foto di Kristine Lowe su Flickr (Licenza Creative Commons)

    Aggiunge che in Portogallo, la soluzione per la crisi attuale nonpu affidarsi a dieci anni di severi tagli di bilancio per mantenere lebanche che ci hanno avidamente e sfrenatamente prestato denaro.

    Portogallo: i netizen riflettono sullesperienza islandese di democrazia diretta

  • Il referendum nazionale solo una delle lezioni che il Porto-gallo e lEuropa dovrebbero imparare dallIslanda, come rac-conta un articolo su ionline. La gente ha anche organizzatodei sit-in di fronte al Parlamento esigendo le dimissioni delgoverno conservatore, considerato il principale responsabi-le della crisi di fronte alla giustizia. Tra i primi risultati, il 5di settembre iniziato il processo al precedente primo mini-stro Geir Haarde ed stata completata la stesura della nuovaCostituzione scritta collettivamente.

    Pensate che in Portogallo dovremmo seguire il vostroesempio?In un video di Miguel Marques, un gruppo di cittadini por-toghesi cerca di capirne di pi sulla mobilizzazione socialechiedendo direttamente agli islandesi:

    Portogallo: i netizen riflettono sullesperienza islandese di democrazia diretta

  • Com successo che i sindacati in Islanda hanno assunto quelleposizioni fino a considerarsi parte del movimento di resistenzacontro la crisi del debito in Islanda e in tutta Europa? (...)Come vi state organizzando voi islandesi per creare le condizio-ni per un futuro migliore per il vostro paese?(...) Cosa sta succedendo adesso? Cosa state facendo? Per cosastate lottando e per cosaltro pensate sia giusto continuare alottare come avete fatto per la costituzione? La nuova costitu-zione propone veramente la separazione dei poteri economi-co, politico, religioso? Quale contributo dar? Quali aspetti vor-reste che la costituzione aiutasse a cambiare? ()Cosa state facendo adesso? I movimenti popolari... sono ancoraorganizzati? Vi riunite in piccoli gruppi? La gente si divide trachi stato eletto e chi no? Esistono piccoli gruppi di interesse?(...) Pensate che voi del nord e noi del sud Europa riusciremoa riunirci e capire cosa c che non funziona con lintero siste-ma, quello capitalista naturalmente? Come possiamo riuscire acreare una rete in cui proporre un sistema totalmente nuovosia per lEuropa che per il resto del mondo? Forza islandesi !

    Secondo Miguel Madeira, del blog Vias de Facto, il relativosuccesso islandese pi il risultato della mobilitazione po-polare che dei nuovi governi. In un commento al suo post,Fernando Ribeiro inizia sottolineando il fatto che in Islandanon c stato bisogno di arrivare a violenti scontri e sostiene

    Portogallo: i netizen riflettono sullesperienza islandese di democrazia diretta

  • che invece in Grecia, Irlanda e Portogallo la classe politica non hainterpellato- e non lo far nel futuro gli elettori che rappresentaquando dovevano essere prese decisioni importanti come il ricorsoai fondi europei. importante:

    requerer abertamente mais democracia na hora das tomadas dedeciso fundamentais, e ultrapassar o argumento caduco da

    democracia liberal em que a democracia representativa funcionaassim mesmo.

    pretendere apertamente pi democrazia quando vengonoprese decisioni di tale importanza e ignorare la vecchia tesidella democrazia liberale che sostiene che la democraziarappresentativa pu funzionare solo cos.

    Gli islandesi non chiedono solamente pi democrazia ma an-che di poter prendere parte all estrema forma della de-mocrazia partecipativa. (...) la democrazia 2.0, grazie a unanuova costituzione scritta collettivamente che verr discus-sa in Parlamento in ottobre. Paula Thomaz di Carta Capital ri-assume il processo:

    a discusso para a nova [constituio] islandesa se d atravs devdeos do Youtube em tempo real, que mostram os debates do

    Portogallo: i netizen riflettono sullesperienza islandese di democrazia diretta

  • Conselho; fotos no Flickr; pequenas frases no Twitter; no site oficialdos temas (em islands e em ingls); e no Facebook que as ideias

    esto abertas para discusso.

    la discussione per la nuova [costituzione] islandese si stasvolgendo anche grazie a dei video di Youtube in tempo reale,che mostrano il dibattito in consiglio; foto su Flickr; brevi frasisu Twitter; sul sito ufficiale rispetto a temi specifici (inislandese e inglese); e su Facebook in cui vengono proposteidee da discutere.

    Fernando Gouveia, ingegnere e dipendente pubblico, ana-lizza in modo approfondito la risposta islandese alla crisi enelleditoriale pubblicato inizialmente nel sito web Noticiasdo Douro e in seguito ampiamente diffuso online, scrive:

    Se isto servir para esclarecer uma nica pessoa que seja deste pobrepas aqui plantado no fundo da Europa, que por c anda sem eira

    nem beira ao sabor dos acordos milionrios que os seus governantesacertam com o capital internacional, e onde os seus cidados passam

    fome para que as contas dos corruptos se encham at abarrotar, jposso dar por bem empregue o tempo que levei a escrever este artigo.

    Portogallo: i netizen riflettono sullesperienza islandese di democrazia diretta

  • Se tutto questo dovesse servire a chiarire le idee almeno a uncittadino di questo povero Paese impantanato in fondoallEuropa, che vaga senza un soldo senza poter assaporare gliaccordi milionari che i suoi leader di governo hanno firmatocon il capitale internazionale e in cui i cittadini soffrono lafame in modo che i conti in banca dei corrotti possanocontinuare a rimpinguarsi fino ad esplodere, allora potrei direche il tempo che mi ci voluto per scrivere questo articolo stato ben speso.

    Portogallo: i netizen riflettono sullesperienza islandese di democrazia diretta

  • Spagna: i social mediaraccontano il #15O

    Massiccia la partecipazione alle manifestazioni del 15 ottobre per la democra-zia reale e contro la corruzione delle lite finanziarie. Sintesi della copertura ditestate conservatrici, affiancata dalle opinioni di diversi netizen.Post originale di Chris Moya (22/10/2011), tradotto da Cristy Gomez.

    Nelle manifestazioni a livello mondiale tenutesi in pi di1000 citt e 82 Paesi il 15 ottobre scorso, i cittadini hannomanifestato sotto lo slogan Uniti per un cambiamento globaleper rivendicare i loro diritti e per una democrazia reale. In-ternet stata inondata di video che facevano appello allemigliaia di cittadini e cittadine in disaccordo con le politichedei tagli sociali e la sottomissione dei governi ai mercati e al-le entit finanziarie.

  • @democraciareal Piensas quedarte en casa y leer lo que ha sucedidoen los libros de historia? o quieres ser partcipe y vivirlo? #

    yosalgo15O #15Oready

    @democraciareal Pensi di restare a casa a leggere quel che successo nei libri di Storia? oppure vuoi essere partecipe eviverlo? # yosalgo15O #15Oready

    Nel caso particolare della Spagna, lelenco delle manifesta-zioni convocate stato lungo, come si vede nellimmagineriportata sotto:

    Spagna: i social media raccontano il #15O

  • Le citt spagnole sede di manifestazioni convocate per il 15O

    Nelle principali citt del Paese, laffluenza stata molto altaarrivando alle 500.000 persone di Madrid e le 350.000 di Bar-cellona. Le strade di tutte le citt coinvolte si sono riempitedi manifesti, idee e persone indignate contro le misure neo-liberiste. Entrambe le manifestazioni si sono svolte in modopacifico e le piazze hanno trasmesso un senso di unione peril cambiamento globale, il cambiamento del paradigma men-tale.

    Spagna: i social media raccontano il #15O

  • I media conservatori del Paese che, da quando partito ilmovimento #15M, non hanno smesso di disinformare i lorolettori, sono usciti in edicola con le seguenti prime pagine:

    Spagna: i social media raccontano il #15O

  • Prima pagina del giornale ABC: no comment.

    Spagna: i social media raccontano il #15O

  • La prima pagina del giornale El MundoEl Mundo minimizza le proteste e vi attribuisce uncarattere violento.

    @MikelSB Acabo de ver la portada de #ABC bit.ly/nAqieSLamentable manipulacin! Sacan la nica manifestacin con

    incidentes del #15o

    Spagna: i social media raccontano il #15O

  • @MikelSB Ho appena visto la prima pagina del #ABC bit.ly/nAqieS Lamentevole manipolazione! Scrivono sullunicamanifestazione con incidenti nel #15o

    Il direttore di El Mundo, Pedro J. Ramrez, ha fatto un son-daggio su Twitter che lascia intravedere come i media piconservatori vogliano collocare questo movimento globaleper il cambiamento: fanno apparire il 15M come un movi-mento di ultrasinistra, oppure come violento, o si sminuisceil valore delle migliaia di persone che sono scese in strada.

    @pedroj_ramirez Q opinis? a) El 15M generar nuevo partido deizdas. b) El 15M derivar en violencia anti-Rajoy. c) El 15M seguir

    ldico e irrelevante.

    @pedroj_ramirez Cosa ne pensate? a) Il 15M generer unnuovo partito di sinistra. b) Il 15M degrader in violenzaanti-Rajoy (il leader dellattuale opposizione e del principalepartito spagnolo di destra). c) Il 15M continuer ad esserecreativo ed irrilevante.

    Spagna: i social media raccontano il #15O

  • Prima pagina del giornale La Razn, che ha svalutato la notizia dandole unospazio minimo.

    Da notare, infine, che, come rivelano le prime pagine delgiorno dopo, 16 ottobre, non tutti i giornali nazionali hannomantenuto la stessa linea editoriale n condividono la cen-sura informativa di quelli citati in precedenza.

    Spagna: i social media raccontano il #15O

  • Grecia: crisi economica, misureanti-austerit e proteste diffuse

    Il movimento degli indignati greco, apparentemente svanito durante lestate,ha ripreso forza poco dopo la messa in atto di nuove, controverse misure diausterit.Post originale di Asteris Masouras (28/10/2011), tradotto da Stefania Greci.

    Dopo un anno e mezzo di disperate trattative di salvataggioe aiuti distribuiti dal Fondo Monetario Internazionale, BancaCentrale Europea e Unione Europea, le inflessibili e semprepi inefficaci misure di austerit imposte dalla troika (oraalla terza versione) sul governo socialista greco, hanno ge-nerato incessanti proteste. La drammatica crisi del debitosovrano europeo che ha al suo centro la Grecia si dirigeverso una conclusione, mentre i politici cercano disperata-mente soluzioni per districare lUE dal debito crescente.Il movimento greco degli indignati, ispirato alle insurrezionidella Primavera Araba e al movimento europeo originato inSpagna, consiste principalmente nelloccupazione dellepiazze di Atene e Salonicco.

  • Statua trasformata in manifestante.Foto ripresa con licenza Creative Commons BY-NC-ND 3.0

    Apparentemente dissoltosi durante lestate dopo una seriedi violenti interventi da parte delle forze dellordine, sembraessersi ripreso verso settembre quando la rabbia collettivaha cominciato a ribollire in seguito allimposizionedellennesima serie di misure di austerity dopo il bailoutapprovato a luglio durante il summit di emergenzadellEurozone.

    Gli effetti delle misure di austeritCon un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 40% eprospettive di lavoro in continua diminuzione, la continua

    Grecia: crisi economica, misure anti-austerit e proteste diffuse

  • Proteste degli indignati adAtene. Immagine di

    endiaferon, copyrightDemotix (29/05/2011).

    austerity ha dato vita a una nuova ondata di immigrazione,questa volta dei giovani greci piu brillanti. Questa si aggiun-ge al peso gi gravante sulleconomia causato dalla pres-sione al pensionamento, sia facoltativa che forzata, dovutadal ridimensionamento e dallinnalzamento dellet pensio-nabile.Come ha notato a luglio un espertodelle Nazioni Unite, lausterity stes-sa potrebbe costituire una vio-lazione dei diritti umani.Linarrestabile valanga di misure diausterity sta danneggiando la vitaquotidiana del popolo greco con i ta-gli ai servizi sociali e limpossibilitdi acquistare persino i beni di primanecessit a causa degli aumenti sca-glionati dellIVA, nonch la riduzio-ne di stipendi, pensioni e sussidi. Un recente articolo appar-so sulla rivista medica The Lancet afferma che la crisi ha cau-sato conseguenze negative sulla salute della popolazione,mentre sarebbero in aumento suicidi e criminalit.Anche il gruppo dei Creative Greeks colpito dallausterity hautilizzato blog e social media per dare sfogo alla propria fru-strazione. Constantina Delimitrou dipinge un quadro depri-mente dellinsicurezza finanziaria che attanaglia i corpi e lementi del popolo greco:

    Grecia: crisi economica, misure anti-austerit e proteste diffuse

  • .

    , ,

    . [..] ,

    . .

    . . . . ,

    ;

    Molti di noi sentono una morsa costante che stringe lostomaco per gran parte del giorno e della notte. Uno stupidomiscuglio di ansie e paure, immagini terrificanti che si fissanonella mente e non ti lasciano respirare. [...] senti la gentechiedersi quanti spaghetti mettere da parte in caso dinecessit, come andare a lavoro senza una lira, o quantaacqua serve per coltivare vegetali sul balcone. E poi quelladonna, quella notte in metropolitana, che piangeva al telefonoper dieci euro. Con i figli in ospedale, non aveva dieci euro perdar da mangiare ai nipoti. Neanche chi la ascoltava avevasoldi da darle. E neppure io. E anche se li avessi avuti, come sifa ad offrire aiuto?

    Grecia: crisi economica, misure anti-austerit e proteste diffuse

  • Assemblea generale degli indignati ad Atene, 29/5/2011. Foto di Cyberela,ripresa con licenza CC BY-NC-ND 3.0

    Cyberlela, web designer, commenta aspramente sulle sueprospettive come malata di emangioma cronico:

    @Cyberela: .

    .

    Grecia: crisi economica, misure anti-austerit e proteste diffuse

  • @Cyberela: Ovviamente il mio sussidio sociale non copre lespese della mia terapia. In Grecia, chi soffre di emangioma condannato per sempre.

    Ancora su Twitter, lattore Haris Attonis ha pubblicato un la-conico messaggio sullemigrazione:

    @hartonis: . , .

    @hartonis: Met dei miei amici sono emigrati allestero.Laltra met allinterno di loro stessi.

    Scontri con la poliziaLa dilagante violenza da parte della polizia sta aggravandole pressioni sociali. Gli incidenti pi seri si sono verificatiquando, il 28 e 29 giugno, linaudita violenza contro i dimo-stranti di piazza Syntagma ad Atene fu denunciata dalle or-ganizzazioni internazionali per i diritti umani. Avendo nota-to luso massiccio di lacrimogeni, le organizzazioni per i di-ritti umani hanno chiesto con veemenza alla polizia greca diastenersi in futuro dalluso eccessivo della forza. I sit-in de-gli indignati, gi spopolati a causa delle vacanze estive, sono

    Grecia: crisi economica, misure anti-austerit e proteste diffuse

  • stati attaccati e smantellati dalla polizia durante raid nottur-ni e, in alcuni casi, sembrerebbe siano state persino impostedelle restrizioni per evitare raduni futuri, come accaduto inSpagna e Stati Uniti.Il consueto discorso di apertura del primo ministro alla FieraInternazionale del Commercio di Salonicco a settembre stato accolto con irate proteste e scontri, mentre gruppi ete-rogenei convergevano sulla piazza presidiata dalla poliziadurante lannuncio di unaltra tassa di emergenza sulla pro-priet.

    Grecia: crisi economica, misure anti-austerit e proteste diffuse

  • Utilizzo dei social media

    Proteste a Piazza Syntagma, 25/5/2011.Foto ripresa con licenza Creative Commons BY-NC-ND 3.0

    Grecia: crisi economica, misure anti-austerit e proteste diffuse

  • Twitter emerso come piattaforma principale del giornali-smo partecipativo e dellattivismo greco, fin dalle sommossedopo luccisione di un minore nel 2008 da parte della polizia.Diversi attivisti coinvolti nellinformazione hanno usatotwitter come aggregatore di feed per documentare le prote-ste anti-austerity, producendo una impressionante mole dilavoro.Theodora Economides (@IrateGreek su Twitter) ha utilizza-to Chirpstory per fornire una cronaca accurata di molte del-le proteste principali svoltesi ad Atene, mentre Antonis Ga-zakis (@gazakas su Twitter) ha pubblicato quotidianamentesu Storify le minute dell assemblea generale gli Indignati diSalonicco.Myrto Orfanoudaki Simic ha raccolto materiale video del 29giugno. Mentre 31.000 utenti hanno cliccato mi piace sullapagina Facebook degli Indignati di Atene, altri 5.000 utentihanno fatto lo stesso su quella degli indignati di Salonicco.Dozzine di fotografi hanno pubblicato su Demotix fotore-portage sulle proteste in Grecia fin dal 2009, mentre migliaiadi foto e dozzine di video di attivisti e aderenti al giorna-lismo partecipativo sono state pubblicati sul blog del teammultimediale degli Indignati di Atene a Piazza Syntagma conlicenza di Creative Commons, fin dallinizio delle proteste.Concludendo con una nota meno seria: prendendo ispirazio-ne dal Manuale del despota arabo di Iyad El Baghdadi, Theodo-ra ha creato Il Manuale dei Politici Greci(#GreekPoliticianMan-

    Grecia: crisi economica, misure anti-austerit e proteste diffuse

  • ual hashtag): una parodia della morale e dei costumi dei po-litici. Inoltre, 105.000 persone hanno visto su YouTube il vi-deo satirico Angry Greeks contro Angry Birds creato dal gruppoToonPosers.

    Per rimanere informati su Europa in crisi, si pu seguire laccount Twit-ter @GVEuropeCrisis e/o i relativi feed RSS. Molti dei post originali vengo-no tradotti anche in italiano.Sul sito di Global Voices Books unapposita pagina aperta a commenti ediscussioni.

    Grecia: crisi economica, misure anti-austerit e proteste diffuse

  • Grecia: Mettere al mondo dei figlinon un privilegio per ricchi!

    Rabbia e indignazione tra i netizen locali per la notizia secondo cui in alcuniospedali pubblici sono state rifiutate le cure mediche a donne incinta sul pun-to di partorire: non potevano pagare le spese di base, pari a 950 euro (poi par-zialmente rimborsabili).Post originale di Veroniki Krikoni (08/12/2011), tradotto da Manuela Visintin.

    Il 5 dicembre scorso ha suscitato rabbia e indignazione la no-tizia, pubblicata su Eleftherotypia (Libert di stampa), secon-do cui in alcuni ospedali pubblici greci sono state rifiuta-te le cure mediche a donne incinta sul punto di partorire,perch non avevano i soldi per pagare le spese ospedalieredellammontare di 950 euro.Gli episodi si sono verificati lo scorso novembre presso alcu-ni ospedali pubblici di Atene, Salonicco, Rodi e Rethymno. Inquesti casi i costi delle cure ospedaliere integrate e unifica-te, secondo il listino prezzi del Ministero della salute, am-montano a 950 euro per un parto naturale e 1.500 euro perun parto cesareo. Una somma che le donne devono versare

  • in anticipo, per poi essere rimborsata tramite il sussidio peril parto (il quale ammonta per a soli 600 euro ).Qualche giorno dopo la pubblicazione della notizia, il Mini-stro della salute e solidariet sociale intervenuto con unacircolare, nella quale veniva dichiarato che in futuro nonverr pi richiesto il pagamento anticipato di tale somma,lasciando comunque irrisolta la questione della differenzatra il prezzo del parto e il sussidio per il parto.

    Nascita; foto di riqfy, ripresa da Flickr con licenza CC BY-NC-SA 2.0

    Due organizzazioni per i diritti delle donne, Liniziativa delledonne contro le politiche di austerit e il Movimento indipen-

    Grecia: Mettere al mondo dei figli non un privilegio per ricchi!

  • dente delle donne, hanno avviato unopera di sensibilizza-zione riguardo a questi episodi:

    Mettere al mondo dei figli non un privilegio per ricchi!Chiediamo che le donne abbiano diritto ad un parto privo dicosti e che il fondo di salvataggio vada direttamente al settoresanitario...

    La notizia stata condivisa e commentata dai netizen grecisui social media.Dimitris Oikonomu esprime sdegno per quanto accaduto:

    @d_oikon: ...! !! [ ...]

    @d_oikon: UNA VERGOGNA! E che diamine, ma a che puntosiamo arrivati? (Delle donne incinta, sul punto di partorire,sono state rifiutate dagli ospedali perch non avevano soldi...)

    Mentre Gangelakis aggiunge, in pieno spirito natalizio:

    Grecia: Mettere al mondo dei figli non un privilegio per ricchi!

  • @Gangelakis: : ,

    @Gangelakis: Anche Ges Cristo nacque in una grotta: degliospedali pubblici si sono rifiutati di accogliere delle donneincinta con le doglie perch non avevano i soldi per pagarli.

    Nemi Vl commenta su Facebook:

    , ...

    Ho letto le notizie di oggi... stato come ricevere uno schiaffonein faccia...

    Lector pone laccento su quanto accaduto in una discussionesu un forum:

    .

    Non hanno controllato la carta didentit, ma il portafogli.

    Grecia: Mettere al mondo dei figli non un privilegio per ricchi!

  • Nello stesso forum simonbolivar fa un paragone con il siste-ma sanitario americano:

    ! , ! ,

    !

    UN UMILIAZIONE COMPLETA! LA DIFFAMAZIONE DI UNSISTEMA E UN GOVERNO! Ci hanno fatti diventare comelAmerica, dove puoi considerarti finito se non possiedi unabuona assicurazione!

    Mentre, nello stesso spirito, Isis aggiunge al tutto un po diironia in un altro forum:

    , . .

    .

    Sono commosso: stiamo diventando come lAmerica. Partorirenegli ospedali pubblici? Impossibile. Gi che ci siamo,eliminiamo SUBITO anche il sussidio per il parto.

    Grecia: Mettere al mondo dei figli non un privilegio per ricchi!

  • In un portale di notizie dove stata condivisa la notiziadellaccaduto, Harry esprime la propria rabbia in un com-mento sotto il post originale riguardante le spese osped-aliere e il trattamento della maternit:

    (,, )

    . ()

    . .

    .

    Tra tutti gli attacchi da parte dello Stato che ho dovutoaffrontare (tassazione pesante, costi dell elettricit, tasseaddizionali) devo dire che quello che mi fa pi imbestialire iltrattamento che mia moglie incinta deve subire. La miaassicurazione non copre pi niente (Finanziamento per liberiprofessionisti e artigiani), e lospedale tanto costoso quanto ilsuo servizio oltraggioso. Tutti i paesi supportano la maternit,tranne la Grecia. Se questa situazione va avanti, io e la miafamiglia intera emigreremo allestero.

    Su Twitter, Jordi critica i responsabili del servizio sanitario:

    Grecia: Mettere al mondo dei figli non un privilegio per ricchi!

  • @jorjito73: ... , ...

    Delle donne con le doglie sono state rifiutate dagli ospedaliperch non avevano soldi... colpa di Loverdo (il ministro dellasanit)? Ovviamente no, dovremmo incolpare la crudeleamministrazione...

    La discussione poi si sposta su un argomento del tutto diver-so, concernente il futuro del Paese e i suoi futuri cittadini:

    @katerinas_diary: @jorjito73 ..

    !!!

    @katerinas_diary: @jorjito73 Viene compromesso il futurodella razza, voglio dire...Le donne disoccupate che voglionopartorire non vengono ammesse negli ospedali pubblici!!!

    @jorjito73: @katerinas_diary &

    ...

    Grecia: Mettere al mondo dei figli non un privilegio per ricchi!

  • @jorjito73: @katerinas_diary linizio della formazionedellelettorato per i prossimi anni una volta per tutte... unavergogna e una degradazione.

    Il tasso di natalit in Grecia sembra essere diminuito del 15%negli ultimi anni, in quanto la dura situazione economicaforza molte coppie a ritardare il progetto di mettere al mon-do il primo o il secondo figlio.

    Grecia: Mettere al mondo dei figli non un privilegio per ricchi!

  • Eurozona 2011: lanno perdutodell'economia europea

    Il 2011 verr ricordato, oltre che per la crisi del debito europeo, anche per legravi conseguenze sulla quotidianit dei cittadini. Una fotografia lunga unanno della crisi dell'Eurozona attraverso i citizen media.Post originale di Paola D'Orazio (07/01/2012), tradotto da Paola D'Orazio.

    Il 2011 verr certamente ricordato per la crisi del debito eu-ropeo e il suo impatto sulleconomia globale, ma anche perle gravi conseguenze sulla quotidianit dei cittadini. La crisi,iniziata nel 2007, senza precedenti nella storia economicadel dopoguerra e lintera Europa sta vivendo i giorni pi neridal 1930.Negli ultimi mesi limportanza crescente della crisi econo-mica e la diffusione dei social media hanno favorito la pro-liferazione di tweet e post sui temi economici: sulla Reteabbondano opinioni, riflessioni e reazioni nel tentativo dicomprendere qual il futuro che attende lEurozona.Considerato laumento dellIVA nella maggior parte dei Pae-si europei e i tagli ai salari, alle pensioni e ai sussidi sociali,

  • alcuni beni primari stanno diventando sempre meno allaportata della popolazione.A tal proposito Deepankar Basu, un blogger indiano, scrivesu Sanhati (blog economico indiano):

    Queste misure di austerit economica riducono la spesa edaumentano la tassazione con lobiettivo di ridurre il deficit delgoverno. In questo momento particolare, i tagli alla spesa elaumento delle tasse sono la peggiore politica che si possaattuare, in quanto riducono la domanda aggregata in manierapi che proporzionale e spingono leconomia in una fase direcessione ancor pi profonda.

    Debiti sovrani, rating spazzatura: le proteste invadonole stradeLa crisi iniziata in tre Paesi, Irlanda, Grecia e Portogallo,ma ben presto anche Italia e Spagna sono state contagiate.Essendo le agenzie di rating internazionali le principali re-sponsabili dei giudizi sulla solvibilit (la capacit di ripagareil proprio debito pubblico) di ciascun Paese, sempre pi dif-fusa la sensazione che esse siano le detentrici di uno scettrodel futuro dellEurozona.Ed esattamente questo potere che esse detengono sul de-stino di ciascuno stato che ha dato origine ad ampi dibattiti

    Eurozona 2011: lanno perduto dell'economia europea

  • in tutta Europa e che ha portato molti a mettere in dubbio lalegittimit delle loro analisi.In Portogallo, ad esempio, forti sono state le reazioni quandolagenzia americana Moodys ha definito spazzatura il debitoportoghese.Tuttavia le proteste pi forti e diffuse ci sono state a maggio.Tutto ha avuto inizio in Spagna col movimento 15M (come siricorder, la data di inizio delle proteste) coordinate princi-palmente dallorganizzazione giovanile Democracia Real Ya,molto attiva sia online che offline nellorganizzazione di ma-nifestazioni in particolare contro corruzione, disoccupazio-ne e il sistema politico (spagnolo) che - secondo il movimen-to - tende a favorire un sistema bipartitico.Le acampadas nate in Plaza del Sol a Madrid hanno veloce-mente infettato altre citt spagnole quali Barcellona, Sivigliae Malaga; in poche settimane si sono sviluppati movimentiin altri Paesi europei e, a livello globale, qualche mese dopoha visto la nascita il movimento Occupy Wall Street.

    Eurozona 2011: lanno perduto dell'economia europea

  • #campmap per la #worldrevolution. Alla fine di maggio 2011 si contavano pidi 600 manifestazioni e acampadas organizzate in solidariet

    con i manifestanti spagnoli.

    E ben presto alcuni, compresi i media mainstream, hannoevidenziato le somiglianze tra la cosiddetta Rivoluzione Spa-gnola e la Primavera Araba.

    Como si se tratara de la plaza Tahrir, en Egipto, escenario de lasprotestas populares. El caldo de cultivo del derrocamiento de HosniMubarak. Esto es distinto pero puede ser el embrin de algo. Quin

    sabe.

    Come se fosse Piazza Tahrir in Egitto, scenario dellesollevazioni popolari Il cammino verso la caduta di Mubarak.

    Eurozona 2011: lanno perduto dell'economia europea

  • Quello che accade qui diverso, ma forse lembrione diqualcosa. Staremo a vedere.

    La solidariet al movimento spagnolo presto arrivata dallaGrecia, primo Paese dellUE a provare sulla sua pelle - gi nel2010 - le politiche di austerit del FMI e della BCE. Ed sta-to in particolare in Grecia che le proteste contro le misuredi austerit sono state pi forti: a giugno ci sono state nu-merose manifestazioni pacifiche e raduni in piazza Syntag-ma; ma quando i manifestanti hanno tentato di circondareil Parlamento il giorno del voto del Programma di Austeritdi medio-termine, si sono registrati violenti scontri con lapolizia.Proteste e manifestazioni sono andate avanti nel corsodellestate, in particolare in Spagna e in Grecia, ma solo

    Eurozona 2011: lanno perduto dell'economia europea

  • con limplementazione delle grandi riforme e dei piani di au-sterit adottati in maniera diffusa alla fine dellautunno neiPaesi Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) che si registrato una svolta nella crisi del debito europeo.

    Lacrime e sangue: la ricetta dellausteritLa pressione esercitata dai mercati finanziari e le raccoman-dazioni provenienti dalla Commissione Europea hanno spin-to alcuni governi ad adottare le cosiddette misure di austeri-t pensate con lobiettivo di eliminare i debiti sovrani inso-stenibili. E non difficile notare i tratti comuni delle ricetteadottate nei diversi Paesi: tagli alla spesa e ai servizi sociali,introduzione di nuove tasse, aumento dellIVA, tagli ai salarie i cittadini che sono i primi a pagare per la crisi.In Spagna lintenso dibattito sociale sul piano di rientro deldebito ha portato nuova gente in strada quando stato an-nunciato il cosiddetto #reformazo (#granderiforma). Inoltrela Spagna, e qualche mese pi tardi lItalia, ha deciso di in-trodurre modifiche alla Costituzione per imporre dei limitialla spesa pubblica, ricorrendo al vincolo del pareggio di bi-lancio. A questa decisione sono seguite numerose manifesta-zioni promosse dalle assemblee di Puerta del Sol e dal Movi-mento 15M contro quello che Real Democracy Now! ha defini-to un colpo di Stato a livello finanziario.

    Eurozona 2011: lanno perduto dell'economia europea

  • In Grecia nel mese di ottobre c stata una manifestazionesenza precedenti nel corso dellOchi Day (Giorno del No): igreci si sono detti arrabbiati per le severe e inefficaci misuredi austerit che si sono risolte nel cosiddetto patto sui taglinegoziato tra le banche e i politici europei e che molti temo-no sia stato linizio di una nuova occupazione straniera delPaese.Limpatto delle ricette di austerit stato particolarmentegrave in Grecia dove si sono registrati aumenti del numerodei suicidi, nonch della criminalit e dove lassistenza so-ciale e sanitaria sta diventando sempre pi cara. Quello deicosti sempre pi elevati per un parto in un ospedale pub-blico (si parla anche di 1000 euro) solo uno dei numerosiesempi che si possono citare per comprendere limpatto so-ciale - profondamente negativo - dellattuale crisi economi-ca.Ci sono poi le cronache delle vittime del cocktail esplosivotra bolla immobiliare, crisi finanziaria e alti tassi di disoccu-pazione, per cui sono centinaia le famiglie che si ritrovanosenza un tetto. A tal proposito negli ultimi mesi in Spagna iniziata una campagna di informazione e sensibilizzazionecontro la speculazione edilizia, per bloccare gli sfratti ed as-segnare loro delle strutture inutilizzate.

    Eurozona 2011: lanno perduto dell'economia europea

  • Manifestazioni e democrazia: online e offlineMa non sono stati solo i temi economici e le loro implica-zioni sulle vite dei cittadini europei a tenere banco in questimesi; anche la partecipazione democratica e la cittadinanzahanno occupato i pubblici dibattiti. E la diffusa partecipazio-ne alle proteste e manifestazioni contro le misure di auste-rit - sia online che offline - ha rappresentato senza alcundubbio qualcosa di nuovo sulla scena politica europea.In molti, come in Portogallo, hanno messo in evidenzalesistenza di alternative alle misure imposte dallalto dallatroika Commissione Europea, FMI e Banca Centrale Europeasalutando la pratica islandese di democrazia diretta come unmodello da seguire in tutto il continente: dato che gli islan-desi hanno rifiutato esplicitamente un salvataggio da partedelle istituzioni internazionali, molti sostengono che si sa-rebbe potuto delineare una soluzione alla crisi attuale, unasoluzione sostanzialmente diversa dai dieci anni di consi-stenti tagli di bilancio necessari per salvare i possessori dibond sovrani.C poi un altro tema che emerso negli ultimi mesi in seguitoagli importanti cambiamenti avvenuti al vertice di tre Statieuropei: mentre in Spagna il cambiamento avvenuto in se-guito allindizione di elezioni politiche anticipate, in Greciae in Italia i nuovi primi ministri sono stati scelti dai rispetti-vi Capi di Stato, senza nessuna consultazione popolare.

    Eurozona 2011: lanno perduto dell'economia europea

  • Particolarmente importanti sono state le dimissioni di SilvioBerlusconi in Italia: importanti non solo per il Paese, ma perlintera Europa poich si rendeva necessario calmare i mer-cati finanziari e tenere sotto controllo i tassi di interesse suldebito sovrano. Tuttavia, dopo le feste per le dimissioni diBerlusconi, gli italiani e gli europei nella morsa della crisi so-no presto tornati alla triste realt.Mentre le disgrazie finanziarie europee si fanno ogni giornopi grandi, lausterit regna sovrana, la crisi si acuisce e glieconomisti preannunciano una recessione (senza preceden-ti?) della storia contemporanea, altamente probabile che il2011 venga ricordato come lanno perduto della storia econo-mica europea.

    Eurozona 2011: lanno perduto dell'economia europea

  • Italia: nuove proteste controlausterit (e la disinformazione

    mainstream)

    Ancora proteste contro le misure anti-austerit, Italia inclusa. Tra queste, ilmovimento Forza d'Urto (o dei Forconi), nato in Sicilia e presto estesosi un po'ovunque, l'occupazione di comuni e il blocco di porti e raffinerie.Post originale di Ylenia Gostoli (07/02/2012).

    I vari moti di protesta innescati dalle misure anti-austeritnei Paesi europei alle prese con la crisi economica dovreb-bero averci insegnato che a lasciare un Paese in bala dellospread e dei mercati finanziari, prima o poi ci si pu aspetta-re di dover fare i conti con il malcontento della popolazione.Specialmente in un Paese, come lItalia, gi provato da annidi malgoverno, e dove al deficit di bilancio e della democra-zia, si aggiunge quello dellinformazione.

  • A partire dalla met di gennaio, inItalia partita una nuova ondata diproteste avviate in Sicilia da agri-coltori, autotrasportatori e pescato-ri, per lo pi piccoli imprenditori,presto raggiunti da altre fasce dellapopolazione, inclusi dipendenti pub-blici, disoccupati e studenti. Il movi-

    mento si fa chiamare Forza dUrto, forse meglio noto comeMovimento dei Forconi. Per sei giorni, i tir hanno bloccato lestrade e autostrade dellisola, organizzando almeno ventiseiblocchi stradali e interrompendo la circolazione di merci ecausando diffusi disagi, dalle lunghe code per la benzina agliscaffali vuoti dei supermercati. Le proteste si sono poi prop-agate ad altre regioni, con scioperi e blocchi stradali dallaCalabria al Piemonte. A Roma, durante la manifestazione deipescatori del 25 gennaio a Montecitorio, tre manifestantisono rimasti feriti. Una mobilitazione di massa contro le mi-sure imposte dalla manovra finanziaria del governo Monti,prima fra tutte il caro gasolio. Eppure durante i primi giornidella protesta, televisioni e giornali italiani non ne parlano,ad eccezione di qualche testata locale, come fa notare MarcoCedolin sul blog Il Corrosivo:

    Italia: nuove proteste contro lausterit (e la disinformazione mainstream)

  • I media mainstream in queste stesse ore tacciono, reputando (elasciando intendere) che in Sicilia non stia accadendo nulla che

    meriti attenzione, tutto tranquillo e nessun problema.Davvero la protesta in questione una vicenda dimportanza ed

    incidenza cos minimale da non meritare neppure un servizietto di 50secondi, di quelli che comunemente vengono dedicati perfino al

    nuovo tatuaggio sfoggiato dal vip di turno?

    Le categorie in sciopero protestano contro il pacchetto li-beralizzazioni del governo, ma anche contro la casta politica:sono pescatori che, a causa delle accise, non riescono a so-stenere i costi del loro peschereccio; camionisti che, a causadel caro gasolio, non riescono a trasportare ai costi stracciatiimposti dal mercato e dalla concorrenza provenientedallestero. Per questo, la mobilitazione ha suscitato moltoscetticismo ed stata accusata di rappresentare interessi ri-stretti di categoria. David Incamicia Su Fuori Onda Blog ri-specchia questa presa di posizione, e critica il movimentoche si accanisce contro lesecutivo Monti, che il novembrescorso aveva ereditato dal governo Berlusconi un Paese conuneconomia in panne e una reputazione internazionale infrantumi:

    Le piazze in rivolta avevano certamente motivo dessere fino aqualche settimana fa, quando lirresponsabilit di un sol uomo al

    comando e la sua ostinata resistenza al potere hanno finito per

    Italia: nuove proteste contro lausterit (e la disinformazione mainstream)

  • rendere ancor pi dura e di difficile risoluzione la pesante situazionesociale del Paese ()

    Ma oggi, proprio per evitare il tracollo definitivo, occorre che tuttigiochino nella stessa squadra () Gli egoismi vanno rimossi senza se e

    senza ma. Cos come lancora poderosa demagogia che arringa adestra e a manca.

    Mentre la Lega Nord sembra ignorare il fatto che il movi-mento degli agricoltori, anche detto Movimento dei Forconi,nasce nellestate del 2011, e che i pescatori scioperano gidal 2008, resta una generale incapacit (o mancanza di vo-lont?) di fare chiarezza, dando cos adito a incomprensionie strumentalizzazioni sul movimento stesso. Mentre duran-te gli scioperi le testate mainstream si concentravano sullepresunte infiltrazioni mafiose e sulla morte di un camionistaad Asti, su Facebook le pagine dedicate o legate in qualchemodo al Movimento dei Forconi proliferavano, rivelando an-che alcuni collegamenti con il movimento neofascista ForzaNuova, schierato a sostegno dei Forconi. Invece su Twittergli hashtag pi attivi sono #fermosicilia, #forzadurto e #for-coni.Il commento di Veneti stufi su quella che si dichiara la pagi-na ufficiale del movimento la dice lunga su questa confusio-ne:

    Italia: nuove proteste contro lausterit (e la disinformazione mainstream)

  • Non capisco pi nulla, pagine colme di rabbia e non di veraindignazione/protesta, ma quali sono i VERI FORCONI? Il sito non

    attivo, ognuno in rete dice tutto ed il contrario di tutto, USATE la retee coinvolgete le persone, non date modo di strumentalizzarvi.

    Ma ai cortei cittadini tenutisi in varie citt della Sicilia, comeGela (nel video) e Palermo, cerano disoccupati, studenti, egiovani di ogni credo politico, come dimostra anche il se-guente comunicato stampa firmato dallo Studentato Auto-gestito Anomalia e dal Laboratorio Vittorio Arrigoni, due deiprincipali centri sociali della citt:

    La protesta popolare che si sta diffondendo in Sicilia come tutte leproteste di questo tipo sono complesse, di massa e contradditorie, ma

    di sicuro parlano il linguaggio della lotta contro la globalizzazione,contro equitalia e lo strozzinaggio legalizzato che sta mettendo in

    miseria larghe fasce della societa siciliana, contro la casta politica didestra e di sinistra ()

    Noi, militanti di centri sociali e di spazi occupati della citta diPalermo, sosterremo la lotta di forconi e autotrasportatori perch

    frutto di una giusta battaglia e perch ricca di positive eincompatibili energie; per questo, come sempre, saremo al fianco di

    chi lotta contro la crisi e questo intollerabile sistema.

    Italia: nuove proteste contro lausterit (e la disinformazione mainstream)

  • Marco Cedolin considera la protesta degna di nota in quantocerca di andare oltre le divisioni ideologiche:

    Non so quanta fortuna avr la protesta dei Forconi che staparalizzando la Sicilia, cos come non conosco le prospettive di una

    movimentazione che sembra manifestarsi (per la prima volta inItalia) realmente trasversale, abiurando i partiti e tentando di

    mettere nel cassetto le divisioni settarie fra rossi e neri che da sempreminano alla radice qualsiasi battaglia in questo disgraziato Paese,

    conducendola ogni volta sul binario morto della diffidenza e deidistinguo.

    Italia: nuove proteste contro lausterit (e la disinformazione mainstream)

  • Il fallimento dellopinione pubblica italiana di comprenderele rivolte anche e soprattutto il fallimento dei media di rac-contarle, unaltra eredit del governo Berlusconi (lItalia 61esima nella classifica 2011-12 sulla libert di stampa di Re-porters Without Borders ) con la quale la politica esita anco-ra a fare i conti. Per Davide Grasso, che scrive sul blog Quieteo Tempesta, le rivolte dei Forconi sono state

    lennesimo successo a met del sistema italiano dellinformazione.Successo nel combattere le aspirazioni dei soggetti sociali che

    scelgono la strada della protesta ma fallimento (opposto e speculare)nel comprendere e riportare un rilevante fenomeno sociale.

    Nicola Spinella scrive su Agoravox:

    Il celebre motto divide et impera rivela ancora oggi, dopo duemillenni, la propria immortalit: bastato agitare davanti al popolo

    il fantasma della mafia infiltrata nelle fila degli autotrasportatori,assimilarli a sigle dellestrema destra, per ridurre la protesta ad unfuoco di paglia. Difficile pronosticare uno scenario futuro per tuttaunItalia scossa dal salasso Monti e da un ventennio di malgoverno

    berlusconiano.

    Il dialogo fra il governo e il movimento sembra essere giuntoa un binario morto, e una nuova ondata di proteste pre-

    Italia: nuove proteste contro lausterit (e la disinformazione mainstream)

  • vista a partire da luned 6 febbraio con loccupazione di co-muni e il blocco di porti e raffinerie, con disagi probabili intutto il Paese in quanto la Sicilia raffina il 40% dei carburantivenduti sul territorio italiano. Gi da sabato a Messina sonostate riportate lunghe code per la benzina in vista degli scio-peri.

    Per rimanere informati su Europa in crisi, si pu seguire laccount Twit-ter @GVEuropeCrisis e/o i relativi feed RSS. Molti dei post originali vengo-no tradotti anche in italiano.Sul sito di Global Voices Books unapposita pagina aperta a commenti ediscussioni.

    Italia: nuove proteste contro lausterit (e la disinformazione mainstream)

  • Grecia: suicidio in piazzaSyntagma

    Solidariet, commozione e riflessioni dei netizen dopo il suicidio di DimitrisChristoulas, pensionato di 77 anni, nel centro di Atene. Non mancano i parago-ni con il suicidio del venditore ambulante a Bouazidi (Tunisia) del dicembre2010.Post originale di Veroniki Krikoni (04/04/2012), traduzione di Paola D'Orazio.

    Ieri mattina la Grecia stata scossa dalla notizia del suicidioin piazza Syntagma di uomo di 77 anni, Dimitris Christoulas,il quale intorno alle 9 si sparato alla testa. Luomo era unfarmacista in pensione, che aveva venduto la sua farmacianel 1994 e che prima di uccidersi avrebbe pi volte gridatodi non voler lasciare debiti ai suoi figli.Diffusasi la notizia, stato creato un evento su Facebook conlinvito di trovarsi in serata in piazza Syntagma: Tutti a Syn-tagma. Non abituiamoci alla morte. Asteris Masouras, autore diGlobal Voices, ha creato un pezzo su Storify raccogliendo va-ri materiali online sullevento. In particolare Twitter statolambito dove reazioni e commenti si sono succeduti in ma-niera costante nellarco dellintera giornata.

  • Poster dellevento su Facebook. Non stato un suicidio. Si tratta di omicidio.Non stato un suicidio. Si tratta di omicidio.Non abituiamoci alla morteNon abituiamoci alla morte.

    @YanniKouts: Il suicidio di un uomo di 77 anni questamattina a Syntagma ha scioccato la #Greece. E lunico modoper fare una fine degna, non posso rovistare tra la spazzaturaper mangiare.

    Arkoudos fa un augurio a tutti quelli che pur tra mille diffi-colt sono ancora vivi:

    Grecia: suicidio in piazza Syntagma

  • @arkoudos [el, come tutti gli altri link tranne ove diversamenteindicato]: . , .

    . . . ,, .

    @arkoudos: Vorrei che non ci avessi lasciato. Vorrei che fossirimasto per lottare. Dir di pi. Vorrei che tu non avessiprovato vergogna. Vorrei che noi fossimo stati i primi aprovare vergogna.

    Piazza Syntagma, Atene. Foto di YanniKouts, ripresa da Flickr con licenzaCreative Commons BY-NC-SA 2.0.

    Grecia: suicidio in piazza Syntagma

  • Magica mette in evidenza le opinioni prevalenti e contra-stanti seguite al tragico evento:

    @magicasland: .

    @magicasland: una vergogna quello che il Paese sta facendoal suo popolo, ma anche una vergogna suicidarsi dopo chetutte queste persone sono sopravvissute alloccupazionenazista.

    Il dibattito online ha assunto ben presto caratteri politici, aldi l delle emozioni suscitate da questo dramma umano. Ilgiornalista Aris Chatzistefanou traccia un parallelo tra que-sta vicenda e il noto suicidio di un venditore ambulante aBouazidi (Tunisia) del dicembre 2010:

    @xstefanou: .

    --.

    Grecia: suicidio in piazza Syntagma

  • @xstefanou: Ora la Grecia ha la sua Bouazidi. Dovevacomprovare che la sua gente fosse degna quanto quellatunisina o egiziana, invece di avere semplici elettori delPASOK-ND-LAOS. [PASOK e ND sono stati i maggiori partitipolitici greci negli ultimi venti anni, LAOS uno dei principalipartiti di destra]

    Elikas, invece, chiede giustiza:

    @Elikas: .

    .

    @Elikas: Arriver il giorno in cui i complici si troverannodavanti alla corte per questi suicidi. Queste morti sono di fattodegli omicidi.

    Sara Firth critica il piano di salvataggio europeo pensato edattuato in Grecia dallUE:

    @SaraFirth_RT: i metodi adottati dallUE per salvare la Greciastanno letteralmente ammazzando i greci. Il suicidio diSyntagma non sarebbe mai dovuto accadere. #Greece

    Grecia: suicidio in piazza Syntagma

  • Athens News parla di una lettera scritta dal pensionato sui-cida in cui avrebbe paragonato lattuale governo greco aicollaborazionisti durante la II Guerra mondiale:

    Il governo di Tsolakoglou ha cancellato ogni speranza per lamia sopravvivenza. E dato che non avr mai giustizia, nontrovo altri mezzi per reagire se non quello di porre una finedegna alla mia vita, prima che inizi a rovistare tra laspazzatura [per trovare qualcosa da mangiare].

    Georgios Tsolakoglou era un militare greco divenuto poiPrimo Ministro del governo collaborazionista duranteloccupazione da parte dei Paese dellAsse tra il 1941 e il1942. Il riferimento stato visto come unovvia compara-zione tra il governo in carica durante il periodo bellico elattuale esecutivo guidato da Lucas Papademos.PenelopeD10 ironizza sulla decisione del sindaco di Atene,Giorgos Kaminis, il quale la scorsa estate aveva impedito disistemare delle tende di protesta nella piazza Syntagma per-ch avrebbero dato una brutta immagine della citt ai turistie scrive:

    @PenelopeD10:

    ...

    Grecia: suicidio in piazza Syntagma

  • @PenelopeD10: Spero che Kaminis non emetta un altrodecreto che vieti i suicidi nel centro della citt perch essinuociono al turismo...

    In molti accusano coloro che hanno tentato di strumentaliz-zare lepisodio a fini politici, utilizzando la morte di un sin-golo per fini politici o personali:

    @dianalizia: Senza vergogna! karatzaferis usa il suicidio di unuomo per criticare la corruzione dei politici e del sistema dicui fa parte anche lui!

    @mindstripper: ,

    .

    @mindstripper: I giornalisti trionfano, i politici fanno ipappagalli e noi bruceremo questo Paese unaltra volta con leelezioni nazionali. Addio a questuomo.

    Al di l di ogni interpretazione politica o della strumentaliz-zazione di questo tragico incidente, Serk01 mette in luce lasemplice verit dellesistenza umana:

    Grecia: suicidio in piazza Syntagma

  • @serk01: .

    @serk01: Facciamo un passo indietro e pensiamo a cosasignifica che un essere umano ha deciso di suicidarsi.

    Grecia: suicidio in piazza Syntagma

  • Svizzera: proposta di legge per ilreddito di cittadinanza

    partito l'iter per lapprovazione di una legge federale per lerogazione di unreddito di base a tutti i cittadini, a prescindere dalla posizione lavorativa indi-viduale. Analisi e reazioni dei netizen locali.Post originale di Stanislas Jourdan (05/05/2012), traduzione di MariateresaVarbaro.

    Lo scorso mese di aprile, in Svizzera, stata formalmentepresentata uniniziativa che punta a far approvare una nuo-va legge federale denominata Per un reddito minimo incon-dizionato. Lidea, che consiste molto semplicemente nel ver-sare un contributo mensile a tutti i cittadini, a prescinderedalloccupazione e dalle condizioni economiche, ha scatena-to un dibattito nella blogosfera elvetica.In Svizzera, il referendum pu essere indetto grazie al siste-ma della democrazia diretta, tramite la quale i cittadini pos-sono chiedere modifiche alle leggi federali o costituzionali.Se questa iniziativa favorevole al reddito di cittadinanza rac-coglier pi di 100.000 firme entro l11 ottobre 2013,lAssemblea Federale dovr prendere la proposta in seria

  • considerazione e potr indire un referendum dal momentoche liniziativa sar giudicata credibile.Sul suo blog, Pascal Holenweg interviene al proposito:

    Linitiative populaire pour un revenu de base inconditionnel proposedinscrire dans la constitution fdrale linstauration dune allocation

    universelle verse sans conditions devant permettre lensemble dela population de mener une existence digne et de participer la vie

    publique.La loi rglerait le financement et fixerait le montant de cette

    allocation (les initiants la situent 2000-2500 francs par mois, soit,grosso modo, le montant maximum de laide sociale actuelle, mais

    ninscrivent pas ce montant dans le texte de linitiative). Le revenu debase est inconditionnel: il nest subordonn aucune

    contre-prestation. Il est universel (tout le monde le touche) etgalitaire (tout le monde touche le mme montant). Il est individuel

    (il est vers aux individus, pas aux mnages).Il nest pas un revenu de substitution un revenu ou un salaire

    perdu. En revanche, il remplace tous les revenus de substitution(assurance chmage, retraite, allocations familiales, allocations

    dtude, rentes invalidit) qui lui sont infrieurs. Comment lefinancer? Par limpt direct sur le revenu et la fortune, par limpt

    indirect sur la consommation (la TVA), par un impt sur lestransactions financires, et surtout par le transfert des ressources

    consacres au financement de lAVS, de lAI, de laide sociale et desautres revenus de substitution infrieurs au montant du revenu de

    base.

    Svizzera: proposta di legge per il reddito di cittadinanza

  • Liniziativa popolare per un reddito minimo incondizionatopropone lintroduzione di un contributo universale sancitoallinterno della Costituzione federale che consenta a tutta lapopolazione di condurre unesistenza dignitosa e dipartecipare alla vita pubblica. La legge disciplina inparticolare il finanziamento e limporto del reddito minimo (ipromotori hanno suggerito che il reddito di base si aggiriattorno ai 2000-2500 franchi mensili, cifra che molto vicinaallimporto massimo dellindennit di disoccupazione, ma nonhanno quantificato la cifra nel testo delliniziativa). Il redditominimo devessere slegato da qualsivoglia condizione, senzaaccertamenti sulla situazione di bisogno. E universale (tutti loricevono) ed egualitario (tutti ricevono la stessa cifra). Eanche personale (versato al singolo individuo, non allafamiglia). Non sostituir lo stipendio. Piuttosto, andr asostituire lassistenzialismo delle entrate economiche che sonochiaramente al di sotto di esso (sussidio di disoccupazione,pensione, assegni familiari, borse di studio, assegni diinvalidit). Ma come verr finanziato? Attraverso latassazione diretta degli utili e della ricchezza, l