Eugenio Borra - Penna d'Autore...tra le steppe, le dune e le sierre, il Seicento registra più...

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- Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - MODELLO NUMERO 3 Eugenio Borra Nato e vissuto a Torino (1934-2009) Da ragazzo ha lavorato come apprendista tipografo, commesso, fattorino, finché non è stato assunto come impiegato alle Poste Italiane estera e aerea. Raggiunta l'età della pensione ha ripreso il suo vecchio hobby di leggere e scrivere. Tra i suoi scritti figurano il romanzo preistorico «Risonanza pri- mordiale», due libri di racconti «39 racconti avvicendati» e «Raccolta di rac- conti», il manuale per migliorare nei giochi più diffusi «VINC», la raccolta di versi «Omaggi e voti» in tre volumetti: «Verso l’Universo», «Sembra che ci sia» e «In Fine», e quattro giochi da tavolo, uno dei quali brevettato il 23/ 03/1957. Già collaboratore della rivista «Penna d’Autore», ha poi fatto par- te della giura del Premio Letterario Internazionale «Trofeo Penna d’Auto- re», ed è stato un prezioso aiuto per la realizzazione della collana «I Grandi Classici della Poesia Italiana» edita dall’A.L.I. Penna d’Autore, di cui pub- blichiamo alcune sue poesie che richiamano il contenuto dell’opera. 1 4 9 2 Piantò la Croce. Là su Guanahani l’eterna primavera e il sole caldo ridonano ristoro in suolo saldo all’ammiraglio. Festevoli ‘Indiani’ fidenti fraternizzano. Europei che il gaudio alla sfiducia han sostituito già li comprendono. Quel giorno ambito è venuto e Colón prega per lei... Non si compiace di pensieri, come d’aver avuto proprio lui ragione, né la gloria che pur l’attende gusta. Ai secoli il ricordo del suo nome, della sua grande determinazione per il trionfo d’un’idea giusta. Verso il Grande Mondo Gloriosa Iberia, canto dell’incanto, sul cui impero mai tramonta il sole, popolose nazioni fai tua prole, impossibili vittorie tuo vanto. Olanda, Francia, Gran Bretagna e Irlanda, diverso è il marinaio della talpa! Col vento forte e la marea si salpa, si va oltremare dove il re ci manda. Esulta pure, grande madre Slavia, da cui la gente proiettarsi seppe su taighe, tundre e sconfinate steppe, vincendo gelo, spossatezza e ignavia. Ricchi di senno, di coraggio e ardore, non mandi lontanissimo i figlioli con i russi, gl’inglesi o gli spagnoli, Germania, nerbo dell’Europa e cuore? E tu Italia – dolcissimo il tuo clima – da soggetta vivrai il più bel momento. S’irradierà da te il Rinascimento. Per altri versi rimarrai la prima. Tempora e Tempi Combattute per terra e sul mare tra le steppe, le dune e le sierre, il Seicento registra più guerre ben difficili da enumerare. Dalla fame di noi contadini soldatesche di vari paesi – alemanni, spagnoli, francesi – ricavavano lauti festini. Ricordiamo corsari, pirati, grassatori, bravacci e banditi che di rado si sono pentiti, malviventi crudeli e spietati. Alle stragi, all’orrore pugnace lacrimando dobbiamo pensare, se davvero vogliamo innestare nel futuro la provvida pace. E tornare a pregare il Signore che ci liberi dai tristi mali delle guerre funeste e mortali: peste, fame, ferite e dolore. «O Signore, con mille bandiere ce n’è una da issare per tutti. Bianca, azzurra, nemica dei lutti, cento tregue sa già mantenere. Benedicila sempre, Signore! I suoi uomini dai caschi blu hanno armi puntate all’ingiù. Pace santa in un mondo migliore per i secoli delle virtù».

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MODELLO NUMERO 3

Eugenio BorraNato e vissuto a Torino (1934-2009)

Da ragazzo ha lavorato come apprendista tipografo, commesso, fattorino,finché non è stato assunto come impiegato alle Poste Italiane estera e aerea.Raggiunta l'età della pensione ha ripreso il suo vecchio hobby di leggere escrivere. Tra i suoi scritti figurano il romanzo preistorico «Risonanza pri-mordiale», due libri di racconti «39 racconti avvicendati» e «Raccolta di rac-conti», il manuale per migliorare nei giochi più diffusi «VINC», la raccoltadi versi «Omaggi e voti» in tre volumetti: «Verso l’Universo», «Sembra checi sia» e «In Fine», e quattro giochi da tavolo, uno dei quali brevettato il 23/03/1957. Già collaboratore della rivista «Penna d’Autore», ha poi fatto par-te della giura del Premio Letterario Internazionale «Trofeo Penna d’Auto-re», ed è stato un prezioso aiuto per la realizzazione della collana «I GrandiClassici della Poesia Italiana» edita dall’A.L.I. Penna d’Autore, di cui pub-blichiamo alcune sue poesie che richiamano il contenuto dell’opera.

1 4 9 2Piantò la Croce. Là su Guanahanil’eterna primavera e il sole caldoridonano ristoro in suolo saldoall’ammiraglio. Festevoli ‘Indiani’

fidenti fraternizzano. Europeiche il gaudio alla sfiducia han sostituitogià li comprendono. Quel giorno ambitoè venuto e Colón prega per lei...

Non si compiace di pensieri, comed’aver avuto proprio lui ragione,né la gloria che pur l’attende gusta.

Ai secoli il ricordo del suo nome,della sua grande determinazioneper il trionfo d’un’idea giusta.

Verso il Grande MondoGloriosa Iberia, canto dell’incanto,sul cui impero mai tramonta il sole,popolose nazioni fai tua prole,impossibili vittorie tuo vanto.

Olanda, Francia, Gran Bretagna e Irlanda,diverso è il marinaio della talpa!Col vento forte e la marea si salpa,si va oltremare dove il re ci manda.

Esulta pure, grande madre Slavia,da cui la gente proiettarsi seppesu taighe, tundre e sconfinate steppe,vincendo gelo, spossatezza e ignavia.

Ricchi di senno, di coraggio e ardore,non mandi lontanissimo i figlioli

con i russi, gl’inglesi o gli spagnoli,Germania, nerbo dell’Europa e cuore?

E tu Italia – dolcissimo il tuo clima –da soggetta vivrai il più bel momento.S’irradierà da te il Rinascimento.Per altri versi rimarrai la prima.

Tempora e TempiCombattute per terra e sul mare

tra le steppe, le dune e le sierre,il Seicento registra più guerreben difficili da enumerare.

Dalla fame di noi contadinisoldatesche di vari paesi– alemanni, spagnoli, francesi –ricavavano lauti festini.

Ricordiamo corsari, pirati,grassatori, bravacci e banditiche di rado si sono pentiti,malviventi crudeli e spietati.

Alle stragi, all’orrore pugnacelacrimando dobbiamo pensare,se davvero vogliamo innestarenel futuro la provvida pace.

E tornare a pregare il Signoreche ci liberi dai tristi malidelle guerre funeste e mortali:peste, fame, ferite e dolore.

«O Signore, con mille bandierece n’è una da issare per tutti.Bianca, azzurra, nemica dei lutti,cento tregue sa già mantenere.

Benedicila sempre, Signore!I suoi uomini dai caschi bluhanno armi puntate all’ingiù.Pace santa in un mondo migliore

per i secoli delle virtù».