Eterna Vigilanza Nr. 01
-
Upload
federazione-italiana-storia-armi-e-tiro -
Category
Documents
-
view
240 -
download
8
description
Transcript of Eterna Vigilanza Nr. 01
IL PERIODICO A CURA DI FISAT PER GLI APPASSIONATI DI ARMIIL PERIODICO A CURA DI FISAT PER GLI APPASSIONATI DI ARMI
A N N O 1NUMERO 1
PE
RIO
DIC
O M
EN
SIL
E -
N 1
NO
VE
MB
RE
20
11 -
Dire
tto
re r
esp
on
sab
ile S
imo
ne
Ciu
cch
i -
Re
gis
tra
zio
ne
de
l Trib
un
ale
di B
olo
gn
a n
. 8
20
3 d
el 2
1.9
.20
11
www.eternavigilanza.it - [email protected]
NOVITA’ SUI CRITERI DI CATALOGAZIONE
FISAT A CHICAGO ALLA SECOND AMENDMENT FOUNDATION CONVENCTION
AZIONI FISAT, LA SITUAZIONE DI CASERTA
ARMI E PROIBIZIONISMOLA STORIA SI RIPETE
NOVITA’ SUI CRITERI DI CATALOGAZIONE
FISAT A CHICAGO ALLA SECOND AMENDMENT FOUNDATION CONVENCTION
AZIONI FISAT, LA SITUAZIONE DI CASERTA
ARMI E PROIBIZIONISMOLA STORIA SI RIPETE
LE FN DELLA WEHRMARCHTprima parte
LE FN DELLA WEHRMARCHTprima parte
EXPRESS LANCASTER OVAL BOREEXPRESS LANCASTER OVAL BORE
MKE T41 308 WINCHESTERMKE T41 308 WINCHESTER
LA .577 2 3/4’’LA .577 2 3/4’’
EX ORDINANZA
ARMI STORICHE
ARMI LUNGHE
CARTUCCE
ADDIO AL CATALOGO
SCENARI FUTURIBILI
DOPO LA SUA ABOLIZIONE
ADDIO AL CATALOGO
SCENARI FUTURIBILI
DOPO LA SUA ABOLIZIONE
ATTUALITA’ E LEGGI
Vi invitiamo a fare un giro sul sito dell’associazione per vedere cosa stiamo facendo sia a livello di tutela del singolo cittadino - anche con vera e propria assistenza legale - sia a livello collettivo, con class action ed attività di sensibilizzazione politica.A livello internazionale stiamo collaborando attivamente con IAPCAR International Association for the Protection of Civilian Arms Rights (Associazione Internazionale per la Protezione del Diritto all’accessoalle Armi dei Cittadini), fondata dai nostri alleati di Second Amendment Foundation, prima associazione americana a comprendere l’importanza di uno sforzo anche in campo internazionale. Se siete cittadini onesti non avete niente da temere, essere un appassionato di armi non significa essere un criminale ed uno stato democratico non deve aver niente da temere dal possesso di armi legale e responsabile da parte dei cittadini onesti. È nostro dovere batterci per preservare questo diritto anche per le future generazioni.
COSA FA LA FISAT
FISAT nasce per far sentire la voce dei cittadini onesti per la tutela del possesso di armi legale e responsabile. Infatti non sempre il settore riesce a farsi sentire come dovrebbe e spesso l’interesse dei produttori di armi, che hanno la maggior parte delle risorse essendo soggetti imprenditoriali, non coincide con gli interessi dei cittadini utilizzatori. Accade infatti che buona parte degli introiti delle armi nel mondo non derivi dal mercato civile ma da quello militare, ragione per cui un imprenditore che abbia interessi in entrambi i settori sarà facilmente disponibile a cedere qualcosa sul mercato civile per avere privilegi commerciali che avvantaggino solo lui. Per questo è importante che la base ossia cittadini utilizzatori siano rappresentati. FISAT fa proprio questo, difende le posizioni dei cittadini appassionati di armi (e di attività simili come il softair) al pari di quanto fanno negli USA NRA e Second Amendment Foundation e nel resto d’Europa da tutte le altre associazioni che stanno nascendo in ogni paese.I membri dell’associazione potranno contattarla per avere informazioni su come risolvere i loro problemi in materia di armi. FISAT infatti si avvale di consulenza legale specializzata nella legislazione delle armi e di un esercito di esperti della materia disposti ad aiutare per il bene comune. Che tu sia un cacciatore, un collezionista, un appassionato di coltelli o un giocatore di softair per noi non cambia, perché FISAT difende ad oltranza il diritto di possedere armi in modo legale e responsabile.Chi vuole mantenere questo diritto è nostro amico, chi vuole limitarlo, qualunque siano le sue ragioni, è contro di noi.
ERA L’ORMAI LONTANO 2008 quando un gruppo di volenterosi decise di ritrovarsi a Terni per fondare un’associazione che - sul modello delle associazioni americane - tutelasse il diritto del cittadino al possesso legale e responsabile di armi.La strada era dura e tutta in salita ma sapevamo che non essendocene un’altra doveva essere comunque percorsa.Oggi siamo qua, oltre 3000 iscritti, più di 1300 casi legali risolti e decine e decine di ringraziamenti ogni mese da parte di cittadini onesti come voi e noi che si sono sentiti in dovere di ringraziare l’associazione per il lavoro fatto, prima nella storia di questo Paese a scendere in campo dalla parte delle persone oneste.
I nostri siti:www.fisat.us il sito base dell’associazione www.fisat-italia.blogspot.com il blog su con le ultime notiziewww.cavalierifisat.it il sito dei volontari che divulgano il pensiero resistente di FISAT nelle loro aree di residenza.
Che tu sia un cacciatore, un collezionista, un appassionato di coltelli o un giocatore di softair per noi non cambia,F ISAT d i fende ad o l t ranza i l d i r i t to d i possedere armi in modo lega le e responsabi le .Chi vuole mantenere questo diritto è nostro amico, chi vuole limitarlo, qualunque siano le sue ragioni, è contro di noi.
Che tu sia un cacciatore, un collezionista, un appassionato di coltelli o un giocatore di softair per noi non cambia,F ISAT d i fende ad o l t ranza i l d i r i t to d i possedere armi in modo lega le e responsabi le .Chi vuole mantenere questo diritto è nostro amico, chi vuole limitarlo, qualunque siano le sue ragioni, è contro di noi.
Mar. Capo CC Simone Ciucchi - Presidente F.I.S.A.T.
Siamo ancora qua.Dopo cinque anni di lavoro, sviluppatosi principalmente su Internet, l’associazione ha deciso di fondare una propria rivista di carattere scientifico che si occuperà di diritto, tecnologia e storia delle armi.Niente politica e sport, quindi , ma solo ricerca in materia di diritto e tecnologia per capire meglio questa materia ostica a molti (è regolata da oltre 90 leggi spesso contraddittorie) e piagata dalla tendenza a interpretare le norme “a occhio” spesso perché si ignorano il diritto e la tecnologia e quindi come l’una possa essere applicata all’altro.Se si considera quanto detto, diventa facile comprendere come sia possibile che i miei colleghi prendano così tanti e frequenti svarioni nell'applicazione delle norme che vengono applicate ad occhio.Valga su tutti un memorabile "sequestro di armi da guerra" che erano semplicemente armi ex ordinanza; il malcapitato esibì la denuncia alla locale Questura - intendendo che se fossero state vietate non avrebbe potuto denunciarle - ma gli sequestrarono pure quella.E ad occhio ahimé, non giudicano solo le forze di polizia ma anche Tribunali e Procure; si valuta ad occhio che la Winchester M1 è “da guerra” perché “la usavamo al corso ufficiali” senza considerare che tra il corso ufficiali di cui si parla ed il giorno d’oggi sono passati anche vent’anni e sono state varate molte di quelle novanta leggi e variazioni interpretative che hanno cambiato diametralmente la valutazione di un’arma o di una condotta da allora ad oggi.Finalmente quindi una rivista precipuamente tecnica che farà tesoro della preparazione specifica dei suoi contributori per chiarire argomenti difficili ma che riguardano la vita e la libertà – bene comune supremo – di cittadini appassionati d’armi legali che come tali hanno il diritto ad essere giudicati in modo equo, in base alle norme vigenti e soprattutto senza approssimazioni da mercato.Un piccolo sforzo che speriamo incontrerà l’interesse degli appassionati e degli addetti ai lavori, magari agevolandone il lavoro e aiutandoli a perseguire un livello di qualità sempre migliore.
Penso che migliore augurio nessuno potrebbe farsi.
Il Direttore Mar. Ca. CC. Simone Ciucchi
Perché questa rivistaPerché questa rivistaDi Simone CiucchiDi Simone Ciucchi
EDITORIALE
Sede della rivista:
Associazione Federazione Italiana Storia Armi e Tiro
Strada Maggiore 88 – 40125 Bologna
Direttore responsabile: Simone Ciucchi
Collaboratori : redazione di Simone Ciucchi, Silvia
Gentile, Riccardo Badino , Lucio Michele Balbo, Diego
Ruina, Michele Schiavo,
Paolo Andrea Delfino, Toso
Registrazione del Tribunale di Bologna n. 8203 del 21.9.2011
I dati e le informazionipresenti in
questa rivista sono a puro titolo informativo
La Rivista, la redazione, i collaboratori, ed il
webmaster,non si assumono nessuna responsabilità per
danni a cose o persone derivate da un uso improprio
o da un applicazione che contravvenga le norme di
legge in vigore.La riproduzione anche
parziale tramite fotocopia e la stampa in proprio sono permesse purché sia fatto riferimento alla testata ed
all'associazione.
BUONE E CATTIVE NOTIZIE....NE VALEVA LA PENA!
BUONE E CATTIVE NOTIZIE....NE VALEVA LA PENA!
ADDIO CATALOGOSCENARI FUTURIBILI DOPO
L’ABOLIZIONE DEL CATALOGO
ADDIO CATALOGOSCENARI FUTURIBILI DOPO
L’ABOLIZIONE DEL CATALOGO
ATTUALITA’ E LEGGI
PAG 6
PAG 4
LE SIRENE DEL PROIBIZIONISMOLA STORIA INSEGNA.... O ALMENO DOVREBBE
LE SIRENE DEL PROIBIZIONISMOLA STORIA INSEGNA.... O ALMENO DOVREBBE
PAG 9
UNA GRANDE LEZIONEL’AZIONE FISAT DI CASERTA
UNA GRANDE LEZIONEL’AZIONE FISAT DI CASERTA
PAG 21
LA SAGRA DELLE PANZANELA SAGRA DELLE PANZANE
LO SPRAY OC APPRODA NELLE CASE DEGLI ITALIANIAlcuni consigli per stare nelle regole
LO SPRAY OC APPRODA NELLE CASE DEGLI ITALIANIAlcuni consigli per stare nelle regole
COSA ACCADE NEL SOFT AIRTut te le novi tà del DLGS 204/2010
-recepimento della Direttiva Europea 2008-51-ce-
COSA ACCADE NEL SOFT AIRTut te le novi tà del DLGS 204/2010
-recepimento della Direttiva Europea 2008-51-ce-
PAG 36
PAG 40
PAG 50Progetto grafico by Render
2
SOMMARIO
CARTUCCIE
N°1 NOVEMBRE 2011
ARMI LUNGHE
ARMI EX ORDINANZA
ACCESSORI
L’ANGOLO DEL TIRATOREMODELLISTA
PAG 24
PAG 12
PAG 54
PAG 53
PAG 62
MKE T41 , UNA CHIUSURA A RULLICONFORME ALL’ORIGNALEMKE T41 , UNA CHIUSURA A RULLICONFORME ALL’ORIGNALE
LE FN DELLA WERMARCHT - Parte 1LE FN DELLA WERMARCHT - Parte 1
MESA TACTICAL SURESHELL per Benelli M4 e Remington 870MESA TACTICAL SURESHELL per Benelli M4 e Remington 870
M4 ED M249, HOBBY FAN 1:4M4 ED M249, HOBBY FAN 1:4
LA .577 23/4’’LA .577 23/4’’ RUBRICHE
IL PENSIERO DI.......Black out!Togliamo il bavaglio all’informazione
RADIO LONDRA -COMUNICAZIONI PER TUTTILettera aperta: Cari amici cacciatori,
I FATTI NOSTRI....E VOSTRICosa stiamo facendo:La nostra libertà una causa alla volta
Pag 39
Pag 66
Pag 60
RUBRICHE
EXPRESS LANCASTER Oval Bore cal. 577 2 3/4’’EXPRESS LANCASTER Oval Bore cal. 577 2 ’’3/4
ARMI STORICHE
PAG 43
3
La legge stabilità 2012, alias decreto stabilità ha definiti-vamente abolito, al comma 7 dell’art. 4 undecies, il catalo-go delle armi da fuoco can-cellando l’art. 7 della L. 110/1975.
Cosa accadrà adesso ?
Difficile dirlo con certezza. Secondo voci confermate da più parti - Sherlock Holmes dice-va che due indizi fanno una pro-va – sembra che il Ministero o meglio l’Area Armi ed Esplosivi cercherà di fatto di tener tutto come è cercando di far comun-que sottoporre alla Com-missione le armi di nuova intro-duzione. Il Banco, secondo voci assai fondate, sbandiera ai quattro venti di essere pronto a pren-dersi carico della questione (nel senso verificare che le armi sia-no “compatibili” con la legisla-zione nazionale) ovviamente dietro lauto compenso a prezzi di mercato (molto alterato dal fatto di essere in regime di mo-nopolio, trattandosi dell’unico Banco di Prova che c’è). Impossibile negare anche per il più malfidente degli osservato-ri, che il risultato sia opera della Lega e della squadra dei Senatori Calderoli-Bricolo-Mazzatorta;
seguiamo la cosa davvero da
tempi immemori e basta anda-
re a vedere chi siano i propo-
nenti per levarsi ogni dubbio;
ci avevano provato (con un
aiuto del PDL) all’epoca del
decreto rifinanziamento mis-
sioni all’estero e non ce la fece-
ro perché Casson (PD) pianse
in aula chiamandolo un favore
alla criminalità. Lo hanno
fatto anche questa volta, per
mezzo dei sindacati di polizia
SILP e ANFP, le cui voci sono
cadute nel vuoto grazie al fatto
che l’opposizione si è astenuta
dall’aula ottenendo in cambio
le dimissioni di Berlusconi.
Ho visto l’evento in diretta inter-net lo scorso Sabato 12 Novembre e credo in tutta one-stà di essere stata testimone di un evento storico, come quan-do Armstrong fece il primo pas-so sulla Luna (che non ho visto p e r m o t i v i a n a g r a f i c i ) . Probabilmente non è un evento storico ma solo l’effetto della nascita di una associazione, la FISAT, che per anni ha rotto le scatole esponendo pubblica-mente le responsabilità dei rap-presentanti del settore con dirit-to di voto in Commissione (grossi fabbricanti, Asso-armieri, UITS), esposizione che ha reso sempre meno pagante il principio del “collaborazioni-smo occulto” con i funzionari ministeriali – da sempre antiar-mi - quando affrontano questio-ni che non li interessano diretta-mente (tipo i poligoni privati, la ricarica, i caricatori delle armi simil-militari in sede di importa-zione ecc. ecc.).Responsabilizzare questi sog-getti affinché si battano e si sbat-tano veramente per il settore è stata una strategia super pa-gante che ha ottenuto finalmen-te un effetto sveglia che gli ap-passionati aspettavano da qua-rant’anni ; una sveglia tale da fargli avvicinare gli unici politici che avevano preso a cuore la tutela del possesso legale
ADDIO CATALOGOADDIO CATALOGOScenari futuribili dopo l’abolizione del CatalogoScenari futuribili dopo l’abolizione del Catalogo
DI SILVIA GENTILE - LEGALE FISAT
4
responsabile di armi, ossia pro-
prio la Lega, fino ad oggi snob-
bata perché non faceva parte
dei partiti dell’arco costituziona-
le “storico” . Viene ora da fare
qualche valutazione per il futuro
partendo dagli scenari più pro-
babili.Per incominciare, mai come ora
si avvertirà la frattura insanabi-
le, perché dettata dal mercato,
tra costruttori nazionali (che
vendono all’estero ma non di-
sdegnano di vendere anche in
Italia) e quei soggetti commer-
ciali che importano armi
dall’estero o le costruiscono
a r m i i m p o r t a n d o p a r t i
dall’estero. È ovvio che i gran-
di produttori italiani, che in quan-
to tali fanno il bello ed il cattivo
tempo nel settore, non hanno
alcun interesse ad liberarli ulte-
riormente da gabelle ed intralci
romano-bizantini. Ed è an-
che altrettanto ovvio che l’Area
Armi ed Esplos iv i e la
Commissione faranno di tutto
perché tutto cambi ma in so-
stanza rimanga com’è, come il
Gattopardo di Tomasi di
Lampedusa. Proporranno – ed avranno bu-on gioco perché ora al Ministero non ci sono più la più la Lega e Roberto Maroni – che le armi v a d a n o c o m u n q u e i n Commissione per una valuta-z ione “demo-etno-ant ro-pologica”, limitando il grande cambiamento ad un cambia-mento di mera apparenza. La cosa ci è confermata da un altro indizio, stavolta certo, ossia il fatto che al Ministero si stiano dando leopardianamente da fare giorno e notte per finir l’opera anzi il chiaror dell’alba
ossia terminare le catalogazio-ni in corso prima dell’entrata in vigore della Legge, ossia il 1.1.2012. Non ci resta che augurargli buon lavoro, sia pur constatando che avrebbero potuto cominciare prima, sen-za dover attendere il decreto sviluppo.Insomma, spero di sbagliarmi ma temo che vedremo un cam-biamento di nomi (delle proce-dure) ma ben pochi snellimenti burocratici nell’immediato fu-turo.Uno scenario completamente
diverso, e ben più compatibile
con il moderno mercato legale
delle armi, sarebbe la devolu-
zione al Banco della valutazio-
ne dei MODELLI delle armi
importate; in sostanza la prima
volta che un modello di arma
viene importato si passa al
Banco che lo verifica e rilascia
un certificato di “continenza”
con la legislazione nazionale e
soprattutto (basta sciocchez-
ze sui .510 DTC, giudicato da
guerra solo in Italia) rilascia un
certificato che viene pubblica-
to sul suo sito da allegare alle
successive domande di impor-
tazione (che sia possibile quin-
di stampare gratuitamente per
le importazioni successive).
Ripeto per chi non abbia capi-
to che questo servizio dovrà
essere a costi sostenibili, se il
Banco applicherà una tariffa di
500 euro per singola arma (e
non per modello) solo per dare
un’occhiata superficiale e fir-
mare un foglio vedremo le co-
se peggiorare perché i costi si
abbatteranno sui poveri utenti
finali.
In tal caso non esiteremo ad entrare in guerra per avere dav-vero un mercato aperto e far si che il prezzo sia fissato da un giudice; conviene a qualcuno o al Banco?A mio avviso no per cui occhio alla penna.Si profilano, insomma, tempi incerti per importatori e piccoli costruttori e mai come ora vedo necessaria la formazione di un comitato d’imprese affinché l’abolizione del catalogo si risol-va in un effettivo snellimento delle procedure burocratiche che consenta di entrare sul mer-cato e rientrare degli investi-menti in tempi ragionevoli, altri-menti il miracolo epocale dell’abolizione si perderà in un rivolo di adempimenti e gabelle, continueremo ad attendere una catalogazione ancora un anno e mezzo oltretutto pagandola salata assai, come accaduto sin’oggi. Non è lavoro che FISAT possa fare, almeno con i fondi che ha.FISAT nasce per tutelare il dirit-to di possedere armi in modo legale e responsabile ed age-volare il mercato agli operatori, anch’esso un diritto peraltro legittimissimo, non è uno dei suoi obiettivi statutari ed è fuori dalle sue possibilità economi-che. Noi siamo qua, facciamo que-sto mestiere ormai da anni e pensiamo di avere le risposte.
Rimaniamo a disposizione di chi voglia farci domande.
5
Ne valeva la pena!S c r i v o q u e s t e n o t e
all’indomani della notizia,
invero da confermarsi, secon-
do cui la Commissione
Consultiva sulle armi stia per
rimangiarsi il divieto di catalo-
gazione di armi simil militari
con caricatore compatibile con
le armi militari; in sostanza il
divieto di catalogazione di
nuovi modelli di armi della
famiglia AR15-M4 che tanto
sembra piacere (a ragione)
agli appassionati italici.La storia è nota ma merita una
ricapitolazione; a maggio il
Dirigente dell’Area Armi ed
Esplosivi fa sapere ad alcuni
importatori che, sentito il
parere della Commissione
Consultiva, le armi simil
militari con caricatore compati-
bile con le armi militari non
sarebbero state più cataloga-
te.Le riviste del settore, segnata-
mente Armi e Tiro, tentano di
investigare e tutti i big del
settore – anche quelli che
partecipano alle sedute della
Commissione - paiono cadere
dalle nuvole; chi invoca un
ricorso contro il catalogo, chi
da la colpa ai furbetti del
caricatore che
comprano caricatori da trenta e fanno incavolare il Ministero (e poi dicono che il giornalista ha capito male).Insomma come si dice a Firenze “IO NON C’ERO E SE C’ERO DORMIVO”.Fatto sta che chi pensava rimanesse tutto segreto, come è stato per trent’anni (ossia prima dell’arrivo di FISAT) si sbagliava di grosso. Uscita la decisione della Commissione secondo cui le armi “simil militari” con il carica-tore compatibile con le armi militari non sarebbero state più catalogate, FISAT acquisì gli atti in copia dal Ministero e li pubblicò online mettendo tutti i votanti all’unanimità davanti alle proprie respon-sabilità.La campagna di lettere che ne scaturì ha fatto tornare sui propri passi la Commissione che “sembra” rettificherà nella riunione dei primi di Novembre la questione dei caricatori.Un successo di FISAT, cioè vostro perché FISAT siete voi che la supportate, che segue il successo del DLGS 204/2010; ricorderete poligoni privati solo con licenza del Questore
TESTO Mar. Ca. CC Simone Ciucchi, Presidente FISAT
6
(tranne quelli UITS) e ricarica solo previo corso da parte di chi la ricarica non la sa fare che infatti lo avrebbe fatto solo teorico.Rimangono adesso alcune con-siderazioni da fare, tristi ma veri-tiere; come tutti vedete coi vo-stri occhi le riviste del settore hanno ignorato la questione o al massimo l’hanno toccata “in li-mine” come se la cosa non le riguardasse; questo perché o non sanno o perché i big del settore hanno loro vietato di parlare di FISAT pena il taglio della pubblicità.Per questo motivo dalla carta stampata vedrete solo elogi per i produttori nazionali e le asso-ciazioni che controllano sanan-do i loro bilanci ma che per voi non fanno e non possono fare niente se non inventare nuovi divieti, nuove barriere, nuovi le-gacci che gli consentano di ave-re un mercato protetto con prez-zi più alti per l’utente finale (cioè voi).Quindi meno libertà e prezzi più alti; non ci sembra proprio un b u o n a f f a r e ( p e r n o i ) .Qualche altro esempio; non si perde battuta (tra cui anche un Recente Disegno di Legge che siamo riusciti a stoppare prima che fosse presentato) con cui si cercava di ristabilire ancora una volta il monopolio
UITS sui campi di tiro,
l’istituzione di nuovi adempi-
menti che vengono sbandiera-
ti come un aumento della sicu-
rezza (comel’inutile chip di con-
trollo RFID al posto della matri-
cola il cui costo pagherete
voi come utenti finali nel
prezzo di vendita di cui par-
leremo nella prossima edi-
zione); tutte trovate travestite
da aumento della sicurezza
ma che in realtà tentano di argi-
nare (illegalmente) l’ingresso
sul mercato nazionale delle ar-
mi estere che spesso, miste-
riosamente, costano meno
delle armi nazionali anche
quando sono prodotte in paesi
del primo mondo, pagano al-
tissimi dazi d’ingresso, costi di
trasporto, IVA sul totale.Qualcuno mi sa dire come mai
un fucile fabbricato ad Urbino
costi meno ad acquistarlo in
Texas che ad Urbino ? Io una
mia idea ce l’ho ed ha il suo fon-
damento nel ritenere che noi
italiani siamo i consumatori
più fessi del pianeta.È anche chiaro del perché le ar-
mi straniere diano così noia ai
produttori nazionali che non ve-
dono l’ora di liberarsene, maga-
ri con qualche decretino di pub-
blica (o meglio di
privata) sicurezza ad hoc (per i Loro affari).Concludo adesso con un bre-ve balzo indietro nel tempo; ho ormai più di 40 anni e ho il ri-cordo, un po' sbiadito, di un ra-gazzo appassionato d’armi che negli anni '80 voleva fare il Carabiniere per addrizzare i tor-ti di questo mondo (chi di voi non avrebbe voluto farlo), e leg-geva rodendosi gli scritti del Dr. Mori per chiedersi ogni volta co-me si facesse a non capire che un cittadino onesto con un AR15 (i problemi sono da sem-pre gli stessi) non si trasforma ipso facto in un terrorista, fermo restando che perseguire un one-sto per non aver denunciato im-mediatamente venti munizioni non è interesse di nessuno, m e n c h e m e n o p e r l o Stato.Ma soprattutto si chiedeva, quel ragazzo, per quale strano mec-canismo nel paese europeo con più fabbriche d’armi d’Europa, con una struttura in grado di mettere in campo centinaia di avvocati e fare pressione in modo democra-tico e civile non si facesse re-golarmente nulla, dando la col-pa regolarmente ad una fanta-smagorica
LEGGI & ATTUALITA’ LEGGI & ATTUALITA’
7
“Commissione” di cui regolar-mente si ignoravano i compo-nenti, gli atti (coperti da segreto massonico), gli intenti spesso contraddittori (ad esempio quando un fucile presentato da uno potesse essere un’arma da guerra per diven-tare sei mesi dopo, presenta-to da un altro, un’arma comu-ne).FISAT nasce per rispondere a questi interrogativi di cui tutti sappiamo la risposta; se siete convinti di questa lotta suppor-tateci come potete, i protervi che vorrebbero tornare agli anni ’80 non possono imba-vagliare la società civile.In questi cinque anni, dalla na-scita di FISAT, molte cose cam-biate anche se, come dicevo, in modo non indolore. FISAT su pressione dei pa-droni del vapore è stata lette-ralmente bandita d’autorità da tutte le riviste (al massimo ci si riferisce a FISAT come a “un’associazione” senza citar-la), censurando le email di rin-graziamento per ciò che ogni giorno facciamo (che pure ci ar-rivano in copia).
Pensateci: in Italia si vota si e
no ogni paio d’anni ma si vota
ogni giorno col portafogli.
Una email sono cinque minuti
ma li mettete in pensiero perché
adesso le cose sono dure an-
che per chi lavora correttamen-
te; non ce l’abbiamo coi produt-
tori nazionali, anzi, li sorveglia-
mo quando in Commissione (do-
ve vanno solo loro) propongono
o quantomeno appoggiano le
peggiori baggianate (come quel-
la dell’UITS il cui membro ha
suggerito di non catalogare ar-
mi di calibro su
periore al .308 perché nei poli-goni UITS non si usano e così facendo danneggia gli stessi poligoni UITS dove tali armi si usano eccome (Revere, Lastra a Signa, Sestriere, Codogno, Bologna, Brescia, Breno, Gardone Val Trompia ... tanto per fare i primi nomi che mi vengono a mente. ) ... e si usano nelle gare ex ordi-nanza previste proprio dai re-golamenti UITS che stabilisco-no l'uso di "modelli di armi adot-tate fino al 1955 compreso, so-no escluse le repliche e i cen-tenari. La Commissione con-giunta tra President i e Commissione Quadri ha deci-so che per l’individuazione dei modelli di armi “costruite fino al 1955 incluso” sarà utilizzato il criterio: “siano state di uso massivo presso gli eserciti e nella configurazione origina-le".Ecco che dice il regolamento gara riguardo ai calibri:
R E G O L A M E N T O CAMPIONATO ITALIANO EX ORDINANZA E ORDINANZA - UITS A MT. 300NORME GENERALI 2011
... Omissis...
2. Categorie di tiro: 2.1. Armi lunghe a canna rigata nei calibri catalogati Non soltanto non sanno neanche come funzionano le associazioni che vanno a rappresentare ma non si rendono conto che esclu-dendo la catalogazione dei calibri superiori al .308 si andrebbe di fatto a danneggia-re irrimediabilmente e forse stroncare definitivamente le
molte eccellenze artigiane (di cui molte in Val Trompia) che producono pregiati express e carabine da caccia nei calibri tradizionali sia per le cacce europee che per quel le africane, come il mitteleuropeo 9,3 x 62 Mauser, il 9,3 x 74 R o i ben noti .400 e 500. Nitro Express, perché se un'arma non è catalogata non può essere prodotta ed esportata.
8
A CURA DI: Michele Bertoni
Che cos’hanno in comune
alcol, droghe e armi da fuoco?
Sono beni che si possono tra-
sportare facilmente, dei quali si
può abusare, sono grande-
mente apprezzati da alcuni e
disprezzati da altri e, soprattut-
to, sono tutti stati soggetti, in
luoghi ed epoche storiche diffe-
renti, a forme di proibizionismo.La storia del proibizionismo
americano in materia di alcolici
è nota: si trattò di un grande
esperimento, dagli esiti falli-
mentari, condotto tra il 1920 e il
1933.
L’eredità forse più rilevante di quella stagione fu ildefinitivo consolidarsi della criminalità organizzata negli Stati Uniti, che proprio dal traffico di alco-lici aveva tratto le sue princi-pali fonti di guadagno, con la violenza, gli omicidi e la corru-zione che ne fecero da corolla-rio.Nemmeno la guerra alla dro-ga, della quale siamo testi-moni ai giorni nostri, non sem-bra avere prodotto gli effetti desiderati. Gli Stati spendono risorse sempre crescenti per contrastare il
Traffico di stupefacenti, ma la
loro disponibilità e il loro con-
sumo sembrano, se possibile,
in continuo aumento. Secondo
il Rapporto Annuale 2010Dell’Osservatorio europeo
delle droghe e delle tossicodi-
pendenze (OEDT), organismo
o p e r a n t e i n s e n o a l l a
Commissione Europea, il
22,5% degli adulti europei, pari
a 75,5 milioni di persone, ha
fatto uso almeno una volta nella
vita di cannabis, mentre gli
utilizzatori nell’ultimo anno
disponibile per l’indagine sono
pari al 6,8% della popolazione
europea adulta, ossia 23 milioni
di persone. Le variazioni nel
consumo di cannabis di anno in
anno oscillano, da Paese a
Paese, da un minimo dello 0%
(consumo invariato) a un mas-
simo del +15,2%. Tendenze
analoghe si riscontrano, seb-
bene su percentuali molto più
ridotte di popolazione, per la
cocaina, l’ecstasy, le anfeta-
mine e gli oppioidi. In altre paro-
le, in nessun caso si osserva
recentemente, al l ’ interno
dell’Unione Europea, un calo di
consumo di sostanze stupefa-
centi. Se spostiamo la nostra
attenzione agli Stati Uniti,
osserviamo come l’enorme
domanda di droghe generata
dal mercato
LA STORIA INSEGNA.....O ALMENO DOVREBBE
9
statun i tense, a d ispet to
dell’imponente impegno finan-
ziario che il governo americano
dedica alla lotta alla droga, sia
tale da essere alla base della
sanguinosa guerra per il con-
trollo dei traffici illegali che da
ormai tre anni sta insangui-
nando il Messico.Non è necessario essere favo-
revoli al consumo di droga per
osservare come le attuali politi-
che proibizionistiche non stiano
funzionando, dato che la dispo-
nibilità e l’utilizzo di droghe
appaiono essere più alti che
mai, anche nel nostro Paese.
Infatti, a dispetto di campagne
di prevenzione e dissuasione
che durano ormai da decenni, vi
è una fascia rilevante di popola-
zione che ritiene di avere moti-
vazioni sufficientemente forti
per possedere e consumare
droga, generando così una
domanda che non può che
essere soddisfatta dal traffico
illegale. Le difficoltà che si
incontrano nell’agire sul lato
della domanda di sostanze
stupefacenti risiede, verosimilmente, nel fatto che il
consumo di tali sostanze,
almeno entro certi limiti, non è
generalmente percepito come
un comportamento antisociale.Le analogie tra il proibizionismo
in materia di droga e quello in
materia di armi, praticato in
alcuni Paesi e a volte invocato
anche nel nostro, sono sorpren-
denti. Il prof. John Kaplan, della
Stanford Law School, le mise
chiaramente in evidenza in un
suo scritto del 1981 (“The
wisdom of gun prohibition”),
ove si
argomentava che un’ even-
tuale forma di proibizionismo
in materia di armi avrebbe
prodotto degli effetti analoghi a
quelli esplicati dal proibizioni-
smo in materia di sostanze
stupefacenti. L’assunto di base del ragiona-
mento è che un divieto intro-
dotto per legge non è di per sé
sufficiente a garantire il suo
rispetto da parte dei cittadini.
Se si considerano i motivi per i
quali si detengono legalmente
armi, possiamo certamente
includere la pratica dei diversi
sport del tiro, l’attività venato-
ria, il collezionismo, la difesa
pe rsona le e ab i ta t i va .
L’aspetto legato all’esigenza
di sicurezza, in particolare, è il
più emozionale ed è quello
che maggiormente potrebbe
provocare, nell’animo dei
detentori di armi colpiti da
un’ipotetica politica proibizio-
nistica, La consapevolezza di stare
subendo un’ingiustizia. È
ipotizzabile che una parte dei
cittadini onesti, sentitisi defra-
udare di ciò che viene da
costoro percepito come un
diritto alla tutela della propria
incolumità personale (se-
condo alcuni a torto, ma ciò
non inficia la validità del ragio-
namento), possano rivolgersi
a un mercato illegale, in
maniera simile a quanto
avviene per le droghe?
Concentriamo la nostra atten-
zione sui cittadini onesti, per-
ché è su di essi che si abbatte-
rebbero leConseguenze di un eventuale
proibizionismo, non certo su
coloro i quali hanno comunque
in animo di compiere azioni
criminali: chi è disposto, infatti,
a rischiare sanzioni penali per
commettere crimini puniti seve-
ramente, non esiterà a violare
anche le norme in materia di
armi. Secondo Kaplan è possibile
che il mercato illegale delle
armi, adesso indirizzato solo
alla criminalità, possa espan-
dere le proprie operazioni inter-
cettando la domanda di sicu-
rezza espressa dai cittadini
onesti, una volta disarmati.
Anzi, si potrebbe pensare che
un proibizionismo generaliz-
zato farebbe sentire il cittadino
onesto ancora più insicuro di
fronte a una criminalità che
continuerebbe in ogni caso ad
essere armata. Affinché uno schema proibizio-
nistico fallisca, infatti, è neces-
sario che via sia una parte mino-
ritaria ma significativa della
popolazione (l’analogia con i
consumatori di droga è eviden-
te) che non ritenga la deten-
zione di un’arma per difendersi
da eventuali aggressioni un
comportamento dannoso per la
civile convivenza.Naturalmente è molto difficile
ipotizzare quale sarebbe la
percentuale di cittadini onesti
disposta a fare il passo
dell’acquisto illegale, pur di
soddisfare l’esigenza di sicu-
rezza personale percepita
come stringente. Tuttavia, se
l’esperienza in materia di alcool
e droghe ha insegnato qualco-
sa, è che quando esiste una
domanda che consente
10
LEGGI & ATTUALITA’ LEGGI & ATTUALITA’
guadagni sufficientemente remunerativi (e il traffico illegale di armi certamente lo è, poiché le armi sono facilmente traspor-tabili e, per chilogrammo trapor-tato, generano un rendimento certamente superiore alla can-nabis), vi sarà qualcuno dispo-sto a soddisfarla, naturalmente pretendendo una remunera-zione consona al rischio affron-tato.
I soggetti operanti nel mercato illegale delle armi, pertanto, vista questa nuova opportunità di profitto, potrebbero attivarsi per estendere la propria offerta a questa nuova fascia di domanda, creata dal proibizio-nismo.
Le conseguenze di un proibizio-nismo in materia di armi, per-tanto, sarebbero simili a quanto già avvenuto per le droghe: si alimenterebbe un mercato illegale in misura ancora mag-giore rispetto a quanto avviene ora; il prezzo delle armi di ille-cita provenienza crescerebbe, e di ciò ne beneficerebbe la criminalità organizzata, che da tale traffico potrebbe trarre profitti crescenti. Non seconda-rie, inoltre, sarebbero le conse-guenze sociali derivanti dal condurre una parte (che potrebbe essere non irrilevan-te) della popolazione a violare un divieto percepito come ingiu-sto e non socialmente vincolan-te.
Il proibizionismo in materia di armi, oltre a colpire i detentori legali di armi e a lasciare indi-sturbati i quelli di armi illegali, rischierebbe di avere la stessa efficacia che sta avendo la guerra alla droga e incremente-rebbe il traffico di armi clande-stine.
Un sistema di licenze e regi-strazione, come quello ora in uso in Italia, d’altra parte, impedisce che le armi fini-scano nelle mani di chi non ha i requisiti personali o sociali per detenerle e consente alla pubblica di autorità di cono-scere la loro ubicazione. In questo senso il sistema attua-le, sebbene decisamente migliorabile sotto molti aspetti, soprattutto quelli relativi alla razionalizzazione di vincoli e limitazioni che appaiono del tutto slegati rispetto alle esi-genze di tutela della pubblica sicurezza, è comunque più efficace di un proibizionismo tout court nel garantire la con-temperanza degli interessi legittimi dei detentori di armi con le esigenze di sicurezza e di civile convivenza espresse dalla società nel suo comples-so.
11
Testo di Michele SchiavoFoto di Diego Ruina
Testo di Michele SchiavoFoto di Diego Ruina
ARMI EX ORDINANZAARMI EX ORDINANZA
Nel maggio del 1940 la Germania nell'ottica di invadere la Francia, occupò il Belgio fino alla sua liberazione nel 1944. Durante questo periodo l'apparato produttivo della F.N., “Fabrique Nationale d'armes de guerre”, non si fermò. La produzione passò sotto il controllo tedesco; le giacenze dei contratti esteri, ferme nei depositi in attesa di essere s p e d i t e , f u r o n o sequestrate e vennero assegnate ai reparti della Wehrmacht.Due furono i modelli di pistola la “Fabrique N a t i o n a l e m o d è l e 1910/22” e la “Fabrique Nationale modèle 1935 G r a n d P u i s s a n c e ” , meglio conosciuta come Hp35.
UN PO’ DI STORIA
Con la fine della prima guerra mondiale il nuovo regno di" Serbia, Croazia e Slovenia" (conosciuto poi come ex-Jugoslavia) necessitava di una nuova arma corta per poter equipaggiare le proprie milizie, dato che, a causa dei numerosi conflitti, tra cui la grande guerra, gli arsenali erano stati tutti svuotati. Fu così che all'inizio degli anni ’20 venne chiesto alla F.N. (Fabrique Nationale d'armes de guerre) di poter realizzare una nuova pistola per soddisfare le loro
esigenze: veniva richiesta una canna di lunghezza superiore alla media - al fine di essere più precisa- ed un caricatore più capiente. Visto l'esiguo numero di pezzi in ordine, anziché progettare una nuova arma, venne presa come base di partenza la F.N. Browning 1910 (Arma brevettata dalla Browning il cui brevetto non venne prodotto dalla Colt, ma venne venduto alla F.N.. Questo marcò l'inizio di un nuovo standard di pistole con chiusura a massa, copiato in seguito da PPK e Makarov). La nascita del nuovo modello non fu immediato, ma vennero fabbricati numerosi prototipi; esistono esemplari con la canna lunga ma impugnatura invariata. Alla fine nacque il modello 1922, una 1910 con un fusto più lungo per poter ospitare caricatori da almeno 8 colpi, ed un carrello modificato per po ter montare un ’ espansione in modo da poter alloggiare una canna da 113mm.Il calibro iniziale, come da richiesta, fu il 9 corto.Successivamente la F.N. vendette le 1922 anche al Belgio, Olanda, Grecia, Turchia, Romania, Francia, Danimarca. La sua produzione smise negli anni 80, distinte dal prefisso A nella matricola.La numerazione utilizzata dalla F.N. partiva dal numero 1 per ogni contratto, risulta quindi molto difficile riuscire a ricostruire l'esatta data di produzione di un modello prebellico.Durante l'invasione tedesca la
F.N. non bloccò la produzione ma bensì continuò a produrla per la Wehrmacht.La 1922 fu la pistola maggiormente prodotta durante l'occupazione tedesca. La Germania la chiamò Pistole 626(b) per il modello in 7.65 Browning e 641(b) per quello in 9 corto. (La sigla b significa Belgio); Le giacenze della commessa Olandese presenti in fabbrica durante l’occu- pazione presero il nome di P641(h).Le 1922 furono date in dotazione a tutti gli ufficiali, ma in par t i co la r modo a l la Luftwaffe; le armi non furono punzonate specificatamente, ma questo dato è capibile dalla presenza delle fondine con le timbrature dell'aeronautica militare; i pochi modelli in 9 corto invece furono assegnati all'esercito. Le pistole approvate dalla Waffenamt furono 3 "modelli".Fu un modello prodotto su larga scala, tanto che la numerazione fu modificata 3 volte durante gli anni d'occupazione. Si passò da un iniziale numerazione a 5 numeri, ad una successiva a 6 cifre alterata in modo casuale da una a 5 cifre con una lettera postfissa.Le matricola con la lettere al suffisso vanno lette come migliaia di pezzi, es “23456a” significa la numero “123456”. Questo doppio modo di numerazione non fu usato con il suffisso 'c', ovvero pistole oltre la numero 299'999 alias 99'999b.L a n u m e r a z i o n e v e n n e cambiata infine per l'ultima volta dopo la liberazione di Liegi, avvenuta nel 1944, dove
13
Il modello 1910/22 fu il primo che riprese la produzione commerciale, questa volta con una numerazione avente prefisso 'a'.La Wehrmacht in tutto ne addotto 3 sub-varianti:a) 1910/22 in calibro 9 corto, principalmente la commessa Olandese, marcata WaA 613 (Punzone del capitano Kuntz); sono presenti anche i punzoni d'accettazione del banco belga;numeri di matricola oscillanti tra 61'000 e 77'800 circa 5.000 pezzi.b) 1910/22 in calibro 7.65mm, numerazione solo numerica, ottima qualità;guancette nere con logo “FN” o legno zigrinato;caricatore marcato 7.65 o non marcato affatto. Numeri di matricola tra 20'000 e 217'000 circa con numerosi buchi non assegnati.Produzione stimata, 130'000 pezzi. Tre subvarianti :- waa 613 circa 3'000 pezzi circa.- waa 103 (di ufficiale
sconosciuto) circa 17'000 pezzi circa.- waa 140 (Tenete Zorn) 110'000 pezzi circa.c) 1910/22 in calibro 7.65mm, numerazione alfanumerica, scarsa qualità: le guancette passarono dalla plastica nera con logo FN al legno zigrinato o addirittura liscio, brunitura molto scarsa verso la fine produzione; verso la matricola 7 0 ' 0 0 0 a v e n n e a n c h e eliminata la sicura al ca-ricatore; caricatore gene-ralmente privo di punzoni; matricole da 1a a 42'000c. In totale circa 242.000 pezzi.La Wehrmacht approvò anche le armi, della prima com-messa, sequestrate durante il periodo d'occupazione dei Balcani.
TECNICA E FUNZIONAMENTO Come già accennato, i l funzionamento della 1922 è a chiusura labile, (detto anche chiusura a massa), ovvero a
Contrastare il potere di rinculo del bosso nella camera di cartuccia è soltanto la forza di contrapposizione della molla di riarmo ed il peso del carrello. La canna pertanto è fissa e vincolata al corpo della pistola.Dopo lo sparo la forza di reazione allo sparo viene solo contrastata dalla molla di riarmo, il peso del carrello e la sua inerzia. Il carrello indietreggiando, per mezzo dell'estrattore a filo, sfila il bossolo dalla canna, e completando la sua corsa retrograda, lo fa sbattere contro l'espulsore, situato in posizione opposta alla svasatura,facendo uscire dall'ampia finestra. Prima di esaurire la sua velocità comprime anche la molla del percussore,armandolo così e rendendolo pronto per il successivo sparo. Sotto la forza della molla principale che lo spinge in posizione normale, preleva dal caricatore un nuovo colpo e lo spinge in camera di cartuccia.Nell'arma sono presenti 3 sicure, quella dorsale, che blocca il grilletto nella posizione avanzate fin tanto che non venga premuta per mezzo della pressione del palmo della mano esercitata durante l'impu-gnatura.
14
ARMI EX ORDINANZAARMI EX ORDINANZA
La seconda è costituita dalla classica sicura manuale, situata sul lato sinistro del fusto, la sua rotazione impedisce alla sicura dorsale di liberare il grilletto e blocca il carrello nella posizione chiusa, impedendo movimenti accidentali. Infine è presente la sicura al caricatore, che blocca anche essa la sicura dorsale in posizione arretrata nel caso non sia inserito il caricatore nel fusto dell'arma; questa sicura negli esemplari prodotti sotto l'occupazione tedesca è stata eliminata e favore di un minor costo e tempo di produzione. Nel normale funzionamento l'arretramento del grilletto comporta la discesa del contro cane, in quanto quest' ultimo si presenta con lato curvilineo che va in contrasto con un traversino passante. L'unico movimento possibile è un arretramento con una discesa sul piano verticale. Con la sua discesa il contro cane libera il percussore interno lanciato, che compresso da una molla va ad impattare contro l'innesco della munizione.Gli organi di mira sono costituiti da una tacca fissa innestata a coda di rondine nel carrello ed un mirino realizzato solidale all'estensione del carrello.
Lato sinistro dell’arma, anche qui lavorazioni e finiture sono abbastanza grossolane, sia per i metalli che per le guancette in legno
Dettaglio in cui si possono intravedereI punzoni di accettazione sul dorso del caricatore, sul lato del fusto sopra il grilletto e sul lato del paragrilletto.
15
-XX
ARMI EX ORDINANZAARMI EX ORDINANZA
SMONTAGGIO DA CAMPO
Lo smontaggio da campo, una volta capita la tecnica, è molto facile e le molle lo consentono anche in condizioni particolari avverse.Innanzitutto rimuovere il cari-catore ed assicurarsi che l'arma sia scarica.Scattare a vuoto in modo da liberare il percussore.Inizia con la rimozione della parte frontale del carrello, premendo la levetta che lo blocca e ruotandolo in posi-zione oraria. Questa è l'unica operazione in cui bisogna prestare attenzione alla forza esercitata dalla molla principale che lo spinge allonta-nandolo.Arretrare il carrello fino a che il secondo intaglio sia allineato alla sicura.
Svitare la canna di circa 120° in senso orario.Sfilare il carrello facendo attenzione a non perdere la molla del percussore ed al relativo guida-molla abba-stanza piccoli.Riposizionare dritta la canna e sfilarla dalla volta.Il rimontaggio è opposto, inse-rire la canna e ruotarla in modo che i tenoni di blocco con il carrello possano inserirsi in uno scanso nel carrello,Infilare il carrello nel fusto, facendo attenzione che la molla del percussore vada correttamente in appoggio sul risalto nel fusto.
Una volta raggiunta la posizione corretta del carrello in cui il secondo intaglio è alla corretta altezza della sicura, ruotare la canna in senso antiorario.Chiudere il carrello ed avvitare l'estensione del carrello, pre-stando attenzione alla forza esercitata dalla molla di riarmo e verificando che la piastrina di blocco svolga la sua funzione agganciandosi correttamente.
18
ARMI EX ORDINANZAARMI EX ORDINANZA
Raffronto tra due esemplari contemporanei, uno di produzione civile ed uno di produzione militare
Le differenze sono notevoli, sia per le lavorazioni che per le finiture.
Dettaglio della finestra di espulsione.Anche qui è possibile notare le finiture superficiali del carrello poco raffinate.
Tipo: Pistola semiautomaticaNazione: BelgioModello: Progettista: John BrowningCostruttore: Fabrique Nationale de Herstal (FN)Peso: ca. 700 g Lunghezza: 178 mmLunghezza canna: 113 mm Calibro: 9 mm, 7,62 mmMunizioni: 9 × 17 mm Browning / 380 ACP - 7,65 × 17 mm Browning .32 ACPAzionamento: Chiusura labileAlimentazione: 8-9 colpi in base al calibroCatalogo nazionale: 6443-3070
F.N. Browning 1922 1910/22F.N. Browning 1922 1910/22
Ancora le differenze tra le 2 produzioni, oltre le finiture e le lavorazioni ci sono differenze anche sulla canna, sulla posizione delle matricole, ed altri marchi.
Un altro dettaglio in cui notare le differenze tra i 2 modelli nelle marcature ed in particolari costruttivi , come la zigrinatura della levetta di smontaggio.
Un ulteriore segno delle lavorazioni frettolose del
periodo è dato dall presenza di molte
punzonature incorrette, in questo caso un caricatore
7,65 machiato 9mm
FISAT può operare in favore del possesso legale e responsabile di armi solo con il vostro supporto perché non ha pubblicità e sponsorizzazioni da nessuno.Questo le consente di operare liberamente in favore dei cittadini onesti senza dover dire grazie a nessuno ma per farlo ha bisogno del vostro sostegno
F.I.S.A.T. ha bisogno del tuo aiuto per portare avanti la propria campagna di libertà;
COME SOSTENERE FISAT
Iscrizioni:
BASE 10 euro/annoSOSTENITORE (con tessera) 30 euro/annoMEMBRO A VITA con tessera: 150 E. una sola voltaASSOCIAZIONE - CLUB 30 euro/annoDITTA-POLIGONO-CAMPO TIRO 100 euro anno
Come pagare>
CON CARTA DI CREDITO tramite il sito www.fisat.us/iscrizioniL’iscrizione a vita si paga una volta sola.
CON BONIFICO BANCARIO intestato a:FEDERAZIONE ITALIANA STORIA ARMI E TIRO (e non FISAT altrimenti da errore)Strada Maggiore nr. 88 - 40125 Bolognasul conto correnteIBAN: IT-58-U-07601-02400-000087389110 POSTE ITALIANE
CON BOLLETTINO DI CONTO CORRENTE POSTALE NR. 87389110 intestato a FISAT, Strada Maggiore nr. 88 - 40125 Bologna (ricordate in questo caso di mandare una email perché arrivano in ritardo).
VIA INTERNET TRAMITE PAYPAL, in modo sicurissimo con carta di credito, carta postepay , o carta ricaricabile sul nostro conto paypal , inviando il pagamento all'email [email protected]
thanks for
21
La vita è dura e nessuno t'aiuta. O meglio, c'è chi ti aiuta ma una volta sola per poter dire "t'ho aiutato"!
Eduardo De Filippo
Da queste parti la solidarie-tà, come nel mondo arabo, cessa fuori dalla porta di casa. Così si possono vedere ville e appartamenti puliti e perfetti all'interno, sino al cancello del giardi-no. Ma le vie adiacenti sono discariche a cielo aperto. Ecco perché la camorra può tranquillamente pro-sperare con il mercato delle scorie tossiche che arrivano dalle fabbriche del nord. Non c'è alcun senso del bene pubblico. Qui la logica trionfante impone la solidarietà dei legami fami-gliari contro quella dello Stato. Non si pagano le tasse perché sono gover-native, come non si porta il casco in moto, o non si paga l'assicurazione auto. Gen. B. Carmelo Burgio –
già Comandante del Comando
Provinciale di Caserta, vincitore del Premio Joe
Petrosino
Scrivo questo comunicato
tornato da poco da una riunio-
ne a Caserta ove ho incontrato
alcuni volontari che vorrebbe-
ro fondare un comitato caser-
tano per far finire una volta per
tutte lo scandalo del nulla osta
per l’acquisto di armi corte per
chi abbia una licenza di porto
d’armi.Si tratta di una procedura
inutile, illegale e dannosa.È inutile perché chi ha il porto
d’armi ha anche i requisiti
morali e giuridici per ottenere il
nulla osta che non possono
negargli, ragione per cui il
rilascio è automatico; è illegale
perché non è prevista dal
alcuna legge e non esistono
che consentano a Prefetti e
Questori di farne per i feudi da
loro amministrati che altrimenti
parlamento e governo servi-
rebbero ad ancora meno di
quanto non servano già. Se un
Questore o un Prefetto posso-
no far leggi illimitate nel tempo
– e talvolta nello spazio – a che
servono orpelli inutili come la
Costituzione,e il principio
della Divisione dei Poteri.Devo riconoscere con grande
sincerità che nonostante venti e
passa anni nell’Arma dei
Carabinieri, dove la maggior
parte degli operatori non sono
certo di Bressanone e nono-
stante un casertano, ormai
secoli, mi abbia letteralmente
salvato la ghirba da un’ag-
gressione al coltello con un
placcaggio da football america-
no non mi aspettavo molto da
questo viaggio perché i
Casertani non sono noti per
essere modelli di virtù civica e
aggregare i cittadini per una
causa comune è già impresa
durissima per l’Emilia, il Veneto
e la Lombardia, figuriamoci a
Caserta.Arrivo giù con l’Avvocato
Gentile dopo dodici ore di treno
e d u n a m e n t a l i t à d a
Afghanistan, forse complice un
via vai incessante di aerei e di
elicotteri che passano sulla
valle per spegnere gli incendi
che – lo vede anche un cieco –
sono di origine dolosa “altro che
vetro” mi dice un residente “qua
non hanno capito che più mezzi
danno per spegnere e più in-
cendi ci saranno … quando ero
bambino non c’erano soldi e
non bruciava mai niente”.
22
LEGGI & ATTUALITA’ LEGGI & ATTUALITA’
La Campania è reduce da unabrutta sconfitta ad opera del
WWF locale che ha piazzato un
appello al TAR in modo tale da
far bloccare la preapertura della stagione venatoria perché la Regione non ha presentatoil piano faunisticovenatorio limitandosi a prorogare quello precedente.Un appello fatto ad arte in modo
da cercare la sospensione
urgente del calendario facendo
in modo che la discussione
venga effettuata alla prima data
utile che arriva dopo la fine della
pre apertura. Trucco vecchio da avvocato
consumato in cui leAssociazioni locali sono cadute
un po’ per ignoranza e un po'
per stoltezza.Non succede solo a loro – maga-
ri fosse così – basta tener pre-
sente la storia recente delle
catalogazioni dei fucili di deriva-
zione militare; almeno le asso-
ciazioni venatorie non tengono
per ora le parti del WWF o se lo
fanno almeno si nascondono
bene, cosa cheNon è proprio possibile dire di
quei rappresentanti che siedo-
no in Commissione Consultiva
in rappresentanza del setto-
re. Non c’è da aspettarsi molto,
quindi, ma proprio da qui parto-
no le mie scuse al popolo caser-
tano; incontro molta gente –
molta in rapporto a quanto mi
aspettassi di incontrarne – che
nonostante ne abbia viste di
tutti i colori proprio di mollarne non vuole saperne. E non mollano perché non si
rassegnano, non vogliono far
fagotto andare al nord dove -
credono loro – tutto funziona al
meglio ed i diritti del cittadino
sono riconosciuti in quanto
tale, cittadino.Gli ho detto e lo ripeto adesso
che certo non è così; Genova
non è al sud, Modena (dove
hanno inventato un modulino
”al portatore” su cui gli armieri
devono annotare lo scarico
munizioni) non è al sud,
Gorizia (dove non accettano il
reintegro delle munizioni e
della polvere stabilito da rego-
lamenti e sentenze della
Cassazione) non è al sud ma i
cittadini li schiacciano tutti i
giorni e continueranno a
schiacciarli finché questi non
troveranno la volontà di allear-
si per cambiare le cose.Le situazioni quindi non sono
così dissimili come potrebbe
sembrare all’apparenza.Tornando a bomba a Caserta,
direi che si vedono molti e
buonissimi segnali; un gruppo
di persone giovani sia anagrafi-
camente che mentalmente, che
sono disponibili a metterci del
loro per cambiare le cose e
metterci del loro significa sbat-
tersi per spargere la voce su
questo comitato, raccogliere
dei fondi per le spese legali,
coinvolgere più gente possibi-
le.Come diciamo sempre FISAT
non nasce per risolvere i pro-
blemi locali ma per sensibilizza-
re i locali a risolverli dandosi da
fare; pensate FISAT ed ai suoi
volontari come ai Berretti Verdi
che non combattono le guerre
altrui ma di sicuro danno
l’anima per aiutarli a combatter-
le.A Caserta c’è molto lavoro da
fare ma i segnali sono buoni,
non c’è da escludere che le
prime “schioppettate” legali
partano molto prima di quanto
sarebbe lecito aspettarsi.
23
ARMI LUNGHEARMI LUNGHE
Un clone è un prodotto
che assomiglia ad un
altro, a volte può essere
meglio del prodotto clo-
nato, a volte no, ma non
ci sono garanzie che ri-
spetti standard e richieste
di quanto imitato.
In altri casi parlare di clo-
ni è sbagliato, il nuovo
produttore, attuale con-
sociato della ditta inizial-
mente produttrice ha
ricevuto l'incarico di pro-
durre su licenza determi-
nate armi, producendo
cosi' delle copie neces-
sariamente conformi agli
originali, non semplici
cloni.
È questo il caso della MKE,
produttore turco già noto a
livello internazionale per la
produzione di armamenti, che
una volta divenuto consociato
della Heckler & Koch ha conti-
nuato la produzione di G3, G31,
MP5 ed MP5k assegnandogli
nuovi nomi e codici.Nel la fattispecie l'MKE T41 è il
nome dato al fucile che reincar-
na il G3, fucile di ordinanza
tedesco e di molti altri nazioni,
che tutt'ora dopo mezzo secolo
dalla sua creazione ancora
viene impiegato da forze arma-
te e trova spazio tra gli appas-
sionati.
L'ARMA
Nel caso del T41, come succe-de per altre linee MKE gli esemplari dedicati al mercato civile non differiscono per materiali, lavorazioni e finiture dai prodotti dedicati ad altri tipi di clientela.Si tratta di armi nate per il mercato civile, non demilitariz-zate, quindi caratterizzate da soluzioni tecniche atte a ga-rantirne il solo funzionamento in modalità semiautomatica.Essendo la modalità semiauto già parte del progetto iniziale, non sono stati necessari stra-volgimenti del principio di funzionamento che caratteriz-za l’arma per renderla adatta al mercato civile.Resta così invariata quella mirabile opera di meccanica e tecnologia che è il sistema di chiusura a rulli, cuore e carat-teristica peculiare di tanti pro-getti oplologici teutonici, G3 e derivati compresi.L'arma è classificata ad uso sportivo, con 5 colpi come da tempo avviene per tutti i se-miauto di foggia militare, è previsto da nota di cataloga-zione il montaggio del calciolo estensibile.Il reciver principale come da progetto originale è realizzato in lamiera stampata, la compo-nentistica interna è ottenuta tramite lavorazioni di ottima qualità e finitura.La canna presenta rigatura di passo 1:12 ed è cromata inter-namente, la camera ovvia-mente è caratterizzata dai solchi di galleggiamento detti anche canali di contropressio-ne.
Si tratta di una serie solchi
longitudinali realizzati sulle
pareti della camera che permet-
tono di frapporre tra bossolo e
parete uno strato di gas di sparo
che ne eviti l'incollaggio.Un sistema adottato dai proget-
tisti per scongiurare che il bos-
solo rimanga incollato in came-
ra, dato che è possibile, con
a lcun i car icament i , che
l'apertura avvenga quando le
pressioni sono ancora sostenu-
te tendendo quindi a far aderire
l'ottone alle pareti della camera
di scoppio e minando l'affi-
dabilità del meccanismo.Minuterie e componentistiche
esterne presentano alcuni
segni di lavorazione o stampag-
gio, come era anche negli esem-
plari originali, anche qui la pre-
cisione massima di lavorazione
è stata concentrata dove real-
mente serve.Lo scatto si presenta di tipo
prettamente militare, piuttosto
lungo e pesante in un sola fase
... o ci si abitua, oppure si può
ricorrere ad un intervento che lo
"ingentilisca". Un intervento
però, che vista la complessità
del funzionamento è altamente
sconsigliabile se non da parte di
armaiolo competente e specia-
lizzato. Con l'utilizzo comunque
le parti tenderanno a levigarsi e
la situazione un poco migliore-
rà.La finitura esterna è data da un
verniciatura colore nero non
troppo opaco, steso bene sen-
za gocce o colature, con una
buona resistenza meccanica.Plastiche e calciatura fornite di
serie sono nere, sono presenti
25
2 guardamano, quello del primo tipo più sottile con la aperture laterali e quello più recente, più largo e liscio con aggancio ed alloggiamento per il piede.L'impugnatura-guscio del pac-chetto di scatto è la variante intermedia in materiale plasti-co, sui lati sono contrassegnate le 2 modalità sicura e fuoco semiauto.Assieme all'arma sono forniti un caricatore, la sua cinghia di tela verde con agganci specifici, un manualetto, ed un minimalista kit di pulizia.
PROVA A FUOCO
Alla prova a fuoco l'arma si è dimostrata di una buona preci-sione ed affidabile, non abbia-mo riscontrato nessun inceppa-mentoMalfunzionamento sui 300 colpi sparati sia da bancone sia in imbracciata.L'armamento avviene tramite la manetta laterale, che al primo azionamento a cane abbattuto richiede una forza non indiffe-rente, altrettanto nerboruta è la chiusura del sistema dalla lunga e robusta molla.
La risposta allo sparo è vigoro-sa ma tutto sommato gestibile ( vien da chiedersi le versioni originali in full auto quanto fossero gestibili nonostante il peso non proprio trascurabile dell'arma ...), le caratteristiche dello scatto come già accen-nato nel tiro mirato certo non aiutano particolarmente … ma risulta comunque essere abba-stanza prevedibile. È decisa-mente in linea comunque con le richieste di uno scatto tipo militare.L'espulsione dei bossoli è forse uno dei tasti dolenti, almeno per i ricaricatori: molto violenta lascia una grossa ammaccatura praticamente irrimediabile sul colletto dei bossoli.....non abbiamo verifi-cato se un gommino o altri rimedi caserecci possono rimediare almeno in parte la cosa.Il bossolo di risulta presenterà le sbaffature di annerimento radiali lasciate dai solchi gal-leggiamento in camera, (se per riconoscerli
non era sufficiente il colletto fracassato....ora non ci sono dubbi di sorta).L'arma non è prevista di hold open, o di blocco dell'otturatore, finiti i colpi il tutto va in chiusura per puntualmente trovarsi scat-tare a vuoto quello che sembra-va poter essere il colpo perfet-to...Il sistema di mira è il tipico stile HK, il tamburo posteriore con i vari fori e la mira frontale dentro il tunnel circolare un classico sempre funzionale.Un po' duretto e spigoloso l'inserimento dei caricatori, causa anche la molla del dente rilascio piuttosto dura. Non è proprio rapida e intuitiva come quella di altri sistemi di arma ma almeno rende la tenuta del caricatore ben stabile. Magari con l'uso anche questa si addol-cisce un po' come lo scatto.In ogni caso con un
poco di pratica sia con le mire metalliche che un sistema ottico l'arma ha dato dei risultati decisamente incoraggianti, che possono certo essere aiutati e migliorati con un opportuna ricarica ed un bel po' di allena-mento.
ARMI LUNGHEARMI LUNGHE
SMONTAGGIO DA CAMPO
Per quanto riguarda lo smon-taggio e la pulizia dell'arma ci si trova di fronte un insieme non troppo complesso, richiede solo un po' riguardo se si smontano la testa dell'otturatore ed il percussore.La prima cosa da fare è rimuo-vere i 2 perni situati dietro l'impugnatura a pistola che bloccano il calcio al reciver, tirando il calcio con decisione questo si sfila con la molla di riarmo ad esso solidale. Molla ed asta guida molla vanno mantenute opportunamente ingrassate.Il passaggio successivo è la rimozione del perno che blocca il pacchetto gruppo pacchetto di scatto-impugnatura situato appena dietro il bocchettone del caricatore, rimosso questo l'insieme si sfila agevolmente tirando per l'impugnatura.Per estrarre il pacchetto di scatto dal guscio dell'impu-gnatura si deve ruotare la leva di sicura verso l'alto disimpe-gnando il dentino, a questo punto la leva di sicura è libera di essere estratta ed il pacchetto di scatto si può sfilare dalla sua sede.Sconsigliamo vivamente smon-tare il pacchetto di scatto e di tentare di alleggerirlo in casa, visto il numero dei pezzi e la complessità del funzionamento si rischierebbe solo di fare dan-ni.A questo punto azionando la leva di armamento si sgancia l'insieme otturatore portaottura-tore che sarà libero di uscire dalla carcassa dalla parte po-steriore attenzione che esce per gravità appena si tira la manetta, quindi non tenere l'arma con la volata in alto se non si è sopra il tavolo a
28
ARMI LUNGHEARMI LUNGHE
rischio di un incontro ravvicina-to col pavimento).Per svincolare la testa dell'ottu-ratore dal porta otturatore basta afferrarla con decisione, farla ruotare sino a quando non è libera di avanzare. infine rima-ne il percussore e la parte inter-na dell'otturatore che allarga i rulli: per rimuoverla va fatta ruotare nel suo alloggiamento facendo attenzione al momento in cui si sgancia, la molla inter-na è in tensione e rischiamo un lancio non autorizzato.Per rimontare basta procedere all'inverso, l'unica parte a cui porre attenzione maggiore è il reinserimento di percussore ed otturatore sul blocco porta otturatore, è facile reinserirlo arretrato del tutto come se fosse in chiusura (i rulli bloccati all'esterno del corpo otturatore) in questo caso non potrebbe mai andare a chiudersi real-mente nell'arma. Va inserito e ruotato in posizione avanzata in modo che i rulli siano liberi di rientrare.Nulla di impossibile, con qual-che prova ci s i prende l'abitudine, ma all'inizio merita un po' di attenzione.Il T41, come tutte le armi semia-utomatiche, per avere un cor-retto funzionamento, evitare un usura precoce dei piani di scor-rimento e delle azioni, evitare impuntamenti o rallentamenti, necessita di un opportuna lubri-ficazione effettuata con oli e grassi adatti allo scopo in quan-tità adeguate.Leggende metropolitane che le armi funzionano bene a secco o grondanti olio portano solo a rischi inutili per l'arma e per il tiratore.
29
dedicate ai G3, cinghie, kit di
pulizia, gibernaggi, minuterie.
In molti casi si tratta di materiale
in condizioni nuove, in altri con
segni di usura dettati dal tempo,
ma comunque non si faticherà a
trovare qualcosa di interessan-
te.Ovviamente si tratta di tutti
accessori di libera vendita, non
sottoposti a restrizioni che non
vanno a cozzare con i criteri di
catalogazione italiani del T41.L'arma presentata in queste
pagine è stata accessoriata
(come previsto dalla cataloga-
zione) del suo calciolo estensi-
bile di seconda generazione, di
produzione HK anni '80, acces-
sorio che non rende certo più
confortevole in rinculo e non
favorisce la posizione di mira al
bancone ...È stata montata la maniglia di
trasporto che si aggancia alla
carcassa, pezzo in condizioni
non eccellenti che ha avuto
bisogno di un piccolo restauro.È stato sostituito il guardamano
ACCESSORI
La lunga vita operativa non ancora conclusa del G3 e delle sue varianti civili ha visto avvi-cendarsi col tempo numerose varianti, dotazioni ed accessori, una panoplia decisamente vasta completamente compati-bile col nostro T41.L'offerta è ampia e variegata, dai prodotti moderni nati e
L’attacco STANAG proprietario lascia libero l’uso delle mire metalliche.
probabilmente rimasti come offerte tattiche del
mercato civile, a tutta una
vasta serie di accessori, parti,
componenti e relative varianti
che hanno vestito ed accesso-
riato negli anni le armi
d'ordinanza, per finire oggi nel
mondo della militaria e del
collezionismo.Le condizioni possono variare
dal nuovo al decisamente
usato, ma con un po di pazien-
za i pezzi in buone condizioni
non sono difiicili da trovare.Calcioli estensibili, calciature,
impugnature e guardamano
dalle prime versioni in legno
fino a quelle più recenti in
materiale sintetico verdi e
nere, le ottiche Hensoldt di
ricambio.
30
ARMI LUNGHEARMI LUNGHEARMI LUNGHEARMI LUNGHE
primo tipo originale con il tipo
più recente che prevede e
l'aggancio laterale per la cin-
ghia e l'innesto del bipiede.Anche quest'ultimo è un pezzo
ex ordinanza in buone condizio-
ni con qualche segno di usura,
anche se interessante risulta un
po lungo per il tiro da bancone
da seduto, molto meglio per il
tiro da sdraiato.L'impugnatura è stata sostituita
con una sempre un materiale
sintetico ma di ultimo tipo.L'ultimo accessorio, inizialmen-
te non previsto, è stata la sua
ottica, una Hensoldt ZF24 di 4a
generazione trovata completa
della sua confezione e delle
altre parti del suo kit.
ARMI LUNGHEARMI LUNGHE
I bossoli di risulta con leinconfond ib i l i s t r i a t u r e d e i solchi digalleggiamento della camera di cartuccia.
La FERO-Z 24 ha il tamburo superiore che riporta le marcature per compensare la caduta del 7,62. I sigoli click sono comunque corrispondenti ad 1cm a 100 metri come per la regolazione laterale.
Il bipiede anche se di costruzione robusta presenta v a r i g r a d i d i movimento, che l o r e n d o n o adatto più ad un u s o d a campagna che da poligono.
31
LA CINGHIA A 3 PUNTI TIPO HK
1.gancio frontale2.doppio passante3.piastrina con gancio4.fibbia
1
2
43
Il moschettone fissato al gancio frontale dell’arma ed il passante infilato sul moschettone.
Il lato del doppio passante a g g a n c i a t o a l p u n t o mediano dell’arma.
La piastr ina agganciata all’apposito passante del calcio e la posizione della fibbia.
Divincolando prima dal lato del dorso del moschettone, poi dallato dell’apertura si divincola il doppio passante che è libero di scorrere sulla cinghia.
32
ARMI LUNGHEARMI LUNGHE
Per impiegarla come normale cinghia il doppio passante rimane bloccato sul mos-chettone, si tira la parte di cinghia fissata al doppio gancio facendola scorrere nel la piastr ina bloccata posteriormente al calcio sino a che l’estremità che termina nel moschettone risulta tesa lungo l’arma.Per settarla in modalità multi uso o trasporto si deve tirare il doppio passante e bloccarlo al gancio che si trova sul lato dell’arma.In altri casi per settarla in posizioni di fuoco basta sganciare il doppio passante dal moschettone frontale.
33
ARMI LUNGHEARMI LUNGHE
SCHEDA
Tipo arma carabinamarca MKEcalibro 308 winchesterlunghezza canna 455mmlunghezza minima con calciolo regolabile 840 mmcolpi nel caricatore 5funzinamento semiautomatico1 uso sportivonumero di catalogo 18413importatore Gunstrade, www.gunstrade.comprezzo 1750 euro + iva
L’ottica Hensoldt FERO-Z 24 con il suo attacco STANAG dedicato, i copri lenti in gomma, l’illuminatore esterno a batterie, la dotazione per la pulizia, e la lente filtro aggiuntiva.
L’abito verde dell’arma, calcio guardamano ed impugnatura di un altra variante adottata dall’esercito tedesco durante gli anni di utilizzo.
Grazie al calcio collassabile l’arma e tutti gli accessori trovano comodamente spazio in un valigia imbottita per fucili.
35
Ovvero come FISAT ha scoperto che anche negli USA il possesso legale e responsabile possa essere, molto molto difficile e che per difendere la nostra libertà bisogna darsi tanto, tanto da fare.
S i a m o d i r i t o r n o d a l l a
Convention di Chicago 2011
della Second Amendment
Foundation.Chicago è tutt’altro che una
bella città, o almeno così ci è
parsa; un’amministrazione
inefficiente e corrotta come
poche ( rese famos i g l i
Intoccabili di Eliot Ness perché,
stranamente, non potevano
essere corrotti), Industrializ
zata, sovrappopolata.Ci andiamo da anni io e l’Avv.
Genti le, a spese nostre
beninteso, perché ogni volta
che ci andiamo impariamo
qualcosa di nuovo che poi
possiamo utilizzare anche nelle
c a u s e d a q u e s t o l a t o
de l l ’oceano, que l le che
facciamo per persone come voi
ossia cittadini onesti che
amano detenere armi in modo
legale e responsabile.
La Convention la fanno qua, dicevo, perché l’Illinois e Chicago in particolare sono l’unico appezzamento di terra su suolo americano dove il cittadino non abbia la possibilità di portare armi per alcuna ragione; peggio che in Italia dove , almeno in teoria, il cittadino può avere una licenza di porto armi per difesa, sia pure a quale prezzo e con quali valutazioni, argomento su cui torneremo molto presto.Pensate che addirittura nel territorio della città di Chicago è addirittura vietato aprire poligoni.Second Amend-ment Foundation dopo la recentissima vittoria davanti alla Corte Supre-ma del caso McDonald Vs. Chicago che in so-
Di Simone Ciucchi - presidente FISAT
36
LEGGI & ATTUALITA’ LEGGI & ATTUALITA’
sostanza chiarisce cheGli Stati non possono limitare i
diritti della Costituzione Fede-
rale – ma ci voleva davvero una
sentenza della Corte Suprema
? – ha portato il divieto di aprire
poligoni emesso dalla città in
tribunale.Il concetto è chiaro; se non
posso vietarti l’automobile –
Chicago ha dovuto consentire
ai suoi cittadini di possedere
armi – ti vieto di accedere alle
strade (i poligoni ove usarle) in
modo da costringerti ad
andartene o a mollare la
passione per le armi.Se vi suona familiare sappiate
che da anni anche qui da noi
qualcuno cerca di fare lo
stesso, cercando di far
rimanere legali solo i suoi
poligoni asserendo che in quelli
privati si allenano i de-
linquenti.Non si può mollare e chi non
mol la è propr io Second
Amendment Foundation che, in
onore del proprio motto
“ottenere i diritti, una causa
alla volta” ha intentato una
nuova causa (per la cronaca
Ezell vs. Chicago) cercando di
ottenere una sospensiva
urgente del divieto, per ora
senza riuscirci. Ne parliamo con Alan Gottlieb, presidente di S e c o n d A m e n d m e n t Foundation e ispiratore di FISAT dagli inizi. Ci dice di non preoccuparsi perché una sconfitta ci sta anche, le cose rimangono come stanno, ma una vittoria cambia le cose per sempre.Ha ragione. Quel che è di gran lunga peggio di una sconfitta, ci dice Gottlieb, è il constatare che ci sono personaggi impresenta-bili che mettono i soldi avanti alla libertà; come un tizio sedicente “esperto” che ha testimoniato nella causa ad asserire che nell’area di Chicago non sia possibile aprire un poligono sicuro; si tratta del gestore di un poligo-no sito fuori Chicago, che teme di perdere il lavoro se si aprisse un poligono cittadi-no.Ancora una volta, tutto il mondo è paese.Dicevamo che Chicago ricor-da molto l’Italia; dai “periti” che raccontano a l Pubbl ico Ministero che i bossoli del Kalashnikov sono arma da guerra (è avvenuto a Siena) sino ad una ridda di perso-naggi spara panzane
che credevamo sola esclusiva del Bel Paese dove la gente che mette i soldi (spesso pochi) davanti alla libertà (degli altri) ahimè non manca.Mi sovvengono, per mera associazione mentale, gli “insicuri” che vanno in Commissione Consultiva e votano dalla parte degli ant iarmi pensando che nessuno li scopra, almeno sinché FISAT non acquisisce i verbali e li mette davanti alle proprie responsabilità. E invece di cambiare, o almeno provarci, le inventano turche per mantenere lo stato così com'è pur sapendo che se cambiassero andrebbe molto m e g l i o a n c h e p e r l o r opoi tentano di isolarci tirando fuori le più grosse panzane che tutti sanno essere tali:panzana 1: le riviste del settore hanno preso le distanze dalle nostre po-sizioni.È una panzana: la verità è che i padroni del vapore hanno convocato direttori ed editori minacciando il ritiro della pubblicità se avessero parlato ancora di noi o pubblicato le lettere di ringraziamento a FISAT).Poi s’inventano (titolo profetico di un editoriale di FISAT) che in
37
Commissione loro non
c’erano e se c’erano dormi-
vano (panzana 2) e che co-
munque abbiamo un verbale
riassuntivo e che produrran-
no quanto prima (cioè mai)
quello integrale (panzana 3) e
che comunque sono vincolati
ad una riservatezza (panzana
4) che gli impone una lealtà
maggiore verso la commissio-
ne che verso il settore che li
manda lì in propria rappresen-
tanza. La verità è che la burocrazia
ottusa e prepotente, come tale
va contrastata e non blandi-
ta.Infine quando proprio non san-
no che altro dire, danno spago
ai loro tirapiedi – pagati (poco)
per scrivere ad arte evidenti
scemate sui forum Internet –
che siamo ispirati dai produt-
tori stranieri e che vogliamo
affossare i prodotti italiani
(panzana 5).Ma insomma, è mai possibile
che il consumatore non possa
scegliere tra un prodotto italia-
no e quello straniero, se quello
straniero gli piace di più,
se quest’ultimo è vincolato da
una ridda di protezionismi
travestiti da norme di pubblica
sicurezza ?Vogliamo parlare del nuovo
c h i p R F I D c h e u n ’ a s -
sociazione di armieri bresciani
vuol far rendere obbligatorio
per metter fuori legge la con-
correnza turca che vende fucili
a 200 euro ?Altro che tracciabilità delle
armi (che sono già super trac-
ciate) questo si chiama prote-
zionismo del mercato ed è
un grave danno per i consu-
matori (che si trovano scelte
ridotte e prezzi più alti) e
l’Unione Europea lo vede
come il fumo negli occhi, tanto
da aver vietato queste pratiche
in una pletora di norme, così
tante che neanche stiamo ad
elencarle.Si arriva, insomma, al paradosso
del traditore che si appella al
patriottismo.Viene quindi dal nostro settore – e non da quello degli antiarmi – la vera rovina.Ed è ora di metterli davanti alle
loro responsabilità.
A presto delle grandi novità che
mi sono state ispirate proprio
qui alla Convention, per cui
siamo ancora più incazzati
(figurativamente parlando) di
quando siamo partiti.Faremo tutto ciò che possiamo,
Voi fate altrettanto (tra cui leg-
gere e diffondere questa rivista
che è l’unica farvi sapere
come stanno davvero le co-
se), vi daremo presto qualche
soddisfazione in perfetto stile
S e c o n d A m e n d m e n t
Foundation ossia, come dicono
loro, una causa alla volta.Sapp ia te anche che la
Resistenza civile si sta organiz-
zando in tutto il mondo e lo sta
facendo sotto la International
Association for the Protection of
Civilian Arms Rights (IAPCAR)
branca internazionale della
S e c o n d A m e n d m e n t
Foundation.Nuovi Patrioti, questo Paese è
ancora vostro. Datevi e diamoci tutti da fare.
38
Riccardo Badino responsabile Comitato FISAT Genova
SOSTIENI FISATTOGLI IL BAVAGLIO ALL’INFORMAZIONE!
IL PENSIERO DI....IL PENSIERO DI....
Non è mai troppo tardi!Alla fine siamo rimasti soli, con tutta, ripeto tutta la stampa contro.Anche l’ultima rivista ci ha abbandonato, dovendo scegliere tra FISAT e gli appassionati italiani, e il profitto, la scelta è stata ovvia: il dio denaro.Ora chi ci vuole male , badate bene non solo alcuni figuri ma anche diverse aziende italiane, dicevo chi ci vuole male sta alzando i calici.Ma non è né ambrosia né rosolio quello che i nostri nemici andranno a bere, ma fiele!Noi non ci tiriamo indietro!Noi non abbandoniamo!Anzi, affiliamo le nostre baionette. D’ora in poi cammineremo da soli, useremo i nostri siti e quelli dei nostri alleati e se ce ne fosse bisogno, useremo anche i rotoli di carta igienica per manifestare le nostre idee e il nostro sdegno.Siamo pronti a mettere in campo tutte le risorse possibili per difendere tutti i tiratori, i cacciatori, i giocatori di soft air e gli appassionati italiani. Non siamo soli, siamo un esercito, una moltitudine di cittadini onesti che esercitano i loro sacri diritti!
39
Sulla Gazzetta Ufficiale n.157
del 08/07/2001 finalmente è
stato pubblicato il tanto atteso
Decreto sugli spray al peperon-
cino che da tempo i cittadini
italiani stavano aspettando.
Dopo anni di strane sentenze,
dove prima si assolveva il citta-
dino in possesso di queste
sostanze, dicendo anche che lo
spray era il metodo migliore e
meno invasivo per difendersi
dagli attacchi dei cani, e subito
dopo lo si condannava assimi-
lando il possesso della bombo-
letta alla detenzione di un arma
da fuoco, finalmente qualcosa
è stato scritto.
Il testo è articolato in una pre-
messa e soli tre articoli, abba-
stanza chiari ed esaustivi, ma
ricordate, ho scritto abbastanza
chiari…
Nella premessa troviamo una
serie di rimandi alle norme
specifiche in materia di armi,
etichettatura dei prodotti, nor-
me sull’impiego di sostanze
non dannose alla salute e pare-
rei dei vari Istituti, tra i quali
quello dell’Istituto Superiore
della Sanità; se siete proprio
appassionati scaricateli e
leggeteveli, vi servirà come
cultura personale, ma all’atto
pratico come acquirenti ed
utilizzatori questa conoscenza
non è necessaria.Analizziamo il primo articolo. Il
primo comma identifica gli
strumenti di autodifesa e le
loro caratteristiche: “Gli stru-
menti di autodifesa di cui
all'articolo 2, comma 3, della
legge 18 aprile 1975, n. 110,
in grado di nebulizzare una
miscela irritante a base di
oleoresin capsicum e che
non hanno attitudine a recare
offesa alle persone, devono
avere le seguenti caratteristi-
che:”.Fino a qui nessun problema, a
parte il termine nebulizzare: se
è uno spray a getto balistico
non si può utilizzare? Ma analizziamo ora le varie
caratteristiche riportate nelle
lettere a, b, c, d, e del primo
comma:
“A) contenere una miscela non superiore a 20 ml” - come sem-pre chi ha scritto questo regola-mento non ha consultato un esperto in tecniche OC, ma qualche “scienziatone” in quan-to la quantità del prodotto è veramente minima; ricordiamo-ci che questo sistema è indiriz-zato soprattutto a chi non ha la forza o la prestanza fisica suffi-ciente per difendersi, come anziani o ragazze, quindi nel caso di una aggressione effet-tuata da un robusto malinten-zionato ai danni di una persona gracile, bisogna non sprecare nemmeno una goccia del pro-dotto!“b) contenere una percentuale di oleoresin capsicum disciolto non superiore al 10 per cen-to, con una concentrazione massima di capsaicina e capsaicinoidi totali pari al 2,5 per cento;” – nulla da eccepire, un prodotto di questo tipo è efficace, ma mi sembra di leggere le specifiche sul catalo-go di qualche venditore…
40
“c) la miscela erogata dal pro-dotto non deve contenere sostanze infiammabili, corrosi-ve, tossiche, cancerogene o aggressivi chimici;” – nulla da eccepire, sacrosanto!“d) essere sigillati all'atto della vendita e muniti di un sistema di sicurezza contro l'attivazione accidentale;” – come al comma precedente.“e) avere una gittata utile non superiore a tre metri.” – Mi rivolgo ai tre signori che hanno firmato il decreto, cioè i ministri Maroni, Alfano e Fazio: signori, voi andate in giro con auto blu e scorta di persone armate fino ai denti (tra l’altro pagate dai noi cittadini con le nostre onerose tasse), quindi il problema non vi si pone, ma provate una volta ad andare da soli, magari con moglie e figli a seguito, in un quartiere malfamato, alle 5 della sera quando d’inverno fa buio, con il vostro formidabile spray certificato ed affrontate un’aggressione da parte di due energumeni armati di coltello, poi vi renderete conto di quelloche avete scritto!“2. Tutti gli strumenti di autodife-sa di seguito denominati pro-dotti non conformi alle caratte-ristiche tecniche di cui al comma 1 rimangono discipli-nati dalla normativa in materia di armi.” – viviamo in un mondo in cui esiste solo il colore bianco e quello nero, addio colori!Passiamo all’articolo 2:“1. Sui prodotti di cui all'articolo 1 importati o immessi sul territorio nazionale devono essere riportate, in lingua italiana visibile e leggibile, le seguenti indicazioni: a) denominazione legale o merceologica del prodotto;
b) il divieto di vendita ai minori degli anni 16. 2. La confezione dei prodotti di cui al comma 1 deve Riportare: a) nome o ragione sociale o marchio e la sede legaledel produttore, ovvero, se prodotti All'estero, dell’ Importatore; b) i materiali impiegati ed imetodi di lavorazione, la quantità di miscela e tuttele sue componenti; c) le istruzio-ni, le pre-cauzioni d'uso e l'indica-zione che l'uso dei prodotti e' consentito solo per sottrarsi a una minaccia o a una aggres-sione che ponga in pericolo la propria incolumita'; d) in etichetta, almeno il sim-b o l o d i p e r i c o l o X i e l'avvertenza «irritante». 3. Le indicazioni di cui al comma 2, lettere a) e c), possono essere contenute in un foglio illustrativo inserito nella confezione dei prodotti. 4. Per l'etichettatura dei prodotti di cui all'articolo 1 si applicano le disposizioni contenute negli articoli 11 e 12 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 che disciplina pure la sicurezza degli stessi prodotti.” Dulcis in fundo, cosa sembra trasparire dalle righe della norma ? “Cittadini italiani, difendetevi , ma poco per cortesia e soprat-tutto con estrema moderazio-ne! ”..............
LEGGI & ATTUALITA’ LEGGI & ATTUALITA’
…………..Ma ci facci il piacere!!!!”
41
ARMI STORICHEARMI STORICHE
Ci sono fucili prodotti
in un numero di
esemplari a volte
inferiori alle dita di
una mano, splendidi
oggetti in grado di
emozionare
attraverso le loro
finiture, la loro fattura,
la loro storia. E’ il
caso di questo
express che ci
riporterà con la
fantasia nel mondo
coloniale degli anni
gloriosi dell'Impero
Britannico: un
Lancaster "oval bore"
fabbricato nel 1886.
che disponendo di un tempo
limitato ed avendo la possi-
bilità di toccare con mano -
per la prima volta nella vita -
fucili prodotti in un numero
di esemplari a volte inferiori
alle dita di una mano, diedi
la precedenza a questi
splendidi oggetti piuttosto
che impegnare tempo
prezioso dietro ad armi
prodotte industrialmente in
migliaia se non milioni di
esemplari. Sono armi,
quelle che presenterò su
queste pagine, che mi
hanno profondamente
emozionato, portandomi
indietro nel tempo, quando
poco più che bambino
ascoltavo affascinato i
racconti di caccia di mio
nonno; racconti forse fanta-
siosi, come si addice ad
ogni buon cacciatore, ma
che riuscivano a ricreare le
attese, le emozioni, i colori e
Quando sono rientrato dalla
visita all'armeria Parabellum
di Salsomaggiore diverse
persone mi chiesero quali ex-
ordinanza avessi visto. La
mia risposta fu semplice e
per qualcuno sconcertante:
"non le ho nemmeno guarda-
te!" Questo non significa che
non ci fossero dei pezzi
interessanti, significa solo
gli intensi profumi delle cacce
in terra d'Africa. La prima
arma che prenderò in esame
è un express che ci riporterà
con la fantasia nel mondo
coloniale degli anni gloriosi
dell'Impero Britannico: un
Lancaster "oval bore" fabbri-
cato nel 1886. Il calibro è
.577 - 2 3/4" una lunghezza di
cartuccia particolarmente
diffusa nelle Indie ai tempi
della cartuccia metallica a
Polvere Nera.
La seconda metà del XIX
secolo rappresenta uno dei
periodi più fecondi per quan-
to riguarda le innovazioni in
ogni campo della scienza e
della tecnologia. Nel mondo
delle armi da fuoco vediamo
nell'arco di pochi decenni il
passaggio dall'avancarica
LA FORATURA OVALE
43
alla retrocarica, prima con cartuccia in carta con accen-sione tradizionale a luminello oppure ad ago e poi con cartuccia metallica inizial-mente con innesco a percus-sione anulare e poi con innesco a percussione cen-trale, senza dimenticare la cartuccia a spi l lo t ipo Lefaucheaux che sopravvi-vrà, un po' anacronistica, per molti decenni. Giova ricordare che fu pro-prio Charles Lancaster, il creatore dell'arma che stia-mo ammirando, l'ideatore della cartuccia a fuoco cen-trale, nel 1852. Uno dei principali problemi che i vari costruttori dovettero affrontare fu quello di trovare dei disegni di rigatura delle canne che assicurassero ottima resa balistica ed al tempo stesso una facile pulizia dell'anima dalle fecce della polvere nera. Queste varie soluzioni si confrontavano nelle gare a lunga distanza , molto in vogain quegli anni, che vedevano appassionanti sfide tra armi eccelse in mano a straordina-ri tiratori. Fucili Purdey a due righe contro Lancaster a canna ovale; canne esagonali Whitworth contro rigature Henry o Metford su distanze - 1000, 1200 ma anche 2000 Yards - che al giorno d'oggi metterebbero in difficoltà la maggior parte dei tiratori appassionati di "sniper" e che
Particolarità del munizionamento della rigatura Whitworth
Schema che evidenzia le differenze tra i vari tipi di rigatura .
parrebbero impossibili a
qualunque agonista di tiro
a c c a d e m i c o . ( v e d i
http://www.lrml.org/index.ht
m ).Se si esclude Whitworth, la
cui soluzione fu una canna
ad anima esagonale elicoi-
dale (con palle analoga-
mente a sezione esagonale
e facce elicoidali), i vari
costruttori svilupparono
sistemi di rigatura che
rappresentavano varianti
rispetto alla rigatura tradi-
zionale ma che erano pur
sempre una evoluzione di
questa.Charles Lancaster invece,
sin dal 1852 seguì una sua
personalissima ed originale
scelta: la canna ovale,
mutuata da una precedente
ideazione del mag. Berner
per armi ad avancarica che
prevedeva però l'uso di
palle a sezione ellittica.Le canne Lancaster infatti
non hanno righe, è l'anima,44
leggermente ellittica, che
avvolgendosi su se stessa
con passo progressivo
sviluppa la "rigatura" - se così
possiamo chiamarla - mentre
il diametro della foratura si
restringe lievissimamente
dalla culatta verso la volata.
Le palle naturalmente sono
cilindriche del diametro
corr ispondente al l 'asse
maggiore dell'ellisse, si
deformeranno plasticamente
allo sparo, così come nella
rigatura tradizionale si defor-
mano forzandosi sui pieni
della rigatura.Un sistema originale che
sicuramente garantiva una
minima impiombatura ed una
facilissima pulizia della
canna.
Nella vista d'insieme l'arma
appare solida, potente, ed al
tempo stesso sobriamente
e l e g a n t e , c o n t u t t o
l'indiscutibile fascino che
accomuna i fucili a cani
esterni. La calciatura ben dimensio-
nata, dall'elegante
L'EXPRESS CAL. 577 - 2 3/4 “
Raffronto tra lo schema e la reale rigatura della canna
pistola che è naturale prose-cuzione della linea della cartella dell'acciarino a molla indietro, trasmette un senso di rassicurante solidi-tà, pronta a dominare e controllare il significativo rinculo.La scuola anglo-belga, sui fucili express a cani esterni prima e sugli hammerless boxlock più avanti, privile-giava l'acciarino a molle indietro in quanto non com-porta scassi nella bascula per ospitare le batterie come nei "molla avanti". Come nella maggior parte degli express di questo periodo storico la chiusura è quella comunemente defini-ta a " T " ideata nel 1859 da Henry Jones, armaiolo in Birmingham.
Si tratta di una chiusura
semplice, efficace e di gran-
de solidità grazie alle superfi-
ci elicoidali dei bracci della T
e dei tenoni che si impegna-
no vicendevolmente bloc-
cando le canne sulla bascula
ed anche recuperando
automaticamente eventuali
giochi presenti in armi logore.
Non a caso fu utilizzata per
molti anni su questa tipologia
di potenti fucili. La chiusura è
azionata da una chiave a
leva che accompagna il
sottoguardia e che, secondo
me, contribuisce al grande
fascino estetico di questi
vecchi "cani esterni". Taluni la considerano lenta
nell'azionamento ... ma essa
appartiene ad un Tempo
ARMI STORICHEARMI STORICHE
45
diverso, fatto di ritmi scanditi
dallo scendere delle possenti
cartucce nelle culatte, dal
risollevare le canne mentre la
leva della chiusura, se ben
realizzata, si riposiziona da
sola; dall'armare prima un
cane e poi l'altro preparando-
si al tiro ... i sensi tesi, pronti
a l l ' incontro fa ta le con
l'animale. Nell'express di
Lancaster la chiusura Jones
è completata da una terza
chiusura Westley Richards
detta anche a testa di bam-
bola. Per la sua solidità è
paragonabile soltanto alla
terza Greener.La sobria eleganza delle
incisioni si abbina armo-
niosamente con le volute
dell'eccelso damasco della
canna. Esagerato definire eccelso
u n d a m a s c o f i r m a t o
Lancaster?No di certo! I Lancaster
iniziarono come fabbricanti di
canne di altissima qualità
tanto che molti fucili prodotti
d a J a m e s M a n t o n ,
indiscusso fondatore della
scuola archibugiera lon-
dinese, portano canne
marcate C.L. (Charles
Lancaster). Soltanto nel
1826, dopo la chiusura
dell'azienda di Manton, i
Lancaster affiancarono alla
produzione di canne anche
q u e l l a d i a r m i f i n i t e
divenendo presto i fornitori
dei nomi più prestigiosi
dell'aristocrazia d'Europa.
46
Charle W. Lancaster lavorò
anche in ambito militare,
ideando anche il dispositivo
di mira a lunga distanza
usato sui Lee-Metford e poi
sui Lee-Enfield conosciuto
come "volley sight". Artista e
tecnico sublime nel mondo
armiero fu anche felice
scrittore, il suo "The Art of
Shooting" fu pubblicato sino
al 1954.Ma ora lasciamo che le
immagini parlino da sole.
Il rilievo laterale del profilo superiore della bascula risale lieve ad allargarsi nelle ampie conchiglie che salgono sui seni a contornare le sedi dei percussori, al posto delle quali possiamo immaginare dei luminelli tanto il disegno è ispirato alle precedenti armi ad avancarica.
Sulle cartelle spiccano le sicure a stanghetta dagli oggi ineguagliabili riflessi blu.
ARMI STORICHEARMI STORICHE
47
Il petto di bascula in cui si inserisce la leva della chiusura: anche qui nessuna ridondanza nell'ornato che si l imita a valorizzare sobriamente l'estetica di un'arma progettata prima di tutto per essere funzionale.
Una bella immagine dell'alzo a fogliette e delle canne in splendido damasco
Il mirino è inserito a coda di rondine longitudinalmente sulla bindella, il blocco delle tacche di mira può essere regolato lateralmente.
Il vivo di volata e le sue lavorazioni
48
Il puntale dell'astina col bottone di sblocco finemente zigrinato.
La coccia dell'impugnatura a pistola con il suo decoro.
I caratteri sulla targhetta del calcio e su quel la del la cassetta testimoniano le esotiche avventure di questo fucile.
La bella cassetta del fucile, che dopo tutti questi anni racchiude ancora con sicurezza prezioso contenuto.
Si ringrazia www.radicaebaionette.net Per la collaborazione
ARMI STORICHEARMI STORICHE
49
' L�6LOYLD�* HQWLOH��$ YYRFDWR�VSHFLDOL] ] DWR�QHOOD�OHJLVOD] LRQH�GHOOH�DUP L
Dopo tanto lavoro estivo nel corso dell’estate 2010 sulla bozza di testo della Legge di recepimento della Direttiva Europea 2008/51/CE, questa è stata ufficialmente recepita con il Decreto Legislativo 204/2010 che modifica il Testo Unico delle Leggi di PS che la Legge 110/1975.Inutile dire che il testo originale era assai restrittivo nei confronti della disciplina del softair in quanto prevedeva che le repli-che di libera vendita dovessero essere di dimensioni ridotte del 20% rispetto alle armi originali. Nel testo della legge rimane però qualche adempimento gravoso (tipo quello sulle volate rosse e sui pallini di colore vivo) ma quel che è peggio è questa fa riferimento a due regolamenti che dovranno essere approvati entro il 1 Gennaio 2011; uno del ministero della Sanità sui requi-siti sanitari ed uno che sarà preparato a cura del Ministero dell’Interno e che riguarderà, tra le altre cose, gli strumenti softair.Veniamo ora al testo del decre-to ed all’elencazione delle novi-tà del mondo softair. Intanto occorre precisare il cambio di definizione delle
softair da giocattoli a strumenti, istituito dal nuovo decreto, si è reso obbligatorio per con-formarsi alla Direttiva Europea 2009-48-CE che si occupa di giocattoli (per bambini ed adul-ti) che all’allegato I comma 2 lettera (b) dice che i giocattoli per bambini non possono ri-produrre armi da fuoco reali (e da qui scaturiva il tentativo di obbligare i costruttori/importatori alla riduzione del 20% rispetto alle dimensioni originali poi fortu-natamente fatto togliere dalla stesura finale).Tornando alla definizione quali strumenti, essa non vuol dire che essi verranno sottoposti a chissà quale divieto ma sem-plicemente che non sono gio-cattoli e quindi non sono sog-getti alle norme di sicurezza dei giocattoli per bambini (ad esempio quelle sul distacco di parti che i bambini potrebbero mangiarsi ecc.).
Ci da qualche lume ulteriore la circolare ministeriale nr. 557 PAS 10900(27)9 del 24.6.2011 diretta agli uffici e comandi di-pendenti (che con ogni probabi-lità sono rimasti confusissimi da una legge mal scritta come non se ne vedevano da lustri).Conviene quindi riepilogare il testo della circolare predetta del Ministero, nelle parti che possono essere di interesse per il mondo airsoft“….anche l’introduzione …. di un divieto di porto, senza giusti-ficato motivo (secondo com-ma), degli strumenti di cui all’art. 5, quarto comma, della stessa legge, e dei puntatori laser o di oggetti che abbiano
50
tale funzione, appartenenti a
determinate “classi” ritenute
pericolose in base alla specifica
normativa CEI EN sui sistemi di
p u n t a m e n t o l a s e r … .
Pertanto, dalla suddetta data, il
cont ravventore r ien t rerà
nell’ipotesi prevista e punita dal
medesimo art. 4 (comma 3),
con la sanzione dell’arresto da
sei mesi a due anni e
dell’ammenda da 1000 euro a
10.000 euro.Attenzione qui vieta solo il
PORTO (che si intende il pronto
uso in luogo pubblico) dei laser
di classe IIIB o superiori per cui
controllate sulla scatola.
Chi possiede questi laser dete-
nendoli a casa o trasportandoli
smontati (come ad esempio
fanno gli universitari per le loro
ricerche) non commettete alcun
reato e in linea teorica potete
addirittura usarli nelle manife-
stazioni che avvengano in luo-
ghi privati.Ricordo però che sono conside-
rat i les iv i per la ret ina
dell’occhio per cui non potete
puntarli su altri giocatori.
Continuando…Le modifiche all'articolo 5 della
legge in questione riguardano
la sostituzione della parola
“giocattoli” con il termine “stru-
menti”. La novella consente di
“attualizzare” l'articolo medesi-
mo, anche allo scopo di recepi-
re le indicazioni delle normative
comunitarie in materia di sicu-
r e z z a d e i g i o c a t t o l i e
dell’impossibilità, per questi
ultimi, di riprodurre armi.Come detto, i giocattoli (per
bambini) non possono riprodur-
re armi, gli strumenti (che sono
giocattoli per adulti) si.
LEGGI & ATTUALITA’ LEGGI & ATTUALITA’
Di particolare rilievo sono, poi,
le modifiche introdotte al quar-
to comma del medesimo arti-
colo, nel quale si prevede una
particolare disciplina per gli
strumenti riproducenti armi,
per quelli da “segnalazione
acustica, nonché per gli stru-
menti denominati softair, an-
che al fine di evitare che tali
manufatti possano essere
trasformati in armi vere e pro-
prie.Si evidenzia, al riguardo, che
nell’articolo stesso viene di-
sposto che “Con decreto del
Ministero dell’Interno sono
definite le modalità di attuazio-
ne del presenTe comma”.Pertanto, tutte le disposizioni
individuate dalla nuova disci-
plina su tali strumenti, all’art. 5,
comma quarto, non entrano in
vigore il 1° luglio 2011, doven-
dosi attendere l'entrata in vigo-
re del decreto ministeriale
attuativo, per cui ai sensi
dell’art. 6, comma 4, del decre-
to legislativo -- sino a tale
Data continueranno ad essere
applicate le prescrizioni sino ad
oggi previste per tali strumenti,
compresa quella relativa
all'occlusione degli stessi me-
diante tappo rosso.Ricapitolando (la circolare dove-
va essere chiarificatrice anche
se proprio non pare sia riuscita
nello scopo) si dice che gli stru-
menti softair devono essere
fabbricati in modo da non poter
essere convertiti in armi vere (e
questo lo sapevamo già).
51
Questa nuova norma scaturi-sce da una leggenda urbana messa in circolazione dall’ATF che, volendo conformarsi al pensiero antiarmi dell’Ammi-nistrazione Obama, disse che un lower di un M4 airsoft poteva essere “agevolmente” modifi-cato per sparare con un upper vero ma in realtà ci vuole tanto di quel lavoro che conviene farselo da soli al tornio a con-trollo numerico).Si tratta quindi di uno scoop che ha poco senso di essere atteso che tra i manuali che si trovano su Internet e la tecnologia di-sponibile per chiunque abbia l’uso di un garage rendono possibile la realizzazione di armi efficientissime per chiun-que abbia un minimo di manua-lità e competenza tecnica. In sostanza, quindi, non ci sono novità e si continua a fare come si è fatto fino ad oggi (volata rossa anche per meno di tre centimetri anche amovibile) sino all’approvazione dei rego-lamenti che, a Dio piacendo, potrebbero anche non essere varati mai.
Concludo cogliendo l’occa-sione per rispondere in modo pubblico ad alcune critiche avvenute nei confronti della FISAT (Federazione Italiana Storia Armi e Tiro cui io appar-tengo) che avrebbe accostato armi e giocattoli softair (che non sono armi).Le critiche potrebbero essere anche giuste e la FISAT non potrebbe essere più d’accordo sul fatto che le softair non sono armi ma il problema è che l’accostamento tra armi e softair lo fanno coloro che redigono le leggi (rego-lamentando le due materie nell’ambito della stessa nor-mativa) e coloro che ci dicono come applicarle (il dipartimen-to della PS nelle circolari come questa); un altro problema è che le due categorie di per-
sone sono rappresentate dalle stesse persone (la bozza originale di questa legge era stata redatta proprio dal Dipartimento della PS che invocando la tutela della pub-blica sicurezza non accetta interferenze nemmeno dal Ministro).Sta di fatto insomma che nella redazione del regolamento il Dipartimento della PS farà la parte del leone, contraltato (quando ne hanno voglia e quando ci riescono, cioè quasi mai) solo da alcuni consulenti membri della Commissione Consultiva che sono rappre-sentati del settore delle armi reali, ignorando completa-mente le esigenze del settore delle armi giocattolo che pure, per numeri e produttività, ha molte cose da dire.
52
L’ANGOLO DEL TIRATORE MODELLISTAL’ANGOLO DEL TIRATORE MODELLISTA
Recentemente gironzolando in una fiera di settore mi è caduto l’occhio su alcune scatole nella vetrina di un grosso importatore italiano.Sul dorso della scatola erano rappresentate singole armi; un M4, una M249, alcuni simil AR (poi scoperto che sono modelli adottati da eserciti dell’estremo oriente molti simili per silhou-ette ad un AR15).Scala di riproduzione 1:4, mate-riale Resina, kit non adatto ai bambini.....vabbè siamo forse bambinoni per certe cose ma sorvoliamo.....Non riuscendo a resistere dopo essermi accaparrato un paio di scatole; come ogni buon modellista in fiera me ne vado diritto su una panchina ad aprirle per vedere come sono all’interno. .. (non adatto ai bambini...).Dopo un primo esame confer-mato poi a casa la qualità ed il dettaglio sono davvero notevo-li, la resina è stampata davvero finemente con rare e piccole bolle,segno che
lo stampaggio è stato fatto con un buon sottovuoto e resina di qualità.anche nelle parti piùsottili come la pro-tezione della diot-tra della 249 non si vedono errori o defor-mazioni rilevanti.La totale assenza di istruzioni stampate Potrebbe creare qualche pro-blema al modellista meno esperto o conoscitore, ma con un po di pazienza ed osser
vando la foto (magari con una ricerca su internet) anche parti complesse come i bocchettoni di carica della mitragliatrice e le loro protezioni si sono assem-blati senza grandi problemi.Molti elementi sono fatti sepa-rati per essere posizionati a piacere, tipo il calciolo, il mani-glione, il caricatore dell’M4, il piede, il calcio e la copertura della mitragliatrice.I modellisti più smaliziati potranno decidere di rendere mobili molte parti, e perché no.... lanciarsi nelle prime customizzazioni in scala! Il risultato dopo una vernicia-tura è un simpatico modello in scala decisamente dettagliato e fedele che può fare da sopram-mobile od essere messo in vetrinetta con altri modelli.potrebbe essere interessante se continuassero la serie con altre armi .....
Tipo: kit in resina da assemblare e dipingereScala: 1:4Produttore: HOBBY FANImportatore: ASTROMODEL DI F. MIGONE & C. S.A.S.VIA DEL CAMPASSO, N. 1616151 GENOVA (GE)P.Iva 02482230105E-Mail : [email protected]:indicativo 27 euro m4 (cod. hf616) e 37 euro per la m249 (codhf604)
PER TUTTI GLI APPASSIONATI ARMI CHE SONO ANCHE MODELLISTI......
PER TUTTI GLI APPASSIONATI ARMI CHE SONO ANCHE MODELLISTI......
53
Il portacolpi laterale per lo shot gun: un accessorio che tanto attizza gli appassionati amanti del loock tattico, ma che pure serve a coloro che delle armi ne fanno un uso professionale richiedendo prodotti che diano la massima affidabilità, sicurezza e resistenza.Proprio su richiesta di corpi ed agenzie law enforcement Mesa Tactical ha sviluppato la linea Sureshell dei portacolpi cal. 12 compatibili con i più diffusi shotgun. Una linea che sia in grado di resistere all'uso ed ai
l'affidabilità ne risenta. Ne è nato un prodotto di altissima qualità, tanto da essere adottato dal marchio Scattergun nell'assemblaggio dei suoi modelli di shotgun linea law enforcement.
maltrattamenti quotidiani dell'uso in servizio senza che
Tutta la linea SureShell è realiz-zata in alluminio aeronautico 6061-T6 lavorato dal pieno con finitura anodizzata nero antiri-flesso a specifiche militari.Le cartucce trovano posto nei fori passanti ricavati in un bloc-co di alluminio garantendo cosi la massima sicurezzadi tenuta e protezione.
54
ACCESSORIACCESSORI
La ritenzione dei colpi viene garantita da una barra in gom-ma posta trasversalmente all'interno della struttura in un foro realizzato nel blocco di alluminio.
Fuoriuscendo per qualche mm all'interno degli alloggiamenti la gomma preme sul lato della cartuccia facendo da freno grazie alla sua capacità grip-pante.Il portacolpi non presenta nes-suno spigolo vivo, ogni angolo è perfettamente smussato ed arrotondato eliminando cosi ogni rischio che cinghie e capi di vestiario possano rimanere impigliati.Tutti i modelli di SureShellsi si montano senza bisogno di modifiche permanenti e senza nessun intervento significativo sull'arma, pochi attrezzi basilari
e pochi minuti sono necessari a completare l'installazione, altrettanti per rimuovere il pezzo, e tornare alla configu-razione iniziale.
LA CONFEZIONE
Come molti altri prodotti Mesa, anche la gli SureShell vengono forniti in un blister trasparente semirigido chiuso a caldo che lascia vedere il contenuto in ogni sua parte. All'interno trovano posto, oltre il portacolpi: le istruzioni, in inglese ma comunque ben chiare, le chiavi a brugola necessarie al montaggio, eventuali boccole, rondelle o parti Specifiche necessarie al montaggio come nel caso del Remington, una confezione mignon di frenafiletti se neces-saria come nel caso del Benelli M4, un adesivo col logo del produttore, ed in fine una sottile striscia sagomata di gomma adesiva, piccolo accorgimento da applicare sulla faccia del portacolpi che è a contatto col reciver con lo scopo di proteg-gere la superficie da graffi ed
55
Usura da contatto.Estratto dalla confezione il pezzo dà subito idea di grossa solidità e robustezza.L'assemblaggio di pochissimi elementi che lo compongono è fatto davvero con cura e senza nessun difetto.La superficie risulta di un bel nero opaco e semiruvido al tatto, il colore è molto uniforme in ogni parte anche le meno visibili. Viti ed altri elementi necessari al montaggio sono tutti in metallo e realizzati su misura.Vista la varietà di armi per cui sono previsti e le varianti propo-ste rimandiamo al sito del produttore la lista completa dei modelli disponibili.In queste righe analizziamo il mode l lo per Reming ton 870/1100/11-87 e per il Benelli M4super 90, rispettivamente da 6 ed 8 colpi, le caratteristiche salienti e la tecnica di realizza-zione sono le medesime per tutta la serie.
IL MODELLO PER M4
Uno dei modelli un po’ più particolari della linea è proprio questo per il benelli M4, invece di un classico portacolpi che si fissa sul lato della carcassa tramite i perni del pacchetto di scatto, ci troviamo di fronte ad un robusto insieme che sfrutta i fori di fissaggio del rail sulla parte superiore del reciver; anzi, più che sfruttare i fori...... propone una soluzione che sostituisce tutto il rail.Il portacolpi è infatti fissato ad una staffa avvolgente che dal lato sale e raggiunge la parte superiore terminando con un uovo rail di dimensioni ed altezza identiche a quello originale.
Il fissaggio avviene tramite ifori originali, con viti e rondelle ed un goccia di frenafiletti fornito nella confezione.Per rimuovere le viti originali potrebbe essere necessario scaldarle un poco.È bene non forzare troppo il serraggio delle viti, il filetto è molto fine e ci vuole poco a spanarlo.L'ancoraggio risulta facile velo-ce e robusto, la posizione del portacopi è studiata bene, ponendo i colpi in una posizione facilmente raggiungibile in ogni momento.Sono previsti modelli con diffe-rente capienza di 4, 6 ed 8 colpi.
56
ACCESSORIACCESSORI
IL MODELLO REMINGTON
Sul Remington870 il montaggio avviene sfruttando la posizione dei 2 perni del gruppo di scatto.I perni pieni originali vanno sostituiti con i due nuovi ele-menti forniti nel kit, torniti e filettati all'interno andranno saldamente bloccati in posizio-ne con le viti a testa esagonale fornite .Nella confezione sono compre-se le 2 brugole necessarie; tempo di installazione...5 minu-ti.
Una volta fissato è apprezzabile la conformazione data alla piastra di supporto che lascia visibile la matricola del fucile.
Un piccolo accorgimento , che facilita la lettura della matricola per il riconoscimento o per scopi di inventario.Anche in questo caso il prodot-to installato risulta stabile ed ergonomico, i colpi facilmente raggiungibili e comodamente estraibili.Il modello di SureShell per Remington è previsto sia in versione sinistra da 2,4,6 ed 8 colpi, che in versione destra da 2 e da 4 colpi.
PROVA
Dopo il montaggio di entrambi abbiamo provato ad inserire svariati tipi di cartucce nelle loro sedi; slug, pallini e pallettoni; di varia grammatura, misura e marca non abbiamo potuto che apprezzare la resistenza non troppo tenace opposta dalla barra di gomma interna nello sfilare il colpo.Entrambi gli SureShell anche nell'uso sul campo di tiro si sono dimostrati davvero affidabili ed efficaci, fornendo una comoda e funzionale “riserva” di colpi a portata di mano.La finitura nera superficiale si è dimostrata davvero resistente e
tenace facendo fede a quanto pubblicizzato. Ci troviamo di fronte a prodtti di alta qualità, senza dubbio parecchi gradini sopra i normali portacolpi in plastica. Ovviamente tutto ciò si trasforma in un aumento dei costi del prodotto finale, che però a fronte di quanto offerto non è poi esorbitante.
57
La testa delle 2 viti di fissaggio, e larientranza appositamente studiata per non coprire la matricola.
Il nuovo rail che sostituisce quello originale
Una striscia di gomma sagomata con un velo adesivo inclusa nella confezione, per evitare che il portacolpi segni la superficie della carcassa una volta montato
58
ACCESSORIACCESSORI
produttore
Mesa Tactical 1760 Monrovia Ave, #A14
Costa Mesa, CA 92627tel 949-642-3337fax 949-642-3339
www.mesatactical.com
distributore
TACTICAL73 di Giacomini V. Via Don Sapino, 11 - 10078
VENARIA REALE (TO) - Tel & Fax+39011495425 - Mobile +393930798873 - http://www.tactical73.com
prezzo indicativo
72,80 € sureshell 6 colpi sinistro per remington
870/1100/11-87
129,90 € sureshell 8 colpi per benelli m4
Le forme arrotondatee l’assenza di spigoli vivi, tutte lavorazioni realizzate con estrema cura.
Il modello da 8 colpi,una vol ta p i e n o a g g i u n g e un peso non indifferente all’arma
Il contenuto della confezione, viti, chiavi ed eventuali parti modificate son comprese
59
A CURA DI: Simone Ciucchi - Presidente FISAT
La nostra libertà una causa alla volta
Cari amici scrivo questo articolo per fare un bilancio delle attività FISAT per il 2011, per vedere cosa abbiamo fatto e cosa faremo ...(altro che riservatezza):
60
I FATTI NOSTRI.....MA ANCHE VOSTRII FATTI NOSTRI.....MA ANCHE VOSTRI
Come dicono alla Second Amendment Foundation: LA NOSTRA LIBERTÀ, UNA CAUSA ALLA VOLTA
INFORMATI
ED UNISCITI A CHI VUOLE DIFENDERE I TUOI DIRITTI
www.campagnafisat.it
61
62
La scatola
dell’express trattato in
questo numero non
solo ha custodito
l’arma in tutta la sua
bellezza; ma anche
le etichette originali
con le istruzioni per la
ricarica composte da
molte parti
completate a mano
dopo la verifica.
mediamente meno coriacei e per ico los i de i lo ro omologhi africani. Bufali d’acqua invece che cafri, elefanti decisamente meno prestanti e forse anche meno aggressivi; l’ incontro col rinoceronte era forse meno frequente, mentre leopardo, tigre e leone erano e sono cacciabili a n c h e c o n c a r t u c c e relativamente più gestibili di quelle che servono per cacciare con tranquillità il res to de l “dangerous g a m e ” . N o n v a p o i sottovalutata la riduzione d e l p e r i c o l o ( c o n un’eccezione per i felini, ma appare ben chiaro che su questi animali la stessa fucilata ha ben altri effetti che su un animale a pelle spessa) costituita dalla consuetudine di cacciare sul dorso dell’elefante, protet t i non solo dal caratteristico baldacchino l “Houdah” ma dallo stesso
pachiderma domestico, e
spesso muniti di una speciale
pistola a due colpi (in pratica
un express con calcio da
pistola e canne di lunghezza
minima) definita appunto
“pistola da houdah”. A questo
si deve poi aggiungere che
tanto i calibri effettivamente
d i s p o n i b i l i q u a n t o i l
correttissimo approccio alla
caccia grossa, ed il relativo
rigidissimo codice d’onore
oggi quasi del tutto ignorato,
non consentivano neanche
di ipotizzare l’uso di calibri
strapotenti, e soprattutto con
traiettorie flat, capaci di
abbattere un animale da
lunga distanza, magari
senza neanche colpirlo come
si deve. Il nostro calibro
nasce, anzi i nostri calibri
nascono, attorno al 1870; si
tratta di quattro differenti
cartucce i cui bossol i
presentano fondel lo e
colletto di eguali dimensioni,
ma differente
Gli inglesi ebbero una sp lend ida e p ro fonda tradizione di caccia grossa; peraltro, contrariamente a quanto si possa pensare d’acchito, almeno fino ai primi del’900 questa nobile e difficile arte venne esercitata prevalentemente nei domini asiatici piuttosto che in quelli africani. Questo significa che il progettista di armi e, soprattutto, cartucce votate alla bisogna aveva in mente animali diversi e
CARTUCCE E RICARICACARTUCCE E RICARICA
63
lunghezza: 2 ½, 2 ¾ 3 e 3 ¼ di pollice. Le cariche di po lvere nera p rev is te variavano tra i 135 ed i 190 grani; il peso della palle era compreso tra i 520 ed i 650 grani.I l n o s t r o e x p r e s s i n particolare è camerato per la cartuccia da 2¾, I sacri testi definiscono questa cartuccia c o m e i d o n e a a l l ’ u s o , appunto, su animali a pelle tenera non pericolosi e sui grandi felini; ma non mi stupirei se fosse stata regolarmente usata, con i suoi 1700 piedi al secondo, una palla da 520 grani e oltre 500 kgm d i E° su l l a selvaggina più impegnativa. Anche le energie residuali di circa 400 kgm a 50 yards e soprattutto la rilevantissima quantità di moto rendono tale supposizione quantomeno plausibile. Come la rende plausibile la trasformazione a polvere infume che subì la cartuccia nelle sue versioni da 2¾ 3 e 3¼ divenendo una delle più autorevoli stopper della savana.. Difatti, la cartuccia più moderna (nata tra XIX e XX secolo) sviluppa energie pari a quelle del 600 NE, lanciando a circa 610 m/s una palla da 750 grani che pa r rebbe f o rn i r e , pe r m a g g i o r c a p a c i t à d i penetrazione, prestazioni superiori a quelle del mitico 6 0 0 N E . O v v i a m e n t e affermazioni del genere
vanno considerate del tutto soggettive.È universalmentecons idera to de l tu t to affidabile come back up ed è certamente tra i calibri più indicati nel folto, per tiri ravv ic inat i . Ri teniamo opportuno, a questo punto, raffrontare le prestazioni del 2¾ nelle sue versioni successive: a polvere nera, n e l l a s u a i n i z i a l e configurazione in NE e con gli attuali caricamenti, riservati ad armi recenti o comunque piùSpecificamene strutturate per resistere alle prestazioni della cartuccia in versione moderna.
Convinti che la maniera migliore di rendere onore all’arma ed al calibro sia quella di cominciare col riportare i dati originali delle e t i che t te d i r i ca r i ca , partiamo dal bossolo; la cuiLunghezza del bossolo è 2 pollici e 3/4; il calibro .577”.
I DATI DI RICARICA DELLE ETICHETTE ORIGINALI
Si prescrive l'utilizzo di palle
realizzate con l'apposito
stampo in dotazione usando
una lega fatta con 11/12 di
Pb ed 1/12 di Sn. (quindi
91,6% di piombo e 8,3% di
stagno).Le palle devono essere
calepinate con due giri di
carta ingrassata - notare
c h e q u e s t o e d a l t r i
particolari sono scritti a
mano completando le
i s t r u z i o n i a s ta m pa ,
probabilmente dopo uno
scrupoloso controllo delle
effettive misure di foratura -
L a c a r i c a d i l a n c i o
consigliata è di 145 grani di polvere nera del Nr. 6 (circa
una granitura Fg ) .Le palle potevano essere a
punta cava, la cavità riempita
semplicemente con cera,
oppure con un inserto in
r a m e c o n e f f e t t o d i
penetratore od anche con
una miscela esplosiva.
POLVERE
polvere nera
polvere nera
nitro forblack powder
GRANI
160
160
76
PESO PALLA Grs
520
560
650
FPS
1730
1650
1870
MPS
527
503
570
Eo KMG
478
468
698
Eo JOULES
4686
4590
6843
64
Un immagine delle etichette originali che riportano le istruzioni per la ricarica, da notare come molte parti siano compilate a mano dopo aver verificato le quote.
CARTUCCE E RICARICACARTUCCE E RICARICA
65
LETTERA APERTA DI: Andrea Toso
assumere posizioni in maniera pubblica, ho deciso di mettere a disposizione in tutte le sedi che me
ne offrano l’opportunità, la mia seppur modesta esperienza, perché mai come in questi ultimi tempi
ho potuto assistere ad un attacco sia mediatico, che politico, teso sia a distruggere la nostra
immagine, che a privarci della libertà di poter esercitare le nostre passioni, passioni nate con l’uomo
stesso, che anzi ne hanno segnato nel bene e nel male sia la storia, che l’evoluzione stessa.Ciò che mi fa sentire tale attacco oltre che un tentativo di privazione di alcune libertà, un
tradimento bello e buono, è il fatto che esso sia portato avanti da personalità politiche e
pubbliche che in un passato recente non hanno esitato a chiedere il nostro consenso e
appoggio dichiarandosi, se non proprio a favore, nemmeno contro il nostro modo di essere. Un modo di essere, che in nome delle passioni che ci accomunano porta a comportarsi nella
stragrande maggioranza dei casi da cittadini e contribuenti esemplari, rispettosi cioè delle leggi
e delle regole (ognuno di noi sa quanto è facile vedersi ritirare il nostro amato e indispensabile
“PORTO D’ARMI”), pertanto dobbiamo imparare a farci rispettare come tali, ma come fare? Ricordando a tutti questi signori chi è che gli paga lo stipendio, siano essi parlamentari, pubblici
ufficiali o semplici presidenti delle associazioni di categoria, degli ambiti di caccia o dei poligoni
di tiro, come d’altra parte fanno da sempre i nostri detrattori con le loro associazioni, tanto è
vero che si è arrivati al paradosso di vedere finanziati i canili e gattili quanto gli orfanatrofi e più
spesso storie in TV e riviste di cuccioli , che bambini abbandonati .In un recente passato, la NRA americana, innanzi ad una presa di posizione di alcuni industriali
contro il mondo delle armi e della caccia, fece sapere a questi signori, che essendo in
democrazia essi erano liberissimi di esprimere la loro opinione, ma altrettanto libera era
l’associazione di suggerire ai propri iscritti i nomi delle aziende da cui non comprare i prodotti
perché non amiche, a tutto questo la maggioranza delle ditte interessate ha risposto con
immediati cambi di posizione.`
Cari amici cacciatori, tiratori e appassionati d’armi in genere, come potete desumere dal mio profilo, sono uno dei pochi fortunati ad aver potuto nel corso della mia vita, far coincidere la mia passione con il mio lavoro, pertanto posso dire che le mie passioni non sono solo tali, ma esse, come per la maggioranza dei cacciatori o tiratori, rappresentano in concreto un modo di vivere.Sebbene abbia, sia per esigenze lavorative, che per questione di carattere sempre cercato di evitare per quanto possibile di
66
RADIO LONDRA - COMUNICAZIONI PER TUTTIRADIO LONDRA - COMUNICAZIONI PER TUTTI
Se ci sono riusciti loro, su una popolazione di oltre 250 milioni di cittadini, non vedo perché nonsi debba riuscire noi. Sarà pure vero che come dice la sciura Brambilla che 4 cittadini su 5 sono a parole contro la caccia e le armi, ma dubito che quei quattro abbiano a cuore la chiusura della caccia quanto a noi possa stare a cuore il tenerla aperta, oppure poter continuare ad andare nella nostra armeria preferita ad ammirare l’oggetto dei nostri desideri, pertanto, stando attenti a non assumere posizioni estremiste, (che in linea di massima non ci appartengono), non esitate a partecipare a forum o discussioni sui vari siti, a scrivere all’Onorevole o Assessore che ritenete vostro rappresentante a qualunque partito esso appartenga, esprimendo la vostra idea o il vostro dissenso.Spesso le vostre missive sia via e- mail, fax o posta resteranno senza risposta, ma non passeranno certamente inosservate, perché dovete ricordare che tutti questi soggetti spendono delle vere fortune per cercare di capire cosa voi pensiate, o quali siano le vostre aspirazioni e gusti, onde inviarvi al momento giusto un volantino con su scritto: “Amico cacciatore o tiratore”, pertanto non è vero che il vostro voto non conta, l’esito delle penultime elezioni è stato decretato da soli 11.000 voti. A maggior ragione alla vostra opinione può essere ascoltata da ditte, quali ad esempio case automobilistiche, (ma gli esempi potrebbero essere infiniti) che avvalendosi di riviste, giornali o televisioni pubblicizzano i loro prodotti con spese da capogiro per convincervi a spendere magari 30.000€ comprando il loro fuoristrada ecologico, quando si vedono arrivare mail da
svariate persone, che dichiarano che si rivolgeranno ad altra ditta, perché essi stanno finanziando con la loro pubblicità quella rivista, o quel giornale a noi particolarmente ostile, (solo 10 mancate vendite rappresentano una perdita di fatturato di 300.000€).Forse tutto questo si rivelerà inutile, o, peggio ci si ritorcerà contro, perché come dice qualcuno, in realtà noi siamo un anacronismo che sopravvive a se stesso, ma non vedo come altro potremmo fare, se non avere la disperata speranza del condannato, battendoci fino all’ultimo, con l’onesta che ci contraddistingue, per poter sperare di tramandare ai nostri figli quei valori in cui crediamo e che da sempre hanno accompagnato la storia degli uomini onesti.
Andrea Toso
67
INFORMATI E UNISCITI
A CHI CERCA DI DIFENDERE
I TUOI DIRITTI
INFORMATI E UNISCITI
A CHI CERCA DI DIFENDERE
I TUOI DIRITTI
E’ ORA CHE I TIRATORI ITALIANI
SIANO RISPETTATI
E’ ORA CHE I TIRATORI ITALIANI
SIANO RISPETTATI
www.campagnafisat.it
www.eternavigilanza.it
www.campagnafisat.it
www.eternavigilanza.it