ETERNA QUALITÀ - Fedeltà del Suono...DYNAVECTOR XX-2 Mkii fDs 266 43 stici suonare come ricordavo...

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Non la si creda nostalgia e neanche rivoluzione, perché lei non è vecchia e non è nuova ma eterna ed ha un solo semplice nome: qualità! 40 fDs 266 Il regno degli Ascolti di Antonio scanferlato ETERNA QUALITÀ fonorIveLAtore MovIng coIL DYNAVECTOR XX-2 MkII

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Non la si creda nostalgia e neanche rivoluzione, perché lei non è vecchia e non è nuovama eterna ed ha un solo semplice nome: qualità!

40 fDs 266 ▼ il regno degli Ascolti

di Antonio scanferlato

ETERNA QUALITÀ

fonorivelAtore Moving coil DYNAVECTOR XX-2 Mkii

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FOYER

La mia prima testina a bobinamobile di grande qualità fu laAudioquest 7000. Lei sapeva

infondere alla riproduzione una raf-finatezza e una musicalità, permeatada una lieve tiepida luce, che non hopiù riscontrato in nessun altro oggettoHi-Fi dal 1994 ad oggi. Ma certamentemi sbaglio. Comunque quello era ilmio suono.Poi, come tutte le cose di questomondo, dopo aver lungamente pro-curato piacere al suo indegno com-pare, cioè io... defunse (sigh, unaprece).Ebbi altre pregevoli MC ben stimatedalla stampa nostrana e internazio-nale ma, come spesso accade a certaHi-End, erano oggetti senza anima ealla lunga mi stufarono. Anche perchémentre ascoltavo musica mi distrae-vo pensando alla bolletta del gas, acosa mettere sulla brace la prossimadomenica o (finalmente con il sorri-so sulle labbra) alla tumultuosa si-tuazione orizzontale occorsa la notteprecedente.

OUVERTUREPer me l’ascolto della musica deve es-sere un’esperienza totalizzante. Io voglio essere schiavo di Euterpe.Voglio che lei diventi padrona del miocuore, della mia mente e del miocorpo. E amo che lei mi dia baci e ca-rezze quando la musica è dolce e chemi prenda a sberle e calci in culoquando la musica si fa bastarda. Sono diventato pazzo? Forse lo sono sempre stato o forsequesti ultimi anni vicino alla musicadal vivo, vissuta anche da dietro lequinte, mi hanno rivelato una veritàche tutti quanti in fondo conosciamo:niente è come te lo aspetti... special-mente la stessa verità! Verità è ascol-tare musica acustica dal vivo: Came-ra, Sinfonica, Jazz, Blues magari in unteatro. Ma... da quale posizione, inpiccionaia o in platea? In platea dove?Appiccicato al golfo mistico? Dagli ul-timi posti? O giusto a metà sala? Perché la percezione auditiva, e leconseguenti reazioni emotive, cam-biano in relazione alla posizioned’ascolto. E non di poco.E la musica amplificata? Ottima an-che quella! Ma ce la fa il mio impiantoa riprodurre la bruciante dinamica eil timbro cristallino di una Gibson LesPaul del 1956, con i suoi P-90? (pick-up single coil con magneti AlNiCo 5,soprannominati, per la loro forma ecolore, soap bar, saponette). Qualcuno

dirà: «Maaa tutto cambia se cambil’amplificatore, no?» e io gli rispon-derò: «Solo in parte, perché il caratterepeculiare della chitarra permane co-munque». Piuttosto... abbiamo la cultura ne-cessaria per distinguere una testataMarshall JCM800 da un Bassman del-la Fender o da un Vox AC30? Perchériconoscere uno Steinway da un Bo-sendorfer e quest’ultimo da uno Ya-maha son buoni tutti... o no?

SIPARIOUn gioiello come la XX2 MKII nonpuò essere recensito nel solito modoperché lei ha tutto ciò che di sbalor-ditivo deve(!) avere un oggetto dellasua classe. Quello che secondo me hapiù senso scoprire è il suo caratterepeculiare, in cosa si differenzia que-sta fuoriclasse da una fuoriclasse suaconcorrente, in che modo porge lamusica, quali sono i suoi limiti e in-nanzitutto...vale il prezzo richiesto? Iosu quest’ultimo parametro non tran-sigo!

PRELUDIOLa Dynavector XX2 è un mostruosoconcentrato di esperienza tecnica etecnologica. Esso è un fonorivelatorea bobina mobile dalla microscopicauscita di 0,28 millesimi di volt. Nelmodello MKII i magneti in AlNiCo 5(toh, che coincidenza...) diventanoun po’ più grandi rispetto al prece-dente. L’avvolgimento delle bobineresta quello classico in rame PCOCC(pure copper ohno continuous castingprocess) e rimane al suo posto anchelo smorzatore di flusso magnetico, for-tunato brevetto della casa giappone-se. Per un corretto interfacciamento mec-canico, dato il peso e la cedevolezzadell’oggetto in questione, è preferibilel’utilizzo di bracci di lettura a massamedia.Per un corretto interfacciamento so-nico suggerirei di scartare i braccettivintage, specie quelli con i cuscinettiormai “sifulini” e a lama di coltello;sono da evitare come la peste anchetutti quelli medio economici prodot-

ti fra gli anni ‘60 e ‘90; ignoriamo inblocco cose strane; andiamoci cauticon i materiali esotici e lasciamo sulcampo solo pochi strumenti di preci-sione come, tanto per fare qualchenome, Audio Technica, Denon, Te-chnics, Micro Seiki, Jelco, gli ultimiSME e Last But Not Least i particola-risimi bracci della stessa casa madre:Dynavector DV-505 e DV-507. Io eviterei accuratamente anche ibracci da 12 pollici, tanto in voga ul-timamente, perché tolgono il turbo allaDynavector XX2 MKII (da ora in poisemplicemente Dyna). Il motivo di tanta selezione è sem-plice: il minutissimo stilo dal taglioPathfinder Line Contact esige assolutaprecisione di allineamento, pena il ge-nerale decadimento delle prestazionimusicali. Ma non basta, un allineamento noncorretto potrebbe portare ad un con-sumo anomalo dei dischi, dello stiloe in alcuni casi (rarissimi in verità) an-che al danneggiamento del sottilissi-mo cantilever in boro. Nella realtà non v’è nulla di cui pre-occuparsi. Dando per scontato chel’overhang (errore tangenziale) siacorretto e che il braccio sia perfetta-mente parallelo al piatto (con su il di-sco), non resta che impostare il pesodi lettura entro il campo indicato dalcostruttore; l’azimuth (orientamentoverticale della testina); determinarel’antiskating così da verificare la giu-sta pressione dello stilo su entrambii lati del solco e il generale compor-tamento del sistema di lettura sottostress, nonché la frequenza di riso-nanza braccio testina e capacità ditracciamento. Per tutti i controlli citatiio ho usato il disco Hi-Fi News TestRecord, ma in commercio vi sono an-che altri LP parimenti validi. Tutti i parametri appena descrittisono critici ai fini del corretto trac-ciamento e dunque dell’ascolto.

ATTO II primi sei mesi di ascolti avvennerocon il magnifico Well Tempered Re-cord Player ed il suo particolarissimobraccio senza attrito, il Classic Arm;cavo per testine MC Audio TeknéARA 500; stadio fono PST-200 Aloia(l’intramontabile) settato su MC di-rect; Audio Note L2 con MC Step-UpSowter 9570 (davvero eccellenti); stu-dio monitor amplificati Dynaudio eRCF; cavi bilanciati in argento. I primi istanti di musica mi lasciaro-no senza fiato! Finalmente sentivo gli strumenti acu-

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Ah, dimenticavo... lavoce umana... l’interpreta-zione delle voci è semplice-mente folle ma non solo nel

canto, anche nel parlato.

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stici suonare come ricordavo di aver-li ascoltati dal vero: attacco istantaneoe decadimento naturale dei suoni. Il maggior sollazzo me lo sono presocon la Musica Acustica: dischi su di-schi senza mai stancarmi... Il primo fatto certo, data la sistema-tica ripetizione del fenomeno, è chemolti dischi strascoltati e usuratisembravano essere tornati a nuovavita. Com’è possibile? La spiegazione è che il piccolissimostilo della XX2, grazie al suo taglioparticolare, va a toccare alcune partidel solco inesplorate dalle preceden-ti testine. Ma poi improvvisamentetutto è cambiato: finalmente potevoavere una stanza tutta mia per l’ascol-to della musica, sicché rivoluzionaretutto l’impianto è stato un obbligo,frustrante ma molto istruttivo. Infat-ti ho imparato che se non correggi l’acu-stica ambientale qualsiasi stereo suone-rà sempre al suo peggio (ne riparlere-mo).

FOYERAvevo il mio piccolo tempio ad Eu-terpe ma i bassi li avevo persi duranteil trasloco. I due woofer da trentaduecentimetri di diametro si muovevanoavanti e indietro solo per produrre fa-stidiose stazionarie e cancellare tuttoal di sotto degli ottanta Hertz. Incasi come questi hai voglia a cambiareampli, cavi, diffusori e sorgenti... è tut-to inutile! Il suono non migliora fin-ché non si corregge l’acustica am-bientale. Allora mi sono rivolto alBounty Killer delle stazionarie, unvero professionista. Così, con la san-ta pazienza, ho preso a rimpinzare lastanza di scaffali, tappeti, tendaggie… pannelli fonoassorbenti.

ATTO IIComincio dalla fine: con questa te-stina non ha molto senso ascoltaremusica che non sia stata registrata aregola d’arte, perché la sua vocazioneè rivelare, nel bene e nel male, tuttoquanto sia inciso nei vinilici solchi.Nonostante questo, a differenza di og-getti estremi, lei manifesta una certatolleranza verso le incisioni menoriuscite.

Musica PopSotto la bandiera del Pop ho radunatoun po’ di tutto: Rock, Metal, Blues,Funk, Dance, Italiana, Folk e qualco-s’altro. Con questa musica, spessomolto elaborata in fase di post-pro-duzione, la realtà mostra il suo lato

più lugubre: in circolazione vi sonoquasi esclusivamente, tecnicamenteparlando, dischi mediocri e sonoreschifezze ed io ne posseggo una va-langa (scusate, prendo un fazzolet-to...). Sicché con la Dyna i miei LP diOtis Redding, Motörhead, Joe Bona-massa, James Brown, Mina risultanoquasi inascoltabili. Ma ecco che IronMaiden, Muddy Waters, Supertramp,Lucio Dalla risollevano un po’ il mo-rale. Ancora meglio è con MichaelJackson, Donald Fagen, Pink Floyd,Run DMC, Van Halen, Tracy Chap-man, Pino Daniele e di quest’ultimovi segnalo “Bella ‘Mbriana”, regi-strato divinamente.Faccio un paio di esempi estremi: conil disco “Plurale” di Mina cadono lebraccia (per così dire...) perché ognicanzone è insozzata da un malefico ef-fetto chorus che le moltiplica -plura-lizza appunto - la sua bellissimavoce. Tutto suona opaco, piatto egranuloso. Falso come una lasagna ri-gorosamente Made in China! Secondo caso. Fino ad oggi ho credutoche la distorsione sui picchi vocali di

Muddy Waters in “My Home Is InThe Delta” (da Folk Singer) fosse in-sito nella registrazione, perché il di-fetto si manifestava con tutte e quat-tro le edizioni in mio possesso. Ci sono voluti venti anni e una Dy-navector per capire che non era vero.Con il set-up attuale posso udire lapotentissima voce del grande blue-sman crescere fino a saturare la stan-za, ma sempre pulita, intelligibile, sen-za sbavature né difetti da mistracking.Album fuori concorso: ristampa di“Headhunters” dell’immenso Her-bie Hancock. Suoni netti, precisi, ma-niacalmente descritti, punch e coloria tinte forti: riproduzione spettacolare!Esperienza molto appagante.

Musica JazzIl Jazz è registrato mediamente megliodella musica commerciale. Come tut-ti sappiamo alcuni album, anche mol-to vecchi, esibiscono ancora un suo-no pieno, vivido e ricco di armoniche.Così dai vecchi e nuovi Blue Note, daiPrestige e Riverside e Columbia e Pa-

blo fino ai migliori ECM, ogni stru-mento acustico è rappresentato alsuo meglio. Nello specifico: con “Nice Guys” de-gli Art Ensemble Of Chicago i suonisembrano provenire da ogni parte diuno spazio molto ampio dietro i dif-fusori, talvolta cogliendo l’auditore disoprassalto. Così l’ascolto si fa con-centrato ed emozionante, anche pervia della grande quantità di aria chesepara uno strumento dall’altro, dal-le informazioni ambientali che arri-vano da ogni direzione, dal realismogenerale dovuto alla ricchezza ar-monica degli strumenti e dalla pron-ta dinamica di ognuno di essi. La ristampa monofonica a 45 giri di“Steamin’”, del divino Miles (Da-vis), esalta la solidità degli strumen-ti, che si esprimono scintillanti inuna torrida atmosfera hard bop, espri-mendo tutta la dinamica di cui un LPpoteva disporre all’epoca. Ricreato adarte, fino alla commozione, l’am-biente soffuso e malinconico di “So-methin’ Else” di Cannonball Adder-ly. Perfettamente colto e rigorosa-mente rappresentato, in un modoche entra nelle ossa e gela il sangue,il disperato misticismo ad alta ten-sione di “A love Supreme” di JohnColtrane. Però i momenti di massimo reali-smo li ho vissuti con ristampe au-diofile di album molto vecchi: “WayOut West” di Sonny Rollins (1957),dove i tre strumenti - sax, contrab-basso e batteria - diventano “veri” ematerici al punto da poter credere diaverli nella stanza, anche ad occhiaperti. Ma è con lo Tsuyoshi Yamamoto Trio(“Midnight Sugar”) che mi ritrovo ilpianoforte in casa, tutto intero, tastidi sinistra compresi. Un pianoforteche suona in modo prepotente dallaprima all’ultima nota. Note che ri-suonano limpide dalla prima all’ul-tima armonica. Ed è come essere adue metri dal gruppo. Quando ci si concentra nell’ascoltocritico, ci si accorge che del piano sisente tutto: i martelletti che picchia-no, le corde che vibrano, il legno cherisuona... una sorta di pornografia au-ditiva insomma. Stessa impressioneper la batteria: completa, solida, “pe-sante” ed esattamente collocata nelsuo spazio a grandezza naturale. Ilcontrabbasso è ricchissimo di vibra-zioni e finalmente corposo e artico-latissimo. Una delle caratteristiche diquesto album è la rifinitura di ogninota anche quando la dinamica si fa

La verità è che essa haun medio alto ricchissimoma sempre rigorosamenteallineato al resto dello spet-tro acustico.

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esagerata. Con i vecchi componenti,sentivo “grattare” le note del piano-forte sui picchi più violenti e sentivocomprimere i tamburi, fatto mai ac-caduto con la Dyna. Dunque col Jazz ci siamo proprio! Nessun gigantismo né sbilanciamentotonale. Anzi tutti gli strumenti ven-gono rappresentati a dimensione na-turale, scultorei o eterei, a secondadella scelta di produzione.

Musica AnticaTemevo che il carattere reattivo eimperioso della XX2 MKII fosse pocoadatto alla corretta riproduzione de-gli strumenti dal suono più delicato. Mi sbagliavo. Il fragile timbro del liu-to, l’eterea dolcezza di un flauto dicanna o la fresca ariosità di un corogregoriano sono correttamente resti-tuiti. Il fonorivelatore si è perfetta-mente adattato anche a questi pro-grammi musicali, donandogli imme-diatezza e riproducendo con doviziadi particolari ogni singolo timbro,ogni minima vibrazione strumentalee riverbero ambientale. Fra i vari dischi scelgo una vera ec-cellenza tecnica e artistica: “Musiquede la Gre[ce Antique” eseguita dal-l’Atrium Musicae de Madrid, direttoda Gregorio Paniagua. Questa musi-ca è, come dire... fragrante, vivissima,presente. Gli attacchi e i rilasci di ognisorgente sonora (percussioni, stru-

menti a corda e a fiato, voci) sonoistantanei. Nessuna coda, nessunaesitazione... solo note musicali piene,dense, totali all’interno di uno spazioben percepibile. E poi c’è il coro gre-co. Qui la selettività si fa estrema: rie-sco ad individuare ogni singola vocee la sua esatta posizione, fino quasi adistinguerne il labiale, nonostantel’idioma mi sia ignoto. Musica difficile ma affascinante.

Musica ClassicaCon dischi di musica classica la Dynasi esalta. Prendiamo, ad esempio,un’opera critica come la Sinfonia No.3, Op. 78 di Camille Saint-Saëns (ThePhiladelphia Orchestra, Eugene Or-mandy. Telarc Stereo 10051). Il flussocostante di note, dai pianissimo ai for-tissimo, è sempre perfettamente arti-colato, intonato ed espressivo. I suo-

ni di tutti gli strumenti provengonoda precise posizioni all’interno delleproprie sezioni orchestrali ma semprein compagine, in amalgama perfettodi timbri, colori e dinamiche. Anche le più sottili trame e la filigranavengono rivelate come in un back-ground percettivo, tanto esse sononaturalmente inserite nella partituramusicale. Le luci e le ombre contenute in que-sta mirabile opera sono superba-mente valorizzate e l’ascolto divieneuna festa per l’anima, specie nel finale. Il dato spiazzante è che la Dyna nonfa nessuna differenza fra fortissimo epianissimo, pochi strumenti o moltistrumenti. Lei ha sempre il controllototale ed assoluto sulla musica che, co-munque, scorre fluida e libera. La sua maggiore abilità è il rispettodei contrasti. E l’orchestra sinfonicanon solo viene riprodotta al comple-to di tutte le informazioni spaziali etimbriche ma la sua rappresentazio-ne resta sempre nitida, granitica e per-fettamente focalizzata, in qualsiasimodo essa stia suonando. Mi spiego meglio perché questo pas-saggio è importantissimo: a diffe-renza della quasi totalità delle sorgentiche ho ascoltato sino ad oggi, questotrasduttore non comprime mai, nonsi scompone mai e non perde mai raf-finatezza. Mentre l’orchestra suona i fortissimo

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CARATTERISTICHE TECNICHE

DYNAVECTOR XX2 MKIITipo: fonorivelatore a bobine mobili abasse uscite, con magneti in alnico esmorzatore di flusso magneticoVoltaggio di uscita: 0,28 (a 1 kHz 5cm/sec.)Separazione tra i canali: 30 dB (a 1 kHz)Bilanciamento fra i canali: 1.0 dB (a 1 kHz)Risposta in frequenza: 20 -2000 Hz (± 1 dB)Compilanza: 10 x 10-6 cm/dyn Forza di Tracciamento: 1,8 - 2,2 grammiImpedenza: 6 ohmResistenza di carico raccomandata: > 30ohmCantilever: Boro, lunghezza 6 mm, dia-metro 0,3 mmStilo: PF Line contact shape, stylus radius:7 x 30 micronPeso: 8,9 gr

Prezzo: € 1.748,00

Distributore:Sound and Musicwww.soundandmusic.com

Quando ci si concentranell’ascolto critico, ci si ac-corge che del piano si sentetutto: i martelletti che pic-chiano, le corde che vibrano,il legno che risuona... unasorta di pornografia auditi-va insomma.

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la Dyna non si occupa “solo” di suo-nare forte ma anche di riprodurrepuntualmente, distintamente tutti glistrumenti fino alle trame più delica-te... e non c’è grande orchestra o bigband o tuoni e fulmini che possanopensare di mettere in crisi questopiccolo pazzo generatore nipponico.Perché per quanti strumenti possanosuonare insieme, per quanto com-plessa e affollata possa essere la tra-ma sonora e per quanti decibel di pic-co siano incisi sul vinile, si ascolteràsempre tutto distintamente fino al-l’ultima armonica di ogni singolostrumento. Le mie precedenti testine (non menocostose di questa) con gli stessi pro-grammi musicali si sedevano (com-primevano la dinamica) o impastava-no (confondevano i suoni degli stru-menti) o scoreggiavano (distorcevanosui picchi), in altre parole tracciava-no da schifo. La Dyna invece rimane serenamenteincollata al solco, a prescindere daltipo di sollecitazione cui viene sotto-posta. La dinamica con la XX2 MKII,infine, semplicemente accade. Il pas-saggio dal silenzio più profondo alpicco massimo avviene senza strap-pi né scalini ovvero senza soluzionedi continuità, solo in modo rapidis-simo e ripidissimo. Molto emozio-nante.

FINALELa Dyna si trova a suo agio con qual-siasi tipo di musica. Il problema ri-siede solo nella qualità complessivadello specifico album. Perché essa hala capacità di sancire con disinvoltu-ra, ma inequivocabilmente, il livellotecnico qualitativo del vinile che si staascoltando. Semplice e tragico!Cosa fare dei dischi registrati da fo-nici con le orecchie nelle tasche? Li siascolta ancora con grandi soddisfa-zioni ovviamente, ma con testineMM, possibilmente coeve degli stes-si album. Oggi con pochi spiccioli siportano a casa oggetti davvero sor-prendenti come Excel Sound e Glanzsicché nulla è perduto e la gioia con-tinua (prossimamente un articolo de-dicato). Questo fonorivelatore è un oggettomoderno e come tale si esprime: mas-sima risoluzione, massima estensio-ne, massima capacità di tracciamen-to, massima versatilità meccanica edacustica.In quanto alla versatilità elettrica il di-scorso è diverso: i suoi sei hm di im-

pedenza richiedono un trasformato-re elevatore (step-up) adeguato e diqualità elevatissima. Oppure, solu-zione che mi è sembrata ancora mi-gliore, scegliere un fono MC in cor-rente (a transimpedenza) come il mioESE Lab. Nibiru 3.0.

Voglio essere chiaro: forse la Dyna-vector XX2 MKII non è una testina pertutte le occasioni né per tutti i gusti eper tutte le tasche. Essa va acquistata se non siete dei ro-mantici ma amate i contrasti forti enetti, il suono vivo, aperto, veloce, di-namico, lineare fino alla morte e seavete tanti dischi registrati in mododecente. Oppure se avete già una te-stina decente ma volete ottenere ilmassimo dai vostri album migliori.Essendo la Dyna totalmente priva di“aiutini” sul medio basso, ovveronella gamma del calore, può dare l’im-pressione di essere fin troppo chiara.La verità è che essa ha un medio altoricchissimo ma sempre rigorosamenteallineato al resto dello spettro acu-stico.Chi volesse dotarsi di una testinacome la Dynavector XX2 MKII, èbene che si predisponga ad impe-gnarsi (in senso culturale ed ancheeconomico) a montarla su di un gi-radischi che non ne mortifichi le doti,specialmente la dinamica e l’esten-sione in basso; che la colleghi ad unostadio fono che la valorizzi; ad am-plificatori che siano capaci di trasfe-rire alle casse il prezioso segnale ri-cevuto dal pre, il più integro possibilee con la immutata qualità ed energia;i diffusori a loro volta sarebbe il casoavessero un’ottima risoluzione eduna buona (se non totale) estensionein basso, anche per godere delle me-raviglie del mondo inesplorato al disotto dei 50 hertz! Questa non è una recensione nellaquale si afferma di non aver maiascoltato niente di meglio... fino almese successivo! Qui si afferma che la Dynavector

XX2 MKII è una potente macchina damusica, imprescindibile per chiunqueabbia bisogno di forti emozioni, spen-dendo una somma congrua alla qua-lità musicale restituita. Ed anche per-ché questi pochi fragili grammi di tec-nologia dalle radici antiche sono unpossibile compromesso fra la verità el’illusione. Ultima raccomandazione… il cavo dicollegamento. È bene sceglierne unodedicato alle testine fonografiche,ovvero che abbia caratteristiche fisi-che e tecniche ottimizzate per il tra-sferimento del piccolissimo segnalenon ancora equalizzato. Ah, dimenticavo... la voce umana...l’interpretazione delle voci è sempli-cemente folle ma non solo nel canto,anche nel parlato. Se vi dico che ognitanto un familiare viene a controlla-re chi sia il mio interlocutore, mi cre-dete? Magari potessi dialogare conHarry Belafonte o Vinicio Caposselao Rosa Balistreri o Nina Simone. Senon vi fidate di me allora ve lo faccioraccontare dai miei gatti, che si guar-dano in giro e cercano, cercano, cer-cano...

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IL MIO IMPIANTO

Sorgente analogica: Giradischi LencoL75 Quetzalcoatl; Braccio Audio Te-chnica AT-1010; testine MM Glanz Az-zurra e Excel Sound ES70S. Amplificazione: pre fono ESE LAB. Ni-biru 3.0; preamplificatori BartolomeoAloia PST-140 e Ambassador (autoco-struito con valvole E182CC e 6CA4); fi-nali Bartolomeo Aloia ST-140 e ST-260.Diffusori: ESB 7/06.Cavi: Furutech AG-12; Audio TeknéARC 500; cavi di potenza autocostruiti;cavi di alimentazione autocostruiti

ALCUNI DEI DISCHI UTILIZZATI

I primi istanti di musicami lasciarono senza fiato! Finalmente sentivo gli stru-menti acustici suonare comericordavo di averli ascoltatidal vero: attacco istanta-neo e decadimento natura-le dei suoni.

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