ESTERI Come leggiamo IL NOSTRO STRABISMO SULL'ISLAM … · Sull'islam e sulle "questioni...

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ESTERI Come leggiamo , interpretiamo e divulghiamo cultura e religione IL NOSTRO STRABISMO SULL'ISLAM >r GUIDO RAMPOLDI ............................... D ue giornalisti del Corriere de lla Sera parlano di Isis e di islam ad una scolaresca mi- lanese. Una quarantina di stu- denti musulmani contesta la loro relazione, in particolare una ragazzina con il velo sulla testa, Amina: su questioni che attengono alla mia fede, dice in sostanza, l'unica fonte che riconosco sono il Corano e il suo interprete, la mo- schea di al - Azhar al Cairo. Seguono ap- plausi e urla solidali di alunni musulma- ni; tacciono gli altri. Per sedare il tumulto e indurre una reazione nei silenti i due giornalisti ricor- dano alla platea che siamo la civiltà dell ' illuminismo, del pensiero laico, di Voltaire, di Rousseau . Fiato sprecato. Il Smila 'ILI] 11; W11 (,. giorno dopo il sito del Corriere pubblicaun resoconto sconfor- tato che eleva que- sto fatterello alla di- gnità di un apologo sulle identità : la `loro' e la `nostra '. Combattiva e aliena l ' identità islamica diA- mina, debole e rinunciataria l'identità del `noi' rappresen- tato dai `nostri ragazzi'. SEGUE A PAGINA 12 -13 la banalità che ci rende slndhicisutCisLam

Transcript of ESTERI Come leggiamo IL NOSTRO STRABISMO SULL'ISLAM … · Sull'islam e sulle "questioni...

ESTERI Come leggiamo , interpretiamo e divulghiamo cultura e religione

IL NOSTRO STRABISMO SULL'ISLAM>r GUIDO RAMPOLDI...............................

Due giornalisti del Corrieredella Sera parlano di Isis edi islam ad una scolaresca mi-lanese. Una quarantina di stu-denti musulmani contesta laloro relazione, in particolareuna ragazzina con il velo sullatesta, Amina: su questioni cheattengono alla mia fede, dicein sostanza, l'unica fonte chericonosco sono il Corano e il

suo interprete, la mo-schea di al-Azhar alCairo. Seguono ap-plausi e urla solidalidi alunni musulma-ni; tacciono gli altri.Per sedare il tumulto eindurre una reazione neisilenti i due giornalisti ricor-dano alla platea che siamo laciviltà dell ' illuminismo, delpensiero laico, di Voltaire, diRousseau . Fiato sprecato. Il

Smila 'ILI] 11 ; W11 (,.

giorno dopo il sito delCorriere pubblicaunresoconto sconfor-tato che eleva que-sto fatterello alla di-

gnità di un apologosulle identità : la `loro' e

la `nostra '. Combattiva ealiena l'identità islamica diA-mina, debole e rinunciatarial'identità del `noi' rappresen-tato dai `nostri ragazzi'.

SEGUE A PAGINA 12 -13

la banalità che ci rendeslndhicisutCisLam

La banalità che ci rendestrabici sull'islam

, r ° m rT_AS~ ~, i- In nome della comprensione i fedelidi Allah vengono rappresentati come tutti uguali,ma la Storia dimostra il male di questa dottrina

SEGUE DALLA PRIMA

i interpellano i lettori, legrandi firme ci illuminano dipensiero moderato. Risultainequivocabilmente che sia-mo infiacchiti dal relativi-smo, dai complessi di colpa,dal politically correct; mi-nacciati dall'assalto dell'i-dentità islamica, scappiamoa gambe levate in uno shop-pingcenter. E sarà senz'altrovero che ci affligge una cata-strofica perdita di senso mala vicenda trattata dal Cor-riere potrebbe condurre adun diverso dubbio: non saràche il problema sia il nostrogiornalismo?

Qui non stiamo discuten-do di rutti della stampa le-ghista o di schiamazzi datalk-show. 1l Corriere è ilgiornale più rappresentati-vo della nostra classe diri-gente, ha un sito ottimo, e-sprime un pensiero a bandalarga in cui trovano ispira-zione i due terzi del parla-mento. Sull'islam e sulle"questioni identitarie" la-scia pigolare gli orfani dellaFallaci ma quando occorre

un editoriale serio si affidaad Ernesto Galli della Loggiae ad Antonio Polito, tra i po-chi in grado di dare dignitàintellettuale a un metodo ap-plicato da quasi tutta la no-stra informazione. Quel me-todo da noi non ha un nomepreciso, come certe malattienon ancora scoperte. Un se-guace del filosofo liberaleKarl Popper lo chiamerebbe(con una certa ostilità) col-lettivismo metodologico, al-tri oggettivismo; ma poichéall'estero in genere è noto co-me essentialism, lo chiame-remo essenzialismo (mal-grado da noi il termine abbiaun significato più generale).Per capire come funzioni nelconcreto occorre tornare aipezzi pubblicati dal Corrie-re.

Le storie sono secondarierispetto all'essenzaScopriamo innanzitutto cheper un essenzialista è irrile-vante chi sia Amina, la ra-gazzina citata dal Corriere. Einfatti i giornalisti che neraccontano non mostranoalcun desiderio di conoscereda dove provengano lei esuoi compagni, a quale islamsiano stati istruiti, quali e-sperienzeli abbiano formati,perché reagiscano a quelmodo. La loro storia e la sto-ria in generale risultano se-condarie rispetto all'essen-za che quei giovanissimimusulmani incarnano: equesta essenza è la "culturaislamica" (o la "civiltà isla-mica", termine equivalen-te), cioè il nucleo immutabi-le di valori e di comporta-menti che sarebbero comuni

a 1.600 milioni di musulma-ni. Ne consegue che se Ami-na è impermeabile al dub-bio, lo saranno tutti i giovanimusulmani. "A chi cresce inuna famiglia islamica - com-menta sul Corriere Polito -viene insegnato che la veritàè una ed è rivelata, una voltaper sempre nel Corano. Albisogno di senso dellavitari-spondono con un Assoluto,qualcosa che mal si conciliacon un dibattito in classe". Aconferma non è necessariocitare un sondaggio, e nep-pure provare che i genitoridi Amina le hanno insegnatoproprio quello: è sufficienteconoscere l'essenza.

Qui potremmo obiettareche i musulmani non sonotutti uguali, non lo sono tuttigli islam e probabilmentenon lo sono neppure Aminae i suoi compagni: ma un es-senzialista non abbocca. Sesiete musulmano, vi farà no-tare, appartenete comunquea una "civiltà" che è radical-mente diversa dalla nostra.Che poi siate sufi o jiadista,salafita o alevi, progressistao conservatore, praticante oquasi agnostico, questo è af-far vostro.

In ogni caso l'islam è lavo-stra essenza, e l'essenza vi o-rienta a essere in un certomodo, il modo che non è ilnostro. Ecco Galli della Log-gia: le differenze irriducibilitra le religioni monoteisti-che "producono, com'è ov-vio, una fortissima diversitàtra di esse nella costruzionedella soggettività, del lega-me sociale, nonché del mododi stare con gli altri e nelmondo". Detto brutalmente:se siete musulmano quel che

penserete su questioni cru-ciali quali la guerra, la vio-lenza, i diritti delle donne, lalaicità dello Stato, sarà sem-pre diverso da quel che pen-siamo "noi" per effetto dellanostra essenza (cristiana,euro-cristiana o giudai-co-cristiana, su questo pun-to gli essenzialisti divergo-no).

Si guarda al lungoperiodo, non ai dettagliQuali valori formino l'essen-za che ci comprime tuttidentro un "noi" che va daGiovanardi a Vendola, dallaLega ai centri sociali, da Rii-na a Bergoglio, è questionecomplicata. E infatti gli es-senzialisti si astengono.Guardano al lungo periodo,mica ai dettagli. Ma, ecco ilpunto, appena si volgono in-dietro la storia si mette ditraverso. Un essenzialistache si fosse affacciatosull'Europa degli Anni

Trenta con la convinzioneche la nostra è la civiltàdell'Illuminismo, di Rousse-au, di Voltaire e di quant'al-tro i giornalisti del Corriererileggono prima di incontra-re masnade islamiche, sa-rebbe rimasto di stucco. I fa-scismi. Le leggi razziali, e laflemma con la quale le socie-tà "cristiane" (ma di sicuronon ancora "giudaico-cri-stiane") accolsero l'espul-sione degli scolari ebrei. LaSanta Crociata indetta con-tro i repubblicani dallaChiesa spagnola e l'inarriva-bile ferocia con la quale i piicarlisti massacravano mas-soni, anarchici, sindacalisti.L'asilo concesso dalla GranBretagna a diecimila ebrei infuga, ma anche l'ostilità dimolta stampa inglese all'in-gresso di quegli immigrati,che al ragionare essenziali-sta apparivano come porta-tori di valori alieni, invasoridi un'altra "civiltà", conta-minatori del nostro "stile divita" (i giornalisti avevanoragione: uno degli invasori,Sigmund Freud, effettiva-mente sovvertì una delle re-gole principali di quello stiledi vita, non discutere mai disesso).

Questo e di peggio avreb-bevisto un essenzialista, e neavrebbe concluso che la "ci-viltà europea" ha tratti in-quietanti, non meno inquie-

tanti dei tratti che oggi attri-buiamo alla "civiltà islami-ca". Siamo spaventosamen-te simili? Prima che possiateconcludere che non c'è grandifferenza tra "noi" e "loro"l'essenzialista vi farà notareche la storia va misurata insecoli o in millenni, mica indecenni. Con il fascismo ar-rivò l'antifascismo, e il pri-mo perì mentre il secondovinse, seppure con l'aiutodegli americani (che semprecristiani sono, però); al con-trario, la "civiltà islamica"non produce analoghi anti-corpi liberali, in quanto lasua essenza non li prevede.Qui però di nuovo la storia simette di traverso. A partiredagli Anni Sessanta nel co-siddetto "mondo musulma-no" fiorirono audaci movi-menti islamici che metteva-no in discussione la tradizio-ne e annunciavano la rivolu-zionaria Riforma. In Paesicome il Pakistan conobberoun successo travolgente,dunque il loro spirito liber-tario non era estraneo all'i-slam. Però metteva in peri-colo gruppi dominanti e re-gimi autoritari (anche quelliun prodotto della storia, nondella religione). E quei regi-mi liquidarono anche fisica-mente i riformatori, permezzo delle polizie segrete edel fondamentalismo arma-to, cui un fiume di petrodol-lari aveva garantito il pesoche altrimenti non avrebbeavuto. Forse non ha sensochiedersi come apparirebbeoggi l'islam se al tempo diReagan-Thatcher la repres-sione e il denaro non ne a-vessero invertito il senso dimarcia, dal cambiamento al-la reazione. Però non possia-

mo fare a meno di doman-darci se l'essenza dell'essen-zialismo non sia la manipo-lazione della storia.

Belgrado 1987: l'incontrocon Milorad PavicLa prima volta che mi imbat-tei in un essenzialista fu aBelgrado nel 1987. MiloradPavic, scrittore rinomato,accademico illustre. Profe-tico: fu lui a svelarmi l'astutacospirazione islamica persoggiogare la flaccida Euro-pa, e ben 14 anni prima che lastessa tesi e gli stessi argo-menti apparissero sulla pri-ma pagina del Corriere,

nell'articolo della Fallaciche fu origine del libro Larabbia e l'orgoglio.

Sotto il patrocinio di Mi-losevic Pavic e altri bardidell'Accademia delle Scien-ze articolarono la tesi delcomplotto per eurabizzarcinelle belle prose da cui il na-zionalismo gran-serbo at-tinse a piene mani, mentrepreparava il massacro deiMusulmani bosniaci (maquesto nel libro della Fallacinon c'è). Un'eco di quelleteorie giunse anche a Sa-muel Huntington, autore diThe clash of civilizations(1996), probabilmente il li-bro più influente degli ulti-mi vent'anni. Divenuto coltempo il testo-guida dell'es-senzialismo politico, rac-conta la storia umana comeun prodotto delle "civiltà",maestose entità formate dal-le religioni maggiori. Questaarchitettura grandiosa, col-ta, perfino intrigante, tutta-via poggia su un equivoco. Ènascosto nelle note finali, lìdove Huntington rivela di a-ver tratto ispirazione dallaguerra di Bosnia, che consi-dera il primo, spontaneoscontro tra civiltà. Basta leg-gersi le sentenze del tribu-nale dell'Aia per accorgersiche quellaguerra fu montataa Belgrado e a Zagabria e dispontaneo, di "culturale",ebbe poco.

Malgrado questo viziod'origine e altri inciampil'essenzialismo conosce unostraordinario successo, tan-to in Europa quanto tra i fon-damentalisti islamici, aiquali conferma la centralità

della religio-ne e l'inelut-tabilità dellaguerra. In I-talia la granparte delgiornalismoe della poli-tica lo appli-ca ormai inautomatico,soprattuttoattraversoun linguag-

gio robotico fatto di formulemai messe in discussione (inostri valori, la nostra cultu-ra, la nostra civiltà). Il Cor-riere, che più di ogni altroquotidiano ha contribuito aquesta egemonia, ora provaa lanciare, con Polito e Galli

della Loggia, un essenziali-smo dal volto umano, orien-tato al "dialogo tra le civiltà"invece che allo scontro.Sforzo civile condotto conperiziaemisura. Ma sarebbepiù utile cercare di risolvereil seguente paradosso. Datempo il pensiero che pos-siamo definire "occidenta-le" tiene in sospetto le teorieche elevano a soggetto dellastoria grandiose entità im-personali, si chiamino Raz-za, Nazione, Classe o Civiltà.Sicchè oggi l'essenzialismosembrerebbe estraneo allanostra razionalità. Che siaun altro marchingegno in-ventato dalla maligna cospi-razione islamica per fotter-ci?

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GUIDORAMPOLDINato a Romanel 1952, dal1987 al 2011ha seguitotutti i piùimportantieventi dipoliticaestera primaper '1aStampa" e poiper 'TaRepubblica"come Inviatospeciale,editorialista ewar-correspondent.Hapubblicatoquattro libri:"L'innocenzadel Male",Laterza 2003;"I giacimentidel potere",ArnoldoMondadori2006; "Lamendicanteazzurra",Feltrinelli2008;"L'acrobatafunesto",Feltrinelli2012. Conquestoarticolo iniziala suacollaborazionecon il Fatto

Sopra: islamiciin preghierasotto 11 set-tembre in Usae 13 novembrea Parigi Ansa

Già nel 1987 ben prima de "La rabbia e l'orgoglio'della Fallaci, gli accademici serbi denunciavano il progettomusulmano per eurabizzare e soggiogare la flaccida Europa

L csc'--eda

n DIVISIONESCIITIE SUNNITILa divisionerisale aitempi neiquali sidovettedeciderecome dareseguito allasuccessionedi Maometto

n DOVESONOI sunniti sonopiù numerosi,gli sciiti tra il10eil15%del totale deimusulmani, esonomaggioranzain pochipaesi: Iran,Iraq, Libano eAzerbaijan,anche se lì ilnumero deipraticanti sultotalenominale deimusulmani èmolto basso

FEDELIL _.. r

Con circa 1,6 miliardi di fedeli,che corrisponde al 23% dellapopolazione mondiale, l'Islam èla seconda religione del mondoper consistenza numerica evanta un tasso di crescita parti-colarmente significativo.

INDONESIATUTTI

II 13% dei musulmani vive in In-donesia, che è anche il paesemusulmano più popoloso, il25% nell'Asia meridionale, il20% in Vicino e Medio Orientee il 15% nell'Africa subsaharia-na.

I TESTILUOGHI

I testi fondamentali a cui fannoriferimento i musulmani sono: ilCorano e la Sunna. La città piùsanta dell'Islam è la Mecca, an-che per la presenza della Ka ba.Ogni musulmano ci deve anda-re almeno una volta nella suavita.

d

Al centro O-riana Fallaci,giornalista escrittrice,in questoperiodo spes-so citataper il suolibro "La rab-bia e l'orgo-glio'; accantouna delleimmaginidi Sarajevo(Bosnia)ai tempi dellasanguinosaguerranella

ex Jugoslavia

Ansa

Le da -iPrincipaliattacchiterroristicidel 2015

L'assaltoa CharlieHebdo

L'attentatoal museodel Bardo,in Tunisia

La stragesulla spiaggiain Tunisia

Bomba suaereo russo,in Egitto

Attaccoal Bataclan,allo stadioe nei locali

L__ J- _- __ 8 I T

La "civiltà europea" hatratti inquietanti, nonmeno inquietanti dei trattiche oggi attribuiamoalla "civiltà islamica"