Esercizio
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Nel 1980 un gruppo di 1000 persone di età compresa tra i 35 e i 55 anni è stata seguita per 5 anni.Durante questi anni alcuni di questi soggetti svilupparono il diabete. All’inizio dello studio 5 soggetti erano già malati, 2 soggetti risultarono malati alla fine del 1° anno, 5 alla fine del 2°, 1 alla fine del 3°, 4 alla fine del 4° e 1 alla fine del 5°. a) Calcolare la prevalenza della malattia al 1° gennaio 1980 b) La prevalenza alla fine del 3° anno c) L’incidenza della malattia nel periodo considerato
Esercizio
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ESERCIZIO
Nel 1973 in Campania ci fu una epidemia di colera. A Napoli su una popolazione di 3.000.000 abitanti 50.000 si ammalarono e dopo 5 giorni 40000 morirono. Nel 1979 anche Cagliari fu colpita da una epidemia di colera e su una popolazione di 100000 abitanti si ammalarono 40000 e ne morirono 20000. Quale fu l’incidenza di colera a Napoli?Quale fu l’incidenza di colera a Cagliari?Quale fu la mortalità a Napoli e quale a Cagliari?
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Epidemiologia, prevenzione e profilassi delle malattie infettive
o Eziologiao Rapporto ospite-parassita-ambienteo Origine delle infezionio Diffusione delle malattie infettive nella popolazioneoProfilassi generica: notifica, isolamento e contumacia, disinfezione e sterilizzazione…..o Profilassi specifica: vaccini e sierio Epidemiologia e profilassi delle seguenti malattie: influenza, papilloma virus, dengue
EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE INFETTIVE
“Niente nel mondo vivente è fisso permanentemente… le malattie infettive si trasformano continuamente; alcune, nuove, sono in via di formazione, mentre altre, antiche, mutano o spariscono… Sarebbe davvero sorprendente se nuove forme di parassitismo – ovverosia di infezioni – non sorgessero continuamente e se, tra le forme esistenti, trasformazioni nelle mutue relazioni tra parassiti ed organismi ospiti non si fossero prodotte durante i secoli per i quali abbiamo notizie”
H. Zinsser, Rats, Lice and History, pagg. 43-44, 1971.
PERCHE’ STUDIARE LE MALATTIE INFETTIVE…
Importante causa di morte Sono la maggior causa di disabilità 13.000.000 di morti/anno 1500 morti/ora 25 morti/minuto 1 morte/<3 secondi La maggior parte delle morti avvengono nei paesi in
via di sviluppo
EPIDEMIOLOGIA GENERALE DELLE MALATTIE INFETTIVE
AGENTE EZIOLOGICO
STORIA
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA
VIE DI PENETRAZIONE ED ELIMINAZIONE
MODALITA’ DI CONTAGIO E TRASMISSIONE
CONDIZIONI PREDISPONENTI E IMMUNIZZANTI
STORIA NATURALE DELLE MALATTIE
T ito lo d ia g ra m m a
guarigione cronicizzazione decesso
es ito
in sorg enza de lla m ala ttia
esp os iz io n e a l/ai fa tto r i d i r isch io
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EPID
EMIO
LOGI
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IOLO
GICA
Principali differenze tra malattie «infettive» e malattie «cronico-degenerative».
MALATTIE INFETTIVE E PARASSITARIE MALATTIE CRONICO‑DEGENERATIVE
EPIDEMIOLOGIA Attualmente sono molto diminuite come gravità nei paesi industrializzati. Sempre presenti, e senza prospettiva di diminuzione immediata nei paesi non industrializzati.
In aumento (i tumori, salvo alcuni tipi) o stazionarie (malattie cardiovascolari) nei paesi industrializzati.
ETÀ PREVALENTE Infantile - Anziani. Adulta
CAUSA O CAUSE Causa unica (un metazoi un microrganismo) e specifica per ogni malattia;
favorite da situazioni ambientali e individuali;
è conosciuta per la maggior parte delle malattie infettive.
Cause molteplici e comuni a più malattie (fattori ambientali e alimentari, fattori comportamentali, fattori costituzionali, in interazione fra loro).
MODALITÀ DIINSORGENZA
Dopo un breve periodo di incubazione di giorni - settimane comparsa dei sintomi in genere bene evidenti.
Dopo un lungo periodo di latenza (anni), comparsa della malattia con sintomi in genere vaghi e mal interpretabili.
CONTAGIOSITÀ Presente. Assente.
CURABILITÀ In genere guariscono spontaneamente con il riposo oppure sono curabili con farmaci appropriati (es. antibiotici per le infezioni batteriche).
In genere non esistono farmaci efficaci per determinare la guarigione; in alcuni casi sono disponibili farmaci per controllare la malattia (es. diabete).
GUARIGIONE In genere completa, con eccezioni (se l'organismo non muore durante la fase acuta).
In genere non avviene guarigione; in alcuni casi si allungano i tempi di sopravvivenza.
Fenomeni sanitari più rilevanti nei secoli
XVIII SECOLO• Peste• Vaiolo• Colera• Malaria• Tubercolosi
XXI SECOLO• Malattie cardio- e
cerebrovascolari• Tumori maligni • Incidenti stradali• AIDS• Malattie dismetaboliche
(diabete, obesità, sindrome metabolica)
Morire in Italia - trend del XX secolo
MORTALITA’ PER GRANDI GRUPPI DI CAUSE
Italia - 1998
Malattie apparato
respiratorio6.5%
Malattie sistema circolatorio
44%
Malattie SN e organi di senso
2%
Malattie endocrine,
metaboliche e disturbi
immunitari4%
Tumori28%
Malattie infettive
0.6%
Altre patologie5,5%
Traumatismi e avvelenamenti
5%
Malattie apparato digerente
5%
ISTAT
IL MICRORGANISMO
Entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico
Tipologia Dimensioni Virus < 0,1 Batteri Miceti
Protozoi 2-70
CLASSIFICAZIONE DEI MICRORGANISMI
SIMBIONTI: stabiliscono con l’organismo superiore un rapporto di reciproco vantaggio (es. flora batterica endogena)
COMMENSALI: si impiantano e si moltiplicano sui tegumenti senza un apparente beneficio per l’organismo superiore
PARASSITI: aggrediscono l’ospite provocando un danno (patogeni e oppurtunisti)
SAPROFITI: importanti per il mantenimento dell’equilibrio di vari ecosistemi
Affinchè un microrganismo possa provocare una malattia infettiva deve:
Entrare nell’organismo Aderire ai tessuti dell’ospiteEvadere le difese dell’ospiteDanneggiare i tessuti
COMPORTAMENTO DEI MICRORGANISMI
Tuttavia perché si abbia una malattia vanno considerate alcune
variabili, da cui dipende fortemente l’esito del
contatto. Alcune di esse associate al
microrganismo, altre all’uomo, altre all’ambiente
FATTORI FAVORENTI
Fattori propri del microrganismo(tipo di microrganismo, patogenicità, virulenza, carica infettante, contagiosità)
Fattori propri dell’ambiente(temperatura, umidità, pH, substrati nutritivi, tensione di ossigeno, radiazioni)
Fattori propri dell’ospite(età, difese immunitarie, patologie di base, tipo di lavoro-esposizione, concomitante esposizione ad altri fattori di rischio occupazionale)
VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO
INFETTIVITA’PATOGENICITA’VIRULENZACARICA INFETTANTE
INFETTIVITA’
Intrinseca attitudine del microrganismo a superare i dispositivi di difesa superficiale (barriera anatomo-funzionale) ed invadere l’organismo
Es. Pseudomanas Aeruginosa provoca malattia solo se introdotta in profondità, in quanto incapace a superare la barriera cutanea o le mucose intatte
VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO
TIPI DI INFETTIVITA’
Alcuni invadono tutto l’organismo(tifo addominale, virus del morbillo)
Altri, dopo penetrazione e diffusione, esplicano la propria azione in alcuni organi o apparati(virus dell’epatite, bacillo tubercolare)
I patogeni non invasivi restano localizzati nel sito di impianto provocando lesioni localizzate (rhinovirus)o provocano danni a distanza mediante la produzione di tossine
VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO
PATOGENICITA’Caratteristica propria delle singole specie microbiche,è la capacità di provocare danno all’ospite e quindi malattia a seguito di infezione
es. Vibrio Cholerae è una specie batterica patogena per l’uomo ma non per tutte le specie animali (presenza/assenza di uno specifico recettore)
VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO
VIRULENZAIndica il diverso grado di patogenicità di ceppi differenti nell’ambito della stessa specie microbica,
la produzione di fattori di virulenza conferisce al microrganismo la capacità di provocare malattia
es. tossine
VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO
CARICA INFETTANTENumero di microrganismi necessario per dare inizio all’infezione che varia da specie a specie
es. circa 1000 cellule di Salmonella Typhi per il tifo addominale
circa 200 Shighelle per la shighellosi
– INFETTIVITA’: capacità del microrganismo di penetrare, attecchire e moltiplicarsi
– CONTAGIOSITA’: capacità del microrganismo patogeno di passare da un soggetto recettivo ad un altro, dopo la sua eliminazione
VARIABILI ASSOCIATE AL MICRORGANISMO
LA CONTAGIOSITA’
Malattie infettive contagiose
Malattie infettive non contagiose
Causate da microrganismi che vengono eliminati attraverso diverse vie
dall’ospite e che giungono ad altri soggetti recettivi in maniera diretta o indiretta
es. Virus dell’influenza, Virus della Rosolia
Causate da microrganismi che non vengono eliminati
nell’ambiente; la loro trasmissione richiede
l’intervento di appositi vettori o particolari
evenienze
es. Malaria, Leishmaniosi, Tetano
UOMOAMBIENTEMICRORGANISMI
Le malattie infettive sono frutto di un’interazione!!!
RAPPORTO PARASSITA-AMBIENTE-OSPITE
RAPPORTI OSPITE-PARASSITA
Le difese dell’ospite possono neutralizzare il microrganismo
Il microrganismo riesce ad impiantarsi e moltiplicarsi nell’ospiteINFEZIONE
ASINTOMATICA
MALATTIA Gravità variabile
INCUBAZIONE
PENETRAZIONE
INFEZIONE MALATTIA
OSPITE
BIOLOGICIdiminuzione delle difese immunitarie
COMPORTAMENTALILegati allo stile di vita
Alla inosservanza delle misure cautelative…
AMBIENTE
basso livello socio-economicoscarsita’ di acqua potabileinquinamento fecale dell’ambientesovraffollamento abitativopromiscuita’ nelle infezioni sessuali
Processo evolutivo del passaggio dallo stato di salute alla malattia per la patologia infettiva
Ingresso nell’organismo di:Macroparassiti, Protozoi, Batteri, Virus =
INFEZIONE
• Reazione immunitaria specifica-aspecifica efficace
• Scarsa virulenza• Bassa carica infettante• Mancata azione di fattori
concausali o favorenti
Regressione dellostato di infezione =Guarigione
• Reazione immunitaria specifica-aspecifica non efficace
• Discreta carica e virulenza• Scarsa o assente azione di fattori
concausali o favorenti
Persistenza dello stato di infezione = Portatore
• Reazione immunitaria scarsa o assente
• Forte carica microbica e virulenza• Marcata azione concomitante di
altri fattori concausali o favorenti
Manifestazioneclinica dell’infezione =Malattia
ORIGINE DELLE INFEZIONI: SERBATOI E SORGENTI D’INFEZIONE
SERBATOIO O RISERVE D’INFEZIONESpecie animale o vegetale o substrato inanimato in cui l’agente patogeno ha il suo habitat, riproducendosi e perpetuandosi
SORGENTE D’INFEZIONEOspite umano o animale da cui il microrganismo può essere trasmesso ad altri soggetti recettivi della stessa specie o di specie diversa
LE SORGENTI D’INFEZIONE
Possiamo consideraresorgenti d’infezione
UOMINI ed ANIMALI
Malati
Convalescenti
Portatori
PRECOCE
SANO
CRONICO
IL MALATO
Il malato rappresenta una sorgente di infezione quando elimina all’esterno
(attraverso le diverse vie) l’agente responsabile della malattia o quando questo
può essere trasmesso da un vettore
IL PORTATORE
Soggetto che alberga nel suo organismo uno specifico agente patogeno in assenza di segni clinici
di malattia.Sono sorgenti di infezione non sospette!!!
PORTATORE PRECOCE: soggetto che elimina l’agente patogeno prima della manifestazione clinica (nel periodo di incubazione)
PORTATORE CONVALESCENTE: malato che continua ad eliminare l’agente patogeno anche dopo la guarigione clinica
PORTATORE SANO: soggetto che si infetta ed elimina l’agente patogeno senza sviluppare la malattia (infezione inapparente)
IL PORTATORE
PORTATORE CRONICO: soggetto guarito in cui il microrganismo ha potuto localizzarsi in un
sito anatomico, al riparo dalla reazione immunitaria, ove si moltiplica potendo essere eliminato nell’ambiente esterno
tramite gli escreti
Esempi di stato di portatore
• Rosolia: 1 settimana prima e 2 settimane dopo i segni clinici della malattia (precoce e convalescente);
• Rabbia (cani): 3-5 gg prima della malattia (precoce);• Polio: 1-2 settimane prima e 1 settimana dopo (precoce e
convalescente)• Epatite A: 14 gg prima e 1-2 settimane dopo (precoce e
convalescente)• TBC: per anni dopo apparente guarigione (cronico)• Tifo addominale: portatore convalescente e cronico
Sono inoltre da considerare i portatori sani che, in quanto tali, non possono essere temporalmente associati all’evento malattia visto che non si verifica
INFEZIONE
MALATTIA
PORTATOREPRECOCE
“PORTATORE SANO”
PORTATORECONVALESCENTE
PORTATORECRONICO
VIE DI PENETRAZIONE ED ELIMINAZIONE DEI MICRORGANISMI
Cute Mucose delle vie respiratorie Mucose delle vie digerenti Mucose delle vie genitourinarie Mucose congiuntivali Placenta
Vie di penetrazione
Vie di eliminazione
Cute Mucose Sangue
(trasfusioni, manipolazioni, insetti ematofagi)
MODALITA’ DI TRASMISSIONE
Modalità attraverso le quali l’agente si diffonde da una fonte o serbatoio ad un ospite
AereaOro-fecaleCutaneaEmaticaVerticale
Vie di trasmissione delle infezioni
MODALITA’ DI TRASMISSIONE
Via aerea(le goccioline pervengono nell’aria con: starnuti, tosse, parlato, aria espirata, aerosol di liquidi infetti)
Via oro-fecale(prevalentemente tramite veicoli alimentari ed acqua)
Via parenterale(contatto con sangue o emoderivati, pratiche iniettive, trasfusionali, chirurgiche, traumi)
Via sessuale
MODALITA’ DI TRASMISSIONE• TRASMISSIONE DIRETTA
contatto diretto o stretta vicinanza con passaggio immediato del microrganismo dalla sorgente all’individuo ricevente attraverso le vie: sessuali (infezioni veneree), transplacentare (rosolia, epatite B, AIDS), canale del parto/allattamento (epatite B, AIDS), morso/graffio di animale (rabbia)
• TRASMISSIONE INDIRETTAmediata da veicoli e vettori (generalmente questi microrganismi sono in grado di vivere più a lungo nell’ambiente esterno)
TRASMISSIONE INDIRETTAVEICOLI
SUBSTRATI INERTI• Acqua
veicolo importante soprattutto nelle malattie infettive a trasmissione oro-fecale (inquinamento secondario all’eliminazione di agenti patogeni con le feci)
• Ariapuò veicolare le goccioline di secrezione espulse dalle vie respiratorie ma anche fungere da veicolo a distanza (goccioline, nuclei delle goccioline, granuli di polvere)
• Alimentiimportante veicolo delle malattie del circuito oro-fecale (epatite A, tossinfezioni alimentari)
• Oggetti di uso
PRINCIPALI VEICOLIE MALATTIE DA ESSI TRASMESSI
Veicolo Malattie trasmesseOrtaggi, frutti di mare, acqua potabile
Infezioni tifo-paratifiche, dissenteria, colera, epatite infettiva
Carni SalmonellosiLatte, crema, gelati, formaggi freschi
Infezioni tifo-paratifiche, dissenteria, colera, tubercolosi bovina, brucellosi, difterite
Stoviglie, posate, bicchieri Difterite, scarlattina, tubercolosi
Giocattoli, oggetti personali DifteriteFerri chirurgici, siringhe Tetano, epatitiAria di ambienti infetti Tubercolosi, difterite,
morbillo, scarlattina, vaiolo, varicella, influenza, meningite cerebro-spinale, ecc.
Suolo Tetano, carbonchio, anchilostomiasi
VETTORE - organismo che trasmette una malattia da un ospite ad un altro
• zanzare
• Acari, zecche
• Pulci
• Pidocchi
TRASMISSIONE INDIRETTAVETTORI
TRASMISSIONE INDIRETTAVETTORI
Organismi animati che attuano il trasporto di microrganismi
• VETTORI MECCANICI O PASSIVIhanno funzione di trasporto (es. mosca)
• VETTORI ATTIVI O OBBLIGATIsenza di essi non può verificarsi la trasmissione della malattia (il microrganismo completa il suo ciclo biologico nel vettore e viene trasmesso all’ospite mediante puntura o deposizione di feci)
PRINCIPALI VETTORI E MALATTIE DA ESSI TRASMESSE
Malattia VettoreMalaria Zanzara (Anopheles)
Febbre gialla Zanzara (Aedes aegypti)
Tripanosomiasi Mosca (Glossina palpalis)
Infezioni tifo-paratifiche, dissenteria, colera
Mosca domestica
Tifo esantematico Pidocchio (Pediculus vestimenti)
Peste Pulce (Xenopsylia Cheopis)
Leishmaniosi Flebotomi
MODALITA’ DI PRESENTAZIONE
• Forma EPIDEMICA: più casi di malattia che si presentano nella stessa popolazione o nello stesso gruppo entro un breve periodo di tempo e con la stessa origine (fenomeno limitato nel tempo e nello spazio)
• Forma PANDEMICA: l’epidemia va oltre i confini di un paese (fenomeno limitato nel tempo ma no nello spazio)
• Forma ENDEMICA: l’agente patogeno responsabile è stabilmente presente e circola nella popolazione. Numero di casi di malattia più o meno elevato ma uniformemente distribuito nel tempo (fenomeno limitato nello spazio ma no nel tempo)
• Forma SPORADICA: si manifesta in una popolazione in cui quella malattia è assente da tempo e che non si trasmette ad altri individui (fenomeno limitato nel tempo e nello spazio)
Cas i
Tempo malattia sporadica
Epidemia, endemia e malattia sporadica
Epidemia da contagio interumano
ANDAMENTO delle EPIDEMIEESEMPI…
CICLI EPIDEMICIESEMPI…
Cicli stagionali con frequenza diversa a seconda dei periodi dell’anno influenzati da fattori ambientale, sociali e biologici.
DEFINIZIONE
La profilassi è la scienza che mira ad impedire l’insorgenza e la diffusione delle malattie
infettive mediante misure di controllo rivolte a:
microrganismi ambiente
uomo
PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE
• Prevenzione primaria• Prevenzione secondaria• Prevenzione terziaria (scarsa importanza)
CONCETTI DI PREVENZIONE
• PRIMARIA: impedire l’insorgenza della malattia o la diffusione di nuovi casi nella popolazione considerata [attraverso la rimozione della cause, la riduzione dei fattori di rischio, la modificazione dei comportamenti]
• SECONDARIA: individuazione e guarigione dei casi di malattia prima che si manifestino clinicamente
• TERZIARIA (o riabilitazione): prevenzione delle complicanze nelle malattie già in atto ed irreversibili e quindi dell’invalidità (trova applicazione soprattutto nelle malattie non infettive)
Prevenzione primaria
• Mira ad evitare il contagio o l’infezione
Bonifica ambientale (Disinfezione, sterilizzazione, disinfestazione)
Rafforzamento delle difese individuali nei confronti delle infezioni (vaccinazioni)
Limitazione della diffusione previo il loro riconoscimento (notifica, accertamento diagnostico, inchiesta epidemiologica)
Strategie di intervento
• Scoprire e rendere inattive le sorgenti e/o i serbatoi di infezioni
• La modificazione delle condizioni e dei fattori ambientali favorevoli alla perpetuazione della specie
• L’eliminazione di comportamenti favorevoli alla persistenza e diffusione delle infezioni
• Interrompere le catene di trasmissione • Aumentare le resistenze alle infezioni
Prevenzione primaria
_______________________________________________________________ ESEMPI DI INTERVENTI DI PREVENZIONE PRIMARIA _______________________________________________________________ Malattie infettive Malattie croniche Incidenti e infortuni Vaccinazioni Educazione alimentare Limiti di velocità Disinfezione Norme antinquinamento Cinture di sicurezza Sterilizzazione Lotta alla droga Uso del casco Notificazioni casi Campagne contro il fumo Norme antincendio Controlli alimenti Limitazioni all’uso di alcol Protezione dei lavoratori HACCP Barriere anti-rumore Impianti elettrici a norma Controlli acque potabili Vietare materiali pericolosi Educazione stradale _______________________________________________________________
PROFILASSI DIRETTASPECIFICAPROFILASSI INDIRETTA
PROFILASSI DIRETTAGENERICA• risanamento ambientale
• risanamento edilizio• approvvigionamento idrico• potenziamento delle condizioni di vita• allontanamento e smaltimento rifiuti • identificare e neutralizzare
la sorgente• interrompere la catena di trasmissione • interrompere la diffusione dei microrganismi•neutralizzare l’ambiente
e’ rivolta al soggetto sano al fine di
aumentare le difese dell’organismo e
renderlo resistente alle infezioni
PROFILASSI DIRETTA GENERICA
SORGENTE O SERBATOIO AMBIENTE
NOTIFICA
ISOLAMENTO E CONTUMACIA
INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA
ACCERTAMENTO DIAGNOSTICO
DISINFEZIONE
STERILIZZAZIONE
DISINFESTAZIONE
• Obbligatoria nelle malattie infettive, dà inizio all’inchiesta epidemiologicaNOTIFICA
• si intende la separazione del soggetto da tutte le altre persone, ad eccezione del
personale assistenzialeISOLAMENTO
• si intende l’obbligo di permanere in un determinato luogo, per il periodo
prescritto, in osservanza delle prescrizioni imposte
CONTUMACIA
Disinfezione e sterilizzazione• La disinfezione rappresenta una pratica profilattica diretta alla
sola distruzione degli organismi unicellulari patogeni in forma vegetativa ad eccezione delle spore;
• La sterilizzazione rappresenta l’intervento di bonifica più radicale in quanto rivolto ad uccidere, in un determinato ambiente o substrato, qualsiasi forma vivente patogena e saprofita unicellulare e pluricellulare.
• Asepsi: pratica finalizzata ad impedire la contaminazione da parte di microrganismi di substrati precedentemente sterilizzati
• Antisepsi: pratica finalizzata alla inattivazione (per blocco della riproduzione e non necessariamente per uccisione) dei microrganismi (patogeni, transitori e commensali residenti) presenti sulla pelle, sulle mucose o su altri tessuti (ferite)
DISINFEZIONE CHIMICA
DISINFETTANTI
Devono essere efficaci in breve tempo sugli agenti patogeni che si vogliono inattivare;
Devono essere innocui nei confronti delle persone che li impiegano;Non devono alterare i materiali su quali vengono fatti agireL’azione battericida non deve essere influenzata dalla natura dei
substrati.Facilità d’usoRapidità d’azionePersistenza nel tempo
Inibitori della sintesi proteica che agiscono legandosi debolmente ai ribosomi
Provocano la morte della cellula senza determinarne la lisi
Provocano la morte e la lisi
L’attività batteriostatica o battericida dipende anche dalla temperatura, dal pH e dalla presenza di sostanze capaci di proteggere i microrganismi
I disinfettanti chimici
ORGANICI
Alcoli
Aldeidi
Fenoli
Clorexidina
Deriv. ammonio quaternario (o tensioattivi)
INORGANICI
Alogeni
Perossidi
Scala di sensibilità dei microrganismi ai Disinfettanti
• Spore • Micobatteri
• Virus non lipidici (poliovirus,coxsackie,rhinovirus)
• Funghi• Batteri in forma vegetativa
(Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus, meningococco, gonococco, ecc)
• Virus lipidici (HBV,HIV)
• Alcoli: composti con struttura R-OH ed Ar-OH, attivi sulle cellule in forma vegetativa ma non sulle spore, agiscono con il meccanismo della coagulazione delle proteine determinando una azione lesiva su proteine deputate a processi enzimatici di importanti funzioni metaboliche (es. etanolo e isopropanolo)
• Aldeidi: inducono un meccanismo di alchilazione sui gruppi polari proteici alterando irreversibilmente il substrato di alcuni enzimi essenziali. Questo processo di alchilazione che può verificarsi indifferentemente su gruppi amminici, sulfidrilici, carbonilici rende inefficace anche la difesa naturale di incapsulamento della spora (es. gluteraldeide)
ALDEIDE FORMICA
E’ un gas solubile in acqua (soluzione acquosa: formalina)
È stata per anni la principale sostanza disinfettante utilizzata in ambiente ospedaliero: come gas nella disinfezione terminale degli ambienti; come formalina, addizionata di detergenti anionici, nella disinfezione energica di tutte le superfici lavabili, pareti, servizi igienici, vasellame, oggetti di plastica e gomma, ecc.
Per l’elevata tossicità e, soprattutto, per la cancerogenicità, da tempo il suo uso è regolamentato dal Ministero della Sanità (circolare 57/83).
Fenoli e derivatiIl Fenolo è un potente battericida di natura organica ma di
tossicità elevata e di scarsa stabilità (non più usato).I suoi derivati (creoline), attualmente molto diffusi, danno una
maggior sicurezza, pur mantenendo analogo lo spettro d’azione.
Notevole importanza assume il controllo delle condizioni d’uso: è infatti necessaria un’appropriata concentrazione per evitare diluizioni eccessive che potrebbero ridurre drasticamente l’effetto antibatterico o all’opposto se troppo scarse potrebbero danneggiare i materiali.
Meccanismo d’azioneA concentrazioni elevate le soluzioni di fenolo causano la
precipitazione delle proteine della parete cellulare; le basse concentrazioni in preparazioni di derivati ad elevato peso molecolare, portano per inattivazione enzimatica, alla distruzione della cellula.
CLOREXIDINA
Composto biguanidico cationico dotato di gruppi lipofili.La struttura molecolare della clorexidina le conferisce una elevata
affinità per le proteine dell’epidermide, che determina il suo rapidoe persistente assorbimento a livello dello strato corneo della cute.
La sua azione prolungata nel tempo è particolarmente vantaggiosa nell’antisepsi cutanea. Agisce a livello della membrana plasmatica alterandola
ALOGENI
• Bromo
• Cloro:– Cloro gassoso– Biossido di cloro (*)
– Ipocoloriti (Na, Ca, K) (candeggine)– Cloramine (steridrolo)
• Iodio:– Sol. alcolica 2% o 7% (tintura di iodio)– Sol acquosa di iodio e ioduro di potassio 5% (liquido di Lugol)– Iodofori (povidone-iodio)
CLORO E DERIVATI • E’ un gas giallo verdastro di odore pungente,
tossico per tutti gli organismi viventi• Per la disinfezione si usano i suoi composti più
maneggevoli• La loro caratteristica comune è produrre in
soluzione acquosa acido ipocloroso indissociato (HClO) dotato di elevata attività germicida
• Tale attività è in rapporto al titolo in Cloro attivo cioè alla capacità di produrre acido ipocloroso non dissociato
IODIO• Tali preparati sono tollerati dalla cute integra
(disinfezione aree cutanee prima di interventi chirurgici e prelievi di sangue)
• N.B. Se usati su ferite o abrasioni ritardano la cicatrizzazione
• L’azione ossidante dello Iodio è rivolta verso tutte le proteine, per cui l’efficacia disinfettante è limitata dalla presenza di sostanze proteiche
• Si possono ridurre gli svantaggi, utilizzando IODIO coniugato con detergenti sintetici non ionici per formare composti detti IODOFORI
• Composti di sintesi, tensioattivi, cioè capaci di abbassare la tensione superficiale dei liquidi in cui vengono sciolti.
• Nella loro molecola è presente un gruppo idrofobo (lunga catena carboniosa) e un gruppo idrofilo (idrossile, carbossile, solfato): la molecola assume così una spiccata polarità e la capacità di disporsi nell’interfaccia tra acqua e fase diversa con il gruppo idrofilo orientato verso l’acqua.
• In rapporto alla capacità di ionizzazione vengono suddivisi in :- non ionici: buoni schiumogeni ed emulsionanti;- anionici: buoni detergenti (detersivi comuni);
Composti quaternari dell’ammonio
Sterilizzazione
• Calore (secco e umido);• Luce (lunghezza d’onda tra 225 e 300
nm);• Filtrazione (porosità inferiore a 0,45 µm);• Raggi ultravioletti;• Radiazioni γ
filtri tipo Nuclepore: prodotti trattando un sottile strato di policarbonato (spessore 10 um) prima con radiazioni nucleari e poi con un composto chimico corrosivo. Le radiazioni causano dei danni localizzati nello strato di policarbonato, mentre il trattamento chimico corrode i punti danneggiati causando la formazione di pori. Il diametro dei pori può essere controllato in modo preciso dosando attentamente il composto chimico utilizzato e il tempo di trattamento. Tali filtri trattengono tutte le particelle il cui diametro sia maggiore di quello dei pori.
membrane filtranti: dischetti molto resistenti di acetato di cellulosa o nitrato di cellulosa che creano nello spessore del filtro molti pori di piccolissime dimensioni. Sono strutture aperte. in cui l'80 85% del volume del ‑filtro è occupato dall'aria. Questa struttura consente una velocità di flusso dei fluidi piuttosto elevata. Nelle membrane filtranti convenzionali, molte particelle rimangono intrappolate nel filtro.
Raggi ultravioletti (UV)
Attività microbicida elevata, azione rapida, scarsa capacità di penetrazioneLIMITI: scarsa capacità di penetrazione. Azione lesiva sulla cute e sulle mucose (eritemi, congiuntiviti)USO: sterilizzazione di aria, acqua e piani di appoggio in ambienti protetti
Prodotti da lampade a vapori di mercurio rarefatti eccitati da una corrente elettrica. L'UV dotato di azione microbicida ha una lunghezza d’onda di 250 nm.
Possono essere suddivisi in: UV vicino (380-200 nm) e UV estremo (200-10 nm).
Disinfestazione
• Ha lo scopo di eliminare gli organismi pluricellulari;
• Si ricorre alla disinfestazione anche per l’eliminazione di insetti o animali che non rientrano in alcun modo nella propagazione delle infezioni;
• Alcuni disinfestanti sono in grado di agire nei confronti degli insetti e dei ratti e vengono definiti disinfestanti integrali.
Disinfestazione
• Disinfestanti integrali (anidride solforosa, acido cianidrico)
• Insetticidi come piretrine o altri composti clorurati organici come (DDT, dieldrin, aldrin, ecc.)
• Composti organofosforici (parathion, malathion, ecc.);
• Ratticidi (preparanti anticoagulanti vedi warfarin)
Disinfestazione
Piretrine – Si ottengono dai fiori del genere Crisantemo e
possono essere di sintesi.– Concentrati emulsionabili, polveri, spray, possono
essere addizionati a solventi (cherosene) o a talco e polvere inerte.
– Rapido effetto, non lasciano residui.– Assenza di tossicità per l’uomo e gli animali
domestici
INSETTICIDA