Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e...

36
Istituto Secolare Missionarie della Regalità di Cristo Incontri Mensili di Fraternità e Preghiera 2007-2008 (Gen 1,31) Esercizi di laicità a partire dalla Genesi Roma 2007 Pro manuscripto

Transcript of Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e...

Page 1: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

Istituto Secolare Missionarie della Regalità di Cristo

Incontri Mensili

di Fraternità e Preghiera 2007-2008

(Gen 1,31)

Esercizi di laicità a partire dalla Genesi

Roma 2007 Pro manuscripto

Page 2: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

2

Introduzione

Lo Spirito ha suscitato nella Chiesa anche quella forma di sequela che diciamo “secolarità consacrata”. Anche attraverso questo dono la Chiesa è stata guidata alla verità tutta intera, in modo particolare nel suo rapporto con il mondo. È soprattutto nel Vaticano II che questo incontro si è approfondito. Non si è più parlato di Chiesa e mondo come fossero due entità autonomamente costituite, da porre in contatto né in una qualsiasi forma di contrapposizione (Chiesa o mondo, “di fronte” a esso o, peggio ancora, “contro”). Piuttosto si è affermato il riconoscimento di una relazione che è già, costitutivamente data.

Non è frutto di un semplice ottimismo. È il risultato del cammino del Concilio. Si fonda nella coscienza della Chiesa (GS, 2.40) che ha riscoperto al suo cuore Gesù Cristo luce delle genti e che proprio grazie a questo radicamento cristologico si è ritrovata collocata a servizio dell’intera umanità (LG, 1). L’altra ragione viene da una lettura teologica del mondo: una visione che lo coglie armonicamente entro la storia della salvezza: il mondo è l’intera umanità, creata buona e amata da Dio; certamente segnata dal dramma del peccato ma pure liberata dal Cristo risorto che conduce la storia al suo compimento escatologico.

Su questa lettura la Gaudium et Spes fonda la novità del rapporto Chiesa-mondo, declinata in termini di solidarietà, collaborazione, rispetto (GS, 1-3), dialogo (GS 3,40,43,56,85,92), sino al servizio (GS, 3) e alla reciprocità (GS, 44).

Questa lezione del Vat. II, che va conosciuta e approfondita, permette di trovare il quadro teologico più profondo anche della secolarità consacrata. Infatti, se la Vita consacrata è anzitutto segno della chiamata di tutti i credenti a vivere la radicalità del Vangelo, per alcuni il luogo nel quale essere questo segno è proprio il mondo, per ricordare – è la funzione dello Spirito! – la vocazione comune dei discepoli di Gesù che non si realizza contro o al di fuori ma nel mondo che Dio ama e vuole salvare. Questa vocazione ha dunque i tratti dello Spirito: ricorda e attualizza, approfondisce e testimonia la verità della carne di Gesù Cristo. Il nostro Dio si è fatto carne e per questo “fa casa”, dimora in ogni lembo di carne e di vita, in ogni angolo di mondo, con una speciale predilezione per i più piccoli e poveri.

A fronte di questa visione, vediamo crescere nelle comunità cristiane di oggi una certa tendenza a cogliere l’affermazione di una crisi e un giudizio negativo nei confronti della modernità, secolarizzata e scristianizzata, percepita come distante se non ostile. Per questo il mondo appare guardato con sospetto e con timore e parti di Chiesa, più che dialogare, appaiono preoccupate di rafforzarsi per poter portare l’annuncio a un mondo che viene percepito come opposto a sé e

Page 3: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

3

collocato nel ruolo di destinatario passivo. Tuttavia, il Concilio aveva richiamato “il dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del vangelo” (GS, 4), indicando non solo la necessità di un ascolto attento della situazione odierna (GS, 4-10), ma anche una comprensione del mondo entro la storia della salvezza (come in GS, 2).

La secolarità consacrata oggi può costituire un richiamo permanente alla comunità cristiana a mantenere, seppure con fatica, l’alterità e la relazione nel rapporto Chiesa - mondo, condividendo la vita di tutti a partire dal lievito umile del Vangelo.

La secolarità consacrata è segno dell’alterità del Vangelo rispondendo alla vocazione a vivere radicalmente secondo il Vangelo: un’alterità carismatica e profetica e non una contrapposizione politica o strategica.

La secolarità consacrata è segno della relazione del Vangelo con il mondo nel segno dell’incarnazione e del mistero pasquale, che annunciano e realizzano la vicinanza radicale di Dio al mondo in Gesù Cristo e grazie all’azione incessante dello Spirito. Poiché questa è la via dell’incarnazione seguita da Cristo, capace di vivere la vicinanza al mondo, senza perdere la propria differenza e alterità.

Riascoltiamo le attuali e profetiche parole di Paolo VI:

«Come la Chiesa deve premunirsi dal pericolo d’un relativismo che intacchi la sua fedeltà dogmatica e morale? Ma come insieme farsi idonea a tutti, avvicinare per tutti salvare? Non si salva il mondo dal di fuori; occorre, come il Verbo di Dio che si è fatto uomo, immedesimarsi, in certa misura, nelle forme di vita di coloro a cui si vuole portare il messaggio di Cristo, occorre condividere […] se si vuole essere ascoltati e compresi. Bisogna, ancor prima di parlare, ascoltare la voce, anzi il cuore dell’uomo; comprenderlo, e per quanto possibile rispettarlo dove lo merita assecondarlo. Bisogna farsi fratelli degli uomini nell’atto stesso che vogliamo essere loro padri e maestri. Il clima del dialogo è l’amicizia. Anzi il servizio. Tutto questo dovremo ricordare e studiarci di praticare secondo l’esempio e il precetto di Cristo (Gv 14)» (Ecclesiam suam, 49).

Il presente sussidio accompagna il percorso degli incontri mensili di fraternità e di preghiera della Zona per il 2007-2008. Nel contesto del cammino del quadriennio, centrato sulla Trinità santa mistero di ospitalità, si è voluto accostare il tema della laicità a partire dalla parola di Dio contenuta nella Genesi.

I racconti della creazione del cielo e della terra e di Adam narrano in termini teologici la relazione tra Dio e il mondo. Da queste pagine poetiche emerge il volto di un Dio che crea per amore e, insieme, il valore autonomo delle realtà terrestri. Il mondo come tale è demitizzato dalla Scrittura: posto nella sua alterità rispetto al divino, può aprirsi

Page 4: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

4

liberamente al Creatore. Per questo la Genesi accompagna una riflessione sulla laicità oggi, per coglierne alcuni elementi essenziali, anche dinanzi al conflitto d’interpretazioni in cui oggi essa si trova.

La lettura attenta e orante di quelle pagine può alimentare anche le ragioni intime della secolarità consacrata. Questa forma di vita accoglie la dimensione propria della laicità dentro un’esistenza segnata dalla sequela radicale del Signore, vissuta in obbedienza, povertà e castità. La profezia della secolarità consacrata è proprio quella di narrare la vita di Gesù di Nazareth nelle condizioni più ordinarie della vita di tutti. Una vita ordinaria per un vissuto straordinario, secondo le Beatitudini. Il sussidio riporta anche citazioni del Concilio Vaticano II, la cui rilettura dal vivo sembra oggi irrinunciabile, se non urgente. È soprattutto la Gaudium et Spes a

prendere l’attenzione, con l’invito ad una rilettura integrale. È evidente che il dettato del Concilio da solo non basta, se non è attualizzato a contatto con il cammino successivo e con le domande dell’oggi. Quello che invito a riascoltare è soprattutto l’afflato dei testi conciliari, lo sguardo ampio e largo su Dio, sulla Chiesa e sul mondo.

Le tracce per la riflessione e la condivisione sono domande aperte, tracce essenziali per sviluppare la ricerca, il confronto, il dialogo tra le Missionarie.

Nel suo discorso ai responsabili degli Istituti Secolari del 3 febbraio 2007, Benedetto XVI, tra le altre cose, ha detto:

«Il carattere secolare della vostra consacrazione evidenzia da un lato i mezzi con cui vi adoperate per realizzarla, cioè quelli propri di ogni uomo e donna che vivono in condizioni ordinarie nel mondo, e dall'altro la forma del suo sviluppo, quella cioè di una relazione profonda con i segni del tempo che siete chiamati a discernere, personalmente e comunitariamente, alla luce del Vangelo... Proprio di qui deriva la persistente attualità del vostro carisma, perché questo discernimento deve avvenire non dal di fuori della realtà, ma dall'interno, attraverso un pieno coinvolgimento. Ciò avviene per mezzo delle relazioni feriali che potete tessere nei rapporti familiari e sociali, nell'attività professionale, nel tessuto delle comunità civile ed ecclesiale. L'incontro con Cristo, il porsi alla sua sequela spalanca e urge all'incontro con chiunque, perché se Dio si realizza solo nella comunione trinitaria, anche l'uomo solo nella comunione troverà la sua pienezza».

Con queste parole, affido questo strumento a tutte le Missionarie e agli Assistenti perché accompagni un nuovo anno di cammino, nel discernimento spirituale e nella sequela del Cristo povero e crocifisso nel vivo di tutto ciò che è umano.

Page 5: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

5

INDICE Introduzione Unità 1. Ha creato i cieli con sapienza: ha liberato Israele (Salmo 136; Gen

1,1-25) Dio creatore e liberatore

2. Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza (Gen 1,26-31; 2,4b-7)

La dignità della persona 3. Dio pose un giardino a oriente (Gen 2,8-15) Custodi della creazione 4. Caino e Abele, il pastore e il contadino (Gen 4,1-16) Costruire la città degli uomini 5. Dio li disperse su tutta la faccia della terra (Gen 11, 1-9) Babele e il dramma della libertà umana 6. Abramo, forestiero e pellegrino in Canaan (Gen 23,1-23) Lo straniero 7. Sara e Agar (Gen 16, 1-16; 18,1-15) La profezia del femminile 8. Giacobbe lotta con Dio (Gen 32,23-33) Vivere nella benedizione

Bibliografia essenziale

Page 6: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

6

1. Ha creato i cieli con sapienza: ha liberato Israele

Dio creatore e liberatore

La Parola di Dio

Dal salmo 135 Lodate il Signore perché è buono: perché eterna è la sua misericordia. 2 Lodate il Dio degli dèi: perché eterna è la sua misericordia. 3 Lodate il Signore dei signori: perché eterna è la sua misericordia. 4 Egli solo ha compiuto meraviglie: perché eterna è la sua misericordia. 5 Ha creato i cieli con sapienza: perché eterna è la sua misericordia. 6 Ha stabilito la terra sulle acque: perché eterna è la sua misericordia. 7 Ha fatto i grandi luminari: perché eterna è la sua misericordia. 8 Il sole per regolare il giorno: perché eterna è la sua misericordia; 9 la luna e le stelle per regolare la notte: perché eterna è la sua misericordia. 10 Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti: perché eterna è la sua misericordia. 11 Da loro liberò Israele: perché eterna è la sua misericordia; 12 con mano potente e braccio teso: perché eterna è la sua misericordia. 13 Divise il mar Rosso in due parti: perché eterna è la sua misericordia. 14 In mezzo fece passare Israele: perché eterna è la sua misericordia. 15 Travolse il faraone e il suo esercito nel mar Rosso: perché eterna è la sua misericordia. 16 Guidò il suo popolo nel deserto: perché eterna è la sua misericordia. Percosse grandi sovrani perché eterna è la sua misericordia; 18 uccise re potenti:

Page 7: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

7

perché eterna è la sua misericordia. 19 Seon, re degli Amorrei: perché eterna è la sua misericordia. 20 Og, re di Basan: perché eterna è la sua misericordia. 21 Diede in eredità il loro paese; perché eterna è la sua misericordia; 22 in eredità a Israele suo servo: perché eterna è la sua misericordia. 23 Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: perché eterna è la sua misericordia; 24 ci ha liberati dai nostri nemici: perché eterna è la sua misericordia. 25 Egli dà il cibo ad ogni vivente: perché eterna è la sua misericordia. 26 Lodate il Dio del cielo: perché eterna è la sua misericordia.

Dal libro della Genesi (1,1-11.24-25)

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: (…) Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.

Page 8: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

8

Per la lectio Partiamo, nel nostro itinerario, dal salmo 135, che canta la storia di

Israele a partire dall’esodo, che ne costituisce la chiave di comprensione. La liberazione dall’Egitto (vv. 10-15) proietta la sua luce, all’indietro, verso la creazione (vv. 5-9) e, in avanti, verso la successiva storia di Israele (vv. 16-24), dilatandosi sino a comprendere la vita di ogni giorno e di ogni creatura («Egli dà il cibo ad ogni vivente»: v. 25). Israele non è giunto dunque al Dio salvatore partendo dal Dio creatore, ma viceversa. Dall’esodo alla creazione, non dalla creazione all’esodo. Israele ha incontrato Dio nella propria storia. Nell’esodo, nel gesto creatore, nella storia del popolo e nella provvidenza quotidiana si scopre, in ogni avvenimento, un tratto di compassione: «Per sempre è la sua misericordia».

Passando dal salmo 135 al primo capitolo della Genesi – il testo più recente dell’intero libro, composto non a caso dopo l’esilio babilonese – ci fermiamo su tre punti:

1. Il primato di Dio nella creazione: proprio a partire dalla sua storia di liberazione e di salvezza (esodo), Israele ha compreso che Dio è il signore della natura e che Egli esercita questa sua signoria in favore dell’uomo. Tutto esiste grazie alla Sua parola e ciò che fa esistere tutte le cose e le sostiene è l’obbedienza a questa parola: «E Dio disse… e così fu». Dio crea per la sua gloria, che fonda e difende il dono di Dio per l’uomo: «la gloria di Dio è l’uomo vivente e la vita dell’uomo è la gloria di Dio» (S. Ireneo).

2. Distinzione del mondo da Dio: nella sua storia Israele sperimenta che Dio è creatore di un cielo e una terra che non sono divini, ma frutto della sua opera e da Lui distinti. Questo non pone il mondo in una totale autonomia, quasi una separazione, quanto in una vivente relazione con il Signore di tutte le cose.

3. La Bibbia non conosce nessun termine equivalente al concetto di cosmo. Il «mondo» non viene mai inteso come un organismo chiuso in sé stesso che segue le esigenze di un ordine intrinseco. La Genesi dice che Dio «creò il cielo e la terra» e, al suo culmine o al suo centro, Adam, che è creato inscindibilmente «maschio e femmina». Tutto quello che i greci vedono raccolto nel senso come un’unità divina ordinata e bella e animata in sé, viene qui all’essere in virtù della chiamata di Dio.

• Quali domande poniamo a questo testo della Genesi a partire dal tema della laicità, letta come categoria di relazione e non di separazione?

Page 9: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

9

Dal Concilio Vaticano II: esercizi di laicità

Gaudium et Spes 1. Intima unione della Chiesa con l'intera famiglia umana. Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia.

2. A chi si rivolge il Concilio. Per questo il Concilio Vaticano II, avendo penetrato più a fondo il mistero della Chiesa, non esita ora a rivolgere la sua parola non più ai soli figli della Chiesa e a tutti coloro che invocano il nome di Cristo, ma a tutti gli uomini. A tutti vuol esporre come esso intende la presenza e l'azione della Chiesa nel mondo contemporaneo. Il mondo che esso ha presente è perciò quello degli uomini, ossia l'intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive; il mondo che è teatro della storia del genere umano, e reca i segni degli sforzi dell'uomo, delle sue sconfitte e delle sue vittorie; il mondo che i cristiani credono creato e conservato in esistenza dall'amore del Creatore: esso è caduto, certo, sotto la schiavitù del peccato, ma il Cristo, con la croce e la risurrezione ha spezzato il potere del Maligno e l'ha liberato e destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e a giungere al suo compimento.

Per riflettere e condividere

• L’autonomia delle realtà terrene si fonda sulla relazione che è stabilita tra il Dio creatore e tutte le creature, chiamate all’esistenza dal suo amore. Esse sono perciò orma della sua presenza. Il «mondo» come tale è altro da Dio e segue le sue leggi, eppure è intimamente segnato dall’attività creatrice continua del Dio Amore. La laicità non implica uno spazio “vuoto” di questo Mistero creatore: piuttosto colmo di una relazione intima e vivente, che esalta il valore proprio della creazione e in essa della creatura umana. È la base di ogni sana spiritualità laicale.

• Vivendo nel mondo si scopre il Dio creatore e salvatore,

Page 10: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

10

presente nelle «gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono»: la secolarità si esprime in primo luogo nella forma della condivisione.

• Esercizio di laicità: chiarire il senso della laicità nell’attuale

babele di significati, come relazione e solidarietà con l’uomo e l’intera famiglia umana, dall'interno della vita secondo i consigli evangelici.

Per la preghiera

«1Altissimu, onnipotente, bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. 2Ad Te solo, Altissimo, se konfane, et nullu homo ène dignu Te mentovare. 3Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo quale è iorno, et allumini noi per lui. 4Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. 5Laudato si', mi' Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ai formate clarite et pretiose et belle. 6Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le Tue creature dài sustentamento. 7Laudato si', mi' Signore, per sor'Acqua la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. 8Laudato si', mi' Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello, et iocundo et robustoso et forte. 9Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba. 10Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore et sostengo infirmitate et tribulatione. 11Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. 12Laudato si', mi' Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullo homo vivente po' skappare: 13guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. 14Laudate e benedicete mi' Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate».

Page 11: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

11

2. Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza La dignità della persona

La Parola di Dio

Dal libro della Genesi (1,26-31) E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra

somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».

Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

(2,4b-7) Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio

campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo; allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.

Per la lectio L’uomo, da una parte, resta del tutto inserito nel mondo creato, che

possiede il proprio essere in quanto è distinto dal proprio creatore. Però, nello stesso tempo, egli è innalzato in maniera del tutto particolare su tutto il creato e da esso distinto. L’uomo fa parte della creazione, creatura fra creature, ma la sua identità decisiva è l’apertura a Dio. E difatti Dio dice: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza». Il termine immagine dice anzitutto relazione: l’uomo è la sola creatura che può stare davanti a Dio come persona, capace di dialogo e di

Page 12: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

12

responsabilità. L’uomo è il senso verso cui tende tutta l’opera creatrice di Dio.

I due termini rimandano anche all’attività di Dio come quella di un vasaio che plasma con la morbida creta la sua opera. L’uomo è immagine di Dio sulla terra con tutta la umanità e non come solitario. L’uomo immagine di Dio in quanto «maschio e femmina», soprattutto per la loro capacità di relazione: la comunione è dunque un segno della presenza di Dio nel mondo. L’uomo immagine di Dio sulla terra in quanto essere libero: deve vivere nel mondo non da schiavo, ma da signore a nulla sottomesso, né alle cose né ad altri uomini. Ogni uomo è immagine di Dio, e perciò spetta a tutti gli uomini, non solo ad alcuni, la responsabilità del mondo. Gli uomini insieme devono rendersi responsabili del mondo.

Tutta la creazione, culminante in quella dell’uomo e della donna, è guardata da Dio stesso come «cosa molto buona». Nessuna creatura è sottratta all’ammirazione di Dio, e quindi non ci sono ambiti del mondo da cui l’uomo debba allontanarsi. Tutta la creazione è amata.

Dal Concilio Vaticano II: esercizi di laicità GS 12. L'uomo ad immagine di Dio. Credenti e non credenti sono

generalmente d'accordo nel ritenere che tutto quanto esiste sulla terra deve essere riferito all'uomo, come a suo centro e a suo vertice. Ma che cos'è l'uomo? Molte opinioni egli ha espresso ed esprime sul proprio conto, opinioni varie ed anche contrarie, secondo le quali spesso o si esalta così da fare di sé una regola assoluta, o si abbassa fino alla disperazione, finendo in tal modo nel dubbio e nell'angoscia. Queste difficoltà la Chiesa le sente profondamente e ad esse può dare una risposta che le viene dall'insegnamento della divina Rivelazione, risposta che descrive la vera condizione dell'uomo, dà una ragione delle sue miserie, ma in cui possono al tempo stesso essere giustamente riconosciute la sua dignità e vocazione. La Bibbia, infatti, insegna che l'uomo è stato creato « ad immagine di Dio », capace di conoscere e di amare il suo Creatore, e che fu costituito da lui sopra tutte le creature terrene quale signore di esse, per governarle e servirsene a gloria di Dio. « Che cosa è l'uomo, che tu ti ricordi di lui? o il figlio dell'uomo che tu ti prenda cura di lui? L'hai fatto di poco inferiore agli angeli, l'hai coronato di gloria e di onore, e l'hai costituito sopra le opere delle tue mani. Tutto hai sottoposto ai suoi piedi » (Sal 8,5). Ma Dio non creò l'uomo lasciandolo solo: fin da principio «uomo e donna li creò» (Gen1,27) e la loro unione costituisce la prima forma di comunione di persone. L'uomo, infatti, per sua intima natura è un essere sociale, e senza i rapporti con gli altri non può vivere né esplicare le sue doti. Perciò Iddio, ancora come si legge nella Bibbia,

Page 13: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

13

vide « tutte quante le cose che aveva fatte, ed erano buone assai» (Gen1,31).

Per riflettere e condividere • Stare nel mondo rispettandone e accogliendone la legittima

autonomia e scoprendone al tempo stesso l’intimo rimando al Dio creatore: il “secolo” non è uno spazio vuoto di Dio, quanto il luogo dove è intimamente presente proprio attraverso quella sua “immagine” che è la persona umana. L’originalità e il rischio sono la nostra risposta all’osare di Dio.

• Non ci sono spazi della creazione preclusi all’uomo: l’unico è

quello della non relazione, che nega l’amore che sta all’origine di tutte le cose. La condivisione e la relazione diventa così la cifra più alta della secolarità. Attraverso la consacrazione, lo stare nel secolo si connota come un movimento dal basso verso l’alto, e non come una caduta dall’alto verso il basso. Le creature sono accolte come ‘trasparenza’ dell’amore di Dio..

• Esercizio di laicità: rileggere i consigli evangelici nello “stare”

dentro la creazione e il mondo, in attitudine di obbedienza, ascolto, risposta...

Per la preghiera «Ogni creatura, infatti, è in qualche modo, per sua natura, immagine

e specchio dell’eterna sapienza... Dio, fin dalla creazione del mondo, può esser conosciuto dall’uomo attraverso le creature. Coloro che rifiutano di ammettere questo, rifiutano anche di conoscere, benedire e amare Dio, e non meritano nessuna scusa, dal momento che esse rifiutano di passare dalle tenebre alla mirabile luce di Dio» (S. Bonaventura, Itinerario della mente a Dio).

Page 14: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

14

3. Dio pose un giardino a oriente Custodi della creazione

La Parola di Dio

Dal libro della Genesi (2,8-15) Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò

l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice. Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate. Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.

Per la lectio

Il secondo racconto della creazione pone l’uomo nell’Eden, il giardino colmo di fecondità e sorgente di vita per tutta la terra conosciuta. È un vero e proprio simbolo della terra tutta. Il comando di coltivare e custodire la terra ci mostra l’uomo come il “diacono”, il servo e non il padrone assoluto della buona creazione di Dio, il quale veramente si rivela in essa. Egli è il Signore della terra e del cielo, non del cielo soltanto! La teologia della creazione nella Bibbia è intensa e dobbiamo riconoscere di averla smarrita, insieme a molte nostre radici bibliche.

Gesù stesso dimostra di prendere sul serio questo mondo, questa terra e non solo la “vita futura”. Egli rivela la benedizione del creato, per cui questo mondo è destinato alla gloria: bisogna rimanere qui e vivere nella benedizione, non nella fuga e nel rifiuto. Questo è anche il senso profondo dell’alleanza di Noè: Dio sarà sempre fedele a questa creazione: «Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro creatore fedele e continuino a fare il bene» (1Pt 4,19).

La Scrittura promuove in noi una spiritualità della creazione e quindi dell’accoglienza: prima che a scegliere, siamo chiamati ad accettare la realtà in un atteggiamento di accoglienza. Accogli ciò che Dio ha fatto,

Page 15: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

15

tutto! Perché tutto è fatto per te. Accogliere significa apprezzare gli altri, le loro scelte. Non c’è nessuna cosa creata da Dio che debba o possa essere assolutamente rifiutata da noi. Siamo chiamati a diventare uomini e donne del “sì”, dell’accoglienza, della compiacenza. Non solo della tolleranza, ma della simpatia per tutto ciò che Dio ha fatto, per i paesi che non sono il nostro, per le culture che non sono le nostre, le lingue che non sono le nostre, per i cibi che non sono i nostri, per i costumi che non sono i nostri (cfr. Francesco Rossi De Gasperis, La terra che ci ha generato). Sulla terra siamo tutti pellegrini, ospiti e a casa al tempo stesso.

Dal Concilio Vaticano II: esercizi di laicità

«E che cosa ha considerato (il Concilio): la miseria e la grandezza dell’uomo, il suo male profondo, innegabile, da se stesso inguaribile, ed il suo bene superstite, sempre segnato di arcana bellezza e di invitta sovranità. Ma bisogna riconoscere che questo Concilio, postosi a giudizio dell’uomo, si è soffermato ben più a questa faccia felice dell’uomo, che non a quella infelice.

Il suo atteggiamento è stato molto e volutamente ottimista. Una corrente di affetto e di ammirazione si è riversata dal Concilio sul mondo umano moderno. Riprovati gli errori, sì; perché ciò esige la carità, non meno che la verità; ma per le persone solo richiamo, rispetto ed amore. Invece di deprimenti diagnosi, incoraggianti rimedi; invece di funesti presagi, messaggi di fiducia sono partiti dal Concilio verso il mondo contemporaneo: i suoi valori sono stati non solo rispettati, ma onorati, i suoi sforzi sostenuti, le sue aspirazioni purificate e benedette. Vedete, ad esempio: gli innumerevoli linguaggi delle genti oggi esistenti sono stati ammessi a esprimere liturgicamente la parola degli uomini a Dio e la Parola di Dio agli uomini, all’uomo in quanto tale è stata riconosciuta la vocazione fondamentale ad una pienezza di diritti e ad una trascendenza di destini (...). E un’altra cosa dovremo rilevare: tutta questa ricchezza dottrinale è rivolta in un’unica direzione: servire l’uomo. L’uomo, diciamo, in ogni sua condizione, in ogni sua infermità, in ogni sua necessità. La Chiesa si è quasi dichiarata l’ancella dell’umanità... Tutto questo e tutto quello che potremmo dire sul valore umano del Concilio ha forse deviato la mente della Chiesa in Concilio verso la direzione antropocentrica della cultura moderna? Deviato no, rivolto sì.

La religione cattolica e la vita umana riaffermano così la loro alleanza, la loro convergenza in una sola umana realtà: la religione cattolica è per l’umanità; in un certo senso, essa è la vita dell’umanità. Che se noi ricordiamo come nel volto d’ogni uomo, specialmente se reso

Page 16: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

16

trasparente dalle sue lacrime e dai suoi dolori, possiamo e dobbiamo ravvisare il volto di Cristo (cfr. Matth. 25, 40), il Figlio dell’uomo e se nel volto di Cristo possiamo e dobbiamo poi ravvisare il volto del Padre celeste: «chi vede me, disse Gesù, vede anche il Padre» (Io. 14, 9), il nostro umanesimo si fa cristianesimo, e il nostro cristianesimo si fa teocentrico; tanto che possiamo altresì enunciare: per conoscere Dio bisogna conoscere l’uomo… amare l’uomo, diciamo, non come strumento, ma come primo termine verso il supremo termine trascendente, principio e ragione d’ogni amore. E allora questo Concilio tutto si risolve nel suo conclusivo significato religioso, altro non essendo che un potente e amichevole invito all’umanità d’oggi a ritrovare, per via di fraterno amore, quel Dio «dal Quale allontanarsi è cadere, al Quale rivolgersi è risorgere, nel Quale rimanere è stare saldi, al Quale ritornare è rinascere, nel Quale abitare è vivere» (S. August., Solil. 1, 1, 3; P. L. 32, 870)».

(Paolo VI, Omelia di chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II; EV 1/457). Per riflettere e condividere

• Esercitare la spiritualità laicale dell’ospitalità verso il creato e la persona umana, al di là di appartenenze, popoli, culture e religioni.

• Vivere l’accoglienza reciproca nell’appartenenza alla Fraternità internazionale dell’ISM. Il modo in cui la nostra unica vocazione ha preso forma in un’altra cultura e lingua tocca e provoca anche la mia vocazione, il nostro modo di essere Missionarie della Regalità di Cristo. Verifichiamo l’apertura a questa dimensione dell’ISM, piccolo segno dell’universalità della Chiesa.

• Scoprire l’intolleranza che è nascosta in noi e aprirci cordialmente (ex corde) all’altro da noi. Cercare persone e luoghi, oltre alla nostra comunità fraterna, che possono essere laboratori per questa apertura.

• Esercizio di laicità: Coltivare un atteggiamento positivo nei confronti dell’uomo e della sua condizione è un passo importante oggi per noi come credenti e laiche consacrate nel mondo.

Per la preghiera

«Saper guardare l’universo in trasparenza, tutto il mondo come un punto lucente, come grano di sabbia che l’amor trasfigura: sapere che ogni cosa è – in Dio – preziosa e limpida».

Page 17: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

17

4. Caino e Abele, il pastore e il contadino Costruire la città degli uomini

La Parola di Dio

Dal libro della Genesi (4,1-7; 4,17-22) Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e

disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo» (…) Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio. A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamech. Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Zilla. Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto. Zilla a sua volta partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.

Per la lectio Secondo alcuni esegeti nella storia di Adamo ed Eva e della loro

discendenza è ravvisabile lo schema dell’Esodo: uscita dall’Egitto, legge del Sinai ed entrata nella terra promessa. Adamo è “uscito” dalla polvere del suolo; la sua Torà sarebbe il comandamento di mangiare tutti i frutti del giardino, eccetto quelli dell’albero della vita; il suo ingresso nella terra promessa, infine, sarebbe raffigurato nella collocazione ad eden, il giardino posto a oriente, dove si trova, non a caso, la terra dell’esilio, Babilonia! Come l’Esodo è l’archetipo dell’intervento divino, così l’esilio babilonese lo è della risposta umana. Il primo scacco della storia umana, il peccato d’origine, e quello che segue a ruota, il fratricidio di Caino, non è dovuto al caso o al capriccio degli dei, ma alla ribellione dell’uomo, al suo ergersi contro la volontà di Dio. la meditazione sul male dell’autore sacro si fa così profonda, arrivando alla libertà di Dio e a quella

Page 18: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

18

dell’uomo. Il terribile omicidio rompe di nuovo l’armonia che Eva aveva cantato: «Ho acquistato un uomo da JHWH!» (v.1) e che la possibilità del culto celebrato. Caino sfida Dio stesso, il quale però risponde con la sua indefettibile fedeltà alla creazione: «Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden» (4,16). Anche Caino si dirige in direzione dell’esilio! (cfr. Marco Nobile, Teologia dell’AT). Inizia così la storia umana, segnata dalla contraddizione. Da una parte il progresso nel lavoro e nella tecnica dei discendenti di Caino, ma parallelamente anche nell’orgoglio e nella violenza. Questi versetti sono commentati così da Alonso Schökel: «L’uomo si costruisce una città (homo politicus), lavora il ferro (homo faber) e costruisce strumenti musicali (homo ludens), ma tutto questo lo riempie di arroganza e lo trasforma in un essere violento: «Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido!”». L’orgoglio del lavoro conduce anche alla dimenticanza di Dio, quando l’uomo attribuisce a se stesso ciò che è e resta dono. Queste pagine sono una riflessione concreta sulla condizione dell’uomo e della donna, sul progresso e sul lavoro, nella costruzione della città degli uomini.

Dal Concilio Vaticano II: esercizi di laicità

GS 36. La legittima autonomia delle realtà terrene. «Molti nostri contemporanei, però, sembrano temere che, se si fanno troppo stretti i legami tra attività umana e religione, venga impedita l'autonomia degli uomini, delle società, delle scienze. Se per autonomia delle realtà terrene si vuol dire che le cose create e le stesse società hanno leggi e valori propri, che l'uomo gradatamente deve scoprire, usare e ordinare, allora si tratta di una esigenza d'autonomia legittima: non solamente essa è rivendicata dagli uomini del nostro tempo, ma è anche conforme al volere del Creatore. Infatti è dalla stessa loro condizione di creature che le cose tutte ricevono la loro propria consistenza, verità, bontà, le loro leggi proprie e il loro ordine; e tutto ciò l'uomo è tenuto a rispettare, riconoscendo le esigenze di metodo proprie di ogni singola scienza o tecnica. Perciò la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio. Anzi, chi si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza prenderne coscienza, viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello

Page 19: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

19

che sono. A questo proposito ci sia concesso di deplorare certi atteggiamenti mentali, che talvolta non sono mancati nemmeno tra i cristiani, derivati dal non avere sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza, suscitando contese e controversie, essi trascinarono molti spiriti fino al punto da ritenere che scienza e fede si oppongano tra loro. Se invece con l'espressione «autonomia delle realtà temporali» si intende dire che le cose create non dipendono da Dio e che l'uomo può adoperarle senza riferirle al Creatore, allora a nessuno che creda in Dio sfugge quanto false siano tali opinioni. La creatura, infatti, senza il Creatore svanisce. Del resto tutti coloro che credono, a qualunque religione appartengano, hanno sempre inteso la voce e la manifestazione di Dio nel linguaggio delle creature. Anzi, l'oblio di Dio rende opaca la creatura stessa».

Per riflettere e condividere

• S. Paolo raccomanda di «attendere ai propri affari e di lavorare con le proprie mani» (1Ts 4,11). Al primo posto, dunque, la serietà professionale che è segno della serietà della vita. A volta viviamo una dissipazione e un disimpegno che può nascere da una malintesa spiritualità che invita a trascurare le «cose di questo mondo», come al tempo di Paolo.

• Vivere nel mondo del lavoro e della tecnologia coltivando la

legittima autonomia delle realtà terrene: oggi nei campi della scienza, della bioetica…

• Esercizio di laicità: contribuire alla costruzione della città

degli uomini, vivendone in pieno la complessità, aperti al confronto, dialogo e collaborazione con tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

Per la preghiera

«Chi vive in famiglia, chi vive in mezzo agli interessi sociali non può estraniarsi dai dolori, dalle gioie, dalle noie comuni a tutti, però non deve perdere l’essenziale: l’unione con Dio, il colloquio con Dio… Bisogna che l’anima si rivolga sempre al Signore, sempre e non solo quando deve compiere opere nuove e difficili, ma anche nelle opere ordinarie. Nel pigia pigia dell’autobus, nell’affollamento delle vie e degli uffici, nei luoghi di lavoro o di svago, posso elevare il pensiero a Dio; nello stesso lavoro che m’impegna e che devo far bene, posso tendere a Dio, perché la tensione della nostra intelligenza non è rigida, è ondulata. Senza distrarci dal lavoro, anzi proprio perché è un lavoro impegnativo, si può pensare a Dio…» (Fr. Agostino Gemelli).

Page 20: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

20

5. Dio li disperse su tutta la faccia della terra Babele e il dramma della libertà umana

La Parola di Dio

Dal libro della Genesi (11, 1-9) Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando

dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro». Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.

Per la lectio

Dopo il ciclo di Noè, attraverso il quale Dio stesso rinnova la sua creazione con il diluvio, in risposta al caos provocato dall’uomo (cfr. Gen 6), con il cap. 10 si passa al ciclo seguente, segnato da una nuova situazione caotica: la confusione delle lingue nella città di Babel, cioè Babilonia! Ancora una volta l’oriente (cfr. 11,2) si presenta come stereotipo negativo di una situazione di disordine. Ancora una volta il caos (balal) è espresso come conseguenza della superbia ribelle (11,4.6). Il caos può essere vinto solo dall’intervento creatore di Dio, che elegge in modo totalmente gratuito i suoi amici, come farà con Abramo, che compare improvvisamente sulla scena (cap. 12).

Troviamo una visione escatologica rovesciata nel convenire dei popoli a Sennaar, segno di un’umanità che decide da sola del proprio destino. A questo movimento corrisponde quello della “dispersione”, che ha una valenza di morte e di vita nello stesso tempo. È, infatti, proprio nella diaspora dell’esilio che Dio ricostruisce il suo popolo. «Diventare come Dio è la vera tentazione che assale l’uomo, fin dal giardino di Eden (cfr. Gen 3,1-7). Non avere più bisogno di Dio come signore, essere mondano senza Dio: in questo modo il frutto dell’albero che sta in mezzo

Page 21: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

21

al giardino alletta l’uomo. L’episodio della torre di Babele dice, con altre parole e con altre immagini, la stessa cosa. Qui abbiamo l’umanità raccolta per abitare insieme, che non vuole vivere nell’insicurezza di chi deve essere guidato, ma vuole costruirsi la città che consente di raggiungere una grande potenza e la torre che permette di salire da soli fino al cielo. La mondanità dell’uomo è diventata così ambigua. Questi riferimenti contengono, però, non solo il riferimento all’abuso del mondo creato da Dio per l’uomo, ma ricordano anche la vera libertà nella quale ha collocato l’uomo, legandolo al mondo e ponendolo al di sopra delle altre creature. Si deve dire che l’uomo è «un esperimento di Dio ancora totalmente aperto»? L’Antico Testamento parla di quest’uomo che è, nello stesso tempo, nobilitato come pure angustiato dalla libertà di assumere in pieno la sua mondanità» (W. Zimmerli, La mondanità dell’Antico Testamento, Milano 1973, 36).

Dal Concilio Vaticano II: esercizi di laicità

GS 17. Grandezza della libertà. «Ma l'uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà. I nostri contemporanei stimano grandemente e perseguono con ardore tale libertà, e a ragione. Spesso però la coltivano in modo sbagliato quasi sia lecito tutto quel che piace, compreso il male. La vera libertà, invece, è nell'uomo un segno privilegiato dell'immagine divina. Dio volle, infatti, lasciare l'uomo « in mano al suo consiglio » che cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, aderendo a lui, alla piena e beata perfezione. Perciò la dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e determinato da convinzioni personali, e non per un cieco impulso istintivo o per mera coazione esterna. L'uomo perviene a tale dignità quando, liberandosi da ogni schiavitù di passioni, tende al suo fine mediante la scelta libera del bene e se ne procura con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti. Questa ordinazione verso Dio, la libertà dell'uomo, realmente ferita dal peccato, non può renderla effettiva in pieno se non mediante l'aiuto della grazia divina. Ogni singolo uomo, poi, dovrà rendere conto della propria vita davanti al tribunale di Dio, per tutto quel che avrà fatto di bene e di male».

Per riflettere e condividere

• Lungo il cammino nel «secolo», la chiesa non è trasferita in un mondo a parte, in una sfera superiore. Vive su questa terra, essendo i credenti a gomito a gomito con gli altri uomini, sotto il segno di una comune assunzione di responsabilità che grava sui compagni di viaggio. I cristiani vivono nello stato di “dispersione” come loro condizione normale. Laicità non come “contro”, bensì

Page 22: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

22

come “insieme a”; laicità come apertura al confronto, senso critico e docilità/docibilità.

• Il credente vive nel mondo come chi spera nell’avvento del regno di Dio e nella creazione di «cieli nuovi e terra nuova»; nello stesso tempo è anche disincantato di fronte alle conquiste più straordinarie dell’umanità. Nessuna di queste gli appare come l’ultima parola pronunciata sull’uomo e sul suo cammino storico. È la contestazione radicale a qualsiasi pretesa assoluta del potere umano. La laicità del credente cresce tra speranza escatologica e disincanto, colui che crede è meravigliato sempre dal primato dell’amore umile di Dio, garanzia ultima della dignità dell’uomo.

• Esercizio di laicità: promuovere ed educare la libertà personale, perché ciascuno diventi corresponsabile nell'ambito delle realtà mondane a lui affidate, pronto a lasciarsi insegnare qualcosa dagli altri e dalla vita.

Per la preghiera E NON CHIEDERE NULLA (di Davide M. Turoldo) Ora invece la terra si fa sempre più orrenda: il tempo è malato

i fanciulli non giocano più le ragazze non hanno più occhi che splendono a sera.

E anche gli amori non si cantano più, le speranze non hanno più voce, i morti doppiamente morti al freddo di queste liturgie: ognuno torna alla sua casa

sempre più solo. Tempo è di tornare poveri per ritrovare il sapore del pane, per reggere alla luce del sole per varcare sereni la notte e cantare la sete della cerva. E la gente, l'umile gente abbia ancora chi l'ascolta, e trovino udienza le preghiere. E non chiedere nulla.

Page 23: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

23

6. Abramo, forestiero e pellegrino in Canaan Lo straniero

La Parola di Dio

Dal libro della Genesi (23,1-23) Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli

anni della vita di Sara. Sara morì a Kiriat-Arba, cioè Ebron, nel paese di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla. Poi Abramo si staccò dal cadavere di lei e parlò agli Hittiti: «Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via la salma e seppellirla». Allora gli Hittiti risposero: «Ascolta noi, piuttosto, signore: tu sei un principe di Dio in mezzo a noi: seppellisci il tuo morto nel migliore dei nostri sepolcri. Nessuno di noi ti proibirà di seppellire la tua defunta nel suo sepolcro». Abramo si alzò, si prostrò davanti alla gente del paese, davanti agli Hittiti e parlò loro: «Se è secondo il vostro desiderio che io porti via il mio morto e lo seppellisca, ascoltatemi e insistete per me presso Efron, figlio di Zocar, perché mi dia la sua caverna di Macpela, che è all'estremità del suo campo. Me la ceda per il suo prezzo intero come proprietà sepolcrale in mezzo a voi». Ora Efron stava seduto in mezzo agli Hittiti. Efron l'Hittita rispose ad Abramo, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, quanti entravano per la porta della sua città, e disse: «Ascolta me, piuttosto, mio signore: ti cedo il campo con la caverna che vi si trova, in presenza dei figli del mio popolo te la cedo: seppellisci il tuo morto». Allora Abramo si prostrò a lui alla presenza della gente del paese. Parlò ad Efron, mentre lo ascoltava la gente del paese, e disse: «Se solo mi volessi ascoltare: io ti do il prezzo del campo. Accettalo da me, così io seppellirò là il mio morto». Efron rispose ad Abramo: «Ascolta me piuttosto, mio signore: un terreno del valore di quattrocento sicli d'argento che cosa è mai tra me e te? Seppellisci dunque il tuo morto». Abramo accettò le richieste di Efron e Abramo pesò ad Efron il prezzo che questi aveva detto, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, cioè quattrocento sicli d'argento, nella moneta corrente sul mercato. Così il campo di Efron che si trovava in Macpela, di fronte a Mamre, il campo e la caverna che vi si trovava e tutti gli alberi che erano dentro il campo e intorno al suo limite, passarono in proprietà ad Abramo, alla presenza degli Hittiti, di quanti entravano nella porta della città. Dopo, Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nel paese di Canaan. Il campo e la caverna che vi si trovava passarono dagli Hittiti ad Abramo in proprietà sepolcrale.

Page 24: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

24

Per la lectio

Il cap. 22 prepara il 23, con il racconto del sacrificio di Isacco. La morte che ha risparmiato l’unico figlio, ora entra nella tenda di Abramo: muore Sara. Egli fa il lamento su di lei. Segue la ricerca di un sepolcro, fatta nel nome del Dio della vita, in cui il patriarca crede. La scena per l’acquisto ci porta in un tipico mercato d’Oriente, con le sue infinite contrattazioni. Abramo è umilissimo, perché si trova come forestiero in terra straniera. Deve quindi sborsare una cifra esorbitante per avere la proprietà di un sepolcro in quella terra che, secondo la promessa, è la sua terra. Ma, proprio in quella terra, l’unica proprietà di cui Abramo può vantare il titolo è ora un sepolcro pagato a peso di argento, pagato di tasca sua. Abramo è fermo dinanzi al sepolcro, il quale è il sacramento della sua speranza. Abramo esprime la maturità del credente che spera nel Dio della vita che gli ha promesso una vita senza numero. Abramo rimane consegnato totalmente, nella sua povertà sempre più drammatica, al disegno di cui Dio solo conosce il compimento.

L’unica proprietà di Abramo nella terra della promessa è il sepolcro, dove sarà sepolto anche lui, insieme a tutti gli altri Patriarchi. Ancora oggi esistono le tombe dei Patriarchi a Ebron. Questo è davvero il sacramento più maturo con cui viene data a noi testimonianza della speranza che il Patriarca Abramo ha ricevuto, come suo proprio patrimonio, nell’obbedienza alle promesse di Dio. Così si apre la storia della salvezza: con le promesse di Dio e la speranza della creatura, che viene educata fino al confronto frontale con la pietra di un sepolcro che si chiude. Il punto di arrivo del cammino che qui si apre con Abramo è quello che avviene all’alba del terzo giorno dinanzi al sepolcro del Signore risorto.

Tutta la storia della salvezza è attraversata dalla spinta della speranza, alimentata dai forestieri e pellegrini, degli stranieri sparsi sulla faccia della terra quale sacramento della speranza che viene solo dal Dio della vita.

Dal Concilio Vaticano II: esercizi di laicità GS 3. A servizio dell'uomo. «Ai nostri giorni l'umanità, presa

d'ammirazione per le proprie scoperte e la propria potenza, agita però spesso ansiose questioni sull'attuale evoluzione del mondo, sul posto e sul compito dell'uomo nell'universo, sul senso dei propri sforzi individuali e collettivi, e infine sul destino ultimo delle cose e degli uomini. Per questo il Concilio, testimoniando e proponendo la fede di tutto intero il popolo di Dio riunito dal Cristo, non potrebbe dare una dimostrazione più eloquente di solidarietà, di rispetto e d'amore verso l'intera famiglia

Page 25: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

25

umana, dentro la quale è inserito, che instaurando con questa un dialogo sui vari problemi sopra accennati, arrecando la luce che viene dal Vangelo, e mettendo a disposizione degli uomini le energie di salvezza che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, riceve dal suo Fondatore. Si tratta di salvare l'uomo, si tratta di edificare l'umana società. È l'uomo dunque, l'uomo considerato nella sua unità e nella sua totalità, corpo e anima, l'uomo cuore e coscienza, pensiero e volontà, che sarà il cardine di tutta la nostra esposizione. Pertanto il santo Concilio, proclamando la grandezza somma della vocazione dell'uomo e la presenza in lui di un germe divino, offre all'umanità la cooperazione sincera della Chiesa, al fine d'instaurare quella fraternità universale che corrisponda a tale vocazione. Nessuna ambizione terrena spinge la Chiesa; essa mira a questo solo: continuare, sotto la guida dello Spirito consolatore, l'opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità, a salvare e non a condannare, a servire e non ad essere servito»

Per riflettere e condividere

• «Essere laico vuol dire ‘mancare’ di qualcosa: non esser qualcuno o non avere cose che altri sono e possiedono. Si è laici rispetto a coloro i quali dispongono di qualcosa in “più”» (F. Remotti): molti oggi rivendicano con la cultura laica forme di pensiero e di istituzioni democratiche.

• Il credente coltiva la laicità del “non avere”, del non pretendere di

esaurire tutto nel proprio pensiero.

• Lo stato di stranierità di Abramo può rimandare a quel senso di laicità che implica il senso del limite e un atteggiamento di onesta ricerca, che non può non tradursi, a sua volta, in un’intima disponibilità all’ascolto e alla cooperazione.

• Esercizio di laicità: coltivare il senso di umiltà del laico, che

riconosce che “qualcosa manca”, non ha paura di questa “assenza” e sa camminare con altri alla ricerca del bene della persona umana.

Page 26: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

26

Per la preghiera «Consiglio invece, ammonisco ed esorto i miei frati nel Signore Gesù

Cristo che, quando vanno per il mondo, non litighino ed evitino le dispute di parole, e non giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti, così come conviene... In qualunque casa entreranno dicano, prima di tutto: Pace a questa casa; e, secondo il santo Vangelo, è loro lecito mangiare di tutti i cibi che saranno loro presentati» (Rb III, FF 85-86).

Donaci, Signore, di essere pellegrini e forestieri tra gli uomini, ricchi del dono dell’ascolto e della pace!

Page 27: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

27

7. Sara e Agar La profezia del femminile

La Parola di Dio

Dal libro della Genesi (16, 1-16; 18,1-15) Sarai, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una

schiava egiziana chiamata Agar, Sarai disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli». Abram ascoltò la voce di Sarai. Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nel paese di Canaan, Sarai, moglie di Abram, prese Agar l'egiziana, sua schiava e la diede in moglie ad Abram, suo marito. Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei. Allora Sarai disse ad Abram: «L'offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho dato in braccio la mia schiava, ma da quando si è accorta d'essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!». Abram disse a Sarai: «Ecco, la tua schiava è in tuo potere: falle ciò che ti pare». Sarai allora la maltrattò tanto che quella si allontanò. La trovò l'angelo del Signore presso una sorgente d'acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, e le disse: «Agar, schiava di Sarai, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Vado lontano dalla mia padrona Sarai». Le disse l'angelo del Signore: «Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa». Le disse ancora l'angelo del Signore: «Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla per la sua moltitudine». Soggiunse poi l'angelo del Signore: «Ecco, sei incinta: partorirai un figlio e lo chiamerai Ismaele, perché il Signore ha ascoltato la tua afflizione. Egli sarà come un ònagro; la sua mano sarà contro tutti e la mano di tutti contro di lui e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli». Agar chiamò il Signore, che le aveva parlato: «Tu sei il Dio della visione», perché diceva: «Qui dunque sono riuscita ancora a vedere, dopo la mia visione?». Per questo il pozzo si chiamò Pozzo di Lacai-Roi; è appunto quello che si trova tra Kades e Bered. Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito. Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.

Page 28: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

28

Per la lectio La singolare storia di Sara e Agar dimostra il senso della storia di

Abramo: la storia di un uomo che ha fretta di raggiungere il compimento e si vede sfuggire di mano tutte le soluzioni sostitutive messe in opera di sua propria iniziativa. Abramo si ritrova ad essere sempre più povero. D’altra parte egli si rende conto, man mano che invecchia, proprio grazie alle esperienze accumulate, che non gli è dato tutto, né tanto meno gli è dato tutto subito. La storia di Agar è una storia sbagliata, eppure attraverso di essa Abramo è condotto a scoprire che in modo imperscrutabile Dio riesce a produrre effetti positivi anche attraverso vicende devianti. È la storia della salvezza, attraverso la quale Dio pronuncia quanto ha da dire a vantaggio delle sue creature. In rapporto ad essa, si diramano poi sentieri marginali, tortuosi, persino deviati, che vanno sfumando e innervandosi nella storia profana. Il racconto ci dimostra come tra la storia della salvezza e la grande storia dell’umanità esista un rapporto, una misteriosa intesa, perché solo Dio ne comprende i significati. Solo l’Agnello pasquale può aprire il libro sigillato delle vicende umane (cfr. Ap 5). La storia umana non è abbandonata a se stessa. Se è vero che Dio ha scelto una storia e solo quella per rivelarsi, ciò non significa che ha dimenticato il mondo. La storia umana non è condannata da Dio. Essa è ancora luogo di benevolenza. L’occhio di Dio si prende cura anche dei cosiddetti lontani, di coloro che non sono inseriti nel solco privilegiato della storia della salvezza. Dio non ha dimenticato, infatti, né Agar né Ismaele. Nella loro storia possiamo intravedere il compimento della storia della salvezza, la piena e definitiva rivelazione delle intenzioni di Dio: l’avvento del regno, il sogno di un’umanità tutta accolta nel suo disegno d’amore.

Sara, non volendo, permette ad Agar e ad Ismaele di essere i rappresentanti della storia profana, che si distacca e si incammina lungo itinerari devianti rispetto alla promessa. C’è una benedizione anche per Ismaele e i suoi discendenti, che saranno gli arabi. Non sono condannati. Dio dispone una storia di salvezza anche per loro, perché i lontani siano raggiunti. La storia della salvezza non è chiara e lineare rispetto a quella profana. Procede anch'essa con grande fatica. Ha un valore sacramentale, è un segno rivelatore per interpretare tutto il resto. È una storia farraginosa, piena di drammi, di guai, inconcludente per molti aspetti, se non fosse che essa giunge a compimento nel Figlio dato a noi nell’Incarnazione, dove la storia è tutta portatrice di benedizione. Il mondo dei lontani appartiene al Figlio di Dio che nasce, muore e risorge per tutti, senza esclusioni.

Page 29: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

29

Dal Concilio Vaticano II: esercizi di laicità

GS 16. Dignità della coscienza morale. Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente dice alle orecchie del cuore: fa’ questo, fuggi quest’altro. L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio nel suo cuore: obbedire ad essa è la dignità stessa dell’uomo, e secondo questa egli sarà giudicato. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria. Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge, che trova il suo compimento nell’amore di Dio e del prossimo. Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità tanti problemi morali, che sorgono tanto nella vita dei singoli quanto in quella sociale. Quanto più, dunque, prevale la coscienza retta, tanto più le persone e i gruppi sociali si allontanano dal cieco arbitrio e si sforzano di conformarsi alle norme oggettive della moralità. Tuttavia succede non di rado che la coscienza sia erronea per ignoranza invincibile, senza che per questo essa perda la sua dignità. Ma ciò non si può dire quando l’uomo poco si cura di cercare la verità e il bene, e quando la coscienza diventa quasi cieca in seguito all’abitudine del peccato.

Per riflettere e condividere

• La profezia laicale sul mondo, sa cogliere nella complessità, spesso muta, della storia i segni della salvezza che è aperta a tutti. Il genio femminile sa riconoscerli e promuoverli nella condivisione della vita di molti, senza barriere e preclusioni.

• Il sacerdozio regale dei laici accoglie l’uomo e frammenti di mondo e di storia attraverso la benedizione, colma di misericordia. L’attitudine laicale dell’ascolto e dell’accoglienza si riveste qui di compassione e prossimità alla persona.

• Esercizio di laicità: promuovere l’indole secolare della Chiesa, aiutando le nostre comunità cristiane a superare la tentazione di restare autoreferenziali, aprendosi alla pienezza e all’universalità dei valori umani, in atteggiamento di conversione di disponibilità al Regno di Dio.

Page 30: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

30

Per la preghiera

Desidero diventare una comunità aperta a tutti i fratelli, una casa accogliente. Desidero amare con amore disinteressato e libero, limpido e trasparente. Desidero amare senza fare giochi sporchi, contribuendo a edificare la vita dell’altro. Desidero amare e restare nell’amore anche quando questo mi stanca. Desidero amare e rispettare l’altro nel quale Tu abiti. Desidero saper comprendere e perdonare sempre. Desidero amare e imparare a sperare ogni giorno.

Page 31: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

31

8. Giacobbe lotta con Dio Vivere nella benedizione

La Parola di Dio

Dal libro della Genesi (32,23-33) Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i

suoi undici figli e passò il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi. Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l'aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca. Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quegli aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.

Per la lectio Giacobbe fugge da suo fratello per mettere in salvo la sua famiglia e

resta solo nella notte: è la sua notte con Dio, nella quale vede finalmente chiaro. Tutta la vita del patriarca è un unico e affannoso conflitto. Il vero avversario contro cui si è accanito è Dio, anche se mai il suo nome è stato pronunciato. Tutta la sua vita è la storia di un uomo peccatore che lotta con Dio; la storia sbagliata di un uomo che ha cercato di inventarsi un’alternativa alla parola iniziale con cui Dio lo aveva chiamato. Ora Giacobbe non bara più, è davanti a se stesso. In questa notte guarda in faccia il volto di Dio; il suo volto ormai è smascherato, la sostanza delle cose è emersa alla luce. Ora egli è sconfitto e qui avviene qualcosa che tutto ribalta. Lotta misteriosamente con Dio, perde tutto e non può fare altro che fidarsi di lui, aggrapparsi a lui. Giacobbe resterà sciancato, portando per il resto della vita una ferita aperta nella carne. Aveva sempre evitato il momento della verità, e ora ne è segnato per sempre. È l’avversario che ha vinto, facendolo affidare sfacciatamente all’Onnipotente.

Page 32: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

32

Nasce così Israele, una creatura nuova. Nasce e diventa sorgente di benedizione per molti. L’esistenza di Giacobbe sembrava chiusa in un orizzonte mondano senza sbocchi, ma la vena nascosta della promessa ha continuato ad alimentarla e finalmente si rivela. Proprio attraverso questo personaggio meschino la promessa continua per giungere fino al suo compimento. Dalla lotta Giacobbe esce peccatore convertito e vulnerabile. Ora può andare incontro al fratello-nemico, Esaù, e scoprirlo finalmente fratello-amico. La lotta ingaggiata con lui fin dal senso materno è ora “affrontata” in modo profondo: si aspetta qualcuno con cui fare la guerra e invece Esaù «gli corse incontro, lo abbracciò, gli si gettò al collo, lo baciò e piansero» (33,4). Colui che ha visto il volto di Dio è ora in grado di presentarsi al volto del fratello.

Dal Concilio Vaticano II: esercizi di laicità GS 40: Mutua relazione tra Chiesa e mondo. ...La Chiesa,

procedendo dall'amore dell'eterno Padre, fondata nel tempo dal Cristo redentore, radunata nello Spirito Santo, ha una finalità salvifica ed escatologica che non può essere raggiunta pienamente se non nel mondo futuro. Ma essa è già presente qui sulla terra, ed è composta da uomini, i quali appunto sono membri della città terrena chiamati a formare già nella storia dell'umanità la famiglia dei figli di Dio, che deve crescere costantemente fino all'avvento del Signore… Perciò la Chiesa, che è insieme « società visibile e comunità spirituale » cammina insieme con l'umanità tutta e sperimenta assieme al mondo la medesima sorte terrena; essa è come il fermento e quasi l'anima della società umana, destinata a rinnovarsi in Cristo e a trasformarsi in famiglia di Dio. Tale compenetrazione di città terrena e città celeste non può certo essere percepita se non con la fede; resta, anzi, il mistero della storia umana, che è turbata dal peccato fino alla piena manifestazione dello splendore dei figli di Dio. Ma la Chiesa, perseguendo il suo proprio fine di salvezza, non solo comunica all'uomo la vita divina; essa diffonde anche in qualche modo sopra tutto il mondo la luce che questa vita divina irradia, e lo fa specialmente per il fatto che risana ed eleva la dignità della persona umana, consolida la compagine della umana società e conferisce al lavoro quotidiano degli uomini un più profondo senso e significato. Così la Chiesa, con i singoli suoi membri e con tutta intera la sua comunità, crede di poter contribuire molto a umanizzare di più la famiglia degli uomini e la sua storia.

GS 42. L’aiuto che la chiesa intende dare alla società umana. L’unione della famiglia umana viene rafforzata e completata dall’unità della famiglia dei figli di Dio fondata sul Cristo. Certo, la missione propria che Cristo ha affidato alla sua chiesa non è di ordine politico, economico

Page 33: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

33

e sociale: il fine, infatti, che le ha prefisso è di ordine religioso. Eppure proprio da questa missione religiosa scaturiscono dei compiti, della luce e delle forze, che possono contribuire a costruire e a consolidare la comunità degli uomini secondo la legge divina. Così pure, dove fosse necessario, a seconda delle circostanze di tempo e di luogo, anch’essa può, anzi deve, suscitare opere destinate al servizio di tutti, ma specialmente dei bisognosi, come, per esempio, opere di misericordia e altre simili. …La forza che la chiesa riesce a immettere nella società umana contemporanea, consiste in quella fede e carità portate ad efficacia di vita, e non nell’esercitare con mezzi puramente umani un qualche dominio esteriore... Niente le sta più a cuore che di servire al bene di tutti e di potersi liberamente sviluppare sotto qualsiasi regime che rispetti i diritti fondamentali della persona e della famiglia e riconosca le esigenze del bene comune.

Per riflettere e condividere

• La regalità propria dei laici non si confonde con il potere o con la visibilità ad ogni costo. Non consiste nell’occupare spazi pubblici. Essa è connotata dalla testimonianza della verità, frutto di un’intensa lotta che porta a fare verità anzitutto in se stessi. Una verità che anzitutto non va proclamata, quanto accolta e praticata nell’ordinario della vita, individuale e sociale

• Il credente è chiamato allo sforzo di leggere e affrontare nella luce del vangelo, rispettandone però l’intrinseca autonomia, i problemi economici,giuridici, scientifici, politici.

• Esercizio di laicità: vivere la regalità propria dei laici non sventolando le bandiere della propria appartenenza ecclesiale, ma neppure mimetizzandosi. “Rendere ragione della propria speranza” restando fedeli alla propria terra e alle persone.

Per la preghiera

«Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Dio, Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, per te stesso ti rendiamo grazie, perché per la tua santa volontà e per l'unico tuo Figlio con lo Spirito Santo hai creato tutte le cose spirituali e corporali, e noi fatti a tua immagine e somiglianza hai posto in Paradiso. E noi per colpa nostra siamo caduti. E ti rendiamo grazie, perché come tu ci hai creato per mezzo del tuo Figlio, cosi per il santo tuo amore, col quale ci hai amato, hai fatto nascere lo stesso vero Dio e vero

Page 34: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

34

uomo dalla gloriosa sempre vergine beatissima santa Maria, e, per la croce, il sangue e la morte di Lui ci hai voluti redimere dalla schiavitù. E poiché tutti noi miseri e peccatori, non siamo degni di nominarti, supplici preghiamo che il Signore nostro Gesù Cristo Figlio tuo diletto, nel quale ti sei compiaciuto, insieme con lo Spirito Santo Paraclito ti renda grazie così come a te e a lui piace, per ogni cosa, Lui che ti basta sempre in tutto e per il quale a noi hai fatto cose tanto grandi. Alleluia». (Rnb XXIII: FF 63-64.66)

Page 35: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

35

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

♦ Bruno Maggioni, Il seme e la terra, note bibliche per un cristianesimo nel mondo, Milano 2003. ♦ Dino Dozzi, Genesi: cantico della creazione cantico della creatura, Bologna 2002. ♦ Enzo Bianchi, Cristiani nella società, Milano 2003. ♦ Francesco Rossi De Gasperis, La roccia che ci ha generato, Roma 1994 ♦ Giuseppe Barbaglio, La laicità del credente, interpretazione biblica, Assisi 1987. ♦ Giuseppe Savagnone, Dibattito sulla laicità, Torino 2006 ♦ Marco Nobile, La Teologia dell’Antico Testamento, Torino 1998. ♦ Paola Bignardi, Esiste ancora il laicato? Roma 2006. ♦ Pino Stancari, I Patriarchi, Milano 1994. ♦ Walter Zimmerli, La mondanità dell’Antico Testamento, Milano 1973

Page 36: Esercizi di laicità a partire dalla Genesi - ism-regalita.it · In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo

36