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Erasmus+ KA2 Project: IN.TE.M.I.S INnovative TEaching Method for an Inclusive School No. 2016-1-IT01- KA202-005354 Ricerca comparata sulla didattica innovativa e sul fabbisogno formativo degli insegnanti VET e degli studenti in Italia Questo progetto è stato finanziato con il sostegno della Commissione europea. Questa pubblicazione riflette solo le opinioni dell'autore e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per qualsiasi uso che possa essere fatto delle informazioni ivi contenute

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Erasmus+ KA2 Project:

IN.TE.M.I.S

INnovative TEaching Method for an Inclusive School

No. 2016-1-IT01- KA202-005354

Ricerca comparata sulla didattica innovativa e sul fabbisogno formativo degli insegnanti VET e degli

studenti in Italia

Questo progetto è stato finanziato con il sostegno della Commissione europea. Questa pubblicazione riflette solo le opinioni

dell'autore e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per qualsiasi uso che possa essere fatto delle informazioni

ivi contenute

 

2 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

INDICE:

Parte 1

Didattica e Innovazione: analisi dello scenario italiano

………………..……………………………………………………………………………………..pag.3

Parte 2

Didattica Innovativa e fabbisogno formativo: i risultati dell’indagine realizzata da Essenia UETP

………………..…………………………………………………………………………………..pag.33

Allegato 1 - I dati raccolti

Allegato 2 - Il modello di questionario somministrato

 

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INTRODUZIONE

In Italia, in tempi brevi si è avuto un passaggio da una società relativamente stabile a una società

caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità. Questo nuovo scenario è ambivalente in quanto,

per ogni persona, comunità, società si moltiplicano sia i rischi che le opportunità. Gli ambienti in cui la

scuola è immessa sono più ricchi di stimoli culturali, ma anche più contraddittori.

Con l’avanzamento incessante della tecnica e del processo di globalizzazione gli spazi familiari e quindi

protettivi delle piccole comunità e della tradizione vanno dissolvendosi a favore di organizzazioni più

ampie e impersonali. Si perdono così i punti di riferimento e i giovani si sentono soli e sperduti.

Essendo la realtà fisica, psicologica e culturale un sistema complesso, caotico e mutevole, è necessario

definire connessioni e alternative atte a ordinare e organizzare l’infinita complessità del reale, nonché a

costruire delle identità distinte e differenziate, che si pongano come strutture riuscendo a conquistare il

proprio posto in società, sviluppando una capacità di controllo critico dei fenomeni omologanti, di cui la

società è oggi vittima e imparando a valorizzare le “differenze”.

La socialità umana, che deriva dalla tendenza naturale e dalla necessità storica di vivere in comune, ha

luogo per lo più all’interno di gruppi quali la famiglia, i compagni di gioco, le aule scolastiche, le squadre

sportive, i gruppi di lavoro, le associazioni. Il comportamento sociale non si svolge solo nell’ambito di

queste appartenenze dirette, faccia a faccia, ma anche in più ampie appartenenze che lo connotano, come

nel caso delle appartenenze religiose, politiche, nazionali, etniche e così via, oltre naturalmente alle reti

del web.

La presenza di individui e gruppi che hanno riferimenti culturali diversificati aumenta la complessità

sociale e sembra rimettere in discussione non solo le forme di riconoscimento e di solidarietà che si

basano sull'identità nazionale, ma la possibilità stessa di fondare le relazioni quotidiane su un insieme

condiviso di nozioni date per scontate.

Ci si trova così a dover affrontare la necessità di trovare nuove ragioni di solidarietà e di unità di fronte

al proliferare delle differenze.

 

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Agire sul territorio, concretamente significa creare occasioni d’incontro, scambio, conoscenza,

condivisione e dialogo in grado di coinvolgere le realtà del territorio attraverso proposte che sappiano

creare le condizioni ideali per la costruzione di relazioni positive. Vuol dire promuovere occasioni di

inclusione sociale e di sensibilizzazione attraverso la costruzione di reti formali e informali che

coinvolgano, in progetti concreti e di varia natura, semplici cittadini, istituzioni, scuole, centri giovanili

e centri per anziani, centri per la cooperazione sociale, associazioni, gruppi informali, biblioteche.

Focalizzarsi quindi sulla ricerca di un benessere comune, proponendo esperienze partecipative:

dall’organizzazione di momenti socializzanti alla realizzazione di progetti comuni dove ogni partecipante

può sperimentarsi in un ruolo attivo.

Compito dell’istruzione è promuovere la cultura civica mediante la cultura umanistica ed educando alla

internazionalizzazione e al rispetto della tradizione; all’interculturalità e alla riscoperta del valore

formativo delle arti; al dialogo e alla comunicazione come fattori fondanti ogni cultura; allo sviluppo

completo della personalità; alla partecipazione attiva alla vita sociale e culturale; alla pace, alla

cooperazione e solidarietà, al rispetto dell'anziano e al rispetto della vita.

L’azione educativa non può ridursi ad un unico scopo funzionale, ma deve aprirsi ad un progetto più

ampio e fornire allo studente gli strumenti per controllare l’ambiente esterno e per assumere il ruolo di

“attore sociale”.

L’istituzione scolastica, nonostante i continui mutamenti, cerca di realizzare appieno la propria funzione

impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare

attenzione al soggetto dalle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Questo comporta saper

accettare la sfida che la diversità pone: innanzitutto in classe, dove le diverse situazioni individuali vanno

riconosciute e valorizzate, evitando che la differenza si trasformi in disuguaglianza. Le finalità della

scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso

individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali. Le

definizioni e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della

singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e

delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione.

 

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Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali,

corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare

i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che

sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di significato. È proprio per questo che il

sistema italiano si apre a nuovi orizzonti scolastici per stare al passo con il contesto sociale in cui è calato.

Lo stretto legame tra individuo e società evidenzia, quindi, le condizioni di un individuo la cui identità

personale è determinata da quella sociale. Ogni giorno, infatti, egli deve scegliere tra le varie possibili

identità, poiché, nel suo processo di adattamento sociale, deve assorbire in sé alcune caratteristiche che

qualificano la mutevole società.

Essendo il processo di adattamento conseguenza del processo di apprendimento, è importante

sottolineare che, già agli inizi del 900, alcuni studiosi, come ad esempio Dewey e Piaget1, descrivevano

l’apprendimento come quel processo grazie al quale i concetti derivano e vengono, al tempo stesso,

incessantemente modificati dall’esperienza. Nessun pensiero è definitivo, poiché l’esperienza interviene

continuamente come agente di trasformazione. L’apprendimento viene considerato da una prospettiva

integrativa che lo concepisce come un processo olistico di adattamento del soggetto tanto al suo contesto

fisico quanto a quello sociale e che avviene attraverso un coinvolgimento della sfera percettiva, cognitiva,

comportamentale. Piaget non intendeva l’intelligenza come un fattore deterministico e misurabile ma

come un processo globale che consente ad ogni individuo di rispondere in maniera attiva alle

sollecitazioni e ai mutamenti del mondo esterno. Tale processo si costruisce attraverso fasi progressive

che fanno dello sviluppo individuale un processo attivo di adattamento e di conoscenza legato

all’interazione tra fattori sociali e fattori biologici, tra dinamiche cognitive e dinamiche affettive, tra

esperienza e conoscenza. Dewey, invece, proponeva una scuola come forma di vita attiva e una

concezione dell’educazione come una continua rivalutazione dell’esperienza. Questo al fine di superare

quella barriera artificiosa che spesso si frapponeva tra esperienze scolastiche ed esperienze quotidiane.

La scuola si modifica quindi ispirandosi alla vita comunitaria sociale. Secondo il pedagogista e filosofo

statunitense, la rivoluzione industriale aveva cambiato la condizione dell’individuo rispetto alla società

tradizionale. Mentre in precedenza l’interscambio tra ambiente sociale e processi educativi era un fatto

                                                            1 Chiosso G., Novecento pedagogico, Brescia, La Scuola, 1997, p. 111   

 

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naturale, che si svolgeva in famiglia e nel villaggio e la cultura era patrimonio di pochi per cui chi

intendeva emanciparsi dalle condizioni di inferiorità doveva acquisire le capacità formali (leggere,

scrivere e far di conto), la realtà della società moderna risultava invertita. La fabbrica concentrava le sue

fasi produttive in luoghi inaccessibili ai ragazzi e la divisione del lavoro rendeva incomprensibili agli

stessi operai i processi di lavorazione. La circolazione delle idee a mezzo stampa stava, inoltre,

modificando la vita delle comunità tradizionali. Gli apprendimenti che gli studenti assimilavano

dall’ambiente non erano più sufficienti a creare in loro vincoli di solidarietà necessari per dare identità e

coesione alla vita sociale.

Lo scopo della scuola non poteva più essere, dunque, soltanto quello della trasmissione delle capacità

formali. Essa doveva diventare l’occasione per introdurre i discenti alla vita sociale, facendo loro

ripercorrere, attraverso le attività didattiche, quelle tappe evolutive che, un tempo, erano naturalmente

percorse. Per tale ragione, l’esercizio dell’intelligenza non veniva più considerato solo sul piano della

riflessione teorico-astratta ma anche su quello operativa e pratico, promuovendo dunque, esercizi ed

attività di tipo manuale.

All’idea di esperienza, Dewey, associava quella di natura: essa è continua emergenza di forme nuove che

scaturiscono dall’interazione tra l’uomo e l’ambiente. L’intelligenza umana viene considerata come un

vero e proprio agente di riorganizzazione. L’attività intelligente dell’uomo non risulta qualcosa di esterno

alla natura. Il conoscere e il fare sono strettamente connessi. Le idee sono piani di azione per intervenire

e ipotizzare soluzioni. Il pensiero è un piano futuro.

Secondo Giddens, per poter adeguare il proprio percorso ad uno sviluppo in linea con le esigenze richieste

dalla società, per la costruzione del proprio sé l’individuo deve vivere un processo riflessivo su se stesso.

Questo processo Giddens lo chiama “riflessività”. “I cambiamenti nella vita degli individui hanno sempre

richiesto una riorganizzazione psichica che nelle culture tradizionali era spesso ritualizzata sotto forma

di riti di passaggio, nella modernità, invece, l’alterazione del sé dovrà essere esplorata e costruita come

parte di un processo riflessivo attraverso cui legare il cambiamento personale a quello sociale”.2Le nuove 

tecnologie digitali, negli ultimi  anni,  sono entrate nella nostra quotidianità, provocando veloci ed  importanti 

cambiamenti nel modo di lavorare, studiare, apprendere, comunicare e vivere. La scuola e  

                                                            2 GIDDENS A., Identità e società moderna, Napoli, Ipermedium libri, 1999 

 

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la formazione sono maggiormente coinvolte in questo processo di evoluzione tecnologica anche grazie

alla loro stessa utenza, cioè i ragazzi. Si tratta di una rivoluzione epocale in quanto la scuola non ha più

il monopolio delle informazioni e dei modi di apprendere.

A differenza delle generazioni precedenti i nativi digitali dispongono di un computer e di una connessione

Internet a casa e, nella maggior parte dei casi, imparano ad utilizzare questi strumenti senza la mediazione

o l’aiuto da parte della scuola.

In “rete” lo studente può scegliere liberamente il percorso informativo, supportato da suoni e immagini,

il che rende la ricezione del messaggio più intensa, essendo tutti i sensi interessati a percepire tale input.

È vero anche però che, a meno che non si tratti di uno specifico “software didattico”, le fonti sono spesso

poco attendibili poiché è a tutti concesso di immettere qualunque tipo di informazione ed è per questo

che il soggetto deve acquisire a scuola e in famiglia una buona capacità critica.

L’eterogeneità e la varietà di nozioni alle quali i giovani sono esposti attraverso i motori di ricerca, fanno

riflettere sul gap generazionale, sempre più ampio, che il possesso di competenze informatiche dei

giovanissimi crea nei confronti dei genitori e talvolta anche dei docenti. Tale gap è evidenziato dalla

difficoltà di comunicazione tra generazioni sempre più diverse che si confrontano in un dialogo difficile

a causa dei differenti codici linguistici e dei diversi valori di riferimento. In particolare l’adolescente, più

del bambino e dei giovani, rischia una chiusura comunicativa, scegliendo di interagire esclusivamente

con il gruppo allargato (con internet) dei coetanei, tanto da divenire una nuova famiglia sociale,

immagine che non corrisponde più a quella confezionata all’interno della sua famiglia d’origine.

Ciò nonostante le tecnologie multimediali, necessariamente presenti in ogni sistema formativo, non

possono essere trascurate nei piani di studio delle scuole di ogni ordine e grado, perché, oltre a fornire

competenze tecniche, rappresentano una stimolazione mentale anche per l’uso di più aspetti

dell’intelligenza. Gardner infatti porta come esempio una ragazza che compone musica al computer

utilizzando contemporaneamente l’intelligenza musicale, razionale e spaziale, oltre che alla capacità

introspettiva.

 

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L’utilizzo di internet permette quindi, una conoscenza sempre più vasta e personalizzata aprendo

all’individuo uno sguardo sul mondo, eliminando appunto quelle barriere spazio/temporali, consentendo,

mediante i “social network” di mantenere e coltivare rapporti che tempo addietro sarebbero stati destinati

a concludersi.

Compito della scuola è quello di eseguire una continua opera di “ri-mediazione” delle conoscenze,

affinché essa non diventi una scuola disconnessa dal contesto sociale.

La scuola italiana, dunque, modernizza i propri metodi di apprendimento mediante l’uso delle tecnologie

dell’informazione e della comunicazione.

Le moderne tecnologie offrono nuove prospettive alla didattica, in quanto in grado di aprire rilevanti

canali comunicativi e cooperativi. L’apprendimento in rete si presenta totalmente diverso da quello

attuato in una classe tradizionale. In un ambiente didattico tradizionale, il processo di insegnamento-

apprendimento si dispiega nel rapporto diadico insegnante-alunno, nel rispetto di ruoli definiti: c’è chi

insegna e chi impara. Con le nuove tecnologie, le scuole non sviluppano solo la capacità di apprendere,

ma soprattutto la capacità di costruire nuova conoscenza, al fine di poter affrontare anche i possibili

problemi cui si potrebbe andare incontro nella vita quotidiana.

La Rivoluzione digitale del nuovo millennio infatti sta trasformando la vita quotidiana, dando luogo ad

una profonda rielaborazione della costruzione creativa delle conoscenze di tutti gli esseri umani. In

un’epoca caratterizzata dalla multimedialità, dall’ interattività e dallo sviluppo delle grandi reti, le nuove

tecnologie della comunicazione e dell’informazione (TIC) rappresentano delle opportunità, dei fattori

abilitanti capaci di modificare i tradizionali modi di produrre, di organizzare, di cooperare, di condividere

e, quindi, anche di distribuire la conoscenza aprendo prospettive e orizzonti nuovi per la didattica.

Internet e le nuove tecnologie, infatti, si presentano sia come ausilio alla didattica tradizionale, sia come

veri e propri ambienti di apprendimento. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno

dato inizio a numerosi cambiamenti nei processi di acquisizione, produzione e trasmissione del sapere

mettendo a nostra disposizione, in pochi anni, un enorme patrimonio di strumenti (Ipad, LIM, E-book) e

conoscenze, i quali hanno indotto una vera e propria rivoluzione nei modi di apprendere e di insegnare.

Internet consente di mettere in atto interventi di formazione a distanza, ma anche interventi di formazione

in cui la rete supporta ed integra la formazione in presenza. Il computer è un ottimo strumento di

 

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elaborazione dell’informazione, e Internet è un formidabile strumento di comunicazione. Il connubio tra

questi due elementi fornisce un eccellente strumento di apprendimento.

L’apprendimento supportato dalle TIC presenta diverse caratteristiche:

Sociale: il discente che naviga in rete, infatti, non è mai solo, ma si muove in uno spazio sociale

caratterizzato da segmenti di sapere che gli autori comunicano in modo asincrono agli altri attori in

rete, ed è inoltre contraddistinto da luoghi virtuali in cui instaurare momenti di comunicazione

sincrona;

Attivo: il discente che apprende con la rete è il soggetto primario del proprio apprendimento. Un

ruolo attivo nel processo di apprendimento mantiene elevata l’attenzione, responsabilizza il discente

dandogli la sensazione di controllare il proprio percorso, stimolandolo a costruire autonomamente

un intervento formativo;

Costruttivo: che prende forma nella costruzione e ricostruzione continua di concetti e nella

restituzione di questi alla rete, sotto forma di pubblicazioni on-line;

Lineare: che lascia il posto alla pluralità di percorsi e di alternative;

Autoriflessivo: il discente, infatti, affrontando percorsi reticolari e potenzialmente infiniti sviluppa

delle abilità metacognitive di automonitoraggio e autoriflessione. Sarà, in questo modo, lo studente

a decidere su quali argomenti soffermarsi e di stabilire quali sono le sue priorità conoscitive;

Situato: ovvero il sapere è riferito ad un contesto di riferimento, inserito all’interno di una comunità

di pratiche, nella quale la conoscenza è integrata e distribuita;

Contiguo: in quanto è vicino ad altri processi della vita quotidiana, favorendo il superamento tra

“mondo della scuola” e “mondo della vita” già denunciato da Papert (1994)3

La maggior parte delle scuole, oggi, possiede numerose tecnologie multimediali ed il migliore uso che

se ne possa fare è quello suggerito dal costruttivismo sociale.

Nell’ottica costruttivista il docente progetta ambienti di apprendimento, costruiti per consentire percorsi

attivi, ricchi, variegati e consapevoli per orientare, ma non dirigere, lo studente consentendogli l’utilizzo

                                                            3 PAPERT, S. “I bambini e il computer. Nuove idee per i nuovi strumenti dell'educazione” Rizzoli Editore 1994 

 

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di una grande varietà di strumenti e di risorse. Quindi l’ambiente di apprendimento costruttivista è un

posto in cui gli studenti possono lavorare insieme ed aiutarsi a vicenda per imparare ad usare una

molteplicità di strumenti e risorse informative nel comune perseguimento di obiettivi d’apprendimento e

di attività di problem solving (Wilson). Negli ambienti di apprendimento di tipo costruttivista, gli

studenti:

Agiscono in uno spazio, reale o virtuale;

Usano strumenti di lavoro, ad esempio software e tool di vario tipo;

Hanno accesso a diverse risorse d’informazione (libri, foto, siti web, cd rom);

Raccolgono e interpretano le informazioni interagendo con altri attori;

Hanno una guida adeguata ed un supporto costante da parte dell’insegnante.

Si elencano di seguito alcuni modelli di apprendimento legati all’utilizzo delle nuove tecnologie nella

didattica:

Apprendimento online (E-Learning): attraverso l'uso delle tecnologie multimediali e di Internet

facilita l'accesso alle risorse e ai servizi, così come anche agli scambi in remoto e alla collaborazione

a distanza.

Apprendimento misto (Blended learning): combina il metodo tradizionale frontale in aula con

attività mediata dal computer (ad esempio e-learning, uso di DVD, ecc.) e/o da sistemi mobili

(come smartphone e tablet).

Apprendimento con l'ausilio di dispositivi mobili (Mobile learning): una forma di insegnamento

o di studio che si verifica quando un allievo interagisce attraverso dispositivi mobili come il telefono

cellulare, riproduttori audio digitali, fotocamere digitali, registratori vocali, pen scanner, ecc.

Apprendimento sostenibile: che si sviluppa nel discente tramite l’Innovative Technologies for

Engaging Classroom (ITEC) dove le tecnologie vengono sistematicamente integrate a pratiche

didattiche definite. Più che il “cosa”, ITEC indica il “come” si può apprendere progettando e

realizzando un prodotto a prescindere dall'ambito disciplinare; lo scopo è l’acquisizione di

competenze trasversali.

Pertanto, si può definire l’ambiente di apprendimento come un contesto di attività strutturate,

“intenzionalmente” predisposto dall’insegnante in cui si organizza l’insegnamento affinché il processo

 

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di apprendimento che si intende promuovere avvenga secondo le modalità attese. L’ambiente, perciò,

viene considerato come uno “spazio d’azione” creato per stimolare e sostenere la costruzione di

conoscenze, abilità, motivazioni e atteggiamenti4. L’apprendimento diventa, per questo, un processo

dialogico, sociale e culturale, nel quale la creazione di significati avviene in interazione con l’altro e

all’interno di un contesto necessario allo sviluppo della conoscenza. È importante, dunque, l’interazione

con gli altri e con gli aspetti culturali e sociali della realtà.

In questo senso, una strategia educativa volta ad attivare un processo spontaneo di passaggio di

conoscenze, di emozioni e di esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri membri di pari

status è la Peer education (letteralmente "Educazione tra Pari"), un intervento che mette in moto un

processo di comunicazione globale, caratterizzato da un’esperienza profonda ed intensa e da un forte

atteggiamento di ricerca di autenticità e di sintonia tra i soggetti coinvolti. Questa pratica va oltre la

consueta pratica educativa e diviene una vera e propria occasione per il singolo soggetto, il gruppo dei

pari o la classe scolastica, per discutere liberamente e sviluppare momenti transferali intensi.

In questo scenario gli individui hanno bisogno di competenze e conoscenze sempre nuove per affrontare

una realtà in rapido mutamento. Queste società vengono definite “learning society” e un loro aspetto

fondamentale è il riconoscimento della rilevanza strategica tanto del patrimonio di conoscenze esplicite

e comunicabili (il sapere comunque codificato e trasferibile), quanto delle conoscenze tacite individuali

e di interazione in specifici contesti sociali. Docenti e studenti devono sviluppare le loro competenze

trasversali, interculturali, imprenditoriali. Avremo così individui autonomi, attivi e produttivi.

 

                                                            4 De Simone, G. (a cura di), Epistemologia del new web, Pensa Editore, Lecce, 2011.  

 

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LA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI AI BISOGNI FORMATIVI

Il sistema scolastico italiano risponde alle esigenze espresse dagli obiettivi stabiliti a livello nazionale, e

chiaramente in linea con quelli europei. Con la Strategia “Europa 2020”, infatti, l’Unione Europea

intende perseguire una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La strategia riconosce l’intimo

legame tra politiche economiche e politiche sociali, ponendo al centro dell’attenzione dei policy makers

la lotta alla povertà ed alla esclusione sociale.

La Strategia si è data obiettivi molto ambiziosi, in particolare fissando un target di riduzione di 20 milioni

del numero di persone in condizioni di povertà ed esclusione sociale, entro il 2020 per l’Unione nel suo

insieme. La Commissione europea nell’allocare i fondi strutturali relativi al periodo 2014-2020 ha

chiaramente voluto destinare parte delle risorse disponibili al supporto degli obiettivi della Strategia.

La politica di Coesione 2014-2020, una delle 13 politiche settoriali dell’Unione Europea, prevede

l’implementazione di Programmi Operativi Nazionali (PON) nei Paesi dell’Unione. Tra essi, troviamo il

PON “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento”, uno strumento importante per

sostenere le politiche italiane in materia di Istruzione, unitamente al Piano “La Buona Scuola” voluto dal

Governo per riformare la scuola italiana con il contributo della collettività. Il Programma interessa il

settennio 2014-2020 ed è destinato a finanziare sia interventi di natura materiale, tramite il Fondo

Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), sia azioni immateriali, tramite il Fondo Sociale Europeo (FSE).

È disponibile un budget complessivo di poco più di 3 miliardi di Euro così diviso: 2,2 miliardi circa

stanziati dal Fondo Sociale Europeo (FSE) per la formazione di alunni, docenti e adulti; 800 milioni dal

Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) per laboratori, attrezzature digitali per la Scuola e per

interventi di edilizia.

Il PON “Per la scuola” ha una duplice finalità: da un lato perseguire l’equità e la coesione, favorendo la

riduzione dei divari territoriali, il rafforzamento delle scuole contraddistinte da maggiori ritardi e il

sostegno degli studenti caratterizzati da maggiori difficoltà; dall’altro, promuovere le eccellenze per

garantire a tutti l’opportunità di accedere agli studi, assicurando a ciascuno la possibilità del successo

formativo e la valorizzazione dei meriti personali, indipendentemente dal contesto socio-economico di

provenienza.

 

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Il PON “Per La Scuola” è suddiviso in 4 Assi:

Asse I - Istruzione: volto a migliorare la qualità del sistema di istruzione e a favorire

l’innalzamento e l’adeguamento delle competenze, promuovendo una maggiore partecipazione

ai percorsi formativi e ai processi di apprendimento permanente.

Asse II – Infrastrutture per l’istruzione: finalizzato a promuovere e sostenere l’istruzione, la

qualificazione professionale e la formazione permanente con azioni finalizzate ad aumentare

l’attrattività della scuola attraverso la riqualificazione delle infrastrutture e il potenziamento delle

dotazioni tecnologiche e degli ambienti di apprendimento, garantendo spazi architettonici

adeguati agli approcci innovativi della didattica.

Asse III – Capacità istituzionale e amministrativa: volto a incrementare la capacità istituzionale

e l’efficienza della pubblica amministrazione in una prospettiva di miglioramento della

governance complessiva nel settore dell’istruzione.

Asse IV - Assistenza tecnica: finalizzato a migliorare l’attuazione del Programma attraverso il

rafforzamento della capacità di gestione dei fondi da parte del MIUR e dei vari soggetti coinvolti

nell’attuazione, anche a garanzia del rispetto della normativa comunitaria e nazionale.

A livello di politiche in materia di istruzione, il Governo italiano ha recepito gli input europei, integrati

all’interno della normativa che riforma la scuola, la cosiddetta “Buona Scuola” (legge 107)5, elaborata

per dare risposta alle esigenze manifestate da tutti gli attori facenti parte del sistema educativo italiano.

Tale legge prevede un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione e un piano

straordinario di assunzioni per poter dare alla scuola i docenti di cui ha bisogno e tirare una linea con il

passato sul tema del precariato storico. Il provvedimento mette al centro l’“autonomia scolastica”. In

coerenza con gli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione e nel rispetto della libertà di

insegnamento, delle scelte educative e formative dei genitori e del diritto ad apprendere degli studenti,

l’autonomia è lo strumento e la risorsa attraverso cui adottare metodi di lavoro, tempi di insegnamento,

soluzioni funzionali alla realizzazione dei piani dell’offerta formativa e alle esigenze e vocazioni di

ciascun alunno. L’ “autonomia organizzativa” consente di dare al servizio scolastico flessibilità,

                                                            5  https://labuonascuola.gov.it/documenti/lbs_web.pdf?v=1859424 

 

14 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

diversificazione, efficienza ed efficacia e di realizzare l’integrazione e il miglior utilizzo delle risorse e

delle strutture, anche attraverso l’introduzione e la diffusione di tecnologie innovative.

Ai dirigenti scolastici e ai docenti per poterla realizzare vengono dati gli strumenti finanziari e operativi.

Ovvero più fondi (viene raddoppiato il Fondo di funzionamento delle scuole) e più risorse umane.

Agli studenti viene garantita un'offerta formativa più ricca che guarda alla tradizione (più Musica, Arte),

ma anche al futuro (più lingue, competenze digitali, Economia). L'intera comunità scolastica, famiglie e

studenti compresi, è coinvolta nell’elaborazione del Piano dell'offerta formativa (POF) della propria

scuola. Quest’ultimo è il documento costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle scuole. In Italia

grazie alla legge 107 viene erogato ai docenti di ruolo un bonus di 500 euro spendibili per la formazione

e il proprio aggiornamento professionale. Questi potranno acquistare pubblicazioni, riviste, hardware e

software utili alla loro disciplina, partecipare a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione

svolti dagli enti accreditati presso il Miur, o ancora, iscriversi a corsi di laurea inerenti al profilo

professionale, assistere a rappresentazioni teatrali e cinematografiche oppure acquistare biglietti per

l’ingresso a musei, mostre, eventi culturali e spettacoli dal vivo. Contemporaneamente lo Stato investe

sull'edilizia scolastica, con fondi ad hoc per gli interventi di manutenzione, ma anche per la costruzione

di strutture innovative.

La legge su “La buona scuola”, approvata il 13 luglio 2015, prevede l’opportunità di organizzare

iniziative nelle scuole anche dopo le ore 16.30, di sabato o nei periodi di sospensione delle lezioni

(vacanze estive, natalizie e pasquali), dà cioè ai dirigenti scolastici la possibilità di creare dei percorsi di

“Scuola aperta” (progetto promosso dal MIUR in collaborazione con ANCI e con VITA).

Le “scuole aperte” accettano la sfida delle ICT, delle nuove tecnologie, di una didattica innovativa che

rompa l’inerzia di spazi e tempi che si ripetono identici a sé da secoli.

Creano inoltre un’alleanza fra scuola e territorio per promuovere e sviluppare una migliore convivenza

civile e contrastare la dispersione scolastica. Esse sono infatti luoghi di aggregazione e integrazione

sociale, dove si realizzano percorsi di cittadinanza attiva e di inclusione per le comunità straniere e per

chi ha bisogno di un’attenzione in più, a cominciare dagli alunni con disabilità. I giovani vengono infatti

educati alla cura dei beni comuni ed “escono” dalla scuola per prendersi cura dell’intero quartiere, una

 

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comunità i cui membri trovano nuove forme di relazione, improntate alla responsabilizzazione e alla

fiducia reciproca.

Le diversità all’interno del contesto scolastico, rappresentano una sfida che coinvolge tutti i principali

agenti di cambiamento.

Il processo inclusivo degli studenti con bisogni educativi speciali (BES) o con disabilità (tutelati dalla

legge 104/92 o legge quadro) si basa su un pensiero complesso, sistemico, compartecipato di tutte le

realtà che appartengono alla scuola, affinché tramite le azioni di ognuna di esse si possano costruire

interventi sinergici e significativi per questi studenti.

L’espressione “Bisogni Educativi Speciali” (BES) è entrata nel vasto uso in Italia dopo l’emanazione

della Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni

Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. La Direttiva stessa ne

precisa succintamente il significato: “L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella

riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta

di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di

apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e

della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.

L’utilizzo dell’acronimo BES sta quindi ad indicare una vasta area di alunni per i quali il principio della

personalizzazione dell’insegnamento, sancito dalla Legge 53/2003, va applicato con particolari

accentuazioni in quanto a peculiarità, intensività e durata delle modificazioni.

La scuola italiana sviluppa la propria azione educativa in coerenza con i principi dell’inclusione delle

persone e dell’integrazione delle culture, considerando l’accoglienza della diversità un valore

irrinunciabile. La scuola consolida le pratiche inclusive nei confronti degli allievi con disabilità o e con

bisogni educativi speciali, come ad esempio i ragazzi di cittadinanza non italiana, promuovendone la

piena integrazione attraverso adeguate strategie organizzative e didattiche, da considerare nella normale

progettazione dell’offerta formativa. Per affrontare difficoltà non risolvibili dai soli insegnanti

curricolari, la scuola si avvale dell’apporto di professionalità specifiche come quelle dei docenti di

sostegno e di altri operatori.

Favorisce inoltre, con specifiche strategie e percorsi personalizzati, la prevenzione e il recupero della

 

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dispersione scolastica e del fallimento formativo precoce; a tal fine attiva risorse e iniziative mirate

anche in collaborazione con gli enti locali e le altre agenzie educative del territorio.

Facendo perno sugli strumenti forniti dall’ “autonomia scolastica”, che prima di essere un insieme di

norme è un modo di concepire il rapporto delle scuole con le comunità di appartenenza, locali, nazionali

ed europei e aprendosi alle famiglie e al territorio circostante, la scuola avvia un processo di sempre

maggiore responsabilizzazione condiviso dai docenti e dai dirigenti, che favorisce altresì la stretta

connessione di ogni scuola con il suo territorio. In quanto comunità educante, la scuola genera una diffusa

convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, ed è anche in grado di promuovere la

condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e

propria. La scuola affianca al compito dell’ “insegnare ad apprendere” quello dell’ “insegnare ad essere”,

infatti, l’obiettivo è quello di valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ogni singolo

studente.

Oggi viviamo in un contesto basato sull’ "inclusione": intendendo con questo il processo attraverso il

quale il contesto scuola assume le caratteristiche di un ambiente che risponde ai bisogni di tutti i discenti.

Infine è necessario che le famiglie collaborino attivamente con il sistema scolastico per il progetto

educativo dei propri figli.

Il concetto di inclusione comprende anche l’integrazione sociale e lavorativa degli individui, incentivata

attraverso attività volte a creare connessioni tra il mondo dell’istruzione ed il tessuto aziendale e

produttivo.

Sempre grazie all’autonomia scolastica, gli Istituti mettono in atto, durante periodi specifici dell’attività

didattica, l’alternanza scuola-lavoro6, un’esperienza educativa, co-progettata dalla scuola con altri

soggetti e istituzioni, finalizzata ad offrire agli studenti occasioni formative di alto e qualificato profilo.

Attraverso questo percorso di alternanza scuola-lavoro gli studenti hanno la possibilità di inserirsi, per

brevi periodi determinati preventivamente in accordo con la struttura ospitante, in contesti lavorativi

adatti a stimolare la propria creatività e apprendere competenze coerenti con il percorso di studi scelto in

                                                            6 http://www.istruzione.it/alternanza/cosa_alternanza.shtml 

 

17 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

realtà operative. La comprensione di attività e processi svolti all’interno di una organizzazione, favorisce

lo sviluppo del “Senso di iniziativa ed imprenditorialità” che significa saper tradurre le idee in azione.

Competenza che aiuta gli individui ad acquisire consapevolezza del contesto in cui lavorano e a poter

cogliere le opportunità che si presentano.

Pertanto, pur nella differenza dei ruoli e delle competenze, le scuole e il mondo del lavoro sono sollecitati

ad interagire per una maggiore corresponsabilità educativa e sociale orientata alla valorizzazione delle

aspirazioni degli studenti nell’ottica di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

A partire dall’ anno scolastico 2015/2016, l’alternanza è diventata obbligatoria per gli studenti del terzo

anno. Dal corrente anno scolastico 2016/2017 l’alternanza è obbligatoria per gli studenti del terzo e del

quarto anno. Dall’anno scolastico 2017/2018, saranno coinvolti tutti gli studenti dell’ultimo triennio.

È una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola) in linea con il

principio della “scuola aperta”. Modello che cerca di superare la divisione tra percorsi di studio fondati

sulla conoscenza ed altri che privilegiano l’esperienza pratica. Conoscenze, abilità pratiche e competenze

devono andare insieme.

La scuola deve, infatti, diventare la più efficace politica strutturale a favore della crescita e della

formazione di nuove competenze, contro la disoccupazione e il disallineamento tra domanda e offerta

nel mercato del lavoro. Per questo, deve “aprirsi al territorio”, chiedendo alla società di rendere tutti gli

studenti protagonisti consapevoli delle scelte per il proprio futuro rappresentando un innovativo format

didattico rispetto alle tradizionali attività scolastiche che possono essere svolte anche durante la

sospensione delle attività didattiche e/o all’estero. Un'esperienza di tirocinio in Italia e o all'estero

rappresenta per il soggetto in formazione una crescita non solo professionale ma anche personale. Un

cambiamento culturale per la costruzione di una via italiana al sistema duale, che riprende buone prassi

europee, coniugandole con le specificità del tessuto produttivo ed il contesto socio-culturale italiano.

Uno dei più importanti programmi, che crea un ponte con l’estero e tra le tante possibilità, consente di

migliorare e sviluppare le competenze dei docenti e degli studenti, cui le scuole possono aderire è il

programma comunitario Erasmus+.

 

18 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Si tratta del Programma dell’Unione Europea per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport, che

copre le annualità 2014-2020. Approvato con il Regolamento UE N 1288/2013 del Parlamento europeo

e del Consiglio, è strutturato come segue:

Azione chiave 1 – Mobilità individuale a fini dell’apprendimento

Mobilità individuale per l’apprendimento (KA1)

Mobilità dello Staff (in particolare docenti, leader scolastici, operatori giovanili)

Mobilità per studenti dell’istruzione superiore e dell’istruzione e formazione professionale

Garanzia per i prestiti

Master congiunti

Scambi di giovani e Servizio Volontario Europeo

Azione chiave 2 – Cooperazione per l’innovazione e le buone pratiche

Partenariati strategici tra organismi dei settori educazione/formazione o gioventù e altri attori rilevanti,

Partenariati su larga scala tra istituti di istruzione e formazione e il mondo del lavoro

Piattaforme informatiche: gemellaggi elettronici fra scuole eTwinning, Portale europeo per i giovani

settore Gioventù, Epale per l’educazione degli adulti.

Alleanze per la conoscenza e per le abilità settoriali e cooperazione con paesi terzi e paesi di

vicinato.

Azione chiave 3 – Riforma delle politiche Sostegno all’agenda UE in tema di istruzione, formazione e

gioventù mediante il metodo del coordinamento aperto, iniziative di prospetto, strumenti EU per il

riconoscimento, disseminazione e valorizzazione, dialogo politico con stakeholders, paesi terzi e

organizzazioni internazionali.

 

19 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Attività Jean Monnet

Moduli, cattedre, centri di eccellenza accademici per intensificare la formazione negli studi

sull’integrazione europea rappresentati in un curriculum ufficiale di un’istituzione di istruzione

superiore, nonché per svolgere, monitorare e sorvegliare la ricerca sull’argomento UE, anche per altri

livelli di istruzione come la formazione degli insegnanti e la scuola dell’obbligo.

Sport

Partenariati di collaborazione, allo scopo di combattere il doping nello sport di base, soprattutto in

ambienti ricreativi come lo sport e il fitness praticati a livello amatoriale, di sostenere la prevenzione e

la sensibilizzazione tra le parti coinvolte nella lotta contro le partite truccate, nonché approcci innovativi

per contenere la violenza e fronteggiare il razzismo e l’intolleranza nello sport

Per quanto riguarda le priorità nazionali stabilite dal Programma nell’ambito del settore scolastico, esse

sono le seguenti:

Migliorare le competenze del personale della scuola e rafforzare la qualità dell’insegnamento e

dell’apprendimento

Ampliare la conoscenza e la comprensione delle politiche e delle pratiche educative dei paesi

europei

Innescare cambiamenti in termini di modernizzazione e internazionalizzazione delle scuole

Creare interconnessioni fra istruzione formale, non formale, formazione professionale e mercato

del lavoro

Promuovere attività di mobilità all’estero per gli alunni e lo staff delle scuole, anche a lungo

termine

Accrescere le opportunità per lo sviluppo professionale e per la carriera del personale della scuola

Aumentare la motivazione e la soddisfazione nel proprio lavoro quotidiano

Quelle per il settore Istruzione e Formazione Professionale:

 

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Sviluppare qualifiche del ciclo post secondario e terziario, conformemente al Quadro Europeo delle

Qualifiche (EQF) e focalizzate su aree con potenziale di crescita o aree con carenza di competenze

attraverso l’allineamento delle politiche VET alle strategie di sviluppo economico locale, regionale

e nazionale

Sviluppare partenariati fra mondo dell’istruzione e mondo del lavoro (in particolare imprese e parti

sociali).

Attraverso il Programma Erasmus+, studenti, docenti, dirigenti, stakeholders possono partecipare ad

attività formative e professionali all’estero, confrontarsi con persone, associazioni, enti privati e

istituzioni di altri paesi europei avendo l’opportunità di confrontarsi con altri contesti sociali, apprendere

nuove lingue e buone prassi da importare nella propria nazione o esportare in altre.

Gli studenti degli istituti tecnici e professionali, ad esempio, hanno l’opportunità, di svolgere tirocini

formativi da 2 settimane a 12 mesi in uno dei paesi partecipanti al Programma.

L’esperienza di mobilità transnazionale per i giovani promossa da Erasmus+, agevolando la transizione

verso il mondo del lavoro, diventa quanto mai preziosa in questi tempi di crisi economica ed elevata

disoccupazione giovanile, in questa realtà impregnata di multiculturalismo e di necessità di competenze

ed ecco perché è necessario che i docenti apprendano come progettarla e realizzarla al meglio, ponendo

grande attenzione alla qualità.

Il tirocinio formativo, sia esso curriculare ed incluso nelle attività scolastiche, o un’esperienza extra-

scolastica realizzata attraverso la partecipazione a programmi comunitari, sta diventando pian piano parte

integrante del percorso di formazione professionale di ogni individuo e si propone come obiettivo

principale quello di creare un raccordo tra formazione e acquisizione di competenze professionali

riconosciute e quindi spendibili nel mercato del lavoro.

Ciò può essere raggiunto anche grazie all’utilizzo di tutti gli strumenti disponibili per il riconoscimento

e il trasferimento delle competenze acquisite con cui si sta tracciando la strada verso la costruzione di un

sistema di formazione professionale condiviso e di uno spazio europeo, dove il cittadino circoli

 

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liberamente con saperi, apprendimenti e qualifiche, ovunque trasferibili, riconoscibili e spendibili.7 Un

esempio è l’Europass Mobility, ovvero una certificazione valida a livello Europeo che si presenta sotto

forma di documento atto a registrare le conoscenze e le competenze acquisite in un determinato paese

europeo. Altro importantissimo passo per il riconoscimento delle competenze è l’Ecvet, un sistema di

trasferimento di crediti messo a punto per facilitare il riconoscimento e il trasferimento dei risultati di

apprendimento in vista dell’acquisizione di una qualificazione o di una sua parte. Si applica a tutte le

qualificazioni dei sistemi di istruzione e formazione non accademica mentre per i titoli accademici si

applica l’Ects (European credit transfer and accumulation system). Ecvet è stato istituito con la

Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009. Il sistema non costituisce

un obbligo per i diversi sistemi di istruzione e formazione e dovrebbe essere sviluppato e implementato

gradualmente su base volontaria da parte dei paesi europei, tenendo conto delle legislazioni nazionali o

regionali e/o dei regolamenti settoriali esistenti riguardo le qualificazioni.

Ciascun tirocinio formativo viene progettato nell’ambito di un quadro di qualità, che include un “accordo

di apprendimento”, precedentemente concordato tra organizzazioni di invio e di accoglienza per garantire

un livello di qualità elevato, nella realizzazione dell’attività e nei risultati dell’apprendimento.

In definitiva, possiamo affermare che il sistema scolastico italiano si è incamminato verso un percorso

di modernizzazione e trasformazione, implementando iniziative, adottando strumenti e cogliendo le

opportunità di cambiamento ed internazionalizzazione, fattori indispensabili per il raggiungimento di

obiettivi di crescita sostenibile ed inclusiva, stabiliti e condivisi sia a livello nazionale che a livello

europeo.

                                                            7 http://www.erasmusplus.it/formazione/tirocini/ 

 

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L’INNOVAZIONE DIDATTICA IN ITALIA

Per promuovere un’attività educativo-didattica realmente efficace, si necessita della continua

sperimentazione di «nuovi modi di fare scuola». Questo richiede agli insegnanti una forte flessibilità e

anche il «rimettersi in gioco», adattando continuamente il proprio modo di insegnare per stare al passo

con i tempi e con le crescenti e sempre più diversificate esigenze degli alunni. Per questo è necessario

applicare metodologie educativo-didattiche valide ed efficaci nel promuovere da una parte

l’apprendimento degli alunni e, dall’altra, il loro benessere emotivo-motivazionale nello stare insieme a

scuola. Nella pratica didattica possono essere utilizzati diversi modelli pedagogici di riferimento che

indicano strategie, metodi, tecniche che un docente può attuare per facilitare l’apprendimento del

discente. Fondamentale è il ruolo del docente che deve essere in grado di comprendere quali siano gli

obiettivi generali che deve acquisire lo studente (contenuti, conoscenze, abilità, competenze) e quale

modello didattico vada applicato al fine di agevolare l’apprendimento di quest’ultimo.

Il docente, dunque, dinanzi a tale vastità di metodi, applica quest’ultimi al fine di attivare nel discente

capacità trasversali e metacognitive trasferibili in contesti altri per l’appropriazione di life skills che

rappresentano la vera finalità di ogni processo cognitivo e di insegnamento-apprendimento.

In Italia, un movimento di innovazione didattica è quello delle Avanguardie educative, promosso

dall’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire).

Le Avanguardie educative nascono nel 2014 dall’iniziativa congiunta di Indire e di un primo gruppo di

22 scuole che hanno realizzato alcune esperienze innovative. Il movimento è aperto a tutte le scuole

italiane impegnate ogni giorno per trasformare il modello trasmissivo della scuola – che mira a creare

una rete individuando e supportando esperienze d’innovazione dal basso in grado di concorrere a

superare limiti e inerzie a livello didattico, strutturale e organizzativo del fare scuola. Quest’ultimo

intende utilizzare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dai linguaggi digitali per cambiare gli

ambienti di apprendimento e offrire “idee” a partire dall’esperienza delle scuole. Ognuna di queste

rappresenta la tessera di un mosaico che mira a rivoluzionare l’organizzazione della didattica, del tempo

e dello spazio del “fare scuola”. Oggi sono circa 570 le scuole che hanno aderito al Movimento e sono

in costante crescita: si tratta di istituti che si riconoscono nei suoi principi ispiratori e che quotidianamente

 

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lavorano per ripensare il modello trasmissivo di scuola e fornire una risposta concreta alle sfide di una

società della conoscenza in continuo movimento.

Questo movimento propone un manifesto articolato in sette punti chiave:

1) Trasformare il modello trasmissivo della scuola in quanto il modello basato solo sulla trasmissione

delle conoscenze “dalla cattedra” è ormai anacronistico. Oggi gli studenti imparano più efficacemente

attraverso l’apprendimento attivo che sfrutta materiali aperti e riutilizzabili, simulazioni, attività

laboratoriali, esperimenti hands-on, giochi didattici, ecc.

2) Sfruttare le opportunità offerte dalle ICT (Information and Communications Technology) e dai

linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare. Queste riducono le

distanze aprendo nuovi spazi di comunicazione (cloud, mondi virtuali, Internet of Things) riconnettendo

luoghi geograficamente isolati, e attori del sistema scuola: dalle imprese agli enti locali, dalle

associazioni alle fondazioni. Le nuove tecnologie, per le Avanguardie educative, sono mezzi/strumenti

con cui è possibile personalizzare i percorsi di apprendimento e rappresentare la conoscenza. Non hanno

un’accezione positiva né negativa poiché questa dipende esclusivamente dall’utilizzo che se ne fa.

3) Creare nuovi spazi per l’apprendimento al fine di garantire la fluidità dei processi comunicativi

innescati dalle ICT. Una scuola d’avanguardia ripensa gradualmente gli spazi e i luoghi con soluzioni

flessibili, polifunzionali, modulari e facilmente configurabili in base all’attività svolta, alla disciplina da

insegnare e anche per usi di tipo informale.

4) Riorganizzare il tempo del fare scuola: il ripensamento del modello didattico riguarda sia la

configurazione sia la gestione del tempo dell’apprendimento. Ciò presuppone il superamento di alcune

rigidità organizzative, come il calendario scolastico, l’orario delle lezioni e la parcellizzazione delle

discipline in unità temporali minime. Questo cambiamento deve tener conto della necessità di una

razionalizzazione delle risorse, di una programmazione didattica articolata in unità e moduli,

dell’affermarsi delle ICT e delle loro applicazioni in ambito formativo.

5) Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza: la società contemporanea,

grazie anche alla diffusione della Rete, valorizza nuove competenze che spesso non riguardano una

disciplina in particolare e il cui sviluppo è legato a una modalità di apprendere e operare in stretta

 

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connessione con la realtà circostante. Una scuola aperta all’evoluzione dei saperi è in grado di

comprendere il cambiamento e migliorare il servizio offerto in sinergia con le richieste del territorio.

6) Investire sul “capitale umano” ripensando i rapporti: la valorizzazione del capitale umano consente

agli insegnanti di sentirsi sempre più registi di modelli di didattica attiva e vedere nel cambiamento una

risorsa. Una scuola d’avanguardia è in grado di individuare le risorse – nel territorio,

nell’associazionismo, nelle imprese e nei luoghi informali – per arricchire il proprio servizio attraverso

un’innovazione continua che garantisca la qualità del sistema educativo.

7) Promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile: obiettivo delle scuole d’avanguardia è

individuare l’innovazione e renderla concretamente praticabile, sostenibile e riproducibile in altre realtà.

In tal senso, è necessario trovare quegli elementi chiave che consentano il passaggio dall’esperienza al

modello, affinché possa essere trasferibile e sostenibile in un contesto che abbia i presupposti adeguati,

producendo risultati analoghi.

Nell’ambito di tre dimensioni fondamentali del fare scuola, Spazio, Tempo e Didattica, si sviluppano le

16 idee innovative del Movimento al fine di garantire un’innovazione scolastica8:

Aule laboratorio disciplinari

Le aule sono assegnate in funzione delle discipline che vi si insegneranno per cui possono essere

riprogettate e allestite con un setting funzionale alle specificità della disciplina stessa. Ciò consente al

docente di personalizzare il proprio spazio di lavoro adeguandolo a una didattica attiva di tipo

laboratoriale, predisponendo arredi, materiali, libri, strumentazioni, device, software, in relazione allo

specifico disciplinare per rendere naturale e facile il lavoro sull’esperienza diretta o mediata dalle

tecnologie digitali. In particolare i docenti di materie umanistiche lamentano il fatto di non poter disporre

di un ambiente adeguato alle loro esigenze, al contrario dei colleghi di materie scientifiche per i quali

sono previsti almeno i laboratori. Anche i docenti di materie scientifiche però dichiarano insoddisfacente

la separazione artificiosa tra l’esperienza pratica svolta in laboratorio e la lezione teorica in classe. La

creazione di queste aule superano la distinzione tra lezione teorica (funzionale allo sviluppo di

                                                            8 www.indire.it 

 

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conoscenze) e attività laboratoriale (funzionale allo sviluppo di competenze). Ciò consente al discente di

produrre esperienze di studio e di ricerca vicine a quelle esistenti in ambiti professionali.

Spazio flessibile

L’aula di tipo tradizionale, dotata di cattedra, lavagna di ardesia e banchi disposti in file, ha

progressivamente accolto al suo interno tecnologie di varia natura, quest’ultima viene definita «Aula

3.0», uno spazio più ampio di una classe tradizionale e inoltre già cablato per un uso adeguato degli

strumenti tecnologici necessari e per organizzare in modo flessibile gli arredi. Il tutto per favorire una

didattica innovativa centrata sullo studente, che privilegia approcci laboratoriali e collaborativi

permettendo agli stessi di svolgere attività diversificate. L’obiettivo è favorire una rielaborazione attiva

e personale dei contenuti da parte dei giovani, sia nelle discipline letterarie sia in quelle scientifiche. Aula

3.0 è un ambiente di apprendimento moderno e flessibile senza dover progettare edifici/strutture nuove

ma recuperando/ridefinendo l’utilizzo di ambienti già esistenti.

Bocciato con credito

Allo scopo di affrontare il problema della demotivazione degli studenti e del loro insuccesso scolastico,

la proposta prevede che tutte le discipline per le quali il giovane ha comunque conseguito un giudizio di

sufficienza vengano registrate come «credito formativo» nel suo curriculum. L’anno successivo, in caso

di ripetenza, il Consiglio di Classe prenderà atto, nella sua prima seduta, degli eventuali risultati positivi

raggiunti, nonostante l’esito globale negativo, e li registrerà come punto di partenza della costruzione del

curriculum e degli impegni da proporre allo studente. Il Consiglio di Classe potrà decidere anche di

esonerare lo studente dalla frequenza delle lezioni di alcune discipline, una volta verificato il

mantenimento del credito acquisito per evitare il rischio che si demotivi riducendo così il rischio di

dispersione scolastica negli studenti. Tutto ciò rende “capitalizzabile” il percorso formativo dello

studente rendendo coerenti i percorsi individuali di crescita e sviluppo della persona.

Compattazione del calendario scolastico

Al fine di evitare la dispersione cognitiva dei ragazzi, sollecitati da un numero eccessivo di discipline

proposte in contemporanea e di superare la frammentazione artificiosa dei saperi, ottimizzando la

gestione del tempo scolastico, alcune scuole stanno sperimentando la compattazione del calendario

scolastico. Alcune discipline vengono insegnate solo nel 1° quadrimestre, altre discipline, vengono

 

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proposte solo nel 2° quadrimestre. Al termine dell’anno scolastico il Consiglio di Classe effettua la

valutazione finale globale dell’alunno, tenendo conto di tutti i risultati e di tutte le valutazioni registrate.

Alcune discipline non vengono compattate perché necessitano, per la loro stessa natura, di un approccio

costante e continuativo nel tempo (ad. es. le lingue, l’educazione motoria, ecc.) al fine di garantire al

discente una didattica per competenze. Questo metodo consente ai docenti di progettare interventi

didattici mirati avendo la possibilità e il tempo di conoscere meglio lo studente, individuarne per tempo

le difficoltà e intervenire per sostenerlo.

Teal (tecnologie per l’apprendimento attivo)

Il «TEAL» (Technology Enhanced Active Learning) è una metodologia didattica che vede unite lezione

frontale, simulazioni e attività laboratoriali su computer per un’esperienza di apprendimento ricca e

basata sulla collaborazione. Essa favorisce un approccio progettuale nei percorsi di formazione andando

a superare la logica dello studio inteso come mero apprendimento mnemonico di testi scritti, integrando

gli strumenti digitali con quelli tradizionali. La classe TEAL prevede una serie di strumenti tecnologici

da utilizzare in spazi con specifiche caratteristiche (ad es. ampiezza, luminosità, ecc.) e arredi modulari

e quindi facilmente riconfigurabili a seconda delle necessità. Il TEAL prevede un’aula con postazione

centrale per il docente, attorno alla postazione sono disposti alcuni tavoli rotondi che ospitano gruppi di

studenti in numero dispari. L’aula è dotata di alcuni punti di proiezione sulle pareti ad uso dei gruppi di

studenti. Per favorire l’istruzione tra pari, i gruppi sono costituiti da componenti con diversi livelli di

competenze e di conoscenze. Il docente introduce l’argomento con domande, esercizi e rappresentazioni

grafiche. Poi ogni gruppo lavora in maniera collaborativa e attiva con l’ausilio di un device per

raccogliere informazioni e dati ed effettuare esperimenti o verifiche. Ciò porta il docente a sviluppare

una didattica innovativa supportata da strumenti tecnologici.

Integrazione cdd/libri di testo

Nel comma 1 dell’articolo 6 della legge n. 128/2013 è scritto che le scuole possono produrre in proprio

manuali di studio da destinare alle classi e possano elaborare il materiale didattico digitale per specifiche

discipline da utilizzare come libri di testo e strumenti didattici per la disciplina di riferimento. La

costruzione del libro è il pretesto per sperimentare nuove pratiche di didattica attiva che utilizzino in

maniera diversa spazi e tempi di apprendimento, attraverso un uso virtuoso di strumenti tecnologici e

 

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tradizionali e di apprendimenti formali e informali. I libri sono il risultato di un lavoro di ricerca portata

avanti dagli insegnanti all’interno delle classi (attività che consente oltretutto di ridurre le spese destinate

all’acquisto dei manuali per lo studio delle discipline). La scuola si trasforma in un grande laboratorio

dove si apprende il processo di costruzione della conoscenza attraverso una metodologia che è quella

della progettazione. I libri di testo e i materiali didattici realizzati sono insieme strumento e prodotto dei

percorsi di formazione. Ciò consente al discente di mettere in atto un apprendimento attivo e non più

mnemonico di testi scritti, favorendo un approccio progettuale e laboratoriale nei percorsi di formazione.

Spaced learning (apprendimento intervallato)

Lo «Spaced learning» prevede una lezione suddivisa in tre momenti di 15-20” ciascuno, intervallati da

due pause di 10” in cui i ragazzi “staccano” dalla lezione distraendosi o impegnandosi in attività fisiche

o manuali. Il metodo differisce molto dal modo di fare didattica di tutti i docenti e si decide quindi di

avviare una sperimentazione solo in alcune classi, classi in cui i docenti lavoreranno con due colleghi più

esperti nel progettare le lezioni e organizzare il setting d’aula richiesto. I docenti decidono di utilizzare

questa metodologia in alcuni precisi momenti dell’attività didattica (ad es. all’introduzione di una nuova

unità didattica, prima delle verifiche, durante le attività di recupero, ecc.) per poter così valutare meglio

la ricaduta ed estendere in seguito il metodo nei momenti più opportuni. Viene proposto questo metodo

al fine di sviluppare una metodologia didattica attiva che superi il concetto di lezione frontale, mettendo

gli studenti al centro dei processi di apprendimento per acquisire un metodo che permetta di migliorare

gli apprendimenti rilevabili tramite le prove oggettive somministrate ai ragazzi.

Ict lab

Con la sigla «ICT Lab» si intendono le attività che ruotano attorno a tre temi tecnologici così definibili:

- Artigianato digitale: ciò che porta alla creazione di un oggetto attraverso la tecnologia, quindi dal

CAD e il disegno 3D alla stampa 3D;

- Coding: sono tutte le attività volte all’acquisizione del pensiero computazionale, fino alla capacità

di “dominare” la macchina istruendola a “fare cose” anziché, ricorrere ad altre già create e

disponibili;

- Physical computing: è la possibilità di creare oggetti programmabili che interagiscono con la

realtà; il campo di applicazione più noto è quello della robotica.

 

28 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Il mix di questi tre temi può portare a interessanti soluzioni didattiche: è la base per le idee che animano

community come CoderDojo, Rails Girls e i FabLab (noti anche come «officine della creatività»). In

queste community la didattica laboratoriale, l’apprendimento autonomo e cooperativo occupano un ruolo

rilevante e di assoluto interesse per la scuola. Pertanto, attraverso queste attività si sviluppano

metodologie innovative di rappresentazione della conoscenza basate sul problem solving e sul problem

posing andando a favorire la pratica laboratoriale nei percorsi di formazione. Inoltre, quest’ultime

stimolano la creatività in docenti e studenti attraverso attività che valorizzano idee nuove e spirito di

iniziativa, sviluppando nello studente un apprendimento autonomo.

Flipped classroom (la classe capovolta)

L’idea-base della «flipped classroom» è che la lezione diventa compito a casa mentre il tempo in classe

è usato per attività collaborative, esperienze, dibattiti e laboratori. In questo contesto, il docente non

assume il ruolo di attore protagonista, diventa piuttosto una sorta di “mentor”, il regista dell’azione

pedagogica. Nel tempo a casa viene fatto largo uso di video e altre risorse e-learning come contenuti da

studiare, mentre in classe gli studenti sperimentano, collaborano, svolgono attività laboratoriali. È

importante che il tempo ‘guadagnato’ in classe grazie al flipping venga usato in maniera ottimale e che

le risorse utilizzate dallo studente nel tempo a casa siano di qualità elevata, oltre ad essere calibrate sul

livello di conoscenza fino a quel momento raggiunto dal giovane. Una libreria di contenuti integrata con

video online vagliati in base a qualità e accessibilità è il miglior punto di partenza per ottenere un buon

risultato finale. Con questo metodo la classe diventa luogo di attività didattiche più efficaci e maggiori

sono le interazioni docente-studente e tra pari. Molti ragazzi iniziano a individuare personali modalità di

apprendimento dei contenuti e dimostrano di averli compresi, grazie anche al fatto che hanno imparato a

gestire lo studio in relazione ai propri ritmi. Ciò, infatti, permettere una radicale trasformazione di attività,

relazioni e aspettative “capovolgendo” i due elementi cardine dell’esperienza educativa: il tempo a scuola

e il tempo a casa, consentendo il miglioramento delle interazioni educative in classe, ottimizzando di

conseguenza il tempo a scuola.

Didattica per scenari

La «didattica per scenari» è un approccio che si prefigge l’obiettivo di introdurre nella pratica quotidiana

attività didattiche centrate sullo studente che si avvalgono delle potenzialità offerte dalle ICT. I docenti

 

29 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

scrivono sempre in forma narrativa, il piano delle attività didattiche che intendono sviluppare con la

propria classe. Ogni attività è descritta in modo flessibile e prevede una serie di strumenti operativi da

usare durante le lezioni. Le attività proposte sono la componente che contiene gli ingredienti per il

capovolgimento del tradizionale paradigma didattico “frontale”: propone azioni, strumenti e attività che

sottendono metodologie centrate sullo studente. È un modo di lavorare che assegna all’impianto

metodologico il ruolo di guida dell’innovazione permettendo contemporaneamente ampi gradi di

flessibilità: la Learning story non è un racconto chiuso; è una sceneggiatura che si riscrive continuamente

in base ai cambiamenti e agli imprevisti che emergono nel corso dell’azione e che prende forma definitiva

soltanto a percorso concluso. Gli insegnanti, nel pianificare lezioni che prevedono attività centrate sullo

studente, trovano interessante il fatto che il nuovo approccio fornisca suggerimenti operativi sia per le

attività da svolgere sia per il fatto che queste vengano valorizzate grazie all’uso “ragionato” delle ICT.

La didattica per scenari è un metodo agile e flessibile, si parte dalla metodologia per arrivare ai contenuti,

incentiva la creatività dei docenti e degli studenti attraverso attività e strumenti che valorizzano idee

nuove e spirito di iniziativa.

Debate (argomentare e dibattere)

Il «debate» è una metodologia che permette di acquisire competenze trasversali («life skill»), che smonta

alcuni paradigmi tradizionali e favorisce il cooperative learning e la peer education non solo tra studenti,

ma anche tra docenti e tra docenti e studenti. Esso consiste in un confronto nel quale due squadre

sostengono e controbattono un’affermazione o un argomento dato dall’insegnante. L’argomento

individuato è tra quelli raramente affrontati nell’attività didattica tradizionale. Dal tema scelto prende il

via un vero e proprio dibattito, una discussione formale, non libera, dettata da regole e tempi precisi, per

preparare la quale sono necessari esercizi di documentazione ed elaborazione critica. Ciò permette agli

studenti di imparare a cercare e selezionare le fonti, sviluppare competenze comunicative, ad

autovalutarsi, a migliorare la propria consapevolezza culturale e, non ultimo, l’autostima. Questo metodo

allena la mente a considerare posizioni diverse dalle proprie e a non fossilizzarsi su personali opinioni,

sviluppa il pensiero critico, allarga i propri orizzonti e arricchisce il personale bagaglio di competenze.

Acquisire «life skill» da giovani permetterà una volta adulti di esercitare consapevolmente un ruolo attivo

in ogni processo decisionale. Al termine del confronto l’insegnante valuta la prestazione delle squadre

 

30 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

assegnando un voto che misura le competenze raggiunte. Nelle gare di debate, per gli obiettivi che la

metodologia si prefigge, non è consentito alcun ausilio di tipo tecnologico.

L’inserimento di questo nuovo metodo insegna ad andare oltre il dialogo dialettico (la cui finalità è quella

di trovare un punto di incontro comune); è uno stimolante invito a sperimentare il dialogo dialogico ed è

capace di sviluppare e rafforzare competenze linguistiche, logiche e relazionali.

Dentro/fuori la scuola

Già da molti anni, l’autonomia scolastica, l’Accordo Stato Regioni ed Enti Locali, le indicazioni europee

hanno accentuato un processo di trasformazione che vede tutte le componenti educative e formative

presenti sul territorio (scuola, famiglia, enti locali, associazionismo, strutture ricreative, mondo del

lavoro) coinvolte, seppure in misura diversa, in un’azione di corresponsabilità educativa nei confronti

degli studenti, secondo un’ottica sinergica, che vuole superare la frantumazione e il policentrismo in

direzione di un’idea di rete sistemica. La scuola stabilisce un legame biunivoco con il territorio di

appartenenza, attingendo da esso in termini culturali e finanziari, ma proponendosi, a sua volta, come

reale opportunità, come soggetto in grado di rispondere alle richieste provenienti dal contesto. La scuola

può configurarsi come la ‘piazza ideale’ di un territorio fisico, elemento aggregante, propulsore e

trainante, in grado di offrire servizi, mettere a disposizione risorse, cooperare nella lettura dei bisogni

culturali e formativi del territorio collaborando alla co-costruzione della cultura e delle reti di capitale

sociale. Il territorio diventa così orizzonte di senso: spazio di vita, ambito di studio, luogo delle

trasformazioni in cui sperimentare direttamente cittadinanza attiva e critica. Ciò consente di ottimizzare

l’utilizzo delle risorse (umane, finanziarie, strutturali) interne ed esterne alla scuola e di superare la

frantumazione delle opportunità formative. Il discente mette in atto un apprendimento attivo attraverso

l’approccio progettuale e la pratica laboratoriale nei percorsi di formazione. Inoltre, si restituisce alla

scuola sia il ruolo di intellettuale sociale, sia un luogo di elaborazione culturale, ma anche di

partecipazione civica e sociale, di cittadinanza attiva.

Apprendimento differenziato

Ha l’obiettivo di garantire agli studenti un percorso di formazione individualizzato e motivante. Lo spazio

e il tempo della didattica risultano completamente rivoluzionati, per favorire nei ragazzi e nei docenti

 

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momenti di condivisione, discussione e riflessione. Gli studenti sono chiamati a svolgere un ruolo attivo

nella pianificazione delle loro attività quotidiane e nella partecipazione alle attività della scuola in

generale. L’attività in classe si organizza per “tavoli di lavoro”, con compiti diversi, a rotazione.

Oltre le discipline

Con questa idea si intende superare la rigidità e la frammentarietà delle discipline per potenziare la

didattica curricolare per competenze. A questo scopo, la scuola mette in atto quella che indica come la

“pacchettizzazione dell’orario”, suddividendo le attività di ogni docente tra quelle relative alle “lezioni

tecniche” e quelle dedicate allo sviluppo di competenze, su temi trasversali, secondo nuclei fondanti delle

discipline individuati in fase di programmazione.

Apprendimento autonomo e tutoring

Il lavoro autonomo prevede un’organizzazione oraria che concede agli studenti uno spazio tutto

individuale per affinare la capacità di studio e di approfondimento al fine di garantirgli maggiore

autonomia e responsabilità. Per questa attività lo studente è affiancato da un tutor, che può essere un

docente (che non valuta) o un compagno che lo aiuta lavorando a stretto contatto con lui. Gli alunni,

quindi, imparano non solo a collaborare e a raggiungere insieme o da soli obiettivi cognitivi e sociali, ma

imparano altresì a sviluppare importantissime abilità metacognitive come: la previsione, la riflessione, il

monitoraggio, l’autovalutazione e la revisione.

Service learning

Il Service-Learning è un metodo pedagogico-didattico che unisce il volontariato per la comunità

all’acquisizione di competenze professionali, metodologiche e sociali. Partendo da situazioni

problematiche reali, attraverso questa metodologia si cerca di costruire una situazione didattica che

coinvolga gli studenti in un processo di apprendimento a 360 gradi. Questo metodo favorisce nello

studente capacità di problem solving e una maggiore coinvolgimento dello stesso.

L’approccio formativo si avvale di metodologie didattiche finalizzate a sviluppare una coscienza critica

ed a produrre nel discente, quel “cambiamento” che rappresenta l’obiettivo della formazione. Realizzare

buone pratiche all’interno degli istituti scolastici diventa più facile se gli insegnanti sono preparati a

progettare percorsi formativi e didattici. A tal proposito la didattica innovativa ha il fine di accrescere le

competenze degli studenti attraverso nuovi metodi di apprendimento, attraverso esperienze di confronto

 

32 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

e condivisione che accrescono la partecipazione dello studente, e portano la classe a un livello

comunicativo molto più elevato e a capacità di Problem Solving. Lo scopo della metodologia centrata

sullo studente è di dare forma all’apprendimento in base alle necessità individuali dello studente. Un

approccio centrato sullo studente richiede un ruolo attivo, una preparazione adeguata e un lavoro intenso

in fase di progettazione. La metodologia centrata sullo studente si focalizza sulle preferenze dello stile

di apprendimento e sugli interessi degli studenti. L’insegnante crea le condizioni nelle quali gli studenti

possono collaborare con gli altri, insegnando in base al loro stile preferito di apprendimento, ponendo

delle domande sulle questioni in oggetto e sviluppando la coscienza dell’autovalutazione negli studenti.

L’esperienza dell’apprendimento è molto più individuale e piacevole per ogni studente. In questo

contesto il ruolo del docente cambia dal trasmettere conoscenze al facilitare l’apprendimento. Il compito

di facilitatore è di definire le condizioni nelle quali si può sviluppare l’apprendimento fornendo supporto

nel caso nel quale vi sia una richiesta di aiuto, piuttosto che fornire giudizi categorici o assoluti. L’aiuto

deve essere formulato tenendo conto delle caratteristiche e delle necessità degli allievi. L’approccio

centrato sul discente permette allo studente di sviluppare le seguenti abilità: abilità analitiche, pensiero

critico, problem solving, pratica riflessiva, interpretazione di materiale, come articolare un argomento e

abilità di presentazione. Questo ambiente di apprendimento migliora la qualità e la quantità

dell’apprendimento perché gli studenti hanno una vasta scelta su cosa e come apprendere. I metodi

centrati sul discente inoltre migliorano il personale grado di sicurezza, l’abilità nel prendere decisioni, le

tecniche di discussione e permette loro di diventare parte integrante del processo di valutazione attraverso

tecniche di valutazione tra pari e autovalutazione.

 

33 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Didattica Innovativa e fabbisogno formativo: i risultati dell’indagine realizzata da Essenia UETP

In questa sezione saranno presenti i risultati relativi a una ricerca condotta da Essenia UETP sullo

scenario scolastico italiano che ha il fine di mostrare la situazione scolastica italiana sia relativa ai

fabbisogni dei docenti e dei discenti, sia di comprendere quali metodologie innovative vengono utilizzate

per poi estendere un focus sulle flipped.

Il metodo scelto è quello della ricerca attraverso il questionario. La ragione principale di questa tecnica,

per lo più chiusa e quindi in un certo senso costrittiva, è quella di comprendere nello specifico la

situazione scolastica italiana. Il questionario era anonimo e la sua riservatezza garantita, quest’ultimo è

stato strutturato in 33 domande ognuna delle quali rileva un dato significativo.

Abbiamo coinvolto 1.779 scuole secondarie di secondo grado: licei (279), istituti tecnici (891) e

professionali (609), ma hanno preso parte alla ricerca solo 90 scuole di cui 20 licei, 47 istituti tecnici e

23 professionali. Dall’invio del questionario è stato dato un tempo massimo di compilazione di due

settimane. Nella prima parte del questionario è stato chiesto ai docenti il sesso, l’età, la scuola in cui

presta servizio, la regione e la provincia della scuola, la materia d’insegnamento e da quanti anni svolge

la professione. In una seconda parte sono state poste alcune domande per evincere i fabbisogni dei docenti

e dei discenti, le metodologie e gli strumenti utilizzati dei docenti in particolare sulle flipped.

L’obiettivo del questionario è stato quello di rilevare che tipo di formazione innovativa viene utilizzata

nelle scuole e quali sono le esigenze di formazione professionale degli insegnanti e dei discenti per poi

estendere un focus sulle flipped. Le risposte a noi pervenute sono in totale 90 con prevalenza della

Campania (21,11%), l’Emilia Romagna e Lombardia (11,11%) e la Puglia (8,89%). La minoranza delle

risposte proviene da Toscana e Molise con il 3,33%, in Piemonte con il 2,22% e in Liguria, Umbria e

Basilicata il 1,11%. Nessuna risposta è pervenuta dai docenti della Valle D’Aosta.

 

34 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Come si evince dal grafico nella pagina seguente, alla domanda n.6: “La Sua materia di insegnamento a

quale area disciplinare si riferisce?” come si evince dal grafico, notiamo che la prevalenza delle risposte

è data dal 52,22% di professori che insegnano lingue straniere, l’11,11% discipline matematiche, fisiche

e chimiche ed il 13,33% insegnano altre materie.

 

35 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

I docenti che hanno preso parte alla ricerca sono prevalentemente di sesso femminile (87,78%), solo il

12,22% sono di sesso maschile. Tra questi, il 52,22% insegna in istituti tecnici, il 25,56% in istituti

professionali e il 22,22% in licei.

 

36 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

I continui cambiamenti sociali e culturali hanno modificato anche il sistema scolastico pertanto, per cui

gli insegnanti devono aggiornarsi costantemente. La necessità dell’apprendimento lungo tutto l’arco della

vita (life long learning) è evidente dal fatto che il 95,56% degli insegnanti, nonostante i numerosi anni di

servizio, hanno frequentato corsi di formazione, contro il 4,44% di insegnanti che non hanno partecipato

a master/corsi di formazione per ampliare il proprio bagaglio culturale. La necessità dell’aggiornamento

continuo nasce dal fatto che i docenti hanno a loro disposizione numerosi metodi d’insegnamento e a

volte è difficile utilizzarli correttamente adattandoli alle esigenze di ogni singolo discente.

 

37 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Le metodologie sono molteplici ma non tutte conosciute dai singoli docenti, proprio per questo gli

insegnanti italiani ogni anno svolgono numerosi corsi di formazione. Negli ultimi cinque anni il 72,98%

di docenti ha seguito corsi sulla didattica innovativa e le metodologie d’insegnamento, il 69,42% corsi

di lingua straniera, il 64,08% corsi per implementare il loro livello di utilizzo delle tecnologie, il 44,5%

corsi sull’inclusione scolastica e il 28% sulla progettazione, in particolare quella europea.

Il 99% dei docenti afferma che continuerà a formarsi nei prossimi anni in base alle esigenze scolastiche

e ai continui cambiamenti del settore, sia per migliorare la didattica sia per adottare metodi che vadano

a soddisfare le singole esigenze dei discenti restando al passo con i tempi.

Attualmente in Italia le metodologie più conosciute dagli insegnanti sono la “metodologia Clil” (Content

Language Integrated Learning) con il 45,68% di risposte. Si tratta di un approccio metodologico che

prevede l'insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera veicolare, al fine di integrare

l'apprendimento della lingua straniera e l'acquisizione di contenuti disciplinari, creando ambienti di

apprendimento che favoriscano atteggiamenti plurilingue e sviluppino la consapevolezza multiculturale.

Ulteriori metodologie conosciute in Italia dai docenti sono il coding con il 44,44% mentre la classe 3.0,

il role playing sono mediamente conosciute dai docenti italiani. La metodologia di cui il 72,84% dei

 

38 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

docenti non possie alcuna conoscenza è il metodo Ørberg o metodo natura. Si tratta di una metodologia

per l'insegnamento del latino e del greco basata sulle strategie dell'apprendimento delle lingue dal vivo.

Le lingue classiche vengono apprese come se fossero parlate, utilizzando testi che l'allievo può leggere

e comprendere immediatamente senza traduzione e senza spiegazioni nella sua lingua madre.La pratica

diretta delle lingue classiche ha lo scopo di rendere familiari allo studente veicoli comunicativi che,

altrimenti, egli percepisce distanti da sé e difficilmente penetrabili. Il metodo natura o Orberg per

l'insegnamento del latino e del greco è stato consigliato dal Ministero della Pubblica Istruzione nelle

nuove indicazioni nazionali: «Un'interessante alternativa allo studio tradizionale della grammatica

normativa è offerta dal cosiddetto "latino naturale" – METODO NATURA – , che consente un

apprendimento sintetico della lingua, a partire proprio dai testi. Ciò consentirà di evitare l'astrattezza

grammaticale, fatta di regole da apprendere mnemonicamente e di immancabili eccezioni, privilegiando

gli elementi linguistici chiave per la comprensione dei testi e offrendo nel contempo agli studenti un

metodo rigoroso e solido...».

Sono difficilmente conosciute dai docenti italiani le “Metodologie ITEC”, il 67,90% degli insegnanti che

hanno preso parte all’indagine afferma di non conoscere tali metodi.

Anche la metodologia del ‘teatro d’impresa’, simulazione di un'attività teatrale che sviluppa flessibilità

e creatività per la risoluzione dei problemi - risulta essere sconosciuta al 66,67% degli insegnanti. Questa

metodologia utilizza le tecniche del teatro per non sostituire, ma per integrare e sostenere quelle

dell'educazione tradizionale e coinvolgere attivamente e motivare piacevolmente i partecipanti in un

modo esperienziale, divertente e allo stesso tempo molto efficace ed efficiente. Questo metodo riesce a

combinare due contesti apparentemente distanti, il mondo del lavoro, basato sull'organizzazione della

produzione con obiettivi concreti e profitto razionale, e l'arte del teatro, basata sulla finzione giocosa e

creativa, mirava all'espressività e all'estetica.

Il 58,02% dei docenti utilizza nelle classi il “brainstorming”, che stimola lo studente a sviluppare la

creatività per trovare soluzioni alternative a problematiche di vario genere, e consente di far emergere

molte idee -anche insolite - che vengono poi analizzate.

 

39 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Il 53,09% dei docenti predilige il “learning by doing”, una metodologia che permette ai discenti di

“imparare facendo”. Le metodologie più innovative secondo gli insegnati sono la “metodologia Clil” con

il 37,04%, la “peer education” con il 33,33% e il “learning by doing” con il 32,10%. Pur utilizzate da

molti anni nel contesto scolastico, tali metodi sono ancora ritenuti tra i più innovativi.

L’inclusione, secondo gli intervistati, viene favorita dal “cooperative learning” (39,51%), metodologia

attraverso la quale gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi

corresponsabili del reciproco percorso. L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore

delle attività, strutturando “ambienti di apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da un clima

relazionale positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di “problem solving di

gruppo”, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti.

Anche la “peer education” con il 35,80%, la didattica laboratoriale con il 34,57% e il “learning by doing”

con il 32,10% rientrano nelle metodologie che maggiormente favoriscono l’inclusione secondo i docenti

italiani. Dalla ricerca riscontriamo che sono poche le metodologie supportate dagli strumenti tecnologici

che favoriscono l’inclusione. Infatti, solo il 2,47% degli insegnanti ritiene che le “Metodologie Itec”

siano inclusive seguito dal 9,88% dei docenti i quali rispondono positivamente al “metodo TEAL”.

La maggioranza dei partecipanti alla ricerca (66,67%) svolgono la loro professione da più di 20 anni e

un 26,67% di insegnanti la esercitano dai 10 ai 20 anni.

Possi Non Possi La La Favo Tota

Classe 3.0 38,27 35,80% 18,52 14,81 29,6 20,99 81

Metodo 27,16 50,62% 18,52 7,41 13,5 9,88% 81

Debate 30,86 44,44% 16,05 7,41 11,1 11,11 81

Coding (le

tti ità

44,44

%

33,33% 16,05

%

18,52

%

24,6

9%

12,35

%

81

Project 32,10 12,35% 55,56 33,33 29,6 23,46 81

Business 33,33 45,68% 7,41% 17,28 9,88 9,88% 81

Role 34,57 8,64% 51,85 35,80 19,7 27,16 81

Outdoor 18,52 46,91% 17,28 16,05 9,88 9,88% 81

Teatro 20,99 66,67% 2,47% 9,88 3,70 3,70% 81

 

40 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Brain 29,63 6,17% 58,02 40,74 22,2 22,22 81

Learning 29,63 49,38% 18,52 9,88 6,17 3,70% 81

Didattica 25,93 2,47% 50,62 58,02 29,6 34,57 81

Cooperativ 27,16 6,17% 51,85 53,09 30,8 39,51 81

Spaced 25,93 59,26% 8,64% 6,17 9,88 6,17% 81

Blended 39,51 27,16% 22,22 23,46 18,5 12,35 81

Mobile 27,16 48,15% 14,81 14,81 17,2 8,64% 81

Metodolog 20,99 67,90% 3,70% 2,47 3,70 2,47% 81

Learning 32,10 8,64% 53,09 50,62 32,1 32,10 81

Peer 28,40 7,41% 48,15 53,09 33,3 35,80 81

Metodolog 45,68 4,94% 40,74 49,38 37,0 22,22 81

Metodo 20,99 72,84% 3,70% 1,23 4,94 2,47% 81

La ricerca si è focalizzata, come già detto, sulla metodologia flipped, che negli ultimi anni si sta

diffondendo in tutte le scuole italiane: ila percentuale di conoscenza di questo metodo tra gli intervistati

è del 92,59% e solo il 7,41% ha affermato di non averne mai sentito parlare.

 

41 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Gli insegnanti ritengono che questo metodo contribuisca a incoraggiare l'innovazione e l'inclusione in

aula, e che faciliti l’apprendimento cooperativo, il learning by doing e le capacità di problem solving,

stimolando la partecipazione attiva e la motivazione. In definitiva, la metodologia dell’apprendimento

capovolto incoraggia e sostiene attività educative incentrate sullo studente, migliorando l'interazione.

Nonostante i benefici che questo metodo può apportare e la consapevolezza della sua utilità da parte

degli insegnanti, solo il 25,33% di essi dichiara di usarlo, il 38,67% afferma che è una metodologia

applicata all'interno della scuola in cui insegna, mentre il 38,67% non lo usa. La ricerca mostra che

questo metodo è utilizzato principalmente per l'insegnamento delle lingue straniere (64,58%), mentre il

35,42% lo utilizza per insegnare storia e geografia e il 33,33% per insegnare materie scientifiche.

 

42 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Nonostante le numerose metodologie innovative utilizzate nelle scuole, secondo gli insegnanti esse non

riescono comunque a soddisfare il fabbisogno formativo ed educativo del discente (62,30% delle

risposte).

 

43 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

In particolare, ci sono alcune attitudini generalmente meno sviluppate nei discenti: il 75,41% dei docenti

ritiene che i discenti non sono motivati, il 68,85% ritiene altresì che quest’ultimi non riescono a

sviluppare un pensiero critico, il 57,38% che i discenti non sviluppano autovalutazione e consapevolezza,

il 45,90% sostengono che quest’ultimi non hanno una capacità di problem solving e il 44,26% hanno una

scarsa partecipazione attiva. Le principali cause che incidono negativamente sulla formazione del

discente sono prevalentemente di tipo socio culturale (80,33%), di tipo socio-economico (45,90%), di

tipo personale (34,43%)

 

44 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Dall’indagine risulta che i supporti tecnologici maggiormente utilizzati all’interno delle scuole sono i

computer (95,08%), le LIM (86,89%) e i software didattici (65,57%).

Anche le connessioni base/adsl/wifi (59,02%), i tablet (54,10%) ed i sistemi audio e video (49,18%),

hanno una buona percentuale di utilizzo nel contesto scolastico.

 

45 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

I docenti utilizzano le tecnologie per preparare le proprie lezioni (78,69%), per sfogliare e cercare

contenuti da far vedere agli studenti in classe (67,21%) e per comunicare in maniera online con i genitori

e gli studenti tramite registro elettronico (60,66%). Una minoranza, pari al 31,15% degli insegnanti,

utilizza il pacchetto office. Inoltre, essi utilizzano in classe materiale cercato in rete (80,33%), materiale

già presente online (67,21%), materiale digitale da loro stessi creato (59,02%) e materiale digitale offline

(52,46%). La maggior parte dei docenti utilizza le email per comunicare (88,52%) e produce testi usando

il programma word (80,33), creando presentazioni multimediali (49,18) ed infine partecipando ai social

network (42,62%). Pochi, invece, invece utilizzano i fogli di calcolo (21,31%) ed il 4,2% degli intervistati

non si sente a proprio agio scaricando risorse educative sui siti (4,92%).

 

46 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Gli ostacoli all’utilizzo delle tecnologie didattiche sono: la scarsa conoscenza di quest’ultimi (50,82%),

alla mancanza delle competenze di utilizzo (54,10%) e alla mancanza di attrezzature adeguate (65,57%).

Ciò che ha meno influenza, secondo gli intervistati, è la rigidità dei sistemi di istruzione e formazione.

 

47 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Oltre ai corsi di formazione, essi utilizzano anche altri strumenti per il loro aggiornamento didattico e

personale, tra cui piattaforme e siti internet. Tra le piattaforme maggiormente utilizzate dai docenti e

dalle scuole sono le moodle (40,98%), e-twinning (54,10%) ed edmodo (39,34%). Quelle meno utilizzate

sono weebly (4,92%) e gateway (9,84%).

 

48 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Tra i siti web più utilizzati dai docenti per la ricerca di informazioni e news in ambito scolastico troviamo:

Indire (65,57%), MIUR (63,93%), ed Erasmus Plus (62,30%). Una buona incidenza è rappresentata dalla

piattaforma orizzonte scuola (45,90%). Poco utilizzati i siti dell’ISFOL/INAPP (13,11%) e quello del

Ministero del lavoro (9,84).

In Italia, un movimento di innovazione è rappresentato da ‘Avanguardie educative’, promosso

dall’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire). Questo movimento

è conosciuto solo dal 31,15% dei docenti intervistati.

Nonostante la prevalenza dei docenti non conosca il movimento, una buona percentuale di essi dichiara

di essere a conoscenza di alcuni dei ‘punti’ di cui il Movimento propone e sostiene l’applicazione:

 

49 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

“flipped classroom” (68,85%), apprendimento autonomo e tutoring (54,10%), lo spazio flessibile

(50,82%), l’integrazione ccd/libri di testo (44,26%). Non sono conosciuti invece, mentre non possiedono

conoscenza sui relativi punti: bocciato con credito (77,05%), didattica per scenari (68,85%), il metodo

Teal e oltre le discipline (67,21%).

Il 47,54% dei docenti afferma avere a disposizione nel plesso scolastico aule di laboratorio disciplinari

mentre, il 34,43% utilizza il modello flipped, il 27,87% di laboratori informatici ed il 26,23%

l’integrazione cdd/libri di testo.

Dall’indagine emerge che, tra i punti del Movimento Avanguardie Educative da sviluppare, gli insegnanti

ritengono prioritario: sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dai linguaggi digitali per

supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare (67,21%), trasformare il modello trasmissivo

della scuola in apprendimento attivo il (63,97%), creare nuovi spazi per l’apprendimento con soluzioni

flessibili polifunzionali, modulari e facilmente configurabili in base all’attività svolta e per usi anche di

tipo informale(50,82%),. Inoltre, il 54,10% crede che sia importante investire sul “capitale umano”

consentendo agli insegnanti di sentirsi sempre più registi di modelli di didattica attiva e vedere nel

cambiamento una risorsa.

 

50 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Il 9% delle scuole da cui provengono gli insegnanti intervistati ha già aderito al Movimento, il 52% intende

aderire, mentre il 37,70% non è intenzionata a farlo.

Nonostante solo il 9,84% delle scuole abbia aderito al movimento, il 65,57% dei docenti sostiene che le

azioni promosse dalla scuola riescono a soddisfare il movimento Avanguardie educative Eontro il

34,43% che non è in grado di soddisfarle.

 

51 Project Name: IN.TE.M.I.S. Project No: 2016‐1‐IT01‐ KA202‐005354  Erasmus Plus ‐ KA2 Strategic Partnerships 

Per migliorare l’offerta formativa secondo il 54,10% degli insegnanti occorre rinnovare le strutture

scolastiche, mentre il 47,57% degli insegnanti evidenzia l’importanza di inserire nel sistema scolastico

le attività di job shadowing. Solo il 4,92% dei docenti sostiene che l’alternanza scuola lavoro,

l’attivazione di tirocini e le attività pomeridiane non dovrebbero essere inserite all’interno del contesto

scolastico.

Per un miglioramento del sistema scolastico è necessario secondo il 62,30% degli insegnanti

incrementare i fondi destinati all’istruzione in quanto quelli che la scuola ha a disposizione non bastano

per favorire l’innovazione, infatti solo il 37,70% creda possano bastare.

Per un miglioramento del sistema scolastico è necessario secondo il 62,30% degli insegnanti

incrementare i fondi destinati all’istruzione in quanto quelli che la scuola ha a disposizione non bastano

per favorire l’innovazione, infatti solo il 37,70% creda possano bastare.

f

Allegato 1

Ricerca comparata sulla didattica innovativa

e sul fabbisogno formativo degli insegnanti VET e degli studenti in Italia

Fonte: SurveyMonkey

Q1 Sesso Hanno risposto: 90 Hanno saltato la domanda: 0

m

Opzioni di risposta Risposte

m 12,22% 11

f 87,78% 79

Totale 90

Alla domanda 1: “Sesso” come si evince dal grafico, notiamo hanno risposto alla domanda 90 soggetti,

precisamente 11 maschi e 79 femmine con una percentuale totale di 12,22% maschi e 87,78% femmine.

Q2 Ha un’età compresa tra i: Hanno risposto: 90 Hanno saltato la domanda: 0

28-38 anni

58-68 anni

38-48 anni

48-58 anni

Opzioni di risposta Risposte

18-28 anni 0,00% 0

28-38 anni 4,44% 4

38-48 anni 14,44% 13

48-58 anni 56,67% 51

58-68 anni 24,44% 22

Altro (specificare) 0,00% 0

Totale 90

Alla domanda 2: “Ha un’età compresa tra i” come si evince dal grafico, notiamo che il 4,44% degli insegnanti ha

un’età compresa tra i 28 e i 38 anni; il 14,44% ha invece, un’età compresa tra i 38 e i 48 anni; Il 24,4% ha un’età

compresa tra i 58 ed i 68 anni. La prevalenza delle risposte è stata data dal 56,67 % dei docenti che ha un’età

compresa tra i 48 e i 58 anni.

Nessun docente con età compresa tra i 18 ed i 28 anni ha risposto alla domanda.

un liceo

unPr

Q3 La scuola in cui presta servizio è Hanno risposto: 90 Hanno saltato la domanda: 0

un Istituto Tecnico

Istituto ofessionale

Opzioni di risposta Risposte

un liceo 22,22% 20

un Istituto Professionale 25,56% 23

un Istituto Tecnico 52,22% 47

Totale 90

Alla domanda 3: “La scuola in cui presta servizio è” come si evince dal grafico notiamo che il 22,22% dei docenti svolge la sua

professione in un liceo, il 25,56% in un istituto professionale, mentre la prevalenza delle risposte si evince dal 52,22% degli

insegnanti di istituti tecnici.

Q4 Regione della scuola: Hanno risposto: 90 Hanno saltato la domanda: 0

Abruzzo

Basilicata

Calabria

Campania

Emilia Romagna

Friuli Venezia Giulia

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

Molise

Piemonte

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana

Trentino Alto

Adige

Umbria

Valle d'Aosta

Veneto

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Opzioni di risposta Risposte

Abruzzo 4,44% 4

Basilicata 1,11% 1

Calabria 4,44% 4

Campania 21,11% 19

Emilia Romagna 11,11% 10

Friuli Venezia Giulia 1,11% 1

Lazio 7,78% 7

Liguria 1,11% 1

Lombardia 11,11% 10

Marche 2,22% 2

Molise 3,33% 3

Piemonte 2,22% 2

Puglia 8,89% 8

Sardegna 7,78% 7

Sicilia 4,44% 4

Toscana 3,33% 3

Trentino Alto Adige 2,22% 2

Umbria 1,11% 1

Valle d'Aosta 0,00% 0

Veneto 1,11% 1

Totale 90

Alla domanda n.4 “Regione della scuola” come si evince dal grafico notiamo che la prevalenza delle risposte

ci viene data dagli Insegnanti della Campania con il 21,11%, a pari percentuale dall’Emilia Romagna e dalla

Lombardia (11,11%).

Nessuna risposta da parte degli insegnanti è pervenuta dalla Valle D’Aosta.

Q5 Provincia della scuola:

Hanno risposto: 90 Hanno saltato la domanda: 0

Agrigento

Alessandria

Ancona

Andria

Aosta

Arezzo

Ascoli Piceno

Asti

Avellino

Bari

Barletta

Belluno

Benevento

Bergamo

Biella

Bologna

Bolzano

Brescia

Brindisi

Cagliari

Caltanissetta

Campobasso

Carbonia

Caserta

Catania

Catanzaro

Chieti

Como

Cosenza

Cremona

Crotone

Cuneo

Enna

Fermo

Ferrara

Firenze

Foggia

Forlì

Frosinone

Genova

Gorizia

Grosseto

Imperia

Isernia

La Spezia

L'Aquila

Latina

Lecce

Lecco

Livorno

Lodi

Lucca

Macerata

Mantova

Massa

Matera

Messina

Milano

Modena

Monza

Napoli

Novara

Nuoro

Oristano

Padova

Palermo

Parma

Pavia

Perugia

Pesaro

Pescara

Piacenza

Pisa

Pistoia

Pordenone

Potenza

Prato

Ragusa

Ravenna

Reggio di

Calabria

Reggio nell'Emilia

Rieti

Rimini

Roma

Rovigo

Salerno

Sassari

Savona

Siena

Siracusa

Sondrio

Taranto

Teramo

Terni

Torino

Trani

Trapani

Trento

Treviso

Trieste

Udine

Urbino

Varese

Venezia

Verbania

Vercelli

Verona

Vibo Valentia

Vicenza

Viterbo

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Opzioni di risposta Risposte

Agrigento 1,11% 1

Alessandria 0,00% 0

Ancona 0,00% 0

Andria 0,00% 0

Aosta

0,00% 0

Arezzo 0,00% 0

Ascoli Piceno 0,00% 0

Asti 0,00% 0

Avellino 1,11% 1

Bari 5,56% 5

Barletta 0,00% 0

Belluno 0,00% 0

Benevento 0,00% 0

Bergamo 1,11% 1

Biella 0,00% 0

Bologna 1,11% 1

Bolzano 0,00% 0

10 / 50

Brescia 3,33% 3

Brindisi 1,11% 1

Cagliari 1,11% 1

Caltanissetta 0,00% 0

Campobasso 3,33% 3

Carbonia 0,00% 0

Caserta 2,22% 2

Catania 0,00% 0

Catanzaro 1,11% 1

Chieti 1,11% 1

Como 1,11% 1

Cosenza 2,22% 2

Cremona 0,00% 0

Crotone 0,00% 0

Cuneo 1,11% 1

Enna 1,11% 1

Fermo 0,00% 0

Ferrara 1,11% 1

Firenze 1,11% 1

Foggia 1,11% 1

Forlì 0,00% 0

Frosinone 3,33% 3

Genova 0,00% 0

Gorizia 1,11% 1

Grosseto 1,11% 1

Imperia 0,00% 0

Isernia 0,00% 0

La Spezia 0,00% 0

L'Aquila 0,00% 0

Latina 0,00% 0

Lecce 1,11% 1

Lecco 0,00% 0

Livorno 0,00% 0

Lodi 1,11% 1

Lucca 0,00% 0

Macerata 2,22% 2

Mantova 0,00% 0

Massa 0,00% 0

Matera 0,00% 0

Messina 0,00% 0

Milano 3,33% 3

Modena 2,22% 2

Monza 0,00% 0

Napoli 4,44% 4

Novara 0,00% 0

Nuoro 1,11% 1

Oristano 2,22% 2

Padova 0,00% 0

Palermo 0,00% 0

Parma 3,33% 3

Pavia 0,00% 0

Perugia 1,11% 1

11 / 50

Pesaro 0,00% 0

Pescara 1,11% 1

Piacenza 2,22% 2

Pisa 1,11% 1

Pistoia 0,00% 0

Pordenone 0,00% 0

Potenza 1,11% 1

Prato 0,00% 0

Ragusa 1,11% 1

Ravenna 1,11% 1

Reggio di Calabria 0,00% 0

Reggio nell'Emilia 1,11% 1

Rieti 0,00% 0

Rimini 0,00% 0

Roma 2,22% 2

Rovigo 1,11% 1

Salerno 13,33% 12

Sassari 3,33% 3

Savona 0,00% 0

Siena 0,00% 0

Siracusa 1,11% 1

Sondrio 0,00% 0

Taranto 0,00% 0

Teramo 2,22% 2

Terni 0,00% 0

Torino 1,11% 1

Trani 0,00% 0

Trapani 0,00% 0

Trento 2,22% 2

Treviso 0,00% 0

Trieste 0,00% 0

Udine 0,00% 0

Urbino 0,00% 0

Varese 1,11% 1

Venezia 0,00% 0

Verbania 0,00% 0

Vercelli 0,00% 0

Verona 0,00% 0

Vibo Valentia 1,11% 1

Vicenza 0,00% 0

Viterbo 2,22% 2

Totale 90

Il 13,33% ha risposto dalla provincia di Salerno

12 / 50

Q6 La Sua materia di insegnamento a quale area disciplinare si riferisce?

Hanno risposto: 90 Hanno saltato la domanda: 0

100%

80%

60%

40%

20%

0%

Discipl

ine

Discipl

ine

Discipl

ine

Discipl

ine

Discipl

ine

Discipl

ine

Filosof

ia,

Lettere

,

Lingue

stranie

Altro

(specif

artisti lettera matemat musical tecnich giuridi storia, latino, re icare) che rie... iche... i e, d... che,... psic... greco

Opzioni di risposta Risposte

Discipline artistiche 2,22% 2

Discipline letterarie storiche e geografiche 7,78% 7

Discipline matematiche, fisiche e chimiche 11,11% 10

Discipline musicali 0,00% 0

Discipline tecniche, dei servizi e ingegneristiche 6,67% 6

Discipline giuridiche, economiche e sociali 4,44% 4

Filosofia, storia, psicologia, scienze dell'educazione 0,00% 0

Lettere, latino, greco 2,22% 2

Lingue straniere 52,22% 47

Altro (specificare) 13,33% 12

Totale 90

Alla domanda n.6: “La Sua materia di insegnamento a quale area disciplinare si riferisce?” come si evince dal

grafico, notiamo che la prevalenza delle risposte è data dal 52,22% di professori che insegnano lingue straniere,

l’11,11% discipline matematiche, fisiche e chimiche ed il 13,33% insegnano altre materie.

13 / 50

meno di 10 anni

Da

Q7 Da quanti anni svolge la Sua professione?

Hanno risposto: 90 Hanno saltato la domanda: 0

meno di 5 anni

i 10 ai 20 anni

Più di 20 anni

Opzioni di risposta Risposte

meno di 1 anno 0,00% 0

meno di 5 anni 2,22% 2

meno di 10 anni 4,44% 4

Dai 10 ai 20 anni 26,67% 24

Più di 20 anni 66,67% 60

Totale 90

Alla domanda n.7: “Da quanti anni svolge la Sua professione?” la maggioranza delle risposte proviene da un 66,67 % di

insegnanti che svolgono la loro professione da più di 20 anni e da un 26,67% di insegnanti che la esercitano dai 10 ai 20 anni .

14 / 50

Si

Q8 Ha partecipato a corsi di formazione/master/progetti negli ultimi 5

anni per aggiornamenti didattici? Hanno risposto: 90 Hanno saltato la domanda: 0

No

Opzioni di risposta Risposte

Si 95,56% 86

No 4,44% 4

Totale 90

Alla domanda n. 8 “Ha partecipato a corsi di formazione/master/progetti negli ultimi 5 anni per aggiornamenti

didattici?” come si evince dal grafico il 95,56% degli insegnanti ha implementato la propria formazione, contro un

4,44% di insegnanti che non ha partecipato a master/corsi di formazione.

15 / 50

Q9 A quali corsi di formazione ha partecipato?

Hanno risposto: 78 Hanno saltato la domanda: 12

Alla domanda n.9 “A quali corsi di formazione ha partecipato?” hanno risposto 78 insegnanti mentre 12 hanno saltato la

domanda.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

LINGUE STRANIERE

INCLUSIONE PROGETTAZI

ONE EUROPEA

DIDATTICA E METODOLOG

IE

SCUOLA DIGITALE

SICUREZZA

ALTERNANZA

SCUOLA LAVORO

INFORMATICA

ALTRO NON

SPECIFICATO

39 25 16 41 36 3 4 3 5 6

69,42% 44,5% 28,48% 72,98% 64,08% 5,34% 7,12% 5,3% 8,9% 11%

69,42

44,5

28,4872,98

64,08

5,34

7,12

5,34 8,9

10,68

Q9

1

2

3

4

5

6

7

8

16 / 50

Q10 Intende seguire corsi di formazione in futuro? In caso di risposta affermativa indichi quali.

Hanno risposto: 70 Hanno saltato la domanda: 20

Alla domanda n.10 “Intende seguire corsi di formazione in futuro?” 70 hanno risposto in maniera affermativa e 20 hanno

saltato la domanda.

1  2  3  4 5  6

EMERGENZE SCOLASTICHE

LINGUE STRANIERE

INCLUSIONE PROGETTAZIONE DIDATTICA E

METODOLOGIE SCUOLA DIGITALE

2  14  3 10 33  22

2,04%    14,28%   3,06%  10,2% 33,66%  22,44%

7  8  9  10  11  12 

BULLISMO ALTERNANZA

SCUOLA LAVORO

INFORMATICASI, NON

SPECIFICATI NO OTHERS

2  1  2 9 1  3

 2,4%   1,02%   2,04%   9,18%   1,2%   3,06% 

2,04%

14,28%

3,06%

10,02%

33,66%

22,44%

2,4%

1,02%

2,049,1

1%1,2%3,6Q10

1

2

3

4

5

6

7

8

9

17 / 50

Q11 In virtù dell'aggiornamento continuo del sistema didattico elenchiamo di seguito alcune metodologie. Completi la tabella in base alla sua esperienza.

Hanno risposto: 81 Hanno saltato la domanda: 9

Classe 3.0

Metodo TEAL

(Technology...

Debate

Coding (le

attività vol...

Project Work

18 / 50

Business Game

Role Playing

Outdoor training

Teatro

d’Impresa

Brain Storming

19 / 50

Learning story (didattica p...

Didattica Laboratoriale

Cooperative Learning

Spaced

Learning...

Blended Learning...

Mobile learning

Metodologia

Itec

Learning by

doing

Peer education

Metodologia

Clil

Metodo Orberg

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Possiede conoscenza teorica Non possiede alcuna conoscenza

Possiede competenza pratica La sua scuola la utilizza La ritiene innovativa

Favorisce l'inclusione sociale

Possiede

conoscenza teorica

Non possiede alcuna conoscenza

Possiede competenza pratica

La sua scuola la utilizza

La ritiene innovativa

Favorisce l'inclusione sociale

Totale rispondenti

Classe 3.0 38,27%

31

35,80%

29

18,52%

15

14,81%

12

29,63%

24

20,99%

17

81

Metodo TEAL (Technology

Enhanced Active Learning)

27,16%

22

50,62%

41

18,52%

15

7,41%

6

13,58%

11

9,88%

8

81

Debate 30,86%

25

44,44%

36

16,05%

13

7,41%

6

11,11%

9

11,11%

9

81

Coding (le attività volte

all’acquisizione del pensiero

computazionale)

44,44%

36

33,33%

27

16,05%

13

18,52%

15

24,69%

20

12,35%

10

81

Project Work 32,10%

26

12,35%

10

55,56%

45

33,33%

27

29,63%

24

23,46%

19

81

Business Game 33,33%

27

45,68%

37

7,41%

6

17,28%

14

9,88%

8

9,88%

8

81

Role Playing 34,57%

28

8,64%

7

51,85%

42

35,80%

29

19,75%

16

27,16%

22

81

Outdoor training 18,52%

15

46,91%

38

17,28%

14

16,05%

13

9,88%

8

9,88%

8

81

Teatro d’Impresa 20,99%

17

66,67%

54

2,47%

2

9,88%

8

3,70%

3

3,70%

3

81

Brain Storming 29,63%

24

6,17%

5

58,02%

47

40,74%

33

22,22%

18

22,22%

18

81

Learning story (didattica per

scenari)

29,63%

24

49,38%

40

18,52%

15

9,88%

8

6,17%

5

3,70%

3

81

Didattica Laboratoriale 25,93%

21

2,47%

2

50,62%

41

58,02%

47

29,63%

24

34,57%

28

81

Cooperative Learning 27,16%

22

6,17%

5

51,85%

42

53,09%

43

30,86%

25

39,51%

32

81

Spaced Learning (apprendimento

intervallato)

25,93%

21

59,26%

48

8,64%

7

6,17%

5

9,88%

8

6,17%

5

81

Blended Learning

(apprendimento misto)

39,51%

32

27,16%

22

22,22%

18

23,46%

19

18,52%

15

12,35%

10

81

Mobile learning 27,16%

22

48,15%

39

14,81%

12

14,81%

12

17,28%

14

8,64%

7

81

Metodologia Itec 20,99%

17

67,90%

55

3,70%

3

2,47%

2

3,70%

3

2,47%

2

81

Learning by doing 32,10%

26

8,64%

7

53,09%

43

50,62%

41

32,10%

26

32,10%

26

81

Peer education 28,40%

23

7,41%

6

48,15%

39

53,09%

43

33,33%

27

35,80%

29

81

Metodologia Clil 45,68%

37

4,94%

4

40,74%

33

49,38%

40

37,04%

30

22,22%

18

81

Metodo Orberg 20,99%

17

72,84%

59

3,70%

3

1,23%

1

4,94%

4

2,47%

2

81

Alla seguente domanda: “In virtù dell'aggiornamento continuo del sistema didattico elenchiamo di seguito alcune

metodologie. Completi la tabella in base alla sua esperienza”

Il 38,27 % dei docenti conosce in maniera teorica la classe 3.0. solo il 18,52% ne possiede competenza pratica. Il

14,85% delle scuole in cui insegnano i docenti rispondenti all’indagine, lo applica.

Per quanto riguarda il metodo teal 50,62% dei docenti non possiede alcuna conoscenza, mentre il 27,16%

possiede solo conoscenza teorica, il 18,52% possiede competenza pratica e infine il 7,41% delle scuole lo utilizza.

Il metodo che viene messo di più in pratica dai docenti è il brain storming 58,02%, oltre al project work (55,56%)

come si evince dalle barre del grafico. I docenti non possiedono alcuna conoscenza pratica del metodo orberg

(72,84%). Ne hanno infatti competenza pratica solo il 3,70 %, stessa cosa vale per la metodologia itec (anche per

questo metodo solo il 3,70% dei docenti possiede competenza pratica).

La didattica laboratoriale è la più utilizzata nelle scuole 58,02 %.

Si

Q12 Ha mai sentito parlare del modello "Flipped Classroom"?

Hanno risposto: 81 Hanno saltato la domanda: 9

No

Opzioni di risposta Risposte

Si 92,59% 75

No 7,41% 6

Totale 81

Alla domanda n.12: “Ha mai sentito parlare del modello "Flipped Classroom?” il 92,59 ha risposto si mentre il

7,41% ha risposto no.

Q13 Di seguito

alcuni punti di forza relativi al modello "Flipped Classroom". Indichi il loro grado

d'importanza. Hanno risposto: 75 Hanno saltato la domanda: 15

100%

80%

60%

40%

20%

0%

Favoris ce l’inter azione

Favoris ce il Learnin g by...

Svilupp a capacit à di...

Rende il tempo- s cuol...

Stimola la parteci pazi...

Incorag gia e sostien e le...

Favoris ce il coopera tive...

Favoris ce l'inclu sione

Favoris ce l'innov azione

Molto importante Importante Indifferente Poco importante

Per niente importante

Molto

importante Importante Indifferente Poco

importante Per niente importante

Totale

Favorisce l’interazione 40,00%

30

54,67%

41

2,67%

2

2,67%

2

0,00%

0

75

Favorisce il Learning by doing 45,95%

34

50,00%

37

2,70%

2

1,35%

1

0,00%

0

74

Sviluppa capacità di Problem solving 48,00%

36

42,67%

32

6,67%

5

2,67%

2

0,00%

0

75

Rende il tempo-scuola più produttivo 46,67%

35

37,33%

28

9,33%

7

6,67%

5

0,00%

0

75

Stimola la partecipazione e la motivazione del discente 53,33%

40

45,33%

34

1,33%

1

0,00%

0

0,00%

0

75

Incoraggia e sostiene le attività didattiche centrate sullo

studente

53,33%

40

42,67%

32

4,00%

3

0,00%

0

0,00%

0

75

Favorisce il cooperative learning 50,67%

38

45,33%

34

2,67%

2

1,33%

1

0,00%

0

75

Favorisce l'inclusione 53,33%

40

32,00%

24

12,00%

9

1,33%

1

1,33%

1

75

Favorisce l'innovazione 54,05%

40

39,19%

29

5,41%

4

0,00%

0

1,35%

1

74

Alla domanda: “Di seguito alcuni punti di forza relativi al modello Flipped Classroom si chiede di indicare il loro

grado d'importanza”:

Secondo il 54,05% dei docenti è molto importante che esso induca all’innovazione.

Dal parere del 53,33% di è molto importante che favorisca l’inclusione.

E’ inoltre importante che esso favorisca l’interazione (54,67%), il learning by doing (50%), che stimoli la

partecipazione e la motivazione del discente (45,33%), oltre che a favorire il cooperative learning (45,33%).

E’ indifferente per l’1,33% che il modello stimoli la motivazione e la partecipazione del discente e che favorisca

l’interazione (per il 2,67%). Infine per l’1,35% è per niente importante che favorisca l’innovazione.

Q14 All'interno del suo istituto scolastico viene utilizzato il modello "Flipped

Classroom"? Hanno risposto: 75 Hanno saltato la domanda: 15

Si, lo utilizzo in prima persona

Si

No

Opzioni di risposta Risposte

Si 38,67% 29

No 36,00% 27

Si, lo utilizzo in prima persona 25,33% 19

Totale 75

Alla domanda n.14: “All'interno del suo istituto scolastico viene utilizzato il modello "Flipped Classroom"?

Il 25,33% degli insegnanti ha risposto di utilizzarlo in prima persona mentre il 38,67% afferma che viene utilizzato

all’interno della scuola. Il 38,67% infine afferma che non viene utilizzato.

Q15 In quale disciplina viene utilizzato il modello “Flipped classroom” nella sua

scuola? Hanno risposto: 48 Hanno saltato la domanda: 42

100%

80%

60%

40%

20%

0%

Discipl ine

Discipl

ine

Discipl

ine

Discipl

ine

Discipl

ine

Discipl

ine

Filosof

ia,

Lettere ,

Lingue

stranie

Altro

(specif artisti lettera matemat musical tecnich giuridi storia, latino, re icare) che rie... iche... i e, d... che,... psic... greco

Opzioni di risposta Risposte

Discipline artistiche 4,17% 2

Discipline letterarie storiche e geografiche 35,42% 17

Discipline matematiche, fisiche e chimiche 33,33% 16

Discipline musicali 2,08% 1

Discipline tecniche, dei servizi e ingegneristiche 18,75% 9

Discipline giuridiche, economiche e sociali 10,42% 5

Filosofia, storia, psicologia, scienze dell'educazione 6,25% 3

Lettere, latino, greco 8,33% 4

Lingue straniere 64,58% 31

Altro (specificare) 14,58% 7

Totale rispondenti: 48

Dalla seguente domanda si evince che il metodo viene utilizzato maggiormente nell’insegnamento delle lingue straniere (64,58

%) mentre il 35,42% lo utilizza per l’insegnamento di discipline storiche e geografiche.

Una buona percentuale di utilizzo si riscontra anche nell’insegnamento di discipline letterarie, storiche e geografiche.

Q16 Ritiene che le metodologie utilizzate a scuola riescano a soddisfare il fabbisogno

educativo e formativo del discente? Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

Si

No

Opzioni di risposta Risposte

Si 37,70% 23

No 62,30% 38

Totale 61

Dal seguente quesito possiamo enucleare che le metodologie utilizzate nelle scuole secondo gli insegnanti, non riescono a

soddisfare il fabbisogno formativo ed educativo del discente, di fatti abbiamo un totale del 62,30% di risposte negative.

Q17 Quali tra le seguenti attitudini sono generalmente meno sviluppate nei

discenti?(E' possibile indicare più di una risposta).

Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

100%

80%

60%

40%

20%

0%

Grado

Parteci

Capacit

Autoval

Pensier

Orienta

Compete Compete Compete Compet di pazione à di utazion o mento nze nze nze nze motivaz attiva problem e e critico al linguis informa digital intercu ione solving cons... risu... tiche tiche i lturali

Opzioni di risposta Risposte

Grado di motivazione 75,41% 46

Partecipazione attiva 44,26% 27

Capacità di problem solving 45,90% 28

Autovalutazione e consapevolezza 57,38% 35

Pensiero critico 68,85% 42

Orientamento al risultato 14,75% 9

Competenze linguistiche 34,43% 21

Competenze informatiche 13,11% 8

Competenze digitali 11,48% 7

Competenze interculturali 32,79% 20

Totale rispondenti: 61

Dalla seguente domanda si evince che le attitudini meno sviluppate nei discenti sono: il grado di motivazione (74,41%), il

pensiero critico (68,85%), l’autovalutazione e consapevolezza (57,38%).

Q18 Quali tra le seguenti sono le principali cause che incidono negativamente sulla formazione scolastica ed educativa del discente nella sua scuola? (E' possibile

inserire più di una risposta). Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

100%

80%

60%

40%

20%

0%

Socio-cultura li

Socio-economi co

Scolastiche Personali Altro (specificare)

Opzioni di risposta Risposte

Socio-culturali 80,33% 49

Socio-economico 45,90% 28

Scolastiche 31,15% 19

Personali 34,43% 21

Altro (specificare) 11,48% 7

Totale rispondenti: 61

Le principali cause che incidono negativamente sulla formazione del discente sono prevalentemente di tipo socio culturale

(80,33%) e di tipo socio-economico (45,90%), un’elevata percentuale si riscontra anche nelle motivazioni personali (34,43%).

Q19 Indichi, in ordine d'importanza, tre metodologie che ritiene più idonee per

l'insegnamento della Sua materia, abbinando una tecnologia. Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

1

2

Metodologie

3

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Metodo Flipped Classroom Classe 3.0

Metodo teal (technology enhanced active learning) Debate

Coding (le attività volte all’acquisizione del pensiero computazionale) Project Work

Business Game Role Playing Outdoor training Teatro d’Impresa

Brain Storming Learning story (didattica per scenari) Didattica

Laboratoriale Cooperative Learning Spaced Learning (apprendimento intervallato)

Blended Learning (apprendimento misto) Mobile learning Metodologia Itec

Learning by doing Peer education Metodologia Clil Metodo Orberg

1

2

3

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

LIM Learning object Software didattici Proiettore Computer

Connessione base/ADSL/Wifi Tablet Stampante 3d Sistemi di audio e video

IpadWells Nessuna

Metodologie

Metodo Classe Metodo teal Debate Coding (le Project Business Role Outdoor Teatro Brain Learning Didattica Cooperative Spaced Blended

Flipped 3.0 (technology attività volte Work Game Playing training d’Impresa Storming story Laboratoriale Learning Learning Learning Classroom enhanced all’acquisizione (didattica (apprendimento (apprendimento

active del pensiero per intervallato) misto) learning) computazionale) scenari)

1 31,15%

19

4,92%

3

1,64%

1

3,28%

2

3,28%

2

9,84%

6

0,00%

0

8,20%

5

1,64%

1

1,64%

1

8,20%

5

1,64%

1

11,48%

7

6,56%

4

0,00%

0

1,64%

1

2 6,56%

4

6,56%

4

3,28%

2

0,00%

0

1,64%

1

4,92%

3

0,00%

0

9,84%

6

0,00%

0

0,00%

0

8,20%

5

3,28%

2

13,11%

8

4,92%

3

0,00%

0

6,56%

4

3 4,92%

3

1,64%

1

3,28%

2

1,64%

1

1,64%

1

4,92%

3

0,00%

0

6,56%

4

1,64%

1

0,00%

0

4,92%

3

0,00%

0

14,75%

9

16,39%

10

1,64%

1

4,92%

3

Tecnologie

Tecnologie

LIM Learning Software Proiettore Computer Connessione Tablet Stampante Sistemi IpadWells Nessuna Totale

object didattici base/ADSL/Wifi 3d di audio e video

1 34,43%

21

9,84%

6

13,11%

8

1,64%

1

11,48%

7

14,75%

9

6,56%

4

0,00%

0

4,92%

3

0,00%

0

3,28%

2

61

2 24,59%

15

6,56%

4

19,67%

12

1,64%

1

18,03%

11

6,56%

4

1,64%

1

0,00%

0

14,75%

9

0,00%

0

6,56%

4

61

3 19,67%

12

6,56%

4

14,75%

9

3,28%

2

13,11%

8

16,39%

10

8,20%

5

0,00%

0

8,20%

5

0,00%

0

9,84%

6

61

Q20 Indichi quali supporti tecnologici vengono utilizzati dal personale docente

nella sua scuola. (E' possibile indicare più di una risposta).

Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

100%

80%

60%

40%

20%

0%

LIM Learni Softwa Proiet

Comput ConnesTablet Stampa Sistem Scherm IpadWe Nessu ng re tore er sione nte i di i lls a object didatt

ici base/A DSL...

3d audio e...

intera ttivi

Opzioni di risposta Risposte

LIM 86,89% 53

Learning object 16,39% 10

Software didattici 65,57% 40

Proiettore 65,57% 40

Computer 95,08% 58

Connessione base/ADSL/Wifi 59,02% 36

Tablet 54,10% 33

Stampante 3d 24,59% 15

Sistemi di audio e video 49,18% 30

Schermi interattivi 13,11% 8

IpadWells 1,64% 1

Nessuna 0,00% 0

Totale rispondenti: 61

I supporti tecnologici maggiormente utilizzati all’interno delle scuole sono i computer (95,08%) le LIM

(86,89%) e i software didattici (65,57%). Le connessioni base/adsl/wifi (59,02%), I tablet (54,10%) ed i

sistemi audio e video (49,18%), hanno anch’essi una buona percentuale di utilizzo rispetto agli i pad

wells.

Q21 In che modo utilizza la tecnologia nella didattica? (E' possibile indicare più di una

risposta). Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

100%

Opzioni di risposta Risposte

Sfogliando e/o cercando contenuti in Internet per preparare le lezioni 78,69% 48

Sfogliando e/o cercando contenuti in Internet da far usare agli studenti durante le lezioni 67,21% 41

Guidando i ragazzi a individuare e selezionare fonti attendibili in rete 63,93% 39

Creando contenuti educativi, esercizi e attività digitali per gli studenti 52,46% 32

Creando questionari online 36,07% 22

Insegnando ai ragazzi l’uso creativo di tool digitali 32,79% 20

Comunicando on line con i genitori/studenti tramite e-mail, social network, etc 47,54% 29

Comunicando on line con i genitori/studenti tramite il registro elettronico 60,66% 37

Usando le ICT per dare feedback e/o valutare gli studenti 14,75% 9

Scambiando materiali, risorse e opinioni con colleghi tramite il web e/o ambienti dedicati 45,90% 28

Insegnando ai ragazzi a lavorare in rete in maniera collaborativa 42,62% 26

Utilizzando il pacchetto office 31,15% 19

Non la utilizzo 0,00% 0

Totale rispondenti: 61

Dalla seguente domanda è emerso che i docenti utilizzano la tecnologia per preparare le proprie lezioni

(78,69%), sfogliando e cercando contenuti da far vedere agli studenti in classe (67,21%). Inoltre i docenti

sostengono di comunicare in maniera online con i genitori e gli studenti tramite registro elettronico

(60,66%). Vengono poco utilizzati i pacchetti office (percentuale 31,15).

Q22 Quali delle seguenti tipologie di materiale didattico digitale ha utilizzato con la sua classe? (E' possibile indicare più di

una risposta). Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

100%

80%

60%

40%

20%

0%

Material e che ha

cercato

in rete

Material e già presente

onlin...

Material e presente

nei...

Material e digitale

offli...

Material e digitale

creat...

Material e digitale

creat...

Non ho mai usato

mater...

Nessuna tipologi a

Opzioni di risposta Risposte

Materiale che ha cercato in rete 80,33% 49

Materiale già presente online, proveniente da risorse educative istituzionali 67,21% 41

Materiale presente nei computer o nella rete della scuola (piattaforme, sito web) 34,43% 21

Materiale digitale offline (es. cd-rom) 52,46% 32

Materiale digitale creato da lei 59,02% 36

Materiale digitale creato in team con i suoi colleghi 29,51% 18

Non ho mai usato materiali didattici digitali 3,28% 2

Nessuna tipologia 0,00% 0

Totale rispondenti: 61

Dal seguente quesito potremmo enucleare che gli insegnanti utilizzano in classe materiale cercato in rete

(80,33% degli insegnanti), materiale già presente online (67,21%), materiale digitale offline (52,46%).

Q23 Tra le seguenti piattaforme quali vengono utilizzate da lei o dalla sua scuola?

(E' possibile indicare più di una risposta). Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

100%

80%

60%

40%

20%

0%

Moodle EdModo E-twinning Weebly Gateway Altro (specificar e)

Opzioni di risposta Risposte

Moodle 40,98% 25

EdModo 39,34% 24

E-twinning 54,10% 33

Weebly 4,92% 3

Gateway 9,84% 6

Altro (specificare) 24,59% 15

Totale rispondenti: 61

Le piattaforme maggiormente utilizzate dai docenti e dalle scuole sono le moodle (40,98%), e-twinning (54,10%) ed edmondo (39,34%). Quelle meno utilizzate sono weebly (4,92% e gateway 9,84%).

Q24 In che misura si sente a suo agio con le seguenti attività?

Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

100%

80%

60%

40%

20%

0%

Usand Produ Crean Usand Scari Crean Scari Facen Modif Organ Parte Parte Crean Crea o cendo do o cando do cando do icand izzan cipan cipan do do l'e- testi testi un o una o foto, o do do do quest e m

ai...

us... on... fogli

o ...

is... pr... ca... vi... e/o

pu...

i

fi...

ad

un...

ad

un...

io... mant

ne...

Pienamente a mio agio A mio agio Indifferente Poco a mio agio

Per niente a mio agio

Pienamente a mio

agio A mio agio

Indifferente Poco a mio agio

Per niente a mio agio

Totale

Usando l'e-mail per comunicare 88,52%

54

9,84%

6

1,64%

1

0,00%

0

0,00%

0

61

Producendo testi usando il programma word 80,33%

49

18,03%

11

0,00%

0

1,64%

1

0,00%

0

61

Creando testi online contenenti link 40,98%

25

36,07%

22

3,28%

2

19,67%

12

0,00%

0

61

Usando un foglio di calcolo 21,31%

13

26,23%

16

14,75%

9

21,31%

13

16,39%

10

61

Scaricando o istallando software su computer o

tablet

36,07%

22

37,70%

23

11,48%

7

8,20%

5

6,56%

4

61

Creando una presentazione multimediale 49,18%

30

31,15%

19

3,28%

2

14,75%

9

1,64%

1

61

Scaricando o caricando risorse educative da e su

siti

49,18%

30

37,70%

23

8,20%

5

4,92%

3

0,00%

0

61

Facendo foto, video o audio digitali 37,70%

23

39,34%

24

13,11%

8

8,20%

5

1,64%

1

61

Modificando e/o pubblicando foto, video, audio

digitali

27,87%

17

31,15%

19

21,31%

13

14,75%

9

4,92%

3

61

Organizzando i file nel computer in cartelle 72,13%

44

18,03%

11

3,28%

2

6,56%

4

0,00%

0

61

Partecipando ad un social network 42,62%

26

36,07%

22

4,92%

3

13,11%

8

3,28%

2

61

Partecipando ad una discussione in un forum 37,70%

23

24,59%

15

16,39%

10

14,75%

9

6,56%

4

61

Creando questionari online 27,87%

17

39,34%

24

6,56%

4

21,31%

13

4,92%

3

61

Creando e mantenendo un blog o un sito 19,67%

12

19,67%

12

8,20%

5

27,87%

17

24,59%

15

61

La maggior parte dei docenti utilizza le email per comunicare (88,52%) e produce testi usando il

programma word (80,33), creando presentazioni multimediali (49,18) ed infine partecipando ai social

network (42,62%). Pochi invece utilizzano i fogli di calcolo (21,31%). Codesti non si sentono a proprio

agio scaricando risorse educative sui siti (4,92%).

Q25 Quali sono i possibili ostacoli correlati all’utilizzo delle tecnologie didattiche? (E'

possibile indicare più di una risposta). Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

Opzioni di risposta Risposte

Rigidità dei sistemi di istruzione e formazione professionale 26,23% 16

Scarsa conoscenza degli strumenti tecnologici da utilizzare 50,82% 31

Complessità delle attività preparatorie 37,70% 23

La mancanza di competenze dell’utilizzo di tali metodologie 54,10% 33

La mancanza di attrezzature adeguate 65,57% 40

Maggior impegno per erogare materiali didattici 32,79% 20

Altro (specificare) 6,56% 4

Totale rispondenti: 61

Dalla seguente domanda “Quali sono i possibili ostacoli correlati all’utilizzo delle tecnologie didattiche?”

si evince che gli ostacoli degli strumenti tecnologici da utilizzare sono la scarsa conoscenza di essi

(50,82%), la mancanza delle competenze di utilizzo (54,10%) e la mancanza di attrezzature adeguate

(65,57%). Ciò che ha meno influenza è la rigidità dei sistemi di istruzione e formazione professionale

(26,23%).

Q26 Quali sono i siti che utilizza per il suo aggiornamento professionale e per

individuare nuove opportunità scolastiche? (E' possibile indicare più di una risposta).

Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

100%

80%

60%

40%

20%

0%

www.miur.it www.indire. it

www.orizzon

tescuola.it

www.erasmus

plus.it

www.lavoro.

gov.it

www.isfol.i

t/www.inapp .org

Opzioni di risposta Risposte

www.miur.it 63,93% 39

www.indire.it 65,57% 40

www.orizzontescuola.it 45,90% 28

www.erasmusplus.it 62,30% 38

www.lavoro.gov.it 9,84% 6

www.isfol.it/www.inapp.org 13,11% 8

Totale rispondenti: 61

Dalla seguente domanda “Quali sono i siti che utilizza per il suo aggiornamento professionale e per

individuare nuove opportunità scolastiche?” si evince che il 63,93% dei docenti utilizza piattaforme come

Indire (65,57%), miur (63,93%), ed erasmus plus (62,30%). Una buona incidenza è rappresentata dalla

piattaforma orizzonte scuola (45,90%). Viene poco utilizzata quella isfol (13,11%) e quella del lavoro

(9,84).

Q27 Ha mai sentito parlare del movimento “Avanguardie Educative”? Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

Si

No

Opzioni di risposta Risposte

Si 31,15% 19

No 68,85% 42

Totale 61

Dalla seguente domanda si evince che il 68,85% dei docenti non conosce il movimento avanguardie

educative (68,85%).

Solo il 31,15% lo conosce.

Q28 Di seguito si elencano i punti di questo movimento. Indichi quelli a lei noti e quali

vengono utilizzati nella sua scuola

(E' possibile indicare più di una risposta). Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

Aule laboratorio...

Spazio

flessibile

Bocciato con credito

Compattazione

del calendar...

Teal

(tecnologie ...

Integrazione cdd/libri di...

Spaced learning...

Ict lab

Flipped

classroom (l...

Didattica per

scenari

Debate

(argomentare...

Dentro/fuori la scuola

Apprendimento differenziato

Oltre le discipline

Apprendimento autonomo e...

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Possiedo conoscenza Non possiedo conoscenza Lo utilizzo nella mia scuola

Possiedo conoscenza Non possiedo conoscenza Lo utilizzo nella mia scuola Totale rispondenti

Aule laboratorio disciplinari 49,18%

30

21,31%

13

47,54%

29

61

Spazio flessibile 50,82%

31

45,90%

28

14,75%

9

61

Bocciato con credito 16,39%

10

77,05%

47

8,20%

5

61

Compattazione del calendario scolastico 39,34%

24

60,66%

37

3,28%

2

61

Teal (tecnologie per l’apprendimento attivo) 29,51%

18

67,21%

41

6,56%

4

61

Integrazione cdd/libri di testo 44,26%

27

42,62%

26

26,23%

16

61

Spaced learning (apprendimento intervallato) 19,67%

12

77,05%

47

4,92%

3

61

Ict lab 42,62%

26

42,62%

26

27,87%

17

61

Flipped classroom (la classe capovolta) 68,85%

42

13,11%

8

34,43%

21

61

Didattica per scenari 24,59%

15

68,85%

42

11,48%

7

61

Debate (argomentare e dibattere) 40,98%

25

47,54%

29

21,31%

13

61

Dentro/fuori la scuola 32,79%

20

62,30%

38

8,20%

5

61

Apprendimento differenziato 47,54%

29

37,70%

23

22,95%

14

61

Oltre le discipline 24,59%

15

67,21%

41

11,48%

7

61

Apprendimento autonomo e tutoring 54,10%

33

29,51%

18

22,95%

14

61

Alla seguente domanda: “Di seguito si elencano i punti di questo movimento. Indichi quelli a lei noti e

quali vengono utilizzati nella sua scuola”, come si evince dal grafico, il punto inerente al movimento

Avanguardie Educative, maggiormente conosciuto è la flipped classroom (classe capovolta) che ha

totalizzato il 68,85 % di risposte positive, di fatti il 34,43% dei docenti rispondenti all’indagine la utilizza

in prima persona nella scuola dove insegna (esattamente 21 docenti su 42 che la conoscono ). Il 54,10 %

conosce l’apprendimento autonomo e tutoring contro il 29,51% che non lo conosce. Rispetto ad una

conoscenza teorica di questo punto, la messa in pratica risulta ammontare solo al 22,95%. Il 77,05 % non

conosce lo Spaced learning (apprendimento intervallato).

Q29 Quali tra i seguenti aspetti ritiene più

importanti da dover sviluppare del movimento "Avanguardie Educative"?(E'

possibile indicare più di una risposta).

Opzioni di risposta Risposte

Trasformare il modello trasmissivo della scuola attraverso l’apprendimento attivo

63,93%

39

Sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare

67,21%

41

Creare nuovi spazi per l’apprendimento con soluzioni flessibili, polifunzionali, modulari e facilmente configurabili in base all’attività svolta e per usi

anche di tipo informale.

50,82%

31

Riorganizzare il tempo del fare scuola attraverso il superamento di alcune rigidità organizzative.

62,30%

38

Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza grazie anche alla diffusione della Rete.

27,87%

17

Investire sul “capitale umano” consente agli insegnanti di sentirsi sempre più registi di modelli di didattica attiva e vedere nel cambiamento una risorsa.

54,10%

33

Promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile in altre realtà producendo risultati analoghi.

45,90%

28

Totale rispondenti: 61

Dal quesito: “Quali tra i seguenti aspetti ritiene più importanti da dover sviluppare del movimento

"Avanguardie Educative"? si può evincere che secondo i docenti, bisogna sfruttare le opportunità offerte

dalle ict e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare (questa

opzione ha ottenuto il 67,21% delle risposte) Il 63,97% ha risposto “trasformare il modello trasmissivo

della scuola attraverso l’apprendimento attivo”.

Solo il 27,87 % ha dato la risposta: “Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della

conoscenza grazie anche alla diffusione della Rete.”

Q30 Qual è la posizione della sua scuola riguardo al Movimento?

Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

Ha già aderito

Non intende aderire

Intende aderire

Opzioni di risposta Risposte

Ha già aderito 9,84% 6

Intende aderire 52,46% 32

Non intende aderire 37,70% 23

Totale 61

Il 52,46 % dei docenti ha il buon proposito di aderire alle avanguardie educative, contro il 37,70% che non

intende aderire.

Solo il 9,84% ha però aderito.

Q31 Di seguito alcune strategie su cui investire per migliorare la qualità dell'offerta

formativa. Completi la tabella in base alla loro applicazione.

Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

sull'utilizzo

di nuovi can...

sull'aggiorname nto...

sull’alternanza scuola lavoro

sull'attivazion e di tirocini

sulla mobilità

europea

sull'attività di job...

sullo sviluppo delle...

sull'incremento delle attivi...

sullo sviluppo

di competenz...

sullo sviluppo

di competenz...

sullo sviluppo

di competenz...

sul rinnovamento...

sull'adeguatezz

a degli...

sulla partecipazio...

sulla partecipazio...

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Si vi investo No non vi investo Dovrebbe essere inserita nel sistema

scolastico Non dovrebbe essere inserita nel sistema scolastico

Si vi

investo No non vi investo

Dovrebbe essere inserita nel sistema scolastico

Non dovrebbe essere inserita nel sistema scolastico

Totale rispondenti

sull'utilizzo di nuovi canali di

comunicazione

63,93%

39

4,92%

3

34,43%

21

1,64%

1

61

sull'aggiornamento professionale dei

docenti

81,97%

50

0,00%

0

26,23%

16

0,00%

0

61

sull’alternanza scuola lavoro 78,69%

48

8,20%

5

14,75%

9

4,92%

3

61

sull'attivazione di tirocini 57,38%

35

13,11%

8

29,51%

18

4,92%

3

61

sulla mobilità europea 75,41%

46

1,64%

1

27,87%

17

0,00%

0

61

sull'attività di job shadowing 40,98%

25

16,39%

10

47,54%

29

1,64%

1

61

sullo sviluppo delle competenze

trasversali

73,77%

45

4,92%

3

24,59%

15

0,00%

0

61

sull'incremento delle attività pomeridiane 47,54%

29

22,95%

14

31,15%

19

4,92%

3

61

sullo sviluppo di competenze

tecnologiche

80,33%

49

1,64%

1

22,95%

14

1,64%

1

61

sullo sviluppo di competenze linguistiche 85,25%

52

1,64%

1

22,95%

14

0,00%

0

61

sullo sviluppo di competenze

interculturali

65,57%

40

3,28%

2

36,07%

22

1,64%

1

61

sul rinnovamento della struttura 37,70%

23

11,48%

7

54,10%

33

1,64%

1

61

sull'adeguatezza degli strumenti didatici 62,30%

38

3,28%

2

37,70%

23

1,64%

1

61

sulla partecipazione attiva a progetti

finanziati da fondi europei

83,61%

51

3,28%

2

16,39%

10

0,00%

0

61

sulla partecipazione attiva a progetti

finanziati da fondi nazionali

73,77%

45

6,56%

4

22,95%

14

0,00%

0

61

Alla domanda “Di seguito alcune strategie su cui investire per migliorare la qualità dell'offerta formativa.

Completi la tabella in base alla loro applicazione” i docenti investono sull’aggiornamento linguistico

(85,25%) sull’aggiornamento professionale (81,97%), sulla partecipazione attiva a progetti finanziati dai

fondi europei (83,61%) sullo sviluppo di competenze tecnologiche (80,33%). Solo il 22,95 % investe

sull’incremento di attività pomeridiane. Il 54,10% dei docenti risponde che si dovrebbe investire di più

sul rinnovamento della struttura. L’alternanza scuola lavoro e l’attivazione di tirocini non dovrebbero

essere attivate secondo il 4,92% dei docenti (per le rispettive opzioni).

Q32 Ritiene che le azioni promosse dalla sua scuola mirino a soddisfare i punti

del movimento “Avanguardie Educative”?

Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

No

Si

Opzioni di risposta Risposte

Si 65,57% 40

No 34,43% 21

Totale 61

Le azioni promosse dalla scuola soddisfano il movimento avanguardie educative (gli insegnanti che

rispondono si sono il 65,57%).

Q33 Pensa che le politiche scolastiche ed i fondi destinati all'istruzione riescano a

favorirne l’innovazione? Hanno risposto: 61 Hanno saltato la domanda: 29

Si

No

Opzioni di risposta Risposte

Si 37,70% 23

No 62,30% 38

Totale 61

Il 62,30 % risponde che le politiche

scolastiche ed i fondi destinati all'istruzione non riescano a favorirne l’innovazione mentre il 37,70%

crede di si.

1

Ricerca comparata sulla didattica innovativa e sul fabbisogno formativo degli insegnanti VET e degli studenti in Italia

* 1. Sesso

* 2. Ha un’età compresa tra i:

18-28 anni

28-38 anni

38-48 anni

48-58 anni

58-68 anni

Altro (specificare)

* 3. La scuola in cui presta servizio è

un liceo

un Istituto Professionale

un Istituto Tecnico

* 4. Regione della scuola:

* 5. Provincia della scuola:

Allegato 2

2

* 6. La Sua materia di insegnamento a quale area disciplinare si riferisce?

Discipline artistiche

Discipline letterarie storiche e geografiche

Discipline matematiche, fisiche e chimiche

Discipline musicali

Discipline tecniche, dei servizi e ingegneristiche

Discipline giuridiche, economiche e sociali

Filosofia, storia, psicologia, scienze dell'educazione

Lettere, latino, greco

Lingue straniere

Altro (specificare)

* 7. Da quanti anni svolge la Sua professione?

meno di 1 anno

meno di 5 anni

meno di 10 anni

Dai 10 ai 20 anni

Più di 20 anni

* 8. Ha partecipato a corsi di formazione/master/progetti negli ultimi 5 anni per aggiornamenti didattici?

Si

No

3

Ricerca comparata sulla didattica innovativa e sul fabbisogno formativo degli insegnanti VET e degli studenti in Italia

* 9. A quali corsi di formazione ha partecipato?

10. Intende seguire corsi di formazione in fututo? In caso di risposta affermativa indichi quali.

* 11. In virtù dell'aggiornamento continuo del sistema didattico elenchiamo di seguito alcune metodologie.

Completi la tabella in base alla sua esperienza.

Possiede Non possiede Possiede Favorisce

conoscenza alcuna competenza La sua scuola la La ritiene l'inclusione

teorica conoscenza pratica utilizza innovativa sociale

Classe 3.0

Metodo TEAL

(Technology Enhanced

Active Learning)

Debate

Coding (le attività volte

all’acquisizione del

pensiero

computazionale)

Project Work

Business Game

Role Playing

Outdoor training

Teatro d’Impresa

4

Possiede

conoscenza

teorica

Non possiede

alcuna

conoscenza

Possiede

competenza

pratica

La sua scuola la

utilizza

La ritiene

innovativa

Favorisce

l'inclusione

sociale

Brain Storming

Didattica Laboratoriale

Spaced Learning

(apprendimento

intervallato)

Mobile learning

Learning by doing

Metodologia Clil

* 12. Ha mai sentito parlare del modello "Flipped Classroom"?

Si

No

Metodo Orberg

Metodologia Itec

Cooperative Learning

Learning story (didattica

per scenari)

Blended Learning

(apprendimento misto)

Peer education

5

Ricerca comparata sulla didattica innovativa e sul fabbisogno formativo degli insegnanti VET e degli studenti in Italia

* 13. Di seguito alcuni punti di forza relativi al modello "Flipped Classroom". Indichi il loro grado

d'importanza.

Per niente

Molto importante Importante Indifferente Poco importante importante

Favorisce l’interazione

Favorisce il Learning by

doing

Sviluppa capacità di

Problem solving

Rende il tempo-scuola

più produttivo

Stimola la

partecipazione e la

motivazione del

discente

Incoraggia e sostiene le

attività didattiche centrate sullo studente

Favorisce il cooperative

learning

Favorisce l'inclusione

Favorisce l'innovazione

* 14. All'interno del suo istituto scolastico viene utilizzato il modello "Flipped Classroom"?

Si

No

Si, lo utilizzo in prima persona

6

Ricerca comparata sulla didattica innovativa e sul fabbisogno formativo degli insegnanti VET e degli studenti in Italia

* 15. In quale disciplina viene utilizzato il modello “Flipped classroom” nella sua scuola?

Discipline artistiche

Discipline letterarie storiche e geografiche

Discipline matematiche, fisiche e chimiche

Discipline musicali

Discipline tecniche, dei servizi e ingegneristiche

Discipline giuridiche, economiche e sociali

Filosofia, storia, psicologia, scienze dell'educazione

Lettere, latino, greco

Lingue straniere

Altro (specificare)

7

Ricerca comparata sulla didattica innovativa e sul fabbisogno formativo degli insegnanti VET e degli studenti in Italia

* 16. Ritiene che le metodologie utilizzate a scuola riescano a soddisfare il fabbisogno educativo e

formativo del discente?

Si

No

* 17. Quali tra le sueguenti attitudini sono generalmente meno sviluppate nei discenti?

(E' possibile indicare più di una risposta).

Grado di motivazione

Partecipazione attiva

Capacità di problem solving

Autovalutazione e consapevolezza

Pensiero critico

Orientamento al risultato

Competenze linguistiche

Competenze informatiche

Competenze digitali

Competenze interculturali

8

* 18. Quali tra le seguenti sono le principali cause che incidono negativamente sulla formazione scolastica

ed educativa del discente nella sua scuola?

(E' possibile inserire più di una risposta).

Socio-culturali

Socio-economico

Scolastiche

Personali

Altro (specificare)

* 19. Indichi, in ordine d'importanza, tre metodologie che ritiene più idonee per l'insegnamento della Sua materia,

abbinando una tecnologia.

Metodologie Tecnologie

1

2

3

* 20. Indichi quali supporti tecnologici vengono utilizzati dal personale docente nella sua scuola.

(E' possibile indicare più di una risposta).

LIM

Learning object

Software didattici

Proiettore

Computer

Connessione base/ADSL/Wifi

Tablet

Stampante 3d

Sistemi di audio e video

Schermi interattivi

IpadWells

Nessuna

9

* 21. In che modo utilizza la tecnologia nella didattica?

(E' possibile indicare più di una risposta).

Sfogliando e/o cercando contenuti in Internet per preparare le lezioni

Sfogliando e/o cercando contenuti in Internet da far usare agli studenti durante le lezioni

Guidando i ragazzi a individuare e selezionare fonti attendibili in rete

Creando contenuti educativi, esercizi e attività digitali per gli studenti

Creando questionari online

Insegnando ai ragazzi l’uso creativo di tool digitali

Comunicando on line con i genitori/studenti tramite e-mail, social network, etc

Comunicando on line con i genitori/studenti tramite il registro elettronico

Usando le ICT per dare feedback e/o valutare gli studenti

Scambiando materiali, risorse e opinioni con colleghi tramite il web e/o ambienti dedicati

Insegnando ai ragazzi a lavorare in rete in maniera collaborativa

Utilizzando il pacchetto office

Non la utilizzo

* 22. Quali delle seguenti tipologie di materiale didattico digitale ha utilizzato con la sua classe?

(E' possibile indicare più di una risposta).

Materiale che ha cercato in rete

Materiale già presente online, proveniente da risorse educative istituzionali

Materiale presente nei computer o nella rete della scuola (piattaforme, sito web)

Materiale digitale offline (es. cd-rom)

Materiale digitale creato da lei

Materiale digitale creato in team con i suoi colleghi

Non ho mai usato materiali didattici digitali

Nessuna tipologia

10

* 23. Tra le seguenti piattaforme quali vengono utilizzate da lei o dalla sua scuola?

(E' possibile indicare più di una risposta).

Moodle

EdMondo

E-twinning

Weebly

Gateway

Altro (specificare)

11

* 24. In che misura si sente a suo agio con le seguenti attività?

Pienamente a mio

agio A mio agio Indifferente Poco a mio agio

Per niente a mio

agio

Producendo testi

usando il programma word

Usando un foglio di

calcolo

Creando una

presentazione multimediale

Facendo foto, video o

audio digitali

Organizzando i file nel

computer in cartelle

Partecipando ad una

discussione in un forum

Creando e mantenendo

un blog o un sito

Creando questionari

online

Modificando e/o

pubblicando foto, video,

audio digitali

Scaricando o istallando

software su computer o

tablet

Usando l'e-mail per

comunicare

Creando testi online

contenenti link

Scaricando o caricando

risorse educative da e

su siti

Partecipando ad un

social network

12

* 25. Quali sono i possibili ostacoli correlati all’utilizzo delle tecnologie didattiche?

(E' possibile indicare più di una risposta).

Rigidità dei sistemi di istruzione e formazione professionale

Scarsa conoscenza degli strumenti tecnologici da utilizzare

Complessità delle attività preparatorie

La mancanza di competenze dell’utilizzo di tali metodologie

La mancanza di attrezzature adeguate

Maggior impegno per erogare materiali didattici

Altro (specificare)

* 26. Quali sono i siti che utilizza per il suo aggiornamento professionale e per individuare nuove opportunità

scolastiche?

(E' possibile indicare più di una risposta).

www.miur.it

www.indire.it

www.orizzontescuola.it

www.erasmusplus.it

www.lavoro.gov.it

www.isfol.it/www.inapp.org

Altro (specificare)

* 27. Ha mai sentito parlare del movimento “Avanguardie Educative”?

Si

No

13

* 28. Di seguito si elencano i punti di questo movimento. Indichi quelli a lei noti e quali vengono utilizzati

nella sua scuola

(E' possibile indicare più di una risposta).

Possiedo conoscenza Non possiedo conoscenza Lo utilizzo nella mia scuola

Spazio flessibile

Compattazione del

calendario scolastico

Integrazione cdd/libri di

testo

Ict lab

Didattica per scenari

Dentro/fuori la scuola

Oltre le discipline

Apprendimento

autonomo e tutoring

Debate (argomentare e

dibattere)

Spaced learning

(apprendimento

intervallato)

Bocciato con credito

Aule laboratorio

disciplinari

Teal (tecnologie per

l’apprendimento attivo)

Flipped classroom (la

classe capovolta)

Apprendimento

differenziato

14

* 29. Quali tra i seguenti aspetti ritiene più importanti da dover sviluppare del movimento "Avanguardie

Educative"?

(E' possibile indicare più di una risposta).

Trasformare il modello trasmissivo della scuola attraverso l’apprendimento attivo

Sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare

Creare nuovi spazi per l’apprendimento con soluzioni flessibili, polifunzionali, modulari e facilmente configurabili in base all’attività

svolta e per usi anche di tipo informale.

Riorganizzare il tempo del fare scuola attraverso il superamento di alcune rigidità organizzative.

Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza grazie anche alla diffusione della Rete.

Investire sul “capitale umano” consente agli insegnanti di sentirsi sempre più registi di modelli di didattica attiva e vedere nel

cambiamento una risorsa.

Promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile in altre realtà producendo risultati analoghi.

* 30. Qual è la posizione della sua scuola riguardo al Movimento?

Ha già aderito

Intende aderire

Non intende aderire

15

* 31. Di seguito alcune strategie su cui investire per migliorare la qualità dell'offerta formativa.

Completi la tabella in base alla loro applicazione.

Si vi investo No non vi investo

Dovrebbe essere

inserita nel sistema

scolastico

Non dovrebbe essere

inserita nel sistema

scolastico

sull'aggiornamento professionale

dei docenti

sull'attivazione di tirocini

sull'attività di job shadowing

sull'incremento delle attività

pomeridiane

sullo sviluppo di competenze

linguistiche

sul rinnovamento della struttura

sulla partecipazione attiva a

progetti finanziati da fondi

europei

Altro (specificare)

* 32. Ritiene che le azioni promosse dalla sua scuola mirino a soddisfare i punti del movimento “Avanguardie

Educative”?

Si

No

sull'adeguatezza degli strumenti

didatici

sullo sviluppo di competenze

tecnologiche

sulla mobilità europea

sull'utilizzo di nuovi canali di

comunicazione

sull’alternanza scuola lavoro

sullo sviluppo delle competenze

trasversali

sullo sviluppo di competenze

interculturali

sulla partecipazione attiva a

progetti finanziati da fondi

nazionali

16

* 33. Pensa che le politiche scolastiche ed i fondi destinati all'istruzione riescano a favorirne l’innovazione?

Si

No