Era Superba 35

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IL MENSILE GENOVESE A DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO V n 35 a.c. PIRRI CANNABIS DALLA PARTE DEI PAZIENTI

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Marijuana terapeutica, la testimonianza di una paziente. Come vengono spesi i ricavi delle multe? Istanbul, diario di viaggio nella capitale turca.

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IL MENSILE GENOVESE A DISTRIBUZIONE GRATUITAANNO V

n 35a.c. PIRRI

CANNABISDALLA PARTE DEI PAZIENTI

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cannabis terapeuticaINcontro: alessandara viazzi

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multe: come vengono spesi i ricavi?Farmacia serra

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il banditorel 'angolo di gianni martini

lista distribuzioneparla come mangi

agenda

varie ed eventuali

EDITORIALEInnanzitutto non mi convince il modo in cui mi sveglio, pensare che continuare a dormire sia meglio. Non mi convince il modo in cui ti amo, che in fondo è chiederci una mano e una scusa condivisa, possibilmente buona.Non mi convince l’obbligo di lottare, lavorare per comprare e comprare per lavorare, e poi? E poi raccoglieremo i frutti, un giorno, scendere-mo al frutteto armati di cesto e stivali e li trove-remo già caduti dall’albero, a confondersi con il fango dopo una qualunque giornata di pioggia.Non mi convince la saggezza degli anziani, e nemmeno il talento di alcuni artisti con i capelli bianchi che oggi possono permettersi di gioca-re facile forti dell’applauso assicurato, convinti di aver già detto quello che c’era da dire. E non mi convince il loro pubblico di nostalgici, coloro che applaudono.Non mi convincono quei giovani che aspettano ore e ore alla fermata del bus nelle giornate di sciopero perché non leggono i giornali. Quelli che non conoscono nemmeno i nomi e i volti di chi decide per loro e dicono che è tutto una merda.Non mi convince l’home page di Yahoo, Libe-ro, Virgilio e compagnia bella, e tanto meno mi convincono quelle centinaia di migliaia di per-sone che leggono la notizia “Lapo Elkann rima-ne senza benzina in autostrada”. Basterebbe un minimo di amor proprio.Ma non mi convince neanche l’amor proprio quando diventa vanità, superbia… oppure quando, pericoloso, porta in grembo certezze. Non mi convince chi parla di sé convinto che si tratti di un argomento interessante, e soprattut-to non mi convince il sottoscritto, che cammina a testa bassa in vico delle Camelie, senza sa-pere dove andare.

Con affetto,Gabriele Serpe

SOTTO LA LENTE

A VOXE DE ZENA

di tutto un po'

il caffè degli artisti

EDITORE Associazione Culturale PirriDIRETTORE Gabriele Serpe

IMPAGINAZIONE Constanza RojasCOPERTINA Gianluca Sturmann

GRAFICA INTERNA Constanza RojasFOTO Daniele Orlandi

REDAZIONE Manuela Stella, MatteoQuadrone, Marco Brancato, Claudia

Baghino, Marta Traverso, Adriana MorandoHANNO COLLABORATO Corrado Raffo, Elisa Arlandi, Michela Alibrandi, Giorgio Avanzino, Emiliano Bruzzone,

Chiara Spanò, Gianni Martini, Gigi Picetti, Sergio Alemanno, Antonio Clemente, Gianluca NicosiaCOMMERCIALE Annalisa Serpe

([email protected])STAMPA Tipografia Meca

CONTATTIwww.erasuperba.it

[email protected]

Autorizzazione tribunale di Genovaregistro stampa n 22/08

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di Matteo Quadrone

Migliaia di persone sofferenti non godono di un libero ac-cesso ai farmaci. Oppure sono costrette a lunghe trafile tra mille ostacoli burocratici per esercitare un loro diritto fonda-mentale: quello alla cura. Stia-mo parlando di persone affette da patologie quali ad esempio il glaucoma, epilessia, sclerosi multipla, sindrome di Tourette, spasticità nelle lesioni midolla-ri, malattie neurodegenerative (morbo di Alzheimer, corea di Huntington, morbo di Parkin-son), che potrebbero ricavare benefici ed alleviare le proprie sofferenze grazie all’uso medi-co della cannabis. La canapa infatti contiene una settantina di principi attivi, alcuni dei quali dotati di un riconosciuto valore terapeutico. Negli ultimi decen-ni si è registrato un rinnovato interesse del mondo scientifi-co nei confronti della cannabis e sono fioriti numerosi studi. Con il decreto ministeriale del 18 aprile 2007 il principio attivo (THC) della cannabis è stato inserito nella tabella II B, l’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope di riconosciuto valore terapeuti-co, ovvero farmaci prescrivibili con semplice ricetta bianca non ripetibile. Sul mercato ita-liano, però, non sono ad oggi disponibili farmaci a base di

Sono le cosiddette infiorescen-ze femminili di cannabis, fiori coltivati in laboratorio, sterilizza-ti e sottoposti ad un minuzioso controllo di qualità e sicurezza. Esistono due modi per accede-re ai farmaci a base di canna-binoidi: a carico del paziente se prescritti dal medico di base; a carico del servizio sanitario se prescritti in ambito ospedalie-ro, non solo ospedalizzati ma anche pazienti soggetti a day-hospital, ad un percorso am-bulatoriale o in regime di as-sistenza domiciliare integrata.Innanzitutto risulta difficile trovare medici disponibili a prescrivere medicinali de-rivati dalla cannabis. Tut-to dipende dall’esclusiva

cannabinoidi. «I medici che ritengono di dover sottoporre propri pazienti a terapia far-macologica con derivati della cannabis devono richieder-ne l’importazione dall’estero all’Ufficio Centrale Stupefa-centi del Ministero della salu-te», si legge sul sito del Mini-stero. L’industria farmaceutica ha prodotto diversi farmaci de-rivanti da cannabinoidi sintetici registrati per uso terapeutico e commercializzati in diversi paesi. I derivati sintetici però sembrano mostrare minore efficacia e maggiore incidenza di effetti collaterali rispetto ai derivati naturali che arrivano dall’Olanda, realizzati per il Mi-nistero della salute olandese.

Illustrazione di Emiliano Bruzzone

CANNABIS TERAPEUTICALA LEGGE C'E' MA NON VIENE APPLICATACon il decreto ministeriale del 18 aprile 2007 il principio attivo (THC) della cannabis è stato inserito nella tabella II B, l’elenco delle sostanze stupefacenti di riconosciuto valore terapeutico

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valutazione del professionista in questione ed inoltre lo stes-so Ordine dei medici pare non incentivare questa pratica. Una volta che il medico curante ha firmato l’apposito modulo, quest’ultimo va consegnato alla Farmacia Territoriale della Asl che richiederà l’autorizzazione all’importazione del medicinale al Ministero. Ottenuta l’autoriz-zazione la Asl importerà il me-dicinale e, quando il farmaco arriverà a destinazione (dai 20 giorni ai 2 mesi) avviserà il medi-co o il paziente. Il costo, a carico del paziente, va dai 600 ai 2000 euro (la maggior parte delle farmacie richiede pagamento anticipato), la prescrizione vale solo per tre mesi e deve esse-re rinnovata. Quindi il paziente deve ripetere l’intera snervante trafila: medico di base, farmacia

territoriale Asl, richiesta al Ministe-ro, attesa dei farmaci. Se invece è il medico specialista ospedaliero a compilare la richiesta in teoria ba-sterebbe che lo stesso la conse-gni alla Farmacia dell’Ospedale e si dovrebbe ottenere il farmaco gratis tramite il day-hospital, come prevede la legge. Ma sono po-chissimi i casi in cui i malati hanno accesso gratuitamente ai farmaci perché molti dei “manager” che dirigono gli Ospedali boicottano illegittimamente l’applicazione della legge per motivi ideologici e le stesse farmacie ospedaliere spesso non accettano le prati-che complicando la situazione.A partire dal 2007 si è aperta anche una seconda opportuni-tà per i pazienti. I medicinali a base di cannabinoidi possono infatti essere commercializza-ti come preparazioni galeniche

magistrali. Qualunque medico può prescrivere su ricetta bian-ca non ripetibile tali preparazioni e qualsiasi farmacia – dotata di un laboratorio galenico - può ri-chiederli ad una ditta di Milano, la Solmag-Artha, che nel 2009 ha ottenuto l’autorizzazione per importare le stesse infiorescen-ze femminili dall’Olanda. La ditta di Milano a sua volta le rivende alle farmacie italiane che nei loro laboratori preparano le singole dosi. Questi passaggi, però, fan-no salire in maniera vertiginosa i costi dai circa 8 euro al grammo (se il prodotto è importato dalle Asl) ai 30-40 euro al grammo. Considerando che mediamen-te ogni paziente ha bisogno di almeno 1 grammo al giorno, si comprende alla perfezione come una spesa simile sia insostenibi-le per la maggioranza dei malati.

Vignetta di Emiliano Bruzzone

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Con il riconoscimento e la re-golamentazione dell’accesso ai derivati medicinali della pianta di cannabis e degli analoghi sintetici, la possibi-lità di curarsi con la cannabis è ormai formalmente un dato acquisito, ma occorrono delle singole leggi regionali in gra-do di applicare le norme qua-dro nazionali. Per quanto ri-guarda la Liguria la proposta di legge intitolata “Modalità di erogazione dei farmaci e del-le preparazioni galeniche a base di cannabinoidi per fina-lità terapeutiche”, presentata il 7 marzo 2011 da Federa-zione della sinistra e Sinistra ecologia e libertà giace in un cassetto di qualche uf-ficio regionale. Dimentica-ta ormai da quasi un anno. Ne abbiamo parlato con Alessandra Viazzi, genove-se, Presidente di “Pazienti Impazienti Cannabis” as-sociazione costituita nel 2006, nata nel 2001 come gruppo di auto-mutuo-aiu-to, che lotta per affermare il diritto a curarsi con la cannabis.Il problema è la mancanza di regole comuni perché oggi ogni Asl ha potere decisio-nale. Tutte le regioni devono mettere nero su bianco delle

norme chiare. Noi come as-sociazione di pazienti con l’appoggio trasversale di di-verse forze politiche siamo riusciti a far presentare delle proposte di legge in 9 regioni italiane, tra cui la Liguria. Pur-troppo attualmente sono tutte in una fase di stallo e presen-tano dei pesanti limiti che oc-corre eliminare. Infatti, per un evidente volere politico e me-diatico, si sta trasmettendo all’opinione pubblica un mes-saggio errato. In pratica vie-ne messa in evidenza l’utilità di questi farmaci esclusiva-mente per quanto concerne le cure palliative del dolore, ad esempio nei casi di malati di Aids o per cicli di chemiote-rapia. Ma questa è solo una delle indicazioni e non certa-mente la principale. In questa maniera vengono esclusi nu-merosi pazienti affetti da pa-tologie che nulla hanno a che vedere con le cure palliative.

Raccontaci la tua esperien-za personale…Io soffro di epilessia ed ho iniziato a curarmi con la can-nabis nel 1992 quando anco-ra, anche in ambito medico, ti guardavano come un “alie-no”. Poi per fortuna, intorno al 2000, ho iniziato a trovare qualcuno con cui condividere

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INCONTRO DEL MESE ALESSANDRA VIAZZIPresidente di “Pazienti Impazienti Cannabis” di matteo quadrone

la mia esperienza. A Genova siamo 7-8 persone ad aver trovato medici che prescri-vono questi farmaci. In Italia il bacino di utenza potenzia-le è di migliaia di persone. Purtroppo non si hanno in-formazioni verificabili perché nessuno, neppure il Ministe-ro della salute, si preoccupa di tenere aggiornati i dati. La nostra pratica era illega-le e per la maggioranza dei pazienti continua ad essere illegale anche oggi. Parliamo di malati che non trovano di-sponibilità nei medici, nelle farmacie territoriali delle Asl, persone che non possono sostenere costi elevatissimi e devono necessariamente tro-vare altre soluzioni. E così un numero elevato di pazienti ha due possibilità: o si rivolge al mercato nero della cannabis, con prezzi alti e soprattutto con un basso livello di qua-lità; oppure si autoproduce la sua medicina. Diventa un coltivatore di cannabis con rischi ancor più alti perché da “consumatore di stupe-facenti” si trasforma in “pro-duttore di stupefacenti”, per-seguibile dalla legge italiana.

Cosa cambierebbe se final-mente fosse più facile per tutti i malati, poter scegliere

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di curarsi con la canna-bis? Se tutto fosse fatto a regola d’arte si potrebbe-ro sfruttare le competenze sviluppate, soprattutto in altri Paesi, per metterle a disposizione dei malati. Già oggi esistono semi di cana-pa che garantiscono deter-minate percentuali di alcuni principi attivi che possono risultare utili per differenti patologie. Senza contare che la qualità e la sicurezza del prodotto finale risulte-rebbero totalmente accer-tate. Noi abbiamo proposto di realizzare una produzio-ne nazionale di canapa a fini terapeutici sul modello portato avanti dal Ministero della salute olandese e sia-mo riusciti a far inserire la richiesta in alcune proposte di legge regionali. Sarebbe sufficiente individuare un laboratorio farmaceutico centrale per la produzione e lavorazione di cannabis coltivata in Italia e destina-ta alla fornitura per il Servi-zio Sanitario pubblico. Oggi si tratta di una possibilità completamente inesplorata che invece potrebbe risol-vere parecchi problemi ed alleviare le sofferenze di migliaia di malati.

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Illustrazione di Chiara Spanò

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di gigi picetti

il peso dell'impercepibileMA COME è NOIOSO E DUROAVERE UN LAVORO SICURO

Ispirato dalla dichiarazio-ne consolatoria, per futu-ri disoccupati, del nostro speedpremier, che defini-sce noioso il lavoro fisso, continuo qui il racconto del mio percorso profes-sionale ed esistenziale, tra progetti audiovisivi ed impegno socioculturale.Assunto dopo un casuale colloquio balneare dal di-rettore del reparto fonica della Philips, un’ occasione oggi irripetibile anche esi-bendo lauree, master e chi-lometrico curriculum, vengo promosso dopo tre anni a responsabile del nuovo re-parto Radioprofessionale, per realizzare installazioni audio e video in Liguria. E no che non mi annoio: pro-getto ed assisto la messa in opera delle realizzazioni più eterogenee, dall’impian-to sonoro del Teatro Ariston di Sanremo ai comunicati antinfortunistici alla Fer-rotubi di Sestri Levante, dal laboratorio linguistico al liceo Deledda di Geno-va allo studio videodidat-tico all’ANCIFAP di Sestri Calcinara e al primissimo sistema di ricerca persone all’Italsider di Cornigliano.

Ricordo che in quest’ultima cir-costanza, dopo i sopraluoghi ai reparti laminatoi a freddo e caldo e soprattutto all’inferna-le cockeria, tra scivoli conti-nui di polveroso carbone, ho sputato per giorni un nerastro catarro. E si stupivano se chi ci aveva lavorato per anni si ammalava poi di silicosi.Ogni tanto venivo invitato nella sede di Milano per aggiorna-menti sui nuovi prodotti e va-lutazioni critiche di prototipi. E alla sera, con l’amico Marcello trasferitosi là per lavoro, anda-vamo in locali ora storici come l’Aretusa, il tempio del Rock ‘n roll, dove era aborrito il liscio e da un’inferriata in alto penzo-lava il manichino di un cada-vere accoltellato al petto con il cartello che specificava “Chie-deva sempre tanghi”. Lì ho co-nosciuto tipi come il ballerino acrobatico Dossena, oltre a Giorgio Gaber e Maria Monti. Al Derby invece debuttava uno spiritato Iannacci: i milanesi commentavano le sue agita-te esibizioni con frasi come “Ches’chì l’è matt, l’è burlà giò da piscinino…”. Al San-ta Tecla si celebrava il jazz: Basso, Valdanbrini, Piana, Cuppini, Ambrosetti. Lo swing migrava già verso il be-bop e il

cool jazz. E poi i navigli di Asca-nio Sforza, con i camionisti in duello a panciate alla Briosca: chi finiva contro il muro paga-va da bere. Al Jamaica di Bre-ra sedevi nella vetrata accanto a pittori come Morlotti, mentre i camerieri pregavano Fon-tana, ubriaco di Pimm con la mentuccia, di far dei tagli con il coltello ai tovaglioli e firmar-li, per poi venderseli ai colle-zionisti. Al Piccolo Teatro di via Revello un ignaro Giorgio Strehler voleva far cacciare da Paolo Grassi un non ricono-sciuto Brecht, intrufolatosi alle prove de “L’eccezione e la re-gola” ridacchiando e fumando pestiferi sigari. I Gufi di Nanni Svampa riportavano in auge arguti canti popolari e sociali. E poi ritrovavo un’ambasciata dei cantautori genovesi fre-quentati alla Foce, alloggia-ti alla centrale Pensione del Corso, in caccia di produttori.Ritornavo a Genova ai miei progetti audiovisivi con la vo-glia di importare anche da noi quello stimolante ambiente: un desiderio che si realizzerà molti anni dopo con la Panteka Volante… La storia continua il prossimo numero con altre avventure lavorative, oggi im-possibili.

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di manuela stella

VALLETTA CARBONARAI SOGNI DEI CITTADINI E IL BILANCIO DELL'ASP BRIGNOLE

Valorizzare un immenso spa-zio verde presente al centro della città, trasformando un territorio semi abbandonato in orti e giardini, per miglio-rare la qualità di vita dei re-sidenti. È questa la proposta che il “Comitato Le Serre” - con il sostegno di alcune delle più conosciute asso-ciazioni ambientaliste - ha illustrato venerdì 24 febbraio durante un’affollata assem-blea pubblica cittadina, pres-so il nuovo auditorium della Parrocchia San Nicola di Castelletto. Al centro del pro-getto c’è Valletta Carbonara, un’area di ventimila metri quadrati che sorge dietro al glorioso ex Albergo dei Po-veri - costruito proprio grazie ai blocchi di pietra estratti da questa conca naturale - pro-prietà dell’Asp Brignole, l’isti-tuto di assistenza agli anziani che oggi si trova alle prese con uno spaventoso buco di bilancio. L’obiettivo era chia-mare i cittadini a condividere un’idea di impiego della Val-letta a favore del quartiere e della città intera, consideran-do che il Comune ha deciso di ridurre l’area destinata a vivaio comunale, in cui per decenni venivano ospitate le specie arboree che poi anda-vano ad adornare giardini e aiuole. Oggi dunque riman-gono degli spazi liberi e pro-prio su questi punta l’atten-zione il “Comitato Le Serre”.Il dibattito ha dato modo ai cittadini di esprimersi libera-mente in merito al possibi-le utilizzo dei terreni e sono

emersi spunti davvero inte-ressanti «Attività condotte da associazioni che lavorano a sostegno delle persone con disagi psichici e fisici, orti comuni e vendita di piante e prodotti, aree verdi con per-corsi ed aree per famiglie e anziani».Nel corso degli anni la Valletta è stata interessata da diversi tentativi di cementificazione, l’ultimo in ordine di tempo, prevedeva la realizzazione di palestre, piscine e centi-naia di parcheggi interrati. Nel nuovo Piano Urbanistico Comunale, approvato recen-temente dal consiglio comu-nale ed ora in fase di raccolta delle istanze di opposizione, rimane la destinazione a par-cheggio. Considerando che l’Asp Brignole versa in una complicata situazione finan-ziaria (il passivo si attesta sui 40 milioni di euro) - cau-sata da un’amministrazione

per lungo tempo incapace di arginare la deriva debitoria dell’azienda – l’unica solu-zione per risanare il bilancio è cercare di monetizzare al massimo le potenzialità della zona. E la costruzione di box e parcheggi – una moda molto in voga in tutta la città – sem-bra essere la strada più facil-mente praticabile.Il Comitato intende chiedere al Brignole di concedere l’uso dell’area per avviare una serie di attività agricole e sociali, da-gli orti urbani alla produzione agricola biologica e locale, fino all’organizzazione di spazi ri-creativi e di aggregazione.Ma pare che un primo sondag-gio informale con l’istituto Bri-gnole non sia andato a buon fine. Non resta che confidare nella collaborazione con il Co-mune, affinchè il progetto di riqualificazione sognato da co-mitato e cittadini possa diven-tare realtà.

Foto di Daniele Orlandi

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Molti cittadini si domandano in quale maniera vengano utilizzati, da parte dell’am-ministrazione pubblica, i sostanziosi proventi frutto delle multe. Soldi pubbli-ci che, secondo il Codice della Strada (ex art. 208), dovrebbero essere desti-nati (almeno il 50%) ad in-crementare la sicurezza su strada dei cittadini siano essi pedoni, automobili-sti, motociclisti o ciclisti.Una ricerca della Fonda-zione Luigi Guccione Onlus (Ente morale vittime della strada), basata sui dati re-lativi ai proventi delle multe forniti da 14 grandi città ita-liane (tra cui Genova), met-te in luce come il problema principale sia la gestione del denaro. Perché se è vero che quasi tutti i Comuni in-terpellati rispettano la quota riservata, non esiste nessu-na trasparenza sulle moda-lità di spesa e soprattutto sulla qualità della spesa.Genova dal 2007 al 2010 ha raccolto oltre 33 milioni di euro ogni anno con una pressione sanzionatoria me-dia di 55 euro procapite. La singola composizione della spesa del Comune di Ge-nova, però, presenta alcuni aspetti di difficile interpre-tazione: quasi il 68% degli introiti infatti sono destinati all’indefinito settore deno-minato “altro” (la media del-le 14 città prese in esame è del 12%), ed è quindi lecito domandarsi a cosa servo-no concretamente i soldi

pubblici ricavati dalle multe e se davvero sono utili per incrementare la sicurezza stradale dei cittadini.Per quanto riguarda gli altri settori indicati nel Codice, Genova destina all’aumento della segnaletica un rotondo quanto inutile 0%, mentre per l’aumento dei controlli solo il 6%. Alla manutenzio-ne stradale sono invece de-stinate il 25% delle risorse e per il trasporto pubblico anche qui siamo allo 0%.Secondo il rapporto, a li-vello nazionale, nonostan-te il 71% dei proventi ven-ga utilizzato per le finalità dell’ex art. 208, gli impie-ghi collegati direttamen-te alla sicurezza stradale rappresentano solo il 10% o poco più. In pratica ciò significa che «quote am-piamente maggioritarie dei proventi finiscono per ali-mentare spese correnti,

spese ordinarie, spese di gestione dei servizi ai citta-dini, per il funzionamento di uffici, strutture tecniche ed amministrative – sottolinea la Fondazione Guccione – Per contro sono rare ed esigue le voci riconducibili ad investimenti in sicurezza stradale: specifici, aggiunti-vi, straordinari (cioè connes-si all’individuazione e rimo-zione di fattori e condizioni di rischio)». In questo modo «si verificano due effetti in-desiderabili: si crea un’og-gettiva convenienza a man-tenere stabile nel tempo tale gettito perché indispensabile per alimentare il funziona-mento di servizi ed apparati essenziali. Inoltre si disin-centiva ogni altro impiego delle risorse finanziarie che fosse dettato dall’esigenza di rimuovere un determina-to fattore di rischio e miglio-rare i livelli di sicurezza».

di matteo quadrone

MULTECOME VENGONO SPESI DAL COMUNEI RICAVI DELLE SANZIONI?

Foto di Daniele Orlandi

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di marta traverso

Farmacia Serra: la salute 2.0 Da Voltri ai social network, l'importante è parlare con la gente: l'intervista a Edoardo e Maddalena Schenardi

Il loro blog è al nono posto della classifica nazionale Ebuzzing (categoria Salute). Hanno un e-commerce, oltre 400 amici su Facebook e più di 1.000 follower su Twitter. Su YouTube spiega-no ai genitori come usare un ter-mometro wireless o un biberon autoriscaldante. Il loro negozio è anche area Wifi gratuita.In via Camozzini a Voltri, i far-macisti Edoardo e Maddalena Schenardi hanno creato un polo di scambio e informazione sul web. Cosa porta una farmacia ap-parentemente “di periferia” a diventare un punto di rife-rimento della comunicazione web?Tutto è nato per gioco, il nostro interesse al web non è stretta-mente collegato al nostro lavo-ro, è qualcosa che si è evoluto man mano nel tempo. Senza dubbio essere presenti sul web porta via molto tempo e risor-se: se qualcuno ci chiede un consiglio o ci fa un’ordinazione dobbiamo essere tempestivi nel rispondere, il web non conosce sabati, domeniche né periodi di ferie.Internet è un modo come un altro per parlare con la gente, esattamente come facciamo con i nostri clienti qui in farmacia. La cosa che più conta sul web è avere qualcosa da dire: se non ci divertissimo, non lo faremmo.

Quali sono gli aspetti più inte-ressanti della vostra presenza online?In ogni parte del mondo ci sono genitori che inventano un prodot-to, lo sperimentano sui propri figli e poi lo mettono in commercio. Internet ci ha permesso di sco-prire questi prodotti e venderli in farmacia. Il canale YouTube è nato per questo scopo: mostrare in video come si usa un prodotto è molto più facile che spiegarlo.Non bisogna andare troppo lontano per trovare realtà inte-ressanti. Per esempio, senza Internet non avremmo mai sa-puto dell’esistenza di LaitBaby, azienda genovese specializzata in prodotti per bambini.È curioso che persone e azien-de genovesi che lavorano nello

stesso ambito e potrebbero attuare dei progetti insieme non abbiano gli strumenti per sapere una dell’esistenza dell’altra: come mai secondo voi?È uno dei difetti di Genova: que-sta città ospita alcune delle per-sonalità più interessanti del web, solo che a Genova nessuno lo sa. Noi abbiamo contatti con persone di tutta Italia, abbiamo partecipato a numerosi eventi e blogger di fama nazionale hanno parlato di noi, ma l’attenzione dei genovesi è arrivata in un secon-do tempo.Sarebbe bello che qualcuno or-ganizzasse degli appuntamenti informali, cene o aperitivi, perché tutti i blogger genovesi possano incontrarsi anche di persona.

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MACCHINA DEL TEMP

MARZO 2011 Benzina sempre più cara - Le associa-zioni chiedono la sospensione dell’Iva dal prezzo del carburante. “Da 1.620 a 1.650 è, oggi, il prezzo della benzina presso i distributori della rete autostradale li-gure. Aumenti non più sostenibili, probabilmente frutto di speculazioni internazionali sul prezzo del petrolio e, speriamo, non locali, per approfittare del grande flusso turistico nella nostra regione”.MARZO 2012 La situazione dopo un anno è peggio-rata, la benzina è aumentata esponenzialmente, la verde ha raggiunto quota 1,85 euro/litro nei valori medi ed è a un passo dal record storico di 1,856 euro/litro. La Liguria è la seconda regione in Italia dopo le Mar-che, dove la benzina costa di più.

MARZO 2010 Chiusura Monumento di Quarto - Vie-ne annunciata la chiusura temporanea del luogo di ritrovo per eccellenza del Levante cittadino, le terraz-ze necessitano di un restyling per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Il presidente del Municipio Levante Francesco Carleo dichiara: “E’ accaduto tutto all’ultimo momento, avevamo ricevuto indicazioni per il 2011 senza però contare che i Mille partirono nel 1860 e non nel 1861. A quel punto siamo stati io e l’Assesso-re Ranieri a sollecitare un intervento nell’area del Mo-numento”. Carleo precisa anche “[...]chi gestirà il bar resterà aperto 12 mesi l’anno, la zona sarà frequentata e presidiata costantemente, non solo d’estate”.MARZO 2012 Il bar nei mesi invernali non ha mai aperto, le serrande sono state alzate l’estate scorsa come accadeva anche prima del restyling e regolar-mente abbassate a fine stagione. Inoltre, dopo la pau-sa forzata dell’estate 2010, le presenze al Monumento sono calate. Dopo qualche mese dal termine dei lavori, tra l’altro, fece scalpore la ruggine che ricoprì subito le nuove strutture. Tutti puntarono il dito contro la scelta di utilizzare l’acciaio per un’opera a contatto con il mare 24 ore su 24. In realtà oggi si scopre che si è trattato di un intento ben preciso: lo strato di ruggine, infatti, serve a “proteggere” il monumento dal degrado…

A GENOVA C ' è vento

di sergio alemanno

Belin, ogni volta che mi accingo a scrivere in questo spazio non so mai dove andrò a parare, non riesco a premeditare, è come se fosse sem-pre la prima volta… La sensazione che provo è molto simile alla solitu-dine …sensazione che amo molto... in quanto si affidano le parole al fo-glio e poi la palla passa naturalmen-te a voi con la facoltà di gradire o dissentire. Quando si tratta di un’esi-bizione, uno spettacolo, un concerto voi siete lì davanti… e con bisbigli, rumori, suoni e fischi esprimete in modo eloquente il vostro pensiero. Nel caso delle parole su carta non si può avere nessun riscontro diretto, non vi posso vedere, non vi posso sentire… E a volte camminando per le strade di Genova penso “proba-bilmente alcune delle persone che incrocio hanno letto queste paro-le...”, tutto qua. Non è che mi manca l’applauso…no, mi manca il dissen-so, perché mi aiuta ad andare avan-ti, almeno a me, che ho una grande nostalgia del futuro... Cose belle let-tori, vi applaudo!!!

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di adriana morando

A SPASSO PER ZENAvilla piantelli“Dal lato a monte del cam-po di calcio di via del Pia-no, circondata da cipressi che svettano al cielo (come dicono gli scrittori), a ridos-so quasi della collina su cui sorge la città giardino, c’è una villa di età indefinibile come il suo stile architet-tonico”, incomincia così un vecchio articolo di giornale del 1933 per indicare un’abi-tazione dietro i distinti dello stadio Luigi Ferraris, appe-na ultimato. L’edificio di cui si parla è Villa Centurione Musso Piantelli, residenza estiva della ricca famiglia Centurione, fatta costruire, nella seconda metà del XVI secolo, in quella zona rurale del Bisagno, dove le ultime verdi colline accompagna-vano il tratto terminale del fiume. Fu solo dopo il piano regolatore, del 1916, che gli edifici di C.so de Stefa-nis e l’imponente mole del-lo stadio la soffocarono in un abbraccio di cemento, privandola del paesaggio bucolico circostante. Rima-ne, oggi, un piccolo giardino “demodè” che lascia traspa-rire tutta la decadenza del tempo. L’edificio, di architet-to ignoto, conserva nel suo interno, imponenti scale in ardesia accompagnate da colonne marmoree, lese-ne decorative ed elementi pittorici inusuali, opere di Bernardo Castello, Giovan-ni Andrea Ansaldo ed artisti della scuola dei Calvi e dei Semino. Temi sacri come divinità, personaggi biblici

Foto di Daniele Orlandi

Foto di Daniele Orlandi

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le partite di calcio, funesta-te da più di cent’anni da un sortilegio: una maledizione lanciata il 19 agosto 1910 da una contadina del luogo. Quando il marchese Piantelli, socio e tifoso genoano, ave-va ceduto i terreni che circon-davano l’antica dimora per la costruzione dell’impianto sportivo, la donna ne era ri-masta danneggiata sia con la perdita di una parte dell’ap-pezzamento sia perché il restante orto si trovò privato della luce necessaria. Di qui il fatidico anatema “Genoa, non vincerai nulla per i pros-simi cent’anni; non vedrai più la luce delle vittorie, così come io non vedo più la luce del sole”. Un sortilegio che, facendo i conti, è terminato nel 2010 e che, i più mali-gni, sostengono sia passato adesso ai cugini blucerchiati.

che si ripetevano, ogni not-te, intorno alle 23. Dopo due mesi fu chiesto l’intervento del prete ma senza esito. Ci fu anche il sopralluogo di un funzionario delle case popolari, proprietarie del pa-lazzo, a cui non rimase che convalidare l’insolito fenome-no. Fu colpa del fantasma di villa Piantelli? La leggenda del fantasma narra di uno spiritello maligno “impazzito dalla malinconica solitudi-ne del luogo” che con i suoi rumori notturni fece fuggire i proprietari della villa; allo scopo di “mettere a posto il folletto burlone” un gruppo di erculei portuali organizzò una spedizione serale ma appena entrati, furono accolti da un turbine di sonori schiaf-foni, comminati da mani che venivano dal “vuoto”. Un’altra leggenda riguarda

o allegorie delle virtù si in-trecciano a soggetti pagani tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, da Apuleio, dall’Enei-de di Virgilio come quelli che campeggiano sul soffitto del grande salone (Bernardo Ca-stello-1604). Sulle pareti della loggia e nelle molte lunette, vedute paesaggistiche sem-brano occhi aperti sulla natu-ra o sugli scorci della città. Ma non è solo il patrimonio artistico a rendere nota villa Piantelli, ci sono anche nu-merose leggende popolari. Nell’articolo del 1933 citato in apertura, si fa riferimento proprio ad un’antica leggenda per cercare una spiegazio-ne ad un’insolita notizia di cronaca: due giovani spo-si, abitanti del 31 D civico 7 di via Centuriona, inco-minciarono ad essere di-sturbati da strani trambusti

Foto di Daniele Orlandi

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LETTERE DALLA LUNAAvrei detto “prigioniero”, forse, se mi fossi fermato a riflettere sulla migliore rispo-sta al più classico dei “come stai”; e comunque “sempre meglio che illuso di poter essere libero” avrebbe incalzato la parte di me provocatoria a casaccio. Avrei po-tuto rispondere “non c’è male”, ma come si fa a non considerare l’altra metà della mela imprecisa e imperfetta che ci fa le linguacce? Ti risponderei “una merda” se mi soffermassi solo su questo. “Come sto?!, terrorizzato”, se avessi voluto mette-re a nudo il fatto di sentirmi estraneo a tutto e alla mia persona, un particolare che mi rende un po’ il capitano della Concordia che abbandona sé stesso per paura di affogarci dentro. Ah, dimenticavo, avrei detto “bene” se avessi avuto bisogno di convincerti o di convincermi, di venderti o di vendermi. Ti ho risposto “non lo so”, perché avevi la faccia da scemo e le labbra lontane anni luce dalla testa e, sicu-ro che non avresti ribattuto, mi sono giocato l’unica risposta sincera, quella che rimane tale solo se chi ha fatto la domanda si accontenta, senza indagare oltre. Buongiorno cari concittadini, sono tornato sulla Terra. L’ho fatto nonostante questi anni di esilio lunare siano stati per lo più piacevoli e sereni. Ho colto al volo l’occa-sione, un biglietto di solo ritorno per l’ascensore di Castelletto, quella porta spalan-cata abbandonata anni or sono dal poeta Caproni; questa volta non sono riuscito a dire di no, sono salito e in pochi istanti avevo le suole delle scarpe saldamente schiacciate dalla forza di gravità contro la pavimentazione di Spianata Castelletto.Non c’è stata una motivazione precisa che mi ha spinto a tornare, anche perché ormai, dalla morsa mendace delle motivazioni, mi sono liberato da tempo… d’al-tronde, immaginerete anche voi, lassù le motivazioni servono a poco e quattro anni sulla Luna sono tanti, una noia impagabile, impensabile, splendida e silen-ziosa, una noia che cambierebbe nel profondo l’animo di chiunque.Lo ha sicuramente pensato il povero Marchino, il primo volto conosciuto che ho incrociato in corso Firenze, pochi passi dopo l’atterraggio. Probabilmente nem-meno si è accorto in questi anni della mia assenza, e privo di un qualsiasi interes-se per un’eventuale risposta mi ha chiesto: “Hei ciao, come stai?”…

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(ricordatevi di togliere le scarpe e per le donne di coprire il capo) e palazzo Topkaki, dimora dei sul-tani e deposito del ricco tesoro del profeta (rimar-rete abbagliati dalla miriade di pietre preziose, smeraldi e rubini che vi troverete!), par-ticolare per la presenza del misterioso Serraglio, harem femminile che diede grande potere alle donne.Da non perdere la crociera sul Bosforo con la quale si arriva sino a Anadolu, pic-colo paese di pescatori sulla sponda asiatica, un tempo rifugio per i marinai quan-do il mare era in tempesta e nel quale è possibile gusta-re un pranzo a base di pe-sce freschissimo. Altra meta

e ristoranti trovi ancora i vecchi chioschi strabor-danti di pane caldo al mat-tino e di castagne arrosto la sera.Da buoni genovesi prima tappa alla Torre di Galata che si trova in un quartie-re centrale della moderna Istanbul e che fu fondata proprio da noi; da qui si gode di una vista impa-gabile su tutta la città… Per riuscire a capire le tradizioni e la storia della capitale turca (e soprat-tutto delle religioni che vi convivono) è d’obbligo visitare Santa Sofia, l’e-dificio più prestigioso del mondo, il cuore della cri-stianità orientale per un millennio, la Moschea Blu

‘Istanbul Istanbul’ recita-va una vecchia canzone dei Litfiba… Una volta nella vita la devi vedere, città magica e piena di contraddizioni, un paese dalle mille sfaccettature, a metà tra oriente e occi-dente… con il volo diretto da Genova in poche ore la potete raggiungere!Si divide in due parti prin-cipali, Sulthanamet, la parte antica e Beyoglu , il cuore della città moderna.Per comodità abbiamo al-loggiato in quest’ultima zona, increduli di fronte alla miriade di taxi e di gente frenetica, gli “istan-bullu”, un popolo davve-ro accogliente! In mezzo al caos, ai mille negozi

di Corrado raffo e Elisa Arlandi

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ISTANBULALLA SCOPERTA DELLA CAPITALE TURCA

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di tutto un po' 1 9

r icche del mondo, Ista-nul fu la capitale di un impero mult ietnico e an-cora oggi si trovano sui banchi dei mercati frutta e verdura di ogni t ipo, pesce freschissimo pro-veniente dal Mar Nero e dal Mar di Marmara.I l nostro viaggio si è concluso nel migl iore dei modi: ancora r isuo-na nel le nostre orecchie la voce del Muezzin che dal l ’al to dei Minareti r i -chiama i fedel i al la pre-ghiera , nei nostr i occhi l ’ immagine del Corno D’oro e in lontananza lo svettare del le cupo-le del le Moschee al tra-monto.

e Raki, la bevanda na-zionale per eccellenza (non dimenticate di dilu-irla con l ’acqua come im-pone la tradizione per stemperare l ’alto tasso alcolico!). Rimanendo in tema culinario, non po-tete andare ad Istanbul senza passare un’allegra serata nelle Meyahne, taverne dove si mangia, beve e balla: si trova-no del quartiere di Ne-vizade, a Beyoglu, una curiosa strada invasa da bancarelle di pesce fritto dove si possono gustare i famosi antipa-sti turchi a base di ver-dure “Meze”. La cucina locale è una delle più

importante è il Gran Bazar, il mercato coperto più gran-de del mondo che compren-de oltre 4000 negozi. A noi, però, è piaciuto molto di più il Bazar delle spezie, dove l’aria è piena del profumo della cannella, del cumi-no, dello zafferano, della menta, del timo e di tutte le altre erbe immaginabili. L’inverno è molto freddo a Istanbul e durante il gior-no è di rito fermarsi a bere del thè bollente alla mela per ritemprarsi, magari ac-compagnato da dolcetti ti-pici come la Baklava , o da un buon pezzo di torta al formaggio! A cena, poi, lo chef consiglia una tavola a base di specialità turche

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A cura della psicologa Michela Alibrandi

2 0 DI TUTTO UN po'

in solitudine. La vergo-gna e l’imbarazzo sono emozioni utili, se provate in poche circostanze, ma come difendersi dalla ti-midezza eccessiva e dal-la fobia sociale? Occorre capire perché si teme così tanto il giudizio degli al-tri e si ha una stima cosi bassa di sé da esserne in-fluenzati costantemente , e successivamente provare ad esporsi alle situazioni temute, sapendo che una prestazione negativa non è né così probabile, né così drammatica. E se si fa la tanto temuta gaffe?Se non si ha danneggiato nessu-no, è utile farla notare per primi e riderci su; se un danno c’è stato, è meglio scusarsi, rimediare e cam-biare discorso il più rapida-mente possibile e sembre-rà meno grave!

DALLA TIMIDEZZA ALLA FOBIA SOCIALEad aprile un ciclo di incontri in via Invrea

particolarmente attento a non sfigurare nelle si-tuazioni sociali. Talvolta però questa particolarità diventa talmente frequen-te, intensa, e provoca così tanto disagio, da as-sumere le caratteristiche di una malattia: la fobia sociale. La fobia sociale differisce dalla timidezza in vari aspetti: la persona prova un’ansia molto for-te di fronte a situazioni di esposizione a persone non familiari o al giudizio degli altri, paura che lei stessa a volte considera ecces-siva ed irragionevole; tal-volta può arrivare all’attac-co di panico; chi soffre di questo disturbo tende ad evitare tutte le situazioni sociali che considera a ri-schio, quindi può condurre una vita povera di rela-zioni e di stimoli, spesso

Parlo in pubblico e mi accor-go solo alla fine di avere la lampo dei pantaloni aperta; faccio una corsa per prende-re l’autobus, inciampo e cado in una strada piena di gente; al bar faccio cadere una taz-zina di caffè e macchio il mio vicino… che figura! Il cuore batte forte, il respiro aumen-ta , le guance diventano pa-onazze, il disagio è rapido e travolgente! Cosa succede? L’imbarazzo è un’emozione molto breve ed intensa, che deriva dalla paura di esse-re giudicato male per aver infranto delle regole di com-portamento. E’ un’emozione sociale, che si prova cioè al momento della figuraccia e presuppone la presen-za di altri, di un “pubblico” che è pronto a ridere di noi.La vergogna invece è un’e-mozione più intima, che emerge anche in solitudine, al ricordo di una situazio-ne imbarazzante avvenuta anche anni prima ( “Se ci penso mi sento ancora mo-rire di vergogna!” ) oppure in previsione di una situa-zione futura ( “Domani devo parlare in pubblico e sicu-ramente diventerò rosso!”). Chi prova abitualmente le emozioni di vergogna ed im-barazzo si definisce timido, ossia ha dei tratti di perso-nalità stabili che lo rendono

Per approfondire questo ed altri argomenti, ogni martedì di aprile alle 21 nello studio della dott.ssa Michela Ali-brandi, in V. G. T. Invrea 20/16,è in programma un ciclo di incontri:

3/4 - Che figura! Imbarazzo, timidezza e fobia sociale 10/4 - Imparo a rilassarmi: la respirazione come tranquil-lante naturale 17/4 - “Sento dunque sono”: conoscere e gestire le emo-zioni nella vita quotidiana 24/4 - Ansia, panico, fobie e ossessioni: come ricono-scerli ed affrontarli.

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di tutto un po' 2 1

PENNA SAGACE

BANNyV INOVER I TASdi gianluca nicosia

Siete favorevoli o contrari all’abolizione dell’arti-colo 18 dello Statuto dei lavoratori? Sembra che il dibattito riguardante la bozza di riforma del mercato del lavoro del Ministro Fornero si sia ridotto a questo interrogativo. Da una parte ab-biamo i sindacati che considerano l’articolo 18 una tutela imprescindibile che, invece di essere abolita, dovrebbe essere estesa a tutti. Dall’altra abbiamo Confindustria che imputa a questa tute-la l’eccessiva rigidità del mercato del lavoro e a più riprese ne ha chiesto la modifica o addirittura l’abolizione. Il governo ha la difficile missione di conciliare queste due posizioni apparentemente inconciliabili e si trova ora in una situazione di stallo. Le dichiarazioni del presidente di Con-findustria Emma Marcegaglia che ha accusato i sindacati di proteggere i ladri e gli assenteisti e la convocazione di una manifestazione da par-te della FIOM contro la modifica dell’articolo 18 non stanno certo rendendo più facile il dialogo. Il risultato è che l’opinione pubblica, distratta dalla diatriba tra queste due opposte fazioni, è prati-camente all’oscuro delle proposte del ministro Fornero il cui obiettivo è quello di applicare nel nostro paese il modello di flexsecurity utilizzato in Danimarca. Questa modalità di regolamenta-zione del mercato del lavoro è caratterizzata da un’elevata sicurezza poiché prevede rapporti di lavoro regolati unicamente da contratti a tem-po indeterminato, indennità di disoccupazione di lunga durata, reddito minimo garantito e, come conseguenza, stipendi più alti della media eu-ropea. La flexicurity consente inoltre di avere un’elevata flessibilità in quanto permette al da-tore di lavoro di licenziare per motivi economici. Sarebbe quindi un ottimo compromesso se solo entrambe le parti, invece di arroccarsi dietro po-sizioni ormai anacronistiche, facessero un pas-so indietro per consentire all’Italia di colmare la distanza che ci separa ormai da troppo tempo dai paesi più avanzati d’Europa.

Il CANNONAU DOC è il vino di Sardegna per eccel-lenza. Infatti il vitigno detto anche Cannonao o Canno-nadu è diffuso in tutta l’i-sola , è presente in circa il 28% della produzione vini-cola. Per quanto riguarda la DOC invece si deve par-lare esclusivamente di tre sottodenominazioni geo-grafiche: Oliena ( zona che comprende il territorio co-munale e parte del comune di Orgosolo in provincia di Nuoro), Capo Ferrato (con uve raccolte nei comuni di Castiadas, Muravera, San Vito, Villaputzu e Villasi-mius nel Cagliaritano) ed infine Jerzu (che compren-de solo il territorio comuna-le e il comune di Cardedu nella provincia di Nuoro). Il colore è rosso rubino, tendente all’ arancione se invecchiato il profumo è gradevole dal sapore sapi-do, secco. La gradazione alcolica minima è 12,5°, per l’uvaggio invece deve essere presente il vitigno minimo al 90% o addirittu-ra in purezza. Il vino viene immesso al consumo il 1° aprile successivo alla ven-demmia. Sono ottimi gli ab-binamenti a tutto pasto se giovane; più indicato con agnello, porchetta o sel-vaggina se invecchiato.

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2 2 il caffè degli artisti

JI VIAGGI DI ude

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il caffè degli artisti 2 3

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24 il caffè degli artisti

Una residenza scambio per giovani artisti contemporanei di Genova e Torino. Un pro-getto pilota promosso dall’as-sociazione torinese Acting out, ideato da due giovani curatrici, Francesca Busellato e Martina Starnini, che ha partecipato e vinto il bando “Generazione Creativa” della Compagnia San Paolo. «A Genova sono assenti spazi del genere e ab-biamo colto l’occasione al volo per provare ad invertire la ten-denza – racconta Francesca Busellato, genovese che vive a Torino e collabora con Ac-ting out (associazione che si occupa dell’organizzazione di eventi multimediali, di didattica, cinema, realizza produzioni vi-deo, audio, un magazine carta-ceo e web, ecc.) – L’obiettivo è instaurare una pratica creativa, un seme che speriamo possa germogliare. Vogliamo aiutare gli artisti a conoscere il centro storico ed in particolare via del-la Maddalena (la zona scelta per l’azione), un territorio che, soprattutto negli ultimi anni, è stato poco esplorato. Alcuni passi avanti dal punto di vista sociale ci sono stati, ma ades-so c’è bisogno di una scossa creativa». E così il Comune di Genova, coinvolto nell’iniziativa, met-te a disposizione un alloggio nell’area del ghetto, in vico Croce Bianca. «Le residen-ze per artisti sono diffuse

per loro nuovi – spiega Busel-lato – un’opportunità di con-fronto ed incontro in un’ottica di crescita e scambio reciproco». Un’occasione per riflettere su temi caldi della città e un punto di partenza per valorizzare le pratiche artistiche come stru-mento d’analisi. Le zone delle due città scelte come territorio d’azione sono via della Mad-dalena per Genova e Porta Palazzo per Torino, in quanto realtà di confine, enclavi pro-blematiche in città che da anni si confrontano con i cambia-menti sociali e che tentano di trovare via all’integrazione e alla legalità. Due quartieri dove la complessità del mondo con-temporaneo si è tradotta nella presenza di fasce di popola-zione di origine molto diversa

RESIDENZA SCAMBIO PER GIOVANI ARTISTIUna nuova rete unisce Genova e Torino di matteo quadrone

in tutto il mondo e permetto-no ai giovani di accedere con maggiore facilità al circuito del mondo dell’arte contempo-ranea – continua Francesca Busellato – anche in Italia ci sono alcune esperienze si-gnificative quali ad esempio la Fondazione Ratti a Como oppure la Fondazione Spinola Banna in provincia di Torino». Il progetto “PROOFS Prove di Residenza | Resilienza” con-sente di creare un rapporto di scambio tra le due città e tra gli artisti liguri e piemontesi che già operano nelle rispetti-ve realtà. «Facciamo lavorare artisti che con strumenti diffe-renti hanno portato avanti delle esperienze di relazione con il proprio territorio, stimolandoli a confrontarsi con dei luoghi

Foto di Xenia Stresino

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che faticano a convivere, con il conseguente degrado e la connotazione negativa del contesto. Oggi entrambi i territori, grazie agli interven-ti istituzionali e soprattutto al contributo delle realtà asso-ciative, provano a rialzarsi e a migliorare la qualità di vita dei cittadini.La residenza ha come finalità la produzione di un pro-getto o di un’opera d’arte con-temporanea che interagisca e si sviluppi sul territorio. I temi su cui si propone una rifles-sione sono per questa prima edizione: Economia – Spazio Pubblico e Multiculturalità. «A Torino abbiamo presentato l’artista genovese Giuditta Nel-li che lavorerà a Porta Palaz-zo – spiega Busellato – qui a Genova, invece, lavora l’artista torinese Alessandro Quaranta, che porterà avanti la sua ricer-ca in via della Maddalena».

* Concorso di sceneggiatura Mattador. Requisiti: età inferiore ai 30 anni (sezione Sceneg-giatura) o ai 23 anni (sezione Soggetto). Inviare una sola opera, inedita e a tema libero a Premio Mattador (Casella Postale 1392 – Ufficio Postale Trieste 3 – Piazza Verdi 2 – 34100 Trieste). Premi: 5.000 € alla migliore sceneggiatura e 1.500 € al miglior soggetto. Scadenza 15 aprile 2012.

* Genova Film Festival 2012. Requisiti: cittadinanza italiana. Inviare un’opera girata dopo il 1 gennaio 2010, in lingua italiana (o sottotitolata in italiano) fino a 45’ (fiction) o 60’ (documentario) a Associazione Culturale DAUNBAILÒ – Via Tavella 10R – 16136 Genova. Nessuna quota di iscrizione. Le opere migliori saranno proiettate in concorso al Genova Film Festival 2012. Scadenza 15 aprile 2012.

* Concorso di fumetti EurHope. Requisiti: età inferiore ai 35 anni. Inviare fino a tre opere a PRE-MIO SMACK! 2012, Enrico Testino, c/o International Comics, via Molteni 54, 16149 – Genova. Nessuna quota di iscrizione. Premi: 1.500 € al primo classificato, 1.000 € al secondo e 500 € al terzo e presenza alla Fiera del Fumetto SMACK!. Premiazione al Festival di Poesia di Genova 2012. Scadenza 16 aprile 2012.

*Concorso per videomaker Mobile Festival. Due sezioni: videoclip e cortometraggio. Caricare un video girato con il cellulare (durata massima 7’) sul sito ufficiale del Festival. Premi (uno per sezione): 5.000 € al primo classificato, 2.500 € al secondo e 1.500 € al terzo. Scadenza 30 aprile 2012.

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Foto di Xenia Stresino

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2 6 il caffè degli artisti

l' angolo diGianni Martini

Questi articoli di P. Pasolini, rac-colti in due libri (che mi permetto di consigliare: “Scritti Corsari” e “Lettere luterane”), conteneva-no una costante denuncia degli effetti devastanti, sul piano delle coscienze, del consumismo e si dichiaravano apertamente con-tro l’appiattimento causato dalla televisione e il conseguente im-barbarimento della vita civile. Ma soprattutto, in una serie di artico-li, Pasolini indicava esplicitamen-te i mandanti morali e materiali delle stragi, individuandoli nei vertici della Democrazia Cristia-na e negli apparati controllati dal potere politico, arrivando a dire: “io so che sono loro ma non ho le prove”. Pasolini fu un intellet-tuale indipendente e scomodo e visse da relativamente isolato le sue coraggiose battaglie di de-nuncia del degrado della società italiana. O, forse, sarebbe me-glio dire “lasciato solo” da quella mentalità conservatrice e gretta che caratterizzò tanta sinistra “popolare” italiana. Il suicidio di L. Tenco, prima, e l’assassinio di P. Pasolini, otto anni dopo, diede-ro, quindi, due scrolloni al torpore delle coscienze di cui si è par-lato, non privi di conseguenze. La seconda metà degli anni ’70 rappresenta un momento crucia-le per il nostro discorso. In que-gli anni – soprattutto nel triennio ‘75/’77 – la spinta al cambiamen-to toccò la punta più alta e non

solo in Italia. Possiamo afferma-re (con amarezza), che con la fine degli anni ’70 tramontarono i “sogni rivoluzionari”, ma anche le speranze più modeste e più realistiche di un cambiamento avvertibile della società italiana. Negli anni ’80 si inizierà ben pre-sto a parlare di “globalizzazio-ne” e la congiuntura economica mostrerà la carognesca faccia di pesanti ristrutturazioni. Inte-ri settori industriali entrarono in crisi con migliaia di licenziamen-ti. La sinistra moderata era im-pegnata nella realizzazione del “compromesso storico”, ossia un’alleanza con i ceti moderati cattolici. Fare questo implica-va – come obiettivo politico non secondario – isolare un’area politico-sociale tutt’altro che esi-gua, ossia il “movimento” che si collocava a sinistra del P.C.I. Purtroppo – vedendo le cose a distanza, con quella serenità di giudizio (ancorché radicale) che il tempo riesce, a volte, a donarci – occorre ammettere (altrettanto amaramente) che il movimento in 10 anni non riuscì a produrre quasi nulla di politicamente serio e utile. Velleitarismo, spesso tin-to di comportamenti “modaioli”; una pratica politica sempre più autoreferenziale, condotta con una logica da “branco”; procla-mi e sterile esaltazione dell’a-zione violenta, fine a se stessa, porteranno ad un’incapacità

di vedere politicamente in avan-ti, in una sorta di afasia politica. Questo, unito ai deliri dei gruppi armati, spinsero il “movimento” verso un vicolo politicamente cieco. La crisi economica, la for-te repressione, i tanti morti nelle piazze, la fragilità e la stanchez-za delle ipotesi e delle formule politiche fecero il resto. Ma tor-niamo per un attimo indietro, in-dicando sommariamente alcuni fatti importanti, relativi al periodo ‘75/’77. Nel 1975 i giovani diven-tano maggiorenni a 18 anni e po-tranno, perciò, andare a votare, aspetto molto importante perché la parte più viva ed impegnata della gioventù di allora era schie-rata a sinistra (qui intesa in sen-so generale). Tra il ’75 e il ’77 il P.C.I. – guidato da E. Berlinguer - raggiunse un livello di consenso mai registrato prima: la DC arre-tra e nelle elezioni regionali viene superata, appunto, dal PCI. Que-sto fatto rende il clima politico-quotidiano incandescente. Fatti di grande impatto emotivo furo-no, nel 1976, il terremoto in Friuli e la nube tossica di diossina che avvolse la cittadina di Seveso, in Brianza. Nel 1977 l’ala più “dura” del movimento toccherà il livello di riscontro più elevato. A Bologna si terrà il “1° convegno contro la repressione” e in tutte le maggiori città italiane ci furono tra il ’76 e il ’77 molti episodi di guerriglia urbana...

La seconda metà degli anni ’70 registra alcuni fatti importanti. Da un lato, i movimenti e i partiti della sinistra raggiungeranno la loro massima pun-ta partecipativa; dall’altro, inizieranno a comparire i segni di una crisi che in-vestirà il “modo di fare politica”. La diffusione dell’eroina accompagnerà, dram-maticamente, il cosiddetto “riflusso”. Si parlerà di un “ritorno al privato”. Per parlare di musica, tutte le grosse case discografiche chiuderanno le porte a qualsiasi progetto non immediatamente vendibile e commerciale. Inizia la mar-cia trionfale dell’effimero e dell’idiozia che dilagheranno, da allora, indisturbati.

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ESPOSITORI FISSI Piazza Dante (attraversamento pedonale di fronte casa Colombo) Via XII Ottobre (attra-versamento pedonale di fronte bar Moody) Via Assarotti 11R (Rapid Service Mosca) Matitone (ingresso lato le-vante) Ospedale Galliera (atrio principale) Monoblocco Ospedale San Martino (atrio lato edicola), Berio Cafè (c/o Biblioteca Berio via del Seminario) Sestri Ponente (Biblioteca Bruschi-Sartori, Via Biancheri zona stazione FS)

CENTROPiazza Dante (espositore attraversamento pedonale) Via Fieschi/Seminario (Berio Cafè) Via Ceccardi (Librerie Feltri-nelli) Via Malta (Rock Cafè) Piazza della Vittoria (XO, Bar Vittoria) Via XII Ottobre (espositore attraversamento pedo-nale) Via Assarotti (Rapid Service Mosca) Fontane Marose/ Via Garibaldi (Edicola Fontane Marose, BookShop Palazzo Tursi, Baribaldi, Guitar Land) Zona Maddalena (edicola via Maddalena, La Lepre, Teatro HOP, bar Piazza Posta Vecchia, Pub i 4 Canti, GloGlo Bistrot) Piazza Meridiana (Les Aperitif, Cafè Monticelli, O Caffè, Libreria Bozzi, Ghetto Blaster) Zona San Lorenzo/ Giustiniani (Bar Pasticceria Da Giuse, Glad, Little Italy) XXV aprile/ Casana (Bar Baruffa, Bar 25, Bar Anti-ca Casana, Cafè de Paris) Matteotti/ Porta Soprana/ Pollai-uoli (Informa Giovani, Mentelocale, Bar Boomerang) Zona piazza Erbe/Via di San Bernardo (Le Corbusier, Passextout, Moretti, Taverna degli Alabardieri) Soziglia (Klainguti, Alma-nacco) Via San Luca/ Fossatello (Edicola Fossatello, New Boarder Fossatello, Pasticceria Cavo, Caffetteria Lomellini) Piazza del Carmine (Bar Marika, Osteria piazza del Carmi-ne) Via Balbi/ Santa Brigida (Università di Lettere Balbi 4, Scienze Politiche/Giurisprudenza Balbi 5 (accoglienza), Università Lingue, Polo Universitario, Antica trattoria Lupo) Porto Antico (Università di Economia, libreria Porto Antico, Bigo Cafè, Museo Luzzati, Antica Vetreria del Molo, Biblioteca De Amicis, Bicu)CARIGNANOOspedale Galliera (atrio principale)CASTELLETTOPiazza Manin (Alle Volte)NERVIPasseggiata Anita Garibaldi (Senhor do Bonfim) Via Ober-dan (gelateria Gaggero, gelateria Chicco, Bar Piazzetta, Al Ca-stello Pub), Via Capolungo (ristorante Da Lina)QUINTOVia Gianelli (Bar Colombo, A due Passi dal Mare)QUARTO DEI MILLELungomare Via Quarto (Caffè Balilla) Priaruggia (Il Galeone, Bar Giangiulio) Viale Des Geneys 14R (Sede Gruppo Edito-riale Era Superba, Bar Tino) Piazza Nievo (Circolo Ricreativo Dario Fazio) Via Schiaffino (O’Connor Pub)STURLAVia V Maggio (Liggia)ALBARO Boccadasse (Creperia La tartana) Via F. Cavallotti (Hobby sport junior, Posh, Bar Sereno, Pecora Nera) Corso Italia (Ge-lati Italia) Via De Gaspari (Tonitto, piscine di Albaro) Via Go-betti (Bar Brio) Via Nizza (Belli che aneti) Via Piave (bar Piave) SAN MARTINOOspedale San Martino (atrio Monoblocco) Corso Europa (Università Scienze motorie, Università di Medicina e Scienze Naturali)

FOCEPiazza Rossetti (Bisquit Cafè) Corso Torino (Grigua, Il Salotto) Corso Buenos Aires (Il baretto) Via Finocchiaro Aprile (La Rosa dei Venti), Via Pisacane (Il Bar) Piazza Palermo (bar Foce) Via Rivale (bar Movie, bar Boom) Via di S.Zita (bar Mediterraneo) Viale Brigate Partigiane (Bar Night&Day) Via Trebisonda (Cafè de Nuit, Checkmate Club), Via Casaregis (Happy Hour)SAN FRUTTUOSOPiazza Giusti - Manzoni (Bar Don Chisciotte, Sportello del citta-dino)MARASSI Via del Chiappazzo (scuola di musica ‘Music Line’) Corso De Stefanis (Social Photo) Corso Sardegna (Hot Pizza) Via Monti-celli (PharmaSPA, Centro erboristico Monticelli)VOLTRIVia Camozzini (Farmacia Serra, Voltri Cafè, Bar Luigi, Bar Roma) Passeggiata mare (Fuori Rotta) Piazza Odicini (Circolo Anpi Odicini, La Bottega del Goloso 2), Via S.Ambrogio 18r (Kapi-tombolo), Piazza Lerda (New Gibò, bar Gli Archi) Stazione FS (Bar Stazione) PRaVia Prà (Bar Nuovo Cafè Rolando, Tony e Giò,104 Rosso, Bar Gri-sù) Via Fusinato (Caffetteria degli archi) Via Murtola (Bar Flò) Fascia di Rispetto (bar pizzeria Il Gufo 2)PEGLIVia Pegli (La Tana dei Golosi), Largo Calasetta (circolo Rari - Nan-tes), Lungomare di Pegli (Bar Pasticceria Amleto, Alma Cafè), Pontile Milani (Bar chiosco), Piazza Rapisardi (Bar Franca), Via Parma (Bar Angelo), Via della Maona/Odisso (Bar Christian’s), Stazione FS (edicola), Via Martiri della Libertà (Bar le Palme)MULTEDOVia Ronchi (Cafè Restaurant La Porcigna) Via Dei Reggio (Molli Malone’ s Guinnes Pub)SESTRI PONENTEVia Biancheri (espositore fisso lato stazione), Via Merano (Aquarius), Via Soliman (Bar New Sensation, Biblioteca Civica Bruschi Sartori), Via Ginocchio (Tumbler), Vico al Gazzo (Les Barriques), Via Sestri (Le Petit Cafè, Maestrale, La caffetteria, Librerie Coop, Bar il Fragolino, L’Arte dell’Espresso, Bar Tentazioni, Caffè degli archi, Pit Stop), Via Me-notti (Merendò), Piazza Baracca ( La sosta del buongustaio)CORNIGLIANOVia Cornigliano (Pintori dolce e salato, Music Bar Ikebana, Zerodieci)SAMPIERDARENAWTC/ Via di Francia (Le Cafè, Snack Bar, La Torre, Le Delizie della Lanterna) RIVAROLOPiazzale Guerra (Biblioteca Cervetto), Via Rossini (Bar Ciacci, Mastrolibraio)CERTOSAVia Jori (Bar Pinin)BOLZANETOVia Orietta Doria (Bar Pippo) Piazza Rissotto (Bar Goccia di Caffè)PONTEDECIMOPiazza Pontedecimo (Bar Margherita)

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torta di riso

INGREDIENTIIngredienti per la pasta: 250 g di farina, 2 cucchiai d’olio, 1 pizzico di sale, acqua tiepida. Per il ripieno: 300 g di riso, 2 uova, 2 cucchiai di grana grattugiato, 150 g di prescinseua (cagliata di latte) oppure un altro formaggio morbido a piacere, 1 cucchiaio di olio, noce moscata ,sale.

PREPARAZIONEPer la pasta: unite tutti gli ingredienti aggiungendo acqua tiepida fino a che l’impasto non diventi morbido per essere stirato con le mani. Una volta pronto, lasciatelo riposare per almeno un’ora coperto da un canovaccio umido. Stendete poi la pasta su una teglia unta in modo tale da far uscire circa 3 cm di bordo.Nel frattempo potete preparare il ripieno della torta: mettete a cuocere il riso in una pentola con il latte e con un pizzico di sale. Quando il riso è al dente spegnete il fuoco e lasciate riposare il tutto finche il composto diventa tiepido.In una terrina unite la cagliata, un uovo più un albume (conser-vate il tuorlo che servirà in seguito), il grana, una spolverata di noce moscata e mescolate bene. Mettete poi al latte con il riso e versate il tutto nella teglia sopra la pasta. Ripiegate la sfoglia in eccesso e spennellate il tutto con il tuorlo dell’uovo conservato in precedenza e un po’ di olio. Cuocete a 200 gradi per 30 minuti.

tradizioni pasqualia genova

“Pasqua de Resurrezion, se mangia l’euvo pe’ devo-zion...” (Pasqua di Resurre-zione si mangia l’uovo per devozione). La mattina di Pasqua nelle famiglie geno-vesi veniva offerto un uovo al capofamiglia come simbo-lo di fertilità e di buon augu-rio per la continuità della vita e risveglio primaverile. Nella tradizione venivano offerti i “cavagnetti” , piccoli cestini intrecciati di pasta dolce che racchiudevano un uovo a volte variopinto.

MODI DI DIRE - Moddi de dȋ ZeneixiO tempo o l’è in candeja: non si muove una bava d’aria e il fiocco resta appeso all’albero della barca come una cande-la.

Chi o no o cianse o no tetta: se il lattante non piange la mamma non lo allatta. Se vuoi un piacere o uno sconto sul prezzo devi chiederlo.

Moȋ con o ratto in bocca: mori-re di stenti.

Toccâseghe a mouletta: ap-profittare delle disgrazie altrui.

Dӕghe da beive a o prӕve che o ciego o gh’à sӕ!: cer-care di ottenere un vantaggio fingendo che sia per altri.

Si ringrazia Enrico Zanoner

PARLA COME MANGI di manuela stella

28 parla come mangi

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Lupo Antica Trattoria si trova alle porte del Centro Storico Genovese, ristorantino informale, romantico in stile anni 30 adibito come l’ interno di una vera casa, proprio per mettervi a vostro agio, potrete gustare la cucina tradizionale genovese e la cucina creativa e sfiziosa del nostro Chef. Il locale cerca di rivitalizzare la zona con la creazione di numerosi eventi dalle mostre d’ arte alle sfilate di moda e alle lezioni di macramè in sala Te al pomeriggio, potrete anche trovare all’ interno vetrine espositive dove abili artigiani liguri mettono in vendita le loro creazioni dalla ceramica alla filigrana di Campo Ligure, per un regalo che parla della Liguria. Il ristorante è nel circuito Genova Gourmet, usa Pesce fresco di mare collaboriamo con il Pesce Ritrovato Acquario di Genova ,Piatti per Celiaci e Vegani, in Guida Michelin. Quality per l’ Ospitalità Italiana.Da noi per riscoprire la nostra Liguria in tutte le sue forme d’ Arte.

Vico delle Monachette 20 Rosso (Principe inizio via Balbi) Genova

Tel 010267036 www.lupoanticatrattoria.ite-mail [email protected]

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30 agenda

agen dasegnala i tuoi eventi susul sito di era superba trovi tutti gli eventi aggiornati in tempo realee v e n t i @ e r a s u p e r b a . i t

DA MERCOLEDI 21 A SABATO 31 MARZO -H 21 GENERAZIONI COMPONIBILI – Spettacolo tratto dalla raccolta di racconti People from Ikea di Andrea Pu-gliese nel corso di tre mesi trascorsi all’interno di un pun-to vendita Ikea di Roma. Il testo associa ad ogni storia un oggetto o un mobile del catalogo IKEA. Teatro della Tosse, domenica ore 1830. Biglietti 18 euro

DA GIOVEDI 22 MARZO A SABATO 21 APRILE -MOSTRA OCCHI SUL MONDO - Emozioni fotografiche di Michele Dalla Palma. Spazio eventi Top Market, via Cecchi 69 br, dal lunedì al sabato 9.30 - 12.30 / 15.30 – 18.30

giovedì 22 marzo-H 21 SPETTACOLO DI ENRICO BRIGNANO: “Tutto suo padre”. Uno show ricco di risate e comicità, ma an-che di momenti di riflessione sulla società odierna e sulle vicende dell’Italia oggi. 105 Stadium, biglietti da 46 a 70 euro.

DA SABATO 24 MARZO A GIOVEDI 5 APRILE-H 2045 CAMERE DA LETTO una commedia del 1975 di Alan Ayckbourn che racconta le vicende di quattro coppie sposate alle prese con i precari equilibri del ma-trimonio.TKC Teatro della Gioventu' , domenica ore 1530, lunedì chiuso

SABAT0 24 MARZO-H 12/20 SAGRA DELLA FARINATA. Nella giornata di domenica saranno presenti anche i mercatini di an-tiquariato e gastronomia. Lungomare di Pegli, ANCHE DOMANI-H 21 MEDITERRANEA, LE 4 CHITARRE IN CON-CERTO. Teatro Rina e Gilberto Govi, Bolzaneto. Biglietti 15 euro-H 21 SHINE A LIGHT..BALLANDO CON GLI STONES IN CONCERTO. Omaggio ai Rolling Stones. Teatro di Cicagna, biglietti 12 euro-H 21 ALBERTO LUPPI MUSSO IN CONCERTO. Pre-sentazione del nuovo cd “La mia vita in te” del pianista compositore accompagnato da Luciano Milanese al con-trabbasso, Massimo Currò chitarre, Luca Faggioni batte-ria. Teatro Hop Altrove,-H 2130 CHIARA RAGNINI IN CONCERTO. Pantarei, salita del Prione

DOMENICA 25 MARZO -H 17 POLENTA IN PIAZZA Organizzata dall’Associa-zione Alpini sezione di Voltri. Piazza Odicini, Voltri

DA LUNEDI 26 MARZO A VENERDI 6 APRILE -CICLO DI MOSTRE “A MISUA D’UOMO” – Spazi dell’uomo, foto di Beppe Bolchi, Fulvio Bortolozzo, Celo-ria Ilenio, Andrea Facco. Facoltà di Architettura di Geno-va in Stradone S. Agostino 37, lunedì dalle 15 alle 19, da martedì a venerdì ore 11/14 – 15/19

LUNEDI 26 MARZO -H 21 LUNEDI’ FEG, le parole tra noi. Conversa-zione con Giacomo Poretti del trio Aldo Giovanni e Giacomo. Teatro dell’Archivolto, ingresso libero fino ad esaurimento posti.

MARTEDI 27 MARZO-H 21 MALAMORE- ESERCIZI DI RESISTENZA DEL DOLORE. Spettacolo di Concita De Gregorio con Lucre-zia Lante Della Rovere. al pianoforte: Vicky Schaetzin-ger. Teatro dell’Archivolto,

MERCOLEDI 28 MARZO-H 1730 TUTTI I GIORNI E DINTORNI. Un viaggio tra le parole di scrittori e drammaturghi per raccon-tare il tragico e il comico della vita quotidiana. Un incontro in equilibrio tra lettura scenica e perfor-mance dove la musica accompagna il percorso sot-tolineandone le atmosfere Artiste della Compagnia Filò: Valeria Banchero, Nicoletta Bernardini, Marina Giardina, Gloria Manaratti, Nicoletta Vaccamorta. Biblioteca Berio

DA GIOVEDI 29 MARZO A DOMENICA 1 APRILE-LA STORIA IN PIAZZA - Una rassegna su grandi temi storici non riservata agli specialisti, concen-trata in quattro giorni densi di proposte che van-no dalla conferenza all’intervista allo spettacolo musicale al laboratorio didattico alla mostra, tutti ruotanti intorno al tema “Popoli in movimento”. Pa-lazzo Ducale

DA GIOVEDI 29 A SABATO 31 MARZO-H 21 PRO PATRIA, SENZA PRIGIONI, SENZA PROCESSI. La storia della Repubblica romana in un nuovo spettacolo di Ascanio Celestini. Teatro dell’Archivolto, biglietti da 18 a 20 euro

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agenda 3 1

GIOVEDì 29 MARZO -H 16 CONOSCERSI E MIGLIORARSI CON LA PSI-COLOGIA E SPIRITUALITA’ DELLO YOGA. Insegna-menti e metodi yoga per rafforzare la volontà e po-tenziare il pensiero positivo. Biblioteca Berio-H 21 JAMES TAYLOR IN CONCERTO. Il leggendario cantautore americano country, folk e rock torna in Italia con 13 date. Teatro Carlo Felice, biglietti da 51 a 80 euro

VENERDI 30 MARZO-H 22 ZIBBA E ALMALIBRE IN CONCERTO. Muddy Waters,Calvari. Biglietti 10 euro senza consumazione-H 2230 STEEL DRAMA IN CONCERTO, rock. Sen-hor do Bonfim-H 2230 PEDRO NAVAJA IN CONCERTO. La Claque, ingresso 7 euro

DA SABATO 31 MARZO A LUNEDI 9 APRILE -H 10/23 MERCATINO LA GOLOSONA, LA FESTA DEI SAPORI. Vendita e assaggi di tanti prodotti tipici e di alta qualità provenienti da tutta Italia a cura di Agrifoglio Arte Sapori. Porto Antico, piazzale Mandraccio. Ingresso li-bero

SABATO 31 MARZO -H 2130 ROB TOGNONI BAND IN CONCERTO. Ope-ning Stefano Ronchi con la presentazione disco “I’m re-ady”. Count Basie Jazz, biglietti 15 euro con tessera arci-H 22 TEMPLE OF DEIMOS E TREEHORN IN CONCER-TO. Checkmate Rock Club ingresso con tessera arci-H 2230 VOODOO TRIP IN CONCERTO. Tributo a Jimi Hendrix con il grande batterista americano Jonh Macalu-so. Senhor do Bonfim

LUNEDI 2 APRILE -H 2030 LE GRANDI PAROLE ALLA RICERCA DELLA VERITA’: La Libertà e la Legge, incontro con Pao-lo Flores d’Arcais, letture di Massimo Venturiello e Roberto Alinghieri. Teatro della Corte, ingresso libero-H 21 LUNEDI’ FEG, le parole tra noi. Conversazio-ne con Daria Bignardi. Teatro dell’Archivolto, in-gresso libero fino ad esaurimento posti

DA MARTEDI 3 A GIOVEDI 5 APRILE -H 21 SPETTACOLO DI TULLIO SOLENGHI E MAURI-ZIO MICHELI “L’apparenza inganna”. Teatro Politeama Genovese, biglietti da 21 a 30 euro

VENERDI 6 APRILE -H 2230 LA COSCIENZA DI ZENO IN CONCERTO. Nell’ambito della rassegna che presenta alcune delle migliori realtà del panorama prog genovese. Senhor do Bonfim, biglietti 8 euro con consumazione

DA MARTEDI 10 A DOMENICA 15 APRILE-H 2030 NON TUTTO È RISOLTO, Franca Valeri gioca in assoluta libertà con la propria avventura esistenziale e artistica, ma evita accuratamente di cadere nell’auto-biografismo.

Scrive così una commedia arguta, ironica, elegante; abitata da personaggi sempre un pò matti, a cominciare dalla sua Contessa, alle prese con il passare degli anni e con una situazione finanziaria alquanto sgangherata.Teatro Della Corte, biglietti da 17 a 25 euro

MARTEDI 10 APRILE-H 18 HOT JAZZ, Presentazione del volume sul jazz classico. Nell’occasione saranno presentati spezzoni filmati sul tema. Palazzo Ducale, ingresso libero

DA MERCOLEDì 11 A DOMENICA 22 APRILE-H 2030 CIO’ CHE VIDE IL MAGGiORDOMO, comme-dia che riprende alcuni temi ricorrenti nella drammaturgia britannica del dopoguerra (paura, alienazione, omoses-sualità, violenza, potere), attraverso un meccanismo ad orologeria che fa saltare ogni certezza e travolge ogni logica. Teatro Duse

GIOVEDI 12 APRILE-H 21 SPETTACOLO DI MAURIZIO LASTRICO “Quando fai qualcosa in giro dimmelo”, con musi-ca dal vivo di Lorenzo Malvezzi. Teatro Politeama Genovese, biglietti da 22 a 28 euro.-H 21 LE CITTA’ DEL NOIR - La letteratura rac-conta l’Italia. Marsiglia e Genova: un omaggio a Jean Claude Izzo - Sébastien Izzo, Bruno Leydet, Bruno Morchio e Stefania Nardin. Palazzo Ducale

VENERDI 13 APRILE-H 21 SPETTACOLO DI MAURIZIO CROZZA “Feno-meni”. 105 stadium. Biglietti da 27 a 38 euro.-H 21 CANZONIERE GRECAICO SALENTINO - il Canzoniere è il primo e più antico gruppo di musica popolare salentina. Il gruppo ha al suo attivo 15 al-bum e partecipa alle principali rassegne di world mu-sic in Italia e all’estero. Teatro Cargo, biglietti 14 euro

SABATO 14 APRILE-H 21 LE INTELLETTUALI - Un testo spassoso, ricco di idee e divertimento, un fuoco d’artificio fatto di temi quali la condizione ed istruzione femminile, l’antagonismo maschio-femmina, l’impegno e il disimpegno. Teatro Garage, biglietti 12 euro. AN-CHE DOMANI

LUNEDI 16 APRILE-H 1930 APERICENA SOLIDALE PER HAITI. il ricavato della serata sarà interamente devoluto al progetto “HAI-TI - Mawouj: Aksyon Gasmy” con cui l`Ass. Mesì Mesì ONLUS sostiene la missionaria genovese Maddalena Boschetti nel servizio per i bambini malati e disabili ad Haiti. Seguirà la testimonanza di Davide ed Alessandra, volontari di Mesì, recentemente rientrati da Mawouj. Pa-lazzo Ducale

MARTEDI 17 APRILE-H 21 LITFIBA IN CONCERTO – 105 Stadium, biglietti da 34 a 58 euro.

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