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Sui banchi Un sondaggio di ScuolaZoo per il «Corriere della Sera» rivela che il 58% dei ragazzi chiede aiuto ai social network portare i compiti a casa. Solo copia-incolla? No, ma... di Antonella De Gregorio L a versione? Te la mando via WhatsApp. L'equazione? Risolta su Instagram. E per il problema sugli angoli adiacenti c'è SnapChat. Poi ripetiamo insieme: su Skype alle 18. Se abbiamo un dubbio, chiediamo al prof, sul gruppo Fa- cebook. Fare i compiti nell'era del web è partecipazione. Nella vita dei nostri ragazzi in costante connessione, è archiviata la chiamata, abolito il diario, soppresso l'appuntamento in bibboteca. Eppure è una giungla, la loro comunicazione, fitta di strumenti. Con dei punti fermi: il 9096 dei bambini e degli adolescenti usa le chat. Il 17% resta connesso tra le 5 e le 10 ore al giorno. E negli ultimi anni, secondo uno studio dal titolo «Net Children go Mobile», l'uso del web a fini di studio è triphcato. L'Ocse calcola che uno studente italiano su due usi Internet per i compiti a casa. Tanti, tantissimi (il 9896) hanno un gruppo WhatsApp. Che serve, sì, per vedersi con gli amici e scambiare battute; ma soprattutto, ammettono, per fare i compiti: a cui possono contribuire tutti, anche se il più delle volte c'è un volontario che fa e «passa». Tanti anche quelli che cercano aiuto nei social network (il Corriere della Sera Supplemento (ITA) - it Print Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 825.342 Publication date: 07.11.2016 Diffusione: Pagina: 36 Spread: 405.703 Readership: 2.618.000 Corriere della Sera Supplemento (ITA) - it Print Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 825.342 Publication date: Pagina: 07.11.2016 Diffusione: 36 Spread: Readership: banchiUnsondaggiodiScuolaZooperil«Corrieredella rivelacheH 58% deiragazzi chiedeaiutoaisocia netwoK perfareicompitia casa.Solocopia-ncolla?No,ma... Equazioni e riassunti corrono su WhatsApp per metà deg Antonella De Gregorio ru da ScuolaZeo, la communi ii ty degli studenti che vanta 2,5 r milioni di fan su Facebook, I' due milioni di follower su In- stagram e un sito visitato ogni mese da tre milioni di utenti, dove trovano spazio segnala- zioni e news dal mondo della c scuola, video e note di classe, a versione? Te la mando via «aiutini». E poi viaggi, estivi e 1 WhatsApp. L'equazione? RI- invernali, per festeggiare la a Instagram. E per ii maturità o celebrare la bellez- 1 sugli angoli adia- za di avere meno di vent'anni. 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Sui banchi Un sondaggio di ScuolaZoo per il «Corriere della Sera» rivela che il 58% dei ragazzi chiede aiuto ai social network portare i compiti a casa. Solo copia-incolla? No, ma... di Antonella De Gregorio L a versione? Te la mando via WhatsApp. L'equazione? Risolta su Instagram. E per il problema sugli angoli adiacenti c'è SnapChat. Poi ripetiamo insieme: su Skype alle 18. Se abbiamo un dubbio, chiediamo al prof, sul gruppo Fa- cebook. Fare i compiti nell'era del web è partecipazione. Nella vita dei nostri ragazzi in costante connessione, è archiviata la chiamata, abolito il diario, soppresso l'appuntamento in bibboteca. Eppure è una giungla, la loro comunicazione, fitta di strumenti. Con dei punti fermi: il 9096 dei bambini e degli adolescenti usa le chat. Il 17% resta connesso tra le 5 e le 10 ore al giorno. E negli ultimi anni, secondo uno studio dal titolo «Net Children go Mobile», l'uso del web a fini di studio è triphcato. L'Ocse calcola che uno studente italiano su due usi Internet per i compiti a casa. Tanti, tantissimi (il 9896) hanno un gruppo WhatsApp. Che serve, sì, per vedersi con gli amici e scambiare battute; ma soprattutto, ammettono, per fare i compiti: a cui possono contribuire tutti, anche se il più delle volte c'è un volontario che fa e «passa». Tanti anche quelli che cercano aiuto nei social network (il 5896) o nei motori di ricerca (4096), quando non sanno risolvere un esercizio. Lo racconta un sondaggio realizzato per il Cerniere della Sera da ScuolaZoo, la community degli studenti che vanta 2,5 milioni di fan su Facebook, due milioni di follower su In- stagram e un sito visitato ogni mese da tre milioni di utenti, dove trovano spazio segnalazioni e news dal mondo della scuola, video e note di classe, «aiutini». E poi viaggi, estivi e invernali, per festeggiare la maturità o celebrare la bellezza di avere meno di ventanni.«Le risposte dei ragazzi (1.200 quelli che hanno partecipato al sondaggio, ndr) confermano che i social sono il mezzo più "smart" e più veloce per tenersi in contatto», dice Paolo De Nadai, il giovane fondatore che, dopo la maturità scientifica a Padova, nel 2007, ha deciso, insieme a Francesco Fusetti, di dare vita a uno strumento che desse agli studenti la possibilità di «condividere idee e esperienze e denunciare criticità dei loro istituti». «Quello che sorprende - aggiunge -, è il flop dei video: meno del 3096 dei ragazzi cerca filmati Online di lezioni, ripetizioni, contributi utili». Un dato in linea con le deludenti performance di tante start up che producono contenuti video, «esplose negli ultimi anni ma che stentano a decollare». Secondo De Nadai questo significa, anche, che i social «vanno bene per comunicare, per la viralità, per strappare un sorriso. Ma che per alcune attività il contatto fisico è ancora la modalità dominante». Non buttano dunque i prof giù dalla cattedra, i ragazzi. Anche se soltanto da 28 su cento vengono spinti a usare i motori di ricerca. Il 4096 si lascia però contattare via Facebook. Quasi sempre (8296) per un supplemento di spiegazioni. Quanto alle preferenze, De Nadai vede in testa alle classifiche Snapchat, dove i messaggi si autodistruggono e In- stagram, soprattutto tra i ragazzini della «generazione Z», quelli che hanno meno di 16 anni. Facebook piace ai «mil- lennial» (anche se «è troppo aperto, non si sa mai chi ti legge»), ma anche agli adulti. Gradimento trasversale per WhatsApp, amato dai ragazzi perché consente la creazione di gruppi selettivi di dialogo; e, sempre più, dai genitori. Resta il dubbio che, se a guidare lo studio di giovani e giovanissimi è solo Internet, il compito si riduce a qualche clic, a un copia-incolla di pagine o di lavoro altrui, con buona pace della capacità di analisi e dell'elasticità della memoria. Internet ci renderà più stupidi, i social più superficiali, gli smartphone più soli? Il timore è condiviso da molti prof attenti e «in prima linea» come Pierluigi Fiorini, docente di Latino e Greco al classico Tito Livio di Milano: «Fino a pochi anni fa si riusciva a fare esercitare gli studenti su versioni originali, impossibili da trovare in rete. Tagliavo alcune frasi, sceglievo brani di autori medievali poco frequentati, puntavo sulle traduzioni a prima vista». Ma cambia tutto troppo velocemente, i ragazzi trovano sistemi sempre più sofisticati per aggirare gli ostacoli. Si dichiara «sconfitto», oggi, Fiorini. Che però non rinuncia ad andare a caccia di antidoti. Perché in rete si trovano anche quelli: software antiplagio che analizzano i documenti e confrontano mighaia di libri e pagine web. Un «aiutino» Il 40 percento di loro usa i motori di ricerca quando non sa risolvere un esercizio Collaborazione Nella foto grande, una ragazza intenta a fare i compiti a casa; qui sopra, dall'alto, Paolo De Nadai, il fondatore di ScuolaZoo; sotto, i ragazzi del network Il caso Scuolazooda blogdove gli studenti caricavano video divertenti girati in classe, divenne famoso quando Paolo De Nadai pubblicò la foto del suo prof d'italiano, addormentato, agli esami di maturità. L'effetto fu virale e il sito divenne il luogo dove smascherare quello che nelle scuole italiane non funziona, condividere idee, pensieri, esperienze. Dopo il blog, il diario scolastico, poi i viaggi (con il touroperator SgTour), l'agenzia di comunicazione el'incubatore perstartup, nello spazio di co-working C32 aperto a Milano

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Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 825.342Publication date: 07.11.2016 Diffusione:

Pagina: 36 Spread: 405.703

Readership: 2.618.000

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Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 825.342

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Che serve, sì, per Secondo De Nadai questocon ll amici e scam- significa, anche, che i social Z

battute; ma soprattutto, vanno bene per comunicare, tammettono, per fare i compì- per la viralità, per strappare 1

possono contribuire un sorriso. Ma che per alcune 1anche se il pii! delle voi- attività il contatto fisico è an-

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36 Lunedì 1 Novembre 2010

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