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1 ALLEGATO 1 REPORT INTERMEDIO “Dall’ I.C.F. alla progettazione per competenze” RELAZIONE SUL LAVORO SVOLTO, SUGLI OBIETTIVI RAGGIUNTI E DA RAGGIUNGERE E SULLINTERO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO Nel maggio 2001 l’OMS ha pubblicato la "Classificazione internazionale del funzionamento, della salute e della disabilità", meglio noto come I.C.F., riconosciuto da 191 Paesi come strumento per la descrizione e la misurazione della salute delle popolazioni. Questo documento costituisce un elemento di rottura rispetto al tradizionale approccio alla disabilità poiché ne ridisegna la percezione e procede ad una profonda contestualizzazione delle condizioni di salute negli ambienti di vita delle persone e nei tessuti di relazione che esse possono costruire. I principi-guida del documento sottolineano l’importanza di un approccio integrato alla disabilità che, oltre ai fattori di natura specificatamente biologica, tenga conto anche dei fattori ambientali e sociali, arrivando così alla definizione di disabilità come reciproco condizionamento di uno specifico stato di salute all’interno di un ambiente sfavorevole. Il progetto “Dall’I.C.F. alla progettazione per competenze” si inserisce nell’ambito del programma del MIUR di diffusione del modello I.C.F. nelle pratiche didattiche della scuola italiana iniziata con l’esperienza di ICARE e proseguita con il progetto “Dal modello OMS alla progettazione per l’inclusione” del novembre 2010 di cui il presente percorso rappresenta un’istanza che raccoglie una rete verticale di istituzioni scolastiche della città di Barletta. L’obiettivo della nostra attività di sperimentazione è l’analisi degli elementi del contesto scolastico che, inseriti in pratiche di inclusione scolastica di sistema, possano essere funzionali al miglioramento della qualità della vita degli studenti. La sfida ulteriore è quella di costruire strumenti di analisi, progettazione e pianificazione di interventi che sappiano leggere le differenti esigenze di ordini di scuola diversi e proiettino l’alunno con bisogni educativi speciali verso un’integrazione sociale e lavorativa realistica e compatibile con le sue aspirazioni. L’attività progettuale si muove nella cornice metodologica della ricerca-azione ed è strutturata in 4 workpackage strettamente interconnessi. Nella figura 1 è illustrata la timeline del progetto.

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ALLEGATO 1

REPORT INTERMEDIO “Dall’I.C.F. alla progettazione per competenze”

RELAZIONE SUL LAVORO SVOLTO, SUGLI OBIETTIVI RAGGIUNTI E DA RAGGIUNGERE E SULL’INTERO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO

Nel maggio 2001 l’OMS ha pubblicato la "Classificazione internazionale del funzionamento, della salute e

della disabilità", meglio noto come I.C.F., riconosciuto da 191 Paesi come strumento per la descrizione e la

misurazione della salute delle popolazioni. Questo documento costituisce un elemento di rottura rispetto al

tradizionale approccio alla disabilità poiché ne ridisegna la percezione e procede ad una profonda

contestualizzazione delle condizioni di salute negli ambienti di vita delle persone e nei tessuti di relazione

che esse possono costruire.

I principi-guida del documento sottolineano l’importanza di un approccio integrato alla disabilità che,

oltre ai fattori di natura specificatamente biologica, tenga conto anche dei fattori ambientali e sociali,

arrivando così alla definizione di disabilità come reciproco condizionamento di uno specifico stato di salute

all’interno di un ambiente sfavorevole.

Il progetto “Dall’I.C.F. alla progettazione per competenze” si inserisce nell’ambito del programma del

MIUR di diffusione del modello I.C.F. nelle pratiche didattiche della scuola italiana iniziata con l’esperienza

di ICARE e proseguita con il progetto “Dal modello OMS alla progettazione per l’inclusione” del novembre

2010 di cui il presente percorso rappresenta un’istanza che raccoglie una rete verticale di istituzioni

scolastiche della città di Barletta.

L’obiettivo della nostra attività di sperimentazione è l’analisi degli elementi del contesto scolastico che,

inseriti in pratiche di inclusione scolastica di sistema, possano essere funzionali al miglioramento della

qualità della vita degli studenti. La sfida ulteriore è quella di costruire strumenti di analisi, progettazione e

pianificazione di interventi che sappiano leggere le differenti esigenze di ordini di scuola diversi e proiettino

l’alunno con bisogni educativi speciali verso un’integrazione sociale e lavorativa realistica e compatibile con

le sue aspirazioni.

L’attività progettuale si muove nella cornice metodologica della ricerca-azione ed è strutturata in 4

workpackage strettamente interconnessi. Nella figura 1 è illustrata la timeline del progetto.

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L‘attività di formazione on-line ha rappresentato il WP[1] ed ha avuto lo scopo di uniformare le

conoscenze in merito al modello antropologico dell’I.C.F. applicato alla progettazione di strumenti

metodologici per l’intervento educativo su alunni con bisogni educativi speciali: tale fase rappresentava la

premessa per i due successivi workpackage, di natura più spiccatamente operativa, finalizzati alla

riformulazione del PEI/PdV e del PDF già realizzati nell’ambito del progetto ICARE.

L’attività di formazione è stata realizzata in collaborazione con il Centro Studi Erickson di Trento ed è

stata realizzata interamente in modalità online su piattaforma e-learning. Tutti i referenti di ogni Ente e

Istituzione Scolastica coinvolta nel progetto (totale 17 attivazioni) hanno avuto un accesso riservato in

piattaforma e hanno potuto usufruire, avvalendosi della rete Internet, di dispense di studio, esercitazioni e

partecipazione ai forum.

Il percorso formativo è stato strutturato in 5 moduli (che hanno comportato circa 25 ore di accesso on-

line e 25 ore dedicate dal corsista allo studio dei materiali e allo svolgimento delle prove di verifica) della

durata complessiva di circa due mesi di formazione. Queste le tematiche del corso:

Diagnosi Funzionale educativa

Profilo Dinamico Funzionale

Metodologie (adattamento obiettivi, comportamenti problema, strategie di insegnamento-

apprendimento, strategie mediate tra pari, strategie meta cognitive)

Verifica e valutazione

Esempi di progetto di Vita: la storia di Tatiana.

La tutor, dott.ssa Dallago, si è occupata della moderazione e della valutazione delle attività di verifica

svolte da ogni corsista.

L’attività di formazione si è conclusa in data 02 marzo 2012.

I due successivi WP[2] e WP[3] si sono caratterizzati per un taglio operativo, centrato sulla ridefinizione

della modulistica di riferimento per la progettazione di interventi educativi speciali. Tutto il progetto ha

ripreso le fila dei risultati delle attività di monitoraggio, effettuate al termine dell’esperienza di ICARE, dalle

quali emergeva una debolezza nel piano di lavoro del PEI/PdV; esso non recepiva adeguatamente

l’approccio per competenze ed era ancora troppo vincolato al conseguimento di obiettivi didattici spesso

slegati da una dimensione dell’apprendimento volta alla promozione delle life-skills. Ne è conseguita la

riprogettazione dell’apparato documentale relativo alla progettazione di interventi educativi speciali.

I WP[2] e WP[3] hanno quindi rappresentato la struttura operativa del progetto e sono stati realizzati a

seguito della fase di formazione iniziale poiché, come emerso dall’indagine conoscitiva ex-ante, non tutti i

partner della rete avevano maturato esperienza diretta nell’ambito dell’uso integrato dell’I.C.F. in ambito

educativo. Solo alcuni referenti delle istituzioni scolastiche risultavano in possesso di un adeguato livello di

padronanza degli strumenti dell’I.C.F. mutuati dall’esperienza di ICARE.

I risultati di questa pregressa esperienza hanno suggerito, in effetti, la necessità di procedere alla

realizzazione di una modulistica che coniugasse la valutazione psicoeducativa del funzionamento

dell’alunno con un piano di lavoro adeguato rispetto alla progettazione per competenze fondata sul

curricolo verticale. In questo modo, si è inteso utilizzare l’I.C.F. come strumento di identificazione,

descrizione e comprensione delle competenze.

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Per questo motivo, i WP[2] e WP[3] sono stati realizzati simultaneamente, a partire dalla conclusione delle

attività di formazione.

In una prima fase, il gruppo di lavoro della scuola capofila ha provveduto a raccogliere la necessaria

documentazione1 per formulare proposte di modulistica integrata per la progettazione degli interventi

educativi speciali. Ciò ha portato alla costruzione di un modello di diagnosi funzionale strutturata su due

livelli:

raccolta delle informazioni e dei dati dell’alunno, incluse le notizie riguardanti lo stato dei livelli di

funzionamento così come emerge dalle procedure di assessment;

diagnosi funzionale educativa strutturata attraverso una checklist di indicatori I.C.F..

Il gruppo di lavoro della scuola capofila ha effettuato un’accurata selezione degli indicatori I.C.F.

individuando i descrittori ritenuti più salienti per la progettazione di interventi educativi speciali

caratterizzati dal massimo grado di raccordo con la descrizione del funzionamento dell’alunno. Si è ritenuto

che un’adeguata valutazione psicoeducativa funzionale si potesse ottenere limitandosi al secondo livello di

dettaglio della classificazione, integrandola con una sezione per descrizioni maggiormente dettagliate. In

coda alla checklist è stata definito un secondo apparato descrittivo dedicato ai fattori contestuali personali

e alle autonomie sociali che non avrebbero trovato altrimenti il giusto rilievo all’interno della nuova

modulistica.

Se da un lato la checklist I.C.F. consente una notevole semplificazione nelle operazioni di descrizione

funzionale degli alunni, dall’altro può rendere problematica la sintesi delle informazioni in essa contenute.

Pertanto, il gruppo di lavoro ha ipotizzato una suddivisione degli indicatori che utilizzasse non solo le

componenti I.C.F. (funzioni corporee, attività personali e fattori ambientali) ma anche gli assi (autonomia,

apprendimento, relazioni …).

Il documento elaborato è stato condiviso in data 13 marzo 2012 con la ASL con lo scopo di verificarne

l’effettiva funzionalità. Da tale incontro è emersa una generica intesa sulla validità dell’introduzione

dell’I.C.F. nelle procedure di valutazione diagnostica per alunni con difficoltà pur restando irrisolti, a

tutt’oggi, alcuni nodi organizzativi:

i protocolli di diagnosi delle patologie sono ancorati alla classificazione ICD-10 dal momento che la

ASL, pur partecipando all’elaborazione del format di diagnosi, non ha formalmente adottato il nuovo

modello;

la compilazione della checklist I.C.F. della diagnosi funzionale andrebbe effettuata in presenza di

tutte le figure che, a vario titolo, curano il progetto educativo dell’alunno e che potrebbero non

essere presenti simultaneamente nel momento in cui deve essere stilata (al momento la

certificazione precede la pianificazione educativa).

La produzione della nuova modulistica è stata oggetto di sperimentazione da parte di 5 istituzioni

scolastiche della rete che hanno utilizzato i nuovi modelli di Diagnosi Funzionale Educativa e PEI per

ridisegnare il progetto di vita di un alunno. Il PEI, in particolare, è stato pensato e testato in due diversi

format (uno che tenesse separato il PDF e l’altro che lo inglobasse) e la riflessione ex post della rete sulla

sperimentazione ha orientato la scelta verso questo secondo modello. Esso, infatti, integra gli indicatori

1 particolare rilevanza è stata dedicata ai contenuti dell’Accordo di Programma per l’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità tra

Enti della Provincia di Treviso del 2007 e alle indicazioni de “L’I.C.F. a scuola” di Francesco Grasso – 2011, Giunti Editore.

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I.C.F. con una visione ecologica dell’intervento sui bisogni educativi speciali, esplicitata attraverso i domini

della qualità della vita (per i riferimenti bibliografici si rinvia alla documentazione finale).

L’attività di monitoraggio, che fa riferimento al WP[4] ha accompagnato ogni fase ed è stata realizzata

attraverso una molteplicità di strumenti.

Rispetto al WP[1], l’attività di monitoraggio è stata realizzata attraverso un’indagine conoscitiva ex-ante

(effettuata prima dell’attività di formazione on-line) con lo scopo di procedere ad una ricognizione del

livello di conoscenza del modello I.C.F. e del suo grado di integrazione all’interno delle istituzioni scolastiche

della rete. Ciò ha consentito di concordare, assieme ai tutor del C.S. Erickson, i learning object che hanno

composto l’intero percorso di formazione. La valutazione formativa ex-ante ha inteso riferirsi alla

misurazione dei servizi e-learning con particolare riferimento ai bisogni formativi rilevati nei destinatari

dell’attività di formazione. Tale ricognizione ha inteso conseguire:

un maggiore orientamento all’efficacia, rilevanza e utilità formativa della proposta progettuale;

una maggiore attenzione alla progettazione dell’intervento;

una localizzazione dell’attività attraverso il lavoro integrato delle istituzioni scolastiche e dei servizi

preposti alla cura dell’alunno disabile (ASL, Comune, Provincia).

I dati raccolti nell’indagine hanno consentito anche di studiare la ricaduta del progetto “Dall’I.C.F. alla

progettazione per competenze” sul bacino di utenza delle Istituzioni scolastiche della rete della città di

Barletta.

L’indagine conoscitiva ex-ante mette in luce alcuni interessanti aspetti della diffusione dell’I.C.F. tra gli

operatori che, a vario titolo, si occupano di bisogni educativi speciali. Il contatto con questo modello, infatti,

pur nascendo da specifiche esigenze di lavoro, matura in modo informale nell’ambito di normali attività di

•infanzia

•5 alunni BES

1 in uscita

•primaria

•94 alunni BES

8 in uscita•secondaria primo grado

•29 alunni BES

11 in uscita

•secondaria secondo grado

•96 alunni BES

11 in uscita

Pensami Adulto [*]

progetto in collaborazione con l’USR – Puglia per la sperimentazione dei PIT – Piani Individuali di Transizione

[*] Il Progetto ICF si è intrecciato con un’altra iniziativa denominata “Pensami adulto” che l’IISS “N . Garrone” ha realizzato in collaborazione con l’USR per la Puglia utilizzando economie rivenienti dall’attività della Scuola Polo. Centrato sull’approccio per competenze e rivolto alla scuola secondaria di secondo grado, esso mira a sperimentare il Piano Individuale di Transizione funzionale all’accesso al mondo del lavoro per il giovane con disabilità.

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aggiornamento personale. Due terzi degli intervistati dichiarano di non aver mai preso parte ad iniziative

istituzionali di formazione sull’argomento *quesito 1+ sebbene la stessa percentuale di intervistati affermino

di conoscere la classificazione introdotta dall’I.C.F., anche se non in forma approfondita [quesito 2]. Tutte le

esperienze di formazione istituzionalizzate sono state maturate nell’ambito dell’esperienza di ICARE, che è

stata il principale veicolo di introduzione del modello nell’ambito delle pratiche didattiche quotidiane:

ancora un terzo degli intervistati dichiarano infatti di aver utilizzato l’I.C.F. essenzialmente nell’ambito della

progettazione di percorsi educativi speciali utilizzando il modello di pianificazione prodotto al termine del

progetto ICARE [quesito 4].

Tale percentuale rispecchia, ad ogni modo, l’eterogeneità della rete. Al di là delle istituzioni scolastiche,

naturali destinatarie delle modulistiche di progettazione e quindi principalmente interessate al crossover

tra pratiche didattiche inclusive e innovazione dell’I.C.F., la rete è composta anche da altre agenzie

istituzionali che, a vario titolo, concorrono alla presa in carico del percorso educativo degli alunni con

disabilità:

Comune di Barletta | Operatore per i disabili e altre situazioni di disagio nell’ambito del Settore dei

Servizi Sociali;

Provincia Barletta-Andria-Trani | Assistenti sociali;

ASL – BAT | Dirigente del Centro di Neuropsichiatria Infantile; Neuropsichiatra infantile; Psicologo;

Assistente sociale.

Tali enti si configurano certamente come stakeholder del percorso di formazione sull’I.C.F., ma sono

ovviamente mossi da esigenze diverse da quelle di natura più specificatamente didattica. In ogni caso, pur

con differenti intensità, tutti gli intervistati rilevano quindi la necessità di poter consultare direttamente il

documento dell’I.C.F., soprattutto tramite la mediazione di un esperto [quesito 3]. La necessaria

documentazione, unitamente ai suggerimenti per l’accesso a risorse ipertestuali e multimediali aggiornate

fornite da alcuni intervistati [quesito 5], sono state pubblicate sul sito tematico GARland, legato al sito

istituzionale dell’I.I.S.S. “N. Garrone”2 e dedicato esclusivamente alle attività relative all’inclusione

scolastica e della Scuola Polo, e oggi costituiscono il necessario corredo di riferimenti bibliografici e

sitografici utili per la formazione continua.

In relazione alle aspettative in termini di qualità del corso di formazione online [quesito 6], i partecipanti

auspicano, accanto all’approfondimento della conoscenza del modello I.C.F. (con specifica finalità di

miglioramento delle proprie competenze in materia di disabilità) anche l’occasione per utilizzare nuovi

stimoli, gestire consapevolmente la rete progettuale costruita nel PEI e – soprattutto – l’instaurarsi di forme

di maggiore collaborazione tra enti, la cui mancanza aveva effettivamente rappresentato un importante

elemento di debolezza della produzione documentale di ICARE.

Il quesito 7, infine, pone in rilievo l’analisi prospettica relativa agli esiti, misurati in termini di efficienza,

efficacia e rilevanza di tutto il percorso di ricerca-azione. Come prevedibile, l’articolazione delle risposte si

presenta variegata e frammentata poiché raccoglie istanze diverse non solo per la posizione istituzionale

occupata dai singoli componenti del gruppo di lavoro, ma anche per diverse sensibilità e aspettative.

Il monitoraggio ex post relativo alla formazione rappresenta la fase di raccolta e analisi delle valutazioni

dei corsisti con lo scopo di fornire elementi per la pianificazione del follow-up sperimentale. Il web based

2 www.istitutogarrone.it; il collegamento alla piattaforma GARland è presente nel menu verticale a sinistra

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training concordato con il Centro Studi Erickson ha consentito l’accesso a numerose risorse multimediali

(video streaming, web seminar, documenti, questionari, estratti di testi …) estese non solo in termini di

ampiezza di tematiche trattate ma anche sviluppati in verticale all’interno di ciascun nucleo concettuale.

L’obiettivo del monitoraggio ex-post è di esaminare l’utilità percepita da ciascuno dei corsisti rispetto al

materiale didattico proposto e alla sua congruenza con gli obiettivi del progetto nonché alla qualità

dell’organizzazione e dei servizi. Le informazioni raccolte sono state successivamente utilizzate per

alimentare la piattaforma GARland in termini di confronto, scambio e discussione sui temi proposti,

l’adozione di buone pratiche e nuove procedure e sull’impiego di specifici materiali di consultazione.

Il questionario, somministrato nell’incontro del 20 marzo 2012, propone 13 valutazioni relative alla

sfera didattica e organizzativa [con limite inferiore pari a 1, corrispondente a valutazione soddisfacente, ed

un punteggio massimo di 5, corrispondente a completa soddisfazione]. Di seguito sono sinteticamente

riportate le valutazioni medie ottenute per ciascun item:

congruenza contenuti-obiettivi 5

rispondenza contenuti-aspettative 4.6

rispondenza contenuti-interessi professionali 5

applicabilità argomenti trattati 4.6

rilevanza della formazione iniziale rispetto agli obiettivi del progetto 5

coinvolgimento del corso 4.6

organicità e sequenzialità contenuti 4.6

qualità del coordinamento 4.6

quantità del materiale distribuito 4.8

qualità del materiale distribuito 5

ore complessive dedicate alla formazione 7

ore complessive dedicate alle esercitazioni 6

Con l’avvio dei workpackage operativi 2 e 3, le attività afferenti al monitoraggio sono state

completamente spostate in rete sul sito tematico GARland. Per il presente progetto, la struttura di tale

piattaforma è stata riorganizzata per accogliere:

una pagina statica con contenuti pertinenti rispetto al progetto (materiali di studio, condivisione

delle esperienze di formazione, collegamenti a servizi e prodotti digitali rilevanti);

una struttura dinamica di post (blog) legati al progetto, facilmente rintracciabili tramite il tag cloud

oltre che per ordine cronologico. Il contenuto dei post spazia dalla diramazione di avvisi alle

istituzioni della rete alla proposta di materiali di consultazione;

un calendario delle attività del progetto.

La struttura aperta e flessibile del blog è stata scelta per consentire il feedback immediato tra utenti,

mentre la struttura statica è stata utilizzata per veicolare lo sharing dei materiali di consultazione e dei

documenti elaborati dagli utenti.

La pubblicazione in rete della documentazione relativa a tutte le fasi del progetto, ha consentito di

diffondere il senso e il contenuto della sperimentazione dei nuovi strumenti metodologici così da renderlo

disponibile ad un pubblico potenzialmente vastissimo. Nel progetto, si auspicava il raggiungimento di 2000

accessi alla piattaforma. Nei fatti, a partire dal mese di ottobre 2012 (in cui il progetto è entrato nel vivo

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della fase di sperimentazione) l’andamento degli accessi alla piattaforma – così come rilevato dal plug-in

Counterize per Wordpress – è rappresentato dal seguente grafico:

La sola pagina statica dedicata al progetto, unitamente al calendario delle attività, hanno assorbito 1352

hit degli utenti e sono attualmente le pagine più visitate della piattaforma.

Si notino i picchi di accesso da parte delle utenze esterne nei mesi di febbraio e aprile, rispettivamente a

conclusione del corso di formazione Erickson (con conseguente completamento della condivisione dei

materiali) e inizio della fase operativa e di sperimentazione.

Interessante è anche l’esame delle principali parole chiave con cui le utenze approdano alla piattaforma;

limitatamente al mese di maggio 2012 risultano

29 accessi tramite “I.C.F.” nella keyword di ricerca;

9 accessi tramite “nuovi modelli pei con I.C.F.” nelle keyword di ricerca;

7 accessi tramite “esempi compilati di I.C.F. e pei a scuola” (e simili) nelle keyword di ricerca;

7 accessi tramite “PEI” nella keyword di ricerca.

Come accennato, l’obiettivo operativo del progetto è la messa a punto di strumenti di progettazione di

interventi educativi speciali curvati sul paradigma dell’I.C.F.. Il gruppo di lavoro dell’I.I.S.S. “N. Garrone”, ha

elaborato diverse proposte di DF-PDF-PEI mutuate dalle indicazioni raccolte durante la fase di formazione.

La documentazione e i relativi materiali di approfondimento sono stati pubblicati sulla piattaforma GARland

affinché fossero consultabili dai docenti referenti prima della riunione plenaria del 20 marzo 2012.

Durante il periodo di attività relativo ai WP[2] e WP[3], il gruppo di lavoro della scuola capofila ha

realizzato alcune ipotesi relative alle strutture del PDF e del PEI/PdV partendo dalla modulistica già

prodotta nell’ambito del progetto ICARE. Si è cercato di semplificare la parte iniziale dedicata alla diagnosi

funzionale educativa che è stata trasferita, sottoforma di checklist, nel citato documento della diagnosi

funzionale. In questo modo, il modello attualmente in uso è stato notevolmente snellito lasciando, di fatto,

maggiore spazio per la pianificazione dell’intervento educativo strutturato su un piano di lavoro adeguato

alla progettazione per competenze.

ottobre 2011

novembre 2011

dicembre 2011

gennaio 2012

febbraio 2012

marzo 2012

aprile 2012

maggio 2012

179

355

497

604

1012

497

757

552

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Tale modifica nasce non solo dall’esigenza di migliorare un punto di debolezza del PEI/Pdv attualmente

in uso (come emerso dal monitoraggio finale di ICARE) ma anche di intercettare le più recenti disposizioni di

legge (v. “Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità” pubblicate dal MIUR in data

08/08/2009, D.M. 31 luglio 2007 “Indicazioni per il curricolo”, D.P.C.M. n. 185 del 23 febbraio 2006

“Regolamento recante modalità e criteri per l'individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di

handicap, ai sensi dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, del D.M. 22 agosto 2007

n. 139 il nuovo obbligo di istruzione”, D.P.R. 15 marzo 2010 n. 87 “Regolamento recante norme per il

riordino degli Istituti professionali”, a norma dell’art. 64 comma 4 del decreto legge 25 giugno 2008 n.112

convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2008 n. 133; Direttiva 28 luglio 2010 n. 65 “Linee guida

per il passaggio al nuovo ordinamento degli Istituti Professionali”, come previsto all’articolo 8 comma 6 del

D.P.R. 15 marzo 2010, n.87).

La stesura del nuovo profilo dinamico funzionale ha richiesto un deciso cambio di rotta rispetto alla

modulistica attualmente in uso, al fine di renderlo uno strumento più agile e utilizzabile in fase di

progettazione. Pertanto, il gruppo di lavoro della scuola capofila ha studiato diverse soluzioni di

integrazione del PDF all’interno della nuova modulistica. Da tale ricerca, sono stati elaborati due modelli

per la progettazione degli interventi educativi: in uno di essi, diagnosi funzionale e profilo dinamico

funzionale vengono organizzati come documenti contigui relativi alla descrizione del funzionamento del

soggetto con bisogni educativi speciali, mentre il piano educativo individualizzato è elaborato a parte con

maggiore curvatura sugli aspetti operativi e del piano di lavoro. Il secondo modello, su cui la rete ha trovato

maggiore convergenza, vede la diagnosi funzionale come documento di sintesi delle osservazioni di natura

nosologica mutuate dalla ASL e del contributo dell’istituzione scolastica (attraverso la compilazione della

checklist I.C.F.) e il PDF/PEI organizzato sottoforma di documenti contigui. Questa suddivisione si rivela

migliore al fine di intercettare le indicazioni del DPCM n 185 del 2006 “Regolamento recante modalità per

l’individuazione del soggetto in situazione di handicap” in quanto organizza in modo soddisfacente la

pianificazione del lavoro da svolgere nel progetto personalizzato.

La rete ha quindi riorganizzato la struttura prevista per la sperimentazione, attribuendo a tutte le

istituzioni scolastiche il compito di procedere alla stesura dei documenti proposti, individuandone

contestualmente punti di forza e di debolezza. Il prodotto della sperimentazione è stato quindi pubblicato e

socializzato attraverso la piattaforma GARland.

F.to Il Dirigente Scolastico Antonio Francesco DIVICCARO