Enzo Scuderi - Catalogo 2011

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Fondazione Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza Enzo Scuderi APPARIZIONI SU TERRACOTTA

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Enzo Scuderi - Catalogo 2011

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FondazioneMuseo Internazionale delle Ceramiche in Faenza

Enzo Scuderi

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Enzo ScuderiApparizioni su terracotta

Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza3 aprile - 5 giugno 2011

Mostra a cura diFranco Bertoni

Segretario GeneraleGiorgio Assirelli

SegreteriaEmanuela BandiniMonica Gori

Ufficio mostreFederica GiacominiGian Luigi Trerè

AllestimentoEnzo Scuderi con la collaborazione diGian Luigi TrerèFederica Giacomini

Ufficio StampaAlberto Mazzotti (Coop. Aleph)Jolanda Silvestrini (MIC)

Catalogo a cura diFranco Bertoni

Testi diFranco BertoniDanilo Faravelli

FotografieRoberto Menelao

RedazioneJolanda Silvestrini

Coordinamento editorialeInterno Otto, Roma

Servizi informaticiElisabetta Alpi

La mostra e il catalogo sono statirealizzati grazie al contributo di

Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza Fondazione

DirettoreClaudia Casali

ConservatoreCarmen Ravanelli Guidotti

Segretario generaleGiorgio Assirelli

SegreteriaEmanuela BandiniMonica Gori

Ufficio amministrativoRita MassariElisabetta MontuschiNicola Rossi

ProtocolloMichela Baldi

Ufficio mostreFederica GiacominiGian Luigi Trerè

Ufficio stampa e redazioneJolanda Silvestrini

Catalogo e restauroAntonietta EpifaniBrunetta GuerriniValentina MazzottiPaola Rondelli

Archivio fotograficoElena Giacometti

Servizi informaticiElisabetta Alpi

Sezione e laboratori didatticiDario Valli con la collaborazione diLorena Cabal Lopez

BibliotecaElena Dal PratoMaria Grazia MerendiLorella Ranzi

Servizi di accoglienzaMarco AttanasioPaola BaldaniAngela CardinaleEmanuela GhettiNorma Sangiorgi

CustodiaAuser

Presidente FondazionePier Antonio Rivola

Soci FondatoriComune di FaenzaProvincia di RavennaCamera di Commercio Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio FaenzaFondazione Cassa dei Risparmi di Forli Fondazione Cassa di Risparmio di Imola Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini Banca di Romagna Credito Cooperativo Ravennate e Imolese CNA RavennaConfartigianato della Provincia di Ravenna Cometha Soc. Coop. p.a. Confindustria CeramicaDiemme S.p.A. GI.MO Gruppo Immobiliare Sacmi Imola s.c.

Consiglio di AmministrazioneSimone BartoliniRenzo BertacciniFrancesco CarugatiGiancarlo DardiGianfranco FiorentiniFabrizio FornasariGiulio GhettiMassimo Ricci MaccariniAlberto MazzoniAlberto MoriniRuenza SantandreaTomaso Tarozzi

Collegio dei Revisori Romano Argnani, Presidente Luigi Bettoli Mauro Pozzi

M AT E R I A L I D IR E C U P E RO A N T I C H IMonteriggioni (SI)

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a cura diFranco Bertoni

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La mostra di Enzo Scuderi al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza evoca narrazioni inaspettate attraverso figure diafane e quasi trasparenti. Volti e sguardi appaiono all’improvviso in quell’insolito accostamento tra la leggerezza del segno e la pesantezza di un materiale antico, stratificato e sedimentato. Un segno che ricorda in parte certa iconografia rinascimentale e che stupisce per quel senso di immersione nella materia, che richiama metamorfosi ovidiane di anticamemoria. La materia contamina e dirige la mano dell’artista che si perde in racconti dove i protagonisti sono sempre più evanescenti, e non per questo meno affascinanti e coinvolgenti. Essi emergono dalla natura degli antichi embrici di terracotta, ne sono imprigionati ma vivono tra muffe e muschi di uno splendore proprio, unico,bisbigliando per mano di questo “maieuta di terrecotte toscane e rapsodo dei quattroelementi”, fornendo così materia per narrazioni oniriche.Un vivo ringraziamento va all’artista e a quanti a vario titolo hanno collaborato alla realizzazione di questo evento.

Pier Antonio Rivola Claudia CasaliPresidente Fondazione MIC Direttore MIC

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Enzo Scuderi: apparizioni su terracotta

Franco Bertoni

Enzo Scuderi è un artista che dal 1993 si dedica a una singolare opera di riconversione estetica di vecchi embrici - che una natura ancora viva e attiva ha ricoperto di muffe, incrostazioni e licheni- recuperati nei dintorni di un remoto angolo di Toscana eletto a luogo di lavoro e di residenza.Prima, gli studi di architettura a Firenze, un soggiorno romano in cui si è dedicato alla scenografiateatrale e una lunga permanenza milanese durante la quale ad impegnarlo sono stati il design, la grafica editoriale e le ricerche sulle possibilità espressive del mezzo fotografico culminatenell'audiovisivo “Fragmentum 10x10” presentato a Milano, alla Rotonda della Besana, nel 1985 e al Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 1997. Poi, una diversa scelta d'arte e di vita.Con le opere avviate nella canonica della chiesa di San Bartolomeo in Lanciaia nei pressi diS.Dalmazio di Pomarance in provincia di Pisa - suggestiva ed evocativa successione di luoghi incui la storia e la storia dell'arte italiana hanno trovato fertili concatenazioni - Scuderi fa tesoro deisuoi precedenti e si dedica, con facilità e felicità, a una grafica di stampo figurativo su embrici interracotta dei quali sfrutta i segni lasciati dal tempo.Poco lontano è Volterra che conserva, oltre alle serotine urne etrusche, La deposizione dalla crocedi Rosso Fiorentino, capolavoro assoluto del Manierismo sotto i cui smalti cangianti si intravedonole indicazioni manoscritte per la stesura del colore. Primato dell'idea e del disegno? Forse. Una affinità elettiva? Forse. Una influenza delle febbri manieriste su un artista contemporaneoparimenti eterodosso? Forse. Ma anche, in Scuderi, un pensiero rivolto a Leonardo che scrive diuna “nova inventione”: “e questa è se tu riguarderai in alcuni muri imbrattati di varie macchie opietre di vari misti, se avrai a inventionare qualche sito, potrai li vedere similitudini di diversi paesi,ornati di montagne, fiumi, sassi, albori, pianure, grandi valli e colli in diversi modi, ancora vipotrai vedere diverse battaglie..”. Una, secondo Leonardo, “nova inventione di speculazione... laquale benché paia piccola e degna di riso, nondimeno è di grande utilità a destrare lo ingegno”.E' su questa linea che Scuderi, uomo moderno dal pensiero antico, si muove: tra rispetto di unprimato del disegno di vasariana (toscana) memoria e utilizzo di “abbozzi” e “macchie” chedicono di una complessità di visione che l'artista è destinato a investigare. Più modernamente:l'incontro tra un objet trouvé - pur frutto di anonime artigianalità e di un tempo meteorologico - e il disegno: un progetto figurativo che si inserisce e trova spazio nel magma dell'esistente. Nascono apparizioni di volti e di figure attonite, oniriche, sibilline e senza tempo apparente che,come frammenti di una più complessa orchestrazione, ci invitano a scoprirne i segreti.Una carrellata di personaggi - in atteggiamenti e in azioni di cui non conosciamo le motivazioni -che non cercano la complicità dello spettatore ma, anzi, sembrano quasi ritrarsi pronti come sonoa nascondersi nel buio o dietro le concrezioni naturali, come pesci in un oscuro ambiente marinocostellato di rocce e di coralli.La forma trapezoidale dell'embrice, così lontana dalle tradizionali conformazioni della tela,allontana ancor più il sospetto circa una pretesa di veridicità: sembra quasi di trovarsi di frontealla sovrapposizione di una immagine filmica su un supporto occasionale. Un effetto di evanescenza memore, probabilmente, delle originarie ricerche sulla luce e accentuato dal carattere frammentario e indiscriminato di una narrazione condotta per via di appunti e di brevi note. In una cornice naturale avvengono metamorfosi, le azioni vengono lasciate in sospeso, i personaggi sono introdotti per essere poi abbandonati, altri ritornano.In un mondo dominato dalla precarietà e dalla mutevolezza, innumerevoli sono i racconti e le narrazioni possibili, infinite le forme, senza numero le variazioni su temi costanti. E' il mondo di Scuderi: il mondo del racconto.Le storie che Scuderi racconta sono incompiute, non hanno inizio né fine. Partono da presupposti

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che non conosciamo e ci lasciano nell'attesa di finali che non ci saranno. Sarebbe facile dire che si tratta della ormai desueta e ampiamente sfruttata poetica del frammento. I suoi personaggisono credibili, lasciano capire di essere o essere stati ben vivi. Non è, piuttosto, la stessa realtà adessere composta da binari mistilinei e a volte interrotti? Non è la stessa realtà ad essere fortementeenigmatica? Il Grande Metafisico ha scritto su una sua opera del 1908 “Et quid amabo nisi quodaenigma est?” sottintendendo il grande potenziale di ignoto e di meraviglioso contenuto anchenell'oggetto più comune e negletto. E i suoi soggetti sono stati carciofi, righe e squadre, biscotti,manichini sartoriali, guanti di caucciù e, al massimo, icone antiche e moderne di quantomaggiormente conosciamo o presumiamo di conoscere.A volte, per vedere, è sufficiente porre l'oggetto più comune su un piano o su uno sfondo inatteso,variare o virare i colori, accentuare una forma, proporre combinazioni non usuali, posare unaluce su un dettaglio, ingrandire o diminuire le proporzioni. Variando di poco il modo di osservare,a volte, tutto cambia. E, allora, quanto è apparentemente banale si svela come un potenzialericettacolo di meraviglia, di senso e di immaginazione. Si tratta di un lavoro artistico apertamenteinattuale e proprio per questo ben più interrogativo e degno di nota di tante contemporaneevulgate che, volendo stupire, ricadono, invece, nella più trita banalità.Non entri nel mondo dell'arte chi non sa vedere l'enigma negli oggetti o nei soggetti più comuni. Scuderi, seguendo forse inconsciamente la sollecitazione di Leonardo, si è dedicato alla “lettura”di sedimentazioni su terracotta che per nulla paiono contenere un qualsivoglia rapporto con il passaggio umano sulla terra. Eppure, su embrici rivolti al cielo e ultimo manufatto che segna il limite delle forme artificiali, sono contenute “in nuce” delle storie. Su questa estrema linea di confine sembrano quasi essersi accumulati i sogni o i desideri esalatidall'interno di edifici che non esistono più. Il tempo li ha conservati includendoli e sommergendoli nella più parassitaria delle vegetazioni e,ora, caduti a terra, questi embrici densi di memorie possono, come un ritrovato manoscrittoignoto, offrirne finalmente lettura e possibilità di decifrazione. Osservando attentamente,fuoriescono personaggi, azioni e brandelli di storie. Apparizioni affascinanti ed evocative. Un mondo di epifanie che ricorda quelli di tanti artisti eccentrici e bizzarri, di vario stampo, della storia dell'arte: da Pontormo a Parmigianino, dal Rosso a Beccafumi, da Salvator Rosa a Magnasco da Füssli a Redon, fino ai surrealisti. Il segno - fermo e deciso poiché deveconvincere e rendere plausibile l'irreale - è appena reso vibratile dalle ansie di una latente febbremanierista e dal volere “destrare lo ingegno” per scorgere potenziali sinopie sotto i sedimenticasuali del tempo e sulle asperità della terracotta.Una prova di immaginazione che ricorda i tentativi infantili di individuare animali e figure nel mutevole scorrere delle nuvole ma anche quelli più adulti di alcuni protagonisti dell'Art Brut o del Tachisme. Ma non sono i moderni muri metropolitani ad attrarre Scuderi in quest'opera di visionaria ricerca di emozioni e di azioni perdute o latenti.E' su un più ampio schermo che egli indaga. Quello astorico della natura. Ma la natura non è materna o maligna rispetto all'uomo: è semplicemente indifferente. In questaindifferenza Scuderi insinua, con la leggerezza del tratto a china, istanti di vita quasi colti dal flashdi un fotografo che per un momento illumina il buio cogliendo l'attimo di una azione o di undialogo. Poi, di nuovo, una notte millenaria immemore di queste brevi e intermittenti apparizioni.L'inchiostro di china è destinato a sciogliersi, i muschi e i licheni proseguiranno nella loro vitaparassitaria fino a quando anche la terracotta che aveva protetto l'avventura umana dalleavversità tornerà polvere. Nel frattempo ascoltiamo i sussurri che rilasciano questi scuri embriciprotettori della notte e del sogno.

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Opere

Tutte le opere sono state realizzate a matita ed inchiostro, pittura a tempera bianca e nera ed interventi di graffito su antichi embrici in terracotta con evidenti incrostazioni di sedimentinaturali quali muffe e licheni. La dimensione di ogni singola tegola è di circa 37 x 50 cm. con uno spessore di 2 cm.Le caratteristiche modulari delle tegole permettono possibilità compositive.

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Un silenzio di terrecotte da ascoltare

È decisamente improbabile che, fra i visitatori delle ormai numerose mostre dedicate agliembrici dipinti di Enzo Scuderi, siano molti a non essersi accorti dello stretto e vitale rapportoche lega la sua opera al mondo della musica d’arte. Quando infatti a tale relazione non siastata data intenzionale e sistematica evidenza, come nel caso del polittico Soave sia il vento…,esposto nel 1999, su richiesta dell’allora direttore artistico Gianni Tangucci, nel foyer del Teatro Comunale di Bologna in occasione di dieci rappresentazioni di Così fan tuttedi DaPonte/Mozart (regia di Gianfranco De Bosio, direzione musicale di Daniele Gatti), è comunque fra i titoli di personali come Canti ed incanti dei licheni (Firenze, novembre 2001),Cotto di terre sonore (Napoli, aprile-maggio 2005) e Quartetto di terre. Mozart a Lodi negliembrici di Enzo Scuderi (Lodi, marzo 2007) che il pubblico ha potuto cogliere la pregnanza ed imprescindibilità del legame. Aggirarsi e prendere via via confidenza con uno spazio espositivo deputato ad esibire i parti di fantasia di Scuderi equivale ad affidare l’immaginazione alla memoria storica del secolo più cangiante e stupefacente – il diciottesimo – fra gli ultimi dieci del nostro millennio, di cui è fatta la fantasmagorica ininterrotta melopea dell’Arte dei Suoni d’Occidente. Visitare un’esposizione di opere di questo “maieuta di terrecotte toscane e rapsodo dei quattroelementi” equivale ad attraversare un parco archeologico di canti ed armonie fossili, assediatodal remoto echeggiare di un tempo glorioso dominato dai cimieri e dai coturni degli eroiposticci dell’opera seria, dalle risate sdentate del pubblico delle burlette, dalle bocche lascive e dalle parrucche turrite di capricciose primedonne, non meno che dall’abbandono di morte di un Crucifixus pianto da dissonanze d’archi essiccate insieme alle lacrime di una Mater dolorosa. In una galleria di ritratti di tal genere, con soggetti esclusi a priori dal beneficio estetico di pose studiate ad arte perché prigionieri in libertà vigilata dall’onnipotente indifferenza di Madre Natura, cui Scuderi altro non può chiedere se non che gli conceda di ispirarsi alla casuale eloquenza di un lichene, di una muffa, di un escremento d’uccello depositati sulla superficie di vecchi embrici e transustanziabili, per prestidigitazione di fantasia e di mano,in panneggio di costume d’evirato cantore, in foce di voce gorgheggiante o in piano armonico

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di strumento ad arco, si rinuncia ben presto ad affidarsi alla più immediata ed elementaredelle tassonomie, distinguendo fra personaggio idealizzato e figura storica rievocata. Così, passeggiando fra i volti di un Tamerlano di Händel irrigidito nell’inoffensiva fierezza della propria melodrammatica terribilità e di un Leopold Mozart, il cui sguardo sottilmenteriluce, inselvato in un’implacabile diffidenza verso il mondo, fra le fattezze di un don Alfonsosfuggito a Così fan tutte e di una Lucrezia Agujari in cerca di riscatto dall’onta dello scomodosoprannome di “Bastardella”, fra le immobili movenze di una Rachelina che “nel cor più nonsi sente brillar la gioventù” e del vecchio castrato Senesino incanaglito nella propria autolatriadi divo della scena, si finisce per non nutrire più alcun interesse per la maggiore o minorericonducibilità di questa e quella figura alla verità storica ed umana del Settecento piuttostoche ai mondi fittizi concepiti dalle immaginazioni degli artisti di penna e di pentagramma che quel secolo divertirono. Nel rilassato non meno che militante sacerdozio musicale dell’arte di Enzo Scuderi, ben piùdell’opposizione di termini determinata dall’oscillazione fra realtà e fantasia, è l’oscillazione in sé a reggere il vessillo della significazione. Cosa che del resto non stupisce soprattuttoquando si conosca da vicino il modo di lavorare del “maieuta-rapsodo”: difeso dal murociclopico di silenzio che protegge il suo cenobio toscano e, lì, totalmente immerso in un flussoininterrotto di musica diffusa, mentre sfida Madre Natura contrapponendo il primato del proprio “dire estetico” su terrecotte al primato del di lei “dire inerte”. Chi negherebbe che Enzo Scuderi incarni il caso di un artista curiosamente e felicementefecondato dalla musica? Musica udibile finché è cortina vibrante, tesa attorno al suo operare;musica inudibile, paga del proprio tacere, allorché abbia acquisito carattere di sostanzatrasfigurata, sottesa alle sue opere.

Danilo FaravelliMusicologo

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Nasce in Sicilia nel 1952, si diploma al liceo artistico di Catania nel 1970 e si laurea in Architettura nel 1976 all’Università degli Studi di Firenze. Tra il 1968 e il 1979 partecipa a diverse collettive in Sicilia e a Milano, ottenendo riconoscimenti per opere a tecnica mista. A partire dal 1981 compie a Milano un’intensa attività di ricerca sulle potenzialità espressive dell’immagine foto-pittorica: ricerche culminate nell'audiovisivo“Fragmentum 10x10”. Dal 1993 vive e lavora nella canonica dell’ex chiesa di San Bartolomeo in Lanciaia, a S. Dalmazio di Pomarance - Pisa, dove sviluppa la passione per le potenzialità espressive dei materiali, che lo porta a cercare nuove forme d’arte e lo fa approdare al lavoro sugli embrici di terracotta.

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Mostre

1982 PRATO Galleria Dryfoto: “Architettura del colore” mostra personale

1983 TRENTO Studio d’arte Andromeda: “Photopaintings” mostra personale

1985 MILANO Rotonda della Besana: esposizione delle opere fotopittoricheattraverso l’audiovisivo “Fragmentum 10x10”

1997 PRATO Museo di Arte Contemporanea L. Pecci: esposizione delle operefotopittoriche attraverso l’audiovisivo “Fragmentum 10x10”

1997 SIGNA (Firenze) Sala del Consiglio Comunale: “Anni di notti chiare sul tetto di una chiesa toscana” mostra personale

1997 CASOLE D’ELSA (Siena) Sala del chiostro nel Palazzo della Propositura: mostra personale

1997 LASTRA A SIGNA (Firenze) Antico Spedale di S. Antonio: mostra personale

1998 VOLTERRA Palazzo dei Priori: mostra personale

1999 BOLOGNA Teatro Comunale: esposizione del polittico “Per Mozart-da Ponte”

2001 FIRENZE Galleria Via Larga: mostra personale (patrocinio della Provincia di Firenze e del Comune di Signa)

2004 MONTELUPO FIORENTINO Ex fornace Lotti di Samminiatello: installazione personale

2004 VOLTERRA Palazzo dei Priori: “Fatti di terracotta” mostra personale

2004 MILANO Teatro Blu: versione digitalizzata dell’audiovisivo “Fragmentum 10x10”

2005 NAPOLI (Mergellina) Chiesa di S. Maria del Parto: “Cotto di terre sonore” per l’evento “Maggio dei Monumenti” (a cura del Club Unesco di Napoli) mostra personale

2005 BARGA (Lucca): “Cotto di terre sonore” per il Festival “Opera Barga” (patrocinio del Comune di Barga) mostra personale

2006 FIRENZE Libreria Libriliberi: “Note di viaggio su terre corrose” mostra personale

2007 LODI Ex Chiesa dell’Angelo: “Quartetto di terre” mostra personale

2009 TRENTO Palazzo della regione: “Tegole in vetrina” mostra personale

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© copyright 2011 Museo Internazionaledelle Ceramiche in Faenza

Finito di stampare nel mese di marzo 2011da La Tipografia di U. Frisardi & C.

Via Panfilo Castaldi, 24 - 00153 [email protected] - www.latipografiafrisardi.it

Si ringraziano tutti gli amici collezionisti che hanno prestato le loro opere contribuendo

alla completezza espositiva della mostra e alla realizzazione di questo catalogo

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Nella stessa collana

cataloghi

2004Nedo Merendi. Maioliche dipinteKurt Spurey. Porcelain brutCeramiche da Gmunden2005Alberto Mingotti. LustriSueharu Fukami2006Danilo Melandri. Narrazioni ceramicheAngelo Biancini. Sculture e ceramiche dagli anni Trenta al Dopoguerra2009Gianfranco Morini. Gesti materici2011Mauro Andrea: “Io odio la ceramica”

brochures

2005Battista CasanovaBianco Ghini, Leandro Lega, Mario Pezzi, Arnaldo SangiorgiGermano Belletti2006Pietro Melandri. I pannelli decorativi per il bar dell’albergo Roma di BolognaAlberto Burri: nero e oroMotociclette e ceramiche: fra tecnologia e design, 1904-19402008Piastrelle dalle raccolte del Museo Internazionale delle CeramicheRotary contemporaneo. Formelle d’artistaUcki Kossdorff e Ingrid Kramesberger. Arte ceramica da GmundenL’altro Novecento. Opere dai depositi del MIC2009Domenico Matteucci. La Vergine della guerra2010Gianmaria Potenza. Scultura urbana

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