Enrico Mattei 1906 - 1962 - pionierieni.it · - Nel corso del 1954 rileva il PIGNONE di Firenze in...

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1 Enrico Mattei 1906 - 1962

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“Operare  in silenzio, con tenacia nell’interesse del nostro Paese, ogni giorno un’ansia nuova ci sospinge, fare, agire assecondare lo sforzo di questo nostro popolo che risorge. Noi abbiamo fiducia nella Provvidenza Essa assiste sempre tutti; e assiste il nostro Paese che fiorisce e si rinnova”

Tratto da uno dei suoi ultimi discorsi e che può essere preso come Sua

testimonianza spirituale

edito a curaapve - associazione pioniei e veterani eniin occasione del 50° anniversario della scomparsa27 ottobre 1962

Foto dell’Archivio Storico dell’Eni

Testo di Francesco Guidi

Grafica DISE divisione e&p

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Enrico Mattei (1906 -1962)II messaggio che ha lasciato alle nuove generazioni dell’Eni

Il 29 aprile 1906 nasceva ad Acqualagna (Pesaro Urbino) Enrico Mattei, il personaggio che ha segnato una svolta nella storia italiana degliidrocarburi e che, con la creazione dell’Eni, ha permesso all’Italia di entrare nelle strategie mondiali del Petrolio e del Gas.Sono molte le iniziative prese per celebrare questo avvenimento.

Al di là delle tante cerimonie e dei libri realizzati per l’occasione, l’associazione pionieri e veterani eni (apve) vuole ricordarlo con questo breve opuscolo che intende riassumere per le nuove generazioni soprattutto quelle caratteristiche di Enrico Mattei che sono alla base della nascita dell’industria del gas naturale in Italia, con 30 anni d’anticipo rispetto agli altri paesi dell’Europa Occidentale. Ha lanciato l’Eni tra i maggiori gruppi intenazionali del mondo, operanti nell’Esplorazione, Produzione, Progettazione, Sviluppo e Trasporto del Petrolio e del Gas.

Mattei ha permesso infatti all’Italia di dotarsi di una grande società petrolifera, l’Eni, con un grande peso nelle strategie mondiali del petrolio e del gas.Un’ interpretazione restrittiva del Trattato di Pace nella seconda metà degli anni quaranta non sembrava permettere, almeno inizialmente, un’industria petrolifera nazionale ai maggiori paesi usciti sconfitti dalla Seconda Guerra Mondiale: Germania, Italia, Giappone.E’ stato così che in Germania (come anche in Giappone), dove non ci fù un Mattei, il settore nazionale degli idrocarburi finì per decenni in balìa delle compagnie straniere.Solo negli anni Settanta incominciò ad affermarsi in Germania la VEBA partita però, con diversi decenni di ritardo. Altrettanto è avvenuto inGiappone.Così questi due grandi paesi, pur essendo al top dell’industrializzazione mondiale, non hanno ancora oggi una grande compagnia petrolifera

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internazionale, in grado di recitare un ruolo da protagonista sullo scenario mondiale degli idrocarburi.Una cronologia degli episodi salienti della vita di Enrico Mattei- 29 aprile 1906: Enrico Mattei nasce ad Acqualagna, (Pesaro Urbino). Il padre, Antonio, era un brigadiere dei carabinieri, di origine abruzzese, nato a Civitella Roveto (L’Aquila).Era salito agli onori della cronaca per la cattura del brigante calabrese Musolino. Dette il nome di Enrico al suo primogenito, come suggerito dalla nonna materna del bambino, maestra d’asilo, in ricordo del protagonista del 1ibro Cuore di De Amicis.Il brigadiere Antonio, andato in pensione nel 1919, si spostò aMatelica (Macerata) dove Enrico Mattei pose le radici.- 1920: interrotti gli studi (si diplomerà successivamente in ragioneria) incomincia a lavorare in piccole industrie a Matelica, fino ad arrivare in una conceria, dove fà una rapida carriera.- 1928: si trasferisce a Milano e si afferma come rappresentante di una ditta di vernici. Fonda a Dergano (Milano) l’Industria Chimica Lombarda. Compra a Matelica una casa per i genitori.- 1936: sposa Greta Paulas, da Vienna.- 1943: con la caduta del fascismo si accosta alla Resistenza attraverso il prof. Marcello Boldrini, anche lui di Matelica, che insegnava Statistica all’ Università Cattolica di Milano.- 1943-1945: entra nel Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia(CLNAI) come rappresentante delle forze cattoliche. - 30 aprile 1945: è nominato Commissario Straordinario dell’AGIP,con1’indicazione del Governo di procedere alla sua liquidazione.- 1945-1948: Mattei rendendosi conto dell’importanza della scoperta fatta dall’AGIP nel 1944 del grande giacimento di gas naturale di Caviaga (Lodi), il primo di dimensioni notevoli dell’Europa Occidentale, non liquida l’AGIP, ma la rafforza (divenendone successivamente il Presidente), valorizzando le ricerche già avviate dall’ing. Carlo Zanmatti, che diventò il suo principale collaboratore. Procede nella ricerca del gas nella Pianura Padana e inizia a realizzare una grande rete di distribuzione, attraverso la SNAM.

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Arriva così a metanizzare progressivamente l’Italia, che diviene il primo paese dell’Europa Occidentale a utilizzare il gas come fonte primaria di energia. Avvia in Italia la costruzione di una moderna rete di distribuzione di carburanti e di servizi per gli automobilisti, arricchiti da una rete di motel e di ristoranti, che hanno modificato il panorama e il costume del Paese.- Dopo i1 1948, la ricerca di idrocarburi si estende progressivamente alle altre regioni italiane, al di fuori della Pianura Padana, arrivando a Ravenna (1952) e quindi in Adriatico. A partire dal 1959 affronta il tema dell’offshore, per il quale l’Italia è la prima nell’Europa Occidentale.- Febbraio 1953: il Parlamento italiano approva la costituzione dell ‘Eni, proposto da Enrico Mattei, che ne diviene il primo Presidente. Nasce un gruppo integrato degli idrocarburi che, forte nella produzione di gas in Italia, si estende rapidamente all’estero.- Nel corso del 1954 rileva il PIGNONE di Firenze in stato di fallimento e lo rilancia come NUOVO PIGNONE.- Nel 1955 Mattei, entra in Egitto, espandendo l’Esplorazione e la Produzione di olio e gas.- Nel 1956 l’Eni di Mattei fonda l’AGIP NUCLEARE che progetta, con l’aiuto di una Società inglese, la prima centrale nucleare italiana a Latina, completata ne1 1962.- Nel 1957 Mattei firma i primi contratti all’estero in Egitto e Iran, con Ia formula innovativa che impegna i paesi produttori come partner nella ricerca e nello sviluppo dei giacimenti di petrolio e di gas.- Nel 1958 e fino al 1962 costituisce società in Marocco, Sudan, Libia, Tunisia e Nigeria.- 27 ottobre 1962: Enrico Mattei muore in un incidente aereo aBascapè ( 20 km a Sud di Milano).

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Riportiamo le conclusioni della II Indagine sull’incidente di Bascapè del PM Calia del Tribunale di Pavia conclusasi nel Marzo 2003 e un articolo del Prof. Firrao

1. LA CADUTA DELL’AEREO MORANE SAULNIER 760/B PARIS I-SNAP, CON A BORDO ENRICO MATTEI, WILLIAM MC HALE E IRNERIO BERTUZZI È STATA CONSEGUENZA DIRETTA DI UN SABOTAGGIO L’indagine tecnica, confortata dalle testimonianze orali e dalle prove documentali raccolte, in assenza di evidenze contrarie, permette di ritenere inequivocabilmente provato che l’I-SNAP è precipitato a seguito di un esplosione limitata, non distruttiva, verificatasi all’interno del velivolo.2. È infatti provato che:- a bordo dell’I-SNAP si è verificata un’esplosione;- l’esplosione si è verificata durante il volo e non in coincidenza o dopo l’impatto col suolo;“ Le fonti di prova raccolte dimostrano che l’aereo a bordo del quale viaggiavano Enrico Mattei, William Mc Hale e Irnerio Bertuzzi, venne dolosamente abbattuto nel cielo di Bascapè la sera del 27 ottobre 1962. Il mezzo utilizzato fu una limitata carica esplosiva, probabilmente innescata dal comando che abbassava il carrello e apriva i portelloni di chiusura dei suoi alloggiamenti”. È infatti provato che: a bordo dell’I-SNAP si è verificata un’esplosione; l’esplosione si è verificata durante il volo e non in coincidenza o dopo l’impatto col suolo;

Il Prof. Firrao del Politecnico di Torino Dipartimento di Scienza dei Materiali, incaricato dal Tribunale di Pavia, ha scritto per una rivista americana: “ l’aereo di Enrico Mattei, presidente dell’ente italiano idrocarburi, ENI, mentre era in procinto di atterrare presso l’aeroporto di Milano Linate

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il 27 Ottobre 1962 si schiantò al suolo a causa di un incidente allora inspiegabile.L’indagine riaperta più di trenta anni dopo ha richiesto un completo riesame delle teorie sulle deformazioni macroscopiche e del reticolo in metalli sottoposti ad onde ad alta velocità emanate da una piccola carica esplosiva. Vari tipi di cambiamenti micro e macro strutturali sono infatti indotti da un’esplosione e dai risultanti sforzi di taglio che insistono sui metalli stessi. A livello microstrutturale si possono osservare bande di scivolamento o geminazioni meccaniche indotte dalle onde di pressione scatenate dall’esplosione

A quel momento l’AGIP produce in Italia 7 miliardi di metri cubi di gas all’anno, mentre gli altri paesi europei hanno produzioni e consumi insignificanti che diverranno consistenti solo dopo gli anni Settanta, con l’entrata in produzione dei giacimenti dell’Olanda e del Mare del Nord. Contemporaneamente iniziano le importazioni di gas dall’Unione Sovietica.L’Italia nel l962, alla morte di Mattei, ha una rete di metanodotti SNAM il cui sviluppo è di 6.000 km: è terza nel mondo, dietro Stati Uniti e Unione Sovietica. Oggi, andando avanti su quello slancio, ha superato i 32.000 km.Alla rete stradale di distribuzione in Italia, si vanno affiancando le reti AGIP nei Paesi europei e 1’ ingresso nei mercati extraeuropei. All’estero la produzione di olio è limitata a Egitto (equity 3,3 milioni di tonnellate l’anno) e Iran (700.000 t/anno). Erano state però gettate le basi per produzioni ben più consistenti, con l’ingresso in Libia, Tunisia e Nigeria, nei quali 1’Eni era riuscita a entrare, grazie alla formula di Enrico Mattei, nei primi anni Sessanta.Le scoperte in questi paesi avvenivano subito dopo, mentre si ampliavano quelle già fatte in Egitto e in Iran. Nei primi anni Settanta l’equity di olio dell’AGIP era di 15 milioni di tonnellate l’anno (300.000 b/g).Molti di quei giacimenti sono ancora in produzione: Belaym e Abu Madi (Egitto), Bu Attifel (Libia), El Borma (Tunisia), Ebocha - Mbede (Nigeria).

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Le intuizioni di Enrico Mattei

Esaminare le intuizioni di Enrico Mattei, è una chiave di lettura della suavita professionale, che é giusto riassumere nel cinquantesimo della sua scomparsa quando il suo lavoro può essere analizzato alla luce dei fatti sconvolgenti che sono avvenuti e avvengono nel settore petrolifero su scala mondiale.Qui infatti è sempre più serrata la ricerca delle fonti di energia, delle quali il petrolio e i1 gas costituiscono la parte preponderante: quasi il 65 %.Molti dei conflitti degli ultimi 50 anni, hanno la loro origine proprio nelcontrollo delle fonti di energia, come del resto è confermato dalle tensioni che dominano in Medio Oriente e nella regione del Golfo in particolare.La vita industriale di Mattei è stata tutta una serie di intuizioni delle quali ha tratto vantaggio l’Italia che, grazie ad esse, si è potuta inserire nellegrandi strategie mondiali degli idrocarburi. Ci limitiamo a elencare le due principali: i1 Gas Naturale e la partecipazione dei paesi produttori alle attività di Esplorazione e Produzione.Segnaliamo inoltre lo sviluppo competitivo del settore della raffinazione e distribuzione di molti Paesi europei ed extraeuropei con la creazione di una nuova originale cultura d’impresa nelle relazioni industriali e nel dialogo con le realtà sociali.

il Gas Naturale

Mettiamo questa forma di energia per prima, perché è stata proprio l’intuizione della sua futura importanza, che ha permesso a Mattei digettare le basi dell’AGIP moderna e della SNAM, che hanno fatto da trampolino di lancio per la creazione e lo sviluppo dell’Eni.Mattei intuì nel 1945, quando incominciò a occuparsi di idrocarburi, che i consumi di gas naturale, allora insignificanti, sarebbero decollati, quando ce ne sarebbe stata disponibilità, divenendo una delle fonti principali di energia.Oggi il gas naturale rappresenta il 23% dei consumi energetici, contro i1

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41% del petrolio, il 25% del carbone e 1’11% del resto delle altre fonti:idro - geo - nucleare. E c’e chi dice che il gas potrebbe fra 20 annisuperare i1 petrolio, se non interverranno nel frattempo altre fonti dienergia.

I precedentiA metà degli anni Quaranta il gas naturale come fonte di energia in Europa era a livelli trascurabili. Negli Stati Uniti, già allora grande produttore, veniva invece utilizzato ma soprattutto vicino alle zone di produzione.Nell’Europa Occidentale l’impiego del gas naturale era pressoché sconosciuto, perché non ne erano state scoperte quantità di dimensioni commerciali. L’industria utilizzava come fonti di energia, oltre al carbone e all’idroelettrico, il petrolio e i suoi derivati, mentre per gli usi domestici si utilizzava il cosiddetto gas di città, che era un prodotto della distillazione del carbone fossile (coke).D’altro canto mancavano le tecnologie per i grandi trasporti del gas dai luoghi di produzione a quelli di consumo. Cioè dai deserti africani e del Medio Oriente alle zone industrializzate dell’Europa. Mentre non esisteva ancora la ricerca offshore e quindi non c’erano state le scoperte del Mare del Nord.ll gas naturale che veniva scoperto nel corso della ricerca petrolifera, in quanto si trova spesso associato con il petrolio o comunque in strutture di tipo analogo, restava inutilizzato, se non c’era la possibilità di un uso sul posto o nelle vicinanze. E questo avveniva di frequente, in quanto la maggior parte dei paesi produttori erano in zone scarsamente industrializzate.

La scoperta di CaviagaIniziata nel 1926 con la creazione dell’AGIP la ricerca petrolifera in Italia in modo sistematico, questa non aveva avuto successo fino ai primi anni Quaranta per la difficile geologia del sottosuolo italiano e la mancanza di sistemi geofisici adeguati per individuare strutture favorevoli all’accumulo di idrocarburi.Il metodo della sismica a riflessione fu introdotto nella ricerca petrolifera

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alla fine degli anni Venti del secolo scorso negli Stati Uniti e fu subito un successo, diminuendo drasticamente il numero di pozzi sterili. A metà degli anni Trenta, operavano negli Stati Uniti 500 gruppi sismici.L’Europa però era lontana e la ricerca petrolifera languiva, proprio per1’elevato numero di pozzi sterili. Fu merito dell’ing. Tiziano Rocco, Capo del Servizio Geofisico dell’AGIP alla metà degli anni Trenta, che convinse la Direzione della Società a provare questo sistema in Italia, facendo venire un Gruppo Sismico della Western Geophysical Company, una delle maggiori società geofisiche americane, di proprietà di Henry Salvatori, un italo americano di Tocco Casauria (vicino Pescara), emigrato con la famiglia negli Stati Uniti all’inizio del secolo scorso.II gruppo sismico arrivò a Genova nel gennaio 1940 e iniziò i rilievi vicino Lodi nel giugno di quell’anno. A Caviaga fu individuata subito una struttura.Carlo Migliorini, che era allora responsabile dell’Esplorazione dell’AGIP, insieme a Tiziano Rocco, ubicarono il pozzo di Caviaga 1 che iniziò la perforazione nel maggio 1943.La perforazione trovò notevoli difficoltà logistiche per la guerra che si stava sempre più avvicinando alla Pianura Padana. II 25 luglio 1943 era caduto il regime fascista e 1’8 settembre l’Italia si ritirò formalmente dalla guerra, avendo chiesto e ottenuto l’armistizio. Tutta l’Italia del Nord fù però occupata dai tedeschi.Immaginabili le conseguenze per le attività di perforazione al Caviaga 1 che durarono un anno, arrivando alla scoperta del giacimento omonimo di gas, nel maggio 1944.II pozzo fù messo subito in produzione con il gas che alimentava le auto a metano, mentre la gasolina che era prodotta insieme al gas, veniva utilizzata come benzina direttamente nelle macchine.Non fu possibile perforare altri pozzi per confermare la scoperta. Lo impedì l’avvicinarsi della guerra alla Pianura Padana. Ma dalla produzione di quel pozzo, tenuto in continua erogazione per un anno, si vide che la pressione a testa e a fondo pozzo si manteneva costante: un segno che si trattava di un giacimento dalle riserve notevoli.Successivamente si stabilì che le riserve iniziali erano di 12 miliardi di

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metri cubi di gas. Prima di allora i giacimenti scoperti avevano riserve massime solo di una decina di milioni di metri cubi ciascuno. Caviaga era mille volte maggiore. Ancora oggi il giacimento è in produzione, estrae 25.000 metri cubi/giorno che vengono immessi nella rete di Lodi.

L’arrivo di Mattei il 30 aprile 1945L’Italia del Nord fu liberata dai tedeschi il 25 aprile 1945. Il 30 aprile Enrico Mattei fu nominato dal Governo Italiano (Primo Ministro Ferruccio Parri) Commissario Straordinario dell’AGIP con un mandato di sei mesi, entro i quali avrebbe dovuto liquidare la Società.Si rese però subito conto che il futuro dell’AGIP poteva essere diverso dopo la scoperta di Caviaga. L’ing. Carlo Zanmatti, che era stato con l’AGIP fin dal 1927, gli fece un quadro della situazione completa delle possibilità future della ricerca di idrocarburi in Italia.La scoperta del giacimento di Caviaga e l’individuazione da parte del gruppo sismico che aveva proseguito i suoi rilievi, di altre strutture, faceva intuire che la Pianura Padana fosse un bacino ricco di idrocarburi. Si trattava però per la maggior parte di gas naturale, una forma di energia allora non molto apprezzata dall’industria e dai consumatori privati.Mattei rischiò. Chiese al Primo Ministro Ferruccio Parri un’estensione del suo mandato che gli permettesse la perforazione di un pozzo di conferma a Caviaga e l’ottenne.Quando il Caviaga 2 confermò la scoperta, decise che 1’AGIP sarebbe sopravvissuta e anzi sarebbe diventata una grande società di ricerca e produzione internazionale. Si trattava però di convincere la popolazione e le industrie italiane della bontà dell’impiego del gas.

La rapida espansione della produzione e dei consumi di gas in ltaliaMentre l’AGIP si impegnava in una intensa campagna esplorativa per scoprire e produrre altro gas ed eventualmente petrolio in Pianura Padana e in altre regioni italiane, Mattei promuoveva una grande campagna di sensibilizzazione per convincere i consumatori italiani dei grandi vantaggi derivanti dall’uso del gas naturale, sia per gli impieghi industriali, sia per quelli domestici.

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Sviluppò la petrolchimica con l’utilizzo del metano nei due grandi impianti di Gela e Ravenna.Affiancava al gas, la campagna aperta in Italia con la pubblicità della benzina italiana sotto il marchio di SUPERCORTEMAGGIORE.Fu un compito arduo, perchè, oltre tutto, si andava contro interessi consolidati. La bontà dell’impiego del metano- oggi scontato, anche per le sue positive ricadute sull’ impatto ambientale- sessanta anni fa era tutta da dimostrare. Ed è sempre difficile cambiare gli usi e le abitudini della gente per indurla a utilizzare un’ altra fonte di energia, per lo più sconosciuta, rispetto a quella usata prima di allora. Sul piano commerciale, la potente benzina italiana doveva poi competere con la concorrenza dei tradizionali marchi Esso, Shell e Bp.Contemporaneamente Mattei, attraverso la SNAM, impostava un programma per realizzare una rete di metanodotti che portasse il gas in ogni angolo d’Italia.Prima che questo arrivasse, lo anticipò con l’impiego dell’ AGIPGAS, il gas di petrolio, liquefatto, utilizzato in bombole. Un mercato presto dominato dall’Eni, fin dalla sua costituzione nel1953.

La partecipazione dei paesi produttori alle attività di upstream (Esplorazione e Sviluppo). La formula Mattei che permise l’inizio dell’espansione dell’Eni all’estero.

E’ stata la seconda grande intuizione di Mattei (dopo quella del gas naturale), che ha permesso all’Eni di decollare nel campo internazionale, iniziando a scoprire una quantità impressionante di giacimenti di olio e di gas.I proventi delle vendite del gas in Italia permisero infatti all’Eni di lanciarsi all’estero. Mattei aveva subito compreso la necessità di un imprimatur internazionale per potersi ingrandire.Aveva cercato, sin dai primi anni Cinquanta, di entrare in qualche Paese dell’Africa e del Medio Oriente. Ma aveva trovato la porta sbarrata dato che le grandi compagnie anglo americane cercavano di mantenere le loro posizioni di assoluto dominio in quei paesi. Queste compagnie

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avevano solidi rapporti con i Governi dei paesi produttori che spesso erano ancora allo stato coloniale o ne erano usciti da poco. Questi rapporti erano basati su contratti che davano completa mano libera alle compagnie straniere, prevedendo solo il pagamento alle autorità del posto, di tasse e royalties sulla produzione di petrolio fino al 50% del suo valore.I paesi produttori non avevano però alcun coinvolgimento diretto nelle attività petrolifere, limitandosi a partecipare solo al profitto.Fu così che per fare breccia in un muro che sembrava invalicabile, inventò la formula (passata poi alla storia come formula Mattei) che permetteva ai paesi produttori di diventare partner fino al 50% delle società petrolifere nello sviluppo dei giacimenti, una volta scoperti da tali società.Dato che inoltre era previsto il pagamento delle tasse sempre al 50%, alla fine al paese produttore andava il 75% del profitto, mentre alla compagnia straniera restava il 25%. Prima la divisione era 50 -50.Era una proposta rivoluzionaria, infatti non solo i paesi produttori aumentavano notevolmente il loro profitto, ma entravano nel business petrolifero, da cui prima erano esclusi, acquisendo un’esperienza che prima era loro negata.Mattei propose e applicò questo contratto per la prima volta in Iran nel1957. E lo finalizzò nei cinque anni successivi, in Egitto, Libia, Tunisia, Sudan, Marocco, Nigeria. Le iniziative di penetrazione furono affiancate da Mattei dalla realizzazione di reti commerciali che vendevano i prodotti finiti in molti paesi, sotto il marchio del cane a sei zampe, che aveva introdotto dal1952. Le società dell’Eni hanno costruito e avviato a partire dagli anni 50 raffinerie in Marocco, Ghana, Tanzania, Tunisia, Congo, Zambia e Nigeria e in 24 Paesi furono introdotte reti di distribuzione e depositi: Camerun; Congo Brazzaville; Congo ex Belga; Costa d’Avorio; Dahomey (Benin); Eritrea; Etiopia; Gabon; Ghana; Liberia; Libia; Madagascar; Marocco; Nigeria; Repubblica Centroafricana; Sierra Leone; Somalia; Sudan; Tanzania, Togo; Tunisia; Uganda; Zambia. Precorse anche quì i tempi, perchè i paesi produttori, che si erano consorziati nell’OPEC nel 1960, costrinsero nel 1974 con la forza le

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compagnie petrolifere a cedere a loro almeno i1 51% del business petrolifero, entrando così nelle operazioni.La decisione fu presa in seguito a quella che fu la prima grande crisi petrolifera, conseguente al blocco del Canale di Suez nella guerra fra Egitto e Israele (ottobre 1973).Crisi petrolifera che per l’Italia fu attenuata perché nel maggio 1974 la SNAM inaugurava i due metanodotti che importavano gas dall’Unione Sovietica (seguendo uno sviluppo impostato da Mattei) e dall’Olanda contribuendo all’aumento dei consumi di gas in Italia. Ormai l’Europa si avviava alla metanizzazione.Mattei però non fece in tempo a vedere come la sua formula, che rivoluzionava i rapporti con i paesi produttori, era stata applicata dall’OPEC nel 1974. Perchè era morto undici anni prima.

L’espansione del marketing dei prodotti petroliferi e il simbolo del Cane a Sei Zampe

Mattei dette grande espansione al marketing dei prodotti petroliferi con il ripristino e l’espansione delle raffinerie danneggiate dalla guerra (come le raffinerie di Livorno e Bari ristrutturate dalla joint venture Eni - Esso), con nuove realizzazioni (come la grande raffineria di Sannazzaro) e con i nuovi criteri adottati nelle stazioni di servizio, divenute con lui veri e propri punti di ristoro per gli automobilisti, oltre che di rifornimento per le loro auto.Introdusse anche nuovi criteri costruttivi, come l’impiego del cemento armato precompresso per le pensiline (il primo esempio è stata la stazione di servizio a Roma, nel quartiere di Ponte Milvio, vicino al Ponte Duca d’Aosta nel1954).Curava personalmente la pubblicità dei prodotti ed è stata sua l’idea di adottare il simbolo del Cane a Sei Zampe, un capolavoro dellapubblicistica mondiale.La simbologia è una delle espressioni più interessanti della psicologia umana, perché attraverso di essa si possono inviare messaggi che vanno al di là dei confini del tempo e dello spazio.Il Cane a Sei Zampe, con la lingua di fuoco che esce dalla bocca, occupa

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certamente un posto preminente nei simboli delle società. Nato comeemblema delle benzine AGIP, è divenuto poi il logo del Gruppo Eni.Merita che ci soffermiamo per una breve descrizione su come nacque e sul suo significato.

Il concorso per la scelta del Cane a Sei ZampeMattei decise di indire nel 1952 un concorso internazionale per scegliere un simbolo per i suoi prodotti petroliferi. La Giuria era composta da personaggi di grande rilievo, nell’arte e nelle comunicazioni:Mario Sironi (pittore), Giò Ponti (architetto), Antonio Baldini ( scrittore e critico letterario), Mino Maccari (scrittore e disegnatore), Silvio Negro (giornalista). Segretario della Giuria: il giornalista Dante Ferrari (il Sole che poi divenne Sole -24 Ore).Il concorso ebbe un successo strepitoso. Furono presentati 4.000 bozzetti e ci vollero 14 sedute della Giuria per scegliere i1vincitore. All’ unanimità in una seduta conclusiva, nel settembre 1952, fu designato il Cane a Sei Zampe.Sul suo autore incominciò la ridda di ipotesi, i cui dettagli ancora oggi non sono del tutto chiariti.Il nome indicato di Giuseppe Guzzi non era infatti quello dell’ideatore del bozzetto, ma solo quello del suo rifinitore e questo si seppe subito. Si favoleggiò che dietro di lui ci fosse un noto artista che non voleva apparire.Dopo una decina d’anni si seppe che era lo scultore Luigi Broggini (Varese 1908 - Milano 1983). Era stato fra i protagonisti delle arti figurative italiane a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, del gruppo di cui facevano parte Guttuso, Sassu, Migneco e Tassinari.La volontà dell’autore di non comparire accanto al suo disegno vincente e il fatto che per molti anni rimase sconosciuto, non permette di avere una definizione ufficiale del significato di quel simbolo. Broggini inoltre non ammise mai di esserne l’autore.La certezza si è avuta solo dopo la sua morte, nel 1983, attraverso latestimonianza del figlio, riportata dal giornalista Dante Ferrari, che erastato il Segretario della Giuria del Premio.Quando si fece il nome di Broggini, come suo effettivo autore, si parlò

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anche di influenze nibelungiche, dato che la sua arte ha avuto anche temi di carattere analogo. In effetti quelle fiamme che escono dalle fauci del cane, possono far pensare a leggende di wagneriana memoria.Il cane, secondo un’interpretazione che veniva data all’ufficio stampa dell’Eni negli anni Cinquanta, rappresenta l’auto, mentre delle sei zampe, quattro sono le ruote dell’auto e due le gambe del guidatore. Quasi un’assicurazione che con quella benzina, il mezzo di locomozione diventa più veloce possibile, grazie alla profonda simbiosi fra la macchina e l’automobilista.Come per tutte le opere d’arte, molte sono state le altre interpretazioni date a questo simbolo.Ci limitiamo a ricordare quelle che vengono dalla mitologia africana, soprattutto in quella subsahariana, ma anche in quella greca e romana. Dove nelle tradizioni, esistono animali con un numero di zampe eccedente il normale, proprio per significare una forza non comune.Ricordiamo che in Tanzania e in Kenia fra le statuette intagliate nell’arte makonde è frequente vedere leoni e giaguari con sei zampe. In Nigeria, nei bronzi del Benin, spesso l’artista disegna l’animale con un numero di zampe superiore al normale, quasi a significare una potenza soprannaturale.Al Cane a Sei Zampe si affiancarono sui mercati il Gatto con la coda che butta fuoco dell’AGIPGAS e il Serpente per gli olii lubrificanti, prodotti per la prima volta dall’AGIP.

La nuova cultura d’impresa nelle relazioni industriali e nelle aperture verso il sociale

Non fu un aspetto secondario delle innovazioni di Mattei, quello riguardante i rapporti fra Azienda e Sindacati e le relazioni come le realtà sociali con cui l’Eni veniva via via in contatto.In uno scenario che caratterizzava l’Italia agli inizi degli anni Cinquanta, con solo l’1% di laureati e il 90% di persone in possesso della sola licenzaelementare o di nessun titolo di studio, le relazioni industriali dell’Eni diMattei curarono lo sviluppo senza precedenti di risorse umane inserite in nuovi processi produttivi.

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Il rapporto con i Sindacati fu affidato da Mattei alla mediazione dell’ASAP, 1’Associazione Sindacale delle Aziende Petrolchimiche a Partecipazione Statale.Nacquero negli anni Cinquanta l’Istituto Direzionale e Tecnico (IDET) e poi la Scuola Superiore degli Idrocarburi (oggi Scuola Eni Enrico Mattei), dove sono transitate centinaia di allievi dei Paesi del Terzo Mondo, divenuti poi classe dirigente nei loro Paesi emergenti, verso i quali l’apertura di un dialogo fu un obiettivo fondamentale della politica di Mattei.Negli stessi anni furono realizzate case aziendali in vari comuni d’Italia a servizio dei luoghi di lavoro e, uno per tutti, l’esemplare villaggio di Metanopoli.Per il tempo libero e il sociale furono realizzate colonie marine e montane, l’avveniristico villaggio di Borca di Cadore e i complessi alberghieri di Pugnochiuso.Con Mattei trovò spazio per la prima volta anche il problema ambiente di lavoro, per cui superando il concetto di compenso del rischio, si imponeva nei contratti sindacali la via della eliminazione del rischio stesso.

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Conclusioni

L’ Eni ha oggi una produzione di olio e gas che supera 1,8 milioni di barili di olio equivalente (boe) ed è ai primi posti fra i grandi gruppi petroliferi mondiali.Con la sua rete di approvvigionamento e distribuzione ha consentito all’economia italiana di superare i momenti difficili delle crisi petrolifere e di assicurare continuità di rifornimenti al Paese, anche quando diverse compagnie straniere abbandonarono l’Italia.Questo risultato, raggiunto sviluppando le direttive inizialmente tracciate da Enrico Mattei, riassume meglio di qualsiasi discorso, il giudizio da dare del Primo Presidente dell’Eni, di cui ricorre quest’anno il cinquantenario della morte.La sua visione dell’importanza del gas (prima nell’Europa Occidentale), dell’adeguamento tecnologico e organizzativo, oltre alla necessità di un dialogo con i paesi produttori, sono le caratteristiche fondamentali che gli hanno fatto conquistare un posto di rilievo nella storia del petrolio del XX secolo.Oggi possiamo valutare in pieno la grandezza di quelle intuizioni che rendono sempre più attuale l’opera di Enrico Mattei. Le cui radici sono riassunte nella targa posta nel 2000 dai Pionieri AGIP e SNAM sulla piazza di Caviaga, simbolo dello sviluppo del gas naturale italiano e dell’Europa Occidentale, che qui riportiamo:

ENRICO MATTEI

II Comune di Cavenago d’AddaI Pionieri e Veterani AGIP e SNAM

ricordano

qui a Caviaga

dove l’AGIP scoprì nel Maggio 1944il primo grande giacimento a gas dell’Europa Occidentale

Iniziò cosi lo sviluppo della rete dei metanodotti SNAM

Da Caviaga partì l’intuizione sul gas di Matteiche creò l’ENI

permettendo all’Italia di entrarenelle grandi strategie mondiali degli idrocarburi

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25 aprile 1945 – i comandanti delle formazioni partigiane sfilano per Milano.Enrico Mattei è il secondo da destra

3 ottobre 1945 – Enrico Mattei riceve dal generale Mark Clark (GG SFA)la medaglia di bronzo al merito per azione partigiana durante la guerra in Italia

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1950 – Enrico Mattei illustra il campo di Caviaga

1950 – Enrico Mattei con l’on.De Gasperi a Cortemaggiore

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1950 – Enrico Mattei con Carlo Zanmatti

1955 – Enrico Mattei al lago Anterselva sulle Dolomiti

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1955 – Enrico Mattei con l’on. Einaudi

1955 – Enrico Mattei con l’on. Parri

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1956 – Enrico Mattei con l’on. Gronchi

1956 – Enrico Mattei incontra il presidente egiziano Nasser

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1957 – Enrico Mattei alla mensa della Nuovo Pignone

1958 – Enrico Mattei con l’on. Fanfani

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1959 – Enrico Mattei incontra lo scià di Persia

1959 – Enrico Mattei con l’on. Antonio Segni e l’on. Emilio Colombo visitano gli impianti di Ferrandina

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1960 – Enrico Mattei alla posa della prima pietra dello stabilimento Anic di Gela

1962 – Enrico Mattei con alcuni suoi collaboratori alla centrale nucleare di Latina, che sarà inaugurata nel 1963, pochi mesi dopo la sua scomparsa

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1962 – Enrico Mattei con Vito Stefanoni all’aereoporto dell’Urbe (Roma)

Enrico Mattei – alcune sue “espressioni”

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