Enrico Cucci A

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Enrico Cuccia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. « Le azioni si pesano, non si contano[1]. » (Enrico Cuccia) Enrico Cuccia fotografato durante la deposizione al processo per l'omicidio di Giorgio Ambrosoli Enrico Cuccia (Roma, 24 novembre 1907 – Milano, 23

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Finanza

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Page 1: Enrico Cucci A

Enrico Cuccia

Da Wikipedia, l'enciclopedia

libera.

« Le azioni si pesano, non si

contano[1]. »

(Enrico Cuccia)

Enrico Cuccia fotografato

durante la deposizione al

processo per l'omicidio di

Giorgio Ambrosoli

Enrico Cuccia (Roma, 24

novembre 1907 – Milano, 23

Page 2: Enrico Cucci A

giugno 2000) è stato un

banchiere italiano, tra i più

importanti della seconda

metà del Novecento.

Rappresenta una delle figure

di spicco della scena

economico-finanziaria italiana

del XX secolo.

Indice [nascondi]

1 Biografia

1.1 Origini e formazione

Page 3: Enrico Cucci A

1.2 Esperienza

amministrativa nel regime

fascista

1.3 Antifascismo durante la

seconda guerra mondiale

1.4 Massoneria

2 Mediobanca

2.1 La gestione di

Mediobanca

3 Il caso Sindona

4 La morte

4.1 Il trafugamento della

bara

Page 4: Enrico Cucci A

5 Onorificenze

6 Note

7 Bibliografia

8 Collegamenti esterni

9 Altri progetti

Biografia[modifica | modifica

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Origini e formazione[modifica

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Enrico Cuccia nacque a Roma

da Pietro Beniamino e da

Aurea Ragusa. Il nonno

paterno, Simone Cuccia, era

Page 5: Enrico Cucci A

un noto avvocato di origini

arbereshe di Sicilia da

Mezzojuso, eletto in

Parlamento dal 1882 per

quattro legislature

consecutive. Il padre

Beniamino era invece un

funzionario del ministero

delle Finanze e collaboratore

del quotidiano Il Messaggero.

Dopo gli studi al Liceo

classico Torquato Tasso,

Cuccia si iscrisse alla Facoltà

Page 6: Enrico Cucci A

di Giurisprudenza

dell’Università di Roma. Alla

fine degli anni venti collaborò

per tre anni al Messaggero,

ottenendo l'iscrizione all'albo

dei giornalisti professionsti.

Si laureò con il massimo dei

voti nel 1930 con Cesare

Vivante, relatore della sua

tesi intitolata La speculazione

ed i listini nelle borse valori:

teoria e legislazione.

Page 7: Enrico Cucci A

Nel 1930-31 fu alla

Sudameris di Parigi, allievo

funzionario. Nel maggio 1931

fu assunto in prova dalla

Banca d’Italia prendendo

servizio presso la sede di

Londra. Fu assunto in ruolo

nel luglio 1932. Nel maggio

1934 fu distaccato all’Istituto

per la Ricostruzione

Industriale che lo assunse a

fine giugno dello stesso

anno.

Page 8: Enrico Cucci A

Nel 1939 sposò Idea Nuova

Socialista Beneduce (1905 -

1996)[2][3], figlia di Alberto

Beneduce, da cui ebbe tre

figli, Beniamino, Auretta

Noemi e Silvia Lucia, in età

adulta tutti impegnati in

ambito economico.

Esperienza amministrativa

nel regime fascista[modifica |

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Page 9: Enrico Cucci A

Nel giugno 1936 fu inviato

per un anno ad Addis Abeba

come delegato del

Sottosegretariato per gli

scambi e le valute dal

Sottosegretario di Stato

Felice Guarneri per

organizzare il controllo locale

delle valute in presenza di

illeciti di funzionari del

maresciallo Rodolfo Graziani,

viceré d’Etiopia. Tornato in

Italia, fu elogiato da Benito

Mussolini per l’opera svolta.

Page 10: Enrico Cucci A

Enrico Cuccia lavorò in Africa

orientale italiana insieme al

suo collega Giuseppe

Ferlesch sotto le direttive di

Alberto D'Agostino, capo

della direzione generale delle

valute del sottosegretariato,

al vertice del quale c'era

Felice Guarneri[4]. Il suo

lavoro venne accolto

favorevolmente in Italia: il 1º

luglio 1937, ritornato in Italia

per qualche giorno, Enrico

Page 11: Enrico Cucci A

Cuccia fu ricevuto, insieme a

Guarneri, da Benito

Mussolini. Il giorno dopo

l'incontro con il Duce, il

Corriere della Sera pubblicò

un articolo nel quale si

leggeva che: "Il Duce ha

elogiato il dottor Cuccia per il

lavoro compiuto in

circostanze particolarmente

difficili..."[5]. Si trattava di

un segnale, sottinteso ma

chiaro, destinato a coloro che

premeditavano di attentare

Page 12: Enrico Cucci A

all'incolumità di Cuccia, ed in

particolare fu un

avvertimento diretto al viceré

d'Etiopia Rodolfo Graziani e

al suo entourage, che non

avevano gradito le

intromissioni del giovane

funzionario in una gestione

amministrativa che Cuccia

sospettava fosse

caratterizzata da gravi

irregolarità finanziarie e da

una tolleranza, con interessi

nel traffico valutario.

Page 13: Enrico Cucci A

Nonostante la situazione

disagiata e pericolosa nella

quale visse durante il periodo

di permanenza in Africa

orientale, nonostante le

difficoltà e gli ostacoli, Cuccia

operò con grande serietà e

severità, stilando relazioni

tecniche precise ed esaustive

che puntualmente inviava a

D'Agostino, ricevendone

indicazioni e incoraggiamenti

continui.

Page 14: Enrico Cucci A

Successivamente, Cuccia

ebbe occasione di lavorare

presso la Comit diretta da

Raffaele Mattioli.

Antifascismo durante la

seconda guerra

mondiale[modifica | modifica

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Durante la seconda guerra

mondiale si recò spesso in

Svizzera allo scopo di

sostenere la Resistenza, per

Page 15: Enrico Cucci A

la quale operò anche da

staffetta con la copertura

fornitagli dal fatto di essere

un funzionario di banca di

alto livello; in un viaggio a

Lisbona nel 1942 si fece

latore di un messaggio

segreto degli oppositori

filobritannici Adolfo Tino e

Ugo La Malfa al conte Sforza,

in esilio negli Stati Uniti[6]:

se ne fece tramite il

diplomatico statunitense

George Kennan.

Page 16: Enrico Cucci A

Massoneria[modifica |

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Enrico Cuccia fu membro

della loggia Giustizia e

Libertà, loggia "coperta" del

gruppo massonico di "Piazza

del Gesù"[7].

Mediobanca[modifica |

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Page 17: Enrico Cucci A

Exquisite-kfind.png Lo stesso

argomento in dettaglio:

Mediobanca.

Fino dal 1944, Enrico Cuccia

seguì la vicenda di

Mediobanca, quando Mattioli

propose un "ente

specializzato per i cosiddetti

finanziamenti a medio

termine" (in sostanza, un

modo per superare la legge

bancaria del 1936)[8]. In un

convegno tenutosi nel

1986[9] Enrico Cuccia

Page 18: Enrico Cucci A

descrisse con precisione le

difficoltà incontrate nella

realizzazione del progetto,

che aveva richiesto oltre 18

mesi di laboriose trattative,

sia per trovare dei partner

che accettassero di entrare

nel capitale del nuovo istituto

sia per superare le obiezioni

di chi, come il governatore

della Banca d'Italia Luigi

Einaudi, temeva che dietro

questo progetto vi fosse di

fatto il ritorno della Comit

Page 19: Enrico Cucci A

alla struttura della banca

mista: ecco perché Cuccia

organizzò il lavoro

dell'istituto che gli venne

affidato da un lato senza fare

a meno delle Bin azioniste,

ma dall'altro lato tenendo le

medesime largamente

all'oscuro delle decisioni che

la banca stava per prendere,

apprendendole generalmente

a cose fatte.

Page 20: Enrico Cucci A

La gestione di

Mediobanca[modifica |

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Il 3 novembre 1944 fece

parte della delegazione

italiana, composta tra gli altri

da Egidio Ortona e Raffaele

Mattioli, che si recò a

Washington con l'obiettivo di

richiedere al governo

statunitense aiuti per la

ricostruzione post-bellica

italiana.

Page 21: Enrico Cucci A

Nell'aprile 1946, Cuccia

divenne il direttore generale

della nuova società

Mediobanca, posseduta da

Credito Italiano, Comit e

Banco di Roma. Nel 1949

diviene anche amministratore

delegato.

Mediobanca divenne in breve

tempo il centro del mondo

finanziario e politico italiano.

Il caso più importante, tra le

numerose grandi transazioni

Page 22: Enrico Cucci A

economico-finanziarie gestite

da Cuccia e da Mediobanca,

fu sicuramente la scalata alla

Montedison di Giorgio Valerio

da parte dell'ENI di Eugenio

Cefis.

L'istituto costituì il perno di

un sistema di alleanze, che

attraverso partecipazioni

incrociate e patti parasociali

garantiva stabilità degli

assetti proprietari dei

maggiori gruppi industriali.

Page 23: Enrico Cucci A

Mediobanca accrebbe anche

la gamma delle sue

partecipazioni azionarie, che

diventarono veri certificati di

garanzia per le imprese

partecipate.

Un altro aspetto importante

dell'azione di Cuccia fu

l'apertura internazionale che

avvenne nel 1955, dopo

contatti intensi con André

Meyer della Lazard di New

York. Nel suo viaggio

Page 24: Enrico Cucci A

statunitense del 1965

Antonio Maccanico ebbe

modo di apprezzare la

considerazione che si avesse

a Wall Street per Enrico

Cuccia, il cui nome era

all'epoca in Italia quasi del

tutto sconosciuto al di fuori

della ristretta cerchia degli

addetti ai lavori[10].

Nel 1982, Cuccia lasciò la

carica di direttore generale,

restando però nel CDA fino al

Page 25: Enrico Cucci A

1988 quando divenne

presidente onorario, ma

restò comunque uno degli

uomini più influenti,

inavvicinabile dai giornalisti.

Il caso Sindona[modifica |

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Exquisite-kfind.png Lo stesso

argomento in dettaglio:

Scandalo del Banco

Ambrosiano.

Page 26: Enrico Cucci A

Cuccia fu accusato da Michele

Sindona di essere il

mandante di un complotto

nei suoi confronti e di

controllare segretamente il

tribunale di Milano al quale

lui aveva portato documenti

a dimostrazione della sua

tesi. Fu denunciato con

l'accusa di falso in bilancio e

in seguito prosciolto. Subì

anche un attentato che vide

esplodere sulla porta di casa

del banchiere, in via

Page 27: Enrico Cucci A

Maggiolini, un ordigno

probabilmente lanciato lì da

un emissario mafioso dello

stesso Sindona.

Testimoniò contro Michele

Sindona nel processo

sull'omicidio di Giorgio

Ambrosoli, affermando che

l'imputato gli avesse

confidato il suo progetto

omicida. L'informazione fu

ricevuta nell'aprile del 1979 a

New York, in un incontro

Page 28: Enrico Cucci A

diretto con Michele Sindona,

mentre l'omicidio avvenne

l'11 luglio dello stesso anno:

eppure Cuccia non avvertì le

autorità italiane né lo stesso

Ambrosoli[11]. Alle domande

dei magistrati rispose di aver

mantenuto il silenzio per

sfiducia nei confronti dello

Stato. Secondo il suo legale

Alberto Crespi[12], Cuccia

diede immediatamente

mandato a lui di parlare con i

giudici riguardo alle minacce

Page 29: Enrico Cucci A

di Sindona (le quali furono

sottovalutate dalla procura)

evitando di esporsi in prima

persona temendo per

l'incolumità dei suoi figli.

Questa ricostruzione viene

però smentita dalla

procura[13].

La morte[modifica | modifica

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Nel 2000, Cuccia iniziò a

soffrire di problemi

Page 30: Enrico Cucci A

cardio-respiratori e di

insufficienza renale, che lo

costrinsero a lunghe terapie

e ricoveri[14], prima presso

l'Ospedale Luigi Sacco di

Milano, poi al Centro

cardiologico Monzino.

Trascorse i suoi ultimi mesi

tra questi nosocomi e le sue

case, a Milano e sul Lago

Maggiore.

Morì nella notte del 23

giugno 2000. Per evitare un

Page 31: Enrico Cucci A

eccessivo clamore mediatico,

la famiglia decise di

mantenere uno stretto

riserbo sulle circostanze della

sua morte[15] e decise di

organizzare il funerale già

per l'indomani. La salma

venne traslata a Meina, ove

si celebrarono le esequie,

presso l'istituto delle Suore

Poverelle, con la

partecipazione di pochissimi

invitati, notabilmente l'allora

governatore della Banca

Page 32: Enrico Cucci A

d'Italia Antonio Fazio, il

segretario in carica del

Partito Repubblicano Italiano

Giorgio La Malfa, l'allora

presidente di Mediobanca

Francesco Cingano e

l'amministratore delegato

Vincenzo Maranghi, l'allora

presidente della Banca di

Roma Cesare Geronzi, il

costruttore Salvatore

Ligresti, Cesare Romiti e il

figlio Maurizio. La bara fu poi

tumulata nel locale cimitero,

Page 33: Enrico Cucci A

presso la cappella di famiglia,

ove già riposava la moglie

Idea, morta nel 1996[16].

Poco dopo la sua morte, il

tratto di via Filodrammatici

prospiciente la sede di

Mediobanca fu ribattezzato

dal comune di Milano

"piazzetta Enrico

Cuccia"[17].

Page 34: Enrico Cucci A

Il trafugamento della

bara[modifica | modifica

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Tra la sera del 14 e la prima

mattina del 15 marzo 2001

due operai piemontesi,

Giampaolo Pesce e Franco

Bruno Rapelli (noto tra gli

amici come Crodino),

entrambi incensurati,

approfittando di un varco

lasciato aperto nel muro di

cinta del camposanto di

Meina, si introdussero al suo

Page 35: Enrico Cucci A

interno e trafugarono la bara

di Enrico Cuccia[18]. Il fatto

venne scoperto già

l'indomani dalla ex custode

della locale villa della

famiglia del banchiere, Ida

Bentivegna, accortasi che la

lapide della tomba era rotta

in due pezzi; la notizia venne

invece resa nota solo il 18

marzo[19].

Le indagini seguirono due

filoni: da un lato il satanismo

Page 36: Enrico Cucci A

(la zona di Meina era già

stata soggetta ad atti di

violazione di tombe

perpetrati da sette sataniche)

o la profanazione fine a sé

stessa[20] e dall'altro una

richiesta di riscatto[21][22].

Il 20 marzo fu spedita alla

sede ANSA di Milano una

lettera di rivendicazione, in

cui il mittente si

autoaccusava del furto,

affermando di aver subìto

gravi perdite finanziarie per

Page 37: Enrico Cucci A

colpa di investimenti su titoli

quotati a Piazza Affari e

bollando Enrico Cuccia come

una delle cause della sua

rovina. Come condizione per

la restituzione del feretro

veniva domandato che

l'indice MIB30 risalisse a

quota 50.000. Tale

messaggio non fu però

ritenuto attendibile[23].

L'ipotesi del tentativo di

estorsione prese

Page 38: Enrico Cucci A

definitivamente piede

allorché, il 22 marzo,

l'amministratore delegato

dell'ACEA di Roma Paolo

Cuccia (che i "rapitori"

dovevano aver erroneamente

ritenuto figlio del banchiere o

comunque suo parente)

ricevette una lettera, spedita

dalla zona di Torino e

scorrettamente indirizzata a

via Momentana (in luogo di

Nomentana - indirizzo

peraltro ben lontano dalla

Page 39: Enrico Cucci A

sede della municipalizzata,

sita in piazzale Ostiense), in

cui per il riottenimento della

bara si richiedeva il

versamento di sei milioni di

franchi svizzeri (circa 7

miliardi di lire) su un conto

cifrato aperto presso la

Banca Rotschild di Lugano.

Allegate alla lettera vi erano

alcune foto Polaroid sfuocate

e sbilenche, ritraenti la bara

e la tomba aperta[24][25].

Page 40: Enrico Cucci A

Dalla lettera spedita a Paolo

Cuccia e da una successiva

serie di telefonate arrivate

all'ACEA e a Mediobanca per

trattare il pagamento del

riscatto (e partite da una

stessa cabina telefonica, sulla

strada tra i comuni di

Giaveno e Avigliana), verso

fine marzo gli inquirenti

riuscirono a risalire a

Giampaolo Pesce, che fu

arrestato proprio mentre

terminava un'ennesima

Page 41: Enrico Cucci A

chiamata a Mediobanca.

Tradotto nella più vicina

questura, Pesce fece subito il

nome del suo complice

Rapelli ed indicò il luogo ove

il feretro era nascosto: un

fienile sito in località Borgata

Mogliassi, nel comune

valsusino di Condove, non

lontano da casa sua[26]. La

cassa con le spoglie del

banchiere venne ritrovata

intatta; effettuati i rilievi del

caso, il 31 marzo il feretro

Page 42: Enrico Cucci A

venne riportato a Meina e

ritumulato.

Rapelli, che si trovava in

Inghilterra, fu poi arrestato il

1º aprile, al suo ritorno in

patria. I due sequestratori

affermarono di trovarsi in

condizioni di indigenza e di

aver deciso di rubare la

salma di Cuccia dopo aver

letto il suo nome su alcune

riviste economiche, avendo

intuito che si trattava di un

Page 43: Enrico Cucci A

uomo molto potente e

benestante. Il furto era stato

compiuto in due momenti: la

sera del 14 marzo i due

avevano abbattuto il muretto

che sigillava la tomba, per

poi tornare a notte fonda a

trafugare la bara (rompendo

accidentalmente la lastra di

marmo che chiudeva il

loculo). Indi avevano caricato

la cassa su un pick-up, ma

accortisi che essa era troppo

lunga l'avevano coperta con

Page 44: Enrico Cucci A

un telo, per poi trasportarla

fino al fienile scelto come

nascondiglio con il vano di

carico aperto.

Pesce e Rapelli furono poi

condannati con rito

abbreviato rispettivamente a

18 e 20 mesi di reclusione in

carcere, con sospensione

condizionale della pena.

Entrambi chiesero perdono

alla famiglia Cuccia, che

rinunciò a costituirsi parte

Page 45: Enrico Cucci A

civile nel processo a loro

carico[27].

Alla singolare vicenda è

ispirato il film L'ultimo

crodino, il cui titolo riprende

il soprannome del

Rapelli[28][27].

Onorificenze[modifica |

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Cavaliere di gran croce

dell'Ordine al merito della

Page 46: Enrico Cucci A

Repubblica italiana - nastrino

per uniforme ordinaria

Cavaliere di gran croce

dell'Ordine al merito della

Repubblica italiana

— 15 settembre 1966[29]

Grande ufficiale dell'Ordine al

merito della Repubblica

italiana - nastrino per

uniforme ordinaria Grande

ufficiale dell'Ordine al merito

della Repubblica italiana

— 2 giugno 1957[30]

Page 47: Enrico Cucci A

Note[modifica | modifica

wikitesto]

^ La salma di Cuccia -

FinanzaWorld

^ Addio al grande vecchio

della finanza italiana, «la

Repubblica», 23 giugno

2000.

^ La morte discreta della

moglie di Cuccia, «Corriere

della Sera», 26 ottobre 1996,

13.

Page 48: Enrico Cucci A

^ Vedi M. Martelli, M.

Procino, Enrico Cuccia in

Africa Orientale Italiana

(1936-1937), Milano,

FrancoAngeli, 2007.

^ I ricevimenti del Duce, in

«Il Popolo d'Italia», 2 luglio

1937.

^ Sandro Germi, Così parlò

Cuccia, Il sole 24 ore, 11

novembre 2007, consultabile

su

((http://stampa.ismea.it/PDF

Page 49: Enrico Cucci A

/2007/2007-11-11/20071111

8172067.pdf)).

^ Aldo Mola, Storia della

Massoneria Italiana,

Bompiani, Milano, 1992 pag.

744

^ Giorgio La Malfa, Cosa

direbbe oggi Cuccia ai nuovi

vertici di Mediobanca e

Generali, Il Foglio quotidiano,

3 aprile 2010, ricorda in

proposito che: "Il progetto

era nato a Roma, in seno alla

Comit, nell'estate del 1944,

Page 50: Enrico Cucci A

quando, dopo la liberazione

della capitale, profilandosi la

fine della guerra, Raffaele

Mattioli e lo stesso Cuccia

avevano cominciato a

riflettere sul problema della

ricostruzione postbellica.

L'esigenza di creare un

istituto specializzato nel

credito a medio termine

aveva però radici più lontane

nel tempo: essa risaliva

essenzialmente agli anni

trenta, quando, sotto

Page 51: Enrico Cucci A

l'impulso di Alberto

Beneduce, era stata posta

fine all'esperienza della

banca mista, di cui la Banca

Commerciale di Toeplitz era

stato l'esempio più

significativo, ed era stato

sancito, prima de facto poi

con la legge bancaria del

1936, che le banche

commerciali dovessero

limitarsi al credito corrente,

mentre il credito a medio

termine doveva essere

Page 52: Enrico Cucci A

affidato a istituti con questo

compito specifico. Nel

procedere al salvataggio

della Comit, ormai sull'orlo

del fallimento sia per i crediti

industriali concessi a imprese

a loro volta investite dalla

grande crisi del 1929, sia per

il crollo dei valori azionari

delle società di cui la Comit

era azionista, Beneduce

aveva preteso le dimissioni di

Toeplitz e la sua sostituzione

con il giovane Mattioli. Questi

Page 53: Enrico Cucci A

aveva accettato la nuova

divisione del lavoro ma aveva

osservato in varie occasioni

che, restringendo l'attività

delle banche ai soli crediti a

breve termine, si poneva il

problema di chi avrebbe

potuto concorrere al

finanziamento dei programmi

di investimento delle imprese

manifatturiere. L'avvicinarsi

della fine della guerra,

ponendo il problema della

ricostruzione degli impianti

Page 54: Enrico Cucci A

industriali e del riavvio

dell'attività produttiva,

rendeva urgente provvedere

a questo problema, evitando

che a farlo fossero costrette,

nonostante il divieto

contenuto nella legge

bancaria, le banche di credito

ordinario.

^ In ricordo di Mattioli,

nell'unica occasione in tutto il

dopoguerra in cui accettò di

prendere la parola in

pubblico, citato da Giorgio La

Page 55: Enrico Cucci A

Malfa, Cosa direbbe oggi

Cuccia ai nuovi vertici di

Mediobanca e Generali, Il

Foglio quotidiano, 3 aprile

2010.

^ Intervento di Antonio

Maccanico al convegno per il

centenario di nascita di

Enrico Cuccia, consultabile su

((http://www.popso.it/xxuplo

ad/106_personaggi_03.pdf)),

in cui si descrive l'incontro a

New York con David Lilienthal

e con Felix Rohatin.

Page 56: Enrico Cucci A

^ Umberto Ambrosoli,

Qualunque cosa succeda,

Sironi editore, 2009, ISBN

978-88-518-0120-5.

^ Dall'archivio del Corriere

della Sera Cuccia tacque sulle

minacce di Sindona perché

temeva per la sorte di suo

figlio, 17 luglio 1999.

^ Dall'archivio del Corriere

della Sera

Page 57: Enrico Cucci A

^ Cuccia ricoverato

d'urgenza in ospedale - La

Repubblica, 16 apr 2000

^ È morto Enrico Cuccia - La

Repubblica, 23 giu 2000

^ Fazio, Romiti e pochi altri

big ai funerali di Enrico

Cuccia - La Repubblica, 24

giu 2000

^ Nasce piazza Enrico Cuccia

con i big di finanza e

industria - Corriere della

Sera, 19 set 2000

Page 58: Enrico Cucci A

^ «Il furto della salma fu

deciso al bar» - Corriere della

Sera, 2 apr 2001

^ Trafugata dal cimitero la

salma di Cuccia - Corriere

della Sera, 18 mar 2001

^ Dieci anni fa trafugata la

salma di Cuccia - Il Giornale,

25 gen 2011

^ Cuccia, è ancora giallo.

Spunta una terza ipotesi - La

Repubblica, 18 mar 2001

Page 59: Enrico Cucci A

^ Dieci anni fa trafugata la

salma di Cuccia - Il Giornale,

25 gen 2011

^ "Ho rubato la salma di

Cuccia perché la Borsa mi ha

rovinato" - La Repubblica, 20

mar 2001

^ Cuccia, chiesti sette

miliardi di riscatto - La

Repubblica, 23 mar 2001

^ E il bandito chiese: «Ha

ricevuto il messaggio su suo

Page 60: Enrico Cucci A

padre?» - Corriere della

Sera, 24 mar 2001

^ Ritrovata la bara di Cuccia

"Era una banda di balordi" -

La Repubblica, 31 mar 2001

^ a b Trafugarono la salma

di Cuccia, non andranno in

carcere, in Corriere della

Sera.

^ CHI SI È FREGATO LA

BARA DI CUCCIA - L'Unità,

17 gen 2009

Page 61: Enrico Cucci A

^ Sito web del Quirinale:

dettaglio decorato.

^ Sito web del Quirinale:

dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica |

modifica wikitesto]

Giorgio La Malfa, Cuccia e il

segreto di Mediobanca ,

Milano, Giangiacomo

Feltrinelli Editore, 2014 ISBN

978-88-07-17278-6

Napoleone Colajanni, Un

uomo, una banca

Page 62: Enrico Cucci A

1946-1991: storia di Enrico

Cuccia e della prima

Mediobanca, Milano, Sperling

e Kupfer, 2000

Giancarlo Galli, Il romanzo

degli gnomi. I protagonisti

della finanza italiana, Milano,

Rusconi, 1984

Giancarlo Galli, Il padrone dei

padroni. Enrico Cuccia, il

potere di Mediobanca e il

capitalismo italiano, Milano,

Garzanti, 1995; Milano,

Garzanti, 2006

Page 63: Enrico Cucci A

Felice Guarneri, Battaglie

economiche tra le due

guerre, vol. I, 1918-1935,

vol. II, 1936-1940, Milano,

Garzanti, 1953

Margherita Martelli, Maria

Procino, Enrico Cuccia in

Africa Orientale Italiana

(1936-1937), Milano,

FrancoAngeli, 2007

Giandomenico Piluso,

Mediobanca. Tra regole e

mercato, Milano, Egea, 2005

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Ciro Poggiali, Diario in AOI

[15 giugno 1936-4 ottobre

1937], Milano, Longanesi,

1971

Fabio Tamburini, Un siciliano

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1992

Orio Vergani, La via nera.

Viaggio in Etiopia da Massaua

a Mogadiscio, Milano, Treves,

1938