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Enna 22 febbraio 2011

Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica

IL MONITORAGGIO SULLE CAVE

Prefettura di Enna

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preprememessassa

L’affermazione che il settore delle cave e miniere sia tra

quelli più a rischio di infiltrazione mafiosa deriva:

• da varie indagini giudiziarie• dai dati statistici che evidenziano una media

di informazioni antimafia interdittive ex art.10 del DPR n.252/1998 pari al 18% mentre quella generale è del 5%

• da varie circolari direttive ministeriali

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CONTROLLI CONTROLLI ANTIMAFIA ANTIMAFIA SULLE CAVESULLE CAVE

• In sede di primo rilascio si applica l’articolo 6 del D.P.R. n.252/1998, cioè la più veloce, ma assai meno approfondita, procedura di competenza della Camera di Commercio.

• Poiché questo tipo di autorizzazioni hanno validità quindicennale, per 15 anni non sono sottoposte ad alcun accertamento antimafia

• Possibilità di disporre accessi ex art.2 co 2 L.n.94 /2009 sul singolo impianto in presenza di elementi precisi (ad es . ove sia a valle di un appalto per lavori pubblici )

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CRITICITÀ CRITICITÀ DELLA CERTIFICAZIONE DELLA CERTIFICAZIONE ANTIMAFIAANTIMAFIA

Alcune discrasie riscontrate nella pratica quotidiana di rilascio della certificazione antimafia:

in qualche caso la stessa ditta viene esclusa da una procedura di appalto mentre esercita tranquillamente attività di demolizione, di estrazione di materiale da cave ecc..

ad una stessa ditta in una provincia viene revocata per infiltrazioni mafiose la concessione mineraria, in un’altra no ;

la famiglia mafiosa continua a gestire la cava mediante o un parente grazie alle difficoltà insormontabili per acclarare la sussistenza di cointeressenze tra gli amministratori attuali della ditta e i dante causa o mediante un gestore, per l’Impossibilità di estendere gli accertamenti antimafia ai proprietari dei suoli

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CAVE PRESENTI CAVE PRESENTI SUL TERRITORIO REGIONALEREGIONALE

Provincia Popolazioneresidenti

Superficiekm²

Densitàabitanti/km²

NumeroComuni

Cave attive

Agrigento 454.593 3.041,90 149 43 67

Caltanissetta 272.052 2.124,52 128 22 48

Catania 1.087.682 3.552,20 306 58 87

Enna 173.009 2.561,73 68 20 52

Messina 653.810 3.247,34 201 108 42

Palermo 1.246.094 4.992,23 250 82 56

Ragusa 316.113 1.614,02 196 12 45

Siracusa 403.356 2.108,80 191 21 48

Trapani 436.283 2.460,08 177 24 112

Totale 5.042.992 25.702,82 196 390 557

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ISTITUISTITUZIONI COZIONI COINVOLTEINVOLTE

• STATO: Prefettura,Questura; Comando Provinciale Carabinieri e Guardia di Finanza; DIA; Magistratura

• REGIONE: Distretto Minerario; Arpa; Ispettorato Provinciale del Lavoro

• PROVINCIA: Polizia Provinciale

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METODOMETODOloGIA D’loGIA D’INDAGINEINDAGINE

Il Monitoraggio ha avuto come presupposto una puntuale organizzazione progettuale finalizzata a:

Individuare i soggetti attuatori;Mappare il processo ispettivo; Determinare i tempi di attuazione;Definire le modalità operative

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SOGGETSOGGETTITI ATTATTUATORIUATORI

I soggetti attuatori sono stati individuati:

nella Riunione Tecnica di Coordinamento Interforze integrata con:

il Capo Area della DIA di Caltanissetta il Direttore del Distretto Minerario di Caltanissetta il Direttore dell’ARPA- Struttura territoriale di Enna il Comandante della Polizia Provinciale di Enna

nel Gruppo Interforze di cui al D.M. 14 marzo 2003 supportato dai rappresentanti degli stessi Enti presenti in sede di RTCI.

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STRUTTURA OPERATIVA GRUPPO INTERFORZE

ComponenteUfficiale

Carabinieri

ComponenteDirigente

IspettoratoProvinciale

del Lavoro

ComponenteFunzionario

Provveditorat

o Opere Pubbliche

Componente

Ufficiale DIA

Integrato con Comandante

Polizia Provincial

e

IntegratoCon

Dirigente Distretto

Minerario

Componente

Ufficiale G d F

IntegratoCon

DirigenteARPA

Componente

Dirigente Questura

Diagramma del Gruppo Interforze integrato

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Coordinatore

Dirigente

Prefettura

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MAPPATURA del PROCESSO

La mappatura del processo ha comportato la ricognizione:

della normativa di riferimento

delle cave presenti sul territorio provinciale

degli impianti di trattamento del materiale di cava e di quello derivante dalle demolizioni, collegati con le attività estrattive

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CONTESTO GIURIDICO DI RIFERIMENTO

N. Prog. Disposizioni normative Oggetto

1 Legge regionale 9 dicembre 1980 n. 127

Disposizioni per la coltivazione dei giacimenti minerari da cava e provvedimenti per il rilancio e lo sviluppo del comparto lapideo di pregio nel territorio della Regione siciliana

2 Decreto Legislativo n. 152/2006

Testo unico ambientale

3 Decreto Legislativo 29 giugno 2010, n. 128

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69.

4 Decreto del Ministero dell’Ambiente del 5 febbraio 1998

Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22

5 Decreto interministeriale 5 aprile 2006 n. 186

Regolamento recante modifiche al decreto ministeriale 5 febbraio 1998 “Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22

6 Decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81

Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, inmateria di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

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CAVE ATTIVE E CESSATE

Comune Cave attive Cave cessate

AGIRA 7 13

AIDONE 4 11

ASSORO 1 3

BARRAFRANCA 2 3

CALASCIBETTA 0 3

CENTURIPE 3 4

CATENANUOVA 1 2

CERAMI 2 4

ENNA 9 8

GAGLIANO CAST.TO 0 1

LEONFORTE 0 4

NICOSIA 5 7

NISSORIA 2 1

PIAZZA ARMERINA 7 10

PIETRAPERZIA 2 1

REGALBUTO 0 0

SPERLINGA 1 1

TROINA 2 4

VALGUARNERA CAROPEPE 0 0

VILLAROSA 1 2

T O T A L E 49 82

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CAVE ATTIVE

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Cave CessatePrefettura di Enna

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IMPIANTI PRESENTI in provincia Prefettura di Enna

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PIANIFICAZIONE PIANIFICAZIONE DEL PROCESSODEL PROCESSO ISPETTIVOISPETTIVO

Il Gruppo Interforze, preso atto delle risultanze della mappatura del processo, ha avviato una pianificazione accurata dell’attività di monitoraggio curando:

la predisposizione di una scheda di rilevazione dei dati da compilare all’atto dell’accesso, previa validazione della R.T.C.I.

la formazione degli operatori delle squadre di verifica a cura di ogni membro del Gruppo Interforze in modo di ottimizzare la sinergia di saperi.

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SCHEDASCHEDA PER IL MONITO PER IL MONITORAGGIORAGGIO Prefettura di Enna

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PIANO D’AZIONE

Sempre in sede di Gruppo Interforze, su indicazione della R.T.C.I., sono stati definiti i tempi di realizzazione del monitoraggio secondo il seguente piano d’azione:

• entro il 31 luglio, effettuare almeno il 50% dei controlli dei siti attivi, individuati secondo il criterio stabilito in sede di R.T.C.I.;

• entro il mese di ottobre completare le visite ispettive di tutte le cave attive e di quelle cessate;

• completare entro il mese di dicembre 2010 tutti gli accertamenti su:

uomini e mezzi registrati all’atto dell’accesso; autorizzazioni rilasciate a vario titolo ai proprietari e gestori delle cave;

• accertare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nell’ambito del settore.

• effettuare entro il 31 dicembre 2010 tutte le verifiche degli impianti di trattamento del materiale di cava e derivante da demolizione.

• realizzare, a completamento dell’attività ispettiva, una raccolta delle informazioni relative al monitoraggio, comprensiva di schede informative e rilievi fotografici dei siti.

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PIANO PIANO D’AD’AZIONEZIONEPrefettura di Enna

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le ispezioni le ispezioni presso gli presso gli impiantiimpiantiPrefettura di Enna

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OGGETTO OGGETTO DELDEL MONIMONITORAGGIOTORAGGIO

Nel periodo compreso dal mese di giugno sono stati effettuati 153 accessi ispettivi che hanno riguardato:

49 cave attive 3 cave abusive 82 cave cessate 19 impianti di trattamento di materiale di cava e

di sfabbricidi presenti sul territorio provinciale.

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RISULTANZERISULTANZE ACCESSO ACCESSO CAVE ATTIVECAVE ATTIVE

A seguito degli accessi nelle cave attive è stata disposta :

La contestazione di 10 diffide amministrative da parte del Distretto Minerario;

L’acquisizione differita di atti e documenti per accertare eventuali violazioni;

La comunicazione di notizie di reato:

3 connesse con l’esercizio di escavazione abusiva. Da tale violazione discende la sanzione accessoria dell’esclusione decennale dal diritto di esercire cave nell’ambito del territorio regionale;

3 per violazione di norme sull’organizzazione della sicurezza.

L’emissione di tre 3 Ordinanze di Sospensione dei Lavori (ex art. 29 L.R.S. n. 127/80) ed una Ordinanza - Ingiunzione di Pagamento (ex art. 18 L.n. 689/81),

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CAVCAVEE ATTATTIVE IVE ACCERACCERTAMENTITAMENTI ANTIMAFIAANTIMAFIA

• il 23% delle cave controllate hanno avuto una certificazione interdittiva o atipica

• nel 2008 l’accertamento dei requisiti antimafia aveva portato alla chiusura di circa il 18% delle cave attive.

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RISULTANZE MONITORAGGIO SULLE CAVE CESSATE

6 casi relativi a presunte attività di cava abusiva

per i quali sono ancora in corso accertamenti

una comunicazione di reato all’A.G. per escavazione abusiva

una quasi totale inottemperanza alle disposizioni concernenti la

tutela ambientale in relazione al ripristino dello stato dei luoghi

all’atto della cessazione dell’attività di coltivazione della cava.

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CAVECAVE CESCESSATESATE ACCERACCERTAMENTITAMENTI ANTIMAFIAANTIMAFIA

Sono ancora in corso gli accertamenti antimafia, atteso che in sede di Gruppo Interforze si è deciso di privilegiare le verifiche relative alle attività in esercizio sia nel settore di coltivazione delle cave che in quello del trattamento del materiale estratto e dei rifiuti derivanti da demolizioni.

Va comunque appena rammentato che oltre il 10% delle attività cessate (82) deriva dall’attività di verifica antimafia posta in essere nell’anno 2008 da questa Prefettura

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RISULTANZERISULTANZE MONITORAGGIOMONITORAGGIO IMPIANTIIMPIANTI

• 3 impianti sequestrati

• 1 impianto gestito in totale assenza di autorizzazione.

• Per 9 impianti sono state inviate all’A.G. le comunicazioni di notizia di reato per la violazione delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Le attività sono state sospese.

• Tutti gli 8 impianti deputati al trattamento degli sfabbricidi sono risultati non conformi alle disposizioni di legge.

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ACCERTAMENTI ANTIMAFIA IMPIANTI

Emesse 12 certificazione atipiche, ossia quasi il 70% degli impianti controllati:

• i titolari degli impianti di trattamento hanno spesso precedenti penali per violazione delle normative ambientali e anche per traffico di rifiuti.

• durante un accertamento è emerso che venivano conferiti presso un impianto di trattamento di inerti materiale derivante da demolizioni in totale violazione delle disposizioni di legge.

• in un altro caso è emerso che il titolare di un impianto di trattamento di inerti si era prestato al rilascio di fatture false attestanti alcuni conferimenti mai avvenuti con dispersione di inerti in aperta campagna, senza alcun controllo.

• nel corso delle visite ispettive è stato inoltre controllato un impianto di vagliatura di sabbia risultato del tutto privo di qualsiasi autorizzazione.

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CONCLUSIONI

Da quanto esposto si deduce che nel territorio della Provincia di Enna, e presumibilmente anche nelle altre realtà territoriali stante la significatività dell’insieme oggetto di verifica, le attività estrattive e ancor più gli impianti di trattamento connessi alla coltivazione delle cave, vengono gestiti in parziale violazione delle leggi ambientali.

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CRITICICRITICITA’ NORTA’ NORMATIVEMATIVE

Il rilascio delle autorizzazioni per l’attività estrattiva è sottoposto al regime più veloce ma meno approfondito della Camera di Commercio

Nel caso in cui l’azienda titolare dell’autorizzazione risulti permeabile all’influenza della criminalità organizzata, la Prefettura, ove riceva la richiesta, può adottare per il rilascio o rinnovo delle autorizzazioni in argomento soltanto una certificazione atipica la cui valutazione è lasciata all’Ente competente al rilascio del titolo.

Le autorizzazioni in materia estrattiva possono anche avere una validità di 15 anni. Durante tale periodo non è previsto alcun aggiornamento della certificazione antimafia. Non sembra peraltro trovare attuazione il disposto dell’articolo 10 bis della legge n. 575/1965, che prevede la comunicazione agli Enti di cui al DPCM 5 luglio 1983 delle intervenute cause di divieto decadenza o sospensione di cui all’articolo 10, al fine dell’adozione dei provvedimenti di competenza.

Nessun controllo antimafia è previsto nei confronti dei proprietari dei siti che seppur controindicati possono gestire le cave tramite soggetti fittizi.

Molti dei titolari di attività estrattiva o di impianti risultano avere precedenti specifici per discariche abusive o traffico di rifiuti.

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IPOTESIIPOTESI DI LADI LAVOROVORO

assoggettare il rilascio delle autorizzazioni estrattive al rilascio dell’informativa antimafia di cui all’articolo 10 del DPR 252/1998, estesa anche ai proprietari dei siti

prevedere, nel frattempo, con disposizioni di legge o pattizie l’obbligo per i titolari di autorizzazioni di produrre annualmente o ogni due anni il certificato della camera di commercio munito del nulla osta antimafia

prevedere tra i reati ostativi al rilascio delle autorizzazioni quelli tipici quali l’attivazione di discariche abusive o la gestione dello smaltimento dei rifiuti non conforme alle disposizioni di legge, stante la rilevata connessione tra attività estrattiva e smaltimento in particolare degli inerti

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CRITICICRITICITA’TA’ AMAMBIENTALIBIENTALI

Come già evidenziato in particolare in merito alle cave cessate, il ripristino ambientale prescritto dalle disposizioni di legge e quindi la piena restituzione al territorio dei siti sede di attività estrattiva non trova compiuta attuazione.

La gestione della quasi totalità degli impianti di trattamento degli inerti o del materiale di cava è risultato non conforme alle disposizioni di legge a tutela della salute pubblica e dell’ambiente

Indagini svolte dalla Polizia Provinciale hanno evidenziato una discrasia tra il numero delle imprese di costruzioni presenti sul territorio e il numero dei conferimenti; il che fa ritenere reale il rischio di uno smaltimento illecito degli inerti. Accessi effettuati presso i Comuni da parte della Prefettura hanno evidenziato una totale mancanza di verifica dei conferimenti.

La gestione congiunta del materiale puro di cava e del materiale derivante da demolizione può comportare l’utilizzo di materie non idonee per la costruzione, con particolare riferimento alle opere pubbliche.

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IPOTESIIPOTESI DI DI LAVOROLAVORO

accelerare l’iter amministrativo concernente i progetti di recupero ambientale a cura dell’Assessorato Territorio Ambiente e dei Comuni competenti per territorio

prevedere un monitoraggio annuale degli impianti di trattamento del materiale di cava e degli inerti stante la diffusa violazione di norme a rilevanza penale

prevedere con disposizioni di legge o pattizie un impegno dei Comuni ad acquisire, in relazione a tutti gli appalti privati le attestazioni di conferimento degli inerti.

prevedere sanzioni nei confronti dei RUP che non acquisiscono prima di liquidare le competenze per gli oneri di conferimento in relazione ad opere pubbliche la documentazione a supporto e nei confronti dei direttori dei lavori che non effettuano verifiche in situ.

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1861-20111861-2011

UNITI CON LA MENTE E CON IL UNITI CON LA MENTE E CON IL CUORE CUORE

GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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