ENI DOPO IL ROSSO DA 560 MILIONI MONTE DEI PASCHI … · È un effetto drammatico della risposta...

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Milano Finanza 29 Ottobre 2016 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato. Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano AZIENDE DI FAMIGLIA AD ALTO RENDIMENTO PMI P rima c’erano uomini e donne che sapevano decidere; poi è stata la stagione degli yes men; la crisi che dura da otto anni ha fatto perfino scomparire gli yes men. È un effetto drammatico della risposta (sbagliata) alla crisi attraverso il rigore esasperato e una conseguente valanga di regole che ha sommerso l’Europa. E il fenomeno è più drammatico là, nel mondo finanziario-bancario e industriale, dove, invece, ci vorrebbero più spirito di iniziativa e sangue freddo, molta più capa- cità decisionale unita al coraggio. Altro che Raffaele Mattioli, il mitico capo della Banca Commerciale Italiana; altro che Guido Carli; altro che Pellegrino Capaldo; altro che Cesare Geronzi; altro che Giuseppe Guzzetti; altro che Enrico Salza; altro che Giovanni Bazoli; altro che banchieri illuminati; altro che imprenditori con il coraggio di rischiare. Oggi al comando, magari non rendendosene neppure loro conto, sono, nelle banche, i capi della governance, i capi della compliance, cioè della normativa che impone con- formità a determinate regole o standard. Presidenti, amministratori delegati, diret- tori generali scoprono che il loro potere (e di conseguenza la loro attitudine a essere ORSI & TORI P P I fondi small cap vanno bene ma sono pochissimi. Ora il governo vuole agevolare l’investimento azionario nelle piccole e medie imprese con un nuovo strumento. Che va però rimesso a punto Sulle ali del Pir Come funziona e quando conviene il Piano individuale di risparmio Cane azzoppato, la cedola resisterà? Cosa fare con i bond subordinati ENI DOPO IL ROSSO DA 560 MILIONI MONTE DEI PASCHI Sabato 29 Ottobre 2016 Anno XXVIII - Numero 213 www.milanofinanza.it Uk £ 3,40 - Ch fr. 10,00 Francia € 6,00 € 5,20* *Questa settimana Milano Finanza in abbinamento obbligatorio ed esclusivo con Patrimoni a € 5,20 (Milano Finanza € 3,80 + MF Fashion € 0,40 + Patrimoni € 1,00) IN ALLEGATO PATRIMONI

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Milano Finanza29 Ottobre 2016

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Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano

AZIENDE DI FAMIGLIAAD ALTO RENDIMENTO

PMI

Prima c’erano uomini e donne che sapevano decidere; poi è stata la stagione degli yes men; la crisi che dura da otto anni ha fatto perfino scomparire gli yes men.È un effetto drammatico della risposta (sbagliata) alla crisi attraverso il rigore esasperato e una conseguente valanga di regole che ha sommerso

l’Europa.E il fenomeno è più drammatico là, nel mondo finanziario-bancario e industriale, dove, invece, ci vorrebbero più spirito di iniziativa e sangue freddo, molta più capa-cità decisionale unita al coraggio.Altro che Raffaele Mattioli, il mitico capo della Banca Commerciale Italiana; altro che Guido Carli; altro che Pellegrino Capaldo; altro che Cesare Geronzi; altro che Giuseppe Guzzetti; altro che Enrico Salza; altro che Giovanni Bazoli; altro che banchieri illuminati; altro che imprenditori con il coraggio di rischiare. Oggi al comando, magari non rendendosene neppure loro conto, sono, nelle banche, i capi della governance, i capi della compliance, cioè della normativa che impone con-formità a determinate regole o standard. Presidenti, amministratori delegati, diret-tori generali scoprono che il loro potere (e di conseguenza la loro attitudine a essere

ORSI &TORIdi Paolo Panerai

I fondi small cap vanno bene ma sono pochissimi. Ora il governo vuole agevolare l’investimento azionario nelle piccole e medie imprese con un nuovo strumento. Che va però rimesso a punto

Sulle ali del PirCome funziona e quandoconviene il Pianoindividuale di risparmio

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Cane azzoppato, la cedola resisterà? Cosa fare con i bond subordinatiENI DOPO IL ROSSO DA 560 MILIONI MONTE DEI PASCHI

Sabato 29 Ottobre 2016 Anno XXVIII - Numero 213

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€ 5,20**Questa settimana Milano Finanza in abbinamento obbligatorio ed esclusivo con Patrimoni a € 5,20 (Milano Finanza € 3,80 + MF Fashion € 0,40 + Patrimoni € 1,00)

IN ALLEGATOPATRIMONI

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di Paola Valentini

Arrivano i Pir, i pia-ni individuali di risparmio a lungo termine che preve-dono l’azzeramento

dell’imposta sui redditi genera-ti dall’investimento (l’aliquota è del 26%) e l’esenzione delle im-poste di successione e donazione. Come anticipato da MF-Milano Finanza di sabato 22 ottobre si tratta di strumenti che danno diritto alla detassazione a pat-to di tenerli per almeno cinque anni e fino al tetto di 150 mila euro (al massimo 30 mila eu-ro l’anno). In caso di estinzione anticipata, invece, le tasse so-no dovute (con interessi). L’altra faccia della medaglia è che i Pir, la cui disciplina è contenuta nel-la legge di bilancio 2017 in fase di discussione, puntano a forni-re un sostegno all’economia reale

italiana costituita in prevalenza da piccole e medie imprese che oggi fanno fatica a trovare cre-dito in banca per via delle regole europee che impongono requisiti severi nell’erogazione del credi-to. La normativa prevede che i Pir dovranno essere investiti per almeno il 70% in strumenti finanziari (azioni o obbligazioni quotate e non) di aziende italia-ne o anche europee (dell’Unione europea o dello Spazio econo-mico europeo) ma con stabile organizzazione in Italia (che quindi pagano le tasse in Italia). Di questo 70%, il 30% (che equi-vale al 21% dell’investimento complessivo) deve essere com-posto da strumenti finanziari di società diverse dalle 40 dell’in-dice Ftse Mib, «in modo da far affluire il denaro», spiega Assogestioni, che già nel 2011 aveva sollecitato l’allora gover-no Berlusconi a varare i Pir, su aziende anche medio-piccole, quelle quotate sui listini alter-nativi come Aim, per esempio». L’Aim è il mercato delle pmi creato da Piazza Affari che oggi ospita 79 aziende quota-

te, poche rispetto al gemello della borsa di Londra che ne conta oltre 3 mila. Per questo motivo un rilancio dell’Aim potrebbe essere ottenuto at-traverso maggiori incentivi fiscali per investire in pmi. Non solo: «L’introduzione di incentivi fiscali potrebbe favo-rire, su esempio di esperienze estere di successo, la nascita di fondi dedicati», spiega Anna Lambiase, amministratore delegato di Ir Top. Si inne-scherebbe dunque un circolo virtuoso tale da dirottare più risorse sulle pmi italiane. «Un maggior numero di investitori sul segmento delle mid e small cap quotate, e il conseguente flusso di capitali, avrà l’effet-to di aumentare la liquidità e la credibilità del mercato. Un maggior numero di pmi ini-zierà a valutare l’opportunità di raccogliere risorse tramite quotazione e nuovi investito-ri indirizzeranno capitali sul mercato. L’obiettivo delle age-volazioni è proprio innescare questo circolo virtuoso». I Pir sono quindi l’innesco di que-sto meccanismo. «Se crescono le piccole imprese, che costitu-iscono l’ossatura dell’industria italiana, cresce il Paese», affer-ma l’associazione del risparmio gestito presieduta da Tommaso Corcos, che in questi anni ha lavorato molto perché fossero introdotte forme di incentivo di questo tipo per allinearsi a nazioni come Francia e Regno Unito, con i plan d’épargne en action e gli individual savings accounts.

Tecnicamente, ogni risparmia-tore potrà essere titolare di un solo Pir che funge da contenito-re dove potranno essere inseriti i vari strumenti finanziari. Quindi la veste potrà essere quella di un fondo comune, di una polizza, di una gestione patrimoniale o an-che di un semplice deposito titoli collegato al conto corrente. In pri-ma fila ci sono le società di asset management già pronte per rac-cogliere la proposta lanciando Pir sotto forma di fondi comu-ni specializzati in azioni di pmi. «Crediamo che i risparmiatori possano massimizzare il ritor-no sul capitale solo affidando a professionisti la gestione dei loro piani di risparmio a lungo termi-ne. L’approccio fai-da-te espone i portafogli a rischi non controlla-ti», afferma Daniele Colantonio, head of business development di Anthilia Capital Partners. In pri-

RISPARMIO

Più pmi, meno tasseI CINQUE CAPISALDI DEI PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO A LUNGO TERMINE

GRAFICA MF-MILANO FINANZA

Il piano di risparmio a lungo termineè un “contenitore fiscale” (fondi comuni, gestione patrimoniale, contratto di assicurazione, deposito titoli) all’interno del quale i risparmiatori possono collocare qualsiasi tipologia di strumento finanziario (azioni, obbligazioni, fondi, contratti derivati) nonché somme di denaro liquide rispettando però determinati vincoli di investimento. Pertanto è possibile realizzare un piano di risparmio anche semplicementemediante la sottoscrizione di quotedi un fondo, istituito in Italiao in uno Stato membro dell’Ue o in unoStato aderente all’Asee, che rispettii vincoli di investimento stabiliti dallanormativa italiana

1 Destinatari dell’agevolazionesono solo le persone fisiche relativamente agli investimentieffettuati al di fuori dell’eserciziodi impresa. Ciascuna personafisica può essere titolaredi un solo pianodi risparmio

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In caso di mancato rispettodel limite temporale dei 5 annio dei limiti alla diversificazionee concentrazione degli investimentisono dovute le ordinarie impostesui redditi medio tempore percepitidall’investitore, aumentati degliinteressi

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COMPOSIZIONEInvestimento vincolato: un ammontare pari almeno

al 70% del valore complessivo degli strumenti finanziari detenuti nel Pir deve essere investitoin strumenti finanziari (obbligazioni o azioni, sia quotati sia non quotati nei mercati regolamentati

o nei sistemi multilaterali di negoziazione) emessio stipulati con imprese residenti in Italia o europee

(Ue o See) non residenti ma con stabile organizzazione in Italia. Di questo 70% almeno

il 30% (che equivale al 21% del valore complessivo degli investimenti del Pir) deve essere investitoin strumenti finanziari emessi da società italianeed europee (Ue o See) con stabile organizzazione

in Italia diverse da quelle del Ftse Mib o di altri indici equivalenti di altri mercati regolamentati.

Il 30% può essere investito in qualsiasi strumento finanziario (compresi i depositi e c/c).

Limiti alla concentrazione: il patrimonio del Pirnon può essere investito per una quota superiore al 10% del suo valore complessivo in strumenti

finanziari emessi o stipulati con lo stesso emittente o con altra società appartenente al medesimo

gruppo o in depositi e conti correnti.Tale vincolo è posto a presidio della adeguata

diversificazione del portafoglio che l’intermediario professionale deve garantire al risparmiatore

DURATA MINIMAIl vincolo di detenzione degli strumenti finanziari,

pari a 5 anni, ha la finalità di impedire chegli impieghi nel piano vengano effettuati

con finalità speculative e, al contempo, di garantire alle imprese destinatarie delle risorse di poter

contare sui capitali ricevuti in modo stabileper un periodo di tempo medio/lungo

L’agevolazione fiscale consistenell’esenzione da tassazione dei redditi, qualificabili come redditi di capitaleo come redditi diversi di natura finanziaria derivanti dagli investimenti effettuati nel Pir (aliquota del 26% azzerata).Sono esclusi dall’agevolazione i redditi derivanti dal possesso di partecipazioni qualificate e, più in generale,quelli che concorrono a formareil reddito complessivo dell’investitore

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Cosa è un Piano di risparmio Destinatari dell’agevolazione

Mancato rispetto delle condizioniper beneficiare dell’agevolazione

Agevolazione fiscale

Ciascuna persona fisica nonpuò investire più di 30.000 euroall’anno nel Pir ed entro un limitecomplessivo di 150.000 euro.

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Vincoli alle somme investibili nei Pir30.000 euro all’anno - Max 150.000 euro totale

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Fonte: Assogestioni

Tommaso Corcos

(continua a pag. 11)

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I FONDI AZIONARI ITALIA CHE INVESTONO NELLE SMALL E MID CAP QUOTATE A PIAZZA AFFARI

TRA I PRIMI 15 FONDI AZIONARI ITALIA A UN ANNO SPICCANO I COMPARTI SPECIALIZZATI SULLE PMI

I fondi qui selezionati sono disponibili alla vendita in Italia. Tutti i dati sono espressi in euro. I rendimenti sono espressi su base giornaliera, aggiornati al 25 ottobre 2016. Il rendimento a 1 mese si intende quindi dal 25 settembre 2016al 25 ottobre 2016. Le spese correnti rappresentano l'indicatore di costo sintetico pubblicato dalla società sull'ultimo Kiid * Annualizzato ** Solo per investitori istituzionali Fonte: Morningstar Direct

GRAFICA MF-MILANO FINANZA

Anima Iniziativa Italia A

Arca Economia Reale Equity Italia P

Eurizon Azioni Pmi Italia

Eurizon EasyFund Equity Small Mid Cap Italy Z**

Symphonia Azionario Small Cap Italia

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Datadi lancio

I fondi selezionati sono disponibili alla vendita in Italia. Sono state considerate solo le primary share class, sia retail sia istituzionali. Tutti i dati sono espressi in euro. I rendimenti sono aggiornati al 25 ottobre 2016.Le spese correnti rappresentano l'indicatore di costo sintetico pubblicato dalla società sull'ultimo Kiid * Annualizzato Fonte: Morningstar Direct

Arca Economia Reale Equity Italia I

Symphonia Azionario Small Cap Italia

Arca Economia Reale Equity Italia P

Eurizon Azioni Pmi Italia

White Fleet III-Glbs Italy Eq Star I Euro

Ubi Sicav Italian Equity I

Nextam Partners Italian Selection A

Ubi Pramerica Azioni Italia

Amundi Dividendo Italia B

Anima Iniziativa Italia YD

Oyster Italian Value C Euro PF

Kairos Intl Risorgimento X Cap

Bnl Azioni Italia

Gestnord Azioni Italia A

Fideuram Italia

Arca Fondi Sgr

Symphonia Sgr

Arca Fondi Sgr

Eurizon Capital Sgr

MultiConcept Fund Management

Ubi Management Company

Nextam Partners Sgr

Ubi Pramerica Sgr

Amundi Sgr

Anima Sgr

Syz Asset Management

Kairos Partners Sgr

BNP Paribas Invest. Partners Sgr

Sella Gestioni Sgr

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di Paola Valentini

Pioneer Investments (gruppo Unicredit) segue molto da vicino l’evoluzione della normativa sui Pir

e lancerà strumenti di questo tipo non ap-pena il quadro legislativo sarà definito. E in questa fase di elaborazione della leg-ge di Bilancio 2017 che introdurrà i Pir, propone alcune modifiche che potrebbero rendere il veicolo più interessante per le pmi. A partire dalla quota da destinare agli investimenti nelle imprese di piccola e media taglia. Come spiega a MF-Milano Finanza il ceo Giordano Lombardo.

Domanda. Dottor Lombardo, pensa-te che i Pir allo studio dal governo possano contribuire all’ulteriore crescita del risparmio gestito ita-liano?

Risposta. Nonostante la fortissima cre-scita registrata dal risparmio gestito nel Paese negli ultimi anni, gli italiani ri-mangono un popolo di risparmiatori ma non ancora di investitori: secondo l’inda-gine più recente di Banca d’Italia, quasi il 75% delle famiglie italiane risultava de-tenere la totalità della propria ricchezza finanziaria in conti correnti o conti de-posito e solo il 21% dei nuclei familiari era in possesso di un prodotto gestito, co-me fondi comuni, gestioni, assicurazioni vita o fondi pensione. In questo scenario i piani individuali di risparmio avranno una duplice funzione positiva: da un la-to potranno contribuire ad avvicinare al gestito tutte quelle che famiglie che anco-

ra non utilizzano strumenti più evoluti. In secondo luogo avranno la funzione po-sitiva di contribuire all’educazione degli investitori a una logica di risparmio di lungo periodo, ben diversificato e pianifi-cato su obiettivi di lungo termine.

D. Quali sono i vantaggi che possono dare i Pir alle Pmi italiane?

R. Le banche, non solo in Italia, hanno svolto e svolgono an-cora un ruolo cruciale nel finanziamento alle imprese, in particola-re delle pmi, mentre il mercato svolge ancora un ruolo minoritario. Secondo Banca d’Italia, ancora nel 2015, l’87% dei finanziamenti per le società non finanziarie italiane era sotto forma di prestito e solo il 13% mediante obbligazioni. Come sappiamo, però, in futuro, alla luce di re-quisiti patrimoniali più stringenti stabiliti dal regolatore, alle banche sarà imposta a una maggiore selettività nella concessione del credito. Questo elemento, unito all’in-novazione finanziaria e alla conseguente crescita degli strumenti di finanziamento offerti alle imprese porterà probabilmen-te a un ribilanciamento del ruolo relativo di banche e mercato nel finanziamento dell’economia reale. In questo senso l’at-tivazione dei Pir potrebbe contribuire ad alleviare le difficoltà che oggi le pmi incon-

trano nella raccolta di capitale destinato alla crescita.

D. Sulla base delle informazioni che oggi si hanno su come funzionerà lo strumento dei Pir, ritenete che potrebbero esserci dei correttivi da apportare per aumentare la loro efficacia e il loro interesse da par-te di gestori e investitori?

R. In base alle antici-pazioni pubblicate in questi giorni dalla stam-pa italiana, mi pare che un elemento chiave per giudicare l’efficacia del-lo strumento sarà legato alla quota dei Pir da destinare alle piccole e medie imprese rispet-to a quelle più grandi. Questa percentuale da un lato dovrà essere ab-bastanza significativa da poter effettivamente contribuire a creare un

vero mercato dei capitali per le pmi ma, dall’altro, dovrà anche essere bilanciata con gli altri requisiti indispensabili per-ché i Pir possano avere successo. I piani individuali, proprio perché destinati al risparmio delle famiglie, dovranno ga-rantire una ragionevole liquidabilità dell’investimento e un’esposizione non eccessiva ad asset rischiosi.

D. Le famiglie italiane comprende-ranno le potenzialità dei Pir?

R. Credo proprio di sì, anche alla luce dell’esperienza positiva della Francia, che ha adottato i Pea (Plan d’épargne en action), uno strumento simile ai Pir, dove l’iniziativa ha registrato un forte successo: oggi in questi piani risultano investiti cir-ca 100 miliardi di euro, pari al 2,5% delle attività finanziarie delle famiglie. Credo che anche in Italia i risparmiatori coglie-ranno il messaggio forte connesso ai Pir, i vantaggi fiscali e soprattutto i benefici che questo tipo di strumento potrà portare a imprese che sono vicine all’esperienza e al territorio di chi investe. In questo senso, secondo me i Pir rappresentano un’occa-sione di crescita e anche un ponte tra le famiglie e il tessuto produttivo reale del Paese.

D. Avete in programma di lanciare fondi dedicati alle azioni di pmi italiane anche legandoli ai Pir?

R. Guardiamo con grande attenzione e interesse a questi strumenti: appena la normativa sarà definita apriremo il can-tiere dedicato ai prodotti, tenendo presente che Pioneer ha già una gamma di fondi specializzati con componenti dedicate al-le pmi. Siamo, inoltre, leader europeo nel settore delle pmi europee, anche grazie alla fiducia che ci è stata data da gran-di investitori internazionali su questo comparto. Le skill su questo tipo di seg-mento non ci mancano e siamo pronti a metterle a disposizione della cliente-la che sceglierà di puntare sui nuovi piani di individuali di risparmio. (ri-produzione riservata)

Lombardo (Pioneer): cantiere presto al via, più focus sulle small cap

Giordano Lombardo

Milano Finanza29 Ottobre 2016

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ma fila ci sono le società che già gestiscono comparti specializza-ti in small cap di Piazza Affari. In totale questi fondi sono sol-tanto cinque, di cui due lanciati nel corso di quest’anno. Gli altri tre si piazzano tutti (tabella a pagina 9) ai vertici della classifi-ca dei rendimenti a 12 mesi fra tutti gli azionari Italia. Primo a un anno è Arca Economia Reale Equity Italia I (per istituzionali) di Arca fondi sgr con +3,3%, se-guito dal Symphonia Azionario Small Cap Italia (+2,6%) e dal-la classe retail di Arca Economia Reale Equity Italia con il 2,3%. «Symphonia sgr ha una affer-mata tradizione nel campo degli investimenti in titoli small cap domestici. Il nostro è un fondo small cap azionario puro di lun-ga storia e grande soddisfazione,

totalmente investito in titoli non Ftse Mib. Oggi un prodotto puro costituisce abbastanza una rari-tà sul mercato dove, nel campo delle small cap italiane, esisto-no per lo più fondi misti ma non totalmente dedicati», sot-tolineano Samantha Melchiorri e Guido Crivellaro, gestori del fondo di Symphonia che è stato lanciato nel 2009 ed è primo per rendimento a tre anni tra tutti gli azionari Italia con un rendi-mento del 10,4%.

Arca ha lanciato Economia Reale Equity Italia nell’apri-le 2015 «per finanziare la crescita delle pmi che rappre-sentano le realtà più competitive e dinamiche del nostro sistema produttivo, che hanno in genere eccellenti fondamentali e hanno mostrato una grande capaci-tà di tenuta anche nella lunga fase di stagnazione che ha inte-ressato il Paese. Il nostro fondo investe già il proprio portafoglio nelle pmi quotate sui mercati Star e Aim, come sarà previsto dalla normativa in esame», dice Ugo Loser, ad di Arca Fondi sgr. Secondo Loser «in una fase co-me l’attuale di tassi dei titoli di stato pari a zero, risparmiare la tassazione del rendimento su ob-bligazioni corporate o azioni può davvero fare la differenza sul ri-sultato finale dell’investimento. Il risparmio gestito è lo strumen-to più adatto per farlo, in quanto diversificato e gestito da socie-tà vigilate dalla Banca d’Italia, quindi accessibile con fiducia da una larga fetta di rispar-miatori, anche quelli con meno esperienza». I Pir potranno vei-

colare capitali alla quasi totalità delle imprese italiane, quotate e non, «per questa via, secondo le stime dei tecnici, potrebbero af-fluire alle pmi circa 10 miliardi di euro l’anno. Ricordiamo che le famiglie hanno una ricchezza mobiliare che la Banca d’Italia valuta in circa 3.800 miliardi», osserva Loser.In questo contesto, però, «la so-la emissione di una legge che introduce una nuova forma di in-vestimento potrebbe non bastare per mobilitare grandi quantità di risparmio, in questo caso serve anche un cambiamento cultura-le. E’ fondamentale quindi che gli operatori specializzati nel setto-re spieghino adeguatamente i vantaggi dei Pir sia per i ri-sparmiatori sia per le aziende,

nonché i ritorni per l’economia reale. Ovviamente i vantaggi fi-scali possono rappresentare un buon argomento di immediata comprensione per convincere i risparmiatori a partecipare», con-clude l’ad di Arca Fondi. Accanto ad Arca e Symphonia, dispongo-no di fondi specializzati sulle pmi di Piazza Affari anche Eurizon Capital e Anima. Entrambe stanno studiando come poter of-frire ai risparmiatori prodotti legati ai Pir. «Anima Iniziativa Italia, focalizzato proprio sulle small-mid cap italiane, potreb-be già rientrare tra gli strumenti contemplati dal provvedimento. Stiamo inoltre studiando nuove iniziative che potranno essere fi-nalizzate una volta conosciuti i dettagli della nuova normativa»,

dice Claudio Tosato, direttore prodotti di Anima sgr. Tosato pone l’accento sul fatto che «le fa-miglie italiane sono alla costante ricerca di nuove fonti di rendi-mento. E i Pir, grazie all’accesso a un segmento di strumenti fi-nanziari caratterizzato da un potenziale di redditività supe-riore rispetto agli ormai avari Btp, ma soprattutto grazie al significativo incentivo fiscale offerto, riusciranno a cattura-re l’attenzione degli investitori. Non ultimo, i Pir potranno gio-care un ruolo positivo nello stimolare la cultura dell’investi-mento di lungo periodo». Anche Anthilia «sta studiando l’oppor-tunità di un fondo dedicato alle mid e small cap italiane», spiega Colantonio. «L’obiettivo è offrire ai clienti un prodotto per benefi-ciare delle agevolazioni fiscali».

Ma non mancano obiezioni. Che ci sia bisogno di qualche for-ma di aggiustamento è il parere di Giovanni Sabatini, diretto-re generale dell’Abi: «La norma sui Pir è un passo avanti molto positivo nella direzione di con-vogliare verso le imprese nuovo capitale di rischio, indispensa-bile in un momento come quello attuale in cui il canale bancario deve essere affiancato da ulte-riori strumenti per far affluire capitale, soprattutto di rischio, alle aziende. Penso però che si potrebbe far un passo ulteriore

per non rischiare che tutte le risorse vada-no a sostenere solo gli obiettivi delle imprese di medie dimensioni. Forse si potrebbe ri-servare una quota della massa comples-siva di investimenti a favore della piccole so-cietà, a cominciare da quelle che hanno i re-quisiti per accedere al Mercato alternativo del capitale, l’Aim». Anche Roberto Lenzi, part-ner dello studio legale Lenzi e Associati, evidenzia la necessità di vincolare il veicolo di inve-stimento a investire una parte importante, e non minimale, del-le somme raccolte nelle aziende minori quotate sul mercato Aim. Che peraltro «presenta alcuni di-fetti che ne limitano l’efficienza quali l’illiquidità e gli elevati co-sti di quotazione». Lenzi auspica anche un’estensione dei benefici fiscali dei Pir oltre il quinto anno. Per Umberto Borghesi, respon-sabile investimenti di Albemarle Am, «desta dubbi l’apparente di-screzionalità lasciata al gestore di investire il 30% del Pir in altre asset class differenti da azioni quotate, elemento che espone i sottoscrittori a potenziali rischi». (riproduzione riservata)

(segue da pag. 8)

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CHE COSA SERVE PER RILANCIARE L’AIMLe richieste dei gestori che emergono dall’indagine di Ir Top

Fonte: Ir Top, Osservatorio Aim Italia, “Aim Italia Survey 2016” – www.aimnews.it

Favorire la nascitadi fondi dedicati

Incentivi fiscaliper investimento in Pmi

Sviluppo di analisiindipendente

Sconti sulla valutazionein fase di Ipo

GRAFICA MF-MILANO FINANZA

0 20 40 60 80

65%

59%

47%

41%

Ugo Loser