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AUDIO CLUB AUDIOREVIEW n. 378 agosto 2016 81 fatto apposta per giustificare esperienze minimaliste non sempre appaganti. Sto parlando in generale, s’intende. L’idea può applicarsi ad esempio al mondo delle automobili, dove una mini-car co- me la celebre Smart ha raccolto negli an- ni un successo insospettabile. Restando sul generico si sente spesso dire l’e- spressione che celebra il buon vino co- me quello nella “botte piccola”. Talvolta corrisponde a verità, ma non è certo una regola. Nel settore dell’audio le cose vanno di- versamente, con importanti variazioni sul tema. Se parliamo di sistemi di alto- parlanti è abbastanza intuitivo il fatto che per muovere masse d’aria importan- ti è necessario disporre di driver di gran- de diametro e cabinet di dimensioni adeguate. È un fatto quantitativo, non necessariamente qualitativo. È vero però che la maggior parte del contenuto musicale (nel senso di “musicale” con- trapposto a “sonoro”) non interessa gamme di frequenza così profonde da richiedere necessariamente diffusori di grandi dimensioni. Da Mozart a Beetho- ven, dal jazz al folk, il contenuto spettra- I concetti generici possono essere fuor- vianti, ma il fascino di certi modi di dire può risultare irresistibile. “Piccolo è bello” può sembrare (e spesso si è di- mostrato) un mero espediente lessicale, le nella gamma inferiore ai 60/70 Hz è statisticamente ridotto. I colpi di gran- cassa della “Sagra della Primavera” rap- presentano più l’eccezione (sia pur affa- scinante) che la regola. Ma c’è di più. Nel caso in cui si disponga di piccoli am- bienti per l’ascolto è probabilmente ve- ro che un diffusore compatto timbrica- mente corretto e musicalmente perfor- mante possa fornire nella effettiva ripro- duzione di un disco sensazioni gradevoli e una scarsa interazione con le caratteri- stiche acustiche dell’ambiente in bassa frequenza. Ciò è particolarmente evi- dente nella progettazione e sviluppo di monitor da studio professionali da utiliz- zare in ambienti di dimensioni ridotte. Alcuni famosi mini monitor prodotti a suo tempo per le esigenze della britan- nica BBC fanno parte della storia del- l’audio. Non occorre fare esempi, anche se forse qui soccorre anche il tema della effettiva “portabilità” dei diffusori moni- tor. Comunque la leggenda è ancora vi- va e vegeta. La Combak Corporation è l’azienda di Kazuo Kiuchi, musicofilo ed imprendito- re giapponese che è noto soprattutto Encore ENC 5 Mini nipponico di gran lusso. ENCORE ENC 5 Sistema di altoparlanti due vie Costruttore: Combak Corp., Kanagawa, Giappone. www.combak.net Distributore per l’Italia: Ethos srl, Via della Fonte Meravigliosa, Roma. Tel. 06 5192128 www.ethosfineaudio.com Prezzo: euro 5.990,00 la coppia CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE Tipo: sistema di altoparlanti due vie in cas- sa chiusa. Driver: midrange da 176 mm coassiale, tweeter con cupola in alluminio da 25 mm. Risposta in frequenza: 70- 25.000 Hz (±2 dB), 55 Hz (-6 dB). Sensibi- lità: 86 dB/2,83 V/1 m. Impedenza nomi- nale: 8 ohm. Frequenza di crossover: 2,8 kHz. Dimensioni: 217x300x217 mm. Peso: 6,16 kg ciascun diffusore

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AUDIOREVIEW n. 378 agosto 2016 81

fatto apposta per giustificare esperienzeminimaliste non sempre appaganti. Stoparlando in generale, s’intende. L’ideapuò applicarsi ad esempio al mondodelle automobili, dove una mini-car co-me la celebre Smart ha raccolto negli an-ni un successo insospettabile. Restandosul generico si sente spesso dire l’e-spressione che celebra il buon vino co-me quello nella “botte piccola”. Talvoltacorrisponde a verità, ma non è certo unaregola.Nel settore dell’audio le cose vanno di-versamente, con importanti variazionisul tema. Se parliamo di sistemi di alto-parlanti è abbastanza intuitivo il fattoche per muovere masse d’aria importan-ti è necessario disporre di driver di gran-de diametro e cabinet di dimensioniadeguate. È un fatto quantitativo, nonnecessariamente qualitativo. È veroperò che la maggior parte del contenutomusicale (nel senso di “musicale” con-trapposto a “sonoro”) non interessagamme di frequenza così profonde darichiedere necessariamente diffusori digrandi dimensioni. Da Mozart a Beetho-ven, dal jazz al folk, il contenuto spettra-

Iconcetti generici possono essere fuor-vianti, ma il fascino di certi modi di direpuò risultare irresistibile. “Piccolo è

bello” può sembrare (e spesso si è di-mostrato) un mero espediente lessicale,

le nella gamma inferiore ai 60/70 Hz èstatisticamente ridotto. I colpi di gran-cassa della “Sagra della Primavera” rap-presentano più l’eccezione (sia pur affa-scinante) che la regola. Ma c’è di più.Nel caso in cui si disponga di piccoli am-bienti per l’ascolto è probabilmente ve-ro che un diffusore compatto timbrica-mente corretto e musicalmente perfor-mante possa fornire nella effettiva ripro-duzione di un disco sensazioni gradevolie una scarsa interazione con le caratteri-stiche acustiche dell’ambiente in bassafrequenza. Ciò è particolarmente evi-dente nella progettazione e sviluppo dimonitor da studio professionali da utiliz-zare in ambienti di dimensioni ridotte.Alcuni famosi mini monitor prodotti asuo tempo per le esigenze della britan-nica BBC fanno parte della storia del-l’audio. Non occorre fare esempi, anchese forse qui soccorre anche il tema dellaeffettiva “portabilità” dei diffusori moni-tor. Comunque la leggenda è ancora vi-va e vegeta.La Combak Corporation è l’azienda diKazuo Kiuchi, musicofilo ed imprendito-re giapponese che è noto soprattutto

Encore ENC 5Mini nipponico di gran lusso.

ENCORE ENC 5Sistema di altoparlanti due vie

Costruttore: Combak Corp., Kanagawa,Giappone. www.combak.netDistributore per l’Italia: Ethos srl, Via della Fonte Meravigliosa, Roma. Tel. 06 5192128www.ethosfineaudio.comPrezzo: euro 5.990,00 la coppia

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE

Tipo: sistema di altoparlanti due vie in cas-sa chiusa. Driver: midrange da 176 mmcoassiale, tweeter con cupola in alluminioda 25 mm. Risposta in frequenza: 70-25.000 Hz (±2 dB), 55 Hz (-6 dB). Sensibi-lità: 86 dB/2,83 V/1 m. Impedenza nomi-nale: 8 ohm. Frequenza di crossover: 2,8kHz. Dimensioni: 217x300x217 mm. Peso:6,16 kg ciascun diffusore

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per essere comproprietario del marchioXRCD. Come sappiamo questa etichettanegli ultimi venti anni ha prodotto centi-naia di dischi rimasterizzando con certo-sina cura master pop, jazz e classici deimigliori momenti dell’analogico. Moltedi queste incisioni sono state presentatesulle pagine musicali “audiophile” dellanostra rivista, tenendo sempre a menteche il risultato finale di qualunque re-stauro o rimasterizzazione dipende inmodo diretto e drammatico dalla qualitàdel master originale e più ancora dal li-vello artistico della musica che è stata in-cisa. Possiamo dunque esser certi che ilnostro Kiuchi sappia il fatto suo perquanto riguarda il modo in cui un buondisco debba essere riprodotto, una vi-sione personale ma con profonde radicimusicali.Da esigenze di monitoraggio professio-nale all’impiego in ambienti domestici“intimi” il passo è breve. L’idea alla basedel progetto delle Encore è quella direalizzare un campo sonoro dettagliatoed autorevole in un ascolto ravvicinato.Sia in una collocazione tradizionale, susupporti, sia in quello che viene indicatocome ascolto “near field”, a campo vici-no. Mi viene in mente ancora una volta ilclassico studio di registrazione “mobile”nel quale il direttore della registrazione

colloca i diffusori monitor sul ripiano diun’ampia scrivania, la posizione d’ascol-to non superiore a 150/180 cm da cia-scun diffusore. Non è un caso teorico.Senza andare troppo indietro nel tempoho seguito qualche mese fa la registra-

zione Deutsche Gram-mophon effettuata, con ilCoro della Cappella Sisti-na, all’interno della Cap-pella Sistina. Tonmeisteruna firma del calibro di Er-do Groot(Polyhymnia/Pentatone).In una sala adiacente(quella dove al Papa vieneufficializzata la decisionedel Conclave, nienteme-no!) aveva allestito in tem-po record uno studio diregistrazione con la con-sole e una coppia di siste-mi di altoparlanti monitor(di cui non posso rivelare ilnome) appoggiati agli an-goli di una grande scriva-nia. Tra sacro e profanoascolteremo presto i fruttidi questa registrazione ri-presa in un ambiente ef-fettivamente unico almondo.Ma torniamo all’Encore,un diffusore che si presen-ta con un pedigree impor-tante e un prezzo decisa-mente elevato in relazio-ne alle dimensioni. Comeappare dalle foto si trattadi un sistema compatto incassa chiusa dotato di undriver Seas coassiale daldiametro di 175 mm, am-pio in relazione al cabinet.Tweeter con cupola in al-luminio da 25 mm, cono in

fibra di vetro. Il mobile sembra essere alcentro delle attenzioni del progettista. Èrealizzato con diversi tipi di legno, men-tre all’interno si trovano altri elementi dilegno collocati in modo da ottimizzare lerisonanze del mobile. Proprio il controllodelle risonanze è alla base del disegnodi Kazuo Kiuchi, che in aggiunta alla curaper la struttura del cabinet utilizza anchegli smorzatori di risonanze realizzati dal-la Combak, opportunamente collocatinello spazio interno così come all’ester-no in base a lunghi studi che vanno sottoil titolo commerciale di “Harmonix Reso-nance Technology”. Lo stesso “fregio”esposto sul pannello frontale con il logodell’azienda è esso stesso uno di questismorzatori; altri due sono collocati suciascuno dei pannelli laterali. Cosa c’èall’interno non lo sappiamo, non avendoavuto il permesso di smontare il diffuso-re (non che io sia solito farlo). Troviamoqui il concetto di “fine tuning” che ap-pare essere un tema ricorrente in alcunerealizzazioni dell’High-End nipponico,un tema che non sono in grado di ap-profondire in questa sede. Ci credo po-co, ma funziona, potrei dire con il miosolito cinismo. L’efficienza appare abba-stanza contenuta, con un dato dichiara-to di 86 dB, la risposta in frequenza (en-tro i 2 dB) si spinge a 70 Hz, la frequenzadi taglio tra mid e tweeter si colloca a2.800 Hz. Importante il dato di impeden-za (8 ohm) con la casa che dichiara maiinferiore a 7 ohm, per un diffusore facil-mente gestibile anche da elettroniche atubi. Sono dati in linea con un progettodi questo tipo.Come sempre lascerei che a parlare siala musica, nel senso che alla fine dellastoria quello che interessa la maggiorparte di noi è il comportamento su stra-da, la verifica dell’attendibilità del ripro-duttore a giocare, appunto, come ripro-duttore di dischi. Se non si accetta que-Il driver Seas coassiale, con il cono in fibra di vetro.

Il tweeter centrale, una cupola in alluminio da 25 mm.

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timbrica, con corpo appena lieve nel me-dio-basso e la tendenza (da monitor?) aportare in primo piano alcune parti,mantenendo tuttavia una fresca e garba-ta raffigurazione d’insieme. Strumentinon sempre facili come oboi, flauti, fa-gotti trovano uno smalto interessante euna porzione centrale decisamenteeufonica, liberi da nasalità e puntigliositàaudiofile. L’emissione è pronta nel se-guire l’andamento ritmico della partitu-ra, con i piccoli contrasti dinamici che se-gnano il senso espressivo dell’interpreteresi con diligenza ed una punta di raffi-nata piacevolezza che non potrà non ap-passionare. Sistema più mozartiano chemahleriano, tanto per restare in temamusicale, Encore non teme la grandemusica sinfonica ma certamente di que-sta presenta una versione rapportata inscala, in una raffigurazione adatta agliambienti domestici più raccolti. L’analisidel testo musicale è tuttavia notevolenella sua capacità di estrarre i dettaglipiù nascosti del software. Se l’incisione èdavvero buona il risultato è appaganteper il vero appassionato di musica e an-che le voci appaiono ben proposte, daquella della Bartoli nel CD “La Danza”(Decca), duttile ed espressiva, a quella diPatrizia Laquidara incisa da Velut Luna,limpida e presente. Piacevole ed avvol-gente il supporto degli strumenti acusti-ci. In tal modo il Mozart dei Concerti percorno presenta un sano equilibrio tra lavoce rotonda del corno naturale e la tipi-ca vivacità armonica degli strumenti ori-ginali. La freschezza della sezione me-dio-alta non cela la morbida sensualità divioloncelli e contrabbassi, in un tappetoarmonico e ritmico. La massa ridotta deipiccoli midwoofer garantisce una velocerisposta ai segnali transitori. Gli attacchidegli strumenti (quel magico momentoin cui il silenzio si fa suono), momentifondamentali che caratterizzano timbrosonoro e contributo dell’esecutore, ap-

sta semplice verifica, ogni chiacchiera èinutile, alla pari delle antiche disquisizio-ni sul sesso degli angeli. Persino una ac-curata verifica in laboratorio non ci rac-conterebbe di come un violino, una chi-tarra o un’orchestra viene restituita. Unprimo vantaggio nell’avere a che farecon un diffusore compatto dal peso dicirca sette chilogrammi è il fatto di po-terlo portare a casa e spupazzarlo comesi vuole in diverse situazioni d’ascolto. LeEncore sono state fatte accomodare suuna coppia di stand di solida costruzionealti circa un metro, collocazione classicaper un sistema da stand in un ambientedi una quindicina di metri quadri. Più rac-colta e quasi potrei dire “intima” l’arditasistemazione in scrivania, un solido pez-zo di mobilio dalle dimensioni ministe-riali che è servito perfettamente a dare ilsenso del monitor da studio e ascolto incampo vicino. Se l’idea era quella di rea-lizzare una sorgente puntiforme in gradodi focalizzare con cura un’immagine am-pia ed articolata, possiamo dire senza ri-serve che il risultato appare raggiunto.La coerenza è quella tipica dei miglioritra i sistemi compatti, in una sorgente ingrado di estrapolare bene le informazio-ni ambientali presenti nelle migliori inci-sioni. L’ascolto di alcuni brani di pia-noforte indica un fluire scorrevole e na-turale tra le porzioni della banda audioaffidata alle due vie, in una ricostruzionepuntuale del senso espressivo dell’ese-cuzione che si offre attraverso la garbatatrasparenza della gamma media consi-derata in senso ampio. Il livello sonorocomplessivo può essere discretamenteelevato in base alla potenza dell’amplifi-cazione disponibile. Qui con pre e finaleAM Audio non abbiamo problemi in talsenso e riusciamo a spremere con deci-sione il piccolo woofer con le energicheincisioni pianistiche firmate recentemen-te da Baglini in casa Decca. I gruppi stru-mentali barocchi trovano buona linfa

paiono pronti. Anche con le più vivaciformazioni jazz è possibile usufruire di unlivello sonoro coinvolgente e più cheadeguato. Non vi stupirà la citazione del-l’ascolto di una storica incisione Deccache trova Bernstein e la Filarmonica diVienna impegnati con Mozart. Qui si di-mostra la correttezza di fondo nella resagarbata ed attendibile del corpo stru-mentale viennese, mentre il solista appa-re da parte sua ben collocato in una sce-na dai contorni solidi. La capacità di rico-struire un’immagine coerente emergeanche nella resa potente del violino diLakathos (DG) reso nella giusta dimen-sione. Alto e ben centrato, il violino haun tessuto armonico ricco, il fraseggiolimpido, la prima ottava consistente inquel modo realistico di cui ci si rendeconto quando ascoltiamo il vero stru-mento a pochi passi. Se un disco suona-va bene 40 anni fa, è il caso che suoni be-ne anche oggi? Direi proprio di sì con ilbluegrass acustico di “Confederation”della Sheffield (un raro LP in incisione di-retta che qui ascolto con l’ausilio dell’ac-coppiata EAT/Ortofon), con le sue vocivecchia America e soprattutto un tappe-to strumentale in cui banjo e chitarra go-dono di una trasparenza e naturalezzaancora oggi inedita.Interessante dunque l’impostazionescenica ed il senso di ariosità, dimostra-to ancora una volta dalla Sonata diCzerny per corno e pianoforte. Difficileaccoppiata questa e qui il corno di Bau-mann (una splendida incisione Philips)può evidenziare risonanze spurie e qual-sivoglia difetto nell’interazione tra i di-versi driver. Richiede una insospettabiletenuta in potenza in gamma media e viassicuro che si tratta di un passaggio cheseguiamo sempre con una certa appren-sione. Tutto è risolto con senso di eroicaprestanza, alla larga da code sonore eda vizi di forma e di sostanza, a dimostra-re la solidità costruttiva di questo siste-ma compatto di lusso.

Marco Cicogna

Ecco uno degli “accordatori” Harmonix,posti in punti chiave del mobile.

I morsetti di intresso sono alquanto distanti tra loro.

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