Emmaus contiene i. p. settimanale d’opinione 11 GMM2012.pdf · 2012. 1. 13. · Creato: i Padri...

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di Alberto Forconi* «E ro straniero e mi avete accol- to»: è l’affermazione del Van- gelo più chiara ed esigente che mi risuona dentro l’ani- mo ogni volta che sento la parola «emigrante» o «straniero». In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Ri- fugiato del prossimo 15 gennaio tale afferma- zione evangelica diventa quanto mai attuale e graffiante per me e anche per tutta la comuni- tà diocesana. Quest’anno, poi, gli avvenimenti nazionali (veri e propri «segni dei tempi») ce lo hanno detto e ridetto in continuazione: pen- siamo alle guerre e rivoluzioni del Nord Africa, agli sbarchi di Lampedusa, all’uccisione dei se- negalesi a Firenze, ai film «Terraferma» e «Vil- laggio di cartone»... Se tutto ciò non bastasse, c’è anche un significativo Messaggio annuale che il Papa diffonde ogni anno in questa circo- stanza. Benedetto XVI dice che l’attuale movi- mento migratorio è un’occasione per una «nuo- va evangelizzazione», per rivedere la nostra fede e per trasmetterla a chi ci viene incontro, proprio com’è successo a Gerusalemme quan- do sono arrivati i Magi: questi avevano visto la stella ed erano partiti incontro al nuovo Re dei Giudei, mentre Erode e i sacerdoti non si erano degnati di muovere un solo passo. È un fatto evangelico di cui abbiamo sentito parlare pro- prio in questi giorni e vale la pena fare un se- rio esame di coscienza: quale tipo di accoglien- za stiamo portando avanti come singole perso- ne, come famiglia, come parrocchia, come Dio- cesi? Prima di inutili “piagnistei” su tale argo- mento, è bene dare uno sguardo a qualche ini- ziativa positiva che possiamo trovare nella no- stra Diocesi. Pensiamo al Centro di Ascolto del- la Caritas di Rampa Zara, a Macerata: sta svol- gendo da anni un’opera insostituibile di acco- glienza che va dall’alimentazione all’assisten- za legale, come anche al sostegno economico. Tra le tante iniziative non manca una scuola di lingua italiana con una partecipazione notevo- le di alunni adulti. Altro esempio è il Patronato Acli, che offre assistenza e collabora nella ri- cerca di lavoro, soprattutto per le badanti. La Diocesi, inoltre, ha accolto due sacerdoti «Fidei Donum», provenienti dall’India e dalla Nigeria, per l’assistenza alle due ampie comunità catto- liche presenti fra noi. Anche la chiesa della Pie- tà, in via dei Velini a Macerata, è stata resa fruibile per le celebrazioni degli ortodossi ru- meni e per gli anglicani della Nigeria. Il Centro missionario ha poi messo a disposizione da ol- tre dieci anni il locale di Piaggia della Torre a Macerata per il riciclaggio di indumenti, scar- pe, giocattoli e utensili. Non va infine dimenti- cato che la Caritas parrocchiale di Santa Croce da 18 anni sta accogliendo bambini sordomuti provenienti dalla Bielorussia e svolge numero- se iniziative di vicinanza ai fedeli stranieri. Tan- ti piccoli segni - e molti altri si scorgono dai Co- muni della Diocesi - che tutti possiamo toccare con mano. Non resta che domandarci: «Io, qua- le accoglienza sto realizzando in concreto per dire: “Ero straniero e mi avete accolto”»? *Direttore dell’Ufficio per la Cooperazione missionaria tra le Chiese e Migrantes Gli eventi politici nel nostro Paese si sono succeduti a rit- mo vertiginoso ed è ormai noto a tutti che l’anno appe- na iniziato sarà caratterizzato da duri sacrifici e vinco- lante sobrietà. Che la percezione dello spessore della cri- si fosse ben presente nella coscienza dei cattolici lo... > segue a pagina 9 La Giornata del Migrante e del Rifugiato interpella tutti noi di Lorenzo Lattanzi Con la complicità dello switch off del segnale analogico e il passaggio al digitale terrestre, tutti, volenti o nolenti, abbia- mo dovuto aggiornare il nostro rapporto con la tecnologia. E così il decoder ha fatto irruzione in ogni casa: uno stuolo di nuovi canali tematici assedia le vecchie reti generaliste. La trasmissione «push», che spinge i contenuti verso gli utenti, verrà definitivamente rimpiazzata dalla moderna fi- losofia «pull» diffusa da internet: sarà l’utente a decidere ciò che gli interessa e ad “estrarlo” a piacimento dai media. Comprendere come queste novità incidano sul nostro mo- do di pensare e di agire non è semplice, ma doveroso. Si... > segue a pagina 9 di Piergiorgio Grassi \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ Quei «segni» di accoglienza da custodire Liberi come pesci… nella “rete” Il rischio della deriva conformista delle nuove tecnologie settimanale d’opinione Un nuovo impegno per i cattolici italiani Territorio: testimone della nostra storia reportage comunità Cena di Solidarietà: insieme per Bathore 17 11 ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................... anno XXVII n° 2 \\ 14 gennaio 2012 \\ 1 euro Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2 comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Macerata.In caso di mancato recapito, il mittente chiede la restituzione e si impegna a pagare la tassa dovuta Emmaus via Cincinelli 4 62100 Macerata contiene i. p.

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  • di Alberto Forconi*

    «Ero straniero e mi avete accol-to»: è l’affermazione del Van-gelo più chiara ed esigenteche mi risuona dentro l’ani-mo ogni volta che sento la

    parola «emigrante» o «straniero». In occasionedella Giornata Mondiale del Migrante e del Ri-fugiato del prossimo 15 gennaio tale afferma-zione evangelica diventa quanto mai attuale egraffiante per me e anche per tutta la comuni-tà diocesana. Quest’anno, poi, gli avvenimentinazionali (veri e propri «segni dei tempi») celo hanno detto e ridetto in continuazione: pen-siamo alle guerre e rivoluzioni del Nord Africa,agli sbarchi di Lampedusa, all’uccisione dei se-negalesi a Firenze, ai film «Terraferma» e «Vil-laggio di cartone»... Se tutto ciò non bastasse,c’è anche un significativo Messaggio annuale

    che il Papa diffonde ogni anno in questa circo-stanza. Benedetto XVI dice che l’attuale movi-mento migratorio è un’occasione per una «nuo-va evangelizzazione», per rivedere la nostrafede e per trasmetterla a chi ci viene incontro,proprio com’è successo a Gerusalemme quan-do sono arrivati i Magi: questi avevano visto lastella ed erano partiti incontro al nuovo Re deiGiudei, mentre Erode e i sacerdoti non si erano

    degnati di muovere un solo passo. È un fattoevangelico di cui abbiamo sentito parlare pro-prio in questi giorni e vale la pena fare un se-rio esame di coscienza: quale tipo di accoglien-za stiamo portando avanti come singole perso-ne, come famiglia, come parrocchia, come Dio-cesi? Prima di inutili “piagnistei” su tale argo-mento, è bene dare uno sguardo a qualche ini-

    ziativa positiva che possiamo trovare nella no-stra Diocesi. Pensiamo al Centro di Ascolto del-la Caritas di Rampa Zara, a Macerata: sta svol-gendo da anni un’opera insostituibile di acco-glienza che va dall’alimentazione all’assisten-za legale, come anche al sostegno economico.Tra le tante iniziative non manca una scuola dilingua italiana con una partecipazione notevo-le di alunni adulti. Altro esempio è il Patronato

    Acli, che offre assistenza e collabora nella ri-cerca di lavoro, soprattutto per le badanti. LaDiocesi, inoltre, ha accolto due sacerdoti «FideiDonum», provenienti dall’India e dalla Nigeria,per l’assistenza alle due ampie comunità catto-liche presenti fra noi. Anche la chiesa della Pie-tà, in via dei Velini a Macerata, è stata resafruibile per le celebrazioni degli ortodossi ru-

    meni e per gli anglicani della Nigeria. Il Centromissionario ha poi messo a disposizione da ol-tre dieci anni il locale di Piaggia della Torre aMacerata per il riciclaggio di indumenti, scar-pe, giocattoli e utensili. Non va infine dimenti-cato che la Caritas parrocchiale di Santa Croceda 18 anni sta accogliendo bambini sordomutiprovenienti dalla Bielorussia e svolge numero-se iniziative di vicinanza ai fedeli stranieri. Tan-

    ti piccoli segni - e molti altri si scorgono dai Co-muni della Diocesi - che tutti possiamo toccarecon mano. Non resta che domandarci: «Io, qua-le accoglienza sto realizzando in concreto perdire: “Ero straniero e mi avete accolto”»?

    *Direttore dell’Ufficio per la Cooperazione missionaria

    tra le Chiese e Migrantes

    Gli eventi politici nel nostro Paese si sono succeduti a rit-mo vertiginoso ed è ormai noto a tutti che l’anno appe-na iniziato sarà caratterizzato da duri sacrifici e vinco-lante sobrietà. Che la percezione dello spessore della cri-si fosse ben presente nella coscienza dei cattolici lo...> segue a pagina 9

    La Giornata del Migrante e del Rifugiato interpella tutti noi

    di Lorenzo Lattanzi

    Con la complicità dello switch off del segnale analogico e ilpassaggio al digitale terrestre, tutti, volenti o nolenti, abbia-mo dovuto aggiornare il nostro rapporto con la tecnologia.E così il decoder ha fatto irruzione in ogni casa: uno stuolodi nuovi canali tematici assedia le vecchie reti generaliste.

    La trasmissione «push», che spinge i contenuti verso gliutenti, verrà definitivamente rimpiazzata dalla moderna fi-losofia «pull» diffusa da internet: sarà l’utente a decidereciò che gli interessa e ad “estrarlo” a piacimento dai media.Comprendere come queste novità incidano sul nostro mo-do di pensare e di agire non è semplice, ma doveroso. Si...> segue a pagina 9

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    Quei «segni» di accoglienza da custodire

    Liberi come pesci… nella “rete”Il rischio della deriva conformista delle nuove tecnologie

    settimanale d’opinione

    Un nuovo impegnoper i cattolici italiani

    Territorio: testimonedella nostra storia

    reportage

    comunitàCena di Solidarietà:insieme per Bathore

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    anno XXVII n° 2 \\ 14 gennaio 2012 \\ 1 euro Spedizione in abbonamentopostale 45% art. 2 comma 20/BLegge 662/96 - Filiale di

    Macerata.In caso di mancato

    recapito, il mittente chiede la

    restituzione e si impegna a

    pagare la tassa dovuta

    Emmaus via Cincinelli 462100 Macerata

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    di Marcello La Matina

    L’avvento della scienza ha certo contribui-to a migliorare la vita di molti. Tuttavia, èinnegabile che abbia cambiato il nostrorapporto con le cose. Chi dice che unacosa è provata “scientificamente” intendedire che quella cosa è conosciuta oggetti-vamente. Per lo scienziato, conoscere signi-fica sottrarre la sua soggettività al fascinodelle cose. L’uomo antico, che viveva nel-l’incanto originario del mondo, vedeva nel-le cose la firma di un dio. Anche l’uomomedievale contemplava le cose come leg-gesse il gran libro della Natura scritto daldito di Dio. Ma la stampa di Gutenbergprima, e l’industrializzazione poi, produs-sero un mutamento nel rapporto fra il sog-getto conoscente e l’oggetto conosciuto. Ilrapporto dell’uomo con le cose si spezzò enacque il mondo contemporaneo. L’econo-mia politica non vede più nel lavoro l’ori-ginaria familiarità del soggetto col mondocreato. Di fatto essa non teorizza il lavorocome relazione, ma come articolazione edivisione: fra maschio e femmina, fra mez-zi e fini, fra padroni e operai, e così via. Ilgiovane Karl Marx scriveva che «il lavoro èesterno all’operaio, cioè non appartiene alsuo essere (…), perciò l’operaio solo fuoridel lavoro si sente presso di sé; e si sentefuori di sé nel lavoro». L’iniziale familiaritàcon le cose viene rovesciata in estraneità eil processo di produzione diventa una cate-na di gesti senza significato. Oggi, il mon-do scristianizzato non tiene conto della ini-ziale familiarità che l’uomo e le cose con-dividono in quanto creature di Dio. CarlSchmitt ha sostenuto che i concetti dellapolitica non sono che concetti teologicisecolarizzati. Così a noi pare anche dellacontrapposizione degli «Scritti giovanili» di Marx, dove l’«Essere» è contrapposto al «Fare». Essa, infatti, ripresenta in formacaricaturale la distinzione degli antichi fra«theologia» e «oikonomia», ovvero tra ildiscorso su «ciò che Dio è» e il discorso su «ciò che Dio fa». Si direbbe che l’econo-

    mia politica del giovane Marx cerchi di se-parare nell’uomo ciò che in Dio si trovaunito. Ma essa non può riuscirvi se nonoccultando l’immagine del mondo comeCreato e dell’uomo come sacerdote, custo-de del Creato e immagine del Dio creatore.Nella concezione marxiana le cose nonsono il mio mondo; sono oggetti inerti, coiquali non ho relazione, ma su cui esercitoun dominio muscolare o mentale. Nessunarelazione («schesis») vi è implicita e nes-suna familiarità («oikeiòtes») vi è rivelata.Eppure il Cristianesimo è il custode di unavisione liturgica del lavoro. Esso richiamail lavoratore a riconoscere la soggettivitàimplicita nella materia convocata, legno,pietra o altra materia. Questa soggettività è un principio di razionalità iscritto nelCreato: i Padri della Chiesa lo chiamaronoil «lógos delle cose». Lavorare in questosenso “relazionale” è conoscere le cosesenza però violarne la natura. Lo stile cri-stiano del lavoro sta nel farsi conoscenzache rivela «la capacità dello stesso mate-riale a “diventare lógos”». L’operaio cherispetta il «lógos delle cose» assomigliaallo scultore che, nel tagliarla, rispetti ognivenatura della pietra. Il soggetto apparequi in ascolto della materia convocata. Illavoro in senso relazionale non consumale cose né le assoggetta, ma le convoca. Agenerare tale atteggiamento è la persuasioneche l’unità creaturale del «kosmos» custo-disca l’immagine del creatore. Il rispetto -scrisse una volta Jean Daniélou - non hasenso se non come rispetto della persona.Se il mondo è il luogo della presenza diDio, allora il lavoro umano non è assogget-tamento dell’esistente, bensì partecipazio-ne ad una liturgia cosmica che cambia lastoria perché rivela l’immagine di Dio làdove essa può essere colta. «Di chi è l’im-magine sulla moneta?», chiese una voltaGesù. «Di chi è l’immagine che ora colgoin me e nel mondo?», dovremmo chiedercinoi oggi. Non è molto, ma servirebbe a re-stituire alla domanda di lavoro dei giovanitutto il senso di una domanda sul lavoro.

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    inchiesta\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

    Lavoro e uomo: quale rapporto?

    Relazione o divisione con la persona?

    la riflessione

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    Italiani soddisfatti... se occupati

    la ricerca

    Alla voce «soddisfazione», il De Mauro ci indi-ca uno «specifico appagamento dei desideri,mutevoli e molteplici, della propria vita». Maquali condizioni e quali aspetti condizionanoquesto stato dell’essere al di là delle possibilidefinizioni? È il lavoro, com’era immaginabile,la prima “preoccupazione” delle famiglie: ed èlo stesso a porsi come problematica incidentenel quadro tracciato nel 2011 dall’Istat. «La sod-disfazione dei cittadini per le condizioni di vi-ta», questo uno dei temi di riferimento dell’in-dagine Multiscopo denominata «Aspetti dellavita quotidiana», mostra una panoramica in-certa, ma forse meno pessimistica di quanto sipotesse immaginare, del «benessere soggetti-vo». Alla domanda: «Attualmente quanto siritiene soddisfatto della sua vita nel suo com-plesso?», potendo indicare un voto da 0 a 10,la maggior parte della popolazione sopra i 14anni ha infatti fornito una risposta compresatra il 7 e l’8 (51,8%), mentre il 7,6% ha indicatola soddisfazione massima. Sono il 50,9% deltotale le famiglie che hanno giudicato la pro-pria situazione economica sostanzialmenteinvariata rispetto all’anno precedente, mentreuna quota consistente di nuclei (43,7%) ha

    continuato a dichiarare un sensibile peggiora-mento della propria situazione economica. Chiè occupato (sembra banale ribadirlo, anche senon vi è una forbice così ampia) risulta esserepiù soddisfatto di chi è alla ricerca di occupa-zione (7,3 contro 6,6) e, tra questi, dirigenti,imprenditori e liberi professionisti si sono di-chiarati più appagati degli operai (7,5 contro7,2). Il 76,9% degli occupati si è espresso, inol-tre, come «molto» o «abbastanza» soddisfatto(le donne sono leggermente più soddisfatti de-gli uomini, 77,8% contro 76,3%) a differenzadei cittadini che riferiscono di essere «per nul-la» soddisfatti attestatisi intorno al 3,2%. A li-vello territoriale, è emerso un graduale aumen-to dell’insoddisfazione passando dal Nord alSud: gli occupati “molto” soddisfatti sono sta-ti, infatti, il 16,3% nel Settentrione, il 15,1% alCentro e il 12,1% nel Mezzogiorno. La quota dioccupati “abbastanza” soddisfatti del propriolavoro non ha altresì presentato rilevanti va-riazioni territoriali, mentre la maggiore diffu-sione della soddisfazione per il lavoro tra ledonne rispetto agli uomini si è riscontrato so-prattutto nel Nord e nel Meridione.

    Andrea Mozzoni

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    punto di vista\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

    le prospettive.............................................................................................................................................................................................................................................................................

    di Marco Ferracuti*

    Il 2011 è stato il terzo anno consecutivo di unacrisi grave e profonda per l’occupazione nelmaceratese. Dal 2008 ad oggi quasi 9.000persone hanno perso il lavoro e sono statiiscritti nelle liste di mobilità. Il 70% di essinon ha alcuna indennità che sostituisca laretribuzione. Altre migliaia di lavoratori sonoin cassa integrazione e vivono una situazionedi incertezza: se le aziende presso cui sonoimpiegati non si riprenderanno, anch’essi sci-voleranno fuori dal mercato del lavoro. Altrotasto dolente è quello delle assunzioni, chedallo scorso anno sono aumentate del 4%circa. Un’analisi approfondita dei dati dimo-stra che è inopportuno essere ottimisti. Menodel 10% delle nuove assunzioni avvengonocon contratto di lavoro a tempo indetermina-to. Quasi la metà di esse è a termine. Aumen-ta il ricorso al lavoro intermittente, alle colla-borazioni a progetto, al lavoro domestico equello “somministrato” dalle agenzie interina-

    li. Forme contrattuali che danno vita a rappor-ti di lavoro mal pagati e privi di prospettive distabilità e di crescita. Alle forme tradizionalidi precarietà si affiancano fenomeni nuovi,dai quali nasce un mercato del lavoro paralle-lo ancora più oscuro e precario. Non mi riferi-sco ai rapporti di lavoro dipendente masche-rati da lavoro autonomo - le cosiddette “finte”partite Iva -, ma al lavoro accessorio o occa-sionale, retribuito attraverso l’acquisto dibuoni lavoro (voucher) del valore di 10 euro.Uno strumento pensato per incentivare laregolarizzazione delle attività di lavoro saltua-rio o per integrare le indennità di chi percepi-sce ammortizzatori sociali. I dati fornitidall’Inps rispetto ai primi 10 mesi del 2011 ciparlano di una proliferazione dei vouchervenduti nella regione Marche (380.811) e inparticolare nella provincia di Macerata(120.217). Un numero spropositato che fa sor-gere il sospetto di un utilizzo improprio dellostrumento, che agevolmente si presta permascherare rapporti di lavoro completamente

    “in nero”. Basta un voucher da 10 euro intasca per essere in regola ad un’eventualeispezione. Sono fenomeni che vanno stroncatisul nascere evitando di «gettare il bambinocon l’acqua sporca». Una situazione nel com-plesso difficile e aspra. Dobbiamo evitare cheil sistema produttivo rinunci a percorsi virtuo-si, avvitandosi su se stesso e cedendo allatentazione di concentrarsi esclusivamentesulla riduzione del costo del lavoro: sarebbeuna competizione persa sul nascere. La verasfida è produrre beni di qualità e imparare a

    venderli sui mercati mondiali, presso i qualile nostre imprese devono riposizionarsi conun’identità più forte e precisa, sviluppandomarketing e reti commerciali più efficienti.Ognuno di noi deve fare la propria parte. Lostrumento da cui ripartire è il Tavolo di con-certazione che il Presidente della Provincia si èimpegnato a far partire nei prossimi giorni eche dovrà decidere tempestivamente le priori-tà da affrontare per rilanciare l’economia e illavoro in tutta la provincia di Macerata.

    *Segretario generale Cisl Macerata

    Trovare nuovi percorsi virtuosi

    «Il futuro? Puntare sull’artigianato»l’approfondimento

    a cura di Fabio Salvi

    Lavoro e persona: un binomio che sembra aver perso isuoi connotati tradizionali per divenire piuttosto un rap-porto complesso e ricco di problematiche. Fino a pochidecenni fa la scelta della propria attività lavorativa erauna questione “vocazionale” e “generazionale”, mentrenella società attuale sembra essere sempre più dettatada valutazioni di profitto in contrasto con un mercatodel lavoro ormai asfittico che frustra le aspirazioni inparticolare dei giovani. Eppure c’è un settore, l’artigia-nato, che non aspetta altro che “mani” giuste e volente-rose per riacquisire il suo ruolo primario nel nostro ter-ritorio. Ne parliamo con Pacifico Berrè, funzionario diConfartigianto Imprese Macerata.

    Nella scelta del lavoro sempre meno giovani punta-no sui mestieri tradizionali, rinunciando spesso aproseguire le attività familiari e scansando a priorimolti lavori artigianali. Da questo punto di vista,quale quadro ci presenta il nostro territorio?Il fenomeno del passaggio generazionale nelle azienderiguarda il 44% delle imprese nelle Marche: quasi 27mi-la imprese, quindi, hanno affrontato o stanno affrontan-do. Le Marche, infatti, sono caratterizzate da un 90% diimprese a gestione familiare. Un’attività, dunque, perrimanere “viva” andrebbe passata ai figli, ma qui si in-seriscono due problemi. Il primo è che spesso molti gio-vani non sono interessati a proseguire il lavoro familia-re: ciò è dettato da un’errata convinzione secondo laquale i mestieri artiginali siano peggiori di quelli im-piegatizi o comunque “intellettuali”. Un preconcetto

    culturale che, come dimostrano alcuni studiosi, è total-mente fuorviante, poiché il lavoro manuale dona moltasoddisfazione e felicità alla persona. Va poi sottolineatoche è proprio il settore dell’artigianato ad aver più biso-gno di manodopera. Il secondo problema che si presen-ta al momento del passaggio generazionale è che rara-mente i giovani hanno la formazione necessaria per ri-levare e proseguire l’attività dell’impresa familiare.

    Proprio a questo proposito curate un progetto de-nominato «Domani»: in cosa consiste?Come Confartigianato Imprese cerchiamo di essere vici-ni a coloro che intendono proseguire un’impresa fami-liare o anche conoscere come si fa ad avviarne una nuo-va. Il progetto «Domani», partito nel 2006, ha incontra-to oltre 2000 ragazzi (soprattutto nella fascia d’età 18-35e fino ai 40 anni) e cura tre passaggi: formazione, tuto-raggio e accompagnamento. Si inizia dunque con unaparte teorica, perché imprenditori non si nasce, ma sidiventa... Pertanto, parliamo di aspetti tecnici (come lanascita del progetto imprenditoriale, lo studio di merca-to, le previsioni finanziarie, i finanziamenti), ma anchedi quelli “umani”, come la necessità di coltivare unaforte passione per l’attività che si svolge e il non perde-re la voglia di imparare, di ascoltare, di comunicare. Poi,a chi ne fa richiesta, affidiamo un tutor che accompagnae segue l’interessato nelle scelte più importanti che sifanno nel primo periodo di attività dell’impresa. Insom-ma, un aiuto per attraversare tutte le fasi della nascita edella crescita imprenditoriale. Per informazioni visitareil sito www.macerata.confartigianato.it o inviare unamail a: [email protected].

    Marco, 40 anni, perito industriale: il suo lavoro nell’ambito della Sovrinten-denza alle Antichità consiste essenzialmente nello stilare relazioni al com-puter. Anna, la figlia quattordicenne, evidenzia chiari sintomi d’anoressiamentale; il terapeuta familiare rileva la necessità di una presenza maggioredel padre in famiglia. Marco chiede e ottiene di svolgere il suo lavoro a casa.Giuliana: sua madre, anziana e malata di Alzheimer, richiede attenzioni chenon si conciliano con i suoi impegni lavorativi; Giuliana riorganizza la suaattività in modo da svolgerla in gran parte on line. Liliana, mamma di An-drea, neonato di pochi mesi, vuole godersi la sua maternità e s’inventa unlavoro remunerato che la diverte: wedding planner on line. Mario, 53 anni,lavorava invece in una ditta che confezionava abbigliamento per donna: laditta ha chiuso e lui ha ideato un metodo che gli permette di proporsi comesarto on line. Vanessa, 58 anni, vedova, senza figli, ha appena perso i geni-tori: li ha assistiti per anni nella loro invalidità e da tempo non frequenta piùi vecchi amici, la solitudine e la precarietà economica la stanno precipitandoin una brutta depressione, apre un blog di ricette e poesie, trova nuovi amicie inaugura un corso di cucina via internet. Pochi esempi di vite umane tra-sformate dalla rete, esempi che oggi sono però sempre più numerosi. Par-liamo di «telelavoratori», persone che svolgono il loro lavoro da casa conottimi risultati, stando ai commenti dell’Unione Europea. Esperimenti dilavoro a distanza si stanno facendo nelle Amministrazioni comunali e pro-vinciali e nelle grandi aziende. Molti gli argomenti a favore: niente più spo-stamenti quotidiani nel traffico (terribile l’intasamento di Corso Cavour aMacerata alle 8 di mattina...), orari per lo più compatibili con i ritmi biologicipeculiari di ognuno, presenza in famiglia, superamento di handicap motori,diminuzione di assenteismo, possibilità di potenziare capacità e inventiva.Qualche obiezione: anzitutto, il lavoratore a distanza è a rischio isolamento,le relazioni sociali create dalla condivisione del luogo di lavoro vengono amancare. I collegamenti in videoconferenza previsti da certe organizzazioninon eliminano questo importante inconveniente, una pluralità di rapportipersonali faccia a faccia rimane una ricchezza d’esperienza umana insosti-tuibile. Un’altra difficoltà affrontata da chi svolge la sua attività online è quel-la di darsi un’autodisciplina sull’orario, di separare il lavoro dalla vita priva-ta: paradossalmente - soprattutto nel caso di gestione totale d’imprese priva-te - c’è il pericolo di essere risucchiati dal «telelavoro», di diventarne dipen-denti tanto da lasciare che invada totalmente il nostro tempo e i nostri inte-ressi, con conseguente grave penalizzazione delle relazioni familiari e so-ciali. Per quanto riguarda le donne, il discorso si complica: per loro il com-puter costituisce l’opportunità apparentemente ideale di conciliare lavoro edesigenze familiari, ma proprio per questo rischiano di sovraccaricarsi d’im-pegni fino all’esaurimento, fino a confinare l’attività produttiva remunerataalle ore notturne, quando coniuge, figli e anziani dormono. A conclusione diquesto rapido excursus possiamo affermare che internet e le nuove tecno-logie aprono innovative e crescenti opportunità, ma spesso al prezzo di vitepiù frenetiche in cui il tempo incalza e opprime. E allora l’importante è ac-corgersene, spegnere il computer e andare a passeggiare mano nella manocon chi ami per le mura, nella luce del tramonto.

    Rosalba Basile

    «Telelavoratori» tra casa e web

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    lo spunto

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    Responsabile area commercialeAdriano Bizzarri [email protected]

    Settimanale d’opinioneEdito da Emmaus Società Cooperativa a r.l.Proprietà Azione Cattolica Macerata

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    Chiuso in tipografia il 11\01\2012Tiratura: 5.500 copie

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    cronacaPotenziati e riorganizzati i servizi volontari per chi è in difficoltà

    Nel Borgo nasce un Centro di Ascolto Caritas

    «Puer natus est»: questo il titolo della rassegna pro-mossa dall’Arcom (Associazione Regionale Cori Mar-chigiani) in occasione di queste feste natalizie, con laCorale San Francesco che ha vissuto un ruolo di assolu-ta protagonista nell’ambito di questa iniziativa, graziealla partecipazione a diversi concerti in giro per le Mar-che. E in questa circostanza, il gruppo monteluponesesi è distinto per la particolarità di eseguire la totalitàdei brani “a cappella”, senza accompagnamento musi-cale, rendendo le esibizioni ancora più suggestive: unmodo per dare maggiormente l’idea di un canto vissu-to come preghiera, come effettivamente è stato semprenelle intenzioni del sodalizio, fin dalla sua costituzione.Prima tappa del tour è stata Altidona: qui la Coralemonteluponese, come sempre magistralmente guidatadal direttore M° Alessandra Gattari, ha interpretatodiversi brani all’interno della chiesa di Santa Maria eSan Ciriaco, affiancata dalla corale «Gino Serafini» diAltidona, diretta dal M° Valerio Marcantoni. Ormai tra-dizionale, poi, l’appuntamento di Santo Stefano con laRassegna di Corali di Natale, giunta alla sua dodicesi-ma edizione, che ha avuto luogo nella chiesa di SanFrancesco a Montelupone: qui la Corale San Francescoha fatto gli onori di casa, ospitando la Corale «Vocinsie-me» di Sant’Elpidio a Mare, diretta dal M° AntonellaMalvestiti, e la Corale «Jubilate» di Civitanova Marche,guidata dal M° Isabella Lupi. È del 7 gennaio scorso,inoltre, la partecipazione ad un altro concerto, che si èsvolto all’interno della chiesa di San Giovanni Battistaa Sant’Elpidio a Mare: all’evento hanno preso parteanche la Corale elpidiense «Vocinsieme» e la CoraleSanto Stefano di Potenza Picena, diretta dal M° DaniloTarquini. In tutte le occasioni, la Corale è stata accom-

    pagnata dai Piccoli Cantori, bambini e ragazzi che par-tecipano al Corso di Canto corale e che da tempo sipreparano per questi concerti sotto la guida di EsterStefoni, Paola Conflitti e del M° Alessandra Gattari. Aloro e a tutte le corali è andato ovunque un applausocalorosissimo e l’apprezzamento sincero del pubblico,a dimostrazione dell’alto livello raggiunto dai cantorimonteluponesi, tutti non professionisti ma uniti dallapassione per il canto e da un forte spirito di amicizia.Da segnalare, infine, un’altra esperienza molto signifi-cativa per la Corale San Francesco: il 6 gennaio, in oc-casione della Festa dell’Epifania, il gruppo ha avuto lafortuna di animare la Santa Messa del pomeriggio pres-so la Basilica di San Nicola di Tolentino, accompagnan-do così l’arrivo dei Magi insieme all’organista M° An-drea Monaldo Carradori, maestro di Cappella della Ba-silica tolentinate. Per tutti è stata un’altra di quelle oc-casioni che rimarranno impresse nel cuore, sia perl’emozione di poter cantare in Basilica, sia per la splen-dida accoglienza riservata dai frati agostiniani.

    m. s.

    I successi della Corale San Francesco

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    di Piero Paoletti

    Cingoli - 14 gennaioUn omaggio a Mia MartiniSabato 14 gennaio, alle ore 21.15, il Teatro Far-nese di Cingoli ospiterà lo spettacolo-concertodal titolo «Quando la danza incontra la musi-ca», dedicato alla memoria e al ricco reperto-rio della grande interprete vocale Mia Martini.Un’occasione per rendere omaggio alla grandeartista scomparsa nel 1995, ricordandola attra-verso alcuni dei suoi straordinari successi chel’hanno resa una stella tra le cantanti italiane.La musica sarà accompagnata dalla presenzadi luci, colori e da uno speciale corpo di ballo.L’ingresso è gratuito. Per informazioni è possi-bile contattare l’Ufficio Turismo di Cingoli alal numero 0733 601913 o inviare una mailall’indirizzo: [email protected]

    Porto Recanati - 15 gennaioUna festa per la famigliaL’Associazione Salesiani Cooperatori Centrolocale «Giuseppe Panetti» di Porto Recanatiorganizza per domenica 15 gennaio la «Festadella Famiglia», appuntamento che si ripetecon successo da diversi anni. Il programmaprevede alle ore 18 la celebrazione dell’Euca-restia, cui seguirà alle 20 una cena condivisapresso l’oratorio. Collegato alla festa sarà poianche l’incontro organizzato per domenica 22gennaio presso la palestra Diaz di Porto Reca-nati sul tema: «Rapporto scuola-famiglia». Perinformazioni su entrambi gli eventi è possibilecontattare il numero: 327 8764298.

    Macerata - 21 gennaioScuola aperta ai SalesianiIn previsione delle iscrizioni al prossimo annoscolastico, la Scuola paritaria dell’Istituto Sale-siano Don Bosco di Macerata sarà aperta allefamiglie sabato 21 gennaio (dalle ore 15 alle 19)e domenica 22 (dalle ore 10 alle 12.30): un’oc-casione per conoscere le opportunità educati-ve e formative offerte dall’Istituto ai giovani.

    notizie del giorno\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

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    di Matteo Scarabotti

    In questi tempi di difficoltà economica diffu-sa, il servizio dei centri Caritas sta diventan-do sempre più prezioso per venire incontroai bisogni di chi vive situazioni di disagio:per questo motivo il centro Caritas montelu-ponese sta riorganizzando e potenziando ipropri servizi, grazie anche all’apporto dinuovi volontari e alla collaborazione unita-ria delle due parrocchie cittadine, quelladedicata ai SS. Pietro e Paolo e quella di SanFirmano. La novità più importante è la costi-tuzione del Centro di Ascolto, che nasce conl’obiettivo di accogliere le persone che mani-festano la necessità di un sostegno, ascoltan-done le esigenze, conoscendo da vicino lasituazione che stanno vivendo e mettendoin atto tutti i mezzi di solidarietà necessariper fornire aiuto. Diversi volontari operanoin questo Centro di Ascolto per affiancare lepersone che vi si rivolgono nelle varie neces-sità, non soltanto materiali, che stanno in-contrando: è possibile prendere un appunta-mento rivolgendosi al numero 327 1745449.In questi ultimi tempi, come spiegano i vo-lontari del gruppo, ai tanti stranieri che datempo fanno riferimento al centro per un

    appoggio, si sono aggiunte molte famiglie diitaliani duramente colpite dalla crisi, che fa-ticano ad arrivare a fine mese: nel 2011 sonostate oltre un centinaio le persone che si so-no rivolte regolarmente alla Caritas montelu-ponese, e sicuramente molte altre, pur aven-done bisogno, non lo hanno fatto per unsenso di vergogna che spesso accompagnachi è nel bisogno. A loro va l’invito a nontemere, visto che la Caritas tutela la riserva-tezza di ciascuno e vuole proprio essere unpunto di riferimento per chi è in difficoltà,con la massima discrezione per tutti. Il cen-tro Caritas di Montelupone, dunque, fornisceaiuto attraverso la distribuzione di viveri eindumenti, ma anche cercando di trovareuna soluzione ai tanti problemi che attana-gliano le famiglie del paese, in primis quellodel lavoro, cercando nei limiti del possibiledi fare da tramite tra chi cerca un’occupazio-ne e chi ha bisogno di determinate figureprofessionali. Inoltre, tra i vari servizi delgruppo non va dimenticato il corso di italia-no per stranieri, tenuto da tre insegnantivolontarie, che si svolge settimanalmentepresso l’Oratorio San Francesco, così comemerita di essere sottolineato il servizio dicompagnia offerto agli anziani soli e infer-

    mi: durante le feste natalizie sono stati visi-tati circa cinquanta anziani che hanno pro-blemi di salute, sono costretti a letto o sonorimasti soli, e a tutti è stato offerto in donoun panettone, grazie anche alla collabora-zione di alcuni ragazzi del catechismo chehanno accompagnato le volontarie della Ca-ritas durante queste visite. Ora, un obiettivoprimario del gruppo è quello di sollecitaretutta la comunità ad esprimere la propriasolidarietà, portando a conoscenza i bisognidi una fascia importante della popolazionee portando avanti progetti di sensibilizzazio-ne, così come già avvenuto presso le scuolecittadine con la raccolta di diversi pacchi digeneri alimentari che sono ora in corso didistribuzione presso i nuclei familiari piùindigenti. Oltre a ciò, non saranno dimenti-cati anche diversi progetti di solidarietà in-ternazionale - in considerazione del fattoche in moltissime parti del mondo la situa-zione è estremamente più grave della nostra -e saranno organizzate pesche di beneficenzain occasione delle manifestazioni di maggio-re richiamo in paese. Un’attività di grandeimportanza, dunque, che ha ricevuto unforte impulso dal nuovo parroco, don Gian-franco Ercoletti, perché una comunità unitadeve affrontare le realtà più difficili con ilmassimo impegno per il bene di tutti. Ricor-diamo che la sede della Caritas, situata invicolo Finetti (dietro la chiesa Collegiata), èaperta il lunedì dalle 9 alle 11 per chi ha bi-sogno di aiuto, mentre il lunedì e il martedìdalle 18 alle 19 chi ne ha la possibilità puòconsegnare indumenti, mobili e oggetti diogni tipo in buono stato. Per ulteriori neces-sità ci si può rivolgere al parroco don Gian-franco Ercoletti, presso la casa parrocchiale,telefonando al numero 0733 226110 o chia-mando il 327 1745449.

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    \\\\\\\\ 14 gennaio 2012 \\ emmaus 2 \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ 5 \\\\\\\\\\\

    Chi ben comincia, si dice, è a me-tà dell’opera. Non poteva perciòiniziare in modo migliore il 2012dell’Avis Treia: da un lato, la cer-tezza dei numeri, i quali confer-mano anche per l’anno appenaconclusosi l’aumento in terminidi donazioni e donatori (in parti-colare tra gli under 35); dall’altro,l’impegno sociale dei volontari,già pronti alla prossima “sfida”rappresentata dalle celebrazionidei 50 anni dalla fondazionedella sezione locale. Ne è consa-pevole il presidente ValerianoLiberti, succeduto da pochi mesialla storica “guida” Carlo Biagiola(ora vice presidente); lo sanno lerappresentanze civili e, in parti-colare, la cittadinanza, che anchein quest’occasione non ha diser-tato il positivo bilancio delle atti-vità svolte. «Vorrei ringraziarequesta numerosa platea a nomedi tutti i nostri 700 donatori (cifraindicativa perché, ad oggi, sonopersino in numero maggiore) perquanto ci è stato possibile regi-strare nel 2011», ha affermato Li-

    berti aprendo i “lavori” dell’as-semblea. «Sono state infatti effet-tuate oltre 990 donazioni di san-gue intero, circa 300 di plasmafe-resi, 15 di plasmapiastrinoferesi e 11 di eritroplasmaferesi, per untotale di 1320 donazioni contro le1240 del 2010. La nostra speranza -ha sottolineato il nuovo presiden-te - è altresì riposta nei giovani,in un loro numero sempre mag-giore, in modo tale che tra la gio-ventù treiese si diffonda la ten-denza a condurre uno stile di vi-ta senza eccessi e, dunque, se-condo i dettami dell’essere intoto un donatore». La sezioneAvis di Treia conta infatti ben 120donatori sotto i 25 anni e, inoltre,circa 340 associati che non han-no ancora compiuto il 35° annodi età: ciò è frutto dell’intensolavoro svolto dall’ex presidenteBiagiola e che Liberti punta adaumentare anche in vista del 6maggio prossimo, data scelta perfesteggiare queste speciali “nozzed’oro” con i donatori d’ogni ge-nerazione del territorio. L’incon-

    tro ha vissuto, infine, momenti diestrema commozione, grazie allatestimonianza offerta da FlavioFalzetti, calciatore tornato in atti-vità dopo 35 cicli di chemiotera-pia e autore del volume autobio-grafico «Oltre il 90°». «Questa èla mia storia - ha dichiarato Fal-zetti, una lunga carriera alle spal-le con Gubbio, Camerino, Urbino,Monturanese, Taranto, Civitano-vese ed Elpidiense -, la storia diun ragazzo come tanti che non siè mai arreso contro la “Bestia”.Con questo libro voglio parlare dime, delle cose che ho fatto e diquelle che faccio. Ho scritto per-ché qualcuno possa leggere eprendere tutta la carica e la forzache mi sento e mi sono sempresentito dentro. Io sono FlavioFalzetti - ha continuato - e sonotornato a giocare a calcio dopo35 cicli di chemioterapia, anchese la mia “Champions League”, ilmio “Tourmalet”, la mia “Haka”,è stato solo un campionato Inter-regionale».

    Andrea Mozzoni

    L’Avis locale non conosce crisiAlessia Gismondi (oro), AllegraPaoloni (argento), Michele Mobbìli(bronzo) e Giulia Gatti (premio dellagiuria): è questo il podio di «TreiAca-demy», il “talent camp musicale”organizzato da Comune di Treia edEnte Disfida del Bracciale che si èconcluso lo scorso 6 gennaio conuna straordinaria partecipazione dipubblico. Tanti, tantissimi gli spetta-tori che si sono dovuti “accontenta-re” dell’ingresso e della piazzettadel teatro per assistere al concertoin cui i finalisti del concorso si so-no esibiti in live con gli «OxxxA».Quasi commosso di fronte all’entu-siasmo dei ragazzi e al calore delpubblico il sindaco di Treia, LuigiSantalucia: «Sono stati cinque gior-ni straordinari non solo per la qua-lità tecnica dell’iniziativa, ma ancheper la risposta che abbiamo avutosia in termini di partecipanti che dipubblico. Una risposta che ha avutouna ricaduta molto positiva anchesulle attività commerciali. La nostrasoddisfazione più grande? Il graziedei tanti genitori, specie di quelliche, anche da altre cittadine dellaprovincia, hanno accompagnato iloro ragazzi a fare questa bellissimaesperienza, unica nel suo genere».

    È unanime anche il coro dei com-menti che concorda sull’originalitàdi un’esperienza come «TreiAca-demy», un format di «empatiacomunicazione» in collaborazionecon «Just Production» - e che vor-rebbe che l’esperienza fosse ripetu-ta per dare la possibilità di parteci-pare ad un numero sempre maggio-re di ragazzi. Un coro che, complicel’entusiasmo quasi da stadio con cuiè stato accolto sul palco l’assessorealla Cultura Tullio Patassini, ha cosìstrappato una promessa all’ammini-stratore: «Abbiamo voluto puntaresu “TreiAcademy” per la sua valen-za in primo luogo culturale e socia-le - dice Patassini - e il clima di co-struttività che iscritti a concorso eseminari, ma anche appassionati e semplici curiosi, hanno respiratoin questi giorni ci hanno rafforzatonelle nostre convinzioni. “TreiaAca-demy” tornerà tra fine aprile e mag-gio per continuare il percorso con iragazzi che hanno partecipato a que-sta edizione e permettere ad altri di vivere questa “scuola di musica” che è, innanzitutto, scuola di vita».Appuntamento a presto, dunque. Intanto, video e reportage sarannodisponibili su: www.stagewith.us.

    «TreiAcademy»: vinconotalento ed entusiasmo

    In aumento le donazioni rispetto al 2010

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    Si è molto parlato dell’ultimo interventolegislativo sulle pensioni, interessando variaspetti come i requisiti di età e di contribu-zione, il modo di calcolare l’importo dellaprestazione pensionistica e la decorrenzadell’erogazione della stessa. Cerchiamo dichiarire i vari aspetti in modo da renderecomprensibile a tutti la normativa e le varienovità introdotte. È noto che la maggior par-te delle novità non sono favorevoli diretta-mente agli interessati. L’attuale normativanon fa altro che accelerare la precedenti ri-forme programmate ma mai realizzate. Inquesto numero parliamo della novità riguar-danti il modo di calcolare l’importo della

    pensione. Con decorrenza dal gennaio 2012è prevista l’estensione del metodo contribu-tivo per il calcolo dell’importo della pensio-ne anche ai lavoratori in possesso di almeno18 anni di contributi al 31 dicembre 1995: talisoggetti interessati fino ad oggi potevanobeneficiare del più vantaggioso calcolo dellapensione col sistema retributivo, basato sul-la media delle retribuzioni percepite negliultimi anni lavorativi e opportunamente ri-valutate. La norma attuale prevede che ilcalcolo contributivo sia applicato esclusiva-mente alle anzianità contributive maturate a

    decorrere dal 1° gennaio 2012, mentre perquelle maturate entro il 31 dicembre 2011viene mantenuto il calcolo col sistema retri-butivo. Il calcolo col sistema contributivolega l’importo della pensione all’ammontaredella contribuzione realmente versata nelcorso della vita lavorativa. La somma deicontributi versati e rivalutati ogni anno inrelazione alla variazione del Pil rappresentail capitale realizzato dal lavoratore e vienechiamato “montante individuale”. L’importodella pensione si ottiene applicando a talemontante un coefficiente di trasformazione

    in relazione all’età anagrafica maturata almomento del pensionamento. In conclusio-ne, dunque, il metodo contributivo oggi siapplica interamente ai lavoratori che hannoiniziato la attività a partire dal 1° gennaio1996 e in parte a coloro che alla data del 31dicembre 1995 avevano una anzianità contri-butiva inferiore a 18 anni. Praticamente perquesti ultimi c’è un sistema misto: retributi-vo fino al 31 dicembre 1995 e contributivoper le anzianità maturate dal 1996 in poi.Vista la complessità della questione, torne-remo più volte sull’argomento. Intanto, quisotto, iniziamo a parlare dei vari tipi di pen-sione e delle novità per ognuna di esse.

    A decorrere dal 1° gennaio 2012 e con rife-rimento ai diritti maturati dopo il 2011 lepensioni di vecchiaia, di vecchiaia antici-pata e di anzianità sono sostituite da duetipi di pensione: la pensione di vecchiaia ela pensione anticipata. Non sono più previ-ste le “finestre” per la riscossione rispettoalla data di maturazione del diritto. La fi-nestra è praticamente assorbita dal nuovorequisito anagrafico o retributivo, previstoper ottenere la prestazione. Chi ha matura-to i requisiti di età e di contribuzione peril diritto alla pensione di vecchiaia o di

    anzianità entro il 31 dicembre 2011 può ac-cedere al pensionamento secondo la prece-dente normativa e secondo le finestre pri-ma previste. Soffermiamoci ora a parlaredella pensione anticipata.Dopo l’abolizione della pensione di anzia-nità maturata secondo il sistema delle quo-te, è prevista solo la pensione anticipata.Dal 2012 per ottenerla sono necessari 42anni e un mese di contributi per gli uomi-ni e 41 anni e un mese per le donne. I re-

    quisiti subiranno un ulteriore incrementodi un mese nel 2013 e di un altro nel 2014.Dunque la pensione anticipata rappresental’unica modalità di uscita per chi non haancora raggiunto il requisito anagrafico.Nel caso di accesso alla pensione anticipa-ta a un’età inferiore a 62 anni, è previstacomunque una riduzione percentuale deltrattamento previdenziale. Tale riduzione èpari all’1% per ciascun anno mancante ai62, qualora si acceda al pensionamento a

    60 o 61 anni, e sale al 2% per chi accedeal pensionamento prima dei 60 anni. In-fine un’eccezione. Per chi è interamente nel sistema contributivo (lavoratori attivi dal gen-naio 1996) la pensione anticipata può essereconseguita anche all’età di 63 anni con alme-no 20 anni di contribuzione effettiva el’ammontare della prima rata di pensionedeve essere non inferiore a 2,8 volte l’im-porto mensile dell’assegno sociale.

    Per chiarimenti e consigli è possibile tele-fonare al numero 328 4557525.

    La pensione anticipata

    Le nuove pensioni

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    note di previdenza

    a cura di Valentino Gabrielli

    occhio alla regione\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

    La Regione Marche conferma la prima posizione nella classifica delle Regioni a statuto ordinarionella performance di realizzazione del Programma di Sviluppo Rurale. Con il 43% di spesa realiz-zata, le Marche precedono l’Emilia Romagna (39,8%) e la Lombardia (39,7%), ben al di sopra del-la media nazionale, che si attesta al 37,5%. Nel triennio 2009-2011 - posto che il Psr è stato appro-vato dalla Commissione Ue nel 2008 - è stato speso il 43% dell’intero budget assegnato. «Il dato -commenta il vice presidente e assessore all’Agricoltura, Paolo Petrini - è particolarmente impor-tante, perché presenta un settore pronto per affrontare al meglio il prossimo negoziato sulle pro-spettive finanziarie comunitarie e sulla riforma della Politica agricola comune. Il mondo ruralemarchigiano - continua l’Assessore - dimostra di saper utilizzare efficientemente le risorse finan-ziarie a disposizione. Un grande riconoscimento va, naturalmente, anche agli imprenditori agrico-li, che - conclude Petrini - evidenziano incoraggiante vitalità e dinamismo, anche in tempi di crisie recessione economica generale».

    Sviluppo rurale, le Marche si confermano al primato

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    di Giovanni Sbergamo

    Anno nuovo, tempo di calendari. Tanti ne sonogiunti nelle nostre case, di svariate fattezze, mi-sure e argomenti. Ci sono quelli dal contenutoreligioso, artistico, storico, culturale, scherzoso,in vernacolo, sportivo, e si potrebbe continuarea lungo. Tra questi, piace citarne uno dal titolo«Auguri 2012», realizzato dall’Avulss di Cingoliin collaborazione con gli studenti del Compren-sivo «Mestica», che hanno curato la parte grafi-co-pittorica. Un percorso che si snoda attraversoi dodici mesi dell’anno e in cui, giorno pergior-no, sono riportati i nomi di coloro che compionogli anni. Un’idea davvero originale nata con loscopo di ricordare di augurare buon complean-no agli amici, ai parenti, ai vicini e alle famiglie.

    «Quando ci si incontra tra le varie associazioniAvulss - afferma il presidente cingolano MarioLanari - ognuno presenta quello che ha fatto,che fa o farà: così si offrono e si scambiano idee,pareri e suggerimenti. Personalmente l’iniziati-va del calendario l’ho “rubata” a Pollenza, cheha concretizzato l’opera nel 2010. La proposta èpiaciuta a tutti e ha preso facilmente il largo».Insomma, se in un normale calendario si met-tono i nomi dei Santi, in quello di Cingoli ci sonoquelli degli abitanti! Battute a parte, positive so-no state le reazioni dei cingolani: dopo iniziali e timorosi commenti, tutti hanno compreso il si-gnificato che si voleva dare a questa iniziativa ehanno accettato in tanti, anzi in tantissimi: allafine le adesioni sono state ben 668! Una bellaimmagine panoramica di Cingoli è riportata inapertura; nelle ultime due pagine si presenta lastoria dell’Avulss locale con notizie e recapiti te-lefonici e infine la preghiera del volontario di p.Arnaldo Pangrazzi. Il 2012 sarà quindi vissuto aCingoli come una sorta di scambio augurale col-lettivo. Al mattino, dopo aver sbrigato le incom-benze classiche, prima di uscire di casa si potràbuttare un occhio al calendario e scoprire chequel giorno è il compleanno di... Così, se si in-contrerà il festeggiato di turno, tutti gli potrannofare gli auguri e la giornata proseguirà sotto i mi-gliori auspici. Divertente, semplice, genuino. In-somma, «buon compleanno a tutti i cingolani!».

    Nel calendario... è sempre festa

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    cronaca\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

    L’originale iniziativa dell’Avulss locale

    L’associazione Sant’Esuperan-zio ha recentemente rinnova-to il Consiglio direttivo duran-te le recenti votazioni svoltesipresso i locali della Collegiataomonima ove si conservano iresti del patrono di Cingoli. Inseguito gli eletti si sono riuni-ti - presente il parroco dellaConcattedrale, don Sergio Sal-vucci - per assegnare gli inca-richi. Alla presidenza è statoriconfermato Piergiorgio Lan-cioni; due i vice, nelle perso-ne di Gino Chiaraluce e Flo-riano Marchegiani. La segrete-ria è stata affidata nuovamen-te a Giovanni Sbergamo chesi avvale della collaborazionedi Michela Bartolucci e Miche-la Sbergamo, quest’ultimarevisore dei conti insieme aPier Giuseppe Alfei. AntonioEmiliani è il cassiere, mentreAnnamaria Ciattaglia è la re-sponsabile della Collegiata. Ildirettivo è già al lavoro per lapreparazione della festa reli-

    giosa di Sant’Esuperanzio,che quest’anno sarà celebratadomenica 22 gennaio e nonpiù nel giorno 24, come acca-de da decenni, per effetto del-la nuova Legge finanziariache ha abolito la festa patro-nale accorpandola alla dome-nica. Nel corso della Celebra-zione eucaristica la dirigenzaentrerà in vigore restando incarica fino al 2014. Le funzio-ni religiose si svolgeranno inCollegiata e avranno il seguen-te calendario: triduo di prepa-razione con Rosario e SantaMessa nei giorni 19, 20 e 21gennaio. Il 22 le Messe saran-no alle 10, alle 11.30 (presie-duta dal Vescovo diocesanomons. Claudio Giuliodori eanimata dalla Corale Polifo-nica Cingolana) e, nel pome-riggio, alle 16.30, officiata damons. Pio Pesaresi, vicariovescovile. Inoltre si procederàalla consegna di un primo ri-conoscimento agli studenti

    vincitori del concorso artisti-co-letterario «Premio Sant’Esu-peranzio». La premiazione av-verrà sabato 28 gennaio alleore 21.15 nella Sala «Verdi»del Palazzo municipale. Il te-ma di questa 13esima edizio-ne è stato «Alla scoperta delBalcone delle Marche», svi-luppato con la tecnica del di-segno. Il termine «scoperta»ha inteso guidare i ragazzi aduna conoscenza approfonditadella propria città (compresele frazioni), non soffermando-si solo sui monumenti piùnoti, ma cercando vie, angolie scorci caratteristici di cui ilBalcone è ricco. I lavori deglistudenti sono stati esaminatidalla commissione compostada Ivana Marchegiani, Euge-nio Morganti e Alessandro Pe-trini. Martedì 24 gennaio si ri-corderà comunque il Patronocon due Messe nella Collegia-ta alle ore 9 e alle 17.30.

    g. s.

    Si celebra il patrono Sant’Esuperanzio

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    Foto Giorgio Fabrizi

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    \\\\\\\\ 14 gennaio 2012 \\ emmaus 2 \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ 7 \\\\\\\\\\\

    di Simone Baroncia

    Mentre proseguono i lavori di restaurodel Teatro Vaccaj di Tolentino, distrut-to da un incendio nel luglio del 2008,continua la stagione teatrale ospitataal cine-teatro Don Bosco. Come spetta-colo fuori abbonamento domenica 15gennaio, alle ore 17, il «Teatro Empo-rio» presenterà «La magia di Aladin»,musical adatto a tutta la famiglia e ric-co di effetti speciali. I personaggi prin-cipali, Aladin e Jasmine, sono affian-cati da personaggi nati dalla fantasiadella regista Gabriella Verdinelli, che“contaminano” e arricchiscono la sce-na. Le suggestive scenografie ricreanoun’ambientazione orientale e gli origi-nali costumi (realizzati dalla compa-gnia) rievocano la magia dell’Oriente.Mercoledì 25 gennaio riprende inveceil cartellone stabilito con lo spettacolo«Brava!», commedia di Gino Landi,con Anna Mazzamauro, per la regia diTommaso Paolucci. Un omaggio, dun-que, al teatro italiano dai classici allarivista, dal varietà al musical e almondo del duo storico «Garinei &Giovannini». Come ben fa intuire iltitolo, lo spettacolo consacra la straor-dinaria Anna Mazzamauro in un ine-dito «one woman show». In attesa ditornare sul palco, in città ancora risuo-na il successo per la rappresentazionedel «Don Chisciotte» di Miguel de Cer-vantes, classico della letteratura pre-sentato per la stagione di prosa. Il fra-gile eroe moderno è stato reinterpreta-

    to in chiave contemporanea dal dram-maturgo napoletano Ruggero Cappuc-cio, attraverso un’indagine interioretesa a svelare il rapporto tra dolore ebellezza. Attraverso la satira e l’ironia,la pièce ha avuto come tema quellodella solitudine dell’uomo, emargina-to dalla società che lo respinge quoti-dianamente. Al noto attore Lello Are-na, che ha interpretato Sancho Panza,abbiamo rivolto alcune domande.

    Perché portare in scena questa rivi-sitazione del «Don Chisciotte»?Perché presentando questa bella e con-vincente rivisitazione sapevamo certa-mente di soddisfare il pubblico: quan-do infatti un classico di qualità vienerivisto in chiave contemporanea da unbravo autore moderno, emergono ideemeravigliose e originali che intercetta-no spesso il favore degli spettatori.

    Don Chisciotte, comunque, combat-te sempre per degli ideali. Qualesomiglianza con l’uomo moderno?Esatto: cambiano gli autori, ma il de-stino di Don Chisciotte è sempre lostesso. Ma la storia, in fondo, si basasu questo: inseguire i propri sogni, an-che quando sembrano del tutto “irrea-li” e impossibili da realizzare. Il nostromondo sta perdendo questa dimensio-ne del sogno e dell’ideale: viviamo in-fatti in una società che cambia di con-tinuo, in modo spesso confusionarioed esasperato, e questo genera un sen-so di “vertigine” in tutti noi.

    Quando in scena va la qualità

    tolentino.........................................................................................................................

    Continua la stagione al Don Bosco

    montecassiano...........................................................................................................................................................................

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    a proposito\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

    La Giunta provinciale di Macerata ha messo in atto la procedura per realiz-zare dei percorsi di formazione professionale per assistenti familiari. Il primoatto è stato l’approvazione di una delibera di indirizzi operativi per l’emana-zione di un bando necessario ad individuare gli Enti e le strutture formativeche attueranno i corsi. Complessivamente saranno nove, equamente suddi-visi tra i tre Centri per l’impiego provinciali (Macerata, Civitanova e Tolenti-no); una volta organizzati, saranno pubblicizzati i singoli corsi e aperte leiscrizioni, rivolte in particolare ai cittadini neocomunitari ed extra-comunitariin possesso di regolare permesso di soggiorno: ogni corso avrà una duratadi 100 ore ed è previsto un modulo di tirocinio per un massimo di 22 ore.L’ottenimento della qualifica abilita all’iscrizione in un apposito elenco diassistenti familiari gestito dai Centri per l’impiego provinciali. Per la realizza-zione dei nove corsi di formazione, gratuiti per coloro che li frequenteranno,la Provincia di Macerata ha stanziato 120mila euro, finanziando la spesa conuna corrispondente assegnazione di fondi da parte della Regione Marche.

    Corsi per assistenti familiari

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    \\ lo scattoLa «generazione del ’61» in festa a TreiaSi è svolta a Treia la festa di coloro che hanno compiuto 50 anni: in un clima caratterizzato da gran-de allegria si sono ritrovati amici d’infanzia e di gioventù che si erano persi di vista e non tornavanonella loro città natale da diversi anni. Il grande lavoro organizzativo è stato svolto da Alessandra Car-techini, Luciano Bonvecchi, Gabriele Palmieri, Graziano Biagetti e Carlo Bartolozzi. All’incontro hannopartecipato anche il sindaco di Treia, Luigi Santalucia, e Franco Capponi. «La generazione del ’61 - haaffermato uno degli organizzatori - ha contribuito e contribuisce in modo determinante allo sviluppodella società e, avendo vissuto il periodo dello sviluppo economico degli anni Settanta, ha le capaci-tà per proporre modelli organizzativi e lavorativi adeguati per vincere le sfide dei tempi moderni. Mol-ti cinquantenni, infatti, si sono affermati come imprenditori, professionisti, operai e portano avanti leloro attività con entusiasmo, diventando per le giovani generazioni dei punti di riferimento». Al termi-ne dell’incontro, visto il successo dell’iniziativa, ci si è dati già appuntamento alla prossima festa.

    La scorsa domenica 8 gennaio ilVescovo della Diocesi di Macera-ta, Claudio Giuliodori, ha visita-to la comunità di Montecassiano,dove si è svolta l’inaugurazionedei locali del centro Caritas. Do-po aver presieduto la Celebrazio-ne delle ore 11.30, molto parteci-pata da un gran numero di fedelie animata dagli operatori dellaCaritas, monsignor Giuliodori habenedetto (nella foto) i localidella Caritas, adiacenti la chiesaCollegiata. Erano presenti donPierandrea Giochi e don QuintoFarabollini, parroci rispettiva-mente di S. Maria Assunta e S.Teresa del Bambin Gesù, Mario e Marina Bettucci, direttori dellaCaritas diocesana, il sindaco diMontecassiano, Mario Capparuc-ci, e il presidente della Caritaslocale, Pietro Ciucciovè. Unabella occasione che sottolineasignificativamente la collabora-

    zione delle due parrocchie neldar vita a questo centro dove,grazie ai molti volontari e allapartecipazione di tutta la comu-nità, vengono svolte più attivitàproprie della missione Caritas.Le più rilevanti: il Centro diAscolto e di distribuzione viverie vestiario, la fattiva collabora-zione con l’oratorio dei giovani e dei più piccoli con accompa-

    gnamento allo studio, la vicinan-za ai missionari con l’aiuto a di-versi progetti. Come sottolineatodallo stesso Vescovo, questo è«un tempo che vede molte cer-tezze umane venire meno per farposto ad una spiritualità forsedimenticata e ad una fede chenon può prescindere dalla caritàe dalla solidarieta».

    Katia Acciarresi

    Inaugurato dal Vescovo Giuliodori l’8 gennaioNuovo centro Caritas a Montecassiano

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    \\\\\\\\\\\ 8 \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ emmaus 2 \\ 14 gennaio 2012 \\\\\\\\

    di Fiorella Pierangeli

    Macerata\\\ «Uno spettacolo co-me l’opera lirica porta sul palco unamusica immortale. Deve essere l’ur-genza del cantante ad essere trasci-nante come l’energia che hanno lepopstar di oggi, chiaramente conuna tecnica ben diversa». A parlareè l’entusiasmo di Francesco Micheli(in foto), al timone della prossimastagione lirica come direttore arti-stico dello Sferisterio di Macerata.Spetterà a lui l’arduo compito di raf-forzare il legame tra il teatro d’operae il territorio ma anche la responsa-

    bilità di saper coniugare la tradizio-ne, con la valorizzazione di giovanitalenti. «Sono sorpreso di questamia nomina - ha detto il neo diretto-re Micheli - poiché la tradizione ita-liana ci fa pensare che questa nonsia una Nazione per giovani, nono-stante io sia vicino ai 40 e non misenta più giovanissimo. Si ha il pre-giudizio che i maturi abbiano piùesperienza e c’è verità in questo, macredo che la realtà sia molto piùcomplessa. Direi che l’AssociazioneSferisterio ha colto un bisogno di rin-novamento che non vuol dire buttarvia il vecchio per far spazio al nuovo,ma traghettare la tradizione in unacontemporaneità che preme e la cit-tadinanza chiede a gran voce questocambiamento». Il cartellone è fonda-to su tre dei più significativi e popo-lari titoli del grande repertorio, alle-stiti con spettacoli classici ma nellostesso tempo aggiornati alla contem-poraneità e in grado di aprirsi ad al-tri generi e altri eventi, per fare dellacittà di Macerata e del suo territorioun palcoscenico della musica e delteatro. «Scegliere “Traviata”, “Bohe-me” e “Carmen” come titoli per que-sta stagione contiene un’ambizione

    decisamente contemporanea ossia ildesiderio di riportare l’opera lirica alcentro della vita culturale di una co-munità, dato che così non è più. Ma-cerata - continua il neo direttore arti-stico - può diventare la capofila delrecupero dell’antico costume italia-no, la piazza più importante per im-porre i nomi del futuro. Questa cittàdeve evidenziare una sua vocazioneche è già in essere se diamo unosguardo ai nomi dei cartelloni delpassato. La mia sfida è arrivare a faraccorrere il pubblico italiano e nonallo Sferisterio solo per chiedersi:“Chi lancerà Macerata questa volta?”.Per quanto riguarda il cast, le sceltesono quelle di cantanti giovani magià promesse, che stanno cantandonei teatri più importanti e che hannoun modo nuovo di interpretare l’artescenica lirica. Accanto vedremo an-che nomi affermati». Oltre alla nuo-va direzione artistica, il Cda ha volu-to mettere in campo un progetto dipromozione internazionale dello Sfe-risterio e del territorio, avvalendosidi Giancarlo Del Monaco per curarenei prossimi due anni collaborazionie coproduzioni con i maggiori teatriesteri e della Cina in particolare.

    Uno Sferisterio a misura di giovani

    cultura\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

    in due parole\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

    Francesco Micheli neo direttore artistico del Sof

    Si intitola «Chi me lo ha fatto fare?!» il secondo appuntamento in car-tellone della stagione 2011-12 del Teatro Nicola Degli Angeli di Monte-lupone. Si tratta di uno spettacolo-concerto in programma per sabato21 gennaio alle ore 21.15 che avrà per protagonista Fabio Frizzi, musi-cista di grande fama e autore di alcune delle più celebri colonne sono-re del cinema italiano. L’evento è una prima assoluta nazionale, e perl’occasione è atteso fra il pubblico anche il presentatore Fabrizio Frizzi,celebre fratello del musicista.

    Fabio Frizzi in concerto a Montelupone

    Partirà domenica 15 gennaio alleore 17 con «La Bella Addormen-tata» la stagione del Teatro perRagazzi di Treia, allestita anchequest’anno con spettacoli di otti-ma qualità e di sicuro impatto.Quattro appuntamenti che spazia-no tra la fiaba e il musical passan-do per «Il Segreto della Matemati-ca», singolare quanto coinvolgenteapproccio allo studio in cui unaragazzina farà un incontro straor-dinario che la metterà in contattocon chi troverà le parole giuste perspiegarle come il benessere e la li-bertà di cui oggi godiamo siano ifrutti degli studi intrapresi grazieproprio alla conoscenza della ma-

    tematica. Uno spettacolo che benincarna gli obiettivi dell’Ammini-strazione comunale nel formulareil cartellone. «Questa pièce - affer-ma Tullio Patassini, assessore allaCultura - è emblematica del nostromodo di approcciare i ragazzi quan-do si tratta di cultura: capire illoro modo di pensare e darerisposte adeguate. Senza contareche anche il recupero dellacultura locale ha il suo peso: alcu-ne delle formule di cui si parla sidevono proprio a un treiese, IlarioAltobelli». Per tutte le altre infor-mazioni visitare il sito internetwww.treia.mobi o contattare i nu-meri: 348 3417306 o 0733 205571.

    Treia, al via il Teatro per Ragazzi

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  • \\\\\\\\ 14 gennaio 2012 \\ emmaus 2 \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ 9 \\\\\\\\\\\

    «Questo “Anno della fede” vuol con-tribuire ad una rinnovata conver-sione al Signore e alla riscopertadella fede, affinché tutti i membri

    della Chiesa siano testimoni credibili e gioio-si di Gesù risorto nel mondo di oggi, capacidi indicare alle tante persone in ricerca laporta della fede». Lo ricorda la recente notadella Congregazione per la dottrina della fe-de, contenente le indicazioni pastorali percelebrare a livello universale e locale l’annovoluto da Benedetto XVI, in occasione del-l’inizio del Concilio Vaticano II (1962) e dellapubblicazione del Catechismo della ChiesaCattolica (1992). Sia il Vaticano II, sia il Cate-chismo annunciano la fede cristiana. Giovan-ni XXIII volle il Concilio per trasmettere purae integra la dottrina, senza attenuazioni otravisamenti, impegnando i Padri conciliariaffinché l’insegnamento certo e immutabile,che doveva essere fedelmente rispettato, fos-se approfondito e presentato così da corri-spondere alle esigenze del mondo contempo-raneo. E il Concilio, nel ripresentare la fededi sempre, la esprime in modo nuovo e nelconfronto con le mutate condizioni. Si pensi,ad esempio, alle grandi Costituzioni: quellasulla divina liturgia, quella sulla divina Rive-lazione, quella sulla Chiesa e quella sul mon-do contemporaneo. In esse è evidente la tra-smissione della fede secondo la logica dellariforma nella continuità; in questo senso nonsi può contrapporre un “prima” a un “dopo”Concilio, ma si deve cogliere una continuità

    nell’annuncio, nella celebrazione e nellatestimonianza, seppure con modalità nuove.Dopo il Concilio la Chiesa ha continuato ariflettere a livello universale sui grandi temidella fede cristiana: dalla parola di Dio aisacramenti, dall’evangelizzazione alla testi-monianza. Ciò è avvenuto nei Sinodi deiVescovi, convocati dai Pontefici, cui ha sem-pre fatto seguito un’esortazione con la qualeil Papa riprendeva le conclusioni dei lavorisinodali e, continuando la riflessione, le ri-proponeva alla Chiesa con l’autorità del suomagistero petrino. Proprio da uno di questiSinodi - quello del 1985, convocato a vent’an-ni dalla chiusura del Concilio - è nata la pro-posta di ripresentare la fede cattolica tramiteun Catechismo universale. Frutto autenticodel Concilio, il Catechismo favorisce la rece-zione del Concilio, perché ne ripropone l’in-segnamento, insieme a quello della grandeTradizione. Comprende cose nuove e coseantiche (cfr Mt 13,52), poiché la fede è sem-pre la stessa e insieme è sorgente di lucisempre nuove. Redatto in collaborazione conl’intero episcopato della Chiesa Cattolica, ilCatechismo esprime veramente la sinfoniadella fede ed è norma sicura per l’insegna-mento del Credo. In esso i contenuti dellafede trovano la loro sintesi sistematica eorganica. Qui, infatti, emerge la ricchezzad’insegnamento che la Chiesa ha accolto,custodito e offerto nei suoi duemila anni distoria. Dalla Sacra Scrittura ai Padri dellaChiesa, dai Maestri di teologia ai Santi che

    hanno attraversato i secoli, il Catechismo of-fre una memoria permanente dei tanti modiin cui la Chiesa ha meditato sulla fede e pro-dotto progresso nella dottrina per dare cer-tezza ai credenti nella loro vita di fede. LaCongregazione per la dottrina della fede of-fre, ora, alcune indicazioni per animare l’An-no, che comincerà l’11 ottobre 2012 e termine-rà nella domenica di Cristo Re dell’anno suc-cessivo. Tra l’altro, è previsto un Sinodo deiVescovi sul tema dell’evangelizzazione; la«Giornata mondiale della gioventù di Rio deJaneiro» avrà come tema la fede dei giovani.Si chiede di organizzare pellegrinaggi alla Se-de di Pietro, come anche di organizzare con-vegni a livello locale; si invita a far conosce-re i documenti del Concilio e il Catechismo.Gli stessi docenti di teologia sono chiamati afar conoscere questi testi nell’ambito del loroinsegnamento. Ancora, si chiede di valoriz-zare nuovamente l’apologetica, intesa come

    «risposta alle domande, che si pongono neidiversi ambiti culturali, in rapporto ora allesfide delle sette, ora ai problemi connessi conil secolarismo e il relativismo, ora agli inter-rogativi che provengono da una mutata men-talità che, particolarmente oggi, riduce l’am-bito delle certezze razionali a quello delleconquiste scientifiche e tecnologiche, cosìcome ad altre specifiche difficoltà». L’«Annodella fede» sarà un’occasione propizia per-ché tutti i fedeli comprendano più profonda-mente che il fondamento della fede cristianaè l’incontro con un avvenimento, con unaPersona che dà alla vita un nuovo orizzonte.Fondata sull’incontro con Gesù risorto, la fe-de potrà essere riscoperta nella sua integritàe in tutto il suo splendore, «perché - comeha detto il Papa - il Signore conceda a cia-scuno di noi di vivere la bellezza e la gioiadell’essere cristiani» (10 gennaio 2010).

    Marco Doldi

    zoom\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

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    Un’occasione propizia per comprendere la bellezza di essere cristiani

    L’«Anno della Fede» sui passi del Concilio

    > segue da copertina... sta perdendo l’abitudine di guardarsinegli occhi: le relazioni sono semprepiù mediate dallo schermo del compu-ter, del cellulare, del tablet o del televi-sore. Oggi ognuno può coltivare libera-mente interessi e relazioni, ma rischiadi muoversi all’interno di recinti virtualiin cui, dietro a un’apparente libertà, sinascondono conformismo e appiatti-mento di idee. Recenti studi scientificidimostrerebbero che persino sui socialnetwork, che offrono infinite possibilitàrelazionali, si tende ad evitare lo «stressda disaccordo»: non a caso la maggiorparte delle attività on line prevede sol-tanto il tasto «mi piace». Già negli anniCinquanta lo psicologo Fritz Heider, nel-la teoria dell’equilibrio sociale, eviden-ziava come le relazioni meno stressantifossero: «L’amico del mio amico è mioamico», «il nemico del mio amico èmio nemico», così come «l’amico delmio nemico è mio nemico» e «il nemi-co del mio nemico è mio amico». I nuo-vi media amplificano questo fenomeno:aumentate esponenzialmente le oppor-tunità comunicative si assiste alla pro-gressiva diminuzione della capacità dia-lettica, le opinioni divergenti diventanospesso motivo di esclusione o inclusio-ne nella relazione, soltanto un’esiguaminoranza si muove sulla linea di con-fine e pratica un confronto assiduo esignificativo con “il diverso” oltre ilmessaggio “mordi e fuggi”. Facebook,Twitter e gli altri social network indur-rebbero addirittura a evitare conflitti e

    ad adottare scelte conformiste adeguan-dosi alle scelte degli «amici» o degli«opinion leader». Inoltre, secondo lateoria della «Spirale del silenzio» ela-borata dalla sociologa Isabel NoelleNeumann, l’uomo, per non rimanereisolato, ha la tendenza innata a confor-marsi all’opinione della maggioranza ela propagazione di quest’ultima da par-te dei media porta al silenzio della mi-noranza che, di conseguenza, tende ascomparire. Allora il futuro ci sta ineso-rabilmente conducendo verso un pen-siero unico planetario indotto dai me-dia? È difficile rispondere. Evidentemen-te è necessario individuare e creare spa-zi reali e virtuali in cui educare e pro-muovere il confronto dialettico plurale,estroverso, teso a superare quel relativi-smo politicamente corretto per cui «sispengono gli ideali più alti, ci si accon-tenta del buon senso, ci si appoggia al-la demagogia, si naviga a vista, si evita-no le verità aspre e severe, si detesta la serietà. Nasce così quella devianzadella moderazione che è la mediocrità.Essa genera quiete, soddisfazione, super-ficialità e ottunde cuore e cervello. Vac-cinarsi da questo vizio sottile non è fa-cile ma è necessario, e lo si fa ritornan-do ai principi, alla morale nelle sue esi-genze più alte, alla Verità» (mons. Rava-si, «Il mattutino», «Avvenire»). Il proble-ma coinvolge ogni ambito del vivere ci-vile, richiama ognuno alle sue respon-sabilità, esige competenza e coraggio.

    *Presidente provincialeAiart Macerata

    Liberi come pesci... nella “rete”

    di Lorenzo Lattanzi*\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

    > segue da copertina... dimostrano due momentirecenti: anzitutto la 46esimaSettimana sociale dei cattoliciitaliani a Reggio Emilia, nel-l’ottobre 2009, dove si è di-scusso di «un’agenda di spe-ranza per il futuro del Paese»e si è insistito su una nuovalegge elettorale per restituireai cittadini la possibilità discelta dei propri rappresentan-ti, confiscata da quella vigen-te che rafforza il ruolo degliapparati dei partiti accentuan-done le dinamiche autorefe-renziali e rendendo problema-tica e incerta la partecipazio-ne; in secondo luogo l’inter-vento del cardinal Bagnascoal Consiglio permanente dellaCEI del settembre scorso, cheha usato termini inequivoca-bili per denunciare «la rilut-tanza a riconoscere l’esattaserietà della situazione» e ildeterioramento del costume edel linguaggio pubblico. A ciòsi è aggiunta un’osservazionedestinata a pesare nel dibatti-to infraecclesiale, ma anchenella più ampia sfera pubbli-ca: «Pare stagliarsi all’orizzon-te - ha detto ancora Bagnasco -la possibilità di un soggettoculturale e sociale di interlo-cuzione con la politica che,coniugando strettamente l’eti-

    ca sociale con l’etica della vi-ta, sia promettente grembo difuturo, senza nostalgie, né in-genue illusioni». È seguito nelmese di ottobre un seminarioa Todi organizzato dal «Forumdelle persone e delle associa-zioni di ispirazione cattolicanel mondo del lavoro», intro-dotto da una relazione dellostesso cardinal Bagnasco cheha ribadito la necessità del-l’impegno dei cattolici in poli-tica, per cui «se per nessuno èpossibile l’assenteismo socia-le», per i cristiani è un «pec-cato di omissione». Sembra dileggere in questi interventi laconsapevolezza che non èpraticabile il ritorno ad unpartito di cattolici. Il nuovo«soggetto di interlocuzionecon la politica» cui si tendenon è di tipo politico, ma èdefinito dall’ambito sociale eculturale, anche se il modellocui dovrà ispirarsi è tutto dainventare. Significativo, a talproposito, l’intervento del por-tavoce delle Associazioni orga-nizzatrici del seminario di To-di. Escluso «lo stereotipo dellaricostruzione velleitaria di unanuova Democrazia Cristiana»,Natale Forlani ha parlato diun ritrovarsi di persone e digruppi che intendono condivi-dere «una comune visione

    della politica (…) ispirata allaDottrina sociale della Chiesa ecentrata in particolare sull’esi-genza di riorganizzare i rap-porti tra Stato, economia capi-talistica e società civile». Sideve restare ancorati a quantoè stato detto e più volte ripe-tuto da Giovanni Paolo II e daBenedetto XVI ed elaboratodal cardinale Ruini nei termi-ni di una equidistanza tra glischieramenti. D’altra partel’impegno di una nuova evan-gelizzazione non è senza rica-dute sul piano della societàcivile. I cattolici italiani posso-no essere più incisivi con unsurplus di cultura politica, re-cuperando la tradizione cultu-rale che ha ispirato la loro pre-senza nella storia del Paese inun Progetto Culturale che simuova in rapporto continuocon i rapidi mutamenti dellastoria degli uomini. La diaspo-ra dei cattolici nelle differenticollocazioni partitiche nonpuò essere anche una diaspo-ra culturale. Le riflessioni cheemergono dalle diverse espe-rienze devono dunque portaread un reciproco arricchimentoe ad un confronto proficuo perindividuare le soluzioni adatteai problemi, nel rispetto dellescelte motivate di ciascuno.*Direttore di «Dialoghi»

    Un nuovo impegno per i cattolici

    di Piergiorgio Grassi*\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

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    al lavoro\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

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    Offerte di lavoro dai Centriper l’impiego della Provincia

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    Le inserzioni sono gratuite. Emmaus si riserva tuttavia la facoltà di selezionare sia le offerte di lavoro che gli inserzionisti. Il settimanale declina qualsiasi responsabilità inerente l’esattezza delle offerte di lavoro pubblicate. Per ulteriori informazioni sulle offerte, contattare direttamente l’inserzionista ai riferimenti indicati alla voce: «Per candidarsi».

    Le offerte della settimana

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    in viaggio\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ \\\\\\\\\\\\\\\

    Aerei da FalconaraPubblichiamo gli orari e le destinazioni dei volivalidi per la stagione invernale

    Gli orari tra parentesi si riferiscono alla partenza:Bruxelles Charleroi (15.00*, 19.25**, 19.30***)*martedì **giovedì ***domenica - RyanairDusseldorf (12.25)lunedì e venerdì - RyanairLondra Stansted (15.15*, 13.30**, 10.35***)*lunedì **mercoledì e venerdì ***domenica - RyanairMadrid (17.25)martedì, giovedì e sabato - RyanairMonaco di Baviera (06.30*, 11.50**, 18.20**)*da lunedì a sabato **tutti i giorni - LufthansaRoma Fiumicino (07.00, 11.20, 19.30)tutti i giorni - AlitaliaSkopje (07.00)giovedì e domenica - Belleair EuropeTimisoara (14.00)lunedì, mercoledì, venerdì e sabato - CarpatairTirana (07.00*, 17.00**)*lunedì, martedì, m