Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958
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L’ALTRA MEDICINA/52
Émile Coué Raymonde Charpentier
Autosuggestione cosciente
Lo straordinario metodo di É. Coué
Per migliorare salute e comportamento
Con l’utilizzazione di semplici formule
Edizioni di red./studio redazionale
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Autori Émile Coué
Raymonde Charpentier
Grafica Paolo Giorno
Coordinamento Paolo Cassella
Traduzione Daniela Garavini
dalle edizioni originali:
Émile Coué La maitrise de soi-méme,
Editions Oliven, Paris; @1962
Raymonde Charpentier
L'autosuggestion et son application pratique
Editions des Champs-Elysées, Paris;
@1958
Redazione Angela Cerinotti
editore Red/studio redazionale@
via Volta 43, 22100 Como
I edizione: 1986
Gli autori
Émile Coué, inventore del metodo noto come
“autosuggestione cosciente” o “autosuggestione
metodica”, è presentato anche biograficamente nel
capitolo introduttivo. Ma occorre ancora aggiungere
che, a differenza del contemporaneo e ben più noto S.
Freud, ha sicuramente privilegiato la prassi rispetto
alla teoria: la sua attività fu infatti incredibilmente
intensa e il suo carisma personale ineguagliabile, come
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risulta dalla documentazione relativa agli interventi e
alle guarigioni ottenute con l'applicazione del suo
metodo.
Al contrario, la sua produzione scritta è quanto mai
esigua e per di più, come il lettore stesso potrà
costatare dalla lettura del primo dei suoi tre brevi
scritti, corrispondente alla prima sezione di questo
libro, caratterizzata da uno stile assai semplice, quasi
dimesso, sicuramente e volutamente alla portata di
tutti.
Raymonde L. Charpentier, con Philip Remy che le ha
inizialmente fatto da guida, appartiene al gruppo dei
più fedeli e convinti continuatori dell'opera di Coué,
come dimostra la sua lunga attività di insegnante
presso l'Istituto Coué di Parigi, cui si è accostata,
giovanissima, nel 1923.
Con l'opera che pubblichiamo, corrispondente a una
serie di lezioni destinate ai suoi allievi, ha inteso
fornire un aggiornamento circa i fondamenti teorici e
le concrete possibilità applicative dell'auto-
suggestione metodica, senza tuttavia discostarsi in
nulla dal pensiero del maestro.
Con lui ha anche in comune un vivissimo senso morale
e la convinzione che chi, per qualunque verso, si occupa
della persona umana non può mai esimersi dal porsi
come obiettivo la sua piena e completa realizzazione.
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Non è la volontà,
ma l'immaginazione
la prima facoltà dell'uomo.
Émile Coué
Come utilizzare nel modo migliore questo libro
La prima sezione di questo libro, dopo un capitolo
introduttivo, costituisce un approccio operativo
all'autosuggestione cosciente: è pertanto rivolta a chi
vuole insegnare a un individuo ad autosuggestionarsi, a
chi vuole risolvere autonomamente con questo metodo
le proprie difficoltà fisiche o morali, infine a chi vuole
integrare il ricorso alla suggestione in un progetto
educativo di genitore o insegnante. Lo stile assai
semplice e le molte scansioni del testo consentono un
apprendimento graduale e sistematico del metodo.
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I primi quattro capitoli della seconda sezione
analizzano i fondamenti del metodo di Coué e li
collegano alle conoscenze scientifiche successivamente
acquisite. A questa sistemazione teorica, condotta da
R. L. Charpentier, segue nella stessa sezione una parte
relativa alle “applicazioni pratiche” del metodo, che
riprende puntualmente e integra la prima sezione. Il
lettore è chiamato a porvi particolare attenzione,
soprattutto là dove sono esposte le condizioni, gli
accorgimenti e le varie formule da utilizzare nelle
diverse circostanze.
La terza sezione, infine, documenta il successo e rende
conto delle principali cause di insuccesso del metodo di
Coué, svolgendo in questo senso una funzione
'preventiva', onde evitare gli errori più comuni.
I brevi passi riportati dalle lettere inviate a Coué,
lungi dal fornire un quadro completo della sua attività,
offrono un campionario dei disturbi e dei problemi che
la pratica del metodo è riuscita in particolare a
risolvere.
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Il metodo dell'autosuggestione
di Coué
Émile Coué:
l'uomo e l'opera
Émile Coué è nato a Troyes, in Francia, il 26 febbraio
1857, da una famiglia assai modesta. Le difficili
condizioni materiali non hanno fiaccato, ma, semmai,
consolidato il suo desiderio di studiare: dopo tre anni
di apprendistato in un laboratorio farmaceutico, si
reca a Parigi per iscriversi alla Scuola di Farmacia.
Accettato come interno nel 1881, si trattiene due
anni presso l'Ospedale Necker, dando lezioni per
vivere. Infine, superato l'ultimo esame, rileva una
farmacia a Troyes. Qui mette a punto il metodo
dell'autosuggestione cosciente traendone
originariamente l'ispirazione da un'attenta
osservazione dei suoi clienti. È infatti colpito, in
coloro che gli si presentano, ansiosi o pieni di
speranze verso la medicina prescritta,
dall'importanza del 'morale' sull'efficacia del
rimedio. Egli nota cioè il ruolo fondamentale che
svolgono la fiducia o il timore, la forza della parola
incoraggiante, il valore del consiglio dato con
benevolenza.
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Ritiratosi nel 1910 a Nancy, città originaria della
moglie, si dedica totalmente ai suoi studi, facendone
esperienza concreta su un'incredibile quantità di
pazienti, che si presentano sempre più numerosi
presso quella che è ormai diventata la Nuova Scuola
di Nancy, e prodigandosi febbrilmente in viaggi,
conferenze, sedute collettive di suggestione.
Volutamente modesta e a tutti accessibile la sua
produzione scritta: tre 'libretti' in tutto, la Maìtrise
de soi-méme (La padronanza di sé), Ce queje dis (Ciò
che io dico), Ce quej'ai fait (Ciò che ho fatto).
Muore il 2 luglio 1926.
Il valore di una teoria
La validità di una teoria, laddove siano in gioco fattori
emozionali profondi, come quelli connessi
all'esperienza del dolore e della malattia, o alla paura
della morte, non si misura certo dalle folle che
accorrono a implorare la salute presso un taumaturgo,
o si votano a questa o quella medicina alternativa.
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Proprio Émile Coué, di cui questo libro intende
ricostruire e riproporre la dottrina e l'opera, ha ben
chiaro come in questi casi, anche di fronte a
inequivocabili successi, giochi una parte determinante
quel fenomeno psichico di primaria importanza da lui
definito “auto-suggestione”.
Le folle, anzi, che da un certo periodo in poi della sua
vita sono accorse sempre più numerose da Coué, in
particolare presso la Nuova Scuola di Nancy di cui
era il capo, hanno nociuto più che giovato alla fama
del farmacista francese, determinando il sospetto e
l'avversione della scienza ufficiale e facendolo
indiscriminatamente assimilare ai ciarlatani e ai
dispensatori di false promesse, al suo tempo come
oggi tutt'altro che rari.
«Fate il nome di Coué in una conversazione - scriveva
André Dumas, direttore dell'Istituto Coué,
congedando nel 1962 un'edizione francese della
Maìtrise de soi-mème - e nove volte su dieci il vostro
interlocutore abbozzerà un sorrisetto, o farà una
battuta ironica, del tipo: 'Ah sì!, non ho mal di denti,
e nemmeno mal di fegato e neanche una gamba di
legno. Infatti, ed è paradossale, tutti hanno sentito
parlare di Coué, ma ben pochi sono coloro che non gli
attribuiscono idee sciocche, che conoscono il suo
metodo, le basi su cui si fonda e i risultati che può
raggiungere.»
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Coué, oggi
Ma la validità di una teoria non si misura nemmeno
dalla sua risonanza nel mondo della scienza ufficiale,
dal prestigio di un nome, dalla frequenza della sua
citazione nei congressi, dal costituirsi di un'autorità
personale, nel senso classico del termine. I fattori in
gioco sono, in questo caso, assai complessi e le
dinamiche che interagiscono meritano, per ogni caso,
un'attenta valutazione critica.
Si misura invece, ci sembra, dalla sua fertilità
concreta nella storia, indipendentemente dal fatto
che chi vi ricorre sia consapevole o no della legittima
paternità della teoria.
È il caso di Coué.
«L'opera geniale del modesto farmacista di Nancy -
prosegue André Dumas - è il risultato di osservazioni
pazienti e la sua unica aureola è quella di un solido
buon senso, un valore assai raro, purtroppo, e tenuto
in poco conto al giorno d'oggi.
L'opera di Coué è forse ignorata o dimenticata?
Essa non solo viene messa in pratica sia in Europa sia
in America da migliaia di persone che ne traggono
giovamento, ma è anche usata e designata con diversi
termini da sistemi che hanno in comune il fatto di
lasciare nell'ombra il nome del grande pioniere.
Ci si meraviglia dei risultati ottenuti con la cura del
sonno, si parla nuovamente delle applicazioni mediche
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dell'ipnosi, abbandonata per una cinquantina d'anni ai
palcoscenici dell'avanspettacolo; i giornali pubblicano
articoli sul rilassamento, sul training autogeno, dove il
nome di Coué è bandito, ma in cui abbondano le
formule di autosuggestione metodica che egli
raccomandava già cinquant'anni fa. Si vendono
registratori a basso volume per “imparare dormendo,
senza fatica”, che sono una semplice applicazione
tecnica del metodo dell'illustre iniziatore.
Il potere della suggestione viene messo in dubbio, ma
si paria con giustificata inquietudine del lavaggio del
cervello. Di Coué e del suo metodo sorridiamo e
invece obbediamo automaticamente alle suggestioni
che la pubblicità e la propaganda, regine della nostra
epoca, riversano nel nostro subcosciente.
L'opera di Coué contiene già tutto quello che si crede
o si pretende di scoprire riguardo all'utilizzazione
metodica del subcosciente.
Con un linguaggio chiaro e accessibile a tutti, egli ha
indicato gli sviluppi e le immense conseguenze che
esso può avere nell'ambito della terapeutica,
dell'insegnamento, dell'educazione e della formazione
morale».
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Una medicina 'umana'
Che gli insegnamenti di Coué possano avere
un'utilizzazione terapeutica è implicito nei loro stessi
fondamenti teorici e metodologici. «Noi sappiamo che
spesso il successo di un medico - scrive nel 1958 il
dottor Houlbert, in servizio presso l'Ospedale
termale di Vichy - è dovuto all'autorità che riesce ad
avere sul proprio paziente. Senza nemmeno
accorgersene, imporrà la fiducia con i suoi gesti, il
suo comportamento, la sua chiara simpatia, la sua
dolcezza, la sua comprensione, il suo modo di parlare,
che, tra l'altro, sarà diverso per ogni paziente.
Atteggiamento, parole, intonazione della voce sono
altrettanti apporti benefici e suggestioni benefiche
che, attraverso il meccanismo individuato da Coué, si
tramuteranno in autosuggestioni abbastanza potenti
da contribuire alla guarigione.
D'altronde, tra paziente e medico vanno considerati
due casi estremi, naturalmente con tutte le
sfumature intermedie.
Il paziente presenta dei disturbi funzionali più o
meno gravi, molto spesso nutriti e aggravati da un
pessimismo di fondo.
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Delle appropriate suggestioni prenderanno in
contropiede la brutta partenza e il malato, meglio
disposto, potrà più facilmente guarire.
La malattia può essere invece organica, infettiva,
epidemica. Ovviamente, la suggestione da sola non ha
la pretesa di combattere l'agente infettivo. Tuttavia
una cattiva disposizione del morale contrasterà con
quella che a ragione viene chiamata la natura
medicatrix, la natura che guarisce. Il malato avvilito
non darà nessun aiuto alla normale resistenza
dell'organismo contro l'agente patologico esterno, ma
la sua disposizione mentale sarà negativa e
distruttiva. Senza difese contro l'infezione, e tradito
da se medesimo, il paziente incontrerà molte
difficoltà nella guarigione. La sua sola volontà sarà
incapace di fornirgli gli elementi necessari a un
salubre riequilibrio psichico.
Se invece quella “batteria ad accumulatori” che è
l'inconscio viene caricata metodicamente in senso
positivo, si tratterà di una forza in più, che agirà
proprio come un motore ausiliario in grado di
decuplicare la potenza della vitalità naturale e quella
dei tarmaci prescritti con giudizio.
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È chiaro quindi che aiuto potente rappresenti la
suggestione, se ben compresa, per il medico che
sappia e voglia utilizzarla.
Ma questo aiuto, troppo spesso trascurato, è molto
poco conosciuto e spesso svalutato.
Per alcuni è puerile, per altri ridicolo. Chi o che cosa è
puerile? O ridicolo? Coué, oppure coloro che vogliono
trinciare giudizi su ciò che non conoscono perché non
si sono presi la briga di studiare il problema o di
applicare oggettivamente le regole del metodo da lui
proposto?
Una volta rotto l'equilibrio psichico e psicofisiologico,
il paziente, 'squilibrato' nel senso più ampio del
termine, se lasciato a se stesso è in genere incapace
di ritrovare l'equilibrio.
È qui che il metodo di Coué può, con l'aiuto di un
insegnante competente, neutralizzare il nervosismo,
restituire la calma e la fiducia, stimolare le difese del
paziente.
Gli importantissimi strumenti di rilassamento e di
distensione che gli vengono insegnati e il modo
semplicissimo di praticare il metodo preparano il
terreno e assicurano il massimo effetto alla terapia
medica.
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Ben lungi dall'essere un concorrente, Coué diventa
per il medico un collaboratore prezioso. È lui che
precisa e mette alla nostra portata la vera igiene
psichica, indispensabile alla salute spirituale e morale,
così come l'igiene fisica è indispensabile alla salute
del corpo. Non si tratta di strade necessariamente
parallele, ma che si uniscono, si sommano e si
rafforzano a vicenda. Si realizza così l'adagio del
poeta latino Giovenale mens sana in corpore sano, una
mente sana in un corpo sano.»
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LA PADRONANZA DI SÉ
ATTRAVERSO
L'AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE
Questa sezione corrisponde all'omonima opera di
Coué. Ne sono però state omesse alcune parti,
giudicate troppo datate o non rilevanti ai fini della
comprensione e dell'apprendimento del metodo.
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Appunti sull'uomo,
questa strana creatura
L'essere cosciente
e l'essere incosciente
Per capire bene i fenomeni della suggestione o,
meglio, dell'autosuggestione, è necessario tener
conto che in noi esistono due individui, assolutamente
distinti tra loro. Entrambi sono intelligenti: mentre
però uno è cosciente, l'altro non lo è. Questa è la
ragione per cui, in generale, la sua esistenza passa
inosservata.
Eppure si tratta di un'esistenza che si può
constatare facilmente, se solo si vuole fare lo sforzo
di considerare alcuni fenomeni e rifletterci qualche
istante.
Il sonnambulismo
Tutti conoscono il fenomeno del sonnambulismo, tutti
sanno che un sonnambulo si alza durante la notte
senza svegliarsi, esce dalla stanza dopo essersi
vestito oppure no, scende le scale, attraversa
corridoi e, dopo aver eseguito determinate azioni o
compiuto un determinato lavoro, ritorna in camera
sua, si corica nuovamente e il giorno dopo è il primo a
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stupirsi nel trovare terminato un lavoro lasciato
incompiuto la sera prima.
Ed è lui che lo ha fatto, anche se non ne sa niente. A
quale forza ha obbedito il suo corpo se non a una
forza incosciente, al suo essere incosciente?
Effetti estremi dell'alcool
Facciamo ora il caso, ahimè troppo frequente, di un
alcolizzato in preda a delirium tremens. Durante un
accesso, si impadronisce di un'arma qualsiasi (coltello,
martello, ascia che sia) e colpisce, colpisce
furiosamente il malcapitato che gli si trova accanto.
Quando, terminato l'accesso, l'uomo ritorna in sé,
contempla con orrore la carneficina che si offre alla
sua vista, ignorando di esserne l'autore. Anche in
questo caso, non è forse l'inconscio che ha guidato il
poveretto?
I 'poteri' dell'essere
incosciente
Se confrontiamo le caratteristiche dell'essere
cosciente con quelle dell'essere incosciente,
constatiamo che mentre il cosciente è spesso dotato
di una memoria infedele, l'incosciente, invece, è
fornito di una memoria meravigliosa, perfetta, che a
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nostra insaputa registra i minimi avvenimenti, i minimi
fatti della nostra esistenza. Inoltre esso tende a
credere e ad accettare senza controllo della ragione
ciò che gli si dice. E, dal momento che tramite il
cervello presiede al funzionamento di tutti i nostri
organi, avviene qualcosa che può sembrare
paradossale. Se ha acquisito la convinzione che
questo o quell'organo funzioni bene o male, o che noi
siamo stati colpiti da questa o quell'impressione,
quell'organo davvero funziona bene o male oppure noi
proviamo questa o quella impressione.
L'inconscio non solo presiede alle funzioni
dell'organismo, ma anche al compimento di tutte le
nostre azioni, qualunque esse siano. È quello che noi
chiamiamo 'immaginazione' e che, contrariamente a
quanto comunemente si crede, ci fa agire sempre,
soprattutto contro la nostra volontà, qualora vi sia
antagonismo tra queste due forze.
Volontà
e immaginazione
Se apriamo un dizionario e cerchiamo il significato
della parola 'volontà', troviamo questa definizione:
'facoltà di determinarsi liberamente a compiere
certe azioni'. Noi accettiamo come vera e
inattaccabile questa definizione. Eppure non vi è nulla
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di più falso: la volontà, che tanto fieramente
rivendichiamo, cede sempre il passo
all'immaginazione. È una regola assoluta, senza
eccezioni.
Per convincervi, aprite gli occhi, guardatevi intorno e
cercate di comprendere quello che vedete. Vi
renderete conto che l'affermazione non è campata in
aria e nemmeno il parto di un cervello malato, ma la
semplice enunciazione di ciò che è.
Un semplice
esperimento
Supponiamo di appoggiare per terra un asse lungo
dieci metri e largo venticinque centimetri: è chiaro
che chiunque saprebbe camminarci sopra da
un'estremità all'altra, senza appoggiare i piedi a
terra. Mutiamo le condizioni dell'esperimento e
supponiamo invece che l'asse sia posto all'altezza del
campanile di una cattedrale: quale persona sarebbe in
grado di camminare, anche per un solo metro, su
quello stretto appoggio?
Dopo soli due passi comincerebbe a tremare e,
nonostante tutti gli sforzi di volontà, cadrebbe
immancabilmente a terra.
Perché allora non si cade se l'asse è appoggiato a
terra e si cade invece se l'asse è in posizione
elevata? Molto semplicemente perché, nel primo caso,
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la persona immagina che sarà facile arrivare in fondo,
mentre nel secondo immagina di non essere in grado
di farlo.
Se i muratori o i carpentieri riescono a compiere
questa azione è solo perché immaginano di poterla
fare. La sola causa della vertigine, infatti, è
l'immagine che ci facciamo di essere sul punto di
cadere; l'immagine si trasforma immediatamente in
azione, nonostante tutti i nostri sforzi di volontà, e lo
fa tanto più rapidamente quanto più violenti sono i
nostri sforzi.
TANTI DISTURBI
Avevo chiesto un mese di aspettativa per assistere
alle sue sedute. Soffrivo di disturbi al tubo digerente
e, in generale, del sistema nervoso. Fin dall'inizio
dell'applicazione del metodo il miglioramento è stato
sensibile, il che mi ha fatto abbandonare
imprudentemente la mia dieta e mi ha provocato nuovi
dolori di stomaco e intestino. Ho però continuato
l'autosuggestione e mi sono completamente liberata
di un'enterite che mi affliggeva da quindici, diciotto
anni e non ho più avvertito dolori di stomaco, il mio
sistema nervoso è un pò migliorato e, nonostante il
sovrappiù di lavoro di fine anno, sto molto meglio,
come non mi succedeva da anni.
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Naturalmente faccio conoscere il metodo alle persone
in grado di comprenderlo. Ne ho parlato con calore a
un mio fratello, medico, scettico per ignoranza o
meglio per incompleta conoscenza del metodo. E stato
molto stupito del risultato ottenuto perché mi vedeva
molto malata da anni, mi aveva fatto fare delle
radiografie e conosceva il cattivo funzionamento dei
miei organi.
(E.C., Parigi)
Altri esempi
Facciamo il caso di una persona che soffre di
insonnia.
Se non si sforza di dormire, resterà tranquilla nel
letto.
Se invece vuole dormire, più si sforza, più si agita e
più difficilmente ci riesce.
Non avete mai notato che più cercate di ricordare il
nome di una persona che credete di aver dimenticato
e più vi sfugge, fino a quando, sostituendo nella
vostra mente l'idea “adesso mi viene” a quella “l'ho
dimenticato”, il nome vi torna in mente da solo, senza
il minimo sforzo?
Chi va in bicicletta ricorda certamente gli inizi: sulla
strada, aggrappati al manubrio, con il terrore di
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cadere. Improvvisamente, scorgendo in mezzo alla
strada un ostacolo o anche solo un sassolino, si cerca
di evitarlo, ma più ci si sforza, più gli si va contro.
A chi non è mai successo di avere un accesso di riso,
cioè di prorompere in una risata che scoppia tanto più
violentemente quanto più violentemente ci si sforza
di trattenerla?
Qual è il desiderio di ognuno in queste circostanze?
Non voglio cadere, ma non posso impedirlo; voglio
dormire, ma non posso; voglio trovare il nome di quella
certa cosa, ma non posso; voglio evitare l'ostacolo, ma
non posso; voglio trattenermi dal ridere, ma non
posso.
Come si può vedere, in tutti questi conflitti è
l'immaginazione a vincere sulla volontà, senza
eccezioni.
In questo stesso ordine di idee, non ci è forse noto
da molteplici resoconti che un comandante che si
precipiti in avanti alla testa delle sue truppe se le
porterà sempre dietro, mentre il grido “si salvi chi
può” determina quasi fatalmente una fuga
precipitosa? Perché? Perché nel primo caso gli uomini
immaginano di dover andare avanti, nel secondo, al
contrario, immaginano di essere sconfitti e che
devono scappare per sfuggire alla morte.
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Si potrebbero citare mille altri esempi, ma c'è il
rischio che l'elenco risulti noioso. Un ultimo fatto,
che dimostra l'enorme potenza dell'immaginazione
nella sua lotta contro la volontà.
Ci sono alcolizzati che non vorrebbero bere più, ma
non possono impedirselo. Se li interrogate vi
risponderanno con grande sincerità che vorrebbero
essere sobri, che bere li disgusta, ma che sono
irresistibilmente spinti a bere, nonostante la loro
volontà, nonostante sappiano quanto male faccia il
bere.
Allo stesso modo vi sono criminali che commettono
crimini loro malgrado e, quando si domanda loro
perché hanno agito in quel modo, rispondono: «Non
sono riuscito a impedirmelo, ero spinto da qualcosa,
era più forte di me».
Noi quindi, che siamo cosi fieri della nostra volontà,
che crediamo di fare liberamente ciò che facciamo,
ma realtà non siamo che dei poveri burattini i cui fili
sono retti dalla nostra immaginazione. E continueremo
a esserlo fino a che non avremo imparato a guidarla.
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Suggestione
e autosuggestione
Da quanto è stato detto fin qui, possiamo paragonare
l'immaginazione a un torrente che trascina
fatalmente il disgraziato che vi si è lasciato cadere,
nonostante la sua volontà di raggiungere la sponda. Il
torrente appare indomabile, tuttavia, con opportuni
interventi, può essere deviato dal suo corso,
incanalato verso una fabbrica, e qui la sua forza
trasformata in movimento, calore, elettricità.
Se non è sufficiente questa similitudine,
paragoneremo l'immaginazione a un cavallo selvaggio
senza morso ne briglie. Cosa può fare il cavaliere che
lo monta, se non lasciarsi andare là dove il cavallo lo
porta? Spesso allora, se quest'ultimo si adombra, si
finisce in un fosso; Ma appena il cavaliere mette le
briglie al cavallo i ruoli si invertono. Non è più il
cavallo che va dove vuole, ma il cavaliere che gli fa
seguire la strada che desidera.
Adesso che ci siamo resi conto della forza enorme
dell'essere incosciente o immaginativo, dimostrerò
che questo essere, considerato indomabile, può
essere facilmente domato allo stesso modo di un
torrente o di un cavallo selvaggio.
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Una chiarificazione
necessaria
Prima di procedere, è necessario definire
accuratamente due parole che spesso si usano, senza
ben conoscerle.
Si tratta delle parole: suggestione e autosuggestione.
Che cos'è dunque la suggestione? La si può definire
come “l'azione di imporre un'idea alla mente di una
persona”. Esiste davvero una tale azione?
Propriamente parlando, no. La suggestione in sé non
esiste, può esistere solo alla condizione sine qua non
di trasformarsi in autosuggestione nel soggetto.
Definiremo dunque questa parola come 'l'azione di
imporre a se stessi un'idea'. Potete suggerire
qualcosa a qualcuno, ma se l'inconscio di questi non ha
accettato la suggestione, se non l'ha per così dire
'digerita' per trasformarla in autosuggestione, essa
non produce alcun effetto.
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Possibili utilizzazioni
dell'autosuggestione
Domare l'immaginazione
Si è detto che è possibile domare e guidare
l'immaginazione come si doma un torrente o un cavallo
selvaggio. Per riuscirci basta in primo luogo sapere
che è possibile (cosa che quasi tutti ignorano); quindi
conoscere i mezzi per farlo. Ebbene, il mezzo è molto
semplice: è quello che, senza volerlo, senza saperlo e
in modo totalmente inconscio, talvolta usiamo male e
con nostro grave danno. Questo mezzo è
l'autosuggestione.
Autosuggestionarsi,
coscientemente
Mentre di solito ci si autosuggestiona in modo
inconscio, basta farlo in modo cosciente, e la via è
questa: in primo luogo si valutano con la ragione gli
obiettivi che devono essere oggetto
dell'autosuggestione e, a seconda che essa ne dia una
valutazione positiva o no, ci si ripete più volte, senza
pensare ad altro: 'questo va', “questo no”, “questo
sarà”, “questo non sarà”; se l'inconscio accetta la
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suggestione, se cioè si autosuggestiona, si vedono lo o
gli obiettivi realizzarsi via via.
Così intesa, l'autosuggestione non è altro che una
forma di ipnotismo, definibile con queste semplici
parole: 'influenza dell'immaginazione sull'essere
morale e l'essere fisico dell'uomo'.
Se vi persuadete di poter fare una cosa qualunque,
che rientri nell'ambito del possibile, la farete, per
quanto difficile possa essere. Se invece vi immaginate
di non poter fare la cosa più semplice del mondo, vi è
impossibile farla e mucchietti di terra saranno per
voi montagne insormontabili.
È questo il caso dei nevrastenici, i quali, ritenendosi
incapaci del minimo sforzo, spesso trovano
impossibile fare anche solo pochi passi senza sentirsi
mortalmente affaticati. E, sempre i nevrastenici,
quando si sforzano di uscire dalla loro tristezza, vi
sprofondano sempre di più, simili ai poveretti che
scivolano e affondano tanto più rapidamente quanti
più sono gli sforzi che fanno per liberarsi dalle sabbie
mobili.
Allo stesso modo basta pensare che un dolore se ne
va per sentire davvero sparire a poco a poco quel
dolore e, viceversa, basta pensare di star male per
sentire immediatamente la presenza del malessere.
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Alcune persone predicono con un certo anticipo che il
tal giorno, nelle tali circostanze, avranno l'emicrania,
e, davvero, il giorno detto, nelle circostanze previste,
essi ne soffrono. Queste persone si sono procurate
da sé il loro male, così come altre guariscono il loro
con l'autosuggestione cosciente. Molte persone sono
malate nel fisico e nel morale soltanto perché
immaginano di essere malate, vuoi nel fisico, vuoi nel
morale. Se vi sono persone paralizzate senza che sia
stata accertata nessuna lesione, vuoi dire che esse
immaginano di essere paralizzate ed è tra queste
persone che avvengono le guarigioni più straordinarie.
Se alcuni sono felici o infelici, è perché immaginano di
esserlo, tant'è vero che due persone che vivono le
stesse condizioni oggettive possono sentirsi l'una
assolutamente felice, l'altra assolutamente infelice.
La nevrastenia, il balbettio, le fobie, la cleptomania,
alcune paralisi, eccetera non sono altro che l'azione
dell'inconscio sull'essere fisico o morale.
Come fare
Ma se l'inconscio è la fonte dei nostri mali, esso può
anche portare la guarigione dei nostri disturbi fisici o
morali. Può non solo riparare al male che ha fatto, ma
anche guarire delle malattie reali, tanto grande è il
suo potere sul nostro organismo.
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Isolatevi in una camera, sedetevi in poltrona,
chiudete gli occhi per evitare distrazioni; per qualche
istante pensate soltanto: “la tal cosa sta per
scomparire”, “la tal cosa sta per venire”.
Se vi siete davvero autosuggestionati, vale a dire se il
vostro inconscio ha fatto propria l'idea che gli avete
offerto, vi stupirete nel veder realizzarsi la cosa che
avete pensato. (È da notare che è caratteristico delle
idee autosuggestionate esistere in noi a nostra
insaputa: noi possiamo sapere che esistono solo dagli
effetti che producono). La cosa più importante e
fondamentale è che la volontà non intervenga nella
pratica dell'autosuggestione; infatti, se la volontà non
va d'accordo con l'immaginazione e si pensa “voglio
che accada la tal cosa o la tal altra”, mentre
l'immaginazione dice “tu lo vuoi, ma non sarà così”,
non solo non si ottiene ciò che si vuole, ma si
raggiunge esattamente l'effetto opposto.
Questa osservazione è fondamentale e spiega perché
si ottengono risultati poco soddisfacenti nella cura
delle affezioni morali quando si cerca di rieducare la
volontà.
Bisogna invece dedicarsi all'educazione
dell'immaginazione.
32
Quando
l'esperienza
diventa legge
Da numerosi esperimenti condotti per oltre vent'anni
e osservati con cura minuziosa si possono trarre le
seguenti conclusioni, riassunte sotto forma di leggi.
1. Quando volontà e immaginazione sono in lotta, a
vincere, senza eccezioni, è sempre l'immaginazione.
2. Nel conflitto tra volontà e immaginazione, la forza
dell'immaginazione è in ragione diretta del quadrato
della volontà.
3. Quando c'è accordo tra volontà e immaginazione, le
due forze non si sommano, ma si moltiplicano tra loro.
4. L'immaginazione può essere guidata.
(Le espressioni “in ragione diretta del quadrato della
volontà” e “si moltiplicano” non sono da intendersi,
ovviamente, in senso rigorosamente matematico).
Da quanto detto, sembrerebbe che nessuno dovrebbe
mai ammalarsi. E questo è vero. Qualsiasi malattia,
quasi senza eccezioni, può cedere all'autosuggestione,
per quanto ardita e inverosimile possa parere questa
33
affermazione; badate che non si dice cede sempre,
ma può cedere, il che è diverso. Tuttavia per portare
le persone a praticare l'autosuggestione cosciente
bisogna insegnare loro come fare, esattamente come
si insegna a leggere, a scrivere o a suonare.
Potenzialità
dell'autosuggestione
Come già detto in precedenza, l'autosuggestione è
uno strumento che portiamo in noi dalla nascita e col
quale inconsciamente giochiamo per tutta la vita così
come un neonato gioca con un sonaglio. È però uno
strumento pericoloso: può ferire, persino uccidere, se
maneggiato imprudentemente e incoscientemente.
Quando invece la si usa in modo cosciente, essa, al
contrario, salverà.
Si può dire dell'autosuggestione ciò che Esopo, noto
scrittore greco antico di tavolette, a fini moralistici,
diceva della lingua: «È la migliore, ma anche la cosa
peggiore del mondo».
Tutti possono godere dell'azione benefica
dell'autosuggestione applicata in modo cosciente.
Dicendo “tutti', forse, si esagera un pò”. Vi sono
infatti due categorie di persone nelle quali è difficile
provocare l'autosuggestione cosciente: i deboli di
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intelligenza, che non sono capaci di capire quel che si
dice loro e le persone che non sono disposte a capire.
SUCCESSO SCOLASTICO
I risultati finali dell'esame d'inglese sono affissi da
sole due ore ma mi affretto a comunicarle la notizia
che mi riguarda: ho superato l'orale, brillantemente e
prima dell'esame non ho avuto quel batticuore che in
passato mi provocava una nausea intollerabile.
Durante gli esami mi sono stupita della mia calma, che
ha dato a chi m'ascoltava l'impressione che fossi
molto preparata e sicura di me. E, per finire, sono
proprio gli esami che più temevo ad aver
maggiormente contribuito al mio successo.
(Sono le parole di una ragazza sedicenne, respinta nel 1916 a causa
della paura che la bloccava prima degli esami. Il successo scolastico
cui si riferisce è successivo a un trattamento di autosuggestione).
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Come si procede per insegnare a un individuo ad
autosuggestionarsi
II principio del metodo si riassume in queste poche
parole:
si può pensare soltanto a una cosa per volta, vale a
dire, due idee si possono giustapporre, ma non
sovrapporre nella nostra mente.
Ogni pensiero che occupi da solo la nostra mente
diventa per noi vero e tende a trasformarsi in atto.
Quindi, se riuscite a far pensare a un malato che la
sua sofferenza scomparirà, essa scomparirà; se
riuscite a far pensare a un cleptomane che non
ruberà più, non ruberà davvero più.
CONGIUNTIVITE
Da quattro anni soffrivo di una grave congiuntivite.
Ero andata da parecchi medici, ma senza ottenere
nessun risultato. L'ultimo che mi aveva visitata mi ha
dichiarato che la malattia era incurabile, tuttavia
sono guarita grazie al suo metodo che è stato l'unico
ad aver avuto successo là dove gli altri avevano
fallito.
(Signora S.R., Lunéville)
36
L'autosuggestione
come strumento terapeutico
Qualunque sia la malattia di un individuo, sia essa
fisica o morale, è importante procedere sempre nello
stesso modo e pronunciare le stesse parole con poche
varianti, a seconda dei casi.
Dite al soggetto: «Si sieda e chiuda gli occhi. Io non
sto cercando di addormentarla, sarebbe inutile. La
prego di chiudere gli occhi solo per fare in modo che
la sua attenzione non sia distratta dagli oggetti che
potrebbero colpire il suo sguardo. Ora dica a se
stesso che tutte le parole che io pronuncerò
andranno a fissarsi nel suo cervello, a imprimersi,
incidersi, radicarsi in esso, e che bisogna che esse
rimangano sempre fissate, impresse, radicate, e che,
senza che lei lo voglia, o lo sappia, in modo del tutto
incosciente per lei, il suo organismo e lei stesso
dovranno obbedire a esse.
L'appetito
Innanzi tutto le dico che tutti i giorni, tre volte al
giorno, al mattino, a mezzogiorno e alla sera, lei avrà
fame, proverà cioè quella piacevole sensazione che fa
pensare e dire: 'o come mangerei con piacere!' E, in
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effetti, lei mangerà con piacere, con grande piacere,
senza però mangiare troppo. Si preoccuperà, anzi, di
masticare a lungo gli alimenti in modo da trasformarli
in una specie di pasta molle prima di inghiottirli. In
queste condizioni, lei digerirà bene e non sentirà
disturbi, malesseri o dolori di qualsivoglia natura, né
nello stomaco né nell'intestino. L'assimilazione
avverrà bene e l'organismo trarrà vantaggio da tutti
gli alimenti trasformandoli in sangue, muscoli, forza,
energia, in una parola, nella vita.
La funzione
intestinale
Dal momento che avrà digerito bene, la funzione
intestinale si verificherà normalmente e ogni mattina,
alzandosi dal letto, lei sentirà il bisogno di evacuare e
otterrà un risultato soddisfacente senza mai
ricorrere a medicinali o a qualsiasi altro artificio.
Il sonno
Inoltre, ogni notte, dal momento in cui lei desidererà
dormire fino al momento in cui desidererà risvegliarsi
il mattino dopo, dormirà un sonno profondo, calmo,
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tranquillo, durante il quale non avrà incubi e uscendo
dal quale si sentirà assolutamente ben disposto.
Umorale
D'altro canto, se talvolta le succede di essere triste,
cupo, di essere annoiato e vedere tutto nero, a
partire da ora non sarà più così; invece di essere
triste, cupo, invece di aver rimpianti e vedere tutto
nero, lei sarà allegro, molto allegro, allegro senza
motivo, forse, ma in ogni caso allegro; dirò di più:
anche se lei ha delle valide ragioni, dei veri motivi per
esser giù di morale, non lo sarà ugualmente.
I nervi
Se ora le succede, in alcune circostanze, di avere
degli scatti di impazienza o di collera, non le capiterà
più; sarà invece sempre paziente, sempre padrone di
sé, e le cose che la infastidivano, la angustiavano, la
irritavano, d'ora in poi la lasceranno assolutamente
indifferente e calmo, molto calmo.
L'insicurezza
Se talvolta si sente aggredito, perseguitato, preda di
idee cattive e malsane, di timori, paure, fobie,
tentazioni, rancori, tutto questo si allontanerà a poco
39
a poco dagli occhi della sua immaginazione e sembrerà
affondare, dissolversi come in una nuvola lontana
dove tutto finirà per scomparire completamente.
Come un sogno svanisce al risveglio, così
scompariranno tutte queste vane immagini.
Tutto
funziona bene
Tutti i suoi organi funzionano bene, il cuore batte
normalmente e la circolazione del sangue avviene
come dovrebbe avvenire; i polmoni funzionano bene, lo
stomaco, l'intestino, il fegato, la vescicola biliare, i
reni, la vescica: tutti questi organi svolgono
normalmente le loro funzioni. Se uno di essi adesso
funziona anormalmente, quest'anomalia ogni giorno
diminuirà un pò; così, fra non molto, scomparirà
completamente e l'organo riprenderà il suo
funzionamento normale.
Inoltre, se vi sono delle lesioni in uno di essi, tali
lesioni si cicatrizzeranno giorno dopo giorno e in
breve saranno guarite. (A tale proposito per guarirlo
non è necessario sapere qual è l'organo malato. Sotto
l'influenza dell'autosuggestione ogni giorno, sotto
tutti gli aspetti, io vado di bene in meglio, l'inconscio
esercita la sua azione profonda su quell'organo che è
in grado di individuare da sé.)
40
La fiducia
in se stessi
Ancora una cosa, ed è molto importante: se fino ad
oggi lei ha avuto una certa sfiducia in se stesso, le
dico che a poco a poco questa sfiducia scomparirà per
far posto invece alla fiducia, una fiducia basata sulla
forza incalcolabile che è in ognuno di noi. Tale fiducia
è qualcosa di assolutamente indispensabile ad ogni
essere umano. Senza fiducia in se stessi non si riesce
mai in niente; con la fiducia in sé si riesce in tutto
(naturalmente nel campo delle cose ragionevoli). Lei
acquista quindi fiducia in sé e la fiducia le da la
certezza di essere capace di fare non solo bene, ma
molto bene, ogni cosa che desidera fare, a condizione
che sia ragionevole, e anche ogni cosa che è suo
dovere fare.
È facile...
Quando, quindi, desidererà fare qualcosa di
ragionevole, o quando dovrà fare qualcosa che è suo
dovere fare, pensi sempre che la cosa è facile. Che le
parole: 'difficile', 'impossibile', “non posso”, “è più
forte di me”, 'non posso impedirmi di...', scompaiano
dal suo vocabolario, non sono della sua lingua. Invece
appartiene alla sua lingua il dire: “è facile”, e 'posso'.
Se lei considera facile una cosa, questa diviene tale
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per lei, mentre potrebbe sembrare difficile agli altri,
e questa cosa la farà in fretta e bene, e anche senza
fatica, perché l'avrà fatta senza sforzo. Se al
contrario l'ha considerata difficile o impossibile, essa
lo diventerà davvero, semplicemente perché l'ha
considerata tale».
A queste suggestioni generali, il cui contenuto forse a
qualcuno sembrerà un pò lungo o anche infantile, ma
che sono necessarie, bisogna aggiungere quelle che si
applicano al caso particolare di ogni paziente.
Il tono di voce
Tutte queste suggestioni vanno recitate con un tono
monotono e cullante (sottolineando però con la voce le
parole essenziali), che inviti il soggetto, se non a
dormire, a lasciarsi andare, a non pensare più a
niente.
La fine
del trattamento
Quando è terminata la serie delle suggestioni, ci si
rivolge al soggetto in questi termini: «Insomma, sento
che sotto tutti gli aspetti, sia dal punto di vista fisico
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sia da quello morale, lei gode di ottima salute, di una
salute migliore di quella di cui ha goduto finora.
Adesso conterò fino a tre, e quando dirò 'tre' lei
aprirà gli occhi e uscirà dallo stato in cui si trova, e
ne uscirà molto tranquillamente; non si sentirà
stordito e nemmeno stanco; si sentirà invece forte,
vigoroso, attento, disponibile, pieno di vita; inoltre
sarà allegro, molto allegro e in ottima forma sotto
ogni riguardo. Uno, due, tre». Alla parola 'tre' il
soggetto apre gli occhi e sorride sempre, con
un'espressione di appagamento e di benessere sul
viso.
Ultime parole
di congedo
«Tutte le mattine al risveglio e tutte le sere al
momento di addormentarvi, chiudete gli occhi e,
senza cercare di fissare la vostra attenzione su ciò
che dite, pronunciate a fior di labbra, ma in modo da
sentire le vostre parole e ritmandole su una
cordicella con venti nodi, la frase seguente: “ogni
giorno, sotto tutti gli aspetti, io vado di bene in
meglio”, riferendovi alla totalità del vostro essere,
perché è inutile farsi delle autosuggestioni
particolari.
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Procedete in quest'autosuggestione nel modo più
semplice, infantile e meccanico possibile, e quindi con
il minimo sforzo. In una parola, la frase va ripetuta
con il tono che si usa nelle litanie.
In questo modo si riesce a farla penetrare
nell'inconscio attraverso l'orecchio e, quando vi è
penetrata, essa agisce. Seguite per tutta la vita
questo metodo che è sia preventivo sia curativo.
Inoltre, tutte le volte che durante il giorno o la notte
risentite di qualche sofferenza fisica o morale,
affermate immediatamente a voi stessi che presto
scomparirà, e, passandovi la mano sulla fronte se si
tratta di qualcosa di morale, o sulla parte dolorante
se è qualcosa di fisico, ripetete molto in fretta a fior
di labbra le parole: 'passa, passa, passa...', tanto a
lungo quanto è necessario. Con un pò di pratica si
riesce a fare scomparire il dolore sia fisico sia
morale in venti-venticinque secondi. Ricominciate ogni
volta che è necessario.»
La pratica dell'autosuggestione non sostituisce una
cura medica, ma è un aiuto prezioso tanto per il
malato quanto per il medico.
44
Il ruolo del
suggestionatore
È facile quindi rendersi conto del ruolo del
suggestionatore. Non è un padrone che da un ordine,
ma un amico, una guida, che conduce il malato passo
dopo passo sulla via della guarigione. Poiché tutte
queste suggestioni vengono date nell'interesse del
paziente, il suo inconscio non chiede che di assimilarle
e di trasformarle in autosuggestione. Quando questa
si è prodotta, si ottiene la guarigione più o meno
rapidamente.
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Superiorità del metodo
Suggestione
e sonno
II metodo descritto da risultati assai efficaci, non
foss'altro perché non si hanno mai fallimenti, tranne
che con le due categorie di persone di cui si è parlato
prima, che fortunatamente rappresentano solo una
minima parte dell'umanità.
Se invece si cerca di agire sul paziente subito senza
spiegazioni, non si può esercitare, ne si esercita di
fatto, alcun'azione, se non sui pazienti molto sensibili,
che sono una piccola minoranza.
Una volta, pensando che la suggestione potesse agire
pienamente solo durante il sonno, si cercava di
addormentare i pazienti; ma non è necessario, anzi,
può essere controproducente. Infatti se si dice a
qualcuno che sta per addormentarsi, la paura di
trovarsi totalmente in balia di un altro suscita spesso
una resistenza involontaria all'addormentamento. Se
invece gli dite che non lo farete addormentare, e che
sarebbe del tutto inutile farlo, otterrete la sua
fiducia, vi ascolterà senza timori, senza pregiudizi;
spesso succede (quando non è la prima volta e
comunque molto in fretta) che si lasci cullare dal
suono monotono della vostra voce e si addormenti di
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un sonno profondo da cui si risveglia molto stupito di
essersi addormentato.
La suggestione
nella pratica
medica
Tuttavia non bisogna credere che sia assolutamente
necessario procedere come si è detto per usare la
suggestione e provocare l'autosuggestione. La
suggestione può essere esercitata sulle persone a
loro insaputa e determinare l'autosuggestione. Per
esempio, se un medico, che per il solo fatto di essere
medico ha già un effetto suggestionante sul paziente,
gli dice di non poter far nulla per lui, che il suo è un
caso incurabile, provocherà nella mente del suo
paziente un'autosuggestione che può avere
conseguenze disastrose; se invece gli dice che sì, la
sua malattia è grave, ma con cure appropriate, tempo
e pazienza, giungerà la guarigione, otterrà talvolta, e
anche più spesso di quanto non si aspetti, dei risultati
sorprendenti.
Non diversamente se un medico, dopo aver visitato un
paziente, stende una ricetta e gliela presenta senza
commenti, i rimedi prescritti avranno poche
probabilità di agire positivamente; se invece spiega al
paziente che questo o quel medicinale andrà preso in
queste o quelle condizioni e produrrà questo o
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quell'effetto, i risultati annunciati saranno ottenuti
quasi infallibilmente e in tempi più brevi.
Consigli pratici
agli operatori
della salute
II metodo descritto non è stato elaborato in
alternativa o in opposizione all'azione dei medici e dei
farmacisti. Non solo sarebbe auspicabile
l'inserimento nel piano di studi di Medicina dello
studio teorico e pratico della suggestione, per il bene
dei pazienti e dei medici stessi, ma è certamente
opportuno che, ogni volta che un paziente va a
consultare il medico, questi gli prescriva sempre uno
o più medicinali, anche se non li ritiene strettamente
necessari. Infatti, quando il paziente si rivolge a un
medico, lo fa perché si aspetta un rimedio con cui
potrà guarire dai suoi mali. Non sa che molto spesso a
determinare la salute possono essere semplicemente
l'igiene o la dieta generale; non da importanza a
queste cose. Quel che gli occorre è una medicina.
Se il medico prescrive al paziente solo una dieta
senza medicine, il paziente sarà scontento, penserà
che è stato del tutto inutile scomodarsi per non aver
poi l'indicazione di un rimedio concreto, e spesso si
rivolgerà a un altro medico. Val dunque la pena di
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prescrivere sempre dei tarmaci e, per quanto
possibile, non quelli oggetto di una pubblicità
martellante, ma dei tarmaci predisposti dal medico a
misura del paziente, che gli ispirano molta più fiducia
delle pillole X o delle polveri Y che può facilmente
procurarsi in qualunque farmacia senza bisogno di una
ricetta, perché sono stati pensati “per lui”.
Come agisce
la suggestione
Per capire bene il ruolo della suggestione, o meglio
dell'autosuggestione, basta sapere che l'inconscio è il
grande direttore di tutte le nostre funzioni. Se gli
facciamo credere, come si è già detto in precedenza,
che questo o quell'organo che non funziona bene deve
funzionare bene, questi docilmente obbedisce e la
funzione dell'organo ritorna normale talvolta subito,
talvolta lentamente.
Questo permette di spiegare in modo chiaro e
semplice come, attraverso la suggestione, si possono
fermare delle emorragie, vincere la costipazione,
fare scomparire dei fibromi, guarire delle paralisi,
delle lesioni tubercolari, delle ulcere varicose,
eccetera.
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Un caso esemplare
Si potrebbero citare moltissimi casi e moltissime
testimonianze a convalida di quest'affermazione. Un
dentista può procedere all'estrazione di un dente
senza che un paziente, opportunamente
suggestionato, avverta alcun dolore. Di più, se, come
spesso succede, dopo l'estrazione subentra
un'emorragia, anche il flusso del sangue può essere
arrestato con la suggestione: il fatto si è
concretamente verificato. L'esempio valga a
dimostrazione del potere della suggestione.
Come spiegare il caso descritto? In modo molto
semplice. Sotto l'influsso dell'idea “l'emorragia deve
fermarsi”, indotta per suggestione, l'inconscio invia
alle arteriole e ai capillari l'ordine di non lasciare
sfuggire altro sangue e, docilmente, essi si
contraggono naturalmente, così come avviene
artificialmente a contatto con un emostatico, per
esempio l'adrenalina.
Lo stesso meccanismo presiede alla scomparsa di un
fibroma. Se l'inconscio accetta l'idea che “il fibroma
deve sparire”, il cervello ordina alle arterie che lo
nutrono di contrarsi, esse si contraggono, rifiutano il
loro servizio, non nutrono più il fibroma e questo,
privo di nutrimento, muore, si dissecca, si riassorbe e
sparisce.
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Le affezioni
morali e le
tare originarie
o acquisite
Sulla nevrastenia, oggi tanto frequente, la
suggestione praticata regolarmente ha di solito la
meglio, risolvendo positivamente dei casi in cui le
altre cure falliscono inesorabilmente e liberando i
pazienti dall'incubo ricorrente delle case di cura e
degli psicofarmaci.
Suggestione:
rimedio sociale
Ma se la suggestione è utile nella cura delle affezioni
morali e fisiche, quali servizi ancora maggiori non
potrebbe rendere alla società, consentendo il
recupero degli sfortunati ragazzi che popolano gli
istituti di correzione e che escono di lì solo per
entrare nelle file del crimine?
Prima di procedere all'analisi di due casi concreti,
deve essere aperta una parentesi.
Supponiamo che il nostro cervello sia una tavola nella
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quale sono inseriti dei chiodi, che rappresentano le
nostre idee, le nostre abitudini, i nostri istinti e che
determinano le nostre azioni. Se constatiamo che in
un individuo esiste un'idea cattiva, una cattiva
abitudine, un cattivo istinto, insomma un cattivo
chiodo, noi ne prendiamo uno che sia la buona idea, la
buona abitudine, il buon istinto, lo mettiamo
direttamente sulla testa del chiodo cattivo e diamo
sopra una martellata, in altre parole, operiamo una
suggestione. Il nuovo chiodo si impianterà di un
millimetro, mentre il vecchio si scalzerà di
altrettanto, e, a ogni martellata, cioè a ogni
suggestione, si impianterà di un altro millimetro e
l'altro uscirà di un altro millimetro in modo che, dopo
un certo numero di colpi, il vecchio chiodo sarà uscito
completamente e sostituito dal nuovo. Operata la
sostituzione, l'individuo le obbedisce.
Torniamo agli esempi promessi.
Il piccolo M., di undici anni, di Troyes, era soggetto a
quei piccoli incidenti notturni e diurni propri della
prima infanzia; inoltre era cleptomane e naturalmente
mentiva. A richiesta della madre fu sottoposto a un
trattamento di suggestione. Fin dalla prima seduta,
gli incidenti smisero di giorno per prodursi solo di
notte. A poco a poco si fecero meno frequenti e
infine, qualche mese dopo, il bambino era
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completamente guarito. Contemporaneamente, la
passione del furto si attenuò e dopo sei mesi non
rubava più.
Il fratello diciottenne di questo bambino aveva
concepito per un altro fratello un odio violento. Ogni
volta che aveva bevuto un pò più del normale, gli
veniva voglia di tirare fuori il coltello e colpire il
fratello.
Sentiva che un giorno o l'altro sarebbe accaduto, ma
sentiva anche che, se fosse accaduto, subito dopo
aver commesso il crimine si sarebbe messo a piangere
sul corpo della vittima.
Anch'egli fu sottoposto a un trattamento di
suggestione. In lui il risultato fu meraviglioso. Guarì
nella prima seduta. L'odio per il fratello era
scomparso e da allora furono sempre buoni amici,
cercando di essere gentili l'uno con l'altro.
Visto che si ottengono simili risultati con la
suggestione, non sembrerebbe utile, o meglio
indispensabile, adottare questo metodo e introdurlo
negli istituti di correzione? Una suggestione applicata
quotidianamente a dei ragazzi viziosi ne
ricondurrebbe almeno la metà sulla retta via. Non
sarebbe un servizio immenso per la società?
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Suggestione:
Strumento
pericoloso?
Si dirà forse che può essere pericoloso usare la
suggestione, che ci si può servire di essa anche per
fare del male. Tale obiezione non ha alcun valore, in
primo luogo perché la pratica della suggestione sarà
affidata a persone serie e oneste, per esempio ai
medici degli istituti di correzione; poi perché coloro
che cercano di usarla per far del male non chiedono
comunque il permesso a nessuno.
Ma, anche concedendo che essa possa essere
pericolosa (cosa che non è), non sarebbe comunque
l'unico strumento utile cui ricorriamo senza pericolo.
Sono senza pericolo il vapore, l'elettricità, le
automobili, l'aeroplano? Oppure i veleni che i medici e
i farmacisti usano quotidianamente in dosi
infinitesimali e che potrebbero folgorare il malato se
un giorno per sbaglio avessero la sfortuna di
sbagliare una pesata?
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L'autosuggestione
come strumento educativo
Agire per tempo
Anche se può sembrare paradossale, l'educazione del
bambino deve cominciare prima della nascita. Se una
donna che ha concepito da poche settimane si crea
nella mente l'immagine del bambino che metterà al
mondo, le qualità fisiche e morali che desidera vedere
realizzate in lui, e se continua per tutta la gravidanza
a farsi la stessa immagine, verosimilmente il bambino
avrà le qualità prefigurate.
Le donne di Sparta generavano bambini robusti, che
diventavano poi guerrieri temibili, perché il loro
desiderio più vivo era di dare alla patria uomini così,
mentre ad Atene le donne avevano bambini
fortemente portati al lavoro intellettuale, in cui le
qualità della mente avevano la meglio su quelle fisiche.
Il bambino fatto nascere in questo modo sarà quindi
adatto ad accettare più facilmente le buone
suggestioni che gli verranno fatte e a trasformarle in
autosuggestioni, che in seguito determineranno la
condotta della sua vita. Bisogna infatti sapere che
tutte le nostre parole, tutte le nostre azioni sono
unicamente il risultato di autosuggestioni create per
lo più dalla suggestione dell'esempio o della parola.
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I compiti
degli educatori
Che cosa devono dunque fare i genitori e i maestri
per evitare di provocare cattive autosuggestioni e
per farne nascere di buone nei bambini? Essere con
loro sempre di umore costante, parlare loro con un
tono dolce, ma tuttavia fermo. Li si porta cosi a
obbedire senza che venga loro nemmeno la tentazione
di fare resistenza.
Soprattutto, bisogna assolutamente evitare di
brutalizzarli, perché si rischierebbe di creare in loro
l'autosuggestione della paura, che è solitamente
accompagnata dall'odio.
Rispetto
per il prossimo
Evitate anche, davanti a loro, di parlare male di
chicchessia, come spesso accade nei salotti, dove con
mondana noncuranza “si tagliano i panni addosso” alle
persone assenti. I bambini seguirebbero fatalmente
questi funesti esempi e potrebbero poi causare veri e
propri 'incidenti'.
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Amore
per la natura
Risvegliate in loro il desiderio di conoscere i fatti
della natura e cercate di interessarli dando loro con
chiarezza tutte le spiegazioni possibili, con un tono
giocoso e di buon umore. Quindi rispondete alle loro
domande con compiacimento e non respingeteli
dicendo: «Mi dai fastidio, lasciami in pace, ti
spiegherò poi».
Incoraggiamento
Non dite mai, per nessun motivo, a un bambino: «Sei
un pigraccio, un buono a niente»; questo creerebbe in
lui i difetti che gli rimproverate.
Se un bambino è pigro e fa male i compiti, un giorno
gli dovrete dire, anche se non sarà del tutto vero:
«Ah, oggi hai lavorato meglio del solito, molto bene,
bimbo mio». Il bambino, lusingato da una lode cui non
è abituato, lavorerà certamente meglio la volta dopo
e a poco a poco, grazie agli incoraggiamenti dati con
discernimento, arriverà davvero a lavorare bene.
Malattia e salute
Evitate assolutamente di parlare di malattie di fronte
ai bambini. Insegnate invece loro che la salute è lo
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stato normale dell'uomo e che la malattia è
un'anomalia, una specie di deviazione che si può
evitare vivendo in modo sobrio e regolato.
Non create difetti in loro, inducendo la paura di
questo o quello, del freddo o del caldo, della pioggia o
del vento. L'uomo è fatto per sopportare queste cose
naturalmente; non c'è motivo di soffrirne e di
lamentarsi continuamente.
Evitate di creare delle paure parlando dell'uomo nero
o del lupo cattivo, perché la paura contratta
nell'infanzia rischia di persistere anche dopo.
Scegliere
i collaboratori
Coloro che non allevano di persona i propri figli
devono scegliere bene le persone a cui li affidano.
Non basta che amino i bambini, bisogna anche che
abbiano le qualità che si desidera che un bambino
possegga.
Il lavoro
Risvegliate nei bambini l'amore per il lavoro rendendo
loro le cose facili e comprensibili con una spiegazione
chiara, ma anche in modo piacevole e introducendo
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nelle spiegazioni degli aneddoti divertenti che
faranno desiderare ai bambini di sentire la 'lezione'
successiva.
Inculcate soprattutto in loro l'idea che il lavoro è
indispensabile all'uomo, che colui che non lavora in
qualche modo è una persona inutile, che ogni lavoro
procura a chi lo fa una soddisfazione sana e profonda,
mentre l'ozio, tanto sognato da alcuni, porta alla noia,
alla nevrastenia, al disgusto della vita e porta alla
devianza e anche al delitto colui che non possiede i
mezzi per soddisfare le passioni nate nell'ozio.
Amore
per il prossimo
Insegnate ai bambini a essere sempre educati e
amabili con tutti, in particolare con coloro che il caso
ha fatto nascere in una condizione inferiore alla loro,
a rispettare i vecchi, a non ridere dei difetti fisici e
morali che spesso sono conseguenza dell'età.
Insegnate loro che bisogna voler bene a tutti
indipendentemente dalla posizione sociale, che
bisogna essere sempre pronti a soccorrere chi ne ha
bisogno e non temere di perdere tempo e denaro; in
una parola, che bisogna pensare più agli altri che a se
stessi; infine che, agendo in questo modo, si prova,
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pur senza cercarla, un'intima soddisfazione, che gli
egoisti cercano sempre senza mai provarla.
Fiducia
in se stessi
Sviluppate in loro la fiducia in se stessi, insegnate
loro che prima di fare una cosa bisogna sottoporla al
controllo della ragione, evitando di agire in modo
impulsivo e che, dopo aver ragionato, bisogna
prendere una decisione da cui non si torna più
indietro, a meno che non si abbia avuto la prova di
essersi sbagliati.
Insegnate loro soprattutto che ognuno deve andare
avanti nella vita con un'idea ben precisa, ben chiara,
di arrivare alla meta prefissa e che sotto l'influenza
di questa idea arriverà di sicuro, non perché debba
tranquillamente attendere il corso degli eventi, ma
perché, spinto da questa idea, farà il necessario per
riuscire, saprà approfittare delle occasioni o anche
dell'unica occasione che gli si presenterà, non fosse
che un'occasione sottile come un capello. Al contrario
chi non è sicuro di sé sarà il solito 'perdigiorno' che
non riuscirà in nulla, perché farà sempre tutto il
necessario per non riuscire. Potrà anche nuotare in un
oceano di occasioni, ma non avrà mai modo di
coglierne neanche una, mentre chi ha dentro di sé
60
l'idea del successo farà nascere, talvolta anche
inconsciamente, le occasioni che lo porteranno al
successo.
La forza
dell'esempio
Ma è fondamentale che genitori e maestri predichino
con l'esempio. Il bambino è un essere molto
suggestionabile. Tutto ciò che vede fare lo ripete; i
genitori sono quindi tenuti a dare solo buoni esempi ai
bambini.
La suggestione 'pilotata'
Appena i bambini hanno imparato a parlare, fategli
ripetere mattina e sera, venti volte di seguito, la
frase: «Ogni giorno, sotto tutti gli aspetti, io vado di
bene in meglio». Ciò procurerà loro un'eccellente
salute fisica e morale.
Di grande aiuto per fare sparire i difetti del bambino
e sviluppare in lui le qualità opposte può essere una
suggestione come questa: ogni sera, al buio,
avvicinatevi al letto del bambino al suo primo sonno (il
più pesante); restate a un metro circa dalla sua testa
e a voce molto bassa, per non svegliarlo, in una specie
61
di sussurro consolidate il suo sonno ripetendo
lentamente, cinque o sei volte di seguito: «Dormi
sempre meglio».
Poi, passando alla suggestione vera e propria,
nominate per il suo inconscio il miglioramento fisico o
morale che si desidera ottenere, avendo cura di usare
soltanto forme positive.
Inizialmente usate solo una, due suggestioni,
ripetendole una ventina di volte; non passate ad altre
se non avete ottenuto i risultati con le prime.
Per il pigro
1. Per il mentale: a un bambino pigro, poltrone o
bugiardo, non si dovrà dire: «Tu non sei più pigro, tu
non sei più poltrone, tu non sei più bugiardo», ma: «Tu
diventi lavoratore, ti applichi, diventi coraggioso,
sempre più franco e sincero».
Per le difficoltà
della crescita
2. Per il fisico: «Ti viene appetito, digerisci meglio, i
tuoi polmoni si rafforzano, diventi robusto, ti sviluppi
normalmente».
62
Per
l'incontinenza
3. Per l'incontinenza di urina: si devono usare solo le
parole che il bambino può capire a seconda dell'età.
ULCERE VARICOSE
Ero affetta da due ulcere varicose, una per piede.
L'ulcera del piede destro, dell'ampiezza di una mano,
è completamente guarita.
L'ho vista sparire come per incanto.
Ero a letto da settimane. Poco dopo aver cominciato a
seguire suo metodo, l'ulcera si è richiusa e sono
riuscita ad alzarmi. Quella del piede sinistro non è
ancora guarita, ma la guarigione non tarderà a venire.
Così io recito mattino e sera e reciterò sempre la
frase chiave del suo metodo, nella quale ho completa
fiducia.
Devo anche dirle che non potevo più toccarmi le
gambe, erano dure come pietre. Adesso posso
premerle senza dolore e posso camminare. Che
felicità!
(Signora L., Mailleroncourt - Charette, Haute Saóne)
63
PROLASSO UTERINO
Da otto anni ero affetta da un prolasso dell'utero:
dopo cinque mesi in cui ho praticato il suo metodo di
autosuggestione sono completamente guarita e non so
come ringraziarla.
(Signora S., Toul)
Esempi:
- a un piccino: «Chiami sempre la tua mamma e il tuo
lettino e sempre pulito»;
- a uno più grandicello: «Adesso tu puoi trattenere la
pipi per tutta la notte e il tuo letto è sempre asciutto
e pulito».
Consigli pratici
Se il bambino si sveglia mentre gli parlate, fermatevi
subito. E’ meglio rinviare l'intervento al giorno dopo:
l’inconscio continuerà a lavorare sulle parole ricevute
e i genitori resteranno stupiti dei risultati che si
possono ottenere con un procedimento molto
semplice.
E facile capirne la ragione. Quando il bambino dorme,
il suo corpo e il suo essere inconscio si riposano, sono,
per così dire annullati, ma il suo essere inconscio
64
veglia; e quindi solo a quest'ultimo che ci si rivolge e
dal momento che crede a tutto, accetta senza
discutere quel che gli si dice e a poco a poco il
bambino arriva a fare da solo ciò che i genitori
desiderano.
Ma è importante soprattutto procedere con
regolarità pazienza, perseveranza, dal momento che i
risultati raramente sono spontanei.
Durante il giorno, non dovete mai parlare ne
direttamente al bambino ne in sua presenza di ciò che
fate quando dorme.
Suggestione
a scuola
Sarebbe auspicabile che ogni mattino i maestri
facciano della suggestione ai loro scolari in questo
modo. Dopo aver fatto chiudere loro gli occhi, diranno
loro:
Il piacere
dell’ubbidienza
<<Amici miei' sento che siete sempre dei bambini
educati, amabili con tutti e obbedienti con i vostri
genitori e maestri, e quando questi vi daranno un
65
ordine o vi faranno un osservazione, terrete sempre
in conto l'ordine ricevuto o l'osservazione fatta,
senza che vi dia fastidio. Una volta pensavate che
quando vi si faceva un osservazione era per darvi
fastidio; adesso capite bene che solo nel vostro
interesse vi si fanno delle osservazioni; di
conseguenza, lungi dal volerne alla persona che ve le
rivolge, voi le siete riconoscenti e ben disposti a far
tesoro dei suoi suggerimenti.
Conversazione
e piacere
dello studio
II vostro lavoro, qualunque esso sia, vi piacerà, ma
poiché ora esso per voi consiste nello studio, vi
piaceranno tutte le cose che dovete studiare e
soprattutto quelle che una volta non vi piacevano.
Quindi, quando sarete in classe e l'insegnante farà
una lezione, presterete attenzione soltanto a quel
che dirà, senza occuparvi delle stupidaggini che
potrebbero dire o fare i vostri compagni e
soprattutto senza farne o dirne voi.
La memoria
In queste condizioni, poiché siete intelligenti, e
infatti siete intelligenti, amici miei, capirete
66
facilmente e terrete anche facilmente a mente: le
cose che avete appreso si immagazzineranno in un
casellario della vostra memoria dove resteranno a
vostra disposizione e da dove potrete tirarle fuori al
momento opportuno.
Il lavoro domestico
Anche quando lavorate da soli, in sala studio o a casa,
quando farete un compito o studierete una lezione
anche qui presterete la vostra attenzione soltanto al
lavoro che state facendo e avrete così dei buoni voti
per i compiti e le lezioni».
Questi consigli, se ben seguiti, creeranno dei bambini
ben provvisti delle migliori qualità fisiche e morali.
67
L'AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE:
TEORIA E METODO
Questa sezione raccoglie i testi di alcune lezioni di R. L. Charpentier,
discepola di Coué, sull'autosuggestione e le sue varie applicazioni
pratiche.
68
Introduzione all'autosuggestione
di Coué
Breve storia
della suggestione
Prima di arrivare all'applicazione precisa, libera e
salutare, che le ha dato Émile Coué, il capo della
Nuova Scuola di Nancy, la suggestione ha rivestito
molte forme, sofferto di strane interpretazioni e
talvolta di applicazioni non meno strane. Nella sua
lunga storia, le sue tribolazioni sono state numerose,
ma sono state certamente inevitabili e forse anche
necessario per costruirla poi su basi più solide.
Il passato
remoto
A partire dai sacerdoti di Esculapio, dio greco della
medicina, e dai loro procedimenti spettacolari, dai re
guaritori, dai maghi con i loro talismani, unguenti,
polveri, fluidi più o meno efficaci, dei quali è legittimo
sospettare che ad agire effettivamente e
sostanzialmente fosse proprio la suggestione, un
lungo panorama si dipana davanti a noi, e alcuni nomi
famosi ne precisano i diversi aspetti.
69
Il passato
prossimo
Per riassumere una storia quanto mai complessa,
diremo che la suggestione assume una forma
terapeutica soprattutto con gli studi di James Braid,
il medico di Manchester che nel 1843 ricorse per
primo al termine di ipnosi.
Devono poi essere ricordate le esperienze diJ.M.
Charcot alla Salpètrière, alla fine del secolo scorso,
proseguite da molti altri anche in tempi assai vicini a
noi.
Completano il quadro i notevoli studi di P. Janet
sull'automatismo psicologico, quelli di C. Richet sui
movimenti inconsci, l'oniroterapia di A. Binet.
All'epoca di Charcot, la Scuola di Nancy precisa il
proprio indirizzo con l'apporto di A. Liébeault, un
ignoto medico di campagna che curava i suoi pazienti
addormentandoli, e di H. Bemheim, famoso medico
parigino che 'si convertì a questa tecnica e la diffuse
nella capitale.
A Nancy vengono sempre più aspramente criticati i
metodi della Salpètrière, talvolta sommersa da una
vera folla di mitomani e simulatori. È l'epoca della
grande isteria, degli esperimenti e delle crisi.
Quanto ai malati sinceri, essi sono sottoposti, e lo
70
sono tanto più completamente quanto più ne sono
persuasi, all'influenza e al prestigio degli
sperimentatori. Senza di loro i pazienti non possono
sperare in un aiuto. Così ne dipendono, ritrovandosi
troppo spesso nel loro stato di malessere, appena
sono privati delle sedute con l'ipnotizzatore.
Che le sedute ipnotiche possano essere ad alcuni
necessarie è un fatto incontestabile, ma potrebbe
trattarsi di un'eccezione.
Tuttavia l'idea che la suggestione debba essere
imposta e subita è talmente generalizzata che
all'epoca non si concepisce nulla al di fuori di un
metodo che finisce per fare del soggetto un terreno
per esperimenti più o meno strani o stravaganti, a
seconda della mentalità dell'operatore.
Noi conosciamo le forme di ipnosi che ancora si
praticano normalmente sulla scena o nei salotti
privati, che tendono a provare il potere di un
individuo su un altro, affermando soprattutto quello
dell'idea accettata.
Sembra che le osservazioni fisiologiche nella
medicina consentano di provare in altro modo il
fattore normale della suggestionabilità che è in
ognuno di noi e di sottolinearne l'importanza con la
conseguente applicazione che ne deriva.
71
Per esempio non possiamo ignorare le modificazioni
psichiche, psicologiche e fisiologiche di cui siamo
protagonisti davanti a uno spettacolo, alla lettura di
un libro, sotto l'influenza dell'educazione e
dell'ambiente, o sotto quella di uno shock emotivo.
Originalità
del metodo
di Coué
Non è tuttavia nelle nostre intenzioni negare
l'importanza dei lavori e delle esperienze effettuate
agli inizi del Novecento, e nemmeno l'influenza
particolare che alcune personalità possono esercitare
su alcuni soggetti. Il ricorso allo stesso metodo
talvolta si trova giustificato, ma da tutto questo deve
nascere un sistema che è già in boccio nella mente di
Coué, discepolo di Liébeault e di Bemheim, sistema
che lascerà totale libertà di scelta e di decisione a
chi vorrà applicarlo con piena cognizione di causa.
Coué comincia quindi le sue esperienze nel momento in
cui S. Freud persegue le sue analisi e psicoanalisi
della mente umana. Ma il farmacista di Nancy cerca
un risultato immediato, un sollievo rapido ed è per
questo che sarà a torto apparentato con i guaritori.
In realtà, oggi lo si può ben dire, il suo metodo è
anche uno strumento di cultura umana e Coué si
72
orienta verso una applicazione volontariamente
semplice.
Il suo metodo non sostituisce la terapia medica; la
accompagna e la serve. Non diversamente da lui, i
discepoli che ne hanno continuato l'opera non hanno
mai inteso presentarlo come un rimedio universale e
quindi come un'alternativa alla medicina. Esso è una
sorta di esercizio funzionale attraverso l'immagine
per regolare e orientare gli automatismi del corpo e
le facoltà della mente.
Autodeterminazione:
un valore
irrinunciabile
Distinguendosi così dagli altri, Coué esalta l'idea di
libertà, riesuma il concetto dell'autodominio senza
alcuna forma di sottomissione e di dipendenza
patologica. Infine, egli abbandona l'ipnosi, il cui
carattere misterioso impressiona certuni e che non
con tutti ha successo, predica invece la pratica della
suggestione verbale quotidiana, che ognuno può farsi
da sé.
Una volta presa la decisione morale, il soggetto
rimane cosciente della propria scelta, può
suggestionarsi o, al bisogno, ricevere la suggestione,
73
senza dipendere dall'operatore se non per le parole
che questi pronuncia. Infine Coué giustifica
l'importanza della ricettività del soggetto, che,
secondo lui, condiziona il successo. Per lui il 'terreno'
è fondamentale.
Vedremo qual è la preparazione necessaria, almeno
per gli adulti. Con Coué, ciò che condiziona
l'autosuggestione non è il fatto di suggestionare se
stessi, ma quello di assimilare in qualche modo,
attraverso un lavoro sotterraneo di cui siamo
incoscienti, la suggestione ricevuta. Essa può venire
da noi stessi, da un intermediario, anche da un disco o
da un registratore e si sa quali possibilità offra oggi
questo strumento perfezionato. Qualunque sia il
procedimento usato, la suggestione può quindi non
mutarsi mai in autosuggestione nel preciso significato
inteso da Coué, a meno di una ricettività spontanea o
preparata.
Non si tratta più, quindi, di influenze misteriose, ma
di quella dell’immagine verbale accettata, la cui
assimilazione sarà facilitata dal rilassamento
muscolare, dalla passività cerebrale e da alcuni
fattori psicologici che l'accompagnano.
I discepoli di Coué insegnano il modo di raggiungere
questo stato con diversi esercizi semplicissimi che
ognuno è in grado di ripetere poi da sé. Si precisa
74
quindi il valore morale di un metodo che da all'allievo
la possibilità di un miglioramento o di un progresso,
ottenuto da sé su di sé.
L'addestramento dovrà essere proseguito,
perseverando. Nei momenti bui, prima della temuta
crisi, e anche, se possibile, durante le fasi di
depressione, l'allievo unirà al trattamento
terapeutico necessario il procedimento di
applicazione metodica ben compreso. Praticato
quotidianamente, in perfetto stato di equilibrio e di
salute, potrà rendere al massimo, purché eseguito
senza sforzo e senza preoccupazione.
Sono moltissimi gli esempi che passano inosservati,
ma che sottolineano l'importanza del ruolo svolto dal
soggetto e della sua accettazione. Con i progressi e le
scoperte della scienza, coloro che riuscissero a
violare il segreto del pensiero ci offrirebbero un
sostegno inatteso nel campo della determinazione.
Un esempio…
involontario
Ecco un esempio particolarmente incisivo che l'autore
di un libro sulla Resistenza ha citato non certo per
servire la nostra causa, ma solo per esaltare il
ricordo di un eroe.
75
Un uomo arrestato dalla Gestapo attende da molti
giorni nella sua cella di essere interrogato. Sa che gli
verrà senz'altro fatta un'iniezione atta a favorire la
sua confessione, per strappargli i nomi dei suoi
compagni e indicazioni circa l'organizzazione della
rete clandestina. Per istinto, nell'attesa, il
prigioniero ripete instancabilmente per ore: «Non so
niente... non so niente... non so niente... non lo
conosco...» e durante l'interrogatorio questa sarà
l'unica risposta che ricaveranno da lui. Egli esce dalla
prova temuta e ripetuta, torturato, malato, ma
sempre padrone del proprio segreto.
Limiti del
“siero della verità”
Vale la pena di precisare, per inciso e senza
accennare all'aspetto morale di tale procedimento,
che non è davvero possibile generalizzare a tutti i
soggetti, come invece troppo spesso si fa con le nuove
scoperte, il successo del pentotal, impropriamente
denominato “siero della verità”, l'uno non
comportando necessariamente l'altra.
Le analisi sotto narcosi, a cui già da anni si ricorre in
psichiatria, non liberano immediatamente i segreti
degli esseri. A torto o a ragione, coscientemente o
inconsciamente, gli esseri difendono la propria
76
fortezza subconscia... Allo stesso modo del bambino
addormentato che risponde talvolta alla suggestione
(il caso è noto) con un “non voglio”, l'essere non la
riceve sempre favorevolmente.
Un soggetto vigile o deciso a non dire nulla rischia
quindi di battere il record del silenzio. Immerso nello
stato favorevole alle confessioni, vanificherà le
ricerche, liberando ritagli subcoscienti privi di
interesse o del tutto mascherati.
Nell'esempio citato, non è forse evidente che è
prevalsa unicamente l'idea scelta e realizzata (non
tradire) anche in uno stato di coscienza diminuito o
assente?
Altri casi
I casi, tragici o comici, non mancano.
Un discepolo di Coué, impressionato dall'ipnosi in cui
all'epoca il maestro metteva i suoi pazienti, si
addormenta con il timore di non svegliarsi più,
nonostante le rassicurazioni che gli vengono fornite.
Tuttavia realizza parzialmente nella sua
autosuggestione un segno esteriore del sonno: gli
occhi non si aprono più. Coué allora rimette m ordine
le cose con una controsuggestione e, nel suo
linguaggio semplice, Coué stesso ricorda questa
avventura come un tiro mancino dell'inconscio.
77
Un ragazzo di quattordici anni, guarito attraverso
l'abile inganno di un medico, tramite iniezioni pretese
'attive' (a titolo di suggestione), riprende la vecchia
cattiva abitudine quando viene a sapere che essa fu
appunto corretta in quel modo senza che ne fosse
informato, e probabilmente anche perché gli piace
contrariare il suo ambiente familiare.
Tutto avviene quindi come se il riflesso fosse
condizionato da un'idea primaria accettata, che
deciderebbe poi coscientemente o inconsciamente
l'atteggiamento o il comportamento.
Vediamo quindi che con la suggestione diretta ci viene
offerta la libertà di rimanere o di divenire, ciò che ci
auguriamo di rimanere o di diventare, ovviamente
campo delle cose possibili, e in modo misurabile.
È l'accettazione di una eventualità felice (reclamata
da Coué), e non la convinzione, a preparare il terreno
in cui l'immagine si solidificherà, si incamera in
qualche modo, quell'immagine alla quale sembra
corrispondere la nostra meravigliosa sensibilità e un
lavoro interiore di adattamento effettuato senza
sforzo.
In generale sarà sufficiente ricorrere agli esercizi
insegnati, ai consigli dati, per ricevere la parola che
porta il suo effetto, come il grano la spiga, come il
fiore il frutto, come la potenzialità il suo atto.
78
Questa immagine benefica, noi l'abbiamo scelta e
accettata in anticipo, con piena conoscenza di causa,
in tutta libertà, in una decisione in cui la logica e la
morale devono intervenire in primo piano.
RESISTENZA FISICA
Prima che venissi a trovarla faticavo anche solo a far
e cento metri senza sfinirmi. Adesso percorro ogni
giorno senza fatica in quaranta minuti circa quattro
chilometri: l'asma di cui soffrivo tende a scomparire
completamente.
(P.C, Nancy)
79
Il mondo delle immagini
Attività cosciente
e subcosciente
L'assunzione di nozioni dal mondo esterno grazie alla
nostra facoltà di conoscere costituisce il fenomeno in
cui siamo tutti impegnati dal primo giorno all'ultimo
della nostra vita, fenomeno che ci fa tanto autori che
attori, agiti quanto agenti. Per semplificare lo
schematizziamo in tre tempi, con il nome di
ideodinamica: suggestione sensoriale, immagine,
movimento.
Così frazionata e schematizzata, l'ideodinamica
assume una forma sconcertantemente semplice, pur
rappresentando uno degli aspetti più problematici,
complessi e indubbiamente uno dei più appassionanti
connessi all'esistenza dell'uomo: la vita delle
immagini, più precisamente, l'attività cosciente,
subcosciente e inconscia, secondo l'espressione di
Coué.
Intorno
alla sensazione
L'ideodinamica ha il punto di partenza in una
sensazione, quella dell'udito, in larga misura per
80
ragioni di ordine pratico, ma anche perché conosce la
potenza del verbo.
Secondo Coué, ma non è certo una convinzione che
appartiene solo al suo sistema, nulla nel campo della
mente sembra essere acquisito in modo diverso che
attraverso i sensi, tenuto però conto della facoltà di
pensare che se ne distingue, contrariamente a quanto
sostengono le varie forme di sensismo. La facoltà di
pensare si esercita però solo sulle acquisizioni fatte:
il corpo è uno strumento di informazione e ci
trasmette le lezioni delle cose; grazie a questa
facoltà primaria, applicata alla sensazione, sorge la
rappresentazione mentale.
Attraverso tutte le nostre superfici ricettive,
attraverso tutti i piani della sensibilità, il mondo ci
invade, gli aspetti diversi delle sue forme si inseguono
in noi, spesso a nostra insaputa. Noi le possiamo
vivere coscientemente o inconsciamente, poiché la
mente non percepisce la molteplicità degli apporti, e
nemmeno le reazioni e i diversi e costanti mutamenti
che questi ingenerano nella persona umana.
La vista coglie una macchia di luce o di colore e può
accadere che resti 'impensata'. L'udito riceve i suoni
ed essi non saranno sempre percepiti coscientemente.
È tuttavia possibile che, in seguito, la prima riaffiori
81
al ricordo, come può accadere di una musica, e in
questo caso è probabile che tali impressioni diano
origine a determinati sentimenti.
Una cosa è ricevere, altra percepire coscientemente.
Per riassumere succintamente la complessità e lo
svolgimento del processo per cui o in cui l'uomo si
rapporta al mondo esterno, si dirà che i sensi
reagiscono all'azione degli esseri e delle cose, i nervi
trasmettono, il cervello sembra “marcare il segnale”,
il nostro corpo subisce questa invasione, vi partecipa
interamente.
Chiamiamo questo primo tempo suggestione
sensoriale, ma potremmo chiamarla anche sensazione
suggestiva.
Intorno
all'immagine
La vita dell'essere appare già nella sua unità. Facendo
per così dire 'corpo' con la sensazione, in realtà, in
seguito a operazioni simultanee, sorge una
'rappresentazione', che costituisce l'oggetto di
pensiero.
Questa rappresentazione cerebrale costituisce il
secondo tempo dell'ideodinamica: l'immaginazione, o
meglio l’immagine.
82
Alcune recenti teorie affermano che, colpita dalla
sensazione, la regione cerebrale chiamata ipotalamo
costituisce il centro della presa di coscienza delle
emozioni, nonché il loro centro di espressione.
Qualcosa come il punto di congiunzione tra la
sensazione e il sentimento stesso di questa
sensazione, una specie di 'commutatore che fa
accendere la luce. Questa stessa regione
provocherebbe poi le reazioni spontanee motrici e
vegetative di difesa. Infine, il nucleo sensitivo,
chiamato talamo, provocherebbe i movimenti
automatici di origine affettiva, attraverso di esso
passerebbero gli ordini di movimenti istintivi,
attraverso di esso sarebbero anche trasmesse le
informazioni sensoriali giunte sul percorso.
Queste precisazioni, fomite dalla medicina, fanno un
po' di luce sulle situazioni, troppo a lungo considerate
misteriose, attraverso cui giocherebbe la suggestione
e di conseguenza sulle sue possibilità.
Se l'immagine esige un supporto materiale e certi
meccanismi per articolarsi, è anche necessaria una
sensazione per mettere in movimento questo
complesso di meccanismi e di immagini intimamente
legati. Per sottolineare quel che precede, diremo:
senza sensazione non vi può essere immagine, ne
nozione possibile, ne rappresentazione, ne, quindi,
pensiero.
83
Torniamo ora a una definizione dell'immagine. Con
questo termine noi intendiamo tanto i clichés
coscienti del nostro mondo ulteriore quanto, per
estensione, tutte le acquisizioni coscienti e inconsce.
Abbiamo già visto che l'attività cosciente del cervello
si esercita o non si esercita allo stesso modo su tutti
i dati esterni con cui veniamo in contatto, per quanto
il patrimonio delle sensazioni sensoriali resti
comunque a nostra disposizione.
Ce lo rivelano alcuni stati particolari, quali la trance
medianica o il sonno provocato, che portano alla luce
nozioni acquisite e fino allora ignorate, che non si
presentano al ricordo cosciente del soggetto.
Durante questo sonno, certuni ritrovano un linguaggio
imparato o sentito durante l'infanzia, rivivono dei
fatti passati... ed è così che la psicoanalisi trova
fertile materiale d'indagine nelle immagini
dimenticate, inconsce, talvolta addirittura rimosse.
Modificazione
e movimento
Si è detto all'inizio che il contenuto di una sensazione
viene in un certo senso modificato, reagendo
l'individuo a tutte le modalità implicate dall'oggetto
che l'ha colpito. Ma va in special modo distinto il
contenuto 'fisico' della suggestione che segue e
quello della modificazione di altro ordine che essa può
84
poi provocare. Si tratta di una modificazione organica
e mentale, il terzo tempo dell'ideodinamica: il
movimento.
Basti pensare all'effetto prodotto dalla vista di un
frutto acerbo o saporito: una volta che se ne sia
fatta esperienza, la sua immagine rappresentativa,
anche al di fuori di una presenza materiale, fa
funzionare le nostre ghiandole salivari.
Altri esempi possono essere il telegramma che fa
accelerare i battiti del cuore all'idea di ciò che può
portare, ma senza ancora nessuna certezza; il
profumo ritrovato, la voce intesa, la figura appena
intravista che ci 'commuovono' nel pieno significato
di tale parola, con i ricordi che evocano e i sentimenti
che non mancano di provocare in noi.
Nessuno infine ignora che un'immagine, nel senso in
cui l'abbiamo definita, risveglia una sensazione, quindi
un movimento; d'altronde una sensazione risveglia un
mondo di immagini e in questo caso il movimento
sembra precedere il pensiero. In questa vita
interiore di costante sincronizzazione, di azione e
reazione, è impossibile cogliere o stabilire con
certezza il punto di partenza dell'una o dell'altra,
difficile insomma misurare la preponderanza del
fattore fisico, psicologico o psichico.
85
Di fronte a questo sottile intreccio, l'insufficienza
dei nostri mezzi di osservazione ci suggerisce di non
essere mai assoluti.
Per riassumere, diremo che il mondo esterno, gli
esseri e le cose, impressionano i nostri sensi, la
sensazione si precisa in immagine, questa si realizza
in movimento e il corpo offre al processo i suoi sottili
meccanismi.
Attraverso questi, l'immagine si acquisisce
indirettamente, si afferma, pur restando
trascendente e distinguendosi; sempre attraverso
questi meccanismi essa si attualizza.
Abbiamo tuttavia constatato che la presa di contatto
non sempre è cosciente, sappiamo anche che
l'immagine acquisita (la nozione) si può cancellare e
ritrovare attraverso il meccanismo del ricordo o in
determinate condizioni, e, nello studio dei movimenti
inconsci, in quello dei complessi e delle rimozioni
analizzate da Freud e dalla sua scuola, in molti casi
patologici in cui ha spesso grande parte l'elemento
psichico, constatiamo un'attività che prosegue il suo
lavoro nell'ombra.
Associazioni involontarie, sentimenti nati da
impressioni ricevute esercitano un'influenza
incontestabile, all'insaputa del soggetto. Il fatto è
che l'idea, cosciente o inconscia, appartiene al mondo
86
della realtà. Sembra che essa trattenga o inneschi un
potenziale di energia.
Essa è qualcosa di più di una rappresentazione, essa è
movimento e tende verso l'azione in un'affermazione
della sua imperiosa dittatura. Infine essa sembra
liberata dalle leggi dello spazio e del tempo, almeno a
nostra misura, poiché essa si individua, si legge e si
trasmette.
Tenuto conto delle frodi più o meno volontarie, non si
possono comunque negare fenomeni di telepatia,
telepsichismo, telecinesi. Un'immagine viva nella
mente è capace allo stesso modo di paralizzarci o di
liberarci, di renderci vili o coraggiosi, felici o
disperati.
La ritroviamo anche sul piano astratto, anteriore a
noi, ad altri, si trasmette lungo il tempo. È anche la
nozione della specie che la nostra mente conosce nel
particolare e nell'insieme.
Può essere la nozione 'bambino', la nozione 'viso', la
nozione 'fiore' o un'altra ancora: un viso 'qualunque',
dei bambini o dei fiori che insieme conosciamo, o
semplicemente possiamo immaginare. Ognuna di
queste nozioni, qualunque essa sia, rinasce e vive
all'infinito nell'infinito del pensiero.
87
La suggestione
Fenomeno
‘normale’
Ritorniamo ora a un piano meno astratto. Tenendo
conto dei fattori fisiologici di qualsiasi natura,
considerando i meccanismi comunque influenzati e le
interazioni di tutti i tipi, si vedono le possibilità che
rimangono a Coué, la cui tecnica si basa su fatti ben
precisi.
La costante risposta al mondo esteriore, quelle
sensazioni che, con il concorso cosciente o inconscio
della nostra facoltà di assimilazione, generano una
gamma progressiva di movimenti, questo corpo in cui
le impressioni ricevute sono un fattore di
modificazione, tutto ciò conduce logicamente alla
suggestione metodica. Lo studio di questi fenomeni ci
fa almeno presentire il sottile potere di
un'applicazione pratica che altro non è se non un
apporto di immagini 'scelte', ricevute tramite la
parola e l'udito.
Accettando senza ulteriori disquisizioni il fenomeno
del pensiero e l'influenza dell'idea subita, ci sembra
facile cogliere tutto quel che possiamo trarre da un
fattore naturale di cui abbiamo sommariamente
cercato di fissare il tracciato.
88
II metodo Coué ci permette di orientare i nostri
automatismi e i nostri riflessi e, di conseguenza, di
agire largamente in un campo in cui la volontà-sforzo
non può esercitarsi direttamente, se non con danno.
89
Le cinque leggi della suggestione
La legge
della Scuola
di Nancy
Ogni idea presente nella mente tende a diventare una
realtà nel campo della possibilità.
In effetti, noi alla suggestione non chiediamo nulla
più di ciò che è possibile, ma il possibile si estende
all'infinito più di quanto si creda.
Si è detto che il fenomeno normalmente subito e del
quale partecipiamo ci trasforma sempre, in qualunque
modo.
Fondata su queste osservazioni, la suggestione
applicata stimola le difese organiche, creando un
clima psichico favorevole. Così i malati aiutano la
terapia medica con una disponibilità d'animo (quello
che chiamiamo “il morale”) all'ottimismo, mentre altri
prolungano senza volerlo sintomi e malanni anche
quando la causa patologica è scomparsa. Sono molti i
malati che non sanno di essere guariti. Se giunge una
suggestione favorevolmente ricevuta si produce lo
sblocco dell'organismo, talvolta istantaneamente, ma
comunque abbastanza rapidamente sicché le persone
ignare della cosa vi vedono una qualche causa
misteriosa. Gli pseudomiracoli di Coué sono un
90
esempio di quanto appena detto e non sono in
contraddizione con le guarigioni ottenute e sancite
con mezzi tradizionali.
A questo proposito gli uffici di controllo di Lourdes
sono molto obiettivi e stimano che il fattore
suggestione abbia un'importanza rilevante.
La legge
dell'emozione
ausiliaria
L'intensità di una suggestione è proporzionale
all'emozione che l'accompagna.
Considereremo l'emozione nel senso preciso del
termine: accelerazione o altra manifestazione dello
psichismo sotto l'influenza improvvisa di una
suggestione, di solito inaspettata. Disorganizzazione
del ritmo normale interiore, l'emozione è effetto
della rappresentazione cerebrale seguita da un
sentimento violento con un'impressione profonda
della rappresentazione suggestiva (cliché).
Si sa che i segni esteriori dell'emozione possono
essere provocati anche da agenti chimici o attraverso
la stimolazione di determinati centri cerebrali con la
punta smussata di un bisturi. Ma qui si tratta di
qualcosa che non ha niente a che vedere con la
suggestione.
91
Questa, applicata metodicamente con perseveranza,
per uno scopo scelto e nello stato richiesto,
sostituisce vantaggiosamente gli effetti spesso meno
duraturi di un'emozione violenta. Le modificazioni
auspicate si presentano allora progressivamente.
Nelle sedute di suggestione collettiva, l'atmosfera
sempre favorevole contribuisce a una certa forma di
impressionabilità, sia essa di sorpresa o di fiducia
comunicativa, e questo clima particolare condiziona lo
stato indispensabile.
Nelle sedute singole, il rilassamento svolge un ruolo
fondamentale. Anche qui si ricrea e si ritrova una
certa forma attenuata di emozione, a seconda delle
caratteristiche del singolo. Dipende dall'esperienza
del maestro. In ogni caso l'abbandono dello sforzo e
la ripetizione della suggestione compenseranno
largamente la violenta emozione di cui si è parlato
prima, che è invece una delle caratteristiche della
suggestione subita casualmente a seconda delle
circostanze o provocata con metodi spettacolari.
92
La legge
dello sforzo
convertito
Ogni volta che vi è conflitto tra immaginazione e
volontà, è sempre l’immaginazione a vincere e in
questo caso noi non solo non facciamo quello che
vogliamo, ma facciamo esattamente il contrario di
quel che vogliamo.
Questa legge ha caratterizzato il definirsi della
Nuova Scuola di Nancy. Ma che cosa significa?
Sforzo convertito in che cosa? In impossibilità e in
contraddizione.
In generale possiamo riassumere così: inutilità dello
sforzo muscolare direttamente volontario nel campo
delle funzioni vegetative, ripetuti fallimenti dello
sforzo volontario nel campo della mente, blocco e
contraddizione che esso provoca nell'uno e nell'altro,
una buona volontà evidente ma senza effetti, essendo
questi molto spesso il contrario di quello che ci
aspettiamo.
Nel suo linguaggio semplice e chiaro, Coué ce ne da
molti esempi, estremamente convincenti.
93
ASMA
Per tre anni ho sofferto di terribili crisi d'asma che
mi prendevano quasi ogni mese e mi obbligavano a
letto per quindici giorni; mi trovavo così
nell'impossibilità di fare il minimo movimento senza
patire grandi sofferenze. In settembre ho avuto
l'ultima crisi. L'oppressione era meno forte, certo,
ma quasi continua, e quindi molto penosa. Giungevo
persino a rimpiangere le crisi acute che, almeno, mi
lasciavano qualche giorno di respiro tra l'una e l'altra.
Il cibo aumentava l'oppressione e avevo il dispiacere
di non poter vivere la vita di tutti gli altri. Mi trovavo
in questo stato da quattro mesi quando, verso il 15
gennaio, ebbi modo di conoscere il suo metodo. Dopo
alcuni giorni di esitazioni e di dubbi, mi sono detta
che, visto che altri erano guariti della malattia che mi
affligge, non c'era motivo che non dovesse produrre
anche su di me lo stesso effetto. Mi misi a ripetere
con ardore e fiducia venti giorni mattina e sera “ogni
giorno, sotto ogni riguardo, io miglioro sempre di più”.
E durante il giorno, nei miei andirivieni, ripetevo
spesso “miglioro, miglioro”.
Erano appena trascorsi dieci giorni dall'applicazione
del metodo, che nella mia respirazione si era
prodotto un sensibile miglioramento. Respiravo molto
più liberamente.
94
Continuai l'applicazione del metodo con ardore e
fiducia maggiori, il miglioramento si è accentuato
sempre più a partire da gennaio e senza più ricadute.
Oggi sono quasi completamente guarita. Soltanto ogni
tanto e sempre meno frequentemente provo ancora
una leggera oppressione, quando cammino in salita o
su una scala. Ma spero di riuscire a far presto
scomparire questi ultimi ricordi del mio male.
Ho ripreso la mia vita normale; esco come fanno tutti;
passeggio in campagna per dieci o quindici chilometri
senza trovarmi senza fiato; partecipo a tutte le
riunioni di parenti e amici; posso viaggiare come mi
pare: tutte cose, queste, che da quasi quattro anni
non potevo più fare. Mi sembra di cominciare una
nuova vita.
(Signorina H.C., Bergues)
95
In conflitto con le immagini antagoniste che si
impongono nel momento meno opportuno, la nostra
volontà, che di fatto è un raggruppamento di
tendenze e determinazioni, molto spesso esce
battuta. A meno che, per un benefico equivoco che
sottolinea nuovamente la validità della legge in
questione, noi non 'immaginiamo' davvero che la
nostra volontà sia onnipotente.
Rafforzati così da questa certezza, riusciremo a
vincere certe nostre tendenze, a prendere certe
abitudini, a dominare alcuni stati emotivi come la
paura e l'ansia.
Non pensiamo assolutamente di negare che l'ascesi
filosofica o religiosa (nel senso di 'esercizio') sia un
potente aiuto, ma se sorge il dubbio, l'incertezza o il
desiderio, gli individui che ne sono preda rischiano di
essere nuovamente soggetti all'implacabile dittatura
dell'immaginazione.
Giocatori, bevitori, bugiardi, cleptomani, nevrastenici
scivolano sempre più nelle proprie tendenze negative,
nonostante i loro sforzi. Fattori d'ordine diverso
cooperano a questi fallimenti; il triste conflitto è
noto, segnalato da molti pensatori, filosofi e
moralisti. Così Ovidio, il poeta latino, fa dire a Medea,
un suo drammatico personaggio: «Voglio il bene, lo
approvo, ma faccio il male».
96
In alcune circostanze in cui entra in gioco
l'automatismo di una funzione, sembra che talvolta si
abbandoni spontaneamente lo sforzo volontario.
Questa felice distensione momentanea ottenuta
generalmente con una diversione (per esempio: la
lettura aspettando il sonno) risolve quest'altra forma
di impossibilità: volere, ma non poter dormire.
Oppure, in una conversazione, il nome dimenticato
torna spontaneamente quando non lo si cerca più.
Due parole
sul parto
La medicina sembra denunciare il conflitto che stiamo
analizzando sotto un'altra forma, in una particolare
circostanza importante, quella del parto, le cui
difficoltà, considerate inevitabili, venivano
comunemente accettate come tali e da sempre. Uno
dei primi segnali d'allarme su questa questione è
venuto da un ostetrico inglese, Grantly Read, che ne
ha fatto argomento di dibattito con un articolo
pubblicato nel maggio del 1947 sul 'Reader's Digest'.
Read deplorava l'educazione che dall'infanzia si da
alle donne sul tema del parto, convinto che essa le
prepari sfavorevolmente perché la donna si aspetta di
dover mettere al mondo i propri figli tra grandi e
inevitabili sofferenze.
97
Questa certezza contribuisce a creare già in anticipo
un clima di paura o almeno di apprensione e, al
momento buono, un deplorevole stato di tensione del
tutto controproducente.
«All'inizio del travaglio le prime contrazioni
dell'utero provocano spesso una specie di panico. Il
talamo, reagendo all'impressione di paura, invia allora
il suo segnale di tensione al sistema simpatico che
esso controlla. Il corpo a questo punto è teso e
pronto alla lotta.
Con l'attivazione del sistema simpatico si attiva
quella parte di esso che si estende nell'utero,
mettendo in gioco una serie di muscoli che si
oppongono alla dilatazione. Ciò nonostante, altri
muscoli, stimolati localmente, tentano di proseguire il
loro lavoro normale di espulsione e si contraggono
come devono.» Così una parte del corpo contribuisce
febbrilmente a impedire il lavoro naturale di un'altra.
Da questa contraddizione muscolare, da questo
conflitto nascerebbero e si intensificherebbero i
dolori del parto, quando ovviamente non vi siano
complicazioni.
Tenuto conto dei casi anormali, Read insiste sulla
necessità di operare in modo che la donna non si
aspetti dolori, nel non programmare come rimedio
l'anestesia al momento del parto, ma nel preparare il
98
giusto clima psicologico già dall'inizio della
gravidanza.
Attraverso conferenze sulle cause della sofferenza
eccessiva e sulle conseguenze dello stato di panico,
l'elemento drammatico e tutte le conseguenze di
un'educazione sbagliata si eliminano
progressivamente. La futura madre si abitua
all'ambiente dell'ospedale e della sala travaglio, ai
medici e alle infermiere con i quali può documentarsi
e rassicurarsi.
Questa educazione contiene in sé una buona parte di
suggestione, a cui l'autosuggestione metodica si
aggiungerà facilmente.
La teoria di Read, che sembra si sia in parte ispirato
a quella di Ivan Pavlov, il fisiologo russo che ha
parlato per primo dei “riflessi condizionati”, consiglia
esercizi quotidiani di rilassamento e di respirazione
profonda.
L'approfondimento dell'intuizione di Read e la sua
diffusione in tutto il mondo stanno dando ottimi
risultati. Pochi sanno che, a suo tempo, il metodo era
stato segnalato e caldeggiato da Coué.
In effetti il conflitto muscolare segnalato da Read ha
qualcosa in comune con quello denunciato da Coué e
anche i mezzi usati per risolvere tanto l'uno quanto
l'altro presentano delle analogie. Ci si ritrova la
grande importanza data al rilassamento, alla
99
respirazione profonda e quel certo clima morale
creato dalla ripetizione di esercizi appropriati.
Comodità, silenzio, luce soffusa contribuiscono a
rendere calme e distese le partorienti.
Il personale dei servizi specializzati deve essere
numeroso ed educato con molta cura.
A parto avvenuto la madre non viene abbandonata a
se stessa nemmeno per un istante. Sostenuta
moralmente, aiutata in ogni modo, si evitano al
massimo i mancamenti nervosi sempre possibili.
La legge
della finalità
subcosciente
Una volta posto un fine, il subcosciente trova da sé il
modo di realizzarlo.
Che cos'è il subcosciente se non il grande film
strutturale delle immagini acquisite, delle nozioni,
delle tendenze ereditate, attività che si compie
indipendentemente dallo stato cosciente? E che cos'è
il fine di una cosa? All'occorrenza, il motivo per cui la
cosa viene fatta, l'obiettivo cui è orientata.
Nel mondo vivente tutto avviene come se l'organismo
rispondesse a degli scopi precisi. La finalità sembra
svolgere allo stesso modo un ruolo nel campo psichico.
100
L'immagine, l'idea, tende a realizzare ciò che essa
rappresenta, si impone in un certo modo e talvolta si
concretizza in una curiosa realizzazione. Uno strano
adattamento di tutto l'essere l'aiuta a precisarsi; noi
partecipiamo a questa realizzazione, siamo un'unica
cosa con l'immagine che i nostri meccanismi
incarnano. Tendenza involontaria, molto spesso
inconscia, che conduce il gioco. Sottile cooperazione
di un volere inconscio non meno sottile che ci sfugge.
Per la comprensione di quanto detto può essere utile
ricordare Aristotele, il filosofo di Stagira,
precettore di Alessandro Magno.
Egli sostiene che tutto il meccanismo dell'universo
può essere spiegato da quattro cause.
1. La causa materiale. È la materia che noi
conosciamo.
2. La causa formale. È la forma: una pietra non è un
albero, il cavallo non è un cane. La forma è dovuta a
uno stampo proprio dell'essere che si chiama 'anima'.
3. La causa ultima o finalità. Ed è ciò che qui ci
interessa. Essa costituisce il termine dell'evoluzione
verso cui tendono le cose in movimento.
4. La causa efficiente. È il potere motorio, quindi
efficace, che mette in moto i sistemi dell'universo.
Quanto alla parola 'anima', occorre precisare che
essa designa un fattore specifico tendente a
determinati fini naturali (biologici), cosa che non
101
esclude assolutamente l'esistenza di altri fattori e la
possibilità di altri fini.
Qui si parla dell'anima che da forma, di cui parlano
anche i teologi, l'anima forma del corpo, l'anima
sorgente di tutte le nostre operazioni, l'anima
animante, eccetera.
Ritorniamo alla finalità nel campo psicofisiologico.
A seconda che ci venga data una buona o una cattiva
notizia che costituisce una suggestione
(rappresentazione cerebrale immaginativa) dobbiamo
ammettere che questa, a seconda della sua qualità,
stimola favorevolmente una funzione oppure la
disturba. La cosa avviene in modo tale che noi la
esprimiamo con le parole “è una cosa che si fa da sé”,
cioè al di fuori della nostra volontà e spesso
esattamente contro la nostra volontà.
Di fronte a questo dato dell'esperienza, Coué si
propone di ristabilire l'ordine regolarizzando le
funzioni con delle formule appropriate e in
particolare con la sua formula generale di equilibrio e
miglioramento.
Sappiamo che ciò che definiamo come 'immagine' si
realizza visivamente in forme diverse, fino alla
manifestazione-limite delle stimmate, della
riproduzione di piaghe o di segni sul corpo. Se con
102
alcuni soggetti predisposti questi strani effetti si
possono provocare con una suggestione metodica,
l'intensità di emozione e di sentimenti è molto più
violenta presso alcuni mistici, come provano le
manifestazioni constatate.
Ma qui si entra nella metapsichica o nel paranormale,
mentre la nostra prudente suggestione razionale, a
cui è bene tornare, resta nel campo psichico: chi più
può… meno può.
La legge
della
autosuggestione
La suggestione agisce solo a condizione di essere
stata trasformata in autosuggestione, vale a dire
accettata nel profondo di sé. Gli stessi incidenti
producono effetti diversi a seconda del soggetto che
riceve la suggestione.
Coué ricordava costantemente di non avere alcun
potere e di non aver mai guarito nessuno. «Sono
soltanto un insegnante che vi insegna un metodo. Sta
a voi trarne profitto con i vostri propri strumenti ed
essere artefici della vostra guarigione».
Questa dichiarazione crea un abisso tra Coué e i
guaritori comunemente intesi.
103
Si tratta infatti 'soltanto' di operare su noi stessi
tramite un fattore che ci è proprio.
Il soggetto può pronunciare delle suggestioni che non
si trasformeranno mai in autosuggestioni. La parola
dà luogo a equivoco.
L'effetto dinamico della suggestione ha come
condizione uno stato di accettazione: il fattore
decisivo è in noi e dipende da noi.
Un “riflesso
condizionato”
…libero
La suggestione creerà così quel che si può chiamare
una forma di “riflesso condizionato”; ma per noi si
tratta di perfezionamento ed è una via scelta
volontariamente. Il progresso e il miglioramento
fisico e morale nascono dalla ripetizione
dell'esercizio e dalla sua regolarità.
Non viene quindi escluso il merito personale, come
alcuni pretendono, perché il metodo richiede
decisione, scelta, perseveranza, e anche una
preparazione del ”terreno”. Questa è la parola che
Coué ha scelto per l'applicazione del suo metodo. La
parola che moltiplica le immagini del mondo mentale:
104
apporto, veglia o risveglio, evocazione felice,
sostituzione abile senza scosse, senza strappi.
Le rappresentazioni (clichés) positive si precisano e
scivolano dolcemente su altre che si cancellano,
panorama in movimento verso il luogo dove avvengono
misteriosi scambi.
In altre parole, la suggestione, attraverso un'infinità
di vie e svolte, sembra raggiungere il sistema dei
muscoli lisci delle funzioni la cui innervazione
permette e spiega la sensibilità, indipendentemente
dallo sforzo volitivo.
Oggi sappiamo che l'emozione, il movimento ulteriore
provoca nei suoi effetti precisi un'attivazione delle
secrezioni, la formazione di anticorpi, l'accelerazione
o il rallentamento della circolazione, eccetera.
Una suggestione rinnovata subita per caso, o
condotta metodicamente, può produrre determinati
effetti più o meno sorprendenti.
L'azione attivata e orientata dei sistemi simpatico e
parasimpatico permette la guarigione o l'attenuazione
dei disturbi funzionali e altre modificazioni più
spettacolari quali la scomparsa di verruche o di
eczemi talvolta ribelli a qualsiasi cura.
Le diverse trasformazioni progressive a cui
assistiamo ben rivelano la continuità di questo
movimento e l'azione dell’immagine ricevuta e
105
assimilata. Cade allora la deludente interpretazione di
un metodo di convinzione per affermazione,
convinzione che in genere si vuole e si crede di
trovare a prima vista.
Coloro che l'hanno sperimentato e avvicinato, talvolta
con sfiducia (spesso senza grande speranza), ma con
sufficiente buona volontà per dedicarsi agli esercizi
di ripetizione, hanno potuto vedere e capire che il
meglio accade prima di esserne non dico convinti, ma
appena consapevoli. La convinzione nasce in seguito, a
risultati raggiunti.
Evidentemente la fiducia non guasta, una psicologia
favorevole entra in gioco migliorando il risultato ma
non e indispensabile. Sappiamo personalmente di casi
in cui la suggestione praticata per curiosità, oltre che
senza fede, con oggettività, oltre che senza
convinzione, offre risultati curiosi e importanti.
È indispensabile arrivarci senza pregiudizi, così come
ci si avvicinerebbe a un'esperienza di tutt'altro tipo,
accettando una possibile eventualità.
Le formule positive che evocano la qualità o il
miglioramento da acquisire si rivolgono tanto
all'esitazione del timido quanto al tormento
dell'ossessivo, alla paura dell'artista, alla mania dello
scrupoloso, alla mancanza di padronanza di sé del
106
nervoso, e in generale al 'terreno' indebolito del
malato male impressionato.
Un metodo
utile a tutti
Certo c'è anche chi, dotato di uno psichismo normale
e sano, di un equilibrio fisico e morale soddisfacente,
non sente la necessità di un aiuto come quello della
suggestione. Tuttavia essa si giustifica comunque
sempre, non fosse altro che per acquisire nuove e
maggiori possibilità.
Nessuno di noi può essere sicuro di una perfetta
padronanza di sé in ogni circostanza, di un carattere
costante, di reazioni sempre appropriate.
Il rilassamento muscolare e la passività mentale
durante gli esercizi sono cose possibilissime a
condizione di non decretare a priori il contrario. In
questo caso il ricorso a un insegnante diventa
indispensabile. La sua assistenza è così necessaria
per alcuni, così come per altri sono necessarie delle
correzioni personali. Una voce, un atteggiamento, una
comprensione possono essere di grande aiuto.
Questi interventi facilitano la pace della mente e la
distensione che la suggestione richiede per essere
efficace. Nelle sedute private, dopo una messa a
punto e alcuni contatti con l'insegnante, una volta
stabilitasi la fiducia e creatasi la giusta atmosfera,
107
molti arrivano a una semisonnolenza, altri si
addormentano di un sonno naturale, stati durante i
quali la suggestione si svolge e grazie ai quali tutti
provano generalmente uno straordinario benessere,
che possono ritrovare e ricreare da soli quando
vogliono.
Durante queste sedute non si tratta di concentrare il
pensiero o l'attenzione. Inoltre non diamo ordini ne
richiediamo sforzi. Proponiamo delle immagini
(suggestive) per influenzare la rete nervosa delle
funzioni vegetative, cioè quelle che subiscono il
fenomeno dell'emozione, quelle che reagiscono
all'influenza del morale e del clima psicologico.
Per lo meno è così che finora ci è possibile spiegare in
una certa misura il gioco dell'autosuggestione.
Subiremo quindi gli effetti felici della suggestione
scelta, dopo ripetizioni dolci e perseveranti nello
stato di rilassamento di cui si dovrà trattare più
ampiamente.
Si giustifica così la raccomandazione di Coué. Non si
tratta di dire 'voglio', ma 'posso', 'potrò'. Per questo
bisogna immettere dentro di sé l'immagine che
genera la possibilità, sostituirla al dubbio, al
complesso d'inferiorità, all'abitudine temuta e non
vinta. Aggiriamo la difficoltà evitando di convenire lo
108
sforzo in conflitto, la lotta ulteriore in ossessione, il
fenomeno nervoso in malattia organica.
Si è detto che talvolta è necessario l'aiuto
dell'insegnante, ma la maggioranza degli allievi
attenti alle raccomandazioni e alle spiegazioni
minuziosamente fornite a un gruppo hanno la
possibilità di addestrarsi da soli con vari esercizi.
Una certa respirazione calma e ritmata si rivela
particolarmente benefica. La sua importanza è
fondamentale, sebbene essa non costituisca il
nocciolo del metodo, ma semplicemente un prezioso
allenamento.
109
Dell'automatismo in generale
Educazione
e allenamento
dei riflessi
È forse opportuno ricapitolare che cosa si intende
con la parola 'immagine'.
1. Tutti gli apporti del mondo esterno ricevuti
tramite i sensi, e quindi le sue suggestioni.
2. L'immagine cerebrale cosciente o rappresentativa
di tali apporti.
3. L'immagine acquisita inconscia, che rimane a nostra
disposizione.
4. L'immagine o idea pura, concetto astratto della
specie, e ciò per sottolineare la realtà di questa
presenza immateriale di cui subiamo gli effetti,
partecipandovi.
Riprenderemo ora la questione sotto un'altra forma,
sicuramente più familiare perché più vicina
all'esperienza concreta.
110
Reazione
e adattamento
Lo strumento che Coué ci offre per ottenere la
padronanza di sé con l'autosuggestione si fonda sulle
nostre facoltà di reazione e di adattamento. È in
questo campo che Coué interviene, rispettandone il
gioco naturale. Possiamo analizzarlo, se non alla
perfezione, almeno in una misura sufficiente per
convincerci che soltanto una disposizione normale,
che fa parte della costituzione stessa di ogni
individuo, gli permette di agire senza sollecitare i
continui sforzi di una volontà spesso manchevole e di
un'attenzione che talvolta si rivela inopportuna. La
vita dei riflessi e degli automatismi presenta due
diversi aspetti: uno cosciente, non completamente
liberato da una certa forma di automatismo; l'altro
inconscio, e tuttavia ordinato.
Quest'ultima attività sembra seguire una linea di
condotta che obbedisce a un ordine impossibile da
cogliere e che si impone a nostra insaputa.
Guardandoci vivere, studiandoci da troppo vicino, la
nostra attenzione inquieta o scrupolosa imbarazza i
nostri comportamenti nel campo delle funzioni come
anche nel campo mentale, ove l'introspezione malata
si rivela addirittura pericolosa. Il modo di camminare,
111
i gesti tradiscono a volte, per la loro mancanza di
naturalezza, un controllo eccessivo.
Chi aspetta, conta o vuole provocare un periodo di
sonno spesso moltiplica la propria insonnia. Per chi si
inquieta troppo per una digestione lenta, la funzione
si mostrerà ancora più capricciosa, più brutto il mal di
testa previsto e temuto, più nervoso il cuore troppo
ascoltato, avaro l'intestino troppo sollecitato.
Il controllo e le impressioni diverse che esso
rafforza scompensano l'equilibrio che risulta
compromesso, più spesso di quanto non si creda, dal
clima mentale.
Non e questa la sede per uno studio particolareggiato
dei riflessi studiati con sistematicità dalla fisiologia,
sebbene la questione sia molto complessa.
Tuttavia alcune semplici osservazioni ci permettono
di cogliere il carattere immediato del riflesso con il
quale sembra che rispondiamo a un bisogno qualsiasi.
Di regola, la nostra difesa è assicurata
spontaneamente, per esempio con un riflesso di fuga
o di difesa organica che tende a salvaguardarci o a
ristabilire l'equilibrio compromesso. Come una
risposta, si innesca una reazione, senza che sembri
intervenire la riflessione.
112
Tipi particolari
di riflessi
Ci interessano particolarmente il riflesso detto
'condizionato' e il riflesso legato al possesso di una
tecnica e sappiamo che entrambi si possono acquisire
e sviluppare. Le tendenze acquisite o ereditate,
l'educazione, la ripetizione hanno gran parte in
questo processo. In questo caso il riflesso è lo sbocco
di associazioni, nozioni, ricordi che si chiamano, si
comandano e si intersecano mantenendo una forma di
spontaneità. La reazione ha luogo al momento
opportuno; preparata dall'intelligenza, esercitata
dall'abitudine, la soluzione è in questo modo
assicurata.
Imporre ai nostri atteggiamenti una vigilanza
continua, e con questa un inevitabile sforzo, falsa,
specialmente negli individui nervosi, inquieti o
eccessivamente scrupolosi, lo svolgimento agile e
l'armonia del nostro adattamento. Dopo la necessaria
comprensione e il non meno necessario allenamento,
una volta acquisite le nozioni, un controllo reiterato e
spesso esasperato dall'inquietudine si rivela
d'ostacolo.
Che cosa diventerebbe, per esempio, un'esibizione
artistica senza spontaneità? Come sarebbe
l'interpretazione di un concertista se dovesse
113
pensare ad ognuna delle note che suona, alla
diteggiatura da osservare, alla posizione delle mani e
delle braccia? Come sarebbe l'espressione e la tenuta
vocale di un cantante al quale davanti, al pubblico
apparisse ogni suono con tutte le sue difficoltà e i
fattori personali che lo condizionano e lo influenzano:
conformazione della gola, posizione della lingua,
altezza del palato, atteggiamento muscolare,
respirazione e diaframma?
Tuttavia queste conoscenze sono indispensabili
nell'addestramento e nel lavoro preparatorio. Poi
questi meccanismi esercitati e pronti a servire
passano dal piano dell'applicazione cosciente a un
secondo piano d'attenzione, in apparenza sono
persino dimenticati; la sincronizzazione, così
preparata, si realizzerà spontaneamente.
Di quali mancanze patirebbe la memoria dell'attore e
di che scarsa qualità sarebbe la sua recitazione se
dovesse pensare, prima di pronunciare ogni parola, a
dove cade l'accento?
Anche in questo caso sembra che, seppure
precedentemente addestrata e ordinata, una certa
attività per essere armoniosa deve poi esprimersi
liberamente.
114
Testimonianze
celebri
Filosofi, compositori, poeti, modesti scolari
tormentati dalla soluzione di un problema cercata
senza successo e finalmente trovata al risveglio: tutti
conoscono l'ospite invisibile che lavora nell'ombra. Il
filosofo tedesco Schopenhauer diceva di non aver
creato il suo sistema di pensiero, ma che esso si era
creato in lui. «I miei postulati si sono prodotti senza
il mio intervento, quando la mia volontà sembrava
addormentata e la mia mente non indirizzata in una
direzione prestabilita. La mia persona era come
estranea all'opera.»
E, sempre per restare nell'ambito della cultura
tedesca, Mozart, il grande musicista, diceva che
durante la notte le immagini venivano facilmente. «Da
dove e come? Non lo so e non c'entro nulla.»
Goethe, infine, sommo poeta e scrittore romantico,
pensava che «nella parte oscura di noi stessi
giacciono le nostre più preziose ricchezze e il meglio
della nostra personalità», ovviamente dal punto di
vista intellettuale poiché le profondità inconsce
possono anche rivelare cose meno soddisfacenti...
Potremmo continuare all'infinito con citazioni di
personaggi famosi che non fanno altro che
confermare la nostra esperienza personale e
precisano una certa forma di automatismo nell'arte
115
come nelle diverse manifestazioni della vita normale.
Non si tratta tuttavia di assimilare l'uomo a una
specie di robot e, nonostante i possibili confronti tra
i cervelli elettronici e il funzionamento cerebrale, non
si può propriamente dire che un robot pensa o calcola,
sarebbe un'affermazione arbitraria, vorrebbe dire
dimenticare che il suo meccanismo è stato
accuratamente programmato.
Nel profondo dell'essere umano sembra prodursi a
sua insaputa una sottile orchestrazione delle immagini
inconsce, che sembra essere una fonte di ispirazione.
Cooperazione
Cosciente
e subcosciente
Questo punto di vista non diminuisce affatto
l'importanza del lavoro cerebrale, quello dello studio
cosciente o ordinato, sempre indispensabile.
Un'ispirazione non controllata può rivelarsi
disordinata e folle come alcuni svolgimenti delle
immagini di un sogno, anche se ovviamente non è
sempre così. Il lavoro mantiene quindi tutta la sua
importanza, ma la liberazione delle ricchezze
interiori può essere facilitata.
116
Intuitivamente colui che crea sa provocare, con
atmosfere favorevoli, il ritorno della sua musa
capricciosa.
Esse sono diverse per ognuno, naturalmente, e
rappresentano in realtà una preziosa distensione nello
sforzo creativo. Il rilassamento sembra dunque
essere in molte circostanze lo strumento di
realizzazione.
Anche allo stato normale l'attività funzionale degli
organi e delle facoltà deve proseguire il suo ruolo
senza interventi errati, restando ordinata, silenziosa
e discreta come un buon servitore, prezioso e muto
ma sempre disponibile.
In questa vita del corpo e della mente, in questo
continuo movimento di azione e reazione che è il
complesso umano, l'attenzione eccessiva e lo sforzo
mal compreso si dimostrano inopportuni.
Sappiamo che le impressioni, i sentimenti,
l'immaginazione, l'immagine, nel significato che ormai
ci è diventato familiare, hanno un potere di azione
diretta e precisa.
L'emozione, questo turbamento del ritmo ulteriore,
questa ritirata fisiologica i cui effetti sono spesso
sproporzionati alle cause, sale secondo una gamma di
espressione che va dalla semplice paura al battito
117
accelerato del cuore, dal rossore o dal pallore
all'incapacità, talvolta alla completa sconfitta dei
nostri strumenti di pensiero e di azione. Questa
inafferrabile realtà che è l'immagine interiore e il
sentimento che essa ci suggerisce possono portarci
dall'inquietudine all'ossessione, alla fobia, al
fenomeno di autopunizione differita, alle stimmate,
alle psicosi, a tutte le manifestazioni del potere
dell'idea, di conseguenza anche all'entusiasmo, alla
fiducia, al successo, all'autodominio, insomma
all'equilibrio.
È sempre lo stesso gioco che continua e le
conseguenze hanno le caratteristiche dell'idea che le
determina.
Questa temibile e magnifica influenza, che tutti
conosciamo per gradi e aspetti diversi, è il fattore
attivo di cui Coué si impadronisce, rendendocene a
nostra volta padroni. L'equilibrio di uno psichismo
spesso manchevole, finora esposto senza rimedio a
un'emotività esagerata, alle impressioni di ogni tipo,
si modifica e si orienta dopo un'applicazione
metodica, seguita in vista di risultati che constatiamo
quotidianamente. Questo movimento ulteriore su cui
ci è dato di agire, ma solo rispettandone il libero
gioco, è quello che ci porta dalla suggestione alla
modificazione, dal riflesso allo psichismo, in una
sequenza di operazioni molteplici, per la maggior
parte inconsce.
118
Che il movimento si inneschi e sia percettibile,
infatti, non implica affatto che non si inneschi a
nostra insaputa. Ciò che vale per l'immagine o idea
cosciente vale per l'immagine inconscia di cui subiamo
così frequentemente il potere senza averne nemmeno
il sospetto, potere che talvolta sembra svilupparsi
nell'ombra, al riparo da qualsiasi controllo cosciente.
Il frutto, che alla prima sensazione vi ha lasciato
un'impressione saporita e acida, la voce che vi ha
sconvolto o calmato, e quindi commosso nel senso
preciso della parola, il profumo che ha segnato un
periodo della vostra vita, un evento felice o infausto,
uno stato d'animo: tutti hanno operato in voi, con la
sensazione propria di ognuno (gusto, udito, olfatto),
una suggestione.
Questa, acquisita una volta per tutte, ritornerà
intermittentemente, in modo volontario oppure no. E
questa nozione acquisita, dimenticata e poi ritrovata
nel cosciente, è anche la rappresentazione cerebrale
che chiamiamo 'immagine'. Ognuna di queste immagini
spontaneamente e automaticamente avrà provocato e
provocherà una secrezione salivare, con il sapore di
un frutto; una modificazione della circolazione, con
quella voce sconvolgente e commovente; un mondo di
ricordi, con il profumo ritrovato. La sensazione
fuggevole, prolungata in suggestione duratura, si è
risolta in movimento. Il corpo sembra rispondere a
quel che la mente suggerisce, la mente sembra
119
rivivere i clichés dati e il corpo, tramite essi, sembra
rivivere le sensazioni che in precedenza li hanno
accompagnati.
Importanza
della parola
Resta da dire perché Coué, nella definizione del suo
metodo attraverso l'esperienza, l'intuizione e la
sensata utilizzazione delle conoscenze scientifiche
disponibili al suo tempo, abbia delegato alla parola il
compito di attuarlo concretamente.
La ragione è intuitiva. La parola e l'udito,
organicamente legati, sopprimeranno al meglio
qualsiasi sforzo.
Ciò che la voce detterà, sarà ripetuto dall'orecchio in
quelle profondità dove ha sede la mente. La parola,
questa vibrazione dell'aria, ci porta con il concerto
del mondo le sue voci infinite e fa risuonare in noi
tutte le modalità, tutte le dolcezze, tutte le
sottigliezze. È un vero messaggio quello che ci
trasmette; la parola da pace, commuove, evoca,
riconforta, stimola o trascina.
Con essa si eleva un fascio di immagini, un potente
dinamismo d'anima.
La pratica della suggestione verbale non ci rende,
come alcuni talvolta pretendono, degli ingenui o dei
120
robot asserviti a un puro meccanismo: sarebbe
dimenticare tutte le leggi psicofisiologiche.
Intervenendo quando la volontà incerta e
l'immaginazione contraddittoria ci nocciono, questa
pratica ci assicura un comportamento soggetto alle
leggi dell'idea scelta. Lasciandoci tutto il merito della
decisione, Coué ci insegna la possibilità di modificare
la forma di un ritmo che condiziona il nostro
equilibrio e la nostra armonia.
121
Applicazioni pratiche
1. L'idea deve essere espressa semplicemente.
La formula generale di Coué “ogni giorno, sotto tutti
gli aspetti, io vado di bene in meglio” risponde
perfettamente alle condizioni necessarie, tanto nel
campo morale e mentale quanto in quello psichico. È
positiva: evita l'evocazione sciagurata delle nostre
malattie, difficoltà, fallimenti. E’ progressiva: evoca
logicamente il tempo necessario per una felice
evoluzione.
2. La suggestione metodica deve essere praticata in
condizione di rilassamento muscolare e passività
cerebrale.
Questo stato è condizione necessaria per la sua
efficacia. Coué ci consiglia di usare i momenti che
precedono il sonno, che facilitano spontaneamente la
distensione muscolare e l'abbandono dell'attenzione.
Sia che la suggestione venga dall'insegnante,
dall'allievo, da un disco registrato, deve essere
comunque ricevuta senza sforzo.
Lasciate che i pensieri vaghino come si presentano,
come si impongono o qualsiasi essi siano. Conta solo il
modo di ricevere la parola ai limiti del sonno, dello
122
stordimento o semplicemente della non attenzione, a
seconda delle possibilità.
3. La suggestione va ripetuta quotidianamente per
tutta la vita, sia che si stia bene in salute sia che si
sia malati.
Non si tratta di una cura momentanea, ma di uno
strumento di cultura umana che tende a realizzare
l'equilibrio fisico e morale. Essa aiuta le cure
mediche, ma non le sostituisce. Infine è necessario
aggiungere un atteggiamento prudente. Questo
consiste nell'evitare l'introspezione, le parole
eccessive e l'evocazione ripetuta delle nostre
malattie, dei nostri difetti, delle nostre difficoltà o
dei nostri rimpianti.
Alcune precisazioni devono essere strettamente
riservate al medico e all'insegnante di
autosuggestione.
Quanto ai risultati, bisogna saperli aspettare senza
una verifica costante dei progressi o dei fallimenti e
senza intrattenersi con tutti su questo argomento.
123
Preparazione
del “terreno”
Praticate uno o due dei seguenti esercizi, a seconda
delle possibilità.
Esercizio di respirazione
Può essere praticato molte volte al giorno, stando
fermi o anche camminando. In questo caso, rallentate
il passo e, senza irrigidire il busto e le spalle,
inspirate lentamente e silenziosamente con le narici.
Inspirate al massimo delle vostre possibilità senza
però sforzarvi, poi espirate l'aria lentamente e
silenziosamente con la bocca, le labbra leggermente a
fischietto e incavando progressivamente l'addome.
Fatelo quattro o cinque volte di seguito, non di più.
Se vi manca il respiro, intervallate ogni inspirazione-
espirazione con una respirazione al vostro ritmo
normale. Vi sarà poi progressivamente più facile
continuare con più inspirazioni-espirazioni di seguito.
L'importante in ogni caso è fare l'esercizio il più
lentamente possibile e silenziosamente.
In caso di disturbi polmonari e cardiaci, chiedete il
parere del medico.
124
Lo stesso esercizio è benefico anche in posizione
sdraiata, per terra, con i reni a contatto con il suolo,
le braccia in croce senza nessuna zona tesa.
In ambedue i casi, l'esercizio può essere praticato
anche incavando l'addome all'inizio dell'inspirazione.
Benché questa sia una posizione irrazionale, i risultati
sono eccellenti quanto a calma e padronanza di sé.
Altro esercizio di respirazione (soprattutto per le
persone stanche o molto tese).
Sedetevi su una poltrona con le gambe non
accavallate ma allungate, il corpo morbido, i gomiti
appoggiati sui braccioli per avere le mani
comodamente vicino al viso.
Chiudete una narice (per esempio la destra) con una
leggera pressione del dito, dolcemente, senza sforzo
e inspirate lentamente, in silenzio, con l'altra narice
come prima, senza richiesta d'aria. Quindi chiudete la
narice con cui avete inspirato ed espirate da quella
che era stata precedentemente chiusa. Ripetete
quattro o cinque volte nelle stesse condizioni. Poi
procedete allo stesso modo, ma inspirando dalla
narice destra ed espirando dalla sinistra.
Queste quindici o venti respirazioni praticate due o
tre volte al giorno costituiscono una notevole
125
distensione e procurano una grandissima padronanza
di sé.
La pagina scritta
Non è un esercizio obbligatorio e si rivolge alle
persone che, disponendo del tempo necessario,
potranno farlo senza precipitazione. È un prezioso
freno al nervosismo che non esige sforzo alcuno ed è
un'eccellente suggestione visiva.
Lentamente e il più regolarmente possibile, scrivete
una formula i cui termini vi vadano bene. Mettete al
posto giusto gli accenti, i puntini sulle 'i', le barrette
delle 't', arrotondate le 'm' e le 'n', eccetera. In una
parola, non si tratta di fare della calligrafia, ma di
tracciare i caratteri con calma, rettificandoli meglio
che potete.
Se siete soli, pronunciate ad alta voce quel che state
scrivendo: questo aggiunge una suggestione verbale
non trascurabile.
Rilassamento
Accertatevi di essere soli per un pò di tempo, se
possibile dopo i pasti.
126
Coricatevi sul dorso, per terra o sul letto. Sollevate
leggermente le gambe con un cuscino, non
incrociatele, tenete le braccia allungate e morbide
lungo il corpo.
Infine, chiudete gli occhi dolcemente senza
contrarre le palpebre. Rilasciate la mascella.
Copritevi con una coperta o con un vestito leggero,
ma caldo.
Create l'atmosfera per il rilassamento con parole
semplici come: “mi sento calmo”, “mi riposo
serenamente”.
Usate espressioni avverbiali immaginose come:
'dolcemente', “con calma”, 'tranquillamente'.
Se necessario aggiungete: “tutto dentro di me si
intorpidisce”, 'sonnecchio', eccetera.
Allora, dopo aver precedentemente scelto una o due
brevi suggestioni che riguardano il vostro caso
personale, ripetetele con un ritmo lento e calmo, a
voce sufficientemente alta perché possa giungere al
vostro orecchio.
Le formule, non più di una o due, devono essere brevi,
strettamente legate a nozioni in rapporto con la
vostra psicologia e la vostra sensibilità.
Diverse a seconda dei bisogni e delle caratteristiche
di ciascuno, le parole scelte devono corrispondere a
127
colui che le usa. Va evocata soltanto la qualità o il
miglioramento auspicato con una formula progressiva
preferibile o meglio preferita da alcuni (ma questo
non è obbligatorio).
La ripetizione di una o due formule di suggestione può
proseguire con qualche momento di pausa durante la
seduta di rilassamento. Non abbiate timore di
addormentarvi durante queste ripetizioni.
Raccomandiamo questo esercizio accanto a quello
dell'iperventilazione perché sono eccellenti
addestramenti alla calma, alla padronanza di sé, e
infine perché aiutano a perfezionare la ricettività.
Inoltre il rilassa mento fa cadere la stanchezza
nervosa di cui molti soffrono. Si possono poi
riprendere le proprie occupazioni in uno stato fisico e
mentale del tutto diverso e migliore.
Non è affatto il caso di praticare questi esercizi
aumentandone ogni giorno il numero. Ricorrete al
rilassamento una volta al giorno; i principianti possono
farlo tornando dal lavoro oppure, se non hanno tempo,
dopo il pasto di mezzogiorno.
128
Diversione
Se siete preoccupati o tormentati, cantate o
canticchiate, cosa che alcuni fanno spontaneamente
per una inconscia ma preziosa difesa. In ogni caso
fate qualcosa e se necessario tenetevi occupati in
qualche modo o cambiate quel che state facendo con
un'altra attività.
Tutte le mattine al risveglio e tutte le sere, a letto,
chiudete gli occhi e senza cercare di fissare
l'attenzione su quel che dite, pronunciate, secondo le
modalità suggerite dallo stesso Coué, la nota formula
“ogni giorno, sotto tutti gli aspetti, io vado di bene in
meglio”.
A proposito delle modalità suggerite da Coué,
ricordiamo che il 'rosario' di cordicella è un semplice
strumento per assicurare l'automatismo, non è
indispensabile a tutti. Ovviamente chi lo ritiene un
aiuto, un appoggio, una facilitazione, può usarlo e gli
sarà utile. Quello che comunque è davvero importante
è la qualità automatica e monotona della ripetizione e
di conseguenza della registrazione.
D'altra parte alcuni pensano che è indispensabile non
addormentarsi prima della fine dell'esercizio, oppure,
perdendo contatto con la cordicella, la cercano e
ritardano il sonno. L'importante invece è scivolare nel
129
sonno senza nessuna preoccupazione, di raggiungere
quella frontiera mobile dello stato semiconscio,
ultimo e prezioso istante, mentre l'immagine
suggerita, di guarigione, di miglioramento o di
perfezionamento si insinua organicamente.
Se non siete soli, per rispetto reciproco, voltatevi
dall'altra parte, copritevi la bocca con il lenzuolo e, in
posizione comoda, cominciate la ripetizione, a voce
bassa (basta che giunga alle vostre orecchie), lenta,
dolce, calma, con una respirazione ad ogni virgola e
una pausa al punto, poi riprendete.
Ma per farlo, aspettate di sentirvi vicini al sonno,
altrimenti rischierete di ripetere a lungo la formula,
poi di interrompervi pensando ad altro (per esempio
ai vostri guai) e di addormentarvi con delle cattive
suggestioni...
E, soprattutto, non preoccupatevi del numero di
ripetizioni, anche se sono interrotte dal sonno che nel
frattempo è sopraggiunto.
Riprendete la formula ogni volta che vi svegliate
durante la notte, essa vi aiuterà a restare calmi e a
riaddormentarvi. Infine, fatelo anche al momento del
risveglio.
130
Passa
Questo esercizio garantisce solo un sollievo
momentaneo; un dolore tenace richiede l'attenzione
del malato e del medico. Nondimeno è un esercizio
prezioso che necessita però di un certo allenamento.
La maggior parte delle volte il fallimento è dovuto alla
domanda che troppo presto l'allievo si pone,
chiedendosi improvvisamente durante l'esercizio: «Mi
sta passando davvero?». Ed è in questo momento
preciso che il dolore riapparirà, se la ripetizione non
è stata sufficientemente prolungata.
Considerazioni
e consigli generali
In qualunque caso e con qualunque esercizio, solo la
pratica regolare può assicurarne l'efficacia.
Di conseguenza è indispensabile sottoporsi
all'addestramento indicato, che peraltro richiede un
pò di tempo.
In questo modo, in molte circostanze, si trova nel
metodo un aiuto inatteso che supera l'immaginabile.
Al momento di una commissione difficile, di un
incontro penoso, di una visita temuta, di un'emozione
da evitare, sono salutari alcune respirazioni profonde,
contraendo l'addome al momento giusto.
131
Se vi è possibile, aggiungete, se ne sentite il bisogno,
queste parole: “calmo, perfettamente calmo, sicuro di
me stesso”.
In caso di paura, come in ogni altro, la pratica
dell'autosuggestione è efficace solo se regolarmente
seguita.
Abilmente trasformata, anche la paura non è che un
elastico rimbalzo di entusiasmo all'idea dello scopo da
raggiungere; può diventare il meraviglioso trampolino
di un'emozione artistica intensificata, di un
giustificato desiderio di riuscire. Si tratta solo di
imparare a guidarla da maestro, e Coué ce ne da tutte
le facilitazioni.
L'uso di una registrazione di suggestione durante la
giornata, ascoltata in stato di rilassamento o anche
mentre si è occupati in tutt'altro, è per molti un aiuto
prezioso e lo è in particolare per coloro che non
possono frequentare spesso le lezioni.
Suggestioni
varie
Ed ecco ora alcune suggestioni che possono essere
variate all'infinito, a condizione di limitarsi a una o
due fino al raggiungimento del risultato, di usarle solo
durante l'esercizio di rilassamento e di non
132
aggiungerle alla formula generale di Coué, completa in
se stessa e riservata soprattutto all'ora del sonno.
Ricordiamo che la formula “ogni giorno, sotto tutti gli
aspetti, io vado di bene in meglio” conferma la sua
efficacia nei casi più diversi e può bastare per tutto.
In molte circostanze è interesse preciso della
persona attenersi prudentemente soltanto a essa.
Chiedere consigliò all'insegnante è quindi saggio e
spesso indispensabile.
Senza con ciò pretendere di raggiungere la
completezza, gli esempi che seguono sono dati come
guida ai seguaci. Ovviamente possono essere
modificati. Aggiungiamo tuttavia che la lunga
esperienza di insegnamento ci ha permesso di
sperimentarle con successo. Infine, se vi sembra
meglio, aggiungete una forma progressiva, tipo
“sempre di più”, “sempre meglio”,
“ogni giorno di più”.
Per la calma
La calma giunge, tutto si placa dentro di me.
Tutto in me è calma e riposo.
Calma ed equilibrio s'assestano in me.
Mi sento calmo e riposato.
In ogni circostanza, mi sento calmo e padrone di me.
133
La fiducia in se stessi
Acquisto fiducia in me stesso.
Mi sento calmo e sicuro di me.
Tutto quel che devo fare mi riesce facilmente e
semplicemente.
Il mio passo è facile, calmo, tranquillo e sicuro.
Il mio modo di parlare diviene chiaro, armonioso e
agile.
Le mie facoltà si sviluppano di giorno in giorno.
Il mio giudizio è rapido e sicuro, la mia memoria
fedele.
I miei pensieri si svolgono con ordine e chiarezza.
Ogni lavoro diventa per me semplice e piacevole.
Il coraggio
Provo piacere in tutto quel che faccio.
Lavoro bene, felice e disteso.
Mi sento coraggioso, energico, entusiasta.
Le mie occupazioni mi sembrano facili.
Il lavoro mi distrae, mi interessa e mi attira.
Pace mentale
La mia mente è in pace.
134
Sono in pace con me stesso.
È facile per me essere paziente, comprensivo e
giusto.
In tutto mantengo una giusta misura.
Mi sento calmo, raggiante, riposato.
Sonno
Questa sera mi sentirò calmo e disteso.
I miei sogni saranno sereni, la mia mente in riposo.
Il mio sonno sarà ogni notte più profondo, più
completo, più riposante.
Mi addormento nella calma del corpo e della mente.
Scivolo dolcemente in un sonno tranquillo.
Timore della malattia
Ogni giorno, sotto tutti gli aspetti, io vado di bene in
meglio.
Tutto è sano in me e reagisco bene.
Tutto in me dimostra equilibrio e salute.
Calmo e disteso acquisto forza e salute.
Suggestione e cura assicurano la mia guarigione.
Calma e perseveranza migliorano il mio stato.
Aumentano il mio equilibrio e la mia sana vitalità.
135
Altre suggestioni vengono usate per scopi speciali. Si
può precisare il problema affari o il dominio degli
altri, i successi e così via.
A seconda degli allievi alcune parole conteranno di
più, ma è bene non esagerare per non richiamare
l'attenzione su ognuna delle circostanze che
seguiranno. È il caso di dire che una certa forma di
suggestione superstiziosa o magica è esclusa dal
metodo in esame.
Si tratta infatti unicamente di fornire con il “capitale
salute” fisico e mentale, una forma di pienezza
morale o intellettuale.
Infine è possibile applicare la benefica suggestione
durante il sonno dell'adulto, malato o sano che sia.
Tuttavia generalmente è indispensabile e comunque
preferibile ottenere il consenso dell'interessato.
Le stesse regole vanno osservate riguardo alla
formula generale “ogni giorno, sotto tutti gli aspetti,
io vado di bene in meglio” e a quelle particolari.
Le varie formule vanno ripetute una ventina di volte
distintamente, ma lentamente e dolcemente, a voce
alta quel tanto che basta perché giunga alle orecchie
del dormiente senza risvegliarlo.
136
Suggestionare
i bambini
durante il sonno
L'applicazione dell'autosuggestione durante il sonno è
molto efficace. Tuttavia può essere fatta solo dai
genitori o da educatori sicuri.
Se il bambino è piccolo non è ne necessario ne
opportuno chiedere la sua adesione. Infatti potrebbe
non capire bene e impressionarsi negativamente: la
sua giovane personalità ancora duttile e
spontaneamente ricettiva deve essere trattata con
grande riguardo.
È indispensabile scegliere accuratamente i termini da
impiegare in rapporto al suo vocabolario e alla sua
capacità di comprensione. La suggestione può e
dovrebbe essere applicata fin dalla più tenera età.
Si ricorra a frasi brevi, prive di forme imperative
tranne che in determinati casi; è comunque bene che i
genitori si rivolgano preliminarmente a un esperto.
Scegliete una o due suggestioni, non di più. Se
preferite, fatele progressive, in ogni caso prudenti e
lontane da qualsiasi evocazione del difetto o del
malanno di cui si vuole liberare il bambino.
137
Fate precedere le suggestioni scelte da questa: “stai
dormendo profondamente, dormi sempre più
profondamente”; per un bambino piccolissimo: “stai
facendo una bella nanna calma e tranquilla”.
Come procedere
Ecco adesso come procedere.
Sedetevi a breve distanza dalla testiera del letto,
fate una o due respirazioni profonde per sentirvi
distesi.
Non rischiate di svegliare il bambino chiamandolo per
nome.
Pronunciate le suggestioni lentamente, dolcemente, a
bassa voce (il tono più basso che il bimbo sentirebbe
se fosse sveglio).
Ripetete con calma venti o venticinque volte; la
fretta va evitata perché da luogo a effetti contrari.
Allontanatevi senza far rumore e ogni sera
ricominciate con perseveranza. Nella giornata non
fate allusioni alla suggestione.
È assolutamente necessario (e questo è un problema
morale) rispettare i gusti del bambino, le sue qualità,
138
le sue inclinazioni, quando sono buone, anche se sono
contrarie ai vostri desideri personali.
Esempi
di suggestione
per i bambini
Ecco a titolo d'indicazione alcuni esempi di varie
suggestioni.
Il tuo sonno è calmo e profondo.
Il tuo sonno è calmo e riposante.
Dormi un bel sonno calmo.
Il tuo letto resta pulito e asciutto e tu ti svegli
quando è necessario.
Diventi bravo e forte.
Diventi obbediente e ragionevole.
Ti piace la scuola, acquisti sempre più memoria.
Il tuo pensiero è ben ordinato, la tua comprensione
maggiore.
Ti senti calmo e disteso.
Sei in confidenza con i tuoi genitori e i tuoi
insegnanti.
Dici sempre la verità (oppure: dirai sempre la verità).
Acquisti fiducia in tè stesso.
Sei perfettamente sano di corpo e di mente.
Ti senti felice, allegro e coraggioso.
139
Precisazioni
Quando la suggestione si rivolge a un ragazzino più
grande, cercate di ottenere il suo consenso.
Spiegategli il vantaggio che può trarre dall'aiuto che
gli proponete e scegliete con lui le suggestioni che
vuole accettare.
Altrimenti il rischio è di incontrare anche durante il
sonno una resistenza che andrà contro il risultato
auspicato.
Se è consenziente, è auspicabile che il bambino si
alleni a praticare l'autosuggestione da solo, senza per
questo abbandonarlo soltanto ai suoi tentativi.
Parallelamente a quest'applicazione metodica,
risparmiategli nella vita quotidiana le cattive
suggestioni, come i rimproveri eccessivi e continui, le
umiliazioni ripetute, le parole che rischiano di
classificarlo, almeno nella sua mente, come incapace
di miglioramento.
Non parlategli costantemente della sua salute, della
sua fatica, del suo nervosismo o delle sue malattie.
Se dovete sgridarlo con fermezza, fatelo senza
collera; infine sottolineate spesso che si comporta
bene.
140
Una lunga e costante esperienza spinge a dire che,
per insegnare il metodo, bisogna praticarlo e non
chiedere ai bambini una padronanza che noi stessi non
abbiamo; essi sono infatti i primi a rendersene
perfettamente conto.
DEPRESSIONE NERVOSA
Come lei sa, sono venuta qui dall'Africa Orientale a
causa di una forte depressione nervosa: ma avevo
anche un'ulcera dietro l'orecchio sinistro che
suppurava da venticinque anni, nonostante le cure di
un gran numero di medici.
Sono qui da cinque settimane e in questo frattempo
con il suo metodo non ho avuto solo un gran beneficio
dal punto di vista della mia affezione nervosa, ma
anche la mia ulcera è quasi completamente scomparsa;
se continua così, sarà presto sparita del tutto.
(E.B., Nancy)
141
RENDICONTO
DI UNA LUNGA ESPERIENZA
Questa sezione è tratta, come la precedente, dalle lezioni di R. L.
Charpentier.
142
Guarigioni
Pseudomiracoli
Supponiamo che chi ha letto il libro fino a questo
punto abbia colto nell'esposizione del metodo una
qualche idea di progresso, un desiderio di calma o di
padronanza. Possono essere sorti dei pensieri, delle
tendenze forse involontarie che tuttavia già
segneranno l'orientamento, l'influenza subita anche
senza applicazione metodica. Questa 'incarnazione'
dell'immagine è già l'autosuggestione di Coué nel
senso preciso in cui egli l'intende: “vecchia come il
mondo”, diceva. L'orientamento dei riflessi e degli
automatismi che Coué ci propone costituisce una
specie di abitudine acquisita.
L'esercizio di suggestione ripetuto mattina e sera
nelle condizioni richieste orienta la forma del
divenire scelto da noi. È non solo probabile, ma anzi
sicuro, che elementi di natura psicologica e altri
fattori si insinuino sottilmente, sebbene nella
suggestione praticata durante il sonno naturale la
psicologia non sia apparentemente in causa. In ogni
caso la forza del metodo non sta solo in questo.
Quanto ai miracoli rimproverati a Coué, li lasciamo
all'ordine di cose a cui appartengono e che non ci
riguarda.
143
Con Coué o con i suoi insegnanti, talvolta si tratta di
miracoli apparenti, nulla di più, anche se già questo è
molto.
Se un malato è guarito e non sa di esserlo, noi gli
insegniamo a ritrovare, talvolta all'improvviso, l'uso
di un arto, o la funzione di un organo sensoriale
paralizzato o bloccato o impedito dall'idea acquisita
di un pessimo stato precedente, dal ricordo delle
sofferenze, dal panorama e dal risvolto morale, che
accompagnano ogni malattia e che ad alcuni fanno
correre il rischio di prolungarla anormalmente, di
aggravarla e di mantenere spesso il comportamento
da malato.
Esperienza diretta
Ecco alcune guarigioni a cui ho partecipato e, per
cominciare, uno pseudomiracolo.
La persona davanti a cui mi trovo, al solo fine di
aiutarla a migliorare il morale, è una donna di
sessantanni condannata a restare in poltrona dopo un
attacco di paralisi. Da due anni non cammina più. Il
viso è cereo, la parola impedita, i movimenti delle
braccia e delle mani lenti e maldestri.
Mentre le spiego quel che il metodo può fare per lei
in campo morale e sfoglio l'incartamento sul suo caso
e le ricette prescritte da vari medici, leggo in un
144
angolo di un foglio, in caratteri minuscoli, 'paresi
psichica?'
L'attacco precedentemente diagnosticato è
sicuramente avvenuto, ma che cosa è successo in
seguito nel suo organismo?
Accetto il rischio e prego la malata di ripetere, senza
cercare di crederci e in uno stato di rilassamento il
più completo possibile: 'riprendo fiducia in me, e
questo per un tempo piuttosto lungo. Io ripeto prima
di lei, con lei, dopo di lei. Poi, mettendomi
improvvisamente in piedi davanti a lei, le prendo le
mani: «Si alzi, è semplice, è facile, è assolutamente
fattibile e possibile».
In quei momenti e in circostanze come queste,
bisogna ovviamente ricorrere a tutto: dolcezza,
insistenza, fermezza, autorevolezza passano nello
sguardo, nella voce, nella pressione delle mani. Allora
lei si alza, il viso coperto di sudore è diventato molto
pallido, la sento profondamente sconvolta.
E forse, insegnante alle prime armi quale io ero allora,
ulteriormente non ero meno sconvolta di lei.
Approfitto del fattore emotivo e le chiedo di
camminare. Sto sempre davanti a lei per nasconderle
la vista dello spazio, che aggraverebbe la sua
esitazione e l'impressione di difficoltà.
145
«Cammino» balbetta lei, «cammino» e i suoi occhi
sono bagnati di lacrime. Infine cerco di farle
scendere le scale. E qui restiamo venti minuti davanti
al primo gradino.
Fallirò prima di avere condotto fino in fondo un
progetto troppo ambizioso? No... ma il suo corpo
trema, il suo cuore batte a un ritmo accelerato, l'idea
di cadere la domina e la terrorizza visibilmente.
«Aspetti, chiuda gli occhi, si prenda il tempo per dei
lunghi e tranquilli respiri, è facile; dica: “Posso
scendere, scenderò, è semplice, scendo”.»
Allora, sorretta solo per un braccio, lei scende,
lentamente, come un bimbo, ma scende!
Poi andiamo a trovare degli amici nella casa vicina e,
per farlo, saliamo cinque piani. Sorpresa, emozione!
Dopo un'esperienza di questo genere, l'insegnante
entusiasta deve ricordare e tenere a mente che egli
non è che un portavoce senza potere o influenze
personali, d'ordine misterioso almeno.
È evidente che la perseveranza, un pò di psicologia, il
gran desiderio di riuscire e di confortare,
l'entusiasmo del compito intrapreso servono in
qualche modo da leva psicologica. In effetti, soltanto
grazie all'autosuggestione il crollo delle immagini
precedenti ha operato l'apparente miracolo. Ma è
146
comunque solo un miracolo apparente, perché senza
alcun dubbio la lesione era guarita in precedenza.
Verruche,
eczemi,
cicatrizzazioni...
Infinitamente più probante anche se molto meno
spettacolare è la scomparsa, ritenuta banale, delle
verruche.
Anche qui, entra semplicemente in gioco il sottile
meccanismo dell'autosuggestione e si tratta allora,
nel senso inverso dell'organizzazione delle stimmate,
di disorganizzare quelle piccole escrescenze
resistenti a vari trattamenti. Il caso che segnalo era
una vecchia storia che durava dieci anni, liquidata in
tre settimane dopo una ripetizione semplice, persino
ingenua, ma priva di attenzione, cosa che è
fondamentale.
Una chiazza eczematosa resistente a ogni intervento
e cura per due anni è scomparsa progressivamente
dopo qualche settimana. In questo caso preciso posso
affermare che era in gioco soltanto l'idea di
un'esperienza personale fatta con scetticismo e
curiosità. Ma c'erano sia lo stato di rilassamento sia
quello di oggettiva accettazione del metodo.
147
Nessuno ignora la cicatrizzazione di ferite
affrettata da una secrezione più abbondante della
linfa, anch'essa provocata da una suggestione
finalizzata a migliorare il morale.
Mi ricordo anche, agli inizi della mia esperienza, di un
esoftalmo (protrusione dei bulbi oculari dalla cavità
orbitaria) curato da un medico dell'Ospedale Necker
che preparava la paziente all'operazione. Questa, pur
non osando dirglielo, seguiva assiduamente le lezioni
di autosuggestione. Dopo un anno il dottore, sorpreso
del miglioramento, riesce finalmente a sapere che
cosa aveva fatto la sua giovane paziente. Le dichiara
allora che l'intervento non è più necessario, tanto
significativa è la felice trasformazione. Inoltre i
fenomeni nervosi (lacrime, crisi di soffocamento,
crisi di nervi) erano quasi completamente scomparsi.
Il medico ci mandò poi un'altra paziente; ma questa,
meno perseverante, non ritornò.
Ciascuno
è un caso a sé
Va forse detto che in tutti i casi dello stesso tipo si
otterranno gli stessi risultati? Non potrei affermarlo
di fronte al paziente che si presenta a noi. Ogni caso
è a sé e, come le cure mediche non producono sempre
su tutti lo stesso risultato e nemmeno negli stessi
148
tempi, così, anche per la suggestione bisogna tener
conto del 'terreno'. La costituzione e le cause delle
verruche o dell'esoftalmo non saranno mai
esattamente le stesse.
Il balbettio o la fobia che abbiamo fatto sparire in
poche sedute non avranno la stessa origine di un altro
balbettio o di un'altra fobia. Infine, e soprattutto, la
ricettività, la passività non saranno identiche nei
diversi pazienti. Talvolta ci scontreremo con la
mancanza di perseveranza e le rinunce, o con una
psicologia introspettiva e razionale che ritarderà o
diminuirà le nostre possibilità e soprattutto ci
scontreremo con gli sforzi per non farlo!
Lo stato di passività del soggetto condiziona gli
effetti in proporzione.
Un caso
clamoroso
Ecco ancora un caso esaminato nei particolari. Una
giovane donna di vent'anni, dal pesante passato, esce
da un noto istituto dove alcuni specialisti l'hanno
curata. Non è più pericolosa, può essere lasciata
libera, ma è del tutto disadattata, incapace di
comportarsi normalmente: vestiti in disordine,
capigliatura scarmigliata, discussioni a non finire,
149
ossessioni, disperazioni... La famiglia insiste perché io
provi con l'autosuggestione, perché nessuno vuole
occuparsi più di questa ragazza considerata guarita.
Accetto contro voglia e declinando ogni
responsabilità. Dal punto di vista della sua origine il
caso non ci interessa.
La giovane donna viene due volte alla settimana a
ricevere una suggestione particolare alla quale non
crede, ma che accetta di buon grado. Inoltre, pratica
il metodo regolarmente. Pochi mesi dopo, il
miglioramento ottenuto le consente di trovare una
sistemazione e dopo anni si impegna a sufficienza per
mantenere il lavoro. «Quanto tempo durerà?» mi
chiedono scettici alcuni. Il caso è grave e, a priori,
non di competenza del metodo di Coué.
Tuttavia grazie ad esso, si guadagna tempo, e forse
diventa ragionevole anche la speranza di un
ristabilimento prolungato o definitivo se si riesce a
superare una fase pericolosa.
L'infanzia sconvolta dai drammi famigliari ha
gravemente impressionato il soggetto, già
predisposto allo squilibrio per ragioni ereditarie.
Questo lungo periodo di calma non solo la salverà
forse definitivamente, ma anche e soprattutto le
restituirà la coscienza di comportarsi normalmente,
150
la fiducia in sé, dopo essere stata considerata pazza!
Perché questa parola, senza alcuna precauzione per la
sua sensibilità acuta e la sua enorme suscettibilità, è
stata pronunciata davanti a lei.
Quanto agli effetti della suggestione inconscia, non
sono meno sorprendenti.
Un altro
ricordo
Dopo il rischio di una pericolosa amputazione, dopo
settimane di medicazioni dolorose, di complicazioni e
di sofferenze continue, una paziente aveva
finalmente avuto dei punti di sutura, che dovevano
accelerare la sua guarigione. Ma i rigonfiamenti sui
bordi della tremenda cicatrice crescevano
anormalmente e con ogni evidenza avrebbero causato
un nuovo intervento. Pur essendo un intervento non
grave, il suo annuncio aveva messo a dura prova
l'abituale coraggio della paziente che, del tutto
snervata, si abbandonò a una disperazione
sconvolgente.
Con l'unico desiderio di calmare quell'agitazione, di
darle il tempo di riprendersi e tranquillizzarsi nei
pochi giorni che la separavano dall'intervento, sola
con lei, opponevo con calma e forza una smentita
151
formale alle previsioni del chirurgo. Aggiungo, per
spiegare e giustificare il mio procedimento, che la mia
pietà, il mio desiderio di darle sollievo erano allora
molto intensi.
«Questo tipo di rigonfiamenti scompare sempre
spontaneamente», le dicevo. «Sono sorpresa
dell'errore del tuo medico...» Le lacrime si
fermarono. «Lo credi?
Sarebbe possibile?» Stimolata da questa speranza e
in certo modo dalla paura, dal desiderio profondo di
evitare la sala operatoria, l'anestesia e tutto ciò che
queste cose rappresentano, e impressionata anche
dalla mia audace affermazione, la calma giunse
istantanea.
Qualche giorno dopo, durante la visita... sento ancora
l'esclamazione del chirurgo al momento della
medicazione:... vedo ancora la meraviglia di tutti. Le
indesiderate escrescenze erano scomparse.
In disparte, in un angolo della camera, assistevo
silenziosa, commossa di questo risultato inatteso.
Nessun altro oltre a me ha mai saputo nulla della
causa iniziale, nemmeno la paziente, scettica per
natura e all'epoca assai lontana da qualsiasi
applicazione metodica del sistema di Coué.
E poi chi avrebbe dato ascolto a una giovane che si
fosse permessa di esporre una teoria psicosomatica
in un simile luogo? Una giovane che, oltre tutto, non
152
era ne medico ne infermiera, e nemmeno, a quel
tempo, insegnante all'Istituto di Coué!
Tuttavia a chi si presenta a noi, raccomandiamo prima
di tutto una cura medica, a meno che non l'abbia già
seguita senza ottenerne effetti, anche se si tratta di
una persona chiaramente suggestionabile.
Il carisma
di Coué
Per quanto con la sua grande onestà Coué lo negasse,
la gente gli attribuiva un potere terapeutico
personale.
Con questa convinzione gli pseudomiracoli si
moltiplicavano. I sordi psichici sentivano e gli
apparecchi acustici venivano abbandonati. Spesso si
operava una specie di sblocco automatico. Cancellata
in precedenza la causa iniziale, scomparsa l'idea
negativa (cosciente o no) ricompariva il
comportamento normale.
Mi ricordo ancora di aver visto dei pazienti toccare
discretamente la giacca di Coué; si sa che, in certi
casi, la convinzione di una misteriosa influenza può
aggiungere qualcosa di decisivo al fattore
suggestione.
153
Tutto ciò allora faceva molto rumore, ma le false
interpretazioni che a lungo accompagnarono Coué e il
suo metodo continuano a nuocergli anche dopo la sua
morte.
Il metodo
resta
Scomparso l'uomo, tutto apparentemente crolla,
almeno per molti, poiché la base del suo metodo viene
ignorata o rimane incompresa. È per questo che oggi,
molto più che nel passato, è necessario far leva sulla
teoria, sforzandoci di renderla il più chiara possibile.
Inoltre la teoria può evolversi nella sua
presentazione, dato che l'espressione delle verità,
nel corso del tempo, è qualcosa di momentaneo e
sempre imperfetto.
Paradossalmente, pur essendo ciò che soprattutto lo
rende efficace, quel che nuoce al metodo è proprio la
sua semplicità di applicazione. Con Coué tutto è
semplice e ognuno può usare da sé lo strumento
proposto.
Fuori da qualsiasi pretesa, questo geniale maestro del
subconscio raggiunge risultati sorprendenti e lo fa
senza la difficile elaborazione di altri metodi che
154
propongono applicazioni difficili talvolta pericolose,
comunque sempre delicate.
Coué nelle sue succinte opere scritte sembra
ignorare la propria ingegnosità, e semplificare a
piacere, condannandosi così al ruolo del parente
povero nella scienza della mente umana. Non è ne
medico ne psichiatra ne psicoanalista e questo lo
segna definitivamente, tuttavia che risultati ottiene,
che pace riesce a dare, che equilibrio permette,
questo prodigioso 'mago' della salute e della felicità!
Che straordinaria esperienza si nasconde quindi sotto
la sua bonomia sottile, sorridente e ottimista? La sua
tecnica sembra essere il risultato di una sintesi che
si sarebbe operata in lui a sua insaputa.
Dietro un procedimento apparentemente
semplicistico, si profila tutta un'articolata e
complessa visione del mondo e dell’uomo.
155
Quelli che falliscono
Principali cause
d'insuccesso
del metodo
Dopo aver insistito sulle nostre possibilità di
successo, precisato il processo delle guarigioni
istantanee, dei miglioramenti e dei progressi, diremo
ora qualche parola sui nostri insuccessi, o, meglio,
sulle loro cause più frequenti e controllabili.
Ancor prima che il metodo di Coué si diffondesse - ce
lo racconta un vecchio clinico carico d'esperienza che
all'epoca non trovò nulla di meglio per guarire la sua
asma polmonare - una buona maggioranza della
popolazione di Nancy sperimentava l'autosuggestione.
Scarsa
documentazione
Pur trovandosi alla fonte di tutte le informazioni,
alcuni, tuttavia, trascuravano di documentarsi con
esattezza o di piegarsi alle indicazioni proposte.
D'altronde non succede sempre così?
156
Facile entusiasmo,
repentina delusione
In generale i risultati erano tali da incitarli a un
imprudente entusiasmo. E molti continuavano in
un'applicazione maldestra del metodo, nonostante
Coué fosse ancora presente.
Malgrado alcune magistrali sedute di Coué e alcune
autentiche guarigioni che per i non iniziati erano
prodigiose, già prendeva piede il partito dei delusi.
Senza osservare oltre, senza approfondire ancora la
questione o verificare il modo di procedere, questi
dichiararono il metodo ridicolo o inefficace.
Come è possibile comprendere che possano esistere
parallelamente fallimenti e successi?
Dopo aver eliminato i miracoli impossibili e scartato
gli allievi che non godono della piena salute mentale
(anche se ci sarebbe molto da dire su ciò che si
potrebbe fare negli istituti e negli ospedali
psichiatrici con il modesto e benefico metodo del
rilassamento e della pace), la suggestione può
effettivamente guarire o far migliorare, ma a patto
che vengano rispettate certe condizioni.
157
Impazienza
Innanzi tutto gran parte dei pazienti si presentano
reclamando impazientemente un successo rapido e
completo per casi acuti o cronici. Non è un caso
sempre impossibile, a patto tuttavia che ci sia
concesso del tempo, che spesso varia a seconda dello
stato e della ricettività di ognuno.
Pur accettando normalmente le delusioni o le
lungaggini della terapia medica, questi pazienti con
noi non intendono aspettare e non ammettono che si
possa fallire.
Fin dall'inizio alcuni vogliono precisare il numero delle
lezioni, dei corsi e delle settimane necessarie. È
evidente che, in questo caso, essi poi intendono
abbandonare il metodo.
Incostanza
II lavoro di preparazione ridotto a semplici esercizi,
che il soggetto può fare da solo dopo poche
precisazioni, viene trascurato, o fatto
insufficientemente o irregolarmente, le conversazioni
sono imprudenti, la distensione incompleta o assente.
È impossibile sperare di avere risultati positivi in
queste condizioni.
158
Superficialità
Ci sono anche i curiosi e gli scettici, refrattari per
principio all'autosuggestione. Tuttavia questi offrono
all'osservazione, senza evidentemente saperlo, una
notevole abbondanza di soggetti, almeno finché la
suggestione rimane ufficiosa, ricevuta
inconsciamente, subita per caso.
Restie a qualunque sistema, all'applicazione e alla
disciplina, sono queste le persone destinate a divenire
entusiasti seguaci dei guaritori, o sono quelle che
corrono dal medico al minimo allarme e, avide di nuove
specialità, durante una cura si dichiarano e si sentono
meglio prima ancora che il medicinale o la terapia
possa aver fatto effetto.
Si comprendono allora gli incontestabili successi che
diverse e contraddittorie pratiche e ascesi danno
casualmente con più o meno rischio, e con risultati
simili.
Non pretendiamo che la suggestione sia tutto,
affermiamo però che in tutto vi è suggestione.
Accettata inconsciamente, senza restrizioni, senza
timori, la meravigliosa immagine, sotto un qualsiasi
mascheramento, può assoggettare la macchina umana
alla sua influenza.
159
Quando Coué ci dice semplicemente: «non si tratta di
volere la guarigione, ma di immaginarla», riassume
magistralmente il problema. E bisogna ancora capire
fino in fondo che cosa intenda con queste parole.
L'inganno
della volontà
Altri ancora, per finire, convinti dell'efficacia della
loro sola volontà, che è però inoperante nel campo
della funzionalità, riuscirono senza mai sospettarlo, in
una delle più stupefacenti autosuggestioni, ma senza
un metodo preciso.
Per una volta si tratta del perfetto accordo della
formula “voglio, dunque posso”, quello dell'immagine
mentale di guarigione con la trionfante certezza che
moltiplica il loro proprio desiderio. Nessun conflitto,
a meno che non si tratti di applicazione razionale
cosciente.
Ed ecco ora i seguaci che offrono le maggiori
possibilità di successo. Seguiti dal loro medico,
attenti alle nostre spiegazioni, aggiungono
prudentemente l'aiuto della autosuggestione
quotidiana (respirazione profonda, esercizi di
addestramento, presenza frequente alle lezioni):
tutto si annuncia per il meglio.
160
Tuttavia il tempo passa, li sentiamo delusi,
scoraggiati, mentre altri ci raccontano i felici
mutamenti rapidamente constatati: all'inizio appena
percettibili, poi segnati da alternative, da tappe
raggiunte e favoriti da nuove partenze.
Che cosa succede agli altri? In genere lo sappiamo.
Sebbene ci dicano di raggiungere quell'abbandono del
corpo e quell'indispensabile passività della mente al
momento della suggestione, talvolta diventa
necessario far constatare loro che si tratta di
un'illusione; in questo modo in futuro sarà più facile
raggiungere lo stato richiesto.
Come procedere
in caso
d’insuccesso
Se l'allievo chiede qualche spiegazione, la cosa è
semplice: facendolo sedere gli diciamo queste parole:
«Respiri a fondo, profondamente come dopo un
grande sforzo, lasci cadere le braccia, pesanti, senza
contrazioni, per riposarsi meglio».
Poi, sollevando un braccio fino a portarlo orizzontale
al suolo, lo lasciamo andare. E non solo nella prima
fase il braccio ha tracciato il movimento con noi, ma
quando lo lasciamo per farlo cadere, molto spesso, se
non sempre, il soggetto lo mantiene in posizione
161
orizzontale, dimostrando di non essere affatto
rilassato.
Riprendiamo la spiegazione, ricominciamo, finalmente
l'allievo sembra riuscire e possiamo sperare che
abbia la possibilità di acquisire lo stato indispensabile
per l'autosuggestione.
Tuttavia l'osservazione attenta ci rivela che spesso si
verifica per qualche frazione di secondo
un'impercettibile esitazione prima che il braccio
ricada. E questo prova che esso viene riportato alla
posizione verticale volontariamente, anche se con
maggiore discrezione.
Ripetuto troppe volte, l'esercizio non sempre porta a
una completa distensione e, in questo caso, se ci
ostiniamo si corre il rischio di applicazione, sforzo e
di conseguenza di insuccesso definitivo.
Così, dopo aver dimostrato il meccanismo del
momentaneo insuccesso, e senza insistere oltre,
procediamo indirettamente per ottenere il risultato.
Dopo un colloquio che consente innanzi tutto una
certa forma di sollievo e di liberazione, l'allievo già
disteso, molto spesso fiducioso e pieno di simpatia, è
comodamente sistemato in una posizione di riposo.
Dolce calore nella stanza, luce bassa, atmosfera
tranquilla.
162
Reso più semplice, più facile, più comprensibile
perché in parte già sentito, l'allievo concepisce e
realizza finalmente molto meglio quell'abbandono che
non gli viene mai chiesto al momento.
Ogni seduta porta a un più completo abbandono,
durante il quale l'insegnante parla dolcemente con
una suggestione lunga e cullante.
Constatiamo in molti soggetti una sonnolenza, un
leggero stordimento altrettanto favorevoli.
Anche senza rilassamento constatiamo alcuni
risultati, ma sono lenti e sempre insufficienti se non
nulli.
Altra
situazione-tipo
Infine un'altra causa molto frequente di fallimenti,
che si verifica tra gli allievi convinti.
Infatti, se preso alla lettera, il metodo rischia di
essere da molti male applicato.
Con la cordicella annodata, questi ripetono una
ventina di volte la formula generale: “ogni giorno,
sotto tutti gli aspetti, io vado di bene in meglio”, a
velocità accelerata come se si trattasse di un obbligo
fastidioso.
163
Altri, invece, la recitano al ritmo normale e
desiderabile. Sarebbe quindi perfetto per loro se
riuscissero ad addormentarsi durante la ripetizione o
alla fine. Ma in quel momento, interrompendo la litania
di durata eccessiva per la loro scarsa pazienza e
aspettando il sonno che non viene, vengono invasi da
una folla di altri pensieri, non sempre tra i migliori.
Tra la suggestione e il riposo trova spazio una
moltitudine di immagini, la cui attività prosegue
consciamente e poi inconsciamente al posto e in luogo
della benefica formula così abilmente completa e
semplificata.
La questione è fondamentale: l'immagine, e l'abbiamo
visto nelle pagine precedenti, è essa stessa una
specie di prologo, una certa forma di atto.
Ed ecco che, essendo stata rispettata solo la lettera
del metodo, il suo modo d'utilizzo può condizionare un
fallimento.
Vediamo quindi in questo caso che molti di noi
traggono vantaggio da un adattamento del metodo al
loro comportamento al momento del riposo.
164
Sforzarsi
di non sforzarsi!
Infine abbiamo anche degli allievi che per
raggiungere lo stato di “non sforzo”, si sforzano nel
modo più disastroso con la migliore buona volontà.
Lezioni
individuali?
Tra tutte queste difficoltà facilmente superabili,
seguendo i nostri consigli, bisogna allora concludere
che sono assolutamente necessarie le lezioni private?
Si tratta di un fattore personale, dato che non tutti
hanno gli stessi bisogni. Le lezioni collettive
consentono alla maggioranza dei risultati
apprezzabili. La lezione individuale si rivolge in
particolare ai casi delicati, a chi è inquieto, o a quegli
scrupolosi che si applicano all'eccesso alla ricerca
della perfezione impossibile, della continua
introspezione.
Sarebbe inutile entrare qui nei particolari delle
complicazioni che spesso si incontrano e che
richiedono oltre a un'attenzione particolare anche un
aiuto riconfortante e sicuro.
165
Per non fallire
Dobbiamo anche dire che tra coloro che ricorrono
alle nostre sedute, private o collettive, domina spesso
un senso di insicurezza, di angoscia o di ansia che
intensifica il disordine delle funzioni e rompe in
qualche modo il ritmo del sistema vegetativo.
La suggestione deve essere appoggiata da una terapia
medica; a questa si aggiungano il soccorso e il
conforto psicologico della comprensione
dell'insegnante, assicurando così un risultato più
certo, più completo.
Sappiamo che la vita Ulteriore può essere eccessiva,
carica di turbolenza mentale, spesso popolata di
strane rappresentazioni, di superstizioni, la cui
attività si sviluppa talvolta su un piano che può essere
classificato come 'magico'.
I soggetti allora hanno dei comportamenti spossanti,
moltiplicano i gesti di scongiuro o di purificazione.
Anche queste sono, in forme diverse, suggestioni
ripetute esageratamente che provocano tensione,
stanchezza e fallimento.
Essi sono infine il gingillo di mistiche sorprendenti e
fantasiose dietro le quali si profila un'inquietudine
senza riposo.
166
È quindi indispensabile che l'insegnante non solo
comprenda questi drammi ulteriori, ma non ne neghi
l'importanza, ne segua tutte le difficoltà con
pazienza, ma senza debolezze.
Questi colloqui tra l'allievo e l'insegnante provocano
reazioni preziose che si aggiungono alla semplice e
automatica registrazione raccomandata da Coué e,
specialmente in prossimità del sonno, essi ne
raddoppiano l'efficacia, stimolando la perseveranza.
Inquadrati, sostenuti, riconfortati, gli allievi non si
sentono più soli e questo clima permette di rendere
facile quello che non lo era o almeno ciò che da loro
era considerato tale.
Tuttavia lo scopo principale dell'insegnante - non
dimentichiamolo - è di insegnare a fare a meno di lui.
167
In queste pagine forniamo i testi delle principali suggestioni cui si
può ricorrere, a seconda dei problemi di ciascuno. Possono essere
asportate dal libro e tenute a portata di mano, per utilizzarle in ogni
momento o per passarle agli amici in difficoltà.
168
OGNI GIORNO,
SOTTO TUTTI
GLI ASPETTI,
IO VADO
DI BENE
IN MEGLIO.
169
PER IL SONNO
Questa sera mi sentirò calmo e disteso.
I miei sogni saranno sereni,
la mia mente in riposo.
Il mio sonno sarà ogni notte più profondo,
più completo, più riposante.
Mi addormento nella calma del corpo e della mente.
Scivolo dolcemente in un sonno tranquillo.
PER LA CALMA
La calma giunge, tutto si placa dentro di me.
Tutto in me è calma e riposo.
Calma ed equilibrio si assestano in me.
Mi sento calmo e riposato.
in ogni circostanza, mi sento calmo
e padrone di me.
CONTRO IL TIMORE DELLA MALATTIA
Ogni giorno, sotto tutti gli aspetti,
io vado di bene in meglio.
Tutto è sano in me e reagisco bene.
Tutto in me dimostra equilibrio e salute.
Calmo e disteso acquisto forza e salute.
Suggestione e cura assicurano
la mia guarigione.
Calma e perseveranza migliorano il mio stato.
Aumentano il mio equilibrio e la mia vitalità.
170
PER LA FIDUCIA IN SE STESSI
Acquisto fiducia in me stesso.
Mi sento calmo e sicuro di me.
Tutto quel che devo fare mi riesce
facilmente e semplicemente.
Il mio passo è facile, calmo, tranquillo e sicuro.
Il mio modo di parlare diviene chiaro,
armonioso e agile.
Le mie facoltà si sviluppano
di giorno in giorno.
Il mio giudizio è rapido e sicuro,
la mia memoria fedele.
I miei pensieri si svolgono con ordine
e chiarezza.
Ogni lavoro diventa per me semplice
e piacevole.
PER LA PACE MENTALE
La mia mente è in pace.
Sono in pace con me stesso.
È facile per me essere paziente,
comprensivo e giusto.
in tutto mantengo una giusta misura.
Mi sento calmo, raggiante, riposato.
PER IL CORAGGIO
Provo piacere in tutto quel che faccio.
Lavoro bene, felice e disteso.
Mi sento coraggioso, energico, entusiasta.
Le mie occupazioni mi sembrano facili.
Il lavoro mi distrae, mi interessa e mi attira.
171
Appendice bibliografica
Nonostante che i principi di fondo che hanno consentito a Émile Coué
di mettere a punto, più di sessantanni fa, il metodo dell'auto-
suggestione cosciente siano ampiamente utilizzati in molte moderne
terapie e tecniche di rilassamento, non esistono praticamente in
lingua italiana, prima di questo libro, pubblicazioni sul tema, ad
eccezione dei modesti
A. Cunico L’autosuggestione cosciente, MEB, Torino
P.I. Bui Ipnosi e suggestione, Giunti-Martello, Firenze.
Tuttavia, perché il lettore possa verificare le affinità e le
differenze che il metodo di Coué presenta con le citate tecniche e
terapie si citano, a titolo di esempio
M. H. Erickson Opere complete, voi. I: La natura dell'ipnosi e
della suggestione. Astrolabio Ubaldini, Roma
l'ipnosi, che lo stesso Coué ha inizialmente praticato, è trattata in
questo libro da una delle più grandi autorità in materia, tanto sul
piano della teoria, quanto su quello della pratica
R. Shone La tecnica dell'autoipnosi. Astrolabio Ubaldini, Roma
sostenuto da recenti acquisizioni scientifiche su poco note funzioni
cerebrali, l'autore indica nell'autoipnosi, praticata con gradualità e
metodicità, una via naturale di accesso all'inconscio
Y. Davrou, J. C. Macquet Guida pratica alla sofrologia.
Astrolabio Ubaldini, Roma
si tratta di cinquanta esercizi per autoinnestare il rilassamento
necessario alla pratica della sofrologia. Nella sua applicazione più
completa questa terapia prevede, come stadio successivo, un
intervento verbale da parte di un operatore che porta l'individuo,
come nel metodo di Coué, ad autosuggestionarsi
172
R Desolile Teoria e pratica del sogno da svegli guidato.
Astrolabio Ubaldini, Roma
i fondamenti dell'oniroterapia, esposti da uno dei pionieri del
metodo, condividono in particolare con l'autosuggestione di Coué
l'importanza assegnata al potere dell'immaginazione
G. De Chirico Training autogeno, red/studio redazionale. Como
uno dei più agili fra gli ormai numerosi testi sull'argomento
B. Auriol Tutti i metodi di rilassamento, red/studio redazionale,
Como
una guida articolata e completa alle migliori tecniche in uso di
rilassamento, condizione comunque essenziale alla pratica
dell'autosuggestione.
173
Indice
7 Il metodo dell'autosuggestione di Coué
7 Émile Coué: l'uomo e l'opera
8 Il valore di una teoria
10 Coué, oggi
12 Una medicina 'umana'
LA PADRONANZA DI SÉ ATTRAVERSO
L'AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE
18 Appunti sull'uomo, questa strana creatura
18 L'essere cosciente e l'essere incosciente
20 Volontà e immaginazione
26 Suggestione e autosuggestione
28 Possibili utilizzazioni dell'autosuggestione
28 Domare l'immaginazione
28 Come si procede per insegnare a un individuo ad
autosuggestionarsi
36 L'autosuggestione come strumento terapeutico
42 Ultime parole di congedo
44 II ruolo del suggestionatore
45 Superiorità del metodo
45 Suggestione e sonno
46 La suggestione nella pratica medica
48 Come agisce la suggestione
50 Le affezioni morali e le tare originarie o acquisite
54 L'autosuggestione come strumento educativo
54 Agire per tempo
55 I compiti degli educatori
60 La suggestione 'pilotata'
174
64 Suggestione a scuola
L'AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE:
TEORIA E METODO
68 Introduzione all'autosuggestione di Coué
68 Breve storia della suggestione
71 Originalità del metodo di Coué
79 Il mondo delle immagini
79 Attività cosciente e subcosciente
89 Le cinque leggi della suggestione
89 La legge della Scuola di Nancy
90 La legge dell'emozione ausiliaria
92 La legge dello sforzo convertito
99 La legge della finalità subcosciente
102 La legge dell'autosuggestione
109 Dell'automatismo in generale
109 Educazione e allenamento dei riflessi
115 Cooperazione cosciente e subcosciente
119 Importanza della parola
121 Applicazioni pratiche
123 Preparazione del 'terreno'
131 Suggestioni varie
136 Suggestionare i bambini durante il sonno
RENDICONTO
DI UNA LUNGA ESPERIENZA
142 Guarigioni
142 Pseudomiracoli
146 Verruche, eczemi, cicatrizzazioni...
155 Quelli che falliscono
175
155 Principali cause d'insuccesso del metodo
165 Per non fallire
171 Appendice bibliografica
176