Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

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Si tratta di un testo introvabile che ritengo tra i più validi per comprendere il fenomeno della suggestione non ipnotica

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L’ALTRA MEDICINA/52

Émile Coué Raymonde Charpentier

Autosuggestione cosciente

Lo straordinario metodo di É. Coué

Per migliorare salute e comportamento

Con l’utilizzazione di semplici formule

Edizioni di red./studio redazionale

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Autori Émile Coué

Raymonde Charpentier

Grafica Paolo Giorno

Coordinamento Paolo Cassella

Traduzione Daniela Garavini

dalle edizioni originali:

Émile Coué La maitrise de soi-méme,

Editions Oliven, Paris; @1962

Raymonde Charpentier

L'autosuggestion et son application pratique

Editions des Champs-Elysées, Paris;

@1958

Redazione Angela Cerinotti

editore Red/studio redazionale@

via Volta 43, 22100 Como

I edizione: 1986

Gli autori

Émile Coué, inventore del metodo noto come

“autosuggestione cosciente” o “autosuggestione

metodica”, è presentato anche biograficamente nel

capitolo introduttivo. Ma occorre ancora aggiungere

che, a differenza del contemporaneo e ben più noto S.

Freud, ha sicuramente privilegiato la prassi rispetto

alla teoria: la sua attività fu infatti incredibilmente

intensa e il suo carisma personale ineguagliabile, come

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risulta dalla documentazione relativa agli interventi e

alle guarigioni ottenute con l'applicazione del suo

metodo.

Al contrario, la sua produzione scritta è quanto mai

esigua e per di più, come il lettore stesso potrà

costatare dalla lettura del primo dei suoi tre brevi

scritti, corrispondente alla prima sezione di questo

libro, caratterizzata da uno stile assai semplice, quasi

dimesso, sicuramente e volutamente alla portata di

tutti.

Raymonde L. Charpentier, con Philip Remy che le ha

inizialmente fatto da guida, appartiene al gruppo dei

più fedeli e convinti continuatori dell'opera di Coué,

come dimostra la sua lunga attività di insegnante

presso l'Istituto Coué di Parigi, cui si è accostata,

giovanissima, nel 1923.

Con l'opera che pubblichiamo, corrispondente a una

serie di lezioni destinate ai suoi allievi, ha inteso

fornire un aggiornamento circa i fondamenti teorici e

le concrete possibilità applicative dell'auto-

suggestione metodica, senza tuttavia discostarsi in

nulla dal pensiero del maestro.

Con lui ha anche in comune un vivissimo senso morale

e la convinzione che chi, per qualunque verso, si occupa

della persona umana non può mai esimersi dal porsi

come obiettivo la sua piena e completa realizzazione.

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Non è la volontà,

ma l'immaginazione

la prima facoltà dell'uomo.

Émile Coué

Come utilizzare nel modo migliore questo libro

La prima sezione di questo libro, dopo un capitolo

introduttivo, costituisce un approccio operativo

all'autosuggestione cosciente: è pertanto rivolta a chi

vuole insegnare a un individuo ad autosuggestionarsi, a

chi vuole risolvere autonomamente con questo metodo

le proprie difficoltà fisiche o morali, infine a chi vuole

integrare il ricorso alla suggestione in un progetto

educativo di genitore o insegnante. Lo stile assai

semplice e le molte scansioni del testo consentono un

apprendimento graduale e sistematico del metodo.

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I primi quattro capitoli della seconda sezione

analizzano i fondamenti del metodo di Coué e li

collegano alle conoscenze scientifiche successivamente

acquisite. A questa sistemazione teorica, condotta da

R. L. Charpentier, segue nella stessa sezione una parte

relativa alle “applicazioni pratiche” del metodo, che

riprende puntualmente e integra la prima sezione. Il

lettore è chiamato a porvi particolare attenzione,

soprattutto là dove sono esposte le condizioni, gli

accorgimenti e le varie formule da utilizzare nelle

diverse circostanze.

La terza sezione, infine, documenta il successo e rende

conto delle principali cause di insuccesso del metodo di

Coué, svolgendo in questo senso una funzione

'preventiva', onde evitare gli errori più comuni.

I brevi passi riportati dalle lettere inviate a Coué,

lungi dal fornire un quadro completo della sua attività,

offrono un campionario dei disturbi e dei problemi che

la pratica del metodo è riuscita in particolare a

risolvere.

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Il metodo dell'autosuggestione

di Coué

Émile Coué:

l'uomo e l'opera

Émile Coué è nato a Troyes, in Francia, il 26 febbraio

1857, da una famiglia assai modesta. Le difficili

condizioni materiali non hanno fiaccato, ma, semmai,

consolidato il suo desiderio di studiare: dopo tre anni

di apprendistato in un laboratorio farmaceutico, si

reca a Parigi per iscriversi alla Scuola di Farmacia.

Accettato come interno nel 1881, si trattiene due

anni presso l'Ospedale Necker, dando lezioni per

vivere. Infine, superato l'ultimo esame, rileva una

farmacia a Troyes. Qui mette a punto il metodo

dell'autosuggestione cosciente traendone

originariamente l'ispirazione da un'attenta

osservazione dei suoi clienti. È infatti colpito, in

coloro che gli si presentano, ansiosi o pieni di

speranze verso la medicina prescritta,

dall'importanza del 'morale' sull'efficacia del

rimedio. Egli nota cioè il ruolo fondamentale che

svolgono la fiducia o il timore, la forza della parola

incoraggiante, il valore del consiglio dato con

benevolenza.

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Ritiratosi nel 1910 a Nancy, città originaria della

moglie, si dedica totalmente ai suoi studi, facendone

esperienza concreta su un'incredibile quantità di

pazienti, che si presentano sempre più numerosi

presso quella che è ormai diventata la Nuova Scuola

di Nancy, e prodigandosi febbrilmente in viaggi,

conferenze, sedute collettive di suggestione.

Volutamente modesta e a tutti accessibile la sua

produzione scritta: tre 'libretti' in tutto, la Maìtrise

de soi-méme (La padronanza di sé), Ce queje dis (Ciò

che io dico), Ce quej'ai fait (Ciò che ho fatto).

Muore il 2 luglio 1926.

Il valore di una teoria

La validità di una teoria, laddove siano in gioco fattori

emozionali profondi, come quelli connessi

all'esperienza del dolore e della malattia, o alla paura

della morte, non si misura certo dalle folle che

accorrono a implorare la salute presso un taumaturgo,

o si votano a questa o quella medicina alternativa.

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Proprio Émile Coué, di cui questo libro intende

ricostruire e riproporre la dottrina e l'opera, ha ben

chiaro come in questi casi, anche di fronte a

inequivocabili successi, giochi una parte determinante

quel fenomeno psichico di primaria importanza da lui

definito “auto-suggestione”.

Le folle, anzi, che da un certo periodo in poi della sua

vita sono accorse sempre più numerose da Coué, in

particolare presso la Nuova Scuola di Nancy di cui

era il capo, hanno nociuto più che giovato alla fama

del farmacista francese, determinando il sospetto e

l'avversione della scienza ufficiale e facendolo

indiscriminatamente assimilare ai ciarlatani e ai

dispensatori di false promesse, al suo tempo come

oggi tutt'altro che rari.

«Fate il nome di Coué in una conversazione - scriveva

André Dumas, direttore dell'Istituto Coué,

congedando nel 1962 un'edizione francese della

Maìtrise de soi-mème - e nove volte su dieci il vostro

interlocutore abbozzerà un sorrisetto, o farà una

battuta ironica, del tipo: 'Ah sì!, non ho mal di denti,

e nemmeno mal di fegato e neanche una gamba di

legno. Infatti, ed è paradossale, tutti hanno sentito

parlare di Coué, ma ben pochi sono coloro che non gli

attribuiscono idee sciocche, che conoscono il suo

metodo, le basi su cui si fonda e i risultati che può

raggiungere.»

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Coué, oggi

Ma la validità di una teoria non si misura nemmeno

dalla sua risonanza nel mondo della scienza ufficiale,

dal prestigio di un nome, dalla frequenza della sua

citazione nei congressi, dal costituirsi di un'autorità

personale, nel senso classico del termine. I fattori in

gioco sono, in questo caso, assai complessi e le

dinamiche che interagiscono meritano, per ogni caso,

un'attenta valutazione critica.

Si misura invece, ci sembra, dalla sua fertilità

concreta nella storia, indipendentemente dal fatto

che chi vi ricorre sia consapevole o no della legittima

paternità della teoria.

È il caso di Coué.

«L'opera geniale del modesto farmacista di Nancy -

prosegue André Dumas - è il risultato di osservazioni

pazienti e la sua unica aureola è quella di un solido

buon senso, un valore assai raro, purtroppo, e tenuto

in poco conto al giorno d'oggi.

L'opera di Coué è forse ignorata o dimenticata?

Essa non solo viene messa in pratica sia in Europa sia

in America da migliaia di persone che ne traggono

giovamento, ma è anche usata e designata con diversi

termini da sistemi che hanno in comune il fatto di

lasciare nell'ombra il nome del grande pioniere.

Ci si meraviglia dei risultati ottenuti con la cura del

sonno, si parla nuovamente delle applicazioni mediche

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dell'ipnosi, abbandonata per una cinquantina d'anni ai

palcoscenici dell'avanspettacolo; i giornali pubblicano

articoli sul rilassamento, sul training autogeno, dove il

nome di Coué è bandito, ma in cui abbondano le

formule di autosuggestione metodica che egli

raccomandava già cinquant'anni fa. Si vendono

registratori a basso volume per “imparare dormendo,

senza fatica”, che sono una semplice applicazione

tecnica del metodo dell'illustre iniziatore.

Il potere della suggestione viene messo in dubbio, ma

si paria con giustificata inquietudine del lavaggio del

cervello. Di Coué e del suo metodo sorridiamo e

invece obbediamo automaticamente alle suggestioni

che la pubblicità e la propaganda, regine della nostra

epoca, riversano nel nostro subcosciente.

L'opera di Coué contiene già tutto quello che si crede

o si pretende di scoprire riguardo all'utilizzazione

metodica del subcosciente.

Con un linguaggio chiaro e accessibile a tutti, egli ha

indicato gli sviluppi e le immense conseguenze che

esso può avere nell'ambito della terapeutica,

dell'insegnamento, dell'educazione e della formazione

morale».

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Una medicina 'umana'

Che gli insegnamenti di Coué possano avere

un'utilizzazione terapeutica è implicito nei loro stessi

fondamenti teorici e metodologici. «Noi sappiamo che

spesso il successo di un medico - scrive nel 1958 il

dottor Houlbert, in servizio presso l'Ospedale

termale di Vichy - è dovuto all'autorità che riesce ad

avere sul proprio paziente. Senza nemmeno

accorgersene, imporrà la fiducia con i suoi gesti, il

suo comportamento, la sua chiara simpatia, la sua

dolcezza, la sua comprensione, il suo modo di parlare,

che, tra l'altro, sarà diverso per ogni paziente.

Atteggiamento, parole, intonazione della voce sono

altrettanti apporti benefici e suggestioni benefiche

che, attraverso il meccanismo individuato da Coué, si

tramuteranno in autosuggestioni abbastanza potenti

da contribuire alla guarigione.

D'altronde, tra paziente e medico vanno considerati

due casi estremi, naturalmente con tutte le

sfumature intermedie.

Il paziente presenta dei disturbi funzionali più o

meno gravi, molto spesso nutriti e aggravati da un

pessimismo di fondo.

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Delle appropriate suggestioni prenderanno in

contropiede la brutta partenza e il malato, meglio

disposto, potrà più facilmente guarire.

La malattia può essere invece organica, infettiva,

epidemica. Ovviamente, la suggestione da sola non ha

la pretesa di combattere l'agente infettivo. Tuttavia

una cattiva disposizione del morale contrasterà con

quella che a ragione viene chiamata la natura

medicatrix, la natura che guarisce. Il malato avvilito

non darà nessun aiuto alla normale resistenza

dell'organismo contro l'agente patologico esterno, ma

la sua disposizione mentale sarà negativa e

distruttiva. Senza difese contro l'infezione, e tradito

da se medesimo, il paziente incontrerà molte

difficoltà nella guarigione. La sua sola volontà sarà

incapace di fornirgli gli elementi necessari a un

salubre riequilibrio psichico.

Se invece quella “batteria ad accumulatori” che è

l'inconscio viene caricata metodicamente in senso

positivo, si tratterà di una forza in più, che agirà

proprio come un motore ausiliario in grado di

decuplicare la potenza della vitalità naturale e quella

dei tarmaci prescritti con giudizio.

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È chiaro quindi che aiuto potente rappresenti la

suggestione, se ben compresa, per il medico che

sappia e voglia utilizzarla.

Ma questo aiuto, troppo spesso trascurato, è molto

poco conosciuto e spesso svalutato.

Per alcuni è puerile, per altri ridicolo. Chi o che cosa è

puerile? O ridicolo? Coué, oppure coloro che vogliono

trinciare giudizi su ciò che non conoscono perché non

si sono presi la briga di studiare il problema o di

applicare oggettivamente le regole del metodo da lui

proposto?

Una volta rotto l'equilibrio psichico e psicofisiologico,

il paziente, 'squilibrato' nel senso più ampio del

termine, se lasciato a se stesso è in genere incapace

di ritrovare l'equilibrio.

È qui che il metodo di Coué può, con l'aiuto di un

insegnante competente, neutralizzare il nervosismo,

restituire la calma e la fiducia, stimolare le difese del

paziente.

Gli importantissimi strumenti di rilassamento e di

distensione che gli vengono insegnati e il modo

semplicissimo di praticare il metodo preparano il

terreno e assicurano il massimo effetto alla terapia

medica.

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Ben lungi dall'essere un concorrente, Coué diventa

per il medico un collaboratore prezioso. È lui che

precisa e mette alla nostra portata la vera igiene

psichica, indispensabile alla salute spirituale e morale,

così come l'igiene fisica è indispensabile alla salute

del corpo. Non si tratta di strade necessariamente

parallele, ma che si uniscono, si sommano e si

rafforzano a vicenda. Si realizza così l'adagio del

poeta latino Giovenale mens sana in corpore sano, una

mente sana in un corpo sano.»

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LA PADRONANZA DI SÉ

ATTRAVERSO

L'AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE

Questa sezione corrisponde all'omonima opera di

Coué. Ne sono però state omesse alcune parti,

giudicate troppo datate o non rilevanti ai fini della

comprensione e dell'apprendimento del metodo.

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Appunti sull'uomo,

questa strana creatura

L'essere cosciente

e l'essere incosciente

Per capire bene i fenomeni della suggestione o,

meglio, dell'autosuggestione, è necessario tener

conto che in noi esistono due individui, assolutamente

distinti tra loro. Entrambi sono intelligenti: mentre

però uno è cosciente, l'altro non lo è. Questa è la

ragione per cui, in generale, la sua esistenza passa

inosservata.

Eppure si tratta di un'esistenza che si può

constatare facilmente, se solo si vuole fare lo sforzo

di considerare alcuni fenomeni e rifletterci qualche

istante.

Il sonnambulismo

Tutti conoscono il fenomeno del sonnambulismo, tutti

sanno che un sonnambulo si alza durante la notte

senza svegliarsi, esce dalla stanza dopo essersi

vestito oppure no, scende le scale, attraversa

corridoi e, dopo aver eseguito determinate azioni o

compiuto un determinato lavoro, ritorna in camera

sua, si corica nuovamente e il giorno dopo è il primo a

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stupirsi nel trovare terminato un lavoro lasciato

incompiuto la sera prima.

Ed è lui che lo ha fatto, anche se non ne sa niente. A

quale forza ha obbedito il suo corpo se non a una

forza incosciente, al suo essere incosciente?

Effetti estremi dell'alcool

Facciamo ora il caso, ahimè troppo frequente, di un

alcolizzato in preda a delirium tremens. Durante un

accesso, si impadronisce di un'arma qualsiasi (coltello,

martello, ascia che sia) e colpisce, colpisce

furiosamente il malcapitato che gli si trova accanto.

Quando, terminato l'accesso, l'uomo ritorna in sé,

contempla con orrore la carneficina che si offre alla

sua vista, ignorando di esserne l'autore. Anche in

questo caso, non è forse l'inconscio che ha guidato il

poveretto?

I 'poteri' dell'essere

incosciente

Se confrontiamo le caratteristiche dell'essere

cosciente con quelle dell'essere incosciente,

constatiamo che mentre il cosciente è spesso dotato

di una memoria infedele, l'incosciente, invece, è

fornito di una memoria meravigliosa, perfetta, che a

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nostra insaputa registra i minimi avvenimenti, i minimi

fatti della nostra esistenza. Inoltre esso tende a

credere e ad accettare senza controllo della ragione

ciò che gli si dice. E, dal momento che tramite il

cervello presiede al funzionamento di tutti i nostri

organi, avviene qualcosa che può sembrare

paradossale. Se ha acquisito la convinzione che

questo o quell'organo funzioni bene o male, o che noi

siamo stati colpiti da questa o quell'impressione,

quell'organo davvero funziona bene o male oppure noi

proviamo questa o quella impressione.

L'inconscio non solo presiede alle funzioni

dell'organismo, ma anche al compimento di tutte le

nostre azioni, qualunque esse siano. È quello che noi

chiamiamo 'immaginazione' e che, contrariamente a

quanto comunemente si crede, ci fa agire sempre,

soprattutto contro la nostra volontà, qualora vi sia

antagonismo tra queste due forze.

Volontà

e immaginazione

Se apriamo un dizionario e cerchiamo il significato

della parola 'volontà', troviamo questa definizione:

'facoltà di determinarsi liberamente a compiere

certe azioni'. Noi accettiamo come vera e

inattaccabile questa definizione. Eppure non vi è nulla

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di più falso: la volontà, che tanto fieramente

rivendichiamo, cede sempre il passo

all'immaginazione. È una regola assoluta, senza

eccezioni.

Per convincervi, aprite gli occhi, guardatevi intorno e

cercate di comprendere quello che vedete. Vi

renderete conto che l'affermazione non è campata in

aria e nemmeno il parto di un cervello malato, ma la

semplice enunciazione di ciò che è.

Un semplice

esperimento

Supponiamo di appoggiare per terra un asse lungo

dieci metri e largo venticinque centimetri: è chiaro

che chiunque saprebbe camminarci sopra da

un'estremità all'altra, senza appoggiare i piedi a

terra. Mutiamo le condizioni dell'esperimento e

supponiamo invece che l'asse sia posto all'altezza del

campanile di una cattedrale: quale persona sarebbe in

grado di camminare, anche per un solo metro, su

quello stretto appoggio?

Dopo soli due passi comincerebbe a tremare e,

nonostante tutti gli sforzi di volontà, cadrebbe

immancabilmente a terra.

Perché allora non si cade se l'asse è appoggiato a

terra e si cade invece se l'asse è in posizione

elevata? Molto semplicemente perché, nel primo caso,

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la persona immagina che sarà facile arrivare in fondo,

mentre nel secondo immagina di non essere in grado

di farlo.

Se i muratori o i carpentieri riescono a compiere

questa azione è solo perché immaginano di poterla

fare. La sola causa della vertigine, infatti, è

l'immagine che ci facciamo di essere sul punto di

cadere; l'immagine si trasforma immediatamente in

azione, nonostante tutti i nostri sforzi di volontà, e lo

fa tanto più rapidamente quanto più violenti sono i

nostri sforzi.

TANTI DISTURBI

Avevo chiesto un mese di aspettativa per assistere

alle sue sedute. Soffrivo di disturbi al tubo digerente

e, in generale, del sistema nervoso. Fin dall'inizio

dell'applicazione del metodo il miglioramento è stato

sensibile, il che mi ha fatto abbandonare

imprudentemente la mia dieta e mi ha provocato nuovi

dolori di stomaco e intestino. Ho però continuato

l'autosuggestione e mi sono completamente liberata

di un'enterite che mi affliggeva da quindici, diciotto

anni e non ho più avvertito dolori di stomaco, il mio

sistema nervoso è un pò migliorato e, nonostante il

sovrappiù di lavoro di fine anno, sto molto meglio,

come non mi succedeva da anni.

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Naturalmente faccio conoscere il metodo alle persone

in grado di comprenderlo. Ne ho parlato con calore a

un mio fratello, medico, scettico per ignoranza o

meglio per incompleta conoscenza del metodo. E stato

molto stupito del risultato ottenuto perché mi vedeva

molto malata da anni, mi aveva fatto fare delle

radiografie e conosceva il cattivo funzionamento dei

miei organi.

(E.C., Parigi)

Altri esempi

Facciamo il caso di una persona che soffre di

insonnia.

Se non si sforza di dormire, resterà tranquilla nel

letto.

Se invece vuole dormire, più si sforza, più si agita e

più difficilmente ci riesce.

Non avete mai notato che più cercate di ricordare il

nome di una persona che credete di aver dimenticato

e più vi sfugge, fino a quando, sostituendo nella

vostra mente l'idea “adesso mi viene” a quella “l'ho

dimenticato”, il nome vi torna in mente da solo, senza

il minimo sforzo?

Chi va in bicicletta ricorda certamente gli inizi: sulla

strada, aggrappati al manubrio, con il terrore di

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cadere. Improvvisamente, scorgendo in mezzo alla

strada un ostacolo o anche solo un sassolino, si cerca

di evitarlo, ma più ci si sforza, più gli si va contro.

A chi non è mai successo di avere un accesso di riso,

cioè di prorompere in una risata che scoppia tanto più

violentemente quanto più violentemente ci si sforza

di trattenerla?

Qual è il desiderio di ognuno in queste circostanze?

Non voglio cadere, ma non posso impedirlo; voglio

dormire, ma non posso; voglio trovare il nome di quella

certa cosa, ma non posso; voglio evitare l'ostacolo, ma

non posso; voglio trattenermi dal ridere, ma non

posso.

Come si può vedere, in tutti questi conflitti è

l'immaginazione a vincere sulla volontà, senza

eccezioni.

In questo stesso ordine di idee, non ci è forse noto

da molteplici resoconti che un comandante che si

precipiti in avanti alla testa delle sue truppe se le

porterà sempre dietro, mentre il grido “si salvi chi

può” determina quasi fatalmente una fuga

precipitosa? Perché? Perché nel primo caso gli uomini

immaginano di dover andare avanti, nel secondo, al

contrario, immaginano di essere sconfitti e che

devono scappare per sfuggire alla morte.

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Si potrebbero citare mille altri esempi, ma c'è il

rischio che l'elenco risulti noioso. Un ultimo fatto,

che dimostra l'enorme potenza dell'immaginazione

nella sua lotta contro la volontà.

Ci sono alcolizzati che non vorrebbero bere più, ma

non possono impedirselo. Se li interrogate vi

risponderanno con grande sincerità che vorrebbero

essere sobri, che bere li disgusta, ma che sono

irresistibilmente spinti a bere, nonostante la loro

volontà, nonostante sappiano quanto male faccia il

bere.

Allo stesso modo vi sono criminali che commettono

crimini loro malgrado e, quando si domanda loro

perché hanno agito in quel modo, rispondono: «Non

sono riuscito a impedirmelo, ero spinto da qualcosa,

era più forte di me».

Noi quindi, che siamo cosi fieri della nostra volontà,

che crediamo di fare liberamente ciò che facciamo,

ma realtà non siamo che dei poveri burattini i cui fili

sono retti dalla nostra immaginazione. E continueremo

a esserlo fino a che non avremo imparato a guidarla.

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Suggestione

e autosuggestione

Da quanto è stato detto fin qui, possiamo paragonare

l'immaginazione a un torrente che trascina

fatalmente il disgraziato che vi si è lasciato cadere,

nonostante la sua volontà di raggiungere la sponda. Il

torrente appare indomabile, tuttavia, con opportuni

interventi, può essere deviato dal suo corso,

incanalato verso una fabbrica, e qui la sua forza

trasformata in movimento, calore, elettricità.

Se non è sufficiente questa similitudine,

paragoneremo l'immaginazione a un cavallo selvaggio

senza morso ne briglie. Cosa può fare il cavaliere che

lo monta, se non lasciarsi andare là dove il cavallo lo

porta? Spesso allora, se quest'ultimo si adombra, si

finisce in un fosso; Ma appena il cavaliere mette le

briglie al cavallo i ruoli si invertono. Non è più il

cavallo che va dove vuole, ma il cavaliere che gli fa

seguire la strada che desidera.

Adesso che ci siamo resi conto della forza enorme

dell'essere incosciente o immaginativo, dimostrerò

che questo essere, considerato indomabile, può

essere facilmente domato allo stesso modo di un

torrente o di un cavallo selvaggio.

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Una chiarificazione

necessaria

Prima di procedere, è necessario definire

accuratamente due parole che spesso si usano, senza

ben conoscerle.

Si tratta delle parole: suggestione e autosuggestione.

Che cos'è dunque la suggestione? La si può definire

come “l'azione di imporre un'idea alla mente di una

persona”. Esiste davvero una tale azione?

Propriamente parlando, no. La suggestione in sé non

esiste, può esistere solo alla condizione sine qua non

di trasformarsi in autosuggestione nel soggetto.

Definiremo dunque questa parola come 'l'azione di

imporre a se stessi un'idea'. Potete suggerire

qualcosa a qualcuno, ma se l'inconscio di questi non ha

accettato la suggestione, se non l'ha per così dire

'digerita' per trasformarla in autosuggestione, essa

non produce alcun effetto.

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Possibili utilizzazioni

dell'autosuggestione

Domare l'immaginazione

Si è detto che è possibile domare e guidare

l'immaginazione come si doma un torrente o un cavallo

selvaggio. Per riuscirci basta in primo luogo sapere

che è possibile (cosa che quasi tutti ignorano); quindi

conoscere i mezzi per farlo. Ebbene, il mezzo è molto

semplice: è quello che, senza volerlo, senza saperlo e

in modo totalmente inconscio, talvolta usiamo male e

con nostro grave danno. Questo mezzo è

l'autosuggestione.

Autosuggestionarsi,

coscientemente

Mentre di solito ci si autosuggestiona in modo

inconscio, basta farlo in modo cosciente, e la via è

questa: in primo luogo si valutano con la ragione gli

obiettivi che devono essere oggetto

dell'autosuggestione e, a seconda che essa ne dia una

valutazione positiva o no, ci si ripete più volte, senza

pensare ad altro: 'questo va', “questo no”, “questo

sarà”, “questo non sarà”; se l'inconscio accetta la

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suggestione, se cioè si autosuggestiona, si vedono lo o

gli obiettivi realizzarsi via via.

Così intesa, l'autosuggestione non è altro che una

forma di ipnotismo, definibile con queste semplici

parole: 'influenza dell'immaginazione sull'essere

morale e l'essere fisico dell'uomo'.

Se vi persuadete di poter fare una cosa qualunque,

che rientri nell'ambito del possibile, la farete, per

quanto difficile possa essere. Se invece vi immaginate

di non poter fare la cosa più semplice del mondo, vi è

impossibile farla e mucchietti di terra saranno per

voi montagne insormontabili.

È questo il caso dei nevrastenici, i quali, ritenendosi

incapaci del minimo sforzo, spesso trovano

impossibile fare anche solo pochi passi senza sentirsi

mortalmente affaticati. E, sempre i nevrastenici,

quando si sforzano di uscire dalla loro tristezza, vi

sprofondano sempre di più, simili ai poveretti che

scivolano e affondano tanto più rapidamente quanti

più sono gli sforzi che fanno per liberarsi dalle sabbie

mobili.

Allo stesso modo basta pensare che un dolore se ne

va per sentire davvero sparire a poco a poco quel

dolore e, viceversa, basta pensare di star male per

sentire immediatamente la presenza del malessere.

Page 30: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

30

Alcune persone predicono con un certo anticipo che il

tal giorno, nelle tali circostanze, avranno l'emicrania,

e, davvero, il giorno detto, nelle circostanze previste,

essi ne soffrono. Queste persone si sono procurate

da sé il loro male, così come altre guariscono il loro

con l'autosuggestione cosciente. Molte persone sono

malate nel fisico e nel morale soltanto perché

immaginano di essere malate, vuoi nel fisico, vuoi nel

morale. Se vi sono persone paralizzate senza che sia

stata accertata nessuna lesione, vuoi dire che esse

immaginano di essere paralizzate ed è tra queste

persone che avvengono le guarigioni più straordinarie.

Se alcuni sono felici o infelici, è perché immaginano di

esserlo, tant'è vero che due persone che vivono le

stesse condizioni oggettive possono sentirsi l'una

assolutamente felice, l'altra assolutamente infelice.

La nevrastenia, il balbettio, le fobie, la cleptomania,

alcune paralisi, eccetera non sono altro che l'azione

dell'inconscio sull'essere fisico o morale.

Come fare

Ma se l'inconscio è la fonte dei nostri mali, esso può

anche portare la guarigione dei nostri disturbi fisici o

morali. Può non solo riparare al male che ha fatto, ma

anche guarire delle malattie reali, tanto grande è il

suo potere sul nostro organismo.

Page 31: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

31

Isolatevi in una camera, sedetevi in poltrona,

chiudete gli occhi per evitare distrazioni; per qualche

istante pensate soltanto: “la tal cosa sta per

scomparire”, “la tal cosa sta per venire”.

Se vi siete davvero autosuggestionati, vale a dire se il

vostro inconscio ha fatto propria l'idea che gli avete

offerto, vi stupirete nel veder realizzarsi la cosa che

avete pensato. (È da notare che è caratteristico delle

idee autosuggestionate esistere in noi a nostra

insaputa: noi possiamo sapere che esistono solo dagli

effetti che producono). La cosa più importante e

fondamentale è che la volontà non intervenga nella

pratica dell'autosuggestione; infatti, se la volontà non

va d'accordo con l'immaginazione e si pensa “voglio

che accada la tal cosa o la tal altra”, mentre

l'immaginazione dice “tu lo vuoi, ma non sarà così”,

non solo non si ottiene ciò che si vuole, ma si

raggiunge esattamente l'effetto opposto.

Questa osservazione è fondamentale e spiega perché

si ottengono risultati poco soddisfacenti nella cura

delle affezioni morali quando si cerca di rieducare la

volontà.

Bisogna invece dedicarsi all'educazione

dell'immaginazione.

Page 32: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

32

Quando

l'esperienza

diventa legge

Da numerosi esperimenti condotti per oltre vent'anni

e osservati con cura minuziosa si possono trarre le

seguenti conclusioni, riassunte sotto forma di leggi.

1. Quando volontà e immaginazione sono in lotta, a

vincere, senza eccezioni, è sempre l'immaginazione.

2. Nel conflitto tra volontà e immaginazione, la forza

dell'immaginazione è in ragione diretta del quadrato

della volontà.

3. Quando c'è accordo tra volontà e immaginazione, le

due forze non si sommano, ma si moltiplicano tra loro.

4. L'immaginazione può essere guidata.

(Le espressioni “in ragione diretta del quadrato della

volontà” e “si moltiplicano” non sono da intendersi,

ovviamente, in senso rigorosamente matematico).

Da quanto detto, sembrerebbe che nessuno dovrebbe

mai ammalarsi. E questo è vero. Qualsiasi malattia,

quasi senza eccezioni, può cedere all'autosuggestione,

per quanto ardita e inverosimile possa parere questa

Page 33: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

33

affermazione; badate che non si dice cede sempre,

ma può cedere, il che è diverso. Tuttavia per portare

le persone a praticare l'autosuggestione cosciente

bisogna insegnare loro come fare, esattamente come

si insegna a leggere, a scrivere o a suonare.

Potenzialità

dell'autosuggestione

Come già detto in precedenza, l'autosuggestione è

uno strumento che portiamo in noi dalla nascita e col

quale inconsciamente giochiamo per tutta la vita così

come un neonato gioca con un sonaglio. È però uno

strumento pericoloso: può ferire, persino uccidere, se

maneggiato imprudentemente e incoscientemente.

Quando invece la si usa in modo cosciente, essa, al

contrario, salverà.

Si può dire dell'autosuggestione ciò che Esopo, noto

scrittore greco antico di tavolette, a fini moralistici,

diceva della lingua: «È la migliore, ma anche la cosa

peggiore del mondo».

Tutti possono godere dell'azione benefica

dell'autosuggestione applicata in modo cosciente.

Dicendo “tutti', forse, si esagera un pò”. Vi sono

infatti due categorie di persone nelle quali è difficile

provocare l'autosuggestione cosciente: i deboli di

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34

intelligenza, che non sono capaci di capire quel che si

dice loro e le persone che non sono disposte a capire.

SUCCESSO SCOLASTICO

I risultati finali dell'esame d'inglese sono affissi da

sole due ore ma mi affretto a comunicarle la notizia

che mi riguarda: ho superato l'orale, brillantemente e

prima dell'esame non ho avuto quel batticuore che in

passato mi provocava una nausea intollerabile.

Durante gli esami mi sono stupita della mia calma, che

ha dato a chi m'ascoltava l'impressione che fossi

molto preparata e sicura di me. E, per finire, sono

proprio gli esami che più temevo ad aver

maggiormente contribuito al mio successo.

(Sono le parole di una ragazza sedicenne, respinta nel 1916 a causa

della paura che la bloccava prima degli esami. Il successo scolastico

cui si riferisce è successivo a un trattamento di autosuggestione).

Page 35: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

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Come si procede per insegnare a un individuo ad

autosuggestionarsi

II principio del metodo si riassume in queste poche

parole:

si può pensare soltanto a una cosa per volta, vale a

dire, due idee si possono giustapporre, ma non

sovrapporre nella nostra mente.

Ogni pensiero che occupi da solo la nostra mente

diventa per noi vero e tende a trasformarsi in atto.

Quindi, se riuscite a far pensare a un malato che la

sua sofferenza scomparirà, essa scomparirà; se

riuscite a far pensare a un cleptomane che non

ruberà più, non ruberà davvero più.

CONGIUNTIVITE

Da quattro anni soffrivo di una grave congiuntivite.

Ero andata da parecchi medici, ma senza ottenere

nessun risultato. L'ultimo che mi aveva visitata mi ha

dichiarato che la malattia era incurabile, tuttavia

sono guarita grazie al suo metodo che è stato l'unico

ad aver avuto successo là dove gli altri avevano

fallito.

(Signora S.R., Lunéville)

Page 36: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

36

L'autosuggestione

come strumento terapeutico

Qualunque sia la malattia di un individuo, sia essa

fisica o morale, è importante procedere sempre nello

stesso modo e pronunciare le stesse parole con poche

varianti, a seconda dei casi.

Dite al soggetto: «Si sieda e chiuda gli occhi. Io non

sto cercando di addormentarla, sarebbe inutile. La

prego di chiudere gli occhi solo per fare in modo che

la sua attenzione non sia distratta dagli oggetti che

potrebbero colpire il suo sguardo. Ora dica a se

stesso che tutte le parole che io pronuncerò

andranno a fissarsi nel suo cervello, a imprimersi,

incidersi, radicarsi in esso, e che bisogna che esse

rimangano sempre fissate, impresse, radicate, e che,

senza che lei lo voglia, o lo sappia, in modo del tutto

incosciente per lei, il suo organismo e lei stesso

dovranno obbedire a esse.

L'appetito

Innanzi tutto le dico che tutti i giorni, tre volte al

giorno, al mattino, a mezzogiorno e alla sera, lei avrà

fame, proverà cioè quella piacevole sensazione che fa

pensare e dire: 'o come mangerei con piacere!' E, in

Page 37: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

37

effetti, lei mangerà con piacere, con grande piacere,

senza però mangiare troppo. Si preoccuperà, anzi, di

masticare a lungo gli alimenti in modo da trasformarli

in una specie di pasta molle prima di inghiottirli. In

queste condizioni, lei digerirà bene e non sentirà

disturbi, malesseri o dolori di qualsivoglia natura, né

nello stomaco né nell'intestino. L'assimilazione

avverrà bene e l'organismo trarrà vantaggio da tutti

gli alimenti trasformandoli in sangue, muscoli, forza,

energia, in una parola, nella vita.

La funzione

intestinale

Dal momento che avrà digerito bene, la funzione

intestinale si verificherà normalmente e ogni mattina,

alzandosi dal letto, lei sentirà il bisogno di evacuare e

otterrà un risultato soddisfacente senza mai

ricorrere a medicinali o a qualsiasi altro artificio.

Il sonno

Inoltre, ogni notte, dal momento in cui lei desidererà

dormire fino al momento in cui desidererà risvegliarsi

il mattino dopo, dormirà un sonno profondo, calmo,

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38

tranquillo, durante il quale non avrà incubi e uscendo

dal quale si sentirà assolutamente ben disposto.

Umorale

D'altro canto, se talvolta le succede di essere triste,

cupo, di essere annoiato e vedere tutto nero, a

partire da ora non sarà più così; invece di essere

triste, cupo, invece di aver rimpianti e vedere tutto

nero, lei sarà allegro, molto allegro, allegro senza

motivo, forse, ma in ogni caso allegro; dirò di più:

anche se lei ha delle valide ragioni, dei veri motivi per

esser giù di morale, non lo sarà ugualmente.

I nervi

Se ora le succede, in alcune circostanze, di avere

degli scatti di impazienza o di collera, non le capiterà

più; sarà invece sempre paziente, sempre padrone di

sé, e le cose che la infastidivano, la angustiavano, la

irritavano, d'ora in poi la lasceranno assolutamente

indifferente e calmo, molto calmo.

L'insicurezza

Se talvolta si sente aggredito, perseguitato, preda di

idee cattive e malsane, di timori, paure, fobie,

tentazioni, rancori, tutto questo si allontanerà a poco

Page 39: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

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a poco dagli occhi della sua immaginazione e sembrerà

affondare, dissolversi come in una nuvola lontana

dove tutto finirà per scomparire completamente.

Come un sogno svanisce al risveglio, così

scompariranno tutte queste vane immagini.

Tutto

funziona bene

Tutti i suoi organi funzionano bene, il cuore batte

normalmente e la circolazione del sangue avviene

come dovrebbe avvenire; i polmoni funzionano bene, lo

stomaco, l'intestino, il fegato, la vescicola biliare, i

reni, la vescica: tutti questi organi svolgono

normalmente le loro funzioni. Se uno di essi adesso

funziona anormalmente, quest'anomalia ogni giorno

diminuirà un pò; così, fra non molto, scomparirà

completamente e l'organo riprenderà il suo

funzionamento normale.

Inoltre, se vi sono delle lesioni in uno di essi, tali

lesioni si cicatrizzeranno giorno dopo giorno e in

breve saranno guarite. (A tale proposito per guarirlo

non è necessario sapere qual è l'organo malato. Sotto

l'influenza dell'autosuggestione ogni giorno, sotto

tutti gli aspetti, io vado di bene in meglio, l'inconscio

esercita la sua azione profonda su quell'organo che è

in grado di individuare da sé.)

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40

La fiducia

in se stessi

Ancora una cosa, ed è molto importante: se fino ad

oggi lei ha avuto una certa sfiducia in se stesso, le

dico che a poco a poco questa sfiducia scomparirà per

far posto invece alla fiducia, una fiducia basata sulla

forza incalcolabile che è in ognuno di noi. Tale fiducia

è qualcosa di assolutamente indispensabile ad ogni

essere umano. Senza fiducia in se stessi non si riesce

mai in niente; con la fiducia in sé si riesce in tutto

(naturalmente nel campo delle cose ragionevoli). Lei

acquista quindi fiducia in sé e la fiducia le da la

certezza di essere capace di fare non solo bene, ma

molto bene, ogni cosa che desidera fare, a condizione

che sia ragionevole, e anche ogni cosa che è suo

dovere fare.

È facile...

Quando, quindi, desidererà fare qualcosa di

ragionevole, o quando dovrà fare qualcosa che è suo

dovere fare, pensi sempre che la cosa è facile. Che le

parole: 'difficile', 'impossibile', “non posso”, “è più

forte di me”, 'non posso impedirmi di...', scompaiano

dal suo vocabolario, non sono della sua lingua. Invece

appartiene alla sua lingua il dire: “è facile”, e 'posso'.

Se lei considera facile una cosa, questa diviene tale

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per lei, mentre potrebbe sembrare difficile agli altri,

e questa cosa la farà in fretta e bene, e anche senza

fatica, perché l'avrà fatta senza sforzo. Se al

contrario l'ha considerata difficile o impossibile, essa

lo diventerà davvero, semplicemente perché l'ha

considerata tale».

A queste suggestioni generali, il cui contenuto forse a

qualcuno sembrerà un pò lungo o anche infantile, ma

che sono necessarie, bisogna aggiungere quelle che si

applicano al caso particolare di ogni paziente.

Il tono di voce

Tutte queste suggestioni vanno recitate con un tono

monotono e cullante (sottolineando però con la voce le

parole essenziali), che inviti il soggetto, se non a

dormire, a lasciarsi andare, a non pensare più a

niente.

La fine

del trattamento

Quando è terminata la serie delle suggestioni, ci si

rivolge al soggetto in questi termini: «Insomma, sento

che sotto tutti gli aspetti, sia dal punto di vista fisico

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sia da quello morale, lei gode di ottima salute, di una

salute migliore di quella di cui ha goduto finora.

Adesso conterò fino a tre, e quando dirò 'tre' lei

aprirà gli occhi e uscirà dallo stato in cui si trova, e

ne uscirà molto tranquillamente; non si sentirà

stordito e nemmeno stanco; si sentirà invece forte,

vigoroso, attento, disponibile, pieno di vita; inoltre

sarà allegro, molto allegro e in ottima forma sotto

ogni riguardo. Uno, due, tre». Alla parola 'tre' il

soggetto apre gli occhi e sorride sempre, con

un'espressione di appagamento e di benessere sul

viso.

Ultime parole

di congedo

«Tutte le mattine al risveglio e tutte le sere al

momento di addormentarvi, chiudete gli occhi e,

senza cercare di fissare la vostra attenzione su ciò

che dite, pronunciate a fior di labbra, ma in modo da

sentire le vostre parole e ritmandole su una

cordicella con venti nodi, la frase seguente: “ogni

giorno, sotto tutti gli aspetti, io vado di bene in

meglio”, riferendovi alla totalità del vostro essere,

perché è inutile farsi delle autosuggestioni

particolari.

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43

Procedete in quest'autosuggestione nel modo più

semplice, infantile e meccanico possibile, e quindi con

il minimo sforzo. In una parola, la frase va ripetuta

con il tono che si usa nelle litanie.

In questo modo si riesce a farla penetrare

nell'inconscio attraverso l'orecchio e, quando vi è

penetrata, essa agisce. Seguite per tutta la vita

questo metodo che è sia preventivo sia curativo.

Inoltre, tutte le volte che durante il giorno o la notte

risentite di qualche sofferenza fisica o morale,

affermate immediatamente a voi stessi che presto

scomparirà, e, passandovi la mano sulla fronte se si

tratta di qualcosa di morale, o sulla parte dolorante

se è qualcosa di fisico, ripetete molto in fretta a fior

di labbra le parole: 'passa, passa, passa...', tanto a

lungo quanto è necessario. Con un pò di pratica si

riesce a fare scomparire il dolore sia fisico sia

morale in venti-venticinque secondi. Ricominciate ogni

volta che è necessario.»

La pratica dell'autosuggestione non sostituisce una

cura medica, ma è un aiuto prezioso tanto per il

malato quanto per il medico.

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Il ruolo del

suggestionatore

È facile quindi rendersi conto del ruolo del

suggestionatore. Non è un padrone che da un ordine,

ma un amico, una guida, che conduce il malato passo

dopo passo sulla via della guarigione. Poiché tutte

queste suggestioni vengono date nell'interesse del

paziente, il suo inconscio non chiede che di assimilarle

e di trasformarle in autosuggestione. Quando questa

si è prodotta, si ottiene la guarigione più o meno

rapidamente.

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Superiorità del metodo

Suggestione

e sonno

II metodo descritto da risultati assai efficaci, non

foss'altro perché non si hanno mai fallimenti, tranne

che con le due categorie di persone di cui si è parlato

prima, che fortunatamente rappresentano solo una

minima parte dell'umanità.

Se invece si cerca di agire sul paziente subito senza

spiegazioni, non si può esercitare, ne si esercita di

fatto, alcun'azione, se non sui pazienti molto sensibili,

che sono una piccola minoranza.

Una volta, pensando che la suggestione potesse agire

pienamente solo durante il sonno, si cercava di

addormentare i pazienti; ma non è necessario, anzi,

può essere controproducente. Infatti se si dice a

qualcuno che sta per addormentarsi, la paura di

trovarsi totalmente in balia di un altro suscita spesso

una resistenza involontaria all'addormentamento. Se

invece gli dite che non lo farete addormentare, e che

sarebbe del tutto inutile farlo, otterrete la sua

fiducia, vi ascolterà senza timori, senza pregiudizi;

spesso succede (quando non è la prima volta e

comunque molto in fretta) che si lasci cullare dal

suono monotono della vostra voce e si addormenti di

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un sonno profondo da cui si risveglia molto stupito di

essersi addormentato.

La suggestione

nella pratica

medica

Tuttavia non bisogna credere che sia assolutamente

necessario procedere come si è detto per usare la

suggestione e provocare l'autosuggestione. La

suggestione può essere esercitata sulle persone a

loro insaputa e determinare l'autosuggestione. Per

esempio, se un medico, che per il solo fatto di essere

medico ha già un effetto suggestionante sul paziente,

gli dice di non poter far nulla per lui, che il suo è un

caso incurabile, provocherà nella mente del suo

paziente un'autosuggestione che può avere

conseguenze disastrose; se invece gli dice che sì, la

sua malattia è grave, ma con cure appropriate, tempo

e pazienza, giungerà la guarigione, otterrà talvolta, e

anche più spesso di quanto non si aspetti, dei risultati

sorprendenti.

Non diversamente se un medico, dopo aver visitato un

paziente, stende una ricetta e gliela presenta senza

commenti, i rimedi prescritti avranno poche

probabilità di agire positivamente; se invece spiega al

paziente che questo o quel medicinale andrà preso in

queste o quelle condizioni e produrrà questo o

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quell'effetto, i risultati annunciati saranno ottenuti

quasi infallibilmente e in tempi più brevi.

Consigli pratici

agli operatori

della salute

II metodo descritto non è stato elaborato in

alternativa o in opposizione all'azione dei medici e dei

farmacisti. Non solo sarebbe auspicabile

l'inserimento nel piano di studi di Medicina dello

studio teorico e pratico della suggestione, per il bene

dei pazienti e dei medici stessi, ma è certamente

opportuno che, ogni volta che un paziente va a

consultare il medico, questi gli prescriva sempre uno

o più medicinali, anche se non li ritiene strettamente

necessari. Infatti, quando il paziente si rivolge a un

medico, lo fa perché si aspetta un rimedio con cui

potrà guarire dai suoi mali. Non sa che molto spesso a

determinare la salute possono essere semplicemente

l'igiene o la dieta generale; non da importanza a

queste cose. Quel che gli occorre è una medicina.

Se il medico prescrive al paziente solo una dieta

senza medicine, il paziente sarà scontento, penserà

che è stato del tutto inutile scomodarsi per non aver

poi l'indicazione di un rimedio concreto, e spesso si

rivolgerà a un altro medico. Val dunque la pena di

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prescrivere sempre dei tarmaci e, per quanto

possibile, non quelli oggetto di una pubblicità

martellante, ma dei tarmaci predisposti dal medico a

misura del paziente, che gli ispirano molta più fiducia

delle pillole X o delle polveri Y che può facilmente

procurarsi in qualunque farmacia senza bisogno di una

ricetta, perché sono stati pensati “per lui”.

Come agisce

la suggestione

Per capire bene il ruolo della suggestione, o meglio

dell'autosuggestione, basta sapere che l'inconscio è il

grande direttore di tutte le nostre funzioni. Se gli

facciamo credere, come si è già detto in precedenza,

che questo o quell'organo che non funziona bene deve

funzionare bene, questi docilmente obbedisce e la

funzione dell'organo ritorna normale talvolta subito,

talvolta lentamente.

Questo permette di spiegare in modo chiaro e

semplice come, attraverso la suggestione, si possono

fermare delle emorragie, vincere la costipazione,

fare scomparire dei fibromi, guarire delle paralisi,

delle lesioni tubercolari, delle ulcere varicose,

eccetera.

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Un caso esemplare

Si potrebbero citare moltissimi casi e moltissime

testimonianze a convalida di quest'affermazione. Un

dentista può procedere all'estrazione di un dente

senza che un paziente, opportunamente

suggestionato, avverta alcun dolore. Di più, se, come

spesso succede, dopo l'estrazione subentra

un'emorragia, anche il flusso del sangue può essere

arrestato con la suggestione: il fatto si è

concretamente verificato. L'esempio valga a

dimostrazione del potere della suggestione.

Come spiegare il caso descritto? In modo molto

semplice. Sotto l'influsso dell'idea “l'emorragia deve

fermarsi”, indotta per suggestione, l'inconscio invia

alle arteriole e ai capillari l'ordine di non lasciare

sfuggire altro sangue e, docilmente, essi si

contraggono naturalmente, così come avviene

artificialmente a contatto con un emostatico, per

esempio l'adrenalina.

Lo stesso meccanismo presiede alla scomparsa di un

fibroma. Se l'inconscio accetta l'idea che “il fibroma

deve sparire”, il cervello ordina alle arterie che lo

nutrono di contrarsi, esse si contraggono, rifiutano il

loro servizio, non nutrono più il fibroma e questo,

privo di nutrimento, muore, si dissecca, si riassorbe e

sparisce.

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Le affezioni

morali e le

tare originarie

o acquisite

Sulla nevrastenia, oggi tanto frequente, la

suggestione praticata regolarmente ha di solito la

meglio, risolvendo positivamente dei casi in cui le

altre cure falliscono inesorabilmente e liberando i

pazienti dall'incubo ricorrente delle case di cura e

degli psicofarmaci.

Suggestione:

rimedio sociale

Ma se la suggestione è utile nella cura delle affezioni

morali e fisiche, quali servizi ancora maggiori non

potrebbe rendere alla società, consentendo il

recupero degli sfortunati ragazzi che popolano gli

istituti di correzione e che escono di lì solo per

entrare nelle file del crimine?

Prima di procedere all'analisi di due casi concreti,

deve essere aperta una parentesi.

Supponiamo che il nostro cervello sia una tavola nella

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quale sono inseriti dei chiodi, che rappresentano le

nostre idee, le nostre abitudini, i nostri istinti e che

determinano le nostre azioni. Se constatiamo che in

un individuo esiste un'idea cattiva, una cattiva

abitudine, un cattivo istinto, insomma un cattivo

chiodo, noi ne prendiamo uno che sia la buona idea, la

buona abitudine, il buon istinto, lo mettiamo

direttamente sulla testa del chiodo cattivo e diamo

sopra una martellata, in altre parole, operiamo una

suggestione. Il nuovo chiodo si impianterà di un

millimetro, mentre il vecchio si scalzerà di

altrettanto, e, a ogni martellata, cioè a ogni

suggestione, si impianterà di un altro millimetro e

l'altro uscirà di un altro millimetro in modo che, dopo

un certo numero di colpi, il vecchio chiodo sarà uscito

completamente e sostituito dal nuovo. Operata la

sostituzione, l'individuo le obbedisce.

Torniamo agli esempi promessi.

Il piccolo M., di undici anni, di Troyes, era soggetto a

quei piccoli incidenti notturni e diurni propri della

prima infanzia; inoltre era cleptomane e naturalmente

mentiva. A richiesta della madre fu sottoposto a un

trattamento di suggestione. Fin dalla prima seduta,

gli incidenti smisero di giorno per prodursi solo di

notte. A poco a poco si fecero meno frequenti e

infine, qualche mese dopo, il bambino era

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completamente guarito. Contemporaneamente, la

passione del furto si attenuò e dopo sei mesi non

rubava più.

Il fratello diciottenne di questo bambino aveva

concepito per un altro fratello un odio violento. Ogni

volta che aveva bevuto un pò più del normale, gli

veniva voglia di tirare fuori il coltello e colpire il

fratello.

Sentiva che un giorno o l'altro sarebbe accaduto, ma

sentiva anche che, se fosse accaduto, subito dopo

aver commesso il crimine si sarebbe messo a piangere

sul corpo della vittima.

Anch'egli fu sottoposto a un trattamento di

suggestione. In lui il risultato fu meraviglioso. Guarì

nella prima seduta. L'odio per il fratello era

scomparso e da allora furono sempre buoni amici,

cercando di essere gentili l'uno con l'altro.

Visto che si ottengono simili risultati con la

suggestione, non sembrerebbe utile, o meglio

indispensabile, adottare questo metodo e introdurlo

negli istituti di correzione? Una suggestione applicata

quotidianamente a dei ragazzi viziosi ne

ricondurrebbe almeno la metà sulla retta via. Non

sarebbe un servizio immenso per la società?

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Suggestione:

Strumento

pericoloso?

Si dirà forse che può essere pericoloso usare la

suggestione, che ci si può servire di essa anche per

fare del male. Tale obiezione non ha alcun valore, in

primo luogo perché la pratica della suggestione sarà

affidata a persone serie e oneste, per esempio ai

medici degli istituti di correzione; poi perché coloro

che cercano di usarla per far del male non chiedono

comunque il permesso a nessuno.

Ma, anche concedendo che essa possa essere

pericolosa (cosa che non è), non sarebbe comunque

l'unico strumento utile cui ricorriamo senza pericolo.

Sono senza pericolo il vapore, l'elettricità, le

automobili, l'aeroplano? Oppure i veleni che i medici e

i farmacisti usano quotidianamente in dosi

infinitesimali e che potrebbero folgorare il malato se

un giorno per sbaglio avessero la sfortuna di

sbagliare una pesata?

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L'autosuggestione

come strumento educativo

Agire per tempo

Anche se può sembrare paradossale, l'educazione del

bambino deve cominciare prima della nascita. Se una

donna che ha concepito da poche settimane si crea

nella mente l'immagine del bambino che metterà al

mondo, le qualità fisiche e morali che desidera vedere

realizzate in lui, e se continua per tutta la gravidanza

a farsi la stessa immagine, verosimilmente il bambino

avrà le qualità prefigurate.

Le donne di Sparta generavano bambini robusti, che

diventavano poi guerrieri temibili, perché il loro

desiderio più vivo era di dare alla patria uomini così,

mentre ad Atene le donne avevano bambini

fortemente portati al lavoro intellettuale, in cui le

qualità della mente avevano la meglio su quelle fisiche.

Il bambino fatto nascere in questo modo sarà quindi

adatto ad accettare più facilmente le buone

suggestioni che gli verranno fatte e a trasformarle in

autosuggestioni, che in seguito determineranno la

condotta della sua vita. Bisogna infatti sapere che

tutte le nostre parole, tutte le nostre azioni sono

unicamente il risultato di autosuggestioni create per

lo più dalla suggestione dell'esempio o della parola.

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I compiti

degli educatori

Che cosa devono dunque fare i genitori e i maestri

per evitare di provocare cattive autosuggestioni e

per farne nascere di buone nei bambini? Essere con

loro sempre di umore costante, parlare loro con un

tono dolce, ma tuttavia fermo. Li si porta cosi a

obbedire senza che venga loro nemmeno la tentazione

di fare resistenza.

Soprattutto, bisogna assolutamente evitare di

brutalizzarli, perché si rischierebbe di creare in loro

l'autosuggestione della paura, che è solitamente

accompagnata dall'odio.

Rispetto

per il prossimo

Evitate anche, davanti a loro, di parlare male di

chicchessia, come spesso accade nei salotti, dove con

mondana noncuranza “si tagliano i panni addosso” alle

persone assenti. I bambini seguirebbero fatalmente

questi funesti esempi e potrebbero poi causare veri e

propri 'incidenti'.

Page 56: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

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Amore

per la natura

Risvegliate in loro il desiderio di conoscere i fatti

della natura e cercate di interessarli dando loro con

chiarezza tutte le spiegazioni possibili, con un tono

giocoso e di buon umore. Quindi rispondete alle loro

domande con compiacimento e non respingeteli

dicendo: «Mi dai fastidio, lasciami in pace, ti

spiegherò poi».

Incoraggiamento

Non dite mai, per nessun motivo, a un bambino: «Sei

un pigraccio, un buono a niente»; questo creerebbe in

lui i difetti che gli rimproverate.

Se un bambino è pigro e fa male i compiti, un giorno

gli dovrete dire, anche se non sarà del tutto vero:

«Ah, oggi hai lavorato meglio del solito, molto bene,

bimbo mio». Il bambino, lusingato da una lode cui non

è abituato, lavorerà certamente meglio la volta dopo

e a poco a poco, grazie agli incoraggiamenti dati con

discernimento, arriverà davvero a lavorare bene.

Malattia e salute

Evitate assolutamente di parlare di malattie di fronte

ai bambini. Insegnate invece loro che la salute è lo

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stato normale dell'uomo e che la malattia è

un'anomalia, una specie di deviazione che si può

evitare vivendo in modo sobrio e regolato.

Non create difetti in loro, inducendo la paura di

questo o quello, del freddo o del caldo, della pioggia o

del vento. L'uomo è fatto per sopportare queste cose

naturalmente; non c'è motivo di soffrirne e di

lamentarsi continuamente.

Evitate di creare delle paure parlando dell'uomo nero

o del lupo cattivo, perché la paura contratta

nell'infanzia rischia di persistere anche dopo.

Scegliere

i collaboratori

Coloro che non allevano di persona i propri figli

devono scegliere bene le persone a cui li affidano.

Non basta che amino i bambini, bisogna anche che

abbiano le qualità che si desidera che un bambino

possegga.

Il lavoro

Risvegliate nei bambini l'amore per il lavoro rendendo

loro le cose facili e comprensibili con una spiegazione

chiara, ma anche in modo piacevole e introducendo

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nelle spiegazioni degli aneddoti divertenti che

faranno desiderare ai bambini di sentire la 'lezione'

successiva.

Inculcate soprattutto in loro l'idea che il lavoro è

indispensabile all'uomo, che colui che non lavora in

qualche modo è una persona inutile, che ogni lavoro

procura a chi lo fa una soddisfazione sana e profonda,

mentre l'ozio, tanto sognato da alcuni, porta alla noia,

alla nevrastenia, al disgusto della vita e porta alla

devianza e anche al delitto colui che non possiede i

mezzi per soddisfare le passioni nate nell'ozio.

Amore

per il prossimo

Insegnate ai bambini a essere sempre educati e

amabili con tutti, in particolare con coloro che il caso

ha fatto nascere in una condizione inferiore alla loro,

a rispettare i vecchi, a non ridere dei difetti fisici e

morali che spesso sono conseguenza dell'età.

Insegnate loro che bisogna voler bene a tutti

indipendentemente dalla posizione sociale, che

bisogna essere sempre pronti a soccorrere chi ne ha

bisogno e non temere di perdere tempo e denaro; in

una parola, che bisogna pensare più agli altri che a se

stessi; infine che, agendo in questo modo, si prova,

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pur senza cercarla, un'intima soddisfazione, che gli

egoisti cercano sempre senza mai provarla.

Fiducia

in se stessi

Sviluppate in loro la fiducia in se stessi, insegnate

loro che prima di fare una cosa bisogna sottoporla al

controllo della ragione, evitando di agire in modo

impulsivo e che, dopo aver ragionato, bisogna

prendere una decisione da cui non si torna più

indietro, a meno che non si abbia avuto la prova di

essersi sbagliati.

Insegnate loro soprattutto che ognuno deve andare

avanti nella vita con un'idea ben precisa, ben chiara,

di arrivare alla meta prefissa e che sotto l'influenza

di questa idea arriverà di sicuro, non perché debba

tranquillamente attendere il corso degli eventi, ma

perché, spinto da questa idea, farà il necessario per

riuscire, saprà approfittare delle occasioni o anche

dell'unica occasione che gli si presenterà, non fosse

che un'occasione sottile come un capello. Al contrario

chi non è sicuro di sé sarà il solito 'perdigiorno' che

non riuscirà in nulla, perché farà sempre tutto il

necessario per non riuscire. Potrà anche nuotare in un

oceano di occasioni, ma non avrà mai modo di

coglierne neanche una, mentre chi ha dentro di sé

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l'idea del successo farà nascere, talvolta anche

inconsciamente, le occasioni che lo porteranno al

successo.

La forza

dell'esempio

Ma è fondamentale che genitori e maestri predichino

con l'esempio. Il bambino è un essere molto

suggestionabile. Tutto ciò che vede fare lo ripete; i

genitori sono quindi tenuti a dare solo buoni esempi ai

bambini.

La suggestione 'pilotata'

Appena i bambini hanno imparato a parlare, fategli

ripetere mattina e sera, venti volte di seguito, la

frase: «Ogni giorno, sotto tutti gli aspetti, io vado di

bene in meglio». Ciò procurerà loro un'eccellente

salute fisica e morale.

Di grande aiuto per fare sparire i difetti del bambino

e sviluppare in lui le qualità opposte può essere una

suggestione come questa: ogni sera, al buio,

avvicinatevi al letto del bambino al suo primo sonno (il

più pesante); restate a un metro circa dalla sua testa

e a voce molto bassa, per non svegliarlo, in una specie

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di sussurro consolidate il suo sonno ripetendo

lentamente, cinque o sei volte di seguito: «Dormi

sempre meglio».

Poi, passando alla suggestione vera e propria,

nominate per il suo inconscio il miglioramento fisico o

morale che si desidera ottenere, avendo cura di usare

soltanto forme positive.

Inizialmente usate solo una, due suggestioni,

ripetendole una ventina di volte; non passate ad altre

se non avete ottenuto i risultati con le prime.

Per il pigro

1. Per il mentale: a un bambino pigro, poltrone o

bugiardo, non si dovrà dire: «Tu non sei più pigro, tu

non sei più poltrone, tu non sei più bugiardo», ma: «Tu

diventi lavoratore, ti applichi, diventi coraggioso,

sempre più franco e sincero».

Per le difficoltà

della crescita

2. Per il fisico: «Ti viene appetito, digerisci meglio, i

tuoi polmoni si rafforzano, diventi robusto, ti sviluppi

normalmente».

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Per

l'incontinenza

3. Per l'incontinenza di urina: si devono usare solo le

parole che il bambino può capire a seconda dell'età.

ULCERE VARICOSE

Ero affetta da due ulcere varicose, una per piede.

L'ulcera del piede destro, dell'ampiezza di una mano,

è completamente guarita.

L'ho vista sparire come per incanto.

Ero a letto da settimane. Poco dopo aver cominciato a

seguire suo metodo, l'ulcera si è richiusa e sono

riuscita ad alzarmi. Quella del piede sinistro non è

ancora guarita, ma la guarigione non tarderà a venire.

Così io recito mattino e sera e reciterò sempre la

frase chiave del suo metodo, nella quale ho completa

fiducia.

Devo anche dirle che non potevo più toccarmi le

gambe, erano dure come pietre. Adesso posso

premerle senza dolore e posso camminare. Che

felicità!

(Signora L., Mailleroncourt - Charette, Haute Saóne)

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PROLASSO UTERINO

Da otto anni ero affetta da un prolasso dell'utero:

dopo cinque mesi in cui ho praticato il suo metodo di

autosuggestione sono completamente guarita e non so

come ringraziarla.

(Signora S., Toul)

Esempi:

- a un piccino: «Chiami sempre la tua mamma e il tuo

lettino e sempre pulito»;

- a uno più grandicello: «Adesso tu puoi trattenere la

pipi per tutta la notte e il tuo letto è sempre asciutto

e pulito».

Consigli pratici

Se il bambino si sveglia mentre gli parlate, fermatevi

subito. E’ meglio rinviare l'intervento al giorno dopo:

l’inconscio continuerà a lavorare sulle parole ricevute

e i genitori resteranno stupiti dei risultati che si

possono ottenere con un procedimento molto

semplice.

E facile capirne la ragione. Quando il bambino dorme,

il suo corpo e il suo essere inconscio si riposano, sono,

per così dire annullati, ma il suo essere inconscio

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veglia; e quindi solo a quest'ultimo che ci si rivolge e

dal momento che crede a tutto, accetta senza

discutere quel che gli si dice e a poco a poco il

bambino arriva a fare da solo ciò che i genitori

desiderano.

Ma è importante soprattutto procedere con

regolarità pazienza, perseveranza, dal momento che i

risultati raramente sono spontanei.

Durante il giorno, non dovete mai parlare ne

direttamente al bambino ne in sua presenza di ciò che

fate quando dorme.

Suggestione

a scuola

Sarebbe auspicabile che ogni mattino i maestri

facciano della suggestione ai loro scolari in questo

modo. Dopo aver fatto chiudere loro gli occhi, diranno

loro:

Il piacere

dell’ubbidienza

<<Amici miei' sento che siete sempre dei bambini

educati, amabili con tutti e obbedienti con i vostri

genitori e maestri, e quando questi vi daranno un

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ordine o vi faranno un osservazione, terrete sempre

in conto l'ordine ricevuto o l'osservazione fatta,

senza che vi dia fastidio. Una volta pensavate che

quando vi si faceva un osservazione era per darvi

fastidio; adesso capite bene che solo nel vostro

interesse vi si fanno delle osservazioni; di

conseguenza, lungi dal volerne alla persona che ve le

rivolge, voi le siete riconoscenti e ben disposti a far

tesoro dei suoi suggerimenti.

Conversazione

e piacere

dello studio

II vostro lavoro, qualunque esso sia, vi piacerà, ma

poiché ora esso per voi consiste nello studio, vi

piaceranno tutte le cose che dovete studiare e

soprattutto quelle che una volta non vi piacevano.

Quindi, quando sarete in classe e l'insegnante farà

una lezione, presterete attenzione soltanto a quel

che dirà, senza occuparvi delle stupidaggini che

potrebbero dire o fare i vostri compagni e

soprattutto senza farne o dirne voi.

La memoria

In queste condizioni, poiché siete intelligenti, e

infatti siete intelligenti, amici miei, capirete

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facilmente e terrete anche facilmente a mente: le

cose che avete appreso si immagazzineranno in un

casellario della vostra memoria dove resteranno a

vostra disposizione e da dove potrete tirarle fuori al

momento opportuno.

Il lavoro domestico

Anche quando lavorate da soli, in sala studio o a casa,

quando farete un compito o studierete una lezione

anche qui presterete la vostra attenzione soltanto al

lavoro che state facendo e avrete così dei buoni voti

per i compiti e le lezioni».

Questi consigli, se ben seguiti, creeranno dei bambini

ben provvisti delle migliori qualità fisiche e morali.

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L'AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE:

TEORIA E METODO

Questa sezione raccoglie i testi di alcune lezioni di R. L. Charpentier,

discepola di Coué, sull'autosuggestione e le sue varie applicazioni

pratiche.

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Introduzione all'autosuggestione

di Coué

Breve storia

della suggestione

Prima di arrivare all'applicazione precisa, libera e

salutare, che le ha dato Émile Coué, il capo della

Nuova Scuola di Nancy, la suggestione ha rivestito

molte forme, sofferto di strane interpretazioni e

talvolta di applicazioni non meno strane. Nella sua

lunga storia, le sue tribolazioni sono state numerose,

ma sono state certamente inevitabili e forse anche

necessario per costruirla poi su basi più solide.

Il passato

remoto

A partire dai sacerdoti di Esculapio, dio greco della

medicina, e dai loro procedimenti spettacolari, dai re

guaritori, dai maghi con i loro talismani, unguenti,

polveri, fluidi più o meno efficaci, dei quali è legittimo

sospettare che ad agire effettivamente e

sostanzialmente fosse proprio la suggestione, un

lungo panorama si dipana davanti a noi, e alcuni nomi

famosi ne precisano i diversi aspetti.

Page 69: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

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Il passato

prossimo

Per riassumere una storia quanto mai complessa,

diremo che la suggestione assume una forma

terapeutica soprattutto con gli studi di James Braid,

il medico di Manchester che nel 1843 ricorse per

primo al termine di ipnosi.

Devono poi essere ricordate le esperienze diJ.M.

Charcot alla Salpètrière, alla fine del secolo scorso,

proseguite da molti altri anche in tempi assai vicini a

noi.

Completano il quadro i notevoli studi di P. Janet

sull'automatismo psicologico, quelli di C. Richet sui

movimenti inconsci, l'oniroterapia di A. Binet.

All'epoca di Charcot, la Scuola di Nancy precisa il

proprio indirizzo con l'apporto di A. Liébeault, un

ignoto medico di campagna che curava i suoi pazienti

addormentandoli, e di H. Bemheim, famoso medico

parigino che 'si convertì a questa tecnica e la diffuse

nella capitale.

A Nancy vengono sempre più aspramente criticati i

metodi della Salpètrière, talvolta sommersa da una

vera folla di mitomani e simulatori. È l'epoca della

grande isteria, degli esperimenti e delle crisi.

Quanto ai malati sinceri, essi sono sottoposti, e lo

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sono tanto più completamente quanto più ne sono

persuasi, all'influenza e al prestigio degli

sperimentatori. Senza di loro i pazienti non possono

sperare in un aiuto. Così ne dipendono, ritrovandosi

troppo spesso nel loro stato di malessere, appena

sono privati delle sedute con l'ipnotizzatore.

Che le sedute ipnotiche possano essere ad alcuni

necessarie è un fatto incontestabile, ma potrebbe

trattarsi di un'eccezione.

Tuttavia l'idea che la suggestione debba essere

imposta e subita è talmente generalizzata che

all'epoca non si concepisce nulla al di fuori di un

metodo che finisce per fare del soggetto un terreno

per esperimenti più o meno strani o stravaganti, a

seconda della mentalità dell'operatore.

Noi conosciamo le forme di ipnosi che ancora si

praticano normalmente sulla scena o nei salotti

privati, che tendono a provare il potere di un

individuo su un altro, affermando soprattutto quello

dell'idea accettata.

Sembra che le osservazioni fisiologiche nella

medicina consentano di provare in altro modo il

fattore normale della suggestionabilità che è in

ognuno di noi e di sottolinearne l'importanza con la

conseguente applicazione che ne deriva.

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Per esempio non possiamo ignorare le modificazioni

psichiche, psicologiche e fisiologiche di cui siamo

protagonisti davanti a uno spettacolo, alla lettura di

un libro, sotto l'influenza dell'educazione e

dell'ambiente, o sotto quella di uno shock emotivo.

Originalità

del metodo

di Coué

Non è tuttavia nelle nostre intenzioni negare

l'importanza dei lavori e delle esperienze effettuate

agli inizi del Novecento, e nemmeno l'influenza

particolare che alcune personalità possono esercitare

su alcuni soggetti. Il ricorso allo stesso metodo

talvolta si trova giustificato, ma da tutto questo deve

nascere un sistema che è già in boccio nella mente di

Coué, discepolo di Liébeault e di Bemheim, sistema

che lascerà totale libertà di scelta e di decisione a

chi vorrà applicarlo con piena cognizione di causa.

Coué comincia quindi le sue esperienze nel momento in

cui S. Freud persegue le sue analisi e psicoanalisi

della mente umana. Ma il farmacista di Nancy cerca

un risultato immediato, un sollievo rapido ed è per

questo che sarà a torto apparentato con i guaritori.

In realtà, oggi lo si può ben dire, il suo metodo è

anche uno strumento di cultura umana e Coué si

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orienta verso una applicazione volontariamente

semplice.

Il suo metodo non sostituisce la terapia medica; la

accompagna e la serve. Non diversamente da lui, i

discepoli che ne hanno continuato l'opera non hanno

mai inteso presentarlo come un rimedio universale e

quindi come un'alternativa alla medicina. Esso è una

sorta di esercizio funzionale attraverso l'immagine

per regolare e orientare gli automatismi del corpo e

le facoltà della mente.

Autodeterminazione:

un valore

irrinunciabile

Distinguendosi così dagli altri, Coué esalta l'idea di

libertà, riesuma il concetto dell'autodominio senza

alcuna forma di sottomissione e di dipendenza

patologica. Infine, egli abbandona l'ipnosi, il cui

carattere misterioso impressiona certuni e che non

con tutti ha successo, predica invece la pratica della

suggestione verbale quotidiana, che ognuno può farsi

da sé.

Una volta presa la decisione morale, il soggetto

rimane cosciente della propria scelta, può

suggestionarsi o, al bisogno, ricevere la suggestione,

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senza dipendere dall'operatore se non per le parole

che questi pronuncia. Infine Coué giustifica

l'importanza della ricettività del soggetto, che,

secondo lui, condiziona il successo. Per lui il 'terreno'

è fondamentale.

Vedremo qual è la preparazione necessaria, almeno

per gli adulti. Con Coué, ciò che condiziona

l'autosuggestione non è il fatto di suggestionare se

stessi, ma quello di assimilare in qualche modo,

attraverso un lavoro sotterraneo di cui siamo

incoscienti, la suggestione ricevuta. Essa può venire

da noi stessi, da un intermediario, anche da un disco o

da un registratore e si sa quali possibilità offra oggi

questo strumento perfezionato. Qualunque sia il

procedimento usato, la suggestione può quindi non

mutarsi mai in autosuggestione nel preciso significato

inteso da Coué, a meno di una ricettività spontanea o

preparata.

Non si tratta più, quindi, di influenze misteriose, ma

di quella dell’immagine verbale accettata, la cui

assimilazione sarà facilitata dal rilassamento

muscolare, dalla passività cerebrale e da alcuni

fattori psicologici che l'accompagnano.

I discepoli di Coué insegnano il modo di raggiungere

questo stato con diversi esercizi semplicissimi che

ognuno è in grado di ripetere poi da sé. Si precisa

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quindi il valore morale di un metodo che da all'allievo

la possibilità di un miglioramento o di un progresso,

ottenuto da sé su di sé.

L'addestramento dovrà essere proseguito,

perseverando. Nei momenti bui, prima della temuta

crisi, e anche, se possibile, durante le fasi di

depressione, l'allievo unirà al trattamento

terapeutico necessario il procedimento di

applicazione metodica ben compreso. Praticato

quotidianamente, in perfetto stato di equilibrio e di

salute, potrà rendere al massimo, purché eseguito

senza sforzo e senza preoccupazione.

Sono moltissimi gli esempi che passano inosservati,

ma che sottolineano l'importanza del ruolo svolto dal

soggetto e della sua accettazione. Con i progressi e le

scoperte della scienza, coloro che riuscissero a

violare il segreto del pensiero ci offrirebbero un

sostegno inatteso nel campo della determinazione.

Un esempio…

involontario

Ecco un esempio particolarmente incisivo che l'autore

di un libro sulla Resistenza ha citato non certo per

servire la nostra causa, ma solo per esaltare il

ricordo di un eroe.

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Un uomo arrestato dalla Gestapo attende da molti

giorni nella sua cella di essere interrogato. Sa che gli

verrà senz'altro fatta un'iniezione atta a favorire la

sua confessione, per strappargli i nomi dei suoi

compagni e indicazioni circa l'organizzazione della

rete clandestina. Per istinto, nell'attesa, il

prigioniero ripete instancabilmente per ore: «Non so

niente... non so niente... non so niente... non lo

conosco...» e durante l'interrogatorio questa sarà

l'unica risposta che ricaveranno da lui. Egli esce dalla

prova temuta e ripetuta, torturato, malato, ma

sempre padrone del proprio segreto.

Limiti del

“siero della verità”

Vale la pena di precisare, per inciso e senza

accennare all'aspetto morale di tale procedimento,

che non è davvero possibile generalizzare a tutti i

soggetti, come invece troppo spesso si fa con le nuove

scoperte, il successo del pentotal, impropriamente

denominato “siero della verità”, l'uno non

comportando necessariamente l'altra.

Le analisi sotto narcosi, a cui già da anni si ricorre in

psichiatria, non liberano immediatamente i segreti

degli esseri. A torto o a ragione, coscientemente o

inconsciamente, gli esseri difendono la propria

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fortezza subconscia... Allo stesso modo del bambino

addormentato che risponde talvolta alla suggestione

(il caso è noto) con un “non voglio”, l'essere non la

riceve sempre favorevolmente.

Un soggetto vigile o deciso a non dire nulla rischia

quindi di battere il record del silenzio. Immerso nello

stato favorevole alle confessioni, vanificherà le

ricerche, liberando ritagli subcoscienti privi di

interesse o del tutto mascherati.

Nell'esempio citato, non è forse evidente che è

prevalsa unicamente l'idea scelta e realizzata (non

tradire) anche in uno stato di coscienza diminuito o

assente?

Altri casi

I casi, tragici o comici, non mancano.

Un discepolo di Coué, impressionato dall'ipnosi in cui

all'epoca il maestro metteva i suoi pazienti, si

addormenta con il timore di non svegliarsi più,

nonostante le rassicurazioni che gli vengono fornite.

Tuttavia realizza parzialmente nella sua

autosuggestione un segno esteriore del sonno: gli

occhi non si aprono più. Coué allora rimette m ordine

le cose con una controsuggestione e, nel suo

linguaggio semplice, Coué stesso ricorda questa

avventura come un tiro mancino dell'inconscio.

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Un ragazzo di quattordici anni, guarito attraverso

l'abile inganno di un medico, tramite iniezioni pretese

'attive' (a titolo di suggestione), riprende la vecchia

cattiva abitudine quando viene a sapere che essa fu

appunto corretta in quel modo senza che ne fosse

informato, e probabilmente anche perché gli piace

contrariare il suo ambiente familiare.

Tutto avviene quindi come se il riflesso fosse

condizionato da un'idea primaria accettata, che

deciderebbe poi coscientemente o inconsciamente

l'atteggiamento o il comportamento.

Vediamo quindi che con la suggestione diretta ci viene

offerta la libertà di rimanere o di divenire, ciò che ci

auguriamo di rimanere o di diventare, ovviamente

campo delle cose possibili, e in modo misurabile.

È l'accettazione di una eventualità felice (reclamata

da Coué), e non la convinzione, a preparare il terreno

in cui l'immagine si solidificherà, si incamera in

qualche modo, quell'immagine alla quale sembra

corrispondere la nostra meravigliosa sensibilità e un

lavoro interiore di adattamento effettuato senza

sforzo.

In generale sarà sufficiente ricorrere agli esercizi

insegnati, ai consigli dati, per ricevere la parola che

porta il suo effetto, come il grano la spiga, come il

fiore il frutto, come la potenzialità il suo atto.

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Questa immagine benefica, noi l'abbiamo scelta e

accettata in anticipo, con piena conoscenza di causa,

in tutta libertà, in una decisione in cui la logica e la

morale devono intervenire in primo piano.

RESISTENZA FISICA

Prima che venissi a trovarla faticavo anche solo a far

e cento metri senza sfinirmi. Adesso percorro ogni

giorno senza fatica in quaranta minuti circa quattro

chilometri: l'asma di cui soffrivo tende a scomparire

completamente.

(P.C, Nancy)

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Il mondo delle immagini

Attività cosciente

e subcosciente

L'assunzione di nozioni dal mondo esterno grazie alla

nostra facoltà di conoscere costituisce il fenomeno in

cui siamo tutti impegnati dal primo giorno all'ultimo

della nostra vita, fenomeno che ci fa tanto autori che

attori, agiti quanto agenti. Per semplificare lo

schematizziamo in tre tempi, con il nome di

ideodinamica: suggestione sensoriale, immagine,

movimento.

Così frazionata e schematizzata, l'ideodinamica

assume una forma sconcertantemente semplice, pur

rappresentando uno degli aspetti più problematici,

complessi e indubbiamente uno dei più appassionanti

connessi all'esistenza dell'uomo: la vita delle

immagini, più precisamente, l'attività cosciente,

subcosciente e inconscia, secondo l'espressione di

Coué.

Intorno

alla sensazione

L'ideodinamica ha il punto di partenza in una

sensazione, quella dell'udito, in larga misura per

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ragioni di ordine pratico, ma anche perché conosce la

potenza del verbo.

Secondo Coué, ma non è certo una convinzione che

appartiene solo al suo sistema, nulla nel campo della

mente sembra essere acquisito in modo diverso che

attraverso i sensi, tenuto però conto della facoltà di

pensare che se ne distingue, contrariamente a quanto

sostengono le varie forme di sensismo. La facoltà di

pensare si esercita però solo sulle acquisizioni fatte:

il corpo è uno strumento di informazione e ci

trasmette le lezioni delle cose; grazie a questa

facoltà primaria, applicata alla sensazione, sorge la

rappresentazione mentale.

Attraverso tutte le nostre superfici ricettive,

attraverso tutti i piani della sensibilità, il mondo ci

invade, gli aspetti diversi delle sue forme si inseguono

in noi, spesso a nostra insaputa. Noi le possiamo

vivere coscientemente o inconsciamente, poiché la

mente non percepisce la molteplicità degli apporti, e

nemmeno le reazioni e i diversi e costanti mutamenti

che questi ingenerano nella persona umana.

La vista coglie una macchia di luce o di colore e può

accadere che resti 'impensata'. L'udito riceve i suoni

ed essi non saranno sempre percepiti coscientemente.

È tuttavia possibile che, in seguito, la prima riaffiori

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al ricordo, come può accadere di una musica, e in

questo caso è probabile che tali impressioni diano

origine a determinati sentimenti.

Una cosa è ricevere, altra percepire coscientemente.

Per riassumere succintamente la complessità e lo

svolgimento del processo per cui o in cui l'uomo si

rapporta al mondo esterno, si dirà che i sensi

reagiscono all'azione degli esseri e delle cose, i nervi

trasmettono, il cervello sembra “marcare il segnale”,

il nostro corpo subisce questa invasione, vi partecipa

interamente.

Chiamiamo questo primo tempo suggestione

sensoriale, ma potremmo chiamarla anche sensazione

suggestiva.

Intorno

all'immagine

La vita dell'essere appare già nella sua unità. Facendo

per così dire 'corpo' con la sensazione, in realtà, in

seguito a operazioni simultanee, sorge una

'rappresentazione', che costituisce l'oggetto di

pensiero.

Questa rappresentazione cerebrale costituisce il

secondo tempo dell'ideodinamica: l'immaginazione, o

meglio l’immagine.

Page 82: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

82

Alcune recenti teorie affermano che, colpita dalla

sensazione, la regione cerebrale chiamata ipotalamo

costituisce il centro della presa di coscienza delle

emozioni, nonché il loro centro di espressione.

Qualcosa come il punto di congiunzione tra la

sensazione e il sentimento stesso di questa

sensazione, una specie di 'commutatore che fa

accendere la luce. Questa stessa regione

provocherebbe poi le reazioni spontanee motrici e

vegetative di difesa. Infine, il nucleo sensitivo,

chiamato talamo, provocherebbe i movimenti

automatici di origine affettiva, attraverso di esso

passerebbero gli ordini di movimenti istintivi,

attraverso di esso sarebbero anche trasmesse le

informazioni sensoriali giunte sul percorso.

Queste precisazioni, fomite dalla medicina, fanno un

po' di luce sulle situazioni, troppo a lungo considerate

misteriose, attraverso cui giocherebbe la suggestione

e di conseguenza sulle sue possibilità.

Se l'immagine esige un supporto materiale e certi

meccanismi per articolarsi, è anche necessaria una

sensazione per mettere in movimento questo

complesso di meccanismi e di immagini intimamente

legati. Per sottolineare quel che precede, diremo:

senza sensazione non vi può essere immagine, ne

nozione possibile, ne rappresentazione, ne, quindi,

pensiero.

Page 83: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

83

Torniamo ora a una definizione dell'immagine. Con

questo termine noi intendiamo tanto i clichés

coscienti del nostro mondo ulteriore quanto, per

estensione, tutte le acquisizioni coscienti e inconsce.

Abbiamo già visto che l'attività cosciente del cervello

si esercita o non si esercita allo stesso modo su tutti

i dati esterni con cui veniamo in contatto, per quanto

il patrimonio delle sensazioni sensoriali resti

comunque a nostra disposizione.

Ce lo rivelano alcuni stati particolari, quali la trance

medianica o il sonno provocato, che portano alla luce

nozioni acquisite e fino allora ignorate, che non si

presentano al ricordo cosciente del soggetto.

Durante questo sonno, certuni ritrovano un linguaggio

imparato o sentito durante l'infanzia, rivivono dei

fatti passati... ed è così che la psicoanalisi trova

fertile materiale d'indagine nelle immagini

dimenticate, inconsce, talvolta addirittura rimosse.

Modificazione

e movimento

Si è detto all'inizio che il contenuto di una sensazione

viene in un certo senso modificato, reagendo

l'individuo a tutte le modalità implicate dall'oggetto

che l'ha colpito. Ma va in special modo distinto il

contenuto 'fisico' della suggestione che segue e

quello della modificazione di altro ordine che essa può

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poi provocare. Si tratta di una modificazione organica

e mentale, il terzo tempo dell'ideodinamica: il

movimento.

Basti pensare all'effetto prodotto dalla vista di un

frutto acerbo o saporito: una volta che se ne sia

fatta esperienza, la sua immagine rappresentativa,

anche al di fuori di una presenza materiale, fa

funzionare le nostre ghiandole salivari.

Altri esempi possono essere il telegramma che fa

accelerare i battiti del cuore all'idea di ciò che può

portare, ma senza ancora nessuna certezza; il

profumo ritrovato, la voce intesa, la figura appena

intravista che ci 'commuovono' nel pieno significato

di tale parola, con i ricordi che evocano e i sentimenti

che non mancano di provocare in noi.

Nessuno infine ignora che un'immagine, nel senso in

cui l'abbiamo definita, risveglia una sensazione, quindi

un movimento; d'altronde una sensazione risveglia un

mondo di immagini e in questo caso il movimento

sembra precedere il pensiero. In questa vita

interiore di costante sincronizzazione, di azione e

reazione, è impossibile cogliere o stabilire con

certezza il punto di partenza dell'una o dell'altra,

difficile insomma misurare la preponderanza del

fattore fisico, psicologico o psichico.

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85

Di fronte a questo sottile intreccio, l'insufficienza

dei nostri mezzi di osservazione ci suggerisce di non

essere mai assoluti.

Per riassumere, diremo che il mondo esterno, gli

esseri e le cose, impressionano i nostri sensi, la

sensazione si precisa in immagine, questa si realizza

in movimento e il corpo offre al processo i suoi sottili

meccanismi.

Attraverso questi, l'immagine si acquisisce

indirettamente, si afferma, pur restando

trascendente e distinguendosi; sempre attraverso

questi meccanismi essa si attualizza.

Abbiamo tuttavia constatato che la presa di contatto

non sempre è cosciente, sappiamo anche che

l'immagine acquisita (la nozione) si può cancellare e

ritrovare attraverso il meccanismo del ricordo o in

determinate condizioni, e, nello studio dei movimenti

inconsci, in quello dei complessi e delle rimozioni

analizzate da Freud e dalla sua scuola, in molti casi

patologici in cui ha spesso grande parte l'elemento

psichico, constatiamo un'attività che prosegue il suo

lavoro nell'ombra.

Associazioni involontarie, sentimenti nati da

impressioni ricevute esercitano un'influenza

incontestabile, all'insaputa del soggetto. Il fatto è

che l'idea, cosciente o inconscia, appartiene al mondo

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della realtà. Sembra che essa trattenga o inneschi un

potenziale di energia.

Essa è qualcosa di più di una rappresentazione, essa è

movimento e tende verso l'azione in un'affermazione

della sua imperiosa dittatura. Infine essa sembra

liberata dalle leggi dello spazio e del tempo, almeno a

nostra misura, poiché essa si individua, si legge e si

trasmette.

Tenuto conto delle frodi più o meno volontarie, non si

possono comunque negare fenomeni di telepatia,

telepsichismo, telecinesi. Un'immagine viva nella

mente è capace allo stesso modo di paralizzarci o di

liberarci, di renderci vili o coraggiosi, felici o

disperati.

La ritroviamo anche sul piano astratto, anteriore a

noi, ad altri, si trasmette lungo il tempo. È anche la

nozione della specie che la nostra mente conosce nel

particolare e nell'insieme.

Può essere la nozione 'bambino', la nozione 'viso', la

nozione 'fiore' o un'altra ancora: un viso 'qualunque',

dei bambini o dei fiori che insieme conosciamo, o

semplicemente possiamo immaginare. Ognuna di

queste nozioni, qualunque essa sia, rinasce e vive

all'infinito nell'infinito del pensiero.

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La suggestione

Fenomeno

‘normale’

Ritorniamo ora a un piano meno astratto. Tenendo

conto dei fattori fisiologici di qualsiasi natura,

considerando i meccanismi comunque influenzati e le

interazioni di tutti i tipi, si vedono le possibilità che

rimangono a Coué, la cui tecnica si basa su fatti ben

precisi.

La costante risposta al mondo esteriore, quelle

sensazioni che, con il concorso cosciente o inconscio

della nostra facoltà di assimilazione, generano una

gamma progressiva di movimenti, questo corpo in cui

le impressioni ricevute sono un fattore di

modificazione, tutto ciò conduce logicamente alla

suggestione metodica. Lo studio di questi fenomeni ci

fa almeno presentire il sottile potere di

un'applicazione pratica che altro non è se non un

apporto di immagini 'scelte', ricevute tramite la

parola e l'udito.

Accettando senza ulteriori disquisizioni il fenomeno

del pensiero e l'influenza dell'idea subita, ci sembra

facile cogliere tutto quel che possiamo trarre da un

fattore naturale di cui abbiamo sommariamente

cercato di fissare il tracciato.

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II metodo Coué ci permette di orientare i nostri

automatismi e i nostri riflessi e, di conseguenza, di

agire largamente in un campo in cui la volontà-sforzo

non può esercitarsi direttamente, se non con danno.

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Le cinque leggi della suggestione

La legge

della Scuola

di Nancy

Ogni idea presente nella mente tende a diventare una

realtà nel campo della possibilità.

In effetti, noi alla suggestione non chiediamo nulla

più di ciò che è possibile, ma il possibile si estende

all'infinito più di quanto si creda.

Si è detto che il fenomeno normalmente subito e del

quale partecipiamo ci trasforma sempre, in qualunque

modo.

Fondata su queste osservazioni, la suggestione

applicata stimola le difese organiche, creando un

clima psichico favorevole. Così i malati aiutano la

terapia medica con una disponibilità d'animo (quello

che chiamiamo “il morale”) all'ottimismo, mentre altri

prolungano senza volerlo sintomi e malanni anche

quando la causa patologica è scomparsa. Sono molti i

malati che non sanno di essere guariti. Se giunge una

suggestione favorevolmente ricevuta si produce lo

sblocco dell'organismo, talvolta istantaneamente, ma

comunque abbastanza rapidamente sicché le persone

ignare della cosa vi vedono una qualche causa

misteriosa. Gli pseudomiracoli di Coué sono un

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90

esempio di quanto appena detto e non sono in

contraddizione con le guarigioni ottenute e sancite

con mezzi tradizionali.

A questo proposito gli uffici di controllo di Lourdes

sono molto obiettivi e stimano che il fattore

suggestione abbia un'importanza rilevante.

La legge

dell'emozione

ausiliaria

L'intensità di una suggestione è proporzionale

all'emozione che l'accompagna.

Considereremo l'emozione nel senso preciso del

termine: accelerazione o altra manifestazione dello

psichismo sotto l'influenza improvvisa di una

suggestione, di solito inaspettata. Disorganizzazione

del ritmo normale interiore, l'emozione è effetto

della rappresentazione cerebrale seguita da un

sentimento violento con un'impressione profonda

della rappresentazione suggestiva (cliché).

Si sa che i segni esteriori dell'emozione possono

essere provocati anche da agenti chimici o attraverso

la stimolazione di determinati centri cerebrali con la

punta smussata di un bisturi. Ma qui si tratta di

qualcosa che non ha niente a che vedere con la

suggestione.

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Questa, applicata metodicamente con perseveranza,

per uno scopo scelto e nello stato richiesto,

sostituisce vantaggiosamente gli effetti spesso meno

duraturi di un'emozione violenta. Le modificazioni

auspicate si presentano allora progressivamente.

Nelle sedute di suggestione collettiva, l'atmosfera

sempre favorevole contribuisce a una certa forma di

impressionabilità, sia essa di sorpresa o di fiducia

comunicativa, e questo clima particolare condiziona lo

stato indispensabile.

Nelle sedute singole, il rilassamento svolge un ruolo

fondamentale. Anche qui si ricrea e si ritrova una

certa forma attenuata di emozione, a seconda delle

caratteristiche del singolo. Dipende dall'esperienza

del maestro. In ogni caso l'abbandono dello sforzo e

la ripetizione della suggestione compenseranno

largamente la violenta emozione di cui si è parlato

prima, che è invece una delle caratteristiche della

suggestione subita casualmente a seconda delle

circostanze o provocata con metodi spettacolari.

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La legge

dello sforzo

convertito

Ogni volta che vi è conflitto tra immaginazione e

volontà, è sempre l’immaginazione a vincere e in

questo caso noi non solo non facciamo quello che

vogliamo, ma facciamo esattamente il contrario di

quel che vogliamo.

Questa legge ha caratterizzato il definirsi della

Nuova Scuola di Nancy. Ma che cosa significa?

Sforzo convertito in che cosa? In impossibilità e in

contraddizione.

In generale possiamo riassumere così: inutilità dello

sforzo muscolare direttamente volontario nel campo

delle funzioni vegetative, ripetuti fallimenti dello

sforzo volontario nel campo della mente, blocco e

contraddizione che esso provoca nell'uno e nell'altro,

una buona volontà evidente ma senza effetti, essendo

questi molto spesso il contrario di quello che ci

aspettiamo.

Nel suo linguaggio semplice e chiaro, Coué ce ne da

molti esempi, estremamente convincenti.

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ASMA

Per tre anni ho sofferto di terribili crisi d'asma che

mi prendevano quasi ogni mese e mi obbligavano a

letto per quindici giorni; mi trovavo così

nell'impossibilità di fare il minimo movimento senza

patire grandi sofferenze. In settembre ho avuto

l'ultima crisi. L'oppressione era meno forte, certo,

ma quasi continua, e quindi molto penosa. Giungevo

persino a rimpiangere le crisi acute che, almeno, mi

lasciavano qualche giorno di respiro tra l'una e l'altra.

Il cibo aumentava l'oppressione e avevo il dispiacere

di non poter vivere la vita di tutti gli altri. Mi trovavo

in questo stato da quattro mesi quando, verso il 15

gennaio, ebbi modo di conoscere il suo metodo. Dopo

alcuni giorni di esitazioni e di dubbi, mi sono detta

che, visto che altri erano guariti della malattia che mi

affligge, non c'era motivo che non dovesse produrre

anche su di me lo stesso effetto. Mi misi a ripetere

con ardore e fiducia venti giorni mattina e sera “ogni

giorno, sotto ogni riguardo, io miglioro sempre di più”.

E durante il giorno, nei miei andirivieni, ripetevo

spesso “miglioro, miglioro”.

Erano appena trascorsi dieci giorni dall'applicazione

del metodo, che nella mia respirazione si era

prodotto un sensibile miglioramento. Respiravo molto

più liberamente.

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Continuai l'applicazione del metodo con ardore e

fiducia maggiori, il miglioramento si è accentuato

sempre più a partire da gennaio e senza più ricadute.

Oggi sono quasi completamente guarita. Soltanto ogni

tanto e sempre meno frequentemente provo ancora

una leggera oppressione, quando cammino in salita o

su una scala. Ma spero di riuscire a far presto

scomparire questi ultimi ricordi del mio male.

Ho ripreso la mia vita normale; esco come fanno tutti;

passeggio in campagna per dieci o quindici chilometri

senza trovarmi senza fiato; partecipo a tutte le

riunioni di parenti e amici; posso viaggiare come mi

pare: tutte cose, queste, che da quasi quattro anni

non potevo più fare. Mi sembra di cominciare una

nuova vita.

(Signorina H.C., Bergues)

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95

In conflitto con le immagini antagoniste che si

impongono nel momento meno opportuno, la nostra

volontà, che di fatto è un raggruppamento di

tendenze e determinazioni, molto spesso esce

battuta. A meno che, per un benefico equivoco che

sottolinea nuovamente la validità della legge in

questione, noi non 'immaginiamo' davvero che la

nostra volontà sia onnipotente.

Rafforzati così da questa certezza, riusciremo a

vincere certe nostre tendenze, a prendere certe

abitudini, a dominare alcuni stati emotivi come la

paura e l'ansia.

Non pensiamo assolutamente di negare che l'ascesi

filosofica o religiosa (nel senso di 'esercizio') sia un

potente aiuto, ma se sorge il dubbio, l'incertezza o il

desiderio, gli individui che ne sono preda rischiano di

essere nuovamente soggetti all'implacabile dittatura

dell'immaginazione.

Giocatori, bevitori, bugiardi, cleptomani, nevrastenici

scivolano sempre più nelle proprie tendenze negative,

nonostante i loro sforzi. Fattori d'ordine diverso

cooperano a questi fallimenti; il triste conflitto è

noto, segnalato da molti pensatori, filosofi e

moralisti. Così Ovidio, il poeta latino, fa dire a Medea,

un suo drammatico personaggio: «Voglio il bene, lo

approvo, ma faccio il male».

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In alcune circostanze in cui entra in gioco

l'automatismo di una funzione, sembra che talvolta si

abbandoni spontaneamente lo sforzo volontario.

Questa felice distensione momentanea ottenuta

generalmente con una diversione (per esempio: la

lettura aspettando il sonno) risolve quest'altra forma

di impossibilità: volere, ma non poter dormire.

Oppure, in una conversazione, il nome dimenticato

torna spontaneamente quando non lo si cerca più.

Due parole

sul parto

La medicina sembra denunciare il conflitto che stiamo

analizzando sotto un'altra forma, in una particolare

circostanza importante, quella del parto, le cui

difficoltà, considerate inevitabili, venivano

comunemente accettate come tali e da sempre. Uno

dei primi segnali d'allarme su questa questione è

venuto da un ostetrico inglese, Grantly Read, che ne

ha fatto argomento di dibattito con un articolo

pubblicato nel maggio del 1947 sul 'Reader's Digest'.

Read deplorava l'educazione che dall'infanzia si da

alle donne sul tema del parto, convinto che essa le

prepari sfavorevolmente perché la donna si aspetta di

dover mettere al mondo i propri figli tra grandi e

inevitabili sofferenze.

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Questa certezza contribuisce a creare già in anticipo

un clima di paura o almeno di apprensione e, al

momento buono, un deplorevole stato di tensione del

tutto controproducente.

«All'inizio del travaglio le prime contrazioni

dell'utero provocano spesso una specie di panico. Il

talamo, reagendo all'impressione di paura, invia allora

il suo segnale di tensione al sistema simpatico che

esso controlla. Il corpo a questo punto è teso e

pronto alla lotta.

Con l'attivazione del sistema simpatico si attiva

quella parte di esso che si estende nell'utero,

mettendo in gioco una serie di muscoli che si

oppongono alla dilatazione. Ciò nonostante, altri

muscoli, stimolati localmente, tentano di proseguire il

loro lavoro normale di espulsione e si contraggono

come devono.» Così una parte del corpo contribuisce

febbrilmente a impedire il lavoro naturale di un'altra.

Da questa contraddizione muscolare, da questo

conflitto nascerebbero e si intensificherebbero i

dolori del parto, quando ovviamente non vi siano

complicazioni.

Tenuto conto dei casi anormali, Read insiste sulla

necessità di operare in modo che la donna non si

aspetti dolori, nel non programmare come rimedio

l'anestesia al momento del parto, ma nel preparare il

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giusto clima psicologico già dall'inizio della

gravidanza.

Attraverso conferenze sulle cause della sofferenza

eccessiva e sulle conseguenze dello stato di panico,

l'elemento drammatico e tutte le conseguenze di

un'educazione sbagliata si eliminano

progressivamente. La futura madre si abitua

all'ambiente dell'ospedale e della sala travaglio, ai

medici e alle infermiere con i quali può documentarsi

e rassicurarsi.

Questa educazione contiene in sé una buona parte di

suggestione, a cui l'autosuggestione metodica si

aggiungerà facilmente.

La teoria di Read, che sembra si sia in parte ispirato

a quella di Ivan Pavlov, il fisiologo russo che ha

parlato per primo dei “riflessi condizionati”, consiglia

esercizi quotidiani di rilassamento e di respirazione

profonda.

L'approfondimento dell'intuizione di Read e la sua

diffusione in tutto il mondo stanno dando ottimi

risultati. Pochi sanno che, a suo tempo, il metodo era

stato segnalato e caldeggiato da Coué.

In effetti il conflitto muscolare segnalato da Read ha

qualcosa in comune con quello denunciato da Coué e

anche i mezzi usati per risolvere tanto l'uno quanto

l'altro presentano delle analogie. Ci si ritrova la

grande importanza data al rilassamento, alla

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respirazione profonda e quel certo clima morale

creato dalla ripetizione di esercizi appropriati.

Comodità, silenzio, luce soffusa contribuiscono a

rendere calme e distese le partorienti.

Il personale dei servizi specializzati deve essere

numeroso ed educato con molta cura.

A parto avvenuto la madre non viene abbandonata a

se stessa nemmeno per un istante. Sostenuta

moralmente, aiutata in ogni modo, si evitano al

massimo i mancamenti nervosi sempre possibili.

La legge

della finalità

subcosciente

Una volta posto un fine, il subcosciente trova da sé il

modo di realizzarlo.

Che cos'è il subcosciente se non il grande film

strutturale delle immagini acquisite, delle nozioni,

delle tendenze ereditate, attività che si compie

indipendentemente dallo stato cosciente? E che cos'è

il fine di una cosa? All'occorrenza, il motivo per cui la

cosa viene fatta, l'obiettivo cui è orientata.

Nel mondo vivente tutto avviene come se l'organismo

rispondesse a degli scopi precisi. La finalità sembra

svolgere allo stesso modo un ruolo nel campo psichico.

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L'immagine, l'idea, tende a realizzare ciò che essa

rappresenta, si impone in un certo modo e talvolta si

concretizza in una curiosa realizzazione. Uno strano

adattamento di tutto l'essere l'aiuta a precisarsi; noi

partecipiamo a questa realizzazione, siamo un'unica

cosa con l'immagine che i nostri meccanismi

incarnano. Tendenza involontaria, molto spesso

inconscia, che conduce il gioco. Sottile cooperazione

di un volere inconscio non meno sottile che ci sfugge.

Per la comprensione di quanto detto può essere utile

ricordare Aristotele, il filosofo di Stagira,

precettore di Alessandro Magno.

Egli sostiene che tutto il meccanismo dell'universo

può essere spiegato da quattro cause.

1. La causa materiale. È la materia che noi

conosciamo.

2. La causa formale. È la forma: una pietra non è un

albero, il cavallo non è un cane. La forma è dovuta a

uno stampo proprio dell'essere che si chiama 'anima'.

3. La causa ultima o finalità. Ed è ciò che qui ci

interessa. Essa costituisce il termine dell'evoluzione

verso cui tendono le cose in movimento.

4. La causa efficiente. È il potere motorio, quindi

efficace, che mette in moto i sistemi dell'universo.

Quanto alla parola 'anima', occorre precisare che

essa designa un fattore specifico tendente a

determinati fini naturali (biologici), cosa che non

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esclude assolutamente l'esistenza di altri fattori e la

possibilità di altri fini.

Qui si parla dell'anima che da forma, di cui parlano

anche i teologi, l'anima forma del corpo, l'anima

sorgente di tutte le nostre operazioni, l'anima

animante, eccetera.

Ritorniamo alla finalità nel campo psicofisiologico.

A seconda che ci venga data una buona o una cattiva

notizia che costituisce una suggestione

(rappresentazione cerebrale immaginativa) dobbiamo

ammettere che questa, a seconda della sua qualità,

stimola favorevolmente una funzione oppure la

disturba. La cosa avviene in modo tale che noi la

esprimiamo con le parole “è una cosa che si fa da sé”,

cioè al di fuori della nostra volontà e spesso

esattamente contro la nostra volontà.

Di fronte a questo dato dell'esperienza, Coué si

propone di ristabilire l'ordine regolarizzando le

funzioni con delle formule appropriate e in

particolare con la sua formula generale di equilibrio e

miglioramento.

Sappiamo che ciò che definiamo come 'immagine' si

realizza visivamente in forme diverse, fino alla

manifestazione-limite delle stimmate, della

riproduzione di piaghe o di segni sul corpo. Se con

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alcuni soggetti predisposti questi strani effetti si

possono provocare con una suggestione metodica,

l'intensità di emozione e di sentimenti è molto più

violenta presso alcuni mistici, come provano le

manifestazioni constatate.

Ma qui si entra nella metapsichica o nel paranormale,

mentre la nostra prudente suggestione razionale, a

cui è bene tornare, resta nel campo psichico: chi più

può… meno può.

La legge

della

autosuggestione

La suggestione agisce solo a condizione di essere

stata trasformata in autosuggestione, vale a dire

accettata nel profondo di sé. Gli stessi incidenti

producono effetti diversi a seconda del soggetto che

riceve la suggestione.

Coué ricordava costantemente di non avere alcun

potere e di non aver mai guarito nessuno. «Sono

soltanto un insegnante che vi insegna un metodo. Sta

a voi trarne profitto con i vostri propri strumenti ed

essere artefici della vostra guarigione».

Questa dichiarazione crea un abisso tra Coué e i

guaritori comunemente intesi.

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Si tratta infatti 'soltanto' di operare su noi stessi

tramite un fattore che ci è proprio.

Il soggetto può pronunciare delle suggestioni che non

si trasformeranno mai in autosuggestioni. La parola

dà luogo a equivoco.

L'effetto dinamico della suggestione ha come

condizione uno stato di accettazione: il fattore

decisivo è in noi e dipende da noi.

Un “riflesso

condizionato”

…libero

La suggestione creerà così quel che si può chiamare

una forma di “riflesso condizionato”; ma per noi si

tratta di perfezionamento ed è una via scelta

volontariamente. Il progresso e il miglioramento

fisico e morale nascono dalla ripetizione

dell'esercizio e dalla sua regolarità.

Non viene quindi escluso il merito personale, come

alcuni pretendono, perché il metodo richiede

decisione, scelta, perseveranza, e anche una

preparazione del ”terreno”. Questa è la parola che

Coué ha scelto per l'applicazione del suo metodo. La

parola che moltiplica le immagini del mondo mentale:

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apporto, veglia o risveglio, evocazione felice,

sostituzione abile senza scosse, senza strappi.

Le rappresentazioni (clichés) positive si precisano e

scivolano dolcemente su altre che si cancellano,

panorama in movimento verso il luogo dove avvengono

misteriosi scambi.

In altre parole, la suggestione, attraverso un'infinità

di vie e svolte, sembra raggiungere il sistema dei

muscoli lisci delle funzioni la cui innervazione

permette e spiega la sensibilità, indipendentemente

dallo sforzo volitivo.

Oggi sappiamo che l'emozione, il movimento ulteriore

provoca nei suoi effetti precisi un'attivazione delle

secrezioni, la formazione di anticorpi, l'accelerazione

o il rallentamento della circolazione, eccetera.

Una suggestione rinnovata subita per caso, o

condotta metodicamente, può produrre determinati

effetti più o meno sorprendenti.

L'azione attivata e orientata dei sistemi simpatico e

parasimpatico permette la guarigione o l'attenuazione

dei disturbi funzionali e altre modificazioni più

spettacolari quali la scomparsa di verruche o di

eczemi talvolta ribelli a qualsiasi cura.

Le diverse trasformazioni progressive a cui

assistiamo ben rivelano la continuità di questo

movimento e l'azione dell’immagine ricevuta e

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assimilata. Cade allora la deludente interpretazione di

un metodo di convinzione per affermazione,

convinzione che in genere si vuole e si crede di

trovare a prima vista.

Coloro che l'hanno sperimentato e avvicinato, talvolta

con sfiducia (spesso senza grande speranza), ma con

sufficiente buona volontà per dedicarsi agli esercizi

di ripetizione, hanno potuto vedere e capire che il

meglio accade prima di esserne non dico convinti, ma

appena consapevoli. La convinzione nasce in seguito, a

risultati raggiunti.

Evidentemente la fiducia non guasta, una psicologia

favorevole entra in gioco migliorando il risultato ma

non e indispensabile. Sappiamo personalmente di casi

in cui la suggestione praticata per curiosità, oltre che

senza fede, con oggettività, oltre che senza

convinzione, offre risultati curiosi e importanti.

È indispensabile arrivarci senza pregiudizi, così come

ci si avvicinerebbe a un'esperienza di tutt'altro tipo,

accettando una possibile eventualità.

Le formule positive che evocano la qualità o il

miglioramento da acquisire si rivolgono tanto

all'esitazione del timido quanto al tormento

dell'ossessivo, alla paura dell'artista, alla mania dello

scrupoloso, alla mancanza di padronanza di sé del

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nervoso, e in generale al 'terreno' indebolito del

malato male impressionato.

Un metodo

utile a tutti

Certo c'è anche chi, dotato di uno psichismo normale

e sano, di un equilibrio fisico e morale soddisfacente,

non sente la necessità di un aiuto come quello della

suggestione. Tuttavia essa si giustifica comunque

sempre, non fosse altro che per acquisire nuove e

maggiori possibilità.

Nessuno di noi può essere sicuro di una perfetta

padronanza di sé in ogni circostanza, di un carattere

costante, di reazioni sempre appropriate.

Il rilassamento muscolare e la passività mentale

durante gli esercizi sono cose possibilissime a

condizione di non decretare a priori il contrario. In

questo caso il ricorso a un insegnante diventa

indispensabile. La sua assistenza è così necessaria

per alcuni, così come per altri sono necessarie delle

correzioni personali. Una voce, un atteggiamento, una

comprensione possono essere di grande aiuto.

Questi interventi facilitano la pace della mente e la

distensione che la suggestione richiede per essere

efficace. Nelle sedute private, dopo una messa a

punto e alcuni contatti con l'insegnante, una volta

stabilitasi la fiducia e creatasi la giusta atmosfera,

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molti arrivano a una semisonnolenza, altri si

addormentano di un sonno naturale, stati durante i

quali la suggestione si svolge e grazie ai quali tutti

provano generalmente uno straordinario benessere,

che possono ritrovare e ricreare da soli quando

vogliono.

Durante queste sedute non si tratta di concentrare il

pensiero o l'attenzione. Inoltre non diamo ordini ne

richiediamo sforzi. Proponiamo delle immagini

(suggestive) per influenzare la rete nervosa delle

funzioni vegetative, cioè quelle che subiscono il

fenomeno dell'emozione, quelle che reagiscono

all'influenza del morale e del clima psicologico.

Per lo meno è così che finora ci è possibile spiegare in

una certa misura il gioco dell'autosuggestione.

Subiremo quindi gli effetti felici della suggestione

scelta, dopo ripetizioni dolci e perseveranti nello

stato di rilassamento di cui si dovrà trattare più

ampiamente.

Si giustifica così la raccomandazione di Coué. Non si

tratta di dire 'voglio', ma 'posso', 'potrò'. Per questo

bisogna immettere dentro di sé l'immagine che

genera la possibilità, sostituirla al dubbio, al

complesso d'inferiorità, all'abitudine temuta e non

vinta. Aggiriamo la difficoltà evitando di convenire lo

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sforzo in conflitto, la lotta ulteriore in ossessione, il

fenomeno nervoso in malattia organica.

Si è detto che talvolta è necessario l'aiuto

dell'insegnante, ma la maggioranza degli allievi

attenti alle raccomandazioni e alle spiegazioni

minuziosamente fornite a un gruppo hanno la

possibilità di addestrarsi da soli con vari esercizi.

Una certa respirazione calma e ritmata si rivela

particolarmente benefica. La sua importanza è

fondamentale, sebbene essa non costituisca il

nocciolo del metodo, ma semplicemente un prezioso

allenamento.

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Dell'automatismo in generale

Educazione

e allenamento

dei riflessi

È forse opportuno ricapitolare che cosa si intende

con la parola 'immagine'.

1. Tutti gli apporti del mondo esterno ricevuti

tramite i sensi, e quindi le sue suggestioni.

2. L'immagine cerebrale cosciente o rappresentativa

di tali apporti.

3. L'immagine acquisita inconscia, che rimane a nostra

disposizione.

4. L'immagine o idea pura, concetto astratto della

specie, e ciò per sottolineare la realtà di questa

presenza immateriale di cui subiamo gli effetti,

partecipandovi.

Riprenderemo ora la questione sotto un'altra forma,

sicuramente più familiare perché più vicina

all'esperienza concreta.

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Reazione

e adattamento

Lo strumento che Coué ci offre per ottenere la

padronanza di sé con l'autosuggestione si fonda sulle

nostre facoltà di reazione e di adattamento. È in

questo campo che Coué interviene, rispettandone il

gioco naturale. Possiamo analizzarlo, se non alla

perfezione, almeno in una misura sufficiente per

convincerci che soltanto una disposizione normale,

che fa parte della costituzione stessa di ogni

individuo, gli permette di agire senza sollecitare i

continui sforzi di una volontà spesso manchevole e di

un'attenzione che talvolta si rivela inopportuna. La

vita dei riflessi e degli automatismi presenta due

diversi aspetti: uno cosciente, non completamente

liberato da una certa forma di automatismo; l'altro

inconscio, e tuttavia ordinato.

Quest'ultima attività sembra seguire una linea di

condotta che obbedisce a un ordine impossibile da

cogliere e che si impone a nostra insaputa.

Guardandoci vivere, studiandoci da troppo vicino, la

nostra attenzione inquieta o scrupolosa imbarazza i

nostri comportamenti nel campo delle funzioni come

anche nel campo mentale, ove l'introspezione malata

si rivela addirittura pericolosa. Il modo di camminare,

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i gesti tradiscono a volte, per la loro mancanza di

naturalezza, un controllo eccessivo.

Chi aspetta, conta o vuole provocare un periodo di

sonno spesso moltiplica la propria insonnia. Per chi si

inquieta troppo per una digestione lenta, la funzione

si mostrerà ancora più capricciosa, più brutto il mal di

testa previsto e temuto, più nervoso il cuore troppo

ascoltato, avaro l'intestino troppo sollecitato.

Il controllo e le impressioni diverse che esso

rafforza scompensano l'equilibrio che risulta

compromesso, più spesso di quanto non si creda, dal

clima mentale.

Non e questa la sede per uno studio particolareggiato

dei riflessi studiati con sistematicità dalla fisiologia,

sebbene la questione sia molto complessa.

Tuttavia alcune semplici osservazioni ci permettono

di cogliere il carattere immediato del riflesso con il

quale sembra che rispondiamo a un bisogno qualsiasi.

Di regola, la nostra difesa è assicurata

spontaneamente, per esempio con un riflesso di fuga

o di difesa organica che tende a salvaguardarci o a

ristabilire l'equilibrio compromesso. Come una

risposta, si innesca una reazione, senza che sembri

intervenire la riflessione.

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Tipi particolari

di riflessi

Ci interessano particolarmente il riflesso detto

'condizionato' e il riflesso legato al possesso di una

tecnica e sappiamo che entrambi si possono acquisire

e sviluppare. Le tendenze acquisite o ereditate,

l'educazione, la ripetizione hanno gran parte in

questo processo. In questo caso il riflesso è lo sbocco

di associazioni, nozioni, ricordi che si chiamano, si

comandano e si intersecano mantenendo una forma di

spontaneità. La reazione ha luogo al momento

opportuno; preparata dall'intelligenza, esercitata

dall'abitudine, la soluzione è in questo modo

assicurata.

Imporre ai nostri atteggiamenti una vigilanza

continua, e con questa un inevitabile sforzo, falsa,

specialmente negli individui nervosi, inquieti o

eccessivamente scrupolosi, lo svolgimento agile e

l'armonia del nostro adattamento. Dopo la necessaria

comprensione e il non meno necessario allenamento,

una volta acquisite le nozioni, un controllo reiterato e

spesso esasperato dall'inquietudine si rivela

d'ostacolo.

Che cosa diventerebbe, per esempio, un'esibizione

artistica senza spontaneità? Come sarebbe

l'interpretazione di un concertista se dovesse

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pensare ad ognuna delle note che suona, alla

diteggiatura da osservare, alla posizione delle mani e

delle braccia? Come sarebbe l'espressione e la tenuta

vocale di un cantante al quale davanti, al pubblico

apparisse ogni suono con tutte le sue difficoltà e i

fattori personali che lo condizionano e lo influenzano:

conformazione della gola, posizione della lingua,

altezza del palato, atteggiamento muscolare,

respirazione e diaframma?

Tuttavia queste conoscenze sono indispensabili

nell'addestramento e nel lavoro preparatorio. Poi

questi meccanismi esercitati e pronti a servire

passano dal piano dell'applicazione cosciente a un

secondo piano d'attenzione, in apparenza sono

persino dimenticati; la sincronizzazione, così

preparata, si realizzerà spontaneamente.

Di quali mancanze patirebbe la memoria dell'attore e

di che scarsa qualità sarebbe la sua recitazione se

dovesse pensare, prima di pronunciare ogni parola, a

dove cade l'accento?

Anche in questo caso sembra che, seppure

precedentemente addestrata e ordinata, una certa

attività per essere armoniosa deve poi esprimersi

liberamente.

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Testimonianze

celebri

Filosofi, compositori, poeti, modesti scolari

tormentati dalla soluzione di un problema cercata

senza successo e finalmente trovata al risveglio: tutti

conoscono l'ospite invisibile che lavora nell'ombra. Il

filosofo tedesco Schopenhauer diceva di non aver

creato il suo sistema di pensiero, ma che esso si era

creato in lui. «I miei postulati si sono prodotti senza

il mio intervento, quando la mia volontà sembrava

addormentata e la mia mente non indirizzata in una

direzione prestabilita. La mia persona era come

estranea all'opera.»

E, sempre per restare nell'ambito della cultura

tedesca, Mozart, il grande musicista, diceva che

durante la notte le immagini venivano facilmente. «Da

dove e come? Non lo so e non c'entro nulla.»

Goethe, infine, sommo poeta e scrittore romantico,

pensava che «nella parte oscura di noi stessi

giacciono le nostre più preziose ricchezze e il meglio

della nostra personalità», ovviamente dal punto di

vista intellettuale poiché le profondità inconsce

possono anche rivelare cose meno soddisfacenti...

Potremmo continuare all'infinito con citazioni di

personaggi famosi che non fanno altro che

confermare la nostra esperienza personale e

precisano una certa forma di automatismo nell'arte

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come nelle diverse manifestazioni della vita normale.

Non si tratta tuttavia di assimilare l'uomo a una

specie di robot e, nonostante i possibili confronti tra

i cervelli elettronici e il funzionamento cerebrale, non

si può propriamente dire che un robot pensa o calcola,

sarebbe un'affermazione arbitraria, vorrebbe dire

dimenticare che il suo meccanismo è stato

accuratamente programmato.

Nel profondo dell'essere umano sembra prodursi a

sua insaputa una sottile orchestrazione delle immagini

inconsce, che sembra essere una fonte di ispirazione.

Cooperazione

Cosciente

e subcosciente

Questo punto di vista non diminuisce affatto

l'importanza del lavoro cerebrale, quello dello studio

cosciente o ordinato, sempre indispensabile.

Un'ispirazione non controllata può rivelarsi

disordinata e folle come alcuni svolgimenti delle

immagini di un sogno, anche se ovviamente non è

sempre così. Il lavoro mantiene quindi tutta la sua

importanza, ma la liberazione delle ricchezze

interiori può essere facilitata.

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Intuitivamente colui che crea sa provocare, con

atmosfere favorevoli, il ritorno della sua musa

capricciosa.

Esse sono diverse per ognuno, naturalmente, e

rappresentano in realtà una preziosa distensione nello

sforzo creativo. Il rilassamento sembra dunque

essere in molte circostanze lo strumento di

realizzazione.

Anche allo stato normale l'attività funzionale degli

organi e delle facoltà deve proseguire il suo ruolo

senza interventi errati, restando ordinata, silenziosa

e discreta come un buon servitore, prezioso e muto

ma sempre disponibile.

In questa vita del corpo e della mente, in questo

continuo movimento di azione e reazione che è il

complesso umano, l'attenzione eccessiva e lo sforzo

mal compreso si dimostrano inopportuni.

Sappiamo che le impressioni, i sentimenti,

l'immaginazione, l'immagine, nel significato che ormai

ci è diventato familiare, hanno un potere di azione

diretta e precisa.

L'emozione, questo turbamento del ritmo ulteriore,

questa ritirata fisiologica i cui effetti sono spesso

sproporzionati alle cause, sale secondo una gamma di

espressione che va dalla semplice paura al battito

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accelerato del cuore, dal rossore o dal pallore

all'incapacità, talvolta alla completa sconfitta dei

nostri strumenti di pensiero e di azione. Questa

inafferrabile realtà che è l'immagine interiore e il

sentimento che essa ci suggerisce possono portarci

dall'inquietudine all'ossessione, alla fobia, al

fenomeno di autopunizione differita, alle stimmate,

alle psicosi, a tutte le manifestazioni del potere

dell'idea, di conseguenza anche all'entusiasmo, alla

fiducia, al successo, all'autodominio, insomma

all'equilibrio.

È sempre lo stesso gioco che continua e le

conseguenze hanno le caratteristiche dell'idea che le

determina.

Questa temibile e magnifica influenza, che tutti

conosciamo per gradi e aspetti diversi, è il fattore

attivo di cui Coué si impadronisce, rendendocene a

nostra volta padroni. L'equilibrio di uno psichismo

spesso manchevole, finora esposto senza rimedio a

un'emotività esagerata, alle impressioni di ogni tipo,

si modifica e si orienta dopo un'applicazione

metodica, seguita in vista di risultati che constatiamo

quotidianamente. Questo movimento ulteriore su cui

ci è dato di agire, ma solo rispettandone il libero

gioco, è quello che ci porta dalla suggestione alla

modificazione, dal riflesso allo psichismo, in una

sequenza di operazioni molteplici, per la maggior

parte inconsce.

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Che il movimento si inneschi e sia percettibile,

infatti, non implica affatto che non si inneschi a

nostra insaputa. Ciò che vale per l'immagine o idea

cosciente vale per l'immagine inconscia di cui subiamo

così frequentemente il potere senza averne nemmeno

il sospetto, potere che talvolta sembra svilupparsi

nell'ombra, al riparo da qualsiasi controllo cosciente.

Il frutto, che alla prima sensazione vi ha lasciato

un'impressione saporita e acida, la voce che vi ha

sconvolto o calmato, e quindi commosso nel senso

preciso della parola, il profumo che ha segnato un

periodo della vostra vita, un evento felice o infausto,

uno stato d'animo: tutti hanno operato in voi, con la

sensazione propria di ognuno (gusto, udito, olfatto),

una suggestione.

Questa, acquisita una volta per tutte, ritornerà

intermittentemente, in modo volontario oppure no. E

questa nozione acquisita, dimenticata e poi ritrovata

nel cosciente, è anche la rappresentazione cerebrale

che chiamiamo 'immagine'. Ognuna di queste immagini

spontaneamente e automaticamente avrà provocato e

provocherà una secrezione salivare, con il sapore di

un frutto; una modificazione della circolazione, con

quella voce sconvolgente e commovente; un mondo di

ricordi, con il profumo ritrovato. La sensazione

fuggevole, prolungata in suggestione duratura, si è

risolta in movimento. Il corpo sembra rispondere a

quel che la mente suggerisce, la mente sembra

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rivivere i clichés dati e il corpo, tramite essi, sembra

rivivere le sensazioni che in precedenza li hanno

accompagnati.

Importanza

della parola

Resta da dire perché Coué, nella definizione del suo

metodo attraverso l'esperienza, l'intuizione e la

sensata utilizzazione delle conoscenze scientifiche

disponibili al suo tempo, abbia delegato alla parola il

compito di attuarlo concretamente.

La ragione è intuitiva. La parola e l'udito,

organicamente legati, sopprimeranno al meglio

qualsiasi sforzo.

Ciò che la voce detterà, sarà ripetuto dall'orecchio in

quelle profondità dove ha sede la mente. La parola,

questa vibrazione dell'aria, ci porta con il concerto

del mondo le sue voci infinite e fa risuonare in noi

tutte le modalità, tutte le dolcezze, tutte le

sottigliezze. È un vero messaggio quello che ci

trasmette; la parola da pace, commuove, evoca,

riconforta, stimola o trascina.

Con essa si eleva un fascio di immagini, un potente

dinamismo d'anima.

La pratica della suggestione verbale non ci rende,

come alcuni talvolta pretendono, degli ingenui o dei

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robot asserviti a un puro meccanismo: sarebbe

dimenticare tutte le leggi psicofisiologiche.

Intervenendo quando la volontà incerta e

l'immaginazione contraddittoria ci nocciono, questa

pratica ci assicura un comportamento soggetto alle

leggi dell'idea scelta. Lasciandoci tutto il merito della

decisione, Coué ci insegna la possibilità di modificare

la forma di un ritmo che condiziona il nostro

equilibrio e la nostra armonia.

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Applicazioni pratiche

1. L'idea deve essere espressa semplicemente.

La formula generale di Coué “ogni giorno, sotto tutti

gli aspetti, io vado di bene in meglio” risponde

perfettamente alle condizioni necessarie, tanto nel

campo morale e mentale quanto in quello psichico. È

positiva: evita l'evocazione sciagurata delle nostre

malattie, difficoltà, fallimenti. E’ progressiva: evoca

logicamente il tempo necessario per una felice

evoluzione.

2. La suggestione metodica deve essere praticata in

condizione di rilassamento muscolare e passività

cerebrale.

Questo stato è condizione necessaria per la sua

efficacia. Coué ci consiglia di usare i momenti che

precedono il sonno, che facilitano spontaneamente la

distensione muscolare e l'abbandono dell'attenzione.

Sia che la suggestione venga dall'insegnante,

dall'allievo, da un disco registrato, deve essere

comunque ricevuta senza sforzo.

Lasciate che i pensieri vaghino come si presentano,

come si impongono o qualsiasi essi siano. Conta solo il

modo di ricevere la parola ai limiti del sonno, dello

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stordimento o semplicemente della non attenzione, a

seconda delle possibilità.

3. La suggestione va ripetuta quotidianamente per

tutta la vita, sia che si stia bene in salute sia che si

sia malati.

Non si tratta di una cura momentanea, ma di uno

strumento di cultura umana che tende a realizzare

l'equilibrio fisico e morale. Essa aiuta le cure

mediche, ma non le sostituisce. Infine è necessario

aggiungere un atteggiamento prudente. Questo

consiste nell'evitare l'introspezione, le parole

eccessive e l'evocazione ripetuta delle nostre

malattie, dei nostri difetti, delle nostre difficoltà o

dei nostri rimpianti.

Alcune precisazioni devono essere strettamente

riservate al medico e all'insegnante di

autosuggestione.

Quanto ai risultati, bisogna saperli aspettare senza

una verifica costante dei progressi o dei fallimenti e

senza intrattenersi con tutti su questo argomento.

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Preparazione

del “terreno”

Praticate uno o due dei seguenti esercizi, a seconda

delle possibilità.

Esercizio di respirazione

Può essere praticato molte volte al giorno, stando

fermi o anche camminando. In questo caso, rallentate

il passo e, senza irrigidire il busto e le spalle,

inspirate lentamente e silenziosamente con le narici.

Inspirate al massimo delle vostre possibilità senza

però sforzarvi, poi espirate l'aria lentamente e

silenziosamente con la bocca, le labbra leggermente a

fischietto e incavando progressivamente l'addome.

Fatelo quattro o cinque volte di seguito, non di più.

Se vi manca il respiro, intervallate ogni inspirazione-

espirazione con una respirazione al vostro ritmo

normale. Vi sarà poi progressivamente più facile

continuare con più inspirazioni-espirazioni di seguito.

L'importante in ogni caso è fare l'esercizio il più

lentamente possibile e silenziosamente.

In caso di disturbi polmonari e cardiaci, chiedete il

parere del medico.

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Lo stesso esercizio è benefico anche in posizione

sdraiata, per terra, con i reni a contatto con il suolo,

le braccia in croce senza nessuna zona tesa.

In ambedue i casi, l'esercizio può essere praticato

anche incavando l'addome all'inizio dell'inspirazione.

Benché questa sia una posizione irrazionale, i risultati

sono eccellenti quanto a calma e padronanza di sé.

Altro esercizio di respirazione (soprattutto per le

persone stanche o molto tese).

Sedetevi su una poltrona con le gambe non

accavallate ma allungate, il corpo morbido, i gomiti

appoggiati sui braccioli per avere le mani

comodamente vicino al viso.

Chiudete una narice (per esempio la destra) con una

leggera pressione del dito, dolcemente, senza sforzo

e inspirate lentamente, in silenzio, con l'altra narice

come prima, senza richiesta d'aria. Quindi chiudete la

narice con cui avete inspirato ed espirate da quella

che era stata precedentemente chiusa. Ripetete

quattro o cinque volte nelle stesse condizioni. Poi

procedete allo stesso modo, ma inspirando dalla

narice destra ed espirando dalla sinistra.

Queste quindici o venti respirazioni praticate due o

tre volte al giorno costituiscono una notevole

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distensione e procurano una grandissima padronanza

di sé.

La pagina scritta

Non è un esercizio obbligatorio e si rivolge alle

persone che, disponendo del tempo necessario,

potranno farlo senza precipitazione. È un prezioso

freno al nervosismo che non esige sforzo alcuno ed è

un'eccellente suggestione visiva.

Lentamente e il più regolarmente possibile, scrivete

una formula i cui termini vi vadano bene. Mettete al

posto giusto gli accenti, i puntini sulle 'i', le barrette

delle 't', arrotondate le 'm' e le 'n', eccetera. In una

parola, non si tratta di fare della calligrafia, ma di

tracciare i caratteri con calma, rettificandoli meglio

che potete.

Se siete soli, pronunciate ad alta voce quel che state

scrivendo: questo aggiunge una suggestione verbale

non trascurabile.

Rilassamento

Accertatevi di essere soli per un pò di tempo, se

possibile dopo i pasti.

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Coricatevi sul dorso, per terra o sul letto. Sollevate

leggermente le gambe con un cuscino, non

incrociatele, tenete le braccia allungate e morbide

lungo il corpo.

Infine, chiudete gli occhi dolcemente senza

contrarre le palpebre. Rilasciate la mascella.

Copritevi con una coperta o con un vestito leggero,

ma caldo.

Create l'atmosfera per il rilassamento con parole

semplici come: “mi sento calmo”, “mi riposo

serenamente”.

Usate espressioni avverbiali immaginose come:

'dolcemente', “con calma”, 'tranquillamente'.

Se necessario aggiungete: “tutto dentro di me si

intorpidisce”, 'sonnecchio', eccetera.

Allora, dopo aver precedentemente scelto una o due

brevi suggestioni che riguardano il vostro caso

personale, ripetetele con un ritmo lento e calmo, a

voce sufficientemente alta perché possa giungere al

vostro orecchio.

Le formule, non più di una o due, devono essere brevi,

strettamente legate a nozioni in rapporto con la

vostra psicologia e la vostra sensibilità.

Diverse a seconda dei bisogni e delle caratteristiche

di ciascuno, le parole scelte devono corrispondere a

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colui che le usa. Va evocata soltanto la qualità o il

miglioramento auspicato con una formula progressiva

preferibile o meglio preferita da alcuni (ma questo

non è obbligatorio).

La ripetizione di una o due formule di suggestione può

proseguire con qualche momento di pausa durante la

seduta di rilassamento. Non abbiate timore di

addormentarvi durante queste ripetizioni.

Raccomandiamo questo esercizio accanto a quello

dell'iperventilazione perché sono eccellenti

addestramenti alla calma, alla padronanza di sé, e

infine perché aiutano a perfezionare la ricettività.

Inoltre il rilassa mento fa cadere la stanchezza

nervosa di cui molti soffrono. Si possono poi

riprendere le proprie occupazioni in uno stato fisico e

mentale del tutto diverso e migliore.

Non è affatto il caso di praticare questi esercizi

aumentandone ogni giorno il numero. Ricorrete al

rilassamento una volta al giorno; i principianti possono

farlo tornando dal lavoro oppure, se non hanno tempo,

dopo il pasto di mezzogiorno.

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Diversione

Se siete preoccupati o tormentati, cantate o

canticchiate, cosa che alcuni fanno spontaneamente

per una inconscia ma preziosa difesa. In ogni caso

fate qualcosa e se necessario tenetevi occupati in

qualche modo o cambiate quel che state facendo con

un'altra attività.

Tutte le mattine al risveglio e tutte le sere, a letto,

chiudete gli occhi e senza cercare di fissare

l'attenzione su quel che dite, pronunciate, secondo le

modalità suggerite dallo stesso Coué, la nota formula

“ogni giorno, sotto tutti gli aspetti, io vado di bene in

meglio”.

A proposito delle modalità suggerite da Coué,

ricordiamo che il 'rosario' di cordicella è un semplice

strumento per assicurare l'automatismo, non è

indispensabile a tutti. Ovviamente chi lo ritiene un

aiuto, un appoggio, una facilitazione, può usarlo e gli

sarà utile. Quello che comunque è davvero importante

è la qualità automatica e monotona della ripetizione e

di conseguenza della registrazione.

D'altra parte alcuni pensano che è indispensabile non

addormentarsi prima della fine dell'esercizio, oppure,

perdendo contatto con la cordicella, la cercano e

ritardano il sonno. L'importante invece è scivolare nel

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sonno senza nessuna preoccupazione, di raggiungere

quella frontiera mobile dello stato semiconscio,

ultimo e prezioso istante, mentre l'immagine

suggerita, di guarigione, di miglioramento o di

perfezionamento si insinua organicamente.

Se non siete soli, per rispetto reciproco, voltatevi

dall'altra parte, copritevi la bocca con il lenzuolo e, in

posizione comoda, cominciate la ripetizione, a voce

bassa (basta che giunga alle vostre orecchie), lenta,

dolce, calma, con una respirazione ad ogni virgola e

una pausa al punto, poi riprendete.

Ma per farlo, aspettate di sentirvi vicini al sonno,

altrimenti rischierete di ripetere a lungo la formula,

poi di interrompervi pensando ad altro (per esempio

ai vostri guai) e di addormentarvi con delle cattive

suggestioni...

E, soprattutto, non preoccupatevi del numero di

ripetizioni, anche se sono interrotte dal sonno che nel

frattempo è sopraggiunto.

Riprendete la formula ogni volta che vi svegliate

durante la notte, essa vi aiuterà a restare calmi e a

riaddormentarvi. Infine, fatelo anche al momento del

risveglio.

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Passa

Questo esercizio garantisce solo un sollievo

momentaneo; un dolore tenace richiede l'attenzione

del malato e del medico. Nondimeno è un esercizio

prezioso che necessita però di un certo allenamento.

La maggior parte delle volte il fallimento è dovuto alla

domanda che troppo presto l'allievo si pone,

chiedendosi improvvisamente durante l'esercizio: «Mi

sta passando davvero?». Ed è in questo momento

preciso che il dolore riapparirà, se la ripetizione non

è stata sufficientemente prolungata.

Considerazioni

e consigli generali

In qualunque caso e con qualunque esercizio, solo la

pratica regolare può assicurarne l'efficacia.

Di conseguenza è indispensabile sottoporsi

all'addestramento indicato, che peraltro richiede un

pò di tempo.

In questo modo, in molte circostanze, si trova nel

metodo un aiuto inatteso che supera l'immaginabile.

Al momento di una commissione difficile, di un

incontro penoso, di una visita temuta, di un'emozione

da evitare, sono salutari alcune respirazioni profonde,

contraendo l'addome al momento giusto.

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Se vi è possibile, aggiungete, se ne sentite il bisogno,

queste parole: “calmo, perfettamente calmo, sicuro di

me stesso”.

In caso di paura, come in ogni altro, la pratica

dell'autosuggestione è efficace solo se regolarmente

seguita.

Abilmente trasformata, anche la paura non è che un

elastico rimbalzo di entusiasmo all'idea dello scopo da

raggiungere; può diventare il meraviglioso trampolino

di un'emozione artistica intensificata, di un

giustificato desiderio di riuscire. Si tratta solo di

imparare a guidarla da maestro, e Coué ce ne da tutte

le facilitazioni.

L'uso di una registrazione di suggestione durante la

giornata, ascoltata in stato di rilassamento o anche

mentre si è occupati in tutt'altro, è per molti un aiuto

prezioso e lo è in particolare per coloro che non

possono frequentare spesso le lezioni.

Suggestioni

varie

Ed ecco ora alcune suggestioni che possono essere

variate all'infinito, a condizione di limitarsi a una o

due fino al raggiungimento del risultato, di usarle solo

durante l'esercizio di rilassamento e di non

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132

aggiungerle alla formula generale di Coué, completa in

se stessa e riservata soprattutto all'ora del sonno.

Ricordiamo che la formula “ogni giorno, sotto tutti gli

aspetti, io vado di bene in meglio” conferma la sua

efficacia nei casi più diversi e può bastare per tutto.

In molte circostanze è interesse preciso della

persona attenersi prudentemente soltanto a essa.

Chiedere consigliò all'insegnante è quindi saggio e

spesso indispensabile.

Senza con ciò pretendere di raggiungere la

completezza, gli esempi che seguono sono dati come

guida ai seguaci. Ovviamente possono essere

modificati. Aggiungiamo tuttavia che la lunga

esperienza di insegnamento ci ha permesso di

sperimentarle con successo. Infine, se vi sembra

meglio, aggiungete una forma progressiva, tipo

“sempre di più”, “sempre meglio”,

“ogni giorno di più”.

Per la calma

La calma giunge, tutto si placa dentro di me.

Tutto in me è calma e riposo.

Calma ed equilibrio s'assestano in me.

Mi sento calmo e riposato.

In ogni circostanza, mi sento calmo e padrone di me.

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La fiducia in se stessi

Acquisto fiducia in me stesso.

Mi sento calmo e sicuro di me.

Tutto quel che devo fare mi riesce facilmente e

semplicemente.

Il mio passo è facile, calmo, tranquillo e sicuro.

Il mio modo di parlare diviene chiaro, armonioso e

agile.

Le mie facoltà si sviluppano di giorno in giorno.

Il mio giudizio è rapido e sicuro, la mia memoria

fedele.

I miei pensieri si svolgono con ordine e chiarezza.

Ogni lavoro diventa per me semplice e piacevole.

Il coraggio

Provo piacere in tutto quel che faccio.

Lavoro bene, felice e disteso.

Mi sento coraggioso, energico, entusiasta.

Le mie occupazioni mi sembrano facili.

Il lavoro mi distrae, mi interessa e mi attira.

Pace mentale

La mia mente è in pace.

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Sono in pace con me stesso.

È facile per me essere paziente, comprensivo e

giusto.

In tutto mantengo una giusta misura.

Mi sento calmo, raggiante, riposato.

Sonno

Questa sera mi sentirò calmo e disteso.

I miei sogni saranno sereni, la mia mente in riposo.

Il mio sonno sarà ogni notte più profondo, più

completo, più riposante.

Mi addormento nella calma del corpo e della mente.

Scivolo dolcemente in un sonno tranquillo.

Timore della malattia

Ogni giorno, sotto tutti gli aspetti, io vado di bene in

meglio.

Tutto è sano in me e reagisco bene.

Tutto in me dimostra equilibrio e salute.

Calmo e disteso acquisto forza e salute.

Suggestione e cura assicurano la mia guarigione.

Calma e perseveranza migliorano il mio stato.

Aumentano il mio equilibrio e la mia sana vitalità.

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Altre suggestioni vengono usate per scopi speciali. Si

può precisare il problema affari o il dominio degli

altri, i successi e così via.

A seconda degli allievi alcune parole conteranno di

più, ma è bene non esagerare per non richiamare

l'attenzione su ognuna delle circostanze che

seguiranno. È il caso di dire che una certa forma di

suggestione superstiziosa o magica è esclusa dal

metodo in esame.

Si tratta infatti unicamente di fornire con il “capitale

salute” fisico e mentale, una forma di pienezza

morale o intellettuale.

Infine è possibile applicare la benefica suggestione

durante il sonno dell'adulto, malato o sano che sia.

Tuttavia generalmente è indispensabile e comunque

preferibile ottenere il consenso dell'interessato.

Le stesse regole vanno osservate riguardo alla

formula generale “ogni giorno, sotto tutti gli aspetti,

io vado di bene in meglio” e a quelle particolari.

Le varie formule vanno ripetute una ventina di volte

distintamente, ma lentamente e dolcemente, a voce

alta quel tanto che basta perché giunga alle orecchie

del dormiente senza risvegliarlo.

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Suggestionare

i bambini

durante il sonno

L'applicazione dell'autosuggestione durante il sonno è

molto efficace. Tuttavia può essere fatta solo dai

genitori o da educatori sicuri.

Se il bambino è piccolo non è ne necessario ne

opportuno chiedere la sua adesione. Infatti potrebbe

non capire bene e impressionarsi negativamente: la

sua giovane personalità ancora duttile e

spontaneamente ricettiva deve essere trattata con

grande riguardo.

È indispensabile scegliere accuratamente i termini da

impiegare in rapporto al suo vocabolario e alla sua

capacità di comprensione. La suggestione può e

dovrebbe essere applicata fin dalla più tenera età.

Si ricorra a frasi brevi, prive di forme imperative

tranne che in determinati casi; è comunque bene che i

genitori si rivolgano preliminarmente a un esperto.

Scegliete una o due suggestioni, non di più. Se

preferite, fatele progressive, in ogni caso prudenti e

lontane da qualsiasi evocazione del difetto o del

malanno di cui si vuole liberare il bambino.

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Fate precedere le suggestioni scelte da questa: “stai

dormendo profondamente, dormi sempre più

profondamente”; per un bambino piccolissimo: “stai

facendo una bella nanna calma e tranquilla”.

Come procedere

Ecco adesso come procedere.

Sedetevi a breve distanza dalla testiera del letto,

fate una o due respirazioni profonde per sentirvi

distesi.

Non rischiate di svegliare il bambino chiamandolo per

nome.

Pronunciate le suggestioni lentamente, dolcemente, a

bassa voce (il tono più basso che il bimbo sentirebbe

se fosse sveglio).

Ripetete con calma venti o venticinque volte; la

fretta va evitata perché da luogo a effetti contrari.

Allontanatevi senza far rumore e ogni sera

ricominciate con perseveranza. Nella giornata non

fate allusioni alla suggestione.

È assolutamente necessario (e questo è un problema

morale) rispettare i gusti del bambino, le sue qualità,

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le sue inclinazioni, quando sono buone, anche se sono

contrarie ai vostri desideri personali.

Esempi

di suggestione

per i bambini

Ecco a titolo d'indicazione alcuni esempi di varie

suggestioni.

Il tuo sonno è calmo e profondo.

Il tuo sonno è calmo e riposante.

Dormi un bel sonno calmo.

Il tuo letto resta pulito e asciutto e tu ti svegli

quando è necessario.

Diventi bravo e forte.

Diventi obbediente e ragionevole.

Ti piace la scuola, acquisti sempre più memoria.

Il tuo pensiero è ben ordinato, la tua comprensione

maggiore.

Ti senti calmo e disteso.

Sei in confidenza con i tuoi genitori e i tuoi

insegnanti.

Dici sempre la verità (oppure: dirai sempre la verità).

Acquisti fiducia in tè stesso.

Sei perfettamente sano di corpo e di mente.

Ti senti felice, allegro e coraggioso.

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Precisazioni

Quando la suggestione si rivolge a un ragazzino più

grande, cercate di ottenere il suo consenso.

Spiegategli il vantaggio che può trarre dall'aiuto che

gli proponete e scegliete con lui le suggestioni che

vuole accettare.

Altrimenti il rischio è di incontrare anche durante il

sonno una resistenza che andrà contro il risultato

auspicato.

Se è consenziente, è auspicabile che il bambino si

alleni a praticare l'autosuggestione da solo, senza per

questo abbandonarlo soltanto ai suoi tentativi.

Parallelamente a quest'applicazione metodica,

risparmiategli nella vita quotidiana le cattive

suggestioni, come i rimproveri eccessivi e continui, le

umiliazioni ripetute, le parole che rischiano di

classificarlo, almeno nella sua mente, come incapace

di miglioramento.

Non parlategli costantemente della sua salute, della

sua fatica, del suo nervosismo o delle sue malattie.

Se dovete sgridarlo con fermezza, fatelo senza

collera; infine sottolineate spesso che si comporta

bene.

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Una lunga e costante esperienza spinge a dire che,

per insegnare il metodo, bisogna praticarlo e non

chiedere ai bambini una padronanza che noi stessi non

abbiamo; essi sono infatti i primi a rendersene

perfettamente conto.

DEPRESSIONE NERVOSA

Come lei sa, sono venuta qui dall'Africa Orientale a

causa di una forte depressione nervosa: ma avevo

anche un'ulcera dietro l'orecchio sinistro che

suppurava da venticinque anni, nonostante le cure di

un gran numero di medici.

Sono qui da cinque settimane e in questo frattempo

con il suo metodo non ho avuto solo un gran beneficio

dal punto di vista della mia affezione nervosa, ma

anche la mia ulcera è quasi completamente scomparsa;

se continua così, sarà presto sparita del tutto.

(E.B., Nancy)

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RENDICONTO

DI UNA LUNGA ESPERIENZA

Questa sezione è tratta, come la precedente, dalle lezioni di R. L.

Charpentier.

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Guarigioni

Pseudomiracoli

Supponiamo che chi ha letto il libro fino a questo

punto abbia colto nell'esposizione del metodo una

qualche idea di progresso, un desiderio di calma o di

padronanza. Possono essere sorti dei pensieri, delle

tendenze forse involontarie che tuttavia già

segneranno l'orientamento, l'influenza subita anche

senza applicazione metodica. Questa 'incarnazione'

dell'immagine è già l'autosuggestione di Coué nel

senso preciso in cui egli l'intende: “vecchia come il

mondo”, diceva. L'orientamento dei riflessi e degli

automatismi che Coué ci propone costituisce una

specie di abitudine acquisita.

L'esercizio di suggestione ripetuto mattina e sera

nelle condizioni richieste orienta la forma del

divenire scelto da noi. È non solo probabile, ma anzi

sicuro, che elementi di natura psicologica e altri

fattori si insinuino sottilmente, sebbene nella

suggestione praticata durante il sonno naturale la

psicologia non sia apparentemente in causa. In ogni

caso la forza del metodo non sta solo in questo.

Quanto ai miracoli rimproverati a Coué, li lasciamo

all'ordine di cose a cui appartengono e che non ci

riguarda.

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Con Coué o con i suoi insegnanti, talvolta si tratta di

miracoli apparenti, nulla di più, anche se già questo è

molto.

Se un malato è guarito e non sa di esserlo, noi gli

insegniamo a ritrovare, talvolta all'improvviso, l'uso

di un arto, o la funzione di un organo sensoriale

paralizzato o bloccato o impedito dall'idea acquisita

di un pessimo stato precedente, dal ricordo delle

sofferenze, dal panorama e dal risvolto morale, che

accompagnano ogni malattia e che ad alcuni fanno

correre il rischio di prolungarla anormalmente, di

aggravarla e di mantenere spesso il comportamento

da malato.

Esperienza diretta

Ecco alcune guarigioni a cui ho partecipato e, per

cominciare, uno pseudomiracolo.

La persona davanti a cui mi trovo, al solo fine di

aiutarla a migliorare il morale, è una donna di

sessantanni condannata a restare in poltrona dopo un

attacco di paralisi. Da due anni non cammina più. Il

viso è cereo, la parola impedita, i movimenti delle

braccia e delle mani lenti e maldestri.

Mentre le spiego quel che il metodo può fare per lei

in campo morale e sfoglio l'incartamento sul suo caso

e le ricette prescritte da vari medici, leggo in un

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angolo di un foglio, in caratteri minuscoli, 'paresi

psichica?'

L'attacco precedentemente diagnosticato è

sicuramente avvenuto, ma che cosa è successo in

seguito nel suo organismo?

Accetto il rischio e prego la malata di ripetere, senza

cercare di crederci e in uno stato di rilassamento il

più completo possibile: 'riprendo fiducia in me, e

questo per un tempo piuttosto lungo. Io ripeto prima

di lei, con lei, dopo di lei. Poi, mettendomi

improvvisamente in piedi davanti a lei, le prendo le

mani: «Si alzi, è semplice, è facile, è assolutamente

fattibile e possibile».

In quei momenti e in circostanze come queste,

bisogna ovviamente ricorrere a tutto: dolcezza,

insistenza, fermezza, autorevolezza passano nello

sguardo, nella voce, nella pressione delle mani. Allora

lei si alza, il viso coperto di sudore è diventato molto

pallido, la sento profondamente sconvolta.

E forse, insegnante alle prime armi quale io ero allora,

ulteriormente non ero meno sconvolta di lei.

Approfitto del fattore emotivo e le chiedo di

camminare. Sto sempre davanti a lei per nasconderle

la vista dello spazio, che aggraverebbe la sua

esitazione e l'impressione di difficoltà.

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«Cammino» balbetta lei, «cammino» e i suoi occhi

sono bagnati di lacrime. Infine cerco di farle

scendere le scale. E qui restiamo venti minuti davanti

al primo gradino.

Fallirò prima di avere condotto fino in fondo un

progetto troppo ambizioso? No... ma il suo corpo

trema, il suo cuore batte a un ritmo accelerato, l'idea

di cadere la domina e la terrorizza visibilmente.

«Aspetti, chiuda gli occhi, si prenda il tempo per dei

lunghi e tranquilli respiri, è facile; dica: “Posso

scendere, scenderò, è semplice, scendo”.»

Allora, sorretta solo per un braccio, lei scende,

lentamente, come un bimbo, ma scende!

Poi andiamo a trovare degli amici nella casa vicina e,

per farlo, saliamo cinque piani. Sorpresa, emozione!

Dopo un'esperienza di questo genere, l'insegnante

entusiasta deve ricordare e tenere a mente che egli

non è che un portavoce senza potere o influenze

personali, d'ordine misterioso almeno.

È evidente che la perseveranza, un pò di psicologia, il

gran desiderio di riuscire e di confortare,

l'entusiasmo del compito intrapreso servono in

qualche modo da leva psicologica. In effetti, soltanto

grazie all'autosuggestione il crollo delle immagini

precedenti ha operato l'apparente miracolo. Ma è

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comunque solo un miracolo apparente, perché senza

alcun dubbio la lesione era guarita in precedenza.

Verruche,

eczemi,

cicatrizzazioni...

Infinitamente più probante anche se molto meno

spettacolare è la scomparsa, ritenuta banale, delle

verruche.

Anche qui, entra semplicemente in gioco il sottile

meccanismo dell'autosuggestione e si tratta allora,

nel senso inverso dell'organizzazione delle stimmate,

di disorganizzare quelle piccole escrescenze

resistenti a vari trattamenti. Il caso che segnalo era

una vecchia storia che durava dieci anni, liquidata in

tre settimane dopo una ripetizione semplice, persino

ingenua, ma priva di attenzione, cosa che è

fondamentale.

Una chiazza eczematosa resistente a ogni intervento

e cura per due anni è scomparsa progressivamente

dopo qualche settimana. In questo caso preciso posso

affermare che era in gioco soltanto l'idea di

un'esperienza personale fatta con scetticismo e

curiosità. Ma c'erano sia lo stato di rilassamento sia

quello di oggettiva accettazione del metodo.

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Nessuno ignora la cicatrizzazione di ferite

affrettata da una secrezione più abbondante della

linfa, anch'essa provocata da una suggestione

finalizzata a migliorare il morale.

Mi ricordo anche, agli inizi della mia esperienza, di un

esoftalmo (protrusione dei bulbi oculari dalla cavità

orbitaria) curato da un medico dell'Ospedale Necker

che preparava la paziente all'operazione. Questa, pur

non osando dirglielo, seguiva assiduamente le lezioni

di autosuggestione. Dopo un anno il dottore, sorpreso

del miglioramento, riesce finalmente a sapere che

cosa aveva fatto la sua giovane paziente. Le dichiara

allora che l'intervento non è più necessario, tanto

significativa è la felice trasformazione. Inoltre i

fenomeni nervosi (lacrime, crisi di soffocamento,

crisi di nervi) erano quasi completamente scomparsi.

Il medico ci mandò poi un'altra paziente; ma questa,

meno perseverante, non ritornò.

Ciascuno

è un caso a sé

Va forse detto che in tutti i casi dello stesso tipo si

otterranno gli stessi risultati? Non potrei affermarlo

di fronte al paziente che si presenta a noi. Ogni caso

è a sé e, come le cure mediche non producono sempre

su tutti lo stesso risultato e nemmeno negli stessi

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tempi, così, anche per la suggestione bisogna tener

conto del 'terreno'. La costituzione e le cause delle

verruche o dell'esoftalmo non saranno mai

esattamente le stesse.

Il balbettio o la fobia che abbiamo fatto sparire in

poche sedute non avranno la stessa origine di un altro

balbettio o di un'altra fobia. Infine, e soprattutto, la

ricettività, la passività non saranno identiche nei

diversi pazienti. Talvolta ci scontreremo con la

mancanza di perseveranza e le rinunce, o con una

psicologia introspettiva e razionale che ritarderà o

diminuirà le nostre possibilità e soprattutto ci

scontreremo con gli sforzi per non farlo!

Lo stato di passività del soggetto condiziona gli

effetti in proporzione.

Un caso

clamoroso

Ecco ancora un caso esaminato nei particolari. Una

giovane donna di vent'anni, dal pesante passato, esce

da un noto istituto dove alcuni specialisti l'hanno

curata. Non è più pericolosa, può essere lasciata

libera, ma è del tutto disadattata, incapace di

comportarsi normalmente: vestiti in disordine,

capigliatura scarmigliata, discussioni a non finire,

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ossessioni, disperazioni... La famiglia insiste perché io

provi con l'autosuggestione, perché nessuno vuole

occuparsi più di questa ragazza considerata guarita.

Accetto contro voglia e declinando ogni

responsabilità. Dal punto di vista della sua origine il

caso non ci interessa.

La giovane donna viene due volte alla settimana a

ricevere una suggestione particolare alla quale non

crede, ma che accetta di buon grado. Inoltre, pratica

il metodo regolarmente. Pochi mesi dopo, il

miglioramento ottenuto le consente di trovare una

sistemazione e dopo anni si impegna a sufficienza per

mantenere il lavoro. «Quanto tempo durerà?» mi

chiedono scettici alcuni. Il caso è grave e, a priori,

non di competenza del metodo di Coué.

Tuttavia grazie ad esso, si guadagna tempo, e forse

diventa ragionevole anche la speranza di un

ristabilimento prolungato o definitivo se si riesce a

superare una fase pericolosa.

L'infanzia sconvolta dai drammi famigliari ha

gravemente impressionato il soggetto, già

predisposto allo squilibrio per ragioni ereditarie.

Questo lungo periodo di calma non solo la salverà

forse definitivamente, ma anche e soprattutto le

restituirà la coscienza di comportarsi normalmente,

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la fiducia in sé, dopo essere stata considerata pazza!

Perché questa parola, senza alcuna precauzione per la

sua sensibilità acuta e la sua enorme suscettibilità, è

stata pronunciata davanti a lei.

Quanto agli effetti della suggestione inconscia, non

sono meno sorprendenti.

Un altro

ricordo

Dopo il rischio di una pericolosa amputazione, dopo

settimane di medicazioni dolorose, di complicazioni e

di sofferenze continue, una paziente aveva

finalmente avuto dei punti di sutura, che dovevano

accelerare la sua guarigione. Ma i rigonfiamenti sui

bordi della tremenda cicatrice crescevano

anormalmente e con ogni evidenza avrebbero causato

un nuovo intervento. Pur essendo un intervento non

grave, il suo annuncio aveva messo a dura prova

l'abituale coraggio della paziente che, del tutto

snervata, si abbandonò a una disperazione

sconvolgente.

Con l'unico desiderio di calmare quell'agitazione, di

darle il tempo di riprendersi e tranquillizzarsi nei

pochi giorni che la separavano dall'intervento, sola

con lei, opponevo con calma e forza una smentita

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formale alle previsioni del chirurgo. Aggiungo, per

spiegare e giustificare il mio procedimento, che la mia

pietà, il mio desiderio di darle sollievo erano allora

molto intensi.

«Questo tipo di rigonfiamenti scompare sempre

spontaneamente», le dicevo. «Sono sorpresa

dell'errore del tuo medico...» Le lacrime si

fermarono. «Lo credi?

Sarebbe possibile?» Stimolata da questa speranza e

in certo modo dalla paura, dal desiderio profondo di

evitare la sala operatoria, l'anestesia e tutto ciò che

queste cose rappresentano, e impressionata anche

dalla mia audace affermazione, la calma giunse

istantanea.

Qualche giorno dopo, durante la visita... sento ancora

l'esclamazione del chirurgo al momento della

medicazione:... vedo ancora la meraviglia di tutti. Le

indesiderate escrescenze erano scomparse.

In disparte, in un angolo della camera, assistevo

silenziosa, commossa di questo risultato inatteso.

Nessun altro oltre a me ha mai saputo nulla della

causa iniziale, nemmeno la paziente, scettica per

natura e all'epoca assai lontana da qualsiasi

applicazione metodica del sistema di Coué.

E poi chi avrebbe dato ascolto a una giovane che si

fosse permessa di esporre una teoria psicosomatica

in un simile luogo? Una giovane che, oltre tutto, non

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era ne medico ne infermiera, e nemmeno, a quel

tempo, insegnante all'Istituto di Coué!

Tuttavia a chi si presenta a noi, raccomandiamo prima

di tutto una cura medica, a meno che non l'abbia già

seguita senza ottenerne effetti, anche se si tratta di

una persona chiaramente suggestionabile.

Il carisma

di Coué

Per quanto con la sua grande onestà Coué lo negasse,

la gente gli attribuiva un potere terapeutico

personale.

Con questa convinzione gli pseudomiracoli si

moltiplicavano. I sordi psichici sentivano e gli

apparecchi acustici venivano abbandonati. Spesso si

operava una specie di sblocco automatico. Cancellata

in precedenza la causa iniziale, scomparsa l'idea

negativa (cosciente o no) ricompariva il

comportamento normale.

Mi ricordo ancora di aver visto dei pazienti toccare

discretamente la giacca di Coué; si sa che, in certi

casi, la convinzione di una misteriosa influenza può

aggiungere qualcosa di decisivo al fattore

suggestione.

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Tutto ciò allora faceva molto rumore, ma le false

interpretazioni che a lungo accompagnarono Coué e il

suo metodo continuano a nuocergli anche dopo la sua

morte.

Il metodo

resta

Scomparso l'uomo, tutto apparentemente crolla,

almeno per molti, poiché la base del suo metodo viene

ignorata o rimane incompresa. È per questo che oggi,

molto più che nel passato, è necessario far leva sulla

teoria, sforzandoci di renderla il più chiara possibile.

Inoltre la teoria può evolversi nella sua

presentazione, dato che l'espressione delle verità,

nel corso del tempo, è qualcosa di momentaneo e

sempre imperfetto.

Paradossalmente, pur essendo ciò che soprattutto lo

rende efficace, quel che nuoce al metodo è proprio la

sua semplicità di applicazione. Con Coué tutto è

semplice e ognuno può usare da sé lo strumento

proposto.

Fuori da qualsiasi pretesa, questo geniale maestro del

subconscio raggiunge risultati sorprendenti e lo fa

senza la difficile elaborazione di altri metodi che

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propongono applicazioni difficili talvolta pericolose,

comunque sempre delicate.

Coué nelle sue succinte opere scritte sembra

ignorare la propria ingegnosità, e semplificare a

piacere, condannandosi così al ruolo del parente

povero nella scienza della mente umana. Non è ne

medico ne psichiatra ne psicoanalista e questo lo

segna definitivamente, tuttavia che risultati ottiene,

che pace riesce a dare, che equilibrio permette,

questo prodigioso 'mago' della salute e della felicità!

Che straordinaria esperienza si nasconde quindi sotto

la sua bonomia sottile, sorridente e ottimista? La sua

tecnica sembra essere il risultato di una sintesi che

si sarebbe operata in lui a sua insaputa.

Dietro un procedimento apparentemente

semplicistico, si profila tutta un'articolata e

complessa visione del mondo e dell’uomo.

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Quelli che falliscono

Principali cause

d'insuccesso

del metodo

Dopo aver insistito sulle nostre possibilità di

successo, precisato il processo delle guarigioni

istantanee, dei miglioramenti e dei progressi, diremo

ora qualche parola sui nostri insuccessi, o, meglio,

sulle loro cause più frequenti e controllabili.

Ancor prima che il metodo di Coué si diffondesse - ce

lo racconta un vecchio clinico carico d'esperienza che

all'epoca non trovò nulla di meglio per guarire la sua

asma polmonare - una buona maggioranza della

popolazione di Nancy sperimentava l'autosuggestione.

Scarsa

documentazione

Pur trovandosi alla fonte di tutte le informazioni,

alcuni, tuttavia, trascuravano di documentarsi con

esattezza o di piegarsi alle indicazioni proposte.

D'altronde non succede sempre così?

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156

Facile entusiasmo,

repentina delusione

In generale i risultati erano tali da incitarli a un

imprudente entusiasmo. E molti continuavano in

un'applicazione maldestra del metodo, nonostante

Coué fosse ancora presente.

Malgrado alcune magistrali sedute di Coué e alcune

autentiche guarigioni che per i non iniziati erano

prodigiose, già prendeva piede il partito dei delusi.

Senza osservare oltre, senza approfondire ancora la

questione o verificare il modo di procedere, questi

dichiararono il metodo ridicolo o inefficace.

Come è possibile comprendere che possano esistere

parallelamente fallimenti e successi?

Dopo aver eliminato i miracoli impossibili e scartato

gli allievi che non godono della piena salute mentale

(anche se ci sarebbe molto da dire su ciò che si

potrebbe fare negli istituti e negli ospedali

psichiatrici con il modesto e benefico metodo del

rilassamento e della pace), la suggestione può

effettivamente guarire o far migliorare, ma a patto

che vengano rispettate certe condizioni.

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Impazienza

Innanzi tutto gran parte dei pazienti si presentano

reclamando impazientemente un successo rapido e

completo per casi acuti o cronici. Non è un caso

sempre impossibile, a patto tuttavia che ci sia

concesso del tempo, che spesso varia a seconda dello

stato e della ricettività di ognuno.

Pur accettando normalmente le delusioni o le

lungaggini della terapia medica, questi pazienti con

noi non intendono aspettare e non ammettono che si

possa fallire.

Fin dall'inizio alcuni vogliono precisare il numero delle

lezioni, dei corsi e delle settimane necessarie. È

evidente che, in questo caso, essi poi intendono

abbandonare il metodo.

Incostanza

II lavoro di preparazione ridotto a semplici esercizi,

che il soggetto può fare da solo dopo poche

precisazioni, viene trascurato, o fatto

insufficientemente o irregolarmente, le conversazioni

sono imprudenti, la distensione incompleta o assente.

È impossibile sperare di avere risultati positivi in

queste condizioni.

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Superficialità

Ci sono anche i curiosi e gli scettici, refrattari per

principio all'autosuggestione. Tuttavia questi offrono

all'osservazione, senza evidentemente saperlo, una

notevole abbondanza di soggetti, almeno finché la

suggestione rimane ufficiosa, ricevuta

inconsciamente, subita per caso.

Restie a qualunque sistema, all'applicazione e alla

disciplina, sono queste le persone destinate a divenire

entusiasti seguaci dei guaritori, o sono quelle che

corrono dal medico al minimo allarme e, avide di nuove

specialità, durante una cura si dichiarano e si sentono

meglio prima ancora che il medicinale o la terapia

possa aver fatto effetto.

Si comprendono allora gli incontestabili successi che

diverse e contraddittorie pratiche e ascesi danno

casualmente con più o meno rischio, e con risultati

simili.

Non pretendiamo che la suggestione sia tutto,

affermiamo però che in tutto vi è suggestione.

Accettata inconsciamente, senza restrizioni, senza

timori, la meravigliosa immagine, sotto un qualsiasi

mascheramento, può assoggettare la macchina umana

alla sua influenza.

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159

Quando Coué ci dice semplicemente: «non si tratta di

volere la guarigione, ma di immaginarla», riassume

magistralmente il problema. E bisogna ancora capire

fino in fondo che cosa intenda con queste parole.

L'inganno

della volontà

Altri ancora, per finire, convinti dell'efficacia della

loro sola volontà, che è però inoperante nel campo

della funzionalità, riuscirono senza mai sospettarlo, in

una delle più stupefacenti autosuggestioni, ma senza

un metodo preciso.

Per una volta si tratta del perfetto accordo della

formula “voglio, dunque posso”, quello dell'immagine

mentale di guarigione con la trionfante certezza che

moltiplica il loro proprio desiderio. Nessun conflitto,

a meno che non si tratti di applicazione razionale

cosciente.

Ed ecco ora i seguaci che offrono le maggiori

possibilità di successo. Seguiti dal loro medico,

attenti alle nostre spiegazioni, aggiungono

prudentemente l'aiuto della autosuggestione

quotidiana (respirazione profonda, esercizi di

addestramento, presenza frequente alle lezioni):

tutto si annuncia per il meglio.

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Tuttavia il tempo passa, li sentiamo delusi,

scoraggiati, mentre altri ci raccontano i felici

mutamenti rapidamente constatati: all'inizio appena

percettibili, poi segnati da alternative, da tappe

raggiunte e favoriti da nuove partenze.

Che cosa succede agli altri? In genere lo sappiamo.

Sebbene ci dicano di raggiungere quell'abbandono del

corpo e quell'indispensabile passività della mente al

momento della suggestione, talvolta diventa

necessario far constatare loro che si tratta di

un'illusione; in questo modo in futuro sarà più facile

raggiungere lo stato richiesto.

Come procedere

in caso

d’insuccesso

Se l'allievo chiede qualche spiegazione, la cosa è

semplice: facendolo sedere gli diciamo queste parole:

«Respiri a fondo, profondamente come dopo un

grande sforzo, lasci cadere le braccia, pesanti, senza

contrazioni, per riposarsi meglio».

Poi, sollevando un braccio fino a portarlo orizzontale

al suolo, lo lasciamo andare. E non solo nella prima

fase il braccio ha tracciato il movimento con noi, ma

quando lo lasciamo per farlo cadere, molto spesso, se

non sempre, il soggetto lo mantiene in posizione

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orizzontale, dimostrando di non essere affatto

rilassato.

Riprendiamo la spiegazione, ricominciamo, finalmente

l'allievo sembra riuscire e possiamo sperare che

abbia la possibilità di acquisire lo stato indispensabile

per l'autosuggestione.

Tuttavia l'osservazione attenta ci rivela che spesso si

verifica per qualche frazione di secondo

un'impercettibile esitazione prima che il braccio

ricada. E questo prova che esso viene riportato alla

posizione verticale volontariamente, anche se con

maggiore discrezione.

Ripetuto troppe volte, l'esercizio non sempre porta a

una completa distensione e, in questo caso, se ci

ostiniamo si corre il rischio di applicazione, sforzo e

di conseguenza di insuccesso definitivo.

Così, dopo aver dimostrato il meccanismo del

momentaneo insuccesso, e senza insistere oltre,

procediamo indirettamente per ottenere il risultato.

Dopo un colloquio che consente innanzi tutto una

certa forma di sollievo e di liberazione, l'allievo già

disteso, molto spesso fiducioso e pieno di simpatia, è

comodamente sistemato in una posizione di riposo.

Dolce calore nella stanza, luce bassa, atmosfera

tranquilla.

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Reso più semplice, più facile, più comprensibile

perché in parte già sentito, l'allievo concepisce e

realizza finalmente molto meglio quell'abbandono che

non gli viene mai chiesto al momento.

Ogni seduta porta a un più completo abbandono,

durante il quale l'insegnante parla dolcemente con

una suggestione lunga e cullante.

Constatiamo in molti soggetti una sonnolenza, un

leggero stordimento altrettanto favorevoli.

Anche senza rilassamento constatiamo alcuni

risultati, ma sono lenti e sempre insufficienti se non

nulli.

Altra

situazione-tipo

Infine un'altra causa molto frequente di fallimenti,

che si verifica tra gli allievi convinti.

Infatti, se preso alla lettera, il metodo rischia di

essere da molti male applicato.

Con la cordicella annodata, questi ripetono una

ventina di volte la formula generale: “ogni giorno,

sotto tutti gli aspetti, io vado di bene in meglio”, a

velocità accelerata come se si trattasse di un obbligo

fastidioso.

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163

Altri, invece, la recitano al ritmo normale e

desiderabile. Sarebbe quindi perfetto per loro se

riuscissero ad addormentarsi durante la ripetizione o

alla fine. Ma in quel momento, interrompendo la litania

di durata eccessiva per la loro scarsa pazienza e

aspettando il sonno che non viene, vengono invasi da

una folla di altri pensieri, non sempre tra i migliori.

Tra la suggestione e il riposo trova spazio una

moltitudine di immagini, la cui attività prosegue

consciamente e poi inconsciamente al posto e in luogo

della benefica formula così abilmente completa e

semplificata.

La questione è fondamentale: l'immagine, e l'abbiamo

visto nelle pagine precedenti, è essa stessa una

specie di prologo, una certa forma di atto.

Ed ecco che, essendo stata rispettata solo la lettera

del metodo, il suo modo d'utilizzo può condizionare un

fallimento.

Vediamo quindi in questo caso che molti di noi

traggono vantaggio da un adattamento del metodo al

loro comportamento al momento del riposo.

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Sforzarsi

di non sforzarsi!

Infine abbiamo anche degli allievi che per

raggiungere lo stato di “non sforzo”, si sforzano nel

modo più disastroso con la migliore buona volontà.

Lezioni

individuali?

Tra tutte queste difficoltà facilmente superabili,

seguendo i nostri consigli, bisogna allora concludere

che sono assolutamente necessarie le lezioni private?

Si tratta di un fattore personale, dato che non tutti

hanno gli stessi bisogni. Le lezioni collettive

consentono alla maggioranza dei risultati

apprezzabili. La lezione individuale si rivolge in

particolare ai casi delicati, a chi è inquieto, o a quegli

scrupolosi che si applicano all'eccesso alla ricerca

della perfezione impossibile, della continua

introspezione.

Sarebbe inutile entrare qui nei particolari delle

complicazioni che spesso si incontrano e che

richiedono oltre a un'attenzione particolare anche un

aiuto riconfortante e sicuro.

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Per non fallire

Dobbiamo anche dire che tra coloro che ricorrono

alle nostre sedute, private o collettive, domina spesso

un senso di insicurezza, di angoscia o di ansia che

intensifica il disordine delle funzioni e rompe in

qualche modo il ritmo del sistema vegetativo.

La suggestione deve essere appoggiata da una terapia

medica; a questa si aggiungano il soccorso e il

conforto psicologico della comprensione

dell'insegnante, assicurando così un risultato più

certo, più completo.

Sappiamo che la vita Ulteriore può essere eccessiva,

carica di turbolenza mentale, spesso popolata di

strane rappresentazioni, di superstizioni, la cui

attività si sviluppa talvolta su un piano che può essere

classificato come 'magico'.

I soggetti allora hanno dei comportamenti spossanti,

moltiplicano i gesti di scongiuro o di purificazione.

Anche queste sono, in forme diverse, suggestioni

ripetute esageratamente che provocano tensione,

stanchezza e fallimento.

Essi sono infine il gingillo di mistiche sorprendenti e

fantasiose dietro le quali si profila un'inquietudine

senza riposo.

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È quindi indispensabile che l'insegnante non solo

comprenda questi drammi ulteriori, ma non ne neghi

l'importanza, ne segua tutte le difficoltà con

pazienza, ma senza debolezze.

Questi colloqui tra l'allievo e l'insegnante provocano

reazioni preziose che si aggiungono alla semplice e

automatica registrazione raccomandata da Coué e,

specialmente in prossimità del sonno, essi ne

raddoppiano l'efficacia, stimolando la perseveranza.

Inquadrati, sostenuti, riconfortati, gli allievi non si

sentono più soli e questo clima permette di rendere

facile quello che non lo era o almeno ciò che da loro

era considerato tale.

Tuttavia lo scopo principale dell'insegnante - non

dimentichiamolo - è di insegnare a fare a meno di lui.

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In queste pagine forniamo i testi delle principali suggestioni cui si

può ricorrere, a seconda dei problemi di ciascuno. Possono essere

asportate dal libro e tenute a portata di mano, per utilizzarle in ogni

momento o per passarle agli amici in difficoltà.

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OGNI GIORNO,

SOTTO TUTTI

GLI ASPETTI,

IO VADO

DI BENE

IN MEGLIO.

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PER IL SONNO

Questa sera mi sentirò calmo e disteso.

I miei sogni saranno sereni,

la mia mente in riposo.

Il mio sonno sarà ogni notte più profondo,

più completo, più riposante.

Mi addormento nella calma del corpo e della mente.

Scivolo dolcemente in un sonno tranquillo.

PER LA CALMA

La calma giunge, tutto si placa dentro di me.

Tutto in me è calma e riposo.

Calma ed equilibrio si assestano in me.

Mi sento calmo e riposato.

in ogni circostanza, mi sento calmo

e padrone di me.

CONTRO IL TIMORE DELLA MALATTIA

Ogni giorno, sotto tutti gli aspetti,

io vado di bene in meglio.

Tutto è sano in me e reagisco bene.

Tutto in me dimostra equilibrio e salute.

Calmo e disteso acquisto forza e salute.

Suggestione e cura assicurano

la mia guarigione.

Calma e perseveranza migliorano il mio stato.

Aumentano il mio equilibrio e la mia vitalità.

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PER LA FIDUCIA IN SE STESSI

Acquisto fiducia in me stesso.

Mi sento calmo e sicuro di me.

Tutto quel che devo fare mi riesce

facilmente e semplicemente.

Il mio passo è facile, calmo, tranquillo e sicuro.

Il mio modo di parlare diviene chiaro,

armonioso e agile.

Le mie facoltà si sviluppano

di giorno in giorno.

Il mio giudizio è rapido e sicuro,

la mia memoria fedele.

I miei pensieri si svolgono con ordine

e chiarezza.

Ogni lavoro diventa per me semplice

e piacevole.

PER LA PACE MENTALE

La mia mente è in pace.

Sono in pace con me stesso.

È facile per me essere paziente,

comprensivo e giusto.

in tutto mantengo una giusta misura.

Mi sento calmo, raggiante, riposato.

PER IL CORAGGIO

Provo piacere in tutto quel che faccio.

Lavoro bene, felice e disteso.

Mi sento coraggioso, energico, entusiasta.

Le mie occupazioni mi sembrano facili.

Il lavoro mi distrae, mi interessa e mi attira.

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Appendice bibliografica

Nonostante che i principi di fondo che hanno consentito a Émile Coué

di mettere a punto, più di sessantanni fa, il metodo dell'auto-

suggestione cosciente siano ampiamente utilizzati in molte moderne

terapie e tecniche di rilassamento, non esistono praticamente in

lingua italiana, prima di questo libro, pubblicazioni sul tema, ad

eccezione dei modesti

A. Cunico L’autosuggestione cosciente, MEB, Torino

P.I. Bui Ipnosi e suggestione, Giunti-Martello, Firenze.

Tuttavia, perché il lettore possa verificare le affinità e le

differenze che il metodo di Coué presenta con le citate tecniche e

terapie si citano, a titolo di esempio

M. H. Erickson Opere complete, voi. I: La natura dell'ipnosi e

della suggestione. Astrolabio Ubaldini, Roma

l'ipnosi, che lo stesso Coué ha inizialmente praticato, è trattata in

questo libro da una delle più grandi autorità in materia, tanto sul

piano della teoria, quanto su quello della pratica

R. Shone La tecnica dell'autoipnosi. Astrolabio Ubaldini, Roma

sostenuto da recenti acquisizioni scientifiche su poco note funzioni

cerebrali, l'autore indica nell'autoipnosi, praticata con gradualità e

metodicità, una via naturale di accesso all'inconscio

Y. Davrou, J. C. Macquet Guida pratica alla sofrologia.

Astrolabio Ubaldini, Roma

si tratta di cinquanta esercizi per autoinnestare il rilassamento

necessario alla pratica della sofrologia. Nella sua applicazione più

completa questa terapia prevede, come stadio successivo, un

intervento verbale da parte di un operatore che porta l'individuo,

come nel metodo di Coué, ad autosuggestionarsi

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R Desolile Teoria e pratica del sogno da svegli guidato.

Astrolabio Ubaldini, Roma

i fondamenti dell'oniroterapia, esposti da uno dei pionieri del

metodo, condividono in particolare con l'autosuggestione di Coué

l'importanza assegnata al potere dell'immaginazione

G. De Chirico Training autogeno, red/studio redazionale. Como

uno dei più agili fra gli ormai numerosi testi sull'argomento

B. Auriol Tutti i metodi di rilassamento, red/studio redazionale,

Como

una guida articolata e completa alle migliori tecniche in uso di

rilassamento, condizione comunque essenziale alla pratica

dell'autosuggestione.

Page 173: Émile Coué & Raymonde Charpentier auto-suggestione cosciente ed red 1958

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Indice

7 Il metodo dell'autosuggestione di Coué

7 Émile Coué: l'uomo e l'opera

8 Il valore di una teoria

10 Coué, oggi

12 Una medicina 'umana'

LA PADRONANZA DI SÉ ATTRAVERSO

L'AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE

18 Appunti sull'uomo, questa strana creatura

18 L'essere cosciente e l'essere incosciente

20 Volontà e immaginazione

26 Suggestione e autosuggestione

28 Possibili utilizzazioni dell'autosuggestione

28 Domare l'immaginazione

28 Come si procede per insegnare a un individuo ad

autosuggestionarsi

36 L'autosuggestione come strumento terapeutico

42 Ultime parole di congedo

44 II ruolo del suggestionatore

45 Superiorità del metodo

45 Suggestione e sonno

46 La suggestione nella pratica medica

48 Come agisce la suggestione

50 Le affezioni morali e le tare originarie o acquisite

54 L'autosuggestione come strumento educativo

54 Agire per tempo

55 I compiti degli educatori

60 La suggestione 'pilotata'

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64 Suggestione a scuola

L'AUTOSUGGESTIONE COSCIENTE:

TEORIA E METODO

68 Introduzione all'autosuggestione di Coué

68 Breve storia della suggestione

71 Originalità del metodo di Coué

79 Il mondo delle immagini

79 Attività cosciente e subcosciente

89 Le cinque leggi della suggestione

89 La legge della Scuola di Nancy

90 La legge dell'emozione ausiliaria

92 La legge dello sforzo convertito

99 La legge della finalità subcosciente

102 La legge dell'autosuggestione

109 Dell'automatismo in generale

109 Educazione e allenamento dei riflessi

115 Cooperazione cosciente e subcosciente

119 Importanza della parola

121 Applicazioni pratiche

123 Preparazione del 'terreno'

131 Suggestioni varie

136 Suggestionare i bambini durante il sonno

RENDICONTO

DI UNA LUNGA ESPERIENZA

142 Guarigioni

142 Pseudomiracoli

146 Verruche, eczemi, cicatrizzazioni...

155 Quelli che falliscono

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155 Principali cause d'insuccesso del metodo

165 Per non fallire

171 Appendice bibliografica

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