Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era...

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n.3 Anno IV [email protected] n. 29 - giugno 2015 La buona “SOLA” di Renzi vista da Pierfrancesco Uva Festival Ben arrivata X edizione del SardiniaFilmFestival sotto il sole di Sassari dal 22 al 27 giugno Ecco tornare con il solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno e l’inizio dell’estate astrono- mica, il SardiniaFilmFestival, pur con tutte le varianti nel corso dei 10 anni di vita, ma sempre con il costante e passionale contributo alla cul- tura. Il SardiniaFilmFestival non sarà mai una meccanica rappresentazione di attrattive ma vi- sione di opere capaci di coinvolgere e fornire gli strumenti di orientamento per interpretare il nostro quotidiano. Questa é la nostra responsa- bilità, cogliere l’opportunità di aprire con il gior- no più lungo contro l’oscurità di questo mondo un po’ confuso. Angelo Tantaro Presidente del SardiniaFilmFestival Angelo Tantaro segue a pag. 8 Emergenza Cinema Sardegna Sant’Efisio pensaci Tu Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a Cagliari, quando leg- gevo sul nuovo nume- ro di “Diari di Cine- club” fresco fresco di pubblicazione, una bel- la testimonianza del sindaco di Cagliari Massimo Zedda sul ruolo del cinema e dei cineclub nella crescita cultura- le della città. “Sempre più spesso” diceva il sin- daco in chiusura del pezzo “l’Isola è scelta segue a pag. 15 Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta e va alla riscossa Siamo a metà anno e dei bandi ancora non se ne sa nulla. L’Associazione si prepara a dare battaglia continuando il suo percorso evolutivo Moviementu-Rete Ci- nema Sardegna conta (da ultimo censimento a campagna tessera- menti chiusa) più di duecento soci, e tra questi una considere- vole compagine di la- voratori del settore ci- ne-audiovisivo sardo. Esistiamo da più di due anni, da quando in maniera quasi spontanea, sulla scia di una condivisa esasperazione per i ritardi e le sordi- tà delle istituzioni, ci siamo scoperti numero- si, professionalmente competenti e in pieno diritto, oltre che dovere, di far presente alla politica che il Cinema, che rappresentiamo, ol- tre a essere veicolo di cultura può diventare una sempre più concreta risorsa per l’economia segue a pag. 14 Nutrire il pianeta C’ho faaame! Il tema della fame nel cinema italiano. Il diritto ad un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti della Terra, la preoccupazione per la qualità del cibo, ma anche una giusta riflessione sull’educazione alimentare e sulla fame nel mondo, sono i temi principali dell’Expo di Milano 2015 E sono tematiche di cui, nel corso del tem- po, non poteva non oc- cuparsi anche il cine- ma, che è stato sempre uno specchio (più o meno) fedele dei pro- blemi della nostra so- cietà. Vediamo, per esempio, quel gruppo di strani personaggi che intraprende un viag- gio verso il Nord Italia, alla ricerca disperata di cibo e all’insegna di un irrisolto grido di dolore: segue a pag. seguente Marco Antonio Pani Antonia Iaccarino Nino Genovese

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n3

Anno IV

diaridicineclubgmailcom

n 29 - giugno 2015

La buona ldquoSOLArdquo di Renzi vista da Pierfrancesco Uva

Festival

Ben arrivata X edizione del SardiniaFilmFestival sotto il sole di

Sassari dal 22 al 27 giugno

Ecco tornare con il solstizio drsquoestate il giorno piugrave lungo dellrsquoanno e lrsquoinizio dellrsquoestate astrono-mica il SardiniaFilmFestival pur con tutte le varianti nel corso dei 10 anni di vita ma sempre con il costante e passionale contributo alla cul-tura Il SardiniaFilmFestival non saragrave mai una meccanica rappresentazione di attrattive ma vi-sione di opere capaci di coinvolgere e fornire gli strumenti di orientamento per interpretare il nostro quotidiano Questa eacute la nostra responsa-bilitagrave cogliere lrsquoopportunitagrave di aprire con il gior-no piugrave lungo contro lrsquooscuritagrave di questo mondo un porsquo confuso

Angelo TantaroPresidente del SardiniaFilmFestival

Angelo Tantaro

segue a pag 8

Emergenza Cinema Sardegna

SantrsquoEfisio pensaci

Tu

Era il primo di maggio la festa di SantrsquoEfisio a Cagliari quando leg-gevo sul nuovo nume-ro di ldquoDiari di Cine-clubrdquo fresco fresco di pubblicazione una bel-la testimonianza del

sindaco di Cagliari Massimo Zedda sul ruolo del cinema e dei cineclub nella crescita cultura-le della cittagrave ldquoSempre piugrave spessordquo diceva il sin-daco in chiusura del pezzo ldquolrsquoIsola egrave scelta

segue a pag 15

Emergenza Cinema Sardegna

Moviementu si conta

e va alla riscossa

Siamo a metagrave anno e dei

bandi ancora non se ne

sa nulla LrsquoAssociazione si

prepara a dare battaglia

continuando il suo percorso

evolutivo

Moviementu-Rete Ci-nema Sardegna conta (da ultimo censimento a campagna tessera-menti chiusa) piugrave di duecento soci e tra questi una considere-vole compagine di la-voratori del settore ci-ne-audiovisivo sardo Esistiamo da piugrave di due anni da quando in

maniera quasi spontanea sulla scia di una condivisa esasperazione per i ritardi e le sordi-tagrave delle istituzioni ci siamo scoperti numero-si professionalmente competenti e in pieno diritto oltre che dovere di far presente alla politica che il Cinema che rappresentiamo ol-tre a essere veicolo di cultura puograve diventare una sempre piugrave concreta risorsa per lrsquoeconomia

segue a pag 14

Nutrire il pianeta

Crsquoho faaame

Il tema della fame nel

cinema italiano Il diritto

ad unrsquoalimentazione sana

sicura e sufficiente per

tutti gli abitanti della Terra

la preoccupazione per la

qualitagrave del cibo ma anche

una giusta riflessione

sullrsquoeducazione alimentare e

sulla fame nel mondo sono

i temi principali dellrsquoExpo di

Milano 2015

E sono tematiche di cui nel corso del tem-po non poteva non oc-cuparsi anche il cine-ma che egrave stato sempre uno specchio (piugrave o meno) fedele dei pro-blemi della nostra so-cietagrave Vediamo per esempio quel gruppo

di strani personaggi che intraprende un viag-gio verso il Nord Italia alla ricerca disperata di cibo e allrsquoinsegna di un irrisolto grido di dolore

segue a pag seguente

Marco Antonio Pani

Antonia Iaccarino

Nino Genovese

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segue da pag precedentelaquoCrsquoho faaameraquo sono gli sgangherati protago-nisti (Roberto Benigni Franco Citti Ninetto Davoli Giorgio Gaber) del film ldquoIl Minestro-nerdquo (1981) di Sergio Citti apologo feroce sulla ldquoFamerdquo intesa non solo nelle sue componenti fisiologiche sociali ed economiche ma anche come categoria antropologica esistenziale e filosofica (come non pensare alla ldquoteoria degli

alimentirdquo in Ludwig Feuerbach) E questi ldquomorti di famerdquo alla ricerca costante di quel cibo che non riescono a trovare possono rap-presentare emblematicamente il complesso rapporto che la gente ha sempre avuto con il cibo costituendo parte integrante dellrsquoimma-ginario collettivo ed attraversando tutta la storia del cinema (e in questo caso ci limitia-mo solo allrsquoItalia in cui peraltro i riferimenti ai film incentrati su questa tematica sono tal-mente numerosi che indicheremo soltanto quelli piugrave significativi) dalla fame vera e pro-pria degli anni del conflitto e dellrsquoimmediato dopoguerra allrsquoabbondanza degli anni del ldquoboomrdquo economico (unrsquoevoluzione che si puograve seguire nel film ldquoUna vita difficilerdquo diretto da Dino Ri-si nel 1961 o in ldquoCrsquoeravamo tanto amatirdquo girato nel 1974 da Ettore Scola) dal ldquorifiutordquo e dalla ldquonauseardquo del cibo degli anni Settanta alla ri-cerca della genuinitagrave della natura e delle tra-dizioni gastronomiche locali Ma se volessimo accostarci al tema della fame nel cinema at-traverso una serie di ldquoflashrdquo ecco alcune im-magini che ci balzano subito in mente col-pendoci con la loro fulgida vividezza e rappresentativitagrave iconica Ad esempio le due famiglie di poveretti tra i quali spicca la figu-ra di Totograve che - in ldquoMiseria e nobiltagraverdquo (1954) di Mario Mattograveli - si trovano di fronte ad una

tavola riccamente imbandita e piena di leccornie a cui si accostano prima con timidezza poi con sempre maggior si-curezza fino a che la loro fame atavica esplode in una irrefrenabile liberato-ria abbuffata a base di spaghetti man-giati in piedi sul tavolo e perfino infi-lati nelle tasche Ed egrave proprio Totograve con la sua ldquomascherardquo popolare (che puograve anche rimandare allrsquoaffamato Pulcinel-la) a rappresentare meglio di altri il te-ma della fame tanto che moltissimi suoi film sono pieni di espedienti da lui messi in atto per procurarsi il cibo pensiamo alla gag dellrsquoenorme sfilati-no allrsquointerno del quale egrave contenuto un pranzo completo in ldquoNapoli miliona-riardquo (1956 ) di Eduardo De Filippo o a ldquoFifa e arenardquo (1948) di Mario Mattograveli in cui Totograve preso dai morsi della fame si prepara una sorta di panino con spugna dentifricio sa-pone e schiuma da barba (e ciograve ci fa venire in mente la celebre scena di Charlot che ne ldquoLa febbre dellrsquoorordquo del 1925 dopo aver bollito una vecchia scarpa ne taglia la suola e la mangia insieme con i lacci arrivando perfino a suc-chiarne i chiodi uno per uno) Nel citato ldquoNa-poli milionariardquo sono presenti anche il con-

trabbando e la ldquoborsa nerardquo e pure in ldquoRoma cittagrave apertardquo (1945) di Roberto Rossellini dove Anna Magnani insieme ad altre donne dagrave lrsquoassalto ad un forno al grido laquoFame e paneraquo mentre ne ldquoLrsquoonorevole Angelinardquo (1947) di Luigi Zampa va alla ricerca della pasta la fa-me dei bambini egrave ben descritta in ldquoSciusciagraverdquo (1946) di Vittorio De Sica e sprazzi comici per lrsquoaffannosa ricerca del cibo da parte degli affa-mati protagonisti spuntano sovente nei film con Franchi ed Ingrassia emblematico uno di essi ldquoUltimo tango a Zagarol ldquo (1973) di Nando Cicero parodia del celebre ldquoUltimo tango a Parigirdquo di Bernardo Bertolucci in cui il famo-so burro (di Marlon Brando) con grande de-lusione della partner finisce nella pagnotta di un affamato Franco FranchiIn ldquoUn ameri-cano a Romardquo (1954 ) di Steno ecco la vivida raffigurazione che Alberto Sordi fa del giova-ne appassionato di cibo ldquoamericanordquo che perograve alla fine non riesce a resistere di fronte a un piatto di spaghetti che aggredisce con la celebre battuta laquoMaccarone mrsquohai provocato e io te distruggo adesso maccarone io me te magnoraquo O ancora sul versante grottesco

ma anche drammatico la figura del poverac-cio Stracci tipico esemplare del sottoproleta-riato romano che - nellrsquoepisodio ldquoLa ricottardquo di Pier Paolo Pasolini inserito nel film del 1963 RoGoPaG - essendo perennemente af-famato divora con aviditagrave unrsquointera forma di ricotta fino a morirne per indigestione Vale a dire la morte per il ldquotroppo mangiarerdquo co-me avviene ai protagonisti de ldquoLa grande ab-buffatardquo (1973) di Marco Ferreri metafora di una societagrave ricca ed opulenta che ha perso il vero significato e valore delle cose Ed infatti la fame ha come contrappunto lrsquoabbondanza come i due personaggi (Paolo Villaggio e Ro-berto Benigni) de ldquoLa voce della lunardquo (1990) di Federico Fellini che si trovano in una sorta di

ldquoPaese della Cuccagnardquo in cui il cibo (in questo caso gli gnocchi) sono inesauribili non finisco-no mai utopistica visione di una societagrave in cui il bisogno del cibo e la fame (nelle cui dinami-che economiche sono riscontrabili le cause principali dei conflitti tra persone o delle guer-re tra intere Nazioni) sono superati ma pur-troppo egrave solo una gran ldquobella fantasiardquo in stri-dente contrasto con la realtagrave dei nostri tempi

Nino Genovese

Mario Cipriani ldquoStraccirdquo in ldquoLa ricottardquo di Pier Paolo Pasolini 1963

Da sx Stefano Satta Flores Vittorio Gassman Nino Manfredi dal Re della mezza porzione in ldquoCrsquoeravamo tanto amatirdquo 1974 di Ettore Scola

Da sx Roberto Benigni Franco Citti e Ninetto Davoli in ldquoIl minestronerdquo 1981 diretto da Sergio Citti

ldquoMiseria e nobiltagraverdquo 1954 di Mario Mattoli con Totograve ed Enzo Turco dallrsquoomonima opera teatrale di Eduardo Scarpetta

ldquoUn americano a Romardquo un film del 1954 diretto da Steno e interpretato da Alberto Sordi in Nando Mericoni (Santi Bailor)

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Un gesuita al cinema

Egidio Guidubaldi nel ricordo di Oliviero

Padre Guidubaldi quel gran provocatore che creograve uno spazio di cultura irripetibile

Avrebbe di certo incu-riosito il suo confra-tello gesuita papa Francesco Ma altret-tanto sicuramente dopo poco lo avrebbe fatto incazzare Padre Guidubaldi era fatto cosigrave Far incazzare gli altri gli veniva natura-le spontaneo Gli pia-

ceva troppo Complice un articolo di Gaetano Marino apparso nello scorso numero di que-sta rivista molti anni dopo mi sono ritrovato a pensare a quel gesuita che ndash appunto ndash face-va uscire dai gangheri proprio tutti ad inizia-re (sia detto per veritagrave storica) dai suoi supe-riori Ma era anche quel gesuita che al contempo ha offerto ad una intera generazio-ne di cagliaritani ndash la mia ndash uno spazio di cul-tura irripetibile Il luogo Cagliari sonnac-chiosa cittagrave di mare adagiata sul porto indolente sarcastica a suo modo involonta-riamente cosmopolita Il periodo la metagrave dei settanta del secolo scorso I protagonisti un gesuita pazzo innamorato del cinema e un pubblico fatto pressocheacute nella totalitagrave di gio-vani per lo piugrave di sinistra In via Ospedale ndash una ripida salita alla cui cima vi egrave appunto lrsquoospedale cittadino per antonomasia ndash dopo la chiesa di S Michele e la Congregazione Ma-riana sede storica dei gesuiti cittadini esiste-va un cinema capiente anchrsquoesso di proprietagrave della Compagnia di Gesugrave Bene in questo ci-nema Guidubaldi organizzograve il piugrave formidabile cineclub (ma guai a chiamarlo cosigrave) che la memoria cittadina ricordi Grazie alla sua passione sfrenata portograve a Cagliari quanto di meglio vi era del cinema italiano ed interna-zionale La passione cinefila di quasi tutti noi si svolse ligrave Formidabili quegli anni avrebbe scritto molto dopo uno dei protagonisti di al-lora ma forse non per quello che pensava lui La cifra di tutto era la curiositagrave Si scoprivano le cose la vita richiedeva urgentemente di sa-pere di provare di sperimentare Si facevano cosigrave esperienze memorabili per noi ventenni di allora politiche culturali sentimentali personali Il cinema ne era uno dei caposaldi Nella mia cittagrave esistevano tre luoghi ldquotopicirdquo Il primo era il circolo del cinema ldquobenedettordquo dal Partito (quello per eccellenza con la ldquoPrdquo maiuscola) Scorpacciate di impegno politico sociale resistenziale trionfi del neorealismo Film che abbiamo amato immensamente Co-me dire Erano film ldquonostrirdquo Il sale della terra Il cammino della speranza Rocco e i suoi fra-telli ma anche le pellicole di Chaplin che in tal modo scoprimmo essere comunista Char-lot era dei nostri Interminabili dibattiti Fu-mo da intossicare i polmoni per il resto dei pro-pri giorni Tantissima passione ideali roboanti ma generosi e sinceri voglia di apprendere e di

confrontarsi Un entusiasmo che ti consenti-va di assistere a film del socialismo reale dei quali eravamo certi del valore pur sfuggendo-cene il motivo Il secondo luogo di apprendi-mento ndash e qui parlo della mia esperienza per-sonalissima ma (credetemi) largamente diffusa ndash era il cinema Corallo Nuovo Cinema Paradiso ha copiato da ligrave pur senza saperlo Cinema di terza o anche decima visione Ma programmavano tutto Cinema drsquoannata ov-viamente tutto Hitchcock i vecchi noir fran-cesi e americani gli western americani (Ford in testa) cosigrave come Sergio Leone e i suoi mi-gliaia di epigoni Argento e gli horror nostra-ni ma anche Monicelli Risi Germi come an-che le commedie pseudosexy allrsquoitaliana Ambiente non propriamente raffinato Una volta vi fu accoltellato a morte uno spettatore

pregiudicato a sua volta Si faceva a gara per individuarne la poltroncina Il terzo luogo mi-tico era il cinema di Guidubaldi in palese con-trapposizione rispetto a quello ldquodel Partitordquo (e viceversa ovviamente) Tuttavia noi li fre-quentavamo entrambi non percheacute ecumenici (come si comprenderagrave tra breve) ma percheacute famelici di cinema Cosigrave il locale era sempre gremitissimo Cinema drsquoautore e non solo (e certamente non film ldquocattolicirdquo eo edificanti dal punto di vista religioso tuttrsquoaltro) Al ter-mine anche ligrave il dibattito era obbligatorio Ma non nel senso come vuole una leggenda metropolitana che Guidubaldi chiudesse a chiave le porte per costringere a partecipare al dibattito la porta non era chiusa ma nessuno se ne andava egualmente Guidubaldi con-trollava e conosceva tutti Non avrebbe tolle-rato defezioni Incuteva un magnetico rispet-to della regola (non scritta ma inesorabile) del dibattito finale Il gesuita cinefilo letteral-mente ci interrogava su quanto si era appena visto Poi ci offriva ndash ci imponeva ndash la sua in-terpretazione che sin da allora pur giovinet-ti come eravamo ci appariva del tutto cervel-lotica provocatoria intelligentissima ma sfuggente allrsquoumana comprensione Un esem-pio per tutti Il sorriso del grande tentatore di

Damiano Damiani (1974) Guidubaldi chiede-va a noi vittime incolpevoli chi fosse il gran-de tentatore del titolo Le provammo tutte Satana Dio stesso uno ad uno i diversi prota-gonisti del film Nulla Guidubaldi al termine dellrsquointerrogatorio decise che il grande tenta-tore egrave lo spettatore del film Sgomento in sala Secondo me per il solo gusto di provocare aveva inventato la cosa ligrave per ligrave Lrsquoaneddotica potrebbe essere infinita Ma un episodio va raccontato anche per correggere qualche (ve-niale) imprecisione del ritratto di Guidubaldi proposto da Gaetano Marino nel testo citato in apertura La vicenda egrave ndash ai miei occhi ndash sem-plicemente fantastica giudicherete voi Lrsquoin-faticabile gesuita amava infatti il cinema di cui a suo modo era molto competente Ma purtroppo amava anche il teatro in questo caso senza capirne nulla Si era nel 1977 Era appena accaduto il fattaccio di Lama conte-stato e cacciato dallrsquouniversitagrave romana della Sapienza Polemiche asperrime Io ero allora il responsabile cagliaritano degli studenti della

segue a pag successiva

Oliviero Diliberto

Padre Edigio Guidubaldi detto Braccobaldo il vulcanico gesuita scomparso nel febbraio del 1994 a 74 anni

Volantino programmazione cinema drsquoessai sala San Michele - Cagliari Anno 1976 Tema in rassegna fra il ltltsuccessogtgt e lrsquoltltavanguardiagtgt Cicli I generi filmici (Archivio personale Elisabetta Randaccio)

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segue da pag precedenteFederazione giovanile comunista Svolgem-mo unrsquointransigente difesa di Lama segreta-rio generale della Cgil per noi unrsquoicona Bene Guidubaldi si inventograve un testo teatrale scritto interamente da lui e da lui interamente reci-tato insieme ad alcuni sciagurati ldquocomplicirdquo (vittime in realtagrave) Era ndash pensate ndash una sorta di musical Verteva proprio su Lama lo sbef-feggiava si incarogniva contro di lui In un te-atrino angusto vicino al cinema di cui ho det-to nelle serate in cui non erano previste proiezioni Guidubaldi proponeva a (massi-mo) cinque spettatori questa rappresentazio-ne Per noi della Federazione giovanile comu-nista era un affronto Decidemmo di agire (allrsquoinsaputa del Partito a dire la veritagrave ce lo avrebbero impedito) Intendevamo disturba-re ndash ma in realtagrave nei fatti impedire ndash lo spet-tacolo Eravamo una trentina (sei volte gli spettatori abitualihellip) ed andammo al teatro di Guidubaldi Pagammo regolarmente tutti il biglietto Stop Fermo immagine Provate a ri-fletterci Sono passati quarantrsquoanni vi imma-ginate oggi un gruppo di contestatori che pa-ga lrsquoingresso in sala Distanza siderale Noi invece pagammo (poco ma pagammo) Una volta in sala rumoreggiammo e contestammo tanto che lo spettacolo non poteacute proseguire Si scatenograve il finimondo Ma a dirla tutta Gui-dubaldi (autore del testo regista protagoni-sta imprenditore teatrale) non chiamograve come pure avrebbe potuto le forze dellrsquoordine Si li-mitograve da solo a fronteggiare noi poveri unto-relli Ce ne disse di tutti i colori Noi rispon-demmo Se paragonati ad oggi i toni ndash che ci parevano allora concitati ndash erano quelli di una pacata conversazione in una sala da thegrave Ma allora sembrava una rissa Che fu anche quasi sfiorata quando il gesuita iniziograve a sventolare i nostri soldi quelli del biglietto gridando ldquoodo-re di popolordquo Ci prendeva in giro Gli avevamo

pagato quellrsquoobbrobrio La mia amica Anna Maria effettivamente cercograve di ucciderlo sul posto (senza troppa convinzione ben sapen-do che lrsquoavremmo fermata e cosigrave fu) Il giorno dopo naturalmente tutti al cinema di Guidu-baldi

Oliviero Diliberto

Volantino programmazione cinematografica sala San Michele - Cagliari Anno 1980 Tema in rassegna ldquoCinema in funzione politicardquoSezione giovani (Archivio personale Elisabetta Randaccio)

La tessera di unrsquoassociata al cineforum della sala San Michele-Cagliari Attivitagrave annorsquo75 -rsquo76(Archivio personale di Elisabetta Randaccio)

Quando il cinema ldquoerardquo politica

Il Centro Universitario Cinematografico a Cagliari il contraltare ldquolaicordquo del cineforum

organizzato sulla sponda cattolica dal gesuita padre Guidubaldi

Una vita fa metagrave anni lsquo70 ebbi modo di oc-cuparmi ndash in modo si-stematico - di cinema A Cagliari fui per una stagione presidente del CUC ( Centro Uni-

versitario Cinematografico) le cui riunioni si tenevano presso la societagrave Umanitaria vera ispiratrice del CUC allora dislocata in via Mo-lise Avevo smesso da poco la funzione di se-gretario della sezione universitaria Carlo Marx del Pci Lo ricordo percheacute vissi quellrsquoe-sperienza al CUC come una naturale prosecu-zione della politica che in quegli anni era idealitagrave impegno culturale organizzazione sacrificio In questo senso cinema ldquoerardquo poli-tica Ma non era un palindromo ovvero la po-litica non era cinema niente effetti speciali nessuna spettacolarizzazione ma molto rigore

e serietagrave forse anche troppa In quellrsquoanno approntammo un programma di films sul te-ma de lrsquounitagrave drsquoItalia Ricordo solo due titoli ndash ldquoAllonsanfagravenrdquo dei fratelli Taviani e ldquoBronterdquo di Florestano Vancini - tutta la rassegna com-

prendeva opere di grande spessore culturale ma anche di grande richiamo niente prodotti

di nicchia tale da incrementare a molte centi-naia di iscritti la forza dellrsquoassociazione Le proiezioni ndash la domenica mattina nel cinema dismesso da anni ldquoAristonrdquo di via Deledda ndash erano accompagnate dalla diffusione di una nota di commento al film La proiezione e la

segue a pag successiva

Cagliari via Ospedale 8 nel quartiere storico Stampace Edificio dei Padri Gesuiti sede del Cineclub allora gestito da Egidio Guidubaldi (noto Bracco) fucina di cultura cagliaritana negli anni lsquo70 Sullo sfondo la chiesa di San Michele officiata dai padri gesuiti Lrsquoedificio sacro rappresenta la principale testimonianza di arte barocca in cittagrave Annesso alla chiesa sorge lrsquoex Casa del noviziato dei gesuiti oggi ospedale militare (foto di Patrizia Masala)

Walter Piludu

ldquoAllonsanfagravenrdquo egrave un film del 1974 scritto e diretto da Paolo e Vittorio Taviani Nella foto rivoluzionari in camicia rossa e contadini siciliani

Walter P iludu che coltivava unrsquoaltra delle sue passioni il pianoforte e la musica

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segue da pag precedentediffusione della nota per centinaia di persone costituivano lrsquoazione di ldquomassardquo quella che mistava piugrave a cuore Il CUC era in quegli anni il contraltare ldquolaicordquo del cineforum organizzato

sulla sponda cattolica dal gesuita padre Gui-dubaldi Nella settimana successiva alla proie-zione nei locali di via Molise si svolgeva la di-scussione sul film attivitagrave che era di grande importanza per Fabio Masala direttore e gran

patrograven dellrsquoUmanitaria percheacute ad essa attri-buiva un ruolo decisivo nei processi formativi di nuovi operatori culturali Io ero meno con-vinto di questo aspetto percheacute i numeri dei partecipanti assidui ndash poco piugrave di una dozzina ndash lo confinavano in una dimensione elitaria Ma avevo torto percheacute lrsquoazione non era affatto incompatibile con lrsquoattivitagrave di ldquomassardquo anzi la integrava efficacemente contribuendo a co-struire una positiva esperienza culturale per alcuni giovani e a fare del CUC nel suo com-plesso una tappa certo minore ma non irrile-vante nellrsquoallargamento del tessuto democrati-co della cittagrave

Walter Piludu

Nato a Milano nel 1950 trasferitosi a Cagliari nel 1964 nel 1971si iscrisse al PCI contribuendo a formare la sezio-ne universitaria ldquoCarlo Marxldquo della quale sarebbe poi sta-to segretario dal 1972 al 1974 Ha diretto lrsquoorganizzazione giovanile del partito (la FGCI) egrave stato prima segretario della federazione di Cagliari e poi segretario regionale del-la Sardegna Aderigrave poi a Rifondazione Comunista del quale fu coordinatore regionale uscendone poi nel 1994 Dal 2011 egrave malato di SLA Nel 2015 viene intervistato dal programma televisivo Le Iene sul tema dellrsquoeutanasia

Fabio Masala fondatore della Cineteca Sarda e direttore del CSC di Cagliari della Societagrave Umanitaria scomparso nel 1994 Numerose le attivitagrave formative sviluppate dalla Societagrave Umanitaria e da Fabio Masala Ha lasciato unrsquo impronta indelebile nel mondo della cultura e dellrsquoassociazionismo cinematografico internazionale

Attuale interno della sala del Cinema dei Gesutii in via Ospedale 8 di Cagliari

Luigi Di Gianni il male di San Donato

Tra i maestri italiani del cinema del reale Luigi Di Gianni egrave quello che si egrave mag-giormente confronta-to con la sfera etnoantropologica Giagrave il suo primo documen-tario ldquoMagia Lucanardquo

(1958) si confrontava con la sopravvivenza di antiche forme magiche avvalendosi della consulenza scientifica di Ernesto De Martino lrsquoetnologo che ha rivoluzionato il modo di rap-portarsi ai riti arcaici spingendo ad accanto-nare quellrsquoottica sprezzante che ha lungamen-te connotato la cultura progressista Aderendo a questa svolta culturale Di Gianni concepi-sce lrsquoaudiovisivo come mezzo atto a favorire la comprensione di realtagrave arcane mettendo in evidenza il modo in cui intere collettivitagrave ndash le-gate da forti vincoli comunitari ndash affrontano sofferenze in parte dovute a un vissuto di mi-seria In virtugrave drsquoun obiettivo siffatto egli non intende semplicemente registrare il reale ri-tenendo necessaria quellrsquoattivitagrave ordinatrice dellrsquoautore che non si risolve solo in movimen-ti di macchina appropriati o in un montaggio ragionato ma interviene anche sulla scena predisponendola in modo da far risaltare gli aspetti piugrave emblematici dellrsquouniverso cultura-le rappresentato Rispetto a questa prassi plu-ridecennale unrsquoeccezione egrave costituita da ldquoIl male di San Donatordquo (1965) breve documentario (10 minuti di durata) dedicato alla festa che si svolge ogni anno a Montesanto Salentino nel-le giornate del 6 e 7 agosto e che fino a non molto tempo fa portava con seacute la richiesta di grazia al santo taumaturgo da parte di epilet-tici e portatori di disturbi nervosi e psicopato-logie varie In questo caso infatti il regista ha eccezionalmente filmato tutto in presa diret-ta conseguendo risultati espressivi sorpren-denti A tale significativa tappa di un percorso tra i piugrave originali del cinema italiano le edi-zioni Kurumuny nel 2006 hanno dedicato il volume intitolato appunto ldquoIl male di San Do-natordquo in cui troviamo i contributi di diversi studiosi tra i quali Vincenzo Esposito docen-te di Storia del Cinema alla Federico II di Na-poli e firma nota ai lettori di Diari di Cineclub noncheacute unrsquointervista rilasciata dal regista a Luigi Chiriatti Lrsquointento dellrsquointeressante pubblicazione egrave quello di mettere a fuoco i presupposti culturali e le conseguenti opzioni stilistiche del documentarista Drsquoaltronde pur con le sue peculiaritagrave lrsquoopera in questione ne conferma alcune caratteristiche tipiche a partire dalla proverbiale capacitagrave di sintesi di cui si ha testimonianza nellrsquoincipit dove in una manciata di secondi viene delineata una precisa condizione sociale Due inquadrature fisse ndash la prima di un vicolo la seconda drsquoun bambino appoggiato a un muro di abbacinan-te biancore ndash e una panoramica tra povere co-struzioni liberano la voce fuori campo di un onere permettendole di concentrarsi unica-mente sulla festa e sulle sue implicazioni Presto

infatti siamo posti di fronte alla immagini della processione che dalla Chiesa Madre del paese porta la statua di San Donato in una cappella ai margini dellrsquoabitato Qui la rap-presentazione corale della popolazione in cor-teo coesiste con il primo apparire di quelle persone sofferenti che saranno protagoniste della parte centrale del documentario Nella quale i malati di fatto impossessandosi della cappella esplodono in gesti plateali rotolan-dosi incessantemente per terra o rivolgendosi al santo urlando Nellrsquointervista a Chiriatti Di Gianni parla di ldquopersone in trancerdquo cui ldquopotevi camminare sui () piedirdquo senza che se ne accor-gessero In questa situazione limite il regista lasciandosi guidare dal proprio ldquoistintordquo nella ricerca ldquodei momenti piugrave suggestivirdquo egrave riuscito in realtagrave a restituirci qualcosa di piugrave di singoli brani illuminanti a tratti accostandoci al mi-sterioso dialogo in atto tra unrsquoumanitagrave dolente

ed il suo protettore Un confronto segnato da una concitazione che si placa solo nelle ore se-rali quando i malati esausti si coricano allrsquoin-terno dellrsquoambiente sacro e alla prevalenza del-la voce umana si sostituisce il commento musicale di Egisto Macchi impregnato della sensibilitagrave avanguardistica di questo composi-tore ed evocativo non di una raggiunta pace in-teriore ma drsquoun dramma soltanto interrotto Ersquo questo in effetti il ruolo che Di Gianni ha sem-pre assegnato alla musica quello di far affiora-re le piugrave riposte valenze di immagini di grande forza comunicativa Anche il sonoro quindi partecipa dello sforzo volto a sollecitare lo spet-tatore a misurarsi con una realtagrave lontana sen-za liquidarla come prodotto drsquoun mondo arre-trato Drsquoaltra parte la rinuncia al pregiudizio e la disponibilitagrave allo stupore sono indispensabili per entrare in sintonia con un autore che come scrive Vincenzo Esposito supera la spesso ldquooziosa () distinzione fra arte e scienzardquo percheacute muove da quella ldquocuriositagrave per gli uominirdquo che egrave la ldquobaserdquo dellrsquoattivitagrave creativa come di quella cono-scitiva

Stefano Macera

Stefano Macera

Luigi Di Gianni

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Cinema e Turismo

Il cinema nel Gargano

Chi conosce il Gargano come luogo da anni apprezzato per la vil-leggiatura forse non sa che questo territo-rio da lungo tempo egrave stato preferito anche per girare importanti

film da parte di registi e produttori cinemato-grafici E cinema e turismo spesso si sono in-contrati in questo bellissimo territorio del sud Italia Quando nel 1958 Gina Lollobrigida par-tecipa - nel ruolo della giovane e sensuale Ma-rietta ndash alle riprese a Porto Manacore ed a Ro-di Garganico del film laquoLa Legge (La loi)raquo diretta da Jules Dassin estratto dal romanzo di Roger Vailland arriva sul promontorio una

troupe del cinegiornale lsquorsquoCaleidoscopio Ciakrsquorsquo e realizza un servizio relativo alla pellicola poi proiettato nelle sale Italiane il 6 Novem-bre Appaiono le (antiche) macchine da presa il ciak e le attrezzature Egrave inquadrato anche Marcello Mastroianni Ma lrsquoattrice ndash qui nel suo unico set in Puglia ndash aveva rapporti con questa regione giagrave da lungo tempo tanto che nel 1950 era stata la protagonista del film laquoAli-naraquo diretta dal regista Giorgio Pagravestina nativo di Andria e prodotto da Arrigo Atti per la ca-sa cinematografica barese lsquorsquoActa Filmrsquorsquo dei fra-telli Atti Ma la storia della cinematografia nel promontorio era iniziata oltre un secolo fa ed ha coinvolto progressivamente Manfredonia Vico del Gargano Monte SantrsquoAngelo Peschi-ci Carpino Mattinata Lesina e Sannicandro Garganico oltre alla stessa Rodi ed alle Isole Tremiti Al di fuori del Gargano si egrave iniziato a girare anche in altre due localitagrave della Daunia Lucera e Cerignola Questo per fermarci al 1968 anno che segna il punto finale di questa breve storia Ma andiamo per ordine ed esa-miniamo i primi dieci film ed un documenta-rio tutti girati in provincia di Foggia in que-sto arco di tempo Manfredonia Cominciamo proprio dal turismo percheacute nel 1912 la Citta-dina (che ha giagrave dodicimila abitanti) egrave la pro-tagonista del documentario destinato al mer-cato estero laquoManfredonia Southern Italyraquo girato in formato 35mm su 85 metri di pellicola

(durata poi ridotta a dodici minuti) prodotto dalla Societagrave Italiana Cines di Roma La pelli-cola egrave molto importante percheacute egrave in assoluto la prima girata in Puglia Ecco le case del cen-tro gli uomini seduti accanto al muretto la piazza con la chiesa ed il grande campanile quadrato uno zoom sul castello in rovina una donna in posa per la macchina fotografi-ca altre scene di strada un vecchio ed una donna i ruderi di una chiesa il particolare di una scultura il palazzo del Comune e la Catte-drale Non manca un viaggio al vicino e anti-chissimo Santuario di San Michele a Monte SantrsquoAngelo con ldquoLa Colonna dellrsquoArcangelordquo vista attraverso un arco e la celebre Grotta Il film fa parte di una serie dedicata alle localitagrave turistiche Italiane e viene proiettato in Fran-cia Gran Bretagna e Stati uniti drsquoAmerica Bi-sogna attendere mezzo secolo per rivedere un set a Manfredonia anche questo rivolto al mercato internazionale egrave il regista inglese Ralph Thomas che gira laquoThe High Bright Sunraquo (In Italia distribuito con il titolo lsquorsquoIl Sole scotta a Ciprorsquorsquo) con location nella base mili-tare vicino al castello di Manfredi di Svevia ed anche al Monte Saraceno a Monte SantrsquoAnge-lo a Mattinata e dintorni per ambientare le isole del Mediterraneo Siamo nel 1964 ed arri-vano sul Gargano grandi attori britannici co-me Dirk Bogarde e Denholm Elliot o america-

ni come George Chakiris e Susan Stra-sberg Vico del Garga-no La seconda loca-litagrave nel promontorio coinvolta dal Cine-ma egrave San Menaio borgo marinaro e frazione di Vico del Gargano nel 1927 si gira uno degli ultimi film muti laquoLrsquoIntrusa (Una Straniera a San Menaio)raquo diretto da C Louis Martini e prodotto dalla casa di produzione Gar-ganica Film con sede a Lucera (lunghezza metri 2057) Prota-

gonista egrave Pina Serena della Scuola Azzurri Da segnalare che anche in questo Paese avvie-ne la lavorazione del citato film laquoLa Leggeraquo Monte SantrsquoAngelo Arriviamo al 1940 con il film drammatico laquoLa Morte civileraquo (distribui-to nel 1942 da Generalcine) di Ferdinando Ma-ria Poggioli trasposizione cinematografica del dramma di Paolo Giacometti girato inte-ramente a Monte comprese le scene in inter-ni che raffigurano il Penitenziario realizzate nelle case di Monte Nel cast Renato Cialente Carlo Ninchi Dina Sassoli Vittorio Sanni Nel film si esibisce il gruppo folkloristico lsquorsquoLa Pacchianellarsquorsquo Il prossimo film saragrave lsquorsquoIl sole scotta a Ciprorsquorsquo Vanno ricordate le immagini

che raffigurano comrsquoera un secolo fa il San-tuario di San Michele Arcangelo inserite nel citato documentario su Manfredonia Peschi-ci Siamo nel 1954 ed esce nelle sale laquoIl figlio dellrsquoUomo (Ecce homo Il figlio dellrsquouomo)raquo film religioso in bianco e nero di Virgilio Sa-bel con Fiorella Mari prodotto dalla San Paolo Film di Don Giacomo Alberione (il quale ha curato la sceneggiatura) e girato lrsquoanno prece-dente (92rsquo distribuito sia in 16mm che in 35mm) tra Torre di Monte Pucci Monte drsquoE-lio nella striscia di terra tra i laghi di Lesina e Varano e nella spiaggia di Capojale poi allrsquoAb-bazia di Kagravelena ed a Rodi Garganico Nella la-vorazione prende parte attiva la popolazione di Peschici lrsquoUltima Cena avviene nella Chie-sa della Madonna di Loreto e sono coinvolti i pescatori della zona e i contadini dellrsquoagro nelle casette a cupola del Borgo San Nicola con gli asini e le mucche nelle grotte Il prossi-mo film saragrave laquoLa Leggeraquo Rodi Garganico Il piccolo Paese egrave coinvolto nel periodo 195458 in due film di cui si egrave giagrave detto laquoIl Figlio dellrsquoUomoraquo e laquoLa Leggeraquo Carpino Alcune sce-ne del film laquoLa Leggeraquo sono girate a Carpino nel periodo in cui il Paese raggiunge il massi-mo della popolazione (settemila abitanti che andranno poi diminuendo progressivamen-te) Isole Tremiti Anche le Diomedee sono coinvolte in varie produzioni Le prime due sono nel 1961 laquoThe Guns of Navaroneraquo di J Lee Thompson con David Niven Gregory Peck Antony Qeen Irene Papas (lsquorsquoI Cannoni di Navaronersquorsquo) prodotto e distribuito dalla Co-lumbia Pictures con poche scene che risulta-no ambientate nelle isole Elleniche e - nel 1968 - laquoViolenza al sole (unrsquoestate in quattro)raquo film di Florestano Vancini girato ed ambientato interamente nelle isole al largo del Gargano con Bibi Andersson Giuliano Gemma Gun-nar Bjoumlrnstrand Rosemarie Dexter e con lrsquoat-tore salentino Brizio Montinaro Mattinata Paese coinvolto nelle riprese del citato film laquoIl Sole scotta a Ciproraquo Lesina e Sannicandro Garganico Ed eccoci nel 1965 anno in cui vie-

ne girato principalmente in questi due Paesi (ma anche nei centri vicini ma ambientato tutto nel centro maggiore Sannicandro) il

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Adriano Silvestri

ldquoLa leggerdquo (La loi) del 1958 di 126 minuti di Jules Dassin tratto dallrsquoomonimo romanzo di Roger Vailland con Gina Lollobrigida Marcello Mastroianni

ldquoLrsquointrusa Una straniera a San Menaiordquo film muto del 1927 diretto da C Louis Martini Egrave molto importante per la storia del cinema in Puglia percheacute soltanto tre pellicole mute risultano girate nelle regione

Rosemarie Dexter e Giuliano Gemma in ldquoViolenza al sole-Unrsquoestate in quattrordquo di Florestano Vancini 1968

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segue da pag precedentedocumentario laquoLrsquoantimiracoloraquo (87rsquo) di Elio Piccon con voce fuori campo del compianto attore barese Riccardo Cucciolla film premia-to alla XXVI Mostra del Cinema di Venezia con

targa Leone di San Marco Per concludere pare corretto inserire una nota relativa a due gran-di centri della provincia di Foggia piugrave volte coinvolti nella lavorazione di film per citare i primi set allestiti Lucera Giagrave nel 1923 Genna-ro Jovine gira interamente a Lucera il film mu-to dal titolo laquoMaria vieni a Marcelloraquo una commedia prodotta dalla Garganica Film so-cietagrave con sede nello stesso Comune con lrsquoatto-re napoletano Gennarino Sebastiani e con Lia-na Vittori Un reportage nel 1976 de lsquorsquoIl Panorama Cinematograficorsquorsquo sul set de laquoIl Sol-dato di venturaraquo ispirato alla Disfida di Bar-letta e girato nella Fortezza Normanna di Lu-cera da Pasquale Festa Campanile contiene una intervista al regista ed a Bud Spencer nel ruolo di Ettore Fieramosca al fianco di Philip-pe Leroy Cerignola Il primo film girato egrave nel 1958 laquoGambe drsquoororaquo commedia musicale di Turi Vasile con Totograve prodotto per la Titanus Le scene mostrano lo stadio la Cattedrale il nuovo Cinema Corso (tuttora funzionante) una casa vinicola e le strade della Cittadina La colonna sonora con musiche di Lelio Luttazzi egrave lsquorsquoQuesto egrave il fascino del footballrsquorsquo Una parte egrave riservata a Jimmy il Fenomeno attore nativo di Lucera Tantissimi film saranno girati a Foggia e provincia negli anni seguenti soprat-tutto a partire dal 2007 con la Fondazione Apulia Film Commission

Adriano Silvestri

Nota Il testo comprende elementi tratti dalle Pagine Wiki-pedia tutte compilate dal sottoscritto e dedicate ai film laquoMaria vieni a Marcelloraquo (aperta il 19 Luglio 2009) laquoLrsquointrusaraquo (28 Luglio 2009) laquoIl figlio dellrsquoUomoraquo (23 Ot-tobre 2011) laquoManfredonia Southern Italyraquo (18 Aprile 2012) e laquoLa morte civileraquo (19 Aprile 2012)

Piccon partorigrave lrsquoidea di andare a girare a San Nicandro Garganico in Provincia di Foggia ldquoLrsquoantimiracolordquo (1964) Un film etno-antropologico tra i piugrave riusciti del genere ldquocondotto con uno stile mai visto primardquo e che nonostante vincitore al Festival di Venezia del 1965 del ldquoLeone San Marcordquo uscigrave male nelle sale (a fine agosto) e venne letteralmente massacrato dalla censura la quale si accanigrave contro non tanto per qualche scena di castissimo nudo ma in quanto la pellicola stagliava sullo schermo una realtagrave in controcorrente coi fasti del boom economico

Film e libri in transito

Gli appassionati di cinema sono anche dei buoni lettori

di libri Libri in transito al cineclub FICC di Almese Una

esperienza da imitare

Con il mese di maggio si conclude la seconda stagione del cineclub di Almese in provin-cia di Torino con dei risultati molto inte-ressanti Il primo egrave che il numero di abbo-nati arrivati a un cen-tinaio nella stagione 201314 egrave quasi tripli-cato il secondo egrave che la trovata dei ldquoLibri in

transitordquo egrave diventata una realtagrave consolidata La nascita di questa iniziativa egrave stata del tutto casuale Un anno fa una nostra ab-bonata del cineclub mentre entra in sa-la ci chiede il permesso di mettere dei li-bri in omaggio sul tavolino dove teniamo le nostre cartelline con le schede dei film Drsquoistinto diciamo di sigrave senza chiedere di cosa si tratti alla fine della proiezione film la signora in questione ci spiega di essere la bibliotecaria del comune di Al-mese e di volere regalare ai nostri abbo-nati qualche libro per due motivi il pri-mo riguarda la scarsa frequenza della biblioteca e il secondo come sia inutile in tale situazione tenere addirittura due o piugrave copie di uno stesso libro sugli scaf-fali Dalla settimana seguente la gente ha cominciato a chiederci percheacute stessimo fa-cendo una iniziativa simile e noi abbiano pen-sato di inventare un regolamento che spiegasse la nostra proposta Abbiamo quindi esposto dei cartelli con queste parole Al Magnetto prima e dopo il cine-ma scambio drsquoidee anche con i libriLIBRI IN TRANSITOIl cineclub partecipa e sostiene questa iniziativa in collaborazione con la biblio-teca di Almese Il regolamento egrave ispirato alla massima libertagrave1 si puograve prendere un libro senza alcuna formalitagrave2 si puograve tenerlo oppure riportar-lo dopo averlo letto3 si possono portare dei libri per contribuire allo scambio di idee In quel momento non potevamo imma-ginare che la proposta avrebbe funzionato cosigrave bene da non richiedere alcun altro inter-vento da parte nostra i libri aumentano in modo spontaneo e sono gli stessi lettori che oltre a partecipare agli scambi si consigliano tra loro nella scelta di titoli e di autori Un fat-to molto divertente egrave successo poche sere fa stavo parlando con unrsquoamica giornalista che egrave anche una divoratrice di libri prendendola amichevolmente in giro percheacute aveva sigrave porta-to due suoi libri da aggiungere al tavolo ma ne aveva anche presi quattro Una spettatrice

attenta alla nostra conversazione egrave intervenu-ta dicendo ldquonon si deve fare cosigrave pensi un porsquo se tutti facessero come lei Vede anchrsquoio ho preso un libro ma quello ritirato lrsquoaltra volta lrsquoho giagrave riportatordquo Ho subito cercato di spie-gare che si trattava di un piccolo scherzo tra amici senza perograve riuscire a convincerla del tutto Ormai Il tavolo non piugrave abbastanza grande per contenere tutti i libri egrave diventato il punto intorno al quale prima e dopo i film i nostri abbonati si fermano a chiacchierare di letteratura e di cinema Cosigrave insieme allrsquoocca-sione di vedere un buon film egrave cresciuta la vo-glia di scambiare opinioni tra persone le quali

prima si conoscevano solo di vista Insomma la voglia di parlare di libri e di cinema sta con-

quistando sempre piugrave spazio noi partecipia-mo attivamente a questi scambi di idee e sco-priamo una miriade di situazioni curiose sui gusti dei nostri abbonati

Alberto E Calosso

Associazione 35mm

Alberto E Calosso

Lrsquoingresso alla sala del cinema di Almese con libri in transito esposti

Lrsquointerno della sala cinematografica dellrsquoAssociazione 35 mm sempre gremita

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Festival

Sardinia Film Festival news

Risponde il direttore artistico Carlo Dessigrave

Egrave partito il conto alla rovescia per il Sardi-nia Film Festival 2015 che come gli anni scorsi arriva a Sassari nellrsquoultima settimana di giugno dal 21 al 27 Questa volta perograve si tratta di unrsquoedizione davvero speciale per-cheacute coincide con i pri-mi dieci anni di vita della manifestazione ideata dal Cineclub

Sassari nellrsquoormai lontano 2006 Il direttore artistico Carlo Dessigrave super-impegnato con i preparativi delle ultime settimane ha trovato il tempo di raccontare ai lettori di Diari di Ci-neclub le novitagrave di questrsquoanno e di tracciare un bilancioDove spegnerete le dieci candeline di questa edizio-neIn uno dei posti piugrave affascinanti di Sassari il parco di Monserrato che la sera del 21 in coincidenza con il solstizio drsquoestate diventeragrave un fondale magico per il nostro compleannoE cosa avete organizzato per i festeggiamenti Prima di tutto abbiamo deciso di condividerli con unrsquoaltra associazione culturale molto amata dal pubblico non solo sardo lrsquoOrche-stra Jazz della Sardegna che a giugno compie 25 anni e saragrave diretta per lrsquooccasione dal mae-stro Marco Tiso Lrsquoevento si intitola ldquoJazz a Ci-necittagraverdquo ed egrave un omaggio ai grandi registi del-la commedia allrsquoitaliana come Mario Monicelli Dino Risi Alberto Sordi e agli stra-ordinari musicisti che realizzarono le musi-che dei loro capolavori Piero Piccioni Ar-mando Trovajoli Riz OrtolaniDal 22 si rientra nella sede storica del Quadrilate-ro Quanti cortometraggi sono arrivati e qual egrave il

calendario delle proiezioniOrmai siamo abituati ai grandi numeri e an-che questa volta sono arrivati oltre 900 corti tra i quali ne abbiamo selezionato 60 Li pre-

senteremo al pubblico dal 22 al 27 giugno nella nostra sede storica il Polo Didattico ldquoIl

Quadrilaterordquo di viale Mancini con proiezioni pomeridiane (nelle aule) e serali (nel cortile)Prima di passare ai dettagli raccontiamo come egrave nato il Sardinia Film FestivalIl SFF che adesso compie 10 anni egrave nato a sua volta per festeggiare un compleanno il mezzo secolo del Cineclub Sassari fondato nel dopo-guerra da ldquoregisti-pionierirdquo come Nando Sca-nu Bruno Ricci Silvio Bredo Pinuccio Fara Arturo Usai Aldo Widmar Domenico Arru Benito Castangia Era un gruppo che aderiva al Neorealismo e realizzava su pellicole 16 millimetri brevi film girati per le strade di Sassari e Alghero oppure ambientati nelle campagne tra i pastori o impegnati in unrsquoin-dagine sociale del banditismo Un gruppo con unrsquoesperienza enorme che ci ha trasmesso la passione necessaria ad iniziare un progetto ambizioso come il Sardinia Film FestivalCosa ha regalato il festival alla cittagrave di Sassari Credo che abbia regalato uno sguardo piugrave am-pio sul mondo In una cittagrave che negli ultimi 10 anni ha visto ridursi sempre piugrave lrsquoofferta ci-nematografica con la chiusura progressiva delle sale il SFF egrave stato ed egrave una finestra aper-ta sulle varie cinematografie europee e mon-diali Soprattutto per quanto riguarda gli au-tori piugrave giovani E poi ha contribuito ad allenare il pubblico a guardare i film in lingua originale Allrsquoinizio puograve sembrare faticoso ma come sa bene chi ci segue lrsquoemozione di ascol-tare la vera voce degli attori egrave impagabileIl festival ha contribuito anche a sdoganare il valo-re dei cortometraggiCredo proprio di sigrave In dieci anni sono costan-temente aumentati gli appassionati del gene-re felici di vedere nello stesso giorno tanti film piccoli solo nella durata ma spesso intri-ganti e ben costruiti come i lungometraggiVeniamo allrsquoedizione 2015 che novitagrave ci sonoCe ne sono tante ma quella che ci rende parti-colarmente felici egrave un meeting di tre giorni di giovani film maker europei sotto i trentrsquoanni

segue a pag successiva

Grazia Brundu

Il parco di Monserrato lrsquoarea verde di Sassari si estende su unrsquoarea di circa 6 ettari Saragrave questa la location delrsquoinaugurazione della X Edizione del SFF con la magica Orchestra Jazz della Sardegna

Carlo Dessigrave il direttore artistico della X edizione del SFF e presidente del Cineclub Sassari organizzatore del Festival

La sede storica del SardiniaFF il Quadrilatero dellrsquoUniversitagrave di Sassari in Viale Pasquale Mancini molto seguito da studenti e cittadini della cittagrave ma anche provenienti da tutte le zone della Sardegna e autori dei film in concorso provenienti da ogni parte del mondo

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segue da pag precedenteche arriveranno a Sassari dalle principali scuole di cinematografia delle loro nazioni Il meeting egrave stato fortemente voluto dal Comune di Sassari e dalla Fondazione Sardegna Film CommissionCosa avete preparato per loroAbbiamo pensato a un programma piuttosto intenso Si va dalle proiezioni incrociate di film delle varie scuole agli aperitivi serali con il pubblico Ma soprattutto egrave in agenda un in-contro con un gruppo di buyers di importanti network europei che arriveranno al festival per scegliere alcuni cortometraggi da acqui-stare e per svelare quali sono gli ldquoingredientirdquo che rendono commercialmente appetibile un film E poiNegli stessi giorni avremo ospiti alcuni tecni-ci e responsabili di Arri Italia con cui abbia-mo stretto una partnership e i film maker po-tranno provare le nuove cineprese e i sistemi di illuminazione a basso consumo energeticoQuindi i giovani autori verranno qui per ldquolavora-rerdquo Niente svago per loroCerto che sigrave abbiamo pensato anche a quello lrsquoultimo giorno del festival li porteremo a visi-tare posti suggestivi del Nord Ovest della Sar-degna ideali anche come set cinematografici Chissagrave che qualcuno di loro non decida di gi-rare un filmAltre novitagraveVoglio ricordarne almeno altre due La prima egrave la sezione ldquoBack to the landrdquo che in linea con Expo 2015 (uno dei nostri patrocinatori) rac-coglie film che parlano di salvaguardia dellrsquoam-

biente e utilizzo responsabile delle risorse E poi un premio per gli esordienti intitolato a Federico Lubino un promettente film maker sassarese purtroppo scomparso nel 2012A proposito di giovani quali tra i filmmaker sardi visti al SFF sono conosciuti anche fuori dallrsquoisola

Sono tanti ma per fare solo qualche nome mi limito a citare Bonifacio Angius che con ldquoPer-fidiardquo egrave stato lrsquounico italiano selezionato a Lo-carno Joe Bastardi vincitore del Premio Ba-saglia al Festival del Valdarno Cinema Fedic Paolo Bandinu che adesso lavora a Berlino e che ha regalato al SFF una bellissima sigla Michela Anedda che ha frequentato un ma-ster allrsquoEdimburgh College of art in Scozia rea-lizzando la splendida animazione Cogas vin-citrice al SFF 2014 Quale immagine le viene in mente pensando al Sardinia Film FestivalMi viene in mente una rete una rete di colla-borazioni che si sviluppa a livello locale e in-ternazionale Partiamo dal primoMi riferisco alla collaborazione con gli stu-denti e i docenti dellrsquoUniversitagrave e dellrsquoAccade-mia che ci hanno aiutato a tradurre i sottoti-toli dei film e che realizzeranno servizi tv e interviste oltre a formare delle giurie speciali E poi la collaborazione con i comuni di Villa-nova Monteleone e Bosa che a luglio e ad ago-sto ospiteranno due sezioni distaccate del fe-stival dedicate rispettivamente al documentario e allrsquoanimazioneE a livello internazionaleIl SFF si egrave scoperto una vocazione da globe trotter che lo sta portando in giro per lrsquoEuropa a stringere partnership con scuole di cinema-tografia e festival di corti Si sta sviluppando

una rete europea sancita anche dal patroci-nio della Farnesina nuovo patrocinatore del festival che va ad aggiungersi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al MibactQuali sono i vostri partner europeiLa prima maglia della nostra rete di contatti egrave

stata lo scorso febbraio la Baltic Film and Media School di Tallin Poi a maggio siamo stati al Corona Fastnet Short Film Festival di Cork in Irlanda e allrsquoinizio di giugno al Fike di Evora in Portogallo Le prossime tappe sono il Psarokakolo di Atene a luglio e lrsquoEdinburgh Short Film Festival in Scozia a novembre In ciascun festival abbiamo portato una selezio-ne di film del SFF e in questa edizione ospite-remo film e rappresentanti di ciascun festival partnerChi vuole ringraziare per il successo di questi primi dieci anniPrima di tutto i volontari che si sono alternati in vari ruoli in tutti questi anni Poi voglio di-re grazie al presidente Angelo Tantaro che ha ben rappresentato il festival negli ambienti istituzionali e soprattutto a Nando Scanu so-cio fondatore e vero cuore pulsante del Cine-

club Sassari che con la sua pazienza e il suo continuo e fattivo contributo ha reso possibile fin dalla prima edizione questa splendida ma-nifestazione

Intervista raccolta da Grazia Brundu

ldquoCogas ndash racconta Michela Anedda ndash egrave un corto di animazione stop motion Ersquo una favola dark nella quale vengono uniti gli elementi fantastici tipici della tradizione sarda con un approccio piugrave misterioso e oscurordquo Questa animazione ha vinto al SFF 2014

Nando Scanu

Sardinia Film FestivalOrganizzato daCineclub Sassari cineclubss Via Bellini 7 ndash 07100 Sassariwwwsardiniafilmfestivalit Luogo del Festival ldquoQuadrilaterordquo Uni-versitagrave di Sassari Viale Mancini

Direttore Artistico Carlo DessigravePresidente Angelo Tantaro

Sardinia Film Festival egrave un evento di eccellenza ed egrave supportato da Diari di Cineclub

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YouTube Party 9

Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

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La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

n 29

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

diaridicineclubgmailcom

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

diaridicineclubgmailcom

n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 2: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedentelaquoCrsquoho faaameraquo sono gli sgangherati protago-nisti (Roberto Benigni Franco Citti Ninetto Davoli Giorgio Gaber) del film ldquoIl Minestro-nerdquo (1981) di Sergio Citti apologo feroce sulla ldquoFamerdquo intesa non solo nelle sue componenti fisiologiche sociali ed economiche ma anche come categoria antropologica esistenziale e filosofica (come non pensare alla ldquoteoria degli

alimentirdquo in Ludwig Feuerbach) E questi ldquomorti di famerdquo alla ricerca costante di quel cibo che non riescono a trovare possono rap-presentare emblematicamente il complesso rapporto che la gente ha sempre avuto con il cibo costituendo parte integrante dellrsquoimma-ginario collettivo ed attraversando tutta la storia del cinema (e in questo caso ci limitia-mo solo allrsquoItalia in cui peraltro i riferimenti ai film incentrati su questa tematica sono tal-mente numerosi che indicheremo soltanto quelli piugrave significativi) dalla fame vera e pro-pria degli anni del conflitto e dellrsquoimmediato dopoguerra allrsquoabbondanza degli anni del ldquoboomrdquo economico (unrsquoevoluzione che si puograve seguire nel film ldquoUna vita difficilerdquo diretto da Dino Ri-si nel 1961 o in ldquoCrsquoeravamo tanto amatirdquo girato nel 1974 da Ettore Scola) dal ldquorifiutordquo e dalla ldquonauseardquo del cibo degli anni Settanta alla ri-cerca della genuinitagrave della natura e delle tra-dizioni gastronomiche locali Ma se volessimo accostarci al tema della fame nel cinema at-traverso una serie di ldquoflashrdquo ecco alcune im-magini che ci balzano subito in mente col-pendoci con la loro fulgida vividezza e rappresentativitagrave iconica Ad esempio le due famiglie di poveretti tra i quali spicca la figu-ra di Totograve che - in ldquoMiseria e nobiltagraverdquo (1954) di Mario Mattograveli - si trovano di fronte ad una

tavola riccamente imbandita e piena di leccornie a cui si accostano prima con timidezza poi con sempre maggior si-curezza fino a che la loro fame atavica esplode in una irrefrenabile liberato-ria abbuffata a base di spaghetti man-giati in piedi sul tavolo e perfino infi-lati nelle tasche Ed egrave proprio Totograve con la sua ldquomascherardquo popolare (che puograve anche rimandare allrsquoaffamato Pulcinel-la) a rappresentare meglio di altri il te-ma della fame tanto che moltissimi suoi film sono pieni di espedienti da lui messi in atto per procurarsi il cibo pensiamo alla gag dellrsquoenorme sfilati-no allrsquointerno del quale egrave contenuto un pranzo completo in ldquoNapoli miliona-riardquo (1956 ) di Eduardo De Filippo o a ldquoFifa e arenardquo (1948) di Mario Mattograveli in cui Totograve preso dai morsi della fame si prepara una sorta di panino con spugna dentifricio sa-pone e schiuma da barba (e ciograve ci fa venire in mente la celebre scena di Charlot che ne ldquoLa febbre dellrsquoorordquo del 1925 dopo aver bollito una vecchia scarpa ne taglia la suola e la mangia insieme con i lacci arrivando perfino a suc-chiarne i chiodi uno per uno) Nel citato ldquoNa-poli milionariardquo sono presenti anche il con-

trabbando e la ldquoborsa nerardquo e pure in ldquoRoma cittagrave apertardquo (1945) di Roberto Rossellini dove Anna Magnani insieme ad altre donne dagrave lrsquoassalto ad un forno al grido laquoFame e paneraquo mentre ne ldquoLrsquoonorevole Angelinardquo (1947) di Luigi Zampa va alla ricerca della pasta la fa-me dei bambini egrave ben descritta in ldquoSciusciagraverdquo (1946) di Vittorio De Sica e sprazzi comici per lrsquoaffannosa ricerca del cibo da parte degli affa-mati protagonisti spuntano sovente nei film con Franchi ed Ingrassia emblematico uno di essi ldquoUltimo tango a Zagarol ldquo (1973) di Nando Cicero parodia del celebre ldquoUltimo tango a Parigirdquo di Bernardo Bertolucci in cui il famo-so burro (di Marlon Brando) con grande de-lusione della partner finisce nella pagnotta di un affamato Franco FranchiIn ldquoUn ameri-cano a Romardquo (1954 ) di Steno ecco la vivida raffigurazione che Alberto Sordi fa del giova-ne appassionato di cibo ldquoamericanordquo che perograve alla fine non riesce a resistere di fronte a un piatto di spaghetti che aggredisce con la celebre battuta laquoMaccarone mrsquohai provocato e io te distruggo adesso maccarone io me te magnoraquo O ancora sul versante grottesco

ma anche drammatico la figura del poverac-cio Stracci tipico esemplare del sottoproleta-riato romano che - nellrsquoepisodio ldquoLa ricottardquo di Pier Paolo Pasolini inserito nel film del 1963 RoGoPaG - essendo perennemente af-famato divora con aviditagrave unrsquointera forma di ricotta fino a morirne per indigestione Vale a dire la morte per il ldquotroppo mangiarerdquo co-me avviene ai protagonisti de ldquoLa grande ab-buffatardquo (1973) di Marco Ferreri metafora di una societagrave ricca ed opulenta che ha perso il vero significato e valore delle cose Ed infatti la fame ha come contrappunto lrsquoabbondanza come i due personaggi (Paolo Villaggio e Ro-berto Benigni) de ldquoLa voce della lunardquo (1990) di Federico Fellini che si trovano in una sorta di

ldquoPaese della Cuccagnardquo in cui il cibo (in questo caso gli gnocchi) sono inesauribili non finisco-no mai utopistica visione di una societagrave in cui il bisogno del cibo e la fame (nelle cui dinami-che economiche sono riscontrabili le cause principali dei conflitti tra persone o delle guer-re tra intere Nazioni) sono superati ma pur-troppo egrave solo una gran ldquobella fantasiardquo in stri-dente contrasto con la realtagrave dei nostri tempi

Nino Genovese

Mario Cipriani ldquoStraccirdquo in ldquoLa ricottardquo di Pier Paolo Pasolini 1963

Da sx Stefano Satta Flores Vittorio Gassman Nino Manfredi dal Re della mezza porzione in ldquoCrsquoeravamo tanto amatirdquo 1974 di Ettore Scola

Da sx Roberto Benigni Franco Citti e Ninetto Davoli in ldquoIl minestronerdquo 1981 diretto da Sergio Citti

ldquoMiseria e nobiltagraverdquo 1954 di Mario Mattoli con Totograve ed Enzo Turco dallrsquoomonima opera teatrale di Eduardo Scarpetta

ldquoUn americano a Romardquo un film del 1954 diretto da Steno e interpretato da Alberto Sordi in Nando Mericoni (Santi Bailor)

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Un gesuita al cinema

Egidio Guidubaldi nel ricordo di Oliviero

Padre Guidubaldi quel gran provocatore che creograve uno spazio di cultura irripetibile

Avrebbe di certo incu-riosito il suo confra-tello gesuita papa Francesco Ma altret-tanto sicuramente dopo poco lo avrebbe fatto incazzare Padre Guidubaldi era fatto cosigrave Far incazzare gli altri gli veniva natura-le spontaneo Gli pia-

ceva troppo Complice un articolo di Gaetano Marino apparso nello scorso numero di que-sta rivista molti anni dopo mi sono ritrovato a pensare a quel gesuita che ndash appunto ndash face-va uscire dai gangheri proprio tutti ad inizia-re (sia detto per veritagrave storica) dai suoi supe-riori Ma era anche quel gesuita che al contempo ha offerto ad una intera generazio-ne di cagliaritani ndash la mia ndash uno spazio di cul-tura irripetibile Il luogo Cagliari sonnac-chiosa cittagrave di mare adagiata sul porto indolente sarcastica a suo modo involonta-riamente cosmopolita Il periodo la metagrave dei settanta del secolo scorso I protagonisti un gesuita pazzo innamorato del cinema e un pubblico fatto pressocheacute nella totalitagrave di gio-vani per lo piugrave di sinistra In via Ospedale ndash una ripida salita alla cui cima vi egrave appunto lrsquoospedale cittadino per antonomasia ndash dopo la chiesa di S Michele e la Congregazione Ma-riana sede storica dei gesuiti cittadini esiste-va un cinema capiente anchrsquoesso di proprietagrave della Compagnia di Gesugrave Bene in questo ci-nema Guidubaldi organizzograve il piugrave formidabile cineclub (ma guai a chiamarlo cosigrave) che la memoria cittadina ricordi Grazie alla sua passione sfrenata portograve a Cagliari quanto di meglio vi era del cinema italiano ed interna-zionale La passione cinefila di quasi tutti noi si svolse ligrave Formidabili quegli anni avrebbe scritto molto dopo uno dei protagonisti di al-lora ma forse non per quello che pensava lui La cifra di tutto era la curiositagrave Si scoprivano le cose la vita richiedeva urgentemente di sa-pere di provare di sperimentare Si facevano cosigrave esperienze memorabili per noi ventenni di allora politiche culturali sentimentali personali Il cinema ne era uno dei caposaldi Nella mia cittagrave esistevano tre luoghi ldquotopicirdquo Il primo era il circolo del cinema ldquobenedettordquo dal Partito (quello per eccellenza con la ldquoPrdquo maiuscola) Scorpacciate di impegno politico sociale resistenziale trionfi del neorealismo Film che abbiamo amato immensamente Co-me dire Erano film ldquonostrirdquo Il sale della terra Il cammino della speranza Rocco e i suoi fra-telli ma anche le pellicole di Chaplin che in tal modo scoprimmo essere comunista Char-lot era dei nostri Interminabili dibattiti Fu-mo da intossicare i polmoni per il resto dei pro-pri giorni Tantissima passione ideali roboanti ma generosi e sinceri voglia di apprendere e di

confrontarsi Un entusiasmo che ti consenti-va di assistere a film del socialismo reale dei quali eravamo certi del valore pur sfuggendo-cene il motivo Il secondo luogo di apprendi-mento ndash e qui parlo della mia esperienza per-sonalissima ma (credetemi) largamente diffusa ndash era il cinema Corallo Nuovo Cinema Paradiso ha copiato da ligrave pur senza saperlo Cinema di terza o anche decima visione Ma programmavano tutto Cinema drsquoannata ov-viamente tutto Hitchcock i vecchi noir fran-cesi e americani gli western americani (Ford in testa) cosigrave come Sergio Leone e i suoi mi-gliaia di epigoni Argento e gli horror nostra-ni ma anche Monicelli Risi Germi come an-che le commedie pseudosexy allrsquoitaliana Ambiente non propriamente raffinato Una volta vi fu accoltellato a morte uno spettatore

pregiudicato a sua volta Si faceva a gara per individuarne la poltroncina Il terzo luogo mi-tico era il cinema di Guidubaldi in palese con-trapposizione rispetto a quello ldquodel Partitordquo (e viceversa ovviamente) Tuttavia noi li fre-quentavamo entrambi non percheacute ecumenici (come si comprenderagrave tra breve) ma percheacute famelici di cinema Cosigrave il locale era sempre gremitissimo Cinema drsquoautore e non solo (e certamente non film ldquocattolicirdquo eo edificanti dal punto di vista religioso tuttrsquoaltro) Al ter-mine anche ligrave il dibattito era obbligatorio Ma non nel senso come vuole una leggenda metropolitana che Guidubaldi chiudesse a chiave le porte per costringere a partecipare al dibattito la porta non era chiusa ma nessuno se ne andava egualmente Guidubaldi con-trollava e conosceva tutti Non avrebbe tolle-rato defezioni Incuteva un magnetico rispet-to della regola (non scritta ma inesorabile) del dibattito finale Il gesuita cinefilo letteral-mente ci interrogava su quanto si era appena visto Poi ci offriva ndash ci imponeva ndash la sua in-terpretazione che sin da allora pur giovinet-ti come eravamo ci appariva del tutto cervel-lotica provocatoria intelligentissima ma sfuggente allrsquoumana comprensione Un esem-pio per tutti Il sorriso del grande tentatore di

Damiano Damiani (1974) Guidubaldi chiede-va a noi vittime incolpevoli chi fosse il gran-de tentatore del titolo Le provammo tutte Satana Dio stesso uno ad uno i diversi prota-gonisti del film Nulla Guidubaldi al termine dellrsquointerrogatorio decise che il grande tenta-tore egrave lo spettatore del film Sgomento in sala Secondo me per il solo gusto di provocare aveva inventato la cosa ligrave per ligrave Lrsquoaneddotica potrebbe essere infinita Ma un episodio va raccontato anche per correggere qualche (ve-niale) imprecisione del ritratto di Guidubaldi proposto da Gaetano Marino nel testo citato in apertura La vicenda egrave ndash ai miei occhi ndash sem-plicemente fantastica giudicherete voi Lrsquoin-faticabile gesuita amava infatti il cinema di cui a suo modo era molto competente Ma purtroppo amava anche il teatro in questo caso senza capirne nulla Si era nel 1977 Era appena accaduto il fattaccio di Lama conte-stato e cacciato dallrsquouniversitagrave romana della Sapienza Polemiche asperrime Io ero allora il responsabile cagliaritano degli studenti della

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Oliviero Diliberto

Padre Edigio Guidubaldi detto Braccobaldo il vulcanico gesuita scomparso nel febbraio del 1994 a 74 anni

Volantino programmazione cinema drsquoessai sala San Michele - Cagliari Anno 1976 Tema in rassegna fra il ltltsuccessogtgt e lrsquoltltavanguardiagtgt Cicli I generi filmici (Archivio personale Elisabetta Randaccio)

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segue da pag precedenteFederazione giovanile comunista Svolgem-mo unrsquointransigente difesa di Lama segreta-rio generale della Cgil per noi unrsquoicona Bene Guidubaldi si inventograve un testo teatrale scritto interamente da lui e da lui interamente reci-tato insieme ad alcuni sciagurati ldquocomplicirdquo (vittime in realtagrave) Era ndash pensate ndash una sorta di musical Verteva proprio su Lama lo sbef-feggiava si incarogniva contro di lui In un te-atrino angusto vicino al cinema di cui ho det-to nelle serate in cui non erano previste proiezioni Guidubaldi proponeva a (massi-mo) cinque spettatori questa rappresentazio-ne Per noi della Federazione giovanile comu-nista era un affronto Decidemmo di agire (allrsquoinsaputa del Partito a dire la veritagrave ce lo avrebbero impedito) Intendevamo disturba-re ndash ma in realtagrave nei fatti impedire ndash lo spet-tacolo Eravamo una trentina (sei volte gli spettatori abitualihellip) ed andammo al teatro di Guidubaldi Pagammo regolarmente tutti il biglietto Stop Fermo immagine Provate a ri-fletterci Sono passati quarantrsquoanni vi imma-ginate oggi un gruppo di contestatori che pa-ga lrsquoingresso in sala Distanza siderale Noi invece pagammo (poco ma pagammo) Una volta in sala rumoreggiammo e contestammo tanto che lo spettacolo non poteacute proseguire Si scatenograve il finimondo Ma a dirla tutta Gui-dubaldi (autore del testo regista protagoni-sta imprenditore teatrale) non chiamograve come pure avrebbe potuto le forze dellrsquoordine Si li-mitograve da solo a fronteggiare noi poveri unto-relli Ce ne disse di tutti i colori Noi rispon-demmo Se paragonati ad oggi i toni ndash che ci parevano allora concitati ndash erano quelli di una pacata conversazione in una sala da thegrave Ma allora sembrava una rissa Che fu anche quasi sfiorata quando il gesuita iniziograve a sventolare i nostri soldi quelli del biglietto gridando ldquoodo-re di popolordquo Ci prendeva in giro Gli avevamo

pagato quellrsquoobbrobrio La mia amica Anna Maria effettivamente cercograve di ucciderlo sul posto (senza troppa convinzione ben sapen-do che lrsquoavremmo fermata e cosigrave fu) Il giorno dopo naturalmente tutti al cinema di Guidu-baldi

Oliviero Diliberto

Volantino programmazione cinematografica sala San Michele - Cagliari Anno 1980 Tema in rassegna ldquoCinema in funzione politicardquoSezione giovani (Archivio personale Elisabetta Randaccio)

La tessera di unrsquoassociata al cineforum della sala San Michele-Cagliari Attivitagrave annorsquo75 -rsquo76(Archivio personale di Elisabetta Randaccio)

Quando il cinema ldquoerardquo politica

Il Centro Universitario Cinematografico a Cagliari il contraltare ldquolaicordquo del cineforum

organizzato sulla sponda cattolica dal gesuita padre Guidubaldi

Una vita fa metagrave anni lsquo70 ebbi modo di oc-cuparmi ndash in modo si-stematico - di cinema A Cagliari fui per una stagione presidente del CUC ( Centro Uni-

versitario Cinematografico) le cui riunioni si tenevano presso la societagrave Umanitaria vera ispiratrice del CUC allora dislocata in via Mo-lise Avevo smesso da poco la funzione di se-gretario della sezione universitaria Carlo Marx del Pci Lo ricordo percheacute vissi quellrsquoe-sperienza al CUC come una naturale prosecu-zione della politica che in quegli anni era idealitagrave impegno culturale organizzazione sacrificio In questo senso cinema ldquoerardquo poli-tica Ma non era un palindromo ovvero la po-litica non era cinema niente effetti speciali nessuna spettacolarizzazione ma molto rigore

e serietagrave forse anche troppa In quellrsquoanno approntammo un programma di films sul te-ma de lrsquounitagrave drsquoItalia Ricordo solo due titoli ndash ldquoAllonsanfagravenrdquo dei fratelli Taviani e ldquoBronterdquo di Florestano Vancini - tutta la rassegna com-

prendeva opere di grande spessore culturale ma anche di grande richiamo niente prodotti

di nicchia tale da incrementare a molte centi-naia di iscritti la forza dellrsquoassociazione Le proiezioni ndash la domenica mattina nel cinema dismesso da anni ldquoAristonrdquo di via Deledda ndash erano accompagnate dalla diffusione di una nota di commento al film La proiezione e la

segue a pag successiva

Cagliari via Ospedale 8 nel quartiere storico Stampace Edificio dei Padri Gesuiti sede del Cineclub allora gestito da Egidio Guidubaldi (noto Bracco) fucina di cultura cagliaritana negli anni lsquo70 Sullo sfondo la chiesa di San Michele officiata dai padri gesuiti Lrsquoedificio sacro rappresenta la principale testimonianza di arte barocca in cittagrave Annesso alla chiesa sorge lrsquoex Casa del noviziato dei gesuiti oggi ospedale militare (foto di Patrizia Masala)

Walter Piludu

ldquoAllonsanfagravenrdquo egrave un film del 1974 scritto e diretto da Paolo e Vittorio Taviani Nella foto rivoluzionari in camicia rossa e contadini siciliani

Walter P iludu che coltivava unrsquoaltra delle sue passioni il pianoforte e la musica

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segue da pag precedentediffusione della nota per centinaia di persone costituivano lrsquoazione di ldquomassardquo quella che mistava piugrave a cuore Il CUC era in quegli anni il contraltare ldquolaicordquo del cineforum organizzato

sulla sponda cattolica dal gesuita padre Gui-dubaldi Nella settimana successiva alla proie-zione nei locali di via Molise si svolgeva la di-scussione sul film attivitagrave che era di grande importanza per Fabio Masala direttore e gran

patrograven dellrsquoUmanitaria percheacute ad essa attri-buiva un ruolo decisivo nei processi formativi di nuovi operatori culturali Io ero meno con-vinto di questo aspetto percheacute i numeri dei partecipanti assidui ndash poco piugrave di una dozzina ndash lo confinavano in una dimensione elitaria Ma avevo torto percheacute lrsquoazione non era affatto incompatibile con lrsquoattivitagrave di ldquomassardquo anzi la integrava efficacemente contribuendo a co-struire una positiva esperienza culturale per alcuni giovani e a fare del CUC nel suo com-plesso una tappa certo minore ma non irrile-vante nellrsquoallargamento del tessuto democrati-co della cittagrave

Walter Piludu

Nato a Milano nel 1950 trasferitosi a Cagliari nel 1964 nel 1971si iscrisse al PCI contribuendo a formare la sezio-ne universitaria ldquoCarlo Marxldquo della quale sarebbe poi sta-to segretario dal 1972 al 1974 Ha diretto lrsquoorganizzazione giovanile del partito (la FGCI) egrave stato prima segretario della federazione di Cagliari e poi segretario regionale del-la Sardegna Aderigrave poi a Rifondazione Comunista del quale fu coordinatore regionale uscendone poi nel 1994 Dal 2011 egrave malato di SLA Nel 2015 viene intervistato dal programma televisivo Le Iene sul tema dellrsquoeutanasia

Fabio Masala fondatore della Cineteca Sarda e direttore del CSC di Cagliari della Societagrave Umanitaria scomparso nel 1994 Numerose le attivitagrave formative sviluppate dalla Societagrave Umanitaria e da Fabio Masala Ha lasciato unrsquo impronta indelebile nel mondo della cultura e dellrsquoassociazionismo cinematografico internazionale

Attuale interno della sala del Cinema dei Gesutii in via Ospedale 8 di Cagliari

Luigi Di Gianni il male di San Donato

Tra i maestri italiani del cinema del reale Luigi Di Gianni egrave quello che si egrave mag-giormente confronta-to con la sfera etnoantropologica Giagrave il suo primo documen-tario ldquoMagia Lucanardquo

(1958) si confrontava con la sopravvivenza di antiche forme magiche avvalendosi della consulenza scientifica di Ernesto De Martino lrsquoetnologo che ha rivoluzionato il modo di rap-portarsi ai riti arcaici spingendo ad accanto-nare quellrsquoottica sprezzante che ha lungamen-te connotato la cultura progressista Aderendo a questa svolta culturale Di Gianni concepi-sce lrsquoaudiovisivo come mezzo atto a favorire la comprensione di realtagrave arcane mettendo in evidenza il modo in cui intere collettivitagrave ndash le-gate da forti vincoli comunitari ndash affrontano sofferenze in parte dovute a un vissuto di mi-seria In virtugrave drsquoun obiettivo siffatto egli non intende semplicemente registrare il reale ri-tenendo necessaria quellrsquoattivitagrave ordinatrice dellrsquoautore che non si risolve solo in movimen-ti di macchina appropriati o in un montaggio ragionato ma interviene anche sulla scena predisponendola in modo da far risaltare gli aspetti piugrave emblematici dellrsquouniverso cultura-le rappresentato Rispetto a questa prassi plu-ridecennale unrsquoeccezione egrave costituita da ldquoIl male di San Donatordquo (1965) breve documentario (10 minuti di durata) dedicato alla festa che si svolge ogni anno a Montesanto Salentino nel-le giornate del 6 e 7 agosto e che fino a non molto tempo fa portava con seacute la richiesta di grazia al santo taumaturgo da parte di epilet-tici e portatori di disturbi nervosi e psicopato-logie varie In questo caso infatti il regista ha eccezionalmente filmato tutto in presa diret-ta conseguendo risultati espressivi sorpren-denti A tale significativa tappa di un percorso tra i piugrave originali del cinema italiano le edi-zioni Kurumuny nel 2006 hanno dedicato il volume intitolato appunto ldquoIl male di San Do-natordquo in cui troviamo i contributi di diversi studiosi tra i quali Vincenzo Esposito docen-te di Storia del Cinema alla Federico II di Na-poli e firma nota ai lettori di Diari di Cineclub noncheacute unrsquointervista rilasciata dal regista a Luigi Chiriatti Lrsquointento dellrsquointeressante pubblicazione egrave quello di mettere a fuoco i presupposti culturali e le conseguenti opzioni stilistiche del documentarista Drsquoaltronde pur con le sue peculiaritagrave lrsquoopera in questione ne conferma alcune caratteristiche tipiche a partire dalla proverbiale capacitagrave di sintesi di cui si ha testimonianza nellrsquoincipit dove in una manciata di secondi viene delineata una precisa condizione sociale Due inquadrature fisse ndash la prima di un vicolo la seconda drsquoun bambino appoggiato a un muro di abbacinan-te biancore ndash e una panoramica tra povere co-struzioni liberano la voce fuori campo di un onere permettendole di concentrarsi unica-mente sulla festa e sulle sue implicazioni Presto

infatti siamo posti di fronte alla immagini della processione che dalla Chiesa Madre del paese porta la statua di San Donato in una cappella ai margini dellrsquoabitato Qui la rap-presentazione corale della popolazione in cor-teo coesiste con il primo apparire di quelle persone sofferenti che saranno protagoniste della parte centrale del documentario Nella quale i malati di fatto impossessandosi della cappella esplodono in gesti plateali rotolan-dosi incessantemente per terra o rivolgendosi al santo urlando Nellrsquointervista a Chiriatti Di Gianni parla di ldquopersone in trancerdquo cui ldquopotevi camminare sui () piedirdquo senza che se ne accor-gessero In questa situazione limite il regista lasciandosi guidare dal proprio ldquoistintordquo nella ricerca ldquodei momenti piugrave suggestivirdquo egrave riuscito in realtagrave a restituirci qualcosa di piugrave di singoli brani illuminanti a tratti accostandoci al mi-sterioso dialogo in atto tra unrsquoumanitagrave dolente

ed il suo protettore Un confronto segnato da una concitazione che si placa solo nelle ore se-rali quando i malati esausti si coricano allrsquoin-terno dellrsquoambiente sacro e alla prevalenza del-la voce umana si sostituisce il commento musicale di Egisto Macchi impregnato della sensibilitagrave avanguardistica di questo composi-tore ed evocativo non di una raggiunta pace in-teriore ma drsquoun dramma soltanto interrotto Ersquo questo in effetti il ruolo che Di Gianni ha sem-pre assegnato alla musica quello di far affiora-re le piugrave riposte valenze di immagini di grande forza comunicativa Anche il sonoro quindi partecipa dello sforzo volto a sollecitare lo spet-tatore a misurarsi con una realtagrave lontana sen-za liquidarla come prodotto drsquoun mondo arre-trato Drsquoaltra parte la rinuncia al pregiudizio e la disponibilitagrave allo stupore sono indispensabili per entrare in sintonia con un autore che come scrive Vincenzo Esposito supera la spesso ldquooziosa () distinzione fra arte e scienzardquo percheacute muove da quella ldquocuriositagrave per gli uominirdquo che egrave la ldquobaserdquo dellrsquoattivitagrave creativa come di quella cono-scitiva

Stefano Macera

Stefano Macera

Luigi Di Gianni

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Cinema e Turismo

Il cinema nel Gargano

Chi conosce il Gargano come luogo da anni apprezzato per la vil-leggiatura forse non sa che questo territo-rio da lungo tempo egrave stato preferito anche per girare importanti

film da parte di registi e produttori cinemato-grafici E cinema e turismo spesso si sono in-contrati in questo bellissimo territorio del sud Italia Quando nel 1958 Gina Lollobrigida par-tecipa - nel ruolo della giovane e sensuale Ma-rietta ndash alle riprese a Porto Manacore ed a Ro-di Garganico del film laquoLa Legge (La loi)raquo diretta da Jules Dassin estratto dal romanzo di Roger Vailland arriva sul promontorio una

troupe del cinegiornale lsquorsquoCaleidoscopio Ciakrsquorsquo e realizza un servizio relativo alla pellicola poi proiettato nelle sale Italiane il 6 Novem-bre Appaiono le (antiche) macchine da presa il ciak e le attrezzature Egrave inquadrato anche Marcello Mastroianni Ma lrsquoattrice ndash qui nel suo unico set in Puglia ndash aveva rapporti con questa regione giagrave da lungo tempo tanto che nel 1950 era stata la protagonista del film laquoAli-naraquo diretta dal regista Giorgio Pagravestina nativo di Andria e prodotto da Arrigo Atti per la ca-sa cinematografica barese lsquorsquoActa Filmrsquorsquo dei fra-telli Atti Ma la storia della cinematografia nel promontorio era iniziata oltre un secolo fa ed ha coinvolto progressivamente Manfredonia Vico del Gargano Monte SantrsquoAngelo Peschi-ci Carpino Mattinata Lesina e Sannicandro Garganico oltre alla stessa Rodi ed alle Isole Tremiti Al di fuori del Gargano si egrave iniziato a girare anche in altre due localitagrave della Daunia Lucera e Cerignola Questo per fermarci al 1968 anno che segna il punto finale di questa breve storia Ma andiamo per ordine ed esa-miniamo i primi dieci film ed un documenta-rio tutti girati in provincia di Foggia in que-sto arco di tempo Manfredonia Cominciamo proprio dal turismo percheacute nel 1912 la Citta-dina (che ha giagrave dodicimila abitanti) egrave la pro-tagonista del documentario destinato al mer-cato estero laquoManfredonia Southern Italyraquo girato in formato 35mm su 85 metri di pellicola

(durata poi ridotta a dodici minuti) prodotto dalla Societagrave Italiana Cines di Roma La pelli-cola egrave molto importante percheacute egrave in assoluto la prima girata in Puglia Ecco le case del cen-tro gli uomini seduti accanto al muretto la piazza con la chiesa ed il grande campanile quadrato uno zoom sul castello in rovina una donna in posa per la macchina fotografi-ca altre scene di strada un vecchio ed una donna i ruderi di una chiesa il particolare di una scultura il palazzo del Comune e la Catte-drale Non manca un viaggio al vicino e anti-chissimo Santuario di San Michele a Monte SantrsquoAngelo con ldquoLa Colonna dellrsquoArcangelordquo vista attraverso un arco e la celebre Grotta Il film fa parte di una serie dedicata alle localitagrave turistiche Italiane e viene proiettato in Fran-cia Gran Bretagna e Stati uniti drsquoAmerica Bi-sogna attendere mezzo secolo per rivedere un set a Manfredonia anche questo rivolto al mercato internazionale egrave il regista inglese Ralph Thomas che gira laquoThe High Bright Sunraquo (In Italia distribuito con il titolo lsquorsquoIl Sole scotta a Ciprorsquorsquo) con location nella base mili-tare vicino al castello di Manfredi di Svevia ed anche al Monte Saraceno a Monte SantrsquoAnge-lo a Mattinata e dintorni per ambientare le isole del Mediterraneo Siamo nel 1964 ed arri-vano sul Gargano grandi attori britannici co-me Dirk Bogarde e Denholm Elliot o america-

ni come George Chakiris e Susan Stra-sberg Vico del Garga-no La seconda loca-litagrave nel promontorio coinvolta dal Cine-ma egrave San Menaio borgo marinaro e frazione di Vico del Gargano nel 1927 si gira uno degli ultimi film muti laquoLrsquoIntrusa (Una Straniera a San Menaio)raquo diretto da C Louis Martini e prodotto dalla casa di produzione Gar-ganica Film con sede a Lucera (lunghezza metri 2057) Prota-

gonista egrave Pina Serena della Scuola Azzurri Da segnalare che anche in questo Paese avvie-ne la lavorazione del citato film laquoLa Leggeraquo Monte SantrsquoAngelo Arriviamo al 1940 con il film drammatico laquoLa Morte civileraquo (distribui-to nel 1942 da Generalcine) di Ferdinando Ma-ria Poggioli trasposizione cinematografica del dramma di Paolo Giacometti girato inte-ramente a Monte comprese le scene in inter-ni che raffigurano il Penitenziario realizzate nelle case di Monte Nel cast Renato Cialente Carlo Ninchi Dina Sassoli Vittorio Sanni Nel film si esibisce il gruppo folkloristico lsquorsquoLa Pacchianellarsquorsquo Il prossimo film saragrave lsquorsquoIl sole scotta a Ciprorsquorsquo Vanno ricordate le immagini

che raffigurano comrsquoera un secolo fa il San-tuario di San Michele Arcangelo inserite nel citato documentario su Manfredonia Peschi-ci Siamo nel 1954 ed esce nelle sale laquoIl figlio dellrsquoUomo (Ecce homo Il figlio dellrsquouomo)raquo film religioso in bianco e nero di Virgilio Sa-bel con Fiorella Mari prodotto dalla San Paolo Film di Don Giacomo Alberione (il quale ha curato la sceneggiatura) e girato lrsquoanno prece-dente (92rsquo distribuito sia in 16mm che in 35mm) tra Torre di Monte Pucci Monte drsquoE-lio nella striscia di terra tra i laghi di Lesina e Varano e nella spiaggia di Capojale poi allrsquoAb-bazia di Kagravelena ed a Rodi Garganico Nella la-vorazione prende parte attiva la popolazione di Peschici lrsquoUltima Cena avviene nella Chie-sa della Madonna di Loreto e sono coinvolti i pescatori della zona e i contadini dellrsquoagro nelle casette a cupola del Borgo San Nicola con gli asini e le mucche nelle grotte Il prossi-mo film saragrave laquoLa Leggeraquo Rodi Garganico Il piccolo Paese egrave coinvolto nel periodo 195458 in due film di cui si egrave giagrave detto laquoIl Figlio dellrsquoUomoraquo e laquoLa Leggeraquo Carpino Alcune sce-ne del film laquoLa Leggeraquo sono girate a Carpino nel periodo in cui il Paese raggiunge il massi-mo della popolazione (settemila abitanti che andranno poi diminuendo progressivamen-te) Isole Tremiti Anche le Diomedee sono coinvolte in varie produzioni Le prime due sono nel 1961 laquoThe Guns of Navaroneraquo di J Lee Thompson con David Niven Gregory Peck Antony Qeen Irene Papas (lsquorsquoI Cannoni di Navaronersquorsquo) prodotto e distribuito dalla Co-lumbia Pictures con poche scene che risulta-no ambientate nelle isole Elleniche e - nel 1968 - laquoViolenza al sole (unrsquoestate in quattro)raquo film di Florestano Vancini girato ed ambientato interamente nelle isole al largo del Gargano con Bibi Andersson Giuliano Gemma Gun-nar Bjoumlrnstrand Rosemarie Dexter e con lrsquoat-tore salentino Brizio Montinaro Mattinata Paese coinvolto nelle riprese del citato film laquoIl Sole scotta a Ciproraquo Lesina e Sannicandro Garganico Ed eccoci nel 1965 anno in cui vie-

ne girato principalmente in questi due Paesi (ma anche nei centri vicini ma ambientato tutto nel centro maggiore Sannicandro) il

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Adriano Silvestri

ldquoLa leggerdquo (La loi) del 1958 di 126 minuti di Jules Dassin tratto dallrsquoomonimo romanzo di Roger Vailland con Gina Lollobrigida Marcello Mastroianni

ldquoLrsquointrusa Una straniera a San Menaiordquo film muto del 1927 diretto da C Louis Martini Egrave molto importante per la storia del cinema in Puglia percheacute soltanto tre pellicole mute risultano girate nelle regione

Rosemarie Dexter e Giuliano Gemma in ldquoViolenza al sole-Unrsquoestate in quattrordquo di Florestano Vancini 1968

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segue da pag precedentedocumentario laquoLrsquoantimiracoloraquo (87rsquo) di Elio Piccon con voce fuori campo del compianto attore barese Riccardo Cucciolla film premia-to alla XXVI Mostra del Cinema di Venezia con

targa Leone di San Marco Per concludere pare corretto inserire una nota relativa a due gran-di centri della provincia di Foggia piugrave volte coinvolti nella lavorazione di film per citare i primi set allestiti Lucera Giagrave nel 1923 Genna-ro Jovine gira interamente a Lucera il film mu-to dal titolo laquoMaria vieni a Marcelloraquo una commedia prodotta dalla Garganica Film so-cietagrave con sede nello stesso Comune con lrsquoatto-re napoletano Gennarino Sebastiani e con Lia-na Vittori Un reportage nel 1976 de lsquorsquoIl Panorama Cinematograficorsquorsquo sul set de laquoIl Sol-dato di venturaraquo ispirato alla Disfida di Bar-letta e girato nella Fortezza Normanna di Lu-cera da Pasquale Festa Campanile contiene una intervista al regista ed a Bud Spencer nel ruolo di Ettore Fieramosca al fianco di Philip-pe Leroy Cerignola Il primo film girato egrave nel 1958 laquoGambe drsquoororaquo commedia musicale di Turi Vasile con Totograve prodotto per la Titanus Le scene mostrano lo stadio la Cattedrale il nuovo Cinema Corso (tuttora funzionante) una casa vinicola e le strade della Cittadina La colonna sonora con musiche di Lelio Luttazzi egrave lsquorsquoQuesto egrave il fascino del footballrsquorsquo Una parte egrave riservata a Jimmy il Fenomeno attore nativo di Lucera Tantissimi film saranno girati a Foggia e provincia negli anni seguenti soprat-tutto a partire dal 2007 con la Fondazione Apulia Film Commission

Adriano Silvestri

Nota Il testo comprende elementi tratti dalle Pagine Wiki-pedia tutte compilate dal sottoscritto e dedicate ai film laquoMaria vieni a Marcelloraquo (aperta il 19 Luglio 2009) laquoLrsquointrusaraquo (28 Luglio 2009) laquoIl figlio dellrsquoUomoraquo (23 Ot-tobre 2011) laquoManfredonia Southern Italyraquo (18 Aprile 2012) e laquoLa morte civileraquo (19 Aprile 2012)

Piccon partorigrave lrsquoidea di andare a girare a San Nicandro Garganico in Provincia di Foggia ldquoLrsquoantimiracolordquo (1964) Un film etno-antropologico tra i piugrave riusciti del genere ldquocondotto con uno stile mai visto primardquo e che nonostante vincitore al Festival di Venezia del 1965 del ldquoLeone San Marcordquo uscigrave male nelle sale (a fine agosto) e venne letteralmente massacrato dalla censura la quale si accanigrave contro non tanto per qualche scena di castissimo nudo ma in quanto la pellicola stagliava sullo schermo una realtagrave in controcorrente coi fasti del boom economico

Film e libri in transito

Gli appassionati di cinema sono anche dei buoni lettori

di libri Libri in transito al cineclub FICC di Almese Una

esperienza da imitare

Con il mese di maggio si conclude la seconda stagione del cineclub di Almese in provin-cia di Torino con dei risultati molto inte-ressanti Il primo egrave che il numero di abbo-nati arrivati a un cen-tinaio nella stagione 201314 egrave quasi tripli-cato il secondo egrave che la trovata dei ldquoLibri in

transitordquo egrave diventata una realtagrave consolidata La nascita di questa iniziativa egrave stata del tutto casuale Un anno fa una nostra ab-bonata del cineclub mentre entra in sa-la ci chiede il permesso di mettere dei li-bri in omaggio sul tavolino dove teniamo le nostre cartelline con le schede dei film Drsquoistinto diciamo di sigrave senza chiedere di cosa si tratti alla fine della proiezione film la signora in questione ci spiega di essere la bibliotecaria del comune di Al-mese e di volere regalare ai nostri abbo-nati qualche libro per due motivi il pri-mo riguarda la scarsa frequenza della biblioteca e il secondo come sia inutile in tale situazione tenere addirittura due o piugrave copie di uno stesso libro sugli scaf-fali Dalla settimana seguente la gente ha cominciato a chiederci percheacute stessimo fa-cendo una iniziativa simile e noi abbiano pen-sato di inventare un regolamento che spiegasse la nostra proposta Abbiamo quindi esposto dei cartelli con queste parole Al Magnetto prima e dopo il cine-ma scambio drsquoidee anche con i libriLIBRI IN TRANSITOIl cineclub partecipa e sostiene questa iniziativa in collaborazione con la biblio-teca di Almese Il regolamento egrave ispirato alla massima libertagrave1 si puograve prendere un libro senza alcuna formalitagrave2 si puograve tenerlo oppure riportar-lo dopo averlo letto3 si possono portare dei libri per contribuire allo scambio di idee In quel momento non potevamo imma-ginare che la proposta avrebbe funzionato cosigrave bene da non richiedere alcun altro inter-vento da parte nostra i libri aumentano in modo spontaneo e sono gli stessi lettori che oltre a partecipare agli scambi si consigliano tra loro nella scelta di titoli e di autori Un fat-to molto divertente egrave successo poche sere fa stavo parlando con unrsquoamica giornalista che egrave anche una divoratrice di libri prendendola amichevolmente in giro percheacute aveva sigrave porta-to due suoi libri da aggiungere al tavolo ma ne aveva anche presi quattro Una spettatrice

attenta alla nostra conversazione egrave intervenu-ta dicendo ldquonon si deve fare cosigrave pensi un porsquo se tutti facessero come lei Vede anchrsquoio ho preso un libro ma quello ritirato lrsquoaltra volta lrsquoho giagrave riportatordquo Ho subito cercato di spie-gare che si trattava di un piccolo scherzo tra amici senza perograve riuscire a convincerla del tutto Ormai Il tavolo non piugrave abbastanza grande per contenere tutti i libri egrave diventato il punto intorno al quale prima e dopo i film i nostri abbonati si fermano a chiacchierare di letteratura e di cinema Cosigrave insieme allrsquoocca-sione di vedere un buon film egrave cresciuta la vo-glia di scambiare opinioni tra persone le quali

prima si conoscevano solo di vista Insomma la voglia di parlare di libri e di cinema sta con-

quistando sempre piugrave spazio noi partecipia-mo attivamente a questi scambi di idee e sco-priamo una miriade di situazioni curiose sui gusti dei nostri abbonati

Alberto E Calosso

Associazione 35mm

Alberto E Calosso

Lrsquoingresso alla sala del cinema di Almese con libri in transito esposti

Lrsquointerno della sala cinematografica dellrsquoAssociazione 35 mm sempre gremita

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Festival

Sardinia Film Festival news

Risponde il direttore artistico Carlo Dessigrave

Egrave partito il conto alla rovescia per il Sardi-nia Film Festival 2015 che come gli anni scorsi arriva a Sassari nellrsquoultima settimana di giugno dal 21 al 27 Questa volta perograve si tratta di unrsquoedizione davvero speciale per-cheacute coincide con i pri-mi dieci anni di vita della manifestazione ideata dal Cineclub

Sassari nellrsquoormai lontano 2006 Il direttore artistico Carlo Dessigrave super-impegnato con i preparativi delle ultime settimane ha trovato il tempo di raccontare ai lettori di Diari di Ci-neclub le novitagrave di questrsquoanno e di tracciare un bilancioDove spegnerete le dieci candeline di questa edizio-neIn uno dei posti piugrave affascinanti di Sassari il parco di Monserrato che la sera del 21 in coincidenza con il solstizio drsquoestate diventeragrave un fondale magico per il nostro compleannoE cosa avete organizzato per i festeggiamenti Prima di tutto abbiamo deciso di condividerli con unrsquoaltra associazione culturale molto amata dal pubblico non solo sardo lrsquoOrche-stra Jazz della Sardegna che a giugno compie 25 anni e saragrave diretta per lrsquooccasione dal mae-stro Marco Tiso Lrsquoevento si intitola ldquoJazz a Ci-necittagraverdquo ed egrave un omaggio ai grandi registi del-la commedia allrsquoitaliana come Mario Monicelli Dino Risi Alberto Sordi e agli stra-ordinari musicisti che realizzarono le musi-che dei loro capolavori Piero Piccioni Ar-mando Trovajoli Riz OrtolaniDal 22 si rientra nella sede storica del Quadrilate-ro Quanti cortometraggi sono arrivati e qual egrave il

calendario delle proiezioniOrmai siamo abituati ai grandi numeri e an-che questa volta sono arrivati oltre 900 corti tra i quali ne abbiamo selezionato 60 Li pre-

senteremo al pubblico dal 22 al 27 giugno nella nostra sede storica il Polo Didattico ldquoIl

Quadrilaterordquo di viale Mancini con proiezioni pomeridiane (nelle aule) e serali (nel cortile)Prima di passare ai dettagli raccontiamo come egrave nato il Sardinia Film FestivalIl SFF che adesso compie 10 anni egrave nato a sua volta per festeggiare un compleanno il mezzo secolo del Cineclub Sassari fondato nel dopo-guerra da ldquoregisti-pionierirdquo come Nando Sca-nu Bruno Ricci Silvio Bredo Pinuccio Fara Arturo Usai Aldo Widmar Domenico Arru Benito Castangia Era un gruppo che aderiva al Neorealismo e realizzava su pellicole 16 millimetri brevi film girati per le strade di Sassari e Alghero oppure ambientati nelle campagne tra i pastori o impegnati in unrsquoin-dagine sociale del banditismo Un gruppo con unrsquoesperienza enorme che ci ha trasmesso la passione necessaria ad iniziare un progetto ambizioso come il Sardinia Film FestivalCosa ha regalato il festival alla cittagrave di Sassari Credo che abbia regalato uno sguardo piugrave am-pio sul mondo In una cittagrave che negli ultimi 10 anni ha visto ridursi sempre piugrave lrsquoofferta ci-nematografica con la chiusura progressiva delle sale il SFF egrave stato ed egrave una finestra aper-ta sulle varie cinematografie europee e mon-diali Soprattutto per quanto riguarda gli au-tori piugrave giovani E poi ha contribuito ad allenare il pubblico a guardare i film in lingua originale Allrsquoinizio puograve sembrare faticoso ma come sa bene chi ci segue lrsquoemozione di ascol-tare la vera voce degli attori egrave impagabileIl festival ha contribuito anche a sdoganare il valo-re dei cortometraggiCredo proprio di sigrave In dieci anni sono costan-temente aumentati gli appassionati del gene-re felici di vedere nello stesso giorno tanti film piccoli solo nella durata ma spesso intri-ganti e ben costruiti come i lungometraggiVeniamo allrsquoedizione 2015 che novitagrave ci sonoCe ne sono tante ma quella che ci rende parti-colarmente felici egrave un meeting di tre giorni di giovani film maker europei sotto i trentrsquoanni

segue a pag successiva

Grazia Brundu

Il parco di Monserrato lrsquoarea verde di Sassari si estende su unrsquoarea di circa 6 ettari Saragrave questa la location delrsquoinaugurazione della X Edizione del SFF con la magica Orchestra Jazz della Sardegna

Carlo Dessigrave il direttore artistico della X edizione del SFF e presidente del Cineclub Sassari organizzatore del Festival

La sede storica del SardiniaFF il Quadrilatero dellrsquoUniversitagrave di Sassari in Viale Pasquale Mancini molto seguito da studenti e cittadini della cittagrave ma anche provenienti da tutte le zone della Sardegna e autori dei film in concorso provenienti da ogni parte del mondo

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segue da pag precedenteche arriveranno a Sassari dalle principali scuole di cinematografia delle loro nazioni Il meeting egrave stato fortemente voluto dal Comune di Sassari e dalla Fondazione Sardegna Film CommissionCosa avete preparato per loroAbbiamo pensato a un programma piuttosto intenso Si va dalle proiezioni incrociate di film delle varie scuole agli aperitivi serali con il pubblico Ma soprattutto egrave in agenda un in-contro con un gruppo di buyers di importanti network europei che arriveranno al festival per scegliere alcuni cortometraggi da acqui-stare e per svelare quali sono gli ldquoingredientirdquo che rendono commercialmente appetibile un film E poiNegli stessi giorni avremo ospiti alcuni tecni-ci e responsabili di Arri Italia con cui abbia-mo stretto una partnership e i film maker po-tranno provare le nuove cineprese e i sistemi di illuminazione a basso consumo energeticoQuindi i giovani autori verranno qui per ldquolavora-rerdquo Niente svago per loroCerto che sigrave abbiamo pensato anche a quello lrsquoultimo giorno del festival li porteremo a visi-tare posti suggestivi del Nord Ovest della Sar-degna ideali anche come set cinematografici Chissagrave che qualcuno di loro non decida di gi-rare un filmAltre novitagraveVoglio ricordarne almeno altre due La prima egrave la sezione ldquoBack to the landrdquo che in linea con Expo 2015 (uno dei nostri patrocinatori) rac-coglie film che parlano di salvaguardia dellrsquoam-

biente e utilizzo responsabile delle risorse E poi un premio per gli esordienti intitolato a Federico Lubino un promettente film maker sassarese purtroppo scomparso nel 2012A proposito di giovani quali tra i filmmaker sardi visti al SFF sono conosciuti anche fuori dallrsquoisola

Sono tanti ma per fare solo qualche nome mi limito a citare Bonifacio Angius che con ldquoPer-fidiardquo egrave stato lrsquounico italiano selezionato a Lo-carno Joe Bastardi vincitore del Premio Ba-saglia al Festival del Valdarno Cinema Fedic Paolo Bandinu che adesso lavora a Berlino e che ha regalato al SFF una bellissima sigla Michela Anedda che ha frequentato un ma-ster allrsquoEdimburgh College of art in Scozia rea-lizzando la splendida animazione Cogas vin-citrice al SFF 2014 Quale immagine le viene in mente pensando al Sardinia Film FestivalMi viene in mente una rete una rete di colla-borazioni che si sviluppa a livello locale e in-ternazionale Partiamo dal primoMi riferisco alla collaborazione con gli stu-denti e i docenti dellrsquoUniversitagrave e dellrsquoAccade-mia che ci hanno aiutato a tradurre i sottoti-toli dei film e che realizzeranno servizi tv e interviste oltre a formare delle giurie speciali E poi la collaborazione con i comuni di Villa-nova Monteleone e Bosa che a luglio e ad ago-sto ospiteranno due sezioni distaccate del fe-stival dedicate rispettivamente al documentario e allrsquoanimazioneE a livello internazionaleIl SFF si egrave scoperto una vocazione da globe trotter che lo sta portando in giro per lrsquoEuropa a stringere partnership con scuole di cinema-tografia e festival di corti Si sta sviluppando

una rete europea sancita anche dal patroci-nio della Farnesina nuovo patrocinatore del festival che va ad aggiungersi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al MibactQuali sono i vostri partner europeiLa prima maglia della nostra rete di contatti egrave

stata lo scorso febbraio la Baltic Film and Media School di Tallin Poi a maggio siamo stati al Corona Fastnet Short Film Festival di Cork in Irlanda e allrsquoinizio di giugno al Fike di Evora in Portogallo Le prossime tappe sono il Psarokakolo di Atene a luglio e lrsquoEdinburgh Short Film Festival in Scozia a novembre In ciascun festival abbiamo portato una selezio-ne di film del SFF e in questa edizione ospite-remo film e rappresentanti di ciascun festival partnerChi vuole ringraziare per il successo di questi primi dieci anniPrima di tutto i volontari che si sono alternati in vari ruoli in tutti questi anni Poi voglio di-re grazie al presidente Angelo Tantaro che ha ben rappresentato il festival negli ambienti istituzionali e soprattutto a Nando Scanu so-cio fondatore e vero cuore pulsante del Cine-

club Sassari che con la sua pazienza e il suo continuo e fattivo contributo ha reso possibile fin dalla prima edizione questa splendida ma-nifestazione

Intervista raccolta da Grazia Brundu

ldquoCogas ndash racconta Michela Anedda ndash egrave un corto di animazione stop motion Ersquo una favola dark nella quale vengono uniti gli elementi fantastici tipici della tradizione sarda con un approccio piugrave misterioso e oscurordquo Questa animazione ha vinto al SFF 2014

Nando Scanu

Sardinia Film FestivalOrganizzato daCineclub Sassari cineclubss Via Bellini 7 ndash 07100 Sassariwwwsardiniafilmfestivalit Luogo del Festival ldquoQuadrilaterordquo Uni-versitagrave di Sassari Viale Mancini

Direttore Artistico Carlo DessigravePresidente Angelo Tantaro

Sardinia Film Festival egrave un evento di eccellenza ed egrave supportato da Diari di Cineclub

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Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

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La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

n 29

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

n 29

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 3: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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Un gesuita al cinema

Egidio Guidubaldi nel ricordo di Oliviero

Padre Guidubaldi quel gran provocatore che creograve uno spazio di cultura irripetibile

Avrebbe di certo incu-riosito il suo confra-tello gesuita papa Francesco Ma altret-tanto sicuramente dopo poco lo avrebbe fatto incazzare Padre Guidubaldi era fatto cosigrave Far incazzare gli altri gli veniva natura-le spontaneo Gli pia-

ceva troppo Complice un articolo di Gaetano Marino apparso nello scorso numero di que-sta rivista molti anni dopo mi sono ritrovato a pensare a quel gesuita che ndash appunto ndash face-va uscire dai gangheri proprio tutti ad inizia-re (sia detto per veritagrave storica) dai suoi supe-riori Ma era anche quel gesuita che al contempo ha offerto ad una intera generazio-ne di cagliaritani ndash la mia ndash uno spazio di cul-tura irripetibile Il luogo Cagliari sonnac-chiosa cittagrave di mare adagiata sul porto indolente sarcastica a suo modo involonta-riamente cosmopolita Il periodo la metagrave dei settanta del secolo scorso I protagonisti un gesuita pazzo innamorato del cinema e un pubblico fatto pressocheacute nella totalitagrave di gio-vani per lo piugrave di sinistra In via Ospedale ndash una ripida salita alla cui cima vi egrave appunto lrsquoospedale cittadino per antonomasia ndash dopo la chiesa di S Michele e la Congregazione Ma-riana sede storica dei gesuiti cittadini esiste-va un cinema capiente anchrsquoesso di proprietagrave della Compagnia di Gesugrave Bene in questo ci-nema Guidubaldi organizzograve il piugrave formidabile cineclub (ma guai a chiamarlo cosigrave) che la memoria cittadina ricordi Grazie alla sua passione sfrenata portograve a Cagliari quanto di meglio vi era del cinema italiano ed interna-zionale La passione cinefila di quasi tutti noi si svolse ligrave Formidabili quegli anni avrebbe scritto molto dopo uno dei protagonisti di al-lora ma forse non per quello che pensava lui La cifra di tutto era la curiositagrave Si scoprivano le cose la vita richiedeva urgentemente di sa-pere di provare di sperimentare Si facevano cosigrave esperienze memorabili per noi ventenni di allora politiche culturali sentimentali personali Il cinema ne era uno dei caposaldi Nella mia cittagrave esistevano tre luoghi ldquotopicirdquo Il primo era il circolo del cinema ldquobenedettordquo dal Partito (quello per eccellenza con la ldquoPrdquo maiuscola) Scorpacciate di impegno politico sociale resistenziale trionfi del neorealismo Film che abbiamo amato immensamente Co-me dire Erano film ldquonostrirdquo Il sale della terra Il cammino della speranza Rocco e i suoi fra-telli ma anche le pellicole di Chaplin che in tal modo scoprimmo essere comunista Char-lot era dei nostri Interminabili dibattiti Fu-mo da intossicare i polmoni per il resto dei pro-pri giorni Tantissima passione ideali roboanti ma generosi e sinceri voglia di apprendere e di

confrontarsi Un entusiasmo che ti consenti-va di assistere a film del socialismo reale dei quali eravamo certi del valore pur sfuggendo-cene il motivo Il secondo luogo di apprendi-mento ndash e qui parlo della mia esperienza per-sonalissima ma (credetemi) largamente diffusa ndash era il cinema Corallo Nuovo Cinema Paradiso ha copiato da ligrave pur senza saperlo Cinema di terza o anche decima visione Ma programmavano tutto Cinema drsquoannata ov-viamente tutto Hitchcock i vecchi noir fran-cesi e americani gli western americani (Ford in testa) cosigrave come Sergio Leone e i suoi mi-gliaia di epigoni Argento e gli horror nostra-ni ma anche Monicelli Risi Germi come an-che le commedie pseudosexy allrsquoitaliana Ambiente non propriamente raffinato Una volta vi fu accoltellato a morte uno spettatore

pregiudicato a sua volta Si faceva a gara per individuarne la poltroncina Il terzo luogo mi-tico era il cinema di Guidubaldi in palese con-trapposizione rispetto a quello ldquodel Partitordquo (e viceversa ovviamente) Tuttavia noi li fre-quentavamo entrambi non percheacute ecumenici (come si comprenderagrave tra breve) ma percheacute famelici di cinema Cosigrave il locale era sempre gremitissimo Cinema drsquoautore e non solo (e certamente non film ldquocattolicirdquo eo edificanti dal punto di vista religioso tuttrsquoaltro) Al ter-mine anche ligrave il dibattito era obbligatorio Ma non nel senso come vuole una leggenda metropolitana che Guidubaldi chiudesse a chiave le porte per costringere a partecipare al dibattito la porta non era chiusa ma nessuno se ne andava egualmente Guidubaldi con-trollava e conosceva tutti Non avrebbe tolle-rato defezioni Incuteva un magnetico rispet-to della regola (non scritta ma inesorabile) del dibattito finale Il gesuita cinefilo letteral-mente ci interrogava su quanto si era appena visto Poi ci offriva ndash ci imponeva ndash la sua in-terpretazione che sin da allora pur giovinet-ti come eravamo ci appariva del tutto cervel-lotica provocatoria intelligentissima ma sfuggente allrsquoumana comprensione Un esem-pio per tutti Il sorriso del grande tentatore di

Damiano Damiani (1974) Guidubaldi chiede-va a noi vittime incolpevoli chi fosse il gran-de tentatore del titolo Le provammo tutte Satana Dio stesso uno ad uno i diversi prota-gonisti del film Nulla Guidubaldi al termine dellrsquointerrogatorio decise che il grande tenta-tore egrave lo spettatore del film Sgomento in sala Secondo me per il solo gusto di provocare aveva inventato la cosa ligrave per ligrave Lrsquoaneddotica potrebbe essere infinita Ma un episodio va raccontato anche per correggere qualche (ve-niale) imprecisione del ritratto di Guidubaldi proposto da Gaetano Marino nel testo citato in apertura La vicenda egrave ndash ai miei occhi ndash sem-plicemente fantastica giudicherete voi Lrsquoin-faticabile gesuita amava infatti il cinema di cui a suo modo era molto competente Ma purtroppo amava anche il teatro in questo caso senza capirne nulla Si era nel 1977 Era appena accaduto il fattaccio di Lama conte-stato e cacciato dallrsquouniversitagrave romana della Sapienza Polemiche asperrime Io ero allora il responsabile cagliaritano degli studenti della

segue a pag successiva

Oliviero Diliberto

Padre Edigio Guidubaldi detto Braccobaldo il vulcanico gesuita scomparso nel febbraio del 1994 a 74 anni

Volantino programmazione cinema drsquoessai sala San Michele - Cagliari Anno 1976 Tema in rassegna fra il ltltsuccessogtgt e lrsquoltltavanguardiagtgt Cicli I generi filmici (Archivio personale Elisabetta Randaccio)

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segue da pag precedenteFederazione giovanile comunista Svolgem-mo unrsquointransigente difesa di Lama segreta-rio generale della Cgil per noi unrsquoicona Bene Guidubaldi si inventograve un testo teatrale scritto interamente da lui e da lui interamente reci-tato insieme ad alcuni sciagurati ldquocomplicirdquo (vittime in realtagrave) Era ndash pensate ndash una sorta di musical Verteva proprio su Lama lo sbef-feggiava si incarogniva contro di lui In un te-atrino angusto vicino al cinema di cui ho det-to nelle serate in cui non erano previste proiezioni Guidubaldi proponeva a (massi-mo) cinque spettatori questa rappresentazio-ne Per noi della Federazione giovanile comu-nista era un affronto Decidemmo di agire (allrsquoinsaputa del Partito a dire la veritagrave ce lo avrebbero impedito) Intendevamo disturba-re ndash ma in realtagrave nei fatti impedire ndash lo spet-tacolo Eravamo una trentina (sei volte gli spettatori abitualihellip) ed andammo al teatro di Guidubaldi Pagammo regolarmente tutti il biglietto Stop Fermo immagine Provate a ri-fletterci Sono passati quarantrsquoanni vi imma-ginate oggi un gruppo di contestatori che pa-ga lrsquoingresso in sala Distanza siderale Noi invece pagammo (poco ma pagammo) Una volta in sala rumoreggiammo e contestammo tanto che lo spettacolo non poteacute proseguire Si scatenograve il finimondo Ma a dirla tutta Gui-dubaldi (autore del testo regista protagoni-sta imprenditore teatrale) non chiamograve come pure avrebbe potuto le forze dellrsquoordine Si li-mitograve da solo a fronteggiare noi poveri unto-relli Ce ne disse di tutti i colori Noi rispon-demmo Se paragonati ad oggi i toni ndash che ci parevano allora concitati ndash erano quelli di una pacata conversazione in una sala da thegrave Ma allora sembrava una rissa Che fu anche quasi sfiorata quando il gesuita iniziograve a sventolare i nostri soldi quelli del biglietto gridando ldquoodo-re di popolordquo Ci prendeva in giro Gli avevamo

pagato quellrsquoobbrobrio La mia amica Anna Maria effettivamente cercograve di ucciderlo sul posto (senza troppa convinzione ben sapen-do che lrsquoavremmo fermata e cosigrave fu) Il giorno dopo naturalmente tutti al cinema di Guidu-baldi

Oliviero Diliberto

Volantino programmazione cinematografica sala San Michele - Cagliari Anno 1980 Tema in rassegna ldquoCinema in funzione politicardquoSezione giovani (Archivio personale Elisabetta Randaccio)

La tessera di unrsquoassociata al cineforum della sala San Michele-Cagliari Attivitagrave annorsquo75 -rsquo76(Archivio personale di Elisabetta Randaccio)

Quando il cinema ldquoerardquo politica

Il Centro Universitario Cinematografico a Cagliari il contraltare ldquolaicordquo del cineforum

organizzato sulla sponda cattolica dal gesuita padre Guidubaldi

Una vita fa metagrave anni lsquo70 ebbi modo di oc-cuparmi ndash in modo si-stematico - di cinema A Cagliari fui per una stagione presidente del CUC ( Centro Uni-

versitario Cinematografico) le cui riunioni si tenevano presso la societagrave Umanitaria vera ispiratrice del CUC allora dislocata in via Mo-lise Avevo smesso da poco la funzione di se-gretario della sezione universitaria Carlo Marx del Pci Lo ricordo percheacute vissi quellrsquoe-sperienza al CUC come una naturale prosecu-zione della politica che in quegli anni era idealitagrave impegno culturale organizzazione sacrificio In questo senso cinema ldquoerardquo poli-tica Ma non era un palindromo ovvero la po-litica non era cinema niente effetti speciali nessuna spettacolarizzazione ma molto rigore

e serietagrave forse anche troppa In quellrsquoanno approntammo un programma di films sul te-ma de lrsquounitagrave drsquoItalia Ricordo solo due titoli ndash ldquoAllonsanfagravenrdquo dei fratelli Taviani e ldquoBronterdquo di Florestano Vancini - tutta la rassegna com-

prendeva opere di grande spessore culturale ma anche di grande richiamo niente prodotti

di nicchia tale da incrementare a molte centi-naia di iscritti la forza dellrsquoassociazione Le proiezioni ndash la domenica mattina nel cinema dismesso da anni ldquoAristonrdquo di via Deledda ndash erano accompagnate dalla diffusione di una nota di commento al film La proiezione e la

segue a pag successiva

Cagliari via Ospedale 8 nel quartiere storico Stampace Edificio dei Padri Gesuiti sede del Cineclub allora gestito da Egidio Guidubaldi (noto Bracco) fucina di cultura cagliaritana negli anni lsquo70 Sullo sfondo la chiesa di San Michele officiata dai padri gesuiti Lrsquoedificio sacro rappresenta la principale testimonianza di arte barocca in cittagrave Annesso alla chiesa sorge lrsquoex Casa del noviziato dei gesuiti oggi ospedale militare (foto di Patrizia Masala)

Walter Piludu

ldquoAllonsanfagravenrdquo egrave un film del 1974 scritto e diretto da Paolo e Vittorio Taviani Nella foto rivoluzionari in camicia rossa e contadini siciliani

Walter P iludu che coltivava unrsquoaltra delle sue passioni il pianoforte e la musica

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segue da pag precedentediffusione della nota per centinaia di persone costituivano lrsquoazione di ldquomassardquo quella che mistava piugrave a cuore Il CUC era in quegli anni il contraltare ldquolaicordquo del cineforum organizzato

sulla sponda cattolica dal gesuita padre Gui-dubaldi Nella settimana successiva alla proie-zione nei locali di via Molise si svolgeva la di-scussione sul film attivitagrave che era di grande importanza per Fabio Masala direttore e gran

patrograven dellrsquoUmanitaria percheacute ad essa attri-buiva un ruolo decisivo nei processi formativi di nuovi operatori culturali Io ero meno con-vinto di questo aspetto percheacute i numeri dei partecipanti assidui ndash poco piugrave di una dozzina ndash lo confinavano in una dimensione elitaria Ma avevo torto percheacute lrsquoazione non era affatto incompatibile con lrsquoattivitagrave di ldquomassardquo anzi la integrava efficacemente contribuendo a co-struire una positiva esperienza culturale per alcuni giovani e a fare del CUC nel suo com-plesso una tappa certo minore ma non irrile-vante nellrsquoallargamento del tessuto democrati-co della cittagrave

Walter Piludu

Nato a Milano nel 1950 trasferitosi a Cagliari nel 1964 nel 1971si iscrisse al PCI contribuendo a formare la sezio-ne universitaria ldquoCarlo Marxldquo della quale sarebbe poi sta-to segretario dal 1972 al 1974 Ha diretto lrsquoorganizzazione giovanile del partito (la FGCI) egrave stato prima segretario della federazione di Cagliari e poi segretario regionale del-la Sardegna Aderigrave poi a Rifondazione Comunista del quale fu coordinatore regionale uscendone poi nel 1994 Dal 2011 egrave malato di SLA Nel 2015 viene intervistato dal programma televisivo Le Iene sul tema dellrsquoeutanasia

Fabio Masala fondatore della Cineteca Sarda e direttore del CSC di Cagliari della Societagrave Umanitaria scomparso nel 1994 Numerose le attivitagrave formative sviluppate dalla Societagrave Umanitaria e da Fabio Masala Ha lasciato unrsquo impronta indelebile nel mondo della cultura e dellrsquoassociazionismo cinematografico internazionale

Attuale interno della sala del Cinema dei Gesutii in via Ospedale 8 di Cagliari

Luigi Di Gianni il male di San Donato

Tra i maestri italiani del cinema del reale Luigi Di Gianni egrave quello che si egrave mag-giormente confronta-to con la sfera etnoantropologica Giagrave il suo primo documen-tario ldquoMagia Lucanardquo

(1958) si confrontava con la sopravvivenza di antiche forme magiche avvalendosi della consulenza scientifica di Ernesto De Martino lrsquoetnologo che ha rivoluzionato il modo di rap-portarsi ai riti arcaici spingendo ad accanto-nare quellrsquoottica sprezzante che ha lungamen-te connotato la cultura progressista Aderendo a questa svolta culturale Di Gianni concepi-sce lrsquoaudiovisivo come mezzo atto a favorire la comprensione di realtagrave arcane mettendo in evidenza il modo in cui intere collettivitagrave ndash le-gate da forti vincoli comunitari ndash affrontano sofferenze in parte dovute a un vissuto di mi-seria In virtugrave drsquoun obiettivo siffatto egli non intende semplicemente registrare il reale ri-tenendo necessaria quellrsquoattivitagrave ordinatrice dellrsquoautore che non si risolve solo in movimen-ti di macchina appropriati o in un montaggio ragionato ma interviene anche sulla scena predisponendola in modo da far risaltare gli aspetti piugrave emblematici dellrsquouniverso cultura-le rappresentato Rispetto a questa prassi plu-ridecennale unrsquoeccezione egrave costituita da ldquoIl male di San Donatordquo (1965) breve documentario (10 minuti di durata) dedicato alla festa che si svolge ogni anno a Montesanto Salentino nel-le giornate del 6 e 7 agosto e che fino a non molto tempo fa portava con seacute la richiesta di grazia al santo taumaturgo da parte di epilet-tici e portatori di disturbi nervosi e psicopato-logie varie In questo caso infatti il regista ha eccezionalmente filmato tutto in presa diret-ta conseguendo risultati espressivi sorpren-denti A tale significativa tappa di un percorso tra i piugrave originali del cinema italiano le edi-zioni Kurumuny nel 2006 hanno dedicato il volume intitolato appunto ldquoIl male di San Do-natordquo in cui troviamo i contributi di diversi studiosi tra i quali Vincenzo Esposito docen-te di Storia del Cinema alla Federico II di Na-poli e firma nota ai lettori di Diari di Cineclub noncheacute unrsquointervista rilasciata dal regista a Luigi Chiriatti Lrsquointento dellrsquointeressante pubblicazione egrave quello di mettere a fuoco i presupposti culturali e le conseguenti opzioni stilistiche del documentarista Drsquoaltronde pur con le sue peculiaritagrave lrsquoopera in questione ne conferma alcune caratteristiche tipiche a partire dalla proverbiale capacitagrave di sintesi di cui si ha testimonianza nellrsquoincipit dove in una manciata di secondi viene delineata una precisa condizione sociale Due inquadrature fisse ndash la prima di un vicolo la seconda drsquoun bambino appoggiato a un muro di abbacinan-te biancore ndash e una panoramica tra povere co-struzioni liberano la voce fuori campo di un onere permettendole di concentrarsi unica-mente sulla festa e sulle sue implicazioni Presto

infatti siamo posti di fronte alla immagini della processione che dalla Chiesa Madre del paese porta la statua di San Donato in una cappella ai margini dellrsquoabitato Qui la rap-presentazione corale della popolazione in cor-teo coesiste con il primo apparire di quelle persone sofferenti che saranno protagoniste della parte centrale del documentario Nella quale i malati di fatto impossessandosi della cappella esplodono in gesti plateali rotolan-dosi incessantemente per terra o rivolgendosi al santo urlando Nellrsquointervista a Chiriatti Di Gianni parla di ldquopersone in trancerdquo cui ldquopotevi camminare sui () piedirdquo senza che se ne accor-gessero In questa situazione limite il regista lasciandosi guidare dal proprio ldquoistintordquo nella ricerca ldquodei momenti piugrave suggestivirdquo egrave riuscito in realtagrave a restituirci qualcosa di piugrave di singoli brani illuminanti a tratti accostandoci al mi-sterioso dialogo in atto tra unrsquoumanitagrave dolente

ed il suo protettore Un confronto segnato da una concitazione che si placa solo nelle ore se-rali quando i malati esausti si coricano allrsquoin-terno dellrsquoambiente sacro e alla prevalenza del-la voce umana si sostituisce il commento musicale di Egisto Macchi impregnato della sensibilitagrave avanguardistica di questo composi-tore ed evocativo non di una raggiunta pace in-teriore ma drsquoun dramma soltanto interrotto Ersquo questo in effetti il ruolo che Di Gianni ha sem-pre assegnato alla musica quello di far affiora-re le piugrave riposte valenze di immagini di grande forza comunicativa Anche il sonoro quindi partecipa dello sforzo volto a sollecitare lo spet-tatore a misurarsi con una realtagrave lontana sen-za liquidarla come prodotto drsquoun mondo arre-trato Drsquoaltra parte la rinuncia al pregiudizio e la disponibilitagrave allo stupore sono indispensabili per entrare in sintonia con un autore che come scrive Vincenzo Esposito supera la spesso ldquooziosa () distinzione fra arte e scienzardquo percheacute muove da quella ldquocuriositagrave per gli uominirdquo che egrave la ldquobaserdquo dellrsquoattivitagrave creativa come di quella cono-scitiva

Stefano Macera

Stefano Macera

Luigi Di Gianni

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Cinema e Turismo

Il cinema nel Gargano

Chi conosce il Gargano come luogo da anni apprezzato per la vil-leggiatura forse non sa che questo territo-rio da lungo tempo egrave stato preferito anche per girare importanti

film da parte di registi e produttori cinemato-grafici E cinema e turismo spesso si sono in-contrati in questo bellissimo territorio del sud Italia Quando nel 1958 Gina Lollobrigida par-tecipa - nel ruolo della giovane e sensuale Ma-rietta ndash alle riprese a Porto Manacore ed a Ro-di Garganico del film laquoLa Legge (La loi)raquo diretta da Jules Dassin estratto dal romanzo di Roger Vailland arriva sul promontorio una

troupe del cinegiornale lsquorsquoCaleidoscopio Ciakrsquorsquo e realizza un servizio relativo alla pellicola poi proiettato nelle sale Italiane il 6 Novem-bre Appaiono le (antiche) macchine da presa il ciak e le attrezzature Egrave inquadrato anche Marcello Mastroianni Ma lrsquoattrice ndash qui nel suo unico set in Puglia ndash aveva rapporti con questa regione giagrave da lungo tempo tanto che nel 1950 era stata la protagonista del film laquoAli-naraquo diretta dal regista Giorgio Pagravestina nativo di Andria e prodotto da Arrigo Atti per la ca-sa cinematografica barese lsquorsquoActa Filmrsquorsquo dei fra-telli Atti Ma la storia della cinematografia nel promontorio era iniziata oltre un secolo fa ed ha coinvolto progressivamente Manfredonia Vico del Gargano Monte SantrsquoAngelo Peschi-ci Carpino Mattinata Lesina e Sannicandro Garganico oltre alla stessa Rodi ed alle Isole Tremiti Al di fuori del Gargano si egrave iniziato a girare anche in altre due localitagrave della Daunia Lucera e Cerignola Questo per fermarci al 1968 anno che segna il punto finale di questa breve storia Ma andiamo per ordine ed esa-miniamo i primi dieci film ed un documenta-rio tutti girati in provincia di Foggia in que-sto arco di tempo Manfredonia Cominciamo proprio dal turismo percheacute nel 1912 la Citta-dina (che ha giagrave dodicimila abitanti) egrave la pro-tagonista del documentario destinato al mer-cato estero laquoManfredonia Southern Italyraquo girato in formato 35mm su 85 metri di pellicola

(durata poi ridotta a dodici minuti) prodotto dalla Societagrave Italiana Cines di Roma La pelli-cola egrave molto importante percheacute egrave in assoluto la prima girata in Puglia Ecco le case del cen-tro gli uomini seduti accanto al muretto la piazza con la chiesa ed il grande campanile quadrato uno zoom sul castello in rovina una donna in posa per la macchina fotografi-ca altre scene di strada un vecchio ed una donna i ruderi di una chiesa il particolare di una scultura il palazzo del Comune e la Catte-drale Non manca un viaggio al vicino e anti-chissimo Santuario di San Michele a Monte SantrsquoAngelo con ldquoLa Colonna dellrsquoArcangelordquo vista attraverso un arco e la celebre Grotta Il film fa parte di una serie dedicata alle localitagrave turistiche Italiane e viene proiettato in Fran-cia Gran Bretagna e Stati uniti drsquoAmerica Bi-sogna attendere mezzo secolo per rivedere un set a Manfredonia anche questo rivolto al mercato internazionale egrave il regista inglese Ralph Thomas che gira laquoThe High Bright Sunraquo (In Italia distribuito con il titolo lsquorsquoIl Sole scotta a Ciprorsquorsquo) con location nella base mili-tare vicino al castello di Manfredi di Svevia ed anche al Monte Saraceno a Monte SantrsquoAnge-lo a Mattinata e dintorni per ambientare le isole del Mediterraneo Siamo nel 1964 ed arri-vano sul Gargano grandi attori britannici co-me Dirk Bogarde e Denholm Elliot o america-

ni come George Chakiris e Susan Stra-sberg Vico del Garga-no La seconda loca-litagrave nel promontorio coinvolta dal Cine-ma egrave San Menaio borgo marinaro e frazione di Vico del Gargano nel 1927 si gira uno degli ultimi film muti laquoLrsquoIntrusa (Una Straniera a San Menaio)raquo diretto da C Louis Martini e prodotto dalla casa di produzione Gar-ganica Film con sede a Lucera (lunghezza metri 2057) Prota-

gonista egrave Pina Serena della Scuola Azzurri Da segnalare che anche in questo Paese avvie-ne la lavorazione del citato film laquoLa Leggeraquo Monte SantrsquoAngelo Arriviamo al 1940 con il film drammatico laquoLa Morte civileraquo (distribui-to nel 1942 da Generalcine) di Ferdinando Ma-ria Poggioli trasposizione cinematografica del dramma di Paolo Giacometti girato inte-ramente a Monte comprese le scene in inter-ni che raffigurano il Penitenziario realizzate nelle case di Monte Nel cast Renato Cialente Carlo Ninchi Dina Sassoli Vittorio Sanni Nel film si esibisce il gruppo folkloristico lsquorsquoLa Pacchianellarsquorsquo Il prossimo film saragrave lsquorsquoIl sole scotta a Ciprorsquorsquo Vanno ricordate le immagini

che raffigurano comrsquoera un secolo fa il San-tuario di San Michele Arcangelo inserite nel citato documentario su Manfredonia Peschi-ci Siamo nel 1954 ed esce nelle sale laquoIl figlio dellrsquoUomo (Ecce homo Il figlio dellrsquouomo)raquo film religioso in bianco e nero di Virgilio Sa-bel con Fiorella Mari prodotto dalla San Paolo Film di Don Giacomo Alberione (il quale ha curato la sceneggiatura) e girato lrsquoanno prece-dente (92rsquo distribuito sia in 16mm che in 35mm) tra Torre di Monte Pucci Monte drsquoE-lio nella striscia di terra tra i laghi di Lesina e Varano e nella spiaggia di Capojale poi allrsquoAb-bazia di Kagravelena ed a Rodi Garganico Nella la-vorazione prende parte attiva la popolazione di Peschici lrsquoUltima Cena avviene nella Chie-sa della Madonna di Loreto e sono coinvolti i pescatori della zona e i contadini dellrsquoagro nelle casette a cupola del Borgo San Nicola con gli asini e le mucche nelle grotte Il prossi-mo film saragrave laquoLa Leggeraquo Rodi Garganico Il piccolo Paese egrave coinvolto nel periodo 195458 in due film di cui si egrave giagrave detto laquoIl Figlio dellrsquoUomoraquo e laquoLa Leggeraquo Carpino Alcune sce-ne del film laquoLa Leggeraquo sono girate a Carpino nel periodo in cui il Paese raggiunge il massi-mo della popolazione (settemila abitanti che andranno poi diminuendo progressivamen-te) Isole Tremiti Anche le Diomedee sono coinvolte in varie produzioni Le prime due sono nel 1961 laquoThe Guns of Navaroneraquo di J Lee Thompson con David Niven Gregory Peck Antony Qeen Irene Papas (lsquorsquoI Cannoni di Navaronersquorsquo) prodotto e distribuito dalla Co-lumbia Pictures con poche scene che risulta-no ambientate nelle isole Elleniche e - nel 1968 - laquoViolenza al sole (unrsquoestate in quattro)raquo film di Florestano Vancini girato ed ambientato interamente nelle isole al largo del Gargano con Bibi Andersson Giuliano Gemma Gun-nar Bjoumlrnstrand Rosemarie Dexter e con lrsquoat-tore salentino Brizio Montinaro Mattinata Paese coinvolto nelle riprese del citato film laquoIl Sole scotta a Ciproraquo Lesina e Sannicandro Garganico Ed eccoci nel 1965 anno in cui vie-

ne girato principalmente in questi due Paesi (ma anche nei centri vicini ma ambientato tutto nel centro maggiore Sannicandro) il

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Adriano Silvestri

ldquoLa leggerdquo (La loi) del 1958 di 126 minuti di Jules Dassin tratto dallrsquoomonimo romanzo di Roger Vailland con Gina Lollobrigida Marcello Mastroianni

ldquoLrsquointrusa Una straniera a San Menaiordquo film muto del 1927 diretto da C Louis Martini Egrave molto importante per la storia del cinema in Puglia percheacute soltanto tre pellicole mute risultano girate nelle regione

Rosemarie Dexter e Giuliano Gemma in ldquoViolenza al sole-Unrsquoestate in quattrordquo di Florestano Vancini 1968

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segue da pag precedentedocumentario laquoLrsquoantimiracoloraquo (87rsquo) di Elio Piccon con voce fuori campo del compianto attore barese Riccardo Cucciolla film premia-to alla XXVI Mostra del Cinema di Venezia con

targa Leone di San Marco Per concludere pare corretto inserire una nota relativa a due gran-di centri della provincia di Foggia piugrave volte coinvolti nella lavorazione di film per citare i primi set allestiti Lucera Giagrave nel 1923 Genna-ro Jovine gira interamente a Lucera il film mu-to dal titolo laquoMaria vieni a Marcelloraquo una commedia prodotta dalla Garganica Film so-cietagrave con sede nello stesso Comune con lrsquoatto-re napoletano Gennarino Sebastiani e con Lia-na Vittori Un reportage nel 1976 de lsquorsquoIl Panorama Cinematograficorsquorsquo sul set de laquoIl Sol-dato di venturaraquo ispirato alla Disfida di Bar-letta e girato nella Fortezza Normanna di Lu-cera da Pasquale Festa Campanile contiene una intervista al regista ed a Bud Spencer nel ruolo di Ettore Fieramosca al fianco di Philip-pe Leroy Cerignola Il primo film girato egrave nel 1958 laquoGambe drsquoororaquo commedia musicale di Turi Vasile con Totograve prodotto per la Titanus Le scene mostrano lo stadio la Cattedrale il nuovo Cinema Corso (tuttora funzionante) una casa vinicola e le strade della Cittadina La colonna sonora con musiche di Lelio Luttazzi egrave lsquorsquoQuesto egrave il fascino del footballrsquorsquo Una parte egrave riservata a Jimmy il Fenomeno attore nativo di Lucera Tantissimi film saranno girati a Foggia e provincia negli anni seguenti soprat-tutto a partire dal 2007 con la Fondazione Apulia Film Commission

Adriano Silvestri

Nota Il testo comprende elementi tratti dalle Pagine Wiki-pedia tutte compilate dal sottoscritto e dedicate ai film laquoMaria vieni a Marcelloraquo (aperta il 19 Luglio 2009) laquoLrsquointrusaraquo (28 Luglio 2009) laquoIl figlio dellrsquoUomoraquo (23 Ot-tobre 2011) laquoManfredonia Southern Italyraquo (18 Aprile 2012) e laquoLa morte civileraquo (19 Aprile 2012)

Piccon partorigrave lrsquoidea di andare a girare a San Nicandro Garganico in Provincia di Foggia ldquoLrsquoantimiracolordquo (1964) Un film etno-antropologico tra i piugrave riusciti del genere ldquocondotto con uno stile mai visto primardquo e che nonostante vincitore al Festival di Venezia del 1965 del ldquoLeone San Marcordquo uscigrave male nelle sale (a fine agosto) e venne letteralmente massacrato dalla censura la quale si accanigrave contro non tanto per qualche scena di castissimo nudo ma in quanto la pellicola stagliava sullo schermo una realtagrave in controcorrente coi fasti del boom economico

Film e libri in transito

Gli appassionati di cinema sono anche dei buoni lettori

di libri Libri in transito al cineclub FICC di Almese Una

esperienza da imitare

Con il mese di maggio si conclude la seconda stagione del cineclub di Almese in provin-cia di Torino con dei risultati molto inte-ressanti Il primo egrave che il numero di abbo-nati arrivati a un cen-tinaio nella stagione 201314 egrave quasi tripli-cato il secondo egrave che la trovata dei ldquoLibri in

transitordquo egrave diventata una realtagrave consolidata La nascita di questa iniziativa egrave stata del tutto casuale Un anno fa una nostra ab-bonata del cineclub mentre entra in sa-la ci chiede il permesso di mettere dei li-bri in omaggio sul tavolino dove teniamo le nostre cartelline con le schede dei film Drsquoistinto diciamo di sigrave senza chiedere di cosa si tratti alla fine della proiezione film la signora in questione ci spiega di essere la bibliotecaria del comune di Al-mese e di volere regalare ai nostri abbo-nati qualche libro per due motivi il pri-mo riguarda la scarsa frequenza della biblioteca e il secondo come sia inutile in tale situazione tenere addirittura due o piugrave copie di uno stesso libro sugli scaf-fali Dalla settimana seguente la gente ha cominciato a chiederci percheacute stessimo fa-cendo una iniziativa simile e noi abbiano pen-sato di inventare un regolamento che spiegasse la nostra proposta Abbiamo quindi esposto dei cartelli con queste parole Al Magnetto prima e dopo il cine-ma scambio drsquoidee anche con i libriLIBRI IN TRANSITOIl cineclub partecipa e sostiene questa iniziativa in collaborazione con la biblio-teca di Almese Il regolamento egrave ispirato alla massima libertagrave1 si puograve prendere un libro senza alcuna formalitagrave2 si puograve tenerlo oppure riportar-lo dopo averlo letto3 si possono portare dei libri per contribuire allo scambio di idee In quel momento non potevamo imma-ginare che la proposta avrebbe funzionato cosigrave bene da non richiedere alcun altro inter-vento da parte nostra i libri aumentano in modo spontaneo e sono gli stessi lettori che oltre a partecipare agli scambi si consigliano tra loro nella scelta di titoli e di autori Un fat-to molto divertente egrave successo poche sere fa stavo parlando con unrsquoamica giornalista che egrave anche una divoratrice di libri prendendola amichevolmente in giro percheacute aveva sigrave porta-to due suoi libri da aggiungere al tavolo ma ne aveva anche presi quattro Una spettatrice

attenta alla nostra conversazione egrave intervenu-ta dicendo ldquonon si deve fare cosigrave pensi un porsquo se tutti facessero come lei Vede anchrsquoio ho preso un libro ma quello ritirato lrsquoaltra volta lrsquoho giagrave riportatordquo Ho subito cercato di spie-gare che si trattava di un piccolo scherzo tra amici senza perograve riuscire a convincerla del tutto Ormai Il tavolo non piugrave abbastanza grande per contenere tutti i libri egrave diventato il punto intorno al quale prima e dopo i film i nostri abbonati si fermano a chiacchierare di letteratura e di cinema Cosigrave insieme allrsquoocca-sione di vedere un buon film egrave cresciuta la vo-glia di scambiare opinioni tra persone le quali

prima si conoscevano solo di vista Insomma la voglia di parlare di libri e di cinema sta con-

quistando sempre piugrave spazio noi partecipia-mo attivamente a questi scambi di idee e sco-priamo una miriade di situazioni curiose sui gusti dei nostri abbonati

Alberto E Calosso

Associazione 35mm

Alberto E Calosso

Lrsquoingresso alla sala del cinema di Almese con libri in transito esposti

Lrsquointerno della sala cinematografica dellrsquoAssociazione 35 mm sempre gremita

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Festival

Sardinia Film Festival news

Risponde il direttore artistico Carlo Dessigrave

Egrave partito il conto alla rovescia per il Sardi-nia Film Festival 2015 che come gli anni scorsi arriva a Sassari nellrsquoultima settimana di giugno dal 21 al 27 Questa volta perograve si tratta di unrsquoedizione davvero speciale per-cheacute coincide con i pri-mi dieci anni di vita della manifestazione ideata dal Cineclub

Sassari nellrsquoormai lontano 2006 Il direttore artistico Carlo Dessigrave super-impegnato con i preparativi delle ultime settimane ha trovato il tempo di raccontare ai lettori di Diari di Ci-neclub le novitagrave di questrsquoanno e di tracciare un bilancioDove spegnerete le dieci candeline di questa edizio-neIn uno dei posti piugrave affascinanti di Sassari il parco di Monserrato che la sera del 21 in coincidenza con il solstizio drsquoestate diventeragrave un fondale magico per il nostro compleannoE cosa avete organizzato per i festeggiamenti Prima di tutto abbiamo deciso di condividerli con unrsquoaltra associazione culturale molto amata dal pubblico non solo sardo lrsquoOrche-stra Jazz della Sardegna che a giugno compie 25 anni e saragrave diretta per lrsquooccasione dal mae-stro Marco Tiso Lrsquoevento si intitola ldquoJazz a Ci-necittagraverdquo ed egrave un omaggio ai grandi registi del-la commedia allrsquoitaliana come Mario Monicelli Dino Risi Alberto Sordi e agli stra-ordinari musicisti che realizzarono le musi-che dei loro capolavori Piero Piccioni Ar-mando Trovajoli Riz OrtolaniDal 22 si rientra nella sede storica del Quadrilate-ro Quanti cortometraggi sono arrivati e qual egrave il

calendario delle proiezioniOrmai siamo abituati ai grandi numeri e an-che questa volta sono arrivati oltre 900 corti tra i quali ne abbiamo selezionato 60 Li pre-

senteremo al pubblico dal 22 al 27 giugno nella nostra sede storica il Polo Didattico ldquoIl

Quadrilaterordquo di viale Mancini con proiezioni pomeridiane (nelle aule) e serali (nel cortile)Prima di passare ai dettagli raccontiamo come egrave nato il Sardinia Film FestivalIl SFF che adesso compie 10 anni egrave nato a sua volta per festeggiare un compleanno il mezzo secolo del Cineclub Sassari fondato nel dopo-guerra da ldquoregisti-pionierirdquo come Nando Sca-nu Bruno Ricci Silvio Bredo Pinuccio Fara Arturo Usai Aldo Widmar Domenico Arru Benito Castangia Era un gruppo che aderiva al Neorealismo e realizzava su pellicole 16 millimetri brevi film girati per le strade di Sassari e Alghero oppure ambientati nelle campagne tra i pastori o impegnati in unrsquoin-dagine sociale del banditismo Un gruppo con unrsquoesperienza enorme che ci ha trasmesso la passione necessaria ad iniziare un progetto ambizioso come il Sardinia Film FestivalCosa ha regalato il festival alla cittagrave di Sassari Credo che abbia regalato uno sguardo piugrave am-pio sul mondo In una cittagrave che negli ultimi 10 anni ha visto ridursi sempre piugrave lrsquoofferta ci-nematografica con la chiusura progressiva delle sale il SFF egrave stato ed egrave una finestra aper-ta sulle varie cinematografie europee e mon-diali Soprattutto per quanto riguarda gli au-tori piugrave giovani E poi ha contribuito ad allenare il pubblico a guardare i film in lingua originale Allrsquoinizio puograve sembrare faticoso ma come sa bene chi ci segue lrsquoemozione di ascol-tare la vera voce degli attori egrave impagabileIl festival ha contribuito anche a sdoganare il valo-re dei cortometraggiCredo proprio di sigrave In dieci anni sono costan-temente aumentati gli appassionati del gene-re felici di vedere nello stesso giorno tanti film piccoli solo nella durata ma spesso intri-ganti e ben costruiti come i lungometraggiVeniamo allrsquoedizione 2015 che novitagrave ci sonoCe ne sono tante ma quella che ci rende parti-colarmente felici egrave un meeting di tre giorni di giovani film maker europei sotto i trentrsquoanni

segue a pag successiva

Grazia Brundu

Il parco di Monserrato lrsquoarea verde di Sassari si estende su unrsquoarea di circa 6 ettari Saragrave questa la location delrsquoinaugurazione della X Edizione del SFF con la magica Orchestra Jazz della Sardegna

Carlo Dessigrave il direttore artistico della X edizione del SFF e presidente del Cineclub Sassari organizzatore del Festival

La sede storica del SardiniaFF il Quadrilatero dellrsquoUniversitagrave di Sassari in Viale Pasquale Mancini molto seguito da studenti e cittadini della cittagrave ma anche provenienti da tutte le zone della Sardegna e autori dei film in concorso provenienti da ogni parte del mondo

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segue da pag precedenteche arriveranno a Sassari dalle principali scuole di cinematografia delle loro nazioni Il meeting egrave stato fortemente voluto dal Comune di Sassari e dalla Fondazione Sardegna Film CommissionCosa avete preparato per loroAbbiamo pensato a un programma piuttosto intenso Si va dalle proiezioni incrociate di film delle varie scuole agli aperitivi serali con il pubblico Ma soprattutto egrave in agenda un in-contro con un gruppo di buyers di importanti network europei che arriveranno al festival per scegliere alcuni cortometraggi da acqui-stare e per svelare quali sono gli ldquoingredientirdquo che rendono commercialmente appetibile un film E poiNegli stessi giorni avremo ospiti alcuni tecni-ci e responsabili di Arri Italia con cui abbia-mo stretto una partnership e i film maker po-tranno provare le nuove cineprese e i sistemi di illuminazione a basso consumo energeticoQuindi i giovani autori verranno qui per ldquolavora-rerdquo Niente svago per loroCerto che sigrave abbiamo pensato anche a quello lrsquoultimo giorno del festival li porteremo a visi-tare posti suggestivi del Nord Ovest della Sar-degna ideali anche come set cinematografici Chissagrave che qualcuno di loro non decida di gi-rare un filmAltre novitagraveVoglio ricordarne almeno altre due La prima egrave la sezione ldquoBack to the landrdquo che in linea con Expo 2015 (uno dei nostri patrocinatori) rac-coglie film che parlano di salvaguardia dellrsquoam-

biente e utilizzo responsabile delle risorse E poi un premio per gli esordienti intitolato a Federico Lubino un promettente film maker sassarese purtroppo scomparso nel 2012A proposito di giovani quali tra i filmmaker sardi visti al SFF sono conosciuti anche fuori dallrsquoisola

Sono tanti ma per fare solo qualche nome mi limito a citare Bonifacio Angius che con ldquoPer-fidiardquo egrave stato lrsquounico italiano selezionato a Lo-carno Joe Bastardi vincitore del Premio Ba-saglia al Festival del Valdarno Cinema Fedic Paolo Bandinu che adesso lavora a Berlino e che ha regalato al SFF una bellissima sigla Michela Anedda che ha frequentato un ma-ster allrsquoEdimburgh College of art in Scozia rea-lizzando la splendida animazione Cogas vin-citrice al SFF 2014 Quale immagine le viene in mente pensando al Sardinia Film FestivalMi viene in mente una rete una rete di colla-borazioni che si sviluppa a livello locale e in-ternazionale Partiamo dal primoMi riferisco alla collaborazione con gli stu-denti e i docenti dellrsquoUniversitagrave e dellrsquoAccade-mia che ci hanno aiutato a tradurre i sottoti-toli dei film e che realizzeranno servizi tv e interviste oltre a formare delle giurie speciali E poi la collaborazione con i comuni di Villa-nova Monteleone e Bosa che a luglio e ad ago-sto ospiteranno due sezioni distaccate del fe-stival dedicate rispettivamente al documentario e allrsquoanimazioneE a livello internazionaleIl SFF si egrave scoperto una vocazione da globe trotter che lo sta portando in giro per lrsquoEuropa a stringere partnership con scuole di cinema-tografia e festival di corti Si sta sviluppando

una rete europea sancita anche dal patroci-nio della Farnesina nuovo patrocinatore del festival che va ad aggiungersi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al MibactQuali sono i vostri partner europeiLa prima maglia della nostra rete di contatti egrave

stata lo scorso febbraio la Baltic Film and Media School di Tallin Poi a maggio siamo stati al Corona Fastnet Short Film Festival di Cork in Irlanda e allrsquoinizio di giugno al Fike di Evora in Portogallo Le prossime tappe sono il Psarokakolo di Atene a luglio e lrsquoEdinburgh Short Film Festival in Scozia a novembre In ciascun festival abbiamo portato una selezio-ne di film del SFF e in questa edizione ospite-remo film e rappresentanti di ciascun festival partnerChi vuole ringraziare per il successo di questi primi dieci anniPrima di tutto i volontari che si sono alternati in vari ruoli in tutti questi anni Poi voglio di-re grazie al presidente Angelo Tantaro che ha ben rappresentato il festival negli ambienti istituzionali e soprattutto a Nando Scanu so-cio fondatore e vero cuore pulsante del Cine-

club Sassari che con la sua pazienza e il suo continuo e fattivo contributo ha reso possibile fin dalla prima edizione questa splendida ma-nifestazione

Intervista raccolta da Grazia Brundu

ldquoCogas ndash racconta Michela Anedda ndash egrave un corto di animazione stop motion Ersquo una favola dark nella quale vengono uniti gli elementi fantastici tipici della tradizione sarda con un approccio piugrave misterioso e oscurordquo Questa animazione ha vinto al SFF 2014

Nando Scanu

Sardinia Film FestivalOrganizzato daCineclub Sassari cineclubss Via Bellini 7 ndash 07100 Sassariwwwsardiniafilmfestivalit Luogo del Festival ldquoQuadrilaterordquo Uni-versitagrave di Sassari Viale Mancini

Direttore Artistico Carlo DessigravePresidente Angelo Tantaro

Sardinia Film Festival egrave un evento di eccellenza ed egrave supportato da Diari di Cineclub

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Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

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La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

n 29

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

n 29

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

diaridicineclubgmailcom

n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 4: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedenteFederazione giovanile comunista Svolgem-mo unrsquointransigente difesa di Lama segreta-rio generale della Cgil per noi unrsquoicona Bene Guidubaldi si inventograve un testo teatrale scritto interamente da lui e da lui interamente reci-tato insieme ad alcuni sciagurati ldquocomplicirdquo (vittime in realtagrave) Era ndash pensate ndash una sorta di musical Verteva proprio su Lama lo sbef-feggiava si incarogniva contro di lui In un te-atrino angusto vicino al cinema di cui ho det-to nelle serate in cui non erano previste proiezioni Guidubaldi proponeva a (massi-mo) cinque spettatori questa rappresentazio-ne Per noi della Federazione giovanile comu-nista era un affronto Decidemmo di agire (allrsquoinsaputa del Partito a dire la veritagrave ce lo avrebbero impedito) Intendevamo disturba-re ndash ma in realtagrave nei fatti impedire ndash lo spet-tacolo Eravamo una trentina (sei volte gli spettatori abitualihellip) ed andammo al teatro di Guidubaldi Pagammo regolarmente tutti il biglietto Stop Fermo immagine Provate a ri-fletterci Sono passati quarantrsquoanni vi imma-ginate oggi un gruppo di contestatori che pa-ga lrsquoingresso in sala Distanza siderale Noi invece pagammo (poco ma pagammo) Una volta in sala rumoreggiammo e contestammo tanto che lo spettacolo non poteacute proseguire Si scatenograve il finimondo Ma a dirla tutta Gui-dubaldi (autore del testo regista protagoni-sta imprenditore teatrale) non chiamograve come pure avrebbe potuto le forze dellrsquoordine Si li-mitograve da solo a fronteggiare noi poveri unto-relli Ce ne disse di tutti i colori Noi rispon-demmo Se paragonati ad oggi i toni ndash che ci parevano allora concitati ndash erano quelli di una pacata conversazione in una sala da thegrave Ma allora sembrava una rissa Che fu anche quasi sfiorata quando il gesuita iniziograve a sventolare i nostri soldi quelli del biglietto gridando ldquoodo-re di popolordquo Ci prendeva in giro Gli avevamo

pagato quellrsquoobbrobrio La mia amica Anna Maria effettivamente cercograve di ucciderlo sul posto (senza troppa convinzione ben sapen-do che lrsquoavremmo fermata e cosigrave fu) Il giorno dopo naturalmente tutti al cinema di Guidu-baldi

Oliviero Diliberto

Volantino programmazione cinematografica sala San Michele - Cagliari Anno 1980 Tema in rassegna ldquoCinema in funzione politicardquoSezione giovani (Archivio personale Elisabetta Randaccio)

La tessera di unrsquoassociata al cineforum della sala San Michele-Cagliari Attivitagrave annorsquo75 -rsquo76(Archivio personale di Elisabetta Randaccio)

Quando il cinema ldquoerardquo politica

Il Centro Universitario Cinematografico a Cagliari il contraltare ldquolaicordquo del cineforum

organizzato sulla sponda cattolica dal gesuita padre Guidubaldi

Una vita fa metagrave anni lsquo70 ebbi modo di oc-cuparmi ndash in modo si-stematico - di cinema A Cagliari fui per una stagione presidente del CUC ( Centro Uni-

versitario Cinematografico) le cui riunioni si tenevano presso la societagrave Umanitaria vera ispiratrice del CUC allora dislocata in via Mo-lise Avevo smesso da poco la funzione di se-gretario della sezione universitaria Carlo Marx del Pci Lo ricordo percheacute vissi quellrsquoe-sperienza al CUC come una naturale prosecu-zione della politica che in quegli anni era idealitagrave impegno culturale organizzazione sacrificio In questo senso cinema ldquoerardquo poli-tica Ma non era un palindromo ovvero la po-litica non era cinema niente effetti speciali nessuna spettacolarizzazione ma molto rigore

e serietagrave forse anche troppa In quellrsquoanno approntammo un programma di films sul te-ma de lrsquounitagrave drsquoItalia Ricordo solo due titoli ndash ldquoAllonsanfagravenrdquo dei fratelli Taviani e ldquoBronterdquo di Florestano Vancini - tutta la rassegna com-

prendeva opere di grande spessore culturale ma anche di grande richiamo niente prodotti

di nicchia tale da incrementare a molte centi-naia di iscritti la forza dellrsquoassociazione Le proiezioni ndash la domenica mattina nel cinema dismesso da anni ldquoAristonrdquo di via Deledda ndash erano accompagnate dalla diffusione di una nota di commento al film La proiezione e la

segue a pag successiva

Cagliari via Ospedale 8 nel quartiere storico Stampace Edificio dei Padri Gesuiti sede del Cineclub allora gestito da Egidio Guidubaldi (noto Bracco) fucina di cultura cagliaritana negli anni lsquo70 Sullo sfondo la chiesa di San Michele officiata dai padri gesuiti Lrsquoedificio sacro rappresenta la principale testimonianza di arte barocca in cittagrave Annesso alla chiesa sorge lrsquoex Casa del noviziato dei gesuiti oggi ospedale militare (foto di Patrizia Masala)

Walter Piludu

ldquoAllonsanfagravenrdquo egrave un film del 1974 scritto e diretto da Paolo e Vittorio Taviani Nella foto rivoluzionari in camicia rossa e contadini siciliani

Walter P iludu che coltivava unrsquoaltra delle sue passioni il pianoforte e la musica

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segue da pag precedentediffusione della nota per centinaia di persone costituivano lrsquoazione di ldquomassardquo quella che mistava piugrave a cuore Il CUC era in quegli anni il contraltare ldquolaicordquo del cineforum organizzato

sulla sponda cattolica dal gesuita padre Gui-dubaldi Nella settimana successiva alla proie-zione nei locali di via Molise si svolgeva la di-scussione sul film attivitagrave che era di grande importanza per Fabio Masala direttore e gran

patrograven dellrsquoUmanitaria percheacute ad essa attri-buiva un ruolo decisivo nei processi formativi di nuovi operatori culturali Io ero meno con-vinto di questo aspetto percheacute i numeri dei partecipanti assidui ndash poco piugrave di una dozzina ndash lo confinavano in una dimensione elitaria Ma avevo torto percheacute lrsquoazione non era affatto incompatibile con lrsquoattivitagrave di ldquomassardquo anzi la integrava efficacemente contribuendo a co-struire una positiva esperienza culturale per alcuni giovani e a fare del CUC nel suo com-plesso una tappa certo minore ma non irrile-vante nellrsquoallargamento del tessuto democrati-co della cittagrave

Walter Piludu

Nato a Milano nel 1950 trasferitosi a Cagliari nel 1964 nel 1971si iscrisse al PCI contribuendo a formare la sezio-ne universitaria ldquoCarlo Marxldquo della quale sarebbe poi sta-to segretario dal 1972 al 1974 Ha diretto lrsquoorganizzazione giovanile del partito (la FGCI) egrave stato prima segretario della federazione di Cagliari e poi segretario regionale del-la Sardegna Aderigrave poi a Rifondazione Comunista del quale fu coordinatore regionale uscendone poi nel 1994 Dal 2011 egrave malato di SLA Nel 2015 viene intervistato dal programma televisivo Le Iene sul tema dellrsquoeutanasia

Fabio Masala fondatore della Cineteca Sarda e direttore del CSC di Cagliari della Societagrave Umanitaria scomparso nel 1994 Numerose le attivitagrave formative sviluppate dalla Societagrave Umanitaria e da Fabio Masala Ha lasciato unrsquo impronta indelebile nel mondo della cultura e dellrsquoassociazionismo cinematografico internazionale

Attuale interno della sala del Cinema dei Gesutii in via Ospedale 8 di Cagliari

Luigi Di Gianni il male di San Donato

Tra i maestri italiani del cinema del reale Luigi Di Gianni egrave quello che si egrave mag-giormente confronta-to con la sfera etnoantropologica Giagrave il suo primo documen-tario ldquoMagia Lucanardquo

(1958) si confrontava con la sopravvivenza di antiche forme magiche avvalendosi della consulenza scientifica di Ernesto De Martino lrsquoetnologo che ha rivoluzionato il modo di rap-portarsi ai riti arcaici spingendo ad accanto-nare quellrsquoottica sprezzante che ha lungamen-te connotato la cultura progressista Aderendo a questa svolta culturale Di Gianni concepi-sce lrsquoaudiovisivo come mezzo atto a favorire la comprensione di realtagrave arcane mettendo in evidenza il modo in cui intere collettivitagrave ndash le-gate da forti vincoli comunitari ndash affrontano sofferenze in parte dovute a un vissuto di mi-seria In virtugrave drsquoun obiettivo siffatto egli non intende semplicemente registrare il reale ri-tenendo necessaria quellrsquoattivitagrave ordinatrice dellrsquoautore che non si risolve solo in movimen-ti di macchina appropriati o in un montaggio ragionato ma interviene anche sulla scena predisponendola in modo da far risaltare gli aspetti piugrave emblematici dellrsquouniverso cultura-le rappresentato Rispetto a questa prassi plu-ridecennale unrsquoeccezione egrave costituita da ldquoIl male di San Donatordquo (1965) breve documentario (10 minuti di durata) dedicato alla festa che si svolge ogni anno a Montesanto Salentino nel-le giornate del 6 e 7 agosto e che fino a non molto tempo fa portava con seacute la richiesta di grazia al santo taumaturgo da parte di epilet-tici e portatori di disturbi nervosi e psicopato-logie varie In questo caso infatti il regista ha eccezionalmente filmato tutto in presa diret-ta conseguendo risultati espressivi sorpren-denti A tale significativa tappa di un percorso tra i piugrave originali del cinema italiano le edi-zioni Kurumuny nel 2006 hanno dedicato il volume intitolato appunto ldquoIl male di San Do-natordquo in cui troviamo i contributi di diversi studiosi tra i quali Vincenzo Esposito docen-te di Storia del Cinema alla Federico II di Na-poli e firma nota ai lettori di Diari di Cineclub noncheacute unrsquointervista rilasciata dal regista a Luigi Chiriatti Lrsquointento dellrsquointeressante pubblicazione egrave quello di mettere a fuoco i presupposti culturali e le conseguenti opzioni stilistiche del documentarista Drsquoaltronde pur con le sue peculiaritagrave lrsquoopera in questione ne conferma alcune caratteristiche tipiche a partire dalla proverbiale capacitagrave di sintesi di cui si ha testimonianza nellrsquoincipit dove in una manciata di secondi viene delineata una precisa condizione sociale Due inquadrature fisse ndash la prima di un vicolo la seconda drsquoun bambino appoggiato a un muro di abbacinan-te biancore ndash e una panoramica tra povere co-struzioni liberano la voce fuori campo di un onere permettendole di concentrarsi unica-mente sulla festa e sulle sue implicazioni Presto

infatti siamo posti di fronte alla immagini della processione che dalla Chiesa Madre del paese porta la statua di San Donato in una cappella ai margini dellrsquoabitato Qui la rap-presentazione corale della popolazione in cor-teo coesiste con il primo apparire di quelle persone sofferenti che saranno protagoniste della parte centrale del documentario Nella quale i malati di fatto impossessandosi della cappella esplodono in gesti plateali rotolan-dosi incessantemente per terra o rivolgendosi al santo urlando Nellrsquointervista a Chiriatti Di Gianni parla di ldquopersone in trancerdquo cui ldquopotevi camminare sui () piedirdquo senza che se ne accor-gessero In questa situazione limite il regista lasciandosi guidare dal proprio ldquoistintordquo nella ricerca ldquodei momenti piugrave suggestivirdquo egrave riuscito in realtagrave a restituirci qualcosa di piugrave di singoli brani illuminanti a tratti accostandoci al mi-sterioso dialogo in atto tra unrsquoumanitagrave dolente

ed il suo protettore Un confronto segnato da una concitazione che si placa solo nelle ore se-rali quando i malati esausti si coricano allrsquoin-terno dellrsquoambiente sacro e alla prevalenza del-la voce umana si sostituisce il commento musicale di Egisto Macchi impregnato della sensibilitagrave avanguardistica di questo composi-tore ed evocativo non di una raggiunta pace in-teriore ma drsquoun dramma soltanto interrotto Ersquo questo in effetti il ruolo che Di Gianni ha sem-pre assegnato alla musica quello di far affiora-re le piugrave riposte valenze di immagini di grande forza comunicativa Anche il sonoro quindi partecipa dello sforzo volto a sollecitare lo spet-tatore a misurarsi con una realtagrave lontana sen-za liquidarla come prodotto drsquoun mondo arre-trato Drsquoaltra parte la rinuncia al pregiudizio e la disponibilitagrave allo stupore sono indispensabili per entrare in sintonia con un autore che come scrive Vincenzo Esposito supera la spesso ldquooziosa () distinzione fra arte e scienzardquo percheacute muove da quella ldquocuriositagrave per gli uominirdquo che egrave la ldquobaserdquo dellrsquoattivitagrave creativa come di quella cono-scitiva

Stefano Macera

Stefano Macera

Luigi Di Gianni

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Cinema e Turismo

Il cinema nel Gargano

Chi conosce il Gargano come luogo da anni apprezzato per la vil-leggiatura forse non sa che questo territo-rio da lungo tempo egrave stato preferito anche per girare importanti

film da parte di registi e produttori cinemato-grafici E cinema e turismo spesso si sono in-contrati in questo bellissimo territorio del sud Italia Quando nel 1958 Gina Lollobrigida par-tecipa - nel ruolo della giovane e sensuale Ma-rietta ndash alle riprese a Porto Manacore ed a Ro-di Garganico del film laquoLa Legge (La loi)raquo diretta da Jules Dassin estratto dal romanzo di Roger Vailland arriva sul promontorio una

troupe del cinegiornale lsquorsquoCaleidoscopio Ciakrsquorsquo e realizza un servizio relativo alla pellicola poi proiettato nelle sale Italiane il 6 Novem-bre Appaiono le (antiche) macchine da presa il ciak e le attrezzature Egrave inquadrato anche Marcello Mastroianni Ma lrsquoattrice ndash qui nel suo unico set in Puglia ndash aveva rapporti con questa regione giagrave da lungo tempo tanto che nel 1950 era stata la protagonista del film laquoAli-naraquo diretta dal regista Giorgio Pagravestina nativo di Andria e prodotto da Arrigo Atti per la ca-sa cinematografica barese lsquorsquoActa Filmrsquorsquo dei fra-telli Atti Ma la storia della cinematografia nel promontorio era iniziata oltre un secolo fa ed ha coinvolto progressivamente Manfredonia Vico del Gargano Monte SantrsquoAngelo Peschi-ci Carpino Mattinata Lesina e Sannicandro Garganico oltre alla stessa Rodi ed alle Isole Tremiti Al di fuori del Gargano si egrave iniziato a girare anche in altre due localitagrave della Daunia Lucera e Cerignola Questo per fermarci al 1968 anno che segna il punto finale di questa breve storia Ma andiamo per ordine ed esa-miniamo i primi dieci film ed un documenta-rio tutti girati in provincia di Foggia in que-sto arco di tempo Manfredonia Cominciamo proprio dal turismo percheacute nel 1912 la Citta-dina (che ha giagrave dodicimila abitanti) egrave la pro-tagonista del documentario destinato al mer-cato estero laquoManfredonia Southern Italyraquo girato in formato 35mm su 85 metri di pellicola

(durata poi ridotta a dodici minuti) prodotto dalla Societagrave Italiana Cines di Roma La pelli-cola egrave molto importante percheacute egrave in assoluto la prima girata in Puglia Ecco le case del cen-tro gli uomini seduti accanto al muretto la piazza con la chiesa ed il grande campanile quadrato uno zoom sul castello in rovina una donna in posa per la macchina fotografi-ca altre scene di strada un vecchio ed una donna i ruderi di una chiesa il particolare di una scultura il palazzo del Comune e la Catte-drale Non manca un viaggio al vicino e anti-chissimo Santuario di San Michele a Monte SantrsquoAngelo con ldquoLa Colonna dellrsquoArcangelordquo vista attraverso un arco e la celebre Grotta Il film fa parte di una serie dedicata alle localitagrave turistiche Italiane e viene proiettato in Fran-cia Gran Bretagna e Stati uniti drsquoAmerica Bi-sogna attendere mezzo secolo per rivedere un set a Manfredonia anche questo rivolto al mercato internazionale egrave il regista inglese Ralph Thomas che gira laquoThe High Bright Sunraquo (In Italia distribuito con il titolo lsquorsquoIl Sole scotta a Ciprorsquorsquo) con location nella base mili-tare vicino al castello di Manfredi di Svevia ed anche al Monte Saraceno a Monte SantrsquoAnge-lo a Mattinata e dintorni per ambientare le isole del Mediterraneo Siamo nel 1964 ed arri-vano sul Gargano grandi attori britannici co-me Dirk Bogarde e Denholm Elliot o america-

ni come George Chakiris e Susan Stra-sberg Vico del Garga-no La seconda loca-litagrave nel promontorio coinvolta dal Cine-ma egrave San Menaio borgo marinaro e frazione di Vico del Gargano nel 1927 si gira uno degli ultimi film muti laquoLrsquoIntrusa (Una Straniera a San Menaio)raquo diretto da C Louis Martini e prodotto dalla casa di produzione Gar-ganica Film con sede a Lucera (lunghezza metri 2057) Prota-

gonista egrave Pina Serena della Scuola Azzurri Da segnalare che anche in questo Paese avvie-ne la lavorazione del citato film laquoLa Leggeraquo Monte SantrsquoAngelo Arriviamo al 1940 con il film drammatico laquoLa Morte civileraquo (distribui-to nel 1942 da Generalcine) di Ferdinando Ma-ria Poggioli trasposizione cinematografica del dramma di Paolo Giacometti girato inte-ramente a Monte comprese le scene in inter-ni che raffigurano il Penitenziario realizzate nelle case di Monte Nel cast Renato Cialente Carlo Ninchi Dina Sassoli Vittorio Sanni Nel film si esibisce il gruppo folkloristico lsquorsquoLa Pacchianellarsquorsquo Il prossimo film saragrave lsquorsquoIl sole scotta a Ciprorsquorsquo Vanno ricordate le immagini

che raffigurano comrsquoera un secolo fa il San-tuario di San Michele Arcangelo inserite nel citato documentario su Manfredonia Peschi-ci Siamo nel 1954 ed esce nelle sale laquoIl figlio dellrsquoUomo (Ecce homo Il figlio dellrsquouomo)raquo film religioso in bianco e nero di Virgilio Sa-bel con Fiorella Mari prodotto dalla San Paolo Film di Don Giacomo Alberione (il quale ha curato la sceneggiatura) e girato lrsquoanno prece-dente (92rsquo distribuito sia in 16mm che in 35mm) tra Torre di Monte Pucci Monte drsquoE-lio nella striscia di terra tra i laghi di Lesina e Varano e nella spiaggia di Capojale poi allrsquoAb-bazia di Kagravelena ed a Rodi Garganico Nella la-vorazione prende parte attiva la popolazione di Peschici lrsquoUltima Cena avviene nella Chie-sa della Madonna di Loreto e sono coinvolti i pescatori della zona e i contadini dellrsquoagro nelle casette a cupola del Borgo San Nicola con gli asini e le mucche nelle grotte Il prossi-mo film saragrave laquoLa Leggeraquo Rodi Garganico Il piccolo Paese egrave coinvolto nel periodo 195458 in due film di cui si egrave giagrave detto laquoIl Figlio dellrsquoUomoraquo e laquoLa Leggeraquo Carpino Alcune sce-ne del film laquoLa Leggeraquo sono girate a Carpino nel periodo in cui il Paese raggiunge il massi-mo della popolazione (settemila abitanti che andranno poi diminuendo progressivamen-te) Isole Tremiti Anche le Diomedee sono coinvolte in varie produzioni Le prime due sono nel 1961 laquoThe Guns of Navaroneraquo di J Lee Thompson con David Niven Gregory Peck Antony Qeen Irene Papas (lsquorsquoI Cannoni di Navaronersquorsquo) prodotto e distribuito dalla Co-lumbia Pictures con poche scene che risulta-no ambientate nelle isole Elleniche e - nel 1968 - laquoViolenza al sole (unrsquoestate in quattro)raquo film di Florestano Vancini girato ed ambientato interamente nelle isole al largo del Gargano con Bibi Andersson Giuliano Gemma Gun-nar Bjoumlrnstrand Rosemarie Dexter e con lrsquoat-tore salentino Brizio Montinaro Mattinata Paese coinvolto nelle riprese del citato film laquoIl Sole scotta a Ciproraquo Lesina e Sannicandro Garganico Ed eccoci nel 1965 anno in cui vie-

ne girato principalmente in questi due Paesi (ma anche nei centri vicini ma ambientato tutto nel centro maggiore Sannicandro) il

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Adriano Silvestri

ldquoLa leggerdquo (La loi) del 1958 di 126 minuti di Jules Dassin tratto dallrsquoomonimo romanzo di Roger Vailland con Gina Lollobrigida Marcello Mastroianni

ldquoLrsquointrusa Una straniera a San Menaiordquo film muto del 1927 diretto da C Louis Martini Egrave molto importante per la storia del cinema in Puglia percheacute soltanto tre pellicole mute risultano girate nelle regione

Rosemarie Dexter e Giuliano Gemma in ldquoViolenza al sole-Unrsquoestate in quattrordquo di Florestano Vancini 1968

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segue da pag precedentedocumentario laquoLrsquoantimiracoloraquo (87rsquo) di Elio Piccon con voce fuori campo del compianto attore barese Riccardo Cucciolla film premia-to alla XXVI Mostra del Cinema di Venezia con

targa Leone di San Marco Per concludere pare corretto inserire una nota relativa a due gran-di centri della provincia di Foggia piugrave volte coinvolti nella lavorazione di film per citare i primi set allestiti Lucera Giagrave nel 1923 Genna-ro Jovine gira interamente a Lucera il film mu-to dal titolo laquoMaria vieni a Marcelloraquo una commedia prodotta dalla Garganica Film so-cietagrave con sede nello stesso Comune con lrsquoatto-re napoletano Gennarino Sebastiani e con Lia-na Vittori Un reportage nel 1976 de lsquorsquoIl Panorama Cinematograficorsquorsquo sul set de laquoIl Sol-dato di venturaraquo ispirato alla Disfida di Bar-letta e girato nella Fortezza Normanna di Lu-cera da Pasquale Festa Campanile contiene una intervista al regista ed a Bud Spencer nel ruolo di Ettore Fieramosca al fianco di Philip-pe Leroy Cerignola Il primo film girato egrave nel 1958 laquoGambe drsquoororaquo commedia musicale di Turi Vasile con Totograve prodotto per la Titanus Le scene mostrano lo stadio la Cattedrale il nuovo Cinema Corso (tuttora funzionante) una casa vinicola e le strade della Cittadina La colonna sonora con musiche di Lelio Luttazzi egrave lsquorsquoQuesto egrave il fascino del footballrsquorsquo Una parte egrave riservata a Jimmy il Fenomeno attore nativo di Lucera Tantissimi film saranno girati a Foggia e provincia negli anni seguenti soprat-tutto a partire dal 2007 con la Fondazione Apulia Film Commission

Adriano Silvestri

Nota Il testo comprende elementi tratti dalle Pagine Wiki-pedia tutte compilate dal sottoscritto e dedicate ai film laquoMaria vieni a Marcelloraquo (aperta il 19 Luglio 2009) laquoLrsquointrusaraquo (28 Luglio 2009) laquoIl figlio dellrsquoUomoraquo (23 Ot-tobre 2011) laquoManfredonia Southern Italyraquo (18 Aprile 2012) e laquoLa morte civileraquo (19 Aprile 2012)

Piccon partorigrave lrsquoidea di andare a girare a San Nicandro Garganico in Provincia di Foggia ldquoLrsquoantimiracolordquo (1964) Un film etno-antropologico tra i piugrave riusciti del genere ldquocondotto con uno stile mai visto primardquo e che nonostante vincitore al Festival di Venezia del 1965 del ldquoLeone San Marcordquo uscigrave male nelle sale (a fine agosto) e venne letteralmente massacrato dalla censura la quale si accanigrave contro non tanto per qualche scena di castissimo nudo ma in quanto la pellicola stagliava sullo schermo una realtagrave in controcorrente coi fasti del boom economico

Film e libri in transito

Gli appassionati di cinema sono anche dei buoni lettori

di libri Libri in transito al cineclub FICC di Almese Una

esperienza da imitare

Con il mese di maggio si conclude la seconda stagione del cineclub di Almese in provin-cia di Torino con dei risultati molto inte-ressanti Il primo egrave che il numero di abbo-nati arrivati a un cen-tinaio nella stagione 201314 egrave quasi tripli-cato il secondo egrave che la trovata dei ldquoLibri in

transitordquo egrave diventata una realtagrave consolidata La nascita di questa iniziativa egrave stata del tutto casuale Un anno fa una nostra ab-bonata del cineclub mentre entra in sa-la ci chiede il permesso di mettere dei li-bri in omaggio sul tavolino dove teniamo le nostre cartelline con le schede dei film Drsquoistinto diciamo di sigrave senza chiedere di cosa si tratti alla fine della proiezione film la signora in questione ci spiega di essere la bibliotecaria del comune di Al-mese e di volere regalare ai nostri abbo-nati qualche libro per due motivi il pri-mo riguarda la scarsa frequenza della biblioteca e il secondo come sia inutile in tale situazione tenere addirittura due o piugrave copie di uno stesso libro sugli scaf-fali Dalla settimana seguente la gente ha cominciato a chiederci percheacute stessimo fa-cendo una iniziativa simile e noi abbiano pen-sato di inventare un regolamento che spiegasse la nostra proposta Abbiamo quindi esposto dei cartelli con queste parole Al Magnetto prima e dopo il cine-ma scambio drsquoidee anche con i libriLIBRI IN TRANSITOIl cineclub partecipa e sostiene questa iniziativa in collaborazione con la biblio-teca di Almese Il regolamento egrave ispirato alla massima libertagrave1 si puograve prendere un libro senza alcuna formalitagrave2 si puograve tenerlo oppure riportar-lo dopo averlo letto3 si possono portare dei libri per contribuire allo scambio di idee In quel momento non potevamo imma-ginare che la proposta avrebbe funzionato cosigrave bene da non richiedere alcun altro inter-vento da parte nostra i libri aumentano in modo spontaneo e sono gli stessi lettori che oltre a partecipare agli scambi si consigliano tra loro nella scelta di titoli e di autori Un fat-to molto divertente egrave successo poche sere fa stavo parlando con unrsquoamica giornalista che egrave anche una divoratrice di libri prendendola amichevolmente in giro percheacute aveva sigrave porta-to due suoi libri da aggiungere al tavolo ma ne aveva anche presi quattro Una spettatrice

attenta alla nostra conversazione egrave intervenu-ta dicendo ldquonon si deve fare cosigrave pensi un porsquo se tutti facessero come lei Vede anchrsquoio ho preso un libro ma quello ritirato lrsquoaltra volta lrsquoho giagrave riportatordquo Ho subito cercato di spie-gare che si trattava di un piccolo scherzo tra amici senza perograve riuscire a convincerla del tutto Ormai Il tavolo non piugrave abbastanza grande per contenere tutti i libri egrave diventato il punto intorno al quale prima e dopo i film i nostri abbonati si fermano a chiacchierare di letteratura e di cinema Cosigrave insieme allrsquoocca-sione di vedere un buon film egrave cresciuta la vo-glia di scambiare opinioni tra persone le quali

prima si conoscevano solo di vista Insomma la voglia di parlare di libri e di cinema sta con-

quistando sempre piugrave spazio noi partecipia-mo attivamente a questi scambi di idee e sco-priamo una miriade di situazioni curiose sui gusti dei nostri abbonati

Alberto E Calosso

Associazione 35mm

Alberto E Calosso

Lrsquoingresso alla sala del cinema di Almese con libri in transito esposti

Lrsquointerno della sala cinematografica dellrsquoAssociazione 35 mm sempre gremita

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Festival

Sardinia Film Festival news

Risponde il direttore artistico Carlo Dessigrave

Egrave partito il conto alla rovescia per il Sardi-nia Film Festival 2015 che come gli anni scorsi arriva a Sassari nellrsquoultima settimana di giugno dal 21 al 27 Questa volta perograve si tratta di unrsquoedizione davvero speciale per-cheacute coincide con i pri-mi dieci anni di vita della manifestazione ideata dal Cineclub

Sassari nellrsquoormai lontano 2006 Il direttore artistico Carlo Dessigrave super-impegnato con i preparativi delle ultime settimane ha trovato il tempo di raccontare ai lettori di Diari di Ci-neclub le novitagrave di questrsquoanno e di tracciare un bilancioDove spegnerete le dieci candeline di questa edizio-neIn uno dei posti piugrave affascinanti di Sassari il parco di Monserrato che la sera del 21 in coincidenza con il solstizio drsquoestate diventeragrave un fondale magico per il nostro compleannoE cosa avete organizzato per i festeggiamenti Prima di tutto abbiamo deciso di condividerli con unrsquoaltra associazione culturale molto amata dal pubblico non solo sardo lrsquoOrche-stra Jazz della Sardegna che a giugno compie 25 anni e saragrave diretta per lrsquooccasione dal mae-stro Marco Tiso Lrsquoevento si intitola ldquoJazz a Ci-necittagraverdquo ed egrave un omaggio ai grandi registi del-la commedia allrsquoitaliana come Mario Monicelli Dino Risi Alberto Sordi e agli stra-ordinari musicisti che realizzarono le musi-che dei loro capolavori Piero Piccioni Ar-mando Trovajoli Riz OrtolaniDal 22 si rientra nella sede storica del Quadrilate-ro Quanti cortometraggi sono arrivati e qual egrave il

calendario delle proiezioniOrmai siamo abituati ai grandi numeri e an-che questa volta sono arrivati oltre 900 corti tra i quali ne abbiamo selezionato 60 Li pre-

senteremo al pubblico dal 22 al 27 giugno nella nostra sede storica il Polo Didattico ldquoIl

Quadrilaterordquo di viale Mancini con proiezioni pomeridiane (nelle aule) e serali (nel cortile)Prima di passare ai dettagli raccontiamo come egrave nato il Sardinia Film FestivalIl SFF che adesso compie 10 anni egrave nato a sua volta per festeggiare un compleanno il mezzo secolo del Cineclub Sassari fondato nel dopo-guerra da ldquoregisti-pionierirdquo come Nando Sca-nu Bruno Ricci Silvio Bredo Pinuccio Fara Arturo Usai Aldo Widmar Domenico Arru Benito Castangia Era un gruppo che aderiva al Neorealismo e realizzava su pellicole 16 millimetri brevi film girati per le strade di Sassari e Alghero oppure ambientati nelle campagne tra i pastori o impegnati in unrsquoin-dagine sociale del banditismo Un gruppo con unrsquoesperienza enorme che ci ha trasmesso la passione necessaria ad iniziare un progetto ambizioso come il Sardinia Film FestivalCosa ha regalato il festival alla cittagrave di Sassari Credo che abbia regalato uno sguardo piugrave am-pio sul mondo In una cittagrave che negli ultimi 10 anni ha visto ridursi sempre piugrave lrsquoofferta ci-nematografica con la chiusura progressiva delle sale il SFF egrave stato ed egrave una finestra aper-ta sulle varie cinematografie europee e mon-diali Soprattutto per quanto riguarda gli au-tori piugrave giovani E poi ha contribuito ad allenare il pubblico a guardare i film in lingua originale Allrsquoinizio puograve sembrare faticoso ma come sa bene chi ci segue lrsquoemozione di ascol-tare la vera voce degli attori egrave impagabileIl festival ha contribuito anche a sdoganare il valo-re dei cortometraggiCredo proprio di sigrave In dieci anni sono costan-temente aumentati gli appassionati del gene-re felici di vedere nello stesso giorno tanti film piccoli solo nella durata ma spesso intri-ganti e ben costruiti come i lungometraggiVeniamo allrsquoedizione 2015 che novitagrave ci sonoCe ne sono tante ma quella che ci rende parti-colarmente felici egrave un meeting di tre giorni di giovani film maker europei sotto i trentrsquoanni

segue a pag successiva

Grazia Brundu

Il parco di Monserrato lrsquoarea verde di Sassari si estende su unrsquoarea di circa 6 ettari Saragrave questa la location delrsquoinaugurazione della X Edizione del SFF con la magica Orchestra Jazz della Sardegna

Carlo Dessigrave il direttore artistico della X edizione del SFF e presidente del Cineclub Sassari organizzatore del Festival

La sede storica del SardiniaFF il Quadrilatero dellrsquoUniversitagrave di Sassari in Viale Pasquale Mancini molto seguito da studenti e cittadini della cittagrave ma anche provenienti da tutte le zone della Sardegna e autori dei film in concorso provenienti da ogni parte del mondo

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segue da pag precedenteche arriveranno a Sassari dalle principali scuole di cinematografia delle loro nazioni Il meeting egrave stato fortemente voluto dal Comune di Sassari e dalla Fondazione Sardegna Film CommissionCosa avete preparato per loroAbbiamo pensato a un programma piuttosto intenso Si va dalle proiezioni incrociate di film delle varie scuole agli aperitivi serali con il pubblico Ma soprattutto egrave in agenda un in-contro con un gruppo di buyers di importanti network europei che arriveranno al festival per scegliere alcuni cortometraggi da acqui-stare e per svelare quali sono gli ldquoingredientirdquo che rendono commercialmente appetibile un film E poiNegli stessi giorni avremo ospiti alcuni tecni-ci e responsabili di Arri Italia con cui abbia-mo stretto una partnership e i film maker po-tranno provare le nuove cineprese e i sistemi di illuminazione a basso consumo energeticoQuindi i giovani autori verranno qui per ldquolavora-rerdquo Niente svago per loroCerto che sigrave abbiamo pensato anche a quello lrsquoultimo giorno del festival li porteremo a visi-tare posti suggestivi del Nord Ovest della Sar-degna ideali anche come set cinematografici Chissagrave che qualcuno di loro non decida di gi-rare un filmAltre novitagraveVoglio ricordarne almeno altre due La prima egrave la sezione ldquoBack to the landrdquo che in linea con Expo 2015 (uno dei nostri patrocinatori) rac-coglie film che parlano di salvaguardia dellrsquoam-

biente e utilizzo responsabile delle risorse E poi un premio per gli esordienti intitolato a Federico Lubino un promettente film maker sassarese purtroppo scomparso nel 2012A proposito di giovani quali tra i filmmaker sardi visti al SFF sono conosciuti anche fuori dallrsquoisola

Sono tanti ma per fare solo qualche nome mi limito a citare Bonifacio Angius che con ldquoPer-fidiardquo egrave stato lrsquounico italiano selezionato a Lo-carno Joe Bastardi vincitore del Premio Ba-saglia al Festival del Valdarno Cinema Fedic Paolo Bandinu che adesso lavora a Berlino e che ha regalato al SFF una bellissima sigla Michela Anedda che ha frequentato un ma-ster allrsquoEdimburgh College of art in Scozia rea-lizzando la splendida animazione Cogas vin-citrice al SFF 2014 Quale immagine le viene in mente pensando al Sardinia Film FestivalMi viene in mente una rete una rete di colla-borazioni che si sviluppa a livello locale e in-ternazionale Partiamo dal primoMi riferisco alla collaborazione con gli stu-denti e i docenti dellrsquoUniversitagrave e dellrsquoAccade-mia che ci hanno aiutato a tradurre i sottoti-toli dei film e che realizzeranno servizi tv e interviste oltre a formare delle giurie speciali E poi la collaborazione con i comuni di Villa-nova Monteleone e Bosa che a luglio e ad ago-sto ospiteranno due sezioni distaccate del fe-stival dedicate rispettivamente al documentario e allrsquoanimazioneE a livello internazionaleIl SFF si egrave scoperto una vocazione da globe trotter che lo sta portando in giro per lrsquoEuropa a stringere partnership con scuole di cinema-tografia e festival di corti Si sta sviluppando

una rete europea sancita anche dal patroci-nio della Farnesina nuovo patrocinatore del festival che va ad aggiungersi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al MibactQuali sono i vostri partner europeiLa prima maglia della nostra rete di contatti egrave

stata lo scorso febbraio la Baltic Film and Media School di Tallin Poi a maggio siamo stati al Corona Fastnet Short Film Festival di Cork in Irlanda e allrsquoinizio di giugno al Fike di Evora in Portogallo Le prossime tappe sono il Psarokakolo di Atene a luglio e lrsquoEdinburgh Short Film Festival in Scozia a novembre In ciascun festival abbiamo portato una selezio-ne di film del SFF e in questa edizione ospite-remo film e rappresentanti di ciascun festival partnerChi vuole ringraziare per il successo di questi primi dieci anniPrima di tutto i volontari che si sono alternati in vari ruoli in tutti questi anni Poi voglio di-re grazie al presidente Angelo Tantaro che ha ben rappresentato il festival negli ambienti istituzionali e soprattutto a Nando Scanu so-cio fondatore e vero cuore pulsante del Cine-

club Sassari che con la sua pazienza e il suo continuo e fattivo contributo ha reso possibile fin dalla prima edizione questa splendida ma-nifestazione

Intervista raccolta da Grazia Brundu

ldquoCogas ndash racconta Michela Anedda ndash egrave un corto di animazione stop motion Ersquo una favola dark nella quale vengono uniti gli elementi fantastici tipici della tradizione sarda con un approccio piugrave misterioso e oscurordquo Questa animazione ha vinto al SFF 2014

Nando Scanu

Sardinia Film FestivalOrganizzato daCineclub Sassari cineclubss Via Bellini 7 ndash 07100 Sassariwwwsardiniafilmfestivalit Luogo del Festival ldquoQuadrilaterordquo Uni-versitagrave di Sassari Viale Mancini

Direttore Artistico Carlo DessigravePresidente Angelo Tantaro

Sardinia Film Festival egrave un evento di eccellenza ed egrave supportato da Diari di Cineclub

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YouTube Party 9

Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

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La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

n 29

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

n 29

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

n 29

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 5: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedentediffusione della nota per centinaia di persone costituivano lrsquoazione di ldquomassardquo quella che mistava piugrave a cuore Il CUC era in quegli anni il contraltare ldquolaicordquo del cineforum organizzato

sulla sponda cattolica dal gesuita padre Gui-dubaldi Nella settimana successiva alla proie-zione nei locali di via Molise si svolgeva la di-scussione sul film attivitagrave che era di grande importanza per Fabio Masala direttore e gran

patrograven dellrsquoUmanitaria percheacute ad essa attri-buiva un ruolo decisivo nei processi formativi di nuovi operatori culturali Io ero meno con-vinto di questo aspetto percheacute i numeri dei partecipanti assidui ndash poco piugrave di una dozzina ndash lo confinavano in una dimensione elitaria Ma avevo torto percheacute lrsquoazione non era affatto incompatibile con lrsquoattivitagrave di ldquomassardquo anzi la integrava efficacemente contribuendo a co-struire una positiva esperienza culturale per alcuni giovani e a fare del CUC nel suo com-plesso una tappa certo minore ma non irrile-vante nellrsquoallargamento del tessuto democrati-co della cittagrave

Walter Piludu

Nato a Milano nel 1950 trasferitosi a Cagliari nel 1964 nel 1971si iscrisse al PCI contribuendo a formare la sezio-ne universitaria ldquoCarlo Marxldquo della quale sarebbe poi sta-to segretario dal 1972 al 1974 Ha diretto lrsquoorganizzazione giovanile del partito (la FGCI) egrave stato prima segretario della federazione di Cagliari e poi segretario regionale del-la Sardegna Aderigrave poi a Rifondazione Comunista del quale fu coordinatore regionale uscendone poi nel 1994 Dal 2011 egrave malato di SLA Nel 2015 viene intervistato dal programma televisivo Le Iene sul tema dellrsquoeutanasia

Fabio Masala fondatore della Cineteca Sarda e direttore del CSC di Cagliari della Societagrave Umanitaria scomparso nel 1994 Numerose le attivitagrave formative sviluppate dalla Societagrave Umanitaria e da Fabio Masala Ha lasciato unrsquo impronta indelebile nel mondo della cultura e dellrsquoassociazionismo cinematografico internazionale

Attuale interno della sala del Cinema dei Gesutii in via Ospedale 8 di Cagliari

Luigi Di Gianni il male di San Donato

Tra i maestri italiani del cinema del reale Luigi Di Gianni egrave quello che si egrave mag-giormente confronta-to con la sfera etnoantropologica Giagrave il suo primo documen-tario ldquoMagia Lucanardquo

(1958) si confrontava con la sopravvivenza di antiche forme magiche avvalendosi della consulenza scientifica di Ernesto De Martino lrsquoetnologo che ha rivoluzionato il modo di rap-portarsi ai riti arcaici spingendo ad accanto-nare quellrsquoottica sprezzante che ha lungamen-te connotato la cultura progressista Aderendo a questa svolta culturale Di Gianni concepi-sce lrsquoaudiovisivo come mezzo atto a favorire la comprensione di realtagrave arcane mettendo in evidenza il modo in cui intere collettivitagrave ndash le-gate da forti vincoli comunitari ndash affrontano sofferenze in parte dovute a un vissuto di mi-seria In virtugrave drsquoun obiettivo siffatto egli non intende semplicemente registrare il reale ri-tenendo necessaria quellrsquoattivitagrave ordinatrice dellrsquoautore che non si risolve solo in movimen-ti di macchina appropriati o in un montaggio ragionato ma interviene anche sulla scena predisponendola in modo da far risaltare gli aspetti piugrave emblematici dellrsquouniverso cultura-le rappresentato Rispetto a questa prassi plu-ridecennale unrsquoeccezione egrave costituita da ldquoIl male di San Donatordquo (1965) breve documentario (10 minuti di durata) dedicato alla festa che si svolge ogni anno a Montesanto Salentino nel-le giornate del 6 e 7 agosto e che fino a non molto tempo fa portava con seacute la richiesta di grazia al santo taumaturgo da parte di epilet-tici e portatori di disturbi nervosi e psicopato-logie varie In questo caso infatti il regista ha eccezionalmente filmato tutto in presa diret-ta conseguendo risultati espressivi sorpren-denti A tale significativa tappa di un percorso tra i piugrave originali del cinema italiano le edi-zioni Kurumuny nel 2006 hanno dedicato il volume intitolato appunto ldquoIl male di San Do-natordquo in cui troviamo i contributi di diversi studiosi tra i quali Vincenzo Esposito docen-te di Storia del Cinema alla Federico II di Na-poli e firma nota ai lettori di Diari di Cineclub noncheacute unrsquointervista rilasciata dal regista a Luigi Chiriatti Lrsquointento dellrsquointeressante pubblicazione egrave quello di mettere a fuoco i presupposti culturali e le conseguenti opzioni stilistiche del documentarista Drsquoaltronde pur con le sue peculiaritagrave lrsquoopera in questione ne conferma alcune caratteristiche tipiche a partire dalla proverbiale capacitagrave di sintesi di cui si ha testimonianza nellrsquoincipit dove in una manciata di secondi viene delineata una precisa condizione sociale Due inquadrature fisse ndash la prima di un vicolo la seconda drsquoun bambino appoggiato a un muro di abbacinan-te biancore ndash e una panoramica tra povere co-struzioni liberano la voce fuori campo di un onere permettendole di concentrarsi unica-mente sulla festa e sulle sue implicazioni Presto

infatti siamo posti di fronte alla immagini della processione che dalla Chiesa Madre del paese porta la statua di San Donato in una cappella ai margini dellrsquoabitato Qui la rap-presentazione corale della popolazione in cor-teo coesiste con il primo apparire di quelle persone sofferenti che saranno protagoniste della parte centrale del documentario Nella quale i malati di fatto impossessandosi della cappella esplodono in gesti plateali rotolan-dosi incessantemente per terra o rivolgendosi al santo urlando Nellrsquointervista a Chiriatti Di Gianni parla di ldquopersone in trancerdquo cui ldquopotevi camminare sui () piedirdquo senza che se ne accor-gessero In questa situazione limite il regista lasciandosi guidare dal proprio ldquoistintordquo nella ricerca ldquodei momenti piugrave suggestivirdquo egrave riuscito in realtagrave a restituirci qualcosa di piugrave di singoli brani illuminanti a tratti accostandoci al mi-sterioso dialogo in atto tra unrsquoumanitagrave dolente

ed il suo protettore Un confronto segnato da una concitazione che si placa solo nelle ore se-rali quando i malati esausti si coricano allrsquoin-terno dellrsquoambiente sacro e alla prevalenza del-la voce umana si sostituisce il commento musicale di Egisto Macchi impregnato della sensibilitagrave avanguardistica di questo composi-tore ed evocativo non di una raggiunta pace in-teriore ma drsquoun dramma soltanto interrotto Ersquo questo in effetti il ruolo che Di Gianni ha sem-pre assegnato alla musica quello di far affiora-re le piugrave riposte valenze di immagini di grande forza comunicativa Anche il sonoro quindi partecipa dello sforzo volto a sollecitare lo spet-tatore a misurarsi con una realtagrave lontana sen-za liquidarla come prodotto drsquoun mondo arre-trato Drsquoaltra parte la rinuncia al pregiudizio e la disponibilitagrave allo stupore sono indispensabili per entrare in sintonia con un autore che come scrive Vincenzo Esposito supera la spesso ldquooziosa () distinzione fra arte e scienzardquo percheacute muove da quella ldquocuriositagrave per gli uominirdquo che egrave la ldquobaserdquo dellrsquoattivitagrave creativa come di quella cono-scitiva

Stefano Macera

Stefano Macera

Luigi Di Gianni

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Cinema e Turismo

Il cinema nel Gargano

Chi conosce il Gargano come luogo da anni apprezzato per la vil-leggiatura forse non sa che questo territo-rio da lungo tempo egrave stato preferito anche per girare importanti

film da parte di registi e produttori cinemato-grafici E cinema e turismo spesso si sono in-contrati in questo bellissimo territorio del sud Italia Quando nel 1958 Gina Lollobrigida par-tecipa - nel ruolo della giovane e sensuale Ma-rietta ndash alle riprese a Porto Manacore ed a Ro-di Garganico del film laquoLa Legge (La loi)raquo diretta da Jules Dassin estratto dal romanzo di Roger Vailland arriva sul promontorio una

troupe del cinegiornale lsquorsquoCaleidoscopio Ciakrsquorsquo e realizza un servizio relativo alla pellicola poi proiettato nelle sale Italiane il 6 Novem-bre Appaiono le (antiche) macchine da presa il ciak e le attrezzature Egrave inquadrato anche Marcello Mastroianni Ma lrsquoattrice ndash qui nel suo unico set in Puglia ndash aveva rapporti con questa regione giagrave da lungo tempo tanto che nel 1950 era stata la protagonista del film laquoAli-naraquo diretta dal regista Giorgio Pagravestina nativo di Andria e prodotto da Arrigo Atti per la ca-sa cinematografica barese lsquorsquoActa Filmrsquorsquo dei fra-telli Atti Ma la storia della cinematografia nel promontorio era iniziata oltre un secolo fa ed ha coinvolto progressivamente Manfredonia Vico del Gargano Monte SantrsquoAngelo Peschi-ci Carpino Mattinata Lesina e Sannicandro Garganico oltre alla stessa Rodi ed alle Isole Tremiti Al di fuori del Gargano si egrave iniziato a girare anche in altre due localitagrave della Daunia Lucera e Cerignola Questo per fermarci al 1968 anno che segna il punto finale di questa breve storia Ma andiamo per ordine ed esa-miniamo i primi dieci film ed un documenta-rio tutti girati in provincia di Foggia in que-sto arco di tempo Manfredonia Cominciamo proprio dal turismo percheacute nel 1912 la Citta-dina (che ha giagrave dodicimila abitanti) egrave la pro-tagonista del documentario destinato al mer-cato estero laquoManfredonia Southern Italyraquo girato in formato 35mm su 85 metri di pellicola

(durata poi ridotta a dodici minuti) prodotto dalla Societagrave Italiana Cines di Roma La pelli-cola egrave molto importante percheacute egrave in assoluto la prima girata in Puglia Ecco le case del cen-tro gli uomini seduti accanto al muretto la piazza con la chiesa ed il grande campanile quadrato uno zoom sul castello in rovina una donna in posa per la macchina fotografi-ca altre scene di strada un vecchio ed una donna i ruderi di una chiesa il particolare di una scultura il palazzo del Comune e la Catte-drale Non manca un viaggio al vicino e anti-chissimo Santuario di San Michele a Monte SantrsquoAngelo con ldquoLa Colonna dellrsquoArcangelordquo vista attraverso un arco e la celebre Grotta Il film fa parte di una serie dedicata alle localitagrave turistiche Italiane e viene proiettato in Fran-cia Gran Bretagna e Stati uniti drsquoAmerica Bi-sogna attendere mezzo secolo per rivedere un set a Manfredonia anche questo rivolto al mercato internazionale egrave il regista inglese Ralph Thomas che gira laquoThe High Bright Sunraquo (In Italia distribuito con il titolo lsquorsquoIl Sole scotta a Ciprorsquorsquo) con location nella base mili-tare vicino al castello di Manfredi di Svevia ed anche al Monte Saraceno a Monte SantrsquoAnge-lo a Mattinata e dintorni per ambientare le isole del Mediterraneo Siamo nel 1964 ed arri-vano sul Gargano grandi attori britannici co-me Dirk Bogarde e Denholm Elliot o america-

ni come George Chakiris e Susan Stra-sberg Vico del Garga-no La seconda loca-litagrave nel promontorio coinvolta dal Cine-ma egrave San Menaio borgo marinaro e frazione di Vico del Gargano nel 1927 si gira uno degli ultimi film muti laquoLrsquoIntrusa (Una Straniera a San Menaio)raquo diretto da C Louis Martini e prodotto dalla casa di produzione Gar-ganica Film con sede a Lucera (lunghezza metri 2057) Prota-

gonista egrave Pina Serena della Scuola Azzurri Da segnalare che anche in questo Paese avvie-ne la lavorazione del citato film laquoLa Leggeraquo Monte SantrsquoAngelo Arriviamo al 1940 con il film drammatico laquoLa Morte civileraquo (distribui-to nel 1942 da Generalcine) di Ferdinando Ma-ria Poggioli trasposizione cinematografica del dramma di Paolo Giacometti girato inte-ramente a Monte comprese le scene in inter-ni che raffigurano il Penitenziario realizzate nelle case di Monte Nel cast Renato Cialente Carlo Ninchi Dina Sassoli Vittorio Sanni Nel film si esibisce il gruppo folkloristico lsquorsquoLa Pacchianellarsquorsquo Il prossimo film saragrave lsquorsquoIl sole scotta a Ciprorsquorsquo Vanno ricordate le immagini

che raffigurano comrsquoera un secolo fa il San-tuario di San Michele Arcangelo inserite nel citato documentario su Manfredonia Peschi-ci Siamo nel 1954 ed esce nelle sale laquoIl figlio dellrsquoUomo (Ecce homo Il figlio dellrsquouomo)raquo film religioso in bianco e nero di Virgilio Sa-bel con Fiorella Mari prodotto dalla San Paolo Film di Don Giacomo Alberione (il quale ha curato la sceneggiatura) e girato lrsquoanno prece-dente (92rsquo distribuito sia in 16mm che in 35mm) tra Torre di Monte Pucci Monte drsquoE-lio nella striscia di terra tra i laghi di Lesina e Varano e nella spiaggia di Capojale poi allrsquoAb-bazia di Kagravelena ed a Rodi Garganico Nella la-vorazione prende parte attiva la popolazione di Peschici lrsquoUltima Cena avviene nella Chie-sa della Madonna di Loreto e sono coinvolti i pescatori della zona e i contadini dellrsquoagro nelle casette a cupola del Borgo San Nicola con gli asini e le mucche nelle grotte Il prossi-mo film saragrave laquoLa Leggeraquo Rodi Garganico Il piccolo Paese egrave coinvolto nel periodo 195458 in due film di cui si egrave giagrave detto laquoIl Figlio dellrsquoUomoraquo e laquoLa Leggeraquo Carpino Alcune sce-ne del film laquoLa Leggeraquo sono girate a Carpino nel periodo in cui il Paese raggiunge il massi-mo della popolazione (settemila abitanti che andranno poi diminuendo progressivamen-te) Isole Tremiti Anche le Diomedee sono coinvolte in varie produzioni Le prime due sono nel 1961 laquoThe Guns of Navaroneraquo di J Lee Thompson con David Niven Gregory Peck Antony Qeen Irene Papas (lsquorsquoI Cannoni di Navaronersquorsquo) prodotto e distribuito dalla Co-lumbia Pictures con poche scene che risulta-no ambientate nelle isole Elleniche e - nel 1968 - laquoViolenza al sole (unrsquoestate in quattro)raquo film di Florestano Vancini girato ed ambientato interamente nelle isole al largo del Gargano con Bibi Andersson Giuliano Gemma Gun-nar Bjoumlrnstrand Rosemarie Dexter e con lrsquoat-tore salentino Brizio Montinaro Mattinata Paese coinvolto nelle riprese del citato film laquoIl Sole scotta a Ciproraquo Lesina e Sannicandro Garganico Ed eccoci nel 1965 anno in cui vie-

ne girato principalmente in questi due Paesi (ma anche nei centri vicini ma ambientato tutto nel centro maggiore Sannicandro) il

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Adriano Silvestri

ldquoLa leggerdquo (La loi) del 1958 di 126 minuti di Jules Dassin tratto dallrsquoomonimo romanzo di Roger Vailland con Gina Lollobrigida Marcello Mastroianni

ldquoLrsquointrusa Una straniera a San Menaiordquo film muto del 1927 diretto da C Louis Martini Egrave molto importante per la storia del cinema in Puglia percheacute soltanto tre pellicole mute risultano girate nelle regione

Rosemarie Dexter e Giuliano Gemma in ldquoViolenza al sole-Unrsquoestate in quattrordquo di Florestano Vancini 1968

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segue da pag precedentedocumentario laquoLrsquoantimiracoloraquo (87rsquo) di Elio Piccon con voce fuori campo del compianto attore barese Riccardo Cucciolla film premia-to alla XXVI Mostra del Cinema di Venezia con

targa Leone di San Marco Per concludere pare corretto inserire una nota relativa a due gran-di centri della provincia di Foggia piugrave volte coinvolti nella lavorazione di film per citare i primi set allestiti Lucera Giagrave nel 1923 Genna-ro Jovine gira interamente a Lucera il film mu-to dal titolo laquoMaria vieni a Marcelloraquo una commedia prodotta dalla Garganica Film so-cietagrave con sede nello stesso Comune con lrsquoatto-re napoletano Gennarino Sebastiani e con Lia-na Vittori Un reportage nel 1976 de lsquorsquoIl Panorama Cinematograficorsquorsquo sul set de laquoIl Sol-dato di venturaraquo ispirato alla Disfida di Bar-letta e girato nella Fortezza Normanna di Lu-cera da Pasquale Festa Campanile contiene una intervista al regista ed a Bud Spencer nel ruolo di Ettore Fieramosca al fianco di Philip-pe Leroy Cerignola Il primo film girato egrave nel 1958 laquoGambe drsquoororaquo commedia musicale di Turi Vasile con Totograve prodotto per la Titanus Le scene mostrano lo stadio la Cattedrale il nuovo Cinema Corso (tuttora funzionante) una casa vinicola e le strade della Cittadina La colonna sonora con musiche di Lelio Luttazzi egrave lsquorsquoQuesto egrave il fascino del footballrsquorsquo Una parte egrave riservata a Jimmy il Fenomeno attore nativo di Lucera Tantissimi film saranno girati a Foggia e provincia negli anni seguenti soprat-tutto a partire dal 2007 con la Fondazione Apulia Film Commission

Adriano Silvestri

Nota Il testo comprende elementi tratti dalle Pagine Wiki-pedia tutte compilate dal sottoscritto e dedicate ai film laquoMaria vieni a Marcelloraquo (aperta il 19 Luglio 2009) laquoLrsquointrusaraquo (28 Luglio 2009) laquoIl figlio dellrsquoUomoraquo (23 Ot-tobre 2011) laquoManfredonia Southern Italyraquo (18 Aprile 2012) e laquoLa morte civileraquo (19 Aprile 2012)

Piccon partorigrave lrsquoidea di andare a girare a San Nicandro Garganico in Provincia di Foggia ldquoLrsquoantimiracolordquo (1964) Un film etno-antropologico tra i piugrave riusciti del genere ldquocondotto con uno stile mai visto primardquo e che nonostante vincitore al Festival di Venezia del 1965 del ldquoLeone San Marcordquo uscigrave male nelle sale (a fine agosto) e venne letteralmente massacrato dalla censura la quale si accanigrave contro non tanto per qualche scena di castissimo nudo ma in quanto la pellicola stagliava sullo schermo una realtagrave in controcorrente coi fasti del boom economico

Film e libri in transito

Gli appassionati di cinema sono anche dei buoni lettori

di libri Libri in transito al cineclub FICC di Almese Una

esperienza da imitare

Con il mese di maggio si conclude la seconda stagione del cineclub di Almese in provin-cia di Torino con dei risultati molto inte-ressanti Il primo egrave che il numero di abbo-nati arrivati a un cen-tinaio nella stagione 201314 egrave quasi tripli-cato il secondo egrave che la trovata dei ldquoLibri in

transitordquo egrave diventata una realtagrave consolidata La nascita di questa iniziativa egrave stata del tutto casuale Un anno fa una nostra ab-bonata del cineclub mentre entra in sa-la ci chiede il permesso di mettere dei li-bri in omaggio sul tavolino dove teniamo le nostre cartelline con le schede dei film Drsquoistinto diciamo di sigrave senza chiedere di cosa si tratti alla fine della proiezione film la signora in questione ci spiega di essere la bibliotecaria del comune di Al-mese e di volere regalare ai nostri abbo-nati qualche libro per due motivi il pri-mo riguarda la scarsa frequenza della biblioteca e il secondo come sia inutile in tale situazione tenere addirittura due o piugrave copie di uno stesso libro sugli scaf-fali Dalla settimana seguente la gente ha cominciato a chiederci percheacute stessimo fa-cendo una iniziativa simile e noi abbiano pen-sato di inventare un regolamento che spiegasse la nostra proposta Abbiamo quindi esposto dei cartelli con queste parole Al Magnetto prima e dopo il cine-ma scambio drsquoidee anche con i libriLIBRI IN TRANSITOIl cineclub partecipa e sostiene questa iniziativa in collaborazione con la biblio-teca di Almese Il regolamento egrave ispirato alla massima libertagrave1 si puograve prendere un libro senza alcuna formalitagrave2 si puograve tenerlo oppure riportar-lo dopo averlo letto3 si possono portare dei libri per contribuire allo scambio di idee In quel momento non potevamo imma-ginare che la proposta avrebbe funzionato cosigrave bene da non richiedere alcun altro inter-vento da parte nostra i libri aumentano in modo spontaneo e sono gli stessi lettori che oltre a partecipare agli scambi si consigliano tra loro nella scelta di titoli e di autori Un fat-to molto divertente egrave successo poche sere fa stavo parlando con unrsquoamica giornalista che egrave anche una divoratrice di libri prendendola amichevolmente in giro percheacute aveva sigrave porta-to due suoi libri da aggiungere al tavolo ma ne aveva anche presi quattro Una spettatrice

attenta alla nostra conversazione egrave intervenu-ta dicendo ldquonon si deve fare cosigrave pensi un porsquo se tutti facessero come lei Vede anchrsquoio ho preso un libro ma quello ritirato lrsquoaltra volta lrsquoho giagrave riportatordquo Ho subito cercato di spie-gare che si trattava di un piccolo scherzo tra amici senza perograve riuscire a convincerla del tutto Ormai Il tavolo non piugrave abbastanza grande per contenere tutti i libri egrave diventato il punto intorno al quale prima e dopo i film i nostri abbonati si fermano a chiacchierare di letteratura e di cinema Cosigrave insieme allrsquoocca-sione di vedere un buon film egrave cresciuta la vo-glia di scambiare opinioni tra persone le quali

prima si conoscevano solo di vista Insomma la voglia di parlare di libri e di cinema sta con-

quistando sempre piugrave spazio noi partecipia-mo attivamente a questi scambi di idee e sco-priamo una miriade di situazioni curiose sui gusti dei nostri abbonati

Alberto E Calosso

Associazione 35mm

Alberto E Calosso

Lrsquoingresso alla sala del cinema di Almese con libri in transito esposti

Lrsquointerno della sala cinematografica dellrsquoAssociazione 35 mm sempre gremita

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Festival

Sardinia Film Festival news

Risponde il direttore artistico Carlo Dessigrave

Egrave partito il conto alla rovescia per il Sardi-nia Film Festival 2015 che come gli anni scorsi arriva a Sassari nellrsquoultima settimana di giugno dal 21 al 27 Questa volta perograve si tratta di unrsquoedizione davvero speciale per-cheacute coincide con i pri-mi dieci anni di vita della manifestazione ideata dal Cineclub

Sassari nellrsquoormai lontano 2006 Il direttore artistico Carlo Dessigrave super-impegnato con i preparativi delle ultime settimane ha trovato il tempo di raccontare ai lettori di Diari di Ci-neclub le novitagrave di questrsquoanno e di tracciare un bilancioDove spegnerete le dieci candeline di questa edizio-neIn uno dei posti piugrave affascinanti di Sassari il parco di Monserrato che la sera del 21 in coincidenza con il solstizio drsquoestate diventeragrave un fondale magico per il nostro compleannoE cosa avete organizzato per i festeggiamenti Prima di tutto abbiamo deciso di condividerli con unrsquoaltra associazione culturale molto amata dal pubblico non solo sardo lrsquoOrche-stra Jazz della Sardegna che a giugno compie 25 anni e saragrave diretta per lrsquooccasione dal mae-stro Marco Tiso Lrsquoevento si intitola ldquoJazz a Ci-necittagraverdquo ed egrave un omaggio ai grandi registi del-la commedia allrsquoitaliana come Mario Monicelli Dino Risi Alberto Sordi e agli stra-ordinari musicisti che realizzarono le musi-che dei loro capolavori Piero Piccioni Ar-mando Trovajoli Riz OrtolaniDal 22 si rientra nella sede storica del Quadrilate-ro Quanti cortometraggi sono arrivati e qual egrave il

calendario delle proiezioniOrmai siamo abituati ai grandi numeri e an-che questa volta sono arrivati oltre 900 corti tra i quali ne abbiamo selezionato 60 Li pre-

senteremo al pubblico dal 22 al 27 giugno nella nostra sede storica il Polo Didattico ldquoIl

Quadrilaterordquo di viale Mancini con proiezioni pomeridiane (nelle aule) e serali (nel cortile)Prima di passare ai dettagli raccontiamo come egrave nato il Sardinia Film FestivalIl SFF che adesso compie 10 anni egrave nato a sua volta per festeggiare un compleanno il mezzo secolo del Cineclub Sassari fondato nel dopo-guerra da ldquoregisti-pionierirdquo come Nando Sca-nu Bruno Ricci Silvio Bredo Pinuccio Fara Arturo Usai Aldo Widmar Domenico Arru Benito Castangia Era un gruppo che aderiva al Neorealismo e realizzava su pellicole 16 millimetri brevi film girati per le strade di Sassari e Alghero oppure ambientati nelle campagne tra i pastori o impegnati in unrsquoin-dagine sociale del banditismo Un gruppo con unrsquoesperienza enorme che ci ha trasmesso la passione necessaria ad iniziare un progetto ambizioso come il Sardinia Film FestivalCosa ha regalato il festival alla cittagrave di Sassari Credo che abbia regalato uno sguardo piugrave am-pio sul mondo In una cittagrave che negli ultimi 10 anni ha visto ridursi sempre piugrave lrsquoofferta ci-nematografica con la chiusura progressiva delle sale il SFF egrave stato ed egrave una finestra aper-ta sulle varie cinematografie europee e mon-diali Soprattutto per quanto riguarda gli au-tori piugrave giovani E poi ha contribuito ad allenare il pubblico a guardare i film in lingua originale Allrsquoinizio puograve sembrare faticoso ma come sa bene chi ci segue lrsquoemozione di ascol-tare la vera voce degli attori egrave impagabileIl festival ha contribuito anche a sdoganare il valo-re dei cortometraggiCredo proprio di sigrave In dieci anni sono costan-temente aumentati gli appassionati del gene-re felici di vedere nello stesso giorno tanti film piccoli solo nella durata ma spesso intri-ganti e ben costruiti come i lungometraggiVeniamo allrsquoedizione 2015 che novitagrave ci sonoCe ne sono tante ma quella che ci rende parti-colarmente felici egrave un meeting di tre giorni di giovani film maker europei sotto i trentrsquoanni

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Grazia Brundu

Il parco di Monserrato lrsquoarea verde di Sassari si estende su unrsquoarea di circa 6 ettari Saragrave questa la location delrsquoinaugurazione della X Edizione del SFF con la magica Orchestra Jazz della Sardegna

Carlo Dessigrave il direttore artistico della X edizione del SFF e presidente del Cineclub Sassari organizzatore del Festival

La sede storica del SardiniaFF il Quadrilatero dellrsquoUniversitagrave di Sassari in Viale Pasquale Mancini molto seguito da studenti e cittadini della cittagrave ma anche provenienti da tutte le zone della Sardegna e autori dei film in concorso provenienti da ogni parte del mondo

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segue da pag precedenteche arriveranno a Sassari dalle principali scuole di cinematografia delle loro nazioni Il meeting egrave stato fortemente voluto dal Comune di Sassari e dalla Fondazione Sardegna Film CommissionCosa avete preparato per loroAbbiamo pensato a un programma piuttosto intenso Si va dalle proiezioni incrociate di film delle varie scuole agli aperitivi serali con il pubblico Ma soprattutto egrave in agenda un in-contro con un gruppo di buyers di importanti network europei che arriveranno al festival per scegliere alcuni cortometraggi da acqui-stare e per svelare quali sono gli ldquoingredientirdquo che rendono commercialmente appetibile un film E poiNegli stessi giorni avremo ospiti alcuni tecni-ci e responsabili di Arri Italia con cui abbia-mo stretto una partnership e i film maker po-tranno provare le nuove cineprese e i sistemi di illuminazione a basso consumo energeticoQuindi i giovani autori verranno qui per ldquolavora-rerdquo Niente svago per loroCerto che sigrave abbiamo pensato anche a quello lrsquoultimo giorno del festival li porteremo a visi-tare posti suggestivi del Nord Ovest della Sar-degna ideali anche come set cinematografici Chissagrave che qualcuno di loro non decida di gi-rare un filmAltre novitagraveVoglio ricordarne almeno altre due La prima egrave la sezione ldquoBack to the landrdquo che in linea con Expo 2015 (uno dei nostri patrocinatori) rac-coglie film che parlano di salvaguardia dellrsquoam-

biente e utilizzo responsabile delle risorse E poi un premio per gli esordienti intitolato a Federico Lubino un promettente film maker sassarese purtroppo scomparso nel 2012A proposito di giovani quali tra i filmmaker sardi visti al SFF sono conosciuti anche fuori dallrsquoisola

Sono tanti ma per fare solo qualche nome mi limito a citare Bonifacio Angius che con ldquoPer-fidiardquo egrave stato lrsquounico italiano selezionato a Lo-carno Joe Bastardi vincitore del Premio Ba-saglia al Festival del Valdarno Cinema Fedic Paolo Bandinu che adesso lavora a Berlino e che ha regalato al SFF una bellissima sigla Michela Anedda che ha frequentato un ma-ster allrsquoEdimburgh College of art in Scozia rea-lizzando la splendida animazione Cogas vin-citrice al SFF 2014 Quale immagine le viene in mente pensando al Sardinia Film FestivalMi viene in mente una rete una rete di colla-borazioni che si sviluppa a livello locale e in-ternazionale Partiamo dal primoMi riferisco alla collaborazione con gli stu-denti e i docenti dellrsquoUniversitagrave e dellrsquoAccade-mia che ci hanno aiutato a tradurre i sottoti-toli dei film e che realizzeranno servizi tv e interviste oltre a formare delle giurie speciali E poi la collaborazione con i comuni di Villa-nova Monteleone e Bosa che a luglio e ad ago-sto ospiteranno due sezioni distaccate del fe-stival dedicate rispettivamente al documentario e allrsquoanimazioneE a livello internazionaleIl SFF si egrave scoperto una vocazione da globe trotter che lo sta portando in giro per lrsquoEuropa a stringere partnership con scuole di cinema-tografia e festival di corti Si sta sviluppando

una rete europea sancita anche dal patroci-nio della Farnesina nuovo patrocinatore del festival che va ad aggiungersi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al MibactQuali sono i vostri partner europeiLa prima maglia della nostra rete di contatti egrave

stata lo scorso febbraio la Baltic Film and Media School di Tallin Poi a maggio siamo stati al Corona Fastnet Short Film Festival di Cork in Irlanda e allrsquoinizio di giugno al Fike di Evora in Portogallo Le prossime tappe sono il Psarokakolo di Atene a luglio e lrsquoEdinburgh Short Film Festival in Scozia a novembre In ciascun festival abbiamo portato una selezio-ne di film del SFF e in questa edizione ospite-remo film e rappresentanti di ciascun festival partnerChi vuole ringraziare per il successo di questi primi dieci anniPrima di tutto i volontari che si sono alternati in vari ruoli in tutti questi anni Poi voglio di-re grazie al presidente Angelo Tantaro che ha ben rappresentato il festival negli ambienti istituzionali e soprattutto a Nando Scanu so-cio fondatore e vero cuore pulsante del Cine-

club Sassari che con la sua pazienza e il suo continuo e fattivo contributo ha reso possibile fin dalla prima edizione questa splendida ma-nifestazione

Intervista raccolta da Grazia Brundu

ldquoCogas ndash racconta Michela Anedda ndash egrave un corto di animazione stop motion Ersquo una favola dark nella quale vengono uniti gli elementi fantastici tipici della tradizione sarda con un approccio piugrave misterioso e oscurordquo Questa animazione ha vinto al SFF 2014

Nando Scanu

Sardinia Film FestivalOrganizzato daCineclub Sassari cineclubss Via Bellini 7 ndash 07100 Sassariwwwsardiniafilmfestivalit Luogo del Festival ldquoQuadrilaterordquo Uni-versitagrave di Sassari Viale Mancini

Direttore Artistico Carlo DessigravePresidente Angelo Tantaro

Sardinia Film Festival egrave un evento di eccellenza ed egrave supportato da Diari di Cineclub

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YouTube Party 9

Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

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La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

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Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

n 29

22

segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

n 29

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

n 29

30

LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

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viag

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in ita

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 6: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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Cinema e Turismo

Il cinema nel Gargano

Chi conosce il Gargano come luogo da anni apprezzato per la vil-leggiatura forse non sa che questo territo-rio da lungo tempo egrave stato preferito anche per girare importanti

film da parte di registi e produttori cinemato-grafici E cinema e turismo spesso si sono in-contrati in questo bellissimo territorio del sud Italia Quando nel 1958 Gina Lollobrigida par-tecipa - nel ruolo della giovane e sensuale Ma-rietta ndash alle riprese a Porto Manacore ed a Ro-di Garganico del film laquoLa Legge (La loi)raquo diretta da Jules Dassin estratto dal romanzo di Roger Vailland arriva sul promontorio una

troupe del cinegiornale lsquorsquoCaleidoscopio Ciakrsquorsquo e realizza un servizio relativo alla pellicola poi proiettato nelle sale Italiane il 6 Novem-bre Appaiono le (antiche) macchine da presa il ciak e le attrezzature Egrave inquadrato anche Marcello Mastroianni Ma lrsquoattrice ndash qui nel suo unico set in Puglia ndash aveva rapporti con questa regione giagrave da lungo tempo tanto che nel 1950 era stata la protagonista del film laquoAli-naraquo diretta dal regista Giorgio Pagravestina nativo di Andria e prodotto da Arrigo Atti per la ca-sa cinematografica barese lsquorsquoActa Filmrsquorsquo dei fra-telli Atti Ma la storia della cinematografia nel promontorio era iniziata oltre un secolo fa ed ha coinvolto progressivamente Manfredonia Vico del Gargano Monte SantrsquoAngelo Peschi-ci Carpino Mattinata Lesina e Sannicandro Garganico oltre alla stessa Rodi ed alle Isole Tremiti Al di fuori del Gargano si egrave iniziato a girare anche in altre due localitagrave della Daunia Lucera e Cerignola Questo per fermarci al 1968 anno che segna il punto finale di questa breve storia Ma andiamo per ordine ed esa-miniamo i primi dieci film ed un documenta-rio tutti girati in provincia di Foggia in que-sto arco di tempo Manfredonia Cominciamo proprio dal turismo percheacute nel 1912 la Citta-dina (che ha giagrave dodicimila abitanti) egrave la pro-tagonista del documentario destinato al mer-cato estero laquoManfredonia Southern Italyraquo girato in formato 35mm su 85 metri di pellicola

(durata poi ridotta a dodici minuti) prodotto dalla Societagrave Italiana Cines di Roma La pelli-cola egrave molto importante percheacute egrave in assoluto la prima girata in Puglia Ecco le case del cen-tro gli uomini seduti accanto al muretto la piazza con la chiesa ed il grande campanile quadrato uno zoom sul castello in rovina una donna in posa per la macchina fotografi-ca altre scene di strada un vecchio ed una donna i ruderi di una chiesa il particolare di una scultura il palazzo del Comune e la Catte-drale Non manca un viaggio al vicino e anti-chissimo Santuario di San Michele a Monte SantrsquoAngelo con ldquoLa Colonna dellrsquoArcangelordquo vista attraverso un arco e la celebre Grotta Il film fa parte di una serie dedicata alle localitagrave turistiche Italiane e viene proiettato in Fran-cia Gran Bretagna e Stati uniti drsquoAmerica Bi-sogna attendere mezzo secolo per rivedere un set a Manfredonia anche questo rivolto al mercato internazionale egrave il regista inglese Ralph Thomas che gira laquoThe High Bright Sunraquo (In Italia distribuito con il titolo lsquorsquoIl Sole scotta a Ciprorsquorsquo) con location nella base mili-tare vicino al castello di Manfredi di Svevia ed anche al Monte Saraceno a Monte SantrsquoAnge-lo a Mattinata e dintorni per ambientare le isole del Mediterraneo Siamo nel 1964 ed arri-vano sul Gargano grandi attori britannici co-me Dirk Bogarde e Denholm Elliot o america-

ni come George Chakiris e Susan Stra-sberg Vico del Garga-no La seconda loca-litagrave nel promontorio coinvolta dal Cine-ma egrave San Menaio borgo marinaro e frazione di Vico del Gargano nel 1927 si gira uno degli ultimi film muti laquoLrsquoIntrusa (Una Straniera a San Menaio)raquo diretto da C Louis Martini e prodotto dalla casa di produzione Gar-ganica Film con sede a Lucera (lunghezza metri 2057) Prota-

gonista egrave Pina Serena della Scuola Azzurri Da segnalare che anche in questo Paese avvie-ne la lavorazione del citato film laquoLa Leggeraquo Monte SantrsquoAngelo Arriviamo al 1940 con il film drammatico laquoLa Morte civileraquo (distribui-to nel 1942 da Generalcine) di Ferdinando Ma-ria Poggioli trasposizione cinematografica del dramma di Paolo Giacometti girato inte-ramente a Monte comprese le scene in inter-ni che raffigurano il Penitenziario realizzate nelle case di Monte Nel cast Renato Cialente Carlo Ninchi Dina Sassoli Vittorio Sanni Nel film si esibisce il gruppo folkloristico lsquorsquoLa Pacchianellarsquorsquo Il prossimo film saragrave lsquorsquoIl sole scotta a Ciprorsquorsquo Vanno ricordate le immagini

che raffigurano comrsquoera un secolo fa il San-tuario di San Michele Arcangelo inserite nel citato documentario su Manfredonia Peschi-ci Siamo nel 1954 ed esce nelle sale laquoIl figlio dellrsquoUomo (Ecce homo Il figlio dellrsquouomo)raquo film religioso in bianco e nero di Virgilio Sa-bel con Fiorella Mari prodotto dalla San Paolo Film di Don Giacomo Alberione (il quale ha curato la sceneggiatura) e girato lrsquoanno prece-dente (92rsquo distribuito sia in 16mm che in 35mm) tra Torre di Monte Pucci Monte drsquoE-lio nella striscia di terra tra i laghi di Lesina e Varano e nella spiaggia di Capojale poi allrsquoAb-bazia di Kagravelena ed a Rodi Garganico Nella la-vorazione prende parte attiva la popolazione di Peschici lrsquoUltima Cena avviene nella Chie-sa della Madonna di Loreto e sono coinvolti i pescatori della zona e i contadini dellrsquoagro nelle casette a cupola del Borgo San Nicola con gli asini e le mucche nelle grotte Il prossi-mo film saragrave laquoLa Leggeraquo Rodi Garganico Il piccolo Paese egrave coinvolto nel periodo 195458 in due film di cui si egrave giagrave detto laquoIl Figlio dellrsquoUomoraquo e laquoLa Leggeraquo Carpino Alcune sce-ne del film laquoLa Leggeraquo sono girate a Carpino nel periodo in cui il Paese raggiunge il massi-mo della popolazione (settemila abitanti che andranno poi diminuendo progressivamen-te) Isole Tremiti Anche le Diomedee sono coinvolte in varie produzioni Le prime due sono nel 1961 laquoThe Guns of Navaroneraquo di J Lee Thompson con David Niven Gregory Peck Antony Qeen Irene Papas (lsquorsquoI Cannoni di Navaronersquorsquo) prodotto e distribuito dalla Co-lumbia Pictures con poche scene che risulta-no ambientate nelle isole Elleniche e - nel 1968 - laquoViolenza al sole (unrsquoestate in quattro)raquo film di Florestano Vancini girato ed ambientato interamente nelle isole al largo del Gargano con Bibi Andersson Giuliano Gemma Gun-nar Bjoumlrnstrand Rosemarie Dexter e con lrsquoat-tore salentino Brizio Montinaro Mattinata Paese coinvolto nelle riprese del citato film laquoIl Sole scotta a Ciproraquo Lesina e Sannicandro Garganico Ed eccoci nel 1965 anno in cui vie-

ne girato principalmente in questi due Paesi (ma anche nei centri vicini ma ambientato tutto nel centro maggiore Sannicandro) il

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Adriano Silvestri

ldquoLa leggerdquo (La loi) del 1958 di 126 minuti di Jules Dassin tratto dallrsquoomonimo romanzo di Roger Vailland con Gina Lollobrigida Marcello Mastroianni

ldquoLrsquointrusa Una straniera a San Menaiordquo film muto del 1927 diretto da C Louis Martini Egrave molto importante per la storia del cinema in Puglia percheacute soltanto tre pellicole mute risultano girate nelle regione

Rosemarie Dexter e Giuliano Gemma in ldquoViolenza al sole-Unrsquoestate in quattrordquo di Florestano Vancini 1968

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segue da pag precedentedocumentario laquoLrsquoantimiracoloraquo (87rsquo) di Elio Piccon con voce fuori campo del compianto attore barese Riccardo Cucciolla film premia-to alla XXVI Mostra del Cinema di Venezia con

targa Leone di San Marco Per concludere pare corretto inserire una nota relativa a due gran-di centri della provincia di Foggia piugrave volte coinvolti nella lavorazione di film per citare i primi set allestiti Lucera Giagrave nel 1923 Genna-ro Jovine gira interamente a Lucera il film mu-to dal titolo laquoMaria vieni a Marcelloraquo una commedia prodotta dalla Garganica Film so-cietagrave con sede nello stesso Comune con lrsquoatto-re napoletano Gennarino Sebastiani e con Lia-na Vittori Un reportage nel 1976 de lsquorsquoIl Panorama Cinematograficorsquorsquo sul set de laquoIl Sol-dato di venturaraquo ispirato alla Disfida di Bar-letta e girato nella Fortezza Normanna di Lu-cera da Pasquale Festa Campanile contiene una intervista al regista ed a Bud Spencer nel ruolo di Ettore Fieramosca al fianco di Philip-pe Leroy Cerignola Il primo film girato egrave nel 1958 laquoGambe drsquoororaquo commedia musicale di Turi Vasile con Totograve prodotto per la Titanus Le scene mostrano lo stadio la Cattedrale il nuovo Cinema Corso (tuttora funzionante) una casa vinicola e le strade della Cittadina La colonna sonora con musiche di Lelio Luttazzi egrave lsquorsquoQuesto egrave il fascino del footballrsquorsquo Una parte egrave riservata a Jimmy il Fenomeno attore nativo di Lucera Tantissimi film saranno girati a Foggia e provincia negli anni seguenti soprat-tutto a partire dal 2007 con la Fondazione Apulia Film Commission

Adriano Silvestri

Nota Il testo comprende elementi tratti dalle Pagine Wiki-pedia tutte compilate dal sottoscritto e dedicate ai film laquoMaria vieni a Marcelloraquo (aperta il 19 Luglio 2009) laquoLrsquointrusaraquo (28 Luglio 2009) laquoIl figlio dellrsquoUomoraquo (23 Ot-tobre 2011) laquoManfredonia Southern Italyraquo (18 Aprile 2012) e laquoLa morte civileraquo (19 Aprile 2012)

Piccon partorigrave lrsquoidea di andare a girare a San Nicandro Garganico in Provincia di Foggia ldquoLrsquoantimiracolordquo (1964) Un film etno-antropologico tra i piugrave riusciti del genere ldquocondotto con uno stile mai visto primardquo e che nonostante vincitore al Festival di Venezia del 1965 del ldquoLeone San Marcordquo uscigrave male nelle sale (a fine agosto) e venne letteralmente massacrato dalla censura la quale si accanigrave contro non tanto per qualche scena di castissimo nudo ma in quanto la pellicola stagliava sullo schermo una realtagrave in controcorrente coi fasti del boom economico

Film e libri in transito

Gli appassionati di cinema sono anche dei buoni lettori

di libri Libri in transito al cineclub FICC di Almese Una

esperienza da imitare

Con il mese di maggio si conclude la seconda stagione del cineclub di Almese in provin-cia di Torino con dei risultati molto inte-ressanti Il primo egrave che il numero di abbo-nati arrivati a un cen-tinaio nella stagione 201314 egrave quasi tripli-cato il secondo egrave che la trovata dei ldquoLibri in

transitordquo egrave diventata una realtagrave consolidata La nascita di questa iniziativa egrave stata del tutto casuale Un anno fa una nostra ab-bonata del cineclub mentre entra in sa-la ci chiede il permesso di mettere dei li-bri in omaggio sul tavolino dove teniamo le nostre cartelline con le schede dei film Drsquoistinto diciamo di sigrave senza chiedere di cosa si tratti alla fine della proiezione film la signora in questione ci spiega di essere la bibliotecaria del comune di Al-mese e di volere regalare ai nostri abbo-nati qualche libro per due motivi il pri-mo riguarda la scarsa frequenza della biblioteca e il secondo come sia inutile in tale situazione tenere addirittura due o piugrave copie di uno stesso libro sugli scaf-fali Dalla settimana seguente la gente ha cominciato a chiederci percheacute stessimo fa-cendo una iniziativa simile e noi abbiano pen-sato di inventare un regolamento che spiegasse la nostra proposta Abbiamo quindi esposto dei cartelli con queste parole Al Magnetto prima e dopo il cine-ma scambio drsquoidee anche con i libriLIBRI IN TRANSITOIl cineclub partecipa e sostiene questa iniziativa in collaborazione con la biblio-teca di Almese Il regolamento egrave ispirato alla massima libertagrave1 si puograve prendere un libro senza alcuna formalitagrave2 si puograve tenerlo oppure riportar-lo dopo averlo letto3 si possono portare dei libri per contribuire allo scambio di idee In quel momento non potevamo imma-ginare che la proposta avrebbe funzionato cosigrave bene da non richiedere alcun altro inter-vento da parte nostra i libri aumentano in modo spontaneo e sono gli stessi lettori che oltre a partecipare agli scambi si consigliano tra loro nella scelta di titoli e di autori Un fat-to molto divertente egrave successo poche sere fa stavo parlando con unrsquoamica giornalista che egrave anche una divoratrice di libri prendendola amichevolmente in giro percheacute aveva sigrave porta-to due suoi libri da aggiungere al tavolo ma ne aveva anche presi quattro Una spettatrice

attenta alla nostra conversazione egrave intervenu-ta dicendo ldquonon si deve fare cosigrave pensi un porsquo se tutti facessero come lei Vede anchrsquoio ho preso un libro ma quello ritirato lrsquoaltra volta lrsquoho giagrave riportatordquo Ho subito cercato di spie-gare che si trattava di un piccolo scherzo tra amici senza perograve riuscire a convincerla del tutto Ormai Il tavolo non piugrave abbastanza grande per contenere tutti i libri egrave diventato il punto intorno al quale prima e dopo i film i nostri abbonati si fermano a chiacchierare di letteratura e di cinema Cosigrave insieme allrsquoocca-sione di vedere un buon film egrave cresciuta la vo-glia di scambiare opinioni tra persone le quali

prima si conoscevano solo di vista Insomma la voglia di parlare di libri e di cinema sta con-

quistando sempre piugrave spazio noi partecipia-mo attivamente a questi scambi di idee e sco-priamo una miriade di situazioni curiose sui gusti dei nostri abbonati

Alberto E Calosso

Associazione 35mm

Alberto E Calosso

Lrsquoingresso alla sala del cinema di Almese con libri in transito esposti

Lrsquointerno della sala cinematografica dellrsquoAssociazione 35 mm sempre gremita

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Festival

Sardinia Film Festival news

Risponde il direttore artistico Carlo Dessigrave

Egrave partito il conto alla rovescia per il Sardi-nia Film Festival 2015 che come gli anni scorsi arriva a Sassari nellrsquoultima settimana di giugno dal 21 al 27 Questa volta perograve si tratta di unrsquoedizione davvero speciale per-cheacute coincide con i pri-mi dieci anni di vita della manifestazione ideata dal Cineclub

Sassari nellrsquoormai lontano 2006 Il direttore artistico Carlo Dessigrave super-impegnato con i preparativi delle ultime settimane ha trovato il tempo di raccontare ai lettori di Diari di Ci-neclub le novitagrave di questrsquoanno e di tracciare un bilancioDove spegnerete le dieci candeline di questa edizio-neIn uno dei posti piugrave affascinanti di Sassari il parco di Monserrato che la sera del 21 in coincidenza con il solstizio drsquoestate diventeragrave un fondale magico per il nostro compleannoE cosa avete organizzato per i festeggiamenti Prima di tutto abbiamo deciso di condividerli con unrsquoaltra associazione culturale molto amata dal pubblico non solo sardo lrsquoOrche-stra Jazz della Sardegna che a giugno compie 25 anni e saragrave diretta per lrsquooccasione dal mae-stro Marco Tiso Lrsquoevento si intitola ldquoJazz a Ci-necittagraverdquo ed egrave un omaggio ai grandi registi del-la commedia allrsquoitaliana come Mario Monicelli Dino Risi Alberto Sordi e agli stra-ordinari musicisti che realizzarono le musi-che dei loro capolavori Piero Piccioni Ar-mando Trovajoli Riz OrtolaniDal 22 si rientra nella sede storica del Quadrilate-ro Quanti cortometraggi sono arrivati e qual egrave il

calendario delle proiezioniOrmai siamo abituati ai grandi numeri e an-che questa volta sono arrivati oltre 900 corti tra i quali ne abbiamo selezionato 60 Li pre-

senteremo al pubblico dal 22 al 27 giugno nella nostra sede storica il Polo Didattico ldquoIl

Quadrilaterordquo di viale Mancini con proiezioni pomeridiane (nelle aule) e serali (nel cortile)Prima di passare ai dettagli raccontiamo come egrave nato il Sardinia Film FestivalIl SFF che adesso compie 10 anni egrave nato a sua volta per festeggiare un compleanno il mezzo secolo del Cineclub Sassari fondato nel dopo-guerra da ldquoregisti-pionierirdquo come Nando Sca-nu Bruno Ricci Silvio Bredo Pinuccio Fara Arturo Usai Aldo Widmar Domenico Arru Benito Castangia Era un gruppo che aderiva al Neorealismo e realizzava su pellicole 16 millimetri brevi film girati per le strade di Sassari e Alghero oppure ambientati nelle campagne tra i pastori o impegnati in unrsquoin-dagine sociale del banditismo Un gruppo con unrsquoesperienza enorme che ci ha trasmesso la passione necessaria ad iniziare un progetto ambizioso come il Sardinia Film FestivalCosa ha regalato il festival alla cittagrave di Sassari Credo che abbia regalato uno sguardo piugrave am-pio sul mondo In una cittagrave che negli ultimi 10 anni ha visto ridursi sempre piugrave lrsquoofferta ci-nematografica con la chiusura progressiva delle sale il SFF egrave stato ed egrave una finestra aper-ta sulle varie cinematografie europee e mon-diali Soprattutto per quanto riguarda gli au-tori piugrave giovani E poi ha contribuito ad allenare il pubblico a guardare i film in lingua originale Allrsquoinizio puograve sembrare faticoso ma come sa bene chi ci segue lrsquoemozione di ascol-tare la vera voce degli attori egrave impagabileIl festival ha contribuito anche a sdoganare il valo-re dei cortometraggiCredo proprio di sigrave In dieci anni sono costan-temente aumentati gli appassionati del gene-re felici di vedere nello stesso giorno tanti film piccoli solo nella durata ma spesso intri-ganti e ben costruiti come i lungometraggiVeniamo allrsquoedizione 2015 che novitagrave ci sonoCe ne sono tante ma quella che ci rende parti-colarmente felici egrave un meeting di tre giorni di giovani film maker europei sotto i trentrsquoanni

segue a pag successiva

Grazia Brundu

Il parco di Monserrato lrsquoarea verde di Sassari si estende su unrsquoarea di circa 6 ettari Saragrave questa la location delrsquoinaugurazione della X Edizione del SFF con la magica Orchestra Jazz della Sardegna

Carlo Dessigrave il direttore artistico della X edizione del SFF e presidente del Cineclub Sassari organizzatore del Festival

La sede storica del SardiniaFF il Quadrilatero dellrsquoUniversitagrave di Sassari in Viale Pasquale Mancini molto seguito da studenti e cittadini della cittagrave ma anche provenienti da tutte le zone della Sardegna e autori dei film in concorso provenienti da ogni parte del mondo

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segue da pag precedenteche arriveranno a Sassari dalle principali scuole di cinematografia delle loro nazioni Il meeting egrave stato fortemente voluto dal Comune di Sassari e dalla Fondazione Sardegna Film CommissionCosa avete preparato per loroAbbiamo pensato a un programma piuttosto intenso Si va dalle proiezioni incrociate di film delle varie scuole agli aperitivi serali con il pubblico Ma soprattutto egrave in agenda un in-contro con un gruppo di buyers di importanti network europei che arriveranno al festival per scegliere alcuni cortometraggi da acqui-stare e per svelare quali sono gli ldquoingredientirdquo che rendono commercialmente appetibile un film E poiNegli stessi giorni avremo ospiti alcuni tecni-ci e responsabili di Arri Italia con cui abbia-mo stretto una partnership e i film maker po-tranno provare le nuove cineprese e i sistemi di illuminazione a basso consumo energeticoQuindi i giovani autori verranno qui per ldquolavora-rerdquo Niente svago per loroCerto che sigrave abbiamo pensato anche a quello lrsquoultimo giorno del festival li porteremo a visi-tare posti suggestivi del Nord Ovest della Sar-degna ideali anche come set cinematografici Chissagrave che qualcuno di loro non decida di gi-rare un filmAltre novitagraveVoglio ricordarne almeno altre due La prima egrave la sezione ldquoBack to the landrdquo che in linea con Expo 2015 (uno dei nostri patrocinatori) rac-coglie film che parlano di salvaguardia dellrsquoam-

biente e utilizzo responsabile delle risorse E poi un premio per gli esordienti intitolato a Federico Lubino un promettente film maker sassarese purtroppo scomparso nel 2012A proposito di giovani quali tra i filmmaker sardi visti al SFF sono conosciuti anche fuori dallrsquoisola

Sono tanti ma per fare solo qualche nome mi limito a citare Bonifacio Angius che con ldquoPer-fidiardquo egrave stato lrsquounico italiano selezionato a Lo-carno Joe Bastardi vincitore del Premio Ba-saglia al Festival del Valdarno Cinema Fedic Paolo Bandinu che adesso lavora a Berlino e che ha regalato al SFF una bellissima sigla Michela Anedda che ha frequentato un ma-ster allrsquoEdimburgh College of art in Scozia rea-lizzando la splendida animazione Cogas vin-citrice al SFF 2014 Quale immagine le viene in mente pensando al Sardinia Film FestivalMi viene in mente una rete una rete di colla-borazioni che si sviluppa a livello locale e in-ternazionale Partiamo dal primoMi riferisco alla collaborazione con gli stu-denti e i docenti dellrsquoUniversitagrave e dellrsquoAccade-mia che ci hanno aiutato a tradurre i sottoti-toli dei film e che realizzeranno servizi tv e interviste oltre a formare delle giurie speciali E poi la collaborazione con i comuni di Villa-nova Monteleone e Bosa che a luglio e ad ago-sto ospiteranno due sezioni distaccate del fe-stival dedicate rispettivamente al documentario e allrsquoanimazioneE a livello internazionaleIl SFF si egrave scoperto una vocazione da globe trotter che lo sta portando in giro per lrsquoEuropa a stringere partnership con scuole di cinema-tografia e festival di corti Si sta sviluppando

una rete europea sancita anche dal patroci-nio della Farnesina nuovo patrocinatore del festival che va ad aggiungersi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al MibactQuali sono i vostri partner europeiLa prima maglia della nostra rete di contatti egrave

stata lo scorso febbraio la Baltic Film and Media School di Tallin Poi a maggio siamo stati al Corona Fastnet Short Film Festival di Cork in Irlanda e allrsquoinizio di giugno al Fike di Evora in Portogallo Le prossime tappe sono il Psarokakolo di Atene a luglio e lrsquoEdinburgh Short Film Festival in Scozia a novembre In ciascun festival abbiamo portato una selezio-ne di film del SFF e in questa edizione ospite-remo film e rappresentanti di ciascun festival partnerChi vuole ringraziare per il successo di questi primi dieci anniPrima di tutto i volontari che si sono alternati in vari ruoli in tutti questi anni Poi voglio di-re grazie al presidente Angelo Tantaro che ha ben rappresentato il festival negli ambienti istituzionali e soprattutto a Nando Scanu so-cio fondatore e vero cuore pulsante del Cine-

club Sassari che con la sua pazienza e il suo continuo e fattivo contributo ha reso possibile fin dalla prima edizione questa splendida ma-nifestazione

Intervista raccolta da Grazia Brundu

ldquoCogas ndash racconta Michela Anedda ndash egrave un corto di animazione stop motion Ersquo una favola dark nella quale vengono uniti gli elementi fantastici tipici della tradizione sarda con un approccio piugrave misterioso e oscurordquo Questa animazione ha vinto al SFF 2014

Nando Scanu

Sardinia Film FestivalOrganizzato daCineclub Sassari cineclubss Via Bellini 7 ndash 07100 Sassariwwwsardiniafilmfestivalit Luogo del Festival ldquoQuadrilaterordquo Uni-versitagrave di Sassari Viale Mancini

Direttore Artistico Carlo DessigravePresidente Angelo Tantaro

Sardinia Film Festival egrave un evento di eccellenza ed egrave supportato da Diari di Cineclub

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YouTube Party 9

Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

Visualizzazioni - 34717 (link)

La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

n 29

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

n 29

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

n 29

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 7: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedentedocumentario laquoLrsquoantimiracoloraquo (87rsquo) di Elio Piccon con voce fuori campo del compianto attore barese Riccardo Cucciolla film premia-to alla XXVI Mostra del Cinema di Venezia con

targa Leone di San Marco Per concludere pare corretto inserire una nota relativa a due gran-di centri della provincia di Foggia piugrave volte coinvolti nella lavorazione di film per citare i primi set allestiti Lucera Giagrave nel 1923 Genna-ro Jovine gira interamente a Lucera il film mu-to dal titolo laquoMaria vieni a Marcelloraquo una commedia prodotta dalla Garganica Film so-cietagrave con sede nello stesso Comune con lrsquoatto-re napoletano Gennarino Sebastiani e con Lia-na Vittori Un reportage nel 1976 de lsquorsquoIl Panorama Cinematograficorsquorsquo sul set de laquoIl Sol-dato di venturaraquo ispirato alla Disfida di Bar-letta e girato nella Fortezza Normanna di Lu-cera da Pasquale Festa Campanile contiene una intervista al regista ed a Bud Spencer nel ruolo di Ettore Fieramosca al fianco di Philip-pe Leroy Cerignola Il primo film girato egrave nel 1958 laquoGambe drsquoororaquo commedia musicale di Turi Vasile con Totograve prodotto per la Titanus Le scene mostrano lo stadio la Cattedrale il nuovo Cinema Corso (tuttora funzionante) una casa vinicola e le strade della Cittadina La colonna sonora con musiche di Lelio Luttazzi egrave lsquorsquoQuesto egrave il fascino del footballrsquorsquo Una parte egrave riservata a Jimmy il Fenomeno attore nativo di Lucera Tantissimi film saranno girati a Foggia e provincia negli anni seguenti soprat-tutto a partire dal 2007 con la Fondazione Apulia Film Commission

Adriano Silvestri

Nota Il testo comprende elementi tratti dalle Pagine Wiki-pedia tutte compilate dal sottoscritto e dedicate ai film laquoMaria vieni a Marcelloraquo (aperta il 19 Luglio 2009) laquoLrsquointrusaraquo (28 Luglio 2009) laquoIl figlio dellrsquoUomoraquo (23 Ot-tobre 2011) laquoManfredonia Southern Italyraquo (18 Aprile 2012) e laquoLa morte civileraquo (19 Aprile 2012)

Piccon partorigrave lrsquoidea di andare a girare a San Nicandro Garganico in Provincia di Foggia ldquoLrsquoantimiracolordquo (1964) Un film etno-antropologico tra i piugrave riusciti del genere ldquocondotto con uno stile mai visto primardquo e che nonostante vincitore al Festival di Venezia del 1965 del ldquoLeone San Marcordquo uscigrave male nelle sale (a fine agosto) e venne letteralmente massacrato dalla censura la quale si accanigrave contro non tanto per qualche scena di castissimo nudo ma in quanto la pellicola stagliava sullo schermo una realtagrave in controcorrente coi fasti del boom economico

Film e libri in transito

Gli appassionati di cinema sono anche dei buoni lettori

di libri Libri in transito al cineclub FICC di Almese Una

esperienza da imitare

Con il mese di maggio si conclude la seconda stagione del cineclub di Almese in provin-cia di Torino con dei risultati molto inte-ressanti Il primo egrave che il numero di abbo-nati arrivati a un cen-tinaio nella stagione 201314 egrave quasi tripli-cato il secondo egrave che la trovata dei ldquoLibri in

transitordquo egrave diventata una realtagrave consolidata La nascita di questa iniziativa egrave stata del tutto casuale Un anno fa una nostra ab-bonata del cineclub mentre entra in sa-la ci chiede il permesso di mettere dei li-bri in omaggio sul tavolino dove teniamo le nostre cartelline con le schede dei film Drsquoistinto diciamo di sigrave senza chiedere di cosa si tratti alla fine della proiezione film la signora in questione ci spiega di essere la bibliotecaria del comune di Al-mese e di volere regalare ai nostri abbo-nati qualche libro per due motivi il pri-mo riguarda la scarsa frequenza della biblioteca e il secondo come sia inutile in tale situazione tenere addirittura due o piugrave copie di uno stesso libro sugli scaf-fali Dalla settimana seguente la gente ha cominciato a chiederci percheacute stessimo fa-cendo una iniziativa simile e noi abbiano pen-sato di inventare un regolamento che spiegasse la nostra proposta Abbiamo quindi esposto dei cartelli con queste parole Al Magnetto prima e dopo il cine-ma scambio drsquoidee anche con i libriLIBRI IN TRANSITOIl cineclub partecipa e sostiene questa iniziativa in collaborazione con la biblio-teca di Almese Il regolamento egrave ispirato alla massima libertagrave1 si puograve prendere un libro senza alcuna formalitagrave2 si puograve tenerlo oppure riportar-lo dopo averlo letto3 si possono portare dei libri per contribuire allo scambio di idee In quel momento non potevamo imma-ginare che la proposta avrebbe funzionato cosigrave bene da non richiedere alcun altro inter-vento da parte nostra i libri aumentano in modo spontaneo e sono gli stessi lettori che oltre a partecipare agli scambi si consigliano tra loro nella scelta di titoli e di autori Un fat-to molto divertente egrave successo poche sere fa stavo parlando con unrsquoamica giornalista che egrave anche una divoratrice di libri prendendola amichevolmente in giro percheacute aveva sigrave porta-to due suoi libri da aggiungere al tavolo ma ne aveva anche presi quattro Una spettatrice

attenta alla nostra conversazione egrave intervenu-ta dicendo ldquonon si deve fare cosigrave pensi un porsquo se tutti facessero come lei Vede anchrsquoio ho preso un libro ma quello ritirato lrsquoaltra volta lrsquoho giagrave riportatordquo Ho subito cercato di spie-gare che si trattava di un piccolo scherzo tra amici senza perograve riuscire a convincerla del tutto Ormai Il tavolo non piugrave abbastanza grande per contenere tutti i libri egrave diventato il punto intorno al quale prima e dopo i film i nostri abbonati si fermano a chiacchierare di letteratura e di cinema Cosigrave insieme allrsquoocca-sione di vedere un buon film egrave cresciuta la vo-glia di scambiare opinioni tra persone le quali

prima si conoscevano solo di vista Insomma la voglia di parlare di libri e di cinema sta con-

quistando sempre piugrave spazio noi partecipia-mo attivamente a questi scambi di idee e sco-priamo una miriade di situazioni curiose sui gusti dei nostri abbonati

Alberto E Calosso

Associazione 35mm

Alberto E Calosso

Lrsquoingresso alla sala del cinema di Almese con libri in transito esposti

Lrsquointerno della sala cinematografica dellrsquoAssociazione 35 mm sempre gremita

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Festival

Sardinia Film Festival news

Risponde il direttore artistico Carlo Dessigrave

Egrave partito il conto alla rovescia per il Sardi-nia Film Festival 2015 che come gli anni scorsi arriva a Sassari nellrsquoultima settimana di giugno dal 21 al 27 Questa volta perograve si tratta di unrsquoedizione davvero speciale per-cheacute coincide con i pri-mi dieci anni di vita della manifestazione ideata dal Cineclub

Sassari nellrsquoormai lontano 2006 Il direttore artistico Carlo Dessigrave super-impegnato con i preparativi delle ultime settimane ha trovato il tempo di raccontare ai lettori di Diari di Ci-neclub le novitagrave di questrsquoanno e di tracciare un bilancioDove spegnerete le dieci candeline di questa edizio-neIn uno dei posti piugrave affascinanti di Sassari il parco di Monserrato che la sera del 21 in coincidenza con il solstizio drsquoestate diventeragrave un fondale magico per il nostro compleannoE cosa avete organizzato per i festeggiamenti Prima di tutto abbiamo deciso di condividerli con unrsquoaltra associazione culturale molto amata dal pubblico non solo sardo lrsquoOrche-stra Jazz della Sardegna che a giugno compie 25 anni e saragrave diretta per lrsquooccasione dal mae-stro Marco Tiso Lrsquoevento si intitola ldquoJazz a Ci-necittagraverdquo ed egrave un omaggio ai grandi registi del-la commedia allrsquoitaliana come Mario Monicelli Dino Risi Alberto Sordi e agli stra-ordinari musicisti che realizzarono le musi-che dei loro capolavori Piero Piccioni Ar-mando Trovajoli Riz OrtolaniDal 22 si rientra nella sede storica del Quadrilate-ro Quanti cortometraggi sono arrivati e qual egrave il

calendario delle proiezioniOrmai siamo abituati ai grandi numeri e an-che questa volta sono arrivati oltre 900 corti tra i quali ne abbiamo selezionato 60 Li pre-

senteremo al pubblico dal 22 al 27 giugno nella nostra sede storica il Polo Didattico ldquoIl

Quadrilaterordquo di viale Mancini con proiezioni pomeridiane (nelle aule) e serali (nel cortile)Prima di passare ai dettagli raccontiamo come egrave nato il Sardinia Film FestivalIl SFF che adesso compie 10 anni egrave nato a sua volta per festeggiare un compleanno il mezzo secolo del Cineclub Sassari fondato nel dopo-guerra da ldquoregisti-pionierirdquo come Nando Sca-nu Bruno Ricci Silvio Bredo Pinuccio Fara Arturo Usai Aldo Widmar Domenico Arru Benito Castangia Era un gruppo che aderiva al Neorealismo e realizzava su pellicole 16 millimetri brevi film girati per le strade di Sassari e Alghero oppure ambientati nelle campagne tra i pastori o impegnati in unrsquoin-dagine sociale del banditismo Un gruppo con unrsquoesperienza enorme che ci ha trasmesso la passione necessaria ad iniziare un progetto ambizioso come il Sardinia Film FestivalCosa ha regalato il festival alla cittagrave di Sassari Credo che abbia regalato uno sguardo piugrave am-pio sul mondo In una cittagrave che negli ultimi 10 anni ha visto ridursi sempre piugrave lrsquoofferta ci-nematografica con la chiusura progressiva delle sale il SFF egrave stato ed egrave una finestra aper-ta sulle varie cinematografie europee e mon-diali Soprattutto per quanto riguarda gli au-tori piugrave giovani E poi ha contribuito ad allenare il pubblico a guardare i film in lingua originale Allrsquoinizio puograve sembrare faticoso ma come sa bene chi ci segue lrsquoemozione di ascol-tare la vera voce degli attori egrave impagabileIl festival ha contribuito anche a sdoganare il valo-re dei cortometraggiCredo proprio di sigrave In dieci anni sono costan-temente aumentati gli appassionati del gene-re felici di vedere nello stesso giorno tanti film piccoli solo nella durata ma spesso intri-ganti e ben costruiti come i lungometraggiVeniamo allrsquoedizione 2015 che novitagrave ci sonoCe ne sono tante ma quella che ci rende parti-colarmente felici egrave un meeting di tre giorni di giovani film maker europei sotto i trentrsquoanni

segue a pag successiva

Grazia Brundu

Il parco di Monserrato lrsquoarea verde di Sassari si estende su unrsquoarea di circa 6 ettari Saragrave questa la location delrsquoinaugurazione della X Edizione del SFF con la magica Orchestra Jazz della Sardegna

Carlo Dessigrave il direttore artistico della X edizione del SFF e presidente del Cineclub Sassari organizzatore del Festival

La sede storica del SardiniaFF il Quadrilatero dellrsquoUniversitagrave di Sassari in Viale Pasquale Mancini molto seguito da studenti e cittadini della cittagrave ma anche provenienti da tutte le zone della Sardegna e autori dei film in concorso provenienti da ogni parte del mondo

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segue da pag precedenteche arriveranno a Sassari dalle principali scuole di cinematografia delle loro nazioni Il meeting egrave stato fortemente voluto dal Comune di Sassari e dalla Fondazione Sardegna Film CommissionCosa avete preparato per loroAbbiamo pensato a un programma piuttosto intenso Si va dalle proiezioni incrociate di film delle varie scuole agli aperitivi serali con il pubblico Ma soprattutto egrave in agenda un in-contro con un gruppo di buyers di importanti network europei che arriveranno al festival per scegliere alcuni cortometraggi da acqui-stare e per svelare quali sono gli ldquoingredientirdquo che rendono commercialmente appetibile un film E poiNegli stessi giorni avremo ospiti alcuni tecni-ci e responsabili di Arri Italia con cui abbia-mo stretto una partnership e i film maker po-tranno provare le nuove cineprese e i sistemi di illuminazione a basso consumo energeticoQuindi i giovani autori verranno qui per ldquolavora-rerdquo Niente svago per loroCerto che sigrave abbiamo pensato anche a quello lrsquoultimo giorno del festival li porteremo a visi-tare posti suggestivi del Nord Ovest della Sar-degna ideali anche come set cinematografici Chissagrave che qualcuno di loro non decida di gi-rare un filmAltre novitagraveVoglio ricordarne almeno altre due La prima egrave la sezione ldquoBack to the landrdquo che in linea con Expo 2015 (uno dei nostri patrocinatori) rac-coglie film che parlano di salvaguardia dellrsquoam-

biente e utilizzo responsabile delle risorse E poi un premio per gli esordienti intitolato a Federico Lubino un promettente film maker sassarese purtroppo scomparso nel 2012A proposito di giovani quali tra i filmmaker sardi visti al SFF sono conosciuti anche fuori dallrsquoisola

Sono tanti ma per fare solo qualche nome mi limito a citare Bonifacio Angius che con ldquoPer-fidiardquo egrave stato lrsquounico italiano selezionato a Lo-carno Joe Bastardi vincitore del Premio Ba-saglia al Festival del Valdarno Cinema Fedic Paolo Bandinu che adesso lavora a Berlino e che ha regalato al SFF una bellissima sigla Michela Anedda che ha frequentato un ma-ster allrsquoEdimburgh College of art in Scozia rea-lizzando la splendida animazione Cogas vin-citrice al SFF 2014 Quale immagine le viene in mente pensando al Sardinia Film FestivalMi viene in mente una rete una rete di colla-borazioni che si sviluppa a livello locale e in-ternazionale Partiamo dal primoMi riferisco alla collaborazione con gli stu-denti e i docenti dellrsquoUniversitagrave e dellrsquoAccade-mia che ci hanno aiutato a tradurre i sottoti-toli dei film e che realizzeranno servizi tv e interviste oltre a formare delle giurie speciali E poi la collaborazione con i comuni di Villa-nova Monteleone e Bosa che a luglio e ad ago-sto ospiteranno due sezioni distaccate del fe-stival dedicate rispettivamente al documentario e allrsquoanimazioneE a livello internazionaleIl SFF si egrave scoperto una vocazione da globe trotter che lo sta portando in giro per lrsquoEuropa a stringere partnership con scuole di cinema-tografia e festival di corti Si sta sviluppando

una rete europea sancita anche dal patroci-nio della Farnesina nuovo patrocinatore del festival che va ad aggiungersi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al MibactQuali sono i vostri partner europeiLa prima maglia della nostra rete di contatti egrave

stata lo scorso febbraio la Baltic Film and Media School di Tallin Poi a maggio siamo stati al Corona Fastnet Short Film Festival di Cork in Irlanda e allrsquoinizio di giugno al Fike di Evora in Portogallo Le prossime tappe sono il Psarokakolo di Atene a luglio e lrsquoEdinburgh Short Film Festival in Scozia a novembre In ciascun festival abbiamo portato una selezio-ne di film del SFF e in questa edizione ospite-remo film e rappresentanti di ciascun festival partnerChi vuole ringraziare per il successo di questi primi dieci anniPrima di tutto i volontari che si sono alternati in vari ruoli in tutti questi anni Poi voglio di-re grazie al presidente Angelo Tantaro che ha ben rappresentato il festival negli ambienti istituzionali e soprattutto a Nando Scanu so-cio fondatore e vero cuore pulsante del Cine-

club Sassari che con la sua pazienza e il suo continuo e fattivo contributo ha reso possibile fin dalla prima edizione questa splendida ma-nifestazione

Intervista raccolta da Grazia Brundu

ldquoCogas ndash racconta Michela Anedda ndash egrave un corto di animazione stop motion Ersquo una favola dark nella quale vengono uniti gli elementi fantastici tipici della tradizione sarda con un approccio piugrave misterioso e oscurordquo Questa animazione ha vinto al SFF 2014

Nando Scanu

Sardinia Film FestivalOrganizzato daCineclub Sassari cineclubss Via Bellini 7 ndash 07100 Sassariwwwsardiniafilmfestivalit Luogo del Festival ldquoQuadrilaterordquo Uni-versitagrave di Sassari Viale Mancini

Direttore Artistico Carlo DessigravePresidente Angelo Tantaro

Sardinia Film Festival egrave un evento di eccellenza ed egrave supportato da Diari di Cineclub

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YouTube Party 9

Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

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La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

n 29

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

diaridicineclubgmailcom

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

diaridicineclubgmailcom

n 29 - giugno 2015

n 29

diaridicineclubgmailcom

Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

Il costo egrave zero e viene distribuito gratuitamente Manda una mail a diaridicineclubgmailcom

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 8: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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Festival

Sardinia Film Festival news

Risponde il direttore artistico Carlo Dessigrave

Egrave partito il conto alla rovescia per il Sardi-nia Film Festival 2015 che come gli anni scorsi arriva a Sassari nellrsquoultima settimana di giugno dal 21 al 27 Questa volta perograve si tratta di unrsquoedizione davvero speciale per-cheacute coincide con i pri-mi dieci anni di vita della manifestazione ideata dal Cineclub

Sassari nellrsquoormai lontano 2006 Il direttore artistico Carlo Dessigrave super-impegnato con i preparativi delle ultime settimane ha trovato il tempo di raccontare ai lettori di Diari di Ci-neclub le novitagrave di questrsquoanno e di tracciare un bilancioDove spegnerete le dieci candeline di questa edizio-neIn uno dei posti piugrave affascinanti di Sassari il parco di Monserrato che la sera del 21 in coincidenza con il solstizio drsquoestate diventeragrave un fondale magico per il nostro compleannoE cosa avete organizzato per i festeggiamenti Prima di tutto abbiamo deciso di condividerli con unrsquoaltra associazione culturale molto amata dal pubblico non solo sardo lrsquoOrche-stra Jazz della Sardegna che a giugno compie 25 anni e saragrave diretta per lrsquooccasione dal mae-stro Marco Tiso Lrsquoevento si intitola ldquoJazz a Ci-necittagraverdquo ed egrave un omaggio ai grandi registi del-la commedia allrsquoitaliana come Mario Monicelli Dino Risi Alberto Sordi e agli stra-ordinari musicisti che realizzarono le musi-che dei loro capolavori Piero Piccioni Ar-mando Trovajoli Riz OrtolaniDal 22 si rientra nella sede storica del Quadrilate-ro Quanti cortometraggi sono arrivati e qual egrave il

calendario delle proiezioniOrmai siamo abituati ai grandi numeri e an-che questa volta sono arrivati oltre 900 corti tra i quali ne abbiamo selezionato 60 Li pre-

senteremo al pubblico dal 22 al 27 giugno nella nostra sede storica il Polo Didattico ldquoIl

Quadrilaterordquo di viale Mancini con proiezioni pomeridiane (nelle aule) e serali (nel cortile)Prima di passare ai dettagli raccontiamo come egrave nato il Sardinia Film FestivalIl SFF che adesso compie 10 anni egrave nato a sua volta per festeggiare un compleanno il mezzo secolo del Cineclub Sassari fondato nel dopo-guerra da ldquoregisti-pionierirdquo come Nando Sca-nu Bruno Ricci Silvio Bredo Pinuccio Fara Arturo Usai Aldo Widmar Domenico Arru Benito Castangia Era un gruppo che aderiva al Neorealismo e realizzava su pellicole 16 millimetri brevi film girati per le strade di Sassari e Alghero oppure ambientati nelle campagne tra i pastori o impegnati in unrsquoin-dagine sociale del banditismo Un gruppo con unrsquoesperienza enorme che ci ha trasmesso la passione necessaria ad iniziare un progetto ambizioso come il Sardinia Film FestivalCosa ha regalato il festival alla cittagrave di Sassari Credo che abbia regalato uno sguardo piugrave am-pio sul mondo In una cittagrave che negli ultimi 10 anni ha visto ridursi sempre piugrave lrsquoofferta ci-nematografica con la chiusura progressiva delle sale il SFF egrave stato ed egrave una finestra aper-ta sulle varie cinematografie europee e mon-diali Soprattutto per quanto riguarda gli au-tori piugrave giovani E poi ha contribuito ad allenare il pubblico a guardare i film in lingua originale Allrsquoinizio puograve sembrare faticoso ma come sa bene chi ci segue lrsquoemozione di ascol-tare la vera voce degli attori egrave impagabileIl festival ha contribuito anche a sdoganare il valo-re dei cortometraggiCredo proprio di sigrave In dieci anni sono costan-temente aumentati gli appassionati del gene-re felici di vedere nello stesso giorno tanti film piccoli solo nella durata ma spesso intri-ganti e ben costruiti come i lungometraggiVeniamo allrsquoedizione 2015 che novitagrave ci sonoCe ne sono tante ma quella che ci rende parti-colarmente felici egrave un meeting di tre giorni di giovani film maker europei sotto i trentrsquoanni

segue a pag successiva

Grazia Brundu

Il parco di Monserrato lrsquoarea verde di Sassari si estende su unrsquoarea di circa 6 ettari Saragrave questa la location delrsquoinaugurazione della X Edizione del SFF con la magica Orchestra Jazz della Sardegna

Carlo Dessigrave il direttore artistico della X edizione del SFF e presidente del Cineclub Sassari organizzatore del Festival

La sede storica del SardiniaFF il Quadrilatero dellrsquoUniversitagrave di Sassari in Viale Pasquale Mancini molto seguito da studenti e cittadini della cittagrave ma anche provenienti da tutte le zone della Sardegna e autori dei film in concorso provenienti da ogni parte del mondo

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segue da pag precedenteche arriveranno a Sassari dalle principali scuole di cinematografia delle loro nazioni Il meeting egrave stato fortemente voluto dal Comune di Sassari e dalla Fondazione Sardegna Film CommissionCosa avete preparato per loroAbbiamo pensato a un programma piuttosto intenso Si va dalle proiezioni incrociate di film delle varie scuole agli aperitivi serali con il pubblico Ma soprattutto egrave in agenda un in-contro con un gruppo di buyers di importanti network europei che arriveranno al festival per scegliere alcuni cortometraggi da acqui-stare e per svelare quali sono gli ldquoingredientirdquo che rendono commercialmente appetibile un film E poiNegli stessi giorni avremo ospiti alcuni tecni-ci e responsabili di Arri Italia con cui abbia-mo stretto una partnership e i film maker po-tranno provare le nuove cineprese e i sistemi di illuminazione a basso consumo energeticoQuindi i giovani autori verranno qui per ldquolavora-rerdquo Niente svago per loroCerto che sigrave abbiamo pensato anche a quello lrsquoultimo giorno del festival li porteremo a visi-tare posti suggestivi del Nord Ovest della Sar-degna ideali anche come set cinematografici Chissagrave che qualcuno di loro non decida di gi-rare un filmAltre novitagraveVoglio ricordarne almeno altre due La prima egrave la sezione ldquoBack to the landrdquo che in linea con Expo 2015 (uno dei nostri patrocinatori) rac-coglie film che parlano di salvaguardia dellrsquoam-

biente e utilizzo responsabile delle risorse E poi un premio per gli esordienti intitolato a Federico Lubino un promettente film maker sassarese purtroppo scomparso nel 2012A proposito di giovani quali tra i filmmaker sardi visti al SFF sono conosciuti anche fuori dallrsquoisola

Sono tanti ma per fare solo qualche nome mi limito a citare Bonifacio Angius che con ldquoPer-fidiardquo egrave stato lrsquounico italiano selezionato a Lo-carno Joe Bastardi vincitore del Premio Ba-saglia al Festival del Valdarno Cinema Fedic Paolo Bandinu che adesso lavora a Berlino e che ha regalato al SFF una bellissima sigla Michela Anedda che ha frequentato un ma-ster allrsquoEdimburgh College of art in Scozia rea-lizzando la splendida animazione Cogas vin-citrice al SFF 2014 Quale immagine le viene in mente pensando al Sardinia Film FestivalMi viene in mente una rete una rete di colla-borazioni che si sviluppa a livello locale e in-ternazionale Partiamo dal primoMi riferisco alla collaborazione con gli stu-denti e i docenti dellrsquoUniversitagrave e dellrsquoAccade-mia che ci hanno aiutato a tradurre i sottoti-toli dei film e che realizzeranno servizi tv e interviste oltre a formare delle giurie speciali E poi la collaborazione con i comuni di Villa-nova Monteleone e Bosa che a luglio e ad ago-sto ospiteranno due sezioni distaccate del fe-stival dedicate rispettivamente al documentario e allrsquoanimazioneE a livello internazionaleIl SFF si egrave scoperto una vocazione da globe trotter che lo sta portando in giro per lrsquoEuropa a stringere partnership con scuole di cinema-tografia e festival di corti Si sta sviluppando

una rete europea sancita anche dal patroci-nio della Farnesina nuovo patrocinatore del festival che va ad aggiungersi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al MibactQuali sono i vostri partner europeiLa prima maglia della nostra rete di contatti egrave

stata lo scorso febbraio la Baltic Film and Media School di Tallin Poi a maggio siamo stati al Corona Fastnet Short Film Festival di Cork in Irlanda e allrsquoinizio di giugno al Fike di Evora in Portogallo Le prossime tappe sono il Psarokakolo di Atene a luglio e lrsquoEdinburgh Short Film Festival in Scozia a novembre In ciascun festival abbiamo portato una selezio-ne di film del SFF e in questa edizione ospite-remo film e rappresentanti di ciascun festival partnerChi vuole ringraziare per il successo di questi primi dieci anniPrima di tutto i volontari che si sono alternati in vari ruoli in tutti questi anni Poi voglio di-re grazie al presidente Angelo Tantaro che ha ben rappresentato il festival negli ambienti istituzionali e soprattutto a Nando Scanu so-cio fondatore e vero cuore pulsante del Cine-

club Sassari che con la sua pazienza e il suo continuo e fattivo contributo ha reso possibile fin dalla prima edizione questa splendida ma-nifestazione

Intervista raccolta da Grazia Brundu

ldquoCogas ndash racconta Michela Anedda ndash egrave un corto di animazione stop motion Ersquo una favola dark nella quale vengono uniti gli elementi fantastici tipici della tradizione sarda con un approccio piugrave misterioso e oscurordquo Questa animazione ha vinto al SFF 2014

Nando Scanu

Sardinia Film FestivalOrganizzato daCineclub Sassari cineclubss Via Bellini 7 ndash 07100 Sassariwwwsardiniafilmfestivalit Luogo del Festival ldquoQuadrilaterordquo Uni-versitagrave di Sassari Viale Mancini

Direttore Artistico Carlo DessigravePresidente Angelo Tantaro

Sardinia Film Festival egrave un evento di eccellenza ed egrave supportato da Diari di Cineclub

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YouTube Party 9

Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

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La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

n 29

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

n 29

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

n 29

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 9: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedenteche arriveranno a Sassari dalle principali scuole di cinematografia delle loro nazioni Il meeting egrave stato fortemente voluto dal Comune di Sassari e dalla Fondazione Sardegna Film CommissionCosa avete preparato per loroAbbiamo pensato a un programma piuttosto intenso Si va dalle proiezioni incrociate di film delle varie scuole agli aperitivi serali con il pubblico Ma soprattutto egrave in agenda un in-contro con un gruppo di buyers di importanti network europei che arriveranno al festival per scegliere alcuni cortometraggi da acqui-stare e per svelare quali sono gli ldquoingredientirdquo che rendono commercialmente appetibile un film E poiNegli stessi giorni avremo ospiti alcuni tecni-ci e responsabili di Arri Italia con cui abbia-mo stretto una partnership e i film maker po-tranno provare le nuove cineprese e i sistemi di illuminazione a basso consumo energeticoQuindi i giovani autori verranno qui per ldquolavora-rerdquo Niente svago per loroCerto che sigrave abbiamo pensato anche a quello lrsquoultimo giorno del festival li porteremo a visi-tare posti suggestivi del Nord Ovest della Sar-degna ideali anche come set cinematografici Chissagrave che qualcuno di loro non decida di gi-rare un filmAltre novitagraveVoglio ricordarne almeno altre due La prima egrave la sezione ldquoBack to the landrdquo che in linea con Expo 2015 (uno dei nostri patrocinatori) rac-coglie film che parlano di salvaguardia dellrsquoam-

biente e utilizzo responsabile delle risorse E poi un premio per gli esordienti intitolato a Federico Lubino un promettente film maker sassarese purtroppo scomparso nel 2012A proposito di giovani quali tra i filmmaker sardi visti al SFF sono conosciuti anche fuori dallrsquoisola

Sono tanti ma per fare solo qualche nome mi limito a citare Bonifacio Angius che con ldquoPer-fidiardquo egrave stato lrsquounico italiano selezionato a Lo-carno Joe Bastardi vincitore del Premio Ba-saglia al Festival del Valdarno Cinema Fedic Paolo Bandinu che adesso lavora a Berlino e che ha regalato al SFF una bellissima sigla Michela Anedda che ha frequentato un ma-ster allrsquoEdimburgh College of art in Scozia rea-lizzando la splendida animazione Cogas vin-citrice al SFF 2014 Quale immagine le viene in mente pensando al Sardinia Film FestivalMi viene in mente una rete una rete di colla-borazioni che si sviluppa a livello locale e in-ternazionale Partiamo dal primoMi riferisco alla collaborazione con gli stu-denti e i docenti dellrsquoUniversitagrave e dellrsquoAccade-mia che ci hanno aiutato a tradurre i sottoti-toli dei film e che realizzeranno servizi tv e interviste oltre a formare delle giurie speciali E poi la collaborazione con i comuni di Villa-nova Monteleone e Bosa che a luglio e ad ago-sto ospiteranno due sezioni distaccate del fe-stival dedicate rispettivamente al documentario e allrsquoanimazioneE a livello internazionaleIl SFF si egrave scoperto una vocazione da globe trotter che lo sta portando in giro per lrsquoEuropa a stringere partnership con scuole di cinema-tografia e festival di corti Si sta sviluppando

una rete europea sancita anche dal patroci-nio della Farnesina nuovo patrocinatore del festival che va ad aggiungersi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al MibactQuali sono i vostri partner europeiLa prima maglia della nostra rete di contatti egrave

stata lo scorso febbraio la Baltic Film and Media School di Tallin Poi a maggio siamo stati al Corona Fastnet Short Film Festival di Cork in Irlanda e allrsquoinizio di giugno al Fike di Evora in Portogallo Le prossime tappe sono il Psarokakolo di Atene a luglio e lrsquoEdinburgh Short Film Festival in Scozia a novembre In ciascun festival abbiamo portato una selezio-ne di film del SFF e in questa edizione ospite-remo film e rappresentanti di ciascun festival partnerChi vuole ringraziare per il successo di questi primi dieci anniPrima di tutto i volontari che si sono alternati in vari ruoli in tutti questi anni Poi voglio di-re grazie al presidente Angelo Tantaro che ha ben rappresentato il festival negli ambienti istituzionali e soprattutto a Nando Scanu so-cio fondatore e vero cuore pulsante del Cine-

club Sassari che con la sua pazienza e il suo continuo e fattivo contributo ha reso possibile fin dalla prima edizione questa splendida ma-nifestazione

Intervista raccolta da Grazia Brundu

ldquoCogas ndash racconta Michela Anedda ndash egrave un corto di animazione stop motion Ersquo una favola dark nella quale vengono uniti gli elementi fantastici tipici della tradizione sarda con un approccio piugrave misterioso e oscurordquo Questa animazione ha vinto al SFF 2014

Nando Scanu

Sardinia Film FestivalOrganizzato daCineclub Sassari cineclubss Via Bellini 7 ndash 07100 Sassariwwwsardiniafilmfestivalit Luogo del Festival ldquoQuadrilaterordquo Uni-versitagrave di Sassari Viale Mancini

Direttore Artistico Carlo DessigravePresidente Angelo Tantaro

Sardinia Film Festival egrave un evento di eccellenza ed egrave supportato da Diari di Cineclub

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YouTube Party 9

Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

Visualizzazioni - 34717 (link)

La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 10: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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YouTube Party 9

Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

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La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

n 29

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

n 29

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 11: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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YouTube Party 9

Worldrsquos Best Nek Nomination - Zapped With Cattle Prod

Visualizzazioni - 34717 (link)

La trama - Un venten-ne versa una pluralitagrave di superalcolici (inclu-so uno di moonshine ovvero frutto di una distillazione illegale) in una serie di bicchie-rini Si toglie la canot-tiera Inizia a bere gli shot uno per uno I

drink del ragazzo sono intervallati da scosse elettriche somministrate con un pungolo per il bestiame da un suo volenteroso amico Egrave be-ne notare come alcune delle scosse siano in-flitte in prossimitagrave del cuore e potrebbero causare la morte istantanea del protagonista Analogamente al moonshine il video egrave una di-stillazione illegale de ldquoIl disagio della civiltagraverdquo di Sigmund Freud e la sua visione non egrave con-sigliata a chiunque abbia una qualche simpa-tia per lrsquohomo sapiens sapiens

Lrsquoesegesi - Questo video egrave stato scelto non per le sue caratteristiche individuali ma come rap-presentante di un ldquogenererdquo che vanta decine di migliaia di esemplari e ha totalizzato milio-ni di visualizzazioni La pratica del NekNomi-nate egrave nata in Australia nel 2014 e si egrave presto diffusa in tutto il mondo In sintesi consiste nellrsquoarchitettare una bravata a sfondo alcolico estrema e potenzialmente letale filmarla e ca-ricarla su YouTube Niente di nuovo in realtagrave se non per il fatto che questo genere di inizia-tive in passato non era destinata ad un mez-zo di comunicazione di massa Ciograve che egrave stato fatto in nome del NekNominate coinvolge una sorprendente varietagrave di animali e di fluidi organici ed egrave troppo raccapricciante per esse-re descritto in questa sede Ai fini di questo breve articolo sia sufficiente sottolineare co-me questa pratica abbia traghettato nella real-tagrave la celebre frase di Kurt Vonnegut (laquoSe muo-ri in modo orribile davanti ad una telecamera non sarai morto invano ci avrai intrattenu-toraquo) e abbia fatto diminuire la popolazione planetaria di un numero ingente di unitagrave ti-picamente molto giovani Evochiamo la canea mediatica scatenata dal NekNominate con tutta la sua carica paternalistica e patetica (comrsquoegrave facile aspettarsi incentrata su laquoI gio-vani non hanno piugrave valoriraquo laquoVuoto edoni-smoraquo laquoSono stupidiraquo laquoMandiamoli in mi-nieraraquo e via discorrendo) per metterla subito da parte percheacute le bastonature di carattere etico sono vuoto onanismo intellettuale Cer-chiamo di empatizzare e comprendere chi ri-schia la propria vita per un pugno di like sui social network Prima di tutto possiamo ap-prezzare come il NekNominate inteso come fenomeno artistico (per quanto ldquoinvolonta-riordquo) metta in luce il disagio della societagrave piugrave di quanto possano farlo gran parte dei ro-manzi e dei film contemporanei viviamo in

un modello economico-mediatico il cui pro-dotto principale noncheacute collante egrave la dispe-razione In secondo luogo rievochiamo lo studio sociologico effettuato lrsquoanno scorso dal Princersquos Trust da cui risulta che 750000 gio-vani inglesi affermano di laquonon avere alcuna ragione per vivereraquo Messi in correlazione questi due fatti evidenziano unrsquointeressante stato di cose se la generazione dei baby boo-mer egrave stata unrsquoincarnazione dellrsquoUltimo Uo-mo nietzschiano (morto lrsquoIdeale si egrave dedicata ad accaparrare roba e piaceri vivendo nel ter-rore di perderli) qui ci troviamo davanti a un modello antropologico diverso Per il primo egrave necessaria una struttura economica di tipo industriale e lrsquoidentificazione del senso della vita con il guadagno mentre il secondo egrave frut-to del capitalismo finanziario in cui questo nesso egrave in larga parte spezzato o irrealizzabile (da ldquoThe Wolf of Wall Streetrdquo laquo[La finanza] egrave polvere delle fate Non esiste non egrave mai atter-rata non egrave materia non fa parte della tavola degli elementihellip non egrave fottutamente realeraquo e tutto ciograve che ne consegue) Per motivi del tut-to estranei alle sue scelte chi pratica il Nek-Nominate non produce non vende non gua-dagna non crea non ha un ruolo non mira alla promozione sociale non ha nulla da per-dere Egrave reputato ldquoinutilerdquo Egrave un martire della societagrave dello spettacolo ma in realtagrave non ne fa parte come i suoi omologhi monastici nel medioevo Egrave lrsquoinconsapevole reazione allrsquoho-mo oeconomicus e il trionfo completo del ni-chilismo Al contrario dei punk tradizionali egrave scevro da un radicalismo politico strutturato e non potragrave mai superare questa ldquofaserdquo per poi accettare un posto di lavoro in un ufficio fare un paio di figli comprarsi unrsquoauto ed entrare in societagrave Queste persone non sono strani in-dividui ai margini sono lrsquoesemplificazione piugrave limpida della nuova normalitagrave Dovremo venire a patti con lrsquoagghiacciante evidenza che una generazione senza speranza egrave una ge-nerazione senza paura

Il pubblico - I commenti degli spettatori rie-cheggiano il dibattito mediatico sul tema sen-za lrsquoovattato filtro del politicamente corretto ovvero si configurano come una sfacciata

mostra delle atrocitagrave Unrsquoampia maggioranza augura la morte del protagonista o si diverte per le sue sofferenze Alcuni reputano che la sua performance non sia stata abbastanza estrema Altri si lamentano per la scarsa qua-litagrave tecnica delle riprese oppure in maniera del tutto inesplicabile criticano il ragazzo per il suo aspetto In conclusione le reazioni degli spettatori mi inducono a pensare che oltre agli interessanti dibattiti sui gattini o sullrsquoulti-ma boutade del politico di turno dovremmo ricominciare a parlare della vita e della morte

Massimo Spiga

Massimo Spiga

Foto dal video

Poetiche

A PPP trentrsquoanni

dopo

Crsquoera nella tua voce quieta querulaanche quando parlavi di Ninettoo di tua madre santa smemoratail grido trattenuto il dispiaceredi chi ha lasciato (o soltanto sognato)il giardino-recintodove ciascuno accoglie e dona amoreCrsquoera in quel grido il Cristo il CorsaroCentauro che ammaestra scalpitandoil demone che atterrisce e che invadefin dentro la speranza e il desiderioma crsquoera ancora il ragazzo che attendealle porte del mondoe accarezza la morte e la chiamacome la sola uscita sicuraCrsquoera in quel grido questo restare- dopo la rabbia dopo la tristezza -che conosce e patisceseguitando a cercare

Elio Pecora

n 29

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Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 12: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

n 29

12

Un debito da pagare La musica nel cinema di Martin Scorsese I casi

di ldquoThe Last Waltzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo

hellip era davvero come trasportare nei film gesti

e avvenimenti della mia stessa vita

quasi volessi interpretar-la per farne una storia

E avevo la sensazione che quelle canzoni mi

ispiravano a realizzare tutto questo

Mi permettevano di farne un film mi indicavano un modo

per trasferire quelle storie in un film Confesso che il mio debito egrave incalcolabile

Martin Scorsese

Esiste una colonna sonora che fa parte della nostra vita Lrsquoascoltiamo tutti i giorni spesso non ci facciamo caso ma puograve accompagnare una passeggiata come fosse un lungo piano sequenza o una corsa con ansimi e scatti un ritmo serrato del montaggio O puograve essere di sottofondo a una discussione o a un caffegrave preso in compagnia di amici lasciando spazio alle parole La musica che ci accompagna vie-ne da una radio in un bar da un computer col-legato alla rete o da una macchina di passag-gio Uno spot in televisione che si confonde con il silenzio Oppure musicisti che in strada intonano canzoni popolari o perfino brani da Mozart o Bach Un musicista zigano che suo-na il proprio antico violino La nostra colonna sonora personale egrave formata anche dal rumore del tram il chiacchiericcio sotto casa lrsquourlo di un bambino Tutto crea una sonoritagrave che tra-scina le immagini delle nostre giornate Puograve venire da un paio di cuffie nelle orecchie Un disco e un film Tutto puograve fare da colonna so-nora Trasportarti lungo le vie su per le scale di un qualsiasi hotel oppure in un qualsiasi paesino di montagna In lunghi o brevi viaggi Sulla spiaggia con il sole e il patino Prima di andare a letto La musica e tutto quello che ne fa parte si crea durante il passare delle ore della nostra vita come un enorme mosaico e molto spesso ne delinea la regia e la caratte-rizzazione dei personaggi Crea la sceneggia-tura della nostra esistenza scena per scena Era proprio quello che succedeva anche al gio-vane Martin rinnegato in casa per colpa della sua piccola stazza ma soprattutto a causa dellrsquoasma che lo abbatteva durante la notte e che lo perseguiteragrave per molti anni Malattie disturbi fisici che condizionano il passare dei giorni La vita di uomo e la sua arte Una ma-lattia che solo una donna ldquomagicardquo dopo mol-ti anni egrave riuscita a risolvere Una cura sciama-nica Una mano sul petto il calore e successivamente i sonni piugrave tranquilli Riti che ritornano che stabilizzano punti fonda-mentali della propria storia La storia di Mar-tin Scorsese uno dei piugrave prestigiosi e impor-tanti registi del cinema contemporaneo Il rock del cinema hollywoodiano Film pieni di dina-mismo e movimento di musica Inquadrature e

montaggi sono assolutamente strutturati co-me assoli di chitarra o rullate di batteria Scorsese si egrave fatto completamente trasportare da quella musica che proveniva dalle strade dai quartieri prima del Queens e successiva-mente di Manhattan e di Little Italy Un ra-gazzo emarginato dalla vita di quartiere ma osservatore speciale di quello che accadeva La povertagrave diffusa le controversie con il proprie-tario di casa le faide in strada le gang La musica entrava in casa e riempiva le stanze e poi crsquoerano i vinili del padre Luciano che a sua volta erano stati tramandati da suo padre Il nonno di Martin emigrante proveniente dalla provincia di Palermo Le origini italia-ne Osservava e ascoltava i colori e i profumi

di quella che era la piugrave famosa strada di Little Italy Elizabeth Street Una delle vie principa-li E ligrave proprio la musica di quei muri di quel-le strade era la sua colonna sonora o comun-que una gran parte dei suoni che riempivano la sua vita Poi crsquoera il cinema Lrsquoaltra sua pas-sione insieme a un forte atteggiamento reli-gioso I riti Lrsquoimportanza dei riti Sono regole Le regole fanno parte della vita e soprattutto della vita nel quartiere Non si puograve rinunciare ai riti Come quelli della messa O addirittura andare con il padre con cui non parlava mol-to al cinema Ligrave alla messa e al cinema due luoghi sacri silenziosi era veramente libero e a suo agio ldquoAndando al cinema cercava lrsquoevasio-ne da una realtagrave ben diversa e i melodrammi sullo schermo erano molto meno minacciosi della dura realtagrave che da ragazzo asmatico incontrava nella vita di tutti i giornirdquo Luoghi e riti talmente im-portanti da farlo studiare addirittura per di-ventare prete per poi finire invece a studiare cinema La vita religiosa non aveva i giusti rit-mi ldquoTra lrsquoaltro Scorsese egrave un animale notturno e lo egrave sempre stato da ragazzo la sua carriera di chieri-chetto venne troncata dalla sua incapacitagrave di alzar-si per la messa delle sette del mattinordquo Fin da su-bito nei primi progetti nei primi film si traggono le conclusioni di quello che saragrave il progetto di vita e di lavoro del cineasta Scorsese Il sangue lrsquouomo la sua forza la fede le sue

origini e le sue paure di morire Il cinema con-tribuisce a dissuaderlo dalle prospettive gio-vanili delinquenziali o sacerdotali ma rimar-ragrave sempre attratto da queste due possibilitagrave mancate e le racconteragrave in tutti i suoi film E la musica continua a essere il suo tramite la sua scossa la sua energia Scorsese continua a la-vorare su opere che lo attirano visceralmente I suoi film testimoniano lrsquoesigenza quasi ma-niacale di conciliare il cinema indipendente con la Hollywood che conta Personaggi os-sessivamente esistenzialisti sofferenti disa-dattati Poveri cristi o diavoli tentatori Il regi-sta si mette sempre in discussione e nel suo cinema emerge lrsquoesigenza di individuare nuo-ve soluzioni nuovi linguaggi nuove letture della societagrave e della vita I movimenti della macchina da presa funzionano come un ri-flesso emotivo Le sempre piugrave rapide dissol-venze incrociate gli stacchi improvvisi si in-trecciano con il ritmo della musica che agisce come filtro nella percezione logica e tempora-le come una sequenza di fratture psicologi-che Un ritmo che rimane impresso Traumi rispetto al normale decorso narrativo che cre-ano unrsquoattrazione estremamente meticolosa Si potrebbe dire in sintesi che lrsquoarte di Scor-sese egrave il montaggio Un processo creativo che ha nella musica la sua fonte ispiratrice Scor-sese crede molto nei suoi personaggi e conti-nua a esserne affascinato Resta sempre piugrave attratto da strani personaggi Combattenti Spericolati Ossessivi Irrequieti Fatti da co-dici drsquoonore rituali e segni che spesso prova-no rabbia e frustrazione immense nei con-fronti del proprio ambiente Eroi esistenzialisti Out Con i loro momenti di gloria Gloria eter-na Personaggi pieni di sentimenti E rimarragrave affascinato dagli spazi chiusi e competitivi un ring una tela o una tavola da biliardo un palcoscenico Spazi che li rinchiuderanno e al-lo stesso tempo li sosterranno ldquoThe Last Wal-tzrdquo e ldquoShine A Lightrdquo realizzati a trentrsquoanni di distanza lrsquouno dallrsquoaltro focalizzati da punti di vista diversi proposti da situazioni esterne allrsquoagenda artistica del regista (ma gestiti sempre con lrsquoindipendenza del vero artista) sono due documentari che narrano due con-certi con storie lontane e diverse fra di seacute ma ndash nella loro peculiaritagrave rispetto alla filmogra-fia del regista italo-americano - sono due ope-re paradigmatiche della poetica cinematogra-fica di Martin Scorsese e del suo incondizionato amore per la musica Le parole profonde di Robbie Robertson rumoreggiano per tutto il film Lo sguardo basso e malinconico ldquoLa tour-neacutee egrave stata la nostra scuola di sopravvivenza ndash La vi-ta in tourneacutee egrave costata cara a molti dei grandi ndash Ersquo una vita maledettamente impossibile ndash Questo egrave lrsquoi-nizio dellrsquoinizio della fine dellrsquoiniziordquo Il suo egrave come se fosse un elogio funebre Si celebrava e si con-sumava lrsquoaddio di una lunga carriera orche-strale positivo spirito che ha tenuto insieme per sedici anni la band

segue a pag 14

Pierfrancesco Bigazzi

Martin Scorsese disegnato dal maestro Pierfrancesco Uva

diaridicineclubgmailcom

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

n 29

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

n 29

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

n 29

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 13: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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Nata la scuola popolare di poesia nel quartiere periferico

cagliaritano di Is Mirrionis

Lrsquoimpegno della Scuola popolare di poesia egrave quello di contribuire a rigenerare il tessuto

sociale e culturale favorendo coesione e tolleranza anche come concreto ed efficace

presidio di legalitagrave

Voglio comprendertistudierograve il tuo

linguaggio Alexsandr Sergeevic

Puskin

In una calda serata ca-gliaritana drsquoinizio mag-gio quasi estate con un soffio di vento che diffonde per lrsquoaria il profumo dei fiori di li-

mone ed Efisio martire santo compatrono della cittagrave si prepara a far ritorno nella sua chiesetta di Stampace dopo la consueta pas-seggiata annuale a Is Mirrionis quartiere della periferia del mondo viene tenuta a bat-tesimo muovendo i suoi primi passi la neo-nata Scuola popolare di poesia In una piccola sala sede del circolo Me-Ti associazione im-pegnata nel sociale e partner del progetto lontana dai rumori del traffico dai bar e dai negozi alla moda il poeta e scrittore Gianni Mascia accompagnato dagli operatori cultu-rali dellrsquoassociazione LrsquoAlambicco e La mac-china Cinema (Ficc) dallrsquoattore regista Fausto Siddi e dai rappresentanti dello studio edito-riale Typos tutti compagni drsquoavventura ha presentato ad un pubblico attento la sua crea-tura Di questi tempi in cui la gente ama cul-larsi nei propri solipsismi egrave bello vedere la sa-la piena lo svilupparsi della discussione e la partecipazione attiva La presentazione in dissolvenza si trasforma in racconto il rac-conto fruga tra i ricordi e retrospettivamente fa riemergere frammenti di un passato remo-to Un flashback il lungo corridoio di una scuola elementare illuminato da lampade al neon lrsquoodore di matite temperate di inchio-stro e sillabari Unrsquoaula le cui finestre danno su un cortile la location egrave sempre Is Mirrio-nis una classe con bambini che hanno fami-glie e un vissuto problematico In cattedra un poeta-maestro che cerca di sperimentare un metodo didattico creativo impegnandosi a instillare in questi bambini cresciuti troppo in fretta lrsquoamore per la poesia e la scrittura Le sue tasche sono gonfie di conchiglie che egrave an-dato a raccogliere in una spiaggetta del Vil-laggio pescatori Le posa sulla cattedra hanno forme e colori diversi Ognuna ha una storia nascosta che aspetta solo di venir fuori ed es-sere narrata dice il maestro I piccoli scolari si impossessano delle conchiglie crsquoegrave chi porta il guscio in prossimitagrave dellrsquoorecchio per ascolta-re il rumore del mare che si frange sugli scogli o va ad accarezzare la battigia chi con la punta della lingua ne sfiora la superficie gu-stando il sapore di sale Sensazioni che stimo-lano la fantasia aiutata dalla lettura delle poesie

di Gianni Rodari Sui fogli dei quaderni in-cominciano a prendere forma i primi versi semplici ingenui Ver-si dedicati al sole allrsquoim-mensa distesa del mare allrsquoestate che rimanda al tempo delle vacanze ai primi turbamenti dellrsquoa-more Tutti partecipa-no tranne uno scolaro che solitario si rifugia allrsquoultimo banco Ersquo un bambino difficile con una famiglia sottopro-letaria che vive ai mar-gini Non vuole saper-ne di partecipare al laboratorio di scrittura Poi una mattina ar-riva a scuola apre il quaderno e legge ad un esterrefatto maestro una poesia drsquoamore de-dicata ad una compagna di classe Ersquo questo lrsquohumus che a distanza di qualche lustro ha

fatto germogliare la Scuola Popolare di poe-sia Ritornando al presente il laboratorio per-manente di scrittura in versi saragrave ospitato in due luoghi simbolo un quartiere popolare Is Mirrionis ad alta densitagrave abitativa e la sede dellrsquoAssociazione Sarda per lrsquoattuazione della riforma psichiatrica ospitata nellrsquoex manico-mio di Villa Clara Unrsquointrigante progetto cul-turale che vuole condividere la cultura poeti-ca coinvolgendo giovani e meno giovani di etnie e lingue diverse sardo compreso Dove la parola fantasmagoricamente si trasfigura in catarsi liberando energie e creando anti-corpi che sprigionano la creativitagrave molto spes-so sopita Facendo da argine alle devianze al-la solitudine alla sofferenza psichica e alla dispersione scolastica Ersquo un progetto ambi-zioso nato senza contributi pubblici che muove i primi passi autonomamente affian-cato dalla rivista letteraria plurilingue Coloris de Limbas diretta dal suo ispiratore Gianni Ma-scia Avragrave come compagni di viaggio grandi auto-ri che della poesia hanno fatto unrsquoinseparabile

compagna di vita Charles Baudelaire Arthur Rimbaud Sandro Penna Giuseppe Ungaretti Charles Bukowski Alda Merini e tanti altri con i loro versi immortali terranno accesa la fiammella della creativitagrave stimolando alla

scrittura poetica i partecipanti ai seminari Tra i tanti progetti che la Scuola popolare di poesia sta mettendo in cantiere il laboratorio permanente linguistico egrave senza dubbio il piugrave stimolante e impegnativo Partendo da ldquoSu gergu de Soparmardquo lo slang della mala caglia-ritana che si parlava in certi ambienti fino a una quarantina di anni fa la Scuola si propo-ne di elaborare e codificare un glossario ger-gale che attraverso un lavoro di ricerca sul campo raccolga attraverso le testimonianze di chi ancora utilizza espressioni di quella parlata lrsquoargot che ancora si conserva Con queste premesse la Scuola popolare di poesia puograve diventare un luogo in cui srsquoincontrano ge-nerazioni e culture altre che esaltino la ric-chezza delle diversitagrave accompagnati giusto per rimanere in tema dai versi di Puskin Vo-glio comprenderti studierograve il tuo oscuro lin-guaggio

Alessandro Macis

Alessandro Macis

Cagliari via Mandrolisai quartiere Is Mirrionis Circolo Me-Ti una delle sedi deputate ad ospitare la Scuola di poesia polare (foto di Patrizia Masala)

Cagliari quartiere di Is Mirrionis una delle zone perifiche a piugrave alta densitagrave abitativa e degradate della cittagrave (foto di Patrizia Masala)

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

n 29

22

segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

Il costo egrave zero e viene distribuito gratuitamente Manda una mail a diaridicineclubgmailcom

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 14: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag 12Ma adesso crsquoegrave la fine felicitagrave di suonare ancora insieme e di farlo con il meglio della musica di quegli anni ma disagio e nervosismo come una costante per tutto il concerto La fine egrave

sempre dolorosa In ldquoThe Last Waltzrdquo ci fu una grande tensione prima dellrsquoapparizione di Bob Dylan sul palco Non voleva esibirsi Di-scusse con la band Non era sua intenzione suonare Scorsese lo seppe a distanza di anni che dietro le quinte era successo qualcosa di cui lui non era in quel momento a conoscen-za La fine egrave dolorosa per chiunque Il mio egrave un modo di vedere la cosa soltanto per sottoline-are un fatto non vuole essere un giudizio Ersquo una semplice constatazione I Rolling Stones suonavano anche loro giagrave ai tempi di ldquoThe Last Waltzrdquo e per i trentrsquoanni successivi hanno suo-nato e stanno suonando ancora Adesso stan-no suonando da ben cinquantrsquoanni ldquoEgrave affasci-nante vedere questa strana forza questa esaltazione quasi mistica qualcosa di sciamanico gli Stones creano un incantesimordquo Parole di Martin Scorsese ldquoQuello di The Band egrave un finale con la sua pie-na tristezza quella di una band che finisce il suo percorso Non credo che questo concerto sia una fine la fine di unrsquoepoca forse ma non egrave la fine del rockrdquo Sono le parole di Robertson a inizio film Diciassette anni di tourneacutee non so-no pochi Ma la cosa non riguarda quegli altri gli Stones Li ho visti sul palco Ho avuto que-sta fortuna Al Circo Massimo di Roma giu-gno 2014 Quasi settantamila persone Un cal-do atroce Ligrave quei quattro e la loro orchestra pop Fondamentalmente come fossero i miei nonni e mrsquoinsegnassero il rock Aveva ragione Robbie quellrsquoultimo valzer fu la fine di unrsquoepo-ca Ma non quella del rock Parole mie

Pierfrancesco Bigazzi

Toscano Studente che studia il giusto Ma laureato Auto-re di corti esperimenti video web series post- apocalittico (ldquoHydra the seriesrdquo 201112) videoclip Mastro luciaio tea-trale tendenzialmente rock E poi fa tante altre cosehellip come tutti drsquoaltronde

segue da pag 1di tutto il territorio Dopo una prima fase di attivitagrave che in maniera naturale si sono tra-dotte allrsquoesterno soprattutto in azioni di pro-testa e rivendicazione in maniera altrettanto naturale a un certo punto Moviementu si egrave ritrovata nella necessitagrave di rappresentare un interlocutore propositivo per le istituzioni costituendosi cosigrave in vera e propria associa-zione con un suo statuto e una precisa piatta-forma di intenti da perseguire e della quale rendere partecipi gli organi di comunicazione e la politica Il primo presidente il regista Marco Antonio Pani con il suo direttivo ha av-viato proprio questo tipo di confronto pur mantenendo (secondo la mia interpretazione) vari aspetti della passata fase movimentista a succedergli sono stata io nel settembre dello scorso anno trovandomi ben presto con un direttivo molto ridotto nei numeri a causa di varie defezioni avvenute in corso drsquoopera La linea che ci siamo dati egrave stata quella di dar cre-dito fino a prova contraria alle istituzioni con le quali abbiamo ritenuto necessario e do-veroso dialogare in maniera propositiva A metagrave marzo con lrsquoapprovazione della Finan-ziaria 2015 abbiamo ottenuto dalla Regione Sardegna anche grazie allrsquoapporto di altri esponenti del settore lrsquoimpegno in bilancio di quasi 35mln di euro sulla base di motivazioni ufficiali at-tinte proprio dalla nostra piattafor-ma Ora perograve la situazione egrave in un nuovo stallo siamo quasi a fine mag-gio e i bandi non sono ancora usciti Complice una certa frustrazione e sfiducia (dovuta anche alla mancata pubblicazione di bandi per lungome-traggi dal 2010) da un p aio di mesi in qua allrsquointerno dellrsquoassociazione una crescente disaffezione dei soci si egrave manifestata con un progressivo ve-nir meno delle presenze agli appun-tamenti ufficiali nulla di eclatante piuttosto il sentore di una serpeg-giante perplessitagrave troppo spesso re-ticente a palesarsi in argomenti di dissenso che potessero permettere una sintesi delle varie visioni e ani-me presenti tra gli associati Sfiducia nella politica ndash mi chiedevo Sfiducia nel di-rettivo e nel presidente Rivalutazione di me-todi di scontro frontale con le istituzioni e mal sopportazione del dialogo aperto (seppure a mio modo di vedere assertivo e puntale nella sostanza delle istanze portate) Difficile dirlo ancora ora ma ho personalmente ritenuto ne-cessario in questo scenario non ben definibile ma certamente manchevole della necessaria energia propulsiva di presentare le mie di-missioni e dopo sette mesi di incarico di ras-segnarle irrevocabilmente assieme al diretti-vo per dare ascolto e voce a quella che definirei una fisiologica crisi di identitagrave crsquoegrave chi vorreb-be ritrovare in Moviementu la compagine mo-vimentista dei primi tempi animata da una forza dal sapore spontaneo unrsquoonda drsquourto che dia scossoni a una politica di cui diffida crsquoegrave chi invece approva la prosecuzione del dialogo crsquoegrave

chi vorrebbe soprattutto unrsquoorganizzazione in-terna piugrave dedita alla vita associativa culturale anche a tratti ricreativa Tutto questo ripeto mi pare ben fisiologico visto che stiamo com-piendo assieme un percorso da che poco sape-vamo uno dellrsquoaltro pur lavorando e operando nello stesso settore ecco che il movimento egrave nato egrave cresciuto sono passati piugrave di due anni e in ognuno di noi si fanno spazio idee frutto di un percorso evolutivo dato proprio dalla possi-bilitagrave che ci siamo dati di riunirci di darci uno statuto una piattaforma e degli obiettivi Per-sonalmente sono molto contenta di aver inco-raggiato con le dimissioni lrsquoapertura di questa

fase di ufficiale rimessa in discussione Nessu-no di noi ormai credo potrebbe fare a meno della grande possibilitagrave di scambi e condivisio-ne di intenti chiamata Moviementu credo sia unrsquoesigenza che va ben oltre la disparitagrave di vi-sioni e che sapragrave superarla Per tutto questo a fine mese ci riuniremo in unrsquoassemblea gene-rale che sono certa porteragrave nuova vita alla no-stra associazione A meno che ndash mi permetto unrsquoultima esortazione ndash non indulgeremo a quella subdola vaga sfiducia cui lasciamo tal-volta minare alla base tutto quanto siamo capa-ci di costruire neacute a certi pur comprensibili mo-ti di rabbia che manifestati possono anche placarci per qualche attimo ma che ben poco costruiscono e poca ragione ci danno dellrsquoesse-re esponenti di un settore portatore di cultura e quindi di grandi responsabilitagrave

Antonia Iaccarino

Il regista Enrico Pau e la sceneggiatrice Antonia Iaccarino

ldquoImplosionrdquo Tutti a Bauladu - Oistano (vignetta di Marco Antonio Pani)

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

n 29

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 15: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag 1dalle produzioni non locali come luogo in cui girare ed esiste qui un importante movimen-to di registi scenografi attorirdquo Senza per for-za voler credere che si stesse riferendo diretta-mente a Moviementu Rete Cinema Sardegna ma piuttosto in senso lato a tutta quella rete di persone che operano nella filiera cine au-diovisiva sarda una frase come questa detta dalla massima autoritagrave cittadina ( e supporta-ta da fatti concreti come lrsquoistituzione dei ban-di ldquoFilming Cagliarirdquo) rappresenta per noi un risultato molto importante Si parla finalmen-te anche a livello istituzionale di cinema co-me filiera Egrave esattamente il primo degli obiet-tivi che lrsquoassociazione si era posta fin dalla sua nascita Fino a non molto tempo fa sembrava impossibile far capire che il cinema puograve esse-re una risorsa che si tratta non di mera arte cultura o intrattenimento ma anche di lavo-ro occupazione ricchezza E questo nono-stante alcuni produttori autori cinematogra-fici e esponenti del mondo della cultura e dellrsquouniversitagrave sarda si fossero saputi unire per elaborare il testo di una legge (la legge re-gionale sul cinema) che giagrave considerava il ci-nema una risorsa di primaria importanza sia dal punto di vista culturale che da quello eco-nomico e delle ricadute in termini drsquoimmagi-ne per la Sardegna Una legge che ha costitui-to un passo fondamentale nel vero senso della parola Anzi fondante La rivista web Ci-nemecum dedicata prioritariamente al cine-ma in Sardegna ha saputo fare e fa da alto-parlante ad autori produttori e lavoratori (artisti e tecnici) del cinema sardo ormai da tanti anni ed ha avuto un ruolo importante nel considerare e far considerare il ci-nema in Sardegna e il cinema sardo una risorsa culturale ed economica importante Quello che mancava for-se era che in qualche modo venisse resa ldquovisibilerdquo e tangibile agli occhi della politica e del comune cittadino la filiera cine audiovisiva sarda in quanto tale Che questa si materializ-zasse sotto forma non piugrave solo di sin-golo autore o produttore che si reca negli uffici a perorare la causa della propria futura opera ma come picco-la folla sotto un assessorato come de-legazione rappresentativa di una fi-liera presso gli uffici dei dirigenti delle commissioni consiliari degli assessori Crsquoera bisogno che la filiera si auto riconoscesse per poi raccontare una sua visione le sue aspirazioni i suoi progetti le sue esigenze facesse le sue giuste rimo-stranze attraverso articoli sui giornali mani-festi e spot nei cinema e sul web incontri con il pubblico nei piccoli festival e in altre svaria-te occasioni Questo egrave il lavoro che egrave stato fat-to in questi due anni da Moviementu Ora ap-pare piugrave chiaro a tutti che esiste una vera e propria filiera in cui operano tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente non solo alla realizzazione di film corti docu-mentari serie web serie tv e quantrsquoaltro ma anche gli esercenti cinematografici coloro che

si occupano di formazione di critica di infor-mazione e promozione cinematografica Si parla di centinaia di addetti nellrsquoisola Il cam-mino perograve egrave ancora lungo e i passi da fare so-no tanti Alcune istanze alcuni discorsi si so-no imposti ma in linea generale crsquoegrave ancora molto troppo da fareUn recente incontro a Villa Muscas (presente il governatore della Regione Francesco Pigliaru lrsquoassessore alla Cultura Claudia Firino e lo stesso sindaco di Cagliari Massimo Zedda fra gli altri) sul tema della prossima destinazione drsquouso dellrsquoex Ma-nifattura Tabacchi ha reso evidente da un lato

la volontagrave politica di includere il cinema nella prossima ldquoFabbrica della Creativitagraverdquo dallrsquoaltra lrsquoapparente assenza per ora di unrsquoidea forte de-cisa e soprattutto realmente condivisa sul meri-to Si parla genericamente di associazioni di Film Commission e di Cineporto (che giagrave la pre-cedente amministrazione dichiarava pratica-mente cosa fatta) ma non pare si tenga conto del-le indicazioni date a piugrave riprese dalla filiera in merito alle caratteristiche che un Cineporto in Sardegna dovrebbe avere per essere utile e fun-zionale al lavoro cinematografico e al suo svilup-po in una regione dalle caratteristiche geografi-che cosigrave varie e accidentate E meno ancora

sembra si stia tenendo conto adeguatamente (se non per ora in linea teorica) del fatto che per fare i film per programmare festival rassegne inizia-tive formative ci vuole soliditagrave del finanziamento continuitagrave e puntualitagrave Con parole del collega e socio di Moviementu Paolo Zucca (lrsquoautore de ldquoLrsquoArbitrordquo) intervenuto a fine riunione ldquoqui si progettano cineporti mentre le barche stanno af-fondando una ad una per mancanza di gasoliordquo Dopo una trattativa estenuante di Moviementu e del resto del mondo del cinema sardo con le isti-tuzioni regionali (e qui vengono i complimenti per il lavoro svolto in tal senso dal presidente di

Moviementu Antonia Iaccarino e dal direttivo) i fondi in finanziaria per dare applicazione alla legge finalmente ci sono Percheacute dunque ancora non si ve-de traccia dei bandi ldquoPerchegrave per fare i bandi devrsquoessere prima nominata la Consulta per il Cinema prevista dalla leggerdquo ci risponde lrsquoassessore Firino E allora su iniziativa proprio di Paolo Zucca abbiamo presentato allrsquoassesso-re una lista ampiamente condivisa di esponenti della filiera idonei e disponi-bili a far parte della Consulta Lrsquoassesso-re dice che ne terragrave conto e assicura che la Consulta verragrave rapidamente nomina-ta che i bandi saranno pubblicati entro giugno e che entro settembre ci saran-no gli esiti Cosiacute forse lrsquoanno venturo disamistade permettendo Jimmi della

collina faragrave amicizia con Bakuniacuten i pastori sardi giocheranno a capo e croce coi minatori risaliti dal profondo lrsquoarbitro saragrave di nuovo in serie A i morti di Alos risorgeranno insieme a su Re So-netaacuteula balleragrave chissagrave quanti passi con lrsquoaccaba-dora e magari alla fine egrave proprio vero che tutto torna e tutto torneragrave E forse torneranno anche i benedetti bandi Come si dice meglio tardi che mai Ora perograve SantrsquoEfisio Glorioso pensaci tu a fare che il tardi anche questrsquoanno non diventi mai Se mi esaudisci ti prometto un film

Marco Antonio Pani

Regista e socio di Moviementu Rete Cinema Sardegna

Marco Antonio Pani in barberia (foto di Valentina Corona)

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

n 29

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

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La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

n 29

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

n 29

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 16: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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Al cinema

La regola del Kanun di ldquoVergine giuratardquo

Alba Rohrwacher protagonista dellrsquoopera prima di Laura Bispuri

Crsquoegrave una societagrave tanto arcaica andando in-dietro nel tempo quan-to a noi geografica-mente vicina (Albania settentrionale e Koso-vo) che applica anco-ra lrsquoantica legge me-dievale del Kanun un codice severissimo ba-sato sullrsquoonore che

escludendo la donna dalle scelte in societagrave e precludendole ogni diritto le permette di ldquotrasformarsirdquo in un uomo dopo aver fatto so-lenne giuramento di castitagrave Al centro dellrsquoo-pera prima di Laura Bispuri crsquoegrave la scoperta del Kanun e crsquoegrave Alba Rohrwacher (ldquoLe meraviglierdquo ldquoHungry Heartsrdquo ldquoIl racconto dei raccontirdquo) voluta ricercata assolutamente necessaria al compimento del progetto La regista romana egrave voluta partire dal romanzo omonimo della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli editore Milano 2007) un libro scritto in lin-gua italiana e che in albanese porta il nome della protagonista Hana Nel romanzo come nel film si assiste a una scelta durissima com-piuta da una donna quella di rinunciare alla propria verginitagrave sacrificando la femminilitagrave di nascita per essere libera in un mondo ma-schilista dove ciograve che conta egrave unicamente pre-rogativa dellrsquouomo Dopo aver perduto en-trambi i genitori la protagonista Hana egrave accolta nella famiglia dello ldquoziordquo montanaro Gjergi dove trova una ldquomammardquo premurosa e una ldquosorellardquo coetanea a cui rimarragrave indissolu-bilmente legata Lila Mentre questrsquoultima matura unrsquoesigenza di libertagrave che la porteragrave alla fuga in Italia con il suo amato Hana con-quista o crede di conquistare la sua indipen-denza imparando a pascolare le pecore a cac-ciare e finendo per negare la propria natura di donna Frequenta il circolo di Gjergi e si veste come lui gira libera per i boschi indurendosi per poter essere rispettata come solo un uomo sa esserlo con la sigaretta in bocca e il fucile in spalla Per lei la metamorfosi appare lrsquounica via per sfuggire ad un destino segnato forse a un matrimonio combinato come era stato per la sorella la scelta dettata dallrsquoistinto segneragrave tutta la sua esistenza Cosigrave per molti anni di-venta Mark Ma in un percorso a ritroso dopo la morte degli zii adottivi la protagonista sa-crifica il proprio giuramento per riscoprire poco a poco il proprio onore e per tornare ad essere se stessa Lascia la sua terra arriva in Italia e qui percorre un cammino che egrave un continuo e delicato attraversamento di due mondi diversi e lontani Albania e Italia pas-sato e presente maschile e femminile In una Milano anonima incontra Lila e la sua famiglia Sopporteragrave ospite inattesa di essere mal accolta nel piccolo appartamento della sorella e dalla sua figlia adolescente moderna irriverente piena

della forza che il fiore degli anni e la curiositagrave le conferiscono Si trova un lavoro poi un ap-partamento e incontra un uomo Con Lila leg-ge una lettera che la madre ha voluto scrivere alle due figlie prima della morte Canta con lei nel locale dove si esibisce e recupera il rappor-

to con sua figlia adolescente Lontana dal Ka-nun e dalle aspre montagne albanesi si ri-prende la sua identitagrave riscoprendo il piacere di essere una donna La storia di Hana sfugge allrsquointeresse etnografico per divenire la vicen-da di un corpo e anche di una mente che sof-frono di una sessualitagrave negata e abbruttita sotto lo sguardo di montagne ldquofatte di occhi che osservano e proibiscono di silenzirdquo Con-tinuando il parallelismo con la letteratura viene in mente il romanzo di Virginia Wolf ldquoOrlandordquo in cui il protagonista giagrave androgi-no e refrattario alla societagrave patriarcale tanto da rifiutare da cortigiano qualsiasi ipotesi di

matrimonio cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna Nel film della Bispuri perograve la metamorfosi egrave voluta quanto obbliga-ta e il ritorno alla femminilitagrave lento e trava-gliato Lrsquoesordio della regista dei pluripremia-ti corti ldquoBiondinardquo e ldquoPassing timerdquo egrave stato salutato da una serie di riconoscimenti anche internazionali (una nomination ai David di Donatello e il Premio Nora Ephron al Tribeca Film Festival) dopo essere stato presentato in anteprima alla Berlinale 2015 come unico film italiano in concorso La regista romana ha gi-rato ldquoVergine Giuratardquo tra lrsquoAlbania e Bolzano grazie a una co-produzione internazionale Il film lento e statico ma emozionante per la fo-tografia robusta sugli scorci di una natura se-vera deve molto al carisma della protagonista e si perde un porsquo nel taglia e cuci degli intrecci sul piano temporale rendendo talvolta diffici-le per lo spettatore la ricomposizione di fabu-

la e intreccio Altri due particolari sono da sot-tolineare lrsquoinsistenza sul corpo di Hana ripresa da una telecamera a spalla con fre-quenti inquadrature da dietro la nuca e la mu-sica solo a tratti e ripetuta con un evidente ef-fetto straniante Ma i piani temporali che si succedono (il prima che si interseca col dopo in una cronologia originale) e le metafore del dentro e fuori del sotto e sopra sono le due note maggiormente caratterizzanti questo particolare esordio

Michela Manente

Michela Manente

Alba Rohrwacher (nel film HanaMark) in ldquoVergine giuratardquo 2015 diretto da Laura Bispuri

La regista Laura Bispuri Laura e Alba sul set

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

n 29

22

segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

n 29

30

LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

e bull

viag

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in ita

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 17: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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XXXIII Edizione Valdarno Cinema Fedic

Acqua sotto i ponti

Ne scorre di acqua nel cinema di Franco Pia-voli scrosciano torren-ti e gorgogliano fiumi immortalati nella loro placida trasparenza La strada che da Arez-zo porta a San Giovan-ni Valdarno incrocia e

sorpassa diversi torrenti e corsi drsquoacqua Io che vengo dalle campagne infinite del meri-dione mi sorprendo sempre come un bambi-no quando devo attraversare un ponte e cosigrave il tragitto verso il Masaccio mi pareva giagrave ogni mattina un racconto del festival colto nel suo svolgersi Le manifestazioni di cinema somi-gliano ai posti che le ospitano la sensazione che ti provoca una visione non egrave mai scevra dalle influenze del dove e come lrsquohai potuta af-frontare In questo il Valdarno Cinema Fedic egrave soprattutto la sua storia il calore e la passio-ne di chi la rinnova di anno in anno chi come me egrave abituato alla disillusione e al cinismo sferzante che animano i corridoi dei posti di cinema si egrave lavato la faccia e il cuore in una sorgente fresca zampillante e accogliente Penso ai giovani premiati dalle giurie incro-ciando i loro sguardi davanti ad una birra in piena notte senti quellrsquourgenza e quella deter-minazione del voler fare cinema che egrave sem-pre una lezione benedetta Fonti cascate ponti Abel Ferrara egrave uno tsunami ma ti per-mette di surfare sulle onde della sua clamoro-sa capacitagrave di pensiero drsquoartista bisogna stare attenti per non perdere lrsquoequilibrio ma non egrave detto che anche finendo sottacqua il tuffo non possa essere purificante e rinnovatore Il suo

imminente ldquoSiberiardquo finanziato in crowdfun-ding tiene meravigliosamente insieme tutte le coordinate del festival a partire ovviamen-te dal Premio Marzocco a lui dedicato lrsquoutiliz-zo della dimensione ldquodal bassordquo accomuna Abel ai giovani videomakers come quelli pas-sati in concorso piugrave avvezzi a queste dinami-che e la formula egrave la stessa discussa in un in-teressante dibattito in coda alla proiezione del virtuoso ldquoIo sto con la sposardquo Ecco pro-prio come fanno i ponti quando un festival di cinema egrave venuto fuori bene ti rendi conto che poi magicamente le cose si tengono tutte tra di loro attraverso connessioni inaspettate inconsapevoli a volte inspiegabili E quando esci dalla sala ti colpisce la presa di coscienza di stare trovandoti proprio nel posto giusto proprio davanti a quello schermo ligrave per quello che vale Venerdigrave mattina entro in sala al Ma-saccio per rivedere un pezzo di ldquoEducazione Affettivardquo e mi ritrovo ad assistere ad un istante di una potenza viscerale infinita con queste scolaresche chiassose e festanti che iniziano a battere le mani a tempo e a cantare

in coro ldquoUn sensordquo di Vasco Rossi che si ascol-ta in coda al film 400 bambini che ridonano al cinema la sua dimensione di esperienza con-divisa partecipata inglobante e profonda-mente intima Credo che alla fine il ponte piugrave solido sia proprio questo qui Le persone che fanno Valdarno Cinema Fedic lo sanno egrave scritto nei loro sorrisi e nella loro disponibili-tagrave inesauribile E molti del pubblico hanno do-

vuto asciugare qualche lacrima quando la vo-ce di Vasco ha lasciato il posto al dibattito con i giovani delle elementari e medie Se vi rac-contano che non egrave vero che non piangevano sappiate che sono loro quelli che stanno men-tendo

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo

Franco Piavoli

Abel Ferrara fotografato da Silvio Del Riccio che egrave fotografato da Blanket

Il primo premio

Lrsquoisola che crsquoera

Il documentario su ldquoScano Boardquo continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti il regista

rodigino Alberto Gambato vince il Premio Marzocco simbolo della Cittagrave di San Giovanni

Vno intitolato a Marino Borgogni alla migliore Opera in assoluto ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

inoltre si aggiudica anche il Premio speciale Amedeo Fabbri come miglior cortometraggio

per la maturitagrave espressiva e per lrsquointeresse della storia raccontata con semplicitagrave e con

senso dello spettacolo nellrsquoambito della ricostruzione storica Il racconto dellrsquoautore e gli

omaggi al presidente del circolo FICC di Adria Vittorio Sega per averlo spronato allrsquoopera

Potrei dire semplice-mente che egrave tutta ldquocol-pardquo di Vittorio Sega Se si puograve definire co-me ldquocolpardquo il legame meravigliosamente ossessivo con una sto-ria del cinema polesa-no da sottrarre alle in-giurie del tempo giorno

dopo giorno da 60 anni Come una missione

senza una vera ricompensa Egrave ldquocolpardquo di Vitto-rio Sega ndash presidente del Circolo del Cinema di Adria aderente alla FICC ndash la telefonata con cui nellrsquoaprile del 2013 mi chiede di intervista-re Lamberto Morelli di ritorno in Polesine da Roma (sua cittagrave adottiva) per il funerale del fratello Giancarlo Quasi ogni rodigino cono-sce Giancarlo Morelli una delle personalitagrave pubbliche della mia cittagrave piugrave importanti del lsquo900 sindaco comunista del capoluogo nei

segue a pag seguente

Alberto Gambato

Da sx Lamberto Morelli e Vittorio Sega

n 29

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

n 29

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

n 29

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 18: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedentedelicati giorni del 1951 in cui il fiume Po pri-ma urla e poi si acquieta lasciando il nostro territorio a fare i conti con una ricostruzione materiale da effettuare ed un esodo umano impossibile da evitare Quasi nessun rodigino conosce Lamberto Morelli nemmeno io che durante le 2 ore di intervista lo scopro essere lrsquoultimo sopravvissuto di quella troupe (e del cast interpretava il pretehellip) di autodidatti e pionieri del cinema polesano capitanati da Renato DallrsquoAra che nel 1954 pensarono con un cortometraggio di ricostruire un fatto di cronaca avvenuto pochi mesi prima nel pro-fondo - ed allora misero - delta del Po Duran-te un funerale in barca di un pescatore nei dintorni dellrsquoultimo isolotto tra Po ed Adriatico

chiamato Scano Boa era stata data alla luce una bambina Fine ed inizio ma il delta egrave fine od inizio Ecco sono partito da qui quando ho pensato che cosa fare di questa intervista dopo aver esaudito la consegna - o sarebbe meglio dire il desiderio - di Vittorio Sega Lamberto Morelli torna a Roma Vittorio Sega torna ad Adria per gli impegni del circolo FICC che sempre lo tengono impegnato Io attendo

qualche mese poi la voce di Morelli mi obbli-ga a recuperare il corto del 1954 Con Vittorio ci troviamo davanti a due copie la prima in-tonsa la seconda marcata FEDIC in basso a destra Di chi sono i diritti del film I contatti telefonici di FICC e FEDIC (e lrsquoesperienza) di Sega sono provvidenziali percheacute in breve tempo veniamo a sapere che la FEDIC custo-disce nel proprio archivio una copia del film ma senza possederne i diritti esclusivi Che cosa ancora non conosco Eccomi con le spal-le al muro nel dovermi recare sul delta il luo-go polesano che meno ritengo nuovamente filmabile Alla fine a Scano Boa ho trascorso tre giorni praticamente da solo vagando con lrsquoattrezzatura sulle spalle Prima i suoni poi le immagini come fossi sulle tracce impossibili di un film girato troppo tempo addietro per sperare di trovarne reperti sullrsquoisola Ma di questo poi consteragrave e parleragrave il film la ricerca (im)possibile di qualcosa di (non) avvenuto in un luogo che ogni giorno muta per accu-mulo di materiale portato dal fiume proprio come si accumulano i suoni di uccelli acqua e

fronde mosse dal vento impastati alla voce continua e sicura di Lamberto Morelli Come le storie incredibili ascoltate in penombra da piccoli prima di addormentarci nella nostra cameretta Egrave dunque tutto accaduto o tutto deve ancora accadere Non ho una risposta mentre guardo i due Leoni per il Miglior Cor-tometraggio ed il Miglior Film assoluto che la giuria del Valdarno Cinema Fedic 2015 ha as-segnato al film Un film a cui continuo ad as-sociare lrsquoaggettivo ldquopiccolordquo percheacute fatto te-nendo ben presente il valore della povertagrave che lrsquoesperienza morellianadallrsquoariana e tutta la cultura polesana portano con seacute Per questo motivo - sia ad avviso del film che mio - la se-lezione al Festival era lrsquounica vittoria pensabi-le Ne sono arrivate altre due Franco Piavoli presente alla proiezione del film ed il dibattito successivo - insieme agli autori del bel ldquoLrsquoA-more Ormairdquo - orchestrato dal direttore del Festival Simone Emiliani una coccola - que-sta - sempre piugrave rara per ogni filmmaker Do-po tutto ciograve il ritorno in auto a Rovigo egrave stato di una dolcezza indicibile tanto quanto la dormita che ne egrave seguita La telefonata di Chiara che mi ha pregato di tornare giagrave il giorno dopo a San Giovanni Valdarno per riti-rare un premio assegnato al film mi ha fatto istantaneamente pensare a questo Polesine in cui ho scelto di tornare a vivere e lavorare ma soprattutto a Lamberto e Vittorio Li ho tenuti in testa per tutta la durata del ritorno a San Giovanni Lo sto facendo anche adesso nellrsquoattesa di consegnare a loro i due Leoni tra pochi giorni Sono le persone giuste per custodirli

Alberto Gambato

Foto ricordo con il vincitore da sx Steve Della Casa Marisa Borgogni Stefano Beccastrini Alberto Gambato Valentina DrsquoAmico Simone Emiliani

Una foto da ldquoLrsquoisola che crsquoerardquo

Il rito

Valdarno Cinema Fedic da 33 anni a San Giovanni Valdarno

Mi piace pensare al Valdarno Cinema FE-DIC come ad un ldquori-tordquo Un rito laico con norme e consuetudini che ne scandiscono lo svolgimento Ersquo bello ogni anno ritrovarsi tra amici e percorrere insieme le stesse stra-de mangiare nelle stes-

se trattorie e magari sedere al cinema nello stes-so posto dellrsquoanno precedente Lo scorrere regolare del rito dagrave sicurezza e tranquillitagrave non ci sono brutte sorprese e tutto diventa ri-lassante anche se -per non perdere nulla dei molteplici eventi- si egrave costretti ad una corsa continua E anche questo fa parte del rito Nel rito ci sono dei ldquopunti fermirdquo e quando ne vie-ne a mancare unohellip tutti se ne accorgono Per questa 33a edizione per esempio non crsquoera il tradizionale striscione del Festival tra i palaz-zi in prossimitagrave del cinema Ad onor del vero non crsquoera nemmeno lo scorso anno ma allora si era pensato ad una sorta di ldquoincidente di

percorsordquo destinato ad essere emendato La reiterazione ci fa capire che il ldquoritordquo ha subito una variazione Altra caratteristica del Valdar-no Cinema egrave la pioggia non ricordo edizione negli ultimi ventrsquoanni senza ombrello Anche questa componente del ldquoritordquo sembrava desti-nata ad abbandonarci le previsioni davano ldquosole a pomattardquo per tutta la durata del Festival Poi non si sa come neacute percheacute quasi a volerci

tranquillizzare crsquoegrave stato un veloce scroscio (la nuvola di Fantozzi limitata a San Giovanni Val-darno) che ha confermato la tradizione Detto questo non vorrei dare lrsquoimpressione di un Valdarno Cinema FEDIC a dimensione di bu-rosauro tutto ancorato ad un passato incrosta-to di ragnatele e incenso Tuttrsquo altro Grazie al lavoro attento e professionale di un Comitato

segue a pag successiva

La mattinata del 6 maggio incontro degli autori iscritti a cineclub della Fedic Il regista Franco Piavoli ha moderato e commentato le opere proiettate nello ldquoSpazio Fedicrdquo con grande interesse non solo da parte degli autori stessi ma anche da parte del pubblico (foto di Angelo Tantaro)

Roberto Merlino

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

n 29

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

n3

Anno IV

diaridicineclubgmailcom

n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

Il costo egrave zero e viene distribuito gratuitamente Manda una mail a diaridicineclubgmailcom

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

e bull

viag

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in ita

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 19: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedenteallrsquoaltezza della situazioneil Festival ha saputo coniugare il passato col presente il cinema con altre forme drsquoarte la comunicazione carta-cea con quella digitale ecc In platea abbiamo visto giovanissimi assieme a veterani pronti a confrontarsi sia negli innumerevoli dibattiti ldquoufficialirdquo sia -in modo del tutto informale- sulle scale del cinema nei momenti di pausa Questo ldquodialogarerdquo a mio avviso egrave stata la cosa piugrave bella e produttiva di un Festival che pure ha potuto contare su eventi e personaggi di grande spessore Tra questi senza voler far torto agli altri mi piace ricordare lrsquoaffettuosa partecipazione di Franco Piavoli che come uo-mo e come artista ha fatto innamorare tutti i presenti Voglio citare in proposito la frase di un ventenne detta col cuore dopo aver visto in sala un vecchio film di Franco ldquoCavolihellip que-sto sigrave che egrave cinemardquo Come tutti i ldquoritirdquo a cui te-niamo ovviamente dobbiamo operare al me-glio affincheacute stando al passo coi tempi anche le inevitabili imperfezioni vengano sanate si-ano esse piccole (speriamo venga nuovamente innalzato lo striscione) o grandi Come Presi-dente FEDIC voglio ricordare che il Festival di San Giovanni Valdarno egrave uno dei nostri fiori allrsquoocchiello e in quanto tale facciamo di tutto per renderlo sempre piugrave ldquoimportanterdquo Questo comporta anche lrsquoesercizio di una ldquocritica co-struttivardquo per segnalare eventuali pecche e suggerirne i correttivi Tutto nel chiaro inten-to di far sigrave che il Valdarno Cinema FEDIC con-tinui ad essere un imprescindibile punto di ri-ferimento per gli Autori FEDIC (e non solo)

Roberto MerlinoPresidente Fedic

Una rivoluzione a colpi di bouquet

Lei disse sigrave il documentario di un

matrimonio speciale on the road

Presentato nellrsquoultima giornata del Valdarno Cinema Fedic il

film racconta lrsquoimpossibilitagrave del matrimonio per due persone

dello stesso sesso per questo Lorenza e Ingrid hanno scelto

di sposarsi in Svezia

Inseritosi con sponta-nea continuitagrave quale ultimo evento del Fe-stival di Valdarno che ha visto passare espe-rienze audiovisive co-muni e affini tra il crowdfunding quello annunciato da Abel

Ferrara per il suo prossimo film ldquoSiberiardquo o quello di ldquoIo sto con la sposardquo e i documentari proposti in concorso come i vincitori ldquoRadardquo di Alessandro Abba Legnazzi o ldquoLrsquoisola che crsquoe-rardquo di Alberto Gambato e ancora lrsquoesempio di ldquoEducazione Affettivardquo di Federico Bondi e Clemente Bicocchi ldquoLei disse sigraverdquo ha concluso perfettamente il per-corso affrontato sulle produzioni dal basso e sulle nuove realtagrave culturali e sociali che stentano ad emergere dai canali tradiziona-li Lrsquoopera prima di Maria Pecchioli nasce infatti come video-blog diario on line che ha raccontato fin dai pri-mi momenti il viag-gio di Lorenza e In-grid verso la Svezia e il matrimonio Alla fine di questo viaggio gli episodi pubblicati in tempo reale sono diventati insieme ad altro materiale un vero e proprio lungometraggio non solo sul coronamento di una storia drsquoa-more ma anche denuncia di un sistema legi-slativo politico e intellettuale che in Italia an-cora non permette le nozze tra persone dello stesso sesso Con un crowfunding di una cifra apparentemente irrangiungibile di 10000 la troupe composta dalla regista dalle due pro-tagoniste e un gruppo solidale di amici e colla-boratori ha raccolto i fondi necessari ed egrave par-tita per la penisola scandinava a completare le riprese dellrsquoevento in Italia ancora negato Dallrsquoannuncio agli amici ai sopralluoghi dalla partenza ai festeggiamenti dalle confessioni ai momenti piugrave intimi lo sguardo ravvicinato della regista amica della coppia permette lrsquoingresso in un mondo che da seacute parla di fa-miglia piugrave di mille manifestazioni e rivendi-cazioni della cosiddetta famiglia tradizionale Le testimonianze commosse dei genitori di Lorenza lrsquoesperienza di Ingrid cacciata di ca-sa per la sua omosessualitagrave e riaccolta tra le braccia degli amici il rapporto on the road li-bero e complice delle due donne trasmettono

senza giri di parole neacute eccessi il significato alla base di ogni scelta quotidiana lrsquoamore In questo caso il matrimonio piugrave che un passo obbligato diviene un atto politico in un pe-riodo storico in cui si egrave persa ogni fiducia nel ldquocontrattordquo nuziale con lo Stato ormai identi-ficato e liquidato come una pratica borghese superata quello di Lorenza e Ingrid anche se poco contemplato allrsquoinizio della loro storia egrave diventato pian piano una necessitagrave non perso-nale ma collettiva una rivoluzione dei nostri tempi per rivendicare lrsquouguaglianza e il pro-prio diritto civile a sposarsi con chiunque lo si desideri nel proprio paese senza dover arri-vare per forza in Svezia o in altre nazioni in cui il matrimonio tra omosessuali egrave giagrave legal-

mente riconosciuto Il gesto delle due ragaz-ze di Firenze illustra senza retorica o risen-timenti lrsquounica com-plicata possibilitagrave per due donne di divenire ldquomoglie e moglierdquo che non tutti possono per-mettersi ma ldquoLei dis-se sigraverdquo non lascia spa-zio alle lamentele si apre invece alla spe-ranza che lrsquoesempio si

trasformi in opportunitagrave per tutti Aiutato certamente dalla bellezza dei panorami tra i laghi e le foreste svizzere il documentario vi-ve soprattutto della luce propria delle prota-goniste e dei loro invitati tra cui lo spettatore si ritrova come ad essere uno di loro grazie a una regia ldquoinfiltratardquo alla festa anzi meglio ospite drsquoonore che restituisce agli assenti lrsquoe-sperienza di partecipare allrsquoevento Una gior-nata in cui la vera rivendicazione egrave fatta di gioia di amici e di musica come quella dei Rio Mazzanino gruppo toscano che firma la colonna sonora del matrimonio e del film due momenti che sono finiti per costituirne uno solo unrsquounica stessa avventura romantica Nel ribadire che la famiglia egrave altresigrave quella che ci si sceglie e in cui ci si riconosce e accetta ldquoLei disse sigraverdquo egrave un documento indispensabile per noi e le future generazioni per capire che lrsquoamore non conosce limitazioni di genere e sesso e deve poter godere dei diritti stabiliti dalla Costituzione Matrimonio o no

Giulia Marras

Giulia Marras

Lorenza e Ingrid le belle spose

Una delle tavolate Fedic per un brindisi benaugurale (foto di Giulia Marras)

wwwfedicit infofedicit

n 29

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

n 29

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

n3

Anno IV

diaridicineclubgmailcom

n 29 - giugno 2015

n 29

diaridicineclubgmailcom

Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

Il costo egrave zero e viene distribuito gratuitamente Manda una mail a diaridicineclubgmailcom

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

e bull

viag

gio

in ita

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 20: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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Il Valdarno Cinema Fedic ha salutato il pubblico con nostalgia per la simpatia di Carlo Delle Piane la poesia delle immagini di Franco

Piavoli e la curiositaacute e il fascino di Abel Ferrara senza dimenticare tutti gli autori e il pubblico che hanno popolato il Cinema Masaccio di

San Giovanni Valdarno sede del festival

Lo staff e la giuria della XXXIII edizione del Valdarno Cinema Fedic evento di eccellenza supportato da Diari di Cineclub (foto di Blanket)

Chiara Ferretti Web Master redattrice del prestigioso catalogo e curatrice dei social network una vera dolce macchina da guerra della comunicazione che tanto ha fatto senza mai apparire (foto di Angelo Tantaro)

La Giuria della 33deg Edizione da sx Valentina DrsquoAmico Valentina Carnelutti Steve Della Casa (foto di Angelo Tantaro)

Ginevra Bruni assistente del Direttore Orgvo Silvio Del Riccio che abbiamo scoperto essere una giovane brava cantante mentre consegna la sua prima compilation al Direttore di Diari di Cineclub Angelo Tantaro

Simone Emiliani Angelo Tantaro e Sergio Sozzo si immortalano al caffegrave appena svegli

Da sx il regista Francesco Giusiani Anna Crispino cantante (e moglie di Carlo) Carlo Delle Piane Angelo Tantaro Simone Emiliani Giulia Marras

Blanket settore tecnico autori della sigla del servizio fotografico del festival (foto tratta dalla loro pag Facebook)

diaridicineclubgmailcom

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

n 29

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

n3

Anno IV

diaridicineclubgmailcom

n 29 - giugno 2015

n 29

diaridicineclubgmailcom

Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

Il costo egrave zero e viene distribuito gratuitamente Manda una mail a diaridicineclubgmailcom

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

e bull

viag

gio

in ita

lia

ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 21: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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I dimenticati

Corinne Luchaire

Si poteva morire di tisi

nellrsquoAnno Santo 1950

Evidentemente sigrave se

quello che nellrsquoOtto-

cento fu con la sifilide

uno dei lsquomali del seco-

lorsquo uccise ancora nel

rsquo67 unrsquoattrice cinema-

tografica delle piugrave no-

te Vivien Leigh La sua

collega e compagna di

sventura di cui tratto perograve non si spense co-

me lei a cinquantatreacute anni ma a soli ventotto

dopo una vita segnata da drammi personali

Rosita Christiane Yvette Luchaire nota come

Corinne e chiamata Zizi era nata a Parigi lrsquo11

febbraio del 1921 prima dei cinque figli del

giornalista ed editore di giornali Jean Luchaire

nipote dello scrittore Julian Luchaire e per par-

te della madre Franccediloise

pittrice del pittore Robert

Besnard respirava arte lsquoper

li ramirsquo Era ancora bambi-

na quando Franccediloise dive-

nuta amante di Gustav

Stresemann ministro degli

Esteri tedesco durante la

Repubblica di Weimar lo

seguigrave in Germania portan-

dola con seacute qui ella conob-

be Kurt Freiherr von

Schroumlder futuro banchiere

di Hitler e vivendo in un

ambiente frequentato da

nazisti finigrave per crederli per-

sone perbene ciograve mentre

suo padre uomo di sini-

stra auspicando la norma-

lizzazione dei rapporti franco-germanici scrive-

va dellrsquoemergente nazismo laquoEuropei noi

dobbiamo trattare coi governi europei quali

che siano [] Stresemann era piugrave simpatico di

Hitler ma Hitler egrave la Germania [] Ciograve che per

noi conta di piugrave egrave la pace La libertagrave egrave il bene

piugrave prezioso soltanto a condizione drsquoessere vi-

viraquo A sedici anni Corinne esordigrave in palcosceni-

co in un dramma del nonno ed ebbe una parti-

cina nel primo degli otto film a cui lavorograve laquoLes

Beaux Joursraquo di Marc Allegret Nel rsquo37 il regista

Leoacutenide Moguy la volle interprete della detenu-

ta Nelly in laquoPrison sans barreauxraquo era il suo pri-

mo film da protagonista e poicheacute oltre a fran-

cese e tedesco lei parlava perfettamente

inglese lo stesso anno interpretograve anche la ver-

sione inglese del film laquoPrison Without Barsraquo

del regista Brian Desmond Hurst il suo grande

talento drammatico impressionograve lrsquoattrice Mary

Pickford che ebbe a definirla ldquola nuova Garbordquo

Corinne quindi lavorograve ne laquoLe Dernier Tour-

nantraquo di Pierre Chenal (lsquo39) prima versione fil-

mica del romanzo laquoIl postino suona sempre

due volteraquo di James Cain nel ruolo che in laquoOs-

sessioneraquo di Visconti avrebbe interpretato Cla-

ra Calamai in laquoJe trsquoattendrairaquo di Moguy e in

laquoCavalcade drsquoamourraquo di Raymond Bernard

(1939) Il suo ultimo film venne girato in Italia

fu laquoAbbandonoraquo di Mario Mattograveli (1940 noto

in Francia come laquoLrsquointruseraquo) accanto a Maria

Denis e Camillo Pilotto un dramma a forti tinte

che la vide eroina vilipesa nella famiglia drsquoun ar-

matore Corinne che aveva giagrave collezionato

flirt con gli attori Rex Harrison Jean Murat e Je-

an-Pierre Aumont col regista Christian-Jacque

e col principe Aligrave Khan a Roma ebbe una rela-

zione con Galeazzo Ciano che mandograve su tutte

le furie Edda Mussolini e si concluse allo scop-

pio dellrsquoostilitagrave tra i due paesi Costretta a cu-

rarsi lrsquoattrice francese soggiornograve in un sanato-

rio dellrsquoAlta Savoia conobbe un aristocratico

Guy de Voisins-Laverniegravere e lo sposograve il 27 di-

cembre del rsquo41 a Megegraveve La loro unione durograve

appena un mese poi ella intrecciograve una relazio-

ne col campione di sci Eacutemile Allais e quando

questi lrsquointerruppe tentograve il suicidio Nella Parigi

sotto il giogo tedesco profit-

tando anche della posizione

del padre presidente della

Corporazione della stampa

francese nel governo di Vi-

chy commise lrsquoerrore di ab-

bandonarsi al vortice dei pia-

ceri mondani tra feste e

ricevimenti coi membri dellrsquoe-

sercito occupante conobbe

un ufficiale della Luftwaffe il

capitano Wolrad Gerlach dal

quale il 10 maggio rsquo44 ebbe

la figlia Brigitte registrata col

cognome Luchaire Ma la sto-

ria drsquoamore finigrave anche stavol-

ta ed ella tentograve ancora il sui-

cidio Bencheacute avesse diversi

amici ebrei tra cui lrsquoattrice Si-

mone Signoret (giagrave segretaria di suo padre

che doveva a lei lrsquoingresso nel cinema) e tra i

membri della resistenza col precipitare degli

eventi bellici decise di seguire la famiglia pres-

so Stoccarda a Sigmaringen nel maggio rsquo45

venne arrestata a Merano assieme al padre e

via Milano e Nizza trasferita con lui nel carcere

di Fresnes nellrsquoIcircle-de-France dove pochi giorni

dopo fu liberata non essendovi accuse a cari-

co Ma nel rsquo46 di nuovo arrestata venne pro-

cessata per collaborazionismo e condannata a

dieci anni laquodrsquoindegnitagrave nazionaleraquo poi ridotti a

cinque suo padre fu condannato a morte e fu-

cilato Nel rsquo49 Corinne pubblicograve la sua autobio-

grafia laquoMa drocircle de vieraquo (La mia vita diverten-

te) documento della vita a Parigi sotto

lrsquooccupazione tedesca dove difese strenua-

mente la memoria e lrsquoonestagrave delle scelte del pa-

dre Lrsquoamico Moguy le offrigrave il ritorno al cinema

come protagonista del film laquoLa vie recommen-

ce demainraquo ma ella non fece in tempo a parte-

ciparvi si spense a Parigi in un taxi il 22 gen-

naio 1950 il suo ruolo nel film ribattezzato

laquoDemain il sera trop tardraquo (Domani egrave troppo

tardi) passograve ad Annamaria Pierangeli

Virgilio Zanolla

Virgilio Zanolla

Flussi migratori

accoglienza

tradizioni e cultura

dei Popoli raccontati

attraverso il Cinema

La cultura dellrsquoaccoglien-za dei paesi occidentali verso unrsquoumanitagrave bandi-ta che abbandona i paesi drsquoorigine alla ricerca di migliori condizioni di vi-ta egrave ancora tutta da in-ventare La reazione istinti-va alle dinamiche migratorie egrave molto spesso orientata da immotivate paure nei con-fronti del diverso che si trasforma in rancore quan-

do lo si accusa di portar via il lavoro ai giovani autoctoni o di pesare in maniera insostenibile sui bilanci degli Stati In pochi si pongono il problema di comprendere il fenomeno di stu-diarne le cause e trovare soluzioni condivise Governare politicamente lrsquoemergenza e orien-tare la societagrave occidentale verso atteggiamenti rivolti allrsquoospitalitagrave nei confronti dei migranti egrave diventata oramai una prioritagrave Non si puograve ri-manere indifferenti di fronte alla tragedia di un essere umano che fugge da una situazione di precarietagrave esistenziale in cui la sua stessa vita egrave messa in pericolo Catastrofi naturali guerre civili regimi dittatoriali inumani muo-vono nel mondo un importante flusso migra-torio Non esiste purtroppo come evidenzia Amnesty International unrsquoazione a livello glo-bale in favore dei diritti umani Questo deter-mina uno stato di intollerabile insicurezza per i rifugiati e i migranti I diritti di milioni di persone in fuga da conflitti e persecuzioni o in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita sono stati violati da governi che hanno mo-strato di essere interessati piugrave alla protezione delle frontiere nazionali che a quella dei loro cittadini o di chi quelle frontiere oltrepassa chiedendo un riparo e migliori opportunitagrave Queste misure non colpiscono solo le persone in fuga dai conflitti Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contra-rie allrsquoimmigrazione Chi cerca di fuggire da conflitti e persecuzioni trova ostacoli di ogni genere I rifugiati che sono riusciti a raggiun-gere altri paesi per chiedere asilo si sono spes-so trovati in compagnia di migranti che lascia-vano il loro paese in cerca di una vita migliore per se stessi e le loro famiglie Molti degli uni e degli altri ora sono costretti a vivere ai margini della societagrave penalizzati da leggi e prassi ina-deguate presi di mira da quella forma di reto-rica nazionalista e populista che alimenta la xenofobia e accresce il rischio di atti di violen-za nei loro confronti LrsquoUnione europea ha po-sto in essere misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei

segue a pag successiva

Patrizia Masala

n 29

22

segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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23

Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

n 29

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

n 29

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 22: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedenterichiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono da conflitti e persecu-zione In varie parti del mondo migranti e richie-denti asilo finiscono regolarmente nei centri di detenzione e persino in container per la naviga-zione o gabbie metalliche I loro diritti non sono stati protetti ne dai Paesi di provenienza ne dagli stati in cui si sono trasferiti In tanti hanno lavo-rato e lavorano in condizioni che possono essere definite di lavoro forzato o assimilabili alla schia-vitugrave poicheacute i governi li hanno trattati da crimina-li e le grandi aziende si sono mostrate interessate piugrave ai profitti che a tutelarne i diritti Attraverso il cinema si possono raccontare storie di migranti che fuggono dai paesi drsquoorigine per motivi diversi (politici religiosi di orientamento sessuale) Il fe-nomeno egrave di ampia portata ma la visione e la di-scussione di alcuni film per citarne qualcuno ldquoPrima che sia notterdquo di Julian Schnabel ldquoAspet-tando la felicitagraverdquo di Abderrahmane Sissako ldquoSampereacute Venisse il fulminerdquo di Francesca Frigo ldquoBlack Star Nati sotto una stella nerardquo di France-sco Castellani che trattano lrsquoargomento puograve di-ventare un momento di riflessione e un invito allrsquoapprofondimento Riallacciandosi alle dina-miche legate al fenomeno delle migrazioni dei migranti e dei rifugiati e al conseguente incontro tra culture il cinema puograve affrontare tematiche le-gate alle tradizioni e ai saperi intesi come insie-me di valori e modelli di comportamento di grup-pi sociali che vivono in un determinato territorio condividendo gli stessi valori Proporre proiezio-ni come momenti di incontro e di confronto per arricchire la conoscenza delle culture altre egrave spes-so problematico percheacute impone alle comunitagrave e agli individui di ripensare il proprio vissuto e la propria identitagrave Ma la conoscenza puograve diventare strumento per sviluppare la cultura della tolle-ranza dellrsquoaltro affermando la propria identitagrave e nello stesso tempo riconoscendo nellrsquoaltro le dif-ferenze e un paritetico diritto di affermazione Ersquo sempre piugrave frequente nella societagrave contempora-nea il processo di contaminazione e ibridazione culturale Il crescente incontro e scambio tra cul-ture non porta alla creazione di una cultura omo-genea su scala planetaria Si sviluppa piuttosto un flusso in continuo mutamento che egrave possibile cogliere a diversi livelli Le culture si modellano incontrandosi e sfiorandosi vivendo talvolta squilibri difficilmente colmabili di natura econo-

mica politica e sociale Asimmetrie del tutto evi-denti in un confronto tra Paesi occidentali e Paesi del cosiddetto Terzo mondo Ersquo del tutto evidente perograve che il nascere di culture transnazionali egrave un

fatto oggettivo che travalica i singoli stati nazio-nali determinando il sorgere di culture ibride e di un pensiero meticcio Le culture ibride si produ-cono da un processo di incontro e sono le nuove sintesi i nuovi profili i nuovi paesaggi che carat-terizzano il mondo contemporaneo dal punto di vista socioculturale Con il potente mezzo del ci-nema ci possiamo avventurare nella sconosciuta realtagrave dellrsquoantica tribugrave Kaiowagrave del Sudamerica cacciata dal proprio territorio dagli allevatori e dai coltivatori di tegrave che sente sulla propria pelle lrsquoincombente pericolo dellrsquoidentitagrave minacciata ldquoLa terra degli uomini rossirdquo di Marco Bechis

Possiamo assistere alle violenze e allrsquoimpari rap-porto tra colonizzatori a stelle e strisce e popola-zioni amerinde ldquoSoldato blurdquo di Ralph Nelson Vivere le dinamiche di una famiglia di ebrei os-servanti scoprendo usanze le cui ragioni si sono perse nel tempo ldquoLa sposa promessardquo di Rama Burshtein Entrare nella mente e nella quotidia-nitagrave delle famiglie palestinesi e degli attentatori che si immolano nel nome di Allah ldquoParadise Nowrdquo di Hany Abu-Assad ma anche ldquoIl tempo che ci rimanerdquo di Elia Suleiman Condividere lrsquoanelito di libertagrave di intellettuali e scrittori censurati dallrsquooltranzismo ignorante del potere ldquoIl pane nudordquo di Rachid Benhadj Solidarizzare con lrsquouni-verso femminile dellrsquoAfrica nera costretto ad or-rende mutilazioni genitali in nome di una tradi-zione piugrave antica del Corano e della Bibbia ldquoMoolaadegraverdquo di Ousmane Sembene o con quello dellrsquoAfganistan dellrsquoera talebana dove le donne non possono uscire di casa liberamente senza es-sere accompagnate da un uomo non possono cercare un lavoro e non possono neanche mani-festare per tentare di affermare i propri diritti ldquoOsamardquo di Siddiq Barmak Apprendere lrsquoesisten-za di rituali magico-religiosi antichissimi o veni-re trasportati agli albori della civiltagrave umana pres-so una tribugrave di Homo Sapiens ldquoLa guerra del fuocordquo di Jean-Jacques Annaud Inorridire davan-ti al perpetuarsi di faide mortali nei Balcani rego-late dal ldquoKanunrdquo un codice di legge plurisecolare ldquoLa faidardquo di Joshua Marston O allo sradicamen-to forzato di intere famiglie nella Cina comuni-sta costrette a spostarsi da un distretto allrsquoaltro per ordine del partito e in nome della crescita dellrsquoeconomia del Paese ldquoShanghai Dreamsrdquo di Wang Xiao-shuai Nella baia di Hudson possia-mo entrare nel quotidiano di una famiglia nel villaggio Inuit la caccia le giornate negli igloo la costruzione dei kayak il baratto delle pelli concia-te fino allrsquoarrivo del terribile inverno polare ldquoNa-nuk lrsquoeschimeserdquo di Robert J Flaherty Poi ci pos-siamo spostare in India per seguire la cerimonia buddista della ldquoRuota del tempordquo ldquoKalachakrardquo di

Werner Herzog Per ritrovarci a Taiwan dove la nota dominante della cultura tradizionale egrave il ci-bo secondo le possibilitagrave infinite della cucina ci-nese ldquoMangiare bere uomo donnardquo di Ang Lee Un volo pindarico ci fa arrivare in Cina a Pechi-no tra vicoli paesani e grattacieli metropolitani ldquoLe biciclette di Pechinordquo di Wang Xiaoshuai Ma anche in Corea in un piccolo monastero dove un infante apprende i rudimenti della dottrina bud-dhista ldquoPrimavera Estate Autunno Invernoe ancora Primaverardquo di Kim Ki-duk E ancora ci possiamo ritrovare in un Iran oscurantista presi da una storia al femminile dove la vittima egrave co-stretta a sposare il suo futuro carnefice mentre

in un villaggio libanese sono sempre le donne a disinnescare tensioni interreligiose ldquoSilenzio tra due pensierirdquo di Babak Payami Infine per con-cludere una piccola rivoluzione rosa in un villag-gio del Maghreb Le donne portano avanti una battaglia contro lo sfruttamento per il trasporto dellrsquoacqua istituendo lo sciopero dellrsquoamore ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo di Radu Mihaileanu Insom-ma la letteratura cinematografica egrave sterminata

Lrsquoelenco dei film citati sono solo degli esempi per noi che di cultura cinematografica ci occupiamo Sicuramente uno stimolo per affrontare con il pubblico particolari tematiche sociali e sensibiliz-zarlo alla solidarietagrave e allrsquoaccoglienza Percheacute solo cosigrave possiamo continuare ad affermare che il ci-nema egrave anche il mondo dei popoli

Patrizia Masala

Immagine emblematica sullrsquoincontro tra Culture

ldquoParadise Nowrdquo (2005 di Hany Abu-Assad)

ldquoMangiare bere uomo donnardquo girato in Taiwan diretto da Ang Lee nel 1994

Johnny Depp Javier Bardem in ldquoPrima che sia notterdquo (2000) d Julian Schnabel vincitore del Leone drsquoargento - Gran premio della giuria alla 57ordf Mostra internazionale di Venezia

ldquoLa sorgente dellrsquoamorerdquo (La source des femmes) film del 2011 diretto da Radu Mihăileanu

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 23: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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Il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica

Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica

alla relazione stessa In altre parole tratta le relazioni come se fossero tutte simmetriche

Questo principio co-stituisce la piugrave formi-dabile deviazione dal-la logica su cui egrave basato tutto il pensie-ro scientifico e filoso-fico del genere uma-no hellip) il sistema inconscio tende a trat-tare ogni relazione co-me se fosse simmetri-ca (hellip) Nella logica aristotelica ciograve egrave as-

surdo nella logica del sistema inconscio (hellip) egrave la norma (hellip) Il sistema inconscio assomiglia ad un bambino che sta imparando a parlare e a che a volte rispetta le leggi della grammatica e a volte le ignora1 Per evitare di cadere nella mistificazione strategica su cui srsquoattarda so-vente lrsquointrico delle meditazioni per preserva-re la correttezza di un pensiero ci si arrende a quello che considero il valore (dis)equazionale nella dimensione cineramografica abilitagrave di uno schermo che solleciti declini e definisca i tipi di una comunicazione tanto trasmissi-va che incline a generare ramificazioni O contrasti drsquoopposizione In questrsquoottica (egrave il caso di dire) la proporzione (dis)equazio-ne ‒ cineramografia eacute continente esponen-ziale e vettoriale nella diversa allocazione del soggetto rispetto al panorama e misu-razione del campo da angolature diverse rispetto al medesimo soggetto Nullrsquoaltro che la trasposizione della generativa Sin-glossia teorizzata da Rossana Apicella e coltivata da Ignazio Apolloni La storia egrave tutto ciograve che accade intorno (Wittgen-stein) Allrsquoinizio del secolo XX il poeta-poli-tico W B Yeats organizza la potenzialitagrave del tempo di accogliere (accettare) una se-conda venuta Di chi o di cosa Sospeso tra gli arditi pensieri di un tempo in tumulto e non solo per tribolazioni di carattere psi-co-fisico-sociale-economico eacute in fase drsquoas-sorbimento la folgorazione del nuovo in una limitatezza prospettica che non sem-bra cogliere la motivazione della disugua-glianza rispetto al seacute onnivoro e famelico In tal senso il cinematografo appare signi-ficativo incoming revenue da ellittico mi-scuglio di scene capace di attirare il tempo del nulla fare in favore di uno stordimento dellrsquointima proiezione e maneggiando su piacevolezze di urbana superficie va a tra-volgere-stravolgere realtagrave assemblate Pen-siero militante e diramazione oltre la con-fluenza microproiettiva di un uroboro Ma lrsquouroboro egrave anche cerchio universale e cosigrave il cinematografo acquista una dimensione ter-ritoriale in virtugrave di tras-intra-migranti aspetti

1 Preludi della bi-logica vol I I Matte Blan-co Liguori Ed a cura di A Gorrese e C Ferrara Napoli 2002 pp 56 ndash 57

concepibili da una moltepli-citagrave di punti drsquoosservazione (indagine) Ciograve detto una (dis)equazione trasformabile e mutevole si confronta allrsquoo-rizzonte ravvicinato ndash lagrave dove lo schermo egrave velatura tra pro-getto sceneggiato azione e tessiture atmosferico-apper-cettive che si svolgono attri-buendo allrsquoal di lagrave della pol-troncina di sala una sorta di progressione incognita E in-cognite rientrano nella vi-cenda cineramografica in cui egrave lrsquoindividuo (non solita-rio spettatore) a inclinare il piano verso una tendenza o lrsquoaltra o scegliendo di operare in alternanza (o concomitan-za) sullrsquouna e lrsquoaltra Un risul-tato egrave atteso o almeno egrave norma ci si attenda un risultato o una risultante efficace come la bisettrice di un triangolo il cui fulcro egrave nel ver-

tice-occhio-mente-situazione (hellip) Consiglio anzi il cinematografo alle amministrazioni popolari in genere e al proletariato cosciente ed evoluto in ispecie2 Nato come passatempo per le classi umili il cinematografo srsquoimpone presto come luogo di cultura in cui la

2 Il Cinematografo T Pagraventeo in laquoLa scena il-lustrataraquo Firenze 1 ottobre 1903

scrittura dinamica di meditazioni media da univoche esperienze esistenziali attivanti una volontaristica intelaiatura rinnovabile In-

comprensibile pertanto la velocizzazione con la quale esso abbia subigraveto impoveri-mento ed essere solo cinema Piugrave fitto lrsquoarca-no secondo cui in virtugrave di unrsquoaccelerazione verso sistemi innovativi tanto tecnologici che di revisione dei comportamenti so-cio-culturali sia stato spento il suffisso fon-damentale grafia pur non per questo scom-bussolando lrsquoabilitagrave costruttiva del territorio di consapevolezza Infine quella realtagrave che agli occhi di Pagraventeo si prospetta come debo-lezza epidermica cede a un permu al trasferi-mento in reciprocitagrave di riconoscimento del valore di un film O di un movie film egrave pelli-cola attivitagrave normalizzata per regole asso-lute movie rende la cinetica del segno o la permutazione infine di relazioni modula-bili drsquoambientazione (dis)equazionale Re-altagrave che tende a suggerire piuttosto che a or-dinare in maniera rituale Se vecchie e nuove generazioni cosigrave attente al senso della sigla univoca binaria o antiasmatica cioegrave di costrizione di alternativa o guaritri-ce coordinasse mezzi e metodi attivitagrave competenza ed etica ndash umanitaria e della personalitagrave ndash per trovare unrsquointesa definiti-va idonea a non disperdere ma a trarre vantaggio da tutte le esperienze valide as-sommate dallrsquouomo nei secoli e a rendere impossibile lrsquoorigine in futuro di quelle ne-gative probabilmente lrsquouomo conoscendo

leggi non soltanto precise ma anche giuste conserverebbe la propria dimensione 3

Carmen De Stasio

Sul prossimo numero di Diari di CineclubLrsquoincompiutezza visivo-letturale ndash un valore

3 Premessa a Inciviliti dalla scienza o divorati dai cannibali V Fabra Arpa Milano 1977 p 11

Carmen De Stasio

ldquoLrsquoeclisserdquo (1962) di Michelangelo Antonioni Egrave il capitolo conclusivo della cosiddetta ldquotrilogia esistenzialerdquo o ldquodellrsquoincomunicabilitagraverdquo segue Lrsquoavventura e La notte laquoLrsquoeclisse egrave una scommessa folle presentandoci dei personaggi ldquoinattivirdquo alla deriva in paesaggi vuoti il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano allrsquointerno dei personaggiraquo (Alain Resnais)

ldquoFigure at a Windowrdquo Salvador Daliacute 1925 Madrid Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia

n 29

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

n 29

30

LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 24: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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La vivacitagrave del Cinema di esordio italiano

La consolidata rinasci-ta del cinema italiano non egrave rappresentata solo dallrsquoOscar di Sor-rentino dallrsquoOrso dei fratelli Taviani e dalle Palme conquistate alla Croisette da Moretti Garrone ed ancora Sor-rentino Ma anche da una grande vivacitagrave del cinema di esordio

Nuovi numerosi autori si affacciano sul pa-norama del nostro cinema Tutti gli anni Ed in particolare negli ultimi lustri Grazie ad una efficace politica di sostegno alle opere pri-me e seconde della Direzione generale Cine-ma del Mibact guidata da Nicola Borrelli Gra-zie alla illuminata azione produttiva di Rai Cinema ed in particolare di Carlo Brancaleo-ni a capo della struttura Produzione Film di Esordio e Sperimentali Ed al coraggio nellrsquoin-vestire sugli esordienti da parte di produttori privati come Francesca Cima e Nicola Giulia-no della Indigo Film e come Domenico Pro-cacci di Fandango ad esempio Il fenomeno ha attirato lrsquo attenzione di un numero cre-scente di festival e manifestazioni Come la rassegna ldquoBimbi Bellirdquo dellrsquo arena Sacher di Nanni Moretti Ma il festival totalmente de-dicato alle opere prime italiane piugrave struttura-to e prestigioso egrave certamente il ldquoPremio Cine-ma Giovanerdquo del Cinecircolo Romano di gran lunga il piugrave consistente del paese Il premio viene molto da lontano Ha assunto la formu-la vincente attuale nel 2005 quando la presi-denza del Cinecircolo egrave stata presa da Pietro Murchio che egrave anche Direttore Artistico del Festival Ho di recente pubblicato un saggio di 140 pagine dedicato ai primi 10 anni di questa kermesse Per la quale sono state selezionate e proiettate ad oggi oltre 90 opere prime tra le oltre 300 distribuite in sala dal 2004 al 2014 Nei primi anni del periodo di riferimento il ritmo di uscita in sala era intorno ai 20 esordi lrsquoanno Negli ultimi tempi questo numero egrave in pratica raddoppiato La metagrave egrave di genere drammatico Le commedie passano dal 30 dei primi anni al 45 circa del periodo piugrave re-cente Gli incassi non sono incoraggianti Per il 90 sono inferiori a 300mila euro pochi so-no quelli nel limbo fino a 1 milione e meno del 10 egrave superiore al milione di euro e solo po-chissimi film di esordio sono arrivati al livello dei blockbuster superando i 5 milioni di incas-si Colpa di un sistema distributivo piuttosto pavido che non ama investire sugli esordi Mi piace segnalare che al Premio Cinema Giova-ne egrave associato il ldquoProgetto di Educazione al Ci-nema drsquoAutorerdquo con proiezioni mattutine gratuite per gli studenti delle scuole medie su-periori I quali possono anche partecipare al concorso per la migliore recensione che viene premiata assieme allrsquoistituto di appartenenza durante la cerimonia di premiazione degli ar-tisti Il film vincitore egrave stabilito da una delle giurie popolari piugrave ampie del paese composta

dalle migliaia di soci cinefili del Cinecircolo e di studenti che esprimono il loro voto su schede predisposte Il seguente Albo drsquooro della manifestazione offre uno spaccato si-gnificativo del cinema giovane italiano Ed anche la prossima annata giagrave si prospetta di grande qualitagrave

Catello Masullowwcinecircoloromanoit

Catello MasulloAlbo drsquooro del Premio Cinema Giovane

Miglior AutoreFranco Bertini Tutto in quella notte 2005Saverio Costanzo Private 2006Fausto Brizzi Notte prima degli esami 2007Andrea Molaioli La ragazza del lago 2008Marco Pontecorvo Pa-Ra-Da 2009Giuseppe Capotondi La doppia ora 2010Aureliano Amadei 20 sigarette 2011Filippo Scicchitano (ex aequo) Scialla 2012Iacopo Olmo Antinori I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice GiovaneCecilia Dazzi Ogni volta che te ne vai 2005Valentina Merizzi Tu devi essere il lupo 2006Anita Caprioli Onde 2007Valentina Lodovini La giusta distanza 2008Donatella Finocchiaro Galantuomini 2009Jasmine Trinca Il grande sogno 2010Claudia Potenza Basilicata coast to coast 2011Ughetta drsquoOnorascenzo Et in terra pax 2012Geppi Cucciari Lrsquoarbitro 2014Rosabell Laurenti Sellers I Nostri Ragazzi 2015

Miglior Attrice Giovane Non protagonistaMicaela Ramazzotti Tutta la vita davanti 2009Antonia Truppo La kriptonite nella borsa 2012

Miglior Attore Giovane Non protagonistaPaolo Briguglia Basilicata coast to coast 2011

Miglior Attrice esordienteMiriana Raschillagrave Cosmonauta 2010

Miglior Attore esordienteFilippo Scicchitano (ex aequo) Scialla stai sereno 2012

Premio Speciale della Direzione ArtisticaSabrina Impacciatore hellipe se domani 2007Fabio Troiano Cado dalle nubi 2010Ascanio Celestini La pecora nera 2011Carlo Brancaleoni Resp film drsquoesordio di RaiCinema 2012

Miglior tema musicale Amir amp Caesar Band 2012

Menzione Speciale CommissionePietro Marcello La bocca del lupo 2011

Opera Preferita dagli studenti Edoardo Leo Diciotto anni dopo 2011

Curarsi con il Cinema

Il cinema venne al mon-do quale gemello dei raggi X (Roentgen bre-vettograve infatti la propria scoperta a Wurtzburg il 28 dicembre del 1985 ossia addirittura il gior-no medesimo in cui i due fratelli Lumieacutere proiettarono le loro

pellicole al parigino Salon Indieacuten del Gran Cafeacute di Boulevard des Capucines) e della psi-coanalisi (la cui nascita si fa almeno conven-zionalmente risalire proprio a tale anno nel corso del quale Sigmund Freud analizzograve com-piutamente per la prima volta un proprio so-gno) Non crsquoegrave dunque da stupirsi dei successi-vi intensi rapporti instaurati dal cinema con la medicina e viceversa Tali rapporti hanno ri-guardato lasciando in questa occasione da parte le centinaia e centinaia di film che narra-no vicende di medici e di malati (ai quali ho de-dicato un libro Lo specchio della vita Medici e malati sullo schermo del cinema di importante potenzialitagrave educativa) anche i filmati di docu-mentazione medico-scientifica Giagrave nel 1898 il celebre chirurgo francese Eugene-Louis Doyen - quello della ldquopinza di Doyenrdquo - realizzograve e poi mo-strograve in pubblico a Edimburgo prima e successi-vamente a Parigi i primi filmati girati a scopo documentativo in sala operatoria) Un porsquo tar-divamentema non troppo si immaginograve lrsquouti-lizzo terapeutico del cinema medesimo basa-to sulla convinzione che il film potesse fungere da farmaco Fu il medico americano Fred W Philips che nel 1917 in un articolo intitolato Il valore terapeutico del film avanzograve lrsquoipotesi che il cinema possedesse se opportunamente utiliz-zato in tal senso una potenzialitagrave terapeutica nei confronti di varie patologie di natura sia fi-sica che psicologica e mentale Lrsquoidea peraltro conobbe in seguito e per lungo tempo scarsa fortuna avendo prevalso nella classe medica una concezione patogena anzicheacute curativa della nuova forma di spettacolo e drsquoarte inven-tata dai fratelli Lumieacutere Il cinema insomma secondo la maggioranza dei medici dei primi anni del 900 faceva male sia agli occhi (si par-lograve addirittura di ldquocine-oftalmiardquo) sia alla psiche (il cinema fu definito forse per istigazione di quanti ne temettero la concorrenza ldquosucchia-tore di cervelli bevitore di anime rapitore di coscienzerdquo) La vecchia idea di Philips egrave stata tuttavia riscoperta in anni recenti e prima negli USA ma poi anche in Europa si egrave comin-ciato a parlare di ldquocinematerapiardquo Il primo a farlo pare sia stato negli USA degli anni 90 del 900 il dottor Gary Salomon autore di The Mo-tion Picture Prescription Watch this Movie and Call Me in the Morning In questo suo li-bro purtroppo mai tradotto in italiano egli selezionava commentandone il contenuto e il-lustrandone le potenzialitagrave curative ben 200 titoli di film da consigliare a seconda dei di-sturbi (nel suo caso prevalentemente psichici)

segue a pag successiva

Stefano Beccastrini

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

n 29

30

LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 25: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedentedel paziente Successivamente altri autori e autrici (alla fine anche al di fuori dallrsquoambien-te medico allrsquointerno del movimento femmi-nista per esempio) hanno pubblicato ricerche e testi in tal senso La prospettiva ha un suo fascino anche se personalmente ritengo che il cinema piuttosto che attraverso una diretta e un porsquo meccanica prescrizione di filmfarma-ci sia proficuamente utilizzabile in ambito medico quale strumento formativo (ma an-che auto-formativo) e di counselling cosigrave ri-chiamandosi alle competenze della Narrative Medicine delle Medical Humanities dellrsquoappro-fondimento del senso sociale della figura del medico e della problematica profonda e sem-pre inquietamente irrisolta della sua relazio-ne con la figura storica del paziente Insom-ma quale immenso archivio di storie cui attingere per comprendere meglio il lavoro sanitario e il suo ruolo sociale non-chegrave per stimolarci e aiutarci a me-glio riflettere su chi sia e cosa si aspetti da noi lrsquoessere umano che a noi sta di fronte ndash a casa in ambula-torio in ospedale - chiedendoci aiu-to e non volendo affatto (od almeno in misura sempre meno frequente) essere considerato un semplice e paziente ldquopazienterdquo La prospettiva di considerare un film quale un far-maco mi convince di meno se trop-po meccanicamente impostata In-somma le cine-prescrizioni del dottor Salomon mi lasciano un porsquo perplesso qualora separate da un piugrave vasto setting formativo o consu-lenziale (anche se forse ha ragione lui nel sostenere che vedere Kramer contro Kramer puograve giovare a chi sta vivendo lrsquoangoscia drsquoun divorzio e Sul lago dorato a chi trova difficolto-so avviarsi verso la propria vecchiaia) Per sta-re al gioco proposto dal dottor Salomon pe-raltro ho riflettuto sulla mia personale situazione esistenziale di anziano medico in pensione e ho scoperto che anchrsquoio utilizzo auto-prescrivendomelo un certo particolare film ogni volta che ndash e mi capita sempre piugrave spesso - nel tirare le somme della mia vita essa mi appare in larga misura deludente non soddisfacente come suol dirsi in Toscana ldquoscialatardquo ossia largamente sprecata se non proprio buttata via Quel film egrave ldquoLa vita egrave me-ravigliosardquo (Itrsquos a Wonderful Life) 1946 del grande cineasta siculo-americano Frank Ca-pra entusiasta e sincero cantore della demo-crazia statunitense Anche Gary Salomon lo cita tra i duecento film da lui consigliati ai propri pazienti a seconda dei loro bisogni di sostegno e di cura e ciograve mi ha fatto molto pia-cere Ma in che senso questo bel film puograve agire ndash su me lo fa debbo confessare ndash da farmaco David Lewis filosofo americano di scuola analitica spiega bene parlando di Leibniz e del ragionamento controfattuale il fonda-mento teorico su cui poggia il terapeutico ri-corso nei miei momenti di scoraggiamento e di malinconia da severa autovalutazione ad

esso Dice LewisrdquoLe differenze non vengono mai una alla volta ma a moltitudini infinite Prendete se vi riesce un mondo diverso dal nostro per il solo fatto che in esso Cesare non ha mai attraversato il RubiconehellipTenete fer-mo tutto il resto dopo aver fatto un solo cam-biamento e avrete costruito un mondo possi-bilehelliprdquo Insomma un mondo nel quale Cesare non avesse varcato il Rubicone sarebbe neces-sariamente differente dal nostro per molti moltissimi altri eventi che non quello unico

relativo al fatto che Cesare sia a suo tempo ri-masto al di qua del fiume invece che andarne al di lagrave Ersquo un intero mondo controfattuale che ne sarebbe nato (un mondo ove Cesare non avendo sconfitto Pompeo non sarebbe diven-tato dittatore non sarebbe stato ammazzato alle Idi di Marzo magari avrebbe deciso di re-carsi verso Oriente e sarebbe diventato impe-ratore della Cina) Ersquo quanto scopre grazie a un bravo angelo custode un porsquo anziano ma al-quanto simpatico il protagonista di ldquoLa vita egrave meravigliosardquo ossia George Bailey (James Stewart) il quale vive nella piccola cittagrave di Bedsford Falls Egli cerca di tenervi in vita nonostante la dura ostilitagrave di mister Potter (un avido capitalista che vorrebbe speculare a proprio esclusivo ed egoistico profitto sul de-siderio di abitazioni dei poveri lavoratori del luogo) la cooperativa edilizia a suo tempo fondata da suo padre cosigrave garantendo oltre che un giusto sostentamento alla propria fa-miglia anche la possibilitagrave di comprare una casa a buon prezzo per i propri concittadini piugrave umili e squattrinati Un giorno perograve tutti quanti gli averi della cooperativa vanno smar-riti George si ritrova cosigrave sul lastrico oltre che drammaticamente impossibilitato a fornire

quanto promesso a tanta povera gente che aveva avuto fiducia in lui Ersquo disperato medita il suicidio effettivamente lo tenta in una ne-vosa ma cupamente tristissima notte natali-zia E qui entra in scena lrsquoangelo custode che si chiama Clarence Egli conduce George in giro per la cittagrave essa non si chiama piugrave Bed-sford Falls bensigrave Potterville e la maggior parte dei suoi residenti vive in miseri tuguri di pro-prietagrave del bieco mister Potter il quale lucra sugli affitti imposti in maniera esosa ai pro-pri numerosi e sfortunati inquilini ldquoMa que-sta non egrave Bedsford Fallsrdquo grida sconvolto Ge-orge sentendosi tuttavia rispondere da Clarence ldquoSigrave lo egrave egrave come sarebbe diventata se tu non fossi mai esistitordquo Ecco questo ho im-parato a fare vedendo e rivedendo ldquoLa vita egrave meravigliosardquo a chiedermi con tutta lrsquoumiltagrave e il realismo del caso come sarebbe stato il mondo senza di me Senza i libri che ho scrit-

to le persone che ho curato e piugrave latamente aiutato i tanti allievi a cui ho cercato di insegnare a la-vorare in maniera esperta ed equa le tante decisioni ndash proba-bilmente non tutte efficaci ma certamente tutte a fin di bene ndash che ho preso come uomo diri-gente sanitario amministratore locale Logicamente affincheacute la cosa funzioni occorre praticare quel tanto di capacitagrave autocritica che non ci faccia subito e pregiu-dizialmente pensare che il mon-do senza di noi sarebbe stato un vero schifo Altrettanto logica-mente occorre tenere presente che anche i film come ogni vero farmaco presentano qualche ri-schio per esempio quello di farci prendere eventuale coscienza del fatto che il mondo senza di noi

sarebbe stato uguale o addirittura migliore Drsquoaltronde come giustamente sostiene ndash pro-prio in riferimento al film di Capra ndash un altro filosofo spagnolo questa volta Josegrave Cabrera ldquoSe esistessero angeli come quelli del film e si preoccupassero della sorte degli uomini tanto da scendere sulla Terra per aiutarli allora un mondo cosigrave sarebbe davvero una Wonderful Life ma nel senso che il mondo sarebbe mera-viglioso non percheacute crsquoegrave George Bailey ma per-cheacute crsquoegrave Clarencerdquo Forse lrsquoauto-prescrizione del farmacofilm confezionato da Frank Ca-pra cui ricorro quando mi sento sfiduciato e non soddisfatto di me funziona proprio per-cheacute adopero lo stesso Capra come fosse il mio Clarence cosigrave riesaminando la mia vita coi suoi occhi buoni generosi sempre ottimisti-ci

Stefano Beccastrini

George Bailey (James Stewart) in una delle scene finali del film del 1946 diretto da Frank Capra

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

segue a pag successiva

Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

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viag

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 26: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

n 29

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Al cinema

La famiglia Beacutelier

Un film di Eric Lartigau Con Karin Viard Franccedilois Damiens Eric Elmosnino Louane Emera

Roxane Duran Titolo originale ldquoLa famille Beacutelierrdquo Commedia durata 100 min - Francia

2014

Con un palmareacutes di 6 premi Ceacutesar 7 milio-ni di spettatori (ovve-ro 4 milioni di biglietti venduti solo in Fran-cia) siamo al cospetto di una commedia che ha sbancato il botte-ghino e ha sbaragliato tutti anche in materia di riconoscimenti ma il successo raccolto non

egrave solo quello ottenuto in patria visto che in Italia il film egrave presente nelle sale dalla fine di marzo e sembra destinato a rimanerci ancora per un porsquo Nato come film natalizio egrave andato molto oltre le aspettative rispondendo fedel-mente al motto con il quale egrave stato promosso eacutemovant eacutepatant en chantant ovvero unrsquoo-pera delicata e commovente che ha il pregio della leggerezza e che prende dalla musica il suo meglio levitagrave e gradevolezza I Beacutelier vi-vono in un villaggio nel nord della Francia e gestiscono una fattoria in cui si ripartiscono faccende e compiti quotidiani Paula la figlia primogenita di Gigi e Rodolphe egrave la piugrave impe-gnata nel lavoro percheacute oltre a studiare al li-ceo fa lrsquointerprete a tempo pieno per i genito-ri e il fratellino sordomuti Lei ha solo 16 anni e comincia a realizzare come ogni adolescen-te che esiste un mondo oltre la sua fattoria e che egrave giunto il momento di scoprirlo e cosigrave quasi per caso si accorge di essere molto do-tata nel canto (grazie anche allrsquoaiuto dellrsquoinse-gnante di musica) e che questa passione egrave condivisa dal ragazzo che le piace e con il qua-le inizialmente sembra destinata a comporre un duo canoro molto promettente Purtroppo ad interferire con i suoi sogni di realizzazione perograve si frappone il padre che del tutto ina-spettatamente si candida a diventare il nuovo sindaco del paese Il progetto di per seacute sareb-be anche stimolante per una famiglia da sem-pre impegnata nella conduzione di una vita

agreste e alla conseguente produzione di for-maggio se non fosse che Rodolphe non egrave in grado di fare una campagna elettorale con le proprie forze non potendo comunicare se non con il linguaggio dei segni e questo inter-ferisce con i desideri della ragazza sempre di-sponibile a farsi in quattro per la sua famiglia Grazie alla collaborazione dellrsquoamica Mathil-de perograve Paula si convince a non rinunciare ai propri sogni per inseguire il suo futuro e die-tro grande insistenza da parte del maestro di musica che non sembra voler rinunciare ad incoraggiare la sua allieva prediletta si decide a partecipare ad un concorso canoro a radio France che si terragrave a Parigi La famiglia sulle prime non vuol comprendere quanto potreb-be essere importante per Paula cominciare a vivere una vita tutta sua immaginando che in sua assenza tutto potrebbe precipitare No-nostante le difficoltagrave che sarebbero potute crescere in seno alle famiglie ldquonormodotaterdquo la Beacutelier resta una famiglia sui generis dove lrsquoamore e il rispetto reciproco vigono nono-stante le difficoltagrave Il quadretto familiare in-fatti composto da una madre vitalissima un padre buono e generoso e un bambino che vi-ve la propria sorditagrave con naturalezza egrave idillia-co e questo rende la storia ammantata da unrsquoaura favolistica che la fa apparire tanto

inverosimile quanto gradevole per lo spetta-tore E cosigrave anche se inizialmente tutto sem-bra destinato a intrattenere Paula alla fatto-ria per rispondere alle istanze egoistiche della madre che vorrebbe che la sua figlia ado-rata fosse sordomuta come loro e non ldquodiver-sardquo Paula prenderagrave il coraggio di spiccare il volo e arrivare a Parigi dove il suo talento saragrave giustamente premiato Durante il provino in-fatti ella conquisteragrave la giuria del premio con un brano musicale in cui descrive la bellezza del coraggio e della conquista dei propri desi-deri colpendo dritto al cuore anche i suoi fa-miliari che pur non udendo grazie ai segni che la ragazza traduce cantando capiscono fi-no in fondo lrsquoimportanza del messaggio Si potrebbe a ragione annoverare questa ope-razione cinematografica nel genere ldquocomme-dia pedagogicardquo senza per questo incasellarla in una griglia interpretativa che le starebbe comunque stretta Siamo di fronte ad un lavo-ro leggero ben recitato lieve come una piuma ma importante nel suo messaggio Paula egrave una ragazzina straordinaria e positiva egrave lo egrave anche il resto della famiglia che vive la diver-sitagrave senza colpe o disagio Il regista Eric Larti-gau conosce molto bene i meccanismi della commedia goliardica innervata da tonalitagrave meacutelo Ci aveva giagrave provato con Prestami la tua mano (Precircte-moi ta main) in cui Alan Chabat attore comico e Charlotte Gainsbourg eroina tragica si incontravano tra demenzialitagrave e sentimento Anche qui la leggerezza del tocco si coniuga al sorriso e allrsquourgenza della realtagrave consegnando al pubblico un film sincero e per certi versi profondo per la bellezza del suo personaggio principale incarnato da Pau-la eroina cristallina e generosa stranamente (per lrsquoetagrave) strutturata e matura

Giulia Zoppi

Giulia Zoppi

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

n 29

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 27: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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Mostre

Un ricordo di Gianni Da Campo

Alla Fabbrica del Vedere di Venezia in collaborazione con

Mestiere Cinema

Sino a domenica 28 giugno alla Fabbrica del Vedere (Cannare-gio 3857 Calle del for-no) presso la Ca drsquoOro Gianni Da Campo in-namorato del cinema e della letteratura tra-duttore grande cono-scitore dellrsquoopera di Georges Simenon ci-neasta irregolare au-

tore e regista fra il 1968 e il 1986 di tre film- ldquoPagine chiuserdquo ldquoLa ragazza di passaggiordquo e ldquo Il sapore del granordquo- viene ricordato con una mostra ad un anno dalla sua scomparsa Com-posito e permeato di nostalgia lrsquoomaggio a Da Campo come fa intuire anche lrsquointitolazione data allrsquoiniziativa ldquoSapore di Giannirdquo Si parte dagli articoli scritti e dalle immagini scattate quasi trentrsquoanni fa sul set de ldquoIl sapore del granordquo da Carlo Montanaro in veste di giornalista del quoti-diano La Nuova Venezia Gli ar-ticoli e le foto esposti sono ar-ricchiti dalla proiezione di due brevi interventi televisivi uno del 1986 sul set de ldquoIl sapore del granordquo di Mariangela Carone ( messo a disposizione da RAI-TRE ) lrsquoaltro lrsquoultima intervista fatta nella casa veneziana di Da Campo con Marina Vlady da lui diretta ne ldquoIl sapore del gra-nordquo e concessa in anteprima (grazie alla regista Sylvie Car-lier il film MARINA V verragrave tra-smesso in Francia su Canal+ il 14 giugno) Nelle sue opere Da Campo ha sem-pre affrontato temi di disadattamento perso-nale familiare religioso di difficoltagrave di cre-scita e di maturazione adolescenziale Debutta nel 1968 con ldquoPagine chiuserdquo un film girato in 16mm e portato a 35 mm assumendo dimen-sione professionale grazie allrsquoaiuto di Valerio Zurlini che ne aveva intuito al di lagrave dellrsquoa-sprezza indipendente del carattere le qualitagrave umane e professionali la pellicola girata a 23 anni segna un felice esordio nel segno della ribellione giovanile dellrsquoinsofferenza per le istituzioni e della disattenzione affettiva del mondo adulto Il film fu presentato alla Setti-mana della Critica al 22deg Festival di Cannes nel 1969 Il suo secondo lungometraggio egrave ldquoLa ra-gazza di passaggio ldquo(1970) ambientato a Ve-nezia una giovane milanese vi si trasferisce temporaneamente per lavoro e si confida col giovanissimo figlio della proprietaria della pensione in cui vive confessandogli prima di andarseneche la sua amicizia egrave la cosa piugrave preziosa che le sia capitata Ersquo invece del 1986

ldquoIl sapore del granordquo la sola opera di Da Cam-po disponibile grazie alla RipleyrsquoS Home Vi-deo in un dvd interessante anche per gli spe-ciali di cui egrave corredato alcune interviste ed il cortometraggio ldquoI parentirdquo(1969) un piccolo spot egrave la storia di Lorenzo giovane supplente in una scuola media di un paese del Veneto il cui universo affettivo egrave al centro della trama Orfano di madre deluso dalla relazione in-staurata con Cecilia che rifiuta complicazioni sentimentali Lorenzo riversa il suo affetto su-gli alunni iniziando in particolare con uno un rapporto amichevole ben presto bollato come morboso dalla famiglia La pellicola egrave segnata dalla ldquo partecipazione straordinariardquo di Mari-na Vlady lrsquoicona femminile di Gianni Da Campo che in quellrsquooccasione ha accettato di lavorare con interpreti quasi esordienti Il film premiato con la Targa Kim Arcalli al Fe-stival del Cinema neorealistico del 1986 venne prodotto da Chantal Bergamo ed Enzo Porcel-

li per Antea con la Rai Radiote-levisione Italiana sede regiona-le per il Venetordquo Tre film in ventrsquoanni Piccoli film indipen-denti fatti con due lire film maledetti ma spesso citati e premiati summa di meditazio-ni approfondimenti e scontri interpersonali che partendo da unrsquoautoanalisi spietata te-stimoniano lrsquouniversalitagrave del dolore e del desideriordquo annota Carlo Montanaro presentando lrsquoiniziativa Ma se per Gianni Da Campo questo egrave stato lrsquoulti-mo lungometraggio dopo si sa-rebbe dedicato a tempo pieno

allrsquoinsegnamento ai ragazzi delle medie infe-riori e alle sue passioni coltivate in maniera spesso radicale ldquoIl sapore del granordquo va anche ricordato per essere stato il primo film realiz-zato da Mestiere Cinema la societagrave di produ-zione cinematografica con sede a Venezia fondata da Guido Cerasuolo e Massimo Mo-nico e altri che ha poi seguito la produzione esecutiva di film del calibro di ldquoIl Gladiatorerdquo ldquo007 Casino Royalerdquo ldquoThe Italian Jobrdquo ldquoCasa-novardquo ldquoTwilightrdquo ldquo007 Quantum of Solacerdquo ldquoStar Warsrdquo e molti altri Mestiere Cinema co-ordina organizza e realizza film per il cinema e la televisione documentari servizi fotogra-fici e spot pubblicitari occupandosi di ogni aspetto della produzione ( ricerca delle loca-tion i casting e assistenza legale) Dal 2011 ha iniziato anche a progettare e realizzare eventi privati sia in Italia che allrsquoestero

Giuseppe Barbanti La mostra puograve essere visitata sino al 28 giugno tutti i giorni eccettuato il martedigrave dalle 1030 alle 1230 Per in-formazioni 3474923009

Giuseppe Barbanti

Festival

FCAAAL 25deg a Milano

coniugare al presente

aspirando al futuro

Finestre sul mondo il Festival

Cinema Africano Asia e

America Latina

Il Festival del Cinema Africano drsquoAsia e Ame-rica Latina giunto alla sua edizione n 25 fa molta fatica ad andare avanti LrsquoExpograve che avrebbe dovuto costi-tuire un contenitore utile per dare maggio-re visibilitagrave alle manife-stazioni che ne pubbliciz-zano il suo svolgimento

egrave divenuto invece un pianeta troppo ingom-brante la cui forza gravitazionale egrave tanto at-trattiva e invadente che finisce per risucchiare ogni forza che si sviluppa ogni vita che sfiora la sua orbita In ragione di questa legge fisica con tanto di causa ed effetti qui applicata alla vita culturale alcuni sponsor consolidati han-no lasciato il festival per dirottare le risorse di-sponibili oggi sempre piugrave contenute rispetto ad un passato di ldquovacche grasserdquo verso la gran-de esposizione universale che forse non ne aveva bisogno Vogliamo ricordare con voce sommessa che lrsquoExpograve passa e alcune iniziative istituzionali dovrebbero restare Egrave forse il ca-so anche in questa occasione di parlare di biodiversitagrave questa volta culturale e sembra un paradosso parlando di Expograve ma bisogna dire che egrave proprio questo il cuore del tema la perdita di una naturale diversificazione della proposta culturale Purtroppo queste manife-stazioni sulle quali non si puograve non avere da ri-dire ndash saresti un disfattista antitaliano ndash di-ventano unrsquoidrovora che fa piazza pulita di tutto il resto causando un sostanziale impove-rimento per le piccole realtagrave culturali che si sbracciano per non affogare e mantenere un livello di riconoscimento accettabile Non si ha nulla contro lrsquoExpograve che resta un grande conte-nitore molto spettacolare (con alcune pecche organizzative toccate con mano) ma si critica lrsquoottica onnicomprensiva con cui queste mani-festazioni sono viste LrsquoExpograve va benissimo ma perchegrave desertificare quello che sta intorno per dare maggiore risalto solo allrsquooasi Restiamo con lrsquointerrogativo restiamo dellrsquoopinione che una diversitagrave culturale fa bene al pianeta alla singola nazione e alla cittagrave e noi che ci occu-piamo come associazioni di diffusione cultu-rale qualche voce in capitolo sul tema ritenia-mo di poterla avere Ma il festival anche per questrsquoanno ha fatto approdo alla sua ultima giornata e con una proposta sempre di livello ha messo a segno qualche colpo invidiabile

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Tonino De Pace

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

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Giuseppe Previti

diaridicineclubgmailcom

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

n3

Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 28: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedenteprimo fra tutti la presidenza della giuria affi-data a Abderrahmane Sissako il regista mau-

ritano recente autore di ldquoTimbukturdquo film che ha mietuto successi dappertutto e in partico-lare in Francia dove si egrave aggiudicato 7 Cesar Ma Sissako egrave autore giagrave riconosciuto per la sua filmografia fatta di opere di rara fattura che coniugano il concetto di bellezza con quel-lo di un cinema sempre profondamente radi-cato nella cultura africana Il Concorso del fe-stival con lrsquoevocativo nome di Finestre sul mondo raduna il meglio delle cinematografie dei Continenti ospiti In questa sezione che egrave la principale della manifestazione il film vin-citore egrave stato ldquoThe Storm Makers ceux qui amegravenent la tempecircterdquo del cambogiano Guillau-me Suon Egrave il drammatico e disperato raccon-to di una giovane ragazza cambogiana torna-ta a casa dopo essere stata venduta dai suoi genitori come schiavaprostituta in Indone-sia Egrave tornata con un figlio che odia dalla ma-dre che ritiene responsabile di ciograve che le egrave ac-caduto Un film di una durezza insolita forse solo pari alle ultime incursioni di Joshua Lin-coln Oppenhaimer autore di due film girati in luoghi assai vicini Un cinema che trova nellrsquoimmagine quellrsquoassolutezza esclusiva del dramma e nella parola il sembiante del male Un che di repulsivo e una altrettanto sincera

partecipazione sembrano essere i sentimenti dello spettatore davanti a questo cinema cosigrave statico ndash come giagrave nei film dellrsquo ottimo Op-penhaimer ndash cosigrave antitetico rispetto alla sua stessa natura ma nel contempo cosigrave avvol-gente da sembrare lrsquounico modo possibile per dare onore a queste vicende e dignitagrave ai suoi protagonisti Una particolare segnalazione me-rita cosigrave come giustamente riconosciuto dai

giurati che lo hanno insignito di una menzio-ne speciale ldquoEn la Estanciardquo dellrsquoargentino Carlos Armella con la complicitagrave produttiva di Alejandro Inarritu Un film con un suo im-pianto originale che nel dualismo fictionnon fiction sceglie di percorrere originalmente una terza via presentandosi come un film spiazzante e piacevolmente ingannevole con la sua costruzione di falso cinema veritagrave Un esperimento al quale va riconosciuto il corag-gio necessario per proporre un prodotto di og-gettiva difficoltagrave distributiva Il film che fonda il suo fascino su un sapiente dosaggio del mi-stero si colora delle sfumature delle atmosfe-re del cinema horror senza mai cadere nella trappola del colpo di scena Dentro una ten-

sione di felice resa si costruisce (con quale lungaggine unica pecca del film) una storia serrata e originale Una menzione la merita sicuramente ldquoThe Narrow Frame of Midni-ghtrdquo di Tala Hadid promettente regista dal lento andamento produttivo Otto anni per scrivere questo film completato durante le ri-prese Un film che egrave metafora di tutti i deside-ri che non trovano appagamento nella mappa mobile di una vasta area geografica che ab-braccia il Medio oriente e sembra correre lun-go tutta la costa del Mediterraneo nord africa-no Un cinema trasognato tra onirismo e realtagrave tra speranze e drammi del presente Aspettiamo lrsquoautrice alla sua seconda prova Ricca e stimolante la sezione dei cortometrag-gi in cui ha vinto ldquo4 avril 1968rdquo di Miriam Ghar-bi film preconizzante la lotta dei neri con il movimento delle Pantere nere nel giorno dellrsquouccisione di Martin Luther King Qualche parola per ldquoPegravererdquo di Lofti Achour un film soli-do ben scritto e ottimamente realizzato teso verso una apertura culturale inattesa allrsquointer-no di una scoperta inattesa che avrebbe potu-to mettere a rischio un consolidato legame di coppia Il Festival di Milano vive di molti altri eventi occasioni di scambio culturale che hanno lo spessore che la passione di chi orga-nizza gli attribuisce in modo naturale e con-seguente Il rischio egrave la sua sopravvivenza e non vorremmo mai dovere parlare al passato ricordando gli schermi inusuali di questi gior-ni cosigrave pieni di film africani asiatici e lati-no-americani Vogliamo continuare a coniu-gare al presente sperando a breve di utilizzare il futuro

Tonino De Pace

ldquoEn La Estanciardquo Carlos Armella Messico Argentina Paesi Bassi 2014 106prime

Abderrahmane Sissako presidente della giuria della 25esima edizione del festival (foto di Tonino De Pace)

ldquoThe Narrow Frame of Midnightrdquo opera prima della regista irakeno-marocchina Tala Hadid

Cinema e letteratura in giallo

Todo Modo (1976) di

Elio Petri

Leonardo Sciascia im-maginograve una campagna brulla e solitaria dove sorgeva un eremoal-bergo in cui si riuniva-no periodicamente per fare gli esercizi spiri-tuali tutti gli esponenti del partito al governo e dove ldquolrsquoangelo della mor-

terdquo compiragrave una vera e propria carneficina dei notabili Tutto questo in un libro del 1974 ldquoTo-do modordquo che poi Elio Petri due anni dopo adattograve per il cinema Un dramma spietato e metaforico un jrsquoaccuse tremendo e senza sconti verso la classe politica dellrsquoepoca Tutto il ldquoPaese che contardquo sta svolgendo gli esercizi spirituali guidato dal padre gesuita Gaetano ci sono i massimi esponenti del partito che al-lora guidava il governo la Democrazia Cristia-na in testa M un tormentato Aldo Moro reso con tutti i suoi dubbi e i suoi macchiavellismi da un superbo Gian Maria Volontegrave e poi anco-ra tutti i detentori dei posti chiave nel governo nei servizi nellrsquoindustria nel credito nellrsquoin-formazione Un testo ampiamente profetico

del disfacimento della classe politica e dei suoi dirigentiIl senso della parabola di Sciascia era molto esplicito la classe dirigente la classe po-litica vanno allrsquoinferno Una visione certo forte e ben poco edificante del potere che Petri fa sua nel film che conserva il titolo del libroma a questo porposito si puograve aggiungere che il cine-ma di Petri egrave sempre stato civilmente e social-mente impegnato vedi ldquoIndagine su un cittadino

segue a pag successiva

Giuseppe Previti

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

n 29

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

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Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 29: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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segue da pag precedenteal di sopra di ogni sospettordquo o ldquoLa Classe operaia va in Paradisordquo film che ancora oggi rivediamo in televisione o nei cineclub ldquoTodo Modordquo inve-ce scomparve e se ne persero completamente le tracce Soltanto ora grazie alla Cineteca di Bolo-gna la pellicola egrave stata restaurata e fatta circola-re Petri egrave stato un ottimo regista da un punto di vista cinematografico ma egrave stato anche un arti-sta tormentato dal vivere in una situazione po-litica assai inquieta e amara perchegrave aveva anco-ra degli ideali ldquoTodo Modordquo riverbera tutta la sua rabbia politica la sua aggressivitagrave la sua vo-glia di fustigare senza pietagrave una classe politica imbelle e capace solo di detenere il potere La storia egrave assai semplice mentre nel Paese imper-versa una epidemia un folto gruppo di politici si egrave riunito nellrsquoeremo di Zefer guidato da pa-dre Gaetano (un intenso Marcello Mastroianni) negli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola in unrsquoatmosfera allucinante con il Padre che li sprona a meditare sulla corruzione sulla lotta per il potere sul tradimento di qualsiasi ideale Come vedete Sciascia e Petri sono stati molto

profetici Gli onorevoli ascoltano ma continua-no a tessere le loro trame Ed ecco che un miste-rioso dispensatore di morte li elimina a uno a uno compreso Don Gaetano Un cast sontuoso con Volontegrave e Mastroianni ci sono tra i tanti Ciccio Ingrassia allucinante uomo politico Re-nato Salvatori lrsquoinquirente che non sa che fare Mariangela Melato moglie di M Cesare Gelli un poliziotto Il cinema di Petri e lo conferma lo stesso regista egrave sempre stato ldquosgradevolerdquo ma lui diceva che era la societagrave civile a volere questa sgradevolezza necessaria per combattere il con-formismo imperante Un film ldquomaledettordquo che co-difica la decadenza del maggior partito del mo-mento la DC con tutte le sue faide e le sue correnti La stampa cattolica gli organi di pote-re insorsero contro questo film poi ci fu il rapi-mento di Aldo Moro piugrave o meno volontaria-mente ldquoTodo Modordquo scomparve di circolazione Ma restograve lrsquoimmagine estremamente profetica in primis di Sciascia che in pochi anni seppe de-molire i maggiori partiti del tempo profetizzan-done la caduta e Petri gli venne dietro dal pun-to di vista dellrsquoimmagine confezionando questo grottesco senza speranza abbellito an-che dal commento musicale del sempre eccelso Morricone A 39 anni di distanza questo film ldquo scomodordquo ritorna allora la censura (occulta) non poteva perdonare questa visione critica e catastrofica del maggior partito di governo og-gi speriamo almeno che serva da ammonimen-to a una classe politica che ora piugrave che mai sem-bra sempre navigare sul Titanic

Giuseppe Previti

Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonregrave

Cinema vs televisione qualcosa sta

cambiando

Tra cinema e televisio-ne il rapporto egrave sem-pre stato assai com-plesso fatto di continui avvicinamenti e prese di distanza Il piccolo schermo soffre di un pregiudizio che agli occhi degli spettatori

lo ritrae come strumento di minor prestigio ri-spetto al cinema in grado di offrire solo pro-dotti di minor qualitagrave Quando nel 1895 i fratel-li Lumiegravere iniziarono a proiettare in pubblico i loro spettacoli a Parigi fu facile intuire la por-tata dellrsquoevento Da ligrave in poi il cinema ha impo-sto un proprio codice un proprio linguaggio fatto di immagini con cui gli spettatori hanno familiarizzato sempre piugrave facendo propri i suoi codici e le convenzioni oramai dati per scontati Fino al 1927 a far da padroni erano il cinema e la radio che si spartivano il pubblico offrendo il primo unrsquoesperienza pubblica e col-lettiva la seconda una privata e domestica Con lrsquoavvento del sonoro tutto cambiograve poicheacute il ci-nema era in grado di offrire da solo immagini e suoni Chi lavorava in radio comprese da su-bito il pericolo rappresentato il cinema aveva oltrepassato i confini e la radio perdeva il pro-prio pubblico esclusivo Si decise allora di pun-tare tutto su un nuovo mezzo che alla fine degli anni rsquo30 si stava affermando la televisione considerata una naturale estensione della ra-dio di cui incorporava lrsquouso sociale riuscendo al contempo ad essere piugrave concorrenziale nei confronti del cinema Per anni i due media si sono ritagliati ognuno il proprio spazio col ci-nema specializzato nella finzione e la televisio-ne paladina della realtagrave e della veritagrave in parti-colar modo dagli anni lsquo80 in poi Crsquoegrave stato un momento in cui tra i primi anni lsquo30 e la metagrave degli anni lsquo50 cinema e televisione hanno in-trecciato il loro cammino attraverso numerosi tentativi di portare la televisione al cinema e di trasmettere i suoi programmi sul grande schermo Fu il caso della cosiddetta ldquotheatre te-levisionrdquo un tentativo ibrido tra film e televi-sione che entrograve perograve in crisi nei primi anni lsquo50 poicheacute poco remunerativa La televisione di-venne dunque lrsquoelettrodomestico casalingo per eccellenza mentre il cinema puntograve tutto sullrsquoemozione Fino agli anni rsquo50 i due mezzi trovarono un loro equilibrio i cinema trasmet-tevano anche alcune trasmissioni televisive e attraverso alleanze e fusioni tra le grandi case cinematografiche e le aziende televisive (ad esempio la RKO con la NBC e la Paramount con i Dumont Laboratories) in tv venivano tra-smessi film e si pensava di portare gli spettaco-li televisivi nelle sale su giganti schermi televi-sivi Lrsquoidillio si interruppe perograve verso la fine degli anni lsquo40 con lrsquointroduzione delle leggi an-ti-trust le quali impedivano agli studios di Hol-lywood di possedere anche le catene di sale alla base del successo hollywoodiano La Hollywo-od classica quella del mondo cinematografico

subigrave un arresto ma ne emerse una Hollywood riconvertita alla televisione la quale ne appro-fittograve per conquistare una propria autonomia lrsquoemancipazione e uno status che nulla aveva da invidiare a quello cinematografico La nuo-va mecca televisiva fu inizialmente New York Si partigrave con la televisione in diretta che mo-strava lrsquoazione nel momento stesso in cui avve-niva e gli ldquoanthology dramasrdquo per poi arrivare alla televisione filmata con i telefilm a episodi ndash come il celeberrimo ldquoLucy ed iordquo (1951-57) ndash attirando sempre piugrave lrsquoattenzione delle grandi case cinematografiche Il cinema non restograve a guardare mentre gli studi hollywoodiani veni-vano ripensati per la produzione delle serie te-levisive sfruttograve a suo favore la televisione ri-

proponendo proprio alcuni anthology dramas Molti grandi nomi del cinema subirono il fasci-no del mezzo televisivo e decisero di cimentarsi nel racconto breve come avvenne con Alfred Hitchcock che tra il lsquo55 e il rsquo65 realizzograve lo storico ldquoAlfred Hitchcock presentardquo Il rapporto tra i due mezzi si egrave quindi sempre caratterizzato co-me un rapporto altalenante fatto di amore ed odio Il cinema ha legato spesso il suo successo proprio alla critica del mezzo antagonista So-no svariate infatti le pellicole in cui la televi-sione egrave stata ritratta come una manipolatrice delle coscienze e come strumento abominevole nelle mani dei potenti per sopraffare i piugrave de-boli (ne sono un esempio ldquoTempi Modernirdquo di C Chaplin e ldquoV per Vendettardquo di J McTeigue) Una buona parte del cinema si egrave caratterizzato ndash e si caratterizza ndash per la sua videofobia che lrsquoha indotto ad incolpare la tv di numerosi suoi traumi quali lrsquoannosa questione dellrsquoabbando-no delle sale Ma nonostante permanga ancora il pregiudizio nei confronti della tv e dei suoi prodotti ldquodi serie Brdquo egrave inutile negare il fatto che soprattutto parlando di serie tv sono sem-pre di piugrave i registi e gli attori affermati che de-cidono di approdare sul piccolo schermo (ne sono un esempio David Fincher Ryan Murphy e Kevin Spacey) probabilmente percheacute le serie piugrave recenti come ldquoLostrdquo e ldquoBreaking Badrdquo hanno dimostrato che in fin dei conti anche la tv pos-siede tutti i mezzi per creare prodotti di ottima qualitagrave che poco hanno da invidiare alle nostre pellicole piugrave amate

Laura Frau

Laura Frau

Kevin Spacey Dal 2013 egrave il protagonista della serie tv ldquoHouse of Cardsrdquo di cui David Fincher ha diretto lrsquoepisodio pilota

n 29

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

diaridicineclubgmailcom

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

n3

Anno IV

diaridicineclubgmailcom

n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

Il costo egrave zero e viene distribuito gratuitamente Manda una mail a diaridicineclubgmailcom

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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guid

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 30: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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LrsquoEssenzialitagrave Primordiale nellrsquoArte del Novecento

Orizzonti del Novecento Dialogo fra le arti Inasa-Roma Istituto di Archeologia e Storia

dellrsquoArte

Picasso aveva aperto decisamente con il suo capolavorordquoLes demoi-selle drsquoAvignonrdquo un aspetto della moderni-tagrave tratto dallrsquoinfluenza ldquoprimitivardquo (suggerita da Matisse) dove nelle fanciulle dipinte dal volto africano lrsquouomo contemporaneo cioegrave il

mondo occidentale abbracciava lrsquointeresse per le culture ldquoallrsquoorigine della sua stessa civiltagraverdquo Queste contamina-zioni cosigrave come lo erano state an-che le stampe giapponesi per i pit-tori impressionisti daranno un tremito e sussulto ai fermenti e ai tanti percorsi intrapresi dalle Avan-guardie del XX secolo Probabil-mente anche percheacute con lrsquoavvento dellrsquoera della prima industrializza-zione quando lrsquouomo si accingeva a modificare il rapporto millenario che lo aveva visto legato alla terra e ai suoi cicli agrari lrsquoarte esorcizza-va questo abbandono volgendo lo sguardo magicamente a quello che erano state le sue prime forme espressive La figurazione del mon-do classico giagrave ldquosmontatardquo dai pit-tori della luce e dalla geometria di Ceacutezanne aveva bisogno di un ulte-riore scossone per essere rimodella-ta e reinventata nellrsquoera moderna

Ma crsquoegrave unrsquoal-tra energia che sotten-de lrsquointeresse per il primitivo questo giagrave ampiamente documen-tato nella storia dellrsquoarte che arriva direttamente a plasmare e influenzare la forma estetica di nu-merosi artisti lrsquoenergia primigenia del farsi del-la natura lrsquoessenzialitagrave primordiale che come una corrente tellurica approda coscientemen-te o incoscientemente nel farsi della materia plastica del Novecento Basta guardare bene (a cominciare dallo stesso Picasso drsquoaltronde il con-cetto di primordiale pre-cede il primitivo) i lavori di molti importanti arti-sti come Moore Giaco-metti Arp Nivola Gau-

dier Brzeska Zadkine Csaky e altri che ldquoriplasmanordquo la figura in caratteri essenziali e la

loro carica formale non viene dallrsquoinfluenza del primitivo ma attinge direttamente ad una immagine fondante dellrsquointera umanitagrave alla forza tellurica della Grande Madre nelle sue infinite declinazioni legata ai misteri del nu-trimento e della ri-nascita signora della natu-ra degli animali delle piante del cielo delle acque superiori e di quelle infere Queste componenti riemergono quasi come una continuazione di energie cosmiche alle soglie della nostra era tra la fenomenologia dellrsquoa-strazione e della figurazione da sempre pre-

senti contemporaneamente nellrsquoe-spressione artistica e che qui appaiono definitivamente indi-stinguibili e inseparabili Per esempio nei lavori di Moore dove i suoi ldquovuotirdquo plastici decisamente un continuo omaggio al femmini-le sono molto piugrave importanti dei ldquopienirdquo materici Questa distin-zione nellrsquoarte tra figura e sua astrazione nella modernitagrave e nel contemporaneo ha perso di sen-so La carica formale del ldquofemmi-nile arcaicordquo come corrente sot-terranea che attraversa secoli e millenni approda ad una nuova ldquovolontagrave drsquoarterdquo eco di mondi lontani raccolta e attualizzata (volontariamente o no) da tanti artisti fin dai primi anni della modernitagrave Impressionanti sono le analogie formali della produ-zione plastica di molti scultori dei primi decenni del XX secolo

come quelli qui citati con la esemplificazione

di rappresentazioni prodotte della Mater dallrsquoetagrave del neolitico fino allrsquoetagrave minoica e la cultura che la precede rappresentata dai tanti ldquoidolirdquo delle isole Cicladi Molte veneri del 5deg

millennio aC somigliano incredibilmente nella loro essenza a diverse opere prodotte circa sette mila anni dopo dallrsquouomo creativo Lrsquoinfluenza del primordiale (non del primiti-vo) nellrsquoestetica del Novecento egrave ancora da analizzare e approfondire nella storia dellrsquoAr-te Moderna e ci stiamo adoperando per col-mare questa lacuna Il primordiale egrave il nostro ldquonocciolordquo di fondo il legame cosmico che ab-biamo con la natura e il mondo la civiltagrave a co-minciare da quella primitiva egrave la nostra prima pelle maschera necessaria per attraversare il tempo

Giovanni Papi

A Mario Monicelli

a cento anni dalla sua nascita

Ahograve lsquoa Mario

lsquola famo lsquosta

rivoluzione

Nasceva a Roma il 16 maggio 1915 Mario Moni-celli uno dei piugrave amati registi italiani Tra gli altriGuardie e ladri I soliti ignoti La gran-de guerra Larmata Brancaleone e Amici miei ehellip egrave proprio difficile scegliere

Giovanni Papi

Lrsquoomaggio del maestro Lugi Zara

La Dea Uccello dei Balcani 4500 aC

Henri Gaudier-Brzeska ldquoRed Stone Dancerrdquo 1913 si dimostra il suo stile piugrave astratto e mostra lrsquointeresse nelle culture ldquoprimitivi Il movimento ondulatorio della danza danno alla figura un senso di potere erotico

Henry Moore ldquoFamily Grouprdquo (1948 - 1949) bronzo

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

n3

Anno IV

diaridicineclubgmailcom

n 29 - giugno 2015

n 29

diaridicineclubgmailcom

Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

Il costo egrave zero e viene distribuito gratuitamente Manda una mail a diaridicineclubgmailcom

per richiedere lrsquoabbonamento gratuito on lineEdicole virtuali

(elenco aggiornato a questo numero) dove poter leggere eo scaricare il file in formato PDF

wwwcineclubromafedicit wwwficcit wwwcinitit wwwfedicit

wwwcineclubsassaricom wwwumanitariaciit

blogliberoitApuliacinema wwwilquadraroit wwwcgswebit

wwwsardiniafilmfestivalit wwwarciiglesiasit

wwwassociazioneculturalejanascom wwwyoutubecomuserJanasTV1

wwwbabelfilmfestivalcom wwwlacinetecasardait

wwwretecinemabasilicataitblog wwwtysmorg

wwwcinemafedicit wwwmoviementuit

wwwgiornaledellisolait wwwstoriadeifilmit

wwwpassaggidautoreit wwwcineclubalphavilleit wwwconsequenzeorg

wwweducinemait wwwcinematerritoriowordpresscom

wwwretecinemaindipendentewordpresscom wwwalambiccoorg wwwcentofioride

wwwsentieriselvaggiitwww-pane-roseit

wwwcircolozavattiniit wwwaamoditlinks

wwwilpareredellingegnereit f Diari di Cineclub

wwwsardegnaeventi24it wwwbencastit

wwwgravinacittaapertait wwwilclub35mmcom

wwwsuurbanacollegnoit wwwanac-autoriit

wwwofficinavialiberait wwwasincit

wwwusnexpoit wwwmonserratotecait

wwwofficinakreativaorg wwwprolocosangiovannivaldarnoit

wwwcineclubgenovanet wwwquartaradioit

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

16

guid

e bull

viag

gio

in ita

lia

ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

DdC

Page 31: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

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Larte visiva e il film biografico

Lrsquoocchio nellrsquoatelier

hellipLa bellezza egrave cosa severa e difficile che non

si lascia conquistare alla prima bisogna aspetta-re il momento in cui sia

ben disposta spiarla starle alle costole e

legarla solidamente per costringerla alla resahellip

Cosigrave Honoreacute de Bal-zac nella prima metagrave

dellOttocento col racconto Il capolavoro sco-nosciuto faceva ragionare due pittori davan-ti a un quadro disputando sulla vera essenza dellarte La bellezza qui egrave intesa come idea e materia su cui lavorare Spirito geniale e biz-zarro lo scrittore francese continuava il suo cammino letterario con la Comeacutedie Humai-ne (un acuto attento studio della societagrave sua contemporanea) con la quale quasi nellin-tento di parafrasare il nostro Dante entrava nelle pieghe piugrave nascoste dellanimo umano Ed egrave la strada che percorre il regista cinema-tografico quando sceglie di raccontare la vita vissuta da personaggi che hanno lasciato una impronta importante nella storia Qui scen-deremo nello specifico delle arti figurative forse quello che offre maggiormente il fianco a difficoltagrave oggettive Questo percheacute se puograve risultare spettacolare e di grande effetto un film su Napoleone (dai piugrave lontani ai tempi del muto con larcinoto ldquoNapoleonrdquo di Abel Gance del 1927 ai piugrave recenti dal taglio vaga-mente surreale ldquoI vestiti nuovi dellimperato-rerdquo del 2001 del canadese Alan Taylor oppure

ldquoN- Io e Napoleonerdquo del 2006 di Paolo Virzi per citarne alcuni) molto impegnativi dal punto di vista scenografico-narrativo sono quelli che raccontano la vita di pittori e sculto-ri o anche musicisti Il regista qui ha a dispo-sizione del materiale che come sosteneva Bal-zac va spiato nel suo quotidiano in quanto il protagonista spesso diviene tuttuno con la materia che studia di continuo e che poi ma-nipola per realizzare le proprie opere Si di-pinge col cervello e non con le mani sostene-va Michelangelo e mi pare sufficiente a rendere lidea laddove Leonardo - due innegabili

giganti - scriveva nel suo Trattato della pit-tura Il pittore che ri-trae per pratica e giu-dizio docchio senza ragione egrave come lo spec-chio che in seacute imita tutte le a seacute contrappo-ste cose senza cogni-zione desse Dunque il regista deve tener con-to di tutto ciograve quando si appresta a montare un set dove si parla della vita di artisti del gene-re Non solo ma quasi sempre si trova a do-ver manipolare talune circostanze riscrivendo i fatti secondo le esi-genze di una piugrave efficace coerenza narrativa e spesso operando tradimenti nei confronti della realtagrave biografica Ersquo il caso del film ldquoI co-lori dellanimardquo (2004) scritto e diretto da Mi-ck Davis che egrave una versione molto romanzata della vita di Amedeo Modigliani Qui linter-vento del regista e sceneggiatore scava nella vita reale del pittore e scultore livornese ma soprattutto analizza la sua personalitagrave attra-verso le opere puntando a mettere in evidenza i lati a tinte forti Vi si trovano alterazioni di date avveni-menti rapporti fra il pittore e altri artisti (Picasso Utrillo Soutine Chagall) che scompongono e sov-vertono la versione reale dei fatti giungendo a una tragica conclu-sione stavolta purtroppo vera che chiude il cerchio di una vita segnata da un in-grato destino Su tuttaltro tono egrave invece il film ldquoPontormo- Un amore ereticordquo (2003) del regista Giovanni Fago Ambientato nella Fi-renze del Cinquecento racconta gli ultimi giorni del pittore Jacopo Carucci (Pontormo

appunto) traendo spunto dal diario (Il libro mio in originale) personale dellartista Il re-gista sceglie di utilizzare come veicolo narrati-vo la questione nata attorno a un affresco che fu oggetto di una contestazione per porre in evidenza anzicheacute le vicende biografiche quoti-diane dellartista la sua personalitagrave inquieta e

la sua geniale lungimiranza di stile composi-tivo in ambito politico Infatti la questione sostenuta dal Vasari fa perno sul ciclo di af-freschi nel coro della chiesa fiorentina di San Lorenzo commissionato a Pontormo da Cosi-mo I alla metagrave del Cinquecento e ruota pro-prio attorno alleccessiva libertagrave della compo-

sizione che sembrava strizzare locchio ai venti della Controrifor-ma Di taglio completamente di-verso egrave invece il film ldquoFridardquo (2002) diretto dalla regista statunitense Julie Taymor Tratto dal libro A Biography of Frida Kahlo di Hay-den Herrera il film si attiene alla fedele ricostruzione della vita tor-mentata e sofferta anche per drammatici eventi della pittrice messicana Le sue storie sentimen-tali i suoi percorsi artistici con

successi e inevitabili delusioni sono rappre-sentate qui con crudo realismo volto a sottoli-neare come larte sappia esaltare e frustrare a un tempo ma sia comunque foriera di spe-ranze e nuovi orizzonti E ancora fedele alla ricostruzione di vita vissuta egrave il film ldquoBa-squiatrdquo (1996) scritto e diretto da Julian Schna-bel pittore anchrsquoesso che qui tende quasi a identificarsi col personaggio Il film percorre il quotidiano del pittore graffitaro statuniten-se Jean-Michel Basquiat (morto a ventisette anni per un overdose di eroina) ed evidenzia il rapporto di conflitto fra lrsquouomo-artista e le droghe la cui dipendenza vinceragrave qualunque tentativo di fuga sia pure attraverso il succes-so nel mondo dellrsquoarte Infine ma solo per ci-tarne alcuni come non accennare al sovietico Andrej Tarkovskij e al suo film ldquoAndrej Ru-blevrdquo del 1966 Alla maniera di una parabola il regista racconta la vita artistica del pittore russo del Quattrocento Andrej Rublev e ab-braccia il concetto che lrsquoarte puograve riuscire a vin-cere anche sulla politica sanguinaria degli uo-mini

Lucia Bruni

Lucia Bruni

Napoleon ndash Abel Gance (1927) Monumentale film fiume piugrave volte riadattato e rimontato nel corso dei decenni per una lunghezza che a seconda delle versioni spazia dalle quattro alle nove ore circa di durata Questa lunghezza unita al suo essere un film muto la rende una delle pellicole piugrave difficili di sempre

Andy Garcia in Amedeo Modigliani nel film del 2004 ldquoI colori dellrsquoanimardquo) scritto e diretto da Mick Davis

ldquoAndrej Rubleumlvrdquo del 1966 scritto e diretto da Andrej Tarkovskij Il film rilegge la storia della Russia del Quattrocento attraverso le gesta del pittore di icone Andrej Rubleumlv Il film egrave una parabola sul senso dellrsquoarte che vince sulla politica sanguinaria degli uomini Non piacque alle autoritagrave sovietiche che vedendo in quella Russia descritta dal film una metafora di quella contemporanea ne ritardarono lrsquouscita per 6 anni

n3

Anno IV

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri wwwcineclubromafedicitLa testata egrave stata realizzata da Alessandro Scillitani

Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

I nostri fondi neriIl periodico egrave on line e tutti i collaboratori sono volontari

Il costo egrave zero e viene distribuito gratuitamente Manda una mail a diaridicineclubgmailcom

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wwwcineclubromafedicit wwwficcit wwwcinitit wwwfedicit

wwwcineclubsassaricom wwwumanitariaciit

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Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

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Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

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Page 32: Emergenza Cinema Sardegna Moviementu si conta Sant’Efisio ... · Sant’Efisio pensaci . Tu. Era il primo di maggio, la festa di Sant’Efisio, a . Cagliari, quando leg-gevo sul

n3

Anno IV

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n 29 - giugno 2015

n 29

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Diari di CineclubPeriodico indipendente di cultura e informazione cinematografica

Responsabile Angelo Tantaro Via dei Fulvi 47 ndash 00174 Roma atntliberoit

Comitato di Consulenza e Rappresentanza Cecilia Mangini Giulia Zoppi Luciana Castellina Enzo Natta Citto

Maselli Marco Asunis

a questo numero ha collaborato in redazione Maria Capraseccala pagina di facebook egrave curata da Patrizia Masala

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Grafica e impaginazione Angelo Tantaro La responsabilitagrave dei testi egrave imputabile esclusivamente agli autori

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Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Guida cinematograficadel Valdarno Superiore

Viaggio in Italia - Collana diretta da Stefano Beccastrini

ldquoViaggio in Italiardquo fu lrsquoemblematico titolo prescelto da tanti viaggiatori stranieri quelli del Grand Tour sei-settecentesco e dei ldquoviaggi romanticirdquo dellrsquoOtto cento per i resoconti dei loro peregrinaggi formativi nel Bel Paese cosigrave colmi di an-notazioni sulle arti e sui costumi sui paesaggi e sulle genti sulle cittagrave e sulle campagne sugli splendori e sulle miserie di esso Un no me per tutti quello di Goethe che molto capigrave e molto amograve ldquola terra ove fioriscono i limonirdquoLo ldquosguardo da lontanordquo che quei viaggiatori seppero posare sullrsquoItalia ha molto aiutato gli stessi italiani ad apprendere a guardare con una ldquovista novardquo piugrave attenta e consapevole piugrave sapiente e piugrave critica le proprie usanze le proprie con-traddizioni i propri valoriSuccessivamente anche gli italiani hanno cominciato a co-noscere e capire lrsquoIta lia viaggiando in lungo e in largo uno dei primi a farlo fu (anche in ciograve intellettuale modernissi-mo e di statu ra europea) Giacomo Leopardi Insomma si egrave cominciato ad avere qualche ldquoViaggio in Italiardquo fi nalmente fatto e scritto da italiani decisi ad andare alla scoperta di un Paese ancora misconosciuto nelle sue luminose cime cosigrave come nelle sue profonde crepe ai suoi stessi cittadini Nel secondo dopoguerra con il Paese da poco uscito da una dittatura diseducante e da una guerra de vastante partigrave per un suo ldquoViaggio in Italiardquo davvero importante affincheacute la nuo va Repubblica imparasse a conoscersi Guido Piovene Poi subito dopo venne il cinema to gra fico ldquoViag gio in Italiardquo di Roberto Rossellini un viaggio-film che segnograve la nascita del mo derno ci nema europeoQuesta nuova collana intende condurre i lettori dei volumi che in essa man mano saranno pubblicati alla scoperta delle diverse regioni cittagrave realtagrave sociali e culturali del nostro Paese facendosi guidare dallo sguardo del Cinema Il cinema italiano non egrave stato solamente fin dalla sua origine ormai ultracentenaria uno specchio in cui lrsquoItalia si egrave piugrave o meno felicemente guardata Esso egrave stato assai di piugrave ovverosia non uno specchio ma un punto di vista Esso ha talora spin-to lrsquoItalia a vedersi ancor piugrave brutta di quanto in realtagrave fosse talora invece lrsquoha spinta a guardarsi con una ldquovista novardquo ovverosia a capirsi meglio nei suoi molteplici volti nelle sue molteplici culture nelle sue molteplici regioni della geogra-fia e dellrsquoanima Un innovativo ap proccio metodologico alla storia del cinema quello della cultura del territorio che sa unire la storia con la geografia e lrsquoestetica con lrsquoantropologia culturale e che sa andare a scoprire con il cinema italiano le tante Italie drsquoItalia

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ldquocredo che questa piccola grande guida sia oltre che interessante anche molto utile un prezioso lavoro di ricerca e ricognizione sul rapporto tra la nostra terra e il Cinema Una vera opportunitagrave sia in termini culturali che di valorizzazione del territorio su cui vale la pena puntare e investire In fondo il nostro Valdarno come queste pagine ci mostrano ha giagrave una lunga storia di cinemardquo

ISSN 1724-8876euro 1000

ISBN 978-88-7542-242-4

Stefano Beccastrini cavrigliese ha fatto il lsquo68 e non se nrsquoegrave mai pentito Egrave laureato in medicina (con una tesi sul Morbo di Hogdin quello di Caro diario) e pedagogia (con una tesi sullrsquoeducazione in Truffaut) Egrave cultore di cinema fin da bambino Ha scritto molto (ma meno per fortuna sua e del prossimo di quanto abbia letto) libri saggi articoli testi teatral-musicali poesie e canzoni Su tanti argomenti medicina ecologia formazione e comunicazione storia della scienza (con sua moglie Paola varie opere sui legami tra matematica e altri campi del sapere letteratura e cinema compresi) Di cinema cominciograve a scrivere nel 1969 sulla mitica rivista CinemaampFilm e non ha piugrave smesso Ha girato per lavoro e curiositagrave mezzo mondo ma la sua Itaca resta Casa Tara una colonica nellrsquoAretino ove vive con moglie figlia genero suocera una nipotina (Caterina come la ribelle santa senese) migliaia di libri e DVD cinque computer e un televisore per stanza (escluso i bagni) Odia il telefono ma ama il mare e le nuvole la trippa e il baccalagrave il vino e la filosofia Omero e Leopardi Melville e Stevenson Dante e Shakespeare Bach e Mozart la memoria di Vittorio Foa e Salvador Allende il cinema di Rossellini e Hitchcock Renoir e Ford Lang e Bresson

Titoli presenti nella collana

1 Stefano Beccastrini Vista Nova Il Cinema in Toscana la Toscana nel Cinema

2 Stefano Beccastrini Un tessuto drsquoarmonie profonde LrsquoUmbria e il Cinema

3 Paolo Micalizzi Al di lagrave e al di qua delle nuvole Ferrara nel Cinema

4 Stefano Beccastrini Idea di unrsquoisola Viaggio cinematografico nellrsquoambiente naturale e culturale della Sicilia

5 Franco Vigni Come onde del mare Siena e la sua terra nello specchio del cinema

6 Stefano Beccastrini Il messaggio incompiuto Masaccio e il Cinema

7 Umberto Guidi Questo mare infinito La Versilia e il Cinema 8 AAVV Puccini al Cinema 9 Franco Vigni Oltre la Porta San Gimignano e il Cinema 10 Paolo Micalizzi Lagrave dove scende il fiume Il Po e il cinema 11 Franco Vigni Questione di sguardo Il cinema di Francesca

Archibugi 12 Franco Vigni La maschera il potere la solitudine Il cinema di

Paolo Sorrentino 13 Stefano Beccastrini Una terra che non dimentica La Toscana la

Resistenza il Cinema 14 Stefano Beccastrini Franco Vigni Crsquoera una volta il lavoro I

lavoratori di Toscana sullo schermo del Cinema 15 Stefano Beccastrini Franco Vigni Cosrsquoegrave quella luce laggiugrave Il

viaggio in Toscana dei cineasti stranieri

Una valle sullo schermo

Stefano Beccastrini

Abbiamo ricevuto

Una valle sullo schermo

Guida cinematografica del Valdarno Superiore

Stefano Beccastrini (a cura di)Pagg 112 euro 1000 ISBN 978-88-7542-242-4Finito di stampare nel mese di Aprile 2015

Tra i programmi del Valdarno Cinema Fedic dellrsquoedizione appena conclu-sa crsquoegrave stato anche quello di valorizzare i rapporti tra il cinema e il territorio valdarnese Per questo egrave stata data alle stampe una Guida cinematografica del Valdarno Superiore intitolata ldquoUna valle sullo schermordquo a cura di Ste-fano Beccastrini e prefazione di Stefania Ippoliti Presidente della Toscana Film Commission Il volume dedicato alla cara memoria di Marino Borgo-gni fondatore e guida illuminata per trentrsquoanni di Valdarno Cinema Fedic delinea una vera e propria mappa turistico-culturale di tutti i film girati dagli anni Cinquanta ad oggi nella vallata tra i territori citati Cavriglia Gaiole in Chianti Laterina Montevarchi Reggello Rignano sullrsquoArno San Giovanni Valdarno Terranuova Bracciolini Nelle conclusioni si esorta a citare sempre i luoghi dove egrave stato girato un film ldquoServiragrave alla nostra cultura cinematografica a comprenderlo meglio a praticare un turismo piugrave intelligente in quanto anche cinematografica-mente orientatordquo

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