elettromagnetismo 2 (2019-2020);1

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Prof. Francesco Ragusa Università degli Studi di Milano Anno Accademico 2019/2020 Elettromagnetismo Sorgenti del campo magnetico Circuitazione e rotore del campo magnetico Legge di Ampère; applicazioni Lezione n. 22 – 10.3.2020

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Prof. Francesco RagusaUniversità degli Studi di Milano

Anno Accademico 2019/2020

Elettromagnetismo

Sorgenti del campo magneticoCircuitazione e rotore del campo magnetico

Legge di Ampère; applicazioni

Lezione n. 22 – 10.3.2020

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 52

L'assenza delle cariche magnetiche• Richiamiamo la forma del campo generato da un filo infinito• Le linee di campo sono circonferenze

intorno al filo• Sono linee chiuse, senza sorgente!

• Analogamente per il campo della spira• Anche in questo caso le linee di campo sono

chiuse• Al limite partono e finiscono all'infinito

• Abbiamo già notato la similitudine fra il campo di un magnete permanente e un dipolo elettrico• Si potrebbe essere tentati di pensare che esistano

le cariche magnetiche• Si tratterebbe di una teoria perfettamente consistente

• Tuttavia le cariche magnetichenon esistono• Vedremo che anche nella materia

i campi sono generati da correnti• A livello microscopico, da correntiatomiche

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L'assenza delle cariche magnetiche• Per il campo elettrico abbiamo visto che il legame fra la carica elettrica e il campo poteva essere descritto matematicamente dalla legge di Gauss

• Possiamo considerare una evidenza sperimentale che tutti i campi magnetici osservati possiedono la proprietà• Questa legge esprime matematicamente il fatto che il campo magnetico non è generato da cariche magnetiche• Esprime anche il fatto che le linee non hanno sorgente• Dice anche che sono linee chiuse

• Un campo con divergenza nulla è detto solenoidale• Ritorniamo al campo del filo infinito• Lo abbiamo calcolato con la formula

di Biot e Savart

• Dimostriamo che un campo che si può scrivere con la formula di Biot e Savart ha divergenza nulla• Preliminarmente alcune formule matematiche con l'operatore ∇

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Operatore ∇ applicato a prodotti• Con l'operatore "Nabla" (∇) abbiamo definito tre operazioni applicandolo …• Ad una funzione scalare per costruire un vettore: gradiente ∇φ• Ad una funzione vettoriale per costruire uno scalare: divergenza ∇⋅F• Ad una funzione vettoriale per costruire un vettore: rotore ∇×F• Ci sono due modi per costruire una funzione scalare a partire da due funzioni (scalari o vettoriali)• Prodotto di due funzioni scalari fg• Prodotto di due funzioni vettoriali A⋅B• Analogamente ci sono due modi per costruire una funzione vettoriale a partire da due funzioni (scalari o vettoriali)• Prodotto di una funzione scalare e una vettoriale fA• Prodotto di due funzioni vettoriali A×B• Esamineremo le formule per calcolare …• Il gradiente per i primi due casi• La divergenza per il terzo e quarto caso• Il rotore per il terzo e quarto caso• In totale sei formule

• Abbiamo così esaurito tutte le possibilità di applicare l'operatore Nabla al prodotto di due funzioni (scalari o vettoriali)

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Operatore ∇ applicato a prodotti• Gradiente di una funzione scalare (risultato di un prodotto)

• Divergenza di una funzione vettoriale (risultato di un prodotto)

• Rotore di una funzione vettoriale (risultato di un prodotto)

• Una precisazione sull'espressione

• Analogamente per le componenti y e z

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Divergenza del campo magnetico• Calcoliamo la divergenza di B• Sottolineiamo che calcoliamo le

derivate rispetto a r

• Con ∇r intendiamo l'operatore ∇ che agisce sulle coordinate r• Inoltre abbiamo scambiato l'ordine di derivazione integrazione• Utilizziamo l'identità ∇⋅(C×D) = B⋅∇×C−C⋅∇×D• Evidentemente ∇r×J(r′) = 0• J(r′) non dipende da r

• Notiamo che l'argomento di ∇r× è sostanzialmente il campo elettrostatico di una carica puntiforme• Il suo rotore è pertanto nullo• Pertanto

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Circuitazione del campo magnetico• La divergenza del campo magnetico esprime una proprietà importante del campo • Come in elettrostatica, ci permetterà di scrivere equazioni differenziali• Tuttavia non definisce il legame del campo con le sue sorgenti• Ricordiamo che nel caso del campo elettrico la circuitazione esprimeva la

proprietà del campo di essere conservativo• Ritorniamo al campo del filo infinito• Le linee di campo sono delle circonferenze intorno al filo• Il modulo del campo dipende dalla distanza dal filo

• Per completezza, le componenti sono

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Circuitazione del campo magnetico• Iniziamo con la circuitazione di B lungo il cammino indicato in figura

• L'integrale lungo Γa e lungo Γc è nullo• Il cammino è radiale • È perpendicolare al campo magnetico: B⋅dl = 0

• Lungo Γb il campo B è costante e l'integrale è

• Analogamente l'integrale lungo Γd è

• Il segno meno deriva dal fatto che il campo magnetico e il cammino hanno verso opposto

• In definitiva

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Circuitazione del campo magnetico• Consideriamo ancora il campo magnetico di un filo infinito• Calcoliamo adesso la circuitazione lungo il cammino Γ in figura• Una circonferenza di raggio r1 centrata sul filo• Il campo magnetico e il cammino sono sempre paralleli

• Otteniamo pertanto

• In questo caso la circuitazione non è nulla• A differenza dal caso precedente il cammino "gira intorno" a una corrente• Si dice che la corrente è concatenata con il cammino

• Notiamo che il campo magnetico B non è conservativo

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Circuitazione del campo magnetico• I due risultati trovati possono essere espressi con una unica legge• La circuitazione del campo magnetico è uguale alla corrente concatenata con

il cammino• Se non c'è corrente concatenata la circuitazione è nulla

• Tuttavia abbiamo utilizzato cammini particolari• Circonferenze, archi di circonferenza, raggi• Dimostriamo adesso che i due risultati trovati valgono per cammini arbitrari• Iniziamo con un cammino senza corrente concatenata• Consideriamo ad esempio il cammino in figura

• È evidente che può essere approssimato con cammini infinitesimi fatti con raggi e circonferenze• Ci si convince facilmente che la circuitazione lungo il cammino è nulla• I cammini radiali non contribuiscono• I contributi dei cammini lungo gli archi si elidono

Ogni arco

Δθ negativo o positivo

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Circuitazione del campo magnetico• Consideriamo adesso un cammino Γa concatenato con una corrente

• Consideriamo anche il cammino Γb• La parte di "raccordo" può essere resa trascurabile• La parte esterna Γ1 coincide, a meno di un tratto infinitesimo, con Γa• La parte interna Γ2, a meno di un tratto infinitesimo mancante, è una circonferenza come quelle utilizzato fino ad ora• Rispetto alla corrente concatenata i cammini Γ1 e Γ2 sono percorsi in

senso opposto• Avremo

• Abbiamo visto che la circuitazione lungo Γ2 è proporzionale alla corrente concatenata• In questo caso con il segno meno

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Circuitazione del campo magnetico• Per finire consideriamo un cammino che "gira" intorno alla corrente più di una volta• Utilizzando opportuni tratti radiali rispetto al filo,

il cammino può essere suddiviso in più camminichiusi ognuno dei quali "gira" intorno al filo una sola volta• Se complessivamente il cammino gira intorno al filoN volte avremo

• Per tutti i casi considerati abbiamo usato il campo magnetico di un filo infinito• Possiamo considerare un fatto sperimentale il risultato che la legge trovata

vale per qualunque campo magnetico generato da un sistema arbitrario di correnti stazionarie• Anche più fili percorsi da correnti diverse• Il risultato è sempre

Legge di Ampère

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Rotore del campo magnetico• Finora abbiamo considerato le correnti trasportate da fili conduttori• I risultati trovati possono essere estesi a sistemi descritti

dalla densità di corrente• Supponiamo di analizzare un sistema caratterizzato da una densità di

corrente J(x,y,z)• Ricordiamo che la condizione di corrente stazionaria implica

• La legge di Ampère diventa

• Applichiamo il teorema di Stokes al primo membro

• Dato che la relazione vale per Γ (S) arbitrari

Per l'equazione di continuità avremo

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Rotore del campo magnetico• Per concludere dimostriamo che il campo B espresso con la legge di Biot-Savart soddisfa l'equazione del rotore appena vista• Calcoliamo il rotore

• Ancora una volta ∇r agisce sulla variabile r e inoltre abbiamo scambiato derivate e integrale

• Elaboriamo l'integrando utilizzando la formula ( vedi diapositiva )

• Poniamo temporaneamente u = r – r'

• Il primo e il quarto termine sono nulli• L'operatore ∇r è applicato a una funzione di r′

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Rotore del campo magnetico• Pertanto l'integrando si riduce a

• Introduciamo nella formula del rotore

• Dimostreremo che il primo integrale è nullo• Nel secondo integrale (vedi elettromagnetismo 1 diapositiva 206)

• Inseriamo nell'integrale

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Rotore del campo magnetico• Per completare la dimostrazione dimostriamo che il primo integrale è nullo• Si tratta di tre integrali, uno per ciascuna componente• Ad esempio la componente x• ∇r agisce su una funzione di r − r′• Possiamo fare agire ∇ su r′• Utilizziamo l'identità (vedi diapositiva )

• L'integrale della componente x diventa

• In magnetostatica ∇r′⋅J(r′) = 0• Il primo integrale può essere trasformato con il teorema della divergenza

• Facendo tendere la superficie all'infinito l'integrale è nullo

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Magnetostatica ed elettrostatica• Riepiloghiamo le leggi fin qui trovate per l'elettrostatica e la magnetostatica• Elettrostatica

• Magnetostatica

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Unità di misura• Le dimensioni e le unità di misura del campo di induzione magnetica B possono essere definite utilizzando la forza di Lorentz

• Assumiamo E = 0• Nel sistema MKSA le dimensioni del campo B sono

• L'unità di misura nel sistema MKSA è il Tesla, simbolo T• Un campo magnetico di un Tesla esercita la forza di 1 N su una carica di 1 C

che si muove con una velocità di 1 m/s• Il campo magnetico terrestre è dell'ordine di 10−5 T• È molto utilizzato un sottomultiplo improprio: il Gauss G• Improprio perché in realtà è l'unità di misura nel sistema CGS• Le dimensioni sono diverse• Tuttavia, numericamente, 1T = 104 G• Il campo magnetico terrestre è dell'ordine di 0.1 G

• Notiamo infine le dimensioni di B rispetto a quelle di E

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Filo di raggio a percorso da corrente• Consideriamo un filo percorso da una corrente I• Non trascuriamo il raggio del filo• Supponiamo che la corrente sia dovuta

ad una densità di corrente uniformesulla sezione del filo

• Data la simmetria del problema le linee di campo sono delle circonferenze concentriche al filo• Possiamo utilizzare la legge di Ampère per calcolare il campo magnetico• All'esterno del filo r > a

• Uguagliando

• All'interno del filo r < a

I

I

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Filo di raggio a percorso da corrente• Riepilogando

• Scriviamo adesso il campo in forma vettoriale

r > a r < aI

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La spira "cosφ"• Consideriamo adesso il campo generato da due fili percorsi da corrente• La corrente nei due fili circola in senso opposto

• Consideriamo adesso i due fili parzialmente sovrapposti• Nella regione di sovrapposizione la densità di corrente è nulla• Una regione vuota, senza materiale• Le densità di corrente che non si annullano sono come in figura• Trasportano una densità di corrente uniforme ma con versi opposti• Hanno una forma tale che lo spessore della regione J ≠ 0 varia come cosφ

• Consideriamo un punto nella regione J = 0• Dimostriamo che in questa regione il campo B ha solo la componente y• Inoltre il campo ha modulo costante• Ricordiamo che i campi dei due fili sono

a

r

I a

r

I

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La spira "cosφ"

• Consideriamo in dettaglio la regione interna

• Campo uniforme diretto verso il basso

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I dipoli di LHC

I

56 mm

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I dipoli di LHC

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 75

I dipoli di LHC

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Operatore ∇ applicato due volte• Le relazioni viste nella diapositiva contengono solo derivate prime• Applicando due volte l'operatore ∇ si ottengono espressioni

con derivate seconde• Una "derivata prima" costruita con ∇ può essere• Uno scalare costruito con la divergenza ∇⋅A• Si può calcolare il gradiente ∇(∇⋅A)• Un vettore costruito con un gradiente ∇φ• Si può calcolare la divergenza ∇⋅(∇φ) • Si può calcolare il rotore ∇×(∇φ)• Un vettore costruito con un rotore ∇×A• Si può calcolare la divergenza ∇⋅(∇×A)• Si può calcolare il rotore ∇×(∇×A)

• L'elenco esaurisce tutte le possibilità• Alcune espressioni le abbiamo già incontrate• Nello studio dell'elettrostatica• Il gradiente della divergenza è poco utile in fisica• Le ultime due si possono facilmente calcolare in coordinate

cartesiane utilizzando la definizione esplicita di ∇• Con ∇2A si intende l'applicazione di ∇2 a ogni componente di A

= ∇2φ= 0

= 0= ∇(∇⋅A) − ∇2A

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Operatore ∇ applicato due volte• Verifichiamo la relazione

• Ricordiamo le componenti di ∇×A

• Calcoliamo la divergenza

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Il potenziale vettore• In elettrostatica l'osservazione che la circuitazione di E era nulla ha permesso di introdurre il potenziale elettrostatico• Ricordiamo la proprietà

• Assumiamo che il campo elettrico E abbia la forma

• Sottolineiamo che φ è determinato a meno di una costante• L'equazione di campo è automaticamente soddisfatta

• In magnetostatica si può procedere in modo analogo• Abbiamo visto che il campo magnetico B soddisfa l'equazione

• Questa equazione è soddisfatta automaticamente ponendo

• Il campo A prende il nome di Potenziale Vettore• Il campo A non è univocamente definito (è definito a meno di un gradiente)• Tutti i campi A → A + ∇φ producono lo stesso campo B

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Il potenziale vettore• Continuiamo il parallelo fra elettrostatica e magnetostatica• In elettrostatica, dopo avere posto E = −∇ φ, la legge di Gauss portava

all'equazione per il potenziale φ

• La legge di Gauss definisce il legame fra il campo E e la sua sorgente (la carica elettrica)

• Ripetiamo gli stessi passi nella magnetostatica• Esprimiamo B tramite il potenziale vettore

• Utilizziamo la legge di Ampère in forma differenziale

• Sostituendo B = ∇×A

• Nella diapositiva abbiamo visto che78876

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Il potenziale vettore

• Abbiamo già notato che il potenziale vettore A non è univocamente definito• Si può sommare un campo che è il gradiente di un campo scalare, ∇f(r), e

ottenere lo stesso campo B• Si può dimostrare che è sempre possibile trovare una funzione f(r) tale che

• Possiamo pertanto utilizzare la non univocità del potenziale vettore per imporre che ∇⋅A = 0 ed eliminare il primo termine dell'equazione• Pertanto l'equazione per A diventa

• Ribadiamo il significato di questa notazione (in coordinate cartesiane)• L'operatore laplaciano viene applicato indipendentemente a ciascuna delle tre componenti di A

• Matematicamente abbiamo tre equazioni di Poisson• Conosciamo le soluzioni

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Il potenziale vettore

• L'integrale è esteso a tutto lo spazio• La condizione per la sua convergenza è che la densità di corrente J tenda a

zero all'infinito

• La densità di corrente deve tendere a zero più velocemente di 1/r2• Il potenziale vettore risulta meno utile del potenziale elettrico• È una grandezza vettoriale (tre componenti; il potenziale elettrico solo una)• Comunque in casi particolari si può definire un potenziale magnetico scalare che ha qualche utilità per problemi con materiali magnetici

• Tuttavia il potenziale vettore è di fondamentale importanza• Come strumento teorico nello sviluppo dell'elettrodinamica• Nella trattazione dei problemi con forze elettromagnetiche in meccanica

quantistica• Per un circuito con un filo …

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Teorema di Helmholtz• Vale la pena sottolineare alcuni aspetti matematici• Abbiamo trovato delle equazioni differenziali per i campi E e B• In entrambi i casi le equazioni definiscono il rotore e la divergenza del campo

• È legittimo chiedersi se matematicamente il problema sia ben posto• Il teorema di Helmholtz assicura che quanto asseriamo è matematicamente consistente

Teorema di HelmholtzSia dato un campo vettoriale F(r) tale chea) ∇⋅F = ρ(r)b) ∇×F = J(r)c) Le funzioni ρ(r) e J(r) si annullano all'infinito più velocemente di 1/r2Sotto queste condizioni il campo F(r) è univocamente determinato e ha la forma

dove

Componente solenoidale

Componente irrotazionale