ASPESI La Distinzione Dei Generi Nel Nome Antico-egiziano e Semitico
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Elementi di Medio Egiziano
INTRODUZIONE ALLA LINGUA EGIZIANA
21/05/2019 Pagina 1Elementi di Medio Egiziano
AVVERTENZE PRATICHE
• Le seguenti dispense sono uno strumento didattico che vuoleaccompagnare e integrare lo studio del manuale digrammatica (vedi sotto).
• In alternativa al manuale di base (Collier-Manley 2003 esuccessive) utilizzato a lezione, è altrettanto valido il ricorso auno degli altri testi segnalati più avanti (se ne consiglia lalettura a chi fosse interessato a proseguire lo studio dellalingua)
• Verificare in fondo le corrispondenze tra gli argomenti trattati alezione (e nelle dispense) e le sezioni del manuale (Collier-Manley)
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STRUMENTI DI LAVOROPer iniziare
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STRUMENTIGRAMMATICHE• Allen, J.P. 2010(2ed.) Middle Egyptian: An Introduction to the
Language and Culture of Hieroglyphs, Cambridge.• Ciampini, E.M. 2018 La lingua dell’antico Egitto, Milano.• Collier, M., Malley B. 2003 (e successive) Come leggere i
geroglifici egizi. Manuale per imaparare da soli.• Donadoni, S. 1963 Appunti di grammatica egiziana, Milano.• Gardiner, A.H. 1957(3ed.) Egyptian Grammar, London.• Roccati, A. 2007 Introduzione allo studio dell'egiziano, Roma.
DIZIONARI• Erman, A., Grapow, H. 1926-1971 Wörterbuch der
ägyptischen Sprache, voll. I-VII, Berlin.• Faulkner, R. O. 1962 A concise dictionary of Middle Egyptian,
Oxford.
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ORTOGRAFIA• Fischer, H.J. 1988 (3ed.) Ancient Egyptian Calligraphy. A
Beginner’s Guide to Writing Hieroglyphs, New York.
LETTERATURA (Antologie)• Bresciani, E. 1990 Letteratura e poesia dell’Antico Egitto,
Torino.• Donadoni, S.1967 La letteratura egizia, Milano-Firenze.• Lichteim, M. 1973 Ancient Egyptian Literature: A Book of
Reading. Vol. I :The Old And Middle Kingdoms, Berkeley.• Lichteim, M. 1976 Ancient Egyptian Literature: A Book of
Reading. Vol. II :The New Kingdom, Berkeley.• Lichteim, M. 1980 Ancient Egyptian : A Book of Reading. Vol.
II :The Late Period, Berkeley.
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LA LINGUAClassificazione genetica e Sviluppo storico
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I. FAMIGLIA
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Distribuzione geografica delle lingue Afro-Asiatiche
II. SVILUPPO STORICO
1. Antico Egiziano (3000-2100 a.C. ca.: din. I-VIII)• Early OE• Late OE
2. Medio Egiziano (2100-1350 a.C. ca.: din. IX-XVIII)• Classic ME (din. XI-XIII)• Late ME (II PI)• Traditional ME
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Testi delle PiramidiAutobiografie
(1) Testi dei Sarcofagi (3) “Racconti”(2) Testi Sapienziali (4) Inni
Testi religiosi monumentali dal NR →Egy
ptia
n I /
Ear
lier
Egy
ptia
n
3. Neo Egiziano (1350-650 a.C. ca: din. XIX-XXVI)• Literary NE: elementi ME• Colloquial NE
4. Demotico (650 a.C.-V sec. d.C.: din. XXVI →)• Early Demotic• Ptolemaic Demotic• Roman Demotic
5. Copto (III sec. d.C. →)• Sahidico (III-VIII sec. d.C.)• Boahirico (VIII-XV sec. d.C.)
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Si sviluppa dal NEScrittura: Demotico
Scrittura: CoptoUnica fase vocalizzata
Testi a partire dall’età amarniana
Egy
ptia
n II
/ Lat
er E
gypt
ian
SCRITTURASistema e sviluppo storico
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I. TIPI DI SCRITTURA
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II. GEROGLIFICO
1. Geroglifico• hieroglyphikà grámmata:
“lettere sacre incise”• medu netjer: “parole del dio”• Uso epigrafico, pubblico,
monumentale
2. Geroglifico Corsivo• Forma semplificata scritta
con pennello e inchiostro, supapiro, pelle, legno
• Uso principale per testireligiosi
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CT IV 255b-257a, T1Be
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I. PRINCIPI DELLA SCRITTURA
Uso dei segni1. Ideogramma: pr “casa”. Aggiunta segno diacritico
2. Fonogramma: pr(i) “uscire”
3. Determinativo: Hwt “tempio”
Distinzione dei fonogrammi in:
1. Unilitteri: (cfr. tavola “alfabeto”)
2. Bilitteri: (cfr. tavola bilitteri)
3. Trilitteri: (cfr. tavola trilitteri)
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1-lit.
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2-lit.
3-lit.
Sistema fonetico e traslitterazione
1. Notazione consonantica: (p+r); (m+n); (x+p+r)
(hAb: “inviare”): 3 unil. + det.
2. Complementi fonetici: pr(i): bil.+compl.+det.anxw: tril.+compl.+plur.+det.+ tratti del plur.
3. Per convenzione si inserisce un -e- tra le consonanti.
Disposizione e orientamento
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II. IL SOSTANTIVO
Morfologia1. Formazione: radice + desin. (rari i prefissi)
2. 2 generi (masch., femm.) e 3 numeri (sing., dual., plur.)
3. Falsi plurali: , :nfrw (“bellezza”)
mnmnt (“bestiame”)
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Parte nominale del discorso che designa oggetti (reali o astratti) e azioni (infinito)
Desin. Sing. Masch.Femm.
-
-t
nTr
nTrt
Ðô, ÐO
Dual. Masch.Femm.
-wy
-ty
nTrwy
nTrty
Plur. Masch.Femm.
-w
-wt
nTrw
nTrwt
SintassiLe aggregazioni tra sost. sono di 3 tipi
1. sost.+sost. = coordinazionept tA: “cielo e terra”;
rmw Hna Apdw: “pesci e usccelli” (con prep.Hna)
2. sost.+sost. = apposizioneTAty PtH-Htp: “il vizir Ptah-hotep”
3. sost.+sost. = possessione (genitivo diretto)
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4. sost.+nesso+sost. = possessione (genitivo indiretto)Il nesso è rappresentato dall’aggettivo genitivalen(y) che concorda con l’antecedente
• Le forme duali sono estremamente rare
• Standardizzazione nella forman
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Sing. Plur.
Masch.
Femm.
Particolarità grafiche1. Trasposizione onorifica
2. Trasposizioni graficheper
3. Abbreviazioniper
per
4. Grafie difettivermT “uomini/gente”; H(n)qt “birra”
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Sing. Plur. Dual.
Masch
Femm.
Morfologia1. Formazione: aggiunta di desinenze (genere e numero) come
per sostantivi
2. Forma enfatica: aggiunta desinenza con valore rafforzativo(«quanto…»)
III: L’Aggettivo
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Parte denotativa del discorso con valore attributivo, sostantivato o predicativo
Sintassi1.Uso attributivo: sost.+agg. (concorda con l’antecedente)
•Nota: precedenzanb
2.Uso sostantivato: agg. privo di antecedente+ det.
•Differenze:
3. Uso predicativo: agg.+sost. (agg. invariabile)
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4. Nesso di relazione: agg.+sost. (regge il sost. e ne specifica ilvalore)
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IV. TIPOLOGIA DELLA FRASE
2 tipi principali
1.Frase a predicato verbale: l’azione/verbo funge dapredicato
• Posizione fissa dei vari elementi
(particella)-azione/verbo-soggetto-compl. cir.-avv./altri compl.
• Forma basesDm.f (predicato-sogg.)
• iw+ sDm.f = principale / senzaiw = secondaria/circostanziale
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2. Frasi a predicato non verbale: forme diverse in base al tipo dipredicato. La copula non è mai espressa.a. Frase a predicato avverbiale: avv./prep.+compl. come predicato
Costruzione fissa: (iw)-sogg.-avv./compl. indir.
Sogg.: nome o pronome (suff.)
iw+sogg. nominale+predic. = principale
sogg. nominale+predic. = secondaria/circosatnziale
iw+sogg. pron.+predic. = sia principale che circostanziale
b. Frase a predicato nominale: sost. come predicato
c. Frase a predicato aggettivale: agg. come predicato
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ESERCIZI
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1. Imparare unilitteri e bilitteri.2. Esercitarsi nella lettura e traslitterazione dei
geroglifici
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wbn: splendere
gr: tacere, starein silenzio
rSwt: gioia
itrw: fiume
Sw: essere privo
wiA: barca (sacra)
Elementi di Medio Egiziano
INTRODUZIONE ALLA LINGUA EGIZIANA
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I. PRONOMI
• Categoria di elementi referenziali molto sviluppata in ME
• Si distinguono 2 classi principali1. Pronomi personali: indicano i referenti di una comunicazione e hanno
forme diversificate (per morfologia e sintassi)a. Pronomi suffissi
b. Pronomi dipendenti
c. Pronomi indipendenti
2. Pronomi dimostrativi: determinano o richiamano il sost.cui siriferiscono
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I.1 Pronomi personali suffissi ( §36, p. 148)
Morfologia
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SintassiNon ricorrono mai da soli ma si uniscono indissolubilmente ad altre parti del discorso
(sost.; verbi; prep.; particelle)
1. Dopo sost. = valore possessivo (genitivo)
2. Dopo prep. = compl. indiretto
3. Dopo verbo (forma finita): sogg. dell’azione
4. Dopo particella: sogg. frase a predic. avverbiale
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I.2 Pronomi personali dipendenti ( §41, p. 149)
Morfologia
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SintassiSi appoggiano a un elemento precedente (verbo; agg.; particella) da cui dipendono
1. Compl. Ogg. in frase verbale
2. Sogg. in frase a predic. Aggettivale
3. Sogg. in frase a predic. Avverbiale dopo particella
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I.3 Pronomi personali indipendenti ( §49, p. 149)
Morfologia
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SintassiNon dipendono da altre parti del discorso quindi posso essere usati a inizio frase
1. Sogg. in frase a predic. nominale di tipo AB
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I.4 Pronomi dimostrativi
Morfologia
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Parte del discorso che determina il sost. cui si riferisce.
Sintassi• Possono essere usati come pronomi o come attributi hanno
posizione fissa1. Come agg. seguono sempre il sost.
2. Le forme plur. precedono il sost
• L’agg. dimostrativo segue il pron. suff. Ma precede gli altriagg.
• Le forme plur. si legano al sost. tramite genitivo-n
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II. FORME VERBALI FINITE
2 forme principali costruite secondo lo schemaPredicato-Soggetto(formazione di tipo nominale)
1.Formazione semplice:sDm.f
• Esprime l’azione generica (att. o pass.), senza particolariindicazioni su aspetto e tempo
• Si può rendere genericamente con il pres. ma ha vari usispecializzati (infra)
• Formazione pass. con elemento –t(w): sDm.tw.f
2.Formazione ampliata:sDm.n.f
• Esprime l’aspetto compiuto dell’azione (att.)
• Si può rendere genericamente con un tempo passato
• Formazione pass. con elemento –t(w): sDm.n.tw.f
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II.1 Forma sDm.f (Cap. 6,§§42-43, p. 145)
1. Usi indipendenti• (iw) sDm.f = frase principale (presente)
• sDm.f prospettivo = augurio/esortazione (§55)
• ix sDm.f = esortazione
2. Uso dipendente• sDm.f circostanziale (noiw) = frase circostanziale/subordinata
• sDm.f soggiuntivo: subordinata retta dardi (“fare in modo che”,§§40, 57b)
• sDm.f finale
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II.2 Forma sDm.n.f (Cap. 5,§§32-35, 38, p. 145)
• Esprime generalmente l’azione att. compiuta passatasenza una precisa indicazione temporale
• iw sDm.n.f = frase principale con val.narrativo/continuativo
• sDm.n.f circostanziale = azione subordinata (anteriorità
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II.3 Ordine della frase
• Posizione fissa degli elementi: VSOA
• Il dat. pronominale (n.f) ha la precedenza sul sost.
• I pronomi precedono sempre i sost. e i pron. suff.precedenono gli altri pronomi (Gardiner§ 66)
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ESERCIZI
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ity: sovrano
aSA: (essere) numeroso/pieno
wab: sacerdote-wab
• Le radici verbali si distinguono inforti e mutevoli (ultimadebole:i/w; geminati):1. Forti (ABC): sDm
2. Deboli (ABi): mr(i)
3. Geminati (ABB): mAA
• Sulla base del numero di radicali (cons.) e della formazionedelle radici, si distinguono diverse classi verbali (cfr.infra)
• Formazione del causativo con il prefissos-
• Verbi irregolari: rdi iw/ii
III. LE CLASSI VERBALI ( §30)
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IV. L’INFINITO (NOME D’AZIONE; Cap. 4)
Morfologia1. Forma masch.: verbi forti o geminati → no desin.
• I verbi gem. presentano il tema ampliato tranne che allo stato pronom.
2. Forma femm.: verbi deboli e caus. 2-lit.→ desin.-t
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Forma verbale usata come sost. = è un nome che descrive l’azione di un verbo.
Come tale ha forme masch. e forme femm.
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Sintassi1. Il sogg. può essere espresso in 2 modi
a. Come agente:in + sost.
b. Come gen. dir./pron. suff.
2. L’ogg. (solo per verbi trans.) può essere espresso in 2 modia. gen. dir./pron. suff. (sogg. non espresso o espresso comeagente)
b. Compl. ogg. (sogg. espresso)
3. L’ordine della frase segue lo schema VsdoSOA
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4. L’inf. si comporta come un sost. e può essere seguito da agg.a. L’inf. non si rende plur.
b. L’inf. è sempre masch. (anche con desin. –t)
5. L’inf. può essere retto da gen. indir. (n)
6. L’inf. può essere retto da prep.a. DopoHr: azione contemp.
b. Dopom: azione contemp. (raro)
c. Dopor: finalità.
7. L’inf. come predic. avverb. In frasi pseudoverbali
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8. L’inf. può essere l’ogg. di altri verbi8. Verbi dichiarativi, di percezione, di desiderio, ecc.
9. È la forma impiegata per descrizioni/intestazioni (didascalie)di scene/atti cultuali
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nsyt: regalità
Awt-ib: felicità
Xt: ventre
Elementi di Medio Egiziano
INTRODUZIONE ALLA LINGUA EGIZIANA
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I. IL PARTICIPIO (§§ 47-51)
1. Il ME ha 5 tipi fondamentali di part.:• Perf. att. / pass.
• Imperf. att. / pass.
• [Prospett. (formasDm.ty.fy)]
2. Come agg. il part. concorda con l’antecedente (num.; genere)Masch. sing.
plur.
Femm. sing.
plur.
3. Si può tradurre con• Participio; frase relativa; sost. (nome d’agente)
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Forma verbale usata con valore di aggettivo , priva di notazioni temporali.
Equivale a una frase relativa il cui sogg. è identico all’antecedente
Morfologia1. I verbi mutevoli (deboli; geminati) e il verbordi presentano
sempre la geminazione alla la forma imperf.
2. I 2-lit. possono presentare geminazione alla forma perf. pass.
3. Oltre alle desin. di genere e num. (-w masch. plur.; -t femm.),le forme del part. hanno desin. specifiche (spesso omesse!)• Part. perf. att. = Ø
• Part. imperf. att. =-i/-y (//; ëë) per masch., Ø per femm. (tutti i verbi)
• Part. perf. pass. =-y (ëë) per tutti i v. deboli; -w/-y (»;v;ëë) permasch. sing.(v. forti). Cfr.§50
• Part. imperf. pass. =-w (»;v) per masch. sing., Ø per masch. plur. efemm. (tutti i verbi)
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SintassiGli usi del part. sono gli stessi dell’agg. (attrib.; sost.; predic.)
1. Come attrib. modifica il sost. cui si riferisce
2. Come sost.
3. Come predic.• Predic. nom.
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Colei che vede Coloro che vedono
Io sono uno che dice ciò che è buono,(uno) che ripete ciò che è amato
Io sono colui che ti ha fatto
Significato1. Part. perf.: descrive l’azione senza indicazioni precise di tempo
e aspetto → possono riferirsi a qualsiasi tempo (maspecializzaz. per azioni generiche e passate)
2. Part. imperf.: denotano l’azione come continuata, incompleta,ripetuta→ si riferiscono ad azioni abituali
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Colui che ha fatto il cielo e lo ha reso stabile
Uno amato da suo padre, amato da sua madre,lodato dalla sua città
Ogni cosa buona (che era) portata alla maestà del mio signore
II. LE FORME RELATIVE
1. Il ME ha 3 tpi di forme relative:• Forma relat. perfettiva
• Forma relat. imperfettiva
• Forma relat. perfetta / FormasDm(w).n.f relat.
2. La forma relat. ha un sogg. distinto che può essere nominale(sost./aggregaz. nom.) o pronominale (pron. suff.).
3. Come i part. la forma relat. Funziona come un agg.→
concorda in genere e numero col sost. cui si riferisce
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Forma verbale usata con valore di aggettivo , priva di notazioni temporali.
Equivale a una frase relativa il cui sogg. è diverso dall’antecedente
Morfologia• I verbi mutevoli (deboli; geminati) e il verbordi presentano
geminazione alla la forma imperf.
• Oltre alle desin. di genere e num. (-w masch. plur.; -t femm.),le forme del part. hanno desin. specifiche (spesso omesse!)1. Forma relat. perf. att. (verbi forti) = Ø
2. Forma relat. perf. att. (verbi deboli) =-y (ëë)
3. Forma relat. imperf. att. (tutti i verbi) =-w (»;v) per masch. sing.
4. Forma relat. perfetta att. (tutti i verbi) = Ø;-w (») raro
• Poiché le desin. sono spesso omesse, le forme relat. appaionocomesDm.f e sDm.n.f
1. Desin. di genere e num. (spesso omesse!)
2. Contesto
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Sintassi• Come i part. le forme relat. si usano come agg. (modificano
l’antecedente) o come sost. (senza antecedente)1. Come agg. modificano il sost. (antecedente) cui si riferiscono
2. Come sost. (senza antecedente)
• Come forme verbali, le forme relat. seguono lo schemaVsdoSOA
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Questo bel monumentoche tu hai fatto
Il padre cui il figlio obbedisce(che il figlio presta ascolto a lui)
Tutto ciò che il mio KA desidera
Le parole che questo dio dice a loro
Le parole che gli dèi che sono nella Duat dicono a questo dio
• Forme relat. = frasi relat. indir. (antecedente≠ sogg.)1. Antecedente = compl. ogg.→ No pron. di richiamo
2. Antecedente = compl. indir./avv→ pron. di richiamo espresso
• Le forme relat. hanno generalmente val. att. (uso pass. raro)
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Io ho fatto ciò che la gente ama, ciò che gli dèi lodano
La residenza in cui tu sei cresciuto(che tu sei diventato in essa)
Ogni cosa buona e pura di cui vive un dio(che un dio vive di essa)
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Significato• Forma relat. perf.: descrive l’azione senza indicazioni precise
di tempo e aspetto→ può riferirsi a qualsiasi tempo (maspecializzaz. per azione passata o prospettiva/futura)
• Forma relat. imperf.: denota l’azione come continuata,incompleta, ripetuta→ si riferisce ad azioni abituali (maspecializzaz. per azioni generiche nel presente)
• Forma relat. perfetta: descrive l’azione l’azione compiuta→specializzaz. per azione passata (cfr. formasDm.n.f)
Elementi di Medio Egiziano
INTRODUZIONE ALLA LINGUA EGIZIANA
21/05/2019 Pagina 67Elementi di Medio Egiziano
I. CORRISPONDENZE COLLIER
• Cap. 1– Scrittura, orientamento,
monolitteri (§§1-7)– Sostantivi (§§8)– Semivocale (§9)– Aggettivi (§10)
• Cap. 2– Segni bi-/triconsonantici
(§§11-12)– Ideogrammi (§13)– Grafie particolari e scrittura del
plurale (§§14-15)– Usi di nb (§16)– Titolatura ed epiteti regali
(§§17-18)
• Cap 3– Trasposizione onorifica e altre
particolarità grafiche (§§22-24)
– Titoli ed epiteti (§§25-26)– Formula d’offerta (§27)– Genitivo (§27)
• Cap. 4– Classi verbali e infinito
(§§28-31)
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• Cap. 5– Forma sDm.n.f (§§32-33)– Particella iw (§34)– Pron. suff. (§§35-36)– Forma relat. sDm(w).n.f (§37)– Termini di parentela (p. 69)
• Cap. 6– Forma e usi sDm.f (§§42-
43)
• Cap 7.– Aggettivi (§§44-45)– Participi (§§46-48, 50)– Caratterizzazione ink = frase
nom. AB (§49)– Forme relative (§52)
• Cap 8– Aggettivi nisbe (§60)
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II. TESTI ESAME
• L’esame consiste nella lettura, analisi e commento dei seguenti testi (visti a lezione e disponibili sulla pagina docente)– Iscrizione monumentale Amenhotep III– Formula d’offerta (stele BM EA 587 = Collier Esercizio 3.8)– Brano biografia di Harkhuf (Urk. I, 121, ll. 11-17, 122, ll. 1-
7).
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