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El Greco in Italia. Metamorfosi di un genio (Treviso e Venezia, 1–3 aprile 2016) El Greco in Italia. Metamorfosi di un genio (Cà dei Carraresi) Per la prima volta un’esposizione dedicata agli anni cruciali della trasformazione di El Greco, maestro indiscusso del Cinquecento, attraverso le tappe che hanno scandito il suo complesso iter artistico e spirituale tra Creta, l’Italia e la Spagna. Il curatore, Lionello Puppi, emerito di Ca’ Foscari, con alle spalle mezzo secolo di studi sull’artista, coadiuvato da un comitato scientifico di respiro internazionale, ricostruisce con molteplici spunti inediti le tappe di un’avventura irripetibile, indagando il processo creativo, il metodo di lavoro e la bottega di un artista controverso e non compreso nel suo periodo storico, ma definito dalla critica moderna un “visionario illuminato”. Un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso la progressiva trasformazione dell’artista e il percorso che lo porterà alla creazione di un linguaggio che non ha paragoni possibili e alla realizzazione di capolavori assoluti. Doménikos Theotokòpoulos, detto El Greco nacque nel 1541 a Creta, territorio all’epoca sotto il dominio veneto. Lì divenne maestro d’arte seguendo il corso della tradizione artistica dell’isola, prima di intraprendere, all’età di 26 anni, il viaggio verso Venezia, città in cui seppe trasformarsi da iconografo ortodosso in un artista innovativo e rivoluzionario. Protagonista indiscusso della cultura figurativa occidentale, venne riscoperto nell’Ottocento per diventare poi fonte d’ispirazione per le Avanguardie del Novecento come l’Impressionismo e il Cubismo. La mostra, che illustra un percorso di opere prodotte dall’artista, soprattutto durante la sua permanenza nel nostro Paese (1567-1576), e dai grandi maestri che hanno influenzato il suo lavoro tra cui Tiziano, Tintoretto, Correggio, Jacopo Bassano, vanta prestiti importantissimi grazie alla significativa adesione di grandi istituzioni museali e collezioni private internazionali. L’obiettivo dell’esposizione è scoprire insieme ai visitatori il percorso di un artista geniale che continua a stupire per la profonda ispirazione che ha portato nel mondo dell’arte, anche moderna.

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El Greco in Italia. Metamorfosi di un genio

(Treviso e Venezia, 1–3 aprile 2016)

El Greco in Italia. Metamorfosi di un genio

(Cà dei Carraresi)

Per la prima volta un’esposizione dedicata agli anni cruciali della trasformazione di El Greco, maestro indiscusso del Cinquecento, attraverso le tappe che hanno scandito il suo complesso iter artistico e spirituale tra Creta, l’Italia e la Spagna. Il curatore, Lionello Puppi, emerito di Ca’ Foscari, con alle spalle mezzo secolo di studi sull’artista, coadiuvato da un comitato scientifico di respiro internazionale, ricostruisce con molteplici spunti inediti le tappe di un’avventura irripetibile, indagando il processo creativo, il metodo di lavoro e la bottega di un artista controverso e non compreso nel suo periodo storico, ma definito dalla critica moderna un “visionario illuminato”. Un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso la progressiva trasformazione dell’artista e il percorso che lo porterà alla creazione di un linguaggio che non ha paragoni possibili e alla realizzazione di capolavori assoluti.

Doménikos Theotokòpoulos, detto El Greco nacque nel 1541 a Creta, territorio all’epoca sotto il dominio veneto. Lì divenne maestro d’arte seguendo il corso della tradizione artistica dell’isola, prima di intraprendere, all’età di 26 anni, il viaggio verso Venezia, città in cui seppe trasformarsi da iconografo ortodosso in un artista innovativo e rivoluzionario. Protagonista indiscusso della cultura figurativa occidentale, venne riscoperto nell’Ottocento per diventare poi fonte d’ispirazione per le Avanguardie del Novecento come l’Impressionismo e il Cubismo.

La mostra, che illustra un percorso di opere prodotte dall’artista, soprattutto durante la sua permanenza nel nostro Paese (1567-1576), e dai grandi maestri che hanno influenzato il suo lavoro tra cui Tiziano, Tintoretto, Correggio, Jacopo Bassano, vanta prestiti importantissimi grazie alla significativa adesione di grandi istituzioni museali e collezioni private internazionali. L’obiettivo dell’esposizione è scoprire insieme ai visitatori il percorso di un artista geniale che continua a stupire per la profonda ispirazione che ha portato nel mondo dell’arte, anche moderna.

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Cà Marcello

Villa Marcello a Levada, nel Padovano, venne edificata come casina di caccia all’inizio del 1500 per volere di Andrea Marcello; verso la metà del XVI secolo furono i figli a realizzare una più ampia dimora facendo edificare una fabbrica di villa a tre piani che costituisce l’attuale corpo centrale di Ca’ Marcello. Alla fine del secolo, la famiglia possedeva oltre 4000 ettari di terreni coltivi attorno alla villa, la quale aveva in primo luogo la funzione di sede per la gestione della grande azienda agricola, di centro di raccolta e commercio della produzione rurale, nonché di ricovero per attrezzi e bestiame per lo svolgimento delle attività dei campi. Le generazioni susseguenti proseguirono l’opera di bonifica del territorio e fecero costruire le barchesse per dare ricovero alla crescente produzione agricola.

Verso la metà del XVII secolo la villa passò per linea femminile prima ai Contarini, poi ai Morosini, quindi ai Marchesi Maruzzi, una ricchissima famiglia di banchieri di origine greca, che la acquistò nel 1725. In questo periodo Cà Marcello divenne sede di villeggiatura e alta rappresentanza, adatta a soddisfare i piaceri conviviali e a manifestare l’agio dei nobili proprietari, che realizzarono tutti gli abbellimenti architettonici e artistici ancora oggi visibili e intatti. Appassionati d’arte, i Maruzzi rinnovarono parte della facciata anteriore della villa e commissionarono l’esecuzione degli affreschi e degli stucchi del salone superiore a celebri pittori e decoratori come Giambattista Crosato e Giuseppe Zais con episodi tratti dalla vita di Alessandro Magno accostati ad una maestosa rappresentazione dell’Olimpo, secondo lo stile chiaramente tiepolesco dell’insieme.

Nel 1847 la villa, circondata da un magnifico parco, fu riacquistata dalla famiglia Marcello, attuale proprietaria. Il percorso museale è altresì impreziosito dalla splendida biblioteca edificata da Michelozzo, il cui modello architettonico avrebbe alcuni anni dopo ispirato Michelangelo per la sua biblioteca Medicea Laurenziana, in San Lorenzo.

La Scuola grande di San Rocco e la Basilica dei Frari

(Venezia)

La Scuola grande di San Rocco deve la sua importanza alle reliquie del santo protettore della peste, trafugate da Montpellier e giunte a Venezia nel 1485; nel 1516 viene realizzata l'attuale sede su progetto di Bartolomeo Bon, poi allontanato per divergenze con i confratelli. Il secondo piano e la parte alta della facciata vennero conclusi da Antonio Abbondi, detto lo Scarpagnino (1527-1541).

All'interno si conserva uno dei più straordinari cicli di teleri realizzati da Tintoretto tra il 1564 ed il 1587: il salone al piano terra è decorato da otto dipinti tra i quali spiccano l’Annunciazione e la Fuga in Egitto, mentre al piano nobile le tele raffigurano scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento, oltre alla magnifica

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Eretta tra il 1236 e il 1338 per volontà dei frati Francescani Minori Conventuali, la Basilica dei Frari fu ricostruita nel XIV secolo in forme grandiose e in stile Gotico-francescano, a tre navate e sette cappelle absidali. L’interno, con pianta a croce latina, presenta preziosi dipinti, tra i quali uno dei capolavori della maturità del Tiziano, la Pala dell’Assunta (1516-1518), dipinta dall'artista appositamente per l'altare maggiore, e, sempre del cadorino, la celebre Pala Pesaro, commissionata nel 1526 dal vescovo Jacopo Pesaro. Altre opere degne di nota sono il Trittico della Vergine e Santi di Giovanni Bellini (1488), collocato nella Cappella Pesaro della sacrestia e considerato uno dei capolavori della pittura veneziana del Quattrocento, e la statua lignea di San Giovanni Battista di Donatello. Tutte opere che influenzarono in modo determinante lo sviluppo artistico di El Greco durante il suo soggiorno veneziano.

Le storie di Sant’Orsola di Tommaso da Modena

(Treviso, Museo Civico)

Nel Museo Civico di Santa Caterina si conservano le Storie di Sant’Orsola, capolavoro di Tommaso da Modena (1355 circa), che in undici grandi affreschi narrò, sulla base della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, la storia della principessa figlia del re di Bretagna, promessa in sposa al figlio del re di Inghilterra e martirizzata con le vergini compagne a Colonia da Attila re degli Unni. Oggetto di un recente restauro l’opera rappresenta uno dei vertici dell’artista modenese, influenzato dai modi di Vitale da Bologna, uno dei più interessanti seguaci di Giotto in terra emiliana, e già indirizzato verso il linguaggio del Gotico internazionale.

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Programma

Venerdì 1° aprile Ore 9,45: ritrovo dei partecipanti e partenza per Treviso. Pranzo libero nel corso del viaggioOre 15: visita guidata di Cà MarcelloOre 17: proseguimento del viaggio per Treviso. All’arrivo sistemazione in hotel e cena

Sabato 2 aprileOre 9: trasferimento a Venezia per la visita della Scuola grande di San Rocco.Pranzo liberoOre 15: visita guidata della Basilica dei FrariOre 17: rientro a Treviso. Cena libera

Domenica 3 aprileOre 10: visita guidata della mostra Pranzo liberoOre 14,30 visita guidata del Museo Civico (affreschi di Tommaso da Modena)Ore 16: partenza per Torino con arrivo previsto per le 22,30

Quota di partecipazione

Base 20 paganti: 450 € a persona Base 25 paganti: 400 € a personaSupplemento singola: 70 €

Le iscrizioni si chiudono il 15 febbraio

La quota comprende:

• Viaggio in pullman granturismo • Sistemazione presso l’hotel B4 Maggior Consiglio (4 stelle)• Ingressi e visite guidate alla mostra e ai musei indicati nel programma curate dallo storico dell’arte Fabrizio Fantino• Pasti come da programma• Accompagnatore dell’agenzia• Assicurazione medico-bagaglio

La quota non comprende:

• Facchinaggio dei bagagli, mance e bevande• Ingressi ed extra personali• Assicurazione annullamento