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EINAUDI 14 - 23 febbraio 2017

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EINAUDI

14 - 23 febbraio 2017

INDICE

EINAUDI

15/02/2017 minimaetmoralia.it 14:31

Letteratura e natura: "Il giro del miele"4

16/02/2017 sulromanzo.it 09:26

Il potere salvifico del dialogo o della resa dei conti. "Il giro del miele" di SandroCampani

6

17/02/2017 libroguerriero.wordpress.com 08:58

"Il giro del miele" di Sandro Campani (Einaudi)9

20/02/2017 La Nuova Sardegna - Nazionale

Una lunga notte per raccontarsi11

23/02/2017 Grazia

PAGINE di passione12

23/02/2017 lorisinthebookblog.wordpress.com 00:08

"Il Giro del Miele", Sandro Campani13

23/02/2017 criticaletteraria.org 08:00

«Se tu mi dici che è ora, ogni ferita diventa cicatrice. Lince, tu dici che sia ora»15

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7 articoli

Data Pubblicazione15/02/2017

Sito Webwww.minimaetmoralia.it

Letteratura e natura: “Il giro del miele”

di Nicola H. Cosentino pubblicato mercoledì, 15 febbraio 2017 · Aggiungi un commento

(Fonte immagine)

Chi l'avrebbe detto? La grande ossessione della nuova Italia letteraria è la natura. O meglio: la collocazione dell'uomo tra una natura e l'altra, quellacivilizzata, borghese, in cui governa la mente, e quella fuori, in cui, vuoi o non vuoi, si resta eterni ospiti: i boschi, le autostrade, la provincia.

L'ha stabilito, forse, La Ferocia (Einaudi, 2015) di Nicola Lagioia, coi suoi felini addomesticati o fuggiaschi a testimoniare sulla la cattività degli uomini;lo conferma, oggi, Il giro del miele (Einaudi) di Sandro Campani, che ne radicalizza la tendenza a raccontare la rabbia sommersa, attingendo a CormacMcCarthy, Stephen King, David Lynch e Dante. Il fatto interessante, però, è questo nuovo raccontare per ambientazioni.

Esempi recenti: Giorgio Fontana, Claudia Durastanti e Mario Desiati ci hanno offerto, solo negli ultimi mesi del 2016, la prova che la narrazionemetropolitana è dominata da mezzi e da locali pubblici, inzeppati di ricordi e mezze solitudini (Un solo paradiso, Sellerio; Cleopatra va in prigione,minimum fax) o di ossessioni sintetiche (Candore, Einaudi).

Poco prima, però, Giordano Meacci, Elena Varvello e Mauro Tetti hanno liberato, tra le geografie boschive di Corsignano (Il cinghiale che ucciseLiberty Valance, minimum fax), Ponte (La vita facile, Einaudi) e Nur (A pietre rovesciate, Tunué), un animale, un corpo, una fata, che fanno da lunapiena alle maree emotive degli uomini; a quelli vivi, almeno. Come il topo di Sitcom, il film di François Ozon del 1998, ma meno grottesco.

L'ultimo totem è la lince di Campani, l'elemento perturbante che nel Giro del miele interpreta, a fasi alterne: il felino mitico dalle cento significanze(spersonalizzazione, segreti, lussuria); il testimone fiero, quasi un custode, delle angosce stupide degli uomini; la verità animale, naturale, spesso confusacon la spietatezza. Per questo motivo lo sguardo d'ambra che si affaccia sulla copertina andrebbe ricambiato sia prima che dopo la lettura: ciò che,inizialmente, è sembrato minaccia, sembrerà poi ammonizione, custodia, una veglia paziente. Paterna.

Non è un caso che nel Giro del miele i protagonisti si scambino silenzi – o meglio, non detti – come fossero la moneta a cui sono obbligati i maschi,presa e rilasciata con un orgoglio sventurato. Quello di Campani è un romanzo di padri e figli che si fraintendono, e di eredità materiali, indesiderate, chegenerano disperazione: una falegnameria, un coltello, una somma in prestito. Sono le cose, le cose di cui si circonda l'uomo e di cui invece la lince èsprovvista, a generare infelicità: non le passioni, non l'amore, non la libertà. Capirlo è difficile.

Davide ci arriva tardi, oltre la morte emozionale. È un ragazzo bestiale, un bambinone della scuola di John Coffey (ancora Stephen King), ma più dolentee consapevole: un sempliciotto moderno, a cui manca più il coraggio che l'intelligenza. Rigido, un po' illuso, affatto selvatico: Campani è bravo, ne fa unprotagonista delicato, mai banale. «Innamorato della Silvia fin da quando erano piccoli», è prima un giovane incompreso, poi principe azzurro, poiAmleto potenziale, poi Otello svigorito e infine – a suo dire – solo un «buono di nulla». Racconta la sua storia a Giampiero, lo storico aiutante di suopadre, davanti a una grappa, in piena notte. Non si danno orario, per smettere di ritrovarsi: Giampiero traccia un limite sulla bottiglia perché sia il gomitoa segnare il tempo.

Fuori, li aspetta la lince che qualcuno ha intravisto (Giuliana, la sorella di Davide, in una digressione da penny dreadful) ma che parrebbe un'illusione:proprio come il sogno di Davide, o come Davide stesso. I due si rimpallano versioni pressoché concordanti sulla fuga di Silvia e su molti altri dettagli: ilpadre del ragazzo, Uliano, e la sua falegnameria; la mano di Giampiero, carbonizzata in un incendio; le discoteche di provincia e la spocchia culturale dicittà; un cane che, col suo abbaiare molesto, segnala ogni silenzio tra gli amanti; le api, la loro fragile resistenza, e il giro in furgone per consegnare ilmiele.

Anche l'ape, Campani lo sa, è un animale-totem. Rappresenta proprio quello che Davide perde, ciò che non riesce a tenere a sé: la famiglia, il lavoro,proprietà e ricchezze. È il simbolo della conservazione, la grande (piccola, in realtà) utopia dell'uomo che ama. L'autore sembra parlare a tutti quelli chemirano alla normalità, all'equilibrio, suggerendo questo: per trattenere il poco che rende felici, in realtà, non dobbiamo combattere, ma deporre le armi.

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

4EINAUDI - Rassegna Stampa 14/02/2017 - 23/02/2017

Ché a difenderla troppo, la serenità si perde. Giampiero, il contraltare di Davide, ne è la prova: non si è accorto di aver avuto una vita felice, l'haattraversata e basta; Davide, che ha amato di più, forse, ma per meno tempo, si tormenta, rimugina, non può accettarlo: come in una profeziaautoavverante, ha perso per paura di perdere. Non esiste frustrazione più penosa.

Il giro del miele deve molto alla tragedia, ma vira con coraggio verso spazi vergini. Il finale ha colori diversi dal resto del romanzo, e regala unapiacevole sensazione di accettazione che non somiglia alla catarsi ma al «Vabbé», al «Facciamoci forza», che forse – di questi tempi – ha più valore. Ilresto, altro elemento comune a molti romanzi italiani degli ultimi tempi, è l'appello disperato alla tenerezza, espressa attraverso gli uomini – machi dapreconcetto, loro malgrado – e con suggestioni romantiche che cozzano con la forza dei corpi, cioè la forza inutile, quella a cui non fare appello quandoc'è da curare il fallimento, o la nostalgia. Quando viene da piangere.

Giampiero si commuove spesso. Davide singhiozza più volte. Entrambi vivono in un panorama che solleva dolcezze antiche, semplici, a cui non ci si puòsottrarre. Nemmeno Campani vi si sottrae, sempre fedele alle sue tematiche, alla sua terra, quell'Appennino tosco-emiliano che rivive con precisionecristallina nei mestieri, nelle tradizioni, nella vegetazione fatta di termini esatti, di parole precise, proprio come nelle Otto montagne di Paolo Cognetti.Anche qui non si dice «quell'oggetto», o «un animale», ma, per esempio, «lampostil», o «assiuolo»: una bella abitudine.

La prosa che ne esce è un capolavoro di sudore e precisione, una ricerca ossessiva del tono di ognuno – l'autore interpreta Giampiero, che non parlacome Davide, che non parla come Silvia, pur partendo dallo stesso ceppo – che sa di dialetto ma non è mai approssimativo, e abbatte lo stereotipo diuna periferia (o campagna, se si preferisce) priva di belle espressioni. Al contrario, per Campani – ma recentemente anche per Meacci, già citato – ilpaese è un pozzo senza fondo di vocabolari a cui attingere. Col risultato che, se la lingua fosse immagine, Il giro del miele sarebbe un film di PaulThomas Anderson, talmente rifinito da dare piacere a ogni scorsa, per lo stile prima ancora che per la storia.

Un romanzo importante, in definitiva, sulle cose che perdiamo mentre cerchiamo di costruirle, e sulla sconfitta che corre inarrestabile alle nostre porte.Un'opera solida, splendida e dolente, che dà piacere e sofferenza, e che conferma una voce, quella del suo autore, ferma e penetrante, da interpretare:come una lingua nuova, come la lince in agguato.

http://www.minimaetmoralia.it/wp/il-giro-del-miele-sandro-campani/

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5EINAUDI - Rassegna Stampa 14/02/2017 - 23/02/2017

Data Pubblicazione16/02/2017

Sito Webwww.sulromanzo.it

Il potere salvifico del dialogo o della resa dei conti. “Il giro del miele” di Sandro Campani

Autore: Gerardo PerrottaGio, 16/02/2017 - 09:30

Un dialogo, una conversazione tra due uomini, è al centro del nuovo romanzo di Sandro Campani, Il girodel miele, da poco edito da Einaudi.

Uno scambio di parole che è anche l'emergere di dissapori sommersi, di dolori sepolti sotto la coltre del silenzio, o meglio del non riuscire ad aprirsi e aconfessarsi. Perché c'è sempre questa chiusura a caratterizzare il protagonista, Davide, e che alla fine amplifica il dolore perché costringe a un parlarsiaddosso che richiama violenza e impedisce di risolvere; lo alimenta fino a farlo diventare un fuoco che brucia noi stessi e ciò che amiamo.

Di questo abbiamo parlato con Sandro Campani, nell'intervista che ci ha gentilmente rilasciato.

«Stavo sognando il fuoco». Si apre così il romanzo, e il fuoco è insieme quello reale del camino, quello che sta per arrivare bussando allaporta e quello del sogno. Cos'è il fuoco per Sandro Campani e perché ha scelto proprio quest'elemento per l'incipit di Il giro del miele?

Un titolo di lavorazione di questo romanzo, durante la prima stesura, era Il calore familiare. Il focolare, la sicurezza del calore e della luce contro il buioe il freddo fuori, quel che ci si illude di poter trovare e mantenere, la protezione che s'immagina avessimo quando da piccoli i nostri genitori ci tenevano:questo è stato fin da subito uno dei fulcri del libro. E dall'altra parte la potenza distruttiva del fuoco. A forza di nominare il fuoco, nel testo, è finita che èsviluppato un incendio. (Anche quell'incendio non c'era, all'inizio). Perciò, sia la rassicurazione del calore vitale, che la possibilità di un male devastante. Ilfuoco è utilizzato nei due sensi.

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Il dolore di Davide è reso attraverso i suoi occhi che Giampiero, appena lo vede alla sua porta dopo molti anni, descrive «impressionanti,come infiammati e soggiogati da uno spirito che li aveva invasi e li stava facendo ammattire». Cosa hanno visto gli occhi di Davide? Cosaraccontano a Giampiero?

Occhi infiammati, anche qui, non a caso; soggiogati da uno spirito. La lince, avvistata anche da lui dopo la visione avuta dalla sorella, ha spinto Davide abussare a quella porta. Davide non riesce a riaversi, non riesce a recuperare tutto quello che, per propria colpa ma anche per colpa di Giampiero, ritiened'aver perso. C'è una serie di circostanze (i contatti che Giampiero ha mantenuto con la Silvia, l'ex moglie di Davide, il mutare delle condizionieconomiche, la vicenda della falegnameria), che come fili inesorabili portano Davide, in un delirio guidato dallo spirito della lince, alla resa dei conti conGiampiero. Giampiero vede negli occhi di Davide questa resa dei conti inevitabile, capisce che non sarà finita finché Davide non si sarà liberato del pesoe dice: «A questo gli servo io».

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Il fuoco e gli occhi, due elementi che, così come il dialogo intorno a cui si sviluppa il romanzo, hanno una forte valenza filosofica. Fino a chepunto il nesso tra il suo romanzo e questa sorta di simbolismo filosofico ha inciso sull'articolazione della storia?

Quando comincio a lavorare su una storia, inizialmente, non so ancora che sia una storia. O meglio: vengo colpito da un'immagine, da un luogo, daqualcosa di molto preciso e allo stesso tempo indefinito – una luce netta, una persona seduta – che, avverto subito, potrebbero diventare una storia.Provo una sensazione simile alla nostalgia per qualcosa che non ho mai conosciuto. Dopodiché, attorno a questa immagine iniziale cominciano araggrumarsi altre immagini, e comincio a osservare chiaramente che in queste ultime ci sono elementi ricorrenti, noccioli, che cominciano a rivestirsi dipolpa, a collegarsi fra di loro. Prima ancora di un tema, questi grumi narrativi portano nel mio racconto delle immagini, che possono nascondere deisimboli. La mia indagine sul simbolo arriva dopo, per una questione di coerenza narrativa – ogni bestia, ogni pianta, si porta dietro millenni di storia edecine di sfaccettature simboliche che vanno conosciute, per sfruttarle o evitarle o ribaltarle ma comunque prese in considerazione. Sono questesuggestioni simboliche a volte ad affiorare e portarmi dove vogliono loro, non il contrario. Non le programmo, le assecondo.

Silvia se ne va e Davide resta lì, folle d'amore. Dopo dieci anni decide di andare da Giampiero per sfogarsi, e non solo per la storia finita.Esiste davvero nel dialogo qualcosa di salvifico, o almeno una parvenza di salvezza? Qual è la forza delle parole in questi casi?

Sì, esiste una salvezza. Il grosso problema di Davide è che lui non ci riesce, a parlare dei propri sentimenti, così come non ci riusciva suo padre. Lo dicesempre la sorella: due bricchi, due caproni, a cui non vai alla testa. Davide viene da un mondo in cui le cose erano cose, e il resto erano balle. Non ha glistrumenti per affrontare il dialogo, e questo lo frega. Quando – in modo goffo, violento e inconsulto – si libera, è troppo tardi.

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È Giampiero a porre una differenza, una distanza, tra il Davide di adesso, l'uomo quasi impazzito, e il ragazzone sereno e bello di un tempo,per poi chiedersi: «chi era stato a portarcelo via? Potevo dirmi innocente?» Giro a lei questa domanda: cosa ha portato via quel Davidegiovane? La causa è solo la perdita dell'amore di Silvia?

È stato in parte il problema a cui accennavamo sopra, la figura di un padre col quale non si riesce in tutta la vita a dirsi una sola volta “Ti voglio bene”,per esempio, la difficoltà nel parlare (il degenerare del rapporto con la Silvia è stato dovuto anche a questo) ma anche, e qui sta il nodo fra i dueprotagonisti del dialogo notturno, il caso brutale che ha fatto sì che Giampiero si sostituisse a Davide, usurpandone in un certo senso la primogenitura.Giampiero lo dice, a un certo punto: «Io non ho mai voluto essere l'intruso al suo focolare. Ma non avere l'intenzione e non agire, tenersi lontano dalpericolo, il più delle volte non basta».

Nella lunga conversazione Davide si mostra orgoglioso di non aver mai tradito Silvia, nemmeno nei dieci anni successivi alla separazione.Per Giampiero questo è «da malati», ma poi aggiunge: «Se non avessi avuto l'Ida, sarei finito. Lo so ogni ora che vivo». E allora perché ècosì difficile riconoscere il dolore di Davide e accettarlo come un qualcosa che in potenza è dentro ognuno di noi?

La grossa differenza fra loro due è che Davide ha perso la Silvia, e bisogna vada avanti in qualche modo, deve guarire. Giampiero, per sua fortuna, ha

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ancora l'Ida accanto. Riconosce il dolore di Davide, certo, e lo sente addosso, ma lo invita a non assecondarlo, a non farsene più dominare. Può darsianche che Giampiero, nel corso del dialogo, mostri qualche contraddizione: succede; a volte una persona si esprime in base a ciò che sente al momento,apre la bocca per dire qualcosa di cui poi si pente, o in cui non crede del tutto. Bisognerebbe chiederlo a Giampiero.

Scivoliamo fuori dal romanzo: quanto può essere pericoloso un uomo come Davide per una donna e per se stesso?

Tanto. Ma più che la violenza manifesta, per la Silvia, a distruggere tutto è il fatto che Davide faccia visita a un mondo buio che lei ha voluto rinnegare,che non vuole più visitare, un mondo dove c'è la possibilità della violenza, dietro ogni angolo. Davide è un buono, ma non sa far fronte al male che hadentro. Illudersi di cambiare gli altri è sempre pericoloso.

Leggi tutte le nostre interviste agli scrittori.

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8EINAUDI - Rassegna Stampa 14/02/2017 - 23/02/2017

Data Pubblicazione17/02/2017

Sito Weblibroguerriero.wordpress.com

“Il giro del miele” di Sandro Campani (Einaudi)

Recensione di Patrizia Debicke

Due uomini seduti a un tavolo davanti a bicchieri di grappa, rivivono le gioie e i dolori delle loro vite. Un teatrale dialogo a duecon lo sfondo di una notte sempre più scura, il vento che continua a soffiare, una lince nascosta e il ronzio delle api.

Davide, il più giovane dei due, è un uomo semplice. Alto, robusto con la faccia pulita, spalle e mascelle larghe. Le ragazzel'hanno sempre snobbato, «ma tanto, lui, era innamorato della Silvia fin da quando erano piccoli». Deluso dai suoialveari, perso il lavoro e divorziato dalla moglie, suo unico grande amore, ha cominciato a bere, lasciando entrare in sé unaviolenza che non è in grado di gestire. Ma qualcosa infine l'ha spinto a riscattarsi. Il più anziano, Giampiero, invece è statol'aiutante del padre di Davide. Ha una mano bruciata in seguito all'incendio del capannone in cui lavorava, ma soprattutto hauna moglie amata, l'Ida. Lui e Ida non sono riusciti ad avere figli. Hanno visto crescere Davide, e Giampiero l'ha accoltoora, a tarda notte, quando è venuto a bussare alla sua porta.

I due non si parlavano da anni, il loro rapporto si era usurato per gli scivoloni di Davide e la fine del suo matrimonio con Silvia.E mentre le loro frasi sembrano spazzare via il tempo, la storia di due famiglie prende forma. È una storia di omissionidolorose, che rompono ogni certezza e che, una volta svelate, portano ineluttabilmente ad affrontare la sofferenza. Siamodavanti quasi a una resa dei conti fra due persone che hanno elaborato un rapporto non risolto. In fondo Giampiero perDavide è stato, pur non volendole essere, un intruso nelle questioni familiari, ma allo stesso tempo un rapporto quasi da padre afiglio perché Giampiero, potendo avere figli, ha sempre tenuto Davide sotto la sua ala protettiva.

Sandro Campani

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9EINAUDI - Rassegna Stampa 14/02/2017 - 23/02/2017

Persone semplici, concrete, di montagna, che non badano alla psicologia per una bella storia ambientata in un paesedell'Appennino che verte attorno a un triangolo. Davide è un ragazzo orfano di madre, che non riesce a guadagnare la fiduciadel padre Uliano, con la passione dell'apicoltura e proprietario di una falegnameria di cui lascerà la responsabilità al suo aiutanteGiampiero, per il ragazzo un secondo papà. Davide, che è venuto a sfogare tutto il suo fallimento, una felicità non piùrealizzabile e l'amore perduto, prova a liberarsi di un peso non più sostenibile per cercare di sentirsi in pace con se stesso.

Il giro del miele è un romanzo che si sforza di comprendere meglio i rapporti tra le persone amate. Come fanno le apidovremmo essere in grado di produrre un dolce collante tra i dolori del nostro passato e un potenziale futuro.

Un potenziale futuro, mah? Certo, se una misteriosa lince fosse pronta a guidare Davide e Giampiero in territori ancorasconosciuti, il ricordo di quello che è stato ma che non tornerà potrebbe offrir loro la coscienza della comprensione e la spinta aricostruire qualcosa.

Però finora non c'è consolazione tra le pagine, nessun antidoto e nessuna soluzione. Anche se forse resta la speranza. Potrà la lince dei boschi,pericolosa chimera di illusioni, portare qualche risposta?

https://libroguerriero.wordpress.com/2017/02/17/il-giro-del-miele-di-sandro-campani-einaudi/

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20/02/2017Pag. 21

diffusione:37140tiratura:46230

11EINAUDI - Rassegna Stampa 14/02/2017 - 23/02/2017

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File: Libri.indd Data: 16-02-2017 21:55:13Testata: Grazia Edizione: 2017_10 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT

LA DOPPIA VITA DI SONIA E LA FUGA AL SOLE DI SILKE, LE STORIE DI DAVIDE E DI MILENA E I RACCONTI CRUDI DI JUAN JOSÉ ARREOLA. IN CINQUE TITOLI IMPERDIBILI

PAGINEDI Valeria Parrella

❤ ❤ ❤C’è una certa bravura nel non “sbrodolare”, nel tenere, dei particolari, solo l’essenziale. È questa la cifra che racconta cinque storie concatenate nel tempo e dal tempo: un’epopea familiare. Bella storia calda e vibrante quella di Milena, una storia che passa per il corpo, una tregua dopo e prima di annunciati dolori. È un libro sulla memoria: sulla capacità di trattenere ciò che è importante, e sulla possibilità (che l’autrice nega) di essere veritiera. Del resto ha scelto in esergo una frase di Kafka: «Ciò che si è non lo si può esprimere, appunto perché lo si è».

CIÒ CHE NON SIAMOSabrina Campolongo Paginauno, pag. 228, € 13,50

Vibrante❤ ❤ ❤ ❤ ❤Juan José Arreola è stato uno dei principali scrittori messicani del Novecento. Confabulario, tradotto splendidamente da Stefano Tedeschi, è una raccolta di racconti che vanno dall’aforisma alla satira, dal fantastico al visionario, dal grottesco al noir. La prosa è spiazzante e cruda, con figure realistiche che risultano deformate dalla messa a fuoco così prossima. Di quella visionarietà che ha reso celebre la letteratura caraibica, anche se qui siamo più a nord. Ogni racconto è una sfida tra lo scrittore e «il pubblico, innocente per natura, (che) non si rende conto di niente e perde i dettagli che saltano all’occhio dell’osservatore attento».

CONFABULARIO Juan José Arreola, sur edizioni, pag. 161, € 9

Spiazzante❤ ❤ ❤La doppia vita, quando comincia, può sembrare liberatoria, anzi lo è, perché ti permette di sfuggire dall’ordinario: è quello che sente Sonia, che è anche una donna molto attenta, e la sua doppia vita se la costruisce a distanza di sicurezza. Nasce infatti sul web, con un uomo, Knut, che vive a 700 chilometri di distanza. È un tipo irresistibile che sa celare le sue trappole sotto strati di sontuosi regali. Ma è così facile, poi, uscire da una doppia vita, quando essa diventa, come diventa, costringente e temibile? Un bel romanzo femminile e ossessionante di una scoperta della narrativa spagnola.

CICATRICESara Mesa, Bompiani, pag. 192, € 17

Femminile❤ ❤ ❤ ❤ ❤Bellissima scrittura classica, con il passo di Beppe Fenoglio e di Cesare Pavese. Una storia molto maschile e dolente, piena di atmosfere bucoliche, di un grande nord che custodisce e impera. Il giro del miele è un sfida strana che si svolge tra due uomini una notte mentre d’intorno si aggira una presenza inquietante, annunciata da un sogno. Hanno una grande differenza d’età: l’anziano è il narratore, il giovane, Davide, è accolto nella narrazione dal vecchio, della sua storia sappiamo come di un testimone che passa di generazione. I due bevono, alla maniera degli uomini, e si raccontano, alla maniera dei grandi personaggi. Imperdibile.

IL GIRO DEL MIELESandro Campani, Einaudi, pag. 242,€ 19,50

Dolente

I COLORI DOPOIL BIANCONicola Lecca, Mondadori, pag. 190, € 18

❤ trascurabile❤❤ passabile ❤❤❤ amabile❤❤❤❤ formidabile❤❤❤❤❤ irrinunciabile

❤ ❤ ❤Quanta voglia di visitare Marsiglia fa venire questo ispirato libro di Nicola Lecca, autore bravo, più conosciuto all’estero che in Italia, tradotto in molte lingue. Dev’essere la stessa voglia che fa del suo autore un “nomade”, e della protagonista, Silke, una ragazza che lascia la fredda e ortodossa Innsbruck, per cercare i colori e il mare. Marsiglia, già meta letteraria dei gialli di Jean Claude Izzo, bella come Genova, multiforme come Napoli e chic come Parigi, saprà accogliere i suoi desideri. I quali sono, nell’ardita equivalenza che Lecca mette in campo, niente altro che il nostro destino.

Ispirato

G R A Z I A • C U L TLIBRI

di passione

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23/02/2017Pag. 264 N.10 - 23 febbraio 2017

diffusione:162608tiratura:232153

12EINAUDI - Rassegna Stampa 14/02/2017 - 23/02/2017

Data Pubblicazione23/02/2017

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“Il Giro del Miele”, Sandro Campani

“M'alzavo prima che facesse luce, baciavo la Silvia e lei continuava a dormire, oppure faceva finta, per lasciarmi il gusto di quel bacio lì”

A quel tavolo, ci sono seduto anch'io. Non è servito nessun invito per farvi parte, neanche una telefonata per formalizzare il mio arrivo. Semplicemente,ho trovato la porta socchiusa in quella casa mezza nascosta dai colli racchiusi in se stessi dell'appennino toscoemiliano. Giù in paese si è sparsa la voce diuna lince che aggirandosi tra i boschi porta solo sventura. Ma da quella casa, forse, la lince era già passata. Solo due uomini sono all'interno di essa eseduti ad un tavolo si raccontano ciò che la lince si è portata dietro senza più restituire.

Quei due uomini sono Davide e Giampiero. Passano una lunga notte seduti ad un tavolo davanti il focolare della casa di Giampiero intenti in un duelloverbale catartico. Frequentemente si alzano per alimentare il fuoco con dei ceppi di abete; il fuoco che ha bisogno sempre di qualcuno che lo ravvivi èsimbolo di un focolare domestico sempre compromesso. Davide non vedeva Giampiero ormai da svariati anni, da quando, precisamente, il matrimoniocon Silvia è degenerato. Silvia frequenta ancora la casa di Giampiero e di sua moglie Ida. Forse c'è ancora una speranza per Davide di poter incontrare,apparentemente per caso, la donna che si è lasciato sfuggire. Ma le parole non dette durante gli anni non possono più trattenersi nello stomaco di Davide:ha bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno a cui confessare per la prima volta i proprio errori. Così, poco per volta, Davide raccoglie, aiutato daGiampiero, i cocci del vaso che si è visto frantumare tra le mani.

Sandro Campani ne “Il giro del miele”, edito da Einaudi Editore nella collana Supercoralli, riesce, in un modo nuovo, per mezzo della sua prosa lineare elimpida a creare un intreccio di storie che si sciolgono solo dopo qualche sorso di quella grappa che i due uomini hanno deciso di bere per alleviare ilsenso di oppressione dovuto ad un accumulo di situazioni create dalle parole non dette. Il libro di Campani è proprio un libro di silenzi opprimenti, disguardi rivolti altrove. E noi lettori, leggiamo solo le conseguenze di ciò, quando ormai la situazione è compromessa e non c'è davvero nulla da fare, senon accettare in religioso silenzio la sconfitta subita. Padri e figli che non riescono a capirsi per il troppo orgoglio, mogli che aspettano i propri mariti daun lavoro d'occasione trovato per mandare avanti un progetto faticoso, sogni infranti, amicizie degenerate. Sono casi di tutti i giorni, eppure c'è quelsoffio che arriva dalla montagna che rende vive queste storie; come se fossero cose che appartengono alla nostra intimità e qualcuno con tatto le portafuori.

È un storia che si fonda sulla presa di coscienza dell'errore e dell'inevitabile fine causata dai troppi passi falsi fatti consecutivamente. Con la precisionemillimetrica dei numerosi flashback lentamente si compone davanti a noi un albero genealogico dei problemi creati che si sono susseguiti negli anni. Aguardare e a dare nome a tutto questo sarà la voce cauta di Giampiero. Il giro del miele è il percorso che Davide compie tra Toscana e Emilia Romagna,dove consegna il miele delle sue api che con dedizione cura e manda avanti per arrotondare il magro stipendio della falegnameria del padre. In uno diquesti giri, incontra Silvia, abbandonata a se stessa in un parco di Bologna, dove studia, dopo una serata rovinata da bicchieri pieni di alcol e da uominimolesti. Confusa, Silvia riuscirà dopo qualche istante a capire che a palesarsi davanti i suoi occhi è quel gigante di Davide, amico di infanzia con cui hacondiviso giochi all'aria aperta e che le coetanee del suo paese hanno sempre snobbato perché considerato strano.

“E ho visto gli occhi di Davide, mentre diceva questo, prendere luce, e ho visto benissimo che Davide stava ricordando precisamente tutto,ogni dettaglio del viso e dell'aspetto della Silvia quel giorno di sedici anni prima.”

Silvia ha un passato burrascoso che ha fatto di lei una teenager diversa e controcorrente. Il paese è piccolo, le voci che suo padre fa la bella vita conun'altra donna circolano e a riparare dai continui litigi dei suoi genitori c'è la musica che la Silvia si spara dentro le orecchie per isolarsi. Gruppi come iMassimo Volume o gli Swans. Frequenti sono gli episodi di autolesionismo della Silvia, ma tutto cessa da quell'incontro in un novembre gelido enebbioso, con quel giovanotto di Davide. Silvia decide di lasciare Bologna, città che le ricorda solo brutte esperienze.

“C'era un altro mondo, un mondo di notte e di freddo, in cui lui entrava e da cui lei era uscita”

Io abito in una città di mare. Non so cosa voglia dire vivere in montagna. La linea di orizzonte che si allarga dalla finestra della mia stanza mi ha sempremostrato la linea dritta del mare. Sandro Campani, invece, mi ha immerso in un mondo diverso, a cui io non sono abituato. Conosco la filosofia dellepersone di mare, che guardano al futuro con curiosità e che non si lasciano abbattere dalla burrasca. E poi, finalmente, ho avuto la possibilità diconoscere la silenziosa filosofia delle persone di montagna, fatta di cose semplici, di rituali e superstizioni, come quello sulla lince, che acquista all'internodella storia un valore totemico: delle volte è simbolo di cattivo presagio, ma allo stesso tempo, quando appare i suoi occhi gialli sembrano dire “attentoche il pericolo sta arrivando”.

La notte è finita e le parole galleggiano a mezz'aria davanti al camino e alla bottiglia di grappa quasi vuota. Alla fine, il miele è solo un ricordo lontano:resta quello che si è incrostato sul fondo del barattolo che lo ha contenuto per troppo tempo.

Loris.

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13EINAUDI - Rassegna Stampa 14/02/2017 - 23/02/2017

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14EINAUDI - Rassegna Stampa 14/02/2017 - 23/02/2017

Data Pubblicazione23/02/2017

Sito Webwww.criticaletteraria.org

«Se tu mi dici che è ora, ogni ferita diventa cicatrice. Lince, tu dici che sia ora»

Il giro del mieledi Sandro CampaniEinaudi, 2017

pp. 242€ 19,50 (cartaceo)€ 9,99 (book)

Perché, Davide, non sei più il ragazzo che abbiamo amato? Sarebbe così comodo, per tutti quanti noi. (p.201)

Paese dell'Appennino, probabilmente toscano, dalla parlata dei suoi abitanti. È di notte che il crepitio del fuoco si fapiù intenso, bere si tramuta in un atto liberatorio, in grado di aprire le saracinesche dei ricordi. Una notte comequesta, alla porta dell'anziano falegname Giampiero bussa un gigante, il giovane Davide, per anni una sorta di figlioputativo per Giampiero e la moglie Ida. Ciononostante, è da tanto che Davide non fa più loro visita: e dunque,perché proprio quella notte? Ha l'aria di voler parlare e un bicchiere di vino - facciamo una bottiglia - e un postovicino al fuoco non si negano a nessuno. Ecco che i due, rappresentanti di due generazioni ben diverse, ma colpite

ugualmente dalla crisi economica e, più in generale, dai colpi mancini della vita, aprono un viaggio nei loro ricordi. A vegliarli e a costringere loro aparlare, almeno simbolicamente, la presenza tanto fantasticata di una lince: in tanti in paese sostengono di averla vista; le prove non ci sono, ma questoanimale si fa spesso nume tutelare di una ferinità istintiva e innegabile, che spinge (o almeno in passato ha spinto) ad agire entrambi i protagonisti.Per quanto la confessione di Davide sia urgente, c'è tutto il tempo a disposizione: un'intera notte per scavare a fondo in ciò che gli sta più a cuore e,contemporaneamente, lo devasta. Si tratta di una storia d'amore, che dalle prime pagine scopriamo finita bruscamente, con grandi sofferenze daentrambe le parti: il problema è che Davide non dimentica Silvia, e non solo perché sono sposati e hanno figli, ma anche perché non si capacita di averguastato tutto con le sue mani.Dall'altro lato, Giampiero e Ida rappresentano dei genitori mancati sia per Davide che per Silvia: una coppia sposata da anni, unita nelle difficoltà chehanno colpito la falegnameria, anche dopo l'incendio che ha offeso Giampiero, togliendogli la sensibilità e quasi completamente l'uso della mano destra.Giampiero e Ida sono rimasti accanto alla giovane coppia fin dagli albori, captando via via i segni della crisi e non sapendo come aiutare veramente Silviae Davide.Forse, anche ora, in questa notte ventosa funestata dagli spettri del passato, Giampiero può aiutare il suo giovane amico e, a distanza di dieci anni dallarottura con Silvia, raccogliere una testimonianza che aveva bisogno di essere digerita. E anche noi lettori seguiamo questo itinerario lungo i dettagli diuna doppia crisi, sentimentale ed economica, ascoltiamo ora la voce di Davide (preponderante), ora la voce di Giampiero, e ci sembra di essereattorno allo stesso camino. Così ci muoviamo per le arnie di Davide, impariamo la pazienza e la dedizione di una professione antichissima e sempreperfettibile; così scopriamo il fascino dell'intagliare il legno, che ha tenuto Giampiero e il padre di Davide, Uliano, avvinti per anni. E ancora scopriamoquanto si può cambiare, se spinti dalla disperazione...

Il giro del miele, già a partire dal titolo, è un libro che ha qualcosa di paziente e al tempo stesso necessario come la professione dell'apicoltore: èimpossibile leggerlo e abbandonarlo, ma - d'altro canto - sono i protagonisti a scegliere come e quando rivelarci i loro segreti. A noi non resta chemetterci comodi, sorseggiare qualcosa e lasciarci scaldare dalle fiamme della loro capacità affabulatoria. Non ce ne pentiremo, questo no, ma forseguarderemo l'alba con occhi diversi.

GMGhioni

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15EINAUDI - Rassegna Stampa 14/02/2017 - 23/02/2017

Immaginate che in una notte di vento bussi alla vostra porta un uomo, un amico, quasi un figlio che deveassolutamente parlarvi. Al crepitio del fuoco, #SandroCampani costruisce un affascinante viaggio nelpassato, per spiegare la solitudine del presente... Lettura in corso a casa di @gloriaghioni, con MillaNespola fidata controfigura. #IlGiroDelMiele #Einaudi #bookstagram #cover #petsoninstagram#catofday #cat #catsofinstagram #book #novità #novel #buonanotte #buonalettura #goodnight

Un post condiviso da CriticaLetteraria.org (@criticaletteraria) in data: 15 Feb 2017 alle ore 12:31 PST

http://www.criticaletteraria.org/2017/02/campani-il-giro-del-miele-einaudi.html

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