Effetto Bce sullo spread scende sotto quota 100 e il …Nella descrizione che Niceta fa della caduta...

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ALVOHXEBbahaajA 9 770390 107009 CTDEDGDGDW 50228 A Roma arriva Salvini occupazioni e scontri OGGI LA MANIFESTAZIONE Effetto Bce sullo spread FAVALE, GIANNOLI, SALA E ZUNINO ALLE PAGINE 6 E 7 È DIFFICILE ammetterlo, mentre i martelli dell’Is si abbattono sulle statue del museo di Mosul, ma la più massiccia e vandalica distruzione di statue nel- la storia dei conflitti religiosi della civiltà mediterranea non si deve all’islam, né agli arabi né ai turchi né ai pu- risti wahabiti, e neppure ai riformatori protestanti. ALLE PAGINE 62 E 63 CON UN COMMENTO DI SALVATORE SETTIS DIARIO La maschera degli iconoclasti SILVIA RONCHEY 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. AUSTRIA BELGIO FRANCIA GERMANIA IRLANDA LUSSEMBURGO MONACO P. OLANDA PORTOGALLO SLOVENIA SPAGNA 2,00 MALTA 2,20 GRECIA 2,50 CROAZIA KN 15 REGNO UNITO LST 1,80 REPUBBLICA CECA CZK 64 SLOVACCHIA SKK 80/2,66 SVIZZERA FR 3,00 UNGHERIA FT 650 U.S.A $ 2,00 Fondatore Eugenio Scalfari Direttore Ezio Mauro IN ITALIA 1,90 con “D” - N. 50 ANNO 40 SABATO 28 FEBBRAIO 2015 www.repubblica.it CS-RT Repubblica Nazionale 2015-02-28

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ALVOHXEBbahaajA9 770390 107009

CTDEDGDGDW50228

Fedez: il mio corpo un libro apertomi racconto attraverso i tatuaggi

RCLUB / LA COPERTINA

GUIA SONCINI E GIUSEPPE VIDETTI

L’invasione degli ultra low costlo smartphone per tutte le tasche

RCLUB /HI-TECH

JAIME D’ALESSANDRO

Dai riti giapponesi all’hammam turcoil giro del mondo del relax (in città)

RCLUB / IL BENESSERE

MICOL PASSARIELLO

LA MINUSCOLA, desertica penisola del Qa-tar ha un numero di abitanti inferioreall’area metropolitana milanese ed è

retta da un emirato semifeudale. Ma ormai,come direbbe Salvini, il Qatar è “padrone incasa nostra”. Sono le regole inappellabili del-la finanza che stravolge la geopolitica e che,da ieri, assegna alla petromonarchia delladinastia al-Thani l’intera proprietà dei nuo-vi grattacieli di Milano. Le torri d’acciaio diPorta Nuova sovrastano la Madonnina.

SEGUE A PAGINA 33 ORIANA LISO E VITTORIA PULEDDA

ALLE PAGINE 22 E 23

Milano, Qatar: i grattacielinelle mani degli emiri

PORTA NUOVA, TOP SECRET LA CIFRA PAGATA

A Roma arriva Salvinioccupazioni e scontri

OGGI LA MANIFESTAZIONE

GAD LERNER

Effetto Bce sullo spreadscende sotto quota 100e il Pil torna positivo

Per l’Istat siamo tecnicamente fuori dalla recessioneIl rapporto con i bund tedeschi mai così bene da 5 anni

>>

SEMBRA una vita fa quando levoci di politici, economisti,uomini di finanza ed “esper-

ti” da destra e sinistra propone-vano per l’Italia la ricetta YanisVaroufakis: fare ciò che il mini-stro delle Finanze della Greciapropone per il suo Paese. Signifi-cherebbe ripudiare gli impegnidello Stato sul proprio debito, erinegoziarli imponendo perditeai creditori. Sembra una vita fa,ma sono pochi mesi.

A PAGINA 2

ROMA.I servizi segreti ritengono «crescenteil rischio» di attentati in Italia anche per «lasua valenza simbolica di epicentro della cri-stianità». Il pericolo verrebbe da «familiari oamici di combattenti, donne incluse, attrat-ti dall’eroismo dei propri cari». CUSTODERO, GUOLO E PORSIA ALLE PAGINE 14 E 15

Lo scudo di Draghia difesa del debito

L’ANALISI

FEDERICO FUBINI

D’ARGENIO E MESSINA A PAGINA 13

FAVALE, GIANNOLI, SALA E ZUNINO ALLE PAGINE 6 E 7

IL CASO

Sì allo Stato palestinese, anzi noil pasticcio delle due mozioni

Italia, allarme Is: “Siamo un simbolo”LA RELAZIONE DEI SERVIZI SEGRETI. “IL PERICOLO VIENE DALLE DONNE”

Ucciso Boris Nemtsovoppositore anti-PutinNICOLA LOMBARDOZZI

MOSCA

BORIS Nemtsov, uno dei principali leader dell’oppo-sizione in Russia, è stato assassinato ieri sera nelcentro di Mosca. 55 anni, Nemtsov era stato un du-

ro antagonista del presidente russo Putin, che ha defi-nito l’omicidio una «provocazione».

A PAGINA 19

MOSCA, ESECUZIONE A POCHI PASSI DAL CREMLINO

Ciao figlio,è il tempodella mammaNarcisoDal sacrificio senza limitialla donna-coccodrillocosì cambia la figura materna

LE IDEE

NELLA cultura patriarcalela madre era sintomati-camente destinata a sa-

crificarsi per i suoi figli e per lasua famiglia, era la madre delladisponibilità totale, dell’amoresenza limiti. I suoi grandi senicondensavano un destino: esse-re fatta per accudire e nutrire lavita. Questa rappresentazionedella maternità nascondevaspesso un’ombra maligna: lamadre del sacrificio era anche lamadre che tratteneva i figlipresso di sé, che chiedeva loro,in cambio della propria abnega-zione, una fedeltà eterna. È perquesta ragione che Franco For-nari aveva a suo tempo suggeri-to che i grandi regimi totalitarinon fossero tanto delle aberra-zioni del potere del padre, maun’“inondazione del codice ma-terno”, una sorta di maternagemelanconico e spaventoso.

La sicurezza e l’accudimentoperpetuo in cambio della li-bertà. Sulla stessa linea di pen-siero Jacques Lacan aveva unavolta descritto il desiderio dellamadre come la bocca spalanca-ta di un coccodrillo, insaziabilee pronta a divorare il suo frutto.Era una rappresentazione checontrastava volutamente leversioni più idilliache e idealiz-zate della madre. Quello che La-can intendeva segnalare è chein ogni madre, anche in quellapiù amorevole, che nella strut-tura stessa del desiderio dellamadre, troviamo una spintacannibalica (inconscia) ad in-corporare il proprio figlio.

ALLE PAGINE 60 E 61

MASSIMO RECALCATI

ALTAN

EUGENIO OCCORSIO E ELENA POLIDORI ALLE PAGINE 2 E 3

ÈDIFFICILE ammetterlo, mentre i martelli dell’Is siabbattono sulle statue del museo di Mosul, ma lapiù massiccia e vandalica distruzione di statue nel-

la storia dei conflitti religiosi della civiltà mediterraneanon si deve all’islam, né agli arabi né ai turchi né ai pu-risti wahabiti, e neppure ai riformatori protestanti.

ALLE PAGINE 62 E 63 CON UN COMMENTO DI SALVATORE SETTIS

DIARIO

La maschera degli iconoclastiSILVIA RONCHEY

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. ■ A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. ■ AUSTRIA ■ BELGIO ■ FRANCIA■ GERMANIA ■ IRLANDA ■ LUSSEMBURGO ■ MONACO P. ■ OLANDA ■ PORTOGALLO ■ SLOVENIA ■ SPAGNA € 2,00 ■ MALTA € 2,20 ■ GRECIA € 2,50 ■ CROAZIA KN 15 ■ REGNO UNITO LST 1,80 ■ REPUBBLICA CECA CZK 64 ■ SLOVACCHIA SKK 80/€ 2,66 ■ SVIZZERA FR 3,00 ■ UNGHERIA FT 650 ■ U.S.A $ 2,00

Fondatore Eugenio Scalfari Direttore Ezio Mauro

IN ITALIA € 1,90 con “D”- N. 50ANNO 40 SABATO 28 FEBBRAIO 2015

www.repubblica.itCS-RT

Repubblica Nazionale 2015-02-28

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la Repubblica

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SABATO 28 FEBBRAIO 2015

R2DiarioDI REPUBBLICA

CONTATTI [email protected]

ÈDIFFICILE ammetterlo, mentre i martelli dell’Issi abbattono sulle statue del museo di Mosul,ma la più massiccia e vandalica distruzione distatue nella storia dei conflitti religiosi dellaciviltà mediterranea non si deve all’islam, né

agli arabi né ai turchi né ai puristi wahabiti, e neppure ai riformatori prote-stanti dell’Europa cinque e seicentesca. I respon-sabili furono i condottieri cattolici della QuartaCrociata, che nel 1204 conquistò Costantinopoli.Un elenco delle statue distrutte durante ma so-prattutto dopo il saccheggio fu stilato da NicetaConiata, uno dei tanti intellettuali bizantini cheassistettero agli eventi per poi fuggire dalla bar-barie dei latini mettendo in salvo il loro cari-co di cultura.

I martelli dell’Is che si abbattonosulle statue di Mosul hanno radiciin secoli lontani. Più profondenel cristianesimo che nell’Islam

SILVIA RONCHEY

Nella descrizione che Niceta fa della caduta della polis spicca la de-scrizione struggente delle antichissime statue bronzee del Foro di Co-stantino e dell’Ippodromo, sistematicamente distrutte dai crociati,fatte a pezzi e fuse.

Che cosa c’entrano i crociati con l’iconoclastia, ossia con la distru-zione (dal greco klao, rompere) delle immagini (in greco eikones)?

delle immagini, si rifaceva a unadoppia tradizione. Da un lato alcosiddetto aniconismo giudaico,trasmesso dall’ebraismo al gio-vane Islam, ma anche, ben pri-ma, al giovane cristianesimo. Ilsuo fondamento stava nella proi-bizione biblica di riprodurre l’im-magine divina, e difatti nell’ico-

noclasmo bizantino tornarono invoga gli scritti degli apologeti deiprimi secoli cristiani, che si sca-gliavano contro l’idolatria e addi-rittura proibivano ai fedeli disvolgere la professione di pittoreo scultore.

D’altro lato, sul piano filosofi-co, l’iconoclasmo era un’espres-

sione estrema della filosofia pla-tonica e della sua condanna del-l’immagine in quanto “copia diuna copia”, essendo il mondo sen-sibile solo una copia di quello del-le idee. Peraltro i promotori del-l’iconoclasmo, gli imperatoriisaurici, non promossero la di-struzione di icone, ed è stato re-

centemente messo in dubbio per-fino che Leone III Isaurico abbiadistrutto l’immagine del volto diCristo sulla Chalké, sostituendo-la con una croce, come la propa-ganda degli iconoduli, i sosteni-tori delle immagini, ha traman-dato. In ogni caso, la controversiarestava interna alle dispute dot-

trinali del cristianesimo. Gli ico-noduli condannano l’iconocla-stia come eresia cristologica, con-siderando la rappresentazione diCristo lecita in quanto proclama-zione del dogma dell’incarnazio-ne. La sottile disputa sfocerà in unnuovo statuto dell’immagine chesi affermerà parallelamente al

IconoclastiaIl fanatismo politicoche si nascondedietro la furia teologica

L’IMMAGINE

Questaillustrazioneriportaun classicocomportamentoiconoclastaÈ il 1566:seguacicalvinistidistruggonole statuenelle chiesecattoliche

Nulla. Anzi, fu proprio il papato diRoma il primo e maggiore nemi-co di quella posizione dottrinaleche tra l’VIII e il IX secolo fu adot-tata dagli imperatori dello statobizantino, il più grande e civiledel medioevo mediterraneo masoprattutto il grande rivale delpapato. L’iconoclasmo bizanti-no, nella sua condanna teologica

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Repubblica Nazionale 2015-02-28

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in nessuna di esse, dottrina universale.Annientare la memoria di Ninive non

può esser spacciato come un gesto pole-mico contro l’odiato Occidente, a cui pu-re si devono scavi, decifrazioni, scoperte.Dalla Mesopotamia non vengono solo da-ti di civiltà che hanno poi trovato postonelle culture mediterranee e in Europa.Vengono, per l’Europa e per il mondo(compreso l’Islam), pensieri, riflessioni,osservazioni che hanno fondato la cartadel cielo, i nomi e la forma di costellazio-ni e segni dello zodiaco; vengono nozionimediche e scientifiche, invenzioni miti-che e letterarie, l’agricoltura e la città.Vengono esperienze storiche che hannocreato linguaggi e formule della regalità,ma anche impulsi alla convivenza fra po-poli e civiltà diverse.

È questo il caso del mirabile cilindro cu-neiforme di Ciro il Grande (539-38 a. C.),dove il re persiano proclama la propriagloria in nome della tolleranza. «Io sonoCiro, re dell’universo, re di Babilonia: ilmio enorme esercito l’ha conquistata,ma il suo popolo non deve temere, leniròla sua sofferenza. Salverò le loro vite e i lo-ro templi, le statue dei loro dèi sarannointatte, e quelle che sono state allonta-nate verranno restituite ai templi che lo-ro spettano, ricostruirò le mura e le por-te».

In Mesopotamia come in Europa, nes-sun territorio è mai stato di un solo popo-

lo né di una sola religione: la sovrapposi-zione, la mescolanza, il contrasto nellaconvivenza hanno costantemente arric-chito le nostre città, le nostre letteratu-re, il nostro patrimonio di immagini e diparole, la nostra anima.

Programmaticamente barbarica, lafuria iconoclasta che si è scatenata a Mo-sul è però anche profondamente con-traddittoria. Distrugge immagini di an-tiche divinità e sovrani, ma lo fa sotto gliocchi delle telecamere. Devasta spiete-tamente, ma su un palcoscenico, e perprodurre nuove immagini, i filmati dif-fusi all’istante allo scopo di mostrare imuscoli e ricattare il mondo. Accusa diidolatria un museo archeologico, ma dis-semina dappertutto l’auto-idolatria dichi si fa filmare mentre devasta; e si fa fil-mare per essere visto, perché la propriaimmagine che distrugge altre immaginidiventi una nuova icona.

Alla pretesa idolatria degli antichi l’Issostituisce un’idolatria più vera e più pal-pabile, l’iconizzazione di sé; e mentremaledice le immagini altrui, produce,alimenta e promuove le proprie. Di-strugge le immagini perché ne riconoscela forza, e dunque la imita. È la nemesidella storia: come quando, subito dopol’11 settembre 2001, il mullah Muham-mad Omar, capo dei taliban afghani, pa-ragonò l’America a Polifemo, «un gigan-te accecato da un nemico a cui non sa da-re un nome», da un Nessuno. L’arcine-mico della cultura occidentale, l’iconofo-bo distruttore dei Buddha di Bamiyan,paragonava se stesso a Ulisse che accecaPolifemo. Stava, dunque, citando Ome-ro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il mullah Omar annientavai Buddha di Bamiyan,ma si paragonava a Ulissee dunque citava Omero

SALVATORE SETTIS

diffondersi dell’aristotelismonella cultura bizantina: l’icona èammissibile e non assimilabile al-l’idolatria solo se non intenderappresentare naturalistica-mente la figura sacra, ma pro-muovere la riflessione teologicasulla sua essenza sovrasostanzia-le. Secondo la definizione conci-liare: «Chi venera l’icona vi vene-ra l’ipòstasi di colui che vi è in-scritto», dove si usa il verbo “in-scrivere” per distinguere questotipo di rappresentazione da quel-la propriamente figurativa.

Avallare la rivendicazioneideologica dell’Is, che riconduce ivandalismi di Mosul alla tradizio-ne dell’iconoclastia islamica, ètanto storicamente rischiosoquanto parlare di medioevo in ri-ferimento alla barbarie integrali-sta delle frange estreme dell’I-slam contemporaneo. Il medioe-vo è stato lungo, multiforme ecomplesso. La tolleranza arabaverso chi rimaneva fedele al pro-prio culto era proverbiale. Quan-do nella primavera del 638 il ca-liffo Umar ibn al-Khattab, succes-sore del Profeta, conquistatore diGerusalemme, era entrato nellacittà santa, aveva mostrato ilmassimo rispetto per i monu-menti delle due religioni conqui-state. Aveva visitato la basilica bi-zantina dell’Anastasis. Si era fat-to accompagnare al tempio dei

giudei e nel vederlo ridotto a undeposito di rifiuti si era addolora-to e aveva preso a ripulirlo. Quan-do nella primavera del 1453 Meh-met II Fatîh, conquistatore di Co-stantinopoli, entrò nella Cittàdelle Città, fece risparmiare i pa-lazzi e le chiese e la Polis, una vol-ta sottomessa all’islam, rimase lacittà conquistata con più altariconsacrati alla religione dei vinti.

La distruzione delle statue diMosul da parte dell’Is, così comequella dei Buddha di Bamiyan nel2001 da parte dei talebani, nonrientra nell’ambito della teologiané in quello dell’iconoclastia reli-giosa, ma nella storia, purtroppodensissima, della cosiddetta ico-noclastia politica, termine oggiin uso per indicare un fanatismodi stampo religioso divenutostrumento di lotta politica ever-siva. Ben prima dell’inizio dell’i-conoclasmo la chiesa cristiana neaveva dato prova, ad Alessandriad’Egitto, nel 392, quando le mili-zie integraliste, guidate dal pa-triarca Teofilo, avevano distruttoil simbolo della tradizione religio-sa pagana, il Serapeo. Come scris-se allora Eunapio: «Stringendod’assedio i luoghi sacri, accanen-dosi rabbiosamente sulle santepietre e sui simulacri di marmo,fecero guerra alle statue, sgomi-nandole come avversari che nonpotevano opporre resistenza».

Il patriarca cristiano fece an-che decapitare con una scure lamonumentale statua di Serapi-de, opera di Briasside. Come hascritto Edward Gibbon nella suaDecadenza e caduta dell’imperoromano: «Si tratta di eccessi chesarebbe ingiusto imputare allareligione di per sé; ma è bene la-vare dall’accusa di ignoranza i po-veri arabi, le cui traduzioni ci han-no conservato le meraviglie dellafilosofia, della medicina e dellescienze greche, e le cui opere fen-devano coi loro raggi splendentile brume ostinate dell’età feuda-le».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’aggressione a un museo pretende di annullare la storiaSi distrugge un’opera d’arte perché se ne riconosce la forza

Chi devasta un’idolatriane produce un’altra

LA FAVOLA di Borges sul “popolo degli specchi” richia-ma l’idea che, dietro ogni apparenza o rappresenta-zione, c’è un nemico vinto, una singolarità sconfit-

ta, un oggetto morto. Gli iconoclasti lo avevano ben capitoquando percepivano le icone come un modo per far scom-parire Dio (ma non sarà che Dio stesso ha scelto di scom-parire dietro le immagini?). Al giorno d’oggi, ad ogni mo-do, siamo noi, e non Dio, che scompariamo dietro le nostreimmagini. Non c’è più il rischio che ci rubino la nostra im-magine, che forzino i nostri segreti: non ne abbiamo più.Non abbiamo più nulla da nascondere. Questo è il segnodella nostra ultima moralità e, al tempo stesso, della no-stra totale oscenità.La maggior parte delle immagini mediatiche o fotografi-che attuali non riflettono altro che la miseria o la violenzadella condizione umana.

JEAN BAUDRILLARD

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Iconoclastia

SILLABARIO>

Non ti farai idoloné immagine alcunadi ciò che è lassùnel cielo né di ciòche è quaggiùsulla terra

Libro dell’Esodo

LA BIBBIA

Tutto ciòche gli uominiapprendonodi Dio attraversole immagini è frivoloe anche abusivo

Firmati da Carlo Magno(ma attribuiti a Teodulfo)

LIBRI CAROLINI

LE CITAZIONI

MARIA BETTETINIContro le immagini. Leradici dell’iconoclastiaLaterza

ALAIN BESANÇONL'immagine proibita. Unastoria intellettualedell'iconoclastia Marietti

RÉGIS DEBRAY Vita e mortedell’immagine Il Castoro

ANNA M. FONTANALa pittura islamica dalleorigini alla fine delTrecento Jouvence

SILVIA RONCHEYLo stato BizantinoEinaudi

OLEG GRABARArte islamica. Formazionedi una civiltàElecta

UGO VOLLIFascino, feticismi e altreidolatrieFeltrinelli

CHRISTOPH SCHÖNBORN L'icona di CristoSan Paolo Edizioni

JEAN-JACQUESWUNENBURGER Filosofia delle immaginiEinaudi

ALEXANDRE PAPADOPULOL’Islam e l’artemusulmanaGarzanti

GIORGIO RAVEGNANII Bizantini in Italia il Mulino

CHARLES DIEHLFigure bizantine Einaudi

AHMED RASHIDTalebani, Islam, petrolio eil grande scontro in AsiacentraleFeltrinelli

RAFFAELLA DI CASTROIl divieto di idolatria tramonoteismo eiconoclastia. Una letturaattraverso EmmanuelLevinasGuerini e Associati

FABIO MANISCALCOWorld Heritage and WarMassa editore

MARIE J. MONDZAINImmagine, icona,economiaJaca Book

TITUS BURCKHARDT Arte sacra in Oriente e inOccidenteBompiani

FATEMA MERNISSIIslam e democrazia. Lapaura della modernitàGiunti

JEAN-LUC NANCYTre saggi sull’immagineCronopio

I LIBRILE TAPPE

BUDDHA DI BAMIYANNel 2001 i talebanidistruggono le duestatue giganti delBuddha costruitetra il III e il V secolod.C. nella valle diBamiyan, inAfghanistan

LA TOMBA DI GIONAL’estate scorsa l’Isha distrutto aMosul la tomba e lamoschea di Giona.Poi i sepolcri diDaniele e Seth e ilmausoleo di SanGiorgio

I CAPOLAVORI ASSIRIL’ultimo videodell’Is documentala distruzione dellestatue dell’imperoassiro custodite inun museo di Mosul.Alcune sembra chefossero copie

IL SILLABARIOIl testo del Sillabario che pubblichiamo è tratto da L’agonia del potere,pubblicato da Mimesis. Jean Baudrillard (1929-2007) è stato un filosofo e un sociologo francese. Tra i suoi saggi, La società dei consumi (Il Mulino), Lo scambio simbolico e la morte (Feltrinelli), Lo spirito del terrorismo (Raffaello Cortina)

GLI AUTORISilvia Ronchey è una storica specialista del mondo bizantino, unagiornalista e una ideatrice di programmi televisivi. Tra i suoi libri Ilromanzo di Costantinopoli e Ipazia - La vera storia. Salvatore Settisè storico dell’arte, archeologo, docente universitario, presidente delComitato scientifico del Louvre. L’ultimo libro è Se Venezia muore{

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ÈL’ANNO 2061, sulla piazza c’è unalunga coda. Avanza, disciplinata.A due, a tre per volta si fermano da-vanti alla Gioconda appoggiata al

muro, sputano sul quadro e se ne vanno.«Perché lo facciamo?», chiede Tom, un ra-gazzo. Gli risponde Grigsby: «Ha a che farecon l’odio. Odio per qualsiasi cosa che ap-partenga al passato. Come siamo arrivati aqueste città in rovina, strade a pezzi per lebombe, campi di grano radioattivi, le casedistrutte, gli uomini nelle caverne? Dob-biamo odiare il mondo che ci ha portato finqui. Non ci resta più nulla, se non fare festadistruggendo».

Così un racconto ambientato in un’A-

merica post-apocalittica, scritto nel1952 da Ray Bradbury, lo stesso che po-co dopo avrebbe pubblicato Fahrenheit451, dove leggere un libro è reato. Ma lastoria non conferma queste fantasie. L’i-conoclastia bizantina del sec. VIII-IX,quella protestante del Cinquecento,l’abbattimento delle statue di Mussoli-ni, di Stalin, di Saddam Hussein non so-no mai la negazione in toto del passato,ma la scelta rituale di distruggere qual-cosa per esaltare qualcos’altro (la purez-za della fede, il trionfo della democra-zia...).

L’aggressione al museo di Mosul e aireperti delle civiltà millenarie del VicinoOriente antico si presenta come un gestoinfinitamente più radicale, che pretendedi annullare la storia in nome di un Islamoriginario e senza immagini, di un Cora-no che ri-crea la storia, e prima del qualenon c’è nulla. Ma il Corano conosce Abra-mo (Ibrahim) e lo considera un profeta;Maometto è sì un nuovo inizio, ma in unalinea che assimila e onora i profeti delpassato (inclusi San Giovanni Battista eGesù). La lotta contro l’idolatria, che af-fratella le religioni del Libro (ebraismo,Islam, cristianesimo) ha avuto accessi difebbre iconofobica, ma non è stata mai,

Azzerare la memoria di Ninivenon può essere spacciatocome un gesto polemicocontro l’odiato Occidente

Repubblica Nazionale 2015-02-28