EDUCATORI con i GIOVANI. Con i giovani: io con voi… Da mihi animas… dei giovani.

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EDUCATORI con i GIOVANI

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Con i giovani: io con voi…

“Da mihi animas”… dei

giovani

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LA MISSIONE ai giovani

“Il Signore ha indicato a Don Bosco i giovani, specialmente i più poveri, come primi e principali destinatari della sua missione” (Cost. 26)

“la missione dà a tutta la nostra esistenza il suo tono concreto,specifica il compito che abbiamo nella Chiesa e determina il posto che occupiamo tra le famiglie religiose” (Cost.3)

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Don Bosco e i giovani

[Don Bosco ha avuto] un progetto di vita fortemente unitario: il servizio ai giovani. Lo realizzò con fermezza e costanza, tra ostacoli e fatiche, con la sensibilità di un cuore generoso . “Non diede passo non pronunciò parola, non mise mano ad impresa che non avesse di mira la salvezza della gioventù …realmente non ebbe a cuore altro che le anime” (Cost. 21)

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Noi e i giovani“La nostra vocazione è segnata da uno speciale dono di Dio, la predilezione per i giovani “Basta che siate giovani, perché io vi ami assai” (Introd. a Il Giovane provv.).Questo amore, espressione della carità pastorale dà significato a tutta la nostra vita.Per il loro bene offriamo generosamente tempo, doti e salute: “io per voi studio, per voi lavoro, per voi sono disposto anche a dare la vita”(Cron. dell’Oratorio, q 5, p.10).

(Cost. 14)

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educatori …con… i giovani…“come educatori collaboriamo con i

giovani per sviluppare le loro capacità e attitudini (Cost. 32)

“Camminiamo con i giovani per condurli alla persona del

Signore”… (Cost. 43)

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“La partita educativa”● NON tanto

“centralità del ragazzo” rischio di

oggettivarlo, impedirgli di essere attivo nella

propria crescita●Ma CO-educazione

(educandi e educatori) nell’orizzonte della CRESCITA propria,

altrui, comune.●CO-protagonismo, in COMUNITÀ educative = Ognuno con RUOLI e

FUNZIONI proprie e diverse

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Ciò richiede L’ASSISTENZA come atteggiamento e come metodo (Cost. art. 38): «La pratica del Sistema Preventivo esige da noi un atteggiamento di fondo: la simpatia e la volontà di contatto con i giovani».

Se necessario si dovrà uscire – mentalmente e operativamente – fuori delle mura calde e “familiari” delle “case” (parrocchie, oratori, centri giovanili, istituti…) cfr…. le «nuove frontiere»

Il primo compito dell’educatore: non stare fuori del campo dove viene giocata la “PARTITA EDUCATIVA”, andando incontro, ricercando i giovani dove e come

sono, nello loro movenze e identità non sempre prevedibili e chiare: prima di ogni pur personalissima accoglienza o di una pur bella proposta educativa di

altissimo livello entro le “cittadelle protette” dei luoghi educativi salesiani.

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…educare a rete: ...a cominciare con i giovani ►A livello conoscitivo = pensare la rete, pensare in

rete, pensarsi in rete

► A livello di agire = non deduttivismo ma piuttosto affrontamento di problemi insieme

► A livello di valutazione = badando all’efficacia ma anche al significato

Alla base► senso del limite proprio e comune e ► coscienti del rischio e delle difficoltà oggettuali (= le variabili di attuazione), relazionali e soggettive (singoli e di gruppo), ► capacità di resilienza (saper vivere e operare nel “conflitto”)

Educare insieme

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Superare 1)… il SOGGETTIVISMO/individualismo = l’altro? la

verità? 2)… la SUPERFICIALITA’ della vita, delle relazionali, «in massa», senza coscienza del mistero dell’altro, della

sua storia, della presenza dell’Altro…3) …l’EFFICIENTISMO (cfr. enfasi sulle competenze), l’essere, il condividere, la gratuità, il dono, il darsi

generosamente?4) ..il GIOVANILISMO (eterno “Peter Pan) deleterio per sé e educativamente: per l’identità dei giovani

Superare 1)… il SOGGETTIVISMO/individualismo = l’altro? la

verità? 2)… la SUPERFICIALITA’ della vita, delle relazionali, «in massa», senza coscienza del mistero dell’altro, della

sua storia, della presenza dell’Altro…3) …l’EFFICIENTISMO (cfr. enfasi sulle competenze), l’essere, il condividere, la gratuità, il dono, il darsi

generosamente?4) ..il GIOVANILISMO (eterno “Peter Pan) deleterio per sé e educativamente: per l’identità dei giovani

passare (integrare) da… a…1) Pedagogia della risposta…p. della

proposta2) Pedagogia del successo formativo

soggettivo… p. del fine (personale, comunitario, …umano. …cristiano…)

3) Pedagogia a servizio…p. per il servizio

EDUCARE..1) con l’INSEGNAMENTO (informando, motivando,

prospettando)

2) con lo STILE relazionale

3) con la TESTIMONIANZA di vita

4) con l’Ambiente, il CLIMA

5) con il FAR FARE PRATICA di libertà e solidarietà

EDUCATORE: ASPETTI UMANI E PEDAGOGICI

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Avere l’«l’intelletto d’amore»: “voler bene, volere il bene, volerlo bene, facendolo bene”

«Studia di farti amare» (don Bosco)

«sentire» e vivere con la Chiesa del Concilio: che condivide, le gioie e le speranze del mondo, che si affida alla Parola di Dio, che nei sacramenti e nella eucaristia trova il culmine e la fonte della vita cristiana, che nella carità tutto crede tutto sopporta…, che opera il bene sapendo che “quando l’avete fatto ai uno di questi piccoli l’avete fatto a me”!).

… pregare per i ragazzi e per gli educatori, invocare lo Spirito santo che ci illumini,

vivere religiosamente per dare la buona testimonianza della trascendenza di Dio e di ognuno di noi (voti religiosi…

ASPETTI SPIRITUALI

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L’educatore, deve “coltivare prima e far sgorgare poi dall’interno del proprio cuore ragione, religione,

amorevolezza, facendo dell’amorevolezza la punta di diamante, l’attuazione pratica di quanto religione e ragione propongono. Si tratta di vivere il Sistema Preventivo, che è una carità che sa farsi amare”

Educare con il cuore di Don Educare con il cuore di Don BoscoBosco

...con una rinnovata presenza tra i giovani, fatta di vicinanza affettiva ed effettiva, di partecipazione, accompagnamento e animazione, di testimonianza e proposta

vocazionale”.

ASPETTI SALESIANI

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L’EDUCATORE COME “MENTORE”/TUTOR (sostegno e riferimento fedele, “SAGGIO” e «umanamente stimolante» e «orientante»

ESEMPLARITA’ DI DON BOSCO PER L’EDUCATORE “

1) le sue capacità illuminative nell’indicare direttive di vita rispondenti alle capaci tà e disposizioni personali di ognuno;

2) la sua guida autorevole e discreta nelle difficoltà del contesto ambientale;

3) la sua solidarietà e vicinanza nelle sofferenze interiori e nei momenti di crisi della crescita personale;

4) la sua capacità di scoprire «vocazioni» libere e responsabili per la società civile e ecclesiastica;

5) la sua intraprendenza e la sua audacia per istituire e edificare strutture di soste gno e luoghi concreti di libertà;

6) e in particolare il carattere amicale, che sempre don Bosco ha cercato di far ri vestire al suo rapporto educativo e a cui ha più volte invitato i suoi collaboratori: per lo meno in

dialettica vissuta con la componente di paternità e di «maestria».

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Corollario 1: gli atteggiamenti di fondo del/la «salesiano/a» educatore/trice

1) Carità pastorale educativa!(Cost.10)2) Apostolicità sul modello di Cristo, apostolo del

padre (Cost. 11)3) Unione con Dio (Cost.12)4) Senso della Chiesa (Cost.13)5) Predilezione per i giovani 6) (Cost.14)7) Amorevolezza salesiana 8) (Cost.15)9) Spirito di famiglia (Cost. 16)10) Ottimismo e gioia (Cost.17)11) Laboriosità e temperanza (Cost.18)12) Creatività e flessibilità (Cost. 19)

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… come Gesù maestro

1) si fa prossimo

2) accoglie personalmente

3) dialoga (“cosa leggi?”)

4) comprende, non condanna

anche se non giustifica

5) stimola la “libertà”personale

verso il di più,

secondo i “talenti” di ognuno

e le esigenze del “Regno” (la vocazione-missione):“non peccare più”, “fa questo e vivrai”, “vendi tutto… “vieni e seguimi”…”lascia le reti …ti farò pescatore di uomini”.

6) Testimonia, “beneficando”, il Vangelo dell’amore di Dio per il mondo…rischiando!!!

7) «…per loro santifico me stesso»

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il maestro deve essere per

quanto può “profeta”,

scrutare i “segni dei tempi”,

indovinare negli occhi dei ragazzi

le cose belle che

essi vedranno chiare domani e che noi oggi

vediamo solo in confuso»

(Don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici)

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approfondimento

Rileggere dalla parte di don Bosco educatore l’incontro con Domenico, (cap. VII, pp.53-55), Michele (cap. I, pp.

114-117), con Francesco (cap. XVI, pp. 193-195)

cercate di ricavarne 5 caratteristiche (qualità, competenze)