EDUCARE ALLA DIVERSITÀ - caritasturritana.it fileSardegna Le comunità rom, certo presenti fin da...

50
EDUCARE ALLA DIVERSITÀ I nostri fratelli ROM

Transcript of EDUCARE ALLA DIVERSITÀ - caritasturritana.it fileSardegna Le comunità rom, certo presenti fin da...

EDUCARE ALLA DIVERSITÀ

I nostri fratelli ROM

1. “RAZZISMO È…”

• vedere il mondo in "bianco e nero“• avere dei pregiudizi• pensare per stereotipi• conformismo• etnocentrismo

1. “RAZZISMO È…”• “senso del noi” (nazionalismo esasperato• mentalità chiusa, ghettizzata• mancanza di mentalità critica• non avere il coraggio di mettersi in

discussione

1. “RAZZISMO È…”

• identità negata all’“altro”

• non vedere, non accettare i diritti dell'altro

1. “RAZZISMO È…”

• la pretesa di cambiare l’“altro”a nostra immagine e somiglianza

• la differenza negata• la differenza vista in luce negativa• sposare una sola idea

1. “RAZZISMO È…”

• aderire ciecamente ad una ideologia• incapacità di “vedere” tutte le

ipotesi• non essere in grado di dialogare

con l’“altro”• dire: “negro è bello”

1. “RAZZISMO È…”

• dire: “premesso che non sono razzista...”

• non riconoscere l’“altro” come ricchezza, come polo di scambio, di arricchimento personale e reciproco

1. “RAZZISMO È…”

• ... la paura stessa di passare per razzisti o di scoprire di esserlo!

2. I DIVERSI VOLTI DELLA “DIVERSITÀ”

2.1. L’“altro è…”

• lo straniero

• portatore di handicap

• l'extracomunitario

• il vecchio

2. I DIVERSI VOLTI DELLA “DIVERSITÀ”

2.1. L’“altro è…”

• il “pazzo”, lo “scemo del paese”, il malato mentale

• la donna

• l'ebreo

2. I DIVERSI VOLTI DELLA “DIVERSITÀ”

2.1. L’“altro è…”

• il nero e il nomade

• il meridionale

• l'omosessuale

• il drogato

2. I DIVERSI VOLTI DELLA “DIVERSITÀ”

2.1. L’“altro è…”

• il “barbaro” e/o il “primitivo”

• l'ateo

• il clericale

• l'anticlericale

3. LE DIVERSE STRADE CHE CONDUCONO AL RAZZISMO:

PREGIUDIZI, STEREOTIPI,

DISCRIMINAZIONE

3.1. IL PREGIUDIZIO

È il capofila di una serie di

atteggiamenti che conducono

inevitabilmente al rifiuto dell’“altro”

3.1. IL PREGIUDIZIO

Una possibile definizione:“un’immagine mentale con connotazioni affettive di segno negativo verso un gruppo o una persona esterna fondato sugli stereotipi o immagini che ognuno si fa nella propria mente, di persone e gruppi”

3.1. IL PREGIUDIZIO

I pregiudizi sono causati soprattutto dall’ignoranza e dalla disinformazione.

Il rimedio: produrre informazione giusta, unitamente a processi interattivi coeducativi

3.2. GLI STEREOTIPI

Lo stereotipo è il meccanismo sociale

di perpetuazione del pregiudizio.

3.2. GLI STEREOTIPI

Quando incontriamo una persona

“diversa” (per etnia, cultura, religione

…) è spontaneo il richiamo all’immagine

del membro tipico o del “prototipo” del

gruppo di appartenenza.

3.2. GLI STEREOTIPI

Una volta associata alla categoria di

riferimento si dà per scontato che

automaticamente tale persona possieda

parte o gran parte delle caratteristiche

tipiche del gruppo.

3.3. LA DISCRIMINAZIONE/ SEGREGAZIONE

Dagli stereotipi e dai pregiudizi nascono

le discriminazioni

3.4. L’ETNOCENTRISMO

Consiste nel mettere il proprio gruppo

etnico al centro di ogni interesse

3.5 L’INTOLLERANZA

Il suo contrario è la tolleranza. Il principio della tolleranza comporta il

diritto alla differenza: non si è autorizzati a bollare come errori le opinioni diverse dalle proprie solo

perché sono differenti.

3.6. L’IDEOLOGIA

Le contaminazioni ideologiche sono

presenti in ogni manifestazione del

comportamento umano.

Nazionalismo, antisemitismo,

cristianismo, marxismo, islamismo……

PROPOSTE EDUCATIVE:

• accoglienza

• empatia

• prosocialità/solidarietà/altruismo

• cultura/ignoranza

PROPOSTE EDUCATIVE:

• dialogo/incontro/scambi culturali

• pensiero flessibile/aperto/ anticonformista/ creativo

• reciprocità• …

Sardegna Le comunità rom, certo presenti fin da tempi remoti, si sono stanziate in

modo visibile in Sardegna come nella nostra città verso la seconda metà degli anni 80. In quel periodo infatti già vi era sentore della guerra che nei primi anni 90 avrebbe dilaniato la ex Iugoslavia. Sono giunti per tappe temporali differenti anche se ravvicinate ed in gruppi di diversa provenienza: serbi, cossovari, bosniaci. Le loro condizioni di vita nei relativi paesi erano differenti : i serbi avevano delle case di civile abitazione e molto spesso lavoravano con un buon livello di inserimento, le donne ad esempio erano ricercate come colf e brave nei lavori domestici, gli uomini nelle officine e nei lavori di manovalanza. I bosniaci erano nomadi,in inverno dimoravano in pianura dedicandosi alla cura dei cavalli, ai lavori artigiani della stagnatura e della riparazione degli ombrelli, in estate si recavano sui monti; le donne erano ricercate per la loro capacità di predire il futuro con la lettura della mano. Le condizioni di vita erano comunque difficili per tutti i gruppi a causa delle pesanti discriminazioni : ai bambini veniva negato l'accesso alla scuola, non venivano accolti negli ospedali, non avevano accesso ai farmaci. A questo si aggiunga che con le prime avvisaglie di guerra iniziarono vere e proprie persecuzioni nei loro confronti; inoltre le incursioni negli accampamenti dei bosniaci erano all'ordine del giorno ed erano particolarmente violente ( aggressioni armati di lame vanghe pietre e coltelli, inseguimento con camion fino all'uccisione per investimento, devastazione e incendi dei poveri campi).

Anche l'orientamento religioso è diverso nei due gruppi etnici : i serbi ed i cossovari sono cristiani ortodossi mentre i bosniaci, denominati xoraxhanè cioè seguaci del corano, non hanno in realtà niente che possa ricordare la cultura islamica e molto che riporta all'animismo. Essi hanno una visione magica della vita, della malattia e della morte e degli elementi della natura , anche se a volte, con la loro capacità di adattarsi alla religione del posto, manifestano culti e venerazioni tipicamente cristiane.

Sardegna Le due comunità sono dunque molto differenti sotto gli aspetti storici e culturali e lo sono

anche nelle abilità e nell'organizzazione sociale. Salta subito agli occhi di un attento visitatore la diversa concezione, gestione e rispetto dell'ambiente e degli spazi; le diverse modalità abitative. Entrambe le etnie sono costituite da un unico nucleo familiare primario (nonni) e dai loro discendenti maschi con le mogli ed i figli. Le donne si spostano seguendo il marito e vanno ad abitare nel nuovo campo. Il matrimonio, deciso dai genitori, avviene in giovanissima età ( anche 10 o 11 anni) specialmente tra gli ortodossi mentre tra i bosniaci avviene meno precocemente ed in modo più libero ( è prevista la fuga d'amore anche se nel rispetto di modalità tradizionali).Comunque l'elemento fondamentale su cui si basa tutta la società zingara è la famiglia. L'individuo da solo non ha alcun senso,ma è riconosciuto solo in base al suo ruolo all'interno del nucleo familiare. I figli sono sempre numerosi e sono considerati preziosi sia per il contributo al sostentamento che per la continuità etnicoculturale. I bambini sono sempre lasciati molto liberi, la femmine aiutano la madre nell'accudimento dei più piccoli, i maschi affiancano il padre nelle attività di gestione del campo e nelle arti della raccolta o lavorazione del ferro, nella sistemazione e costruzione dell'abitazione. Il legame parentale è molto importante anche per quanto riguarda la famiglia estesa, i rapporti continuano ad essere vitali al di là delle distanze e si mantengono attraverso matrimoni ed affari . Nel campo bosniaco non vi sono gerarchie, non vi è un portavoce per la comunità, un “capo”, ma vige un notevole individualismo anche perchè la vita è dura e ognuno si deve arrangiare per se. Quando ci è capitato di lasciare dei messaggi o degli aiuti per un fratello,un figlio, o per la mamma, ci siamo accorti che niente arrivava a destinazione: ogni cosa appartiene a chi la riceve nelle sue mani e non ad altri.

Tra gli ortodossi, almeno nel campo di Sassari, è invece previsto un portavoce o persona responsabile all'interno del campo. Naturalmente in altri contesti, anche all'interno degli stessi gruppi di provenienza, vi possono essere modalità organizzative diverse, per cui in un altro campo , pur se ortodosso, potrebbe non esservi un responsabile designato. In linea generale, comunque, nella società zingara il ruolo del capo può esservi in modo estemporaneo ma è generalmente mal sopportato.

Le attività economiche prevalenti :

Sardegna

Bosniaci raccolta materiale ferroso e rame raccolta beni di prima necessità elemosina ( vista come arte tradizionale e denominata manghèl, esercitata sopratutto da

donne e bambini ). Serbi

piccola imprenditoria nella lavorazione e vendita di fiori finti, tessuti, oggetti in rame. Raccolta e vendita di metalli vari elemosina e furto (ciurèl) inteso come abilità e conquista del territorio

Dopo questa breve presentazione di abitudini e costumi, altrettanto brevemente la dislocazione dei diversi gruppi nel territorio della nostra regione. La popolazione rom è costituita all'incirca da 1000 o 1500 persone dislocata nelle diverse province ( la stima numerica non è facile ).

Nella nostra provincia abbiamo il campo sosta di Porto Torres ( serbi/cossovari), Alghero ed Olbia (bosniaci) e Sassari (dove sono presenti entrambe le etnie con una popolazione pari a circa 120 persone). Tuttavia piccoli gruppi familiari sono dislocati anche in alcuni paesi dove hanno trovato alloggio in case di civile abitazione e non nei campi( Ossi, Torralba, ed altri).

Campi sosta a Cagliari,(Serbi e bosniaci), a Monserrato, a Carbonia dove risiedono in normali abitazioni.

Nella provincia di Oristano, San Nicolò di Arcidano, dove risiedono famiglie serbo/ortodosse alcune inserite in abitazioni del territorio.

Cagliari In relazione all'emergenza determinata

dalla chiusura del campo-sosta sulla S.S. 554 si è reso necessario un intervento di tipo emergenziale che da un lato, ha determinato la necessità di reperire una sistemazione alloggiativa per i 160 rom coinvolti, dei quali un elevatissimo numero è rappresentato da minori, (92) presenti al momento della chiusura; dall'altro la necessità di strutturare una serie di attività, per fasi, finalizzata a creare percorsi di inclusione per le famiglie Rom.

cagliari

inclusione abitativa: che prevedeva la ricerca sul mercato degli

alloggi necessari all'ospitalità dei nuclei familiari rimasti privi di dimora

e il supporto nelle operazioni burocratiche connesse all'alloggio, come la stipula dei contratti di locazione e dei contratti di fornitura di acqua ed energia e il pagamento dei canoni;

Cagliari

inclusione scolastica: attraverso attività di faciltazione e

di supporto psicopedagogico rispetto al contesto scolastico di riferimento;

Cagliari

formazione e sostegno all’attività lavorativa:

attraverso l'elaborazione di progetti individuali e familiari di inclusione sociale, da sottoporre all'approvazione del Servizio sociale professionale, che prevedano stabili forme di inserimento lavorativo;

Cagliari

educazione alla salute: percorsi di orientamento rispetto

alla cura e assistenza sanitaria, supporto all'accesso ai servizi territoriali e accompagnamento alla vaccinazione, in collaborazione col Sevizio “Igiene Pubblica” della Asl 8.

Cagliari

Cagliari

sostegno giuridico e attività antidiscriminazione:

supporto nei rapporti con le pubbliche autorità in riferimento alla delineazione dello status giuridico dei rom, creazione di una rete anti-discriminazione, mediazione linguistica e culturale atta a favorire il dialogo tra i rom e l'amministrazione comunale, le altre pubbliche autorità, nonché il tessuto sociale di riferimento.

Sassari Fine anni '80 . I primi nuclei si stanziano

nella Colonia IX maggio, poi a Scala di Giocca da dove si allontanano perché fatti oggetto di lanci di massi dai tornanti ed anche di colpi di arma da fuoco.

Fine anni '90 si trasferiscono a Baddimanna, Primo progetto Caritas Cucina un piccolo guardaroba Scuola la campagna di vaccinazioni elementi di igiene e cura del bambino

Sassari

1998 comune demolisce il campo di baddimanna

Dopo un inverno freddissimo, li inserisce alla Crucca (15 km centro abitato)

2005 campo Nomadi di Piandanna.

Sassari Container gelidi in inverno e surriscaldati in

modo invivibile d'estate; neanche il conforto di un albero che possa

dare riparo. Divieto di allestire abitazioni più appropriate

nel campo dei bosniaci Niente acqua, cattiva gestione ma anche, impianti fognari

mal realizzati si fanno strada l'alcoolismo, la malattia

mentale, l'insofferenza anche verso i propri fratelli,le risse, le violenze.

San Gavino Monreale

100 nomadi Campo nomadi senza acqua e luce 25 bambini che entrano a scuola

dopo varie peripezie Popolazione non li vuole Obiettivo sgombrare il campo di san

Nicolò d’Arcidano

Oristano

Non ci sono campi nomadi Le persone vivono in abitazioni

occupate e fatiscenti No acqua, no luce C’è un progetto per la

scolarizzazione dei bambini

Ales-terralba Due grandi insediamenti:San Gavino e

San Nicolo d’Arcidano San Nicolò campo organizzato San Gavino campo fuori dal paese senza

nessun servizio Il comune non ritiene opportuno, fare i

lavori perche ritiene di organizzare un progetto d’integrazione

Drammi alluvione Difficoltà di scolarizzazione minori

Olbia-Tempio Campo nomadi di Olbia Servizi decenti Il comune se ne occupa in maniera continua Buona la scolarizzazione Tempio accoglie molte persone degli

insediamenti di Porto Torres

Alghero

Campo nomadi fatiscente Niente servizi: né luce, né acqua,

né bagni… Pozzanghere, rifiuti, fango ovunque Decreto di sgomberonni da a Scolarizzati Da anni in Italia

Carbonia

Campo nomadi, 50 persone Campo non autorizzato, ma

tollerato Case in legno ben ordinate Acqua e luce Progetto di integrazione in civili

abitazioni

poesie

Il vento

D'estate il vento vuol dire tanta polvere nel campo senza alberi dove c'è solo la terra

D'inverno il vento fa tremare le baracche La notte i grandi vegliano i bambini dormono tranquilli nel vento che li scuote. Rajfo

poesie Preghiera dello zingaro.

Eccoci,o Dio,noi siamo i tuoi figli. Non guardare il colore del fumo sul nostro nostro viso Se Tu guardi al nostro cuore Non si spegnerà la luce dell'anima. Stai con noi Dio degli zingari Stai con noi quando siamo nelle strade Stai con noi quando siamo fuori dalle chiese Vieni con noi Signore del vento Vieni nelle baracche del campo Vieni con noi fuori dalla città Insegnaci a sopportare le difficoltà Allontana da noi ogni male e ogni malattia Perdona,Signore,perdona Perdona tutti i nostri errori E aiuta ogni uomo che ti chiama dalla terra.

Graduatoria Romani’ BENEFICIARIO PUNTEGGIO IMPORTO NOTE COMUNE DI ALGHERO € 138.150,00 COMUNE DI OLBIA € 121.000,00 COMUNE DI SASSARI € 138.800,00 COMUNE DI P. TORRES € 94.698,00 COMUNE DI S. GAVINO € 104.650,00 FOND. ANNA RUGGIU € 89.400,00 ENAIP (nostro prot. n. 14480/2013) € 53.200,00 ENAIP (nostro prot. n. 14481/2013) € 53.200,00 ENAIP (nostro prot. n. 14482/2013) € 60.000,00

ROMANI’promosso da

ASSESSORATO DELL’IGIENE E SANITA E DELL’ASSISTENZA SOCIALE – Regione Sardegna

Direzione Generale delle Politiche SocialiServizio attuazione politiche sociali comunitarie, nazionali e

regionali

POR SARDEGNA FSE 2007-2013ASSE III – INCLUSIONE SOCIALE

Linea di attività g.5.2

realizzazione di Progetti per l’accesso alla formazione,

all’occupazione e ai servizi essenziali di Rom e Sinti presenti in Sardegna

FINALITÀ

1. lavoro come strategia centraleper una politica di inclusioneSociale

2. lavoro valore essenziale epropedeutico capace dicontrastare ogni atteggiamentopregiudizievole nei confrontidelle etnie Romanì

OBIETTIVI

1. valorizzazione di competenze,possibilità e aspirazioni delsingolo

2. percorsi di inserimentolavorativo

3. formazione professionale idoneae adeguata

4. Accompagnamento educativo

Il PROGETTOcapofila Comune di SassariSettore Politiche sociali

1. Percorsi individuali di formazioneprofessionalizzante mirata all’acquisizione dicompetenze di base trasversali e competenzespecifiche nel settore dell’agricoltura e floricoltura(COSPES Salesiani Sardegna) per 10 persone dietnia ROM (5 maschi e 5 femmine)

2. percorsi di inserimento lavorativo in CooperativeSociali del territorio attraverso tirocini formativi(Aziende)

3. Accompagnamento educativo (Coop sociale GaiaScienza)

4. Accompagnamento e supporto sociale (Caritasdiocesana Sassari)