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Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera. Edizioni L’Informatore Agrario www.informatoreagrario.it

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Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera.

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nali) e dall’interazione tra il soggetto e la varietà. Tutti questi fattori condizionano le risposte vegeto-produttive degli alberi, la qualità delle produzioni ottenute e l’ef-fi cienza del sistema.

In tabella 1 viene riportata la Lista dei portainnesti consigliati, promettenti e non consigliati per le aree italiane, licen-ziati dal progetto «Liste di orientamen-to varietale dei fruttiferi - Sottoprogetto portainnesti».

Per basse e medie densità

La scelta del portinnesto è stata per lungo tempo legata a un concetto di ce-rasicoltura di tipo semi-intensivo, ta-lora marginale, non necessariamente irrigua, con densità di impianto basse (< 400 alberi/ha) o medie (400-500 albe-ri/ha), forme di allevamento in volume

Nuovi impianti di ciliegio,le regole da seguire

di Stefano Lugli

C on una superficie di quasi 30.000 ha e una produzione complessiva di circa 135.000 t il ciliegio è una tra le princi-

pali colture arboree nazionali. La dislo-cazione delle superfi ci è concentrata per il 78% nella aree meridionali (23.143 ha) e per il 18% in quelle settentrionali (5.431 ha). Il restante 4% si trova per buona parte in Lazio (circa 930 ha).

La principale regione produttrice al Sud è la Puglia, soprattutto nella pro-vincia di Bari, invece al Nord troviamo Veneto, Emilia Romagna e Trentino-Alto Adige (vedi approfondimento a pag 36).

Scegliere il corretto portainnesto

La scelta del portinnesto più idoneo per la realizzazione di ceraseti specializ-zati è fortemente condizionata dall’am-biente di coltivazione (clima e terreno), dai sistemi di impianto adottati (densità di piantagione), dalle tecniche colturali (gestione suolo, apporti idrici e nutrizio-

SCEGLIERE IL CORRETTO SISTEMA D’IMPIANTO E LA GIUSTA FORMA DI ALLEVAMENTO●

Portinnesti ad ampia adattabilità ai diversi terreni, media densità di impianto (500-800 piante/ha) e forme di allevamentoche permettono di gestire per lo più da terrala pianta: questi i punti cardine da seguireper i nuovi ceraseti

(vaso) o in parete (palmetta e bandiera), sviluppo delle chioma degli alberi in al-tezza e raccolta con scale o carri a piat-taforme laterali.

In queste situazioni la scelta del por-tinnesto, indipendente dalla varietà, è sempre ricaduta verso portinnesti vigo-rosi, caratterizzati da elevata rusticità con buon adattamento a condizioni pe-doclimatiche anche precarie e dunque con una certa tolleranza a stress abioti-ci, basse percentuali di mortalità e lun-ga longevità degli impianti. Così si sono sempre scelti portinnesti di tipo tradi-zionale:

il magaleppo (Prunus mahaleb) da se-me e il suo clone SL 64 per le aree me-ridionali, ma anche nelle colline venete, anche non irrigue;

il franco (Prunus avium) per gli areali più fertili e i terreni vergini;

TABELLA 1 - Lista dei portinnesti consigliati, promettentie non consigliati per il ciliegio (2010)

Consigliati Promettenti Non consigliati

VigorosiColt, Franco, Magaleppo, SL 64, MaxMa Delbard® 60 Broksec, Weiroot 10, Weiroot 13

Adara, Avima® Argot

Mazzard F12/1, MaxMa Delbard® 97 Brokgrowe

SeminanizzantiCAB 6P, MaxMa Delbard® 14, Brokforest, Ceravium® PHL A, Pi-Ku 1

Gisela® 7, Gisela® 12, Victor Camil® GM79

Nanizzanti

Gisela® 5, Gisela® 6 Gisela® 3, PHL-CWeiroot 158

Damil® GM 61, Gisela® 1, Gisela® 4, Inmil® GM 9, Tabel® Edabriz, Weiroot 72

In rosso sono riportati i portinnesti inseriti ex-novo nella Lista dei portinnesti consigliati nell’ultima edizione delle Liste di orientamento del Mipaaf (2010). In Internet (vedi indirizzo in fondo all’articolo) si riporta la descrizione completa di questi nuovi portinnesti (Lugli e Bassi, 2010).

Il vaso multiasse consente di eseguire le operazioni colturali da terra

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l’ibrido Colt (Prunus avium × Prunus pseudocerasus) per i terreni fertili e irri-gui delle zone di pianura o media collina già coltivate a ciliegio;

i cloni CAB 6P e CAB 11E (Prunus ce-rasus) per i territori caratterizzati da ter-reni più o meno pesanti purché irrigui.

Più recentemente, un nuovo sogget-to ibrido clonale, il MaxMa 14 (Prunus mahaleb × Prunus avium) è stato pro-posto come portinnesto ad ampia adat-tabilità per impianti semi-intensivi di ciliegio.

Per densità medio-alte e alte

In questi ultimi anni l’attività di ricerca e sperimentazione ha permesso l’indivi-duazione e la costituzione di portinnesti semi-nanizzanti e nanizzanti (es. serie Gisela e Piku) idonei a vari ambienti di coltivazione.

Ciò ha consentito un’evoluzione dei sistemi di coltivazione del ciliegio ver-so densità di impianto medio-alte (600-800 alberi/ha), alte (800-1.200 alberi/ha) e proprio ultimamente molto alte (> 5.000 alberi/ha), con incremento delle rese pro-duttive ettariali e riduzione della taglia degli alberi verso altezze conciliabili con una gestione della pianta quanto più pos-sibile da terra e dunque orientata a una riduzione dei costi colturali (raccolta e potatura).

La fruttifi cazione con la forma di allevamento ad asse colonnare è già molto elevata alla seconda foglia (nella foto su cultivar Ferrovia)

Quali sistemi di impianto

La coltivazione del ciliegio è stata tradi-zionalmente legata fi no a un recente pas-sato a frutteti estensivi o semi-intensivi, spesso promiscui, in cui le piante veni-vano considerate come una serie di ele-menti isolati.

Nei moderni impianti, specie quelli volti all’alta densità, si aff erma invece il concetto di albero inteso come por-

zione costitutiva di un fi lare produtti-vo continuo.

S’intende cioè realizzare una «parete fruttifera», all’interno della quale, in fase adulta, non sono più presenti soluzioni di continuità. Gli interventi di potatura mi-rano a eliminare le diff ormità di struttu-ra delle piante e a garantire l’equilibrato sviluppo delle ramifi cazioni e il loro pe-riodico rinnovo. Questo previene il ra-pido invecchiamento delle formazioni

Le principali aree di coltivazione del ciliegio in Italia si diff erenziano, tal-volta nettamente, per le caratteristiche degli impianti.

TRENTINO-ALTO ADIGE

Livello di specializzazione: da me-dio a elevato.Densità di impianto: alta (800-1.200 alberi/ha).Portinnesti: Gisela 5.Forma di allevamento: fuso e fusetto.Varietà: Kordia e Regina.Zone di coltivazione: collinari e mon-tane.Periodo di raccolta: da fi ne giugno a metà agosto.

VENETO

Livello di specializzazione: medio.Densità di impianto: bassa (inferio-re ai 500 alberi/ha) o media (da 500 a 800 alberi/ha).Portinnesti: Franco, SL 64.Forma di allevamento: vaso.Varietà: Burlat, Giorgia, Mora di Caz-zano, Ferrovia, Sweet Hearth.Zone di coltivazione: collina e mon-tagna.Periodo di raccolta: da metà maggio a metà luglio.

EMILIA-ROMAGNA

Livello di specializzazione: da me-dio a elevato.Densità di impianto: bassa (inferio-re ai 500 alberi/ha) o media (da 500 a 800 alberi/ha).Portinnesti: Colt, CAB 6P, Gisela 6.Forma di allevamento: palmetta e bandiera.Varietà: Early Bigi, Burlat, Celeste, Grace Star, Giorgia, Durone di Vigno-la, Ferrovia, Lapins, Sweet Heart.Zone di coltivazione: pianura.Periodo di raccolta: da fi ne maggio a inizio luglio.

PUGLIA

Livello di specializzazione: da me-dio a elevato.Densità di impianto: da medio a me-dio-bassa (da 500 a 800 alberi/ha).Portinnesti: Prunus mahaleb.Forma di allevamento: vaso classico e vasetto basso catalano.Varietà: Ferrovia, Giorgia, Burlat.Zone di coltivazione: pianura.Periodo di raccolta: da metà maggio a fi ne giugno.

APPROFONDIMENTO

Aree del ciliegio

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TABELLA 2 - Modelli di impianto e combinazioni tra densità d’impianto e fertilità della varietà

Forma di allevamento Distanze (m) Portinnesti

Caratteristiche dell’impianto in base alla fertilità della varietà

bassa media alta

Densità bassa (fi no a 500 alberi/ha)

Vaso tradizionale 6-5,5 × 4-5

vigorosi

Lenta messa a frutto. Produttività incostante.

Diffi cile controllo vegeto-produttivo. Buona qualità. Soluzione non ottimale

Messa a frutto intermedia. Produttività buona o elevata.

Discreto controllo vegeto-produttivo. Ottima qualità. Buona soluzione su terreni di media fertilità anche non

irrigui

Messa a frutto medio-precoce. Produttività

elevata. Facile controllo vegeto-produttivo. Ottima qualità. Soluzione ottimale

anche su terreni a media fertilità e non irrigui

Palmetta 5,5-5 × 4-5

Bandiera 5,5-5 × 3,5-4,5

Densità media (da 500 a 800 alberi/ha)

Vasetto basso 5-5,5 × 4,5-3,5

vigorosie

seminanizzanti

Messa a frutto intermedia. Produttività buona.

Diffi cile controllo vegeto-produttivo. Buona qualità. Soluzione non ottimale

Messa a frutto medio precoce. Produttività buona o elevata.

Facile controllo vegeto-produttivo. Ottima qualità.

Soluzione ottimale anche su terreni meno fertili e irrigui

Messa a frutto precoce. Produttività elevata. Facile

controllo vegeto-produttivo. Ottima qualità. Soluzione

ottimale su terreni a media fertilità purché irrigui

Vaso multiasse 5-5,5 × 4,5-3,5

Palmetta 5-5,5 × 4,5-3,5

Bandiera 5-5,5 × 4-3,5

Densità alta (da 800 a 1.200 alberi/ha)

Vasetto basso 4,5-5 × 4-3

seminanizzanti e nanizzanti

Precoce messa a frutto. Produttività buona o

elevata. Facile controllo vegeto-produttivo. Buona qualità. Soluzione ottimale

Messa a frutto precoce. Produttività elevata. Facile

controllo vegeto-produttivo. Ottima qualità. Soluzione ottimale su terreni fertili e

irrigui

Messa a frutto molto precoce. Produttività

elevata. Controllo vegeto-produttivo impegnativo. Buona o ottima qualità. Soluzione ottimale su terreni fertili e irrigui

Fusetto 4,5-5 × 3,5-2,5

Solaxe 4,5-5 × 3,5-2,5

Densità altissima (oltre 1.200 alberi/ha)

Fusetto 4-3,5 × 2,5-1,5

nanizzanti

Precoce messa a frutto. Produttività elevata.

Facile controllo vegeto-produttivo. Buona qualità.

Soluzione ottimale su terreni fertili e irrigui

Messa a frutto molto precoce. Produttività

elevata. Controllo vegeto-produttivo impegnativo.

Buona qualità. Buona soluzione solo su terreni

fertili e irrigui

Messa a frutto precocissima. Produttività elevata. Diffi cile

controllo vegetativo. Infl uenza negativa sulla qualità. Soluzione non

ottimale anche su terreni fertili e irrigui

Forma a V 4-3,5 × 1,5-0,5-0,3

Asse colonnare 4-3,5 × 1,5-0,5

Nuovi portinnesti vigorosi

Weiroot 10

MaxMa Delbard® 60 Broksec*

Weiroot 13

Soggetto clonale, vigoroso e rustico, interessante come possibile alternativa al maga-leppo e al franco in situazioni meno favorevoli sia del suolo sia della gestione colturale. Portinnesto idoneo a cera-seti specializzati con densità di impianto basse o medio-basse (300-400 alberi/ha).

Portinnesto semivigoroso in-teressante per la sua elevata adattabilità e rusticità a diffe-renti condizioni pedoclimati-che anche non ottimali per la costituzione di impianti spe-cializzati di media o medio-alta densità (500-800 alberi/ha). Interessante alternativa ai tradizionali portinnesti vigo-rosi, specie su terreni pesanti, per le migliori performance produttive e le positive in-fl uenze sulla qualità dei frutti.

Portinnesto vigoroso interes-sante per la sua elevata adat-tabilità e rusticità a differenti condizioni pedoclimatiche anche non ottimali per la co-stituzione di impianti specia-lizzati di media densità (500 alberi/ha) che non necessita-no di sostegni. Interessante alternativa ai tradizionali por-tinnesti vigorosi per le miglio-ri performance produttive e qualitative dei frutti.

fruttifere e la perdita di vegetazione della zona centrale-basale della chioma, fre-quente causa, nel tempo, dello sposta-mento verso l’alto della fascia produttiva del ceraseto. L’attuale indirizzo generale per i nuovi ceraseti ricade su medie den-sità di impianto (da 500 a 800 piante/ha) dove si utilizzano portinnesti vigorosi e forme di allevamento in volume, come il vasetto basso catalano, il vaso multiasse, o forme in parete come la palmetta e la bandiera (tabella 2).

La giusta formadi allevamento

Le forme di allevamento e le tecniche di potatura adottate per il ciliegio han-no subìto nel tempo profonde modifi che, adattandosi con notevole plasticità alle diverse esigenze della cerasicoltura e alle condizioni tecniche e socio-economiche delle diverse aree produttive.

I trend attuali vanno verso tipologie di strutture e più in generale verso sistemi di impianto tendenti ad agevolare quan-to più possibile l’esecuzione delle opera-

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zioni colturali, in primo luogo la raccol-ta. La plasticità del ciliegio si può verifi -care considerando le diverse soluzioni di impianto proposte per il ciliegio, alquan-to diversifi cate e applicabili alle diff erenti condizioni aziendali e operative.

Tenuto conto della dimensione del-l’azienda, del grado di meccanizzazione, della disponibilità di manodopera e della destinazione fi nale del prodotto, la scelta può ricadere sulle seguenti forme:

Forme appiattite, dove la chioma ha uno spessore limitato ed è sviluppata se-condo un piano verticale (parete con-tinua). In queste forme la raccolta vie-ne normalmente effettuata mediante

l’impiego di carri a piattaforme latera-li. Rientrano tra queste forme la palmet-ta e la bandiera (bassa e media densità).

Forme in volume, dove la chioma è me-no sviluppata in altezza che in spessore e larghezza. Si cerca qui una forma in grado di fruttifi care il più vicino possibile a terra, compatibilmente con le esigenze degli in-terventi tecnici da eff ettuare sotto chioma. La raccolta viene eff ettuata per lo più da terra o con l’utilizzo di piccole scale. Rien-trano tra queste forme il vaso e il vasetto catalano o vaso basso a branche multiple e sue varianti (bassa e media densità).

Forme ibride, inizialmente concepite come in volume, ma in grado di costituire

pareti fruttifi canti continue, dove quindi la pianta è più libera di crescere in altez-za. In base alla vigoria del portinnesto, la raccolta viene eseguita in parte da terra o con l’utilizzo di piccole scale oppure su carri a piattaforme laterali. Rientrano tra queste forme il fuso libero, il fusetto e l’al-levamento a «solaxe» (alta densità).

Altre forme di allevamento adatte a impianti intensivi ad alta o altissima den-sità di piantagione, con portinnesti naniz-zanti in grado di creare pareti fruttifere gestibili completamente da terra (frutteti pedonali). Rientrano in questa tipologia le forme a parete singola, come l’asse cen-trale o cordone, e le forme a doppia pare-te inclinata, come l’Y trasversale (Tatura trellis) e il V trasversale.

Verso l’alta densitàdi impianto

L’attuale tendenza nella moderna ce-rasicoltura degli areali del Nord Italia è quella di concepire un modello d’im-pianto a densità alte (da 1.000 a 1.500 al-beri/ha) o altissime (da 2.500 a 5.000 al-beri/ha), che sia in grado di coniugare qualità, quantità e standardizzazione del prodotto nell’ottica di una gestione quan-to più economica e competitiva del cera-seto (Lugli e Musacchi, 2010).

Comunque, occorre fare attenzione af-fi nché i vantaggi immediati off erti dall’ap-plicazione di densità di piantagione più al-te non facciano passare in secondo piano i possibili rischi a cui il ceraseto potrà an-dare incontro più tardi negli anni.

Il vaso catalano (forma di allevamento in volume) viene utilizzato specialmente nelle aree del Meridione

La palmetta è la classica forma di allevamento appiattita, dove la chioma ha uno spessore limitato

Nuovi portinnesti seminanizzanti

Pi-Ku 1

Ceravium® PHL A

Oggetto semi-nanizzante in-teressante per la precocità di messa a frutto e la buona e costante produttività. Ideale per ceraseti specializzati a densità di impianto medio-alte o alte in terreni profondi, freschi e irrigui.

Portinnesto interessante per la sua elevata adattabilità e rusticità a differenti condi-zioni pedoclimatiche, anche non ottimali per la costitu-zione di impianti specializzati ad alta densità (1.000 alberi/ha). Di vigore leggermente più contenuto del Gisela 6, appare forse più rustico e particolarmente effi ciente e produttivo.

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Vantaggi

L’applicazione dei criteri e delle tecni-che di conduzione per l’alta (HDP - high density planting) e l’altissima (VHDP - very high density planting) densità di impianto consente:

riduzione della taglia degli alberi;riduzione del periodo improduttivo

del ceraseto;aumento delle rese produttive unitarie;incremento del livello qualitativo ge-

nerale delle produzioni;

●●

●●

migliore governabilità delle piante da terra;

maggiore razionalità d’impiego dei prodotti fi tosanitari e delle concima-zioni;

maggiore efficienza d’impiego delle macchine irroratrici e dei cantieri di la-voro;

contenimento dei costi di manodope-ra complessivi (potatura e, soprattutto, raccolta);

riduzione del periodo degli ammor-tamenti;

ottimizzazione dell’impiego dei mez-zi tecnici;

riduzione dei costi colturali.

Rischi

Per contro, è necessario sottolineare al-cuni elementi di rischio e taluni potenziali limiti di questi modelli (HDP e VHDP), in gran parte legati a ragioni economiche e anche tecniche, qualora la gestione del ceraseto non venga eseguita in modo ot-timale. Sulla base delle nostre esperien-ze, i principali limiti del sistema sono così riassumibili:

aumento degli investimenti iniziali ri-spetto ad altri modelli di impianto;

maggiore difficoltà a conservare nel tempo un’elevata effi cienza del ceraseto;

maggiore attenzione per mantenere nel tempo un’elevata qualità delle ciliegie;

inevitabile riduzione della longevità del ceraseto.

Stefano LugliDipartimento di colture arboree

Università di Bologna

La forma di allevamento ad asse colonnare permette di raggiungere elevate densità di impianto (oltre 5.000 alberi/ha)

Per commenti all’articolo, chiarimentio suggerimenti scrivete a:[email protected]

Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografi a: www.informatoreagrario.it/rdLia/11ia21_5772_web

Il prossimo Conve-gno nazionale del ci-liegio si terrà dall’8 al

10 giugno a Vignola (Modena), patria delle ciliegie italiane. Incontro a cui non si può mancare, dove si sono dati appuntamento i cerasicoltori italiani e i maggiori esperti nazionali e internazionali. Durante la tre giorni organizzata dal Dipartimento colture arboree dell’Università di Bologna verranno illustrate le principali innovazioni di prodotto e di processo per una cerasicoltura di qualità. Nelle dieci sessioni orali previste, infatti, si presenteranno le nuove tipologie di impianto, le innovazioni varieta-li, le problematiche fi tosanitarie e molto altro. Gli intervenuti avranno anche la possibilità di visitare alcune realtà cerasicole del Nord Italia e partecipare a due workshop su coperture e calibratrici.

Per il programma completo e ulteriori approfondimenti:www.informatoreagrario.it/eventi/2011_ciliegiooppure www.ciliegio.unibo.it •

Convegno nazionale del ciliegio

8-10 GIUGNO 2011, ROCCA DI VIGNOLA (MO)

Nuovi portinnesti nanizzanti

Gisela® 5

Portinnesto interessante in con-dizioni pedoclimatiche e di tec-niche colturali ottimali se impie-gato con varietà autosterili per impianti ad alta densità (1.000-1.666 alberi/ha). Si stanno pure sperimentando impianti con altissima densità di piantagione (5.000 alberi/ha). La presenza di fattori che favoriscono stress di vario genere (terreni, tecniche colturali e irrigazione non otti-mali) favoriscono un eccessivo carico produttivo con ridotta pezzatura dei frutti e rapido in-vecchiamento dell’albero.

Gisela® 6

Portinnesto interessante per la sua elevata adattabilità a diffe-renti condizioni pedoclimatiche anche non ottimali per la costi-tuzione di impianti specializzati ad alta densità (1.000 alberi/ha). Impiegabile anche con varietà autofertili, ma in questo caso necessita di maggiori cure col-turali e ambienti pedoclimatici ottimali, al fi ne di mantenere sempre elevate le caratteristi-che qualitative dei frutti.

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Nuovi impianti di ciliegio: le regole da seguire

Articolo pubblicAto su l’informAtore AgrArio n. 21/2011 A pAg. 35•

Descrizione dei nuovi portinnesti consigliati

Portinnesti vigorosi

MaxMa Delbard® 60 Broksec*Origine. Selezione clonale nell’ambito di una popolazione di Prunus mahaleb libera-mente impollinata. Probabile ibrido di Pru-nus mahaleb × Prunus avium. Inizialmen-te selezionato come MM 60 negli anni 60 da Lyle Brooks a Forest Grove in Oregon, Usa. Diffuso commercialmente nel 1993. Delbard® è un marchio commerciale regi-strato a livello internazionale.Caratteristiche intrinseche. Sog-getto dotato di una buona attitudine rizo-gena. Si moltiplica bene per micropropa-gazione. In vivaio il vigore iniziale è simile o superiore a SL 64. Fornisce elevate per-centuali di attecchimento con innesti estivi (a T e chip budding), invernali (triangolo e spacco) e primaverili (T e chip budding vegetante). Con soggetti e marze di cali-bro uniforme fornisce buone percentuali

di attecchimento e buone risposte in vivaio anche con innesti a banco. Non presenta ingrossamenti al punto di innesto. Il perio-do ideale di innesto per innesti a gemma è estivo-precoce. L’apparato radicale è ben sviluppato in ampiezza e profondità, con grosse radici con folto cappillizio. Attività pollonifera nulla. Ottimo l’ancoraggio.Adattabilità all’ambiente. Si adat-ta bene a un’ampia gamma di tipi di suolo, compresi quelli tendenzialmente pesanti e quelli scheletrici. Risulta resistente a terre-ni calcarei e a situazioni di scarsa dispo-nibilità idrica. Mediamente adatto anche in suoli caratterizzati da scarsa fertilità. Risulta resistente al marciume del colletto da Phytophthora cactorum e abbastanza tollerante al cancro batterico da Pseudo-monas spp. Caratteristiche indotte alle cul-tivar. L’affinità di innesto è risultata buo-na con le principali varietà di ciliegio dolce saggiate. La vigoria indotta è elevata, supe-riore (+10-20%) rispetto al franco (Prunus avium). La messa a frutto è simile a quella del franco, mentre la produttività risulta superiore; scarsa l’efficienza produttiva, specie nei primi anni di fruttificazione. La qualità dei frutti risulta ottima. Giudizio d’insieme. Soggetto clo-nale, vigoroso e rustico, interessante co-me possibile alternativa al magaleppo e al franco in situazioni meno favorevoli sia del suolo sia della gestione colturale. Por-tinnesto idoneo a ceraseti specializzati con densità di impianto basse o medio-basse (300-400 alberi/ha).

Weiroot 10

Origine. Deriva da una selezione clona-le condotta su una popolazione da seme di Prunus cerasus. Selezionato dall’Universi-tà di Freising-Weihenstephan in Baviera (Germania). Libero da vincoli brevettali. Caratteristiche intrinseche. L’at-titudine rizogena è elevata. Si moltiplica in vitro (micropropagazione). L’apparato radicale è piuttosto superficiale e di tipo fascicolato. Presenta un’attività pollonifera media o alta. L’ancoraggio è ottimo e non necessita di sostegni. Adattabilità all’ambiente. Portin-

nesto di elevato vigore leggermente infe-riore al franco da seme; piuttosto rusti-co e ben adattabile a differenti condizioni pedoclimatiche, risulta poco esigente dal punto di vista idrico e nutrizionale. Può essere impiegato in differenti suoli, anche di fertilità medio-scarsa. Sopporta bene i terreni pesanti. Come altri soggetti del-la stessa classe di vigoria, si avvantaggia dell’irrigazione. Caratteristiche indotte alle cul-tivar. L’affinità d’innesto è buona con le principali varietà. Riduce la vigoria del 10-20% rispetto al franco, è molto simile per sviluppo al CAB 6P. Rispetto a que-st’ultimo, risulta più rapido nella messa a frutto e più produttivo. Ottima la quali-tà dei frutti ottenuta con questo soggetto. Una buona tecnica colturale e un’adegua-ta potatura in allevamento possono essere di aiuto per anticipare la messa a frutto e conferire uno sviluppo relativamente con-tenuto dell’albero. Giudizio di insieme. Portinnesto se-mivigoroso interessante per la sua elevata adattabilità e rusticità a differenti condi-zioni pedoclimatiche anche non ottimali per la costituzione di impianti specializ-zati di media o medio-alta densità (500-800 alberi/ha). Interessante alternativa ai tradizionali portinnesti vigorosi, specie su MaxMa Delbard® 60 Broksec*

Weiroot 10

sPeciale ciliegio

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terreni pesanti, per le migliori performan-ce produttive e le positive influenze sulla qualità dei frutti.

Weiroot 13

Origine. Selezione clonale ottenuta nel-l’ambito di una popolazione di Prunus ce-rasus selezionato dall’Università di Frei-sing-Weihenstephan in Baviera (Germa-nia). Libero da vincoli brevettali. Caratteristiche intrinseche. L’at-titudine rizogena è buona. Si propaga nor-malmente in vitro. L’apparato radicale è di tipo superficiale e fascicolato. Presen-ta un’elevata attività pollonifera. Induce alla cultivar un habitus assurgente. L’an-coraggio è soddisfacente e non necessita di sostegni. Adattabilità all’ambiente. Por-tinnesto di elevato vigore, paragonabile a quello del Maxma 14, è adattabile a diffe-renti condizioni pedoclimatiche, poco esi-gente e piuttosto rustico. Può essere impie-gato con differenti suoli, anche di medio-scarsa fertilità, sciolti e ricchi di scheletro. Sopporta anche terreni pesanti. Parimenti a portinnesti di simile o maggior vigore si avvantaggia dell’irrigazione, ma è in grado di sopportare momentanei stress idrici. Caratteristiche indotte alle cul-tivar. L’affinità d’innesto è buona con le principali cultivar. Presenta un comporta-mento molto omogeneo al variare dell’am-biente di coltivazione, dimostrando un’ot-tima adattabilità ambientale pedoclimatica e al variare delle tecniche di coltivazione. Presenta una vigoria pari al 75% di quel-la del franco, molto simile per sviluppo al Maxma 14, ma più rapido nella messa a frutto, più produttivo ed efficiente. Inoltre ha mostrato sempre un’ottima pezzatura

dei frutti superiore a quella del franco e del Maxma 14. È favorito da una buona tecni-ca colturale e da un’adeguata potatura per favorire una rapida messa a frutto e uno sviluppo contenuto dell’albero, quali gli altri portinnesti di vigore elevato. Giudizio di insieme. Portinnesto vi-goroso interessante per la sua elevata adat-tabilità e rusticità a differenti condizioni pedoclimatiche anche non ottimali per la costituzione di impianti specializzati di media densità (500 alberi/ha) che non ne-cessitano di sostegni. Interessante alter-nativa ai tradizionali portinnesti vigorosi per le migliori performance produttive e qualitative dei frutti.

Portinnesti seminanizzanti

Ceravium® PHL AOrigine. Deriva da una selezione con-dotta negli anni 60 presso la stazione spe-rimentale RBIP Holouvosy di Horice (Repubblica Ceca) su una popolazione di semenzali ottenuti dall’incrocio tra un ge-notipo locale di Prunus avium di ridotte dimensioni e il Prunus cerasus cv. Shat-tenmorelle. Diffuso commercialmente nel 2002 Ceravium® è un marchio commercia-le di proprietà della società francese Star Fruits.Caratteristiche intrinseche. Sog-getto dotato di una discreta attitudine ri-zogena. Si moltiplica bene per micropro-pagazione e per talea semilegnosa. In vi-vaio presenta uno sviluppo medio-elevato. Fornisce elevate percentuali di attecchi-mento soprattutto con innesti estivi (a T e chip budding).Adattabilità all’ambiente. Neces-sita di terreni fertili, profondi e irrigui. Si adatta a condizioni strutturali di suolo an-che diverse, tollerando sufficientemente bene l’asfissia radicale e moderati tenori di calcare attivo. Non adatto a terreni sic-citosi. Poco sensibile al tumore radicale (Agrobacterium tumefaciens) e al cancro batterico (Pseudomonas syringae). Suscet-tibilità medio-bassa al marciume radicale fibroso (Armillaria mellea), al marciume del colletto (Phytophthora cactorum), a ver-ticillosi (Verticillium dahliae) e al marciu-me radicale lanoso (Rosellinia necatrix). Mediamente sensibile a cilindrosporiosi (Blumeriella jaapii). L’apparato radicale è di tipo espanso e mediamente profondo. Attività pollonifera da media a scarsa. De-bole ancoraggio, necessita di tutori.Caratteristiche indotte alle cul-tivar. In generale l’affinità di innesto è ri-sultata buona con numerose varietà (Bur-

lat, Kordia, Lapins, Sam, Techlovan, Regi-na, Vanda). La vigoria indotta può variare dal 60 al 70% rispetto al franco (Prunus avium). Le epoche di fioritura e di matu-razione risultano leggermente anticipate rispetto al franco. Induce una messa a frut-to precoce e buoni livelli di fruttificazione. Ottima l’efficienza produttiva. La qualità dei frutti non risulta penalizzata rispetto al franco. Soggetto idoneo a ceraseti specia-lizzati su terreni fertili e irrigui con densità di impianto medio-alte (600-800 alberi/ha) o alte (1.000 alberi/ha).Giudizio d’insieme. Oggetto semi-nanizzante interessante per la precocità di messa a frutto e la buona e costante pro-duttività. Ideale per ceraseti specializzati a densità di impianto medio-alte o alte in terreni profondi, freschi e irrigui.

Pi-Ku 1

Origine. Incrocio tra l’ibrido di Pru-nus avium e l’ibrido Prunus canescens × Prunus tormentosa selezionato a Dresden Pillnitz (Germania). Brevetto Ue n. 10246 del 2002. Titolare Consortium Deutscher Baumschulen GmdH, Germania.Caratteristiche intrinseche. L’atti-tudine rizogena è discreta. Si propaga con la micropropagazione e per talea legno-sa. L’apparato radicale è di tipo fascicolato espanso, mediamente profondo. L’attività pollonifera è pressoché assente. Induce alla cultivar un habitus espanso e favorisce un angolo di inserzione aperto delle branche. L’ancoraggio è soddisfacente ma necessi-ta di sostegni. Adattabilità all’ambiente. Adatta-bile a differenti condizioni pedoclimatiche, simile o forse addirittura migliore rispet-to al Gisela 6 e molto meno esigente e più Weiroot 13

Ceravium® PHL A

sPeciale ciliegio

© 2011 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l.

Page 9: Edizioni L’Informatore Agrario · l’ibrido Colt (Prunus avium × Prunus pseudocerasus) per i terreni fertili e irri- gui delle zone di pianura o media collina già coltivate a

rustico del Gisela 5. Può essere impiegato con differenti suoli, anche di media ferti-lità, sciolti e ricchi di scheletro e si adatta in ambienti caldi di pianura e a latitudini più meridionali. Necessita dell’irrigazio-ne, anche se è in grado di sopportare mo-mentanei stress idrici senza penalizzare la pezzatura dei frutti. Poco sensibile alle malattie fungine e batteriche dell’appara-to radicale, risulta tollerante a Cytospora spp. e poco suscettibile alle basse tempe-rature invernali.Caratteristiche indotte alle culti-var. L’affinità d’innesto è buona (ottima?) con le principali cultivar. Lo sviluppo del portinnesto è molto minore rispetto a quel-lo del nesto, senza evidenziare situazioni di disaffinità, ancorché parziale. Presen-ta una certa variabilità dell’accrescimen-to vegetativo in relazione all’ambiente di coltivazione: la vigoria può variare tra il 40 e il 60% rispetto al franco, ma in alcuni ambienti freschi di montagna lo sviluppo può essere di poco inferiore. In genere rispetto al Gisela 6 ha una vigo-ria più contenuta del 30% in piano che si dimezza in quota. Induce una messa a frutto precoce ed è molto produttivo ed efficiente, senza penalizzare la pezzatu-ra dei frutti. Predilige anch’esso un’at-tenta tecnica colturale con una potatura annuale energica per favorire un equili-brato rinnovo vegetativo. Giudizio di insieme. Portinnesto in-teressante per la sua elevata adattabilità e rusticità a differenti condizioni pedoclima-tiche, anche non ottimali per la costituzio-ne di impianti specializzati ad alta densità (1.000 alberi/ha). Di vigore leggermente più contenuto del Gisela 6, appare forse più rustico e particolarmente efficiente e produttivo.

Portinnesti nanizzanti

Gisela 5® (clone 148/2)

Origine. Ibrido di Prunus cerasus (cv Schattenmorelle) × Prunus canescens sele-zionato presso l’Università Justus Liebig a Giessen (Germania). Brevetto Ue n. 1268 del 1996. Titolare Consortium Deutscher Baumschulen GmdH, Germania.Caratteristiche intrinseche. L’atti-tudine rizogena è media. Si propaga prefe-ribilmente con la micropropagazione. L’ap-parato radicale è espanso, di buon svilup-po in relazione alla parte aerea. L’attività pollonifera è pressoché assente. Induce alla cultivar un habitus espanso L’ancoraggio è soddisfacente, ma necessita di sostegni. Adattabilità all’ambiente. Predi-lige climi freschi, anche freddi e terreni fertili ben irrigati e ben drenati. Il vigore e l’efficienza dell’albero sono migliori a lati-tudini settentrionali e in altitudine. In pia-no è consigliato solo in terreni molto fertili, freschi, preferibilmente vergini, costante-mente irrigati tutto il tempo dell’anno e preferibilmente fertirrigati. Rifugge i ter-reni pesanti. L’apparato radicale è sensibile ai marciume radicale (Armillaria mellea) e mediamente al colletto (Phytophthora cactorum). Poco sensibile al tumore radi-cale (Agrobacterio tumefaciens) presenta elevata sensibilità al cancro batterico (Pseu-domonas syringae).Caratteristiche indotte alle cul-tivar. L’affinità d’innesto è ottima con le principali cultivar. Risulta affine con il ciliegio acido. A seconda dell’ambiente di coltivazione e della cultivar innestata pre-senta una vigoria variabile tra il 20 e il 40%

Pi-Ku 1

rispetto al franco. Induce una messa a frut-to molto precoce e abbondante, che con gli anni può diventare eccessiva con riduzione del calibro dei frutti. Per tale motivo non è consigliabile l’impiego con le varietà auto-fertili (a eccezione di quelle molto vigorose di bassa fertilità quali Hearly Star) e con varietà autosterili ma molto fertili (come Giorgia). In queste situazioni è più facile avere uno scarso rinnovo vegetativo e il precoce invecchiamento dell’albero. Ne-cessita in tutte le situazioni di una potatura annuale energica per favorire un adeguato ed equilibrato rinnovo vegetativo e per ot-tenere una buona pezzatura dei frutti. Giudizio di insieme. Portinnesto in-teressante in condizioni pedoclimatiche e di tecniche colturali ottimali se impiegato con varietà autosterili per la costituzione di impianti fitti (alta densità -1.000-1.666 alberi/ha). Si stanno pure sperimentando impianti con altissima densità di piantagio-ne (5.000 alberi/ha). La presenza di fattori che favoriscono stress di vario genere (ter-reni, tecniche colturali e irrigazione non ottimali, varietà autofertili) favoriscono un eccessivo carico produttivo con inevi-tabile ridotta pezzatura dei frutti e rapido invecchiamento dell’albero.

Gisela 6® (clone 148/1)

Origine. Ibrido di Prunus cerasus (cv Schattenmorelle) × Prunus canescens sele-zionato presso l’Università Justus Liebig a Giessen (Germania). Brevetto Ue n. 15835 del 2005. Titolare Consortium Deutscher Baumschulen GmdH, Germania.Caratteristiche intrinseche. L’atti-tudine rizogena è discreta. Si propaga pre-feribilmente con la micropropagazione. L’apparato radicale è espanso, caratteriz-zato da radici di buon sviluppo. L’attività pollonifera è pressoché assente. Induce alla cultivar un habitus espanso. L’ancoraggio è soddisfacente, ma necessita di sostegni. Adattabilità all’ambiente. È mag-giormente adattabile a differenti condizioni pedoclimatiche risultando meno esigente e più rustico del Gisela 5. Rispetto a que-st’ultimo può essere impiegato con diffe-renti suoli, anche di media fertilità e me-diamente clorosanti, purché irrigui, non argillosi e in ambienti caldi di pianura e a latitudini più meridionali quali quelle dei Paesi europei mediterranei. L’apparato ra-dicale è sensibile al marciume radicale (Ar-millaria mellea) e mediamente al colletto (Phytophthora cactorum). Poco sensibile al tumore radicale (Agrobacterio tumefa-ciens), presenta elevata sensibilità al cancro batterico (Pseudomonas syringae). Gisela 5

sPeciale ciliegio

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Gisela 6

Caratteristiche indotte alle cul-tivar. L’affinità d’innesto è buona con le principali cultivar. Lo sviluppo del portin-nesto è un po’ inferiore a quello del nesto. A seconda dell’ambiente di coltivazione e della cultivar innestata presenta una vi-goria variabile tra il 50 e il 70% rispetto al franco. Induce una messa a frutto precoce e abbondante. Può essere impiegato anche con varietà autofertili (Lapins, Sweet Hear-th) e varietà autosterili di elevata fertilità (Giorgia), ma in questo caso è preferibile un ambiente pedoclimatico ottimale per evitare una riduzione della pezzatura dei frutti. Necessita in tutte le situazioni di un’attenta tecnica colturale con adegua-te concimazioni e una potatura annuale energica per favorire un equilibrato rin-novo vegetativo e per ottenere una buona pezzatura dei frutti. Giudizio di insieme. Portinnesto in-teressante per la sua elevata adattabilità a differenti condizioni pedoclimatiche anche non ottimali per la costituzione di impianti

specializzati ad alta densità (1.000 alberi/ha). Impiegabile anche con varietà autofer-tili, ma in questo caso necessità di maggiori cure colturali e ambienti pedoclimatici ot-timali, al fine di mantenere sempre elevate le caratteristiche qualitative dei frutti.

Schede varietali tratte da: Lugli e Bassi, 2010.

BIBLIOGRAFIA

Lugli S., Bassi G. (2010) - Monografia dei portinnesti dei fruttiferi. Edizioni Mi-paaf.

Lugli S., Musacchi, S. (2009) - L’alta den-sità nel ciliegio assicura produzioni e qua-lità. L’Informatore Agrario, 46: 34-38.

sPeciale ciliegio

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