EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello...

48
EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? Atti del Seminario A cura di: Roberto Pasolini

Transcript of EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello...

Page 1: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 1

EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA?

Atti del Seminario

A cura di:

Roberto Pasolini

Page 2: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 2

Page 3: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 3

Aula Magna sede di Via Arena 13 – MILANO Mercoledì 15 febbraio 2017 - ore 11.30

Professor Lorenzo Tomassini Docente di Latino e Storia Liceo scientifico linguistico G:

Marconi Costantino. Cenni biografici e il cosiddetto Editto di

Milano

Monsignor Marco Navoni Dottore della Biblioteca Ambrosiana

Religione e politica nell'Impero Romano: dalle persecuzioni alla libertà religiosa.

Professor Gianfranco Pittini Presidente del Circolo Culturale Numismatico Milanese

Simboli cristiani nella monetazione di Costantino?

Page 4: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 4

Page 5: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 5

Prima di dare il via all’evento sull’Editto di Milano se Fu vera Storia?, vorrei ringraziare di cuore i Relatori: Monsignor Marco Navoni dell’Ambrosiana di Milano, il professor Lorenzo Tomassini docente di Latino e Storia presso il Liceo Statale Guglielmo Marconi e il Professor Gianfranco Pittini Presidente del prestigioso Circolo Numismatico Milanese, per la disponibilità che ci hanno mostrato nell'accogliere il nostro invito e per quanto ci esporranno. Ringrazio inoltre il Professor Angelo Rossi che con la sua preziosa collaborazione ha contribuito alla realizzazione di questo evento. Voglio ringraziare anche i docenti e gli studenti di due classi del Liceo scientifico linguistico statale Guglielmo Marconi per la loro presenza utile a rendere evidente quanto la proficua collaborazione tra scuola statale e paritaria può essere utile all'organizzazione di eventi culturali come quello che sta per iniziare. Lo scorso anno abbiamo dato inizio a queste iniziative culturali col Convegno su Galileo “divin”Uomo cui ha partecipato l’Astrofisico prof. Antonino Zichichi, con il quale l’Istituto ha inteso organizzare momenti di ricerca, di dibattito e di sintesi su tematiche particolarmente sensibili sia a livello scientifico sia storico umanistico che hanno come "fil rouge" il grande tema della "verità" e la sua ricerca. Nel caso di Galileo “divin” Uomo si è ripercorso criticamente il cammino scientifico dell’inventore della Scienza Moderna, cercando di contestualizzarlo e di riprendere alcune tematiche sull’attualità dell’evento e sui dubbi, punti interrogativi che inevitabilmente si porta dietro e che ancora non sono stati del tutto chiariti. Rimasi molto soddisfatto di quell’esordio non solo per il livello altissimo del Relatore, ma anche per l’alto grado di attenzione e partecipazione degli studenti, coinvolti tantissimo al punto da seguire intensamente relazioni, interventi e contributi per più di due ore e mezzo. Oggi il nostro Istituto prosegue il percorso tracciato e, alla presenza delle nostre Seconde Classi dei licei Scientifico, Scienze Umane,

Page 6: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 6

Giuridico e Linguistico, e di due classi seconde del Liceo Statale Guglielmo Marconi, sarà affrontata l’annosa questione sull’esistenza e l’eventuale attribuzione all’Imperatore Costantino dell’Editto di Milano del 313, ancora una volta alla difficile e formativa ricerca della verità. Si è ritenuto di scegliere questo argomento sia per l’importanza e la rilevante attualità, sia per far emergere le varie posizioni e permettere così agli studenti di comprendere quanto sia importante e fondamentale la ricerca e la storiografia che ruotano attorno ad un evento fino a renderlo vivo, attuale e presente. Una modalità di approccio culturale che ho sempre utilizzato tanto da tenere nella mia biblioteca come documento fondamentale della ancora storicamente recente storia della II Guerra Mondiale un testo che, elencati i fatti cronologicamente accaduti, ne completa l’analisi alla luce dei commenti, delle interpretazioni, dell’esposizione degli eventi dei contemporanei di ambo le parti in conflitto, modalità che, una volta di più, mi ha confermato quanto il soggettivismo di chi vive il fatto storico o di chi ne vuole dare una interpretazione di parte per portare “acqua al proprio mulino” rende indispensabile avere sempre la giusta curiosità al fine di costruirsi una propria capacità critica utile, anche oggi, a valutare tutta l’informazione e la comunicazione dei media di cui veniamo in possesso. Oggi, grazie agli illustri relatori, il nostro Istituto mette a disposizione dei suoi docenti e dei suoi studenti e degli ospiti presenti, un esempio di percorso ricostruttivo su un fondamentale tratto della Storia Antica che si può anche riallacciare a tematiche contemporanee, non ultima certo, la libertà religiosa e i suoi riflessi sulla società, ma soprattutto ci farà capire quanto la ricerca su un avvenimento così importante riesce a mettere in luce che le differenze rispetto a quanto troviamo ufficialmente scritto nei testi di storia non sono di poco conto per comprendere a pieno quanto è realmente accaduto. Sono sicuro che alla fine, saremo certamente molto “più ricchi” e avremo qualche idea più chiara su quelli che sono gli sforzi della ricerca

Page 7: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 7

verso una riproposizione del passato in chiave presente e con un buon tasso di oggettività Rinnovo un grazie caloroso a tutti per la partecipazione, per la preparazione storica all’incontro utile per seguire i nostri oratori con il dovuto interesse, che avete svolto sotto la guida dei vostri Insegnanti, cui rivolgo a loro volta, il mio ringraziamento. Il Rettore Roberto Pasolini

Page 8: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 8

IL COSIDDETTO "EDITTO DI COSTANTINO": “FU VERA STORIA? : Professor Angelo Rossi, Docente di Storia e Filosofia all’Istituto Leopardi di Milano. NOTA INTRODUTTIVA Signor Rettore professor Roberto Pasolini, Monsignor Marco Navoni, professor. Lorenzo Tomassini, professor Gianfranco Pittini, con questa iniziativa intendiamo approfondire e-non certo dire un’ultima “parola”- su un evento storico che da più decenni è al centro di discussioni, interpretazioni e considerazioni sia negli ambienti accademici, sia nella Chiesa Cattolica, sia sui media e che, per i contenuti che lo concernono, trascende il IV secolo d.C. Infatti, quando leggo nella lettera di Licinio, pubblicata a Nicomedia nell’agosto del 313:… Dal momento che abbiamo constatato che non si dovrebbe negare la libertà di culto ma che si dovrebbe lasciare al giudizio e alla volontà di ciascuno di prendersi cura delle cose sacre secondo la libera scelta del singolo… e ancora, che la questione della libertà di culto doveva essere messa al primo posto per il benessere e la sicurezza dello Stato; e, infine, …affinché potessimo dare ai cristiani e tutti gli uomini il diritto di seguire liberamente qualsivoglia religione…(Cambridge University, Storia del Mondo Antico: evoluzione e declino dell’impero romano. A cura dei proff. S.A. Cook, F.E. Adcock, M.P. Charleswort, N.HG. Beynes; Milano 1982); appunto, leggendo questi contenuti, non posso non ricondurli alla contemporaneità, cioè a un mondo che –seppur lontano da quello Antico- vive però (forse per corsi e ricorsi storici di vichiana memoria) una intrinseca analogia che si esplica nel multiculturalismo, presente allora come oggi; nell’intolleranza, presente allora come oggi, nella preoccupazione degli stati di affrontare crisi dovute all’integralismo, presenti allora come oggi.

Page 9: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 9

Lo sforzo che verrà profuso per chiarire l’evento, opportunamente corredato nel suo contesto, ci porta anche su un piano e su un livello di maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’occasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi che non si possono qui affrontare, si vedono come scodellati cascate di fatti storici, personaggi e date belli e confezionati sul loro iPad/libri di testo; così come spesso sono già preconfezionati e predisposti acriticamente nella testa del docente. Il regalo che l’Istituto Leopardi oggi ci fa, nella persona del suo Rettore il prof. Roberto Pasolini, è di schierare tre storici studiosi di alto livello, che prenderanno in esame da tre punti di vista differenti e non necessariamente contrastanti, l’evento più importante della Storia Antica concernente la libertà religiosa; e, magari per dirci… che l’evento potrebbe benissimo non esserci stato! Lo studio della Storia diviene inevitabilmente appassionante, quando lo si costruisce sugli sforzi delle interpretazioni, delle selezioni di documenti e delle testimonianze: tutti elementi, questi, che ti coinvolgono fino quasi a farti identificare col fatto. E’ l’augurio che faccio a Loro, Signori Relatori; che faccio a me e, soprattutto a Voi, cari colleghi e cari studenti.

Page 10: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 10

Costantino: cenni biografici e il cosiddetto Editto di Milano. Professor Lorenzo Tomassini Docente di Latino e Storia Liceo scientifico linguistico G: Marconi Costantino nacque a Naisso nell’Illirico (attuale Serbia), regione da cui proveniva anche suo padre, Costanzo Cloro, probabilmente il 27 febbraio, ma l’anno di nascita è molto controverso, poiché gli storici e i biografi moderni lo pongono con diverse argomentazioni tra il 270 e il 275. Facendo tuttavia riferimento ad alcuni episodi di datazione accertata, è possibile una più accettabile approssimazione. Tutte le fonti antiche tramandano, infatti, che Costantino morì nel 337, in un’età che varia tra i 62 e i 66 anni (Vittore attribuisce a Costantino 62 anni al momento della morte, l’Epitome de caesaribus 63, Eusebio 64, Zonara e Socrate Scolastico 65, Eutropio e Gerolamo 66): ciò porta a fissare la nascita tra il 271 e il 275. Un’altra indicazione ce la suggerisce la grande festa organizzata a Treviri nel 321, in occasione dei settanta anni di Elena, la madre di Costantino. se dunque l’imperatrice madre era nata presumibilmente nel 251, è facile supporre che abbia avuto il figlio verso i venti anni o poco dopo (271, 272…), piuttosto che a trenta o trentacinque, in considerazione del fatto che all’epoca le donne diventavano madri molto presto. Stando a una notizia attestata da Sant’Ambrogio, Elena, figlia di un addetto al cambio di cavalli di una stazione di posta, faceva la stabularia, ovvero locandiera o inserviente di locanda: una donna di umilissima condizione, dunque, ma certamente di grande avvenenza, come appare dalle sue raffigurazioni su medaglioni e monete. Nacque probabilmente in Bitinia (nell’odierna Turchia), a Drepanum, più tardi ribattezzata Helenopolis; ma quando generò Costantino, viveva a Naisso, dove aveva seguito Costanzo Cloro, brillante ufficiale di Diocleziano, destinato a raggiungere nella Tetrarchia prima il titolo di Cesare (293), poi, all’atto delle dimissioni di Diocleziano e Massimiano, quello imperiale di Augusto (305).

Page 11: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 11

Mogli: dopo Minervina, la compagna con cui visse alcuni anni more uxorio e dalla quale ebbe il primogenito Crispo, Costantino sposò nel 307 la figlia più giovane dell’imperatore Massimiano, Fausta, che allora era poco più che una bambina (era nata probabilmente intorno al 295). Passiamo ora al cosiddetto “Editto di Milano”, del febbraio del 313. E’ noto che nel convegno di Milano tra Costantino, signore dell’Occidente e Licinio, Augusto delle province danubiane, furono concordati i termini della spartizione dell’impero tra i due dinasti ai danni del terzo rivale, Massimino Daja, che dominava sulle province asiatiche. Gli accordi furono sigillati dal matrimonio tra la ventunenne Costanza, sorellastra di Costantino, e il sessantaduenne Licinio. Si afferma che in quella circostanza fu pure sottoscritto il cosiddetto “Editto di Milano”, in base al quale fu riconosciuta al cristianesimo la posizione di religione di stato alla pari con la religione pagana. Rispetto all’editto di tolleranza, che Galerio aveva emanato nel 311 poco prima di morire e che dichiarava il cristianesimo religio licita, l’accordo di Milano segnerebbe un progresso: «l’esercizio del culto non è più vincolato ad alcuna clausola; il principio di base della tolleranza religiosa è integrato dalla incondizionata restituzione delle chiese e dei luoghi di riunione e dal riconoscimento della personalità giuridica delle singole comunità cristiane» (E. Horst, Costantino il Grande, Milano,1987). Tuttavia molti storici moderni sostengono che a Milano nel febbraio del 313 non fu promulgato alcun editto: il cosiddetto “Editto di Milano” sarebbe una “anticipazione”, inventata in un periodo successivo e accettata poi dall’opinione comune, di un rescritto di Licinio, pubblicato a Nicomedia il 13 giugno del 313, quattro mesi dopo l’ipotetico “editto di Milano”. L’argomentazione appare giuridicamente incontestabile e storicamente fondata, dopo la dimostrazione fornita nel 1891 da un grande storico tedesco, Otto Seeck (cfr. A. Marcone, Pagano e cristiano. Vita e mito di Costantino, Bari, 2002, p.191). A Milano, dunque, i due sovrani fissarono dettagliatamente le procedure che avrebbero garantito concordia di governo, nella separazione delle rispettive aree di dominio; ma riguardo alla religione

Page 12: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 12

cristiana non avrebbero redatto alcun documento particolare, limitandosi a confermare l’editto di Galerio del 311. Esso, come si è detto prima, era un editto di tolleranza, con il quale si riconosceva la liceità della religione cristiana: pur biasimando «l’empietà e la stoltezza dei cristiani» e ritenendo giuste le persecuzioni, non senza incoerenza l’imperatore che più di tutti si era impegnato contro i cristiani, ormai vicino alla morte, affermava l’opportunità di non lasciare creature umane senza la fede in qualche divinità; e pertanto, concludeva, «abbiamo ritenuto di dovere estendere anche a costoro la nostra sempre pronta indulgenza, sicché nuovamente siano cristiani e ricompongano la loro comunità, purché nulla compiano contro la legge». A ben vedere, nel febbraio del 313 non c’era motivo che Costantino e Licinio intervenissero su una questione che non presentava criticità nei loro domini. Del resto Costantino era stato sempre tollerante verso i cristiani, che peraltro rappresentavano una minoranza dei suoi sudditi (tra il cinque e il dieci per cento della popolazione); mentre Licinio era e rimase sempre un pagano osservante, ma senza fanatismo, tanto da far supporre che, convinto dell’inutilità delle persecuzioni, avrebbe indotto Galerio a prendere in considerazione l’emanazione dell’editto di tolleranza. La situazione mutò allorquando, rientrato nei suoi territori, Licinio dovette affrontare Massimino Daja, che aveva occupato gran parte dei domini del defunto Galerio. Licinio faticò a respingere dall’Europa Massimino e, quando riuscì a condurre le sue truppe al di là del Bosforo e ad entrare a Nicomedia, aveva ancora davanti a sé la prospettiva di una lunga e rischiosa guerra contro l’avversario, in grado di organizzare nei suoi territori una valida controffensiva. Ma Massimino era l’ultimo feroce persecutore dei cristiani, i quali nelle province dell’Oriente, diversamente che in Occidente, erano assai numerosi e in alcune grandi città forse la maggioranza. Da lì l’opportunità politica, per il pagano Licinio, di grandi concessioni ai cristiani. Dunque inviò ai governatori locali una sorta di lettera circolare (un rescritto), datata 13 giugno 313, in cui, dichiarando di agire in forza di una decisione presa d’accordo

Page 13: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 13

con Costantino nel convegno di Milano del febbraio precedente, offrì ai cristiani condizioni che aprirono la strada a cambiamenti epocali. Quanto tale circolare si richiamasse a precise disposizioni prese a Milano, ovvero rappresentasse un’autonoma iniziativa di Licinio sulla base di generici accordi, è difficile dirlo. Certo è che Licinio aveva validi motivi per dichiarare una disponibilità verso i cristiani che andava al di là di una conferma della tolleranza. E, in effetti, nell’estate seguente i tentativi di Massimino di organizzare una valida resistenza e una controffensiva fallirono miseramente, sicché alla fine non gli rimase che darsi la morte a Tarso, nell’agosto del 313. E’ credibile che il testo del rescritto di Licinio, inviato ai governatori locali, sia stato fatto passare dagli storici cristiani negli anni successivi come quello di un editto promulgato a Milano per volontà del “cristiano” Costantino. Tale versione dei fatti non faticò ad imporsi, perché dopo qualche anno Licinio rinunziò ad attenersi ai proclami del suo editto e cominciò a osteggiare i cristiani. Non si trattò di una vera persecuzione, benché Eusebio l’abbia presentata come tale, ma è certo che i cristiani furono progressivamente epurati dalla corte e dall’amministrazione centrale; poi fu imposto a tutti i funzionari l’obbligo di sacrificare e forse vi furono localmente distruzioni di chiese, arresti, confische, esecuzioni. In tali condizioni la guerra del 324, con la quale Costantino eliminò il rivale e rimase padrone unico dell’impero, assunse gli aspetti di guerra di religione. In effetti, dal momento in cui le tensioni, presto sorte tra i due dinasti, divennero contrasti e contrapposizioni anche dure, facendo prevedere un inevitabile confronto finale, Costantino si atteggiò a difensore del Cristianesimo e usò abilmente i mezzi della propaganda, cercando di apparire agli occhi dei cristiani come lo strumento provvidenziale della loro liberazione. Già nel 318 autorizzò l’abbandono dei tribunali ordinari a vantaggio della giurisdizione episcopale; nel 321 concesse alle chiese di ricevere, nella persona dei vescovi, donazioni, lasciti, eredità; nello stesso anno emanò una legge, in forza della quale gli schiavi potevano essere affrancati nelle chiese con una semplice dichiarazione alla presenza di un sacerdote, procedura assai più snella di quella amministrativa

Page 14: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 14

statale; nel 321 il giorno festivo dei cristiani fu proclamato giornata di riposo per tutti i sudditi. In verità, come vedremo più avanti, questi e altri analoghi interventi legislativi si inseriscono nella tradizione tipica del diritto romano e all’interno della complessa organizzazione amministrativa e giudiziaria del tardo impero, senza la necessità di parlare di “legislazione cristiana”. Di certo, comunque, quegli atti non dovettero dispiacere ai cristiani e in alcuni casi apparire promossi proprio in loro favore. Nel 323, per esempio, Costantino impose severe punizioni a chiunque avesse costretto un cristiano a fare sacrifici, e sembra proprio la risposta alla legge repressiva di Licinio. Più ci si avvicinava alla resa dei conti, più le posizioni si definivano. E come Licinio in prossimità dello scontro finale moltiplicava i sacrifici e i riti magici, per conciliarsi le vecchie divinità, Costantino guidava l’esercito sempre protetto dall’insegna del labarum col monogramma di Cristo e subito dopo il trionfo (settembre 324) abrogò tutte le misure volute dal “tiranno”, che comportassero danno o limitazione alla religione cristiana (cfr: Eusebio, Storia ecclesiastica,X,9; Vita di Costantino, II,3-21). Tornando indietro al convegno di Milano, non esiste, dunque, alcuna certezza di un editto del febbraio del 313, anche se una parte della storiografia moderna sostiene con varie argomentazioni che, pur mancando la prova assoluta di un protocollo originale milanese, esso può essere ipotizzato e individuabile proprio nel testo del rescritto di Licinio, il quale lo avrebbe riprodotto nella circolare inviata ai governatori locali. Secondo altri storici il rescritto fu integralmente redatto a Nicomedia su iniziativa di Licinio, ma rifletteva decisioni concordate verbalmente nel febbraio precedente a Milano. Morì verso mezzogiorno del 22 maggio 337. Una leggenda tarda, riportata da Filostorgio, autore di una Storia ecclesiastica, scritta nella prima metà del V secolo, riferiva che in punto di morte Costantino avrebbe incaricato il suo confessore d’avvertire i figli che era stato avvelenato dai fratellastri: ma si tratta di una notizia assolutamente falsa, costruita per giustificare la strage che Costanzo II, subito dopo i

Page 15: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 15

funerali, compì d’accordo con gli altri due fratelli tra tutti i parenti di Costantino e i grandi dignitari di corte loro amici. Il corpo di Costantino, portato a Costantinopoli, ricevette funerali grandiosi. Da quel momento tutto il popolo della sua città, cristiani e pagani, cominciò a rendere devoto culto a una statua di Costantino-Sole, con l’abbigliamento e il diadema radiato tipici dell’iconografia del Sol invictus, posta in cima a una colonna di porfido nel nuovo forum di Costantinopoli.

Page 16: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 16

Costantino nacque a Naisso nell’Illirico (attuale Serbia)

Padre Costanzo Cloro

Page 17: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 17

ANNO nascita? tra il 270 e il 275. ANNO morte 337

62 anni (Aurelio Vittore) 27563 anni (Epitome de caesaribus) 27464 Eusebio 27365 Zonara 27265 Socrate Scolastico 27266 Eutropio 27166 San Gerolamo 271

Elena

Un’altra indicazione ce la suggerisce la grande festa organizzata a Treviri nel 321, in occasione dei settanta anni di Elena, la madre di Costantino

Se dunque l’imperatrice madre era nata presumibilmente nel 251, è facile supporre che abbia avuto il figlio verso i venti anni o poco dopo (271, 272…), piuttosto che a trenta o trentacinque, in considerazione del fatto che all’epoca le donne diventavano madri molto presto.

Page 18: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 18

Elena stabularia, ovvero locandiera o inserviente di locanda

Nacque probabilmente in Bitinia (nell’odierna Turchia), a Drepanum, più tardi ribattezzata Helenopolis; quando generò Costantino, viveva a Naisso, dove aveva seguito Costanzo Cloro, brillante ufficiale di Diocleziano, destinato a raggiungere nella Tetrarchia prima il titolo di Cesare (293), poi, all’atto delle dimissioni di Diocleziano e Massimiano, quello imperiale di Augusto (305).

Minervina

Fausta (307)

Page 19: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 19

Passiamo ora al cosiddetto “Editto di Milano”, del febbraio del 313

Costantino Licinio

Massimino Daja

Costanza

Page 20: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 20

L’esercizio del culto non è più vincolato ad alcuna clausola; il principio di base della

tolleranza religiosa è integrato dalla incondizionata restituzione delle chiese e

dei luoghi di riunione e dal riconoscimento della personalità giuridica delle singole

comunità cristiane (E. Horst, Costantino il Grande,

Milano,1987)

Il cosiddetto “Editto di Milano” sarebbe una “anticipazione”, inventata

in un periodo successivo e accettata poi dall’opinione comune, di un rescritto di Licinio, pubblicato a Nicomedia il 13 giugno del 313,

quattro mesi dopo l’ipotetico “editto di Milano”

Page 21: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 21

L’editto di Galerio del 311 era un editto di tolleranza,

con il quale si riconosceva la liceità della religione cristiana: pur biasimando «l’empietà e la stoltezza dei

cristiani» e ritenendo giuste le persecuzioni, non senza incoerenza l’imperatore che più di tutti si era

impegnato contro i cristiani, ormai vicino alla morte, affermava l’opportunità di non lasciare creature umane

senza la fede in qualche divinità; e pertanto, concludeva, «abbiamo ritenuto di dovere estendere anche a costoro la nostra sempre pronta indulgenza, sicché nuovamente siano cristiani e ricompongano la

loro comunità, purché nulla compiano contro la legge».

Galerio

A Milano, dunque, i due sovrani fissarono dettagliatamente le procedure che avrebbero garantito concordia di governo, nella separazione delle rispettive aree di dominio; ma riguardo alla religione cristiana non avrebbero redatto alcun documento particolare, limitandosi a confermare l’editto di Galerio del 311. Esso, come si è detto prima, era un editto di tolleranza, con il quale si riconosceva la liceità della religione cristiana: pur biasimando «l’empietà e la stoltezza dei cristiani» e ritenendo giuste le persecuzioni, non senza incoerenza l’imperatore che più di tutti si era impegnato contro i cristiani, ormai vicino alla morte, affermava l’opportunità di non lasciare creature umane senza la fede in qualche divinità; e pertanto, concludeva, «abbiamo ritenuto di dovere estendere anche a costoro la nostra sempre pronta indulgenza, sicché nuovamente siano cristiani e ricompongano la loro comunità, purché nulla compiano contro la legge».

Page 22: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 22

Liciniopagano tollerante

Massimino Daja pagano persecutore

Licinio inviò ai governatori locali una sorta di lettera circolare (un rescritto),

datata 13 giugno 313, in cui, dichiarando di agire in forza di una

decisione presa d’accordo con Costantino nel convegno di Milano del febbraio precedente, offrì ai cristiani condizioni che aprirono la strada a

cambiamenti epocali.

Page 23: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 23

Massimino Daia si uccide nell’agosto del 313 a Tarso

E’ credibile che il testo del rescritto di Licinio, inviato ai governatori locali, sia stato fatto passare dagli storici cristiani negli anni successivi come quello di un

editto promulgato a Milano per volontà del “cristiano” Costantino.

Page 24: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 24

318 autorizzò l’abbandono dei tribunali ordinari a vantaggio della giurisdizione episcopale;

321 concesse alle chiese di ricevere, nella persona dei vescovi, donazioni, lasciti, eredità; nello

321 emanò una legge, in forza della quale gli schiavi potevano essere affrancati nelle chiese con una

semplice dichiarazione alla presenza di un sacerdote, procedura assai più snella di quella amministrativa

statale; nel 321 il giorno festivo dei cristiani fu proclamato giornata

di riposo per tutti i sudditi. 323, per esempio, Costantino impose severe punizioni a

chiunque avesse costretto un cristiano a fare sacrifici

Labarum

Page 25: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 25

CONCLUSIONE

NON esiste, dunque, alcuna certezza di un editto del febbraio del 313, anche se una parte della storiografia moderna sostiene con varie argomentazioni che, pur mancando la prova assoluta di un protocollo originale milanese, esso può essere ipotizzato e individuabile proprio nel testo del rescritto di Licinio, il quale lo

avrebbe riprodotto nella circolare inviata ai governatori locali. Secondo altri storici il rescritto fu integralmente

redatto a Nicomedia su iniziativa di Licinio, ma rifletteva decisioni concordate verbalmente nel febbraio

precedente a Milano.

Morì verso mezzogiorno del 22 maggio 337

Il corpo di Costantino, portato a Costantinopoli, ricevette funerali grandiosi. Da quel momento tutto il popolo della sua città, cristiani e pagani, cominciò a rendere devoto culto a una statua di Costantino-Sole, con l’abbigliamento e il diadema radiato tipici dell’iconografia del Sol invictus, posta in cima a una colonna di porfido nel nuovo forum di Costantinopoli.

Page 26: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 26

Dalle persecuzioni contro i Cristiani alla libertà religiosa Monsignore Marco Navoni Dottore della Biblioteca Ambrosiana di Milano È importante una premessa. Nell’antica Roma, sia repubblicana, sia imperiale, il problema religioso è percepito sostanzialmente come un problema di carattere politico: gli atti di culto verso gli Dei sono finalizzati infatti a mantenerli propizi nei confronti dello Stato, al quale concedono, in cambio degli atti di culto stessi, prosperità, protezione, vittoria sui nemici. Questa concezione può essere riassunta nella cosiddetta espressione: «Do ut des»: io, Stato, do a te, divinità, il giusto culto, affinché tu mi dia in cambio il tuo favore e la tua protezione. O, in maniera più raffinata, attraverso il rapporto tra “pax deorum” (cioè gli Dei placati dal culto legittimo dello Stato) e “pax reipublicae”, cioè la prosperità dello Stato garantita dagli Dei placati e favorevoli. Comprendiamo allora perché i Cristiani fossero, nell’Antica Roma, considerati “cattivi cittadini” e, al limite, “pericolosi” e quindi, come tali, perseguitati. Dal momento che si rifiutavano di compiere il culto idolatrico verso le divinità tradizionali, venivano considerati un elemento che squilibrava il delicato rapporto tra “pax deorum” e “pax reipublicae”; anzi spesso cataclismi naturali, pestilenze, disastri pubblici, erano letti dai pagani come la vendetta degli Dei adirati perché nel cuore dell’Impero vi era cittadini che alteravano quel rapporto delicato. Le persecuzioni si trascinarono per i primi tre secoli in maniera “intermittente” (cioè a momenti alterni), e “a macchia di leopardo”, cioè ora in una provincia, ora in un’altra, ora in Oriente ora in Occidente. In ogni caso è opportuno richiamare che le persecuzioni contro i cristiani finirono di fatto con l’editto di Galerio emanato a Serdica nel 311. Galerio era stato colui che aveva scatenato l’ultima grande persecuzione contro i cristiani, quella passata alla storia come la persecuzione di Diocleziano del 303. Eppure, egli non era riuscito a eliminare i cristiani dall’Impero, e per questo emana l’editto del 311 nel quale, da un lato riconosce il suo fallimento nella politica persecutoria,

Page 27: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 27

dall’altro si rassegna a concedere ai cristiani il suo perdono, la sua clemenza, ponendo così fine alle persecuzioni. Il testo dell’editto di Galerio è molto strano da questo punto di vista. Inizia enumerando le accuse contro i Cristiani (di aver tradito le tradizioni dei Padri e la religione dell’Impero, di essere folli, di fare riunioni illegali, di fare proselitismo), ricorda il tentativo di persecuzione, e poi ammette il fallimento e quindi concede il perdono. Quindi, più che un editto di tolleranza o di libertà, è un editto di clemenza dove, da un lato vengono ribadite le accuse contro i Cristiani e tutte le riserve che lo Stato poteva avere nei confronti di una religio ancora illicita, che alterava la “pax deorum” e quindi metteva a repentaglio la “pax reipublicae”, dall’altro l’Imperatore deve ammettere, in maniera anche un po’ ingenua, di aver fallito la sua politica e, quindi, concede l’amnistia. Ma è interessante cosa dice Galerio alla fine dell’Editto “Vi concedo la mia tolleranza affinché voi, come tutti gli altri, possiate pregare il vostro Dio per la mia salvezza e la salvezza dell’Impero”. Riemerge sempre l’idea del do ut des: pregate pure il vostro Dio, ma pregatelo per la “Pax reipublicae”. In fondo questo stesso identico concetto ritorna anche nel “cosiddetto” Editto di Milano del 313. In realtà noi non abbiamo il testo di un editto vero e proprio (come nel caso dell’editto di Galerio di due anni prima. Abbiamo invece il testo di un “accordo” tra Costantino, imperatore d’Occidente, e il sui collega Licinio, imperatore d’Oriente. Ebbene nel testo di questo accordo affiora una patina di “scetticismo” perché il testo trasmessoci dice letteralmente:“Noi concediamo ai cristiani e a tutti gli altri la libertà di culto, perché qualunque sia la Divinità che c’è in cielo, essa sia propizia allo Stato”. Notiamo innanzitutto ecco la differenza con l’editto di Galerio, dove c’era solo la concessione di una clemenza, di una amnistia; nell’accordo di Milano tra Costantino e Licinio invece si parla esplicitamente di libertà di culto. E tuttavia la mentalità è sempre la medesima: ottenere la pax deorum come condizione per garantire la pax reipublicae. La patina di scetticismo è evidente nel ragionamento sotteso; i due imperatori è come se dicessero: noi non sappiamo che Dio c’è in cielo; quindi

Page 28: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 28

lasciamo liberi tutti, a cominciare dai cristiani, di pregare il loro Dio, perché, se per caso fosse vero anche il loro Dio e noi non lo adoriamo giustamente come lui merita, non finisca con il vendicarsi. Inoltre bisogna notare, come già è stato accennato, che Costantino diventerà pienamente cristiano solo in punto di monte, perché si farà battezzare solo in punto di morte. Ma a quale religione aderiva nel 313? È difficile rispondere a questa domanda. Senz’altro non aderiva alla religione pagana classica; probabilmente aderiva al cosiddetto “monoteismo solare” (il Dio Sole come unica divinità), una religione di origine iranica che si era diffusa nell’Impero e che in qualche maniera era prodromo verso il Cristianesimo. D’altra parte la stessa Sacra Scrittura, sia l’Antico che il Nuovo Testamento, usano spesso l’immagine della luce del sole per indicare Dio, per indicare il Messia, e Gesù Cristo nel vangelo di Luca è definito «Sole che sorge dall’alto», mentre lui stesso nel vangelo di Giovanni si autodefinisce «la Luce dl mondo». Quindi l’idea della divinità solare, del sole come simbolo della divinità, poteva permettere il passaggio da questo paganesimo molto raffinato, non più politeista come il paganesimo classico, al monoteismo ebraico-cristiano. Una cosa però è certa: che non si può parlare per il 313 di “diritto alla libertà religiosa” così come la intendiamo noi oggi; si rischia di “peccare di anacronismo” e di fare un cortocircuito storico. Infatti, ci sono 1700 anni di storia come che ci separano dal cosiddetto Editto di Costantino e le rispettive mentalità (quella degli antichi Romani e la nostra) sono lontanissime tra di loro. La compianta professoressa Marta Sordi, per anni Ordinario di Storia Romana all’Università Cattolica, aveva acutamente messo in evidenza che con il cosiddetto Editto di Milano più che riconoscere il diritto dei cittadini alla libertà religiosa o alla libertà di culto riconosceva il diritto anche del Dio dei Cristiani a essere adorato in maniera lecita. Come tutti gli altri Dei del Panteon romano, anche il Dio dei cristiani aveva questo diritto, così che “placato”, potesse essere propizio verso lo Stato. I cosiddetti “diritti della persona umana” sono propriamente una conquista dall’Illuminismo in avanti, una conquista molto

Page 29: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 29

travagliata e che solo oggi noi possiamo appunto enucleare in tutti i suoi aspetti. Al livello di Costantino ci ritroviamo in una temperie culturale totalmente diversa, dove il riconoscimento del diritto anche del Dio dei Cristiani a essere adorato è interpretato alla luce dell’ormai nota concezione del “do ut des”. Possiamo concludere ricordando che però, con l’editto di Tessalonica di Teodosio del 380, la situazione cambia in maniera radicale dal punto di vista del diritto: infatti, con tale editto la religione cristiana cattolica, quella formalizzata dal concilio di Nicea, diventa la religione dello Stato. E tuttavia, bisogna sottolineare che questo fu solo un cambiamento “de iure”, perché “de facto”, già Costantino diede l’avvio a una politica chiaramente filo-cristiana, forse anche per influsso della madre Elena. Infatti, se il padre di Costantino, Costanzo Floro, era stato un seguace del monoteismo solare, la madre Elena invece era fervente e convinta cristiana e, probabilmente, fu lei a influire sulla formazione religiosa di Costantino. Di fatto dunque, già con Costantino la religione cristiana viene effettivamente privilegiata rispetto all’antica religione pagana. Pensiamo solo alla legge del 321, quella che definisce che il venerabilis dies solis, il venerabile giorno del sole, diventa il giorno festivo per tutto l’Impero. Ora, il venerabilis die solis è il primo giorno della settimana dopo il sabato, il giorno che per i pagani era consacrato al Dio Sole. Ma tale giorno coincide di fatto con la domenica cristiana. Noi sappiamo che la struttura della settimana ebraica si era già diffusa nell’Impero, ed è importante per la vita della società che venga poi stabilito un giorno festivo. Ebbene, quando Costantino proclama come giorno ufficialmente festivo per tutto l’Impero il “venerabile giorno del sole”, che cosa aveva in mente? Il giorno dedicato al Dio Sole, cioè la divinità del monoteismo solare professato da suo padre, oppure la domenica, cioè il giorno dedicato a Cristo risorto, il giorno sacro dei cristiani, il giorno sacro alla religione di sua madre Elena? Non possiamo saperlo con certezza. Di fatto la legge del 321 usa un’espressione ambigua: venerabilis dies solis, che può andar bene per entrambe le religioni, quella del monoteismo solare e quella cristiana. Ora, è evidente che

Page 30: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 30

non c’è nulla di così “marcante” per la vita di una società, come il calendario e come la definizione dei giorni festivi. Ammettiamo pure che il Costantino del 321 fosse ancora legato al monoteismo solare del padre: di fatto facendo diventare il giorno del sole il giorno festivo, ha favorito la religione cristiana, perché quella si è ritrovata il proprio giorno identificativo come giorno festivo ufficiale per tutto l’Impero. Possiamo concludere ricordando anche la politica edilizia sia di Costantino sia della madre Elena. Ella, quando si reca in Terra Santa, fa edificare la Basilica del Santo Sepolcro sul Golgota e la Basilica della Natività a Betlemme, così come a Roma fa edificare la basilica di Santa Croce in Gerusalemme; analogamente Costantino fa edificare a Roma le due grandi basiliche, che poi marcheranno il territorio di una Roma ancora pagana ma che si stava progressivamente cristianizzando: la Basilica Vaticana sulla tomba di Pietro e la Basilica Lateranense come sede del Vescovo di Roma. Abbiamo quindi due elementi, la cronologia col calendario e la topografia con le basiliche, che già fanno vedere come, se non de jure, ma de facto la cristianizzazione dell’Impero prese l’avvio proprio con Costantino. Il quale però – questa è l’impressione che si ricava dalle fonti – in tutto questo agì preoccupato non tanto della sua salvezza personale, della salvezza della sua anima (di quella si preoccuperà solo in punto di morte), ma della salvezza dell’Impero, dal momento che era ancora pienamente tributario della mentalità classica che connetteva in maniera stretta pax deorum e pax reipublicae in un rapporto di reciproca causalità.

Page 31: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 31

Simboli cristiani nella monetazione di Costantino? Professor Gianfranco Pittini Presidente del Circolo Culturale Numismatico Milanese Una testimonianza numismatica diretta dell’incontro fra Costantino e Licinio, e dell’editto o rescritto di Milano, è lo splendido medaglione aureo di Ticinum (ADVENTUS AUGG) da 9 solidi, che, però è privo di contenuti cristiani ed ha una tipologia militare con elementi pagani, cioè l’immagine del Dio Sole che affianca quella di Costantino(1). Pur indicando al rovescio l’arrivo “degli Augusti” (AUGG), Licinio non è menzionato in alcun modo. Possiamo poi attingere alla abbondante e varia monetazione di Costantino, ed a quella più limitata di Licinio, per avere un’idea dei loro orientamenti religiosi. Le prime emissioni di Costantino (del 306-307) rientrano in quelle tipicamente tetrarchiche. Si tratta cioè di tipologie emesse quasi sempre anche dagli altri Cesari ed Augusti: PRINCIPI IUVENTUTIS, tipica dei Cesari (2) CONSERVATOR KARTAGINIS SUAE CONSERVATOR URBIS SUAE (Roma in tempio esastilo) GENIO POPULI ROMANI, che è la più comune (3) MARTI PATRI CONSERVATORI (4) MARTI PATRI PROPUGNATORI CONCORDIA MILITUM GENIO CAESARIS, ecc. La divinità più tipica e ricorrente è Marte, dio della guerra e protettore degli eserciti e dei loro comandanti. Quando Costantino diventa Augusto (marzo 307) e fino allo scontro con Massenzio, si aggiungono altre varietà iconografiche, sempre nell’ambito dei culti civici e della religione romana di inizio IV secolo: VICTORIAE LAETAE VICTORIA CONSTANTINI AUG FELICITAS ROMANORUM VIRTUS MILITUM

Page 32: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 32

ADVENTUS AUG OPTIMO PRINCIPI BEATA TRANQUILLITAS ROMAE AETERNAE SOLI INVICTO COMITI, abbondantissima (5), che riprende in certo modo quel culto del Sole, già così presente in Aureliano e Probo, che alcuni hanno interpretato come una anticipazione del monoteismo. Il Sole cioè diventa la divinità suprema, secondo un concetto orientale antichissimo, già caro ad Eliogabalo verso il 220 d.C. Giove comunque mantiene la sua presenza ed importanza, e IOVI CONSERVATORI è uno dei bronzi più coniati fino alla morte di Costantino. GLORIA EXERCITUS coi due soldati riconferma il carattere fortemente militare del principato di Costantino. Dopo la fondazione di Costantinopoli (330 d.C.) compaiono le monete commemorative per Roma e per Costantinopoli, le due capitali: URBS ROMA, con lupa e gemelli al rovescio. CONSTANTINOPOLIS, con la vittoria al rovescio Volendo cercare nella monetazione di Costantino dei riferimenti cristiani, le testimonianze più certe sono rappresentate da due monete: il medaglione argenteo di Ticinum ed il bronzetto col serpente. Il medaglione argenteo di Ticinum è noto per ora in 3 soli esemplari, conservati a Vienna, Monaco e San Pietroburgo. (6,7) In esso, o meglio in 2 dei 3 esemplari, sull’elmo di Costantino è presente il Cristogramma chi-rho. Esso è costituito dalle due lettere greche chi (X) e rho (P), maiuscole e sovrapposte: sono le due lettere iniziali della parola greca Christòs, Cristo. (8) Ma come viene datato questo medaglione? Alföldi l’ha collocato al 315, cioè 3 anni dopo la battaglia di Ponte Milvio, in cui Costantino aveva sconfitto Massenzio. Nel sogno di Costantino riportato da Lattanzio, il simbolo visto in cielo sembra essere una croce; ma segue l’ordine di “apporre sugli scudi il celeste segno di Dio”, che dalle parole di Lattanzio potrebbe essere proprio un chi-rho.

Page 33: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 33

Moltissimo si è scritto su questo medaglione. Alcuni ne hanno messa in dubbio l’autenticità, che però è stata asseverata non solo da Alföldi, ma da Overbeck e da molti altri AA. Oltretutto, i 3 medaglioni sembrano provenire da 3 diverse coppie di conii. Altri hanno osservato che il Chi-Rho è abbastanza piccolo, poco appariscente, ed hanno ipotizzato che possa essere stato introdotto “di soppiatto” dall’incisore, senza alcuna direttiva ufficiale, come per i bronzi di cui parlerò fra poco. Se ne discute ancora. L’altra moneta è un bronzetto piuttosto raro, emesso nel 327, che sembra raffigurare la “vittoria sul male”(9). Al rovescio, un vessillo è piantato su un serpente (= il male, o più specificamente il demonio) , e in cima al vessillo campeggia un chi-rho. Come ho detto, fino alla morte di Costantino continua regolarmente l’emissione di monete con divinità dell’Olimpo e con la scritta SOLI INVICTO COMITI. Solo coi suoi figli le immagini pagane scompaiono, e varie simbologie cristiane (non solo il chi-rho) cominciano a comparire sulle monete (8). In realtà, anche su numerosi bronzetti di Costantino compaiono dei chi-rho nel campo, ad es. in certi GLORIA EXERCITUS (10) o in alto, ad es. fra le due stelle nella URBS ROMA (11). Però, la cosa strana è che tali chi-rho compaiono non in tutte le monete della serie, ma esclusivamente in alcune zecche, e cioè a Ticinum (Pavia) e Arelate (Arles). Chi ha studiato questa monetazione ha ipotizzato quindi che non si trattasse di una direttiva imperiale, ma dell’iniziativa locale di qualche zecchiere cristiano, che si sentiva ormai abbastanza forte da poter introdurre questo segnale. E’ possibile che, fra le maestranze di tali zecche, i cristiani a quel punto fossero la maggioranza. Per quanto riguarda Licinio, sicuramente l’editto/rescritto di Milano fu opera sua, forse ancor più che di Costantino. Tuttavia, Licinio non mostrò di volersi avvicinare alla nuova religione. Ed alcuni aurei celebrativi rarissimi del 322 emessi sia da Licinio che dal figlio non presentano alcun cristogramma, e il rovescio è occupato da una grande immagine di Giove (12); né vi sono cristogrammi sui bronzi.

Page 34: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 34

1 Medaglione aureo 313

Page 35: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 35

2 Principi iuventuti

Page 36: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 36

3.Genio Populi Romani

Page 37: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 37

4.Marti patri conservatori

Page 38: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 38

5.Soli invicto comiti

Page 39: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 39

6.Medaglione 315, diritto

Page 40: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 40

7.Medaglione 315, rovescio

Page 41: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 41

8.Chi-Rho (Costanzo 2°)

Page 42: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 42

9.Vessillo cristiano sul Male

Page 43: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 43

10, Chi-rho in Gloria exercitus

Page 44: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 44

11.Chi-rho in Urbs Roma

Page 45: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 45

12 Aureo di Licinio

Page 46: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 46

Professor Lorenzo Tomassini

Laureato in lettere classiche alla Università degli Studi di Milano

con tesi in storia romana. Organizza eventi e Convegni per

diffondere la Cultura fra i giovani. Dopo anni all’Istituto Leopardi,

attualmente insegna latino e storia al Liceo Linguistico e

Scientifico G.Marconi di Milano

Monsignor Marco Navoni Sacerdote ambrosiano dal 1977, canonico del Duomo e della

Basilica di Sant’Ambrogio, dal 1991 è dottore della Biblioteca

Ambrosiana, dove dirige la Classe Accademica di Studi

Ambrosiani. Ha pubblicato più di centocinquanta studi e

contributi, in particolare sulla storia della Chiesa di Milano, della

liturgia ambrosiana, e sulla storia della Biblioteca Ambrosiana e

dei tesori d'arte e cultura in essi conservati.

Professor Gianfranco Pittini Presidente del Centro Culturale Numismatico Milanese Il Circolo, costituito nel 1957 con la denominazione “Centro Filatelico Numismatico Milanese, ha assunto l’attuale denominazione nel 1968 per meglio distinguere l’oggetto sociale che parte dalla tradizionale associazione di persone legate dalla passione del collezionismo per andare verso una Associazione con specifico indirizzo numismatico e culturale per: favorire il collezionismo, intensificare relazioni con studiosi, patrocinare la pubblicazione di opere a contenuto storico/numismatico, organizzare conferenze, esposizioni e convegni.

Page 47: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 47

Page 48: EDITTO DI MILANO: FU VERA STORIA? - istitutoleopardi.it · maggior importanza e interesse: quello della ricerca. L’oasione, per gli studenti, è propizia: essi infatti, per motivi

Istituto Leopardi – Atti Convegno Editto di Milano: fu vera storia? pag. 48