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DPCE online 2015-1 http://www.dpce.it/online 1 Il Westminster Model è vivo (e lotta insieme a noi) di Tommaso Edoardo Frosini 1. – Alla vigilia del voto per la Camera dei Comuni in Gran Bretagna, la gran parte dei commentatori prefigurava lo ripetersi di uno scenario istituzionale già verificatosi cinque anni fa: nessun partito vincitore e, quindi, governo di coalizione; trasformazione del sistema politico dal bipartitismo al tripartitismo; consolidamento costituzionale del Coalition Pact con l’opzione in favore del fixed-term Parliaments. Insomma, la fine definitiva del cd. modello Westiminster, che tante passioni (e altrettante critiche) ha sempre suscitato in giro per l’Europa, Italia compresa. Ebbene, le elezioni del 7 maggio 2015 hanno dimostrato che quel modello non è affatto finito, e che la precedente esperienza elettorale, che si è poi declinata in un originale assetto istituzionale, è stata un’eccezione rispetto alla regola. Che è, e rimane, quella che ha sempre ispirato la cultura politico- costituzionale britannica: ovvero un sistema elettorale serve a fare una maggioranza e un governo. E così è tornato a essere nella primavera di quest’anno. Il sistema elettorale maggioritario-uninominale-a-turno-unico, first past the post, ha nuovamente consentito – certo, grazie al comportamento di voto degli elettori – la vittoria di un solo partito, il Conservative Party, che ha ottenuto la ISSN 2037-6677

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    Il Westminster Model vivo (e lotta insieme a noi)

    di Tommaso Edoardo Frosini

    1. Alla vigilia del voto per la Camera dei Comuni in Gran Bretagna, la gran parte dei commentatori prefigurava lo ripetersi di uno scenario istituzionale gi verificatosi cinque anni fa: nessun partito vincitore e, quindi, governo di coalizione; trasformazione del sistema politico dal bipartitismo al tripartitismo; consolidamento costituzionale del Coalition Pact con lopzione in favore del fixed-term Parliaments. Insomma, la fine definitiva del cd. modello Westiminster, che tante passioni (e altrettante critiche) ha sempre suscitato in giro per lEuropa, Italia compresa.

    Ebbene, le elezioni del 7 maggio 2015 hanno dimostrato che quel modello non affatto finito, e che la precedente esperienza elettorale, che si poi declinata in un originale assetto istituzionale, stata uneccezione rispetto alla regola. Che , e rimane, quella che ha sempre ispirato la cultura politico-costituzionale britannica: ovvero un sistema elettorale serve a fare una maggioranza e un governo. E cos tornato a essere nella primavera di questanno.

    Il sistema elettorale maggioritario-uninominale-a-turno-unico, first past the post, ha nuovamente consentito certo, grazie al comportamento di voto degli elettori la vittoria di un solo partito, il Conservative Party, che ha ottenuto la

    ISSN 2037-6677

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    maggioranza assoluta dei seggi, 331 su 650, con una percentuale di voti pari al 36,9% a fronte di una elezione alla quale hanno votato il 66,1% degli aventi diritto (30 milioni e 961 mila elettori). Perfettamente consapevoli, elettori e attori politici, che qualora avesse vinto un solo partito, come stato nel rispetto della tradizione politica britannica, Primo Ministro sarebbe diventato, senza se e senza ma, il Leader di quel partito. E cos, lindomani del voto, una volta scrutinate le schede elettorali, David Cameron era gi Primo Ministro in attesa della formale nomina da parte della Regina. Questa la dinamica di funzionamento effettivo della forma di governo del cd. Premierato, che spaventa e preoccupa molti dei costituzionalisti, italiani soprattutto. E che invece ha una sua regolarit e chiarezza di funzionamento. Infatti, il cittadino-elettore vota per un partito, gi sapendo che se vincer quel partito, allora, capo del governo sar il suo leader, il quale nomina (e revoca) i ministri e sceglie quando sciogliere anticipatamente la Camera, con il concorso formale del Capo dello Stato che firma il decreto. Dirige lazione di governo e attua il programma di indirizzo politico. Governa senza tentennare, e laddove mostra debolezza e incapacit il partito lo pu sostiture, sia come Primo Ministro che come Leader.

    Il Premier Cameron deve mostrare capacit di buon governo per affrontare e superare alcuni ostacoli, che possono rendergli difficile il percorso: innanzitutto, il referendum con il quale interrogare gli elettori se abbandonare o no lUnione europea, il cui esito davvero incerto. Poi, il tentativo di affrancamento dalla Cedu e da qualsiasi forma di esecutivit delle sentenze della Corte Edu. Conseguenza di ci, potr essere un nuovo British bill of Rights, che ridia forza e legittimit alla sovranit britannica in luogo di quella della Corte di Strasburgo.

    Ancora: il Premier Cameron non deve trascurare la non risolta questione della devolution scozzese. E pur vero che il referendum dello scorso anno ha visto gli indipendentisti soccombere, ma altrettanto vero che alle elezioni lo Scottish National Party ha fatto il pienone in Scozia: 56 seggi su 59 disponibili, sgretolando il Labour Party che in quel territorio aveva una sua stabile forza elettorale. Fallito il referendum, gli indipendentisti scozzesi provano ora a fare sentire la loro voce alla Camera dei Comuni, e quindi passare dalla mancata democrazia diretta alla auspicata democrazia rappresentativa. Sebbene siano in

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    minoranza e allopposizione. Per, forti della loro rappresentanza territoriale, che Cameron non dovr sottovalutare.

    Infine, lOpposizione di Sua Maest: altro punto qualificante del Westminster Model. Qui c da registrare il netto calo di consensi (e di seggi) del Labour Party, che ha ottenuto 26 seggi in meno rispetto al 2010 (e quindi: 232 in luogo di 258), che ha perso in Scozia e, soprattutto, in Galles e Inghilterra, dove ha ceduto seggi che aveva conquistato ai tempi di Gordon Brown. La mancanza di una vera (e forte) leadership e di una visione politico economica degna di Blair, nonch le scarse risposte su immigrazione e soluzione scozzese, hanno inciso sulla sconfitta dei laburisti, che devono rinnovarsi come classe dirigente e come strategie politiche. A cominciare dallo Shadow Cabinet.

    2. Quali suggestioni dalle elezioni britanniche sulla politica italiana? Direi

    lesigenza di governabilit avvertita dagli elettori doltre Manica, che si manifesta con il voto netto a favore di un partito e di un leader, a cui viene dato mandato a governare secondo un programma conservatore ma non di conservazione. Che non sacrifichi il welfare ma che valorizzi la liberalizzazione e soprattutto riduca la pressione fiscale. Che sostenga Let Europe arise, come diceva Churchill, sia pure attenuando limpatto della giurisprudenza Edu rafforzando i diritti dei britannici, nel segno delle dottrine di John Locke e Thomas Paine.

    Al di l dei contenuti politici, la suggestione britannica ricade sulla formula elettorale e la sua declinazione in punto di forma di governo. Se nellisola il sistema elettorale ha favorito il formarsi di una maggioranza e di un governo, la recente legge elettorale approvata nella nostra penisola mira a fare altrettanto senza dimenticare la rappresentanza e il pluralismo delle forze politiche. LItalicum, infatti, ha come finalit quella di conciliare, ovvero di favorire un equilibrio fra la rappresentanza e la governabilit. Perch con il premio di maggioranza si valorizza laspetto della governabilit; il premio, infatti, finalizzato a consentire il formarsi di una maggioranza parlamentare che poi dia concretezza allattivit di un governo, che diventa direttivo della maggioranza. Tuttavia, la legge salvaguarda anche il principio della rappresentanza, perch un sistema elettorale proporzionale, quindi favorisce

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    la pluralit della rappresentanza politica. Addirittura la stessa clausola fissata al 3 per cento consente lingresso in Parlamento delle minoranze. Infine, questa legge elettorale valorizza la forma di governo del cosiddetto premierato, e lo fa a Costituzione invariata. Di fatto, quindi, introduce il premierato, che fa s che il cittadino possa, con il voto, eleggere e dare mandato alla rappresentanza, ma possa designare o investire per il tramite del voto il Governo, in modo tale che si sappia quello che giusto che il cittadino sappia in una democrazia, cio chi vince le elezioni e chi governa.

    Come in Gran Bretagna.