Editoriale: Saluto, ovvero: Chi cambia e parte chi cambia ... 2003 INSERTO .pdf · vani che...

16
Domenica 13 luglio porgevo alla Comunità l’an- nuncio del nuovo incarico affidato dal Vescovo a don Bruno. Non fu motivo di letizia né riceverlo, né il doverlo dare. La domenica successiva potevo annunciare che a prendere il posto di don Bruno ci veniva mandato don Oscar. Facile la tentazione di dire: “Perché non hanno lasciato don Bruno qui a Coccaglio e là a Darfo don Oscar: come don Bruno da parte nostra, sicu- ramente anche don Oscar è ben voluto dalla sua gente, diversamente non sarebbe durato nove anni nello stesso posto. “Allora, cui prodest?” A che pro questo “rimescolamento”? Certo, le scelte dei superiori, non manchiamo di rispetto nel dirlo, non sono infallibili. Dobbiamo però riflettere al fatto che essi, primo fra tutti il Vescovo, non compiono il tipo di scelte di cui stia- mo parlando tanto per il gusto di rimescolare la Diocesi e attuare qualche spostamento così, come capita: si sono trovati interpellati da bisogni a cui far fronte, emergenti da alcune parrocchie della Chiesa bresciana, hanno ipotizzato delle soluzioni, hanno sentito le persone interessate, hanno valuta- to e, infine, raggiunto una decisione. Va notato anche che non è il Vescovo da solo a compiere queste scelte: c’è un insieme di persone, il Consiglio episcopale (ne fa parte anche il nostro don Tonino) con le quali egli si consulta. E allora a noi, pur con il rincrescimento per il distacco, non rimane che ringraziare chi, per obbe- dienza, parte e accogliere chi, per obbedienza, arri- va, accompagnando ambedue con la preghiera allo Spirito del Signore perché assista e guidi loro e le comunità a cui sono mandati. In ogni caso, quello che conta, è fare la volontà del Signore. Il cambio di un prete, il più delle volte, è doloroso e per la gente e per il prete (ne so qualcosa per via di personale, recente esperienza), ma quasi sempre è un bene per ambedue: dopo un certo periodo di tempo, il sacerdote sente di aver dato quanto pote- va, di aver “esaurito le cartucce”, percepisce di non avere più nulla di nuovo da offrire e avverte il rischio che la sua presenza si riduca ad un conti- nuare a rifare se stesso. Sia a lui che alla comunità manca la possibilità di nuovi stimoli, nuove vedute e aperture. Questo inserto speciale della nostra rivista parroc- chiale è dedicato a salutare don Bruno che parte e a porgere il benvenuto a don Oscar che arriva. Di ambedue ci offre la voce. C’è poi il riferimento a don Battista che cambia la sua posizione giuridico- ecclesiastica, pur rimanendo tra noi. Se, con la grazia dello Spirito, compiamo tutti la volontà di Dio, ciò che a Lui piace, facciamo spazio al suo Regno, che è gioia per tutti noi; al di là delle persone, pure importanti, che ci parlano di Lui, è Lui che conta più di tutto. 1 Inserto Speciale Editoriale: Saluto, ovvero: Chi cambia e parte... chi cambia e arriva...chi cambia, ma resta. di don Giovanni

Transcript of Editoriale: Saluto, ovvero: Chi cambia e parte chi cambia ... 2003 INSERTO .pdf · vani che...

Domenica 13 luglio porgevo alla Comunità l’an-nuncio del nuovo incarico affidato dal Vescovo adon Bruno. Non fu motivo di letizia né riceverlo,né il doverlo dare.La domenica successiva potevo annunciare che aprendere il posto di don Bruno ci veniva mandatodon Oscar.Facile la tentazione di dire: “Perché non hannolasciato don Bruno qui a Coccaglio e là a Darfodon Oscar: come don Bruno da parte nostra, sicu-ramente anche don Oscar è ben voluto dalla suagente, diversamente non sarebbe durato nove anninello stesso posto. “Allora, cui prodest?” A che proquesto “rimescolamento”?Certo, le scelte dei superiori, non manchiamo dirispetto nel dirlo, non sono infallibili. Dobbiamoperò riflettere al fatto che essi, primo fra tutti ilVescovo, non compiono il tipo di scelte di cui stia-mo parlando tanto per il gusto di rimescolare laDiocesi e attuare qualche spostamento così, comecapita: si sono trovati interpellati da bisogni a cuifar fronte, emergenti da alcune parrocchie dellaChiesa bresciana, hanno ipotizzato delle soluzioni,hanno sentito le persone interessate, hanno valuta-to e, infine, raggiunto una decisione. Va notatoanche che non è il Vescovo da solo a compierequeste scelte: c’è un insieme di persone, ilConsiglio episcopale (ne fa parte anche il nostrodon Tonino) con le quali egli si consulta.E allora a noi, pur con il rincrescimento per ildistacco, non rimane che ringraziare chi, per obbe-dienza, parte e accogliere chi, per obbedienza, arri-va, accompagnando ambedue con la preghiera alloSpirito del Signore perché assista e guidi loro e lecomunità a cui sono mandati.In ogni caso, quello che conta, è fare la volontà delSignore.Il cambio di un prete, il più delle volte, è doloroso e

per la gente e per il prete (ne so qualcosa per via dipersonale, recente esperienza), ma quasi sempre èun bene per ambedue: dopo un certo periodo ditempo, il sacerdote sente di aver dato quanto pote-va, di aver “esaurito le cartucce”, percepisce di nonavere più nulla di nuovo da offrire e avverte ilrischio che la sua presenza si riduca ad un conti-nuare a rifare se stesso. Sia a lui che alla comunitàmanca la possibilità di nuovi stimoli, nuove vedutee aperture.Questo inserto speciale della nostra rivista parroc-chiale è dedicato a salutare don Bruno che parte e aporgere il benvenuto a don Oscar che arriva. Diambedue ci offre la voce. C’è poi il riferimento adon Battista che cambia la sua posizione giuridico-ecclesiastica, pur rimanendo tra noi.Se, con la grazia dello Spirito, compiamo tutti lavolontà di Dio, ciò che a Lui piace, facciamo spazioal suo Regno, che è gioia per tutti noi; al di là dellepersone, pure importanti,che ci parlano di Lui, èLui che conta più ditutto.

1

Inserto Speciale

Editoriale: Saluto, ovvero: Chi cambia e parte... chi cambia e arriva...chi cambia, ma resta.

di don Giovanni

Carissimo,

"nei tuoi anni di ministero hai portato unaventata di novità tra i ragazzi, gli adolescenti e i gio-vani che indubbiamente ti amano. Abbiamo soffer-to insieme di fronte a certi problemi e a certe deci-sioni importanti e, come fratelli, ci siamo comuni-cati le nostre pene. Se il “Focolare” verrà ristruttura-to, sarà tuo merito per aver promosso l’iniziativa el’abbozzo della progettazione. Non dubito cheCoccaglio ti resterà impressa nelle mente e nel cuoree tu rimarrai scolpito nella memoria dei Coccagliesiche amano i loro sacerdoti".Hai certamente riconosciuto queste parole: te lerivolse don Valentino il giorno del suo congedodalla Comunità parrocchiale. Mi è sembrato giustoche queste parole, singolarmente adatte alla circo-stanza attuale, ti venissero innanzitutto da lui, conil quale hai condiviso 9/10 della tua presenza qui aCoccaglio.La nostra “avventura” insieme è già arrivata al capo-linea; è durata meno di un anno: troppo poco. Il 6ottobre dello scorso anno, insieme alla comunità diCoccaglio, mi accoglievi nuovo parroco, il cuiingresso con tanto lavoro avevi preparato.Il 7 di settembre - undici mesi dopo, quindi - prende-vi congedo. Tutto si è svolto molto in fretta: duran-te il Grest la tua convocazione da parte del Vescovo;pochi giorni dopo quello che doveva rimanere riser-vato cominciava a trapelare, costringendoci ad anti-cipare l’annuncio prima della fine del Grest, comeinvece s’era programmato di fare. Per farla breve, in

capo a due mesi, da Coccaglio ti sei trovato nella tuanuova abitazione già sistemata a dovere, a svolgere ilnuovo servizio a cui il Vescovo ti ha chiamato.Sono qui a rinnovarti il “grazie”, innanzitutto anome della Comunità di Coccaglio che hai amato (eancora ami) e ti ha amato. Essa è stata il tuo “primoamore”, quello che non si scorda mai: avrai semprenel cuore i fanciulli che hai visto diventare ragazzi ei ragazzi che hai visto diventare giovani e adulti, i

tanti volti che in questi dieci annihai incontrato, con i quali haiintessuto rapporti di amicizia oforse anche, qualche volta, discontro; persone che sono stateper te, volta a volta, motivo digioia, di preoccupazione, di dolo-re, comunque sempre di impegno eamore fraterno. Più di una volta ho

2

Inserto Speciale

CHI CAMBIA E PARTE ...Don Bruno Cadei dalla parrocchia di Capriolo (Bs)- nato a Palazzolo S/O l’11 gennaio 1968- ordinato a Brescia il 12 giugno 1993 da S.E. mons. Bruno Foresti- vicario cooperatore a Coccaglio dal 1993 al 7 settembre 2003- vicario cooperatore a Urago Mella e responsabile dell’Unità di pastorale giovaniledi Urago Mella, Divin Redentore (Pendolina) e S. Spirito dall’8 settembre 2003.

avuto modo di cogliere dalle tue parole il desideriodel bene anche per coloro che ti avevano procuratomotivo di tensione o sofferenza e il rincrescimentoper lo stile di vita da loro scelto.In queste settimane ho più volte registrato le espres-sioni di rammarico per la tua partenza da parte diragazzi, adolescenti, giovani, genitori e anziani; nelperiodo in cui siamo stati insie-me a Coccaglio ho avuto mododi constatare nei tuoi confron-ti, da parte dei ragazzi e dei gio-vani, un rapporto di fiducia econfidenza; ho potuto registra-re la tua presenza costante inOratorio, grazie alla quale esso,diversamente da altri, si è con-servato “pulito”.Il “grazie” è anche mio perso-nale: per il clima di collabora-zione e fraternità sacerdotale alquale ti sei aperto, per l’impe-gno che hai profuso nel preparare il mio ingresso,per la costante disponibilità che mi hai fatto trova-re. Desideravo avere la possibilità di lavorare almenoancora un poco insieme a te. Così non ha potutoessere: pazienza, lasciamo fare al Signore.Hai svolto il tuo servizio costantemente mortifica-to, nelle tue potenzialità, dai limiti del nostroambiente oratoriano. Anche a motivo delle suecarenze strutturali, hai visto l’Oratorio svuotarsiprogressivamente. Da tempo, perciò, stavi pensandoal progetto di rinnovamento, non tanto per averemuri più belli, quanto piuttosto per creare un sup-porto che ti consentisse di inventare nuovi modi diaccoglienza e di animazione. È un poco ironia dellasorte il fatto che, proprio mentre l’avvio dei lavoristava diventando una realtà sempre più vicina neltempo, tu abbia dovuto “levare le tende”. Faremotesoro della spinta al rinnovamento che desideraviimprimere. Certo è che il tuo apostolato sacerdotalequi a Coccaglio ti ha guadagnato la stima dei supe-riori: per una situazione che certo non brilla perfacilità hanno pensato a te, come anche per l’attua-zione di un’impresa che, in quanto nuova, dovrairealizzare a livello sperimentale: l’Unità di pastoralegiovanile delle tre parrocchie su indicate.

Noto una duplice singolarità legata alla Titolaredella parrocchia. La prima: quella in cui da poco seigiunto porta lo stesso titolo di quella nella quale perdieci anni hai donato la tua vita, impiegato il tuotempo, profuso le tue energie: Maria, venerata almomento della sua natività, ti accompagna, dun-que, nel tuo ministero che, anche in questo, trova

un elemento di continuità.L’altra: hai iniziato il tuo servizioa Urago proprio l’8 settembre,giorno in cui la nascita di Mariaviene celebrata. La sua interces-sione di Madre ti accompagnisempre.Quanto alla morfologia paesag-gistica, anche il tuo nuovoOratorio si trova più o meno aipiedi di un “monte” per certiaspetti simile al nostro.Ebbene, la presenza del montecontinuerà a ricordarti che

siamo chiamati a salire sempre più in alto, verso levette della santità; lo Spirito l’ha posta in noi comegerme nel Battesimo; nell’Ordinazione sacra, diaco-nale e presbiterale, le ha dato potente impulso dicrescita. Nel servizio e nella donazione, attraverso iquali cerchi di diventare sempre più immagine diCristo, Pastore Buono e capo del suo corpo che è laChiesa, per la quale ha dato e continuamente dà sestesso, in poche parole, attraverso l’esercizio dellacarità pastorale, che è la via additata a noi preti perrealizzarla, la santità prenderà sempre più corpo,trasformando la tua vita in ciò che celebri:Eucaristia. È quanto di cuore ti auguriamo, insiemead un rapido inserimento nelle nuove realtà di cuisei chiamato ad essere animatore e alle quali, primaancora, sei mandato come dono delSignore, testimone del suo amore,sacerdote della sua Grazia, per lagloria del Padre e per il regno diGesù e del suo Spirito. Per que-sto preghiamo, ricordandoti alSignore.Il Signore ti dia pace.

don Giovanni3

Inserto Speciale

4

Inserto Speciale

comunità che per dieci anni mi ha accolto e con cui hocondiviso un periodo particolarmente significativo dellamia vita, è giunto il momento di salutare perché ilVescovo mi ha affidato un nuovo incarico nella comunitàdi Urago Mella. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivatoquesto momento, la vita del prete è così e noi lo sappia-mo bene, anche se ora mi risulta particolarmente diffici-le…. Sono tante le parole e soprattutto le emozioni chevorrei esprimere in questo momento ma… mi voglio limi-tare ad esprimere un grande GRAZIE a tutti.Grazie per avermi accolto e amato, per l’amicizia, ladisponibilità, l’aiuto, le risate, le fatiche, i tanti momentiin cui abbiamo condiviso il nostro essere comunità, lecelebrazioni, le preghiere, le bellissime esperienze in giroper l’Italia e per il mondo. Grazie perché avete arricchitodi tanto la mia vita. Grazie ai sacerdoti, i consacrati e lesuore che come primi collaboratorihanno condiviso con me questi diecianni: i parroci don Valentino e donGiovanni, don Agostino, don Battista,don Lino, don Francesco, padre Pino,Pierino… i sacerdoti originari diCoccaglio che nei loro passaggi da casasono sempre stati ricchi di attenzione,simpatia e sensibilità sacerdotale, tutte lesuore, negli ultimi anni soprattuttomadre Mariella, tanto preziosa e ricca disensibilità umana e cristiana. Grazie aicatechisti, primi collaboratori in quelcompito educativo tanto difficile manello stesso tempo tanto importante eimprescindibile, grazie per il tempo prezioso che aveteofferto ai nostri ragazzi, il Signore sicuramente ve ne ren-derà merito,cosa che invece difficilmente fanno le persone.Grazie agli animatori, A.C.R., gruppi adolescenti, scout,non solo per il lavoro fatto ma anche per il bene che mihanno voluto. Grazie alle “scopine di Dio”, a tutte quellepersone che in modi e tempi diversi hanno sempre e gene-rosamente dato tempo per l’ordine e la pulizia dell’orato-rio e dell’ambiente delle madri Madri così che anche l’e-steriorità degli ambienti potesse diventare strumentoeducativo. Grazie ai tanti papà e ai giovani sempre pron-ti a lavorare, e non solo, per realizzare strutture da utiliz-zare nelle varie iniziative dell’oratorio. Grazie a Beppe ePaola Bighetti per il prezioso lavoro svolto per il buonfunzionamento del bar e a tutti i volontari che in questianni si sono alternati nel servizio. Grazie ai collaboratoridel C.S.I. E del Basket Focolare per lo sforzo nel fare dello

sport un momento educativo. Grazie ai bambini, airagazzi, agli adolescenti e ai giovani, e alle rispettive fami-glie, che mi hanno dovuto sopportare in tutti questi anni.A loro ho dato tanto del mio tempo e del mio entusia-smo, e questo mi rende felice, ma ho la consapevolezza dinon aver fatto niente se non grazie all’azione dello SpiritoSanto. Grazie agli anziani che sempre mi hanno accom-pagnato nella preghiera, dandomi stima e accoglienza,testimoniandomi una fede semplice ma vera e sincera.Grazie anche all’amministrazione comunale che al di làdi alcuni disappunti, peraltro innegabili soprattuttoriguardo al progetto dell’oratorio, ha dimostrato collabo-razione e sensibilità. grazie a tutti, senza tralasciare nes-suno, anche a chi per diversi motivi mi ha voluto “male”perché comunque mi ha aiutato a capire meglio la vita. Chiedo scusa a tutti coloro che ho deluso nelle aspettati-

ve, che non ho saputo capire o accoglierenella forma migliore, che per i miei tantilimiti umani non sono riuscito ad amarecome invece avrei dovuto; chiedo scusa seil mio impeto ha prevaricato sui desiderio le possibilità di qualcuno, infine chiedoscusa se ha volte non ho saputo essereprete nella forma più vera soprattuttonell’impegno di annuncio e di testimo-nianza della parola di Dio.Ho un ramma-rico che mi fa molto soffrire: il non potervedere neppure iniziare e tantomeno fini-re i lavori di ristrutturazione dell’orato-rio. Erano tanti anni che insistevo per larealizzazione di questa opera che per

diversi motivi, non vorrei sembrare esagerato ma ancheper la cattiva volontà di qualcuno, non è mai iniziata;sono convinto che la struttura ci abbia penalizzatomolto, anzi che abbia limitato il lavoro educativo quindiil bene dei nostri ragazzi e di tutta la comunità. Spero chepossano iniziare al più presto i lavori di ristrutturazioneper dare alla comunità un ambiente cheanche nella sua struttura fosse educa-tivo e invito tutti a collaborare con-cretamente a questo grande impe-gno. A tutti chiedo di accompa-gnarmi nelle preghiere, io faròaltrettanto con voi…Ancora grazie a tutti. Con tanta amicizia e affetto.

Don Bruno

Cara comunità di Coccaglio,

Ciao, don BrunoNon potevo mancare ad un appuntamento cosìimportante per un abbraccio fraterno alla tua per-sona che, dopo un decennio di collaborazione nellazelante cura pastorale dei giovani del Focolare edella Comunità, ti saluta con affetto e riconoscen-za...non senza un velo di amarezza legato alla par-tenza di una persona cara. Ricordo quando sei arri-

vato a Coccaglio dasacerdote novello,mosso da una grin-ta di entusiasmo, dienergia, di gioia; latua sensibilitàpastorale, la tuadolcezza, la tuabontà sacerdotalehanno gettato neltempo il BuonSeme del Vangelonel cuore della gio-ventù, anche sealcune volte seistato purtroppofrenato o deluso. Hai saputo lavorarein mezzo alla gio-ventù senza badaretroppo alla “spigo-losità della zolla”,ma preparando ilterreno con la cer-tezza di riuscirepoiché sapevi diessere invaso dalloSpirito di Cristo. Con la luce del tuosorriso e con la tuamodestia hai inco-

raggiato un’attenta catechesi tra i ragazzi ed i giova-ni attingendo dal rinnovamento conciliare di SantaMadre Chiesa la sincera speranza cristiana nelsopravvento del bene sul male, sulle difficoltà che lavita oggi non risparmia a nessuno, tanto meno a chi

ripone nella salvezza del Risorto lo scopo della suaesistenza.Hai saputo appianare con dolcezza le montagne del-l’egoismo, raddrizzando i sentieri tortuosi dell’in-comprensione, appagandosi solo e senza clamoredell’unità degli intenti di una Comunità” assiduanella comunione fraterna”Grazie, caro don Bruno per averci insegnato a capi-re la Chiesa, a servirla con amore come Essa vuoleessere servita: anzitutto nella Carità e nella fedeltàalla dottrina autentica della Fede, per cui l’esistenzadel cristiano trova la sua dimensione virtuale senzala quale irrimediabilmente non esisterebbe.Grazie per tutti i doni spirituali che hai elargito inmezzo a noi in vista del bene comune.Grazie per il tuo dono disinteressato di essere prete,per quell’amore che ogni giorno ti spinge a rinnova-re il tuo SI al Signore ed alla Comunità nella qualehai operato: quell’amore con cui Cristo ci ha amatie con cui a nostra volta possiamo e dobbiamo amarei nostri fratelli; quell’amore che scaturisce e che hafatto dei primi cristiani “ un cuor solo ed un’animasola”.Il cuore del sacerdote non invecchia mai perché eripieno dello Spirito di Cristo, perché è grande comequello di Cristo, perché egli rappresenta CristoPastore.Ti esprimo, a nome anche della ComunitàParrocchiale di Santa Maria Nascente un auguriosincero e di vero cuore affinché tu possa vivere edesprimere esempio e rettitudine di vita in mezzo alleComunità che ti accoglieranno con trepidazionee…lasciamelo dire…con curiosità.Questa nostra vicinanza ci rende più uniti che mainella preghiera e nel ricordo del tuo esempio e deltuo tanto lavoro per noi, ma soprattutto per il tantobene che hai dato a tutti.Che il Signore ti accompagni e abbisempre il coraggio di “sporcarti lemani di Dio”!

Don Francesco, diacono

5

Inserto Speciale

6

Inserto Speciale

“Dà lode al Signore anima mia, ha fatto bene ogni cosa!”

L’arrivo di Don Bruno Cadei era atteso con unacerta curiosità e aspettativa in quanto avendo colla-borato con il curato che lo precedeva, ne avevoapprezzato il lavoro svolto per l’oratorio e per i gio-vani .Il suo arrivo è stata una ulteriore conferma del-l’azione della provvidenza nelle comunità che si affi-dano a Dio; don Bruno infatti, anche se completa-mente diverso per indole, carattere e atteggiamenti,ha fatto tesoro delle esperienze di chi lo ha precedu-to (cosa non automatica e garantita) e ha saputo svi-lupparle, ampliarle, proporne di nuove imbevendo-le dell’entusiasmo che ha sempre caratterizzato ilsuo ministero tra noi, il tutto a beneficio dei nostrifigli.A questo punto qualcuno potrebbe pensa-re:<<ecco la solita retorica, il solito elenco di com-plimenti a chi va via>> come a dire che quelli che sene vanno sono sempre stati comunque buoni ebravi.In realtà avendo avuto quattro figli che hannofrequentato, frequentano e operano in oratorio hoavuto la possibilità di vivere da vicino l’opera delDon motociclista con i nostri ragazzi, sono anched’accordo con chi potrebbe obiettare che anche luiha fatto sbagli ed errori ma posso testimoniare cheil suo pensiero, prima di prendere una decisione, eraed è : “che cosa è meglio per i ragazzi, per l’oratorio,per la comunità”: e quando si deve decidere nonsempre si può soddisfare le esigenze immediate ditutti.A dir la verità ho avuto il privilegio di collabo-rare col Don milanista in vari settori:da catechista nell’ambito del magistero e della cate-chesi ai ragazzi e adulti dove mi piace sottolineare ilsuo entusiasmo nello spezzare la parola ma ho

anche apprezzato la sua umiltà nel lasciarsi stuzzi-care, interrogare, mettere in discussione da quantoemergeva dalle nostre riflessioni riuscendo sempre adare loro ordine, senso compiuto, e adesione corret-ta alla Parola di Dio. Come collega di lavoro nel-l’ambito della scuola dove ho apprezzato il suo desi-derio di far emergere da tutti gli alunni quanto dimeglio era nelle loro possibilità pur rimanendofedele al suo essere annunciatore del Vangelo diCristo. Da Padre di figli che sono cresciuti parteci-pando alle varie iniziative dell’oratorio divenendopoi animatori in alcune di esse mi piace ricordareoltre all’impegno educativo e evangelico, l’impegnofisico e l’entusiasmo che Don Bruno non ha mailesinato per programmare, preparare, condurre veri-ficare tutte le attività che sono state proposte dal-l’oratorio e come non sottolineare l’entusiasmo ledelusioni e le arrabbiature nell’ambito della proget-tazione della ristrutturazione degli ambienti delfocolare che ora passerà come un testimone a chi losostituirà. Come parrocchiano ho apprezzato oltrealla fedeltà alla liturgia, aperta a quelle piccolinovità che la possono rendere più apprezzata dabambini e giovani, il modo fresco entusiasta,approfondito con il quale il Don spezza la parolacercando di trasmettere al popolo di Dio il messag-gio originale, grande e avvincente che il Padre vuolfar conoscere ai propri figli. A tal proposito vogliorivolgere all’alto ma grande Don Bruno l’augurioche sappia sempre trasmettere il messaggio diCristo con semplicità, entusiasmo e sincerità senzacadere in un linguaggio professionale che fa perderedi credibilità e fedeltà anche a perso-ne colte e preparate e assicurarloche lo accompagneremo costan-temente col nostro ricordo e conle nostre preghiere. Don Brunoti ringraziamo e ti salutiamopregando con il salmista: “Dà lode al Signore anima mia, hafatto bene ogni cosa!”Pace e bene a voi e alle vostre famiglie

Antonio Corsini

a Roma con il Vescovo durante la GMG del 2000

7

Inserto Speciale

il saluto dei ragazzi

Don Bru, sei come lanutella!!!Abbiamo chiesto ai bambini del campo diGromo di raccontarci le loro emozioni riguardola partenza di don Bruno e… quante cose hannoscritto!!!Con grandissima sincerità e semplicità hannosaputo esprimere quello che tutta la comunitàpensa, ma che forse non riesce a comunicarecon la stessa efficacia: GRAZIE DON BRU!Sono tutti un po’ dispiaciuti… ma sereni. Sannoaccettare, meglio di quelli più grandi, questaseparazione; eppure per loro sei il punto di rife-rimento, colui che rappresenta l’oratorio, ilgrest, i campi…Quanto ci insegnano questi bimbi!!!Nei bigliettini indirizzati a te, c’è una goccia dimalinconia, ma fra le righe si riesce sempre aleggere una grande serenità di fondo e soprat-tutto c’è scritto in grande: IN BOCCA AL LUPO!!!Si erano sinceramente affezionati a te, oltre cheprete, compagno di giochi e amico più grande(in tutti i sensi)!!! Jacopo e Damiano vorrebbero mettere indiscussione il fatto che i preti cambino parroc-chia di tanto in tanto; Ilaria, nonostante siastuzzicata dal cambiamento, si preoccupadicendo, riguardo al nuovo arrivo: ”Io non so seè simpatico come don Bruno”; Elisa, Maria,Silvia, Annalisa, Deborah, Sara e Beatrice sento-no già la mancanza della tua simpatia e ti assi-curano un posto nel loro cuore. Ma quando hanno preso carta e penna per pen-sare a te erano comunque sereni, e in più di unbiglietto hanno fatto delle battute; ad esempio,Francesco ha pensato bene di ricordarti di non

mangiare troppo, Greta e Laura hanno pensatoa quando organizzavi le feste, Elisa approfittadella tua statura per ricordare quanto sei gran-de, Sara pensa a come sarà non vedere più il tuolungo naso, i tuoi capelli grigi e non sentire letue stonate e infine Michela e Alice terminanola loro lettera con un bello slogan: “… se l’hai capito, tu sei proprio come laNutella… SENZA, CHE MONDO SAREBBE?!?”

Ciao don e…In bocca al lupo!!!

il saluto degli adolescenti

I “tuoi” adolescentiti dicono “ciao”E’ davvero molto faticoso riuscire a far esprime-re a un gruppo di adolescenti le loro sensazionied emozioni. Molti di loro, infatti, le nascondo-no dietro un velo di indifferenza, un muro difreddezza, ma per chi li conosce è altrettantofacile capire che nei loro cuori c’è un mix esplo-sivo di sentimenti. Così , insieme agli altri animatori, abbiamopensato di chiedere ai ragazzi che hanno parte-cipato al campo estivo, di esprimere quello chesentivano in merito alla partenza di don Brunotramite dei bigliettini, visto che dire le cose scri-vendo è sempre più semplice che a voce.Purtroppo, però, ci sono stati conse-gnati pochi scritti rispetto alnumero dei ragazzi presenti,che per di più sono una picco-lissima rappresentanza,rispetto a tutti gli adolescentiche sono passati in questi 10anni “ tra le mani di donBruno”. Quindi non resta che,

8

Inserto Speciale

come ultima premessa, far presente che questopiccolo resoconto si baserà in gran parte sullesensazioni, sulle percezioni, i piccoli gesti, glisguardi e le confidenze che abbiamo potuto rac-cogliere negli anni di esperienza animatorialetrascorsi con Don Bruno. Innanzitutto, perpoter capire quello che provano i ragazzi, hodovuto fare un salto ( in realtà un passo ) indie-tro con la memoria per ricordarmi cosa è statoper me don Bruno quando avevo la loro età. Inquei momenti è stato un grande punto di riferi-mento, un porto sicuro, una persona che mi haaiutato a sorridere e a sdrammatizzare. Sonocerta che ciascuno dei ragazzi, chi più chi meno, in base all’età, guardando dietro e dentro sétroverà queste stesse sensazioni, questi stessipunti da analizzare anche se sicuramente inmodi e con sentimenti diversi. Indubbiamentenel cuore di ciascuno di loro brilla un GRAZIEenorme, perché sentono di essere stati cresciuticon cura e amore, di essere stati accompagnatinella loro fanciullezza e nei primi momenti diun’età di passaggio piena di difficoltà e di osta-coli da superare ( quale è l’adolescenza), da unafigura forte, presente, “un chiodo fisso” a cuiaggrapparsi nel momento del bisogno.Ammirano la fierezza e la disponibilità con cuidon Bruno si è sempre affiancato loro, come unpadre, un fratello maggiore, un amico, un con-fidente, una guida spirituale, che li ha aiutati acrescere personalmente e nella fede. Non va , però nascosto, per impedire di caderenell’ipocrisia e nella falsità, che c’è anche chi, trai nostri adolescenti, ha mostrato di provare unpo’ di risentimento nei confronti di don Bruno.Tutti quanti sappiamo che non si può semprepiacere a tutti e che la figura del curato deve, avolte, anche svolgere il ruolo del rompiscatole,ma sappiamo anche che ogni cosa è stata fattacon amore e buona fede, e se anche qualcheerrore è stato commesso, è perché anche donBruno è un uomo come tutti noi.

Forse, anzi ne sono convinta, è proprio adessoche i nostri adolescenti si renderanno conto chei rimproveri e le alzate di voce, per cui tanto siarrabbiavano e puntavano i piedi, erano per illoro bene, per indicare loro gli errori ed aiutarlia rimediare e a non commetterli nuovamente,in fin dei conti per EDUCARLI all’amore e alrispetto di sé e degli altri. Questo è stato l’obiet-tivo sicuro e sempre perseguito dal nostro DonBruno. E’ proprio adesso che riecheggiano allaloro mente i ricordi delle risate, dei bei momen-ti passati insieme e che si accorgono degli sfor-zi fatti per poter far divertire tutti, della curacon cui si è sempre preoccupato che tutti stes-sero bene e non si facessero male, della preoccu-pazione, tenerezza e rassicurazione per i “feriti”di ogni tipo. Credo che nel cuore di tutti quanti, anche di chimostra e dice il contrario, ci sia una profondatristezza, perché don Bruno di bene ne ha fattodavvero tanto, ha sempre dato amore, in formee modi diversi magari, ma a tutti; e perché leparole possono ingannare, ma gli sguardi e leespressioni difficilmente lo fanno.Tutto l’amore che i nostri adolescenti provanonei suoi confronti e la tristezza che, in silenzio,provano nel loro animo per la sua partenzasono stati testimoniati dalle lacrime versate damolti in diversi momenti del campo e dallaspontanea e toccante “standing ovation” che èstata dedicata al nostro “don Bru” durante l’ul-tima serata nel momento del ringraziamento aDio per avercelo donato, per averlo messo sullanostra strada. Grazie di cuore da parte di tuttii ragazzi, don Bruno, e come dice qualcuno... “spe-riamo che don Oscar sia allatua altezza... in tutti i sensi”.

Che strano compito mi è capitato, devo scrivereuna lettera di saluto a don Bruno da parte di

tutti quelli che sono i “suoi” giovani… ma come fac-cio???Come si può con le parole esprimere quelloche forse solo un grandissimo abbraccio e qualchelacrima potrebbero esprimere???Quanto abbiamo parlato di questo momento, e oraè arrivato, ma accettarlo con serenità non è sem-plice… è una situazione che segna il nostro veropassaggio alla maturità, ora dobbiamo dimostraredi essere “Oratorio”. Con la partenza del Don verràa mancare un punto di riferimento e saremo noi adover dimostraredi tenere a ciò cheabbiamo costruitoin questi dieci anni,senza permettereche questo cambia-mento indeboliscale fondamenta delnostro gruppo:uno dei più grandiinsegnamenti checi ha donato donBruno è quello diessere prima ditutto un vero gruppo e ora è venuto il momento didimostrarlo… ma quanto è difficile! Durante il campo pensavo a quante esperienze hotrascorso con te: sei arrivato nel lontano 1993,quando stavo giusto per iniziare quella che giusta-mente si chiama età della “stupidéra”, hai visto mee quelli della mia età iniziare a frequentare l’orato-rio, (che tu ci hai aiutato a rendere nostro) e ora,dopo dieci anni, mi ritrovo con alle spalle ben setteanni di esperienze “animatoriali”; in un certo sensosei stato il nostro fratello maggiore, quello che hasaputo correggerci quando commettevamo leprime sciocchezze e quello che ha creduto in noiquando si è trattato di passare all’azione, quando cisiamo dovuti trasformare in gruppo!Per raccontare tutte le esperienze che abbiamo vis-

suto insieme al “don” forse non basterebbero altridieci anni, a partire dai primi incontri durante ilgruppo di terza media (la domenica mattina dallemadri), arrivando all’ultima esperienza di campo,le ultime riunioni e le uscite in compagnia.E’ difficile salutarti Bruno, non sei semplicementestato il nostro curato, sei stato veramente unamico, sempre schietto “con” noi e soprattutto“per” noi; ci hai insegnato che in ogni esperienzac’è qualcosa di cui far tesoro, anche nei momentidifficili; sì, perché ce ne sono stati, per noi e ancheper te, ma con la sostanziale differenza che noi

potevamo semprecontare su una tuaparola; ma con que-sto ciao vorrei rega-larti un po’ di noistessi, e augurarti dipoter trovare tantagente che ti sappiavoler bene almenola metà di quantotu ne hai voluto anoi!Mentre scrivo que-ste poche righe per

salutarti, mi viene da pensare a come sarà dopo lasera di domenica 7 settembre, quando ufficialmen-te lascerai la nostra parrocchia, e non possonasconderti che già ora mi viene la pelle d’oca!!!Grazie don Bruno, non c’è modo più adeguato peresprimere tutto ciò che proviamo ora e che abbia-mo provato in dieci anni insieme…Buona fortuna e… portaci per sem-pre nel tuo cuore come noi fare-mo con te!!!

Alberto,a nome di tutti quelli che

sono cresciuti con te

9

Inserto Speciale

Ciao, Brunoil saluto dei giovani

10

Inserto Speciale

Caro don Oscar,

con fraterno calore, a nome di tutta laComunità parrocchiale, ti porgo il benvenuto tranoi. Lo esprimo soprattutto a nome della comunitàgiovanile, degli adolescenti, dei ragazzi e dei fanciul-li; te lo porgo a nome dei genitori e di coloro chetrovi come collaboratori più diretti, vale a dire, glieducatori dell’Oratorio: catechisti, animatori, diri-genti sportivi, volontari delle pulizie, responsabili disettore e delle associazioni, ecc.; in poche parole,l’intera Comunità Educativa dell’Oratorio.Al momento, tale realtà, forse, è poco più che unnome, poiché chi lavora nell’Oratorio - vale un po’dappertutto e non solo a Coccaglio - non si perce-pisce ancora molto come parte di una ComunitàEducativa. Si tratta di una consapevolezza e unostile a cui ... educare gli educatori.È uno dei compiti che ti aspetta e per il quale potraitrovare facilitazione, maggiore rispetto al tuo prede-cessore, nel fatto che potrai contare sul Consigliodell’Oratorio; spero che esso potrà costituire per teun valido punto d’appoggio. La sua reintroduzioneè una delle cose che si stava per realizzare insieme adon Bruno. Aiutare questo gruppo educativo di rife-rimento a muovere i primi passi nella corresponsa-bilità collegialmente vissuta è un’altra delle incom-benze che ti attende.Questo numero del bollettino comincia ad esserediffuso nelle case proprio la sera in cui ufficialmen-te dài avvio alla tua presenza tra noi. Se non avrai

modo di leggere prima di allora queste pagine, quel-la sera stessa avrai avuto comunque la possibilità direnderti conto di quanta attesa, mista a curiosità, cisia nei confronti del nuovo curato dell’Oratorio:saprà volerci bene? Sarà uno che tiene ai ragazzi e aigiovani e, di conseguenza, potremo contare sullasua presenza fedele in Oratorio? Sarà capace, da unlato, di dialogare e creare rapporti di amichevolestima e fiducia con chi frequenta l’Oratorio e, d’al-tro canto, di porsi di fronte alle medesime personecon l’autorevolezza necessaria per fare rispettaredeterminate regole di buona educazione e di civilelinguaggio? Sarà in grado di offrire una formazionedi fede soda, ma non noiosa, svelando il volto esi-gente ma gioioso - quello vero - dell’esperienza cri-stiana? Ci saranno ancora il Grest, i Freedom days, iCampiscuola?Quest’insieme di atteggiamenti e attività tratteggia-no in parte quanto i nostri ragazzi e giovani hannopotuto trovare in don Bruno. Sarà inevitabile cheessi siano portati a fare dei confronti tra lui e te;altrettanto sicuro è il fatto che tu seiricco della tua personalità che - èquesta una delle ricchezze por-tate da ogni cambio di curato –sicuramente è diversa dallasua.

Altre domande in pectore, magià a loro modo espresse, potreb-bero essere: come il nuovo

... CHI CAMBIA E ARRIVADon Oscar Ziliani- nato Sale Marasino (Bs) il 29 novembre 1965- ordinato Brescia il 9 giugno 1990, da S.E. mons. Bruno Foresti- vicario parrocchiale a Edolo dal 1990 al 1994- vicario parrocchiale a Darfo dal 1994 al 2003- vicario parrocchiale a Coccaglio dal 20 settembre 2003

11

Inserto Speciale

curato gestirà le celebrazioni liturgiche? Quale saràil suo atteggiamento nei confronti delle associazio-ni presenti in Oratorio? Come imposterà la cateche-si? Avrà definitivamente fine, con lui, l’abitudinepoco opportuna, avviata da altri e già con un certosuccesso rieducata da don Bruno, di chiamare ilcurato per nome senza premettere il don? È unaparolina che basterebbe da sola a fare da appellativoe può benissimo accompagnarsi al “tu”, poiché nonha lo scopo di creare e mantenere distanze; e poidare del “lei” ad un amico è abbastanza innaturale.Quel don sta invece ad indicare la consapevolezza delruolo di servizio, di padre e fratello che una personariveste non per via di una nomina burocratica o diuna elezione a maggioranza “dal basso”, bensì invirtù dell’ordinazione sacra. Non sono i meriti dellapersona che vengono esaltati, né una sua presuntaposizione più altolocata rispetto agli altri (sarebbebieco clericalismo), bensì il singolare dono di graziache Dio ha concesso ad un uomo, a beneficio di unacomunità. È evidente, caro don Oscar, che tu nonhai bisogno di queste riflessioni: ho preso lo spuntodall’ultima domanda e colto l’occasione per farlegiungere a chi leggerà queste righe a te indirizzate.

Giungi tra noi non più giovanissimo ed imberbe: iquattro anni vissuti a Edolo dopo la tua ordinazio-ne e i nove da te trascorsi a Darfo ti fanno ricco diun’esperienza che sarà utile sia a te che a noi e ti per-metterà di affrontare la missione e il lavoro che tiaspettano senza troppo timore riverenziale di fron-te ad un paese che, con i suoi 7.500 abitanti, è piùgrande di quelli in cui sei stato in precedenza.

Il tuo arrivo, caro don Oscar, ha luogo nel momen-to dell’emergenza: al più presto, spero, partiranno ilavori di ristrutturazione dell’Oratorio. Al lavoro disistemazione dei muri dovrà accompagnarsi quellodi rinnovamento della mentalità. Ci sarà di notevo-le aiuto in questo, come spero, la Missione, annun-ciata ufficialmente proprio in questo numero delbollettino parrocchiale (v. pag. 3): non a caso la si èpensata in concomitanza ai lavori ai quali stiamo

per dare inizio; di essa sia tu che io abbiamo giàavuto recente esperienza.

Per quanto orientato prevalentemente al settore gio-vanile, il tuo apostolato sarà aperto anche ad altriaspetti della vita parrocchiale: il servizio liturgico inparrocchia, il sacramento della Confessione, l’in-contro, nel limite del possibile, con gli anziani e gliammalati, la solidale presenza presso chi piange laperdita di una persona cara. D’altronde, avrai mododi constatare che nella vita dell’Oratorio, senzaindebite invadenze nelle tue responsabilità e compe-tenze, non mi troverai estraneo. Insomma, pur nelladistinzione dei ruoli, è il lavorare insieme, in frater-na comunione presbiterale, ciò che dobbiamo fare.La cosa non dovrebbe risultarci difficile: ai tempi incui abbiamo convissuto in seminario, tu eri all’ini-zio del ginnasio, io mi trovavo verso la fine della teo-logia, mentre don Bruno frequentava le medie;rispetto a lui, ebbi modo di conoscerti un po’ menodi sfuggita.

Tanto nella tua natia Sale Marasino, quanto a Edoloe a Darfo eri abituato ad essere circondato dallemontagne: il Montorfano non è certo il gruppo delBaitone e nemmeno è Montisola; al di sotto di esso,altro non v’è che pianura. Anche questo è il segnoche per te inizia una vita nuova, anche se, per il tipodi servizio che qui sei chiamato a svolgere, simile aquella ce hai vissuto finora.

Caro don Oscar ti accogliamo a braccia aperte e,con te, i tuoi genitori che, per una parte della setti-mana, saranno qui a farti compagnia. Tu vieni a noinel nome del Signore: ti accompagni lagrazia del suo Spirito, sotto losguardo di Maria SS., madre diogni cristiano ma, in particolare,dei sacerdoti del suo Figlio. Allaintercessione di Lei ti affidiamo.

don Giovanni

Don Giovanni mi ha chiesto discrivere due righe; è sempre

difficile rivolgersi a qualcunoquando non lo si conosce comun-que nell'attesa di incontrarvi per-sonalmentemi presento: sono don OscarZiliani, originario di SaleMarasino, sul lago d'Iseo, è da 13anni che sono sacerdote e ho vis-suto la mia esperienza ministerialecome curato prima di Edolo (per 4anni) e poi di Darfo (per 9anni),ora il Vescovo mi ha assegna-to come collaboratore del parrocoalla vostra comunità parrocchiale.Certamente poche righe non sonosufficienti per con conoscere unapersona e non nascondo qualchetimore nell'iniziare questa nuovaesperienza, ma sono sereno e certa-mente troverò nella vostra comu-nità sostegno e condivisione. Non conosco le vostre attese su di me e nonso esattamente cosa significhi fare il prete,in quanto ogni giorno scopro la grandezzadel dono che il Signore ha voluto farmi,cerco però di vivere con semplicità il mioministero non tradendo la responsabilitàche Gesù ha voluto affidarmi e il mio essereme stesso. Avremo bisogno di tempo perconoscerci, volerci bene e accettarci cosìcome siamo, mi auguro solamente di essereun piccolo segno dell'amore di Dio inmezzo agli uomini come voi per me.

La vostra comunità, nella continuità e nellafedeltà a se stessa, come del resto anch'io,inizia una nuova pagina, come sarà? Non horisposte solo mi auguro di scriverlacon voi attraverso il dialogo, lacollaborazione, la fiducia,la fedeltà a Gesù e all'uo-mo.

Don Oscar

12

Inserto Speciale

Alla mia nuova comunità

Caro Don, ormaiè da più d’un

mese che ci è stataannunciata la tuanomina a curatodel nostro Oratorio.Con grande trepi-dazione ma anchedisponibilità, siamopronti ad accoglier-ti tra di noi, nostronuovo “don”dell’Oratorio.Questo è per tesicuramente unmomento impor-tante, forse neanche facile; anche per noinon è facile l’idea di cambiare compagno dicammino, anche perché ancora non ti cono-sciamo e non ti abbiamo visto. Noi voglia-mo esserti vicini nella preghiera al Signore,che ti chiama a servire con amore i ragazzi ei giovani nella nostra comunità parrocchia-le. Tu prega per noi.Caro don Oscar, noi speriamo davvero chetu ti possa trovare bene qui a Coccaglio. Tichieidamo fin d’ora di avere un po’ dipazienza con noi, se non ci troverai come forse ti immagnavi. Quanto a noi, sei la

guida dell’oratorio econ te siamo sicuriche potremo a faremolte delle cose cheabbiamo fatto fin adora e che magari neimpareremo dinuove.In oratorio vivremoinsieme la preghiera,il catechismo, le cele-brazioni, le attivitàestive, le feste maanche il gioco; spe-riamo anche che nonmanchino i momen-ti che trascorreremofacendo quattrochiacchere, fuori odentro l’oratorio.Sono tutte esperien-

ze che ci permetteranno di conoscerci ediventare amici, come lo siamo diventaticon don Bruno. Dovrai imparare molti nomi nuovi, nuovivolti. Da parte nostra abbiamo giàimparato bene il tuo, ancheperchè è un nome solo e nonè poi tanto comune, spe-cialmente per un don. Eallora, ti diciamo: “Benarrivato, don Oscar!

Un giovane per tutti gli

13

Inserto Speciale

Il benvenuto dell’Oratorio

Caro don Titta,

ho appena finito di trascrivere il tuo curricu-lum vitae dall’annuario della nostra Diocesi. Ne sonorimasto impressionato: credo che siano pochi isacerdoti che possono contare un così elevatonumero di passaggi, alcuni dei quali connotati dauna certa particolarità. Iniziato a Offlaga, più preci-samente nella frazione di Faverzano (vi fu parroco,qualche anno fa, il nostro don Gianmaria), il tuocammino ha conosciuto, oltre al passaggio dallavita semplicemente creaturale a quella di figlio diDio, attraverso il Battesimo e l’altro, dalla condizio-ne di laico a quella di ministro ordinato, numerosialtri passaggi, quasi un continuo migrare: dallostato di religioso a quello di sacerdote diocesano,dalla nativa Bassa bresciana, cara sia a te che a me, alPiemonte, da qui di nuovo nella nostra Bassa, poidalle parti di Milano. È stata poi la volta del tuoprimo approdo a Coccaglio, in quella Franciacortache con l’astigiano condivide, forse anche un po’ inconcorrenza, la rinomanza vitivinicola. Qui hai tro-vato il tuo amato confratello don Remo, colui che,come spesso hai avuto modo di confidarmi, ti èstato padre e maestro affettuoso. Qui hai incontra-to qualche differenza rispetto alla tua Bassa: un po’diversa la gente, un poco anche il clima, un’attivitàagricola arricchita dalla coltura della vite che dalletue parti manca, il verde profilo del Montorfano arompere l’apparentemente piatto susseguirsi dicampi tipico della Bassa, un dialetto che, sì, èsenz’altro bresciano, ma abbastanza diverso da quel-

lo della città e da quello parlato da Brescia in giù.Una non certo facile obbedienza al compiantovescovo Luigi ti ha poi condotto in quel lembo ber-gamasco di val Camonica che è la Costa di Volpino,da dove, seguendo il corso dell’Oglio - in questa tor-rida estate sempre più simile ad un rigagnolo - seipoi stato “catapultato” in quel di Pontoglio.Seminarista e giovane prete, ho avuto modo diconoscerti quando da lì ti portavi nella vicinaPalosco per uno scambio di servizi pastorali con imiei preti.Caso piuttosto raro, successivamente sei di nuovoapprodato a Coccaglio, rimanendovi per un periodomolto più esteso rispetto a quello della tua primapermanenza. Hai fatto in tempo a collaborare conl’immediato successore di don Remo, don Tarcisio;hai condiviso tutto il periodo di permanenza di donValentino, oltre che quello di don Bruno. In tuttofanno quasi vent’anni di cittadinanza coccagliese.

Ora si tratta di compiere un altro passaggio.Arrivato alle 75 primavere, hai raggiunto l’età del“pensionamento”: non siamo certo molto inlinea con gli orientamenti sinda-cali....Al nostro vicario zonale, donAngelo Mantegari, a me e,infine, al nostro Vescovo haiespresso il desiderio di fermar-ti qui: è comprensibile che asettantacinque anni non siabbia molta lena per avviare una

14

Inserto Speciale

.... CHI CAMBIA, MA RESTADon Battista PiccinottiNato a Offlaga il 23 luglio 1928Ordinato sacerdote ad Asti il 4 luglio 1954, nella Congregazione dei Giuseppini d’Asti.Insegnante nel seminario di Osi dal 1954 al 1961 - Vicario cooperatore a Cigole dal 1961al 1962 - Vicario cooperatore a S. Giuliano Milanese dal 1962 al 1966Incardinato nella Diocesi di Brescia il I luglio1969 - Vicario cooperatore a Coccaglio dal1966 al 1970 - Parroco di Qualino di Costa Volpino dal 1970 al 1977Vicario cooperatore a Pontoglio dal 1977 al 1988 - Vicario cooperatore a Coccaglio dal1988 al 30 settembre 2003 - Presbitero residente a Coccaglio dal I ottobre 2003.

nuova vita, affrontare la fatica di conoscere ex novoaltre persone; Coccaglio, grazie al suo monte, offreun clima un po’ più mite rispetto a quello di altrezone della Diocesi. Qui si ha anche la possibilità dicoltivare meglio la preghiera e di ricorrere al sacra-mento della Confessione, grazie alla presenza deifrati sul monte, dei salesiani a Chiari, e dei carmeli-tani ad Adro, con il santuario mariano da loro servi-to.

Il Vescovo ha accolto questo tuo desiderio, cosicchéil tuo attuale passaggio consiste in un “cambiare,rimanendo”. A partire dal I ottobre non sarai piùvicario cooperatore (=curato) di questa Parrocchia.Condividerai con don Lino lo status di “presbiteroresidente”. L’altisonanza delle parole male descriveil fatto che poco cambierà nel lavoro che continue-rai a svolgere.

Il servizio della celebrazione dell’Eucaristia, la tuaassidua fedeltà al confessionale, la tua preghieraestesa nel tempo, nella quale, tra l’altro, ricordi alSignore i tuoi confratelli, questa Comunità, le per-sone in essa più bisognose del conforto o della mise-ricordia di Dio, continueranno ad essere doni pre-ziosi per noi, come lo sarà anche il tuo servizio aquegli anziani costretti in casa che, il primo giovedìo il primo venerdì del mese, continuerai a visitare,finché ne avrai possibilità. Continuerai a far partedel consiglio presbiterale della Parrocchia e dellaZona, nel corso delle cui riunioni avrai come primala possibilità di esprimere il tuo parere ed offrire ituoi suggerimenti, improntati dalla saggezza, nutri-ta di preghiera, derivante da quasi cinquant’anni divita sacerdotale. Sarai sollevato dal turno d’incaricodi accompagnare i defunti al cimitero e da quellodelle veglie funebri, per le quali però, occasional-mente, come tu stesso mi hai detto, potremo ancorachiedere la tua disponibilità. Per la celebrazionedell’Eucaristia feriale, si continuerà con la rotazionetri-settimanale già in corso, mentre per quella festi-va abbiamo concordato una certa preferenza per la

prima Messa, senza escludere le altre celebrazioni. La tua vita, ne fa fede il su riportato curriculum, èstata un continuo pellegrinare, un po’ come quelladi Abramo; anche questo può essere utile per farciriflettere: ci ricorda che l’esistenza di tutti noi ècomunque un pellegrinaggio: “non abbiamo quag-giù una dimora stabile” (Eb. 13, 12), poiché, scrive s.Paolo, “la nostra patria è nei cieli” (Fil. 3,20).

Se la fatica di adattarti ad un nuovo ambiente ti èrisparmiata, ti rimane però quella, tutta interiore esofferta, di cambiare ruolo e di entrare nell’ottica dinon avere più alcun incarico ufficiale. La qualificagiuridica però è ben poca cosa davanti alla stupendarealtà dell’amore che Dio ha per te, del fatto che seifiglio suo, sacerdote di Gesù Cristo per la potenza ela fedeltà dello Spirito. A questa realtà so che sapraifare costante riferimento per attingere il motivodella tua gioia, la fonte della tua serenità e l’energiaper il servizio che ancora profonderai.Potrai così fare un poco da sponda a me che, alquan-to spiazzato dalla partenza di don Bruno, non possopiù contare su di lui per completare il mio adden-trarmi nelle cose di Coccaglio, mentre devo ancoraentrare nella forma mentale di parroco, risentendotuttora del mio ancor recente ventennale passato dicurato d’oratorio (cosa che, del resto, non ritengoopportuno perdere).

Caro don Titta, c’è ancora del tempo da vivere insie-me per te e per la Comunità di Coccaglio. Mentre tiringraziamo per il ministero sacerdotale che haisvolto finora per essa, sosteniamocon la preghiera questo tuopassaggio, psicologicamentenon facile. Tu continua a pre-gare per noi.

don Giovanni

15

Inserto Speciale

Saluto.....Benvenuto....e ... Un fraterno e commosso saluto a te, caro donBRUNO. Parti dalla tua bella Franciacorta, daCoccaglio che tanto ti ha stimato e benvoluto, spe-cie nel settore giovanile, e ti porti in servizio pasto-rale in quel di Urago Mella, parrocchia urbana dellacittà di Brescia.Insieme abbiamo lavorato pastoralmente per ben 10anni, abitando ambedue al "FOCOLARE" che tucon sensibilità e ardore hai sognato-desiderato e, inéquipe, hai programmato nel suo "rifacimento"perché diventasse una CASA più idonea alle esigen-ze della gioventù coccagliese.Vedrai che il "seme" gettato nel "solco" fruttifi-cherà bene, anche per la costante e deliberatavolontà del nuovo arciprete don Giovanni e per ildesiderio sensibilissimo dei genitori che voglionovedere i propri figlioli "crescere sani e buoni", comediceva don Bosco.Io ti ricorderò al Signore e alla S. Vergine Maria chela tua nuova gente venera -come noi- per il misterodella sua NATIVITA’ perché ti accompagnino, tibenedicano e rendano secondo il tuo apostolato incollaborazione al prevosto don Enzo Spinoni, miocaro amico.A te , don OSCAR Ziliani - dopo quello del rev.doparroco don Giovanni - il mio "benvenuto" aCoccaglio, in terra franciacortina !Invero troppe "primavere" ci separano, per età erelativi anni di sacerdozio. Ma ci unisce la comunio-ne fraterna e il servizio pastorale a questa tua nuovagente, di forti radici e vitalità cristiana.Ho saputo che hai "lavorato bene" sia nell’Alta ValCamonica, a Edolo, cittadina alpina che ha dato allaChiesa bresciana tanti buoni e santi preti (e nonpossiamo dimenticare mons. Pietro Gazzoli, vesco-vo ausiliare). Vieni ora da Darfo ove fu valido prevo-sto il camuno don Lino Ettani, ordinato -come me -nell’anno mariano 1954.Tu sei ancora tanto giovane e mi fai ricordare un’e-spressione di s. Filippo Neri, fondatoredell’Oratorio. Diceva il santo: "Beati voi giovani cheavete tanto tempo ... per fare il bene!" E lo farai puretu, seguendo il tuo "buon spirito" ... che sa di

Spirito Santo e di serena e forte volontà di "servire"DIO - specie la gioventù - in questo paese posto aipiedi del Monte Orfano, Coccaglio. Te ne accorge-rai: e’ una cittadina ormai divenuta "cosmopolita"... quasi - negli ultimi 20 anni - "per lingua, popoloe ... nazione"!Ci trovi anche un tuo compaesano, valoroso viticol-tore del rinomato nostro PINOT. Ormai il vinolocale ...ha fama internazionale!Coraggio, don Oscar! Ti aspettano tanti GIOVANIcon viva speranza e attesa, dopo la sofferta partenzadel tuo antecessore don Bruno. Ti aiuterà, materna-mente, la Madonna - S. MARIA NASCENTE - perche’ i "tuoi" giovani sono pure "figli suoi"!

E in finale, cari Coccagliesi - se lo permettete - una“nota personale”. Ritornato fra voi il 20 febbraio del 1988, avendo il23 luglio compiuto 75 anni (= so’ vecio!) ... come faogni prete divenuto "anziano", ho consegnato periscritto il mio mandato pastorale nelle mani delVescovo, mons. Giulio Sanguineti . Con Lui hoavuto un colloquio sereno e aperto la mattina del 19Agosto u.s. durante il quale mi disse : Rimani aCoccaglio. Sarai in attività di "vicario parrocchialefino al 30 settembre. E poi ti metterai, d’accordo conl’arciprete don Giovanni Gritti per il lavoro pastora-le che potrai svolgere, in collaborazione. Poi, ilVescovo mi benedisse, mi abbracciò e mi congedò.Di tutto questo ringrazio mons. Vescovo e il reve-rendo parroco ...E chiedo a voi comprensione fraterna e una preghie-ra perché possa fare ancora un po’ di bene in mezzoa voi ... fino a quando il Signore mi chiamerà.

GRAZIE di tutto — a tutti !Vi benedico

don Titta

16

Inserto Speciale