Editoriale - missionidonbosco.org · Salesiano di Don Bosco a fine anno le nostre iniziative...

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NUMERO 4 - NOVEMBRE 2019 SPECIALE EMERGENZA NUTRIZIONALE L’emergenza che attanaglia il Venezuela da anni si fa sempre più violenta. La po- polazione è disperata e sta ab- bandonando in massa il Paese, stremato da un disastro uma- nitario che miete sempre più vittime, principalmente per l’ir- reperibilità delle medicine e la carenza di cibo. I salesiani, in questi giorni bui, ci hanno chiesto di nuovo aiuto: per ga- rantire un pasto agli studenti, ma anche al personale educa- tivo, per offrire a giovani e in- segnanti un motivo in più per non abbandonare il Venezue- la e studiare e lavorare per un futuro migliore. Aiutali! Sommario Caro benefattore, DENTRO LA MISSIONE VENEZUELA: SPECIALE EMERGENZA EDUCATIVA VIAGGIO MISSIONARIO NEL CUORE DEL FAMBUL DOVE OGNI GIORNO SI CELEBRA LA VITA L’INTELLIGENZA NELLE MANI UNA PIZZERIA-GELATERIA PER L’AUTOSOSTENIBILITÀ LETTERE DALLE MISSIONI PADRE VICENTE, BOLIVIA CODICE PROGETTO: 23567 Primo Piano Venezuela Editoriale salesiani, partecipi in misura molto intensa all’incontro, ne hanno ricavato conforto su quanto già stanno facendo e nuovi incoraggiamenti a persistere in una missione che si trova agli estremi confini del mondo. Siamo convinti che anche i popoli dell’Amazzonia potranno garantirsi un futuro se avranno cura dell’istruzione delle giovani generazioni. Buon Santo Natale! Giampietro Pettenon Salesiano di Don Bosco a fine anno le nostre iniziative raggiungono uno stadio di intensità altissimo. Alla maggiore sensibilità di amici e be- nefattori corrisponde il nostro impegno ad accettare le sfide che ci vengono incontro. Succede così che per il secondo anno cogliamo l’opportunità di partecipare con un nostro progetto alla raccolta fondi supportata dalla produzione del Concerto di Natale in Vaticano, che Canale 5 trasmetterà la sera della Vigilia. Il progetto riguarda l’Amazzonia, sulla scia del Sinodo che si è tenuto a Roma ad ottobre, Mese Missionario Straordina- rio. Papa Francesco ha esaminato con i vescovi, con i mis- sionari e con i laici presenti in Vaticano le necessità di oggi e le possibili risposte per tenere vive le comunità di fede in quell’ampia area del Sud America che interessa 7 Paesi. I Mensile di Informazione dell’Associazione Missioni Don Bosco – “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art .1 comma 1, LO/MI” Registr. Trib. Torino n. 4346 del 31 maggio 1991 – Iscrizione ROC nr. 2357 del 7 maggio 1993 – Anno XXX - n. 4 - 25 novembre 2019 – Direttore responsabile: Sergio Giordani Tipografia: Inthera S.R.L. – Redazione: Via Maria Ausiliatrice 32, 10152 Torino – Email: [email protected] – Sito web: www.missionidonbosco.org Progetto grafico: Associazione Missioni Don Bosco COSTO COPIA € 2,00

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NUMERO 4 - NOVEMBRE 2019

SPECIALE EMERGENZA NUTRIZIONALEL’emergenza che attanaglia il Venezuela da anni si fa sempre più violenta. La po-polazione è disperata e sta ab-bandonando in massa il Paese, stremato da un disastro uma-nitario che miete sempre più vittime, principalmente per l’ir-reperibilità delle medicine e la carenza di cibo. I salesiani, in questi giorni bui, ci hanno chiesto di nuovo aiuto: per ga-rantire un pasto agli studenti, ma anche al personale educa-tivo, per offrire a giovani e in-segnanti un motivo in più per non abbandonare il Venezue-la e studiare e lavorare per un futuro migliore. Aiutali!

Sommario

Caro benefattore,

DENTRO LA MISSIONEVENEZUELA:SPECIALE EMERGENZAEDUCATIVA

VIAGGIO MISSIONARIONEL CUORE DEL FAMBUL DOVE OGNI GIORNO SI CELEBRA LA VITA

L’INTELLIGENZANELLE MANIUNA PIZZERIA-GELATERIA PER L’AUTOSOSTENIBILITÀ

LETTERE DALLE MISSIONIPADRE VICENTE, BOLIVIA

CODICE PROGETTO: 23567

Primo Piano • Venezuela

Editorialesalesiani, partecipi in misura molto intensa all’incontro, ne

hanno ricavato conforto su quanto già stanno facendo e

nuovi incoraggiamenti a persistere in una missione che si

trova agli estremi confini del mondo. Siamo convinti che

anche i popoli dell’Amazzonia potranno garantirsi un futuro

se avranno cura dell’istruzione delle giovani generazioni.

Buon Santo Natale!

Giampietro Pettenon

Salesiano di Don Bosco

a fine anno le nostre iniziative raggiungono uno stadio di

intensità altissimo. Alla maggiore sensibilità di amici e be-

nefattori corrisponde il nostro impegno ad accettare le sfide

che ci vengono incontro. Succede così che per il secondo

anno cogliamo l’opportunità di partecipare con un nostro

progetto alla raccolta fondi supportata dalla produzione del

Concerto di Natale in Vaticano, che Canale 5 trasmetterà la

sera della Vigilia.

Il progetto riguarda l’Amazzonia, sulla scia del Sinodo che si

è tenuto a Roma ad ottobre, Mese Missionario Straordina-

rio. Papa Francesco ha esaminato con i vescovi, con i mis-

sionari e con i laici presenti in Vaticano le necessità di oggi

e le possibili risposte per tenere vive le comunità di fede in

quell’ampia area del Sud America che interessa 7 Paesi. I

Mensile di Informazione dell’Associazione Missioni Don Bosco – “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art .1 comma 1, LO/MI” Registr. Trib. Torino n. 4346 del 31 maggio 1991 – Iscrizione ROC nr. 2357 del 7 maggio 1993 – Anno XXX - n. 4 - 25 novembre 2019 – Direttore responsabile: Sergio Giordani Tipografia: Inthera S.R.L. – Redazione: Via Maria Ausiliatrice 32, 10152 Torino – Email: [email protected] – Sito web: www.missionidonbosco.orgProgetto grafico: Associazione Missioni Don Bosco COSTO COPIA € 2,00

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VENEZUELA: SPECIALE EMERGENZA NUTRIZIONALESostegno alimentare a studenti e personale scolastico in tutto il Paese. Un progetto che coinvolge 11 scuole

Primo Piano • Venezuela

L’80% delle famiglie vive in stato di insicurezza nutrizionale. Il consumo alimentare

si è dimezzato, così come il PIL. L’inflazione ha raggiunto quota 1.698.488% ed il tasso di disoccu-pazione il 27%. L’operatività del sistema sanitario e di quello sco-lastico si è ridotta rispettivamente del 60 e del 70%.

Sono solo alcune delle cifre estra-polate dal rapporto Sfide 2019, pubblicato a febbraio da Caritas Ve-nezuela, che delineano lo scenario di totale emergenza in cui il Paese si trova da ormai troppo tempo. La demagogia di Chàvez sopravvive nelle politiche del suo successo-re, Nicolas Maduro, che ha trasci-nato il Venezuela in un baratro senza fine. È passato un anno da quando Juan Guaidó ha tentato di rovesciare il governo, ma ha ormai abbandonato il suo incisivo slogan vamos bien (andiamo bene), che i suoi disillusi sostenitori usano

adesso sarcasticamente. Intanto, il numero di rifugiati e migranti venezuelani in tutto il mondo, ha quasi raggiunto i 5 milioni.

I salesiani in Venezuela ci hanno scritto confermando queste ci-fre allarmanti e sottolineando che l’Alto Commissario delle Nazio-ni Unite per i Diritti Umani, Mi-chelle Bachelet, ha recentemente diramato l’informazione che la malnutrizione infantile è al 35% e che la quasi totalità dei vene-zuelani vive in situazione di povertà estrema, con un reddito di meno di due dollari al giorno. Ad un contesto nutrizionale a dir poco allarmante si aggiungono le continue interruzioni di energia elettrica che sono ormai diventa-te consuetudine in tutto il Paese. Con il peggiorare della situazione economica venezuelana, i blackout sono diventati molto più frequenti e prolungati: le infrastrutture per il trasporto dell’energia elettrica non ricevono adeguata manutenzione,

così come le centrali elettriche. I venezuelani sono stremati.

I Figli di Don Bosco, com’è nel loro stile, continuano a stare ac-canto alla popolazione, soprat-tutto quella più giovane, ma non solo, e a sostenere con forza l’importanza dell’educazione. Per questo, ci hanno nuovamen-te chiesto aiuto, come già aveva-no fatto un anno e mezzo fa, per garantire un pasto al giorno agli utenti delle scuole salesiane. L’e-lemento di differenza del nuovo progetto nutrizionale è che coin-volge anche gli adulti: insegnan-ti, operatori scolastici, impiegati amministrativi… per aiutarli a portare avanti il lavoro, per of-frire loro un’opportunità in più di rimanere in Venezuela, dove il cibo scarseggia, dove milioni di persone consumano solo un pasto al giorno. Vogliamo che continuino ad affiancare i nostri giovani: per questo garantire il pranzo anche a loro, alle figure di

riferimento di bambini e ragazzi che frequentano le scuole salesia-ne, significa molto.

Quelli coinvolti nel progetto sono istituti scolastici di vario ordine e grado, sparsi sull’in-tero territorio nazionale, tutti situate in quartieri difficili. E ci hanno chiesto di assicurare un pa-sto quotidiano a 1.650 studenti selezionati fra quelli a rischio mal-nutrizione e 750 dipendenti di 11 scuole in Venezuela: il costo di ciascuno è di 50 centesimi di €. Un contributo di 25, 50, 100 € si-gnifica cibo e speranza di futuro nel proprio Paese per un bambino, un giovane studente, un bidello, un’insegnante. Le persone che de-vono e vogliono costruire un futu-ro per il Venezuela.

Grazie, a nome di tutti i missio-nari e i venezuelani coinvolti!

2Terre Lontane n. 4/2019

CODICE PROGETTO: 23567

Semanas

4

4

4

4

4

4

4

4

4

4

4

PRESUPUESTO DEL PROYECTO “ Refuerzo alimentario”. Asociación Civil Educación Salesiana (ACES). Asociación Civil Planeación y Desarrollo Salesiano (PLANYDE).

•,

CENTROS

• E:TP Don Bosco. Boleita- Caracas

• U.E San Francisco de Sales. Caracas

• U.E Colegio San Jose. Los Teques

• U.E Casa Don Bosco. Valencia

• E.B Monseñor Arocha. Valencia

• U.E Colegio Don Bosco. Valencia

• U.E Colegio Salesiano Pio XII. Coro

• U.E Colegio San Luis. Merida

• E.T Santo Tomas de Aquino. Valera

• U.E Colegio Salesiano Pio XII. Pto La Cruz

• U.E Colegio Don Bosco. Turumo

Beneficiarios

Estudiantes

Beneficiados

150

150

150

150

150

150

150

150

150

150

150

1650

Empleados

Beneficiarios

57

96

98

26

50

65

77

65

71

95

30

730

TOTAL

207

246

248

176

200

215

227

215

221

245

180

2380

Días

5

5

5

5

5

5

5

5

5

5

5

0,50

0,50

0,50

0,50

0,50

0,50

0,50

0,50

0,50

0,50

0,50

Costo de

Comida en $

Ci teniamo amostrarvi parte della documentazione che ci è arrivata da Caracas, come già avevamo fatto nel maggio 2018, quando vi abbiamo chiesto per la prima volta di aiutare i Figli di Don Bosco che supportano i venezuelani in difficoltà.

Uno schema estremamente concreto, che mostra i nomi delle scuole coinvolte e le relative località, il numero dei ragazzi a rischio malnutrizione selezionati fra gli studenti, e il numero dei membri del personale scolastico

beneficiati dalla distribuzione dei pasti.Un’arepa, che è una sorta di piccola focaccia, costa circa 50 centesimi di €,

e verrà distribuita quotidianamente durante i 5 giorni scolatici.

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Dentro la Missione • Venezuela

VENEZUELA: SPECIALE EMERGENZA EDUCATIVAPuerto Ayacucho, Amazzonia

3Terre Lontane n. 4/2019

CODICE PROGETTO: 24396

La regione amazzonica del Venezuela è sempre stata talmente povera da aver subito meno, parados-

salmente, gli effetti delle politiche dissennate degli ultimi anni – que-sto ci è stato riportato dai missio-nari salesiani di quella zona, in pri-mis monsignor Reyes, un punto di riferimento fondamentale per tutti noi. Qui, fra gli indios, la depri-vazione economica è da sempre all’ordine del giorno. Qui, l’e-mergenza, soprattutto educati-va, è uno dei tanti effetti di un contesto che storicamente vede le etnie autoctone occupare l’ul-timo gradino della scala sociale.

I salesiani sono a Puerto Aya-cucho da molti anni e mandano avanti diverse scuole fra mille difficoltà. Ora, stanno iniziando anche loro a patire gli effetti del-la crisi che attanaglia il Paese, che si sono abbattuti con violenza su questa società da sempre ai mar-gini. Per questo ci hanno chiesto aiuto. È un progetto semplice, quello che ci hanno presentato, che punta a limitare la disper-sione scolastica, rafforzare l’of-ferta educativa e motivare gli insegnanti e gli operatori che lavorano nelle 2 scuole superio-ri coinvolte, 2 strutture situate in diverse località: l’istituto Ma-

dre Laura del villaggio di Parueña e l’istituto San José nel villaggio di Mirabal.

Gli studenti sono tutti indigeni di etnia jivi e piaroa, provenienti da fa-miglie poverissime, per cui interve-nire sulla qualità dell’insegnamen-to significa incidere profondamente nella vita di tutta la comunità.

L’iniziativa che ci ha presentato il vescovo salesiano compren-de dei lavori di manutenzione edile, l’acquisto di materiale didattico e sportivo, e nuova attrezzatura per la cucina e la somministrazione dei pasti. L’in-tervento di manutenzione su cia-scun edificio costa 4.000 €, ma con un’offerta di 10 € i salesiani pos-sono comprare una cassa di colori; con 16 €, un pallone da calcio; con 45 €, 100 matite…

Insieme, possiamo dare una spe-ranza ai venezuelani che stanno vivendo un’emergenza umani-taria che è anche educativa, dare un’opportunità a chi vive in stato di deprivazione da sempre... Regalare una speranza di futuro che passa attraverso l’educazione, portando avanti il grande progetto di Don Bosco, grazie la tua solidarietà si-gnifica molto per Monseñor Reyes e soprattuto per i giovani venezue-lani di etnia jivi e piaroa.

“Con questo governo o con il prossimo, il nuovo anno scolastico sarà una tragedia”: esordisce così l’articolo che lo storico e teologo cattolico Luis Ugalde, gesuita, ha pubblicato lo scorso 27 agosto per testimoniare lo sta-to del Venezuela oggi. L’autore prevede che “con questo regime, i mesi a venire saranno peggiori a tutti i livelli”, ma offre una speranza:

“Per ricostruire la scuola è necessaria la rinascita dei cittadini. È imprescindibile che i genitori, gli educatori, le imprese e la società intera, tutti insieme ci dichiariamo in emergenza e traiamo forza e risorse dove apparentemente non ci sono e diciamo al governo che la scuola è nostra e che produrremo una grande sinergia scolastica dei diversi fattori che, insieme, possono rimetterla in piedi.”

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NEL CUORE DEL DON BOSCO FAMBUL DOVE OGNI GIORNO SI CELEBRA LA VITAViaggio a Freetown

Viaggio missionario • Sierra Leone

uliet ha 15 anni e sogna in grande. Vorreb-be diventare una giornalista e col suo sorri-so disarmante e la sua capacità di racconta-re la vita attraverso parole profonde che ci

colpiscono per la loro intensità, la incoraggiamo a non abbandonare il suo obiettivo.

Noi di Missioni Don Bosco l’abbiamo conosciu-ta pochi giorni fa a Freetown, in uno dei 7 centri a favore dei minori vulnerabili che fanno par-te del Fambul: è una delle decine di ragazze e bambine accolte nei programmi di riabilitazione dopo anni trascorsi in strada. Juliet come Betty, Susan, Samuela e molte altre è una ragazzina che ha subìto violenze e abusi, e fa parte delle centinaia di minori che i salesiani di don Bo-sco vanno abitualmente a cercare tra le barac-che degli slum o tra i vicoli bui dei quartieri più degradati come quello vicino al porto, dove molte ragazzine diventano vittime di traffico e cadono nella rete della prostituzione. Lei come tante altre minori che abbiamo incontrato nei diversi centri di recupero e reinserimento so-ciale del Fambul, aveva voglia di raccontarsi, di condividere il suo stato d’animo e le sue emo-zioni di adolescente.

Juliet ci ha avvicinato, ci ha stretto la mano, ci ha letto una delle poesie che ha scritto recente-mente, mentre tante altre bimbe ci chiedevano il nostro nome e la nostra provenienza, incurio-site dalla nostra presenza. Quante mani abbia-mo stretto, quanti abbracci abbiamo ricevuto! Il calore che ci hanno trasmesso le piccole ospiti del Fambul insieme alle giovani mam-me con i loro bimbi che vengono seguite amo-revolmente nel centro salesiano è enorme, ci ha riempito il cuore. Ogni storia che abbiamo ascoltato e ogni sguardo che ci ha fatto sentire accolti ha lasciato un’impronta indelebile.

Abbiamo dato un volto ai beneficiari dei nostri progetti a Freetown e ogni nome che leggeva-mo nell’elenco degli allievi delle scuole di al-fabetizzazione e nei corsi di avviamento pro-fessionale è ora legato all’incontro nelle aule e nei corridoi della casa di Don Bosco, dove si insegna prima di tutto a recuperare la stima in se stessi e nelle proprie potenzialità insieme al rispetto per gli altri, poi a scrivere, fare di con-to e a studiare per crearsi un percorso di vita su misura. Che una delle armi per sconfiggere la povertà economica e culturale sia l’istruzione è risaputo, e nel nostro soggiorno a Freetown abbiamo visto con i nostri occhi come la scuola riesca ad accendere quella scintilla di futuro per così tanti bambini nati indigenti e resi aridi dagli anni dedicati unicamente alla sopravvivenza e mai al gioco o allo svago.

Ma tutto questo sforzo a cosa varrebbe senza la condivisione dei valori che aiutano miglia-ia di ragazzi a crescere con la serenità, la fidu-

4Terre Lontane n. 4/2019

cia nell’altro, la gioia e lo stupore, ogni giorno, di fronte alla vita che può cambiare? Il Fam-bul di Freetown per noi vuol dire questo, per me ora significa la celebrazione della vita e dei valori più profondi che padre Jorge Mario Crisafulli e i suoi confratelli trasmettono quo-tidianamente a bimbi e giovani che potrebbe-ro non sperare più nella famiglia, nell’amicizia, nella realizzazione di un domani, ma riescono con il tempo a costruire la propria fede e la ca-pacità di amare.

Il Fambul è questo è tanto altro. È la ricerca costante di bambine, bambini e ragazzi sfruttati, violati e scartati nelle strade polverose della ca-pitale della Sierra Leone. È il non accontentarsi di un primo soccorso e di una prima accoglien-za per loro, ma guardare oltre, verso il possibile reinserimento familiare o le cure e il percorso adeguati per ciascun piccolo ospite del Centro.

Consiste nel tenere attiva 24 ore su 24 una child line per i casi più gravi di abuso e di richiesta di aiuto, e operare in sinergia con i servizi sociali e i centri sanitari locali. È non fermarsi mai, an-che dopo aver salvato un gruppo di ragazzi, ma andare incontro a tutti gli altri, i più soli al mondo, i minori accusati di vagabondaggio dalle autorità locali e costretti a vivere mesi, anni da incubo in carcere. Come nella prigione di Pademba in cui questi ragazzi sono costretti a convivere con carcerati adulti, in una vita di

inferno e soprusi continui. Per tutti loro padre Jorge c’è, ci sono i salesiani e gli educatori, gli insegnanti e gli assistenti sociali del team Don Bosco.

Lavoro, sacrificio, un impegno che sfianca ma che regala la gioia dei sorrisi di tutti i bimbi e delle famiglie che sono stati salvati non solo dalla povertà materiale ma anche da quella dei valori, nascosti da una cultura fatta di so-praffazione e violenza.

Padre Crisafulli ci ha lasciato il suo grande messaggio: insegnare ad amarsi e ad amare, sapere che Dio ci guida dall’alto e che noi pos-siamo fare molto per il mondo in cui viviamo. Lo dice ogni giorno ai bambini, che prima di tutto sono rassicurati dal suo sguardo paterno e da quell’abbraccio che non chiede nulla in cam-bio, che regala solo gioia.

Vuoi scoprire di più su padre Jorge, il direttore del Fambul?

Vai su missionidonbosco.org/missionari e cercalo tra i missionari dell’Africa

Vuoi scoprire di più sull’autobus Don Bosco che ogni settimana percorre le strade

di Freetown alla ricerca dei minori soli e affamati? Vai su missionidonbosco.org e leggi il progetto e le storie della strada

J

•,

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5Terre Lontane n. 4/2019

L’intelligenza nelle mani

UNA NUOVA PIZZERIA-GELATERIA PER L’AUTOSOSTENIBILITÀCambogia: emergenza alluvione nella missione di Roberto Panetto

e carriole, si unirono al mattino per realizzare l’enorme compito che li attendeva dopo una notte così lunga. - ci ha scritto Roberto Pa-netto, il missionario salesiano, grande esperto di formazione professionale, con cui siamo in stretto contatto da anni. Lui, ci ha chiesto aiu-to per riavviare il prima possibile la gelate-ria-pizzeria, un’intuizione vincente di 12 anni fa: utilizzata insieme all’albergo per raccogliere fondi aggiuntivi per la scuola e presto affianca-ta da un’attività di vendita ambulante con un camioncino, costituiva il fiore all’occhiello del Don Bosco Sihanoukville.

Il laboratorio con tutte le attrezzature è an-dato distrutto, bloccando in primis il flusso di guadagni, ma anche le attività di tirocinio dei ragazzi della scuola alberghiera Don Bo-sco, che avevano modo di acquisire non solo competenze pratiche, ma anche contatti con i ristoratori della zona che lì acquistavano il gelato per i loro locali.

Abbiamo assicurato a Roberto il nostro aiu-to, e tu, puoi darci una mano! Una pala per la pizza costa 25 €; il registratore di cassa, 105 €; la vetrina per i semifreddi, costa 1000 €, il freezer, 500 €. Con un contributo di 25, 50, 100 € puoi aiutare Roberto Panetto a portare avanti il sogno di Don Bosco fra i ragazzi di Siha-noukville! Grazie!

La notte dell’8 agosto 2019 un violen-tissimo temporale si è abbattuto su Sihanoukville, provocando disa-strose inondazioni in diverse zone

della città.

La cementificazione selvaggia degli ultimi anni, unita all’assenza di un sistema di infrastruttu-re fognarie e di scarico delle acque, ha distrut-to l’assetto idrogeologico del quartiere in cui si trova la missione salesiana, situata proprio nell’area più toccata dal boom edilizio.

Il centro di Don Bosco Sihanoukville ospi-ta un istituto tecnico con diversi indirizzi e una scuola alberghiera frequentata da quasi 500 studenti e 90 dipendenti; un hotel ed una pen-sione che possono ospitare fino a 160 persone; una comunità composta da 5 salesiani e 8 vo-lontari.

Nella notte dell’alluvione, c’erano circa 230 per-sone nei diversi edifici della scuola, fra studenti, salesiani, personale, operai edili e i loro figli, vo-lontari e ospiti dell’hotel: fortunatamente non ci sono stati vittime né ferite, solo danni. Incalcolabili. Muri divelti, acqua, fango e detriti ovunque, macchinari completamente rovinati, computer distrutti, aule inutilizza-bili… Quando l’acqua si è ritirata, ha lasciato dietro di sé uno spesso strato di fango su tut-te le aree che l’inondazione aveva raggiunto.

- Sembrava lo scenario di un film catastrofico. Studenti, personale, volontari, salesiani, operai, ospiti - armati di scope, strofinaci, secchi, pale CODICE PROGETTO: 24391

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6Terre Lontane n. 4/2019

Da sempre il nostro obiettivo è portare sviluppo nei paesi svantaggiati attra-verso una presenza e uno stile im-prontati sulla comprensione e sulla

valorizzazione delle realtà culturali, sociali e re-ligiose locali. Per questo abbiamo creduto pro-fondamente nella realizzazione del progetto EXODUS a Torino: per l’adesione ai valori e ai temi che sostiene e che promuove in par-ticolare attraverso la campagna Stop Tratta, avviata nel 2015 con il VIS – Volontariato In-ternazionale per lo Sviluppo, per combattere lo human trafficking nell’Africa subsaharia-na attraverso campagne di informazione e attività di formazione.

Nel ciclo pittorico EXODUS Safet Zec af-fronta attraverso temi figurativi resi con stra-ordinaria potenza espressiva, il dramma di quell’esodo inarrestabile che caratterizza il contesto geopolitico mondiale della nostra epoca, richiamando, attraverso grandi te-leri, la dimensione biblica di un fenomeno che coinvolge quotidianamente migliaia di vite umane. Portatore di un dolore profondo e radicato, Zec scuote lo spettatore e lo conduce a riflettere sull’assurdità delle sofferenze, dei traumi fisici e psicologici, ma anche sociali, che

Nel cuore dell’Associazione

EXODUS DI SAFET ZEC IN BASILICA PER STOP TRATTAUna mostra nel cuore pulsante della salesianità

STOP TRATTA

IN GHANA CONTINUIAMO A PUNTARE ALL’AGRICOLTURASunyani: nuovi corsi e nuove serre contro la tratta

Dopo aver sperimentato una crescita economi-ca costante negli ultimi anni, nel 2010 il Ghana

ha raggiunto lo status di nazione a reddito medio-basso, a cui si è ac-compagnata una rapida riduzione della povertà.

Tuttavia, questa crescita ha acce-lerato l’aumento del tasso di di-suguaglianza ed ancora oggi il Ghana rimane un Paese dai forti contrasti sociali, con una elevata percentuale di sacche di povertà. Infatti, la disparità di reddito ha continuato ad aumentare, risul-tando particolarmente accentua-ta tra il nord e il sud del paese, ed ha fatto sì che un’ampia fa-scia di popolazione nelle zone settentrionali e centrali, preva-lentemente agricole, ricevesse un minor beneficio dallo svilup-po generale della nazione. An-che per questo, il Ghana oggi è uno dei Paesi più colpiti dal fenomeno

della migrazione, causato in parti-colare da problemi legati al merca-to del lavoro e dalle difficoltà cli-matiche: per queste ragioni, agire sul miglioramento delle condizioni socio-economiche delle comunità rurali impatterebbe con forza sulla scelta migratoria.

Stop Tratta, la campagna che ab-biamo avviato con VIS – Volonta-riato Internazionale per lo Svilup-po, porta avanti da anni attività che promuovono lo sviluppo sosteni-bile nella regione di Brong-Ahafo attraverso il coinvolgimento, la collaborazione e la cooperazio-ne tra le organizzazioni della società civile e le autorità locali. Ricordate i corsi agrotecnici e le serre di Sunyani? Avevano susci-tato persino l’interesse di Riccar-do Iacona, che aveva dedicato un ampio servizio alle nostre attività su Presa Diretta, il programma di approfondimento giornalistico di Rai Tre.

Il progetto era andato benissi-mo, e ora vogliamo ampliarlo, offrendo nuovi corsi di forma-zione in agrotecnica che coinvol-geranno 600 studenti in 3 anni e costruendo due nuove serre, che verranno affiancate da una por-cilaia che fornirà il concime or-ganico necessario alla produzio-ne in serra. Per farlo contiamo su di te: il costo di ciascuna serra, che comprende materiali e realizza-

zione, ammonta a 18.000 €; la fre-quenza di ciacuno dei 600 frequen-tanti ammonta a 10 €; ciascuno dei maialini con cui si vuole popolare la porcilaia, costa 25 €.

Aiutaci a portare avanti un pro-getto che offre grandissime ga-ranzie di successo! Grazie! •

CODICE PROGETTO: 22400

•,

intere popolazioni sono costrette a subire. Ab-bandono, dolore, perdita identitaria, sradi-camento, ma anche accoglienza e speranza in un avvenire migliore sono solo alcune delle sensazioni trasmesse da Exodus che trova, infatti, una ideale collocazione nella Basili-ca di Maria Ausiliatrice a Valdocco, il luogo dove Don Bosco, a metà Ottocento, accoglie-va i ragazzi più vulnerabili e emarginati, lontani dal luogo di nascita e senza famiglia.

La mostra allestita presso la Basilica di Maria Ausiliatrice è stata inaugurata il 24 ottobre con una meditazione di Enzo Bianchi, della comuni-tà di Bose, e con un intervento di don Francesco Cereda, vicario del rettor Maggiore dei salesiani. È visitabile tutti i giorni dalle ore 10 alle 16, compatibilmente con le celebrazioni eucaristi-che e con i momenti di preghiera richiesti dai gruppi, fino al 20 dicembre.

Il 6 dicembre alle ore 21 si terrà un con-certo d’organo e tuba con il maestro di cappella don Maurizio Palazzo all’or-gano e il giovane concertista Gianmario Strappati, tubista e ambasciatore di Mis-sioni Don Bosco per la musica nel mon-do. Ti aspettiamo in Basilica!

Scopri di più sull’artista: www.safetzecexodus.com

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7Terre Lontane n. 4/2019

mici, ricordate il progetto di Tou-ba, in Mali? Vi avevamo chiesto aiuto per costruire una cucina e un refettorio per i ragazzi vulne-

rabili e poverissimi accolti nel Foyer Don Bosco: grazie per la solidarietà! Con il vostro preziosissimo aiuto siamo riusciti a racco-glire ben 18.000 € e finalmente i ragazzi del Foyer Don Bosco hanno una cucina e un re-fettorio dove poter consumare i pasti digni-tosamente!

Prima, erano costretti a mangiare all’aperto, esposti al sole cocente e alle intemperie durante la stagione delle piogge, mentre la cuoca dove-va cucinare in uno spazio di fortuna in cui era impossibile rispettare le più basilari norme igie-niche.

Grazie a tutti voi, dai missionari salesiani e dai ragazzi del Foyer Don Bosco!

La mostra “Mater Ama-zonia - The deep breath of the world” è stata al-lestita in occasione del

Sinodo speciale per l’Amazzo-nia. La accoglie la rinnovata se-zione etnologica dei Musei Vati-cani, denominata “Anima Mundi”. All’inaugurazione il 25 ottobre scorso, papa Francesco ha sotto-lineato l’importanza per il mu-seo di “essere trasparente” (una scelta segnalata anche nell’allesti-mento, in cui predomina il vetro) e di essere “una casa viva abitata e aperta a tutti, con le porte spa-lancate ai popoli del mondo. Un posto dove tutti possano sentirsi rappresentati”.

Il museo ha aperto le porte ai na-tivi dell’Amazzonia, di cui si è scelto di raccontare le culture e l’ambiente attraverso oggetti provenienti dalle collezioni del Museo Etnografico e di Scienze Naturali “Missioni Consolata” di Torino e il Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco.

In un’ottica dialogica e di rappre-sentazione delle differenti espres-

sioni della missionarietá, per ar-ricchire il percorso espositivo si è pensato di coinvolgere altre realtà museali missionarie: hanno colla-borato al prestito anche il Museo Missionario Indios Cappuccini in Amazzonia (MUMA) di Assisi e il Museo d’Arte Cinese ed Etnografi-co di Parma, senza dimenticare gli oggetti della collezione del Museo Etnologico Vaticano “Anima Mun-di”.

A cornice dell’esposizione, i volti e i nomi di alcuni dei missionari che hanno vissuto con i popoli amaz-zonici. Per la congregazione sale-siana sono state scelte le figure di suor Maria Troncatti, missionaria tra gli Shuar in Ecuador dal 1922 al 1969; don Luigi Bolla, missionario dal 1953 per 30 anni con gli Achuar in Ecuador e 30 anni in Perù; don Luigi Cocco, missionario salesia-no che ha vissuto dal 1951 al 1974 sulla Sierra Parima, in Venezuela.

La mostra è aperta ai visitato-ri fino all’11 gennaio: l’accesso all’esposizione (tutti i giorni dalle 9 alle 16) è incluso nel bi-glietto dei Musei Vaticani.

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BENEFICIARI I diretti beneficiari del progetto sono:• 50 studenti che vivono nel Foyer Don Bosco che ora, finalmente, possono mangiare in un ambiente più decoroso.• La cuoca che ora ha la possibilità di cucinare in una cucina pulita e non è più costretta a la-vorare in uno spazio di fortuna dove le norme igieniche più elementari non sono rispettate.• Le famiglie dei ragazzi, beneficiari indiretti.

IMPATTI POSITIVI• Sicuramente, ora, l’atmosfera durante il con-sumo dei pasti è diventata più piacevole. • La cuoca vede che le sue condizioni lavorative sono cambiate e finalmente riesce a garantire le condizioni per una corretta igiene.• L’ambiente scolastico è migliorato e il salesia-no responsabile insegna ai giovani a rispettare e mantenere pulito il refettorio e la cucina.

Obiettivi raggiunti

Speciale Sinodo dei Vescovi

FINALMENTE UNA CUCINA E UN REFETTORIOTouba, Mali

“MATER AMAZZONIA – IL RESPIRO PROFONDO DEL MONDO”Una mostra ai Musei Vaticani

A

Page 8: Editoriale - missionidonbosco.org · Salesiano di Don Bosco a fine anno le nostre iniziative raggiungono uno stadio di intensità altissimo. Alla maggiore sensibilità di amici e

IL MIO NOME È FLOR Una bellissima storia dall’ufficio Adozioni a Distanza

Figli e figlie di Don Bosco

Cristianesimo è entrato in profondità nella vita di molte persone di questa terra. Di livello culturale alcune, pri-ve di quella che chiamiamo “istruzio-ne” altre. Nelle conversazioni, in confessionale, in occasione si-gnificative, ho potuto constatare come la dottrina e la morale del Vangelo sono accolte con piena partecipazione e fiducia da uo-mini e donne che… hanno gli incas come bisnonni.

E che commozione sentirsi inserito in questo misterioso cammino del-la Chiesa che non rinuncia al sogno impegnativo di estendere il Regno di Dio a ogni angolo della terra, “da dove sorge il sole al tramonto”. 33 anni dif-ficili, in cui sono stati anche dispiace-ri e fallimenti. Ogni tanto mi viene lo sconforto. Ma poi mi riprendo, strin-gendo la preziosa medaglia al merito (un pezzetto di carta con la frase di un bambino): que me falta todo, menos tú – che mi manchi tutto, meno tu.

Padre Vicente BrunelliMissionario salesiano

La fede è giunta in que-ste estese terre degli in-cas quasi 450 anni fa, tra comprensibili resistenze

e coraggiose testimonianze.

A questi pochi secoli di storia stavo pensando, qualche settimana fa, men-tre partecipavo a un ritiro spirituale, diretto non dal solito missionario spa-gno lo o italiano, ma da un giovane sacerdote boliviano puro sangue: ca-pelli folti e neri che di più non si può, volto abbronzato e bruciato dal gelo dei 4.000 metri, nato – suppongo – sulle rive del lago Titicaca. Tema della meditazione: essere “discepoli” di Cri-sto. Parole pronunciate con convin-zione e fervore, a istruire i salesiani presenti (parecchi europei, con 2000 anni di Cristianesimo alle spalle) sul-la bellezza della nostra fede. Sono sensibile alle differenze di cul-tura e tradizioni, al peso del passato nelle convinzioni di ogni persona. È, quindi, con un certo stupore che, in questi anni, ho potuto raccogliere pro-ve indubbie e commoventi di come il

LA TESTIMONIANZA DI PADRE VICENTE BRUNELLI Santa Cruz de la Tierra – Bolivia

Lettere dalle missioni

8Terre Lontane n. 4/2019

Il mio nome è Flor, sono nata in America Centrale, e vivo in Italia da molti anni. Mi occupo di sostegno a distanza e borse di studio da quando ho iniziato a lavora-

re per Missioni Don Bosco, quasi vent’anni fa. Sulla mia scrivania sono passate tante storie. Storie di bambini, ragazzi, adolescenti, giovani adulti. Africani, asiatici, sudamericani. Storie di singole persone, spesso tristemente uguali. Le ho lette una ad una, a volte pensando con sod-disfazione che per lui o lei sarebbe non sareb-be stato difficile trovare un benefattore disposto all’aiuto, ma sovente con la consapevolezza, det-tata dall’esperienza, che avrei avuto difficoltà ad intercettare la disponibilità di qualcuno, pronto a dare una possibilità a un ragazzino non così piccolo, non così grazioso, apparentemente non così disperato. Adolescenti delle scuole pro-fessionali, giovani religiosi in formazione…. Soprattutto per loro ho speso il mio impegno e la mia passione, perché sono la speranza di un futuro dignitoso per sé e per la propria fa-miglia e promessa di continuità per il lavoro dei salesiani in tutto il mondo.

Da quando sono diventata mamma, ho comin-ciato a ritrovare in quelle storie e in quelle fo-tografie dei “pezzi” dei miei figli: a volte il taglio

degli occhi, lo sguardo fiducioso o smarrito, il sorriso impostato delle fotografie fatte metten-dosi in posa. Altre volte la voglia di studiare, la buona riuscita negli sport, la vivacità, ma anche le fatiche di un percorso scolastico che per qual-cuno è in salita, per vari motivi.

Certi giorni mi sono chiesta cosa avrei voluto, se i ruoli fossero invertiti. Se io fossi la mamma di uno di quei bambini e ragazzi e ci fosse un’al-tra “Flor” al mio posto, che lavora per cercare un sostenitore per loro… cosa vorrei? Vorrei che i miei figli fossero riconosciuti come per-sone, vorrei che la gente sapesse che non c’è nessuna responsabilità nell’essere nati dalla parte meno fortunata del mondo, vorrei che quella Flor si ricordasse che i miei figli ed i suoi figli hanno gli stessi diritti, ma non le stesse opportunità. E siccome quella Flor sono io, da tanti anni, anche oggi leggerò le loro storie, anche oggi lavorerò con la speranza di incontra-re persone disposte a prendersi a cuore il destino di un figlio, così come fanno o hanno fatto con i propri o con quelli che avrebbero voluto avere. La scuola, la salute, il cibo sono diritti e non pri-vilegi. Questo per me è il senso del sostegno a distanza: creare uguaglianza. Con gesti pic-coli, concreti, dare fiducia e speranza.

Vuoi saperne di più sulle adozioni a distanza?

Scrivici su [email protected] chiamaci al n. 011.3990191

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