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Direttore responsabile: Donatella Gallone - Editore: Ilmondodisuk Società Cooperativa Sede legale: Via Duca di San Donato 15 - 80133 Napoli - tel. 081.19806215 - Codice Fiscale e Partita Iva 06088751216 Iscrizione REA (repertorio economico amministrativo) n. 794608 - Tribunale di Napoli al n. 76 del 10/07/2008 - iscrizione ROC n. 17598 APRILE 2014 - ANNO VI n. 22 MAGAZINE attualità & cultura MAGAZINE attualità & cultura Editori a Scampia Il tuono della svolta Quell’agguato del 6 novembre di Donatella Gallone Rosario Esposito La Rossa a pagina 3 Io e Vodisca A teatro Aniello Mallardo a pagina 4 Ragazzi pieni di entusiasmo a pagina 10 Se la favola è infinita Marina Nardone a pagina 8 L’ imprevisto è un tuono che non lascia spazio alla lentezza. Piomba sulla quotidianità con tutta la forza del cambiamento. E la realtà si mostra come unica strada da percorre- re. È un po’ quello che succede nel primo lungometraggio del regista Guillaume Brac, nuovo soffio di aria fresca in un cinema francese ormai ansimante. continua a pagina 2 Cosimo Cantarella

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Sede legale: Via Duca di San Donato 15 - 80133 Napoli - tel. 081.19806215 - Codice Fiscale e Partita Iva 06088751216

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APRILE 2014 - ANNO VI n. 22 MAGAZINE attualità & culturaMAGAZINE attualità & cultura

Editori a Scampia Il tuono

della svolta

Quell’agguato del 6 novembre

di Donatella Gallone

Rosario Esposito La Rossa

a pagina 3

Io e Vodisca A teatro

Aniello Mallardo

a pagina 4

Ragazzi pieni di entusiasmo

a pagina 10

Se la favolaè infinita

Marina Nardone

a pagina 8

L’imprevisto è un tuono che nonlascia spazio alla lentezza.Piomba sulla quotidianità con

tutta la forza del cambiamento. E la realtàsi mostra come unica strada da percorre-re. È un po’ quello che succede nel primolungometraggio del regista GuillaumeBrac, nuovo soffio di aria fresca in uncinema francese ormai ansimante.

continua a pagina 2

Cosimo Cantarella

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segue dalla prima pagina

La pellicola “Tonnerre”, rivelazione al 66°festival di Locarno, prende il nome da unapiccola città della Borgogna dove si svolge lastoria ma, allo stesso tempo, gioca su unostato d’animo: tonnerre in francese significa

tuono ed è un chiaro riferimento a quello che succe-de al protagonista, Maxime, rocker trentatreenne,che torna da Parigi (per qualche mese) nel luogod’origine, ma poiché ha affittato la casa a vacanzieristranieri, si rifugia nella casa paterna dove vuolerealizzare con tranquillità il suo nuovo disco.

Il tuono entra dalla porta e ha il volto dolcedella giovanissima Melodie, lì per intervistarlo comecollaboratrice di un giornale regionale. A introdurla èil padre con cui Maxime non ha un rapporto serenodal momento che gli rimprovera di aver lasciato lamamma per una donna giovanissima e di esseretornato da lei, già dilaniata dal cancro, solo perchél’amante se ne è andata, riducendolo col cuore apezzi.

L’intervista fa esplodere un amore brevissimo eintenso. Lei lo molla per riappacificarsi con il suo exfidanzato, lui la insegue dilaniato da una sconcertan-te e inaspettata ossessione, fino a sequestrarla edessere arrestato dalla polizia. Colpo di scena finale:Melodie ritira la denuncia e Maxime guarda in avan-ti, riconciliandosi con la figura paterna.

Proprio come in “Tonnerre”, il dolore ha investi-to, dieci anni fa, la vita di Rosario Esposito La Rossa,tuttavia non l’ha sopraffatta. Rosario ha reagito,insieme alla compagna Lena e agli amici, alla tragicafine del cugino ammazzato per sbaglio in quel quar-tiere che per molti è solo palude di morte, Scampia.Ha riorganizzato l’esistenza attraverso la culturadelle parole e dell’azione, finché non è arrivato iltuono della svolta con la casa editrice donata da

Tommaso Marotta e Anna Cafiero, un trampolino pertuffarsi nell’oceano della creatività, inanellando ini-ziative e progetti. E creando un movimento produtti-vo che parte dalla gente, dalla capacità delle perso-ne di diventare imprenditori dell’invisibile, di quelleenergie che per il potere culturale ufficiale nonhanno né valore, né significato. Sollecitando uncoinvolgimento civico, lo stesso che sta contagiandola Grecia stremata dalla corruzione e dalla crisifinanziaria, con interventi urbani realizzati dai citta-dini impegnati ad arredare scuole, a ripulire i parchi,a promuovere occasioni di beneficenza. Soffrireinsegna a conoscere e anche a costruire.

*Dedichiamo questo numero agli editori di Scampia:ragazzi che hanno avuto in regalo da Tommaso Marotta

e Anna Cafiero il marchio editoriale Marotta&Cafiero, trasformandolo in una realtà vivace, capace di esprimere

progetti e iniziative, coinvolgendo un quartiere etichettatodai mass media come zona di camorra. Rosario Esposito La

Rossa e Maddalena Stornaiuolo sono stati capaci di costruire sinergie, stimolando una reazione collettiva allaviolenza quotidiana e dimostrando che con la cultura si può

crescere, lavorando con entusiasmo. Il magazine è testimonianza di una realtà a più voci che sarà

protagonista, anche quest’anno, al salone del libro di Torinocon un piccolo stand. Il 9 maggio, al Lingotto, sarà presenta-

to il volume “Campania, la terra dei cuochi” prodotto con LegAmbiente per proporre un’immagine diversa

di quel territorio invaso dai rifiuti tossici: non terra dei fuo-chi, ma sorgente di eccellente gastronomia.

Il numero è stato realizzato grazie al coordinamento di Gabriella Galbiati, ufficio stampa di Marotta&Cafiero.

di Donatella Gallone*

In homepage: Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo

al Salone del Libro di Torino del 2013. Qui, in alto, lo staff

della casa editrice impegnato nella pulizia della biblioteca popolare

per ragazzi e nel riquadro la copertina del libro “La terra dei cuochi”

Il tuono della svolta

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Quell’agguato del 6 novembre 2004

La mia storia comincia con un fattodrammatico, un avvenimento che nonpotrò mai dimenticare e che ha cam-biato in maniera irreversibile la miavita e probabilmente anche le mie scel-

te professionali. Ho 25 anni e

vivo a Scampia,un quartiere aNord di Napoli,finito troppo spes-so sui giornali acausa di crimini dicamorra e perarresti per spacciodi droga. Ma io, imiei cari, la miacompagnaMaddalenaStornaiuolo nonabbiamo maismesso di sperareche quest’erba cattiva abban-doni la nostra terra. La spe-ranza non ci ha abbandonatoneanche quando c’è stata lafaida a Scampia e l’attenzio-ne dei mass media era pun-tata su questo quartiere.Neanche quando il 6 novem-bre 2004, durante un aggua-to di camorra, venne fredda-to mio cugino AntonioLandieri, un disabile di 25anni che giocava a biliardinoper strada con i suoi amici.Antonio cercava semplice-mente di fare quello che conle gambe il destino non gli ha consentito: ovverogiocare a pallone. E proprio in quel momento digioia, la vita gli è stata strappata. Gli amici, cheerano con lui quel giorno, riuscirono a salvarsiperché potevano correre liberamente. Antonio,invece, era bloccato su una sedia a rotelle e nonriuscì a correre più veloce delle pallottole che locolpirono alla schiena. Un quotidiano, relativa-mente a tale omicidio, pubblicò la notizia che erastato ucciso uno spacciatore. Oltre il dolore, io ela mia famiglia conoscemmo anche l’indignazionee la rabbia. Solo l’autopsia ha cancellato que-st’onta dalla memoria di Antonio.

Ma proprio a partire da questo dolore e daquest’indignazione, con il sostegno della miaamata Lena, non mi sono fermato un attimoaffinché le persone conoscano la storia di Antonioe situazioni come la sua possano non ripetersi.

Abbiamo così fondato nel 2007 l’associazioneVo. Di. Sca. (Voci di Scampia), dedicata allamemoria di mio cugino, che svolge attività dipromozione culturale nel quartiere. Nel frattem-po, scrissi una raccolta di racconti sempre dedi-cati ad Antonio e alla mia Scampia e ho subito

cercato chi mi desse una mano per poter pubbli-care il mio volume. Ho trovato solidarietà eappoggio da parte di chi non mi conosceva e infi-ne anche l’editore. Tommaso Marotta e AnnaCafiero, che non smetterò mai di ringraziare, midiedero la possibilità di pubblicare Al di là della

neve, di cui da poco si èesaurita la settima edizio-ne. Questo libro ha porta-to con sé il Premio Siani,la realizzazione di un cor-tometraggio, di un rea-ding teatrale e soprattuttol’inizio di una grandeavventura.

Tommaso e Anna,infatti, decisero di regala-re a me e a Lena, duegiovani poco più che ven-tenni, la storica casa edi-trice Marotta&Cafiero,

mettendoci adisposizione gra-tuitamente i libriche avevano pub-blicato fino a quelmomento e offren-doci la possibilitàdi rivoluzionare ilvolto dell’attività.Immediatamentespostammo lasede ufficiale dellaMarotta&Cafieroda Posillipo, quar-tiere chic di Napoli,a Scampia, lanostra Scampia.

Ma fu solo l’inizio di tanti cambiamenti. Da allorasono passati più di tre anni e i nostri libri sonostampati con carta riciclata, inchiostro non inqui-nante, con il marchio PizzoFree e Open Access.Questo vuol dire che chiunque liberamente puòstampare e fotocopiare i nostri libri liberi dallaSiae.

La nostra è però una continua rivoluzioneliquida perché da quel novembre 2004 non misono mai fermato e insieme a me e Lena la fami-glia Marotta&Cafiero è cresciuta, coinvolgendotante persone e realizzando progetti diversi.Abbiamo, infatti, dato vita alla Marotta&CafieroRecorder, un’etichetta musicale indipendente,uno store nel prestigioso Teatro Bellini di Napoli eancora molte altre iniziative stanno per nascerecon l’aiuto di persone che come me ricordanotutti i giorni Antonio e non vogliono che nellanostra terra accada di nuovo che un ragazzomuoia per errore.

*editore e scrittore

di Rosario Esposito La Rossa*

Nella foto in alto, Rosario Esposito La Rossa nella redazione

della casa editrice. Qui sopra, Maddalena Stornaiuolo al Lingotto di Torino

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Io e Vodisca. A teatro

Dicembre 2012: al teatro Elicantropo diNapoli si lavora per l’allestimento di“C’era una volta il ‘68”, uno spettacoloideato ediretto da

Carlo Cerciello. Tra itanti attori figuriamoanche io e MaddalenaStornaiuolo. Galeottofu lo spettacolo. Perl’occasione, rivestiianche il ruolo di assi-stente alla regia, cosìLena ebbe l’opportuni-tà di osservarmi e indi-viduò in me un poten-ziale collaboratore diVodisca Teatro. Dopoalcuni giorni, conobbianche Rosario EspositoLa Rossa che mi offrìla possibilità di curareuna regia. Mi propose una serie di idee ma, allafine, optammo per la realizzazione di un pro-getto scenico che raccontasse la vita diMaddalena Cerasuolo, protagonista indiscussadelle quattro giornate di Napoli.

Accettaisenza nessu-na esitazio-ne, non soloper la bontàdello spetta-colo, mi sti-molava moltodare visibilitàa una eroinache ancoraoggi è unesempiovivissimo diimpegno civi-le e umanoper la nostracittà, maanche esoprattuttoper l’entusia-smo e ladetermina-zione diRosario eMaddalena,due giovanis-simi ragazzi,che dal nulla

avevano rilevato la “Marotta&Cafiero”, avevanofondato “Vodisca teatro” e avevano istituito ilpremio “Antonio Landieri”, in memoria del gio-vane cugino di Rosario, vittima innocente dicamorra.

Sono rimasto piacevolmente colpito dalleloro idee, dal modo di intendere il lavoro esoprattutto dalla scelta di operare in un territo-

rio difficile come quello di Scampia. Non potevonon condividere il loro piccolo grande sogno:attuare una rivoluzione, lenta e profonda con i

libri e con ilteatro, attra-verso unapolitica cultu-rale di qualità,che non tra-scurassel’aspetto eco-nomico mache fossesemprerispettosa del-l’ambiente edel valoreumano. Così,dopo giorni diduro e piace-vole lavoro, diconfronti, di

condivisioni e anche di scontri, ad aprile debut-tiamo al teatro Sancarluccio di Napoli con“Lenuccia. Una partigiana del sud” (conMaddalena Stornaiuolo e Luigi Credendino, regiadi Aniello Mallardo), frutto della collaborazionetra Vodisca teatro e Teatro in fabula e del pre-zioso contributo di Gaetana e Gennaro Morgese,figli di Maddalena Cerasuolo a cui rivolgo i mieipiù sentiti ringraziamenti. Ci sono state svariatevicissitudini ma lo spettacolo ha riscosso molticonsensi. Poi abbiamo lavorato a un nuovo pro-getto, “Diego. Non sarò mai un uomo comune”,che ha debuttato al Piccolo Bellini di Napoli il 20marzo, sempre con Maddalena e Luigi e con ilsupporto tecnico di un gruppo straordinario digiovani professionisti. Contemporaneamentestiamo cercando di sviluppare una poetica arti-stico-teatrale, capace sempre più di incidere sulterritorio, attraverso la riscoperta dell’essenzadel teatro, quella ritualità profondamenteumana generata dall’incontro/scontro tra l’atto-re e lo spettatore.

Aspiriamo a un teatro come contatto, comeesigenza di comunicare gli abissi più profondidell’anima, come luogo utopico di incontro ditutte le forze mistiche e ancestrali della naturaumana. Il desiderio è quello di restituire qualco-sa non solo agli spettatori ma all’intera comuni-tà. Con Diego si parla di un mito, Maradona, delcalcio, lo sport più praticato e amato al mondoe del loro impatto sul fluire costante e quotidia-no dell’esistenza. Stiamo pensando anche aprogetti per i bambini poiché sentiamo il biso-gno di rivolgerci trasversalmente a tutti gli stratisociali di tutte le età per ascoltare e dare vocealle esigenze di tutti.

*regista, attore della Compagnia Teatro in Fabula

di Aniello Mallardo*

Nella foto in alto, la locandina di “Lenuccia”,

progetto e regia di Aniello Mallardo.

Qui sopra, una scena dello spettacolo dedicato a Maradona

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Il nostro gruppo si chiama Finti-Illimani edè nato nel 2000. Nel 2012 dopo più di 10anni di prove, registrazioni e concerti mili-tanti a sostegno di realtà schierate politi-camente e impegnate socialmente, abbia-

mo pubblicato il CD “Quando i treni viaggiavanosicuri” con la Marotta&Cafiero Editori e attraver-so il meccanismo delle Produzioni dal Basso. Ilnostro album vuol essere un viaggio musicale inun treno ideale che percorre gli ultimi quarantaanni di politica internazionale seguendo il filonero che corre sui binari che collegano le ditta-ture sudamericane alle vicende italiane ed inter-nazionali. Il cd è stato registrato a Napoli e aSantiago de Cuba con la partecipazione diDaniele Sepe, Gordon Poole, Andrea Campese,Romilda Bocchetti, Marco Pittera.

I Finti-Illimani sono: Carlo Vignaturo, cha-rango, ud, chitarra, arrangiamenti e direzioneartistica - Daniele Mattera, voce recitante -Giuseppe Chierchia, sicus: voce, percussioni,chitarra - Graziella Arcucci, voce, charango, chi-tarra - Ludovica Grisolia, violino - Paola Lauri,chitarra, baglamas, bombo, voce - RosarioNasti, basso - Silvana Gianotta bombo e percus-sioni.

L’incontro con gli editori

Nel lontano 2004 ci arrivò una mail di unragazzo di Scampia che ci raccontava la triste,drammatica e purtroppo breve storia di suo

cugino, Antonio Landieri, vittima innocente dicamorra, ucciso a Scampia durante una faida.Quella storia ci colpì molto ma le nostre stradenon si incrociarono. Poi, per una serie di coinci-denze quest’incontro è arrivato. Quel ragazzo lastoria l’ha raccontata in un libro, Al di là dellaneve, pubblicato dalla Marotta&Cafiero Editori.A quel ragazzo, che si chiama Rosario EspositoLa Rossa, Tommaso Marotta e Anna Cafiero nelluglio del 2010 donarono la Marotta&CafieroEditori.

A noi Rosario è “piaciuto” subito e abbiamocolto al volo la proposta di Martina Pignatarodel Gridas (gruppo risveglio dal sonno) di coin-volgere anche lui in questa nostra storia. Ecosa ancor più bella, è stato lui a dare unamano a noi e non noi a lui, come ci chiedevaallora nella sua e-mail. Il che significa che distrada ne aveva fatta, e tanta. E a noi oggi famolto piacere e ancora ci emoziona essere statii primi a produrre un CD con la Marotta&CafieroEditori, una casa editrice indipendente, napole-tana che si occupa di narrativa sociale e d’im-pegno civile.

Non siamo di Scampia, ma l’amicizia conFelice e Mirella Pignataro del Gridas, la condivi-sione di progetti, idee, battaglie, manifestazio-ni, carnevali hanno fatto sì che Scampia fosseun luogo da “scegliere”.

(continua a pagina 6)

di Finti-Illimani

Viaggio sul treno della musica

Qui in alto,

I Finti-Illimani

per La Historia

es nuestra

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(segue da pagina 5)

Ecco perché, per la copertina, ci è sembra-to quasi naturale adoperare immagini delMural di solidarietà con la lotta dei popoli lati-noamericani e contro la proliferazione del traf-fico di armi realizzato al Quadrivio Arzano diNapoli da Felice Pignataro con il Gridas e daalcuni muralisti cileni della Brigata SalvadorAllende: era il 25 aprile del 1982 e giusto 30anni dopo, il 25 aprile del 2012, è nato ilnostro Cd.

Le nostre attuali collaborazioni con la casa editrice

Con la Marotta&Cafiero ora stiamo curandola Coproduzione di altri due lavori discograficinapoletani. Quello dei Rua Port’Alba e diGordon Poole, entrambi che sosteniamo assie-me al Gridas. I Rua Port’Alba sono un gruppostorico napoletano operante dal 1990. C’è unamilitanza musicale che ci accomuna e spessoci ritroviamo a suonare nelle medesime mani-festazioni. Gordon Poole è un professore ame-ricano dell’Università dell’Orientale di Napoli,ora in pensione. È conosciuto ed apprezzatoper il suo impegno pacifista e le sue pubblica-zioni e articoli.

Gordon lasciò il Maccartismo negli anni ’60e arrivò a Napoli dove partecipò all’organizza-zione delle prime manifestazioni italiane con-tro la guerra americana in Vietnam.

Napoli gli deve molto e quindi il suo pro-getto lo abbiamo fortemente voluto e organiz-

zato. E poi come non ricordare che i film diTotò, per il mercato angloamericano, sonostati sottotitolati da lui.

Inoltre contiamo di realizzare con laMarotta&Cafiero il nostro prossimo CD, di cuiper ora non vi sveleremo niente.

Le produzioni dal basso

Per anni siamo stati in contatto con IlManifesto che era intenzionato a pubblicarcima che ormai non ne aveva più la forza. Nonavremmo potuto facilmente pubblicare unlavoro discografico come il nostro che denun-ciava il ruolo attivo di Karol Wojtyła nelle dit-tature sudamericane mentre in Italia lo sistava per invocare Santo subito. Sarebbestato difficile per artisti già affermati figuria-moci a un gruppo al primo lavoro discografico.Le Produzioni dal Basso ci hanno consentito dichiedere supporto a chi non ci conosceva macredeva in quello che volevamo dire. Siamograti a chi come loro opera una rivoluzioneculturale dal basso gratuitamente. LaProduzione dal Basso non è solo una raccoltafondi ma un «luogo» dove vengono azzeratele distanze tra chi ha una idea e chi la condi-vide e partecipa alla sua realizzazione inmaniera paritaria.

Nell’immagine in alto, I Finti-Illimani suonano

per il compleanno della Marotta&Cafiero editori

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Il giorno in cui ho incontrato RosarioEsposito La Rossa, mi sembra che ilcielo sopra Scampia avesse il colore«di uno schermo televisivo sintoniz-zato su un canale morto». Non ne

sono davvero sicuro, ma nella miamemoria il Teatro Area Nord, come granparte della zona nord di Napoli, ha il fasci-no di un romanzo cyberpunk ― una decadenzafuturistica, una postatomica terra promessa, unossimoro incarnato in un pezzo di città autofaga.Il Vodisca Teatro, gli uffici della Marotta&Cafiero,lo studio di Rosario (abbarbicato in cima ad unascala rossa, sul fianco dell’edificio, come aggrap-pato alla parete per non cadere) hanno qualcosache ha a che fare più con le architetture intersti-ziali di Gibson che con una realtà sociale troppospesso stereotipata come periferia.

Ho incontrato Rosario perché eravamoentrambi intenzionati a sviluppare un progettocomune sulla poesia haikai, la poesia giapponesecollettiva da cui discende l’haiku. Volevamo orga-nizzare un hanami, una festa per contemplare iciliegi in fiore, un festival della poesia haikai. Daalcuni anni tengo corsi e laboratori di haikai pres-so l’associazione che ho fondato insieme a ungruppo di amici e colleghi universitari. La nostraassociazione si chiama Fantasmatica, perchéintende albergare al centro di Napoli, negli inter-stizi dei vicoli che formano il suo ventre più buio,per animare e smuovere la vita culturale parte-nopea. Intende dare voce ai fantasmi silenti dellanostra città, riscoprirne il volto nascosto ― lanostra stessa voce, troppo spesso nascosta nellepieghe di una quotidianità asfissiante.

Se penso a cosa significhi “Fantasmatica”,penso inevitabilmente a Rosario e Lena, al lavorointerstiziale del Vodisca Teatro e dellaMarotta&Cafiero. Rosario e Lena scompongono letraiettorie napoletane, sconvolgono gli schemiculturali, sparigliano le carte e rilanciano la sfidasu scala nazionale: Scampia diventa il cuore pul-sante dell’editoria partenopea, delocalizzando edestrutturando un marchio storico della Napolisalottiera. E mentre l’editoria nazionale langue, eillanguidendosi s’impigrisce sempre più, Rosario eLena insegnano come sia possibile, oggi, fare cul-tura e stampare libri, dal basso, con poco, conleggerezza. Con la leggerezza della passione edell’entusiasmo. Questo è cyberpunk puro.Questa è vera politica.

È difficile non lasciarsi coinvolgere dalla pas-sione e dall’entusiasmo di Rosario e Lena, è diffi-cile resistere al loro fascino. È difficile non inna-morarsi, a prima vista, di questi due ragazzi. Peresserne immuni si dovrebbe essere quel tipo discettico insensibile che ha deciso di rinunciarealla propria umanità, perché è convinto che ilmondo sia storto e che chi è dritto sia solo un

errore del sistema. E c’è il rischio che uno scetti-co simile, incontrando Rosario e Lena, cominci adubitare del suo stesso scetticismo.

Mi sono subito innamorato di Rosario e Lena,della Marotta&Cafiero, del Vodisca Teatro. Il lorosobrio entusiasmo raddrizza i torti, risistema ilmondo, rilocalizza e ristruttura la realtà. Producecultura. Intraprende azioni e ridà speranza alrespiro. Rende giustizia.

La nostra collaborazione non è nulla di similealle tipiche collaborazioni che s’instaurano nel terzosettore, tra associazioni interessate a progetticomuni. È relazione. Una relazione fondata sullacomunione d’intenti, su un identico sentire. Suun’identica idea delle storture del mondo, che siraddrizzano soltanto stando dritti. Sull’identico pro-getto di fare dei ciliegi di Chiaiano, per esempio,un luogo di poesia, nel senso più largo possibile ―e più profondo ― che ha questo termine: “poesia”come produzione di senso, formazione di mondo.

La nostra è, semplicemente, una relazioned’amore. E come non innamorarsi di due ragazziche, con la semplicità dell’entusiasmo, realizzanotutto ciò che gli altri, con scetticismo, abbando-nano al sospiro di un presunto realismo?

Il nostro progetto iniziale prevedeva un festivaldi poesia, per celebrare il Giardino delle Farfalle,un orto biologico piantato nel cuore di Scampia,nel Teatro Area Nord. Il giorno in cui ho incontra-to Rosario, gli parlai della mia idea di organizzareun hanami tra i ciliegi di Chiaiano, i migliori ciliegidi Napoli e, forse, d’Italia. Da allora, il progetto hapreso una piega di realizzazione tutt’altro cheaspettata: la prossima primavera, l’hanami noncelebrerà il Giardino delle Farfalle, ma le FattorieVodisca, un appezzamento di terra, ricca di ciliegi,tra le meravigliose colline di Chiaiano.

Uno rischia di diventare scettico, se pensa aquante cose si possono fare. E rischia di diventa-re scettico se pensa a come sia facile innamorarsidi due ragazzi che non si limitano a immaginaree progettare un mondo migliore. Né si limitano arealizzarlo. Semplicemente, loro sono il mondomigliore, e bisogna essere degli stolti, oltre chescettici, per non apprezzarlo.

Ci si innamora, inevitabilmente, di Rosario eLena, perché ci si innamora della vita. Comequando, in primavera, i ciliegi tornano a fiorire.

*socio fondatore dell’Associazione Fantasmatica

di Diego Rossi*

Voce ai fantasmi della città

Nella foto, un momento di relax all’evento la Historia es Nuestra

con l’Associazione Fantasmatica

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Vorrei ripescare dalla mente un ricordo.E questo ricordo come spesso accade èun'immagine. Una foto, per l'esattezza,comparsa sulla homepage di un socialnetwork che ritrae la mia amica

Gabriella in un giardino assieme a gruppo dipersone allora per me sconosciute.

Esausti e felici, sporchi e sorridenti con inmano vanghe e rastrelli.

Questa credo sia la prima immagine che hodell'associazione Vodisca e della Marotta&Cafiero.

All'epoca avevano finito di sistemare quellospazio di sterpaglia abbandonata che adesso sichiama il "Giardino delle farfalle".

Era l'immagine del lavoro e della felicità, duecose, per me molto concrete, che non sempre siaccompagnano.

Col tempo sono arrivata a comprendere chic'era dietro quei sorrisi, a risalire passo dopopasso alla storia che aveva portato quel gruppodi persone in quel giardino, in quella foto,postata come un'immagine qualunque.

Adesso quando mi capita di spiegare checos'è la Marotta & Cafiero inizio sempre dicen-do: “È la più bella storia partenopea…" e fortu-natamente mi capita sempre più spesso visto lasplendida collaborazione che è nata tra loro el'associazione Fantasmatica, di cui faccio parte.

La più bella storia partenopea... ma ci pen-sate?

Un passaggio di consegna quasi epocale:una casa editrice, un universo culturale chepassa da Posillipo a Scampia, da una generazio-ne a un'altra, non come un'eredità ma come undono, come una restituzione nel senso pieno

della parola, come re-istituire unlegame, un senso, un mondoquando le cose intorno sembra-no ammantarsi di un'indifferenzaquasi derisoria.

Cosa si saranno detti in quel-l'incontro Rosario e Lena conTommaso Marotta e AnnaCafiero?

Mi sembra quasi più storicodell'incontro di Teano.

Mi sarebbe piaciuto sbirciare,origliare il nascere di questonuovo vento d'azione e di spe-ranza.

Le favole, una volta concluse,non ci raccontano cosa ne saràdei protagonisti. Al cantastorie èsempre bastato chiosare con un"e vissero per sempre felici econtenti" ma non vi è mai venu-ta la curiosità di sapere cosa c'èdopo quella chiosa? Bene. Lastoria della Marotta & Cafieroinizia proprio da lì, ci spiegacosa succede dopo che le avven-ture, le peripezie e anche pur-troppo gli eventi tragici chehanno coinvolto i protagonisti siconcludono in un orizzonte dirisoluzione. E cosa fanno i nostrieroi quando vivono felici e con-tenti? Stampano libri, organizza-no spettacoli, aprono giardini,

mettono su una fattoria. Girano il mondo conun trolley rosso pieno di storie. PortanoScampia e Napoli nei teatri di tutta Italia.

E del resto, come dico spesso, Rosario eLena sono proprio due personaggi fiabeschi:belli, giovani, eroici e avventurosi con in più ilpregio di essere reali.

Con la Marotta&Cafiero si dà un seguito aquel "Vissero felici e contenti" che non è mai,badate bene, la fine di una favola ma rappre-senta sempre l'inizio di una nuova avventura.

Adesso che lo sapete, che vi ho confidatoquesto piccolo segreto, non potete smettere diimmaginare, di leggere, di agire, di scrivere e disognare.

*socia fondatrice dell’Associazione di promozione sociale “Fantasmatica”

Partenope e la favola infinitadi Marina Nardone*

Nell’immagine, lo staff della casa editrice

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APRILE 2014 - ANNO VI n. 22

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Mi chiamo Egidio e ho 38 anni, sonolaureato in Scienze Naturali e vivo aNapoli da 8 anni, e da circa 4 annifaccio attività varie con il circolo diLegambiente “La Gru” di Scampia.

A Scampia ci si finisce per caso, ma si ciresta per scelta, e io ho deciso di restare(anche se non sono nato) perché c’è una realtàdi associazioni e di tante persone che si impe-gnano concretamente per cambiare le moltecose che non vanno, e tra queste persone c’èRosario; ho sentito parlare per la prima volta diRosario circa 3 anni fa, quando con la Scuola diPace di Napoli si cercava una casa editrice perla pubblicazione di un libro di italiano per stra-nieri, ed ecco che con tanta felicità ho sentito ilnome di Rosario della Marotta&Cafiero (casaeditrice di Scampia) che ha pubblicato il libro.

Dopo qualche anno, con il circolo La Gru,eravamo alla ricerca di un pezzetto di terra peravviare un orto urbano, e insieme al centroHurtado (altra importante realtà di Scampia)avevamo in mente di avviare un percorso for-mativo su orticoltura e giardinaggio per personecon difficoltà di inserimento lavorativo. Dopomolto cercare e quasi sconfitti di fronte all’im-possibilità di trovare un terreno “fruibile” neidintorni di Scampia, ecco che arriva Rosario e ci

propone di gestire uno spazio abbandonato davari anni all’esterno del Teatro Area Nord diPiscinola, e così insieme abbiamo avviato unGiardino delle Farfalle con annesso un piccoloorto urbano, riuscendo così a realizzare il nostroprogetto.

Il progetto di orticoltura si sta ampliandonotevolmente e, novità di questi giorni, stiamodando vita alle Fattorie VodiSca su un terreno dicirca 2,5 ettari dato in affidamento dall’ABC(municipalizzata del comune di Napoli) su cuistiamo progettando la realizzazione di una fat-toria didattica, che sarà non solo un luogo dovesi produrranno frutta e verdura con metodi eco-compatibili e prodotti tradizionali degli orti diNapoli, ma una fattoria multifunzionale dove cisaranno degli orti didattici e tematici, dei per-corsi sportivi, tiro con l’arco, punti di osserva-zione per l’avifauna (il terreno si trova all’inter-no del Parco Metropolitano delle Colline diNapoli) e percorsi naturalistici, luoghi per lameditazione e arti orientali, spettacoli teatraliper bambini, ecc., insomma le Fattorie VodiScasaranno un luogo dove Arte, Cultura, Scienza,Gastronomia e Sport si fonderanno in un unicogrande progetto… e tutto questo grazie allapassione, all’impegno, alla dedizione ed allecapacità di Rosario e del suo gruppo.

di Egidio Addeo

Cultura, sport e scienza in fattoria

Nella foto,

un ciliegio

ornamentale

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Un bel pomeriggio a Napoli per le vie delcentro, un amica, un caffè e cosa vuoi dipiù dalla vita. Un pomeriggio fantastico.Poi mi chiede: «Andiamo al Teatro Belliniper una presentazione di un libro?».

Che bell'idea per completare la giornata.Arriviamo e sorpresa. Trovo la mia amica MariaBolignano attrice, autrice televisiva, scrittrice chepresentava il suo ultimo lavoro, Anche i capitonihanno un'anima, doppia sorpresa, momento diver-tentissimo. Stanco della lunga passeggiata, mi sonoaccomodato. Inizia la presentazione, da lontanomolti gli intervenuti. Sento una voce al microfono,racconta qualche cosa e, a differenza degli ospiti diMaria, Nunzia Schiano, Salvatore Esposito e cheridere, c'è qualche cosa che costringe la mia mente astare attento e devo dire affascinato da parole dettecon una frequenza e intensità non da copione masentite, vissute e da raccontare. Non conosco il suonome ma ascolto con gradevolezza, piacere, comefossero note di un brano a me caro, Passione, inter-pretato da una grande come Valentina Stella. Tuttoquello che mi dà piacere lo connoto con la musica ele parole di questa canzone a me molto cara. Nonvedo l'ora che finisca la presentazione per conoscerequesta persona. Mi allontano con la mente e inizio apensare come salutarlo, nel frattempo scopro che sichiama Rosario. Cosa dire io non sono del settore,ma alla fine lo avvicino, mi presento, lo ringrazio perle belle cose dette e gli dico che sono un docentetecnico pratico della scuola alberghiera di Scampia.Lui ovviamente ricambia il saluto ma preso dalla pre-sentazione, si allontana. La serata finisce lì. Torno acasa e inizio a pensare al lavoro fatto da questoragazzo. Rosario ha solo 25 anni, per me grande,quanta sofferenza con una grinta indescrivibile e miviene in mente uno slogan sentito in tv “Noi siamo dipiù” e penso che è proprio vero.

Passa qualche giorno, di mercoledì torno a scuo-la, al front office trovo i soliti ragazzi che fannoesercitazione pratica. Saluto tutti e a un certo puntomi chiama un'alunna di seconda, Nella, con un sor-riso da farti iniziare la giornata bene, con tono deci-so mi chiede: «Prof so che lei è stato a una confe-renza stampa per la presentazione di un libro, cheha conosciuto delle persone del settore. Ci farebbepiacere fare qualche presentazione qui a scuola (lascuola è dotata di un teatro con 120 posti a sederee ampi spazi), in più volevamo chiederle aiuto perrealizzare un giornalino qui a scuola».

So che avrei dovuto dire "datemi del tempo"invece risposi d'istinto: «Sì, datemi qualche giornoe vi farò sapere». Ovviamente non avevo il numerodi Rosario, per cui contattai l'unica che poteva farlo,Maria Bolignano, e dopo qualche ora sono riuscito asentire Rosario che già per telefono era entusiasta,non so il perché e non me lo so neanche spiegare.Credo che certe persone non hanno bisogno di dirsitanto, di firmare documenti per giungere a unaccordo, trovare una soluzione.

Rosario, come me, è il tipo che fa. Fissammo un

appuntamento con la preside e da quell'incontro sonopassati soli 12 giorni dall'inaugurazione della libreria.Da quell'incontro, nei dodici giorni a seguire è statoun divertimento nella scelta di materiali esistenti e daadibire all'allestimento del Marotta&Cafiero storeScampia.

I ragazzi tutti impegnati all'allestimento deimobili , chi a scrivere frasi sui muri, chi a colorare illoro nuovo mondo che tratterà di parole scritte sufogli che per loro diventeranno motivo di orgoglioanche perché sarà la prima libreria indipendente inuna scuola statale, gestito completamente da lorodall'allestimento, agli ordini, agli inventari, all'orga-nizzazione delle presentazioni, a come reinvestireper migliorare la libreria stessa.

Questo mi rende felice e la stessa felicità la silegge negli occhi di chi come Rosario vive per que-sto tipo di progetti soprattutto ora che la location èScampia.

Almeno una volta si parlerà dei ragazzi diScampia che lottano piacevolmente con i libri e noncon......e dire che ero dubbioso alla convocazione ainizio anno, per le solite cose dette, sentite, raccon-tate. Ma a me non piacciono le sfide facili e persette anni mi sono alzato alle 05:30 per andareall'alberghiero Telese di Ischia e mi mancano moltoi miei ragazzi.

Sono emozionato quando la mattina scendo aPiscinola e vado al bar Metro’ per il primo caffè, quan-do entro a scuola , quando mi siedo dietro la cattedrao semplicemente facciamo esercitazioni. I ragazzi diScampia sono una grande realtà, sono VIVI, pieni dientusiasmo, pieni di voler uscire da quel luogo comu-ne che è essere catalogati come quelli di. Sono grandiquesti ragazzi, pensare che non volevo andare.Rosario uno di loro nato e cresciuto nel quartiere diScampia, è l'esempio più grande del voler a tutti icosti tenere viva la memoria, per raccontarla a coloroche non la conoscono, per non incorrere in futuronegli stessi errori, orrori.

*professore dell’Istituto tecnico alberghiero Vittorio Veneto di Scampia – Napoli

di Cosimo Cantarella*

Ragazzi pieni di entusiasmo

In foto, la presentazione del libro di Maria Bolignano

“Anche i capitoni hanno un’anima”

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«Chi è disposto a sudare, fati-care, mettere tutta la forzache ha nella creazione diquesta libre-ria?» queste

sono state le prime parole da medette ai ragazzi dell’istitutoVittorio Veneto. Con mia grandesorpresa, invece di sbadigliare,molti di loro hanno alzato lamano. Da questo punto è partitoun lavoro costante e faticoso,durante il quale, tra sorrisi e gio-chi, in soli dodici giorni, utilizzan-do materiale di riciclo e fantasia,ragazzi di sedici e diciassetteanni sono riusciti a realizzareuna libreria, la prima libreria aScampia dopo 37 anni di assen-za e silenzi, la prima in Italiaall’interno di una scuola, laprima gestita totalmente da ragazzi. Tutto ciònon sarebbe stato possibile senza la presenza diuna preside illuminata, Olimpia Pasolini, e didue professori, fari e mentori per questi ragazzi,Claudia Rivoli e Cosimo Cantarella.

Tra gli scaffali, oltre alla Marotta&Cafiero,solo case editrici indipendenti: Ad est dell’equa-tore, Caracò, Homo Scrivens. Questo per per-mettere ai giovani coinvolti nel progetto di com-prendere quanto il mondo editoriale indipenden-te sia vivo e ricco di piacevoli sorprese.

I grandi classici sono affidati invece al book-crossing 2.0, un bellissimo baule, anch’essorealizzato dai ragazzi, che contiene tantissimiclassici della letteratura italiana e non. I ragazzi,grazie al baule, possono scambiare libri e consi-

gliare ai propri compagni le lettu-re che li hanno maggiormentecolpiti.

Il progetto non si conclude conl’inaugurazione, ma prosegue convigore. I libri presenti sono adisposizione del pubblico perun’esposizione permanente volta alcoinvolgimento di tutto il quartiere;guide d’eccezione i ragazzi stessiche illustreranno agli ospiti il pro-getto. La scuola organizzerà inoltreincontri con scrittori, editori, editorper dare la possibilità ai ragazzi diconoscere e incontrare personaggidi rilievo in campo letterario ed edi-

toriale. Non solo i ragazzi parteciperanno aglieventi, ma, sotto la guida e la supervisione miae dei loro professori, impareranno a gestire sial’esposizione sia gli incontri. Saranno proprio glistudenti dell’istituto, infatti, a intervistare i per-sonaggi che ospiteremo. Il primo incontro si ètenuto il primo aprile: Pino Ciccarelli, sassofoni-sta napoletano, ha presentato il suo primo lavo-ro letterario-musicale “Magari in un’altra vita”,edito da Marotta&Cafiero. Il nove aprile è stato

il turno di Maria Bolignano, primacomica donna a vincere il PremioTroisi, che proporrà ai giovanistudenti e al pubblico di Scampiail suo libro “Anche i capitonihanno un’anima”.

Il calendario a breve prende-rà la sua forma definitiva. Tuttele proposte dei ragazzi, per losviluppo del progetto, sarannovalutate e discusse assieme, inun flusso continuo di idee peruna crescita costante, volta arendere sempre più indipendentiquesti giovani librai e a dar loro,grazie anche a corsi gratuiti dieditoria ed editing, la possibilitàdi una prospettiva concreta ealternativa nel mondo lavorativo.

*responsabile Marotta&Cafierostore|Scampia

e della libreria del Bellini

di Marcella Esposito*

In alto, la scritta Marotta&Cafiero store

in origami creata da Marcella Esposito;

Gino Fastidio testimonial della creative bag Made in Scampia

e uno scorcio della libreria

La prima libreria in una scuola

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Era una giornata davvero piena di cose dafare quando, quella mattina di ottobre, trai piatti da lavare e gli zainetti da prepara-re, buttando l’occhio sulla chat diFacebook, mi si illumina la casella dei

messaggi.Vodisca Teatro ti ha inviato un messaggio.Vodisca Teatro? Il nome non mi è nuovo.Da circa 4 mesi ormai la mia sudatissima e

volutissima Libreria indipendente, Pagina 8, avevachiuso i battenti, e avevo cancellato ogni cosa:contatti, pagina facebook, indirizzo email. Eraormai quasi impossibile individuare in me, e nelmio profilo nel social network quel che rimanevadel mio più grande sogno.

Vivo a Napoli, sono una giovane madre, laurea-ta in sociologia, con l’ambizione e il desiderio dilavorare nel mondo della cultura. Mai sentito tantediscriminanti tutte insieme. E fu così che, perincombenze familiari propri della impossibilità inalcuni casi di far conciliare i tempi tra casa e lavo-ro, figli e carriera, diffidenze culturali e nessunoaiuto economico, la mia avventura imprenditorialenel mondo della cultura napoletana volge al termi-ne nel giro di sei mesi.

Ma, un momento. C’è qualcuno che avevaosservato il mio lavoro.

La lettura di quell’email fu istantanea. E ripetuta. Mi chiamo Rosario Esposito La Rossa. Abbiamo

apprezzato il tuo lavoro con la libreria Pagina 8 e cidispiace per come è finita.

Ma pensiamo che tu sia la persona giusta pernoi, per il nostro progetto.

Ma che pazzia è mai questa? Chiedere a unapersona che ha appena chiuso una libreria di aiu-tarli ad aprirne un’altra? Ma chi è poi RosarioEsposito La Rossa?

Evidentemente tutti conoscevano questo giova-

ne venticinquenne di Scampia e la sua compagnaMaddalena Stornaiuolo, attrice di Teatro e fedelebraccio destro come solo una gran donna sa fare.Tutti tranne me.

Bastò una semplice scorsa sui siti di giornali,associazioni e movimenti sociali per scoprire cheRosario e Maddalena avevano ereditato una CasaEditrice, la Marotta&Cafiero, da Posillipo l’avevanotrasferita a Scampia e l’avevano fatta risorgere.

Che Rosario è un parente di una vittima inno-cente di camorra, che è uno scrittore, mister di cal-cio per i ragazzi di Scampia, un “agitatore sociale”.

Il nostro primo incontro è stato schietto, netto. Non posso investire soldi e tanto tempo, dissi

subito, ho due figli piccoli a cui badare e un’espe-rienza fallimentare alle spalle. Ho grossi limiti.

Tutti noi abbiamo dei limiti, fu la sua risposta.Da quell’incontro sono passati alcuni mesi mesi.

Nel meraviglioso Teatro Bellini di Napoli, uno deipiù prestigiosi d’Europa, grazie alla generosa lungi-miranza dei fratelli Russo, abbiamo aperto la nostraMarotta&Cafiero Store: libreria indipendente concase editrici indipendenti, scritte sui muri, origamiappesi ai soffitti, tappeti giganti a terra.

Da quell’incontro nella nostra libreria sono pas-sate centinaia di persone, sono state fatte circa 60presentazioni, venduti tantissimi libri, incrociatealtrettante storie.

Da quella mattinata autunnale in cui io e i mieilimiti abbiamo detto sì al folle progetto di Rosario eMaddalena, sono stata la direttrice di una realtàculturale che a Napoli non ha eguali e che aspira aessere un punto di riferimento per la nostra città.

*già responsabile dello store Marotta&Cafiero al teatro Bellini

di Valentina Castellano*

Coraggio & indipendenza

Nella foto, interno del Marotta&Cafiero store