ECONOMIA E DINAMCA INDUSTRIALE Prof. Davide Castellani ... · Introduzione alla dinamica...
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Università degli Studi di Perugia
A.A. 2014/2015
Dipartimento di Economia
ECONOMIA E DINAMCA INDUSTRIALE
Prof. Davide Castellani
Introduzione alla dinamica industriale
Corso di Economia e dinamica industriale – prof. Davide Castellani - Dipartimento di Economia – Università di Perugia 2
- In “Economia industriale” ci siamo concentrati su un’analisi statica dell’industria o Enfasi su come si acquisisce e consolida il potere di mercato nelle
industrie o La dinamica è stata brevemente accennata trattando di “Entrata e
uscita delle imprese”, “Deterrenza”, “Fusioni e acquisizioni” - La dinamica industriale si concentra invece su questi aspetti di evoluzione
e cambiamento delle/nelle industrie - Aver sostenuto Economia industriale può aiutare, ma non è necessario
per Economia e dinamica industriale
Introduzione alla dinamica industriale
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- Il corso si articola in diversi blocchi
1. Le dimensioni della dinamica industriale • dinamica industriale vs. evoluzione/dinamica strutturale • entrata delle imprese • imprenditorialità • crescita dimensionale delle imprese • dinamica della produttività delle imprese e delle industrie
o produttività e profitti o determinanti della produttività delle imprese
§ focus sul ruolo delle competenze e dei processi manageriali
o produttività delle imprese, riallocazione e dinamica della produttività dell’industria
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2. L’evoluzione dell’industria manifatturiera italiana
3. Trasformazioni recenti in alcune industrie
• coda lunga, stampa 3D, artigianato industriale e makers • economia dell’open-source • mercati a due versanti
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Regole
§ Esame scritto: 4 domande ‘aperte’ (90 minuti) § Prova intermedia il 14/4 (2 domande, 60 minuti) § Orale facoltativo (+/- 2 punti rispetto al voto dello scritto) § Possibile tesina di approfondimento
o 10-15 pagine o gruppi max 3 persone o da presentare in classe alla fine del corso o 0-2 punti sul voto dello scritto
§ Materiali didattici scaricabili dal sito del corso http://cstdvd.wordpress.com (in corso di revisione)
§ Ricevimento studenti MAR ore 12-13, salvo variazioni pubblicate sul sito, o appuntamento via email: [email protected]
Che cos'è una industria?
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Quali confini per le industrie?
Industria:
i. settore produttivo/manifatturiero/secondario vs. primario (agricoltura) e terziario (servizi).
ii. grande industria e piccola industria.
- i. è corretta, ma troppo ampia per l’uso del concetto di industria che faremo in questo corso, mentre ii. non è corretta
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Quali confini per le industrie?
Criteri di aggregazione delle imprese:
a. relazione prezzo/quantità
§ secondo questo criterio si può definire l’industria produttrice del bene X, diversa da quella produttrice del bene Y se la quantità domandata di X non dipende dal prezzo di Y e viceversa, ovvero se l’elasticità incrociata è nulla
0, ≅=Y
X
Y
XYX P
QdPdQ
ξ
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• L’industria dell’auto è diversa dall’industria delle caramelle perché una variazione del prezzo delle caramelle non influisce sulla domanda di auto è raggruppamenti molto ampi – In particolare, questo criterio non distingue tra
• industrie produttrici di beni sostituti (es. the e caffè, plastica e
alluminio), per le quali ξ > 0 • industrie produttrici di beni complementari (es. computer e
stampanti, zucchero e caffè) per le quali ξ < 0 In entrambi i casi il criterio prezzo/quantità porterebbe a concludere che le industrie X e Y non sono diverse
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b. per classi merceologiche (es. ATECO-NACE)
http://www3.istat.it/strumenti/definizioni/ateco/ http://ec.europa.eu/eurostat/ramon/nomenclatures/
… … 17 Industrie tessili
171 Preparazione e filatura di fibre tessili 1711 Preparazione e filatura di fibre tipo cotone 1712 Preparazione e filatura di fibre tipo lana cardata 17121 Preparazione delle fibre di lana e assimilate, cardatura 17122 Filatura della lana cardata e di altre fibre tessili a taglio laniero 1713 Preparazione e filatura di fibre tipo lana pettinata 17131 Pettinatura e ripettinatura delle fibre di lana e assimilate 17132 Filatura della lana pettinata e delle fibre assimilate; preparazioni in gomitoli e matasse 1714 Preparazione e filatura di fibre tipo lino 1715 Torcitura e preparazione della seta (inclusa quella di cascami) e torcitura e
testurizzazione di filati sintetici o artificiali 1716 Preparazione di filati cucirini 1717 Attività di preparazione e di filatura di altre fibre tessili 172 Tessitura di materie tessili
… …
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c. criteri centrati sulla base tecnologica
identificano le industrie in funzione di:
– caratteristiche delle tecnologie impiegate – dinamiche e struttura dei costi – interdipendenze e complementarità tra processi produttivi – tipo e ventaglio di competenze e attori coinvolti
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Per Intensità tecnologica (OCSE)
High technology Aerospace, Computers, office machinery, Electronics, communications, Pharmaceuticals
Medium-high technology
Scientific instruments, Motor vehicles, Electrical machinery, Chemicals, Other transport equipment, Non-electrical machinery
Medium-low technology
Rubber and plastic products, Shipbuilding, Other manufacturing, Non-ferrous metals, Non-metallic mineral products, Fabricated metal products, Petroleum refining, Ferrous metal
Low technology Paper printing, Textile and clothing, Food, beverages and tobacco, Wood and furniture
Knowledge-intensive services
Business services, Communications, Financial Services, Healthcare, Software and IT, Space and Defence
Less knowledge-intensive services
Hotels and Tourism, Leisure and Entertainment, Real Estate, Transportation, Warehousing and Storage
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Per caratteristiche istituzionali: dimensione di impresa, obiettivi e fonti dell’innovazione, appropriabilità dei risultati e barriere all’entrata (Pavitt, 1984)
Settori tradizionali (Suppl i er dominated)
Settori Specializzati (Spec ia l i s ed Suppl i ers)
Settori ad alta intensità di scala (Scale intens ive)
Settori basati sulla scienza (Science based)
Dimensione d’impresa
Medio-Piccola Medio-Piccola Medio-Grande Sia GI che PMI
Obiettivo dell’innovazione
Rid. Costi Miglioramento performance, affidabilità e customizzazione
Rid. Costi (Δ proc/prod, ec. Scala)
Nuovi prodotti/processi
Fonte dell’innovazione
Esterna (fornitori) Apprendimento dall’uso
Esterna (interax con utilizzatore) Interna (apprendimento)
Esterna (fornitori) Interna (R&S)
Interna (R&S) Esterna (partnerships)
Appropriabilità dei risultati
Scarsa (imitazione) Elevata (conosc. tacite) Media (brevetti/segretezza)
Elevata (brevetti, innovazione continua)
Barriere all’entrata
Basse Medie Alte Alte
Settori Tessile, abbigliamento, calzature, alimentari
Meccanica strumentale, Macchinari, Strumenti di precisione
Siderurgia, Auto, Beni di consumo durevole
Elettronica, Farmaceutica, Chimica Fine, Aeronautica
Dinamica industriale vs. dinamica/ evoluzione strutturale (Malerba e Orsenigo, 2000)
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§ Dinamica industriale o caratteristiche specifiche della struttura industriale quali:
§ entrata e uscita delle imprese § crescita dimensionale § asimmetrica distribuzione dimensionale § persistenza delle diversità nelle performance
§ Dinamica strutturale o dinamica congiunta di variabili strutturali, come ingresso e
uscita, dimensione delle imprese, concentrazione industriale, introduzione di innovazioni
Dinamica industriale vs. dinamica/ evoluzione strutturale (Malerba e Orsenigo, 2000)
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§ Evoluzione strutturale o Visione più ampia. Si prende in considerazione:
§ l’emergere di nuove industrie § generazione e trasformazione di tecnologie § sviluppo e mutamento di capacità e competenze § cambiamento dei confini delle imprese (crescita, integrazione
verticale, diversificazione, reti di accordi) § ruolo di organizzazioni diverse dalle imprese (come le
istituzioni politiche, scientifiche, finanziarie)
Le dimensioni della dinamica industriale (Malerba e Orsenigo, 2000)
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§ Regolarità e fatti stilizzati nella dinamica industriale o Persitenza delle differenze (eterogeneità) tra imprese
§ In termini di competenze, organizzazione e strategie § Con riflessi su produttività, costi, profittabilità e innovazione
o Turbolenza § Entrata e uscita § Dinamica della dimensione di impresa e quote di mercato § Distribuzione asimmetrica delle dimensioni di impresa
• Log-normale, Power-law, Pareto • Molte imprese piccole e poche imprese grandi
§ Torneremo su questi aspetti nel dettaglio nelle prossime lezioni
Dinamica strutturale (Malerba e Orsenigo, 2000)
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§ Ciclo di vita dell’industria o Tre stadi: nascita, sviluppo e maturità o Nascita:
§ Innovazione radicale che genera innovazioni di prodotto (l’innovazione può essere demand-pull o technology-push)
§ Intensa competizione e alta turbolenza § Basse barriere all’entrata (sia per R&S che intensità di capitale) § Molti ingressi di nuove imprese (spesso piccole) § Scala produttiva ridotta (e spesso inefficiente) § Prodotti rivolte a specifiche nicchie di mercato
Dinamica strutturale (Malerba e Orsenigo, 2000)
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o Sviluppo: § Dalla competizione tra imprese emerge un design dominante,
che vincola lo sviluppo di nuovi prodotti e stimola innovazioni di processo, che rendono il processo produttivo meno flessibile ma più efficiente
§ Aumenta la dimensione degli impianti e il prodotto tende a diventare più standardizzato
§ Competizione più basata sul prezzo e differenziazione, più che sull’innovazione
§ Aumentano le barriere all’entrata e la concentrazione industriale sale
§ Escono i produttori che non si sono adattati al design dominante
Dinamica strutturale (Malerba e Orsenigo, 2000)
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o Maturità § Poche innovazioni, perlopiù incrementali e di processo § Concentrazione elevata § Probabilità di collusione
o Il modello di Klepper (1996) § I primi entranti introducono prodotti con caratteristiche
distintive e, se hanno successo, crescono § Le imprese di successo investono in R&S per ridurre costi e
prezzi § Questa maggiore concorrenza fa uscire dal mercato le imprese
meno innovative § Il tasso di entrata diminuisce nel tempo perché gli entranti
successivi hanno uno svantaggio di costo
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o Modello di Klepper (segue) § Spiega bene la dinamica industriale in alcune industrie, come
quelle dei beni di consumo durevoli (automobili, televisori, macchine da scrivere), ma non è facilmente generalizzabile
1. Si riferisce più al ciclo di vita di un prodotto che di una industria.
§ Se i prodotti hanno natura sistemica diversi elementi della teoria non sono più validi.
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2. La sequenza innovazione di prodotto à innovazione di processo non è valida in
§ industrie ad alta intensità di capitale (come chimica, plastica, fibre sintetiche, petrolchimica), dove l’innovazione sono principalmente di processo
§ industrie in cui i prodotti sono sviluppati per le esigenze dei clienti (come la meccanica strumentale), e l’innovazione è prevalentemente di prodotto
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3. In diverse industrie non c’è un’innovazione radicale, seguita dall’emergere di un design dominante (come invece è avvenuto, ad esempio, nell’auto).
§ In alcune industrie (come ad esempio quella elettronica dei semiconduttori) si sono susseguite diverse discontinuità e una sequenza di design dominanti
4. La discontinuità non è sempre ascrivibile ad un primo innovatore, seguito da una ondata di entranti
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§ La dinamica industriale e quella strutturale non consentono di rispondere ad alcune importanti domande:
o In che modo i prodotti cambiano durante l’evoluzione di una industria?
o Da dove provengono gli entranti? Sono nuove imprese o provengono da altri settori?
o Come si modificano le competenze specifiche delle imprese? o Come cambiano i confini delle imprese durante il ciclo di vita? o Oltre alle imprese, è opportuno considerare altre organizzazioni,
come Università, governo e istituzioni finanziarie?
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§ Per rispondere a queste domande servono analisi più articolate, attraverso dettagliati casi studio industriali. Alcuni risultati comuni a studi recenti su industrie diverse sono: o L’evoluzione strutturale è legata alla trasformazione continua di
prodotti e processi, allo sviluppo di specifiche traiettorie di progresso tecnico e all’emergere di nuove tecnologie § Non c’è una rigida sequenza innovativa
o Nuove industrie nascono spesso in modo correlato ad industrie esistenti, anche attraverso diversificazione di imprese incumbent.
o Le imprese incumbent, che sopravvivono all’evoluzione industriale, modificano strategie, forme organizzative e competenze. § Le competenze distintive si riflettono sulla direzione del
cambiamento, sullo sviluppo dell’industria, sulla modalità di competizione tra imprese
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§ L’evoluzione di lungo periodo del settore di hardware informatico evidenzia la co-evoluzione della tecnologia, della struttura di mercato e delle istituzioni o Adottiamo una prospettiva storica e ci fermiamo ad analizzare
l’industria fino alla fine del XX secolo § Nell’industria si osservano tre diverse dinamiche
o Dinamica industriale 1: leadership di IBM nei mainframe (fine anni quaranta – fine anni ottanta) § IBM ha gestito il cambiamento tecnologico (sia cumulativo
che radicale) § Concorrenti, utilizzatori e governi hanno definito le proprie
strategie in relazione a IBM
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o Dinamica industriale 2: Nuovi segmenti di mercato (minicomputer, workstations e microcomputer) ed entrata (fine anni cinquanta – fine anni 80) § Notevole innovazione ed entrata in ciascun segmento
(‘tecnologie’ diverse) § Ogni segmento serve diverse tipologie di consumatori e si
basa su un diverso design dominante o Dinamica industriale 3: Convergenza e sistemi a rete (anni
novanta) § Piattaforme client/server collegano mainframe a PC § Non emerge un'impresa dominante
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§ L’evoluzione dell’industria dell’informatica evidenzia che: o Il cambiamento tecnologico non ha distrutto competenze, ma le
ha allargate e ha ampliato la domanda § Nuovi segmenti con diversi tipi di competenze e
organizzazione d’impresa, diversi acquirenti, diverse relazioni tra produttori e utilizzatori, entrata di imprese
o Diversi processi co-evolutivi e modelli di impresa per diverse dinamiche industriali § Nuova tecnologia e nuova domanda hanno portato
l’ingresso di nuove imprese, che a loro volta hanno introdotto innovazioni.
§ Questo ha quindi determinato nuova domanda, nuove tipologie di utilizzatori, influenzando competenze, strategie e organizzazione delle imprese
Evoluzione strutturale dell’industria informatica (Malerba e Orsenigo, 2000)
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Mainframe: PC: § grandi imprese verticalmente integrate,
con ingenti risorse finanziarie da investire in R&S, produzione e marketing
§ relazioni tra produttore e utilizzatori § un leader indiscusso (IBM) con
capacità di coordinare intera piattaforma e direzione del cambiamento tecnologico
§ Università rilevante nel primo periodo § Governo fornisce sostegno inziale e
poi come acquirente di IBM. Poi esercita funzioni di anti-trust.
§ Notevole entrata iniziale, poi concentrazione
§ Piattaforma generica con concentrazione di produttori di componenti e sistemi operativi
§ Nessuna impresa controlla la direzione del progresso tecnico
§ Ruolo del venture capital § Minore ruolo specifico del governo,
ma importanza delle politiche orizzontali di educazione e formazione
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o Differenze nazionali influenzano le forme di offerta § In Europa,
• Politiche di protezione dei campioni nazionali che hanno sostenuto imprese poco competitive creando ‘barriere all’uscita’
• La mancanza di venture capital ha reso meno dinamica l’industria dei produttori di PC
§ In Giappone, • Politica ha favorito la nascita e lo sviluppo di grandi
imprese verticalmente integrate, incentivando l’imitazione di IBM