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ECM e sanzioni Colpa professionale Momento... Magik'O n o t i z i e BoLoGNA N. 170 / Marzo 2011 Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 N. 46) articolo 1, comma 1

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ECMe sanzioni

Colpaprofessionale

Momento...Magik'O

n o t i z i eBoLoGNAN. 170 / Marzo 2011

Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 N. 46) articolo 1, comma 1

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ANDI 3N. 170 / Marzo 2011

e contro laterali, le caratteristiche ed i rapporti scheletrici mascellari, la possibilità di apertura della bocca….È quindi l’insieme dell’approccio clinico (e, tranne alcune eccezioni, non certo un esame TC in più o in meno…) che definiscono un comportamento prudente e diligente. Sta a noi, odontoiatri ed odontoiatri forensi, farlo capire. In primis ai medici legali ed ai magistrati. È con piacere, quindi, che leggo un estratto delle “raccomandazioni cliniche” per l’odontoiatria commissionate dal Ministero della Salute ed attualmente al vaglio delle società scientifiche ed associazioni di categoria odontoiatrica. Riguardano la chirurgia implantare, ma il principio è lo stesso: «Gli esami radiologici consentono di valutare la situazione odontoiatrica (…) nel rispetto dei principi di giustificazione ed ottimizzazione. Le metodiche radiografiche convenzionali in molti casi forniscono informazioni sufficienti per stabilire la fattibilità del trattamento e la sua pianificazione. Esistono tuttavia condizioni anatomo-topografiche in cui è necessario eseguire un accertamento di secondo livello, rappresentato dalla TC (…) Questa metodica, poiché ha costi biologici ed economici superiori a quelli degli esami radiografici convenzionali, è indicata solo quando le informazioni già disponibili non siano sufficienti per una corretta programmazione».

sono ben note le distorsioni) o anche di una TC non correttamente centrata ed eseguita (e se ne vedono parecchie…).Per non parlare del rischio che il disporre di una TC induca ad una “eccessiva tranquillità” (leggi: superficialità) operativa il sanitario, vuoi perché non interpreta correttamente le immagini e quindi sottostima i problemi, vuoi perché inconsapevolmente è portato a pensare che ciò lo sollevi da ogni responsabilità.. Da rimarcare inoltre, anche da un punto di vista sociale, i costi biologici ed economici derivanti dall’applicazione su larga scala di un’impostazione diagnostica siffatta.Si finirebbe per suffragare un’impostazione sbagliata della medicina, la cosiddetta “medicina difensiva”, dove al centro dell’attività del medico non c’è più la salute del paziente, bensì la precostituzione di prove difensive in vista di un potenziale contenzioso. Concentriamoci piuttosto, noi medici ed odontoiatri, sulla semeiologia tradizionale e sull’anamnesi. Così utili ed a costo zero, anche biologico. Pensiamo a quante preziose indicazioni diagnostico – prognostiche possono fornirci, riguardo al grado di rischio del paziente per quello specifico intervento, la valutazione di semplici parametri clinici quali l’occlusione, la morfologia, l’ampiezza e l’accessibilità chirurgica della zona dell’intervento, la morfologia dei denti contigui

Ad un recente convegno di odontoiatria forense qualcuno ha sostenuto

l’obbligo (o quantomeno la forte raccomandazione) di eseguire di routine una TC ai pazienti candidati ad un intervento finalizzato all’ avulsione di un dente del giudizio, anche solo parzialmente incluso. Tutto questo allo scopo, è stato suggerito, di evitare contenziosi, o meglio per evitare di essere maggiormente passibili di condanna in caso di un contenzioso conseguente ad un danno colposamente procurato durante l’intervento. Devo dire che una siffatta impostazione (peraltro non “nuova”, in quanto periodicamente qualcuno la ripropone) non mi trova d’accordo. La valutazione della sussistenza di una colpa, infatti, dovrebbe prescindere dall’esecuzione, spesso pedissequa, di esami strumentali e radiologici, che solo in alcuni casi possono significativamente incrementare l’efficacia diagnostica. E quindi concretamente aumentare la possibilità per il clinico di pianificare correttamente l’intervento e per il paziente di ricevere la prestazione in assenza di spiacevoli effetti collaterali indesiderati.Chi esercita con scrupolo la professione sa bene che, ad esempio, una radiografia endorale ben centrata e ben trattata (in termini di esposizione-sviluppo-fissaggio) è generalmente più affidabile di una ortopantomografia (di cui

editoriale

Scienza, coscienzao... tecnologia?

di Alessandro Nobili

n o t i z i e

SoMMArIo

Editoriale

La voce del Presidente

L'angolo legale

Un momentoal... Magik'o

Un microfonoper Lucio Montebugnoli

Stato dell'Artein Endodonzia

Notiziario sindacale

Pianeta fisco

L'ECM secondo Andi

Cosa metteresotto i denti

Campo dei fiori

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67

8

11

12141618

19

N. 170Marzo 2011

Periodico dellaAssociazione Nazionale

Dentisti ItalianiSIS-OPD

Sezione provinciale di Bologna

Spedizionein abbonamento postale

DL 353/2003(conv. in L. 27/2/2004 N. 46)

articolo 1, comma 1

Autorizzazione del Tribunaledi Bologna n. 4452del 7 maggio 1976

Direttore editorialeDr. Alessandro Nobili

Direttore responsabileDr. Federico Boni

Direzione e amministrazioneVia Abruzzo, 14/f40139 - BolognaTel. 051.543850Fax [email protected]

ImpaginazioneMarco Bugamelli

GraficaIDEAPAGINA sncTel. 051.6259011

[email protected]

StampaMorandi Arti Grafiche

In copertina:Bologna vista dall'alto

(Foto Calderoni)

Chiuso in tipografia il28 febbraio 2011

a proposito di colpa professionale

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4 ANDI N. 170 / Marzo 2011

RX?

OK,Norma CEI

è una cooperativa,senza scopo di lucro,costituita da dentistiper offrire ai dentistii servizi fondamentali per l’attività,ai prezzi più competitivi,limitando al massimo gli oneri organizzativie gestendo le scadenzedegli adempimenti

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NONSOCIO

SOCIOANDI

SOCIOPROM.OTIPOLOGIA

MANUTENZIONI PERIODICHE DELL’IMPIANTO ELETTRICO

1 locale riunito e 136,00 e 154,00 e 205,00+ estintore pol. all’anno all’anno all’anno

Ogni riunito e 17,00 e 26,00 e 43,00supplementare all’anno all’anno all’anno

NONSOCIO

SOCIOANDI

SOCIOPROM.O

ABBINATO ADIMPIANTO ELETTRICO

ELETTROMEDICALI

SOLO ELETTROMEDICALI

controllo biennale e 70,00 e 80,00 e 110,00n° 1 riunito

controllo biennale e 50,00 e 55,00 e 80,00ogni riunito suppl.

controllo annuale e 45,00 e 50,00 e 80,00elettrobisturi

controllo biennale e 110,00 e 120,00 e 150,00n° 1 riunito

controllo biennale e 50,00 e 55,00 e 80,00ogni riunito suppl.

controllo annuale e 80,00 e 90,00 e 120,00elettrobisturi

NONSOCIO

SOCIOANDI

SOCIOPROM.OTIPOLOGIA

VERIFICA BIENNALE MESSA A TERRA

1 riunito e 155,00 e 165,00 e 175,002 riuniti e 175,00 e 185,00 e 195,003 riuniti e 180,00 e 190,00 e 200,00Oltre 3 riuniti e 220,00 e 250,00 e 280,00

MANUTENZIONEDELL’IMPIANTOELETTRICO, VERIFICAMESSA A TERRAE VERIFICA DELLEAPPARECCHIATUREELETTROMEDICALI

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ANDI 5N. 170 / Marzo 2011

la vocedel presidente

di federico Boni

tra confusionee timori ECM e sanzioni

Desidero in primis scusarmi con chi legge per la scelta di riprende-re, anche in questo numero, il

tema già trattato dell’ ECM, ma quanto apparso nel bollettino di gennaio 2011 dell’Ordine dei medici, a proposito dell’ECM, per mano del dottor D’Achille - Presidente della commissione dell’Al-bo degli Odontoiatri dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Bologna – mi induce alcune ulteriori considerazio-ni.Riporto fedelmente quanto scritto dal dottor D’Achille: “Sull’ECM è stato detto di tutto ed il contrario di tutto, con il risultato finale di ingenerare una gran-de confusione nel Professionista, una confusione talmente grande che invece di indurre il dentista alla formazione si è arrivati al risultato diametralmente opposto”.La confusione su questa materia è oggettiva, e non si può dare torto al Presidente CAO relativamente al fatto che i dentisti accedono in modo alquan-to parziale all’ECM. Basti pensare che il numero di crediti ufficialmente erogati per anno sono una piccola percentuale rispetto al fabbisogno reale degli odon-

toiatri italiani. La mia opinione persona-le è che questo risultato – oltre che fuorviante - sia da attribuire, più che alla mancanza di volontà dei colleghi, allo stesso sistema ECM, molto com-plesso, oneroso e poco rispondente alle reali esigenze formative dei colleghi.Quindi, più che di confusione, parlerei di malumore tra i professionisti che quoti-dianamente svolgono la professione e che hanno contribuito a costruire un sistema odontoiatrico invidiato nel mon-do per qualità e capillarità (e questo non può non essere avvenuto anche attra-verso un aggiornamento continuo delle proprie conoscenze). Come non ricor-dare, a questo proposito, il fatto che Andi eroghi formazione da decenni, ad ulteriore testimonianza sia della sensi-bilità dell’associazione al tema, sia della cultura dei dentisti all’autoformazione,

nata ben prima dell’ECM.Ma torniamo ora al tema più scottante, quello delle sanzioni. Per non ricorrere ad una sintesi, che potrebbe apparire riduttiva e prestarsi a fraintendimenti, trascrivo fedelmente ciò che il dottor D’Achille riporta sul Bollettino: «Alla luce dell’incertezza che è regnata sino ad ora, è opinione radicata nella nostra Commissione che il procedimento disci-plinare, e l’eventuale sanzione, non pos-sano costituire gli elementi educativi alla formazione, ma siamo altresì convinti che un’ipotetica sanzione futura possa spingere molti Colleghi ad iniziare il triennio 2011-2013 con il piede giusto(…) coloro che diligentemente hanno ottem-perato ai loro obblighi deontologici han-no rischiato di diventare i più “fessi” e chi si è tenuto ostinatamente lontano dalla formazione “i più furbi”».

Molti sanno che questa interpretazione – unica su tutto il territorio nazionale – non è nuova all’attuale CAO e che anche in precedenti occasioni – come riportato qui a fianco – il dottor D’Achille si è espresso in tal senso.Ovviamente nessuno mette in dubbio l’opportunità e la necessità della for-mazione continua del professionista, anche attraverso un sistema che pre-veda l’obbligatorietà della formazione stessa. La cosa, in effetti, permette di rendere “evidente” questa attività che abbiamo sempre praticato in modo silenzioso, facendo ottenere indubbi vantaggi di immagine rispetto a mer-cati completamente deregolamentati che vedono l’odontoiatria come un business (mi riferisco al turismo odon-toiatrico).Tuttavia gli evidenti limiti dell’attuale sistema ECM, così come concepito, risultano troppo penalizzanti per chi, come noi, opera in libera professione ed impongono alcune riflessioni. Oggi per accumulare i punti richiesti è necessario investire tempo, molto tem-

Da “Il dentale” del 18 novembre 2009ECM, le sanzioni per i dentisti ci sono. D’Achille (CAO): “a Bologna faremo rispettare l’art.19 del Codice Deontologico”

“Le sanzioni applicabili –continua- sono quelle previste dalla legge istitutiva degli Ordini che vanno dall’avvertimento alla sospensione. Appare ovvio che ogni situazione verrà valutata singolarmente ed alla luce della continua confusione e carenza normativa, ma, tuttavia, non ottemperare gli ECM rimane una violazione del Codice Deontologico ed il 31-12-2010 scadrà il triennio. Dal 01-01-2011 gli Ordini avranno facoltà e dovere di operare verifiche in tal senso”. “Se un collega iscritto all’Albo degli Odontoiatri di Bologna –spiega il dott. D’Achille- dopo il 1 gennaio 2011, convocato al fine di vigilare sull’obbligo formativo in relazione all’art. 19, avendo l’accordo Sato regioni previsto 150 crediti ed il Collega ne avesse recuperati 10, certamente verrebbe aperto un procedimento disciplinare a suo carico per violazione dell’art. 19”.

Bollettino Gennaio 2011

“Alla luce dell’incertezza che è regnata sino ad ora, è opinione radicata nella nostra Commissioneche il procedimento disciplinare, e l’eventuale sanzione, non possano costituire gli elementi educativi alla formazione, ma siamo altresì convinti che un’ipotetica sanzione futura possa spingere molti Colleghi ad iniziare il triennio 2011-2013 con il piede giusto.”

IL PrIMo PASSo

L'ULTIMo PASSo

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6 ANDI N. 170 / Marzo 2011

un sorrisoin piazza

SABATO 14 MAGGIO 2011a Bologna in Piazza re Enzoi dentisti ANDIincontrano i cittadiniper la prevenzione

Associazione NazionaleDentisti Italiani

BOLOGNA

po, che può solo essere sottratto al lavoro. Come ho già avuto occasione di richiamare nel mio precedente artico-lo, il nuovo sistema penalizza gli eventi culturali per molti versi “immancabili” – mi riferisco ai congressi delle più importanti società scientifiche, ai con-vegni che richiamano centinaia di col-leghi per il loro alto profilo scientifico e culturale, ne è un esempio il “nostro” Memorial Calandriello – attribuendo loro pochissimi punti ECM, mentre impone di scegliere tra proposte for-mative alternative che strizzano l’oc-chio alla quantità di punti attribuiti più che alla qualità degli eventi. Inoltre, il fatto che non sia stato previsto alcun meccanismo per mettere a costo la totalità delle spese sostenute, crea un’evidente disparità con chi è obbliga-to all’ECM, ma svolge l’attività formati-va durante le ore di lavoro come i tanti sanitari dipendenti. Senza entrare nel merito di chi si debba sentire fesso e chi no, penso soltanto che, in un conte-sto come quello attuale, il comporta-mento degli odontoiatri, che hanno dato dimostrazione in più occasioni di essere attenti alle regole e rispettosi dei numerosi adempimenti che si sono sommati nel tempo (ad es. quelli per le nuove autorizzazioni), debba essere “valutato” nel merito e con un atteg-giamento meno burocratico.Credo che per concludere questo arti-colo nulla sia più indicato del testo tratto dall’Art. 19 del Codice Deontologico, che, non lasciando spa-zio ad interpretazioni, ribadisce che “Il medico ha l’obbligo di mantenersi aggiornato in materia tecnico-scienti-fica, etico-deontologica e gestionale-organizzativa, onde garantire lo svilup-po continuo delle sue conoscenze e competenze in ragione dell’evoluzione dei progressi della scienza, e di con-frontare la sua pratica professionale con i mutamenti dell’organizzazione sanitaria e della domanda di salute dei cittadini”. Esiste dunque un obbligo formativo mentre non esiste, al momento, un sistema sanzionatorio definito; è altrettanto vero che viene lasciata agli Ordini Professionali l’au-tonomia per decidere le modalità per far rispettare tale obbligo e la discre-zionalità nel definire e attribuire san-zioni, ma credo possa suscitare legitti-me perplessità il fatto che solo l’Ordine di Bologna – unico in Italia – abbia interpretato questa discrezionalità nel modo che tutti conosciamo.

l'angolo legale

a cura di Alessandro Nobilidomande e risposte

Infortunisticae Atm

Il riscontro di un quadro anatomo-patologico alterato già prima dell’inci-dente non esclude completamente la

possibilità di ricollegare all’incidente i rimaneggiamenti capsulo-meniscali permanenti riscontrati alla RMN. Almeno parte, infatti, di tali rimaneggia-menti potrebbero essere stati causati e/o aggravati dal trauma subito nel corso dell’incidente. Posto che due RMN non sono pressoché mai completamente sovrapponibili, il confronto tra la RMN precedente e quella successiva dovrebbe tuttavia evidenziare “qualcosa in più” rispetto a quanto oggettivabile in prece-denza. In questo caso, in mancanza di un’analisi de visu, l’unico elemento “nuo-vo” sembra essere il riscontro di “edema intracapsullare”. L’edema potrebbe risultare temporaneo, come aspetto di

Una paziente di settant’anni ha subito un tamponamento, a seguito del quale lamenta una dislocazione meniscale ATM riducibile da un lato ed irriducibile dall’altro. Una RMN precedente l’incidente evidenziava peraltro già tale condizione, mentre un’altra RMN eseguita dopo evidenzia, in più, edema della componente articolare intracapsulare. Come dovrei valutare questo quadro in termini di medicina legale infortunistica?

un più generalizzato quadro di infiam-mazione post traumatica, e destinato quindi a riassorbirsi in un lasso di tempo variabile, ma comunque raramente superiore ai sei mesi. In questo caso una valutazione risarcitoria potrà essere considerata esclusivamente in termini di inabilità temporanea, in assenza quindi di reliquati permanenti. Se l’edema dovesse invece persistere oltre i tempi sopra indicati, si dovrebbe pensare ad una cronicizzazione, che potrebbe esse-re il risultato di un disturbo del trofismo tissutale conseguente all’alterato micro-circolo locale intracapsulare. In tal caso in conseguenza dell’incidente si potrebbe considerare anche un danno permanente, ancorché di minima entità dato il quadro anatomo patologico pree-sistente.

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ANDI 7N. 170 / Marzo 2011

un momento intenso che ci ricorderemo per un bel po’ di tempo.Poi ancora balli per la serata che si è con-clusa intorno all’una.Nonostante il locale fosse al limite della capienza dispiace che numerosi colleghi, i quali avevano promesso di venire, poi si siano presi altri impegni, dispiace soprat-tutto per loro perché noi invece, che c’era-vamo, abbiamo avuto l’occasione di vivere una notte speciale come raramente acca-de.Ci impegneremo comunque per creare altre belle occasioni per far rinascere la cultura dell’incontro, in cui Bologna un tem-po era regina, ma che appare un po’ dimen-ticata anche tra noi colleghi. Quella cultura fatta di amicizia, sano divertimento e buona cucina che almeno una volta all’anno può riunirci sotto l’egida dell’ANDI, in un evento sociale in favore di chi ha più bisogno di noi.

iniziativeAndi

di Pierangela Sciannamè

BeneficienZa,Ballo e... Biagio!

Un momento magicoal … Magik’o!

Grande successo oltre ogni aspettativa per la serata di beneficienza andi con la partecipazione di Biagio Antonacci.

Molti soci, ed io tra loro, hanno trascorso la serata di Sant’Apollonia a chiacchierare, giocare e divertirsi insieme presso il risto-rante-pub Magik’O di via Toscana. Cinque mesi fa il Coordinamento Donne Odontoiatre, formato, oltre che da chi scrive, dalle colleghe Raffaella Amadini, Maria Giovanna Barboni, Silvia Cocchi, Sabina Ganz, Rita Mingolla e Franca Vighi, unita-mente ad alcuni consiglieri, tra cui il dottor Abbate e il dottor Cicognani, e al Presidente, era stato incaricato dal Consiglio Direttivo di organizzare una festa di beneficenza, nell’ot-tica di offrire ai Soci l’opportunità di una serata “diversa” dagli incontri culturali e sindacali e che avesse come scopi, oltre allo svago, quello umanitario.La serata, impostata in maniera informale, aveva tutti i requisiti per “riuscire”: ambien-te confortevole e un po’ trendy, buffet vario e abbondante, ma calibrato in maniera da non appesantire i più salutisti, gradevole musica dal vivo come sottofondo con la possibilità di salire di tono in tarda serata per invogliare a ballare.Verso le 22.30 si è proceduto alla premiazio-ne di alcuni Soci, iscritti da trent’anni all’AN-DI e, dopo un breve discorso del Presidente Provinciale dottor Boni sulle finalità della beneficenza di quest’anno, sono stati estrat-ti i biglietti della lotteria. I premi anche questa volta erano molto interessanti ed alcuni di grande pregio, offerti dagli sponsor

che prontamente hanno accolto il nostro invito. Un grazie di cuore quindi a Valle Srl, Mectron Spa, Dental Trey Srl, 3M ESPE, Dental Simit, Club Hotel Dante di Cervia, Centro per l’Ufficio Buffetti di San Lazzaro di Savena, RadMedica e Argenteria Corradini.La serata è proseguita ancora, tra tante chiacchiere simpatiche, e alcuni colleghi si sono trasformati in animatori scatenandosi nel ballo.Il culmine dell’evento è stato però quan-do, più tardi, Biagio Antonacci è apparso all’entrata del locale e poi si è seduto tra noi.Immediatamente i cuori, soprattutto delle donne, sono andati in fibrillazione e si può immaginare l’entusiasmo tra i presenti allorché Biagio, con grande naturalezza, si è proposto al microfono in una sua splendi-da esibizione, invitando i presenti a fare il “coro” nel ritornello: in una meravigliosa atmosfera piena di calore abbiamo vissuto

Urbano Bocchini, Paolo Bolognesi, Giuseppe Chillemi, Giampaolo Corradini, Agostino Di Maggio, Franco Fustini, Ciro Guadagni, Roberto Gualandi, Silvio Guidi, Giorgio Mazzuoli, Massimo Melloni, Maurizio Piazzi, Glauco Pinotti, Paolo Rizzi,Maurizio Tognetti, Angelo Vancini,

I soci premiati con oltre trent'annidi iscrizione all'ANDI

un grazie a...

I PrEMIATI

Alcuni momenti della festa di Sant'Apollonia al Magik'o

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8 ANDI N. 170 / Marzo 2011

l'intervistadi Andinotizie

un patologofra dentie protesi

Un microfonoper Lucio Montebugnoli

O ggi il microfono di Andinotizie pas-sa nelle mani del Professor Lucio Montebugnoli, docente di Patologia

Speciale Odontostomatologica presso l’Università di Bologna dove dirige il reparto di Patologia Orale e pazienti a rischio

Com’è impostata, attualmente, l’attività clinica e didattica del reparto che dirigi in Clinica Odontoiatrica? L’attività del reparto fa riferimento a due diverse tipologie di pazienti: pazienti che presentano patologie della mucosa del cavo orale e pazienti cosiddetti “a rischio” perché affetti da patologie sistemiche in grado di provocare emergenze mediche durante la seduta odontoiatrica.L’organizzazione del reparto si adatta perfettamente alle esigenze cliniche e didattiche. Tutti i pazienti affetti da pato-logie della mucosa orale vengono foto-grafati ad ogni appuntamento e le foto del cavo orale archiviate, insieme alle imma-gini dei relativi preparati istologici e delle indagini biomolecolari, in un server cen-trale a cui sono collegati tutti i riuniti del reparto, così che l’operatore ha sempre la possibilità di richiamare e visionare le immagini cliniche ed istologiche diretta-mente alla poltrona del paziente. Per quanto riguarda i pazienti “a rischio”, tutti i riuniti del reparto sono dotati di monitor-ECG in grado di controllare in tempo reale i parametri vitali del pazien-te durante tutto il corso del trattamento.

Perché hai deciso di incentrare la tua attività accademica e di ricerca sulle “malattie del cavo orale”? Per un certo verso, la ricerca biomoleco-lare applicata alla mucosa del cavo orale è un felice ritorno al mio passato, quando il mio interesse di medico e ricercatore si rivolgeva oltre all’aspetto clinico-chirur-gico, anche all’aspetto biologico delle patologie. Poi esiste anche un fattore

contingente: fino a pochi anni fa, la pato-logia orale era considerata una disciplina al di fuori dell’odontoiatria, collocata tra la dermatologia e l’otorinolaringoiatria. Oggi le cose sono cambiate: i dermatolo-gi e gli otorinolaringoiatri hanno sempre più ridotto le loro competenze e il loro interesse per le patologie del cavo orale; d’altra parte le patologie tumorali e pre-tumorali sono divenute via via più fre-quenti e la popolazione sempre più sen-sibile al problema “cancro” e all’impor-tanza della sua prevenzione; senza con-tare gli aspetti medico-legali sempre più pressanti sulla nostra professione. L’odontoiatra ha così iniziato ad avvertire una sempre maggiore responsabilità nella gestione diretta di tali pazienti e la necessità di avere una figura specialistica come punto di riferimento.

Sono passati oltre vent’anni, dunque, da quando hai cominciato ad occuparti in modo approfondito di patologia odonto-stomatologica. Com’è cambiata questa materia e quali sono le differenze più significative, sia in ambito diagnostico che terapeutico, intervenute in questo lasso di tempo?Ovviamente i progressi sono stati enormi, tanto maggiori in quanto si è partiti da livelli di conoscenze molto bassi, appunto perché la patologia orale è sempre stata mal collocata all’interno delle diverse discipline mediche. Basti pensare che fino a poco tempo fa il lichen oral planus era considerato una patologia psicoso-matica e così anche per altre frequenti malattie autoimmunitarie. Analogo discorso per il cancro del cavo orale, che in passato è stato poco considerato in ambito oncologico, ma che negli ultimi anni ha subito un incremento notevole divenendo oggi l’ottavo tumore per fre-quenza e uno dei più maligni grazie alla rapidità nella sua progressione e la scar-sa risposta alla radio-chemioterapia.

Questi aspetti hanno via via sottolineato l’importante ruolo per questo tumore più che per altri, di una diagnosi estrema-mente precoce. Ed è proprio sulla dia-gnosi precoce che si sono registrati i progressi maggiori; oggi possiamo addi-rittura prevedere lo sviluppo del cancro, andando a intercettare quelle lesioni che conosciamo bene essere a grande rischio di trasformazione maligna; su queste lesioni in particolare si è assistito allo sviluppo di sempre nuove tecniche bio-molecolari e citogenetiche che sono oggi diventate quasi routinarie e che fornisco-no informazioni importantissime nell’am-bito della prevenzione del tumore.

Un altro ambito in cui opera il tuo repar-to è quello delle cure odontoiatriche nei pazienti “a rischio”. Quali sono i pazien-ti “a rischio” che più comunemente trattate?Si tratta prevalentemente di soggetti car-diopatici, ma anche di pazienti con altre patologie sistemiche a grande rischio di sviluppare una emergenza medica duran-te la seduta odontoiatrica. Parliamo di pazienti che necessitano di tutta una serie di procedure prima, durante e dopo l’intervento, atte da un lato a prevenire l’emergenza, dall’altro a garantirne la migliore gestione. Dal 1983, anno in cui ho iniziato a trattare i pazienti in lista di attesa per trapianto cardiaco, siamo arri-vati oggi a trattare circa 700 pazienti a grande rischio su cui abbiamo eseguito migliaia di prestazioni odontoiatriche, a fronte di circa una ventina di emergenze di cui nessuna fatale.

Mi rendo conto che non è questa la sede per un discorso approfondito, ma quali sono oggi le linee guida basilari per l’approccio ad un paziente con patologia cardio-vascolare di moderata o grave entità?Sembrerà strano quello che dico, ma il

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ANDI 9N. 170 / Marzo 2011

modo migliore per gestire un paziente a grande rischio è non trattarlo in uno stu-dio privato. Il problema cioè non è come trattarlo; il problema è riconoscerlo così da non trattarlo. Sembra un gioco di parole, ma la vera difficoltà per l’odonto-iatra è proprio quella di riconoscere tra tutti i pazienti che riferiscono una anam-nesi positiva per patologia cardiovascola-re, il paziente a grande rischio e quindi assolutamente da non trattare, dal paziente per nulla a rischio e quindi da trattare senza ansia o preoccupazione. Questo si può fare evitando di dare troppa importanza ad esempio al tipo di cardio-patia dichiarata, piuttosto che alla quan-tità di farmaci assunti dal paziente o alla presenza o meno nell’anamnesi di pre-gressi interventi chirurgici. Quello che conta, per identificare il vero paziente a rischio, è il suo grado di compenso car-diocircolatorio che si può facilmente quantificare se si esegue una anamnesi corretta ed indirizzata a conoscere la tolleranza del paziente allo sforzo o alle emozioni durante la sua vita quotidiana. Per spiegarmi meglio, è maggiormente a rischio un paziente con angina che riferi-sca all’anamnesi la comparsa di dolore in seguito a sforzi o emozioni lievi, rispetto a un paziente magari con due pregressi infarti e operato di cinque by-pass aorto-coronarici che svolga regolarmente un’attività sportiva senza alcuna sinto-matologia.

E per quanto riguarda i pazienti in tera-pia anticoagulante che devono essere sottoposti ad interventi cruenti?Questo è un problema molto serio che da

a cura della redazione

qualche anno coinvolge l’odontoiatra in prima persona nel momento in cui deve decidere se richiedere o meno la modifi-ca della terapia con anticoagulanti orali (TAO) in occasione di un intervento chi-rurgico. Occorre tener sempre presente che ogni volta che modifichiamo la TAO per meglio controllare il sanguinamento durante un intervento, esponiamo il paziente al rischio di un fenomeno trom-bo embolico a volte con gravi conseguen-ze.Fino a qualche anno fa ogni richiesta di modifica della TAO veniva generalmente accolta ed era il Centro Ematologico che tutto sommato si assumeva ogni respon-sabilità. Oggi le cose sono cambiate; è l’odontoiatra che deve assumersi la responsabilità di richiedere o meno la modifica della TAO, soppesando attenta-mente i vantaggi di una migliore visibilità durante l’intervento con gli svantaggi di un aumentato rischio trombo embolico. In pratica, nel momento in cui si verifichi un episodio trombo embolico nei giorni che precedono o che seguono l’interven-to, sarà l’odontoiatra in prima persona a dover dimostrare che la richiesta di modifica della TAO era indispensabile per avere un buon controllo del sangui-namento e portare a termine l’interven-to. Un situazione veramente difficile da affrontare in occasione di un episodio trombo embolico, sarebbe quella di aver richiesto la modifica della TAO in previ-sione di un intervento perfettamente eseguibile anche senza il completo con-trollo del sanguinamento, ad esempio l’estrazione di un elemento parodonto-patico.

In un panorama attuale in cui si è som-mersi dall’offerta di eventi culturali e scientifici ( o pseudo-scientifici, natural-mente quasi tutti “accreditati”e… a pagamento), l’Università come si pone? Venendo incontro alle esigenze degli odontoiatri di soddisfare l’obbligo ECM, ma nello stesso tempo di migliorare le proprie conoscenze, da qualche anno sono stati istituiti presso il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche tutta una serie di corsi di “formazione conti-nua” rivolti agli odontoiatri esterni, i quali offrono al collega grosse opportuni-tà: utilizzare le strutture e le tecnologie dell’Università e frequentare personal-mente i diversi reparti clinici. Facendo riferimento ai miei due corsi, “Patologia e Medicina Orale” e “Trattamento odonto-iatrico dei pazienti a rischio”, che tengo rispettivamente ogni anno ad ottobre e febbraio, il collega viene ad interagire direttamente con i pazienti affetti da patologie della mucosa orale o patologie sistemiche, affrontando durante i tre incontri di ogni corso, decine e decine di casi e situazioni che nel proprio ambula-torio affronterebbe solamente in anni e anni di professione.

Molti giovani frequentano corsi privati post-laurea di specializzazione nelle diverse branche odontoiatriche. La for-mazione universitaria in Italia non è dunque sufficiente nella nostra discipli-na?Analogamente a quanto sta succedendo per le altre professioni medico-chirurgi-che, anche l'attuale professione odonto-iatrica richiede livelli sempre più alti di competenza e di specializzazione. Non c’è quindi da stupirsi che l’odontoiatra senta sempre più l’esigenza, oltre che il dovere, di migliorare continuamente le proprie conoscenze e la propria profes-sionalità. Il punto è chi o quale struttura debba essere preposta a fornire tali competenze.Personalmente vedrei molto bene inizia-tive congiunte tra Università (sede natu-rale di docenza e discenza) e grandi associazioni professionali come l'ANDI, che peraltro può vantare una lunga e consolidata esperienza nell'erogazione di cultura professionale post-laurea. Le giornate di studio fino ad ora insieme organizzate hanno sempre riscosso un grande successo tra gli odontoiatri e anche altre iniziative, cito l’Oral Cancer Day perché mi riguarda personalmente, hanno suscitato grande interesse anche

Lucio Montebugnoli

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10 ANDI N. 170 / Marzo 2011

l'intervistadi Andinotizie

in campo sociale. Ma, ritornando ai corsi di “formazione continua universitaria”, sono convinto che proprio su questo aspetto la competenza e la logistica dell’Università associata alla grande capacità comunicativa ed organizzativa dell’ANDI nel territorio, porterebbe a grandi risultati nella qualità dell’aggior-namento post-laurea.

In generale, soprattutto per i colleghi più giovani, come vedi il futuro della nostra professione?Personalmente ritengo che il panorama professionale sia piuttosto nebuloso, vuoi per la così detta globalizzazione (vedi turismo odontoiatrico e "calata" di denti-sti comunitari in Italia), vuoi per l'ecces-sivo numero di Corsi Laurea in Odontoiatria che in molte sedi hanno strutture didattiche inadeguate con con-seguente inadeguata formazione. Su questo ultimo punto forse qualcosa migliorerà se, facendo seguito alla rifor-ma Gelmini, molte sedi inidonee saranno costrette ad accorparsi a sedi in cui esi-stono strutture in grado di soddisfare le esigenze dei futuri odontoiatri.

Anche tu hai visto “nascere” il Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi denta-ria. Come è cambiato in tutti questi anni?Effettivamente ero già presente nel ‘85 quando si laureavano i primi studenti in odontoiatria. Da allora il Corso di Laurea è cambiato tantissimo fino ad arrivare ai giorni nostri in cui è diventato una lau-rea magistrale equiparata a quella di medicina. Il corso è stato via via rivisi-tato e migliorato e consente oggi al laureato in odontoiatria di svolgere nell’ambito delle professioni sanitarie un ruolo sempre più qualificato e quali-ficante. L’innovazione principale riguar-da l’introduzione del sesto anno dedica-to esclusivamente al tirocinio professio-nalizzante, ma anche la programmazio-ne didattica è stata resa più razionale e funzionale all’apprendimento, inseren-do nuove materie di insegnamento, come la genetica e la biologia moleco-lare, e ponendo maggiore attenzione alle scienze comportamentali e alla metodologia scientifica, strumento indi-spensabile a garantire un costante aggiornamento.

Al di là dei corsi che tieni nell’ambito dell’Associazione, qual è il tuo rapporto con l’ANDI?Se intendi i miei rapporti personali, con-sidera che sono socio ANDI da quasi 30 anni e questo dice molto. Ho e ho avuto sempre in questi anni rapporti personali ottimi con i dirigenti provinciali e regiona-li che si sono via via succeduti, avendo modo di apprezzare le competenze e la puntualità dell’associazione nell’aggior-namento in campo sociale e sindacale e la disponibilità a risolvere problemi spe-cifici legati all’attività privata, oltre ad apprezzare gli sforzi nel promuovere cultura e didattica a livello locale.

Infine, come consuetudine, permettici una breve intromissione nella tua vita privata: cosa fai quando non insegni e non hai il trapano in mano? Chitarra e tennis, tanto tennis, ma non solo giocato, che sono da sempre un tennista mediocre, ma tennis vissuto nei circuiti nazionali come accompagnatore-allenatore di quel fenomeno di mio figlio, attualmente campione regionale under 14.

CorSor.L.S.

ex Legge 81/2008

13-14-20-21maggio 2011

ore 9,00-13,00e 14,00-18,00

Socio ProM.o Euro 290,00 + IVA 20% Socio ANDI Euro 400,00 + IVA 20% Non Socio Euro 490,00 + IVA 20%

PEr ISCrIzIoNIE INforMAzIoNI Tel. 051 [email protected]

Corsi per r.L.S. (rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza)sono obbligatori per tutti (a prescindere dalla data di nomina),non possono essere sostituiti da nessuna autocertificazione(come erroneamente spesso viene suggerito), ed hanno una durata obbligatoria per legge di 32 ore.

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ANDI 11N. 170 / Marzo 2011

Come da programma, si sono tenute le prime due serate culturali

organizzate dal comitato scientifico ANDI Bologna con due illustri e vivaci endodon-tisti di fama internazionale: Giuseppe Cantatore il 24 gen-naio ci ha intrattenuto con una relazione sulle “Innovazioni tecnologiche in Endodonzia Ortograda” e Fabio Gorni il 21 febbraio con una relazione sul “Recupero endodontico del dente grave-mente compromesso vs la terapia impiantare; la scelta del piano di trattamento in base alle evidenze scientifi-che e alle moderne tecniche a disposizione ”.Nonostante l’obiettivo dell’ag-giornamento culturale sia fornire ai colleghi un arric-chimento scientifico privo di interessi commerciali, il pro-fessor Cantatore ha sottolineato come l’Endodonzia clinica, analogamente ad altre branche odontoiatriche, sia inevi-tabilmente legata a scelte commerciali. Dopo un’interessante disamina delle cause più comuni dei fallimenti endo-dontici, ha illustrato i più moderni stru-menti introdotti di recente sul mercato, sottolineando i vantaggi delle punte ad ultrasuoni Start X, molto più resistenti rispetto alle punte ad ultrasuoni tradi-zionali e pressoché immuni da rischi di frattura, e ha presentato i nuovi stru-menti rotanti Path Files, che consento-no in molti casi di eliminare pressoché totalmente la strumentazione in acciaio manuale, considerata ormai obsoleta.Con grande sorpresa ha anticipato l’im-minente comparsa sul mercato della nuova sistematica rotante “Wave One”, assolutamente innovativa poiché con-sentirà di eseguire l’intera strumenta-zione canalare con un unico strumento. Ne conseguirà una riduzione di stress per l’operatore, e una riduzione dei

tempi di lavoro.Al secondo incontro Fabio Gorni ci ha intrattenuti con una tematica di estre-ma attualità: di fronte ad un caso endo-dontico estremamente compromesso quali criteri adottare per scegliere se ritrattare o estrarre l’elemento per sostituirlo con un impianto? Con vena polemica ha sottolineato come attual-mente la tendenza degli odontoiatri sia sempre più spesso portata alla scelta del binomio “estrazione+impianto”, per ragioni strettamente di interesse eco-nomico. Al contrario la scelta dovrebbe essere tutt’altro che dettata da esigen-ze soggettive e di mercato, ma guidata dai dati riportati dalla seria letteratura internazionale e dalla Evidence Based Dentistry. A tal proposito ha riportato percentuali di successo che possono sicuramente far riflettere e che sottoli-neano come l’endodonzia sia una bran-ca complessa che richiede non solo grande preparazione ed esperienza, ma anche una tecnologia avanzata come il

microscopio operatorio. Dalla revisione della letteratura il dottor Gorni ha sot-tolineato come le percentuali di succes-so relative all’ endodonzia e all’implan-tologia a 5-8 anni siano sovrapponibili, mentre superati i 10 anni le percentuali di successo calino drasticamente per quanto riguarda gli impianti. Riflettere attentamente sulle opzioni terapeutiche prima di estrarre un ele-mento che potrebbe essere salvato, è fondamentale anche ai fini di prevenire un contenzioso.Le percentuali di successo tra il ritrat-tamento ortogrado e l’endodonzia chi-rurgica, di fronte ad un caso estrema-mente complesso dal punto di vista ortogrado, sono a favore dell’endodon-zia chirurgica, poiché più semplice e risolutiva.Il prossimo 21 marzo si completerà il ciclo di aggiornamento endodontico con la relazione della dottoressa Federica Fonzar sulle “Problematiche endodon-tiche nel piano di trattamento globale”.

con un occhio

anche...all'implantologia

Stato dell’Artein Endodonzia

di Maria Veronica orsi

corsi, convegnie congressi

fabio Gorni Giuseppe Cantatore

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12 ANDI N. 170 / Marzo 2011

le ultime novità normative

Che stress...lo stress!!!

notiziariosindacale

Il travagliato iter normativo di questo documento pare giunto al termine con l’invio da parte di E.BI PRO (Ente bilate-

rale nazionale per gli studi professionali, organismo partecipato di Confprofessioni) del documento di valutazione in forma definitiva.Se ricordate, sono stati inviati diversi dossier su questo argomento, l’ultimo nel dicembre scorso, nel quale si chia-riva che il termine del 31/12/2011 era da considerarsi una data di avvio delle atti-vità di valutazione.La Commissione consultiva permanen-te, che doveva elaborare le indicazioni specifiche per la valutazione del rischio entro il 1 agosto 2010, aveva preparato una bozza di documento, condiviso dalle parti datoriali, sulla base di principi di valutazione ispirati a criteri di semplici-

tà, ma legata a analisi soggettive.Le Regioni e l’ISPELS non hanno condi-viso del tutto questa impostazione, pro-ponendo metodi più complessi e basati anche su metodi oggettivi.Sono quindi giunti a quest’ultima formu-lazione che sostituisce tutte le precedenti e che richiede la compilazione di alcune check list di modesta complessità, che hanno valore su tutto il territorio naziona-le superando eventuali precedenti guide e indicazioni su base regionale.

In pratica sono da compilare tre tabel-le:- Eventi sentinella- Indicatori relativi al contenuto del lavoro- Indicatori relativi al contesto del lavoroPer la seconda e la terza si risponde con un sì o con un no, ottenendo un relativo punteggio. Per la prima tabella sarà necessario comparare i dati dell’ultimo triennio (2008-2009-2010), facendone la relativa media con quelli dell’ultimo anno (2010). Il punteggio viene dato in funzione dell’andamento, zero punti se diminuito o inalterato, un punto se aumentato.«… i numeri vanno comunque interpre-tati e spiegati nell’ottica di una visione condivisa della situazione presente nello studio». Questa frase che riempie la bocca viene poi naturalmente bana-lizzata:se il punteggio è minore o uguale a 9 punti, il rischio viene definito basso, e si può pertanto concludere che all’interno dello studio non sono rilevate condizioni significative della presenza di stress lavoro correlato.Se si totalizza un punteggio da 10 a 17 punti, il rischio è presente e sarà quindi necessario un approfondimento, consi-derando che gli eventi sentinella sono segni di un “ danno “ già presente, men-tre gli indicatori di contenuto e contesto di lavoro sono fattori di rischio. In prati-ca sarà da esaminare e commentare le risposte che hanno determinato il risul-tato.Quando il punteggio è maggiore di 18 il rischio è elevato, sono necessarie azioni di miglioramento che sono da coordina-re con un esperto esterno ( psicologo),

ma credo che nessuno studio cadrà in questo scaglione.Un breve commento: il documento ser-ve a rispondere alle normative di legge, non porterà a modifiche delle condizioni di lavoro e dei comportamenti quotidia-ni e questo forse è un vantaggio, ma rende il tutto carta inutile da mettere su uno scaffale (necessario ricordarsi qua-le), con il difetto che è assai facile supe-rare il valore di 9, per le domande poste e non per un rischio reale, con ulteriore patemi. In pratica, il modello prescelto va stretto a delle realtà in cui il numero di dipendenti è molto basso, e spesso è pari a uno.Se lo stress legato all’attività lavorativa è un problema di salute con un costo sulle aziende e sulle economie naziona-li valutato nel 2002 dall’Unione Europea, allora di 15 paesi, in 20 miliardi di euro con questa valutazione all’italiana dubi-to si abbia un gran risparmio. Forse si è persa una occasione, forse non c’era la necessità. Resta il fatto che, se si cerca di mutuare un documento per delle aziende minimali, come gran parte del-le nostre, partendo da quello che vale per le grandi aziende, è chiaro che si otterrà un compromesso la cui utilità è discutibile.

Lo stress legato all'attività è un costo per le economie nazionali valutato nel 2002 dall'UE, allora di 15 paesi,in 20 miliardidi euro

La Commissione per le Autorizzazioni degli studi odontoiatrici, riunita in data 10 febbraio, ha ritenuto non necessaria la comunicazione dell’acquisto o della sostituzione delle attrezzature elettromedicali dei nostri studi. Invito i colleghi a mantenere però aggiornato l’elenco delle stesse, che può essere chiesto in caso di verifica.

News dalla Commissione per le Autorizzazioni

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ANDI 13N. 170 / Marzo 2011

di Mauro Venturi

È nata Confprofessioni Emilia romagna

Confprofessioni (Confederazione Italiana Libere Professioni) è la principale organizzazione di rappresen-tanza dei liberi professionisti in Italia. Rappresenta e

tutela i nostri interessi nel rapporto con i sindacati (è firmata-ria del CCNL dei dipendenti degli studi professionali) e con le istituzioni politiche.Riunisce sedici sigle associative di settore suddivise in quattro comparti d’area: SANITÀ E SALUTE (dentisti, veterinari, medi-ci di medicina generale, pediatri, psicologi), ECONOMIA E LAVORO (commercialisti ed esperti contabili, consulenti del lavoro, revisori contabili), DIRITTO E GIUSTIZIA (notai e avvo-cati), AMBIENTE E TERRITORIO (ingegneri, architetti, dottori agronomi, geologi). Negli organismi dirigenziali, a livello nazionale, ANDI è rappresentata nella Giunta dal past presi-dent Roberto Callioni, mentre nel Consiglio Generale sono presenti l’attuale Presidente Nazionale Gianfranco Prada e il dottor Mario Canton.La volontà di portare in periferia le istanze nazionali e la neces-sità di essere presenti almeno a livello regionale ha portato alla creazione di delegazioni territoriali. Confprofessioni Emilia-Romagna nasce nell’ottobre del 2010. Le prime azioni intraprese sono state da una parte quella di

darsi una struttura operativa, dall’altra di avviare l’iter per essere riconosciuti parte sociale per partecipare ai tavoli della Concertazione dell’ente regionale.Il lavoro che attende la Giunta Esecutiva è sicuramente impe-gnativo: innanzitutto la necessità di far conoscere la confedera-zione all’esterno per poter tutelare al meglio i nostri interessi e i nostri diritti; quindi, ma non meno importante, favorire l’inter-scambio di esperienze e iniziative tra le varie associazioni, per far crescere un gruppo dirigente in grado di confrontarsi con controparti molto preparate perché lo fanno di mestiere.Sarà necessario essere presenti in modo costante sulla scena regionale, per dimostrare che noi professionisti siamo un pun-to di riferimento per lo sviluppo e che abbiamo la capacità di fornire risposte adeguate e originali ai problemi attuali, riba-dendo il valore sociale delle professioni intellettuali.dent Roberto Callioni, mentre nel Consiglio Generale sono

presenti l’attuale Presidente Nazionale Gianfranco Prada e il

La volontà di portare in periferia le istanze nazionali e la neces-sità di essere presenti almeno a livello regionale ha portato

Confprofessioni Emilia-Romagna nasce nell’ottobre del 2010. Le prime azioni intraprese sono state da una parte quella di

dendo il valore sociale delle professioni intellettuali.

Tel. 051.54.38.50 oppure - [email protected]

Dr. Mauro Venturi

ANDIvia Abruzzo 14/F – Bologna

ore 21,00 - Cos’è lo stressore 21,30 - La normativa di riferimento e l’ambito di applicazioneore 22,00 - Gli aspetti generali della valutazione del rischioore 22,15 - Un percorso di valutazione e gestione del rischio con criteri e metodi applicabili agli studi professionaliore 22,30 - La sorveglianza sanitariaore 23,00 - Compilazione del questionario ECM

Per questo evento è stato richiesto l’accreditamento E.C.M.solo per gli odontoiatri presso il Ministero della Salute,nel rispetto del Programma Nazionale per la Formazione Continuadegli Operatori della Sanità.

• Massimo 45 posti - Iscrizione scritta obbligatoria• Soci ANDI gratuito• Non soci ANDI quota di partecipazione Euro 100,00

relatore

sede

programma

ecm

partecipanti

informaZioni e iscriZioni

LO STrESS COME rISCHIO EMErGENTELUNEDÌ 16 MAGGIo 2011

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14 ANDI N. 170 / Marzo 2011

spesometroe redditometro

Impariamoa conoscerliper... evitarli

pianetafisco

Come più volte già sottolineato attra-verso queste pagine, e ribadito in questi giorni di inizio 2011 anche

dagli stessi maggiori vertici dell’Agenzia delle Entrate, il futuro molto prossimo della lotta all’evasione e pertanto degli accertamenti fiscali si incentrerà soprat-tutto sull’utilizzo del cosiddetto accerta-mento sintetico, nelle sue due differenti variabili, oggi entrambe perfezionate ed affinate, dei cosiddetti spesometro e redditometro di seconda generazione.Spesometro e redditometro sono due metodi alternativi per giungere alla situazione reddituale presunta del con-tribuente: lo spesometro analizza le spe-se sostenute, mentre il redditometro analizza il complessivo tenore di vita manifestato dal soggetto attraverso la disponibilità di beni e servizi ritenuti dal Fisco indicatori del possesso di un deter-minato reddito.Quindi oggi sono due i possibili fronti di attacco che l’amministrazione finanzia-ria ha a disposizione in tema di accerta-menti sintetici: per questo li sta affinan-do entrambi al meglio, per poi poter uti-

lizzare quello a lei più favorevole.“Se tanto spendi, altrettanto almeno devi avere guadagnato”: è questa la logica che ha sempre guidato l’accertamento sintetico che ha origini remote e la cui logica è sempre stata quella di ricostru-ire presuntivamente la capacità contri-butiva di un soggetto sulla base delle spese sostenute. Nel tempo poi si sono inseriti a questa presunzione dei tempe-

ramenti ed è stato varato il redditometro, cioè quel meccanismo che partendo dalla disponibilità di determinati beni e servizi permette al Fisco di ricostruire il reddito complessivo di un soggetto.Fino ad oggi dunque di accertamenti sintetici “puri”, cioè basati sulle spese effettive non ne sono stati effettuati mol-ti e questo perché l’amministrazione finanziaria non era in grado di rintraccia-re facilmente le spese di un soggetto e

pertanto preferiva eventualmente rivol-gersi all’utilizzo del redditometro, in quanto risultava certamente più facile arrivare al reddito presunto complessivo attraverso la individuazione della dispo-nibilità di certi beni indicati dalla norma come indicatori di capacità contributiva.Oggi invece tutto o quasi è monitorato o monitorabile da parte del Fisco, e per-tanto sarà molto semplice utilizzare da qui in avanti lo strumento dello speso-metro, per arrivare al nostro reddito presunto, in particolare attraverso i tre “filoni” di notizie che vado ad individuare e che, sommati, danno al Fisco la foto-grafia della capacità di spesa del contri-buente.Innanzi tutto ci sono le varie banche dati già attive, attraverso le quali l’ammini-strazione finanziaria rintraccia autono-mamente tutta una serie di spese dei soggetti (mutui, assicurazioni, utenze ecc).Poi vi è lo strumento delle indagini finan-ziarie, che oggi è stato molto perfeziona-to e che permette in ogni momento al Fisco di conoscere anche quelle voci di

spesa che non abbiamo inserito nella nostra dichiarazione dei redditi (ad esempio le spese complessive delle nostre carte di credito, gli importi da noi considerati prelievi personali ecc).Infine, un terzo filone di notizie arriverà presto all’amministrazione finanziaria (gli altri due precedenti già arrivano), attraverso il nuovo adempimento obbli-gatorio che parte dal 2011 e che riguarda tutti coloro che hanno una partita Iva aperta. Questo adempimento, per la par-te che qui ci interessa, consiste fra l’altro nel comunicare al Fisco da parte degli operatori economici tutti gli acquisti fatti dai privati, anche se solo soggetti a scon-trino fiscale, e che superino i 3.000,00 euro di imponibile o 3.600,00 euro se soggetti solo a scontrino fiscale. Pertanto, a partire dal 2011, se io ad esempio com-pro un gioiello dal costo di 4.000,00 euro,

sono certo che, anche se mi viene rila-sciato uno scontrino fiscale anonimo, il mio acquisto sarà monitorato dal Fisco che, infatti, ne riceverà comunicazione l’anno successivo dal gioielliere….Dunque è chiaro che in futuro il contri-

La logica che ha semrpe guidato l'accertamento:"se tanto spendi,altrettanto devi aver guadagnato"

In futuro il contribuente sarà sempre più"un libro aperto"

oggi tutto o quasiè monitoratoo monitorabileda parte del fisco

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ANDI 15N. 170 / Marzo 2011

di Claudia rubini

buente sarà sempre più “un libro aper-to” quanto alle spese che effettua: ed allora, se il suo reddito dell’anno risul-terà in effetti inferiore a quanto rinve-nuto dal Fisco con questi mezzi presun-tivi, come egli si potrà difendere? Indubbiamente, norma alla mano, dimostrando che la sua capacità di spe-sa deriva non soltanto dal reddito dell’anno, ma anche da proventi degli anni scorsi, da redditi esenti, o da avve-nimenti legalmente non tassati (dona-zioni, prestiti, ecc.). Tutto questo cosa significa? A parer mio

che dal 2011…prevenire è molto meglio che curare, e cioè da oggi più che mai sarà auspicabile che ogni contribuente tenga sempre annotate quelle voci di spesa che magari prima non teneva in considerazione e che potrebbero diven-tare presunzioni di reddito per lui, come pure focalizzi comunque l’attenzione su quegli accadimenti che gli potranno tornare utili nella ricostruzione del pro-prio reddito in futuro (prestiti, donazioni ecc). Allo spesometro poi, a partire dal 2011 e quale metodo alternativo per accertare

sinteticamente un soggetto, si affianche-rà un redditometro molto più affinato di ieri, che sarà appunto detto di seconda generazione e relativamente al quale sono però ancora in corso lavori di per-fezionamento, che vedranno l’inseri-mento di nuovi dati soggettivi, territoria-li e di nuovi indici di capacità contributiva e che andranno a considerare anche la posizione di un eventuale coniuge e dell’intera famiglia.Ma di questo parleremo più approfondi-tamente nel prossimo numero di Andinotizie.

Tel. 051.54.38.50 oppure - [email protected]

Dr.ssa Claudia rubini

ANDIvia Abruzzo 14/F - Bologna

ore 21,00 Esame dettagliato dei seguenti argomenti: • Nuove regole relative agli immobili dei professionisti • Nuova comunicazione delle operazioni IVA • Nuove regole per le compensazioni di imposta • Nuovo elenco Vies operazioni intracomunitarie • Nuovo redditometro e nuovo spesometro • Evoluzione degli studi di settore • Nuovo sistema sanzionatorio nelle liti con il fisco • Agevolazioni per le spese di riqualificazione energetica degli immobili nel 2011 • La cessione dello studio professionale • La gestione delle spese comuni fra professionisti • La riscossione accentrata dei compensi • Le indagini finanziarie • La domiciliazione telematica delle comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate • La tracciabilità dei compensi e delle speseore 23,00 Dibattitoore 24,00 Consegna questionari ECM

2 CrEDITI ECMsolo per gli odontoiatri presso il Ministero della Salute,nel rispetto del Programma Nazionale per la Formazione Continuadegli Operatori della Sanità.

• Massimo 45 posti - Iscrizione scritta obbligatoria• Soci ANDI gratuito• Non soci ANDI quota di partecipazione Euro 100,00

relatore

sede

programma

ecm

partecipanti

informaZioni e iscriZioni

ODONTOIATrI E FISCO: COME AFFrONTArE IL 2011LUNEDÌ 4 APrILE 2011

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16 ANDI N. 170 / Marzo 2011

alla lucedei camBiamenti

normativi L’Ecm secondo Andi

Corsi, convegnie congressi

di Aldo Nobili

Il 2011 sarà ricordato come l’anno dei cambiamenti, almeno per quello che riguarda l’ECM, anche se vi è già stata

una prima proroga del vecchio meccani-smo di accreditamento (e non è detto che non ve sia un'altra). Innanzi tutto diven-tano tassativi 150 crediti per il triennio 2011-2013, senza sconti (come invece previsto nel passato triennio); ogni pro-fessionista dovrà acquisire 50 crediti

l’anno, con un minimo di 25 (andando cioè a debito e recuperando l’anno suc-cessivo) ed un massimo di 75 (con un credito quindi da utilizzare l’anno suc-cessivo). Ma la novità più significativa riguarda i provider, quei soggetti cioè che organiz-zano ed accreditano eventi, come ANDI Bologna. Dal secondo semestre di quest’anno infatti (salvo come detto ulteriori proroghe) non potremo più accreditare direttamente gli eventi cul-turali organizzati dalla nostra sezione, ma dovremo farlo unicamente tramite

ANDI SERVIZI che ha ottenuto l’accredi-tamento dalla CNFC (Commissione Nazionale per la Formazione Continua). Inoltre, è stata introdotta la regola per il calcolo dei crediti assegnati, che saran-no calcolati in funzione al numero dei partecipanti: per continuare ad asse-gnare un credito l’ora occorre contenere il numero dei presenti entro i 100, e quindi per riuscire a fornire un numero di crediti adeguato, abbiamo organizza-to due cicli di tre serate ciascuno, che assegneranno ai partecipanti sei crediti formativi. Il programma culturale del 2011 risulta essere piuttosto corposo ed interessan-te. Come si diceva, saranno organizzati due cicli di tre serate ciascuno; il primo di endodonzia è già partito, anche se con qualche difficoltà tecnica ed organizzati-va, dovuta alle novità introdotte anche dal punto di vista logistico: chiediamo scusa ai nostri soci, che per vari motivi non sono riusciti ad iscriversi,ma anche noi abbiamo bisogno di tempo per rodare il meccanismo ed acquisire esperienza,

senza dubbio cercheremo nel corso dell'anno di “farci perdonare”. Il secondo ciclo di serate riguarderà l’implantologia e si terrà nei prossimi mesi di aprile, maggio e giugno.Entrambi i cicli verranno poi ripetuti nell’autunno, magari con altri relatori, in sede da definirsi, al fine di consentire a tutti coloro che non sono riusciti ad iscriversi al “primo giro” di aggiornarsi sugli argomenti trattati.Sono quindi in programma delle serate in sede, in cui parleremo di fisco e stress lavoro correlato, e stiamo conti-nuando la collaborazione con l’Univer-sità per organizzare consueti eventi in Clinica.Ma veniamo alle novità di carattere tecnico-logistico. Durante i corsi, la presenza dei soci viene rilevata elettro-nicamente, con la tessera associativa che viene rilasciata in queste settima-ne. Ci raccomandiamo quindi con i nostri iscritti di portare sempre con loro la tessera perché sarà valida per tutti i corsi ANDI in Italia. Per i non soci inve-ce, al momento continueremo con la firma di entrata ed uscita; sia la firma elettronica che quella cartacea verran-no richieste ad ogni entrata ed ogni uscita, e dovremo essere molto più rigi-di in fatto di presenza in aula. Il Ministero infatti effettua dei controlli a tappeto nelle varie manifestazioni, e se viene rilevato un numero di firme elettroniche o cartacee superiore al numero dei pre-senti in sala verranno comminate delle sanzioni pesantissime, con il rischio per ANDI SERVIZI di perdere la qualifica di provider.Ad ogni incontro consegniamo i test di verifica dell’apprendimento, che però non devono essere compilati e restituiti alla fine dell’incontro, ma servono solo al partecipante per prendere nota delle eventuali risposte. Dopo circa una setti-mana dalla fine dell’ultimo dei tre incontri, ogni partecipante potrà acce-dere on-line alla piattaforma e, se risul-terà presente nel tracciato elettronico ad almeno l’80% delle ore totali, potrà accedere ai test, che compilerà diretta-mente on-line. Se risponderà esatta-mente ad almeno il 75% delle domande, l’attestato dei crediti gli verrà rilasciato all’istante e potrà stamparlo. Se non

ogni professionistadovrà acquisire150 crediti per il triennio2011-2013 che diventano tassativi

Altra novità: durantei corsi la presenzadei soci viene rilevata elettronicamente

16 ANDI

ma dovremo farlo unicamente tramite

di in fatto di presenza in aula. Il Ministero infatti effettua dei controlli a tappeto nelle varie manifestazioni, e se viene rilevato un numero di firme elettroniche o cartacee superiore al numero dei pre-senti in sala verranno comminate delle sanzioni pesantissime, con il rischio per ANDI SERVIZI di perdere la qualifica di provider.Ad ogni incontro consegniamo i test di verifica dell’apprendimento, che però non devono essere compilati e restituiti alla fine dell’incontro, ma servono solo al partecipante per prendere nota delle eventuali risposte. Dopo circa una setti-mana dalla fine dell’ultimo dei tre incontri, ogni partecipante potrà acce-dere on-line alla piattaforma e, se risul-terà presente nel tracciato elettronico ad almeno l’80% delle ore totali, potrà

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raggiungerà la percentuale sufficiente di risposte esatte, potrà di nuovo com-pilare il test.Ci rendiamo conto della difficoltà che tutto questo comporterà per i soci, d’al-tra parte un sistema informatico di questo genere contiene al massimo i costi e ci dà la possibilità di continuare a fornire eventi culturali gratuiti. Per venire però incontro alle esigenze dei nostri associati, organizzeremo dei gruppi di lavoro in sede, dove sotto la nostra guida apprenderanno le proce-dure per ultimare i corsi ed acquisire i crediti. Chi possiede un pc portatile potrà portarlo e connettersi tramite wireless, mentre ANDI Bologna mette a

disposizione di chi non ne è in possesso una quindicina di pc portatili in dotazio-ne alla segreteria.Un altro strumento prezioso, e che in futuro diventerà sempre più importante per acquisire i crediti formativi neces-sari, è la FAD (Formazione A Distanza): collegandosi al sito www.dentistionline.it è possibile acquistare i corsi con carta di credito e accedervi durante il proprio tempo libero, comodamente da casa, o nei momenti vuoti in studio. Vengono proposte prima delle relazioni e poi i relativi test, è possibile interrompere e riprendere il corso in qualsiasi momen-to, secondo la propria disponibilità di tempo, ed il numero dei crediti asse-

gnati è davvero considerevole.Ma non è tutto: per i soci che non hanno dimestichezza con l’informatica, ANDI Bologna mette ancora a disposizione la propria sala corsi ed i pc e organizzerà dei gruppi di lavoro, che accederanno ai corsi FAD sotto la guida di un tutor, con il compito di istruirli e di indirizzarli nel percorso formativo on line.In conclusione, stiamo lavorando per cer-care di fornire ai soci il numero più alto possibile di crediti formativi a costo zero, come peraltro abbiamo sempre cercato di fare in questi anni, e riteniamo che a fine anno potremo dire di aver raggiunto il nostro obiettivo: ancora una volta esse-re soci ANDI… ha il suo perché!

18 APrILE 2011 13 GIUGNo 20119 MAGGIo 2011

rIABILITAzIoNIToTALI fISSESU 4 IMPIANTI

GESTIoNErAzIoNALEDEI TESSUTIPEr oTTIMIzzArEIL rISCHIoESTETICo

LoGICA DI UN'IMPLANToLoGIA BIoLoGICA:DALLA rIPArAzIoNE ALLA rIGENErAzIoNE oSSEADr. Paolo Trisi Dr. Rodolfo BlasoneDr. Gian Paolo Conforti

SAVOIA HOTEL REGENCY - Via del Pilastro 1 - Bologna

AGGIorNAMENTIIN TEMA DI IMPLANToLoGIA

iscriZioni ecm partecipanti• Soci ANDI gratuito• Non soci ANDI Euro 150,00 + IVA

• Massimo 100 partecipantiPreiscrizione scritta obbligatoria che verrà garantita solo se il partecipante si presenterà entro e non oltre le ore 20,45 del primo evento, dopo di che verranno iscritti coloro che saranno presentiin lista d'attesa

• N. 6 Crediti E.C.M.che verranno rilasciati all'iscritto cheavrà partecipato a tutti e tre gli incontri per almeno l'80% del programma formativo e risposto esattamente ad almeno il 75% dei test di verifica dell'apprendimento. La presenza verrà rilevata elettronicamente

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a cura di Ciaccio

Cosa mettere

sottoi denti

oramai da qualche tempo parlo di ricerca di trattorie che propongano le nostre ricette: quelle della tradizione, quelle che la nonna faceva tutti i giorni e che aveva sapori e profumi di casa nostra . Non esistevano sifoni e cotture a bassa temperatura, che sono tecniche per pochi e che la maggior parte dei ristoratori bolognesi scimmiotta, perdendo così le

proprie origini e i sapori del territorio.Eccoci quindi a parlare di tre generazioni di tagliatelle sempre fatte in maniera artigianale: tutto è cominciato circa cinquant’anni fa quando nonno Raffaele e nonna Liliana gestivano un mitico CRAL, dove ci si riuniva per trascorrere le poche ore libere dal lavoro, facendo una partita a carte e bevendo un bicchiere di vino e qualche volta, in estate, ballando all’aperto sotto la vite americana. Poi nonna Liliana ha cominciato a preparare qualche piatto di tagliatelle e non sempre col ragù ( la carne costava), ed ecco comparire le mitiche tagliatelle alla cipolla. Profumate, saporite, con la giusta quantità di pomodoro, che colora e profuma ma non prevale, pasta perfetta, rugosa quanto basta a raccogliere il sugo abbondante e, perché no?, anche se i puristi inorridiscono, una bella spolverata di forma ( una volta il parmigiano a Bologna si chiamava così).Negli anni, visto il successo, i coperti aumentano ed il figlio Angelo decide di abbandonare il posto sicuro di infermiere professionale al Sant’ Orsola per dedicarsi assieme alla moglie Liliana, tuttora in cucina, all’attività di ristoratore.Il locale era aperto solo di sera, la mattina le sfogline tiravano la pasta col mattarello. Ora, a circa venticinque anni dall’ingresso di Angelo nell’attività, e dopo alcune ristrutturazioni (peccato per la perdita della vite americana sotto cui si mangiava all’aperto nei mesi estivi), la pasta viene prodotta nel laboratorio accluso, dove lavora Valentina mentre Gabriele gestisce la sala (ecco la terza generazione). Il locale da quando c’è l’ultima generazione è aperto anche per pranzo.Come primi tagliatelle al ragù, alla cipolla e al culatello, tortelloni e gramigna, come secondi carne alla griglia e per finire la ciambella della nonna Liliana. Da non disdegnare il toccio nel vino.Pasto completo con vino della casa intorno ai 25.00 euro, mentre con crescentine e salumi il prezzo si aggira sui 15/17 Euro.E, come sempre, Buon appetito!

TrATTOrIA DA SANDONIVia Fonda 20 San Lazzaro di Savena (BO)Tel. 051.605.21.91Chiuso Sabato a mezzogiorno e Domenica

Tre generazionidi “tagliatella con la cipolla”

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Campo dei fiori

Uso personale o spaccio?Premier senza il dente

Sorriso-al-led

Dai quotidiani locali di martedì 23 novembre 2010. Porretta Terme: pensionato ultrasettantenne pizzicato a rubare pasta adesiva per dentiere in un supermercato. L'arzillo vecchietto è stato visto e fermato da una addetta alla sicurezza che gli ha contestato il fatto. per tutta risposta il pensionato l'ha colpita e se ne è andato in tutta fretta, Sono dovuti intervenire i poliziotti della vicina stazione di polizia ferroviaria per bloccarlo ed indurlo a restituire il maltolto. Il pensionato, incensurato, è stato denunciato a piede libero. Il giudice dovrà dirimere un non semplice dubbio, che avrà riflessi sull'eventuale pena: si trattava di furto finalizzato ad uso personale o finalizzato ad uno spaccio (quindi a scopo di lucro...), magari nei riguardi dei colleghi pensionati della...bocciofila?...

«Faccio tanti sacrifici per fare un servizio al Paese. E proprio per il Paese mi ritrovo senza un dente». In conferenza stampa a Palazzo Chigi il premier Berlusconi ha rivendicato la propria devozione per il Paese, a cui avrebbe “donato”un dente. «Qualcuno mi ha chiesto a che punto sono i miei denti dopo l'incidente (riferendosi al lancio della statuetta del duomo a Milano, poco più di un anno fa - ndr): ancora non sono riuscito a impiantare uno dei denti perchè ho il nervo sotto che non guarisce. Credo che sia un sacrificio abbastanza grosso per l'Italia visto che, se fossi rimasto un privato cittadino, non avrei corso questi rischi».A questo punto si pongono varie possibilità alternative per interpretare la sibillina frase evidenziata in neretto (vale come questionario ECM):a) Al premier è stato inserito un impianto che però

non viene caricato in quanto accusa sintomi a carico del nervo alveolare inferiore.

b) Si tratta di una radice devitalizzata, su cui si esitaad applicare un perno moncone in quanto ancora oggetto di sintomi di parodontite apicale.

c) Il “nervo sotto” a cui il premier fa riferimento

non sarebbe l’alveolare inferiore, bensì altra struttura nervosa in un distretto anatomico genericamente localizzato “sotto”…

C’è stato il tempo dei denti d’oro, quello del diamante incastonato in bocca e anche quello del molare tatuato. Ora è l’era dei denti al Led. La moda arriva dal Giappone, dove il ghigno fosforescente è diventato in pochissimo tempo un vero e proprio must per tutti gli adolescenti. A realizzare il dispositivo necessario ad ottenere il sorriso più luminoso che si possa desiderare sono stati i designer Motoi Ishibashi e Daito Manabe. È una specie di paradenti (simile a quella che usano i pugili) che si illumina grazie a luci al led rosse, blu e verdi. Le luci si attivano quando chi indossa il paradenti sorride, e il colore si può cambiare a piacimento grazie a un dispositivo wireless…alla faccia dei romantici baci degli innamoratini di Peynet!P.S. Ma cosa avranno nella testa certi adolescenti, che frignano perché vogliono apparecchi ortodontici “invisibili” e poi… si mettono una discoteca in bocca!

Medico chirurgo dentista con attività trentennale in Imola cerco collega che mi affianchi per subentro. Studio autorizzato composto da due unità operative, entrata indipendente. Riuniti Kavo nuovi. Per info 349.5576572 – 0542.42158

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