Eccesso Di Velocità Luciano de Crescenzo

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Testo di Luciano de Crescenzo

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Page 1: Eccesso Di Velocità Luciano de Crescenzo

Eccesso di velocità Luciano De Crescenzo “Ma vedete dottò,” mi dice il tassista mentre siamo fermi nel traffico

“qua non si tratta di una questione di strade! Qua il guaio è che il cittadino napoletano prende la macchina pure se si deve fare il giro intorno al palazzo per comprarsi un pacchetto di sigarette. È come se dicesse: “ Io ho faticato una vita sana per farmi l’automobile e mo’ che me la sono fatta me ne voglio vedere bene! Voi adesso sicuramente non mi crederete, ma qua la domenica pomeriggio verso le cinque, cinque e mezza il napoletano medio sapete che fa? S’imbarca con tutta la famiglia e si va a fare una passeggiata sulla Caracciolo. Sissignore, si fa Mergellina, Via Caracciolo, Via dei Mille, Via Crispi e poi scende di nuovo a Mergellina: con tre giri riesce a tornare a casa giusto giusto per Carosello. Lui si diverte nel traffico!”

“Sì però secondo me la colpa è anche dei vigili urbani che non fanno

rispettare il codice della strada. Prendete ad esempio il fatto del clacson. A Napoli lo suonano tutti e quasi sempre per nessun motivo…”

“Dotto ma il clacson non lo dovete pensare, quello uno lo suona solo per sentirsi in compagnia. Qui la tragedia è che siamo diventati tutti automobilisti. Ecco qui! Tu guarda ‘a chistu disgraziato comme s’è ‘mpezzato!” grida improvvisamente maledicendo una cinquecento che gli aveva tagliato la strada. “Io mò voglio proprio vedé che è stu piezze ‘e fetente. Gesù, Gesù, ma chella è ‘na femmena! Tu vide che se passa! Pure ‘e femmene ce vulevano! Invece ‘e fa ‘e zoccole mmiez a via, statavenne ‘a casa vosta! Voi mò siete stato testimone: io se non ero pronto a frenare qua stamattina avevo passato nu guaio!”

“Ma veramente voi vi eravate voltato indietro per parlare con me.” “Ma che, volete scherzare dottò? Io tengo la patente da ventidue anni e

non ho mai avuto incidenti. Io sono sempre stato tamponato, io! Multe quasi mai: qualche divieto di sosta in questi ultimi tempi, datosi che fino a poco tempo fa tenevo sopra al comune uno zio da parte di mammà che mi faceva togliere tutte le multe; sennonché, salute a noi, il Signore se lo è voluto chiamare in cielo e adesso mi debbo stare un poco più accorto a dove lascio la macchina. A proposito di multe, dottò, voi dovete sapere che il sottoscritto è l’unico automobilista al mondo che ha preso una multa per eccesso di velocità andando dietro ad un funerale.”

“Come?” chiedo io ridendo. “Dietro a un funerale?”

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“Sissignore,” mi dice voltandosi “proprio dietro ad un funerale, e già perché voi dovete sapere che io, quel giorno del funerale, seguivo il feretro portando con me la vedova e due nipoti del defunto. Sennonché, arrivati a Via Foria, la vedova smise improvvisamente di piangere e dopo aver gridato come una pazza: “Giuvannì, voglio murì pur io cu tte!” aprì lo sportello posteriore destro e tentò di buttarsi sotto alle ruote di un filobus che ci veniva subito dietro. A Napoli sapete com’è: il dolore ci esalta ed in certi momenti siamo capaci di fare qualsiasi fesseria. Fortunatamente però il nipote che stava seduto vicino alla vedova riuscì ad acchiapparla per i vestiti e così, tra strille ‘e allucche tutti quanti insieme: io, i nipoti ed i passeggeri del filobus, riuscimmo a calmare la vedova disperata. Ovviamente però in tutto questo trambusto ci eravamo perso il carro del defunto e così fui costretto ad iniziare il mio primo inseguimento della giornata. La disgrazia volle che una macchina targata Napoli che mi stava davanti, e che doveva essere portata da qualche straniero perché si fermava a tutti i semafori rossi, mi fece perdere un sacco di tempo per cui l’inseguimento fu alquanto difficoltoso e fu solo a piazza Carlo III che riuscii ad accodarmi nuovamente al carro del defunto. Stavo camminando di nuovo a velocità funebre quando il nipote che si era seduto vicino a me si mise a gridare: “Ma quello non è zio Giovannino!” Avevo sbagliato feretro! Stavo seguendo un altro funerale! “Giuvannino mio non me lassà!” gridava la vedova. “A zì, nun facite accussì” gridavano i nipoti. Nel taxi non si capiva più niente: io, da lontano, intravidi un altro carro funebre sulla salita di Capodichino. Sorpassai il carro falso e premetti tutto il piede sull’acceleratore quando eccolo là; un disgraziato di vigile motociclista della stradale che mi si para davanti con la paletta. E che dovevo fare? Mi fermai e scesi per spiegare alla guardia la situazione drammatica; e diciamo che ci ero pure riuscito, quando improvvisamente la vedova, in un momento di distrazione dei nipoti, piglia e cerca di buttarsi da sopra al ponte della salita del Campo. È stato così che nel tentativo di salvare la vita alla vedova io non volendo feci lo sgambetto al signor brigadiere, che poi pure io caddi per terra facendomi male a un ginocchio. Anzi, diciamo la verità; noi ci facemmo male tutti quanti, quella solo la vedova non si fece niente.”

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1. Trovate la definizione delle seguenti parole presenti nel testo.

a) Faticare b) Clacson c) Tamponare d) Filobus e) Fesseria f) Pigliare g) Trambusto h) Targare i) Intravedere j) Sgambetto 1) Mossa con la quale si intralcia il passo a qualcuno che sta camminando o

correndo, per farlo cadere. 2) Stupidaggine, cosa da nulla, sciocchezza 3) Autobus a trazione elettrica alimentato, mediante un’opportuna presa ad asta, da

una doppia linea aerea di fili intervallati; è adibito per lo più a servizio pubblico urbano.

4) Urtare contro un veicolo che precede 5) Munire di targa un veicolo 6) Negli autoveicoli e motoveicoli, apparecchio che produce segnali acustici

necessari alla sicurezza della circolazione stradale. 7) Lavorare con sforzo 8) Agitazione, confusione rumorosa prodotta da un continuo muoversi di cose e

persone. Caos, baraonda; baccano, fracasso, chiasso. 9) vedere in lontananza o di sfuggita, confusamente. 10) prendere, spec. in modo energico o rapido; afferrare.

2. Per capire il testo. Commento

Mergellina: è una zona della città di Napoli, nel quartiere Chiaia. Si trova in riva al mare, ai piedi della collina di Posillipo. Il suo stesso nome è legato alla posizione sul Golfo: deriva, infatti, dal termine "mergoglino" (uccello acquatico).

3. Rispondete alle domande

Conversazione con l’autore: a) Quale considerazione fa il tassista sul cittadino napoletano per quanto riguarda

l’uso dell’automobile? b) Perché il napoletano suona il clacson? c) Che cosa dice in dialetto il tassista quando una macchina gli taglia la strada? d) Come riusciva il tassista a togliersi le multe? e) Che espressione utilizza per dire che lo zio era già morto?

Aneddoto del funerale:

a) Chi portava in macchina? b) Che cosa pensa dell’atteggiamento napoletano per quanto riguarda il dolore?

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c) Che cosa tenta di fare la vedova? Ci riesce? d) Da che cosa capisce che una macchina targata Napoli è guidata da stranieri? e) Di che cosa si rende conto il nipote del defunto? f) Perché il tassì è stato fermato da una guardia? g) Che cosa tenta di fare la vedova nel frattempo? h) Come finisce la storia?