[eBook] Storia Del Saxofono (Sigurd M.rascher)

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Dal 1° vol. della STORIA DEGLI STRUMENTI MUSICALI (1973) curata da Frederic Fay Swift Swift-Dorr Publications Oneonta, New York 13820 0

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Storia del sassofono

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Dal 1° vol. della STORIA DEGLI STRUMENTI MUSICALI (1973) curata da Frederic Fay Swift

Swift-Dorr Publications Oneonta, New York 13820

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STORIA DEL SAXOFONO

di Sigurd M.Rascher

UNIT 14

Perché mai Adolphe Sax avrà inventato il Saxofono?

Le supposizioni sono state tanto di cattiva qualità

quanto sono state abbondanti. Uno scrittore asseriva che era più o meno un casuale sviluppo del Serpentone (Darwinismo nell'evoluzione strumentale?), mentre un altro suggeriva che l'inventore, "suonando intorno" nella sua bottega, mise un bocchino di clarinetto su un flicorno, soffiò, gridò "Eureka!" e si dichiarò un genio; etc. Nulla potrebbe essere più lontano dal vero.

Il padre di Sax era un esperto costruttore di strumenti. La famiglia veniva dalla città di Dinant, Belgio, che vantava una reputazione di un secolo per i vari tipi di manufatti in ottone, là fabbricati. Adolphe era un piccolo bambino quando Sax Senior spostò la sua bottega a Bruxelles, dove subito si affermò come uno dei migliori uomini nel commercio. Fu naturale che il suo figlio più vecchio imparasse da lui il mestiere quando era ancora molto giovane. E siccome a quel tempo l'uomo che costruiva uno strumento era anche quello che lo provava, Sax Junior imparò presto a suonare questi strumenti. Presto egli si accorse della disparità tonale tra gli archi ed i fiati e, più in dettaglio, di quella tra gli ottoni ed i legni. Cioè: gli archi erano spesso troppo deboli in un'orchestra, quando suonati assieme agli strumenti a fiato, e nello stesso modo i legni erano spesso sopraffatti dagli ottoni in una banda. Egli sognò di uno strumento che potesse, per mezzo delle sue caratteristiche tonali, colmare queste mancanze. Per realizzare ciò esso deve avere tratti di questi gruppi, fusi armonicamente in uno. Deve avere la flessibilità degli archi, la varietà tonale dei legni, ma la potenza degli ottoni.

Adesso che la sua meta era chiara, la sperimentazione poté cominciare. E siccome questo nuovo strumento avrebbe dovuto produrre ottave quando spinto negli armonici, invece della più complicata dodicesima, come fa il clarinetto, c'era bisogno di un grande tubo conico. Questo poteva essere fatto più facilmente con l'ottone piuttosto che col legno; ma il bocchino non doveva essere quello di uno strumento d'ottone. Grazie alla sua generale conoscenza della fabbricazione degli strumenti, Sax sapeva anche che su uno strumento grande tutte le proporzioni sono più grandi, dunque più facili da mettere in correlazione e da controllare. Egli quindi per primo costruì un saxofono basso. Questo fu lo strumento che mostrò a Berlioz nella primavera del 1842, lo strumento che fu incluso nel primo concerto al quale partecipò un saxofono nel 1844. Fu quello che per primo apparve nella partitura di un'opera nello stesso anno. Fu quello ad essere brevettato il 20 Marzo, 1846.

Sebbene Sax avesse già a quel tempo progettato l'intera famiglia, i membri più piccoli vennero più tardi. Dal 1853 ci fu un contralto - come avrebbe potuto altrimenti usarne uno William H. Fry in una delle sue sinfonie. Lo stesso compositore usò il tenore un anno dopo in un breve pezzo per orchestra. Ed il bell'assolo, dato al contralto ne L'Arlesienne di Bizet (1872) è familiare ad ogni appassionato di saxofono.

Dalla sua prima apparizione nella Parigi del 1840 il saxofono stimolò lo schietto entusiasmo di tutti gli amanti della musica. Ma esso stimolò anche la malvolente opposizione dei costruttori di strumenti più vecchi, che fiutarono un pericoloso nuovo concorrente, così come il diretto sabotaggio da parte di parecchi musicisti, che intuivano un cambiamento. Tuttavia, l'entusiasmo per il nuovo strumento prevalse sull'opposizione ed il sabotaggio. Il genio di Adolphe Sax, come incarnato nel saxofono, prevalse su di tutti. E lo stesso Sax, anche se all'epoca tormentato da una incurabile forma di cancro, sopravvisse ai suoi detrattori (che erano tutti dimenticati all'epoca della sua morte nel 1894), lasciandoci eredi dei suoi sogni, dei suoi sforzi, della sua perseveranza.

Ma torniamo ancora una volta nella capitale belga dell'anno 1840. Sax aveva appena 26 anni. All'età di sei, egli era capace di perforare un corpo di clarinetto e di far girare la tazza di un corno. All'età di quindici, nel 1830, egli mandò due flauti ed un clarinetto costruiti in avorio alla Mostra Industriale di Bruxelles. Essi furono considerati dei modelli estremamente buoni. Egli aveva vent'anni quando riuscì a costruire il primo clarinetto basso veramente usabile. Esso fu grandemente ammirato e subito usato in partiture da parecchi dei più grandi compositori dell'epoca. Egli aveva anche indagato il principio della valvola a pistone e l'aveva applicato al vecchio flicorno, inventando così la famiglia dei Saxhorns, dei quali se ne usano almeno due membri in ogni banda, ma con nomi differenti: la cornetta ed il flicorno baritono! Difficilmente c'è uno strumento nelle nostre bande, che egli non abbia migliorato in un modo o nell'altro. La sua abilità a suonare questi strumenti indubbiamente aiutò il maestro costruttore di strumenti, poiché poteva egli stesso, durante il processo di lavorazione sperimentale, determinare immediatamente quanto pratico fosse lo strumento modificato. La sua chiara comprensione delle leggi fondamentali, determinanti i risultati acustici delle proporzioni di uno strumento lo misero in grado di formularle così esattamente che esse sono altrettanto valide oggi come lo erano allora.

Era allora venuto il momento di compiere un ulteriore passo. Non continuare il miglioramento di uno strumento esistente, ma la coraggiosa creazione di

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un attrezzo sonoro completamente nuovo. Ho scritto di quello che era la disparità tonale tra archi, legni ed ottoni che Sax voleva superare con un nuovo strumento. Sembra quasi come se le sue prime realizzazioni non fossero altro che una preparazione a questo. Non abbiamo di suo pugno una descrizione delle sue attività che ci portarono il saxofono. Ma sappiamo dal suo amico Kastner che queste devono aver avuto luogo a Bruxelles prime che egli andasse a Parigi. Altrimenti come potrebbe Kastner aver scritto: "Sax aveva mandato il saxofono alla Mostra di Bruxelles nel 1841. Esso giaceva completamente avvolto in verde quando qualcuno malevolmente prese a calci l'imballaggio, danneggiando lo strumento così malamente che fu impossibile per Sax esibirlo." Anche per un uomo paziente questo fu troppo. Da allora Parigi sarebbe stata la sua casa. Quando egli vi arrivò aveva quasi 28 anni e vi visse altri 52 anni fino alla fine dei suoi giorni.

Egli aprì un negozio a Parigi e continuò a lavorare. Sax fece visita a compositori e li invitò ad

andare a sentire e vedere i suoi strumenti. Essi sarebbero meglio riusciti ad apprezzarli. Uno dei primi ad andare fu Hector Berlioz, un uomo vivamente interessato delle nuove possibilità. Non aveva egli composto solo pochi anni dopo la morte di Beethoven una Sinfonia Fantastica e più recentemente una Symphonie funebre et triomphale per banda? Nella bottega di Sax, Berlioz ascoltò ogni strumento e rispose a parecchie domande dell'appassionato giovane inventore. Deve essere stata grande la gioia di quest'ultimo quando vide pochi giorni più tardi (12 Giugno 1842) nel Journal des Debats, del quale Berlioz era regolare collaboratore, un articolo su questa visita. Dopo qualche frase introduttiva, Berlioz dà un breve abbozzo della personalità di Sax dicendo: "Egli può pensare ed agire", e dà una descrizione dei nuovi clarinetti soprano e basso, seguito dal "Certificato di nascita del Saxofono". "Le Saxophon, così chiamato dal nome del suo inventore, è uno strumento basso con diciannove chiavi, la cui forma è abbastanza simile a quella

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dell'oficleide. Il suo bocchino, a differenza di quello degli altri strumenti in ottone , è simile al bocchino del clarinetto basso. Così il Saxofono diventa il capo di un nuovo gruppo, quello degli strumenti in ottone con ancia. Esso ha l'estensione di tre ottave cominciando dal Sib basso sotto al rigo (chiave di basso); la sua diteggiatura è parente con quella del flauto o con la seconda parte del clarinetto. Il suo suono è di una qualità così rara che, a mia conoscenza, non c'è uno strumento basso in uso oggi che potrebbe essere paragonato al Saxofono. Esso è pieno, morbido, vibrante, estremamente potente, e facile da abbassare in intensità. Per quanto mi riguarda, io lo trovo molto superiore ai suoni bassi dell'oficleide, sia in precisione come nella solidità del suono. Ma il carattere di tale suono è assolutamente nuovo, e non assomiglia a nessuno dei timbri fino ad ora ascoltati nelle nostre orchestre, con la sola eccezione del MI e FA gravi del clarinetto basso. A causa della sua ancia, esso può aumentare e diminuire l'intensità dei suoi suoni. Le note della sua estensione più alta vibrano così intensamente che possono essere impiegate con successo all'espressione melodica. Naturalmente, questo strumento non potrà mai essere usato per passaggi rapidi, per arpeggi complicati; ma gli strumenti bassi non sono destinati ad eseguire leggere evoluzioni. Invece di lamentarci, noi dobbiamo rallegrarci che sia impossibile dare un cattivo trattamento al Saxofono e quindi distruggere la sua maestosa natura forzandolo a rendere delle semplici frivolezze musicali."

Come ho scritto sopra, era il saxofono basso, che l'inventore aveva costruito all'epoca. La notazione per questo strumento fu data un secolo fa in chiave di basso, non in chiave di violino, come è oggi comune. La descrizione dell'estensione data da Berlioz deve essere capita con questo in mente. Né dovrebbe sorprenderci che l'estensione sia data di tre ottave, poiché Sax era abituato ad ottenere armonici sul clarinetto e sul flauto, ed usò abitualmente questa tecnica sul saxofono. Quando egli dimostrò il saxofono un'altra volta per un gruppo di compositori e di musicisti, egli accennò che sarebbe stato prudente non chiedere note sopra l'estensione in parti orchestrali. Quanto bene fu seguito questo consiglio! Sembra che nessuno durante la sua vita studiò il saxofono abbastanza completamente da includere il registro acuto! Esso era stato completamente dimenticato e considerato per del tempo un errore, anche un'anomalia. Oggi noi lo conosciamo meglio: ogni studente serio comincia presto a costruire le basi per una vasta estensione, suonando giornalmente un po' di armonici sullo strumento completamente chiuso.

Cioè: noi diteggiamo il SIb basso , e suoniamo su questa posizione (senza portavoce, per

favore!) il FA sulla quinta linea , quindi

anche il SIb sopra ad esso , ed il SIb sotto

ad esso . "Sentire" il suono prima di suonarlo, accresce grandemente il nostro sforzo. Noi potremmo chiamarlo "pre-ascolto". Presto noi possiamo suonare più armonici e combinare questi esercizi con altri, fino ad arrivare con sicurezza sopra alla "vecchia estensione". Nel mio "Top Tones" (1941) ho dato molti esercizi basilari, spiegazioni e diteggiature per tutto questo e molto di più. Ci sono state altre pubblicazioni di questa edizione da allora.

La letteratura del nostro strumento abbonda di

lavori per i quali l'esecutore abbisogna di un'estensione che vada oltre al FA acuto, in alcuni casi solo di pochi toni, in altri più di un'ottava. Ancora non tutti gli studenti che vogliono essere a conoscenza di qualcuno di questi lavori hanno già imparato il registro acuto. Questa non è necessariamente una ragione per evitarli del tutto; ma bisognerebbe avere abbastanza rispetto per il compositore, suonandoli solo per scopo di studio, cioè non in un concerto. Le esecuzioni professionali devono attendere fino a quando non possiamo suonare quello che il compositore chiede - non importa quale è la ragione. Allora noi avremo anche il rispetto, meritato dagli artisti di altri strumenti.

La nostra letteratura è ricca di lavori di tutte le categorie. Ci sono pressoché innumerevoli Sonate, Concerti, Suites, così come tutte le forme di pezzi più piccoli. Fino ad ora parecchi di essi sono per Contralto, ancora sempre di più ci sono forniti da entusiasti compositori per Tenore, Soprano, anche Baritono e Contrabbasso. C'è una vera miniera d'oro di musica Barocca ben trascritta e pubblicata per Saxofono e Pianoforte. Abbiamo anche un buon inizio di un repertorio per Quartetto di Saxofoni, una forma di ensemble che ha trovato parecchi amici negli ultimi anni. Parecchi di questi lavori sono per SATB, tuttavia ci sono anche quartetti AATB. Accanto a questi ci sono disponibili parecchi eccellenti arrangiamenti, per lo più lavori più piccoli per giovani esecutori. In verità c'è una bella distanza dalla Berlino del 1932, dove non era facile trovare altri tre entusiasti del saxofono per formare un quartetto; o la New York del 1940, dove era altrettanto difficile. Per formazioni più grandi la letteratura originale è fino ad ora piuttosto scarsa; ma ci sono parecchie squisite trascrizioni, per lo più di musica Barocca. I compositori di quel periodo pensavano in modo predominante a linee melodiche, dunque i loro lavori hanno le parti condotte con maestria e perciò sono la delizia degli amanti della musica da camera. Sebbene la formazione SAATBB si sia dimostrata soddisfacente per parecchi lavori, sono possibili altre combinazioni dal Soprano al Basso. E ci sono molti lavori di musica da camera con archi, legni, ottoni.

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Sebbene in orchestra il saxofono non sia ancora indispensabile, è usato spesso e frequentemente ha delle parti importanti. La lista dei compositori che lo usarono in questo modo, comincia con Kastner, Fry e Bizet, ed include Massenet, Richard Strauss, Hindemit, Honegger, Milhaud, Prokofief e letteralmente centinaia di altri.

Come abbiamo visto, per un lungo tempo il saxofono fu suonato solo in distinta compagnia musicale - in un inno di Berlioz, in un'opera su un tema biblico di Kastner, nella Sinfonia di Natale di Fry, in musica di scena di Bizet per un nobile lavoro di Daudet, in un maggior numero di opere, di sinfonie ed in bande famose. Nessuno prima della fine del primo decennio del nostro secolo ebbe l'idea di usarlo nella musica da ballo - quando aveva circa 80 anni. Questa era una situazione musicale del tutto differente ed il suo morbido, ricco suono fu presto cambiato per far fronte alla competizione con trombe squillanti, tamburi fragorosi, piedi strascicati e forte conversazione. Siccome il suono di uno strumento a fiato si forma nel bocchino, fu logico cambiare proprio questo - dalla camera grande, rotonda sulla quale Sax aveva così chiaramente insistito, ad una stretta, più spesso con le pareti laterali parallele, non come quelle del clarinetto. La bella, logica unità di corpo e bocchino, creata da Adolphe Sax, è stata cambiata in una disparità tra un corpo conico ed un bocchino con una camera essenzialmente parallela. Questo strumento non poteva più produrre il suono ricco con un bilanciato spettro di armonici, che aveva tanto deliziato i grandi musicisti dei primi giorni. Ma il saxofono adesso poteva, pur con un suono tutto suo, ma aggressivo e stridente, trovare il suo terreno nelle rumorose orchestre da ballo, delle quali divenne subito

Nella banda è indispensabile. Piccola meraviglia! Se non ci fosse stato lo sbilanciamento tra legni ed ottoni che aveva provocato nella mente di Adolphe Sax il desiderio di un altro strumento per collegare questi due gruppi? Adesso ha il saxofono, ben adatto a prendere il posto dell'oficleide (vedi la citazione di Berlioz). Egli perciò parlò al General Rumigny, che comandava le Bande dell'Esercito Francese. Fu stabilita una gara tra una "Banda Regolamentare dell'Esercito" ed una con l'organico scelto da Sax, da tenersi in un campo di esercitazioni della città. La battaglia delle bande attirò una folla immensa, e sebbene il gruppo di Sax fosse di soli 28 uomini contro i 35 della banda dell'Esercito, egli arrivò vittorioso alla fine della giornata. Dopo di che il saxofono fu introdotto con decreto ufficiale nelle bande dell'Esercito Francese. Questo fu un esempio abbastanza buono da seguire per parecchie famose bande in altri paesi, e di lì a poco i saxofoni saranno usati in ogni banda di prim'ordine, sia in Europa che negli USA.

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un importante membro. D'altro canto, a causa di questo sviluppo la sua reputazione si è grandemente deteriorata tra i musicisti non attivi nella musica da ballo. La sua nobile origine fu del tutto dimenticata, divenne conosciuto come un chiassoso, lamentoso strumento da orchestra da ballo, difficilmente meritorio dell'interesse di un musicista serio. Adesso c'era bisogno del paziente, prolungato sforzo proprio di tali seri musicisti, combinato con due ingredienti, già menzionati prima: il bocchino corretto, come progettato da Adolphe Sax, ed una letteratura artisticamente valida. Ora, tuttavia, questi particolari dovevano essere forzati e usati accortamente, per timore che per qualche occasionale vantaggio fossero accettati dei rinnovati compromessi e si perdessero così tutti i guadagni. Ci vollero quattro decenni di sforzo costante per realizzare ciò, ma ora ogni appassionato di saxofono può godere di: un solido grado di rispetto per il suo strumento - se egli lo merita; un bocchino come A. Sax lo disegnò - se egli lo usa;* ed una vasta

letteratura di musica meravigliosa di tutti i tipi - se egli la suona!!

Berlioz, Meyerbeer, Kastner, Halevy, Rossini e parecchi altri illustri musicisti predissero un futuro quando il saxofono con il suo suono "molto delizioso" avrebbe potuto rendere "servizi inestimabili". Questo futuro è arrivato e noi abbiamo il privilegio di viverlo.

* Il suonatore che ama suonare musiche di

differenti tipi - e perché non dovrebbe - può usare due bocchini: uno con la camera stretta per un suono aggressivo, così spesso ricercato nella musica da ballo; ed uno con l'originale, larga, rotonda camera per il suono "classico", adatto ad una Sonata. Simili configurazioni faciliteranno tale dualismo.

L'Autore Sigurd Rascher (Saxofono) come concertista è oggi unico. Egli è stato solista con più di centocinquanta orchestre in tutto il mondo - la Filarmonica di Berlino, la Royal Philarmonic di Londra, la Boston Simphony, la New York Philarmonic, la Philadelphia Orchestra, etc. Compositori entusiasti, fra cui Hindemith, Ibert, Glazounow, Larsson, Frank Martin, Harold Husa, etc. hanno creato grande parte della letteratura dello strumento specialmente per lui - più di centoventi lavori; non uno di questi, tuttavia, fu "commissionato". Le sue registrazioni sono considerate classici. Le sue tournée lo hanno portato nei quattro continenti, dove egli appare in concerti, recitals e conferenze. (Traduzione di G. Parmigiani – Piacenza)

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