E ora Paddle! · ci eravamo candidati per costruire noi, a nostre spese, un QuantArena per il...

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M A G A Z I N E Agosto/Dicembre 2016 QVN78 Paddle! quantaclub.com HCM24 - QVNews pubbl. trimestrale registrazione 267/2004 tribunale Milano Poste Italiane Spa - Sped. A. P. -70% - LO/MI N.1/2011 - Anno XII - N°78 - agosto/dicembre 2016 Speciale Wellness 12/18 SETTEMBRE scopri il ricco programma della Settimana dello Sport E ora IL “NUOVO TENNIS” ARRIVA AL QUANTA CLUB

Transcript of E ora Paddle! · ci eravamo candidati per costruire noi, a nostre spese, un QuantArena per il...

M A G A Z I N EAgosto/Dicembre 2016

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Paddle!

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Speciale Wellness 12/18 SETTEMBRE scopri il ricco programma della Settimana dello Sport

E ora il “NUOVO TeNNis” arriVa al QUaNTa ClUB

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Trattamenti

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GraminaceemilanESi

Molto probabilmente nessuno sa come si chiama in zoologia ciascuna delle scaglie cornee di cui sono ricoperti i piedi degli uccelli né in botanica che nome ha il cotiledone delle graminacee. Più facile capire di quale, apparentemente arcana, parola si

tratta se aggiungiamo che il dizionario Garzanti attribuisce questa parola al “distintivo a forma di piccolo scudo, in particolare, quello tri-colore, portato sulla maglia dagli atleti della squadra vincitrice in un campionato nazionale. Indica la vittoria in un campionato nazionale e il campionato stesso: lo scudetto”.Ecco la magica parola che fa sognare per un anno intero i tifosi di tutte le squadre e di tutti gli sport. Soltanto che per vincerlo questo benedetto scudetto bisogna che coincidano alcuni fattori: campioni che scendano in campo, società economicamente disposte ad affrontare sacrif ici e impianti all ’altezza. Chi segue queste colonne sa che Quanta per le prime due voci è ben attrezzata e per la terza fa del palazzetto inline una vera bolgia di tifo, correttezza ed entusiasmo tanto che mai le squadre avversarie che vengono a Milano (e quasi sempre perdono) trovano di che lamentarsi quanto a sportività della “curva rossoblu”. Però, ma c’è un però. Da anni il nostro “founder” Umberto Quintavalle si batte per la creazione di una cittadella degli stadi che creando nuovi impianti moderni e capienti faccia voltare pagina allo sport milanese diventato nel frattempo un vero disastro anche a livello di risultati: a parte il nostro hockey inline e ogni tanto il glorioso basket dell ’ex Olimpia, nessuna squadra vince più scudetti. L’area ex Expo sembrava perfetta per questo sogno ma all ’orizzonte non si vede la capacità poli-tica di prendere decisioni importanti. Ogni tanto si parla di un secondo stadio cittadino ma fallito il piano della famiglia Berlusconi, in lite con l ’Ente Fiera, adesso si sente par-lare dell ’ennesimo restyling di San Siro. Il neo assessore Guaineri ha affrontato lo spinoso tema del Palalido ed è già venuta alla luce la parola 2018, ennesima “palla in tribuna” che fa il paio con i sondaggi per trovare un nuovo contractor.Quindi, in attesa che l ’Olimpia faccia un altro miracolo, che l ’inline di via Assietta rivinca il titolo (con gli scongiuri del caso) e con Milan e Inter alle prese con l ’idioma cinese crediamo che sia più facile per i mila-nesi appropriarsi del cotiledone delle graminacee che di altri distintivi a forma di piccolo scudo da cucire sulle maglie.

EDITORIALE | di Paolo Bonanni

Solo l’Olimpia nel basket e Quanta nell’hockey inline

riescono a primeggiare nei loro campionati. E allora

buttiamoci in botanica

33 eVeNTiFeste in Club House

PeNsieri iN liBerTàdi Umberto Quintavalle

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NOViTàNuovi spogliatoi

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9 HOCKeYsMidi Giorgio Prando

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la festae tutte le novità

TeNNis e alTri sPOrTGiovani Promesse

PADDLE

salUTeProblemi di schiena

UlTiMa PaGiNadi Vittorio Viterbo

News QUaNTaTrova lavoro con il TG

31aMarCOrDdi Toni Cappellari

il “nuovo tennis”al Quanta Club

18 CaMPestate Quanta

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contatti

colophonDIRETTORE RESPONSABILEPaolo Bonanni [email protected]

ART DIRECTORPietro [email protected]

SEGRETERIAMonica Lagomanzini [email protected]

COORDINATRICE DI REDAZIONECristina [email protected]

HANNO COLLABORATOUmberto Quintavalle, Giorgio Prando, Toni Cappellari, Pietro Galeoto, Marco Cattelan, Cristina Lupi, Mariangela D’Urso, Vittorio Viterbo

CHIUSO IN REDAZIONE il 2 agosto 2016

TIRATURA13.500 copie

STAMPARumor industrie grafiche SpA

RECEPTION02 [email protected]

TENNISManuela Zoni 339 [email protected]

SPORTMarco Uda 02 [email protected]

AREA FITNESS Luca Bertante02 [email protected]

USCITE DIDATTICHEMarco Uda02 [email protected]

CLUB HOUSE SOCI 02 [email protected]

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TITOLO

quantaclub.com

21 speciale wellness Una settimana di prova

HOCKEY

PADDLE

in questo numero...

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Mi ero autosospeso un anno e mezzo fa, per le note ragioni di salute, come editorialista/giornalista dilettante del nostro Magazine salvo, avevo anticipato, tornare saltuaria-

mente a intervenire ancora per casi di particolare rilievo. Come quello che sto per raccontarVi.La recente nomina ad assessore allo Sport e Benessere dell’avvocato Roberta Guaineri e il suo preoccupante disinteresse nei miei e nostri confronti subito mostrato non rispondendo sotto qualunque forma, a differenza del neo sindaco dottor Giuseppe Sala, all’invito scritto seguito da diverse telefonate di “reminder” della mia segreteria a partecipare alla Festa dello Scu-detto dell’H.C.Milano del 9 luglio è suonato come l’ennesimo campanello d’allarme per l’o-stile atteggiamento di questo Assessorato nei confronti del Quanta Club.

Perfettamente in linea peraltro con l’atteggia-mento tenuto nel passato quinquennio dalla sua predecessora dottoressa Chiara Bisconti con la solita regia dell’inossidabile suo direttore centrale, Dario Moneta, sempre da anni al suo posto nonostante i tanti eclatanti fallimenti e guasti che ha regalato a noi mila-nesi nell’ambito dello sport, delle sue strutture e del suo mercato in generale.Un minimo di cronistoria credo possa servire a richiamare

i retroscena e guardare con ambizioso realismo al presente e al futuro: per anni, totalmente inascoltati, abbiamo ripe-tutamente denunciato per iscritto o ad alta voce i gravi disfunzionameti che stavano affligendo la Milano dello sport. In particolare denunciavamo che:

1. Milano Sport S.p.A. controllata al 100% del Comune di Milano (quindi soggetto giuridico a tutti gli effetti pubblico) e gestita dall’Assessorato allo Sport per la sua posizione assolutamente dominante stava da un lato massacrando tutte le Società e le strutture sportive private

milanesi (tutte da anni sistematicamente e pesantemente in perdita), dall’altro creando enormi problemi ai bilanci e alle casse del Comune di Milano, con perdite nel quinquen-nio di diverse decine di milioni di euro. La critica era per altro accompagnata da alcune nostre proposte, mai prese in considerazione e quindi mai neppure dibattute che avrebbero portato prima all’alleggerimento di tali pro-blemi, poi alla loro definitiva soluzione. Niente,

per l’assessora e il suo direttore centrale evidentemente par-lava un “minus habens” nonostante costui abbia tra l’altro fondato il Gruppo internazionale lavoristico Quanta, tra i primi nel settore in Italia e all’estero, il Quanta Club, oggi la prima o tra le primissime strutture sportive private, ma aperte a tutti i milanesi, per qualità e numero di associati

PENSIERI IN LIBERTà | di Umberto Quintavalle

Una falsa partenza

rOBerTa GUaiNeri Nuovo assessore allo sport di Milano.in basso Dario Moneta, Direttore centrale sport, benessere e qualità della vita

“PalaLido se va bene ancora 10 mesi di lavoro”Gazzetta dello Sport14 maggio 2016

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o frequentatori e sia tuttora presidente dell’H.C.Milano che negli ultimi cinque anni ha vinto “solo“ cinque scudetti, quattro Coppe Italia e tre Supercoppe, ovvero la squadra di gran lunga più titolata di Milano nel periodo.

2. A Milano sono mancate politiche, obiettivi chiari e connesse strategie nell’ambito sportivo e relative strut-ture: quanto avessimo ragione e quanto tempo (e soldi) siano stati buttati via è sotto gli occhi di tutti. Di cosa rap-presenti per il presente e il futuro della nostra città Milano Sport S.p.A. con i suoi tentacoli distruttivi nel pubblico e nel privato ho appena detto; le strutture sportive milanesi sono da decenni assolutamente inadeguate per una metro-poli internazionale come Milano, San Siro è da rimoder-

nare pesantemente, l’Arena è inservibile, cosa ne è stato e sarà del Vigorelli non è dato seriamente sapere, al XXV Aprile ne hanno combinate di tutti i colori come all’Iseo e in altre piscine comunali; come poi siano riusciti in cinque anni a non sistemare il Palalido è un’incredibile bar-

zelletta per tutti di cui l’Assessorato allo Sport dovrebbe vergognarsi (e cambiare i responsabili di questo disastro, invece regolarmente al loro posto).

3. A Milano manca da decenni un Palazzetto dello Sport, che invece, ovviamente, hanno in pratica tutte le città nazionali e internazionali degne di questo nome: è un fatto eclatante, per l’esattezza è un vero scandalo, considerando non solo la contestuale indisponibilità del Palalido ma anche il fatto che non mi risulta esserci al riguardo nessun progetto allo studio, il che vuol dire grosso modo e nella migliore delle ipotesi che Milano potrà avere un banalis-simo ma indispensabile Palazzetto dello Sport non prima del prossimo quinquennio.

4. Sempre ovviamente inascoltati, anzi scortesemente del tutto ignorati, noi avevamo presentato un preprogetto di larghissima massima per avere a Milano una sorta di Cittadella degli Stadi dove, alla stregua di quanto avviene in molte metropoli mondiali di cui abbiamo documentato a titolo di esempio le esperienze di Monaco e Fila-delfia, sinergicamente convivessero un moderno stadio di calcio, un altro di basket, un altro di nuoto, di hockey ghiac-cio ed inline ecc. ecc... oltre che il Palazzetto dello Sport, strutture che avrebbero finalmente proiettato la Milano dello sport dall’attuale medioevo a un futuro di eccellenza

metropolitana.  Con il non marginale vantaggio che la più parte di tali strutture sarebbe stata costruita con denaro dei privati, apportando invece al Comune ingente liquidità dovuta agli oneri di urbanizzazione. A questo proposito ci eravamo candidati per costruire noi, a nostre spese, un QuantArena per il pattinaggio e l’hockey inline, sicuri che una Armani per il basket, un Inter o Milan per il calcio, qualche Federazione nazionale e via dicendo ci avrebbero presto seguiti.Ma come già detto tutto quello che “odora” di Quintavalle, di Quanta o di H.C.Milano doveva essere scortesemente ignorato. 

5. Veniamo ora al presente: come Assessore allo Sport e Benessere è stata nominata l’ avvocato Guaineri con 632 voti di preferenza su oltre un milione di aventi diritto al voto (0,07% con quindi il 99,93% di cittadini milanesi che non l’hanno votata per varie ragioni). Raccogliendo un po’ di notizie qua e là veniamo a sapere che è un affermato avvocato penalista di un importante studio legale milanese e che da anni è iscritta alla Fidal, essendo una appassionata runner con partecipazioni anche a maratone. Francamente un po’ pochino come background e know how sportivo per poter pensare di gestire con competenza e autorevolezza lo scalchignato sport milanese.Ma se nel lavoro ha saputo eccellere e se soprattutto il Sin-daco ha deciso di affidarle questo importante e difficile incarico, vuole dire che le potenzialità di poter far respirare nel prossimo quinquennio a Milano sportiva aria migliore di quella, pessima, che ci hanno rifilato il duo Bisconti-Moneta ci sono tutte.Speriamo però che il nuovo assessore abbia la cortesia e il buon senso di ascoltare chi è da anni in trincea, vive

e ne capisce quindi di sport (pagando dura-mente le politiche illiberali ed economica-mente folli del Comune) assai di più di chi sta seduto dietro a una scrivania rifiutandosi da anni di dialogare con chi non la pensa come lui.Nonostante la falsa partenza e la scortesia collegata, noi Quanta Club e Hockey Club Milano siamo pronti a collaborare con il nuovo assessore, sempre che ci voglia ascol-

tare e dibattere con noi le nostre visioni e le nostre propo-ste. In questo senso saremmo lietissimi se volesse venire a trovarci al Quanta Club per poter toccare con mano come si possano fare iniziative di assoluta eccellenza (e che non perdano soldi) nell’interesse dei cittadini milanesi.

“Arena Civica di Milano: un impianto che cade a pezzi”MilanoSportiva 13 luglio 2016

“Campo 25 Aprile, beffa infinita”Corriere della Sera18 giugno 2015

sCONTi Per i sOCi QUaNTa ClUB

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HOCKEYSMI | Giorgio Prando | Gazzetta dello Sport

Speriamo in Settembre

Svegliatemi quando finisce settembre. Quando il lungo letargo estivo lascia spazio a una nuova stagione. La stagione dell’hockey. Declinato nelle sue espressioni più spettacolari, adrenaliniche e affascinanti: inline e

ghiaccio. Che sono due facce della stessa medaglia. C’è chi lo sostiene da sempre, come il presidente del Milano Quanta, Umberto Quintavalle, e chi finalmente sembra averlo rece-pito, come il presidente della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio, Sabatino Aracu. Alla buon’ora. “Mi sembrano due sport complementari – ha dichiarato Aracu al Giornale di Vicenza, a margine dei Mondiali di Asiago - In tal senso è nell’interesse dell’hockey inline che in futuro si disputi un’u-nica rassegna iridata. In passato abbiamo perso delle oppor-tunità. Parlando con Fasel (presidente IIHF, ndr), non ho trovato chiusure. Con il presidente della Federazione Italiana Sport Ghiaccio Gios ho un ottimo rapporto, riaprirò questo discorso quanto prima”. Già, perché l’inline non è la boxe. Di “corona” ne basta una sola. L’inline ha bisogno di una visione chiara e uni-voca, per sfruttare appieno le sue potenzialità di sport giovane, accessibile e sostenibile. Sarà stata l’aria buona di Asiago, polo hockeistico per antonomasia, dove il passaggio dalle lame alle ruote in linea viene naturale. Oppure le tre medaglie d’argento, che gli straordinari hockeisti azzurri hanno portato in dote a mamma Fede-razione. Sta di fatto che le parole di Aracu vanno per la prima volta nella giusta direzione.

FIGLI E FIGLIASTRI Prima e ultima giusta direzione? Il timore c’è. Perché i sogni di mezza estate fanno anche presto a tramutarsi in incubi. E allora l’Italia vice-campione del mondo, il PalaOdegarth stracolmo, le delegazioni da cinque continenti, le dirette Rai... il bel quadretto stride con la realtà quotidiana di un movimento relegato in un angolo, proprio da chi per statuto dovrebbe valorizzarlo.

Alla FIHP frega qualcosa dell’inline? Certamente sì, quando si fa la conta degli iscritti. Molto meno quando si pubbli-cano le norme organizzative dell’attività agonistica con non-curanza, senza prendersi la briga di consultare chi con quelle norme dovrà convivere. Nell’hockey pista si è tenuta l’as-semblea propedeutica a definire assieme le regole del gioco. Nell’inline le società non sono state interpellate, come se di problemi sul tavolo, con una situazione economica ancora drammatica, non ce ne fossero. Una Federazione non può avere figli e figliastri, l’inline merita rispetto.

MA MILANO DOVE È? Il concetto vale anche per le istituzioni cittadine. Doman-dare è lecito, rispondere è cortesia: soprattutto all’invito per una festa importante, come quella per il sesto scudetto del Milano celebrata al Quanta Club lo scorso 9 luglio. Roberta Guaineri, neo-assessore allo sport del Comune di Milano, ha perso un’occasione. Ce ne saranno sicuramente altre, ma l’augurio è che il suo mandato sia sensibile alle sollecitazioni di chi nello sport  meneghino rappresenta un’eccellenza. Milano non è all’altezza delle grandi città europee sul piano dell’impiantistica sportiva. La pallavolo gioca a Busto Arsizio, il Palalido è una vergo-gna a cielo aperto, di un palazzo dello sport nemmeno si parla più ecc. ecc. Per un ripasso, leggere il contributo di Toni Cappellari, sul numero scorso di questo magazine. Eppure ci sono imprenditori che hanno idee, progetti e mezzi per cambiare le cose. Vanno ascoltati.Non si vive di solo San Siro. E nemmeno solo di sport di base, per quanto assolutamente meritorio. In mezzo c’è un mondo, che nei decenni ha fatto di Milano la città più vin-cente d’Italia. Per esempio quello dell’hockey, che sotto la Madonnina vanta 92 anni di storia. Dischi, pattini, bastoni e scudetti. Tanti. Milano Quanta e Milano Rossoblu, sveglia-temi quando finisce settembre. E per favore, non giocate in contemporanea!

Ancora una volta sotto il cielo dell’hockey ci sono poche certezze e qualche speranza. E la Milano

istituzionale come al solito latita

sCONTi Per i sOCi QUaNTa ClUB

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9 luglio il Quanta Club si è vestito a festa per celebrare i pluricampioni d’Italia dell’HC Milano Quanta. Una serata di giochi e divertimento per chiudere una stagione trionfale e ringraziare giocatori, tifosi e tutti gli addetti ai lavori che hanno seguito e accompagnato la squadra, anche in trasferta. La serata è iniziata con l’aperitivo nel dehors, per proseguire poi con la festa in pineta. A fare gli onori

di casa è stato il Presidente della squadra, Umberto Quintavalle. Con un intenso discorso il patron rossoblu ha voluto ripercorrere i momenti salienti della stagione, chiudendo poi con i doverosi ringraziamenti ai giocatori, in primis, allo staff e a tutti i tifosi. Dopo la consegna delle targhe ai ragazzi e qualche succulenta anticipazione sulla prossima stagione è stato il momento della foto ricordo con i giocatori, il direttore tecnico e lo stesso Presidente.La festa è proseguita poi con la cena, con una divertente caccia al tesoro tra i meandri del Club e con il taglio della torta, fatto per l’occasione dal capitano Emanuele Banchero e dalla fidanzata Valentina, in dolce attesa. Tra chiacchiere e giochi, come non menzionare il “beer pong” che ha visto protagonisti alcuni dei giocatori rossoblu, la serata si è conclusa poi con il classico tuffo in piscina. Cala il sipario su un’altra stagione da record, in attesa di tornare nuovamente in pista, alla caccia di nuovi trofei.

e allora I pluricampioni d’Italia dell’HC Milano Quanta protagonisti della celebrazione dell’ennesimo titolo

HOCKEY | a cura di Cristina Lupi

fESta!ScudEtto:

FOTO Di GrUPPOQuest’anno una targa anche peril presidente

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UN gRANDE PARTERRE DI OSPITI

sono stati oltre un centinaio i partecipanti alla festa, con un parterre estremamente variegato. Tra gli invitati da segnalare la dirigenza del Milano rossoblu, rappresentata da ico Migliore e dal suo vice; Beatrice Uguccioni, consigliere della zona 9, e ancora illo Quintavalle, Presidente del Gruppo Quanta e il country manager Carlo scatturin. Folto il gruppo dei giornalisti che hanno poi ripreso su varie testate l’evento. a guidare il gruppo Giorgio Prando, inviato de “la Gazzetta della sport”, senza dimenticare luca Talotta de “il Giorno” e “Milanosportiva”, lorenzo de Vidovich de “il Fatto Quotidiano” o ancora Francesco Caligaris. a completare il parterre i tanti tifosi accorsi per far festa..

Oltre un centinaio tra giocatori, dirigenti sportivi, giornalisti e “amici” del Club

NUOVi arriVitaglio della torta “in tre” per la famiglia Banchero

Grazie raGazzi il discorso del presidente e targa per tutto lo staff

QUaNTascatturin country manager italia con alcuni soci del Quanta cluB

l’iNTerVisTalorenzo de VidoVich (il fatto Quaotidiano) interVista il nuoVo coach

la CUrVa grande entusiasmo da parte di tutti i partecipanti

GraN FiNaleVia i Vestiti e tutti in piscina!

le waGsfoto di gruppo per le fidanzate rossoBlu

le aUTOriTàanche le istituzioni hanno Voluto partecipare alla festa

la sTaMPa il taVolo dei giornalisti

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HOCKEY

in & outUna nuova stagione con

Fabio lievoreetà: 24 anniruolo: attaccantesocietà di provenienza: Diavoli Vicenzapunti di forza: Fabio è un giocatore molto disciplinato in pista, oltre ad avere una buona vena realizzativa. si è messo in evidenza sia nei Club che in Nazionale. Prime parole del giocatore in maglia rossoblu: “Credo che questa esperienza mi servirà a crescere. avrò l’occasione di misurarmi con giocatori di livello. Punto a una crescita perso-nale in primis e a dare il mio contributo per raggiungere traguardi importanti insieme ai miei compagni”.

alessio letteraetà: 19 anniruolo: attaccantesocietà di provenienza: Nuova Polispor-tiva Molinesepunti di forza: la giovane età oltre all’indiscusso valore tecnico. Per le sue giocate alessio è soprannominato il mago di Molina. Prime parole del gioca-tore in maglia rossoblu: “Mi emoziona ed entusiasma l’idea di poter giocare nel Milano. Dovrò misurarmi con una realtà diversa rispetto a quella a cui ero abituato, spero di esserne all’altezza”.

Matteo Barsantietà: 23 anniruolo: difensoresocietà di provenienza: Nuova Polispor-tiva Molinesepunti di forza: Oltre ad essere un bravo giocatore, Matteo è un ragazzo serio e

volenteroso. Prime parole del giocatore in maglia rossoblu: “Credo che giocare in una squadra con un sistema di gioco così ben rodato e collaudato non sarà facile soprattutto all’inizio ma sarà sicuramente stimolante per poter cre-scere e migliorarmi da un lato e per diventare parte integrante del gruppo dall’altro”.

andrea Bellinietà: 21 anniruolo: difensoresocietà di provenienza: Nuova Polispor-tiva Molinesepunti di forza: andrea è un giovane di talento, un gran lavoratore. Prime parole del giocatore in maglia rossoblu: “sono contento di poter intraprendere questa avventura. Voglio godermi questa esperienza e fare bene. so che potrò imparare molto dai miei nuovi compagni e amici”

Federico Brescianinietà: 18 anniruolo: portieresocietà di provenienza: Diavoli sesto (ghiaccio)punti di forza: Federico è un giovane molto volenteroso. Grazie alla pre-stanza fisica, copre bene gli spazi.

stefano antinorietà: 35 anniruolo: portieresocietà di provenienza: CUs Veronapunti di forza: grande esperienza e talento. Verrà chiamato nei momenti clou della stagione, come la Coppa ita-lia, la Champions e i playoff.

Giuliano zorzetetà: 36 anniruolo: difensoresegni particolari: È stato capitano della squadra per la prima parte della stagione 2014-2015, poi un brutto infortunio l’ha costretto a un lungo stop. la prossima sta-gione Giuliano andrà in prestito al Piacenza.

Gianluca Tomaselloetà: 38 anni ruolo: attaccantesegni particolari: Oltre ad essere stato il migliore marcatore della squadra per lungo tempo, Gianluca, nella stagione 2014-2015, ha rivestito il duplice ruolo di giocatore e allenatore, guidando i ragazzi al raggiungi-mento del 3° triplete consecutivo.

ingemar Gruberetà: 39 anniruolo: difensoresegni particolari: Dopo una lunga carriera su ghiaccio e un’importante parentesi anche nell’inline Gruber ha deciso di ritirarsi. Ha vestito la maglia rossoblu per la prima volta per i playoff nella stagione 2014-2015. lo scorso anno, invece, compatibilmente con gli impegni lavorativi e quelli legati al ghiaccio, ha fatto parte del roster rossoblu per tutta l’anno.

IN OUT

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Non c’è solo il passaggio di Luca Rigoni dalla difesa alla panchina in un’annata di grandi aspettative

Cruci-inline

Juraj Frankoetà: 33 anniruolo: portieresegni particolari: Dal 2011 ha vestito la maglia rossoblu. È stato anche allenatore delle giovanili e della serie B dell’HC Milano Quanta.

luca rigonietà: 41 anniruolo: allenatoresegni particolari: Dopo essere stato un perno della difesa rossoblu luca dalla prossima stagione ricoprirà un nuovo e fondamentale ruolo nello staff, sarà infatti il nuovo tecnico del Milano Quanta. Queste le sue prime parole da tecnico: “sono entusiasta e orgoglioso di poter ricoprire questo ruolo. la vita di uno sportivo è fatta di con-tinue sfide e stimoli, è arrivato il momento di cimentarmi con un nuovo incarico. Ho voglia di far bene per ripagare la fiducia che mi è stata data”.

scopri la parola misteriosa nei riquadri rossi e nel prossimo numero tutte le soluzioni

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"NUOVO TENNIS"

Due campi dedicati a questo “figlio” del tennis promettono divertimento e impegno fisico prolungato ma non invasivo

Arriva il PaddlE

Ancora una grande novità in via Assietta. Fa il suo ingresso con due campi il Paddle, uno dei tanti figli del tennis. Ma in questo caso non si tratta di un “figlio di Dio minore” ma di una specialità

che sta avendo sempre più successo perché è uno sport di racchetta che richiede un impegno fisico prolungato ma non troppo invasivo. Sulla sua nascita ci sono diverse versioni. C’è chi lo fa risalire nientemeno che all’anno 1625, ai tempi di Enrico VIII, ad Hampton Court. Questo gioco veniva chiamato in Inghilterra “Real Tennis”, in Francia invece era il “Jeu de Paume” (Gioco della Palma), in Spagna “El Padel”. A New York, nel 1924 sarebbe stato introdotto un gioco

chiamato “Paddle Tennis” poi chiamato più semplicemente Paddle.Le regole sono praticamente quelle del tennis solo che qui si gioca con una racchetta che assomiglia a una pagaia solida e forata per renderla più leggera, la cui lunghezza massima non supera i 45 cm, le palle sono le stesse del tennis. Questo gioco spettacolare, specie in doppio, viene praticato in un campo lungo non più di 20 metri e largo 10, diviso dalla classica rete. In ognuno dei lati di fondo c’è una parete e lateralmente ci sono due mezzi muri che devono permettere che la palla rimbalzi in maniera regolare.Il giocatore che serve è in posizione diagonalmente opposta

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lunghezza interna dal campo 20 mlarghezza interna dal campo 10 maltezza delle pareti 3 maltezza della recinzione 4 m

all’area di ricevimento dell’avversario e deve far rimbalzare la palla sul pavimento prima di colpirla. La palla non può toccare al volo le pareti situate nel campo avversario, né la maglia metallica, né può rimbalzare due volte sul pavimento. I giocatori possono colpire la palla di “volée” – tranne che in riposta al servizio - e anche colpire con la palla le pareti del proprio campo per farla passare sopra la rete verso il campo avversario. Come nel tennis “grande” la palla deve essere colpita prima che tocchi terra per la seconda volta.

Giocare a Paddle non è come giocare a tennis anche se gli assomiglia in quasi tutte le regole di gioco. la prima grande differenza sta proprio nella racchetta che non è la clava che abitualmente spara imprendibili diritti o liftati rovesci. si tratta di uno strumento diverso, leggero che non va impu-gnato erroneamente molto in alto nel manico. Dimenticatevi l’impugnatura eastern o western. Nel Paddle si usa la Conti-nental, detta anche impugnatura “a martello”.Diversamente dal tennis “alla Federer” non serve preparare i colpi in maniera troppo ampia anche perché in questo gioco la rapidità è molto se non tutto e quindi i movimenti devono essere corti e rapidi. la stessa velocità di reazione viene richiesta nelle risposte e quindi al bando la racchetta tenuta bassa o in quella che nel tennis viene chiamata “posizione di attesa”. Quindi: aspettare la palla dell’avversario con la racchetta davanti al corpo e alta per poi colpirla senza irrigi-dire braccia, corpo e gambe. e mai di fronte ma posizionan-dosi di lato per colpire la palla, in linea di massima, di lato e all’altezza del tronco.il Paddle non è lo squash e quindi non si deve giocare tutto di polso perché così facendo si perde il controllo della palla data l’escursione che può avere il polso nei movimenti rapidi: allora polso fermo e movimento ben coordinato di avambraccio e spalla.infine un consiglio per chi si trova “in gabbia”: sfruttatela questa gabbia e considerate la parete come un’alleata soprattutto con le palle che rimbalzano lunghe e non sono troppo veloci avendo un rimbalzo alto e lento e facili da aggredire per ottenere il punto.

Chi già gioca a tennis e si avvicina al Paddle sovente commette alcuni errori che gli possono rovinare il divertimento

CONSIgLI PER INIzIARE A gIOCARE

I NUMERI DEL PADDLE

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Spogliatoi “revisionati” sotto la supervisione dell’architetto Ranzani

Ampliata la Dress Room maschile dei Soci Sport

Piscina tra restyling e nursery

Spogliatoi extralarge

Inaugurati per l’inizio della stagione estiva, gli spogliatoi della piscina sono stati oggetto di un completa revisione, per rispondere alle esigenze dei molti clienti.

I lavori, iniziati a metà maggio, sono durati circa 20 giorni, seguiti con attenzione e costanza dall’architetto Ranzani, ideatore del progetto.Un restyling totale: dalla pavimentazione alle docce, senza dimenticare sanitari e lavandini. E nello spogliatoio femminile non va dimenticata la zona nursery con due fasciatoi.

Dopo la piscina è stata la volta degli spogliatoi

dedicati ai Soci Open Sport. Qui i lavori di ristrutturazione sono durati poco meno di una settimana. L’esigenza era quella di ampliare gli spogliatoi maschili dei Soci Sport, visto l’incremento dei Soci, da qui l’idea di unire gli originari spogliatoi maschili e femminili, per creare un unico ambiente, più ampio.

NUOVI SPOgLIATOI

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Dopo una calda estate all’insegna della musica per il cinema e del rock, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi apre a settembre la stagione sin-fonica autunnale con il tradizionale concerto al Teatro alla Scala l’11 settembre. Sotto la direzione del suo direttore musicale, signora Zhang Xian, laVerdi affronterà un programma tutto russo, che vedrà il debutto al Piermarini del giovane pianista milanese Luca Buratto, già noto in tutto il mondo per il suo eccezionale talento, alle prese con il Concerto n. 2 di Rachmaninov.Si torna quindi a casa – l’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo in largo Mahler – per 13 setti-mane consecutive ed altrettanti programmi, fino al termine del 2016 - già la settimana successiva, il 15, 16 e 18 settembre, con un grande Cajkovskij e il suo Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 affidato a Conrad Tao, con Zhang Xian sul podio. Imperdibile appuntamento con la grande pianista Lilya Zilberstein, impegnata il 29 e 30 settembre e 2 ottobre nello stellare Concerto n. 3 di Rachmani-nov, con Stanislav Kochanovsky al timone dell’Or-chestra.Il 7 e 9 ottobre l’Auditorium di Milano ospiterà Claus Peter Flor – bacchetta di fama mondiale – alla direzione della Terza sinfonia di Beethoven e della Terza di Schumann. Tra gli appuntamenti da non perdere, segnaliamo l’incontro con il violino di Kolja Blacher il quale, in veste anche di diret-tore, eseguirà lo strabiliante Concerto per violino e orchestra di Brahms. Si arriva poi alla tradizionale, tripla esecuzione della Messa da Requiem di Giu-

seppe Verdi (3, 4 e 6 novembre), con la direzione di Jader Bignamini, bacchetta della “scuderia” di largo Mahler, fresco dei debutti all’Arena di Verona e al Rossini Opera Festival di Pesaro, con il Coro Sinfonico diretto da Erina Gambarini.Si completa il ciclo dei concerti per pianoforte di Rachmaninov con il n. 4, il 18 con replica il 20 novembre, affidato al fuoriclasse Boris Petrushan-sky, per la direzione di Aziz Shokhakimov. Dicem-bre (2 e 4) si apre con il ritorno sul podio di casa del direttore musicale de laVerdi Zhang Xian, alle prese con la Sinfonia n. 2 di Beethoven, guest star del duplice concerto il pianista Lucas Jussen, che interpreterà brani di Rachmaninov. Ancora la bac-chetta di Zhang Xian, e ancora il Genio di Bonn con la sua Quarta sinfonia, la settimana successiva (8, 9 e 11 dicembre), guest star il pianista Roberto Cominati, graditissimo ritorno all’Auditorium, che eseguirà il Triplo concerto in Do maggiore di Bee-thoven.Infine, last but non least, il concertone di Natale, a chiusura di stagione (15, 17 e 18 dicembre), con l’atteso ritorno alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano dell’americano John Axelrod. Sfavillante il programma a “stelle e strisce”: si apre con la mitica rapsodia in Blu di Gershwin, nell’interpreta-zione solistica al pianoforte di Giuseppe Albanese, per proseguire con Porgy and Bess: A Symphonic Picture della coppia Gershwin-Bennett.

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Con laVerdi torna la grande musica d’autunno

IN MUSICA

PrOTaGONisTi: il M° Claus Peter Flor, il M° Bignamini e il M° John axelrod fotografati da Paolo Dalprato

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ESTATE QUANTA

Un costante lavoro durante l’anno riesce a far crescere numeri ed entusiasmo di chi partecipa a questa avventura ricca di divertimento

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Numeri in netta crescita rispetto agli scorsi anni e un grande entusiasmo da parte di bambini e genitori: il camp estivo del Quanta Club si conferma, ancora una volta, un grande successo.

La formula, collaudata da tempo, è frutto di un lungo e costante lavoro. A raccontare il dietro le quinte del camp è Stefano Passero, da due anni responsabile della gestione dei camp. “Si inizia a lavorare per programmare il periodo estivo da gennaio. Con l’inizio dell’anno, infatti, si svolgono le prime riunioni in cui si definiscono tappe e scadenze. Il primo fondamentale appuntamento da preparare è l’open day di aprile. Tutto durante la giornata deve essere perfetto, dall’organizzazione dei giochi per i più piccoli all’attenzione verso i genitori che chiedono informazioni ed effettuano le prime iscrizioni. Il percorso di avvicinamento al camp vero e proprio passa poi tramite il volantinaggio nelle scuole,

la pubblicità e il passaparola. Le settimane di fine maggio sono quelle più intense. Un lavoro fondamentale è poi quello svolto dall’ufficio acquisti che gestisce i rapporti con fornitori per quanto riguarda il materiale, le merende e tutto il necessario per lo svolgimento del camp, senza dimenticare la gestione del trasporto dei bambini tramite il bus navetta. A giugno è tutto pronto per l’inizio ufficiale dell’avventura”. MilanoCamp quest’anno ha fatto registrare un notevole aumento di iscritti. A premiare il lavoro e l’impegno è stato, soprattutto, il passaparola, di mamme prima e degli stessi bambini e ragazzi che si sono divertiti, coinvolgendo sempre più amici. Manca ancora qualche giorno alla fine dell’attività e già si pensa ai Camp edizione 2017. Le idee non mancano: caccia al tesoro a fine settimana, gare genitori/figli il venerdì pomeriggio...

camPsempre più

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Quest’anno MilanoCamp si è tinto di azzurro. a luglio, infatti, un lieto evento ha animato il camp: stefano e letizia, rispettivamente responsabile dei camp lui e istruttrice di nuoto del Quanta Club lei, sono diventati genitori del piccolo Federico. Dopo qualche giorno di meritato riposo il neo-papà è tornato alla guida dei camp, più carico ed entusiasta che mai.

Quest’anno si sono alternati una quindicina circa di ragazzi. Comune denominatore: il desiderio di lavorare a stretto contatto con i bambini. ai “veterani” dei camp del Club si sono affiancati molti giovani studenti di scienze motorie che, grazie a quest’esperienza, hanno potuto mettere in pratica gli insegnamenti e gli studi universitari. a guidare il gruppo il responsabile stefano Passero, istruttore di nuoto del Quanta Club. a lui, assieme a Marco Uda, il compito di selezionare personalmente gli istruttori. Quali sono stati i requisiti richiesti? stefano non ha dubbi: “Chi vuole fare questo lavoro deve essere mosso da passione in primis, pazienza e grande professionalità”. la giornata tipo di un istruttore inizia con l’arrivo al Club (alle ore 7.45 si aprono gli spogliatoi e la struttura) per concludersi alle 18.30, solo quando l’ultimo bambino viene recuperato dai genitori. C’è anche chi, ogni giorno, compie il viaggio da e verso il Club in navetta, insieme ai bambini, per controllare che il servizio si svolga regolarmente e senza intoppi.

MUlTisPOrTil successo del camp multisport è legato alla grande varietà di attività da provare, dal lunedì al venerdì: danza, beach volley, nuoto, tennis, pattinaggio, unihockey, basket, calcio, rugby, orienteering e molto altro. a chiudere la settimana, il venerdì, le Quanta Olimpiadi: sfide a squadre per decretare i gruppi vincitori nei vari sport.

TeNNisPiù settimane rispetto agli anni passati e ancora più divertimento e sfide tra piccoli tennisti. il camp alterna allenamenti e insegnamenti mirati alla preparazione atletica, differenziata a seconda dell’età. il venerdì pomeriggio per finire sfide per tutti, a fare il tifo a bordo campo amici e genitori.

NUOTOi ragazzi del nuoto durante le settimane di camp hanno lavorato sui vari stili, perfezionando la tecnica. al mattino tutti in piscina per le lezioni, il pomeriggio, invece, era il momento di sperimentare sport diversi, ogni giorno.

sUBaCQUeaannata record per il camp di subacquea che ha sempre fatto registrare il tutto esaurito. Durante le varie settimane i giovani sub sotto la supervisione di istruttori esperti e qualificati hanno imparato le regole base dell’immersione, come attestato dal certificato PaDi rilasciato a fine corso.

arseNalla formula è sempre la stessa: tanto calcio con lezioni di tecnica differenziate a seconda dell’età e nel post pranzo inglese con gli insegnanti British institutes.

eNGlisHil camp ha avuto grandi adesioni soprattutto tra i più piccoli: giochi, film e tante attività sportive tutte rigorosamente in inglese, sotto la supervisione di insegnanti madrelingua British institutes.

aPeriCaMPse l’anno scorso era la novità, quest’anno è diventato il must del venerdì al Quanta Club: un’occasione per stare insieme, salutarsi prima del weekend o delle vacanze e scoprire le attività svolte dai ragazzi durante la settimana. ad assistere al TG Camp, il notiziario settimanale proiettato durante l’aperitivo, genitori, istruttori e gli stessi bambini, protagonisti e attori dei video realizzati. Un modo per rivedersi, uno strumento per far conoscere ai genitori il centro e tutte le attività svolte durante le settimane.

• 8.00 – 9.30arrivo e attività pre-camp• 9.30 – 12.30varie attività sportive a rotazione per il camp multisport, lezioni tecniche per i camp specialistici• 12.30 – 14.30pranzo e momento di relax• 14.30 – 17.00giochi e attività varie• 17.15 – 18.30attività ludica post camp

LA gIORNATA TIPO L’IMBARAzzO DELLA SCELTA

QUINDICI ISTRUTTORI, ANzI AMICI DEI BAMBINI

FIOCCO AzzURRO

DA OLTRE 160 ANNI UNA STORIA FATTA DI SUCCESSI

Qualità, tradizione e cultura sono la forza di Birra Menabrea. Una birra d´èlite basata sul concetto di “fatto a mano” e che da oltre 160 anni continua a raccogliere premi internazionali. Riconoscenze che sono rintracciabili nella qualità delle acque biellesi, nella scelta del luppolo, del ceppo di lieviti, del malto e sicuramente nell´amore che gli uomini, dal mastro birraio a chi si occupa degli altri processi di produzione, vi dedicano e vi hanno sempre dedicato.

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12/18 SETTEMBRE Programma

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S e la palestra vi sta stretta (ma non è certo il caso di quella luminosissima del Quanta Club...) si può utilizzare il percorso che si snoda lungo la superficie del Club, studiato appositamente per chi vuole correre o camminare per mantenersi in forma. Validissima soprattutto questa seconda opzione anche perché gli esperti dell’American Society of Nephrology ne sono ormai certi: camminare a piedi

sul tapis roulant o per strada almeno due minuti ogni ora al giorno può aiutare a vivere più a lungo. Basta anche soltanto scendere dal bus una fermata prima e raggiungere la meta desiderata per migliorare la propria forma fisica. L’attività fisica, infatti, previene i problemi cardiovascolari e aiuta a mantenere il cuore in salute. Camminare riduce il colesterolo del 7% e correre del 4,3%, la riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiache è rispettivamente del 9,3% e del 4,5%, quella di soffrire di ipertensione del 7,2% e del 4,2% e lo sviluppo del diabete del 12,3% e del 12,1%. Lo studio, inoltre, ha evidenziato che camminare rispetto alla corsa fa bruciare molto più grasso e quindi fa perdere maggiormente peso. La differenza sta nel “carburante” del nostro organismo. Nella corsa per mantenere un battito cardiaco elevato si bruciano soprattutto zuccheri. Nel camminare, invece, per tenere un ritmo di pulsazioni inferiore, si utilizza come combustibile soprattutto grasso: una passeggiata al giorno di soli 15 minuti può aiutare ad evitare di riprendere i chili persi, pericolo sempre dietro l’angolo dopo una dieta dimagrante aggressiva e fai-da-te.Esistono diverse forme di camminata: nella nostra palestra si può seguire un programma di fitwalking, camminata veloce, efficace per dimagrire e per rassodare gambe, cosce e glutei utilizzando i grassi (i cuscinetti adiposi in eccesso) per produrre l’energia necessaria all’ allenamento. Questo specifico allenamento in palestra è utile anche per gli addominali che rimangono sempre contratti perché devono stabilizzare il corpo mentre si muove sul tapis roulant.C’è poi l’energy walking che prevede tre soli allenamenti moderati la settimana, dimagrendo, rinvigorendo il cuore e l’apparato circolatorio e, in generale, avendo più energia per la vita di tutti i giorni, senza i possibili effetti collaterali dovuti a sforzi fisici eccessivi. Più meditativo il deep walking, o cammino profondo, che coniuga leggerezza e profondità sperimentando pratiche di meditazione e introspettive. Molto diffuso è diventato anche il nordic walking, una camminata veloce all’esterno che utilizza appositi bastoncini, coinvolgendo tutto il corpo nel movimento per rafforzare la muscolatura.

Fitwalking, oh sì!Che sia sui tapis roulant in palestra o sulla nostra pista di running camminare è l’attività più naturale del mondo

FITNESS

rUNNiNG sul tapis roulant d’inverno e in autunno, sulla nostra pista in primavera e estate...

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La corsa su tapis roulant (ma anche su strada) si divide in: allenamento aerobico (che correndo intensamente usa l’ossigeno come carburante per bruciare i grassi in eccesso) e anaerobico (che principalmente potenzia e

rinforza i muscoli). Per dimagrire bisogna allenarsi con ginnastica aerobica a media/bassa intensità, mai particolarmente intensa: per bruciare grassi bisogna correre a lungo, ma in modo bilanciato, permettendo all’organismo di bruciare la “ciccia” per usarla come nutrimento. La respirazione non deve essere affannosa ma deve consentire di parlare tranquillamente senza mancanza di fiato. In questo aiuta il tapis roulant che ammortizza il passo e limita l’affaticamento della schiena, senza il rischio che le articolazioni si infiammino utilizzando il computer sulla macchina per ottimizzare gli allenamenti modulando in tempo reale distanze, velocità e consumo calorico.

Correre sul tapis roulant:cosa bisogna sapere

Camminare o correre fa bene ma bisogna rispettare alcune regole per trarre i migliori benefici e anche non incorrere in guai muscolari.

- evitare i salti- Non sforzare il corpo più del necessario- Conservare un ritmo respiratorio costante- effettuare movimenti lenti- Camminando le dita dei piedi devono puntare

in avanti- il tallone del piede deve toccare il suolo per

primo- le braccia devono muoversi in modo naturale- le spalle devono essere leggermente inclinate

all’indietro e il mento sollevato- Non guardate a terra durante la camminata- Usate un contapassi o l’app dello smartphone

per misurare il cammino fatto

area CardioPer gli sportivi che vogliono fare dell’attività aerobica per dimagrire, aumentare l’attività cardiovascolare e il proprio livello atletico ci sono:• cyclettes• tapis-roulant

sala attrezziTutto ciò che ha a che fare con la mobilità articolare, il rinforzo muscolare e la tonificazione trova sfogo nell’area legata alle attività isotoniche. Oltre ai macchinari più classici come la panca piana, la leg press e via via fino ai macchinari con i cavi, gli sportivi possono contare sulla pancafit e sulla panca a inversione per un ulteriore allungamento posturale.Gli appassionati di body building possono contare su macchine di elevata qualità e su una rastrelliera di manubri dai carichi elevati.

la palestra è aperta dal lunedì alla domenica:• Lunedì – venerdì, dalle 9.00 alle 22.00• Sabato, dalle 10.00 alle 18.00• Domenica, dalle 10.00 alle 17.00

ALCUNE REgOLE DA CONOSCERE

LA NOSTRA PALESTRA

SPECIALE WELLNESS

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NUOTO

Qualsiasi tipo di esercizio fisico è meglio di niente, ma il nuoto è dimostrato che è uno dei migliori. Grandemente utile per la mente e il corpo: ecco perché

spendere più tempo in acqua è una scelta intelligente.1. Aiuta a gestire il pesoAspettatevi di bruciare circa 367 calorie dopo soli 30 minuti di rana - un dato superiore alla camminata, alla bicicletta e persino alla corsa. 2. Riduce i livelli di stress e aumenta l’autostimaSecondo un sondaggio di Speedo, il 74% degli intervistati è d’accordo sul fatto che il nuoto riduce lo stress e la tensione, il 68% dice che essere in acqua li aiuta a sentirsi bene con se stessi e il 70% si sente anche mentalmente “rinfrescato” dopo il bagno.3. Migliora il vostro umoreUn altro studio dimostra che i nuotatori, non importa di quale livello, sono meno inclini a tensione, depressione, rabbia e confusione dopo aver nuotato. Ciò significa che chiunque può stare altrettanto bene come i nuotatori “atleti”, grazie al rilascio della serotonina, l’ormone del benessere.4. Rinforza la muscolaturaLa resistenza dell’acqua può essere 44 volte superiore a quella dell’aria. Ciò significa che è necessario “lavorare di più” per passare attraverso di essa. È come allenarsi con i pesi o le macchine senza la necessità di queste attrezzature, il che rende il nuoto un modo economico per rafforzare i muscoli.5. Un esercizio a basso impattoSi sostiene circa il 10% del proprio peso quando si nuota a causa della spinta idrostatica dell’acqua. Quindi si ha una maggiore facilità di movimento e meno pressione sulle ossa, articolazioni e muscoli. Il

nuoto ha un minor rischio di lesioni rispetto a molte altre forme di esercizio.6. Migliora il sonnoLe persone che si impegnano nel nuoto hanno il doppio delle probabilità di avere un buon sonno, secondo un sondaggio della National Sleep Foundation. Sono meno propense a segnalare problemi di insonnia e sveglie troppo anticipate.7. Senza sudoreNuotando non si corre il rischio di surriscaldarsi e quindi sudare perché l’acqua intorno a voi è costantemente una fonte di raffreddamento.8. Riduce il rischio di malattieNon solo il nuoto è “gentile” con il cuore essendo un’efficace forma di esercizio cardiovascolare, è anche dimostrato che controlla i livelli di zucchero nel sangue, la pressione sanguigna è più bassa e i livelli di colesterolo nel sangue si riducono. Nuotando regolarmente, si ha meno probabilità di sviluppare malattie come il diabete di tipo 2, malattie cardiache e ictus.

Vuoi stare bene? Nuota!Otto buoni motivi per dedicare qualche ora alla

piscina migliorando corpo e mente

Apertura anticipata alle 8.30 lunedì e venerdì

la nuova stagione prenderà il via lUNeDì 19 seTTeMBre. Tra le novità più importanti da segnalare l’apertura anticipata della piscina due giorni a settimana: il lunedì e il venerdì, infatti, si aprirà alle 8.30 anziché alle 9.00. Gli amanti delle nuotate mattutine sono avvisati. Tra le attività tra cui sce-gliere oltre alla scuola nuoto e all’agonistica si confermano per i più piccoli il nuoto sincronizzato e la pallanuoto. Per gli amanti delle immersioni c’è invece l’attività subacquea, Quanta Diving, con corsi pomeridiani e serali per rispondere a ogni esigenza. Da quest’anno per i bambini c’è la possibi-lità di svolgere corsi anche la domenica mattina.

SAVE THE DATE

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DANzA

La nuova stagione della danza si prospetta ricca di novità: più corsi e un plan sempre più ampio e articolato, per rispondere alle esigenze di grandi e piccini. A presentare le novità è Annalisa

Confalonieri, da anni punto di riferimento per la danza al Quanta Club: “Abbiamo cercato di ampliare maggiormente l’offerta, per coinvolgere ancora più persone. La danza si rivolge a tutti, non ha età. Per la nuova stagione proponiamo corsi di danza classica, jazz, moderna, hip hop, break dance oltre all’avviamento all’attività con la propedeutica per i più piccoli”. Staff vincente non si cambia, confermati quindi gli istruttori per la nuova stagione ormai alle porte: per la danza classica il riferimento sarà Ilenya Lattanzio, Annalisa Confalonieri per modern e jazz, il super Marco De Magnis è la guida dell’hip hop, con il supporto di Yonas, specializzato nella break dance. Come ogni anno sono 2 gli appuntamenti fissi a cui è vietato mancare: la festa di Natale, con annessa esibizioni dei vari gruppi, e il saggio di fine anno in teatro.La novità più importante riguarda l’affiliazione al circuito FIDS (Federazione Italiana Danza Sportiva). La Federazione organizza vari concorsi, ad alcuni di questi prenderanno parte i gruppi di danza seguiti da Marco De Magnis, nello specifico la Quanta Crew, i Little Quanta e gli How Much Crew. Per chi volesse ci sarà la possibilità di frequentare corsi anche il sabato pomeriggio. Mentre da quest’anno partono i corsi Open per adulti: danza classica il lunedì sera, jazz il martedì e hip hop il mercoledì. Per chi invece è già avviato con la danza classica c’è il corso bi-settimanale.

seguire un corso di danza può aumentare la vostra autostima oltre che, ovviamente, rendere più elastici i muscoli e aiutare, assieme a una corretta alimentazione, la lotta contro l’accumulo di peso corporeo.recenti studi hanno dimostrato che la danza aumenta l’autostima, l’immagine positiva che abbiamo del nostro corpo, regala una sensazione di benessere e aiuta enormemente il controllo dell’alimentazione, secondo “The arts in Psychotherapy” che ha anche evidenziato come la danza deve essere incoraggiata per le persone che hanno la tendenza a soffrire di depressione e ansia in quanto, come afferma John Krakauer, neurologo della Columbia University, le regioni del piacere del nostro cervello sono fortemente stimolate da movimenti coordinati e dall’ascolto della musica: la sincronizzazione di entrambi questi piaceri sotto forma di danza produce una doppia produzione di sostanze chimiche “feel-good”.Poiché la danza interessa tutto il corpo è un bene per la salute delle ossa, come afferma la National Osteoporosis Foundation del regno Unito. il ballo migliora l’equilibrio perché utilizza tutti i muscoli del corpo. la maggior parte dei tipi di danza aiuta anche a tonificare i muscoli delle gambe. i balli moderni e l’hip hop, in particolare, allenano soprattutto i glutei e sappiamo quanto la tonicità di questo muscolo sia considerato importante dalle donne.la danza è anche ottima per il cuore. Chiaramente se i balli come il rock and roll sono più adatti a chi vuole bruciare calorie in eccesso anche un valzer lento può fare miracoli per chi ha problemi cardiaci. Uno studio pubblicato su “Circulation: Heart Failure” ha dimostrato che ballare il valzer per soli 20 minuti, tre volte alla settimana, ha migliorato la salute del cuore delle persone con insufficienza cardiaca, motivando anche coloro che hanno problemi di mobilità come gli anziani che usano il bastone per sorreggersi abitualmente.Molti che vorrebbero avvicinarsi alla danza sono preoccupati di “non avere il ritmo”. Concezione errata perché tutti siamo nati per ballare dato che i bambini di età inferiore ai cinque mesi mostrano la capacità di muoversi a tempo seguendo un rumore continuo. il nostro cervello ci spinge ad andare a tempo con i ritmi che sentiamo nella musica, e il più delle volte ci fa ballare grazie a una forte connessione mente-beat. “Poche attività stimolano maggiormente il cervello come la danza” secondo Daniel amen, autore di “Magnificent Mind at any age”. Ballare richiede sforzo di coordinamento muscolare e organizzazione di pianificazione mentale. Con l’avanzare dell’età, la danza può aiutare ad amplificare le capacità motorie, la coordinazione e le abilità percettive, mentre l’apprendimento di più o meno facili coreografie aumenta la memoria. il “New england Journal of Medicine” ha rilevato che seguire in età avanzata corsi di danza ha abbassato il rischio di demenza in modo significativo.

E la danza si fa Sport

LET’S DANCE

Classica, jazz, moderna, hip hop, break dance: ogni ballo è buono per muoversi e divertirsi

I corsi di danza stanno guadagnando popolarità. Perché? Perché è difficile ottenere un allenamento migliore e divertente

SPECIALE WELLNESS

12/18 SETTEMBRE

PROgRAMMA

Per tutte le informazioni: [email protected]

Per informazioni sul tennis: [email protected]

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TENNIS

• La scuola tennis è inserita nell’elenco delle scuole federali come Standard School

• I maestri hanno tutti la certificazione FIT come maestri federali o nazionali

• La presenza del preparatore atletico, Fabio Giuliano, assicura sempre 2 ore di attività giornaliera. Questo consente la crescita completa del ragazzo, non solo dal punto di vista fisico

• La scuola tennis è aperta sei giorni a settimana, dal lunedì al sabato

• L’attività pre-agonistica viene svolta secondo i canoni del FIT Junior Program

• I ragazzi sono seguiti con attenzione dai maestri, ogni istruttore lavora con non più di 4 ragazzi per campo

• La programmazione sul mini tennis è estremamente ampia

• L’attività è continuativa durante tutto l’anno. Al termine dell’anno scolastico e della SAT ci sono i camp estivi specialistici, incentrati sul tennis. I camp si svolgono nel mese di giugno, luglio e prima della ripresa della scuola, da fine agosto a inizio settembre

• Come ormai da tradizione a luglio si svolge il Tennis Clinic, un’intera settimana dedicata al tennis per tutti i bambini e ragazzi. Meta: Ortisei

• I ragazzi più bravi infine possono crescere all’interno del Club, affrontando tutti gli step, dalla pre-agonistica all’agonistica fino ad arrivare poi all’Accademia

Perché giocare al Quanta Club

Manuela Zoni elenca gli innumerevoli punti di forza del Club per i giovani tennisti

1) PreParare la ParTiTaUn match vincente inizia dalla preparazione alla competizione, di qualsiasi livello essa sia. importante è avere sempre un atteggiamento vincente anche se occorre ricordare che sul campo poi uno vince e un altro perde e quindi non bisogna fare dei drammi per eventuali sconfitte con l’avversario di sempre o con quello sorteggiato per il torneo di club. Potreste aver preparato una partita come un professionista, ma a volte non è sufficiente, e si perde. Non buttatevi giù. È necessario mantenere un atteggiamento positivo che contribuirà a fare di voi un futuro vincitore.

2) il CiBO È iMPOrTaNTeil pre-partita inizia la sera prima della gara quando occorre scegliere un buon pasto serale che includa alimenti con abbondanza di carboidrati e di cibo integrale: cereali, riso, pane e pasta. Questi forniscono al vostro corpo energia sotto forma di glicogeno che fungerà da benzina al vostro motore quando ne avrete maggiormente bisogno.

3) UNa CHeCK-lisT iNTelliGeNTe- due racchette (nel caso in cui le corde della

vostra racchetta favorita si rompano- una lattina di palline nuove- abbigliamento comodo ma anche che vi piaccia- giacca e pantaloni della tuta warm-up- due paia di calze e di scarpe- un cappello o se preferire una fascia antisole- due braccialetti per il sudore- crema solare- una scatola di bende per blisteraggio muscolare- alcuni spuntini (mele e banane sono ottime)- molta acqua e bevande energetiche- qualcosa che vi rassicuri mentalmente: un libro

o della musica- un atteggiamento vincente!

4) CONsiGli Per il GiOrNO Dell’iNCONTrOCirca tre ore prima di giocare, mangiate un pasto per mantenere i muscoli alimentati. anche in questo caso, sgranocchiate un complesso di carboidrati che contribuirà a mantenere la glicemia stabile. Burro di arachidi e banana su pane tostato integrale, farina d’avena con frutta

IMPARA A VINCEREDA SERENA E VENUS

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Il tennis è uno degli sport di punta del Quanta Club, per le strutture che offre, ben 16 campi, per la qualità del servizio offerto e per lo staff sempre a disposizione di atleti e clienti. L’attività si differenzia a seconda dell’età e delle esigenze, per i più piccoli e per chi si approccia al tennis per la prima volta c’è la SAT, la scuola di addestramento, per bambini e adulti. I più grandi invece possono sperimentare la preagonistica prima e l’agonistica poi. Senza dimenticare l’Academy, fucina di talenti volti al professionismo o ancora le lezioni private con i maestri del centro.

La parte Agonistica si rivolge a ragazzi e adulti, fino ad arrivare poi all’Accademia, per chi punta al mondo del professionismo.• Gli atleti sono seguiti da uno staff qualificato. A guidare il gruppo degli istruttori sono Barbara Rossi e Maurizio Riva• Vengono disputate gare a squadre, dalla serie C fino alle squadre dei Soci • Si organizzano Rodei giovanili per l’agonistica• Le lezioni si svolgono dal 1° settembre al 30 giugno • Durante il mese di luglio ci sono le settimane agonistiche, per continuare con la preparazione e gli allenamenti.

Per tutti i gusti

Agonisti prima, prof poi

Dalla SAT all’Academy ognuno può provare, a tutte le età, a migliorare il proprio gioco

Chi volesse fare una lezione di prova può contattare la responsabile Manuela zoni (3391147069). le prove si svolgeranno a partire da fine agosto fino a settembre, in concomitanza con l’inizio della scuola. Da quest’anno è disponibile un libretto dedicato esclusivamente al tennis. si può ritirare una copia presso la reception oppure si può scaricare il libretto direttamente dal sito Quanta Club, nella sezione dedicata al tennis.

fresca o yogurt magro con mele tritate e un po’ di zucchero di canna sono ottime scelte per la colazione. Per il pranzo, si potrebbe scegliere un sandwich di proteine magre come pollo e delle verdure su pane integrale. Mantenetevi idratati bevendo molta acqua o la bevanda energetica preferita.

5) arriVaTe PresTO al CaMPOVedete di arrivare presto al club dove è fissata la vostra gara. Non solo è maleducato tenere il proprio avversario in attesa, ma dovete avere avere il tempo di riscaldarvi correttamente. ad alcuni piace retare isolati prima di una partita evitando contatti con gli altri. Ma è vero anche il contrario perché molte persone preferiscono non estraniarsi troppo per non caricarsi di tensione. sarà il vostro temperamento a dirvi quale approccio è meglio.

6) PeNsaTe POsiTiVOQuando arriva il momento della partita cercate sempre di sentirvi bene con voi stessi puntando a dare sempre il 100 per cento. Giocate un punto alla volta, e lasciate che... la forza sia con voi...

7) TieNi sOTTO CONTrOllO la PressiONeimparare a giocare sotto pressione è una delle abilità più importanti che si devono sviluppare. alcuni giocatori sembrano sempre sotto stress, mentre altri sembrano usarlo per spingere il loro gioco al livello superiore trasferendo ansia al proprio avversario. Ci vuole tempo per imparare a mettere da parte la pressione e concentrarsi solo sul gioco. Basta provare a pensare a un punto alla volta.

8) e a MaTCH TerMiNaTO...sia che si vinca o si perda, ricordate di ringraziare avversario e arbitro (se c’è). Ma soprattutto non dimenticate di seguire una breve routine di stretching che vi aiuterà a raffreddare il vostro corpo e a rallentare i battiti del cuore. Probabilmente avrete abbastanza fame da poter mangiare anche la racchetta. Questo è un grande momento per concedervi uno sfizio come un gelato o un pezzo di torta. se siete invece dei talebani della dieta allora concedetevi una torta di riso o della frutta fresca, che dovrebbero aiutarvi a ottenere rapidamente un po’ di energia.

PROVE E LIBRETTO

Le due sorelle Williams hanno le idee molto chiare su come affrontare una partita (o, nel loro caso un torneo) e prepararsi a vincere

SPECIALE WELLNESS

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SPECIALE WELLNESS

HOCKEY

Perché si dovrebbe giocare a hockey in line? I motivi sono tanti, innumerevoli, come spiega il dt dell’HC Milano Quanta,

Riki Tessari: “L’hockey inline è uno sport dinamico e avvincente che lascia ampio spazio anche alla fantasia e all’inventiva. È uno sport di squadra e, come tale, insegna a rapportarsi con gli altri e a condividere”. Ma c’è di più. Giocare a hockey inline al Quanta Club vuol dire far parte del vivaio dell’HC Milano Quanta, vuol dire indossare i colori rossoblu, giocando per la società di hockey in line ai vertici del movimento in Italia. Si può crescere come giocatori e inseguire il sogno di poter approdare in prima squadra. Oltre allo svago e al divertimento legato al gioco non bisogna dimenticare la splendida cornice in cui ci si trova: il Quanta Club è un ambiente sicuro e protetto, dove l’attenzione dedicata alle famiglie e ragazzi è totale. I corsi di hockey in line si rivolgono alle categorie under 10, 14 e 16. Per i più piccoli da quest’anno le lezioni saranno bisettimanali, per gli altri invece gli allenamenti si svolgeranno 3 volte a settimana.

RossoBlu, colore vincente

Giocare a hockey, a ogni età, significa far parte di un gruppo

l’hockey sotto tutte le forme in cui viene giocato è più di un semplice sport: è un catalizzatore che insegna i giusti valori della vita e aiuta a migliorare enormemente corpo e mente. simile ad altri sport di squadra, l’hockey ha molti vantaggi rispetto a quelli che sono giocati individualmente. a parte gli evidenti benefici derivanti dall’attività fisica, i giocatori migliorano coordinamento, forza, riflessi e agilità. ancora più importanti sono gli insegnamenti di vita che i giocatori di hockey imparano sin da giovani e che si portano dietro per tutta la vita abituandosi a lavorare in gruppo per cercare un obiettivo comune, sviluppando capacità di ascolto e di rispetto per l’autorità e le regole. Gli hockeisti, inoltre, sviluppano fiducia in se stessi, pazienza, autostima e sportività, elementi che li aiuteranno in tutti i settori della loro vita.Quando si pensa di hockey, si pensa a scontri alla balaustra, interventi rudi o peggio. in verità tutte le forme di hockey hanno molte “qualità”. Vediamone alcuni dei vantaggi derivanti dal giocare a hockey...

aiuta a bruciare grassi e calorieil ritmo veloce del gioco richiede brevi raffiche di energia che aiutano a bruciare un enorme numero di calorie. Ogni giocatore brucia circa 0,13 calorie per chilo di peso, per minuto. Ciò equivale a una enorme perdita di peso corporeo nel lungo periodo.

sviluppa il sistema cardiovascolarel’energia e la forza muscolare richieste dall’hockey aiutano lo sviluppo del sistema cardiovascolare, che rifornisce i muscoli con l’ossigeno. il pompaggio di grandi quantità di ossigeno aiuta a migliorare la respirazione e l’attività cellulare.

aumenta il metabolismoa causa dello start-stop del gioco, in cui il pattinaggio veloce è interrotto da periodi di riposo, si può arrivare a godere di benefici cardiocircolatori ancora maggiori. Questo modello riproduce l’“high intensity interval training”, che consente di bruciare più calorie e di aumentare il metabolismo.

allena tutte le parti del corpoGiocare a hockey è un ottimo modo per sviluppare i muscoli delle gambe, come i muscoli posteriori della coscia e i muscoli flessori dell’anca. aiuta anche a sviluppare la resistenza dei tricipiti, avambracci e i muscoli della spalla.

Migliora la forza muscolarela forza muscolare migliorata acquisita con l’hockey riduce il rischio di lesioni, migliora la resistenza ossea, rafforza i tessuti connettivi e aumenta la massa muscolare.

sviluppa agilità e coordinazione occhio-manoGiocare a hockey richiede un coordinamento tra le mani e gli occhi. Migliora anche le risposte spontanee e le reazioni e l’agilità dei giocatori.

HOCKEY, UNO SPORT COMPLETO

gli evidenti benefici derivanti dall’attività fisica sono solo la parte più visibile dei grandi vantaggi per chi pratica questo sport

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SPECIALE WELLNESS

AMARCORD | Toni Cappellari

Le valigie dei Giochi

Brutta cosa svegliarsi invidiosi, ma, purtroppo, ci capita ogni anno bisestile quando sentiamo che qualcuno sta preparando le valigie ed è in par-tenza per i Giochi olimpici. Vera grande festa

dello sport anche se cercano di stritolarla come succede anche adesso fra dopati di Stato e guerra fredda. Interessi colossali, il mondo che ti guarda. La politica che prova a giocare, anche se il palcoscenico dovrebbe essere soltanto degli atleti.La vigilia di Rio ci ha ricordato l’unica Olimpiade vissuta da dentro, quella di Los Angeles nel 1984. Anche allora tamburi lontani che facevano pensare a una crisi impossibile da risolvere. Si veniva dal boicottaggio dei Paesi occiden-tali ai Giochi di Mosca del 1980, per quelli californiani 4 anni dopo era il blocco dell’Est, quasi al completo, a chia-marsi fuori. Non tutti e, infatti, sul campo di basket, l’Italia si trovò la strada sbarrata dalla Jugoslavia, ma ne parleremo più avanti.In quella Olimpiade si viveva fra tormenti ed estasi, perso-nalmente soltanto estasi anche perché me la godetti dav-vero da un posto privilegiato nel box televisivo dove mi aveva portato Ennio Vitanza utilizzandomi come spalla per le telecronache sul basket. Un pass privilegiato per vedere tutto, andare ovunque, cosa che non avrei potuto fare anche se ero aggregato alla spedizione del basket, c’era tutta la mia Olimpia, da Rubini come dirigente, a Gamba, capo allena-tore, e Filippo Faina, il suo vice, uno dei “turchi” come ci chiamava il Principe quando si esagerava col fumo nella sede di via Caltanissetta.Dunque Giochi di Los Angeles, quelli del massimo splen-dore di Carl Lewis, dominatore dei 100 metri, era la prima volta che vedevo correre un uomo sotto i 10” nei 100 metri, il fenomeno che alzava la vela e volava sulla sabbia del salto in lungo o nella staffetta.Una festa dimezzata, ma che festa. Grandissimo nuoto, splendida pallanuoto e quello era il vero tormentone per programmare i viaggi di Cesare Rubini (foto), grandissimo del basket, 15 scudetti, la prima coppa dei campioni di una squadra italiana con il Simmenthal, ma campione olimpico di waterpolo nel 1948, l’unico italiano in due case della glo-ria mondiali, la pallacanestro appunto e la pallanuoto.Con lui non ti annoiavi mai. Era davvero un Principe a cui

piaceva stare in tribuna d’onore alle cerimonie d’apertura, anche quando era atleta, ma che non viveva soltanto di sport. Cento interessi e un giorno mi travestì da autista, mentre lui interpretava il ruolo del ministro italiano per la cultura, per poter arrivare in auto fino alle porte del Paul Getty Museum a Malibù, perché voleva vedere un Tiziano, ma restò folgo-rato dall’atleta di Fano dipinto da Cima di Conegliano che gli ricordava “Barabba” Bariviera, uno dei grandi giocatori per il suo ultimo periodo come allenatore all’Olimpia, anche se non furono sempre rose e fiori fra loro.Ma torniamo ai Giochi e al torneo di basket che fu dav-vero qualcosa di speciale. Venivamo dall’argento olimpico di Mosca 1980, ma non c’era la nazionale statunitense che nel 1984, invece, si presentò con Michael Jordan, ancora gio-vanissimo, e Pat Ewing. Dominatrice del torneo vinto sulla Spagna di Corbalan, San Epifanio, Fernando Martin, e la Jugoslavia che si guadagnò quel podio dopo una battaglia contro l’Italia. Ora si capirà meglio perché avvicinandoci al preolimpico di Torino fallito miseramente qualche set-timana fa, non eravamo tranquilli. Il motivo era la presenza di Aza Petrovic sulla panchina della Croazia che poi ha eli-minato la squadra di Messina, del trio NBA, di quelli che pensavamo potessero essere i migliori.A Los Angeles avevo visto all’opera Aza Petrovic. Lui era astuto, brillante, a quei tempi ancora giocatore, vera guida per il fratello Drazen, autentico fenomeno che purtroppo ha perduto la vita troppo presto, per un gruppo dove c’era anche Knego che poi ritrovai, anni dopo, a Milano, come console del suo Paese. Fu Aza a far saltare la catena del nostro Dino Meneghin, il più grande di sempre. Due falli tecnici provo-cati, espulsione, caccia all’uomo dopo la fine di una partita che si poteva e si doveva vincere come vi diranno tutti da Caglieris a Premier, da Bonamico a Gilardi, Magnifico, Bru-namonti, Villalta, Vecchiato, Riva, Marzorati e Sacchetti. Ve li ho citati perché non sembra proprio che nella Nazionale di Torino, quella che si diceva migliore di sempre, ci fossero più talenti di quelli che Gamba guidò al quinto posto, gran parte di loro fu medaglia d’argento ai Giochi di Mosca dopo aver battuto l’Urss a casa sua.Ora capirete, avendo questi ricordi fissi nella mente, perché capita di alzarsi invidiosi sapendo che altri stanno partendo per andare alle Olimpiadi.

Ricordi amari ma anche bellissimi di una spedizione a Los Angeles al seguito del

grandissimo basket azzurro

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Quando sulla porta di ingresso di un esercizio pubblico notate un adesivo verde con su scritto Day, sappiate che se avete buoni pasto Day gruppo UP con voi sarete i benvenuti, perché quel locale è partner della filiale italiana del gruppo UP e potrete saldare la vostra consumazione con uno dei suoi buoni.La missione di Day è quella di immaginare e creare prodotti e servizi semplici, che facilitano l’esistenza delle persone e delle imprese per rendere la loro vita più leggera nel quotidiano, in città, sul lavoro. Una vocazione che nasce in Italia quasi trent’anni fa e oggi si concretizza in una serie di proposte scelte quotidianamente da migliaia di aziende.Nel panel di proposte il servizio più conosciuto è quello del buono pasto, con il quale 500.000 lavora-tori ogni giorno trascorrono la pausa pranzo in uno dei 110.000 locali affiliati. Può essere sotto forma di carnet cartaceo o digitale con card a microchip multifunzione, che garantisce sicurezza e praticità d’uso. Con Day Tronic l’esenzione fiscale prevista per legge garantisce al dipendente un potere d’ac-quisto esentasse più alto.In forte sviluppo il servizio Day Welfare grazie alle agevolazioni introdotte dall’ultima Legge di Stabilità, che incentivano le imprese nello sviluppo di piani di welfare di secondo livello per i loro dipendenti.Il prodotto che sta ottenendo riscontri sempre più favorevoli è Cadhoc, buono shopping ideale come fringe benefit per dipendenti, omaggio per clienti, incentivo per forza vendita e premio in concorsi e promozioni.

Multi insegna e multi funzione, Cadhoc è spendibile da chi lo riceve nei negozi delle più famose catene di abbigliamento, sport, arredamento, supermercati, ma anche online, in prestigiosi store e-commerce come Amazon, Zalando, Ibs, o Mediaworld.itPersonalizzabile con il logo aziendale o un claim scelto dal cliente, può essere di qualsiasi valore e raccolto in carnet.Il buono regalo Cadhoc come fringe benefit per i propri dipendenti rientra nella categoria delle ero-gazioni liberali fino a €258 all’anno. È deducibile ed esente IVA.Cadhoc è un’ottima soluzione per motivare i pro-pri agenti di vendita e fidelizzare clienti e fornitori. Deducibile tra le spese di rappresentanza, rende obsoleti i gadget, inutili e costosi. Chi riceve un voucher Cadhoc vi sarà grato, perché vivrà un’e-sperienza nella quale si sentirà protagonista: sce-glierà il suo regalo!La diffusione sul territorio nazionale ne fa il pro-dotto ideale per concorsi e promozioni. Cadhoc fa sempre tendenza, non passa di moda, non diventa tecnologicamente obsoleto. È la soluzione che libera dal peso della logistica, semplice da ordinare e gestire. E Day gruppo UP, che propone questa soluzione personalizza i buoni shopping in base alle esigenze del committente. Tutti i servizi sviluppati da Day gruppo UP hanno la vocazione di contribuire a sviluppare un’economia sostenibile al servizio di una società più solidale e democratica, soddisfacendo le esigenze di clienti, partner e utilizzatori.

Day: soluzioni di benessere che ti migliorano la vita

INFORMAzIENDA

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Una vera e propria festa di colori il 24 giugno ha segnato al Quanta Club l’arrivo dell’estate. L’evento è iniziato nel pome-riggio con un esclusivo torneo organizzato per i soci dai mae-

stri di tennis. Una volta finite le gare è stato il momento dell’aperitivo in Club House seguito poi dalla cena al ristorante. Un tripudio di fiori e colori, un’occasione per passare una piacevole serata in compagnia.

SmaRt

EVENTI

Giugno e luglio sono stati l’occasione giusta per vivere insieme l’estate

Un club sempre più

SUMMER LAUNCH BLOSSOMFiori e colori per celebrare l’arrivo dell’estate

Il 22 luglio il Quanta Club ha celebrato la notte della lanterne con un omaggio alla cultura e alle tradizioni orientali. Nel mondo buddhi-sta e in quello thailandese far galleggiare le lanterne sull’acqua sim-

boleggia l’abbandono della sfortuna. Per allontanare la negatività e come buon auspicio si accendono candele e luci da riporre, insieme con mes-saggi propiziatori, all’interno delle stesse lanterne. Un gesto semplice ma colmo di significato. L’ultimo appuntamento dedicato ai Soci prima della pausa estiva ha regalato così un’aria orientale. Dopo una ricca cena a base di pesce la serata è proseguita a bordo piscina dove gli invitati hanno potuto adagiare sull’acqua le lanterne colorate. All’interno di ogni lanterna era custodito un messaggio di speranza e buon auspicio.

Estate è sinonimo di colori, musiche e naturalmente ape-ritivi. Con l’arrivo della bella

stagione è tornato il consueto appun-tamento con gli aperitivi a bordo piscina del Quanta Club. La formula era quella del tradizionale aperitivo, a fare da cornice la pineta del Club. 4 appuntamenti complessivi tra giugno e luglio per chiudere poi la stagione con l’evento conclusivo, a settembre.

Per rivivere le emozioni di queste serate puoi consultare il canale YouTube Quanta Club TV alla

sezione eventi. La web TV sarà nei pros-simi mesi sempre più utilizzata anche per gli eventi aziendali e soprattutto per l’Hockey, con streaming e appuntamenti di approfondimento. Resta collegato con Quanta Club TV.

LA NOTTE DELLE LANTERNE

SUMMER DRINK CLUBE LA TV

PER RIVEDERE TUTTO

Un omaggio alla cultura e alle tradizioni orientali prima della pausa estiva

Quattro aperitivi a bordo piscina e poi la chiusura a settembre

Prossimo appuntamento il 9 settembre, cena con la danza del ventre: sui social tutti i dettagli...

SAVE THE DATE

Day: soluzioni di benessere che ti migliorano la vita

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TENNIS | a cura di Cristina Lupi

Un anno fa nasceva l’Academy Tennis del Quanta Club, dopo nemmeno 365 giorni i giovani talenti del Club sono cresciuti, maturati e si sono avvici-nati al mondo del professionismo. Oltre a Federico

Arnaboldi, portato alla ribalta dal successo ottenuto nel Torneo Avvenire, altri 2 sono i giovani talenti cresciuti in poco tempo. Si tratta di Nicolò Turchetti e Chiara Bordo.L’avvio di stagione per Nicolò non è stato certo facile, reduce da un lungo stop forzato di oltre 6 mesi, a seguito della mono-nucleosi. Il lavoro di ripresa è iniziato a novembre, con i primi allenamenti per poi intensificarsi sempre più, come sottolinea Maurizio Riva, suo tecnico: “Nicolò ha disputato in questo ultimo periodo molte partite, e tornei, a riprova di una buona condizione di forma”.Nel giro di un solo anno Nicolò è cresciuto e maturato, anche per quanto riguarda la classifica punti. A livello italiano è passato da 2.3 a 2.2, e dopo aver ottenuto i primi punti ATP lo scorso anno ora il giovane classe 1996 si attesta intorno al numero 1.200 al mondo. L’obiettivo primario a detta del ragazzo è uno solo: “Fare punti ATP per entrare nei primi mille al mondo e andare sempre più avanti”.L’altra grande protagonista dell’Academy è Chiara Bordo,

autrice di una crescita impressionante in poco più di un anno di lavoro. Barbara Rossi ed Elisa Villa hanno lavorato con lei sull’impostazione, passando dal tirare unicamente forte all’alter-nare variazioni di gioco. Le prime risposte positive sono arrivate dalle pre-qualifiche del BNL. Un’altra importante evoluzione si è avuta intorno a metà anno quando Chiara è passata in clas-sifica da 2.8 a 2.7. Ma non finisce qua perché al momento la ragazza ha già i punti necessari per passare a 2.6. È una crescita netta e costante che premia il lavoro e i sacrifici della giovane giocatrice, lavoratrice instancabile. Ad elogiarne la tenacia e la costanza è la coach Barbara Rossi: “Chiara potrebbe addirittura a fine anno passare a 2.5. In questi mesi è cresciuta molto a livello di impostazione di gioco. Deve continuare a battere in modo costante le giocatrici del suo livello, come fatto fino ad ora. Nel torneo Bonfiglio ha battuto persino una giocatrice 2.5. Affronta le gare e gli allenamenti con la giu-sta mentalità. Al termine dell’avventura con la serie C abbiamo fatto un richiamo fisico di 2 settimane per riprendere le forze e ripartire a lavorare poi con la giusta intensità”.Nella sua agenda ci sono ora l’appuntamento con il Torneo Internazionale under 18 di San Marino e a settembre i primi tornei 10.000, validi per ottenere punti per la classifica WTA.

Chiara Bordo e Nicolò Turchetti sono la punta dell’iceberg del gruppo gestito e allenato da Maurizio Riva, Barbara Rossi ed Elisa Villa

acadEmy un anno dopo

• Torneo di Bergamo 10.000 (valido per la classifica ATP). Nicolò si è qualificato perdendo poi al 3° set con Virgili, vincitore della Manifestazione.

• Quarti di finale nel futures di Antalya (Turchia). A fermare Nicolò è stato un colpo di calore, dopo i numerosi match vinti.

• Vittoria nel Torneo Open di Sesto San Giovanni. Finale senza storia vinta contro Nicolas Carlone, con il punteggio di 6-3 6-1.

altre tappe importanti per il periodo estivo: le qualifiche del Torneo di Biella (85.000), il Challenger di Cortina (50.000), il futures di Cornaiano (torneo da 25.000), un torneo in spagna e poi nuovamente in italia, a settembre, per le qualifiche del Challenger di Como. Tra settembre e ottobre sarà poi il momento di vari tornei in giro per la penisola.

NICOLò EDIzIONE 2016

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A un anno dalla sua nascita l’Accademia di Tennis del Quanta Club amplia il suo staff con l’innesto del giovane Matteo Volante, passato in poco tempo da allievo dell’Academy a Maestro Federale di primo

livello. Dopo una carriera costellata di successi e, purtroppo, anche parecchi infortuni per Matteo è il momento della svolta. Una scelta desiderata, voluta e fortemente ragionata quella fatta. Dietro la decisione di lasciare la carriera di giocatore professio-nista per concentrarsi sull’attività di maestro, infatti, si celano molteplici ragioni. Prima fra tutte la voglia di avere una mag-giore stabilità e tranquillità legata alla sfera privata: “Mi spiace smettere, era una decisione nell’aria, ho solo accelerato i tempi, in seguito anche a numerosi infortuni che hanno rallentato la mia carriera. Ho viaggiato tanto nel mondo, in giro per tornei, ora nel mio futuro cerco una maggiore stabilità dovuta anche alle scelte che sto facendo, prima su tutte quella di comprare casa”. A credere nel talento di Matteo sono i suoi maestri di sempre, Barbara e Maurizio, e ancora prima Manuela Zoni. “Manuela mi ha proposto un ottimo progetto - chiosa Matteo - mi è sem-brata subito interessante l’idea di allenare i ragazzi dell’Accade-mia e provare a farli crescere”. Matteo lavorerà quindi a fianco dei suoi stessi maestri con i ragazzi dell’Academy al mattino. Nel pomeriggio, invece, oltre all’attività dell’Accademia ci sarà spazio per lavorare con i gio-vani dell’Agonistica. Nonostante la giovane età Volante ha già le idee chiare sull’attività tecnica che andrà a svolgere con i ragazzi: “Spero di poter dare il mio contributo personale per guidare i nostri giovani dell’Accademia nel mondo del professionismo. Nello specifico seguirò soprattutto Federico Arnaboldi, Luca Massimo e Nicolò Turchetti e con ciascuno di loro lavoreremo su aspetti specifici. Oltre ai giovani dell’Accademia è importante seguire con attenzione anche i ragazzi dell’Agonistica, lavorando su piccoli accorgimenti tecnici e sull’atteggiamento mentale”. In questa nuova e ambiziosa avventura Matteo avrà l’opportu-nità di lavorare fianco a fianco con i maestri Barbara Rossi e Maurizio Riva, figure fondamentali nel percorso di crescita del giovane, prima come giocatore e ora come insegnante: “Sono 15 anni che mi alleno con loro, mi baso su quello che mi hanno insegnato”.Guai però a pensare che il varesino smetta completamente di disputare gare. Matteo, infatti, da settembre lascerà il professio-nismo per dedicarsi completamente all’attività di maestro senza però tralasciare le coppe a squadre e i tornei open. E chissà che magari non arrivi un altro successo nel doppio nel torneo di pre-qualifiche del BNL proprio al Quanta Club, come già successo quest’anno.

Il trentaduenne Volante si aggiunge come maestro federale di primo livello ai “santoni” dell’Academy

Welcome mattEo

Manuela zoni: “Matteo è stato un forte giocatore, ha vissuto il tennis di alto livello. Oltre a ciò è un gran lavoratore: ha voluto fortemente affiancare Barbara e Maurizio in questa nuovo ruolo. il suo aiuto sarà prezioso in ogni reparto, dall’accademia, all’agonistica. e se avrà del tempo libero potrà anche dare lezioni private”.

Barbara rossi e Maurizio riva: “Conosciamo bene Matteo. abbiamo iniziato a lavorare con lui dai tempi dell’under 18. in questo ultimo periodo ha iniziato a supportarci con gli allenamenti dei ragazzi dell’academy. Matteo è il futuro: conosce il nostro modo di lavorare, proseguirà in questa direzione”.

a pochi è capitato di poter incontrare uno dei propri idoli tennistici, ad ancora meno è capitato di poter conoscere di persona un famoso campione. Di sicuro a nessuno è mai successo di battere, durante un match, uno dei tennisti più bravi al mondo. O forse no... esattamente nel 1996 un giovane Matteo Volante, under 14, si è imposto a Tokyo durante la Coppa a squadre su un ancor più giovane rafael Nadal, under 12. in palio la finale 3°-4° posto tra italia e spagna. Nonostante sia passato ormai qualche anno il ricordo è vivido nella mente di Matteo: “lui era più piccolo di me. Mi sono imposto in due set, il match non è durato più di mezz’ora. È stata una soddisfazione aver contributo al successo della squadra, certo a quell’età 2 anni di differenza sono un divario importante”.

Nato a Busto arsizio trentadue anni fa, Matteo ha iniziato a gio-care a Gallarate già a 6 anni. il suo percorso tennistico segnala il Circolo Tennis a Gallarate, 3 anni in Federazione, 2 anni a Cividino (seguito da Vavassori). Ma da quando ha 17 anni si allena con Maurizio riva e Barbara rossi. Ha esordito nel professionismo a 17 anni. il suo best ranking è stato il numero 199 della clas-sifica aTP di doppio e 440 della classifica del singolo, specialità in cui ha vinto 5 tornei da 10.000 dollari mentre nel doppio ha vinto circa 60 tornei da 10.000 e 15.000 dollari oltre ad essere stato semifinalista in 4 tornei da 50.000 dollari. Campione italiano under 12, è stato vicecampione italiano under 14 e under 16 e ha giocato in nazionale fino all’under 18. attualmente ha una classi-fica 2.5 mentre nel doppio aTP è numero 250.

I NUMERI DI VOLANTE

DICONO DI LUI

QUELLA VOLTA CHE...

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TENNIS

Non solo tennis made in Italy all’Accademia del Quanta Club. Tra maggio e giugno, infatti, si è unita al gruppo Jimena Garbino, sedicenne ten-nista argentina (di Buenos Aires) alla sua prima

esperienza in Italia. Per un intero mese la giovane si è allenata insieme ai ragazzi dell’Academy sotto la supervisione di Barbara Rossi e Maurizio Riva, supportata anche dal prezioso aiuto dei maestri Elisa Villa e Filippo D’Agostino. La scelta di Jimena di scegliere l’Italia e il Quanta Club come punto di riferimento per questo soggiorno non è stata casuale. Da un lato il desiderio di conoscere il Belpaese e le proprie ori-gini, i genitori della ragazza sono infatti italiani, dall’altro la voglia di cimentarsi con il mondo del tennis, carpendo preziosi insegnamenti. A giocare un ruolo fondamentale è stato senza dubbio Eduardo Infantino, coach argentino oggi membro della FIT. È stato proprio il tecnico a indicare il Quanta come polo di eccellenza per l’insegnamento del tennis. All’inizio non è stato facile, ad ammetterlo con il sorriso è la stessa ragazza che ricorda i primi giorni e i problemi di comu-nicazione legati soprattutto alla lingua: “I primi giorni mi sono sentita spaesata, soprattutto perché non capivo l’italiano. Ho avuto tempo e modo per integrarmi e conoscere i ragazzi in que-sto mese di allenamenti. Al mattino mi sono allenata insieme a Chiara Bordo, è molto brava. Il pomeriggio invece l’attività si svolgeva con Milena, Mara e Stefania”. Questi giorni sono serviti a Jimena per lavorare sulla tecnica e

sulla parte atletica, apportando alcune piccole modifiche legate al servizio e al rovescio. Oltre agli allenamenti c’è stato anche il tempo per partecipare a due tornei open, a Sesto San Giovanni e Cesano Maderno, per un totale di 9 partite disputate. Un’esperienza importante, soprattutto per la possibilità di giocare su superfici diverse, nello specifico cemento e campi coperti.Se durante la settimana gli impegni e gli allenamenti sono stati più che mai serrati, nei weekend la giovane argentina insieme alla famiglia ha girato in lungo e in largo lo Stivale, visitando alcune tre le città più belle del nostro Paese, come Roma, Vene-zia, Firenze e Torino. Senza dimenticare una puntatina al mare, in Liguria, a Chiavari, per assaporare la famosa focaccia. Durante il soggiorno nella Capitale una tappa obbligata è stata quella al foto italico, per assistere agli Internazionali d’Italia.L’avventura italiana di Jimena si è conclusa a metà giugno, in concomitanza con la fine delle vacanze in Argentina e la ripresa della scuola. Questa esperienza italiana è servita alla giovane per mettere le prime basi per un possibile ritorno, l’anno pros-simo, per cercare di entrare nel mondo del professionismo in Europa. Queste le parole della ragazza, determinata, motivata e con le idee per il futuro molto chiare: “Tornerò presto a Milano con altre mie colleghe argentine, per allenarmi nuovamente e magari giocare dei tornei con la maglia del Quanta Club. Sogno un futuro nel mondo del tennis in Europa, mi piacerebbe inoltre disputare tornei che diano punti per la classifica WTA”.

Tornerà presto l’argentina Jimena Garbino che per due mesi si è allenata insieme ai ragazzi dell’Academy

La primavera di JimEna

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Ancora un successo per il Tennis Clinic per ragazzi organizzato dal Quanta Club. La formula, collaudata da anni, è garanzia di qualità e divertimento: tanto tennis, gite, momenti di svago e uno staff attento e impeccabile. Il tutto nella magica cornice di Ortisei, perla delle Dolomiti.La settimana del Clinic si è svolta dal 3 al 10 luglio. Ad accompagnare il gruppo di 30 ragazzi i maestri del Club: Fabio,

Jacopo, Filippo e Leonardo, capitanati dalla super Manuela Zoni. Il torneo finale è stato il momento conclusivo della vacanza. Al termine delle sfide tutti i ragazzi hanno ricevuto l’attestato di partecipazione, con dedica degli istruttori, e un portachiavi, come ricordo della splendida settimana. Anche se i ricordi del Clinic edizione 2016 sono ancora vividi nella mente di tutti c’è già chi si proietta all’anno prossimo, al Clinic 2017 e sogna di fare non una ma 2 o addirittura 3 settimane in montagna... e chissà che certi desideri non vengano esauditi...

Trenta ragazzi e uno staff fantastico hanno decretato il successo del raduno di luglio

Clinic vincente

• ore 7.15: sveglia• ore 7.30: colazione• ore 8.30: partenza dall’albergo, direzione campi da tennis• ore 9.00 – 12.00: 3 ore di attività divisa in parte atletica e tennis• 12.30: pausa pranzo• 13.00 – 15.00: relax e riposo• 15.00 – 17.00: tennis o altra attività sportiva a scelta• 17.30: rientro in albergo, giochi vari e doccia• 19.30: cena • 20.30: giro in paese e gelato per chiudere la serata• 22.00: tutti a dormire

in questa lunga settimana oltre al tennis c’è stato spazio per tante altre attività sportive, dal calcio, al baseball, senza dimenticare il ping pong. Tra i momenti più divertenti c’è stato senza dubbio il pomeriggio trascorso in piscina nel centro di Ortisei. a chiudere la serata la consueta pizzata. Non è mancata nemmeno l’escursione ad alta quota, sul monte seceda, una passeggiata di 3 ore immersi nel magnifico paesaggio delle Dolomiti. il momento clou della settimana è stato la discoteca, organizzata dagli stessi maestri. Durante la serata, l’ultima della vacanza, sono stati premiati i migliori ballerini. a vincere il premio due provette artiste, Giulia e lara.

a raccontare l’esperienza di Ortisei ci hanno pensato 2 testimoni d’eccezione: Giulia, 10 anni, iscritta all saT del Club e Fabio Giuliano, preparatore atletico. i due, intervistati per l’occasione, hanno riassunto avventure ed emozioni in 2 soli minuti. Nota curiosa: entrambi i protagonisti hanno scelto come momento più divertente della vacanza il pomeriggio passato in piscina. il video racconto, pubblicato sui social del Club, ha raggiungo un notevole picco di visualizzazioni. Per i più curiosi e per chi ancora non l’avesse visto, è possibile rivedere il video pubblicato sul canale Youtube del Club, Quanta Club TV, nella sezione tennis.

gIORNATE DAVVERO PIENENON SOLO TENNIS

E POI C’è ANCHE IL VIDEO...

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TENNIS

Ieri come oggi l’Avvenire rappresenta uno dei tor-nei più importanti al mondo a livello giovanile. Non conta partecipare quanto vincere, per essere così proiettati verso quel mondo a cui ogni ten-

nista giovane e talentuoso punta, quello del professio-nismo.Quest’anno ad alzare la Coppa sbaragliando gli avversari ci ha pensato Federico Arnaboldi, atleta dell’Academy. A supportarlo i coach Barbara Rossi e Maurizio Riva.Andando indietro di qualche anno spunta tra i vincitori del prestigioso torneo un’altra ben nota conoscenza del Quanta Club. Era l’anno 1975. Ad alzare l’ambita coppa per la categoria femminile una giovane Manuela Zoni.Durante il torneo Federico Arnaboldi ha potuto con-tare sul supporto costante a bordo campo dei suoi coach, in primis Barbara Rossi. È quest’ultima ad analizzare il cammino vincente compiuto dal giovane canturino durante il Torneo: “Il successo di Federico è maturato giocando giorno dopo giorno, senza pressioni. Ha dimostrato di essere un giocatore completo, questo è frutto di un lavoro intenso e costante svolto durante le preparazione invernale. Fede ha messo in atto un gioco sempre molto offensivo, come successo in finale contro lo spagnolo Caldes dove ha alternavo volée a smorzate. Si è dimostrato un giocatore completo, capace in ogni gara di cambiare tattica di gioco in base all’avversario che aveva di fronte”.Programmi per il futuroOra l’agenda del giovane Arnaboldi è fitta di impegni e tornei. Dopo l’esperienza in nazionale, a Mosca, per gli Europei, Federico, insieme a un’altra atleta dell’Academy, Chiara Bordo, si è recato a San Marino, per disputare un torneo under18 interna-zionale. Dopo queste tappe è stato il momento di Colonia e poi della Croazia.Da qui in avanti Federico alternerà i tornei under 18 a quelli legati al professionismo, utili per prendere i primi punti in classifica. L’esordio ufficiale nel mondo “senior” è stato Basilicanova, qui Federico ha disputato, vin-cendo, il primo turno di qualificazione contro Aposto-lico. Un esordio vincente, il primo di una lunga serie...

Federico, “figlio” dell’Academy di Barbara Rossi e Maurizio Riva ha emulato il successo della nostra Manuela Zoni (1975)

Un grande Avvenire per Arnaboldi

foto Panunzio

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In finale del singolo femminile 1975 Manuela si era imposta con il punteggio di 6-5 6-5 su Sabina Simmonds (diventata poi nel corso degli anni numero 30 al mondo). Il torneo era dedicato alla categoria under 15, oggi invece è rivolto alla

categoria under 16. Nel 1974 Manuela aveva già sfiorato l’impresa, approdando in finale ma, come sottolineato dalla stessa Zoni: “All’Avvenire non conta arrivare in finale, conta solo vincere”. Da lì in avanti è iniziato il percorso di avvicinamento della giovane al mondo del professionismo. Nello stesso anno Manuela ha vinto il campionato di seconda categoria a Torino e l’anno dopo è stata finalista del Torneo del Roland Garros Juniores e vincitrice dei campionati italiani assoluti indoor. Nel 1977 la vittoria ai Campionati Europei Juniores e il trasferimento per un anno a Bologna. L’anno successivo ha visto Manuela vincere i campionati italiani assoluti a squadre e con lei c’era una giovane Barbara Rossi. Conclusa l’espe-rienza bolognese con il rientro a Milano, Manuela ha annoverato la partecipazione a 5 Federation Cup dal 1976 al 1980 con 8 partite giocate. La sua migliore classifica come giocatrice italiana è stato un terzo posto (1976), ugualmente presti-gioso come il centottantesimo nel ranking WTA del 1978.

L’ambita coppa per la categoria femminile dell’Avvenire nel 1975 è stata alzata dalla nostra responsabile tennis Manuela Zoni

Correva l’anno 1975...

la vittoria del Torneo avvenire ha lanciato Manuela nel mondo del professionismo anche se la vera svolta per la tennista milanese è arrivata a 16 anni, con la vittoria dei Campionati italiani assoluti indoor. È in questo momento che la zoni si trova a fare i conti con il successo da gestire, cosa non certo semplice, soprattutto a soli 16 anni. a distanza di anni Manuela ricorda così quegli anni: “Quando ho iniziato a vincere mi sono trovata in difficoltà nel gestire il successo. ero giovane e avevo i riflettori puntati addosso”. Da qui un’analisi lucida sul successo in giovane età e i rischi che questo comporta: “l’esigenza di un’atleta forte è quella di evolversi, stando al passo con l’evoluzione del tennis. Chi vince tornei importanti in giovane età deve essere seguito e gestito in un certo modo. È in questi anni che avviene il salto verso il professionismo, è un momento delicato. È importante in queste fasi non fare passi e scelte azzardate, bruciando le tappe”.

gESTIRE IL SUCCESSO A 16 ANNI

Manuela ricorda le difficoltà provate a tenere l’enorme pressione subita da chi vince tornei importanti in giovane età

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Per 3 anni consecutivi le ragazze della serie C sfiorano l’impresa, accarezzando il sogno di poter raggiungere la serie B, traguardo storico per il Quanta Club.

Il cammino magistrale compiuto dalle giovani atlete allenate da Barbara Rossi si è infranto all’ultimo turno del tabellone nazionale, dispu-tato in casa contro il TC Bari. L’approdo all’ultima e decisiva fase è un risultato importante, frutto di un lavoro corale costante e continuo fatto di allenamenti intensi nel weekend e di tanti sacrifici. Ad allenare e seguire il gruppo anche in trasferta ci ha pensato Barbara Rossi, guida fondamentale per le ragazze e riferimento soprattutto nei momenti clou della stagione. Ora, a giochi fermi, è doveroso tracciare un bilan-cio di questo lungo anno oltre a fare dei ringrazia-menti. A farlo è la stessa Barbara: “Sono orgogliosa di quanto fatto quest’anno da questo gruppo. Siamo una squadra competitiva di ragazze provenienti tutte dal Club, a differenza di altre realtà dove le giocatrici sono state chiamate appositamente per disputare queste gare. Le ragazze sono state delle umili lavo-ratrici. Ognuna ha dato un contributo importante”. Ai ringraziamenti ufficiali di Barbara si unisce Elisa Villa, vero punto di riferimento in campo per le altre compagne: “Oltre a tutte le ragazze che hanno giocato è doveroso ringraziare Manuela Zoni che è stata direttore di gara, Mary Dona e Arianna Lionetti. Pur non giocando queste 2 giovani atlete hanno seguito le compagne, arbitrato e partecipato con intensità a tutte le sfide”.Il rammarico per aver visto sfumare questo tra-guardo importante ha già lasciato il posto alle nuove ambizioni per il prossimo anno, l’obiettivo è uno solo: la serie B.Il cammino condotto dalle ragazze nella serie C è stato caratterizzato da 3 fasi distinte: una prima parte a gironi, il tabellone regionale per poi appro-dare alla fase conclusiva, il tabellone nazionale.

Le magnifiche ragazze della serie C a un passo dal traguardo storico della B

Una grande impresa solo sfiorata

TENNIS

elisa Villaserie C e Maestra Nazionale Federale al Quanta Club“È la giocatrice più forte ed essenziale per il gruppo, capace di andare a punto in singolo e in doppio, con una grande esperienza e conoscenza del mondo del tennis femminile. elisa oltre ad essere il perno della squadra è stata un riferimento in campo e fuori per le altre ragazze, nonché sue allieve”.

Mara Presotserie C e agonistica Quanta Club“Nel primo impegno casalingo, contro agrate, ha disputato una partita sottotono. Ha sentito molto l’esordio, non facile. la presenza di Mara in campo è stata però fondamentale: rappresenta il vivaio del Club. il fatto di giocare con elisa le ha tolto pressione, dopo un avvio contratto è stata perfetta in tutti i match disputati, dando un apporto fondamentale alla squadra, soprattutto nel doppio con elisa Villa”. È proprio quest’ultima a elogiare la freddezza dimostrata in campo dalla sua allieva Mara durante il doppio di spareggio contro la Canottieri: “Ha mantenuto la calma ed è stata in grado di chiudere il match point con un ace”. Grande prestazione per Mara anche nell’ultima e decisiva sfida, contro la giocatrice belga del TC Bari. a commentare questa volta è Barbara: “la belga aveva classifica mondiale, Mara ha giocato al meglio che poteva”.

Chiara Bordoserie C e accademia Quanta Club“È l’ultima arrivata del gruppo. Ha fatto un percorso di grande crescita quest’anno. È partita benissimo nel primo turno, non ha disputato un paio di incontri perché ha giocato dei tornei internazionali. Durante quest’anno è passata come classifica da 2.8 a 2.7 e ha già dei punti per andare a 2.6. È in continua evoluzione”.

stefania Barbieroserie C e Maestra Federale di primo livello al Quanta Club“stefania ha dato un contributo fondamentale alla squadra quando è stata chiamata a sostituire Chiara. Da sottolineare su tutte la prestazione contro Garbagnate: si è imposta sull’avversaria dopo un’estenuante match durato ben 3 ore”.

“LE MIE FANTASTICHE RAgAzzE”

Le quattro protagoniste raccontate da Barbara Rossi, capace di trovare i punti di forza di ciascuna in un percorso di netta crescita.

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Diciamoci la verità. Quante volte, parlando tra amici, o con i colleghi di lavoro, abbiamo sentito o pronunciato noi stessi frasi come queste: “Ah, se ci avessi pensato prima..”, oppure, “Ma come ho fatto a non pensarci prima…”, “Forse avrei potuto prevederlo…”. Certo, non si può prevedere tutto, ma se parliamo della no-stra salute, e di quella dei nostri cari e della nostra famiglia, allora cambia la prospettiva, è necessaria più attenzione e si impongono alcune riflessioni, per-ché, come recita un vecchio e saggio detto popolare,“con la salute non si scherza”. La prevenzione, al ri-guardo, è importantissima. Riuscire a diagnosticare una patologia in tempo utile è quasi sempre una con-dizione che aiuta a ridurre i tempi di degenza e ad accelerare la guarigione.

Nel nostro titolo, che riporta fedelmente un aforisma, non a caso leggete il punto interrogativo: è una do-manda aperta a più risposte utili. Perché, se è vero che la prevenzione è fondamentale per mantenerci in buona salute, è doveroso segnalare l’importanza di cure mediche adeguate per sconfiggere la malat-tia. Partendo da questo presupposto, conoscendo anche i costi attuali delle prestazioni sanitarie, una formula assicurativa di Generali Italia può davvero fare al caso nostro, come partner affidabile per met-tere al sicuro la nostra salute, la cosa più preziosa, e per farne un bene alla portata di tutti.

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Prevenire è meglio che curare?

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WATER | di Mariangela D'Urso

La stagione del nuoto agonistico che sta per iniziare deve confermare e consolidare quanto di positivo è stato conseguito, sotto la sapiente guida di Ottavio Donadoni, nelle ultime annate e segnare possibil-

mente un ulteriore progresso. La base deve essere costituita dalla partecipazione a tutti i campionati regionali 2017, esor-dienti e categoria, in vasca lunga e corta. Questo l’obiettivo minimo in relazione al livello che gli atleti hanno raggiunto. Da questa base sarà poi possibile definire obbiettivi più spe-cifici e “ambiziosi” in relazione alle possibilità individuali dei tesserati. A Ottavio piacerebbe arrivare a 200 record sociali stagionali cancellando così tutti i primati conseguiti da atleti precedenti la sua gestione. Donadoni afferma che, parlare in poche righe dell’allena-mento del nuoto è praticamente impossibile, vista la vastità dell’argomento. Volendo fare una sintesi estrema si può dire che in Italia dai primi anni ‘90 si è entrati “nell’era moderna” del nuoto, quando una commissione scientifica nazionale codificò matematicamente le relazioni tra velocità di nuo-tata e i vari sistemi di produzione di energia a livello musco-lare, definendo un modello di allenamento “metabolico” che ancora oggi è il riferimento principale degli allenatori italiani. In generale fino all’adolescenza vengono privilegiate tutte le esercitazioni finalizzate allo sviluppo della resistenza aerobica dell’atleta, con moderate produzioni di acido lattico e con incremento del carico basato su degli aumenti del volume (“piu vasche”), lasciando che l’intensità venga aumentata naturalmente dall’atleta mediante processi evolutivi interni dovuti alla crescita. In questa fase l’allenamento di qualità è dato dalla gara vera e propria, gestita interamente dall’atleta. In una fase successiva coincidente con la maturità del nuota-tore, le esercitazioni tendono a riprodurre le intensità specifi-che della competizione, con i carichi che ora vengono gestiti da atleta e allenatore. La continua analisi delle gare ha portato questa fase ad allena-menti sempre più mirati, specifici e differenziati rispetto agli anni Ottanta, dove l’allenamento era molto simile per tutti e poi chi era veloce nuotava i 100, chi più resistente i 400, etc... L’elemento comune in tutte le fasi evolutive dell’atleta rimane però la cura della corretta tecnica di nuotata, che è il cardine su cui è imperniata la corrispondenza precisa tra velo-cità e lavoro interno dell’organismo. Quando un atleta nuota male spesso fatica anche a velocità moderate e questo influisce negativamente su qualsiasi programma di allenamento.

Il coach del Quanta Club Ottavio Donadoni vuole superare l’alta soglia dei

record sociali

Giorgia anselmianno 2001, Giorgia quest’anno frequenterà il 2° anno del liceo scientifico. specializzata nello stile libero, pratica il nuoto perché le dà sensazioni che gli altri sport non le danno. Giorgia è una sportiva nata e pratica anche pallavolo e sci.

alessandro D’UrsoMetà italiano, metà franco-vietnamita, 11 anni, esordiente a, ranista, ancora in erba ma con tanto impegno e dedizione, sul nuoto dice che: “tutti dovremmo praticarlo visto che è il primo sport che pratichiamo nella pancia della mamma”.

Valeria Mazzolale piace l’acqua punto e basta. 8 anni, esordiente B, frequenterà la 4a elementare. Pratica regolarmente tennis e molte volte si trova in campo a giocare con compagni della squadra di nuoto. il suo nuotatore preferito è... livio Vaccaro.

Greta TognoloHa compiuto da poco 13 anni, ha scelto di praticare nuoto perché tra gli sport provati è stato quello che le è piaciuto di più. specializzata nella rana, identifica nella passione l’essenza dello sport. inizia quest’anno la terza media.

livio Jordi VaccaroTredicenne, è una delle perle della squadra di nuoto, vantando all’attivo il maggior numero di record sociali. Doppia nazionalità, italiana ed eritrea, è specializzato nello stile libero. Per lui lo sport è “l’essenza del divertimento che ti mantiene in forma”.

Jacopo VascottoCon i suoi 16 anni Jacopo è uno degli “anziani” del gruppo. inizierà il 4° anno del liceo scientifico. Per lui, specializzato nello stile libero, lo sport è una casa dove rifugiarsi quando si passano dei momenti delicati, un po’ difficili, della propria vita.

UNA SQUADRA MULTICULTURALE

In vasca per battERE i 299

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NEWS QUANTA | a cura di Marco Cattelan

“Formazione virtuale e realtà aumentata: costruire le competenze per competere”: questo il titolo dell’intervento che ha visto il Gruppo Quanta tra i relatori

protagonisti agli UBI World Open Day, che si sono tenuti il 15 giugno al Museo delle Mille Miglia di Brescia. L’intervento, di fronte a una platea attenta e curiosa di capire quali sia il futuro della formazione d’avanguardia, ha visto il Presidente Illo Quintavalle e il Vicepresidente Enzo Mattina parlare delle esperienze di Quanta nell’ambito della formazione: dalla creazione di solidi contratti di Rete alla reazione di percorsi di formazione-lavoro fino all’apprendistato universitario di alta formazione, Quanta ha creato negli anni un sistema virtuoso per sviluppare le competenze in modo da rendere competitivi i lavoratori che li seguono. Fiore all’occhiello del Gruppo il progetto formativo basato sul virtual training e sulla realtà aumentata, di cui si è potuto avere un assaggio nella virtual room allestita appositamente all’interno del Museo.

La FORMAZIONE?

Quanta protagonista ai World Open Day di UBI Banca su internazionalizzazione e realtà virtuale

Solo d’avanguardia

a sinistra il Vicepresidente di Quanta enzo Mattina, il Presidente illo Quintavalle e Flavio Caricasole di UBi Banca; in alto alcune simulazioni di virtual training

Per la prima volta in italia, e interamente in italiano, nel mese di luglio si è svolto il corso per Certified information system security Officer (CissO) all’interno delle aule della scuola Quanta icity. Organizzato da Quanta risorse Umane in collaborazione con Field Training solutions ltd, il corso è stato progettato per formare Professionisti e Consulenti di sicurezza informatica che possano rivestire ruoli chiave nel dipartimento di information security delle aziende.il corso CissO ha affrontato una vasta gamma di best practicies di settore, fornendo conoscenze e competenze utili a individuare soluzioni utili a garantire la sicurezza del patrimonio informativo aziendale. i corsisti hanno appreso come sviluppare e implementare controlli efficaci e allineati alle esigenze aziendali.Basato sulla metodologia “see one, do one, teach one”, sotto la costante guida di esperti di Cyber security, il corso CissO vedrà a novembre la sua seconda edizione sempre nelle aule di Quanta icity. Per saperne di più e per iscriversi si può visitare il sito quantarisorseumane.com

CYBER SECURITY AL QUANTA ICITY

Nuove professionalità informatiche per Certified Information Systems Security Officers

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Per restare sempre aggiornati sulle offerte di lavoro di Quanta occorre iscriversi al canale YouTube Quanta web TV. Ogni mese si possono vedere le ricerche più urgenti divise per settore e città, ricevere aggiornamenti sui corsi, scoprire i progetti di formazione-lavoro organizzati da Quanta in collaborazione con alcune delle più importanti realtà industriali italiane e internazionali. l’occasione è a portata di clic. Nelle offerte sono visibili dei codici da inserire sul portale quanta.com per avere tutti i dettagli e candidarsi.in evidenza: sap Fi-Co Consultant (codice 18028); Java Developer (18027); senior insurance Consultant - area sinistri (18026); insurance senior analyst - area Danni (18025); sharepoint senior Developer (18020); J2ee architect Team leader (18019); Neolaureati in materie tecniche, scientifiche, economiche appartenenti alle categorie protette (18013); analista Programmatore l.68/99 art.1 (18014); analista Funzionale l.68/99 art.1 (18011); J2ee senior Programmer (18095).

QUANTA WEB TV PER TROVARE LAVORO

Come restare sempre aggiornati sulle offerte di lavoro di Quanta

RISORSE UMANE E PROgETTAzIONE MECCANICA

È prevista per il mese di ottobre la partenza di due percorsi di alta formazione organizzati e promossi da Quanta risorse Umane nei settori della gestione e sviluppo delle risorse umane e della progettazione meccanica CaD. entrambi i corsi si svolgeranno a Milano, all’interno del Quanta Club.Giunto alla sua decima edizione, il “Master in Gestione delle risorse Umane” affronterà a 360 gradi le tematiche del settore: selezione, Formazione, sviluppo, Gestione normativa e amministrativa del personale. le lezioni avranno un taglio pragmatico e operativo e saranno tenute da professionisti del settore; la metodologia didattica sarà interattiva, con ampio ricorso ad esercitazioni, lavori di gruppo, analisi di case history aziendali.Durante le 200 ore di programma gli studenti potranno acquisire competenze e strumenti per l’inserimento e la crescita professionale all’interno dell’area risorse Umane.il corso di alta formazione per “Progettista Meccanico con sistemi CaD 3D Catia” intende fornire conoscenze e competenze operative e professionalizzanti, per la progettazione e il disegno di parti meccaniche e gruppi funzionali di macchinari industriali, attraverso l’utilizzo di CaD 3D.la lezione frontale sarà integrata da esercitazioni pratiche per una costante sperimentazione dei concetti acquisiti; è prevista inoltre una verifica finale dell’apprendimento, basata su un colloquio e un elaborato. Durante le 150 ore in programma, il corso fornirà competenze fondamentali per uno sbocco lavorativo nei settori automotive e aeronautico. Previsti finanziamenti e borse di studio, per maggiori informazioni scrivere a [email protected]

In partenza il Master in Risorse Umane e il corso di alta formazione come progettista meccanico

Crescere imparando una seconda lingua significa aprirsi ad altri linguaggi di espressione, avere orecchie e occhi aperti ad osservare il mondo, i sensi pronti a coglierne le sfumature. Quando si impara una nuova lingua, nel confronto con un modo di esprimersi diverso, si affinano le abilità uditive ma anche quelle visive, tanto importanti nei bambini per imparare a visualizzare i nuovi vocaboli e a elaborare i concetti.al Quanta Club, centro specializzato British institutes Junior academy, i percorsi didattici 2016-2017 presentano un’importante novità. la Direttrice Giulia Gorgoglione ha ideato un progetto artistico in lingua inglese, art at the Museum, che avvicini i bambini alla scoperta di cosa voglia dire “fare arte” e che li aiuti a sviluppare una mente creativa in grado di cogliere le espressioni artistiche attorno a loro.Già durante gli english Camp estivi, i bambini si sono confrontati con forme, colori, con il ritratto, con la raffigurazione della città. insomma, sono stati spronati ad ammirare quanto ci circonda e a creare la propria opera artistica. il progetto si svilupperà all’interno dei corsi annuali Junior academy in partenza a settembre al Quanta Club, rivolti ai bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni. Durante le lezioni la didattica consueta sarà impreziosita da laboratori artistici. il progetto avrà come sfondo la città di Milano e come preziosi collaboratori gli “abitanti” di un museo milanese d’eccezione o, meglio, di una Casa Museo, l’abitazione del collezionista Gian Giacomo Poldi Pezzoli di via Manzoni.Una Casa prima di essere un Museo, perché i bambini sappiano che sono i benvenuti. Una lezione si terrà proprio in Via Manzoni dove saremo guidati in inglese dal little Ghost Poldo a scoprire le meraviglie di questo museo. rifletteremo così sul ritratto (la Dama del Pollaiolo), sui viaggi di scoperta (sala delle esplorazioni tra ‘500 e ‘600), sul Tempo (sala degli orologi e delle meridiane) e sul collezionismo (sala della armature - servizi di cioccolata - Oggettistica).Già, perché i bambini sono i primi collezionisti e li abbiamo osservati spesso raccogliere e conservare minuziosamente le foglie degli alberi, le conchiglie, i giocattoli e le figurine. i bambini amano avere oggetti speciali che appartengono solo a loro, come piccoli tesori da custodire.auguriamo con questo progetto a tutti i nostri Juniors di saper scovare con curiosità e custodire con attenzione i tesori che li circondano.Per tutte le informazioni su “art at the Museum” e sugli altri corsi di lingue in partenza visita i siti: britishinstitutes.it/milano-affori e quantarisorseumane.com

L’INgLESE SI IMPARA... AL MUSEO!

Parte a settembre il progetto che vedrà la partnership del British Institutes con la Casa Museo Poldi Pezzoli

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L’azienda

Il Gruppo Quanta, leader nei servizi dedicati alle Risorse Umane con un fatturato di circa 200 milioni di euro nel 2015. È presente sul territo-rio nazionale con oltre 30 filiali; i suoi HQ sono a Roma e a Milano, all’interno della struttura poli-sportiva Quanta Club. Con oltre 200 collaboratori, il Gruppo è presente con le sue società in Ame-rica, Brasile, Romania e Svizzera.

Le sfide affrontate

Quanta ha identificato il bisogno di rendere più integrati , rapidi ed efficienti i propri sistemi , diven-tati inadeguati rispetto alle esigenze del Gruppo. È emersa la necessità di uniformare e mettere in sicurezza il sistema di posta elettronica pre-cedentemente in uso, migliorare e velocizzare la condivisione , l’archiviazione e il reperimento di documenti, e ottimizzare lo svolgimento di molte attività quotidiane di base come: la gestione delle risorse, la corretta trasmissione delle informazioni ai colleghi in mobilità e ai clienti.

iL progetto e i benefici

Il piano di Change Management condotto da Innext, Premier Partner di Google for Work, è partito da un’analisi approfondita delle esigenze aziendali , seguita dalla scelta di implementare Google for Work attraverso una serie di interventi specifici, tra cui: la migrazione dell’intero storico di posta da server su base Linux, la sincroniz-zazione degli utenti e policy management degli stessi. Innext ha inoltre fornito assistenza durante il go‐live, gestito il post‐deployment e curato le sessioni di formazione al personale della sede di

Milano e delle filiali italiane. Il training, a cui il per-sonale delle filiali ha partecipato tramite Hangouts in diretta con possibilità di Q&A, ha approfondito le funzionalità di Google Drive, Hangouts, Gmail, Calendar e Contatti, oltre alle modalità di utilizzo della suite su dispositivi mobile . Ora tutto il perso-nale di Quanta, compreso quello del Quanta Club, sia in Italia che all’estero beneficia di un modo innovativo di lavorare basato sulla collaborazione, dentro e fuori l’ufficio.

testimonianza

“Non sono un tecnico informatico, mi occupo di marketing, ma il passaggio ai servizi Google è stato facile ed intuitivo. Finalmente posso lavorare in tempo reale e comunicare in videoconferenza con i miei colleghi in mobilità, ovunque si trovino. Abbiamo incrementato la velocità e la produttività dei nostri processi quotidiani e delle attività com-merciali svolte in mobilità in modo intuitivo e natu-rale, grazie alle potenzialità della suite, alle inter-facce user‐friendly e all’affiancamento di Innext nella formazione del personale”.(Pietro Galeoto, Responsabile Comunicazione eImmagine Gruppo Quanta)

Quanta cresce con google for Work

CASE HISTORY

innext • e. [email protected] • t. +39 0261294090 • w. innext.com

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Il mal di schiena, quello che con termini medici è chiamato pato-logia della colonna vertebrale è estremamente diffuso nei Paesi

industrializzati colpendo dal 60 all’80% degli adulti ed essendo la causa più rile-vante d’infermità lavorativa e di disabi-lità sotto i 45 anni. In Italia sono circa 15 milioni di persone a soffrire di mal di schiena e in particolare di forme di lombalgia, discopatie, stenosi ed ernia del disco lombare. Quest’ultima è una malattia molto dolorosa e invalidante, che colpisce prevalentemente i giovani e gli adulti in piena età lavorativa, tra i 20 e i 50 anni Gli studi dimostrano che camminare allevia il mal di schiena. Ma se la postura è sbagliata, si può peg-giorare la situazione. È anche molto importante star seduti belli dritti e, per le donne, evitare di camminare su delle costose Jimmy Choo, non tanto per l’e-sborso quanto perché i tacchi alti, gli stiletti da 12/15 centimetri, possono causare gravi danni.Quando si parla di postura non vuol dire che si deve stare come un soldato sull’attenti. Anzi, quasi tutto il contrario in quanto la postura deve essere equili-brata e rilassata, mantenendola durante la giornata, quando si è in coda al super-mercato o davanti alla tv.Molto importanti per trovare la postura giusta (e quindi diminuire il rischio mal di schiena) sono i piedi. In questo campo, come già accennato, le donne sono particolarmente vulnerabili poiché soffrono quattro volte di più il numero di disturbi del piede rispetto agli uomini.

I medici concordano sul fatto che plan-tari correttivi su misura (ortesi) possono migliorare la maggior parte di questi problemi. Se proprio si vuole indossare gli stiletti basta limitare questo piacere-tortura a riunioni e feste, mentre per le passeggiate e la vita di tutti i giorni optare per scarpe comode (con tacchi non superiori a 4 centimetri).Tenendo il peso su un lato o incurvan-dosi nel corso del tempo può insorgere dolore. Occorre sbloccare le ginoc-chia e concentrarsi su come mantenere entrambe petto e bacino dritti. Rilas-sate le natiche e contraete dolcemente i muscoli dello stomaco. I piedi devono “rotolare”, dal tallone alla punta, senza troppa pressione sui talloni.È anche molto importante alleggerire il carico dei pesi sopportati dallo scheletro. Tipico è il caso della borsa contenente il computer e tenuto su una spalla tramite una cinghia. In questa situazione il con-siglio è quello di cambiare ogni tanto spalla d’appoggio, stesso metodo per le mamme che trasportano in braccio i bambini piccoli che devono trasportarli tenendoli più possibile vicino al corpo facendo riposare alternativamente le braccia e le spalle.Tra lavoro, navigazione su internet e visione della tv probabilmente si passa molta parte della giornata seduti, un vero e proprio omicidio per la schiena. Uno studio svedese mostra che stare seduti in posizione verticale aumenta la forza sulla colonna vertebrale del 140%, rispetto a stare piedi.Per prevenire disturbi muscolo-schele-

trici è importante assumere una posi-zione corretta davanti a monitor o tv, non afflosciandosi sul divano o stando in maniera inappropriata alla scrivania. Il trucco è semplice: piedi ben poggiati al pavimento, angolo di 90 gradi tra cosce e busto, schiena diritta appog-giata allo schienale della sedia (o del divano) nel tratto lombare. Nel caso di seduta davanti al monitor è importante evitare se possibile posizioni a 45 gradi che obbligano il collo a una posizione innaturale, regolando lo schermo in modo che lo spigolo superiore sia posto leggermente più in basso della linea degli occhi.

Quindici milioni di italiani soffrono di lombalgia. Anche perché non camminano bene e in ufficio...

Occhio allaScHiEna

L’OSTEOPATA

La dottoressa garlaschi riceve al Fisiomed

la dottoressa osteopata Giulia Garlaschi riceve su prenotazione al Quanta Fisiomed (02 39565590).l’osteopatia è un sistema consolidato di assistenza alla salute che si basa sul contatto manuale per la valutazione, la diagnosi e il trattamento di diverse patologie. si tratta di una forma di assistenza incentrata sulla persona piuttosto che sulla malattia; si avvale di un approccio causale e non sintomatico, ricercando le alterazioni funzionali del corpo che portano al manifestarsi di segni e sintomi che possono poi sfociare in dolori di vario genere.

SALUTE

Quanta cresce con google for Work

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ULTIMA PAgINA | di Vittorio Viterbo

Tifosi sì, sportivi mai

Q uando vi dicono: “Io sono uno sportivo”, potete stare tranquilli: non se ne parla. L’italiano ha un particolare, nevrotico e ipocrita rapporto con l’attività sportiva. Che già, detta così, è una

contraddizione in termini. Per gran parte dei connazionali, infatti, quello che una volta veniva chiamato con orrido ter-mine “diporto”, nulla ha a che fare con qualsivoglia attività. Ludica e non.A meno che non coinvolga un divano, l’assenza tassativa di qualsiasi e qualsivoglia essere di sesso femminile - si sa mai che nel momento clou ti chieda cosa vuoi mangiare stasera o ti domandi spiegazioni su cos’è il fuorigioco - e una spet-tacolare quantità di birra, coca-cola, affettati di qualunque ordine e specie, nei casi più disperati la maglia della squa-dra del cuore con larghi aloni di sudore sub-ascellare.Oltretutto di “sportivo”, nel senso di rispettoso del fair play, nulla aleggia. Al contrario, imperano il complot-tiamo esagerato, il vittimismo degenere, l’odio per il nemico invece del rispetto per l’avversario; comunque mai comportarsi come quasi sempre fanno per esempio gli americani (che non insultano “gli altri” ma incorag-giano la propria squadra).Gli altri, quelli che lo sport lo fanno, non usano quel ter-

mine. Mai. Perché al giorno d’oggi equivale appunto a tutti quei comportamenti che, per uno sportsman, sono un ana-tema. Dirà, al massimo, «sì, io gioco a tennis», o a golf, o a calcio, o a rugby, magari a shanghai o a bridge. Se è un signore - magari uno forte vero - farà anche spallucce per significare che sì, quella disciplina la pratica ma senza eccellere, da dilettante e solo per divertirsi.Sono tanti, nonostante tutto. I numeri sono sorprendenti: secondo il Coni, in Italia a fare sport nel 2005 erano circa 34 milioni di persone: 12 milioni lo facevamo in modo continuativo e 22 dichiaravano un’attivazione parziale. Nel 2013 c’erano circa 4 milioni e 230 mila atleti tesserati in 60 mila società sportive (un quarto pratica il calcio); le regioni leader erano - e sono - Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana.Poi ci sono quelli che rientrano nell’ampia categoria degli “sboroni”, come li chiamava Claudio Bisio ai tempi più glo-riosi di Zelig: in tal caso, non c’è limite al peggio. Al peggio in campo, livello di ego straripante, sopravvalutazione delle proprie capacità e sottovalutazione delle doti di compagni & avversari; al peggio nella vita, grazie all’incessante cer-tezza di essere protagonisti assoluti e/o vittime incolpevoli della ria sorte nonché della malevolenza divina.

Secondo il Coni, in Italia a fare sport nel 2005 erano circa 34 milioni di persone. Ma dove li hanno trovati?