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Anno IV Numero 711 Venerdì 18 Settembre 2015, S. Sofia Martire AVVISO Ordine 1. ORDINE: serata sui farmaci SOP e OTC 2. ORDINE: Corsi ECM Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. E' nato il cerotto antirughe: dà una piccola scossa alla pelle 4. Perché le Iniezioni si fanno sui Glutei? 5. stress e sindrome da burnout, tra le cause la ricerca del perfezionismo 6. Prevenzione e Salute 7. Boom di tatuaggi: 13 italiani su 100 si colorano la pelle (l’8% sono minori) 8. Le cabine telefoniche inglesi si trasformano in defibrillatori 9. Perché i calli fanno male? Meteo Napoli Venerdì 18 Settembre Cielo Sereno Minima: 27°C Massima: 34°C Umidità: Mattina = 41% Pomeriggio =36% E' NATO IL CEROTTO ANTIRUGHE: DÀ UNA PICCOLA SCOSSA ALLA PELLE Inventato il primo cerotto che dà la scossa alla pelle per aumentare l'efficacia delle sostanze antirughe contenute nelle creme di bellezza. ll patch, hi-tech e che sfrutta energia verde, è stato messo a punto dal Technical Research Center Vtt, in Finlandia, insieme alla Tampere University of Technology. I ricercatori precisano in una nota che «emette una leggera scossa che garantisce la penetrazione dei principi attivi e un risultato sorprendente contro l'invecchiamento della pelle». «Si tratta di un piccolo patch composto da due parti collegate fra loro che agisce usando una corrente a microampere, la stessa galvanica che si usa nei centri estetici. Il cerotto, però, potrà essere usato liberamente anche a casa propria. Emette una corrente minima che non dà alcuna sensazione spiacevole e sfrutta energia verde, ottenuta partendo dallo zucchero, dall'aria e da alcuni enzimi collegati agli elettrodi». (Salute, Il Mattino) Perché le Iniezioni si fanno sui Glutei? Sono soltanto le iniezioni cosiddette intramuscolari che si fanno prevalentemente sui glutei. Per la precisione, immaginando di dividere il gluteo in quattro parti con due linee perpendicolari che si incrociano al centro, le iniezioni si fanno sulla parte superiore esterna. Questa zona ha il vantaggio di avere uno strato superficiale di spessore ridotto: perciò, l’ago deve penetrare poco per raggiungere il sottostante muscolo, che è il grande gluteo. Così, non c’è il rischio di incontrare nervi, lo sciatico, che passa invece in corrispondenza della parte superiore interna. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL Seguici su Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday Proverbio di oggi……….. ‘A femmena è comme a campana: si nun 'o tuculeja nun sona

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Anno IV – Numero 711 Venerdì 18 Settembre 2015, S. Sofia Martire

AVVISO Ordine

1. ORDINE: serata sui

farmaci SOP e OTC

2. ORDINE: Corsi ECM

Notizie in Rilievo

Scienza e Salute 3. E' nato il cerotto

antirughe: dà una

piccola scossa alla pelle

4. Perché le Iniezioni si

fanno sui Glutei?

5. stress e sindrome da

burnout, tra le cause la

ricerca del

perfezionismo

6.

Prevenzione e Salute

7. Boom di tatuaggi: 13

italiani su 100 si

colorano la pelle (l’8%

sono minori)

8. Le cabine telefoniche

inglesi si trasformano in

defibrillatori

9. Perché i calli fanno

male?

Meteo Napoli Venerdì 18 Settembre Cielo Sereno

Minima: 27°C Massima: 34°C Umidità: Mattina = 41%

Pomeriggio =36%

E' NATO IL CEROTTO ANTIRUGHE: DÀ UNA PICCOLA SCOSSA ALLA PELLE

Inventato il primo cerotto che dà la scossa alla pelle per

aumentare l'efficacia delle sostanze antirughe contenute nelle

creme di bellezza.

ll patch, hi-tech e che sfrutta energia verde,

è stato messo a punto dal Technical

Research Center Vtt, in Finlandia, insieme

alla Tampere University of Technology.

I ricercatori precisano in una nota che

«emette una leggera scossa che garantisce la penetrazione dei principi attivi

e un risultato sorprendente contro l'invecchiamento della pelle».

«Si tratta di un piccolo patch composto da due parti collegate fra loro che

agisce usando una corrente a microampere, la stessa galvanica che si usa nei

centri estetici. Il cerotto, però, potrà essere usato liberamente anche a casa

propria. Emette una corrente minima che non dà alcuna sensazione spiacevole

e sfrutta energia verde, ottenuta partendo dallo zucchero, dall'aria e da alcuni

enzimi collegati agli elettrodi». (Salute, Il Mattino)

Perché le Iniezioni si fanno sui Glutei?

Sono soltanto le iniezioni cosiddette intramuscolari che si fanno prevalentemente sui glutei.

Per la precisione, immaginando di dividere il gluteo in quattro parti con due linee perpendicolari che si incrociano al centro, le iniezioni si fanno sulla parte superiore esterna. Questa zona ha il vantaggio di avere uno strato superficiale di spessore ridotto: perciò, l’ago deve penetrare poco per raggiungere il sottostante muscolo, che è il grande gluteo. Così, non c’è il rischio di incontrare nervi, lo sciatico, che passa invece in

corrispondenza della parte superiore interna. (Focus)

SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it

E-MAIL: [email protected]; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli

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Proverbio di oggi……….. ‘A femmena è comme a campana: si nun 'o tuculeja nun sona

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PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 711

SCIENZA E SALUTE

BOOM DI TATUAGGI: 13 ITALIANI SU 100 SI COLORANO LA PELLE (L’8% SONO MINORI)

Più donne che uomini e il picco di «decorati» è fra i 35 e i 44 anni. Solo il 40% è informato sui possibili rischi di un tatoo È sempre più decorata la pelle degli italiani. Secondo la prima fotografia scattata dall’Istituto Superiore di Sanità nel mondo dei tatuati in Italia a scrivere indelebilmente sulla propria pelle sono quasi sette milioni di persone, il 12,8% della popolazione.

A fronte di chi si tatua con lo scopo esclusivo di decorare il

proprio corpo, lo 0,5% ha effettuato un tatuaggio con finalità mediche e il 3% un tatuaggio per finalità estetiche, il cosiddetto trucco permanente. Sono alcuni dati dell’indagine elaborati dall’Ondico, (Organismo Notificato Dispositivi e Cosmetici dell’Istituto Superiore di Sanità). Dai dati emerge che: i tatuaggi sono più diffusi tra le donne (13,8% delle intervistate) rispetto agli uomini (11,7%). Il primo tatuaggio viene effettuato a 25 anni, ma il numero maggiore di tatuati riguarda la fascia d’età tra i 35 e i 44 anni (29,9%). Circa 1.500.000 persone invece hanno tra i 25 e i 34 anni. Tra i minorenni la percentuale è pari al 7,7%.

La maggior parte è soddisfatto del tatuaggio: La maggior parte è soddisfatta del tatuaggio (il

92,2%), tuttavia un’elevata percentuale di tatuati, ben il 17,2%, ha dichiarato di voler rimuovere il proprio tatuaggio e di questi il 4,3% l’ha già fatto. Gli uomini preferiscono tatuarsi:

braccia, spalla e gambe, le donne soprattutto

schiena, piedi e caviglie.

Un tatuato su quattro (25,1%) risiede nel Nord Italia,

il 30,7% ha una laurea

il 63,1 % lavora.

Il 76.1% dei tatuati si è rivolto ad un centro specializzato di tatuaggi

il 9,1% ad un centro estetico,

il 13,4% lo ha fatto al di fuori dei centri autorizzati e ciò può costituire una rilevante fonte di

rischio

«Capire chi si tatua e dove, come lo fa e con quale consapevolezza, tracciare una sorta di demografia del tatuaggio significa comprendere meglio le criticità connesse a questa pratica e di quali regole ci sia bisogno perché sia effettuata in piena sicurezza – afferma Alberto Renzoni, esperto dell’Istituto Superiore di Sanità che ha coordinato l’indagine – Il 22% di chi si è rivolto a un centro non ha firmato il consenso informato. È invece necessario non solo firmarlo ma che nel farlo ci sia un reale consenso e una reale informazione, considerato inoltre che una fetta consistente delle persone tatuate è rappresentato da minori che potrebbero farlo solo con il consenso dei genitori».

Più Donne che Uomini

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Se, come ci dicono i dati attuali, il fenomeno e la fascinazione del decoro della pelle è in crescita, è necessario perciò che lo sia anche l’informazione su questa

pratica e le regole nelle quali attuarla. «Il tatuaggio – spiega Renzoni – non è una camicia che si indossa e si leva – è l’introduzione intradermica di pigmenti che entrano a contatto con il nostro organismo per sempre e con esso interagiscono e possono comportare rischi e, non raramente, anche reazioni avverse e per questo è fondamentale rivolgersi a centri autorizzati dalle autorità locali, con tatuatori formati che rispettino quanto prescritto dalle circolari del Ministero della Salute».

Secondo i dati dell’indagine, infatti, il 3,3% dei tatuati dichiara di aver avuto complicanze o reazioni:

dolore, granulomi, ispessimento della pelle, reazioni allergiche, infezioni e pus. Ma il dato appare sottostimato. In tutti questi casi, solo il 12,1% si è rivolto a un dermatologo o al medico di famiglia (il 9,2%) 27,4% si è rivolto al proprio tatuatore, più della metà (il 51,3%) non ha consultato nessuno.

In generale, comunque, solo il 58,2% degli intervistati è informato sui rischi: la percezione sui rischi considerati più frequenti riguarda le reazioni allergiche (79,2%), l’epatite (68,8%) l’herpes (37,4%).

Mentre, soltanto il 41,7% è adeguatamente informato sulle controindicazioni alla pratica del tatuaggio.

Riguardo ai tatuaggi medici, è da considerare che anche una quota dei tatuaggi con finalità estetiche, ad esempio il trucco permanente per le

sopracciglia, è rivolto a persone allergiche al trucco convenzionale o a pazienti oncologici che, a seguito delle terapie cui sono sottoposti, hanno come conseguenza la caduta di capelli e delle sopracciglia. Se si include anche il tatuaggio della palpebra, dell’arcata sopraccigliare e del contorno labbra, i pazienti raggiungono il numero di alcune decine di migliaia.

Si ricorre ai tatuaggi (o dermopigmentazione) con finalità medica per coprire condizioni patologiche della cute, al fine di ripristinare l’aspetto di una cute sana, e/o come complemento agli interventi di chirurgia ricostruttiva. (Salute, Corriere)

PERCHÉ I CALLI FANNO MALE?

I calli sono cumuli di cellule morte che si formano su mani e piedi, nei punti che rimangono a lungo a contatto con un oggetto esterno, e sono dunque sottoposti a una pressione continua.

Si formano in questo modo: la circolazione del sangue viene bloccata, a causa della pressione, e in questo modo la pelle non riceve più l’ossigeno che le è necessario. A mano a mano che le cellule muoiono si accumulano una sull’altra, creando uno “spessore” tra lo stimolo esterno e la pelle.

Calli dolorosi e calli famosi: all’interno del callo poi una parte più dura penetra in profondità e raggiunge il derma, dove si trovano le terminazioni nervose che vengono colpite: è qui che nasce la sensazione del dolore. I calli che fanno più male in genere sono quelli ai piedi, proprio perché non si può fare a meno di sottoporli allo stimolo che li ha causati, cioè le scarpe. Il callo più famoso è invece quello dello scrittore: si forma sul dito medio, nel punto in cui la penna fa pressione sulla falange. (Salute)

FINALITÀ ESTETICHE

L’importanza delle informazioni.

LE COMPLICANZE

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PREVENZIONE E SALUTE

STRESS E SINDROME DA BURNOUT, TRA LE CAUSE LA RICERCA DEL PERFEZIONISMO

Il perfezionismo tra le cause di stress estremo e della cosiddetta sindrome da burnout.

Cercare di essere perfetti a tutti i costi può portare una persona a un passo dall’esaurimento emotivo. Un gruppo di ricercatori hanno passato in rassegna 43 ricerche sul perfezionismo in uno studio pubblicato sulla rivista Personality and Social Psychology Review. In particolare i ricercatori si sono concentrati sulle tendenze al perfezionismo sul posto di lavoro. Qui, sottolineano i ricercatori, la voglia di raggiungere il massimo nelle performance ha costi maggiori: non solo aumenta lo stress ma anche le stesse prestazioni ne risentono. In altre parole si diventa meno produttivi.

Chi sono i perfezionisti?

«I perfezionisti hanno una valutazione di sé che dipende eccessivamente dal raggiungimento degli standard elevati che si auto impongono. Tutto ciò che è meno perfetto è fallimento, in una logica “tutto o nulla”, bianco o nero, perfetto o disastro totale», spiega la dottoressa Katia Rastelli, psicologa e psicoterapeuta dell’Unità operativa di Chirurgia bariatrica dell’ospedale Humanitas. «Tuttavia – aggiunge – bisogna distinguere vari livelli di perfezionismo. Quello positivo rende la persona puntuale, affidabile, attenta e precisa. Le permette di dare il massimo al lavoro in termini di efficienza e produttività, per la gioia dei capi! Rende molto in ambito lavorativo ma è anche in grado di staccare la spina e di ricaricarsi, trovando il suo giusto ritmo e coltivando hobby e interessi personali, amicizie e svago». «Quello negativo, invece, è quello collegato al burnout: sono dell’idea che si faccia maggiore riferimento ai cosiddetti tratti ossessivi (caratteristici tra l’altro dei disordini alimentari) che rendono le persone un po’ troppo rigide, poco flessibili e poco adattabili al contesto fluido che le circonda. Se gli standard interni sono così elevati spesso la persona si perde in dettagli, fatica a completare gli obiettivi perché mai perfetti, risulta poco capace di delegare ai colleghi perché ha bisogno di avere sempre tutto sotto controllo…una gran fatica insomma».

Perché perfezionismo e burnout sono legati tra loro?

«Il burnout sarebbe il risultato della interazione tra queste caratteristiche prettamente personali e una società, e un mondo del lavoro in particolare, sempre più esigenti e selettivi. E, neanche a dirlo, spesso sono le donne le più colpite, sicuramente anche per fattori culturali. I pericoli che possono derivare sono l’esclusione dalle relazioni sociali, le somatizzazioni, i disturbi del sonno e dell’alimentazione, la scarsa concentrazione, ansia e depressione». Secondo i ricercatori, la nostra società tende a considerare il perfezionismo come qualcosa di virtuoso, invece i risultati dell’analisi dimostrano come il perfezionismo è un elemento distruttivo che i datori di lavoro non dovrebbero considerare come un criterio di successo. Diligenza, flessibilità e perseveranza sono delle qualità migliori che i lavoratori dovrebbero possedere, suggeriscono i ricercatori.

Ci sono delle strategie per evitare che la ricerca della perfezione abbia questo effetto?

«Cercare di essere più tolleranti verso se stessi, coltivare il più possibile la propria creatività, fare esercizio di flessibilità e ricordarsi dell’impossibilità di tenere sempre sotto controllo tutto perché umanamente impossibile», conclude la dottoressa Rastelli. (Salute, Humanitas)

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SCIENZA E SALUTE

LE CABINE TELEFONICHE INGLESI SI TRASFORMANO IN DEFIBRILLATORI

L’idea per non perdere un simbolo della Gran Bretagna e diffondere in modo capillare il dispositivo medico che in caso di attacco cardiaco può salvare la vita Nell’album dei ricordi di chi visita per la prima volta l’Inghilterra non può mancare una fotografia di fianco alla cabina del telefono rossa creata nel 1924 dalla penna di sir Giles Gilbert Scott. Posizionata inizialmente solo a Londra, la cabina si è diffusa nel giro di un paio d’anni in tutto il paese e oggi appare su cartoline, magneti e magliette, al punto da far parte dell’immaginario collettivo. Un segno distintivo, che all’epoca dei telefoni cellulari, rischiava però di diventare inutile. Fino a quando la Bt, il provider che gestisce i posti di telefono pubblici, non ha pensato di accordarsi con la Community Heartbeat Trust, l’associazione che si occupa di combattere le malattie cardiache in Gran Bretagna, e lanciare un progetto innovativo: trasformare le cabine inutilizzate in defibrillatori pubblici.

Nella custodia gialla (a prova di vandali) I primi cinque sono stati finanziati direttamente da Bt, gli altri invece vengono realizzati raccogliendo fondi a livello locale o ottenendo aiuti da charity e sponsor privati. Disponibile 24 ore su 24, il defibrillatore posizionato nella cabina si trova racchiuso in una custodia gialla, a prova di vandali, che può essere aperta solo digitando un codice che si ottiene chiamando il numero di emergenza 999. Una volta sbloccato, il defibrillatore spiega a chi lo utilizza come farlo funzionare, con istruzioni vocali che passo dopo passo indicano dove posizionare gli elettrodi e come agire. La macchina valuta se si tratta effettivamente di un arresto cardiaco e rilascia la scossa necessaria per far ripartire il cuore.

La trasformazione delle cabine Secondo le statistiche in Inghilterra circa 200mila persone all’anno sono vittima di un attacco cardiaco, tanto che si tratta di una delle principali cause di morte nel paese. Com’è noto, però, più in fretta si riesce a soccorrere il paziente, maggiori sono le possibilità di salvezza e la disponibilità di un defibrillatore può avere un ruolo chiave. Per questa ragione Martin Fagan, segretario nazionale del Community Heartbeat Trust ha accolto con entusiasmo la proposta di Bt di trasformare le cabine in uno spazio per installare defibrillatori. «Si tratta di icone per il nostro paese – ha dichiarato – che anziché smettere di essere utilizzate per l’avvento della tecnologia diventano strumenti di emergenza strategici, visto che si trovano nel centro di villaggi e paesi». Per ottenerne uno basta che la comunità locale avanzi una richiesta, adotti la cabina al costo di una sterlina e poi trovi degli sponsor che finanzino l’acquisto del defibrillatore.

Come hanno «cambiato pelle» Questi piccoli pronto soccorso di campagna disseminati nella campagna inglese, in realtà sono l’ultimo sistema per “riciclare” le vecchie cabine telefoniche. Nel 2002 ce n’erano 92mila in giro per il paese, adesso ne sono rimaste 11mila ma vengono sfruttate sempre meno. Per rimanere utili e “amate” devono cambiare pelle. Diventando presidi d’emergenza o, come è accaduto altrove, spazi per il bookcrossing, minigallerie d’arte e centri informativi per i turisti. (Salute, Corriere)

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ORDINE – ECM: NOVITÀ PER GLI ISCRITTI Quanti crediti devo acquisire quest’anno? Premesso che l’art. 3 , commi 5, e 5 bis, d.l.n. 138/2011, convertito in legge n. 148/2011, modificato ed

integrato dalla legge n. 214/2011 e dal D.L. 13.9.2012, n.158 sancisce che la formazione professionale

è OBBLIGATORIA per tutti gli operatori sanitari e che la violazione dell’obbligo di formazione continua

determina un ILLECITO DISCIPLINARE e come tale è sanzionato sulla base di quanto stabilito

dall’ordinamento professionale. Sapresti rispondere a queste domande:

IL SERVIZIO OFFRE:

Verifica quantitativa della formazione

Verifica qualitativa (congruità della formazione in rapporto alla professione esercitata) della formazione

Verifica di eventuali criticità

Inserimento di eventuali esoneri , esenzioni o altre forme di aggiornamento professionale ( per es. la Formazione Sul Campo)

Avere la certezza di aver effettuato una Formazione “CERTIFICABILE”

La possibilità di richiedere alla fine del triennio la CERTIFICAZIONE ECM Per MAGGIORI INFO : [email protected]

ORDINE: CORSO ECM I corsi si terranno presso la sede dell’Ordine

Data Argomento CF

Venerdì 25 Settembre, ore 9.00

IL DIABETE MELLITO DI TIPO II: DALL’APPROPRIATEZZA ALLA SOSTENIBILITÀ

7,5

L’evento è stato organizzato con il contributo non condizionante di Takeda

I° Parte Sabato 26 Settembre, ore 9.00

L’ELASTO COMPRESSIONE: IL PILASTRO DELLA TERAPIA FLEBOLINFOLOGICA

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II° Parte Sabato 17 Ottobre, ore 9.00

L’ELASTO COMPRESSIONE: IL PILASTRO DELLA TERAPIA FLEBOLINFOLOGICA

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Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

La Bacheca

Quanti crediti devo acquisire quest’anno?

Quanti crediti ho acquisito nell’ultimo triennio? Sono quelli giusti?

Posso chiedere un certificato che attesti i Crediti acquisiti? A chi lo devo chiedere?

Il NUOVO SERVIZIO [email protected] dell’ORDINE di NAPOLI TI AIUTA A RISPONDERE A QUESTE DOMANDE!!!