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Noi siamo con Charlie.Iniziamo con una citazione “la vita va difesa fino in fondo”. Per questo ci sen-tiamo al fianco dei genitori del piccolo Charlie. Come sappiamo questo bambino di 10 mesi è affetto da una rara malattia genetica e l’Alta Corte di Londra, arbi-trariamente, si è riunita a valutare e decidere per sapere se applicare al piccolo Charlie il protocollo sperimentale messo a punto da un gruppo di ricercatori dell’ospedale del Bambino Gesù. Nel precedente pronunciamento, il giudice au-torizzava il distacco delle macchine che mantengono in vita il bambino, contro il parere dei genitori che volevano sottoporlo ad una terapia. Come non ascoltare il grido dei genitori che invocano l’aiuto di ogni mezzo per mantenere in vita il figlio?Grazie a Dio il grido è stato ascoltato, non solo dalla Chiesa, ma in generale dall’opinione pubblica e da alcuni presidenti tra cui Trump. Nessuno ha diritto di intervenire se c’è una speranza per la vita umana.La storia di Charlie è stata oggetto delle preghiere dei nostri ragazzi durante l’oratorio estivo.Adesso, vorrei raccontare il contenuto di una lettera arrivata in ufficio parroc-chiale. Nella lettera, una donna racconta le sue emozioni provate dopo la prima Messa celebrata dal nuovo parroco. “Sono incuriosita dal nostro nuovo pasto-re e con tanto interesse mi sono presentata alla messa domenicale. Ho trovato una spiacevole sorpresa: ho trovato all’altare un uomo stanco, senza nessuna espressione del viso, che con una voce noiosa conduceva la sacra liturgia. Dalla tonalità della voce non emanava nessuna emozione, nonostante offrisse a Dio il sacrificio eucaristico. Ma il momento più deludente è stata la sua omelia. Con lo stesso tono è stata letta l’omelia: monotona, senza brio…di sicuro una predica copiata da chissà quale sito. E mi domandavo: “Ma questo nuovo don crede in quello che legge? E dopo subito ho pensato ai ragazzi che ascoltavano questi pensieri caotici, senza un filo conduttore, poco curati. Che immagine del sacer-dote potranno mai avere?”. Ma il clou sono stati gli avvisi parrocchiali: concetti confusi, non chiari. Sinceramente non ho capito le sue richieste e quale piano pastorale seguisse. E….se fosse vero tutto ciò che ho scritto sopra? A nome di tutti vorrei dire, con tutta la forza che ho, che noi la voliamo bene ! Noi non immaginiamo la nostra comunità senza il sacerdote. Noi non immaginiamo una comunità senza la guida che sostiene, che amministra i sacramenti, che cura la trasmissione della fede, del catechismo. Non immaginiamo l’assenza di un sacerdote nel momento della nostra partenza per il cielo.Carissimi parrocchiani, queste sono le parole di una lettera ricevuta in una par-rocchia degli Stati Uniti dove, in modo eloquente, viene esposto grande amore del popolo di Dio verso i suoi sacerdoti. Quando celebravo la santa Messa dei 30 anni di sacerdozio, il mio più grande sentimento è stato quello di ringraziamento a Dio per la mia vocazione, alla mia famiglia e alla mia comunità di Lozzolo. Voi mi avete accolto con tutte le mie imperfezioni, mancanze e incapacità… Grazie per la fiducia riposta in me durante questo primo anno di servizio fra voi. Ritengo che il Signore mi abbia dato una comunità particolare che è pronta a collaborare nel grande disegno della costruzione del suo Regno. Grazie e a tutti auguro buone vacanze!

Don Jarek

Il Gruppo Stampa & Comunicazione

dell’Oratorioe i collaboratori

di san Giorgio

INDICE

Dal mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 4 Nel pugnetto di Charlie sta san Giuda Taddeo . 4Top stories . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 5 luoghi in cui trovare Dio in estate . . . . . . . 7 Eucarestia nello spazio. . . . . . . . . . . . . . . . . 8Spiritualità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 La confessione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9Attualità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Nuovo look per l’oratorio . . . . . . . . . . . 10 Oratorio Smart! . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Festa di San Giorgio . . . . . . . . . . . . . . 14 Lozzolo trasmette Passione! . . . . . . . . . . 16 Prima Comunione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Nuovo consiglio . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 Viaggio in Polonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Trent’anni di sacerdozio. . . . . . . . . . . . . . 24 Carnevale in piazza. . . . . . . . . . . . . . . 24 Cent’anni e non sentirli . . . . . . . . . . . . . 26 Loxolensis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 I nostri defunti . . . . . . . . . . . . . . . . . 28Per vivere bene la Domenica . . . . . . . . . . . . . . 30Orari di pubblica utilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31

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Dal mondo

Nel pugnetto di Charlie sta san Giuda Taddeo

Nella manina di Charlie Gard, il bim-bo di 10 mesi condannato a morte dal-la Corte d’Appello inglese alla fine del maggio scorso, i genitori Connie Yates e Chris gli hanno posto una medaglia che riporta l’effige di san Giuda Taddeo, il santo dei casi impossibili e accanto al piccolo gli hanno messo due preghiere all’Angelo custode.

L’avrebbero assassinato pochi giorni fa, il 30 giugno, staccandogli i macchinari che lo tengono in vita, ma l’esecuzione è stata rinviata a motivo della campagna mediatica che i coniugi hanno lanciato con un video-appello, nel quale suppli-cano di poter avere più tempo per dire addio al figlio, dopo che il 28 giugno la Corte dei diritti umani ha approvato la decisione della “giustizia” britannica di concludere definitivamente le terapie sanitarie sul bambino, ricoverato all’o-spedale Great Ormond Street di Londra.

Ai genitori non è stato concesso né di trasferirlo negli Stati Uniti, dove avreb-bero voluto sottoporlo a delle cure di sperimentazione, né di portarlo a casa per farlo spirare fra i suoi cari. Lo Stato britannico si è appropriato di Charlie, lo ha sequestrato e su di lui si arroga il di-ritto di vita e di morte. Papà e mamma sono stati espropriati della loro genito-

rialità. Secondo i medici, tenere in vita Charlie non è «eticamente accettabile».

Nato con una rara e grave malattia ge-netica, la sindrome di deperimento mi-tocondriale che causa un progressivo indebolimento dei muscoli, Charlie, gra-zie alla raccolta fondi che i genitori han-no sapientemente organizzato con una eroica battaglia, in grado di portare alla causa oltre un milione di sterline, avreb-be potuto essere sottoposto a cure che altri pazienti, affetti dalla stessa sindro-me nel mondo, stanno ricevendo. Non è mai accaduto nella Storia che l’infanzia venisse così minacciata, calpestata, vio-lentata, soppressa.

Chi può difendere Charlie? Lunedì 3 luglio Mariella Enoc, Presi-dente del Bambino Gesù di Roma, dopo aver ascoltato la preghiera del Papa – «Non si trascuri il desiderio dei genito-ri di accompagnare e curare sino alla fine il proprio bimbo» – ha annunciato la disponibilità dell’ospedale di ospita-re il piccolo: «Non offriamo miracoli, né cure straordinarie. Offriamo solo accoglienza e umanità». Poco dopo il Presidente Usa Trump si è messo a di-sposizione con un tweet: «Se possiamo aiutarlo, come i nostri amici in Gran Bretagna e il Papa, noi saremmo felici

di farlo». Si sta tentando di scongiurare in extre-mis l’esecuzione capitale. Ma chi potrà salvare realmente questo bimbo? La fede di Connie e di Chris, le preghiere di tanti cattolici nel mondo, l’intervento diretto di san Giuda Taddeo.

Nato a Nazareth, in Galilea, da Alfeo, fratello di san Giuseppe, e da Maria di Cleofe, Giuda è soprannominato Thad (dolce, misericordioso, amabile, gene-roso, coraggioso). Appartiene, quindi, alla stirpe regale di Davide ed è cugino primo di Gesù.

Fu tra i primi a ricevere la chiamata ad essere Apostolo fra gli Apostoli e fu proprio lui a formulare, durante l’Ulti-ma cena, quella formidabile domanda: «Signore, come è accaduto che devi ma-

nifestarti a noi e non al mon-do?», alla qua-le Gesù rispose affermando che l’elezione è per ciascuna ani-ma, ovvero il rapporto di Dio con gli uomi-ni è personale e non colletti-vo: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non os-

serva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato» (Gv 14, 22).

Secondo il martirologio romano, il cam-po di azione di san Giuda fu assi vasto: evangelizzò prima la Giudea, poi la Me-sopotamia ed infine la Persia. In una di queste province, l’Apostolo indirizzò ai fedeli un’epistola, vergata con uno sti-le assai vivace e mirante a combattere eretici, bestemmiatori e traditori che con le loro false dottrine travisavano le que-stioni fondamentali della Fede, mentre davano, contemporaneamente, scandalo con la sregolatezza dei loro costumi.

In Persia Giuda si associò a Simone il Cananeo per evangelizzare la regione: indovini e stregoni, invidiosi dei loro continui miracoli che seminavano insie-

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Top Storiesme al Vangelo, incitarono al loro marti-rio. Era circa il 70 d.C. Forse vennero bastonati a morte, forse furono decapita-ti. I loro resti mortali da Babilonia rag-giunsero Roma e furono deposti nella Basilica di San Pietro, nella cappella la-terale di san Giuseppe, detta anche della Penitenza, a sinistra della Confessione.

Dio ha concesso a san Giuda Taddeo po-teri straordinari nella risoluzione di casi impossibili. La tradizione narra, inoltre, che fu lui a portare ad Edessa (l’attuale Urfa, in Turchia) il celebre Mandylion, riproducente il volto di Cristo, telo che intreccia la sua storia con quella della Sindone. Secondo fonti di autori siriaci, l’attività apostolica di san Giuda Tad-deo, prodigo intermediario di miracoli divini, giunse proprio ad Edessa.

Scrisse nell’VIII secolo Giorgio il Mo-naco: «C’è nella città l’immagine di Cristo non fatta da mano d’uomo, che opera stupefacenti meraviglie. Il Si-gnore stesso, dopo aver impresso in un “soudarion” l’aspetto della sua forma, mandò l’immagine che conserva la fi-sionomia della sua forma umana per l’intermediario Taddeo apostolo ad Ab-gar, al toparca della città degli Edesse-ni, e guarì la sua malattia».

Sopra Charlie e i suoi genitori vigila il cugino di Cristo e l’autore della lette-ra presente nel Nuovo Testamento, più attuale che mai, dove fra l’altro si dice: «… il Signore dopo aver salvato il po-polo dalla terra d’Egitto, fece perire in seguito quelli che non volevano crede-re, e che gli angeli che non conserva-rono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene

eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno. Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stan-no come esempio subendo le pene di un fuoco eterno. […] Ma voi, o carissimi, ricordatevi delle cose che furono pre-dette dagli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo. Essi vi dicevano: “Alla fine dei tempi vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni”. Tali sono quelli che provoca-no divisioni, gente materiale, privi dello Spirito. Ma voi, carissimi, costruite il vostro edificio spirituale sopra la vostra santissima fede, pregate mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna. Convincete quelli che sono va-cillanti, altri salvateli strappandoli dal fuoco, di altri infine abbiate compassio-ne con timore, guardandovi perfino dal-la veste contaminata dalla loro carne» (Giuda 12, 5-7; 17-23).

Cristina Siccardi

5 luoghi in cui trovare Dioin estate

Estate è assenza di Dio? No!Ecco cinque “posti” dove trovarlo.

Nella frescura del mattinoMan mano che la giornata si sviluppa, il caldo torrido compare per non scompari-re praticamente fino a notte inoltrata, ma quei primi momenti freschi dell’alba ci parlano di Dio, che è dolcezza, carezza, fresco, luce che si affaccia… Perché non pregare un po’ in quel momento? Perché non alzarsi presto per “degustare” Dio, che è al nostro fianco un altro giorno?

Nella colazione condivisaDio è sempre presente nella comunità, nella famiglia. Dio stesso è famiglia, comunione di persone. Non c’è niente come una buona colazione estiva, sen-za fretta né ansia. Non c’è niente come un risveglio senza stress, consapevoli di quanto sia bello avere una nuova gior-nata davanti e avere persone vicine da amare.

Nel tempo che si trascorre in spiag-gia o in piscinaIl riposo e l’ozio, ancor più se si è a

contatto con la natura, sono un momen-to adatto per incontrare Dio. La piscina e la spiaggia sono anche luoghi idonei per pregare un po’, stesi sull’asciuga-mano, per ringraziare per ciò che abbia-mo e sentire il calore del sole e la forza dell’acqua. Godere della creazione in modo responsabile è in sé una splendida preghiera.

Nella lettura di un buon libroL’estate ci lascia il tempo per quello che spesso non riusciamo a fare duran-te l’anno. Mettere da parte il televisore, il computer, il rumore, e potersi sedere a godersi un buon libro è magnifico. In quella lettura, in quel silenzio, le nostre emozioni verranno mobilitate, i nostri pensieri viaggeranno e sarà un incontro con tutto ciò che ci abita. Mettere que-sto silenzio davanti a Dio e presentargli quello che siamo e che sogniamo è im-prescindibile.

In qualsiasi chiesa, eremo o tempioMolta gente in estate smette di partecipa-re alla Messa o abbandona la preghiera. Compiere lo sforzo, ovunque ci si trovi, di cercare un posto in cui poter andare a Messa, dove poter pregare, è segno di salute spirituale, di sete di Dio, di fame di Colui dal quale mi sento e so di essere amato, di voglia di stare con Colui per il quale mi gioco la vita.

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SpiritualitàEucarestia nello spazio

La Confessione

Alcuni anni fa, un gruppo di astronauti che si trovavano nello spazio in una mis-sione intorno al pianeta Terra ha avuto l’opportunità di ricevere la Comunione a bordo della navicella che li trasporta-va. Nell’aprile 1994, l’astronauta Tho-mas D. Jones era a bordo della navicella Endeavour in una missione per studiare i cambiamenti intorno alla Terra. Con lui viaggiavano altre cinque persone. Nel suo libro Sky Walking: An Astro-naut’s Memoir (Camminando nel cielo: memorie di un astronauta), Jones ricorda che era “consapevole del fatto che ogni giorno nello spazio era un dono specia-le. Sapevo che mi era stato concesso un privilegio unico. Ogni sera, prima di andare a dormire, ringraziavo Dio per quelle meravigliose viste della Terra e per il successo della nostra missione. Pregavo continuamente per la sicurezza del nostro equipaggio e perché potessi-mo rivedere le nostre famiglie”. Nel testo, Jones indica che Kevin Chil-ton era ministro straordinario dell’Euca-ristia e che aveva portato con sé in viag-gio alcune ostie in un porta-viatico d’oro. La domenica in cui si trovavano nello spazio, due settimane dopo la Pasqua, i tre si sono riuniti nella cabina di volo.

Perché non posso confessarmi diretta-mente con Dio?Se è Dio che perdona, perché devo rac-contare i miei peccati a un sacerdote? Che succede se lo faccio?La risposta a questa domanda deve ne-cessariamente dividersi in due parti. Dio ha voluto davvero così? E se sì, perché?“’Come il Padre ha mandato me, an-ch’io mando voi’. Dopo aver detto que-sto, alitò su di loro e disse: ‘Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimettere-te, resteranno non rimessi‘”. La missio-ne di Gesù Cristo dura fino alla fine dei tempi. Si tratta di una potestà conferita alla Chiesa perché la eserciti attraverso i suoi ministri. Ovviamente, quello che viene conferito non è un potere arbitra-rio: si deve perdonare in nome di Dio chi ha il pentimento necessario per i propri peccati, e non perdonare chi non lo ha. Ma per questo i peccati vanno manife-stati. Perché Dio ha voluto così? Ci sono una ragione teologica e dei motivi che po-tremmo definire umani.La prima ha molto a che vedere con la natura della Chiesa, che è la continuità di Cristo nel mondo, che trasforma il po-polo di Dio in Corpo di Cristo, di modo che Gesù agisce attraverso di lei per do-narci i mezzi di salvezza. Le ragioni umane sono più facili da comprendere. La prima è che garantisce

In quel momento, “tutti e tre abbiamo ringraziato Dio per la vista del Suo universo, per la buona compagnia e per il buon esito che avevamo avuto fino a quel momento”, ricorda Jones. “Kevin ha condiviso il Corpo di Cristo con Sid e con me e abbiamo fluttuato nell’a-

bitacolo, riflettendo in silenzio su quel momento di pace e di vera comunione con Cristo”, ha indicato. “Mentre me-ditavamo tranquillamente nell’abitaco-lo scuro, una scintillante luce bianca è sorta nello spazio ed è entrata nella ca-bina. La luce del sole filtrata attraverso le finestre anteriori dell’Endeavour ci ha dato calore. Quale altro segno po-tevamo chiedere se non questo? È stata l’affermazione amorevole di Dio della nostra unione con Lui”. Commosso fino alle lacrime, Jones si è allontanato dai suoi compagni. Ha visto l’alba attraverso le finestre e l’Oceano Pacifico, la cui superficie blu risplendeva con la luce del sole. “Abbia-mo goduto di quelle tonalità non para-gonabili alla tavolozza di qualsiasi arti-sta umano”, ha ricordato. Trascorsi 10 anni da quel viaggio nello spazio, Jones ha affermato: “Siamo de-stinati a sorprenderci nello spazio. Se la nostra specie imperfetta ha vissuto que-sti flash di gioia nel nostro primo tenta-tivo con il cosmo, allora Dio è veramen-te molto affettuoso e generoso”. È stata la prima volta che qualcuno ha fatto la Comunione nello spazio.

l’obiettività. La confessione, insomma, ci obbliga a dire pane al pane e vino al vino.La seconda è che rappresenta un ma-gnifico modo per formare la propria co-scienza. La confessione è guida e luce. È facile comprendere che la tranquillità di coscienza che si genera è un bene im-pagabile.La terza ragione riguarda quanto sia conveniente esprimere a voce alta (che evidentemente deve sentire solo il con-fessore) il dolore interiore che si prova per via dei propri peccati. La quarta ragione è una cosa che al gior-no d’oggi viene sottolineata molto. Nel sacramento della Penitenza, il sacerdote è chiamato ad essere giudice – di miseri-cordia, si intende –, ma anche medico di anime, pastore e consigliere spirituale, offrendo così un grande servizio a chi si accosta a questo sacramento.Si potrebbero trovare anche altre ragio-ni, ma queste sono le principali. Espri-mono chiaramente la saggezza di Dio – che si adatta all’essere umano, con i suoi nobili desideri ma anche con le sue limitazioni e le sue miserie – e anche la sua misericordia, perché non si limita a concedere il perdono, ma dà anche pace alle coscienze e un aiuto inestimabile per procedere con rettitudine e guada-gnarsi la vita eterna.

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Attualità

Nuovo look per l’oratorioCarissimi amici dell’oratorio, Nuovo look per l’oratorio è stato lo slogan dei lavori di ristrutturazione e modernizzazione che abbiamo voluto effettuare nel salone dell’oratorio San Gior-gio. Abbiamo ritenuto che questi lavori sono stati necessari per la manutenzione ordinaria dell’ambiente e nello stesso tempo sono un intervento che qualificherà in modo significativo la struttura.Dopo gli accertamenti necessari del tetto, la prima fase del progetto comportava il cambiamento delle 3 finestre e degli altri serramenti. Dunque si è proceduto con la tinteggiatura muri e soffitto, zoccolatura, revisione dell’impianto di illuminazione e del riscaldamento.La seconda fase invece prevedeva: la revisione completa dell’ impianto elettrico, sonorizzazione del salone, acquisto e sistemazione delle attrezzature video (ampli-ficatore, casse, microfoni, proiettore e schermo).Si è poi proseguito con il rivestimento delle parti esterne e interne del palcoscenico, la revisione dettagliata della zona sotto palco, la costruzione del supporto per le quinte. Finalmente è stato cambiato il sipario, le quinte e lo sfondo. Con una lettera apposita, ho fatto appello alla generosità delle associazioni e degli amici dell’oratorio e dei lozzolesi, così che si potessero concludere i lavori ed avere una struttura polifunzionale in grado di ospitare i bambini, i giovani e le famiglie del paese e del territorio. E cosi è stato!

Sono sicuro che l’intera nostra parrocchia e tutti i lozzolesi potranno fruire dei be-nefici di questa struttura a sostegno dell’azione pastorale.

Don Jarek

Hanno lavorato gratuitamente:

Ermanno PilottiVilmo Pignolo

Franco MagnoliniRoberto Robatti

Giuseppe RossatoEmilio

Sandra Franchino

OFFERTE

Loxolensis € 200 Alpini € 100Offerte cresimandi € 455Mercantino Natalizio € 540Raccolta ferro e metalli € 2225Offerte privati € 1490 Fondazione san Giorgio € 6128

TOTALE OFFERTE: € 11 138

SPESE

Serramenti €5908Materiale tinteggiatura € 220Proiettore € 1075Schermo automatico € 359Tende sipario € 498Tessuti € 280Binario sipario € 65Ferramenta € 20Sonorizzazione, amplificatore, mi-crofono…ecc. € 813,74Fabbro € 110Elettricista €1300 di cui €400 offerti

Falegname € 2255Architetto € 200

TOTALE SPESE: € 12 703.74

RESOCONTO ECONOMICO RISTRUTTURAZIONE ORATORIO

Concretamente questa è stata la risposta…

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Oratorio Smart!Un oratorio 2.0 si potrebbe definire quello che è stato inaugurato domenica 5 feb-braio a Lozzolo. La parte tecnologica, quella più smart per usare parole più frizzanti, regna sovrana con il nuovo proiettore e gli impianti audio del salone. Ma poi ancora il palco rimes-so a lucido, le finestre nuove e l’imbiancatura fresca anche d’estate! Tante le persone che hanno dato la propria mano alla realizzazione di questo proget-to, sintomo di un legame forte di tutto il paese al proprio oratorio. Questo tocco di novità è stato subito sperimentato dai nostri ragazzi che si sono cimentati in canti, balli e scenette tutte da ridere durante la presentazione degli spazi. La presenza del vescovo che ha celebrato la Santa messa con la comunità lozzolese riunita, ha dato un tocco di ufficialità e un prelibato rinfresco ha creato quell’atmo-sfera di convivialità che fa subito festa!L’oratorio, luogo di formazione e pezzo di vita di molti di noi, è in continua evolu-zione, proprio come le nostre vite: l’oratorio cammina con noi! Giorgio

Per inaugurare il palco i bambini hanno recitato questa poesia di ringraziamento:

Benvenuti dame e cavalieri, residenti e forestieri,tutti insieme vi abbiamo chiamato per mostrarvi il salone rinnovato.

Spalancate gli occhi e guardatevi intorno: questa è l’alba di un nuovo giorno!In primis vogliam ringraziare chi una mano ci ha voluto dare.

Per trasformare così il salone, ci voleva una grande intuizione:un grande architetto abbiamo chiamato e il nostro Carlo subito ha progettato!

Con un tocco di pennello tutto è diventato più bello,le finestre abbiam sostituito e ora il caldo è garantito!

E per meglio recitare, per cantare e per ballareci serviva un nuovo palco per poterci dilettare!

E se ancor non vi bastasse, ecco a voi le nuove casse!Ma il gioiello è il proiettore, ci intrattiene ore e ore.

Su il sipario si va in scena,Vi assicuriamo ne varrà la pena!

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Festa di San GiorgioQuest’anno, una bella giornata di sole, ha contribuito a rendere più gioiosa la festa patronale di san Giorgio, anche se per non smentire la tradizione che vuo-le per san Giorgio la pioggia, i giorni precedenti mentre si distribuiva il pane a tutte le famiglie, pioggia e soprattutto giornate a 0 gradi hanno accompagnato le priore nel giro del paese.Come sempre il sabato antecedente la festa ha visto le priore, aiutate dai vo-lenterosi uomini e giovani che vogliono continuare la tradizione, lavare pentolo-ni, pulire e tagliare chili di porri per poi cucinare già fin dalle prime ore del mat-tino i famosi “fasulin” di san Giorgio, che anche quest’anno sono stati molto apprezzati. La banda musicale di Gattinara ha ral-legrato le vie del paese e accompagnato alla Chiesa per la messa solenne le auto-

rità comunali, i rappresentanti dei caval-leggeri che da alcuni anni festeggiano con noi il loro patrono, e i diciottenni dell’anno che il sindaco aveva prece-dentemente accolto e salutato nel salone comunale. Dopo la Santa Messa, la festa è conti-nuata con la benedizione dei fagioli del pane cotto nell’antico forno comunale, ripristinato e usato da bravi panettieri, e l’omaggio ai due monumenti dei caduti. Al pomeriggio il lancio dei palloncini, la mostra allestita all’ex Enal dalla Pro loco su latte e caffè e la mostra fotogra-fica preparata dal comitato Loxolensis che ha raccolto vecchie foto sulle clas-si e gruppi di Lozzolo. Le vecchie foto attirano sempre la curiosità della gente che con gioia rivive i momenti passati della propria vita.

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Lozzolo trasmette Passione!Lozzolo trasmette Passione! Da questa frase più adatta forse ad un finale, prendo in prestito il gioco di parole, per descrivere ciò che per le vie del paese è stato rievo-cato proprio all’avviarsi della settimana santa: la rappresentazione della passione di Cristo, in versione live, ad opera dei ragazzi dell’oratorio di Lozzolo.In uno scenario a tutti ben noto (partenza da San Sebastiano e arrivo davanti all’ora-torio, attraversando la salita della costa trasformata per l’occasione in una via crucis verso il Golgota) la magia di essere teletrasportati per un’ora nei luoghi del vangelo di Gesù, è avvenuta. Un Gesù ormai confermato dalle edizioni precedenti, il nostro Davide, che ha sapu-to trascinare il pubblico insieme agli altri attori della scena. Che sia l’inizio di una tradizione nel tempo che, un po’ come le sacre rappresentazioni medioevali giunte fino a noi (pensiamo le vicine realtà di Romagnano e Sordevolo), possa portare il messaggio cristiano alle generazioni future? Ai posteri l’ardua sentenza. Giorgio

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Prima Comunione Nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione San Giorgio

Domenica 14 maggio, 10 bimbi hanno ricevuto per la prima volta Gesù.

Nei mesi precedenti, ogni sabato si sono preparati bene con il catechismo tra giochi e qualche urlo!Il grande giorno si sono presentati felici ed emozionati nel cortile dell’oratorio e dopo alcune fotografie si sono diretti in chiesa. La cerimonia è stata intensa ma allegra ed ha coinvolto ed emozionato tutti i pre-senti. I bambini sono stati bravissimi: ognuno di loro aveva un compito che ha eseguito con cura e attenzione .C’è stata anche una sorpresa per i familiari: l’ultimo canto eseguito da loro!Auguriamo a

Alessio, Elisa, Enrico, Gabriele, Letizia, Mattia, Martina, Michelle, Nicole e Riccardo

tanta felicita’ e che Gesù, che hanno incontrato per la prima volta nel loro cuore, diventi un caro Amico per la loro vita.

Sara

Domenica 2 Aprile dopo la Messa si è svolta presso il salone dell´oratorio l´Ass-emblea dei soci della Fondazione San Giorgio per l´Infanzia e la Gioventú ciè del-l´Asilo, come ancora in molti a Lozzolo chiamano l´associazione che gestisce i locali dell´oratorio e della Scuola materna.All´ordine del giorno c´era il rinnovo dei membri del Consiglio di Amministrazione per il quadrienno 2017-2021.I soci con la votazione hanno eletto quali proprii rappresentanti Carlo Miola, Mau-rizio Borla e Simona Visconti. Ad essi si sono aggiunti come membri di diritto Giancarlo Deambrosis, in rap-presentanza della famiglia Deambrosis fondatrice dell´Asilo e don Jarek quale parroco pro-tempore della Parrocchia di LozzoloSuccessivamente il Consiglio Comunale di Lozzolo ha nominato come rappresen-tanti dell´Amministrazione comunale Giovanni Basso e Cristina Franzon.Il Consiglio cosí costituito dai 7 membri previsti dallo statuto si è riunito sabato 3 giugno per la nomima delle cariche sociali. In questa occasione è stato confermato Presidente Giovanni Basso, cosí come Andrea Franchino Segretario ed Ivana Miola Tesoriere.A loro ed a tutto il Consiglio di Amministrazione i nostri Auguri di un Buon Lavoro per sostenere e migliorare le attivitá della Fondazione a favore dei nostri bambini, ragazzi e giovani.

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La mattina del 28 aprile scorso, alle 5,30 del mattino, un’allegra combriccola di Lozzolesi si incontrava sulla piazza del paese. Eravamo insonnoliti, sì, ma anche molto emozionati e curiosi per la nuova avventura che ci aspettava: un viaggio in Polonia con visita a Cracovia, santuari e luoghi cari a Papa Wojtyła , tra cui la Madonna di Częstochowa, Auschwitz e la miniera si salgemma di Wieliczka.La nostra guida, don Jarek, di fronte ai dubbi espressi sul tempo che avremmo incontrato, ci continuava a dire che sicu-ramente avremmo incontrato bel tempo, ed infatti… arrivati a Cracovia pioveva e il clima era veramente frescolino.Con i nostri compagni di Gattinara, Ro-vasenda, Romagnano, Serravalle non ci siamo persi d’animo anche perché ci aspettava il pranzo in un delizioso risto-rante col tetto di paglia e l’interno tut-to di legno. Qui abbiamo assaggiato la

Viaggio in Polonia

prima delle zuppe tipiche della Polonia, vero toccasana con quel clima. Lascia-te le valigie nel confortevole albergo, ci siamo avviati per la visita della città, in-curanti della pioggia battente.Cracovia è veramente bella: il centro ha una delle piazze più grandi d’Europa circondata sia da palazzi, chiese, torri medioevali e rinascimentali che ricor-dano una storia ricca e affascinante, sia da negozi e locali che testimoniano una vita vivace ed attiva. Che dire poi delle carrozze bianche guidate solo da donne e che permettono di fare un giro nella vecchia città? Naturalmente un gruppo di noi le ha provate e, vi assicuro, è un vero spasso!Dopo la visita al Wawel, dove c’è il castello, la basilica e dove una leggen-da racconta che sia nascosto un drago, esausti ma felici, siamo ritornati in al-bergo.

Il secondo giorno dopo aver visitato il santuario del Divino Amore e pregato sulle spoglie di Suor Faustina,ci siamo diretti verso Auschwitz e Birkenau. Da quella fila ordinata di edifici di matto-ni scuri, tristemente famosi, circondati da filo spinato, anche se brillava il sole, pareva si sprigionasse una cappa grigia fatta dal ricordo e terrore, della violenza e della crudeltà umana che quelle pietre avevano assorbito.La memoria dei milioni di ebrei uccisi in quei luoghi ha fatto riflettere tutti sulla ferocia che l’uomo può avere nei con-fronti dei propri simili ancora ai nostri giorni.Il giorno dopo ci siamo rincuorati alla vista dei luoghi amati da Papa Woityila.Il primo maggio siamo andati a visita-re il santuario di Częstochowa e con la folla di pellegrini ci siamo inginocchiati davanti all’effige della Madonna nera.Abbiamo concluso il nostro viaggio con la visita ad un luogo patrimonio dell’u-manità: la miniera di salgemma di Wie-liczka da cui è stato estratto sale dal

medioevo al 1996. Dopo essere scesi (a piedi) alla profondità di 160 m, siamo passati attraverso 22 grotte collegate da scale, gallerie, laghi sotterranei per cir-ca 2 km. Abbiamo visto statue di sale a grandezza naturale e poi… la cappella di S. Kinga la cui lunghezza supera i 54 m e l’altezza i 12 decorata da altare, scultu-re enormi, lampadari, tutti di sale. Cosa da rimanere proprio di…sale! Purtrop-po la gita stava concludendosi e, dopo aver visto anche dove i nostri ragazzi si erano incontrati con Papa Francesco per la giornata mondiale della gioventù, un po’ tristi, ma ricchi di piacevoli ricordi, siamo tornati a casa.Non resta che ringraziare don Jarek per l’ottima organizzazione e per le interes-santi notizie sulla storia e sulla vita che, unite a quelle delle guide incontrate nei vari posti, sono servite a darci un quadro piu’ esaustivo della Polonia. Allora possiamo sperare in un altro viaggio? Magari in Terra Santa? Ce lo auguriamo!

Sara

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Viaggio a Cracovia.

28 aprile - 02 maggio 2017

Quando Antonello mi propose di par-tecipare al viaggio in Polonia organiz-zato da don Jarek, accettai soprattutto perché volevo “staccare” un po’ e poi perché non ero mai stato in quei posti. Immaginavo che sarebbe stato un viag-gio impegnativo, ma mi dicevo: è tutto organizzato, devo solo seguire la guida, mangiare, gironzolare, fotografare … nessun problema, mi rilasserò. Invece non mi è stato possibile rimane-re “tranquillo”: fino dall’inizio e dalle prime frasi scambiate, don Jarek è stato estremamente coinvolgente. Organizzazione di prim’ordine, a parte i disagi derivati dal tempo perturbato, tutto è filato liscio dal primo all’ulti-mo minuto. Ma don Jarek non poteva te-nersi dentro i profondi sentimenti che lo legano alla sua terra, infatti in pullman ci racconta tante cose vissute di persona e ci indica gli elementi significativi del territorio, con una voce a volte pacata, a volte vibrante, a volte scoppiando in

una risata. In ogni luogo ci aspettava puntualmente una guida specializzata. Tutte molto ef-ficienti. Ma la suora che ci ha illustrato il santuario della Madonna Nera aveva una verve … che neanche a teatro o in televisione ho visto l’eguale.Veniamo al viaggio.Io ricordavo come tutti quelli della mia età Solidarnosc, Lech Walesa, ovvia-mente ho ammirato papa Wojtyla e sa-pevo che era un appassionato devoto della Vergine; ma dei problemi inerenti i rapporti del popolo polacco con il potere del comunismo sovietico avevo capito poco. Forse perché il partito comunista in Italia, secondo me non ha ignorato il dialogo con gli intellettuali e non ha represso sistematicamente il comune sentimento religioso della popolazione come in Polonia. Sicuramente in Italia la religiosità è più esteriore e meno ri-gorosa, e non immaginavo che la gen-te dovesse lottare per avere una chiesa dove partecipare alle funzioni, come è successo in Polonia. Da noi le chiese sono tante e spesso semivuote, tranne che a Natale.

Invece don Jarek ci ha fatto visitare, anche come fuori programma, molte chiese moderne, che sono state costru-ite strappando il permesso ad autorità recalcitranti. E in quelle chiese con gli adulti ci sono tantissimi ragazzi giovani, biondi, alti e devoti. In italia invece la gente che frequenta le funzioni è spesso come me: in pensione.Don Jarek ci ha riferito di una politi-ca che nel suo paese cerca di favorire le coppie che mettono al mondo i figli, mentre in Italia i figli sono sempre meno. Non trovando lavoro molti dei nostri giovani non si sposano, non procreano e magari vanno all’estero a cercare for-tuna: come possiamo immaginarci l’Ita-lia fra vent’anni? Una casa di riposo in bancarotta?Inoltre abbiamo visitato Auschwitz e Birkenau. Enormi spazi. Una scacchiera di mattoni. Una di legno. Ora è cresciuta l’erba. Quando c’erano i deportati ve-niva mangiata appena spuntava. Strade dritte, dimensioni regolari. Uniformità. Efficienza. Totale controllo. Nessuno spazio alla casualità. Massimo risulta-

to col minimo sforzo e con la massima di-screzione. Dritti allo scopo: sterminio. Lunedì abbiamo vi-sitato il santuario di Czestochowa, con la Madonna Nera. Mi ha fatto pensare a Guadalupe, più che a Lourdes, Fatima, Me-djugorje. Un dipinto misterioso e miraco-loso della Vergine. E tutta la gente vi si

reca in pellegrinaggio a chiedere grazie con fede vivissima, da secoli e da luoghi anche lontanissimi, spesso camminando per giorni.La Madonna è ovunque in Polonia, nei tanti santuari, nelle chiese, sui muri delle case. Ma nel cuore dei polacchi la Vergine da qualche decennio deve fare un po’ di spazio ad un’altra presenza di assoluto rilievo, Giovanni Paolo II. Il papa è stato raffigurato in tantissimi luo-ghi con statue di bronzo, mosaici, dipin-ti … la nuova Polonia si identifica con Carol Wojtyla. Papa Wojtyla ha lasciato un segno profondo nella Chiesa e in tut-to il mondo, ma contemporaneamente ha liberato e fatto risplendere l’anima dei polacchi. Grazie padre Jarek. Lei ci ha fatto vi-sitare sia Santuari e luoghi storici della sua Patria che l’Anima del suo popolo. E questo ai pellegrini non capita spesso, ai turisti ancor meno.

Mario Antonetti

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La processionedella Domenica

delle Palme

Giovedì Santo: la lavanda dei piedi ai bambini della Prima Comunione

Domenica 21 Maggio abbiamo festeg-giato i 30 anni di sacerdozio di don Ja-rek.A nome della comunità gli è stata do-nata una casula rossa, con gli auguri di continuare a vivere il suo sacerdozio con l’entusiasmo, la gioia e la fede che lo hanno caratterizzato fin’ora.

Sabato 25 Febbraio Lozzolo si è messo in maschera!Bambini e chi bambino non è più hanno condiviso giochi e risate, per poi girare per il paese assieme allo Zemmu.

Trent’anni di sacerdozio

Carnevale

La processioneal Santuario

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Cent’anni e non sentirliE’ proprio il caso di dirlo: cent’anni e non sentirli; ma non si tratta di una frase fatta, è la pura realtà.La polvere magica che si è posata su Giuseppina Sella le ha appena regalato un traguardo importantissimo e una forma splendida, oserei dire invidiabile.Non penso esistano in Italia (ma forse nel mondo) molte altre persone in grado di poter tagliare la bandiera del secolo con un sorriso così fresco in viso, le gambe che la sostengono nelle sue passeggiate quotidiane alla chiesetta di San Rocco e una memoria di ferro in grado di ricordare date, nomi e avvenimenti del passato.Come i Re Magi, il 6 marzo, tante sono state le persone passate a fare gli auguri alla più “in gamba” del paese, compreso il primo cittadino (che spera di portare gli stes-si geni nel cognome) e il parroco don Jarek. Pasticcini, regali, fiori e del buon vino hanno acceso la festa nella casa sull’angolo del cantone. Giuseppina ha ricambiato con sorrisi, storie e grande ospitalità: la ricetta segreta della longevità.Per usare nuovamente la retorica si potrebbe dire “ci sarebbe da mettere la firma”! E se un giorno non sapete cosa fare o vi annoiate, passate a trovare la saggia che veglia sul nostro paesello, sicuramente scoprirete qualcosa che non sapevate!

Giorgio

LoxolensisIl 2° Giro di Barbavara proposto dalla Pro Loco per le vie ed i cortili del centro storico del paese è stata l’occasione per rispolverare l’antica storia o leggenda dei BARBAVARA.

Si narra che Manfredo Barbavara, che era il Signore di Grignasco, Romagna-no e di altri paesi limitrofi ad inizio del XV secolo, era malvagio e mal visto dal-la popolazione. Si faceva proteggere da una scorta di “bravi”, ai quali concedeva di andare in giro al di fuori dei territori di sua pertinenza per compiere scorrerie e diffondere paura.

Talvolta si recavano anche a Lozzolo e in una sera di fine giugno, in alcune case lozzolesi si cucinava il “bollito” per la domenica. Due “bravi” del Barbavara sentito il profumo provenire da una casa vi entrarono prepotentemente trovan-dosi seduti al tavolo tre bei giovanotti forti e robusti: “Vogliamo quel bollito” urlarono i due bravi. I tre giovani lozzo-lesi risposero in modo gentile: “Venite, ve lo diamo. Vi diamo anche un po’ di bordo che è ancora caldo”. Così dicendo andarono a prendere il pentolone di bro-do bollente e immobilizzati i due bravi, presero un imbuto, glielo ficcarono in bocca e … giù! Gli fecero ingoiare il brodo bollente fino a brucargli le budel-la. E dopo averli massacrati di botte, li buttarono fuori di casa: “Adesso andate pure e dite al vostro Signore Barbava-ra che se vuole del “bollito” venga pure che ce n’è anche per lui”!Ed ancora oggi, l’espressione “a ien dac-ghi an bel buj”, cioè “avergli dato

un bel bollito” significa aver dato tante botte ….

Cambiando totalmente discorso, Loxo-lensis ed i suoi furneri hanno ridato gio-vinezza e lunga vita alla “passerella” che unisce via Piantale con via Costona.I volontari che gestiscono l’antico for-no comune, coi fondi che raccolgono sfornano pane e pizze, ogni anno li de-stinano ad un’attività a beneficio della comunità lozzolese. Quest’anno è stato deciso di intervenire con una manuten-zione straordinaria alla “passerella” che moltissimi lozzolesi utilizzano per attra-versare il torrente Marchiazza.Si è intervenuti alzando il parapetto, applicando delle grate e proteggendo il fondo e la sua struttura portante con ap-positi prodotti che garantiranno ancora lunga vita all’opera.I volontari del forno vogliono così rin-graziare tutti i cittadini che partecipando alle attività del comitato, fanno del bene a tutto il paese!

Per maggiori informazioni: www.loxolensis.it

La cultura è ricchezza!

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I Nostri DefuntiSELLA MARIA 23 gennaio 2017

MANFRO LUCIANO 9 febbraio 2017

MARIA PILOTTI 21 Maggio 2017

Il 23 gennaio di quest’anno è salita in Cielo la nostra cara Maria, proprio nel giorno del suo novantottesimo comple-anno, come se Gesù avesse voluto aspet-tare quel giorno importante per chiamar-la vicino a sé e donarle la felicità eterna.La sua è stata una vita piena di bontà, umiltà, lavoro e soprattutto preghiera. Da quando eravamo bambini ricordia-mo ogni vestitino, camicetta o gonnel-lina cucina con amore da lei, la sarta del paese, che non si è mai stancata di confezionare abiti fatti a pennello per tutti. Come dimenticare il suo prezioso manichino sempre con qualche model-lo in prova, o il suo metro, con ago e filo sapeva comporre meraviglie! E la sua bontà nel farlo l’ha sempre contrad-distinta. Mani d’oro e cuore grande. Il suo sorriso timido, il suo accettare tutto, anche la sofferenza, l’hanno sempre ac-

compagnata accanto alle molte persone che l’hanno conosciuta ed apprezzata!Grazie Maria per il bene che ci hai voluto, grazie per tutte le volte che hai cucinato per noi e ci hai accolto a casa tua (a sono state davvero tante!), grazie perché non riuscivi ad arrabbiarti nemmeno quando combinavamo “disastri”, ma ci perdonavi con un sorriso!E grazie, cara Maria, per le tue preghiere, so che non sono mai mancate per nessu-no, non ti stancavi mai di pregare! Quanta Fede hai sempre avuto! Quanta fiducia che a quelle preghiere Gesù e Maria avrebbero risposto!Tutto per gli altri, quando lavoravi e quando pregavi. Non volevi dimenticare nes-suno e nessuno di noi ti dimenticherà mai.Grazie di cuore per l’amore che ci hai donato e le cose che ci hai insegnato! Ora ci guardi e ci proteggi dal Paradiso!

Chiara

Nessuno sa spiegare perché le persone buone a cui vogliamo bene, ad un certo punto volano in cielo. Credo che Dio ab-bia chiamato il papà perché diventasse il mio Angelo Custode, un angelo speciale che mi accarezza per far sentire che mi vuole bene e che non mi ha abbandona-ta.Ringrazio il Signore per avermi dona-to un papa’ cosi speciale, un nonno che ha amato i suoi nipoti in modo unico e speciale. È stato una persona semplice e un gran lavoratore, aveva un sorriso per tutti.È stato duro accettare la malattia e ve-derlo consumare giorno per giorno. Ciao papà sei stato unico e speciale e hai lasciato dietro di te un vuoto incolmabi-le, veglia su di noi, ti avremo sempre nel cuore e non sarai mai dimenticato.

Tua Floriana

Il tuo sorriso e la tua dolcezza hanno cresciuto tre generazioni, nella tranquil-lità di sapere di poter sempre contare su un’ancora di salvataggio nella loro vita. Ora il ricordo del tuo sorriso avvolgerà per sempre, come una carezza sul volto o un bacio sulla guancia a te molto caro, la vita delle tue figlie, dei tuoi nipoti, della tua pronipote e di tutti i tuoi cari! Ciao nonna, grazie... è e sarà sempre ri-duttivo per tutto l’amore che ci hai do-nato.

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La Vite e i TralciNotiziario della parrochia di

San Giorgio di Lozzolo

N°4 - Luglio 2017

Le Fotografie di questo numero del bollettino sono state gentilmente offerte da

Foto Colombo.Grazie

Per vivere bene la Domenica, Giorno del Signore…

“Questo giorno è consacrato al Signore nostro: non vi rattristate, perchè la gioia del Signore è la vostra forza”

Dal Libro di Neemia 5,10

“Senza l’Eucarestia della dome-nica non possiamo vivere”

I martiri di Abitine, nord Africa, 305

“Di somma importanza è la Mes-sa domenicale … Nell’Eucarestia Cristo ci mostra il suo amore sen-za misura”

Papa Giovanni Paolo II

“Dalla Domenica , come Giorno del Signore, scaturisce il senso cristiano dell’esistenza ed un nuovo modo di vi-vere il tempo, le relazioni, il lavoro, la vita e la morte… Si ricordi che è la do-menica in se stessa che deve essere san-tificata, perché non finisca per essere un giorno “vuoto di Dio”

Papa Benedetto XVI

“La Chiesa è chiamata ad essere sem-pre la casa aperta del Padre… E l’Eu-carestia, sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio ed un alimento per i deboli… La Chiesa non è un dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita fa-ticosa”

Papa Francesco, Evangelii Gaudium n.47

Orari di pubblica utilità

AMBULATORIO

MEDICO:

LUNEDI’ 10.00 - 12.30

MARTEDI’ chiuso

MERCOLEDI’ 9.00 - 10.30

GIOVEDI’ 9.00 - 10.30

VENERDI’ 10.00 - 12.00

MUNICIPIO:

LUNEDI’ - GIOVEDI’

9.00 - 12.00

14.30 - 16.30

VENERDI’ E SABATO

9.00 - 12.00

Lozzolo calcio promosso in 2° categoria

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“Abbiate il coraggio di

essere felici”Papa Francesco