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TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE E enti Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media 20133 Milano - Via Giuseppe Colombo, 83 www.innovhub-ssi.it Settimanale - Anno 6 N ° 34 Lunedì 3 giugno 2013 RICERCA, INNOVAZIONE E TECNOLOGIA Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media I dati Istat sulla disoccupazione giovanile so- no sempre più allarmanti. A marzo 2013 in Italia il 38,4% dei giovani tra 15 e i 24 è di- soccupato, per un totale di 635mila individui, che rappresentano il 10,5% della popolazione. Questi dati evidenziano l’urgenza di correre ai ripari e portano più che mai in primo piano l’importanza di investire in formazione, tema che viene trattato in questo speciale (da pagina 20) da aziende e strutture formative, tra le qua- li le università. Inoltre, anche Regioni come la Lombardia hanno già avviato dei programmi di formazione per qualificare maggiormente le competenze giovanili e soprattutto inserirle nel mondo del lavoro reale. Si parla quindi di programmi come “Dote Lavoro Tirocini” (os- sia sei mesi di tirocinio con possibilità poi di entrare in azienda) o Dote Apprendistato che si completa con il programma Alta Formazio- ne con master di I e II livello. L’importanza di investire in formazione per fronteggiare la disoccupazione giovanile I dati del mercato Ict (In- formation and communi- cation technology) in Italia nel primo trimestre del 2013 non danno segno di migliora- mento. Anzi, secondo l’analisi di Sirmi peggiorano ulterior- mente. Complessivamente, il settore Ict ha raggiunto nei primi tre mesi un valore complessivo di 13,8 miliardi di euro, in calo del 3,4% rispetto al pari pe- riodo del 2012. Più penalizzata l’Informatica (It), che scivola del 4,4%, pari a 4,8 miliardi di euro, mentre le Telecomunicazioni (Tlc) li- mitano la perdita a un -2,8%, attestandosi a 8,9 miliardi. Nell’ambito della sola It, il ca- lo più pesante si registra nel comparto hardware, che con 1,7 miliardi perde l’8% rispet- to al pari periodo di un anno prima, mentre il soſtware si limita a un -1,5% e a un va- lore appena sopra il miliardo. I servizi di sviluppo, fermi a 912 milioni, mettono a segno un -3,4% e quelli di gestione un -4,4% pari a 1,2 milioni. Per quanto riguarda le Tlc, i servizi di telefonia fissa dimi- nuiscono del 3%, attestandosi a 3,9 miliardi mentre il seg- mento mobile vale ancora 5 miliardi, con un decremento del 2,6%. Secondo Sirmi questi dati confermano al crisi congiun- turale ancora in atto e riflet- tono lo stato di salute di un comparto sempre più attento al downpricing e al cost sa- ving. Tuttavia la società di analisi intravede un po’ di luce per fi- ne anno. Infatti, se è vero che il periodo negativo perdura, è altrettanto vero che rispetto all’anno precedente le stime fanno intravvedere una fre- nata del trend verso il basso. E così, se il 2012 dell’Ict si era chiuso con un -3,5% com- plessivo, il 2013 potrebbe fi- nire ancora in rosso, ma con un -1,6% e raggiungere i 55,3 miliardi di euro, il che lasce- rebbe sperare l’inizio di una inversione di tendenza. In particolare, segnali di miglioramento importanti potrebbero venire proprio dall’hardware, che dovrebbe trasformare il -8% del primo trimestre in una crescita ap- pena al di sotto dell’1%, fa- vorita dai tablet, seguita dal soſtware sostanzialmente in linea con un +0,1%. Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 Innovhub SSI, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano, opera con l’obiettivo di migliorare la competitività del sistema produttivo nazionale attraverso: servizi di supporto tecnologico di elevato livello scientifico e attività di ricerca promozione e sostegno all’innovazione Come centro nazionale di ricerca Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria si dedica alle esigenze delle imprese manifutteriere ed in particolare tessili, cartarie, dei combustibili, degli oli e dei grassi. Innovhub SSI è partner della rete comunitaria di supporto al business “Enterprise Europe Network” (www.een.ec.europa.eu) che a livello europeo coinvolge 50 paesi e 700 organizzazioni. Innovhub SSI é Sportello APRE della Lombardia per servizi di informazione ed assistenza sui programmi di ricerca e sviluppo tecnologico dell’ Unione Europea (www.apre.it) IL PUNTO / La più penalizzata è l’informatica, specie nel settore hardware Ict: il trend in calo rallenterà a fine anno I dati del primo trimestre 2013 confermano la crisi, ma per i prossimi mesi c’è qualche segnale di inversione di tendenza Speciale Formazione da pagina 20 © GUIDO VROLA - FOTOLIA.COM © NMEDIA - FOTOLIA.COM

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E entiAttività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media

20133 Milano - Via Giuseppe Colombo, 83 www.innovhub-ssi.it

Settimanale - Anno 6 N° 34 Lunedì 3 giugno 2013

RICERCA, INNOVAZIONE E TECNOLOGIA

Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media

I dati Istat sulla disoccupazione giovanile so-no sempre più allarmanti. A marzo 2013 in

Italia il 38,4% dei giovani tra 15 e i 24 è di-soccupato, per un totale di 635mila individui, che rappresentano il 10,5% della popolazione. Questi dati evidenziano l’urgenza di correre ai ripari e portano più che mai in primo piano l’importanza di investire in formazione, tema che viene trattato in questo speciale (da pagina 20) da aziende e strutture formative, tra le qua-

li le università. Inoltre, anche Regioni come la Lombardia hanno già avviato dei programmi di formazione per quali�care maggiormente le competenze giovanili e soprattutto inserirle nel mondo del lavoro reale. Si parla quindi di programmi come “Dote Lavoro Tirocini” (os-sia sei mesi di tirocinio con possibilità poi di entrare in azienda) o Dote Apprendistato che si completa con il programma Alta Formazio-ne con master di I e II livello.

L’importanza di investire in formazione per fronteggiare la disoccupazione giovanile

I dati del mercato Ict (In-formation and communi-

cation technology) in Italia nel primo trimestre del 2013 non danno segno di migliora-mento. Anzi, secondo l’analisi di Sirmi peggiorano ulterior-mente. Complessivamente, il settore Ict ha raggiunto nei primi tre mesi un valore complessivo di 13,8 miliardi di euro, in calo del 3,4% rispetto al pari pe-riodo del 2012. Più penalizzata l’Informatica (It), che scivola del 4,4%, pari a 4,8 miliardi di euro, mentre le Telecomunicazioni (Tlc) li-mitano la perdita a un -2,8%, attestandosi a 8,9 miliardi. Nell’ambito della sola It, il ca-lo più pesante si registra nel comparto hardware, che con 1,7 miliardi perde l’8% rispet-to al pari periodo di un anno prima, mentre il so�ware si limita a un -1,5% e a un va-lore appena sopra il miliardo. I servizi di sviluppo, fermi a 912 milioni, mettono a segno un -3,4% e quelli di gestione un -4,4% pari a 1,2 milioni. Per quanto riguarda le Tlc, i servizi di telefonia �ssa dimi-nuiscono del 3%, attestandosi a 3,9 miliardi mentre il seg-

mento mobile vale ancora 5 miliardi, con un decremento del 2,6%.Secondo Sirmi questi dati confermano al crisi congiun-turale ancora in atto e ri�et-tono lo stato di salute di un comparto sempre più attento al downpricing e al cost sa-ving.Tuttavia la società di analisi intravede un po’ di luce per �-ne anno. Infatti, se è vero che il periodo negativo perdura, è altrettanto vero che rispetto all’anno precedente le stime fanno intravvedere una fre-nata del trend verso il basso.

E così, se il 2012 dell’Ict si era chiuso con un -3,5% com-plessivo, il 2013 potrebbe �-nire ancora in rosso, ma con un -1,6% e raggiungere i 55,3 miliardi di euro, il che lasce-rebbe sperare l’inizio di una inversione di tendenza. In particolare, segnali di miglioramento importanti potrebbero venire proprio dall’hardware, che dovrebbe trasformare il -8% del primo trimestre in una crescita ap-pena al di sotto dell’1%, fa-vorita dai tablet, seguita dal so�ware sostanzialmente in linea con un +0,1%.

Spedizione con tariffa Posta Target Magazine

conv. naz./304/2008 del 01-06-2008

Innovhub SSI, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano, opera con l’obiettivo di migliorare la competitività del sistema produttivo nazionale attraverso: • servizi di supporto tecnologico di elevato livello scientifico e attività di ricerca • promozione e sostegno all’innovazione Come centro nazionale di ricerca Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria si dedica alle esigenze delle imprese manifutteriere ed in particolare tessili, cartarie, dei combustibili, degli oli e dei grassi.

Innovhub SSI è partner della rete comunitaria di supporto al business “Enterprise Europe Network” (www.een.ec.europa.eu) che a livello europeo coinvolge 50 paesi e 700 organizzazioni.

Innovhub SSI é Sportello APRE della Lombardia per servizi di informazione ed assistenza sui programmi di ricerca e sviluppo tecnologico dell’Unione Europea (www.apre.it)

■ IL PUNTO / La più penalizzata è l’informatica, specie nel settore hardware

Ict: il trend in calo rallenterà a fine annoI dati del primo trimestre 2013 confermano la crisi, ma per i prossimi mesi c’è qualche segnale di inversione di tendenza

SpecialeFormazione

da pagina 20

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EventiLunedì 3 giugno 20132 Ricerca, Innovazione e Tecnologia

Struttura della molecola fotosensibile di rodopsina

e nano optoelettronica, e sullo sviluppo di tecniche e sistemi di diagnostica ottica. Sede principale e direzione so-no presso il Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano e quattro unità di supporto a Padova, Roma, Trento e Bari, oltre a due sedi di lavoro di-staccate a Como (Università degli Studi dell’Insubria) e a Roma (Università degli Studi di Roma Tre). L’Ifn, fortemente integrato con la comunità scienti�ca univer-sitaria italiana, collabora con i più importanti centri di ricerca internazionali attraverso pro-getti �nanziati dalla Comunità Europea, dal Miur e dalle prin-cipali Agenzie e fondazioni Na-zionali e Internazionali.

■ IFN / L’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Cnr: da 40 anni ricerche su progetti all’avanguardia

Tecnologie-chiave per controllare luce e materia sino alla singola particellaPer attività di prevenzione e diagnosi sempre più precise ed esami meno invasivi

La generazione e manipola-zione delle singole particel-

le - i fotoni - che compongono la luce e il controllo dei processi di fabbricazione dei materiali su scala atomica (Nanotec-nologie) sono due tecnologie chiave per lo sviluppo soste-nibile della società in svariati settori portanti per l’economia e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini quali, ad esempio, la medicina, la biolo-

gia, le scienze dei materiali, il monitoraggio ambientale, le te-lecomunicazioni a larga banda e i beni culturali. A Milano è presente un centro di ricerca del Consiglio Nazio-nale delle Ricerche, l’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie che da circa 40 anni svolge ricerche innovative nel campo dei laser e della fotonica e, più recente-mente, delle nanotecnologie, considerando sia gli aspetti

fondamentali legati all’intera-zione radiazione-materia che quelli più applicativi collegati allo sviluppo di nuove tecno-logie per la realizzazione di sistemi e dispositivi fotonici ed optoelettronici avanzati. In particolare, l’Ifn si occupa di ricerca sulla interazione tra im-pulsi di luce di durata estrema-mente breve e la materia, sulla �sica dei laser, sullo sviluppo di processi avanzati per micro

Sede operativa: Via Carlo Pisacane, 1 20016 Pero - Milano

Attività editoriale a cura de: Stampatori:ll Sole 24 Ore S.p.A. Via Busto Arsizio, 36 20151 Milano;Il Sole 24 Ore S.p.A. Via Tiburtina Valeria; Km 68,7 - 67061 Carsoli (Aq);Stampa Quotidiana S.r.l - Via Galileo Galilei, 280/A 40059 Località Fossatone Medicina - (Bo);

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Settimanale - Anno 6 - Numero 34 Lunedì 3 giugno 2013

Direttore responsabile: Mattia Losi

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E enti Agente:AREA MEDIA sasVia Nannetti, 2/e 40122 BolognaTel.: 051 6492589 Fax: 051 5282079Mail: [email protected]

Registrazione Tribunale di Milano numero 208 del 21 marzo 2005

Molti processi fondamentali in natura, come ad esempio la vi-sione e la fotosintesi, coinvolgono l’assorbimento della luce.

Tali processi vengono innescati da “eventi primari” molto rapidi: un modo scelto dalla natura per garantirsi la massima e�cienza. Come catturarli e inseguirli nel tempo?Recenti sviluppi nel campo dell’ottica e dei laser presso l’Ifn con-sentono di generare impulsi di luce di durata estremamente breve, dell’ordine di qualche milionesimo di miliardesimo di secondo (fem-tosecondo). Tali impulsi sono utilizzati per realizzare una so�stica-ta cinepresa in grado di �lmare in tempo reale il moto velocissimo delle molecole.I ricercatori dell’Ifn hanno applicato questo strumento allo studio del processo alla base della visione, tra i fenomeni foto-chimici più rapidi che si conoscano in natura. Infatti, dall’istante in cui un foto-ne – la particella elementare di cui è fatta la luce visibile – colpisce la retina dell’occhio (o meglio una delle sue molecole sensibili de-nominata rodopsina), la prima reazione consiste in un velocissimo cambiamento di forma della rodopsina. Si è così riusciti a seguire passo passo il cambiamento di forma della rodopsina, comprenden-do i meccanismi alla base della estrema sensibilità dell’occhio.Un’altra applicazione è la fotosintesi, il più di�uso processo di con-versione luce-energia sul nostro pianeta. La natura ha sviluppato architetture molecolari e�cientissime per convertire la luce in ener-gia chimica, nelle quali è cruciale la fase iniziale di trasferimento dell’energia luminosa raccolta. Mediante la cinepresa ultraveloce è possibile �lmare il processo nel quale, in poche decine di femtose-condi, la luce viene assorbita e immagazzinata dalle piante. Studiare i meccanismi alla base della visione e della fotosintesi ser-virà a progettare sistemi molecolari arti�ciali altrettanto e�cienti di quelli naturali, da impiegare per nuovi dispositivi nel campo del-la visione arti�ciale e del fotovoltaico.

Luce laser per monitoraggio ambientale e dispositivi optofluidici

Filmare la materia al femtosecondo

Diagnostica: i fotoni vedono tessuti, “pensieri” e analizzano opere d’arte

Lo sviluppo di tecniche laser ultrasensibili su ogni singolo fotone consente di proporre nuo-

ve metodiche di diagnostica medica non invasiva basate sull’invio di brevi impulsi laser nel tessuto biologico. I fotoni che riemergono portano con sé l’informazione di quello che hanno “visto” nel lo-ro cammino. Sfruttando questo principio, l’Ifn ha sviluppato uno strumento che permette di “vede-re” l’attività cerebrale indotta da stimoli cognitivi, visivi, somatosensoriali o motori (es. riconosci-mento di immagini, parole o suoni, movimenti volontari o passivi degli arti). Questa tecnologia è a�ascinante perché applicabile in clinica (es. terapia intensiva, neonatologia, riabilitazione) e nella ricerca per comprendere il funzionamento del cervello umano (es. connettività funzionale). Un altro strumento costruito all’Ifn e testato su

400 pazienti è un mammografo ottico per la dia-gnosi del tumore al seno. Il sistema consente di elaborare mappe della composizione del tessuto per rivelare e discriminare tra lesioni maligne e benigne. Applicando alla tutela del patrimonio artistico l’esperienza della diagnostica medica, l’Ifn ha anche sviluppato un metodo scienti�co quantitativo che usa la �uorescenza indotta da luce ultravioletta per distinguere i materiali che compongono un’opera d’arte. Questo risultato è stato ottenuto costruendo strumenti innovativi per misurare il tempo di vita (miliardesimi di se-condo) e lo spettro di emissione della �uorescenza nei pixel di un’intera immagine. Il metodo è stato applicato con successo su opere come il David e la Pietà Rondanini di Michelangelo, a�reschi rina-scimentali e quadri tra cui un Van Gogh.

Immagine in falsi colori del tempo di vita e dell’intensità della fluorescenza emessa dal volto del David di Michelangelo in seguito ad eccitazione con luce ultravioletta

Schema di un dispositivo optofluidico, ricavato nel volume di un substrato di vetro, per la manipolazione di singole cellule con forze ottiche

Controllare le condizioni dell’atmosfera è un obiet-tivo primario del monitoraggio ambientale. I ra-

dar ottici, basati su sorgenti laser a stato solido, sono in grado di monitorare a distanza, anche da satellite, la composizione dell’atmosfera, misurando la quanti-tà di vapor d’acqua, di anidride carbonica o l’eventua-le presenza di specie inquinanti. Il trasmettitore Atlid (ATmospheric LIDar), basato su un laser a neodimio e sviluppato dal gruppo laser a stato solido dell’Ifn, sarà a bordo della missione EarthCare dell’Agenzia Spaziale Europea (lancio previsto nel 2018) per il mo-nitoraggio di nubi e aerosol dallo spazio. Un’altra im-portante applicazione, questa volta in campo biome-dicale, utilizza i pettini di frequenza ottici, generati da particolari laser a stato solido, per l’analisi del respiro umano. Il laser emette simultaneamente centinaia di migliaia di righe spettrali equidistanti in frequenza, come tanti denti di luce, ognuno con colore legger-mente diverso dal precedente. Questo a�ascinante sviluppo, a cui stanno attualmente lavorando i ricer-catori dell’Ifn, consente la diagnosi non invasiva e in tempo reale di svariate patologie, mediante la rivela-zione parallela di decine di molecole organiche diverse presenti nell’espirato, ciascuna sondata separatamen-te da un singolo dente di luce di colore opportuno.

Sempre in campo biomedico, un’altra applicazione di grande interesse sono le microlavorazioni per la rea-lizzazione di lab-on-a-chip: dispositivi micro�uidici composti da reti di microcanali e sensori ottici inte-grati in grado di e�ettuare analisi chimico-biologico che normalmente richiedono un intero laboratorio. La miniaturizzazione richiede quantità minime di campione da analizzare (picolitri/nanolitri): que-sti dispositivi, automatizzati, compatti e portatili, consentono da un lato analisi a basso costo con una notevole riduzione di costi; dall’altro, possono essere strumenti utilissimi per operare in condizioni parti-colarmente avverse per l’uomo, come ad esempio nelle esplorazioni spaziali di altri pianeti. Sfruttando la capacità unica dei laser a stato solido a femtosecondi di fabbricare sia canali micro�uidici che componenti ottici in un dispositivo integrato detto ‘opto�uidico’, il gruppo di microlavorazioni laser dell’Ifn ha dimo-strato la possibilità di e�ettuare analisi di Dna per rivelare la predisposizione genetica ad alcune tipo-logie di tumore in un dispositivo di alcuni centimetri di dimensione e la possibilità di manipolare singole cellule, sfruttando solo forze ottiche all’interno di un lab-on-a-chip, per la diagnosi di alterazioni morfo-logico-funzionali.

EventiLunedì 3 giugno 2013 Ricerca, Innovazione e Tecnologia 3

La terapia è indolore e per trattare il paziente

basta in media una dozzina di sedute della

durata di circa 30 minuti

tenzialità e riduce la durata della cura, un paziente a�etto da un tumore alle ghiandole salivari. I risultati dei trat-tamenti �nora e�ettuati su cento pazienti sono ottimi e confermano le previsioni dei medici e le attese e le speranze riposte in questa tecnica in-novativa. I trattamenti sono indolori e il numero limitato di sedute di terapia porta evi-denti risparmi in termini di costi e sicuramente anche il miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Per trattare un paziente ba-sta in media una dozzina di sedute della durata di circa trenta minuti, di cui solo cin-que di e�ettivo irradiamento con i fasci di adroni. Presso il Cnao sono attive tre sale di trattamento e la struttura an-drà progressivamente a regi-me arrivando a trattare circa duemila pazienti ogni anno, all’interno del Servizio sanita-rio nazionale.L’adroterapia non sostituisce la radioterapia convenzionale, ma è un’arma in più a dispo-sizione di medici e pazienti, utilizzabile in aggiunta o in sostituzione dei trattamen-ti più tradizionali, siano essi

■ CNAO / La Fondazione di Pavia è una struttura ospedaliera e di ricerca all’avanguardia nell’ambito dei tumori

L’adroterapia per pazienti difficilmente curabiliradioterapici, farmacologici o chirurgici. Degli oltre 150mi-la pazienti ogni anno sotto-posti a radioterapia, si stima che circa il 10% dei casi pos-sa essere curato con i fasci di adroni. L’adroterapia può es-sere impiegata nella cura dei sarcomi, tumori pediatrici, oculari, al polmone, pancre-as, fegato, prostata, ghiandole salivari, cervello, midollo spi-nale e per alcuni tumori della testa e della zona pelvica. Lo spettro di queste patologie è destinato ad ampliarsi con l’incremento del numero dei pazienti trattati e con lo svi-

luppo della ricerca. La Fon-dazione Cnao ha attivato un servizio medico raggiungibile tramite il sito www.cnao.it, che può fornire indicazioni utili a medici e malati.La ricerca clinica, radiobio-logica e traslazionale rappre-senta uno degli obiettivi prin-cipali della Fondazione. Una quarta sala del Cnao è com-pletamente dedicata a queste attività e sono in corso colla-borazioni con enti nazionali e internazionali �nanziate an-che da fondi europei. Un altro aspetto su cui la Fondazione sta investendo riguarda la formazione di giovani medici e scienziati, provenienti da tutto il mondo, che in futuro saranno impe-gnati nell’adroterapia. Molti giovani hanno trovato spa-zio nei programmi del Cnao e l’età media del personale (i dipendenti sono circa novan-ta, la metà dei quali donne) è inferiore ai quarant’anni.

I malati sono trattati con fasci di protoni e ioni di carbonio, composti da particelle denominate adroni

Grazie al Cnao di Pavia la ricerca italiana si dimo-

stra all’avanguardia nel pa-norama mondiale. Presso il Centro Nazionale di adrotera-pia oncologica sono stati fatti grandi passi avanti nella cura di tumori altrimenti incurabi-li. I pazienti sono trattati con fasci di protoni e di ioni car-bonio composti da particelle denominate adroni da cui deriva il termine adroterapia. La cura è stata già applicata con successo a un centinaio di pazienti in sperimentazione e nei prossimi mesi diventerà un trattamento riconosciuto dal Servizio sanitario nazio-nale. Realizzato e gestito dalla Fondazione Cnao, istituita e �nanziata dal ministero della Salute con la legge n. 388 del 2000, il Cnao è una struttura ospedaliera e di ricerca unica in Italia nata per curare con l’adroterapia pazienti a�etti da tumori solidi radioresistenti e di�cilmente operabili. Il centro è stato realizzato tra il 2005 e il 2010 con una spe-sa contenuta grazie alle col-laborazioni che è riuscito ad aggregare, in particolare con l’Istituto nazionale di �sica

nucleare, che ha co-diretto la realizzazione dell’alta tec-nologia, con le Università di Milano e Pavia, con il Politec-nico di Milano, con il Cern di Ginevra e il Gsi di Darmstadt, con il sostegno del ministero della Salute, della Regione Lombardia, della Fondazione Cariplo, del Comune e della Provincia di Pavia.La fase di sperimentazione clinica è iniziata nel settem-bre 2011 con i trattamenti dei pazienti con fasci di protoni. Il 13 novembre 2012, per la

prima volta in Italia, è stato trattato con un fascio di ioni carbonio, che aumenta le po-

(risaie della pianura padana, grandi laghi lombardi, ecc.) a quella continentale, con lo stu-dio dei fenomeni di deserti�ca-zione nell’Africa sub-sahariana. L’Istituto si occupa, inoltre, della stima di parametri bio-geo�sici, indicatori sia dello stato di salute della vegetazio-ne, con particolare riguardo al comparto agricolo, sia della qualità delle acque; due temi che meritano un ulteriore ap-profondimento.Da circa 20 anni l’Irea ha svi-luppato forti competenze nell’utilizzo delle tecnologie

■ IREA / Molteplici le attività dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente di Milano

Monitoraggio delle risorse naturali

di Osservazione della Terra per il monitoraggio dei laghi ed in particolare per l’indivi-duazione delle �oriture algali, la crescita e l’evoluzione areale della vegetazione sommersa e il controllo degli scarichi a lago di solidi sospesi. Queste atti-vità sono condotte in progetti �nanziati dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) per la de�nizione di un nuovo satellite iperspet-trale (Prisma) e dalla Com-missione europea, in vista del lancio dei satelliti Sentinel 2 e 3 dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).L’altro tema di grande attuali-tà riguarda le risorse naturali. Il settore agricolo si trova ad a�rontare s�de importanti per la continua pressione del-la domanda mondiale di cibo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, l’aumento della con-correnza sui prezzi a causa del-

la globalizzazione dei mercati e della volatilità dei prezzi (G20 Agriculture Action Plan, 2011). L’analisi delle immagini da satellite che ogni giorno rico-prono tutta la super�cie terre-stre (come il sensore Modis a bordo del satellite Terra/Nasa) permette di seguire lo sviluppo vegetativo (ciclo fenologico) delle colture e di mappare al-cuni dei momenti fenologici importanti. In questo quadro Irea è impegnato come coordi-natore di un progetto europeo per la messa a punto di servizi basati su dati satellitari (mis-sioni Nasa e satelliti Sentinel di Esa) a supporto del sistema di produzione risicola in Italia ed Europea, con l’obiettivo di lungo termine di esportare tali tecnologie nei paesi dell’Africa e Asia. E questo in linea con il tema di Expo2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.

Il centro del Cnr utilizza tecnologie aerospaziali a sostegno dello sviluppo sostenibile

La terra vista dallo spazio, con tecniche e strumenti

sempre più hi-tech, misuran-done anche lo stato di salute: la sede di Milano dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagneti-co dell’Ambiente (Irea) è l’unico gruppo di ricerca del Cnr che in Lombardia opera nel settore delle tecnologie aerospaziali di Osservazione della Terra. Lo sviluppo di metodologie avan-zate sia di elaborazione di im-magini aeree e satellitari, sia di acquisizione di misure in situ e sia di trattamento dell’infor-mazione geogra�ca, è rivolto al monitoraggio delle risorse naturali e alla gestione del ter-ritorio e dell’ambiente. Le tecnologie di Osservazione della Terra si basano sull’uti-lizzo dei principi �sici d’inte-razione della radiazione elet-tromagnetica con le super�ci terrestri. In particolare, Irea Milano considera il cosiddetto spettro ottico (telerilevamento ottico) ossia l’intervallo di spettro elet-tromagnetico con lunghezze d’onda dal visibile all’infrarosso vicino, all’infrarosso termico. In questo senso le competen-ze sono complementari con quelle della sede di Napoli, che

sfrutta il dominio delle micro-onde (telerilevamento a micro-onde). Irea Milano è, inoltre, mem-bro della rete europea Nereus (Network of European Regions Using Space Technologies) e in questo ambito è sede del Regio-nal Contact O�ce di Regione Lombardia e partecipa al Di-stretto Aerospaziale Lombar-do. Le sue attività si inquadra-no nel Programma Europeo per l’Osservazione della Terra dallo spazio Gmes-Global Mo-nitoring for the Environment and Security (dal 2013 deno-

minato “Copernicus”). Scopo di Gmes è fornire informazioni accurate e tempestive sul terri-torio e l’ambiente che ci circon-da in base a diverse necessità, ad esempio, informazioni per gestire le risorse naturali e la biodiversità, monitorare lo sta-to degli oceani e dell’atmosfera, supportare la protezione civile e aiutare a migliorare la qualità della vita e la sicurezza dei cit-tadini. Molteplici sono i campi di applicazione delle tecniche di Osservazione della Terra che sono stati sviluppati nel corso degli anni, dalla scala locale

Interno di una delle tre sale di trattamento del Cnao

Il complesso di acceleratori che producono i fasci di adroni per la cura dei pazienti

Rilievi di campo con strumentazione specializzata a supporto dei dati da satellite

Il distretto risicolo lombardo-piemontese: mappa della quantità di biomassa vegetale derivata dai dati del sensore Modis a bordo della piattaforma satellitare Terra (Nasa)

EventiLunedì 3 giugno 20134 Ricerca, Innovazione e Tecnologia

mente specializzato e com-petente, rispetto all’ipotesi di organizzarsi internamente nei propri laboratori. Da alcuni anni le strategie di ricerca dell’Istituto vengono discusse anche a livello di un ristretto Scienti�c adviso-ry board, di cui fanno parte professori dell’Università di Uppsala, dell’Mit di Boston e un ex direttore del gruppo di ricerca Sano�-Parigi. I �nanziamenti alla ricerca provengono, in parte, da ren-dite immobiliari dell’Istituto e per il restante da contratti di ricerca con realtà pubbliche o private (fra cui la Comunità europea, la Regione Lombar-dia e il National institute of health), nonché da accordi con industrie italiane e stra-niere. Nell’ultimo decennio, oltre un milione di euro è sta-to utilizzato per la formazione di nuovi giovani ricercatori. I gruppi di ricerca dell’Istitu-

■ ISTITUTO RONZONI / Da 1927 è un polo d’eccellenza nell’indagine scienti�ca a livello internazionale

Ricerca, esperienza e strumentazione: il partner giusto per l’outsourcing

to, tradizionalmente dedicati allo studio dei rapporti fra struttura e proprietà di so-stanze naturali, hanno appor-tato importanti contributi alla conoscenza e allo sviluppo di nuove applicazioni nell’ambi-to della chimica farmaceutica, analitica e dei materiali. Nel campo delle ricerche biochimiche l’Istituto è ri-conosciuto fra i gruppi lea-der nello studio dell’eparina e altri glicosaminoglicani. I principali contributi, la mag-gior parte dei quali apportati in collaborazione con gruppi internazionali, sono stati: la partecipazione allo sviluppo di un farmaco antitromboti-co salvavita (Arixtra - Glaxo), recentemente messo in com-mercio e alla generazione di un nuovo antitumorale (Sig-ma-Tau) attualmente oggetto di uno studio internazionale di fase I nel Mieloma multi-plo. Nel campo dei materiali l’Istituto ha ottenuto impor-tanti risultati scienti�ci, fra cui: gli studi morfologici via risonanza magnetica nucleare allo stato solido di materiali organici e inorganici; la pre-parazione di tessuti tecnolo-gici mediante attivazione di materiali con nanostrutture multifunzionali atte alla cat-tura o al rilascio di sostanze attive e di ciclodestrine nano-strutturate per la veicolazione di farmaci.Sul versante delle ricerche analitiche - grazie alle appro-

fondite conoscenze, all’indi-scussa expertise e alla dota-zione strumentale - il gruppo su incarico del Mit e dalla Food and Drug Administra-tion, ha portato un essenziale e rapido contributo alla solu-zione della “crisi dell’eparina” del 2008, dovuta alla presenza nelle sue forme farmaceuti-che di un contaminante che ha causato oltre cento decessi negli Stati Uniti. Attualmente il gruppo è impe-gnato su più fronti con varie organizzazioni internazionali nella veri�ca della equivalen-za di farmaci generici/biosi-milari attraverso metodolo-gie analitiche all’avanguardia e proprietarie, operando in qualità Glp. Tali metodologie sono impiegate nello sviluppo di vari prodotti per conto di società farmaceutiche di di-verse nazionalità.

Nell’ultimo decennio sono nati il Cat e il Consorzio 7C per essere al passo con i tempi

L’Istituto di Ricerche Chi-miche e Biochimiche

“Giuliana Ronzoni” è una fondazione nata nel 1927 su iniziativa del mecenate lom-bardo Luigi Ronzoni. Il suo scopo era, ed è, condurre ri-cerche quali�cate nell’ambito delle scienze chimiche appli-cate e, nell’arco di più di ot-tanta anni, ha saputo attenersi al volere del suo fondatore, di-venendo un polo di eccellenza nell’indagine scienti�ca. Risale al 2012, invece, la crea-zione del Cat Ronzoni - Cen-tro Alta Tecnologia “Istituto di Ricerche Chimiche e Bio-chimiche G. Ronzoni” - una startup company il cui scopo è fornire all’industria chimica (farmaceutica e non) attività di ricerca e caratterizzazione analitica non routinaria me-diante tecniche avanzate, tra cui la risonanza magnetica nucleare (NMR) in soluzio-ne e allo stato solido. Il Cat Ronzoni è poi specializzato nell’analisi di spettrometria di massa collegata a cromato-gra�a in fase liquida (Lc-Ms) e nella determinazione dei pesi molecolari di sostanze polimeriche. Il Cat utiliz-za un accordo con l’Istituto - del quale rappresenta uno spin-o� - per l’utilizzo del suo parco strumenti com-pletamente automatizzato: si annullano così i tempi morti di gestione e si incrementano notevolmente le potenzialità

analitiche. Questa metodo-logia organizzativa permette di mettere a disposizione del mondo imprenditoriale l’ac-cesso a strumentazioni com-plesse - del valore calcolabile in diversi milioni di euro - senza l’aggravio del costo di investimento, a fronte della ripartizione pro quota dei co-sti di ammortamento e degli onerosi costi di gestione.Queste strumentazioni, che operano in ambito Glp, so-no oggi utilizzate per l’ana-lisi e la caratterizzazione di farmaci, alimenti, materiali polimerici e compositi sia in soluzione sia allo stato solido. Gli attuali committenti del Cat infatti - in buona parte industrie estere (con sedi in Olanda, Cina), interessate

all’approfondimento della ca-ratterizzazione analitica dei loro prodotti e alla messa a punto di metodologie ana-litiche adeguate anche a �ni regolatori - hanno recepito la convenienza di preferire un servizio in outsourcing alta-

Il Consorzio 7C è stato costituito nel 2003 (quest’anno si ce-lebra il decennale) per l’acquisizione di uno spettrometro

NMR operante a 600 MHz dotato di cryoprobe, a quel tempo primo strumento ad altissima sensibilità in Lombardia, da de-dicare prevalentemente (ma non esclusivamente) allo studio delle interazioni fra proteine e altre biomolecole. Oltre all’Isti-tuto Ronzoni, partner del consorzio sono l’ospedale San Ra�a-ele e la Bruker Italia, produttrice di strumentazione scienti�ca. L’accordo fra i partner ha permesso di sviluppare e ampliare ri-cerche NMR nei settori della biochimica, della chemiometria, della proteomica. È stata inoltre data la possibilità di accesso a tale so�sticata strumentazione alla comunità scienti�ca e im-prenditoriale esterna al consorzio.

7C, un consorzio di eccellenze

L’Istituto ha contribuito alle prime applicazioni

della spettroscopia di riso-nanza magnetica nucleare (NMR) ai carboidrati e ai loro polimeri e ha costitu-ito un importante centro proprietario di quattro moderni spettrometri NMR ad alto campo. Inol-tre possiede altrettanti moderni spettrometri di massa e utilizza sistemi cromatogra�ci dotati di rivelatori, che consento-no la determinazione di pesi molecolari assoluti. Le proprietà di binding di oligo e polisaccaridi biolo-gicamente attivi vengono studiate con metodi spe-rimentali: light scattering dinamico, spettrometria di massa Maldi, e spettro-scopia NMR accoppiati a calcoli modellistici.

Tecnologie all’avanguardia

Fin dalla sua fondazione l’Istituto Ron-zoni ha dimostrato una vocazione

internazionale, promuovendo lo scambio di ricercatori con istituzioni di altri Paesi europei ed extraeuropei. La collaborazio-ne internazionale si è sempre più estesa con l’aumentare della complessità dei si-stemi biochimici in esame e la necessità di a�rontarli con approcci interdisciplinari e complementari. Nel corso dell’ultimo de-cennio diversi progetti di ricerca del Ron-

zoni sono stati condotti in collaborazione con prestigiosi gruppi internazionali, fra cui l’Università dell’Alabama, il Mit di Bo-ston, il Technion di Haifa. A testimonian-za dei risultati ottenuti, sono numerose le pubblicazioni su riviste internazionali, alcune delle quali accreditate di un im-pact factor fra i più elevati, come Nature e Nature Biotechnology. Con l’Università di Heidelberg-Mannheim (Farmacologia Clinica), l’Istituto organizza a Villa Vigo-

ni (Co) gli annuali simposi internazionali “Glycosaminoglycan Symposia” (nel 2013 il XXI), ai quali partecipano numerosi ricercatori accademici e dell’industria. Attualmente il gruppo è impegnato con autorità regolatorie internazionali in pro-getti comuni o attraverso la partecipazio-ne a commissioni, nella valutazione dei più moderni metodi analitici, in partico-lare di risonanza magnetica nucleare, atti a garantire la sicurezza dei farmaci.

Eventi di interesse internazionaleXXI Simposio a Villa Vigoni, con ricercatori da tutto il mondo

I laboratori sono visitati da ricercatori che arrivano alla Fondazione da tutto il mondo per periodi di studio, formazione e ricerca

Il Consorzio 7C si è dotato di uno spettrometro NMR a 600 MHz (Bruker Avance 600) con sonda raffreddata a tripla risonanza (1H, 13C, 15N)

Il palazzo sede dell’Istituto Ronzoni, un edificio dei primi anni del Novecento dalle inconfondibili guglie, nei pressi di piazza Leonardo da Vinci, a Milano. Una delle prime costruzioni in cemento armato per uso civile

Nei grafici si mostra come sono cambiate, in peso percentuale relativo, le diverse fonti di finanziamento dell’Istituto Ronzoni. In dieci anni, il sostanziale calo del supporto pubblico è stato sostituito con l’apporto dei privati, nazionali e internazionali

36,5%30%

18%10%

42%

Entrate 2001 Entrate 2011

Autofinanziamento Fondi pubblici Industrie estere Industrie nazionali29%

8,5%

26%

EventiLunedì 3 giugno 2013 Ricerca, Innovazione e Tecnologia 5

mati a contribuire al proces-so di sviluppo della chimica sostenibile spicca Innovhub Ssi Stazioni Sperimentali per l’industria. Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano, è un centro nazionale di ricerca, innovazione e trasfe-rimento tecnologico - specia-lizzato nella soluzione delle esi-genze delle imprese dei settori a�erenti alle industrie tessili, cartarie, dei combustibili, degli oli e dei grassi e a supporto e della pubblica amministrazio-ne, attraverso la promozione e il sostegno dell’innovazione e dello sviluppo scienti�co e tec-nologico. “Nei nostri laborato-ri viene coperto virtualmente tutto il processo produttivo di una biora�neria”, spiega Ales-sandro Spada, presidente di Innovhub Ssi. “Dalla caratte-rizzazione delle biomasse in ingresso alla valorizzazione di tutte le componenti che pos-sono, in una logica di utilizzo a cascata, contribu-ire a determinare la sostenibilità econo-mica del progetto rifornendo diversi settori a valle, per concludere con l’ottimizzazio-ne dei processi di valorizzazio-

tali prodotti siano concepiti e realizzati in modo da non rap-presentare una minaccia per la salute e la sicurezza degli occu-panti attraverso l’emissione di sostanze pericolose.Per concretizzare questi prin-cipi generali il Cen sta metten-do a punto attraverso diversi gruppi di lavoro tra i quali uno dedicato alle problematiche dell’indoor, norme che per-mettano di poter veri�care la conformità dei materiali ai re-quisiti del regolamento avendo come obiettivo �nale la marca-tura Ce degli stessi. I lavori sono a uno stadio mol-

■ INNOVHUB SSI / Pronti per la Biora�neria e la produzione di energie pulite

■ INNOVHUB SSI / Fornisce assistenza tecnicamente avanzata per l’analisi di prodotti e per ridurre la presenza di inquinanti speci�ci

Qui si punta all’economia di sistema

Soluzioni per vivere sani in un “mondo a colori”

ne energetica dei residui”. “Da anni siamo impegnati, anche in collaborazione con aziende come Novamont e Chemtex, nella valorizzazione di scarti di biomasse” spiega Patrizia Sadocco, responsabile della Divisione Carta di Innovhub Ssi. “Eseguiamo ricerche per ottimizzare la separazione ed estrazione delle diverse com-ponenti delle biomasse, con particolare attenzione a com-posti organici ad alto valore aggiunto di cui si studiano anche le diverse potenzialità applicative”. In proposito Catia Bastioli, Amministratore De-legato di Novamont dichiara “La s�da del nostro millennio consiste nella ricerca di mo-delli di sviluppo alternativi, in grado di conservare le risorse del pianeta e migliorare la qua-lità della vita dei suoi abitanti: un salto verso la sostenibilità

to avanzato ed è già disponibile una speci�ca tecnica che verrà probabilmente trasformata in norma cogente per i prodotti che dovranno essere testati in camere ambientali che simuli-no, in scala le reali condizioni abitative, consentendo di veri-�care, dopo un certo periodo, l’accumulo di composti volatili nell’aria. Al di là del rispetto delle future norme, per le imprese si pone una grande s�da innovativa verso una sempre maggiore sostenibilità ambientale. “In questi ultimi anni abbiamo vi-sto un crescente interesse delle

economica e ambientale che deve interessare l’intera socie-tà, valorizzando il territorio e la collaborazione tra i diversi interlocutori. Si deve passare da un’economia di prodotto a un’economia di sistema - no-ta Bastioli -. Per questo ser-vono biora�nerie integrate che partano da materie prime rinnovabili per la produzione di chemicals e permettano di sviluppare una nuova chimica in sinergia con quella tradizio-nale, rivitalizzando alcuni siti produttivi nazionali in crisi”. Ma questo cambio di approccio richiede un’innovazione di si-stema che coinvolge una plura-lità di attori lungo nuove catene del valore che partono dai pro-duttori di biomassa e �niscono ai consumatori �nali. E in que-sto nuovo processo “bioeco-nomico” il quadro legislativo è fondamentale. Per esempio la legge italiana sui sacchetti per asporto merci in pochi mesi ha dato risultati positivi: ridotto il numero di sacchi monouso in circolazione, meno rischio di abbandono e dispersione acci-dentale dei ri�uti nell’ambiente e miglioramento della qualità del riciclo. E molte altre sono le iniziative volte allo sviluppo del settore a tutti i livelli. Ne sono testimonianze il cluster nazio-nale chimica verde promosso

dal Miur e le sue declina-zioni a livello regionale, e Bridge, la Public Private Partnership europea sulla bioeconomia che prevede di investire circa 4 miliardi

di euro in sette anni per dare impulso al settore.

aziende verso l’utilizzo di nuovi materiali a minor impatto am-bientale”, a�erma Gianmaria Gasperini, responsabile del la-boratorio Pitture e Vernici di Innovhub Ssi, “ma crediamo sia necessaria una maggiore attenzione per non farsi co-gliere impreparati dalle novità legislative”.Le competenze di Innovhub Ssi nel campo dei prodotti da co-struzione spaziano dai prodotti vernicianti alle materie plasti-che, passando dal tessile per arrivare �no alle carte da parati e ai processi di combustione e cottura.Un’esperienza pluriennale che conta anche - per quan-to riguarda le problematiche dell’Indoor Air Emission - su-gli importanti investimenti in strumentazione all’avanguar-dia e in attività di formazione del proprio personale tecnico. I tecnici di ciascuno di questi set-tori, partecipando attivamente all’attività di normazione, sono in grado di interloquire con le aziende cercando di aiutarle a comprendere quali saranno le s�de future e come innovare i propri prodotti e processi per a�rontarle con successo.Innovhub Ssi è in grado di fornire un’assistenza tecnica-mente avanzata per l’analisi di prodotti che hanno un bene�-co e�etto sull’ambiente in cui viviamo, e�ettuando indagini sulle caratteristiche e le pre-stazioni nell’abbattimento di speci�ci inquinanti e odori legati alle attività antropiche e ai materiali utilizzati nell’arre-damento.

Ma oltre alla ricerca e all’innovazione deve crescere anche la coscienza ambientale

Competenze dai prodotti vernicianti alle materie plastiche, dal tessile ai processi di combustione e cottura

La crescente sensibilità dell’opinione pubblica sul

tema della qualità dell’aria in ambienti con�nati sta indiriz-zando il legislatore europeo verso la de�nizione di un siste-ma europeo di marcatura che garantirà migliori condizioni di vita in case e u�ci e al tempo stesso spingerà le aziende a un sostanziale sforzo innovativo. La principale sorgente di in-quinamento chimico dell’aria all’interno degli edi�ci deriva dalle emissioni provenienti dai materiali come colle, sigillanti,

legno, pitture, tessuti e materie plastiche, emissioni in genere presenti in basse concentrazio-ni ma non per questo necessa-riamente innocue per l’organi-smo, come dimostrano i casi di “sindrome da edi�cio ma-lato”, un insieme di problemi di salute (nausea, irritazioni, cefalea, ecc.) presumibilmente correlati al semplice fatto di permanere in un determinato appartamento o u�cio, senza che vi siano evidenti cause che possano spiegare altrimenti i sintomi. Negli ultimi decenni i

yer, chairman del Gruppo Ma-terie Prime Rinnovabili creato dalla Commissione europea. “Quello di cui c’è bisogno ora è un insieme di politiche coeren-ti a tutti i livelli per permettere la crescita del settore”. Tra i tanti attori che sono chia-

legislatori nazionali e comuni-tari si sono più volte occupati della riduzione di Cov, com-posti organici volatili, nei ma-teriali e le stesse aziende hanno sia sviluppato nuovi prodotti che aderito a marchi volontari per la certi�cazione di prodot-ti a bassa emissione (Emicode Ec1 - Blauer Engel, Leed). Dal-le industrie, infatti, non vengo-no solo i problemi della qualità dell’aria, ma anche le soluzioni.“Grazie all’esperienza nella pro-duzione di tessili 3D abbiamo recentemente lanciato materia-li con caratteristiche particolari per il comfort del vivere in ca-sa” dichiara Domenico Rossini della Gaetano Rossini Srl. “In virtù della composizione chi-mica del polimero impiegato e della struttura del tessuto que-sti materiali hanno la capacità di smorzare i rumori e la pro-prietà di adsorbire dall’aria so-stanze nocive e odori”. In altre parole, la soluzione del proble-ma diventa un nuovo interes-sante mercato per le aziende che sanno innovare.Una svolta decisiva è stata da-ta dal Regolamento europeo 305/2011 per i Prodotti da Costruzione che prevede tra i requisiti essenziali il fatto che

Le nuove biora�nerie valo-rizzano gli scarti di ri�uti

e le biomasse delle produzioni agricole per trasformarle in energia pulita. Ma possono an-che sintetizzare nuove sostanze di base per l’industria chimica che, a sua volta, le potrà mette-

re a disposizione per industrie di ogni settore produttivo. “C’è un crescente interesse a livello europeo per l’utilizzo sosteni-bile di materie prime rinnova-bili e il suo contributo a creare nuove opportunità di svilup-po”, ha detto Dietrich Wittme-

Tessuto 3D, per il comfort del vivere in casa

Si lavora per ridurre l’impatto ambientale di colle e pitture

EventiLunedì 3 giugno 20136 Ricerca, Innovazione e Tecnologia

Garantire competenza, qualità e prezzi estrema-

mente competitivi nell’atti-vità di ricerca e sviluppo di prodotti innovativi nel campo delle scienze biomolecolari e delle biotecnologie. Con que-sti obiettivi nel 2004 Roberto Mantovani, Marco Muzi-Fal-coni e Paolo Plevani, profes-sori ordinari di genetica e di biologia molecolare dell’Uni-versità degli Studi di Milano, hanno fondato, con il soste-gno delle stesso ateneo, Gene-spin srl: “Si tratta - spiega Luca Lorenzi, responsabile ricerca e sviluppo - di uno spin-o� che

La composizione chimi-ca in elementi in tracce

(ppm) e ultra-tracce (ppb) è una sorta di Dna per ogni materiale naturale e sinteti-co. In molti casi, la necessità di preservare il campione e di studiare variazioni chimiche su piccola scala richiede ana-lisi in-situ. L’Unità Operativa di Pavia dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse (Igg) del Cnr van-ta un’eccellenza in questo tipo di microanalisi. La struttura ospita una mi-crosonda ionica (lab. Sims) e una microsonda laser (lab. La-Icp-Ms). La microsonda ionica bombarda con ioni primari (O–, O2

+, Cs+) una microarea selezionata del campione. Il suo utilizzo ha aperto nuove prospettive nella rivelazione e quanti�cazione di elementi leggeri (Li, Be, B), volatili (H, C, F e Cl), a medio ed elevato numero atomico Z, su micro-aree (5-10 µm Ø) con un con-sumo di materiale dell’ordine del ng (10-9 g). In questi anni a Pavia sono state sviluppate metodologie per vetri natura-li e arti�ciali, minerali e roc-ce, fosfati, borati, e campioni di interesse tecnologico. La tecnica è adatta sia ad analisi

Sviluppo e innovazione nelle scienze biomolecolari e biotecnologie Attiva una microsonda ionica e laser per lo studio dei materiali

Ricerca con un occhio al mercato Eccellenza nella microanalisi

si rivolge ad aziende farma-ceutiche, imprese del settore delle biotecnologie mediche e centri di ricerca focalizzandosi su alcune attività. Alcune sono strettamente scienti�che, qua-li lo sviluppo di piattaforme tecnologiche e kit innovativi per l’analisi dell’espressione genica, la rilevazione di agenti genotossici che causano danni al Dna e l’identi�cazione di microrganismi patogeni”. L’attività dell’azienda si è poi anche estesa allo sviluppo, produzione e commercializ-zazione di reagenti ed enzimi di ampio utilizzo nei labora-

super�ciali, sia in profondità in micro-volumi di materiale (metodo depth pro�ling). La microsonda laser, capace di vaporizzare microvolu-mi di materiale (5-100 µm Ø), consente determinazio-ni quantitative di elementi (Li-U) a livello di traccia e ultra-traccia su matrici solide silicatiche o carbonatiche e su campioni che presentano un buon assorbimento della luce Uv. Le applicazioni industria-li riguardano il controllo di qualità su materiali tecnolo-gicamente avanzati, nei quali

tori di biologia molecolare, genetica e biochimica. Tale linea di prodotti è denomi-nata “Scientist to Scientist” per sottolineare la �loso�a e il modus operandi che so-no alla base della fondazione della società: lo sviluppo e la produzione di tecnologie e reagenti innovativi capaci di superare tutti i più severi con-trolli di qualità richiesti dai laboratori del Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano, la com-mercializzazione diretta di tali prodotti, stabilendo una rela-zione one to one tra produt-tore ed utente. In�ne, l’aper-tura alla collaborazione con ricercatori di centri di ricerca italiani e stranieri mediante customizzazione di prodotti esistenti, la fornitura di sup-porto tecnico competente e servizi ad hoc richiesti dagli utenti, e lo sviluppo di nuovi prodotti e metodologie utiliz-zabili nei più svariati settori delle Bioscienze. Oggi GeneSpin è una realtà solida e credibile nel campo delle aziende di R&D e pro-duttrici di reagenti per biolo-gia molecolare, grazie anche a collaborazioni commerciali con analoghe realtà italiane, europee e americane.

la presenza di impurità può portare all’alterazione delle proprietà chimico-�siche. L’utilizzo della microsonda laser è uno strumento fonda-mentale nel settore ambien-tale. In quest’ultimo caso, vengo-no sfruttate le strutture di crescita di otoliti di pesci, e conchiglie, oppure gli anelli di accrescimento in piante superiori la cui analisi me-diante La-Icp-Ms consente di ricostruire l’andamento degli inquinanti e di marcare nel tempo i picchi di emissione.

■ GENESPIN / Spin o� con il supporto dell’Università degli Studi di Milano ■ PAVIA / Ricerca all’avanguardia nell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr

Lo staff di Genespin: Alice Meroni, Roberto Mantovani, Luca Lorenzi, Paolo Plevani, Marco Muzi Falconi

L’analisi chimica (rapporto Pb/Mg) mediante La-Icp-Ms su anelli di accrescimento di un tronco di quercia consente di ricostruire l’andamento degli inquinanti e di marcare nel tempo i picchi di emissione.

se dei dati neuropatologici, vengono loro somministrati farmaci chemioterapici le-gati alla caratterizzazione genetica del loro tumore. Con�diamo sui risultati di questo studio per compren-dere aspetti epidemiologici (per esempio l’inquinamento ambientale, simile a quello a cui siamo esposti come esseri umani), biologici e genetici e, alla lunga distanza, otte-nere eventuali indicazioni te-rapeutiche sia per i pazienti canini che umani”. Un altro importante progetto in corso di sviluppo e �nan-

■ IEN / Nato nell’ambito del Progetto Cerba, l’Istituto Europeo di Neuroscienze studia le neoplasie e le malattie cardio-cerebro vascolari e neurologiche

Malattie del cervello: un Istituto a loro dedicato

ziato da Ien, in collaborazio-ne con l’Istituto Neurologico C. Besta e la Fudan Univer-sity di Shanghai, riguarda l’utilizzo intraoperatorio di sostanze �uorescenti per mi-gliorare il tasso di asporta-zione completa di neoplasie cerebrali maligne.Anche la chirurgia dell’epi-lessia, una malattia di�usa, invalidante sul piano sociale, lavorativo e famigliare, spes-so farmaco-resistente, ha suscitato l’interesse e, di con-seguenza, il supporto dalla fondazione Ien. Quando il bilancio clinico e di imaging

dimostra la presenza di un focolaio epilettico, respon-sabile della manifestazione della crisi si può procedere a un intervento chirurgico di asportazione o di disconnes-sione dalle strutture nervose sane mediante chirurgia o neuromodulazione. Si tratta di un grande progetto che parte dall’Istituto Besta e ve-de coinvolti in modo siner-gico altri Centri di Neuro-scienze europee, statunitensi ed è parzialmente �nanziato dalla Fondazione.“Per il futuro”, conclude Broggi, “ci auguriamo che i progetti sanitari logistici, terapeutici e di ricerca ab-biano un’accelerazione in quanto per la salute il tem-po è una variabile estrema-mente importante, la vita è breve e le malattie corrono velocemente. È necessario, oggi più che mai, che le ri-sorse private siano inserite in modo importante in attività congiunte pubblico-privato, e che la capacità di ricerca e imprenditoriale della Fon-dazione Ien trovi uno svi-luppo rapido, nell’interesse della cultura scienti�ca, ma soprattutto nell’interesse dei pazienti e della popolazione in generale.Se le malattie cardiovascolari e quelle tumorali verranno limitate con aumento della sopravvivenza, è nella cura delle malattie neurologiche, dalle neoplasie alla demen-za, che la qualità della nostra vita potrà essere difesa e spe-riamo migliorata”.

Per ottenere indicazioni terapeutiche anche per gli uomini e capire aspetti biologici e genetici di queste patologie

La fondazione Istituto Europeo di Neuroscien-

ze (Ien) è nata nell’ambito del Progetto Cerba (Cen-tro Europeo per la Ricerca Biomedica Avanzata), allo scopo di integrare l’attivi-tà di ricerca sulle cause più frequenti che condizionano la qualità e la �ne della vita, quali le neoplasie e le malat-tie cardio-cerebro vascolari e neurologiche. L’Istituto Europeo di Neuroscienze, in

attesa di una possibile strut-turazione logistica completa, ha come mission il supporto a di�erenti settori di ricerca nell’ambito delle neuroscien-ze. Tra i progetti che l’han-no visto coinvolto troviamo quello sulla Virtual Reality in Neurosurgery, cioè la si-mulazione degli interventi neurochirurgici svolta in collaborazione con l’Istituto Neurologico C. Besta di Mi-lano. Con l’Istituto Europeo

di Oncologia (Ieo) ha invece supportato ricerche sull’ana-lisi genomica molecolare di lesioni tumorali cerebrali. “In questo progetto”, spiega Giovanni Broggi, presiden-te del Comitato scienti�co della Fondazione Ien, “si è svolto uno studio sui tumo-ri cerebrali recidivanti con l’utilizzo dell’immunoradio-terapia, in particolare per i glioblastomi”. Un progetto molto impor-tante, �nanziato dalla Fon-dazione Ien è quello che sta svolgendo in collaborazio-ne con Ieo, Istituto Ifom e Ospedale Veterinario San Michele di Lodi, sempre sui tumori cerebrali. Prende ori-gine dall’osservazione che i cani domestici, che vivono cioè in famiglia e nelle nostre case, hanno la sfortuna di sviluppare tumori celebrali simili a quelli umani sia co-me morfologia sia, cosa più importante, come genetica. “Un aspetto molto impor-tante dello studio”, sottolinea Broggi, “è che non vede l’im-piego dei cani come cavie, ma come pazienti. In quanto tali, questi animali vengono curati e operati e, sulla ba-

Giovanni Broggi, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Ien

Il progetto Cerba a Milano

EventiLunedì 3 giugno 2013 Ricerca, Innovazione e Tecnologia 7

La vera innovazione è quella che parte dai risultati della

ricerca scienti�ca e tecnolo-gica per creare nuovi prodotti o servizi in grado di rendere un’impresa più competitiva sul mercato. Ed è questa la mission che persegue, da oltre vent’anni, il Cefriel, il centro di eccellenza per l’innovazio-ne, la ricerca e la formazione nel settore dell’Information & Communication Techno-logy. Suo obiettivo primario è infatti ra�orzare i legami tra università e imprese attraverso un approccio multidisciplinare che, partendo dalle esigenze dell’impresa, integri i risultati della ricerca, le migliori tecno-logie presenti sul mercato, gli

standard emergenti e la realtà dei processi industriali, per in-novare o realizzare nuovi pro-dotti e servizi che uniscono Ict e design.Oggi Cefriel è una società con-sortile a responsabilità limitata senza scopo di lucro i cui soci sono il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Mi-lano, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Universi-tà degli Studi dell’Insubria, la Regione Lombardia e azien-de multinazionali operanti nei settori Ict e dell’editoria multimediale. È organizzato in centri di competenza spe-cialistica che coprono tutte le aree dell’Ict, dalla microelet-tronica alle interfacce utente

più evolute, ed è orientato alla ricerca e sviluppo di soluzio-ni innovative rivolte a Digital Publishing, Smart Cities, Per-vasive Ict, Social Frameworks, Green Ict, Supply Chain and Logistics, Information Securi-ty, Infomobility, eHealth, eGo-vernment. Il capitale umano è costituito da circa 130 profes-sionisti, ai quali si a�ancano docenti e ricercatori univer-sitari, esperti del mondo delle imprese, visiting researcher, studenti. I docenti universitari rivestono un ruolo proattivo: essi sono i mentori scienti�ci per lo sviluppo delle compe-tenze all’interno del centro e la guida scienti�ca nelle iniziati-ve di ricerca. “La nostra caratteristica distin-tiva è quella di saper attingere alle competenze universitarie e, al tempo stesso, di essere in

grado di svolgere, al �anco del-le imprese e pubbliche ammi-nistrazioni, progetti concreti, con i requisiti di tempo, qualità e costo richiesti dal mercato” a�erma il direttore scienti�co Alfonso Fuggetta. “La multi-disciplinarietà, unita alla pro-fessionalità e alla capacità di gestire progetti Ict complessi, ci rendono una realtà unica in Italia in grado di innovare pro-dotti e servizi delle aziende del “made in Italy”, in qualunque settore esse operino”.In particolare, le attività del centro coprono l’intero ciclo dell’innovazione: dagli studi di fattibilità alla realizzazione di prototipi industriali, dal tech-nology scouting all’assessment in campo di nuove tecnologie e soluzioni. Nel settore della Pubblica Amministrazione, Cefriel o�re una lunga espe-

rienza acquisita nel sostegno al processo d’innovazione della Pa e, in particolare, nell’attua-zione delle strategie di e-gover-nment. Sul fronte della ricerca - com-ponente essenziale del centro che mira a mantenere uno stretto rapporto tra lo sviluppo teorico e il trasferimento dei risultati sul piano applicativo - Cefriel conduce progetti a livel-lo europeo e italiano e contri-buisce attivamente nelle attività di condivisione dei risultati. Non da ultimo, le competen-ze consolidate nello sviluppo e gestione di progetti d’inno-vazione consentono a Cefriel di rendere ancora più e�cace il processo di trasferimento della conoscenza. In questo senso, particolare attenzione è posta nella formazione dei manager dell’innovazione e la

D-Air Street: una protezione “istantanea”Una giacca da motociclista con l’airbag incorporato, vantaun sistema intelligente che rileva situazioni di pericolo

Tra i progetti sviluppati da Cefriel, uno dei più innovativi è il “D-Air

Street”, realizzato per l’azienda Dainese che, semplificando, può essere definito come una giacca da motociclista con l’ai-rbag incorporato. Nello specifico, D-air è una piattaforma tecnologica dedicata alla protezione dell’uomo, caratterizza-ta da un sistema intelligente che rileva situazioni di pericolo e gonfia speciali air bag attorno al corpo. Un sensore sul-le ruote, una centralina sul manubrio e un chip all’interno della tuta hanno da-to vita a un sistema basato su trasmis-sione wireless in grado, per esempio, di distinguere tra una piega in curva e una caduta. L’algoritmo di attivazione è il vero è proprio cervello del D-air Street, la funzione matematica - costata anni di ricerche - che analizza e combina i dati provenienti dai sensori, così da essere in grado di distinguere la guida normale dall’incidente e di decidere quando atti-vare il sistema. D-air Street si compone di due unità, una sulla moto e una sul pilota, ma funziona senza alcun collega-mento fisico con il mezzo, ottimizzando così i tempi di risposta dell’airbag, che non sono superiori ai 45 millisecondi.

È dimostrato infatti che una protezio-ne basata su air bag è efficace contro il primo impatto (che è il più violento) solo se ha un tempo totale di intervento

inferiore a 80 millisecondi. Il sistema copre il torace, la schiena e la clavicola, e inoltre limita l’inclinazione della testa rispetto al collo e riduce i movimenti del casco durante il rotolamento. I test svolti secondo gli standard europei in vigore per le protezioni della schiena mostrano che il sistema diminuisce la forza tra-smessa del 72% rispetto a un paraschie-na di livello 2.

■ CEFRIEL / È una società consortile senza scopo di lucro, organizzata in centri di competenza specialistica, che coprono tutte le aree dell’Ict

L’approccio multidisciplinare a favore delle impresePer creare prodotti innovativi per l’industria, bisogna integrare la ricerca e le migliori tecnologie

Sviluppato da Cefriel in collaborazione con il Cit, Centro di Innovazione e Tecnologia del gruppo per Zoppas Indu-

stries, My Needo è un cronotermostato altamente tecnologi-co e al tempo stesso di design che promette di rivoluzionare le funzioni del riscaldamento domestico all’insegna del rispar-mio energetico. Dotato di un display touch a colori e di una serie di funzionalità pensate per rispondere e�cacemente al-le esigenze di e�cienza energetica, My Needo o�re infatti la possibilità di gestire in maniera intelligente il riscaldamento nell’ambiente. In particolare, non solo consente di impostare la temperatura e di e�ettuare una programmazione giorna-liera e settimanale, ma permette anche di con�gurare ogni singolo radiatore presente nell’abitazione, adattando ogni zona della casa alle speci�che esigenze.Con My Needo, inoltre, l’utente è sempre aggiornato sul pro-prio consumo energetico anche mediante una reportistica accurata che compara i consumi mese per mese, giorno per giorno, zona per zona ed anno dopo anno.

My Needo: il telecomando intelligente per la regolazione della temperatura negli edifici

Nel settore emergente delle Smart Cities,

appare d’interesse il pro-getto di ricerca che passa sotto il nome di Urbano-poly. Si tratta di una app per dispositivi Android, sviluppata da Cefriel e dal Politecnico di Milano nell’ambito del Progetto di Ricerca Europeo “Pla-netData” che permette agli utenti di giocare a una sorta di monopoli nel mondo reale. Utilizzando OpenStreetMap, il gioca-tore visualizza i luoghi vi-cini alla propria posizione quali negozi, monumenti, ristoranti: tutti luoghi che può comprare o vendere utilizzando denaro vir-tuale, oppure “conquista-re” a�rontando le s�de del gioco, ovvero fornendo informazioni sulle loca-lità in questione. Il �ne ultimo dell’applicazione, infatti, è proprio quello di raccogliere in maniera collaborativa una gran-de quantità di dati circa l’ambiente urbano, poi ripubblicati come open data. Urbanopoly è per il momento attivo a Milano e nella regione Lombar-dia, ma sarà presto esteso ad altre zone.

Urbanopoly: l’innovazione passa

anche dal gioco

Il mix unico di competenze di Cefriel

Il D-Air Streetrealizzato per la

Dainese incorporal’airbag in un

gilet da indossarequando si va

moto. In caso dicaduta si gonfia

istantaneamenteproteggendo

torace, schiena eclavicola

Project Management Academy è la struttura creata da Cefri-el per trasferire nelle attività di formazione manageriale le esperienze vissute quotidiana-mente nella gestione di proget-ti complessi.

Foto del prodotto

My Needo fornito da

Zoppas Industries

Il ruolodi Cefrieltra universitàe imprese

EventiLunedì 3 giugno 20138 Ricerca, Innovazione e Tecnologia

Per Regione Lombardia ricerca e innovazione

continuano a essere i fattori determinanti per creare e svi-luppare crescita economica. Ecco perché l’amministrazio-ne regionale intende rilan-ciare le politiche su questo fronte, attraverso un’azione congiunta capace di coinvol-gere molteplici attori: cittadi-ni, imprese, istituzioni �nan-ziarie, organismi di ricerca, università, enti territoriali e Pubblica amministrazione. Sono diversi, infatti, i pro-getti in atto promossi da Re-gione Lombardia, vediamo i principali. Nell’ambito delle pro�cue collaborazioni av-viate da Regione Lombardia, si annovera la sottoscrizione nel 2012 dell’accordo qua-dro con il Consiglio Nazio-nale delle Ricerche. Il mese scorso, aprile 2013, è stata approvata la graduatoria de-gli 11 progetti ammessi al

�nanziamento per la realizza-zione di iniziative �nalizzate all’attuazione di programmi di ricerca e sviluppo con rica-dute dirette sul sistema della ricerca e sul territorio lom-bardo. I costi totali ammon-tano a quasi 19,5 milioni di euro e verranno co�nanziati al 50% da ciascuno dei due enti �rmatari dell’accordo. Tra le iniziative regionali, è rilevante l’accordo triennale di collaborazione con Fon-dazione Cariplo del 2012 che si propone di incentivare la realizzazione di progetti in-tegrati di ricerca industria-le e sviluppo sperimentale, condotti in collaborazione tra imprese, organismi di ricerca e università, promuovendo contestualmente lo svilup-po di laboratori e centri di ricerca con l’obiettivo di va-lorizzare il capitale umano, anche attraverso l’attrazione di ricercatori esteri. Dopo il

lancio a febbraio 2013 della manifestazione di interes-se, entro l’estate è prevista la pubblicazione di tre bandi per la presentazione dei pro-getti esecutivi, a cui potranno partecipare le migliori idee e partnership selezionate nella prima fase. La dotazione �nanziaria di-sponibile è di 9 milioni. Le 66 domande presentate pre-vedono un investimento po-

tenziale complessivo di 75,2 milioni e il coinvolgimento di 221 partner di progetto. Sono stati inoltre approvati gli ele-menti essenziali del progetto “Spazi espositivi per la ricer-ca - Padiglione Italia Expo 2015”, �nalizzato a dare visi-bilità alle eccellenze lombar-de nel campo della ricerca sia durante lo svolgimento della manifestazione che, in una logica di continuità, nella fase

post Expo. In merito alle azio-ni di supporto alle Pmi per la realizzazione di processi di innovazione tecnologica, or-ganizzativa e gestionale, Re-gione Lombardia e Camere di Commercio lombarde anche nel 2013, a luglio, lanceranno la terza edizione del bando “Voucher ricerca e innovazio-ne e contributi per i processi di brevettazione”. Per questa iniziativa la Regione mette a

disposizione 3 milioni di eu-ro. Molto interessante è anche il progetto Concert-Japan, �nanziato nell’ambito del 7° Programma Quadro - Azione Cooperazione internazionale Era-Net, il cui obiettivo è svi-luppare e strutturare la colla-borazione tecnico-scienti�ca con il Giappone anche at-traverso la de�nizione di un bando congiunto pilota per progetti di ricerca e/o mobi-lità dei ricercatori e l’indivi-duazione di priorità e modelli di collaborazione futura. In autunno scorso i partner del progetto hanno lanciato la pi-lot joint call per progetti di ri-cerca. Le risorse stanziate da Regione Lombardia a favore del bando congiunto am-montano a 400mila euro. Re-gione Lombardia è, inoltre, membro di diversi network internazionali ed europei: in particolare da �ne 2010 ha il ruolo di vice presidente del-la Rete Nereus, la rete delle regioni europee utilizzatrici delle tecnologie spaziali e della Rete Ecrn, la rete delle regioni europee della chi-mica. In�ne, Regione Lom-bardia è anche membro dei 4Motori d’Europa - rete per la quale avrà la presidenza nel secondo semestre del 2013 - e partecipa alle attività dei vari gruppi di lavoro tra cui anche quello della ricerca.

“Nei prossimi cinque anni più investimenti e risorse” Mario Melazzini, assessore regionale con delega alle Attività produttive, ricerca e innovazione, parla delle lineee programmatiche in atto

Nei prossimi cinque anni, �no al 2018, la strategia di Regione Lombardia è molto

chiara. A spiegare le linee programmatiche è l’as-sessore regionale, Mario Melazzini, con delega alle Attività produttive, ricerca e innovazione: “Per massimizzare le ricadute degli incentivi al-la ricerca e innovazione, le politiche pubbliche devono diventare più selettive rispetto ai pro-getti e ai soggetti da �nanziare e focalizzare le risorse dove le imprese dimostrano di fare la loro parte”. Melazzini sottolinea quali sono gli stru-menti che Regione Lombardia promuoverà: “In prospettiva Horizon 2020, sul tema della ricerca e dell’innovazione, favoriremo la collaborazione con i diversi livelli di governo - Commissione Europea e Governo nazionale - per incremen-tare l’e�cacia e l’e�cienza degli investimenti in questi ambiti strategici e per utilizzare in modo integrato e virtuoso le risorse comunitarie della

nuova programmazione comunitaria. A tal �ne, avvieremo un programma di misure coordinate e integrate a supporto delle start up innovative, ripensando anche alla funzione degli incubatori di impresa come luoghi (anche virtuali) multi-competenti che accompagnino l’idea di business dalla nascita �no alla sua concreta messa in attività. Sosterremo, poi, la cultura del venture capital, proseguendo e mettendo a sistema ini-ziative già avviate quali Next e Euromed. E poi ancora massima attenzione per consolidare un sistema che conceda alle Pmi che presentino pro-getti innovativi voucher spendibili presso centri di ricerca o soggetti pubblici e privati accredita-ti. Altro obiettivo è portare a termine gli impegni dell’Agenda Digitale Lombarda, prima in Italia, uno strumento prezioso di programmazione degli interventi nel campo delle nuove tecno-logie, e dotare le aree urbane di infrastrutture

tecnologiche pervasive che favoriscano la na-scita di un’economia d’impresa innovativa nella direzione delle Smart cities”. L’ultima iniziativa di Regione Lombardia in questo ambito è solo di qualche giorno fa: un bando di 16,43 milio-ni per progetti di ricerca applicata e sviluppo sperimentale nell’ambito delle Smart cities and communities, rivolto a imprese, piccole, grandi e medie, università ed enti pubblici. “Abbiamo, inoltre, - prosegue - appena lancia-to un primo pacchetto di 25 milioni di euro destinati soprattutto alle start up innovative e agli incubatori di impresa e conferiti al Fondo Politecnico per l’innovazione, un fondo aperto a investitori istituzionali e quali�cati, che mira a mettere insieme un patrimonio di 20 milioni di euro per �nanziare spin-o� accademici che si basano su progetti di ricerca ad alto valore tec-nologico”.“È, in�ne, in fase di approvazione in Giunta - conclude l’assessore alle Attività produttive - un programma complessivo e integrato a favore della start up, che prevede anche elementi di si-stema innovativi, quali lo studio della riduzione di un punto percentuale dell’aliquota Irap e la sperimentazione di aree a burocrazia zero”.

■ REGIONE LOMBARDIA / Sono diversi i progetti avviati per stimolare la crescita, tra i quali quelli con il Cnr, con la Fondazione Cariplo e le Camere di Commercio

Ricerca e innovazione, i motori per rilanciare l’economia Tra gli impegni primari c’è quello di valorizzare il capitale umano, anche attraverso l’attrazione di ricercatori esteri

Sul territorio lombardo sono presenti dodici università, una scuola superiore universitaria e centinaia di centri di

ricerca, a cui si aggiungono una molteplicità di micro, picco-le e medie imprese ad alto valore tecnologico. La Lombardia presenta, inoltre, otto distretti tecnologici u�cialmente rico-nosciuti dal Miur: agroalimentare, aerospazio, edilizia so-stenibile, automotive, energia fonti rinnovabili e assimilate, biotecnologie, Ict e nuovi materiali. Come spiega l’assessore regionale alle Attività produttive, ricerca e innovazione, Ma-rio Melazzini, “in tale contesto, il governo lombardo intende non solo mettere in campo ma potenziare speci�ci interven-ti e strumenti per sostenere e sviluppare la capacità di fare ricerca e innovazione, con la consapevolezza che investire su questi settori signi�chi investire sulla competitività di un territorio, garantirne lo sviluppo e accrescerne l’attrattività. Anche i dati confermano quanto la Lombardia si impegni su questo fronte, classi�candosi ai primi posti tra le regioni ita-liane nel campo degli investimenti per la ricerca e in buona posizione in ambito europeo”.

La forza di un sistema plurale e multisettoriale

La Regione Lombardia è anche membro

di diversi network europei e internazionali,

come Rete Nereus

L’assessore Mario Melazzini

Il nuovo palazzo della Regione

EventiLunedì 3 giugno 2013 Ricerca, Innovazione e Tecnologia 9

Il bosone di Higgs è ormai noto al grande pubblico, al

punto che per�no Archimede Pitagorico è stato coinvolto nel racconto uscito su “Topolino”. Ed è giusto così, perché questa scoperta rappresenta un even-to fondamentale sulla strada che porterà a una più profonda conoscenza dei meccanismi che regolano l’universo e la no-stra esistenza.Si tratta di un’enorme impresa di innovazione tecnologica, con soluzioni e componenti collaudate per le performan-ce più estreme: una “formu-la uno” dell’elettronica, della criogenia, del so�ware, delle reti di calcolo, delle tecniche costruttive. E del management, vista l’organizzazione del lavo-ro in grandi gruppi distribuiti sull’intero pianeta.Tutto ciò sta già avendo note-voli ricadute sulla vita e sulla produzione industriale. L’Isti-tuto Nazionale di Fisica Nu-cleare (Infn) è protagonista di questa avventura e in territorio lombardo può contare su tre sedi (Milano, Milano-Bicocca e Pavia), che al Cern di Gine-vra hanno contribuito alla re-alizzazione del Large Hadron Collider (Lhc), il più potente acceleratore del mondo, e ai suoi esperimenti.Ma sono anche diverse altre le ricerche di eccellenza, con-dotte dall’Infn, che hanno una stretta connessione con aspetti di interesse industriale o socia-le. Ad esempio, per misurare la piccolissima massa della parti-cella chiamata neutrino, è stato necessario sviluppare so�stica-

te metodologie di misura degli elementi presenti in minuscole concentrazioni all’interno di materiali composti.Le metodologie spaziano dal-la spettrometria di massa, tramite l’uso di sorgenti di ionizzazione al plasma, all’at-tivazione neutronica in colla-borazione con il Laboratorio di Energia Nucleare Applicata (Lena) a Pavia, �no a vari me-todi di spettroscopia su ele-menti radioattivi.Le sensibilità di misura rag-giunte nei laboratori della se-zione Infn di Milano-Bicocca sono a un livello di eccellenza su scala mondiale: una parte su milioni di milioni. Queste tecniche sono state utilizzate (anche dalla sezione di Mila-no) per analisi di elementi ra-dioattivi dispersi in ambiente, come avvenuto dopo gli inci-denti alle centrali nucleari di Chernobyl e Fukushima.

L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) è un ente pubblico, vigilato dal Miur, che

svolge attività di ricerca, teorica e sperimentale, nell’ambito della fisica delle particelle, sviluppan-do tecnologie innovative in collaborazione con il mondo universitario e produttivo e in un contesto

di competizione internazionale. L’Infn è una co-munità che conta circa cinquemila scienziati, di cui circa mille giovani dottorandi o assegnisti di ricerca. Collabora a progetti in oltre 30 Paesi nei cinque continenti, rivestendo ruoli di primo piano, come nel caso dell’acceleratore Lhc del Cern a Gi-

nevra. Circa 1.200 ricercatori stranieri utilizzano le strutture dell’Infn in Italia. Le ricerche richiedono l’uso di strumenti d’avan-guardia che l’Infn sviluppa sia nei propri labo-ratori, sia in collaborazione con il mondo im-prenditoriale. Sono molte le industrie che si sono specializzate e hanno conquistato nuovi mercati sulla base di commesse Infn.È infatti fisiologico, per l’Istituto, trasmettere all’industria le conoscenze acquisite nel corso del-la propria attività, realizzando così un adeguato trasferimento tecnologico.

■ INFN / L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha contribuito alla creazione del Large Hadron Collider (Lhc), il più potente acceleratore del mondo

Dal bosone di Higgs al neutrino. E il viaggio continuaIl Centro continua a distinguersi per le sue ricerche di eccellenza, con ricadute positive anche sull’industria

Lasa è il Laboratorio Acceleratori e Super-

conduttività Applicata della sezione Infn di Mi-lano, fondato a Segrate nel 1987. Sviluppa tecnologie collegate agli acceleratori di particelle e progetta, co-struisce e collauda i prin-cipali componenti di un acceleratore.Lasa annovera anche un laboratorio di radio-chi-mica per la produzione di radionuclidi per diagno-stica e radioterapia meta-bolica. Ha o�erto poi un apporto determinante allo sviluppo e alla produzione industriale di numerosi componenti supercondut-tori per i progetti di grandi acceleratori.In particolare ha contribu-ito ai magneti supercon-duttori (i dipoli da 8Tesla lunghi 15 metri dell’accele-ratore Lhc e il grande ma-gnete toroidale dell’espe-rimento Atlas) lavorando con la ditta Ansaldo, alle cavità superconduttrici a radiofrequenza e ai crio-moduli per molte applica-zioni, quali nuove sorgenti di radiazione (European Xfel), con la ditta Zanon.Inoltre, Lasa ha dato im-pulso ad attività per la trasmutazione delle scorie nucleari (Trasco) e alla produzione di fotocatodi per sorgenti di elettroni ad alta intensità.

Lasa: tecnologie per acceleratori di particelle

Con gli stessi metodi si sono inoltre e�ettuate misure su va-ri materiali, in collaborazione con enti di controllo pubblico (Arpa) e imprese, per rivelare un’eventuale contaminazione e certi�carne le proprietà dal punto di vista radioattivo.Queste metodiche di misura vengono applicate anche ad al-tri ambiti della ricerca scienti-�ca e dei beni culturali. All’In-fn di Milano-Bicocca si sono eseguite misure su campioni archeologici di epoca romana, piombo romano e reperti rela-tivi allo studio di eventi storici. L’analisi dei capelli di Napo-leone ha portato a escludere, dopo 200 anni di dibattiti e diatribe, che fosse stato avvele-nato durante il suo esilio.Le competenze negli accelera-tori sviluppate dall’Infn hanno ricadute nella terapia medi-ca. Ne è un esempio il Centro Nazionale di Adroterapia On-

cologica (Cnao) di Pavia, uno dei due centri in Europa che dispone di un acceleratore non solo per protoni, ma anche per ioni adatti al trattamento di tu-mori altrimenti incurabili.Dopo la costruzione dell’ac-celeratore, Infn continua ora a collaborare con Cnao per le esigenze tecniche, la ma-nutenzione e l’aggiornamen-to della strumentazione e le attrezzature di monitoraggio dei pazienti tramite la sede locale. Infn a Pavia coopera anche con la Fondazione Irc-cs Policlinico San Matteo, per l’innovativa terapia oncologica Bnct (Boron Neutron Capture �erapy).L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è impegnato da qual-che anno in un lavoro di ricer-ca e sviluppo, in collaborazio-ne industriale con la Iba (Ion Beam Application, Belgio), per realizzare piani di trattamento innovativi per l’adroterapia, a cui Milano contribuisce nel

settore del calcolo delle intera-zioni fra radiazione e materia e nel settore della radiobiologia sperimentale.Nelle province di Milano e Pa-via è stato iniziato un progetto, in partnership con il Provvedi-torato e gli istituti tecnici su-periori e i licei tecnologici, per lo studio dei livelli di radio-attività da radon negli edi�ci scolastici. Gli studenti hanno misurato la concentrazione e le emissioni del suolo. Infn, poi, a Pavia organizza periodi di stage per studenti, che ven-gono inseriti nei servizi di base della sezione (meccanico, elet-tronico, informatico) e a Mila-no tiene corsi di alto vuoto per tecnici del settore.La mole di dati, da immagaz-zinare e analizzare, derivanti dagli esperimenti di �sica, ha portato allo sviluppo di sof-tware e hardware all’avanguar-dia. Infn a Milano-Bicocca ha prodotto sistemi di calcolo evoluto, basati su piattaforma

“cloud” e implementati all’in-terno di interfacce Web-based.Sia l’intuitivo sistema di inter-faccia utente, sia alcuni sof-tware di analisi e simulazione, sono attualmente di grande interesse per aziende leader nel settore dello sviluppo di sistemi informatici. In colla-borazione con imprese impe-gnate in misure di sorgenti ra-dioattive e in applicazioni per la �sica medica (diagnostica e terapeutica), Infn ha elaborato speci�ci strumenti di misura e di simulazione numerica. Frequenti sono le interazioni con la piccola e micro indu-stria, sia per lo sviluppo di elettronica dedicata sia per lo sviluppo di tecnologia mec-canica di alta precisione, uti-lizzando materiali speciali. A Pavia sono stati realizzati un pro�lato di una lega piombo/selenio estrusa a freddo con sagomatura speciale e di spes-sore ridottissimo, innovando radicalmente un processo pro-duttivo, e un sistema di tensio-namento e posizionamento di �li metallici submillimetrici, lunghi svariati metri, in am-biente criogenico. Ricerche, applicazioni, tecno-logie innovative e misure pre-cise costituiscono quindi i suc-cessi più evidenti di Infn, le cui radici sono solide grazie all’alta formazione per i giovani, i do-centi e il suo stesso personale.Per maggiori informazioni vi-sitare il sito www.infn.it.

Una comunità di 5.000 scienziati che lavora a progetti in 30 PaesiEnte pubblico di ricerca e sperimentazione, vigilato dal Miur, l’Infn ha permesso, tra l’altro, a molte aziende di specializzarsi nel settore e di conquistare nuovi mercati

Un antico lingotto romano a bassa radioattività, recuperato nei fondali della Sardegna e usato per la fisica nucleare

Test di una cavità acceleratrice in una camera bianca Infn

Rivelatore con piombo e fibre scintillanti assemblato in un’officina meccanica InfnLa parte centrale del rivelatore Atlas al Cern

EventiLunedì 3 giugno 201310 Ricerca, Innovazione e Tecnologia

È l’approccio inter-discipli-nare, caratterizzato dalla

collaborazione tra medici, biologi, biotecnologi, chimici, �sici e ingegneri, che contrad-distingue il lavoro e la mission dell’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibfm Cnr). L’Istitu-

to fa parte del Dipartimento di Scienze Biomediche e ha come obiettivo lo studio dei meccanismi �siologici e pa-togenetici, indagati a livello molecolare, d’organo e d’orga-nismo in toto, attraverso an-che lo sviluppo e l’impiego di nuove metodologie nel settore della biologia molecolare, del-

la radiofarmacologia, della �-sica medica e dell’elaborazione delle immagini e dei segnali.L’Istituto è stato costituito nel 2001 e può contare sul lavoro di 50 persone del Cnr di cui 30 operative presso la sede di Segrate e le altre nelle Unità di supporto di Genova, di Cefalù (Pa) e di Germaneto (Cz).

Cosa mi dicono i neuroni nel cervello?All’interno dell’Istituto vengono studiate le anomalie dei sistemi sensoriali

■ IBFM CNR / L’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Cnr

Ricerca avanzata e innovazione in medicinaCostituito nel 2001, ha diverse collaborazioni con realtà cliniche

L’Istituto conta sul lavoro di 50 persone del Cnr di

cui 30 operative a Segrate e altre nelle unità di Genova, Cefalù (Pa) e Germaneto (Cz)

Classi di network neuronali con diversa funzione (diversi colori)

Imaging molecolare per la medicina personalizzataLunga tradizione per uno dei più importanti Centri Pet al mondo

Immagine Pet di un tumore dell’esofago, prima e dopo trattamento

L’Ibfm ha una lunga tradizio-ne nel settore delle bioimma-

gini e, in particolare, della Pet (Tomogra�a ad Emissione di Po-sitroni). In questo ambito l’Isti-tuto si avvale �n dagli anni ‘80 di una collaborazione sinergica con l’Ospedale San Ra�aele, con l’Università degli Studi di Milano e poi con l’Università di Milano Bicocca, diventando di fatto uno dei più importanti Centri Pet al mondo. Le diverse istituzioni collaborano tra loro attraverso ricerche in comune, con messa a disposizione di personale, com-

petenze, strumentazione e labo-ratori: Ciclotroni per la produ-zione di radioisotopi, Laboratori di radiochimica equipaggiati per la produzione di radiofamaci, Tomogra� Pet/Ct per studi clini-ci di imaging molecolare, un La-boratorio per Imaging pre-clinico Spect/Pet e Laboratori di elabo-razione delle immagini. In questo campo il ruolo dell’Ibfm è quello di sviluppo di tecnologie e meto-dologie di imaging molecolare in vivo, rivolte all’ottimizzazione del percorso diagnostico e terapeuti-co del paziente oncologico, neu-

rologico, cardiologico, in un’ottica di medicina personalizzata. A tal �ne l’approccio utilizzato è quel-lo di integrare le informazioni di imaging con dati ottenuti da tecniche diagnostiche avanzate (proteogenomica, immunoisto-chimica, istopatologia) ed esiti di trattamento (radioterapia, che-mioterapia). In ambito oncologi-co, l’Ibfm studia il ruolo della Pet nella prognosi e nella predizione degli esiti del trattamento, identi-�cando biomarcatori di malattia attraverso l’analisi e l’interpreta-zione delle immagini.

I �siologi dell’Ibfm hanno condotto numerosi studi nel

Laboratorio Piramide situato in Nepal ad una quota di 5050 m evidenziando che le popola-zioni tibetane vanno incontro a modi�cazioni dell’organismo in grado di proteggerli dalle conse-guenze della ridotta pressione dell’ossigeno nell’aria (ipossia). Partendo da questo modello di studio, oggi la ricerca di questo gruppo si concentra sull’indagi-ne delle cause del “malfunziona-mento” dell’organismo umano nell’invecchiamento e in diverse patologie (cardiopatie, insuf-

�cienza respiratoria, malattie metaboliche neuromuscolari, dismetabolismi) in cui l’ipos-sia può limitare la prestazione �sica. Obiettivo dei ricercatori dell’Ibfm è il trasferimento del-le conoscenze derivanti dalla ricerca di base alla valutazio-ne e al trattamento di pazienti per arrivare alla prescrizione personalizzata dell’esercizio-terapia. Si studiano le risposte cardiovascolari, respiratorie e metaboliche all’esercizio �sico e gli aspetti biomeccanici ed energetici del movimento e del-la locomozione. Accanto alla

strumentazione di laboratorio vengono utilizzate tecnologie innovative e sensori che per-mettono da un lato di valutare gli atleti sul campo di gara, e dall’altro di poter seguire i pa-zienti nell’ambiente domestico. L’approccio prevede l’utilizzo di protocolli valutativi classici e protocolli multimediali innova-tivi �nalizzati a promuovere la pratica dell’esercizio �sico e fa-vorire cambiamenti in positivo dello stile di vita. Tecnologie di imaging e sviluppo di algoritmi di analisi di dati e immagini vengono utilizzate al �ne di

L’attività fisica nei diversi ambienti di vitaLe conoscenze acquisite sul “tetto del mondo” utilizzate per migliorare il trattamento delle malattie

Caratterizzazione biomeccanica della corsa di un atleta

L’Ibfm è presente attiva-mente nel settore della

ricerca che si occupa di neuro-�siologia e di studi neuro co-gnitivi, coprendo un articolato campo d’indagine attraverso l’utilizzo di diverse tecniche di misura di segnali. All’interno dell’istituto, per esempio, ven-gono studiate le anomalie dei sistemi sensoriali e il dolore cronico, analizzando gli aspet-ti “neurodinamici” con tecni-che di elettro�siologia speri-mentale e clinica. Il comune presupposto di queste ricerche assume che all’interno dei cir-cuiti nervosi cerebrali osserva-ti a livello cellulare, i neuroni o in gruppi di neuroni, vi siano dei “marcatori funzionali” che possano contribuire a genera-re disordini sensoriali. Usando tecniche avanzate, spesso mu-tuate da altre discipline come la �sica teorica, i ricercatori dell’Ibfm studiano il livello di comunicazione tra neuroni e quanti�cano l’informazione trasmessa, identi�cando le diverse connessioni funzio-nali. L’analisi delle anomalie della connettività funzionale nei disordini sensoriali o nel dolore cronico o�re una possi-bilità straordinaria di ottenere una sorta di impronta digitale funzionale e di postulare mo-dalità di intervento di nuova

concezione per terapie inno-vative del dolore cronico e dei disordini sensoriali che già nell’immediato futuro potreb-bero trovare un’applicazione e�cace. Per quanto riguarda gli studi neurocognitivi una recente scoperta di notevole rilevanza scienti�ca ad opera dei ricercatori Ibfm riguarda i cosiddetti “neuroni specchio”, ovvero quella classe di neuro-ni capaci di elaborare segnali complessi legati a funzioni cognitive, emotive e socio-relazionali. I risultati ottenuti attraverso tecniche di elettro-encefalogra�a hanno fornito nuove prove dell’esistenza,

anche negli esseri umani, di questi neuroni e del loro ruolo fondamentale nei comporta-menti sociali complessi. Per esempio, si è osservata una maggiore attivazione dei neu-roni specchio nelle mamme a cui venivano mostrate im-magini di neonati in pianto, o, in contesti ben diversi, nei giocatori di basket alla vista di azioni di gioco scorrette, o, an-cora, all’opposto, la inattiva-zione dei neuroni specchio in contesti di incongruenza come durante l’osservazione di azio-ni inappropriate (per esempio la lettura di un libro tenendosi appesi a una porta).

Il centro è radicato sul terri-torio attraverso accordi con-venzionali con importanti realtà cliniche e di ricerca, tra cui, in Lombardia, l’Universi-tà Milano Bicocca, l’Ospedale San Ra�aele, l’Azienda Ospe-daliera Niguarda e il Politec-nico di Milano. Recentemen-te ha preso parte ai Cluster

Tecnologici Lombardi Scien-ze della Vita, Tecnologie per gli Ambienti di Vita e Tec-nologie per le Smart Com-munities. Fa inoltre parte di reti nazionali e internazionali (ImiNet, SysBioNet, Eurobio-imaging) ed è impegnato in numerosi progetti di ricerca a livello regionale, nazionale

e internazionale, coniugando la ricerca di base e la ricerca applicata con un approccio di medicina traslazionale.

studiare i meccanismi �siopa-tologici di malattia e monito-rare/valutare gli e�etti di inter-venti terapeutici/riabilitativi.Strumentazione all’avanguar-

dia come la Risonanza Para-magnetica Elettronica (Epr) e la spettroscopia nel quasi infrarosso (Nirs) forniscono preziose informazioni per me-

glio comprendere i meccanismi responsabili di malattia come lo stress ossidativo e la capacità di utilizzare l’ossigeno da parte del muscolo scheletrico.

EventiLunedì 3 giugno 2013 Ricerca, Innovazione e Tecnologia 11

dazione Cariplo, attualmente in essere quali: i progetti de-dicati all’illuminazione come CoeLux (responsabile P. Di Trapani) per la realizzazione di sistemi simulanti la luce

cervello (di cavie) e con carat-teristiche funzionali analoghe a quelle realizzate dall’attività neuronale nel cervello umano”.Nel Laboratorio Mdm sono tre le principali linee di ricer-ca attive. La prima riguarda i nuovi materiali funzionali e le architetture emergenti per di-spositivi di memoria nanosca-lati: memorie a commutazione resistiva (ReRam) e memorie a cambiamento di fase (Pcm), con il �ne di sviluppare, rispet-tivamente, �lm sottili e nano�li di ossidi di metalli di transizio-ne e calcogenuri.

■ SAT / Il Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia dell’Università degli Studi dell’Insubria nasce dall’unione di varie realtà attive nella ricerca

■ LABORATORIO MDM / Parte dell’Istituto per la Microelettronica e Microsistemi (Imm) del Cnr

Una casa comune per creare sinergie

Avanguardia nella nanoelettronica

solare nell’illuminazione ar-ti�ciale tramite nanocompo-siti solidi, e Sky Like Coating Materials for Hypogeal and SkyScrapers Architectures (responsabile P. Di Trapani) per lo sviluppo di materiali che permettano di ricreare l’esperienza della luce na-turale in spazi sotterranei; i progetti dedicati alla sicurez-za come Modular Detection System for Special Nuclear Material (responsabile M. Caccia) per lo sviluppo di un sistema mobile modulare per la rivelazione di mate-riali nucleari o radioattivi; i progetti Cariplo come “Red Drug Train” - multidiscipli-nary approaches in research and development of inno-vative drugs (responsabile U. Piarulli), Metal-Organic-based Nanoparticle Arrays with Large Induced Shape Anisotropy (Mona Lisa, re-sponsabile N. Masciocchi) e Multilevel Approach to Study Nanoparticles (Mulan, re-sponsabile D. Cavallo). Questa capacità di mesco-lare la ricerca di base con le ricadute applicative, di con-siderare l’interdisciplinarietà uno degli elementi chiave, in

La seconda linea di ricerca, diversi�cata su più obiettivi, è relativa a materiali innovati-vi per applicazioni in logiche Cmos ultrascalate e dispositivi “More than Moore”. In partico-lare il laboratorio sta esploran-do nuove tecnologie abilitanti, basate sull’utilizzo di materiali autoassemblanti per la fabbri-cazione di nanostrutture ordi-nate. La terza linea comprende materiali e nanostrutture per elettronica a singolo atomo e spintronica, col tema generale della manipolazione dell’infor-mazione, classica e quantistica, mediante carica e spin elettro-nico in nanostrutture di silicio.Di recente il Laboratorio Mdm ha conseguito, nell’ambito del progetto europeo “2D-Nano-

altre parole questa capacità di tessere insieme le �la del-la scienza e della tecnologia permette al SaT una visione illuminata sul futuro, inte-grandosi perfettamente con la visione della Commissione europea che nelle linee guida de�nite in Horizon 2020 ha identi�cato nel gap innova-tivo l’elemento di maggiore criticità dello sviluppo eu-ropeo, elemento che porta a crescita limitata, innovazione insu�ciente, s�de sociali e ambientali, sottolineando la necessità di generare tecnolo-gie d’avanguardia e di trasfor-marle in prodotti, processi e servizi innovativi. Horizon 2020 riconosce tre aree di intervento prioritario, strettamente interconnesse tra loro: l’eccellenza in campo scienti�co, la leadership in-dustriale e le s�de per la so-cietà. Il Dipartimento SaT si cala pienamente in questo contesto, non dimenticando che oltre ad essere centro di ricerca eccellente, il SaT deve rappresentare un punto fo-cale per la formazione. Una ricerca di alta qualità deve essere a�ancata da una didat-tica di pregio, che nello spe-ci�co del SaT si concretizza in corsi triennali, magistrali nella Chimica, Fisica, Mate-matica, Scienze Ambientali e Ingegneria della Salute, del Lavoro e dell’Ambiente ed in una Scuola di Dottorato che include l’Astro�sica, la Chimica, la Matematica del Calcolo, la Fisica e le Scienze Ambientali.

lattices”, un importante risul-

t a t o sul silicene, ovvero uno strato atomico di silicio con struttura grafenica. Con la supervisione del professor Marco Fanciulli e il coordina-mento di Alessandro Molle, il team di ricercatori formato da Daniele Chiappe, Carlo Gra-zianetti, Eugenio Cinquanta e Grazia Tallarida ha svelato alcune proprietà del silicene deposto epitassialmente su substrati di argento in con-dizioni di vuoto ultra-spinto, rilevandone una caratteristica distintiva rispetto al grafene: la naturale distorsione verticale dei legami. “Questa peculiari-tà - spiega Molle - può essere modulata per manipolare lo stato elettronico del silicene da semimetallo (come il grafene) a semiconduttore a metallo, facendone così un materiale altamente versatile. È stata svi-luppata una tecnologia in gra-do di proteggere il silicene dal contatto distruttivo con l’ossi-geno presente nell’aria”.

Know how quali�cato per studiare il territorio, occuparsi di energia, di innovazione e o�rire formazione

Tre linee di ricerca su nuovi materiali e loro applicazioni

Il Dipartimento di Scien-za e Alta Tecnologia (SaT,

diretto da Stefano Serra Capizzano) dell’Università degli Studi dell’Insubria, na-sce dall’aggregazione della ex Facoltà Scienze MmF-fNn - Como (Chimica, Fi-sica, Matematica, Scienze Ambientali) con docenti di area umanistico-informati- ca e con il Dipartimento Am-biente-Salute-Sicurezza di Varese, una vera e propria s�-da che ha raccolto in un’unica struttura di coordinamento le scienze dure con un occhio di riguardo al versante applica-tivo, grazie alle Scienze Am-bientali e all’Ingegneria della Salute, del Lavoro e dell’Am-biente. Il SaT è diventato la casa comune in cui collabo-rare e creare sinergie, in cui la ricerca di base nelle diverse discipline diventa il trampo-lino di lancio per studiare e migliorare il territorio, per occuparsi di energia, per dare spunti di innovazione tecno-logica, per la creazione di im-presa ad alto valore aggiunto: si veda ad esempio il Centro di Scienze e Simbolica per i Beni Culturali, diretto da Claudio Bonvecchio, dove

Nel segno dello sviluppo di materiali, processi e

dispositivi per la microelettro-nica, la spintronica e la neuroe-lettronica, il Laboratorio Mdm dell’Istituto per la Microlet-tronica e Microsistemi (Imm) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) è ormai una realtà apprezzata a livello inter-nazionale.Con sede ad Agrate Brianza presso il sito della StMicroelec-tronics e della Micron, aziende leader nel mercato mondiale della micro-nanoelettronica, il Laboratorio è impegnato in diverse attività di ricerca. La sua nascita risale al 1996, su un’idea dell’allora Istituto Na-zionale per la Fisica della Mate-ria. Oggi in Mdm lavorano 40 persone, di età media inferiore ai 40 anni, che possono contare su un’area di 400 metri quadrati di laboratorio e camera bianca.“Siamo situati all’interno di un sito aziendale - a�erma il pro-fessor Marco Fanciulli, respon-sabile del Laboratorio Mdm - e, considerata la missione del nostro ente, più focalizzata alla ricerca di ampio respiro, abbia-mo dovuto trovare un delicato, ma fecondo, equilibrio tra le attività a lungo termine (oltre i

gli umanisti caratterizzano l’opera d’arte, i matematici si occupano di modelli di degrado monumentale e di so�ware numerico per le si-mulazioni, i �sici si occupa-no delle relazioni tra la luce e l’arte, i microbiologi ed i chi-mici studiano tecniche per la cura dei monumenti malati e per le relazioni con lo studio dell’ambiente. Nella direzione delineata so-pra, alcuni ricercatori del SaT hanno recentemente fonda-to due spin-o� universitari coinvolgendo anche alcuni studenti: Light in Light Srl per l’applicazione e la dissemi-nazione dell’illuminotecni- ca e Melete Srl per fornire un’assistenza mirata a tutte le aziende che devono adem-piere agli obblighi della nuo-va normativa europea Reach (Registration Evaluation and Authorization of Chemicals) e più in generale per suppor-tare le imprese per i problemi inerenti il rischio chimico ambientale ed occupazionale. Al Dipartimento a�eriscono gruppi di ricerca di fama in-ternazionale, inseriti in net-work capaci di attrarre fondi nazionali (Prin e Firb) e in-

cinque anni), a medio termine (due-tre anni) e a breve termi-ne, di supporto allo sviluppo o addirittura alla produzione industriale delle aziende che ci ospitano”.Benché i ricercatori siano per-lopiù interessati ad attività a lungo termine, il personale del Laboratorio Mdm è in grado di armonizzare le varie esigenze ed esprimersi al meglio anche in attività a breve termine im-poste dai ritmi dello sviluppo di un prodotto.“Nell’ambito della nanoelet-tronica - precisa Fanciulli - ci

ternazionali. Esempi trainan-ti sono i progetti europei del programma quadro Fp7 (che costituiscono il 59% del bi-lancio del Dipartimento) e i progetti �nanziati dalla Fon-

occupiamo in particolare di di-spositivi di memoria non vola-tile, in cui l’informazione possa essere mantenuta per almeno dieci anni, a meno che non la si voglia cancellare e sostitu-ire. Negli ultimi anni questi dispositivi si sono evoluti, ol-tre a seguire la riduzione delle dimensioni secondo la legge fenomenologica di Moore, an-che in architetture innovative e basate su svariati fenomeni �si-co-chimici. Per quanto concer-ne la neuroelettronica, stiamo sviluppando dispositivi inorga-nici capaci di interfacciarsi col

La sede di Como dell’Università Insubria che ospita il Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia (SaT)

Cecchi Paone e Serra Capizzano parlano di scienza a 360°

Il gruppodel Laboratorio Mdm-Imm-Cnr che sta lavorando allo studio e sviluppo applicativodel silicenee di altri materiali bidimensionali

Schema dell’incapsulazione del silicene epitassiale (sfere arancio), deposto su argento (blu) con uno strato isolante protettivo (verde) contro molecole di ossigeno presenti nell’aria (sfere rosse)

EventiLunedì 3 giugno 201312 Ricerca, Innovazione e Tecnologia

Èl’università non statale più grande d’Europa e

una realtà signi�cativa an-che oltre con�ne. Il ranking 2013 elaborato da Qs la se-gnala in ascesa nella compe-tizione globale. Nell’esame condotto su 2.858 atenei di tutto il mondo, l’Università Cattolica si colloca tra i pri-mi 100 nell’area disciplinare ‘Philosophy’, tra i primi 150 nell’area ‘Psychology’ e tra i primi 200 anche negli ambiti Agriculture & Forestry, Eco-nomics & Econometrics e Medicine. Alla base di questi risultati v’è un lavoro assiduo nel campo della ricerca scienti�ca avan-zata, spesso condotto con prestigiosi partner interna-zionali.Con sedi a Milano, Brescia, Piacenza-Cremona e Roma, l’ateneo fondato da Padre Gemelli conta su 54 istituti, 22 dipartimenti e 70 centri di ricerca, oltre a 5 Centri d’ate-neo. Tra le molteplici aree di interesse: gli sviluppi dell’eco-nomia, le nuove frontiere della bioetica, il recupero dei beni culturali, le trasforma-zioni nel campo del diritto, le dinamiche familiari, il feno-meno dei mass media, l’evo-

luzione dei sistemi politici, i traguardi della medicina, le applicazioni tecnologiche della matematica e della �sica e le più recenti scoperte nella ricerca ambientale.“Il nostro ateneo esprime la propria forza grazie a un ap-proccio interdisciplinare di alto livello”, a�erma Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica, “in cui la formazio-ne viene intesa come trasmis-sione di valori, insegnamento di conoscenze e sviluppo di competenze, mentre la ricer-ca è orientata e attenta allo sviluppo integrale della per-sona e della società”.In questa dimensione si svi-luppano �loni di ricerca che l’ateneo ritiene di particolare rilevanza e sui quali ha inve-stito nel biennio 2012-2013 risorse proprie per un impor-to pari a 1 milione di euro. Nello scorso anno sono stati attivati due progetti trienna-li sul tema ‘Crisi economica: analisi delle cause e prospet-tive di soluzione’ e due su ‘Invecchiamento attivo: l’al-lungamento della vita come opportunità’.Con i due progetti sulla crisi economica, uno realizzato in collaborazione con la Yale

University e l’altro inserito in un’importante rete europea, si a�rontano gli aspetti cru-ciali della crisi per ripensare le politiche a livello indivi-duale o di mercato nonché globale. Si a�ronta il tema in maniera multidisciplinare, analizzando per esempio le premesse socio-antropologi-che delle logiche economiche che hanno accelerato la vir-tualizzazione �nanziaria.L’ateneo si muove inoltre da tempo su tematiche che mettono la persona al cen-tro delle proprie ricerche. In particolare, con i due progetti sull’invecchiamento si cerca di comprendere a fondo, e non solo con una mera analisi descrittiva, una fascia di po-polazione che subisce rapida-mente trasformazioni dettate dal progresso tecnologico, culturale e sociale. Sul tema dell’active aging si mettono a punto strumenti, procedure e metodologie per riconoscere e incrementare le potenzia-lità dell’anziano utilizzando le conoscenze dei medici, degli psicologici, dei nutri-zionisti, degli economisti, dei sociologi. Si indagano ‘altre’ opportunità o�erte dall’al-lungamento dell’età matura,

toccando un tema caro agli anziani autosu�cienti: la ge-stione del tempo ‘liberato dal lavoro’ per il mantenimento di buone condizioni di vita e contributo fondamentale nei passaggi generazionali.“Sul tema dell’active aging, le ricerche in corso hanno una posizione di primo piano nella ricerca europea e sono perfettamente in linea con le tendenze di Horizon 2020 re-lativamente alla costituzione di Comunità di Conoscenza

Potenziare la salute con il patient engagement Cresce l’aspettativa di vita. Ma per salute e prevenzione occorre la partecipazione attiva del paziente. In Cattolica si studia come

Tecnologia positiva “per stare bene”In Cattolica una nuova disciplina �nalizzata all’uso della tecnologia per migliorare la qualità della vita e il benessere di individui e organizzazioni

Iprogressi delle scienze mediche e tecno-logiche e l’avanzamento dell’o�erta dei

servizi sanitari garantiscono un continuo aumento della speranza di vita e un mi-glioramento della sua qualità. È fonda-mentale però il coinvolgimento consapevo-le (engagement) dei cittadini nei processi di promozione della salute e prevenzione delle malattie. Il processo di health enga-gement si articola in quattro fasi. Nella

fase di “disengagement”, primariamente all’insorgenza della malattia, i pazienti si percepiscono in una condizione di paralisi emotiva e tendono alla delega al sistema sanitario per la gestione della cura. Nella fase di “arousal” i pazienti, pur avendo maturato una conoscenza sulla loro con-dizione, non riescono ancora a elaborarla e risultano quindi allertati ma deleganti al sistema sanitario per la gestione della

cura. Nella fase di “adhesion” i pazienti sono in grado di aderire alle prescrizioni di cura veicolate dal medico e di accettare la propria condizione di salute anche se non sono ancora pienamente autonomi nella gestione della loro cura perché non ne comprendono il razionale. Si ha in�ne la fase di “eudaimonic recon�guration” nella quale i pazienti diventano reali co-costruttori della loro salute, pienamente partecipi e autonomi nella gestione della cura e nell’attivazione del sistema sanita-rio. Questa concezione dell’esperienza del paziente appare promettente per proget-tare interventi di cura realmente allineati con i bisogni e le aspettative di salute dei pazienti.

Pc, tablet, smartphone e gli altri devices trasformano

progressivamente la tecnologie in esperienze, sempre più pre-senti nella vita quotidiana. Ma in che modo questa trasfor-mazione della tecnologia può essere utile al benessere delle persone? La risposta arriva dalla disciplina emergente Tp (Tecnologia Positiva) che può essere de�nita un approccio scienti�co/applicativo che usa la tecnologia per modi�care le caratteristiche dell’esperienza personale al �ne di migliorare la qualità della vita, e aumen-tare il benessere in individui, organizzazioni e società.Il quadro teorico psicologico su cui poggia la TP è la “Psi-cologia Positiva”, un recente

paradigma psicologico i cui �ni generali sono conoscere le virtù e le capacità umane e promuovere queste capa-cità per permettere a singoli individui o comunità di pro-gredire. Speci�catamente, la psicologia positiva identi�ca tre caratteristiche della nostra esperienza personale: qualità a�ettiva, coinvolgimento/re-alizzazione e relazione. Tutte servono a migliorare il benes-sere personale.Dal punto di vista tecnolo-gico la Tecnologia Positiva sta integrando e utilizzando le tecnologie esperenziali più avanzate: a�ective computing, persuasive computing, serious gaming, realtà virtuale e au-gmented reality.

■ UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE/ Nel ranking di Qs risulta tra le migliori al mondo

Dalla ricerca formazione di qualità Un milione di euro per progetti innovativi. Collaborazioni con l’estero

Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica

Il chiostro della sede milanese

e Innovazione (Knowledge Innovation Communities o KICs) - a�ermano i profes-sori Lorenzo Morelli, coor-dinatore della Commissione Strategie di Ricerca, e Albino Claudio Bosio, preside della Facoltà di Psicologia -. Tali strutture costituiscono un numero ristretto di consorzi transnazionali a livello euro-peo che agiscono nel quadro istituzionale dell’Istituto Eu-ropeo per l’Innovazione e la Tecnologia (Eit), la cui mis-sione è rifondare i rapporti tra ricerca, mondo econo-mico-imprenditoriale e alta formazione verso un’integra-zione virtuosa che crei valore aggiunto simultaneamente in tutti e tre i settori”.

Nel 2014, anno di avvio di Horizon 2020, sarà aperto un bando per la creazione di un nuovo KIC con l’obiettivo di stimolare l’innovazione per una vita sana e per l’invec-chiamento attivo. In questo contesto l’Università Cattoli-ca sta collaborando con le più importanti strutture accade-miche e industriali a livello nazionale ed europeo. In par-ticolare le due parole-chiave che guideranno la proposta dell’Università Cattolica sa-ranno: “patient engagement” (coinvolgimento attivo del paziente nel processo di cura) e “positive technology” (uso della tecnologia per migliora-re le caratteristiche dell’espe-rienza soggettiva).

Il patient engagement prevede il coinvolgimento attivo del paziente nel processo di cura

L’uso della tecnologia migliora le caratteristiche dell’esperienza soggettiva

EventiLunedì 3 giugno 2013 Ricerca, Innovazione e Tecnologia 13

Il Dipartimento di Scienze della Salute (Diss) rappre-

senta uno degli esempi più co-erenti di moderno dipartimen-to universitario, associando al suo interno scienze di base e scienze cliniche nelle sue di-verse sedi: Ospedale San Paolo, Istituto Europeo di Oncologia, Campus Ifom-Ieo e Clinica Odontoiatrica.“Il Diss”, spiega Anna Maria Di Giulio, direttore del Dipar-timento e membro del Senato accademico, “ha tre compiti istituzionali fondamentali: di-dattica, ricerca e assistenza”.La didattica viene svolta presso il Polo Universitario San Pao-lo e la Clinica Odontoiatrica, dove gli studenti del corso di laurea in Medicina e quelli di Odontoiatria trovano aule e laboratori modernamente attrezzati. La presenza �sica dei laboratori per le scienze di base è uno dei valori aggiunti del Polo Didattico, che è stato recentemente valutato come il migliore dell’Università di Mi-lano per Medicina e Chirurgia.L’assistenza, compito fon-damentale dei docenti delle materie cliniche, è la base per l’insegnamento professionaliz-zante e può contare su strutture sanitarie di assoluta eccellenza, a partire dall’Istituto Europeo di Oncologia. A testimoniare l’integrazione fra assistenza e didattica vale ricordare come l’Ospedale San Paolo, unico nel panorama milanese, annoveri una direzione universitaria di più del 90% dei reparti clinici. Il Dipartimento, complessi-vamente, è sede di 7 corsi di laurea, oltre a Medicina e Chi-rurgia: Odontoiatria e Protesi Dentaria, Fisioterapia, Dieti-stica, Tecniche di Radiologia Medica, Scienze Tecniche Dia-gnostiche, Scienze Tecniche Assistenziali, Terapia Occupa-zionale. È inoltre titolare della direzione di 14 scuole di spe-cializzazione di area medica e 9 corsi di dottorato di ricerca.Nonostante l’assoluto livello di eccellenza raggiunto nella didattica e nell’assistenza, il campo di maggior rilievo per il Diss è la ricerca. All’interno del Dipartimen-to lavorano alcuni dei gruppi di ricerca più importanti, in alcuni settori, in campo na-zionale ed internazionale che, grazie alla coesistenza mul-tidisciplinare, riescono ad attuare sinergicamente una ricerca di tipo traslazionale, che va dal laboratorio al let-to del paziente, identi�cando strategie terapeutiche innova-tive. L’oncologia, la medicina rigenerativa, l’infettivologia, le malattie rare, l’odontoiatria pediatrica, la radioterapia e la chirurgia maxillofacciale sono solo alcuni degli ambiti in cui i ricercatori del Diss hanno ot-tenuto riconoscimenti di asso-luto prestigio, anche grazie alla collaborazione con autorevoli centri di ricerca. Le malattie rare sono oggetto

di ampi studi all’interno del Dipartimento poiché pongo-no obiettivi di ottimizzazio-ne diagnostica, di counseling genetico e di comprensione della patogenesi �nalizzata alla terapia. Per vincere tale s�da è richiesta la sinergia di competenze multidiscipli-nari, come ben esempli�cato dalla Sclerosi Tuberosa, una patologia per la quale si è creato nel Diss un network di ricerca interdisciplinare che

■ DISS/ Il Dipartimento di Scienze della Salute associa scienze di base e cliniche. Moderna struttura universitaria con tre sedi a Milano

“I nostri principi: didattica, ricerca e assistenza”La presenza dei laboratori per le scienze di base è uno dei punti quali�canti. Il punto sui progressi nelle cure

Corso di laureain Medicina, Chirurgia e

Odontoiatria.6 lauree sanitarie, 14

scuole di specializzazione, 9 dottorati di ricerca

al fenotipo clinico, bersaglio di farmaci intelligenti. Il trasferi-mento nel set clinico delle co-noscenze prodotte dalla ricer-ca è allo studio per la sindrome di Rubinstein-Taybi, di cui il nostro laboratorio è centro di riferimento nazionale, con il design di farmaci che potreb-bero attenuare il segno clinico più rilevante rappresentato dai de�cit cognitivi.“Abbiamo messo in atto una ricerca traslazionale, che parte

della malattia, correggendo in parte il danno immunologi-co. Un’altra delle priorità delle nostre ricerche è lo studio dei virus epatitici e della risposta ai diversi regimi di terapia. Ci sono poi altri �loni di ricerca collegati al danno immuno-logico da Hiv, come lo studio delle infezioni da papilloma virus, che nei pazienti con in-fezione da Hiv danno origine a tumori della cervice uterina o del canale anale più spesso che nella popolazione generale. Attraverso uno screening della popolazione dei nostri pazienti è possibile e�ettuare una dia-gnosi precoce e studiare i de-terminanti della progressione a danno d’organo”.I laboratori di Farmacologia si interessano principalmente di medicina rigenerativa e delle malattie rare legate alla di-sfunzione dei geni Tsc come la sclerosi tuberosa (Tsc) e la più rara e letale Linfangioleiomio-matosi (Lam). “In questi anni”, illustra Alfredo Gorio, ordi-nario di farmacologia, “abbia-mo isolato e clonato le cellule patogenetiche responsabili di queste malattie. L’invasione del parenchima polmonare e la sua distruzione causa la Lam, mentre l’in�ltrazione renale causa la formazione di angio-miolipomi. È stato così possi-bile scoprire le loro modalità di crescita ed il modo di con-

“ha identi�cato una procedura per cui è stato ottimizzato sia l’ottenimento di cellule che lo stoccaggio del grasso umano per crioconservazione”.L’unità operativa di neurolo-gia II, diretta da Maria Paola Canevini, include il Centro per l’epilessia che collabora attivamente con l’ Istituto Neu-rologico C. Besta e l’Azienda Ospedaliera Niguarda dedica-to allo studio pre-chirurgico dei pazienti con epilessia far-macoresistente. “Ci occupia-mo di diversi aspetti clinici e di ricerca in ambito epilettolo-gico”, precisa Canevini, “tra cui le procedure diagnostiche che possono aiutare a identi�care le aree epilettogene nei pazien-ti farmacoresistenti da sotto-porre a intervento chirurgico, a cominciare dal monitoraggio video-elettroencefalografico, dalla risonanza magnetica dell’encefalo e dalla Pet. La ri-cerca sulle neuroimmagini è svolta in collaborazione con il professor Lucignani, respon-sabile della Medicina Nuclea-re e con il Policlinico. Stiamo inoltre lavorando al progetto europeo Active in collabo-razione con il Politecnico di Milano: il Diss si occupa della validazione di un algoritmo per l’identi�cazione dell’area epilettogena”.Negli anni si è creata una di-sponibilità di strumenti e me-

coinvolge pediatria, farma-cologia, neurologia, genetica, dermatologia, nefrologia. “Il nostro gruppo di ricerca”, spiega Lidia Larizza, docente di genetica medica, “ha identi-�cato in pazienti con sindrome di Cornelia de Lange un gene che svolge un ruolo chiave nel-lo sviluppo embrionale e nella regolazione dell’intero geno-ma. L’utilizzo di tecniche di se-quenziamento del Dna di nuo-va generazione ha portato alla scoperta del gene causativo di Poichiloderma con neutrope-nia, una rara genodermatosi che predispone a tumori ema-tologici. Dai geni alle proteine e da queste, attraverso l’azione in speci�che vie metaboliche,

dalla clinica e torna alla clini-ca con lo scopo di fornire ri-sposte a un numero di quesiti relativi all’infezione da Hiv”, spiega Antonella D’Armino Monforte, direttore della Cli-nica di Malattie Infettive del Diss e della Scuola di Specia-lizzazione in Malattie Infetti-ve. “Stiamo studiando l’assetto immunologico, la patogenesi e la persistenza dell’infezione da Hiv anche a fronte dei vari regimi terapeutici disponibili: oggi nessun regime comporta la eradicazione, cioè la elimi-nazione dall’organismo del vi-rus, tuttavia si riesce a ridurre notevolmente la sua replica-zione e la presenza nel sangue e ad arrestare la progressione

trollarla farmacologicamente. Il progetto coinvolge oltre 170 pazienti nella sua parte clinica, ed è il più importante a livello italiano ed europeo”.La medicina rigenerativa rap-presenta il nostro progetto scienti�co storico e riguarda malattie neurodegenerative come Parkinson e trauma spi-nale acuto. Lo studio, di tipo farmacologico, riguarda anche la possibilità di sostituire le cel-lule neuronali perse con cellule staminali umane neurali e me-senchimali in grado di soprav-vivere in questi ambienti sfa-vorevoli. “Ci siamo concentrati sulle mesenchimali da tessuto adiposo perché il nostro grup-po di ricerca”, conclude Gorio,

todologie che ha portato a un sostanziale progresso nella ri-cerca di vari aspetti relativi alla radioterapia. “Un esempio”, spiega Roberto Orecchia, pro-fessore ordinario e direttore della Scuola di Specializzazio-ne in Radioterapia e che opera all’interno dell’Istituto Euro-pea di Oncologia, “è l’utilizzo dell’imaging guided, che ha un collegamento molto forte con gli strumenti diagnostici, so-prattutto per quanto riguarda l’imaging funzionale, come la risonanza magnetica e la Pet. Tale tecnica consente di di�e-renziare aree diverse all’inter-no della massa tumorale sulle quali è possibile somministra-re dosi diverse di radiazio-

ni. Si tratta di un’evoluzione importante del trattamento dei tumori per la possibilità di seguire in corso di terapia eventuali modi�che dei para-metri funzionali e di valutare quale sarà l’esito �nale della terapia ed eventuali alternative terapeutiche. Un altro aspetto della ricerca riguarda l’utilizzo di nuove particelle, quali ioni carbonio o protoni per il trat-tamento di quei tumori che, per caratteristiche ambientali o genetiche, rientrano in situa-zioni di radioresistenza”.Presso la clinica pediatrica del Diss è presente il Centro regio-nale di riferimento per le ma-lattie metaboliche congenite, tra cui la fenilchetonuria. “Per tale malattia”, dice Enrica Riva, direttore della Scuola di Spe-cializzazione in pediatria, “in base a una legge nazionale, la regione Lombardia assicura lo screening neonatale. I neonati positivi vengono indirizzati presso la nostra clinica in cui siamo in grado di seguire la casistica più ampia nel mon-do di bambini a�etti da que-sta malattia: attualmente con Marcello Giovannini, emerito di pediatria, ne seguiamo circa 700. Per questi bambini è fon-

damentale seguire una dietote-rapia al momento della nascita, volta a evitare che una sostanza contenuta nelle proteine, la fe-nilalanina, si accumuli intossi-cando il cervello. In tale cam-po, i punti forti della ricerca sono prevalentemente due: da una parte le s�de nutrizionali di una dieta ad apporto ridotto e controllato di proteine ani-mali, che previene anche l’in-sorgenza di malattie metaboli-che nell’età adulta e in secondo luogo, nei bambini responsivi, che noi identi�chiamo gene-ticamente, la somministrazio-ne del farmaco Bh4 capace di abbassare i livelli nel sangue di fenilalanina, alleggerendo dal peso di una dieta ristretta”.

Il direttore del Dipartimento, Anna Maria Di Giulio

I membri del consiglio del Dipartimento di Scienze della Salute (Diss)

EventiLunedì 3 giugno 2013

EventiLunedì 3 giugno 2013 Ricerca, Innovazione e Tecnologia 1514 Ricerca, Innovazione e Tecnologia

Le persone nella foto a �anco non sono “chimici

che risolvono problemi alla lavagna”. Meglio vederli come partner nella propria azien-da per renderla competitiva ed ecosostenibile. Sono i di-rettori e alcuni ricercatori di Icrm, Ismac e Istm: tre istituti del Dipartimento di Scienze

Chimiche e Tecnologie dei Materiali del Cnr: il Consi-glio Nazionale delle Ricerche (l’ente pubblico più impor-tante in Italia per la ricerca scienti�ca).Focalizzati sulle molecole hanno tutti in comune la vo-cazione alla ricerca di base, intesa come acquisizione di

ISMAC-CNR. RICERCA E SVILUPPO SU POLIMERI E MATERIALI POLIMERICI DI SINTESI, NATURALI E BIOLOGICI

Dalle macromolecole un futuro sostenibileOptoelettronica, gomma, packaging, tessile avanzato, agroalimentare e scienza della vita. Per manifatture avanzate, biomedicina e rinnovabili

ISTM-CNR. ISTITUTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE MOLECOLARI. DALLE MOLECOLE ALLE NANOPARTICELLE

Nanoscienze per Energia, Chimica Verde e SaluteDal laboratorio all’industria: Nanobiotecnologie, Fotovoltaico, Idrogeno e Processi chimici puliti

L’Ismac (www.ismac.cnr.it) Istituto per lo Studio

delle Macromolecole, ha la sede in Milano e due sezioni a Genova e Biella. È un centro di ricerca sullo

sviluppo di materiali poli-merici specializzato in pro-gettazione, sintesi, assem-blaggio e funzionalità di macromolecole sintetiche e biologiche e loro applicazio-

ni nel campo tecnologico e medico.Le applicazioni sviluppate servono i settori delle mani-fatture avanzate, della chimi-ca sostenibile, delle energie

Celle solari di ultima genera-zione per dispositivi fotovol-

taici più e�cienti e alternativi, o complementari, alla tecnologia basata sul silicio. Idrogeno rica-vato da processi tradizionali ma anche dal sole, dall’acqua o dalle

■ CNR / Icrm, Ismac e Istm: tre Istituti a�erenti al Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologie dei Materiali del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Ecco le loro attività

Ricerca al servizio dell’industria per un mondo miglioreNei laboratori lombardi si sviluppano linee per una chimica sostenibile e conveniente per le imprese di ogni settore

Catalisi sempre giovane per nanoibridi polimeri-ci e polimeri funzionaliI catalizzatori metalloceni-ci, scoperti negli anni ’50 e rivisitati negli anni ’80 in versione chirale, sono in gra-do di sintetizzare un’in�nita varietà di strutture polimeri-che, ben oltre le potenzialità dei catalizzatori tradizionali: elastomeri termoplastici, polietilene ad altissima den-sità, copolimeri dei dieni e delle cicloole�ne, copolimeri con monomeri funzionali. I moderni sistemi catalitici post-metallocenici produco-no polimeri a blocchi, multi-blocchi e rami�cati oltre che da fonti rinnovabili. L’Istitu-to è impegnato alla frontie-ra di queste ricerche nella sintesi di nuovi materiali ad

architettura controllata per applicazioni ottiche, dispo-sitivi biomedicali, per packa-ging, per nuovi elastomeri e materiali ad alto impatto, per automotive e materiali ibridi nano compositi come, per esempio, materiali �uore-scenti o a base di nanotubi di carbonio e grafeni.Elettronica Plastica: flessibile, leggera,economicaL’Ismac progetta e sviluppa nuovi materiali organici a base di polimeri e moleco-le in grado di aggregarsi in nanostrutture supramole-colari. Con questi materiali si costruiscono dispositivi elettronici organici leggeri, sottili, �essibili, a basso co-sto ed eco-sostenibili come Oled per schermi e per illu-

minazione a basso consumo, celle solari organiche e ibride di terza generazione, memo-rie, smart card, dispositivi a radio fequenza, sensori e di-spositivi diagnostici. I materiali plastici sono lavo-rati con processi economici e veloci che creano dispositivi di ampia super�cie stampa-bili con ink-jet printing, roll-to-roll o serigra�a.Struttura e aggregazione di proteine per battere anche l’Alzheimer e preparare nuovi bio-nanomaterialiL’Ismac ha studiato il mecca-nismo con cui alcune protei-ne presenti nelle cellule di fe-gato e intestino Bapb, legano e trasportano gli acidi biliari (molecole molto importanti per la regolazione del me-tabolismo). La conoscenza molecolare dei meccani-smi di riconoscimento tra Babp e ligandi endogeni ha permesso di sviluppare un nuovo bio-nanomateriale, in cui la proteina incapsula una molecola �uorescente conferendole interessanti proprietà ottiche anche allo stato solido, per applicazioni nell’optoelettronica.L’aggregazione di peptidi beta amiloidi, generati dal-la proteolisi della proteina App, tossici per le cellule

Dispositivi con specifiche funzioniLa ricerca dell’Istituto nelle nanoscienze sviluppa mate-riali per applicazioni cataliti-che, foto-catalitiche, magne-tiche oltre alla progettazione e sintesi di nuove molecole e materiali organici, metallor-ganici e ibridi da utilizzare come fotosensibilizzatori in celle solari di terza generazio-ne (Dssc o Celle di Grätzel e organiche) composti foto ed elettrochemilumiscenti per lo sviluppo di sensori e bio-sensori. Ma anche nanopar-ticelle magnetiche funziona-lizzate per diagnosi e terapia dei tumori (ipertermia ma-gnetica e Mri) e nanoparti-celle a base d’oro come nuovi agenti di contrasto per Tac. Le ricerche implicano tecni-che di autoaggregazione di molecole con funzioni spe-ci�che (approccio “bottom-up”) e sono una metodologia promettente per lo sviluppo delle nanotecnologie e per la costruzione di dispositivi con dimensioni inferiori a 100 nm. Apparecchi all’avan-guardia per la sintesi chimica consentono sperimentazioni e�caci. Invece, al “Centro per la caratterizzazione mor-fologica, strutturale e com-posizionale a livello massivo e nanometrico di materiali

Le linee di ricerca

neuronali, è ritenuta tra le principali cause dell’Alzhei-mer. Per trovare le cause del procedere della malattia e quindi una terapia, oggi non disponibile, si determinano struttura, composizione e neurotossicità di ogni stato di aggregazione. Si sta anche mettendo a punto la funzionalizzazione chimica di sonde per micro-scopia a forza atomica (mi-crocantilever) per chiarire l’interazione tra i diversi be-ta amiloidi. Le applicazioni serviranno anche al ricono-scimento di speci�che mole-cole in liquidi biologici.

Per il rilancio del TessileLa sezione di Biella è dedica-ta tutta al settore tessile. Oltre alla ricerca dà un importante contributo alle industrie con supporti analitici e consu-lenze. Assicura anche fon-damentali servizi alle Ppaa (Capitolati Tecnici destinati a Corpi Civili e Militari dello

Stato) e alle dogane e Came-re di Commercio per la lotta alla contra�azione e tutela della salute dei consumatori.Le linee di ricerca sono- Produzione di nano�bre per applicazioni biomedicali; - Funzionalizzazione super-�ciale di tessili mediante trattamenti in plasma; -Pro-duzione di nuovi �nissaggi per dare ai tessili proprietà di conduzione elettrica e di antibattericità; - Sviluppo di un nuovo metodo proteomi-co per il riconoscimento og-gettivo e la quanti�cazione delle �bre animali pregiate (cashmere); - Estrazione e riutilizzo di proteine (che-ratina) provenienti dalle �bre di lana di scarto per usi ad alto valore aggiunto in vari campi; - Valutazione del comfort e dei parametri �siologici (proprietà di tra-sporto termico e di vapore) e misurazioni oggettive delle proprietà tattili dei materiali tessili.

rinnovabili, del tessile, della biomedicina e dell’agroali-mentare.Si parte dal design e dall’as-semblaggio di nuove macro-molecole si prosegue con l’analisi delle funzionalità anche attraverso calcoli te-orici, fino allo sviluppo di nuovi materiali multifunzio-nali, compositi e nanocom-positi e di prototipi.I fronti di attività sono tre: - ricerca di base e sviluppo di

nuova conoscenza sui feno-meni di sintesi, trasforma-zione ed assemblaggio delle macromolecole - sviluppo di nuovi materiali polimerici per l’applicazione in svariati settori e nelle nanotecnolo-gie; - trasferimento tecnolo-gico grazie a collaborazioni e contratti con università, enti di ricerca e industrie nazionali e internazionali. L’Istituto è diretto da Incoro-nata Tritto.

nuove conoscenze. I frutti di questa attività di frontiera scienti�ca svolta in laborato-rio portano alla ricerca appli-cata. Dalla sperimentazione in impianto pilota si passa poi al processo industriale e al mercato. La ricerca negli Istituti avviene anche grazie a collaborazioni regionali,

nazionali e internazionali, o sulla base di contratti con aziende.Gli studi di base hanno por-tato, per esempio, allo svilup-po di nuovi catalizzatori che richiedono meno energia e producono meno scorie in processi utili per l’industria farmaceutica e dei materiali

polimerici. Nel settore ener-getico la catalisi permette di produrre biocarburanti o, dall’energia solare, idrogeno. Spiccano pure le soluzioni per la “Chimica verde” che culminano con le “biora�-nerie”, per ricavare energia e prodotti dagli scarti agricoli. I tre istituti sono a disposizio-

ne per le aziende, anche Pic-cole e Medie, che intendano sviluppare soluzioni che dia-no competitività. “Già con un assegno di ricerca annuale da 22mila euro si potrebbe fare molto”, dicono i ricercatori. Un fantastico esempio di in-tegrazione tra mondo della ricerca accademica e indu-stria fu quello che nel 1963 valse il premio nobel per la Chimica a Giulio Natta. In quel caso fu la storica indu-stria Montecatini a sostenere la ricerca che portò alla sinte-si di polimeri stereoregolari: l’inizio di una rivoluzione nel campo dei materiali. E ora più che mai si sente il bisogno di unire di nuovo le forze.

I Cluster regionali per le Piccole

e Grandi imprese lombarde

Regione Lombardia sta sviluppando una serie di Cluster Tecnologici. Sostenuti an-che da finanziamenti europei, permetteranno l’incontro tra imprese (grandi e Pmi),

università ed enti di ricerca e tra finanziatori e Pa. I settori individuati sono: Agrifood, Aerospazio, Tecnologie per gli ambienti di vita, Mezzi e sistemi per la mobilità, Energia, Chimica Verde, Scienza della vita, Fabbrica intelligente, Tecnologie per le Smart Com-munities. I tre Istituti “chimici” del Cnr partecipano, a vario titolo, ai cluster: Agrifood, Chimica Verde, Energia e Fabbrica Intelligente. In particolare, i progetti “Energia solare e idrogeno” e “Suschem Lombardia” fanno parte delle iniziative dell’Accordo Quadro tra Regione e Cnr del luglio 2012 (Avviso n.173/2013). Provvedimento pubblicato sul Burl serie ordinaria n. 18 del 3 maggio 2013.

ICRM-CNR. ISTITUTO DI CHIMICA DEL RICONOSCIMENTO MOLECOLARE

Decifrare il linguaggio delle molecole per industria e saluteLe parole chiave: biocatalisi, sostanze naturali bioattive, biochimica strutturale, bioinformatica, microsistemi analitici, proteomica

Conoscere i fenomeni che guidano le inte-razioni tra molecole per potere rispondere

ai bisogni dell’industria, della salute e dell’am-biente. Sono questi gli studi che impegnano l’Icrm (www.icrm.cnr.it), con sede principale a Milano, in via Mario Bianco. Ricercatori dell’Istituto sono anche presenti al Dipartimento “Giulio Natta” del Politecnico di Milano e al Policlinico “Gemelli” dell’Universi-tà Cattolica di Roma, sedi delle due unità ester-

ne (Uos) di Icrm. La ricerca di base si occupa di regolazione biologica, interazioni recettore-ligando o enzima substrato, folding e dinamica di peptidi e proteine. Gli aspetti applicativi interessano le metodolo-gie chimiche e biotecnologiche per la produ-zione, caratterizzazione e analisi di composti di interesse chimico-farmaceutico, alimentare, ambientale e biomedico. Il Direttore dell’Istituto è Sergio Riva.

La Bioinformatica simula per curareCapire le cause di una ma-lattia serve a trovare le cure adeguate. Con programmi di calcolo sviluppati ad hoc si simulano al computer la struttura delle proteine e i loro processi di aggrega-zione, spesso dannosi e alla base di malattie neurodege-nerative come l’Alzheimer. L’analisi aiuta a chiarire la ricaduta che mutazioni, an-che di singoli aminoacidi, hanno su questi fenomeni.Un altro obiettivo è l’iden-ti�cazione delle proprietà molecolari delle mutazioni di cellule tumorali che pos-sano rispondere a terapie mirate con piccole molecole. Nello studio della dinamica e della speci�cità dell’inte-razione proteina-ligando e proteina-proteina si elabo-rano farmacofori utili per progettare razionalmente nuovi farmaci attraverso il design e/o lo screening vir-tuale di molecole.Microanalitica: un laboratorio in un chipLa micro e la nano-tecno-logia consentono di realiz-zare dispositivi capaci di eseguire in un singolo chip (grande pochi millimetri o centimetri quadrati) analisi complesse di solito svolte con più strumenti.Questi dispositivi, chiamati “Lab-on-a-chip”, permet-tono un basso consumo di volumi di �uido e di reagen-ti e necessitano di minime quantità di campione da analizzare. In diagnostica clinica i sistemi Lab-on-a-chip svolgono a basso costo e in modo automatico un alto numero di analisi in pa-rallelo con strumentazioni portatili: l’obiettivo è infatti arrivare a svolgere analisi a domicilio o in ambulatorio.Il team di Icrm collabora con Istituti italiani e stra-

nieri in progetti �nanziati prevalentemente da fon-di europei. Alcuni esempi riguardano lo sviluppo di chip per la diagnosi del morbo di Alzheimer a parti-re dal �uido cerebrospinale, la rivelazione di mutazioni fetali da campioni di sangue materno e la rivelazione di contaminanti microbici e di tossine batteriche in cam-pioni alimentari.Biocatalisi: la forza della natura per la chimica sostenibileLa biocatalisi implica l’uso di enzimi o di cellule inte-re per fare avvenire (“cata-lizzare”) reazioni chimiche in laboratorio. Nell’ambito delle biotecnologie indu-striali essa è fondamentale per lo sviluppo di una chi-mica sostenibile. Richiede la collaborazione di diversi specialisti, come biochimi-ci, microbiologi, chimici organici e ingegneri chimi-ci. Gli enzimi - i catalizza-tori della natura - funzio-nano con elevata attività e straordinaria selettività (riducendo così la forma-zione di sottoprodotti) in

condizioni blande (bas-se temperature, pressione ambiente, …) e in sistemi acquosi, limitando l’uso di solventi organici e riducen-do l’impatto ambientale. Il numero di biocatalizzato-ri a disposizione è sempre in aumento e l’ingegneria proteica - migliorandone le proprietà - consente di su-perare molti limiti degli en-zimi “wild type” presenti in natura. Molti processi enzi-matici e�cienti ed econo-micamente redditizi sono utilizzati per produzioni in-dustriali. Alcuni sono frutto della ricerca dell’Icrm.Il sapore e l’odore delle molecoleGusto e olfatto (ben due sensi su cinque dunque) funzionano grazie a intera-zioni “chimiche” basate sul riconoscimento delle mole-cole responsabili dei sapori o degli odori da parte di speci�ci recettori biologici. È un’interazione così selet-tiva che piccole variazioni della struttura molecolare portano a percezioni senso-riali molto di�erenti.Primo obiettivo di questa linea di ricerca è sviluppare metodi sintetici stereoselet-tivi che diano accesso solo agli isomeri biologicamente attivi (o più attivi) delle so-stanze desiderate.Altro aspetto della ricerca riguarda l’individuazione e quindi la preparazione delle forme attive di composti di interesse commerciale, di solito venduti come misce-le, per sviluppare prodotti qualitativamente superiori.

Le linee di ricerca

Dinamica molecolare di una proteina

coinvolta nello sviluppo

tumorale

Microarrey a fluorescenza analizzati grazie a un innovativo detector sviluppato da Icrm e Boston University

Foto al microscopio in luce polarizzata

di cristalli liquidi confinati in un

film polimerico nano strutturato

per schermi Oled flessibili

Aggregazione dei frammenti oligomerici di Abeta 1-42 (visti con AFM, barra = 500 nm) dopo degradazione della proteina App

Materiali con proprietà

luminescenti

A lato: Materiali nanostrutturati per la produzione di idrogeno dall’acqua

Le linee di ricerca

PROGETTO VELICA: DALLA BIORAFFINERIA TANTI PRODOTTI PULITI. Il progetto VeLiCa (acronimo di Vegetali Lino Canapa) è esemplificativo di una filiera chimica sostenibile basato sul concetto di “bioraffineria”: centrali dove la trasformazione delle biomasse genera non solo energia ma an-che prodotti per ogni tipo di impiego. Sfruttando ogni parte delle piante (dall’involucro del seme alle fibre dei gambi) si ricavano oli e sostanze per produrre prodotti chimici, dai biocarburanti ai lubri-ficanti poco inquinanti a nuovi materiali elastici e resistenti, utiliz-

zabili per esempio nell’automotive (al posto delle fibre di vetro o sintetiche) o nelle pale eoliche. E ancora nell’edilizia (con materiali isolanti autoportanti costituiti solo da fibre di canapa e scarti di fibre di lana) e nell’arredamento, fino alle cassette della frutta. Il tutto riciclabile più volte fino all’ultima fase: quella del riciclo ter-mico grazie all’incenerimento. Per informazioni: www.velica.org

ENERGIA SOLARE E IDROGENO. Inoltre, nell’ambi-to dell’Accordo Quadro tra Regione e Cnr del luglio 2012 Istm

Materiali emettitori a base di complessi luminescenti di lantancidi

Luce solare

V

O2

H2

H2O

α-Fe2O3

TCO

Matrice SOL-GEL

TEOS, EtOHHCI, H2O

Aggregati oligomerici di Beta amiloide (1-42)

Eu3 + C1 + Tb3 C1

He - Cd

325 nm

nano-strutturati” - sono pre-senti: microscopico elettronico ad alta risoluzione; microsco-pio a forza atomica; magneto-metro Squid, spettrofotometro Icp-Aes.Produzione di idrogeno: quali prospettive?Nell’Istituto opera il “laborato-rio dei materiali catalitici per la produzione di idrogeno” del network “Eric” (European Research Institute on Cataly-sis). Le attuali linee di ricerca mirano a catalizzatori eteroge-nei per produrre idrogeno con processi tradizionali di refor-ming di sostanze rinnovabili (biomasse e ri�uti). Un’altra attività riguarda lo sviluppo di materiali fotocatalitici per ricavare idrogeno da energia solare e acqua. Più recenti sono gli studi di foto-elettro-catalisi: tecnologia che permette anche l’uso di corrente elettrica (pro-dotta, per esempio da celle so-lari) per aumentare l’e�cienza del processo di produzione di Idrogeno.Bioraffineria: la chimica per il futuro sostenibileIntensa è la ricerca nella Chi-mica Verde. In particolare nella Biora�neria dove sono messe a punto nuove tecniche di sintesi di molecole utili per le fragranze o come intermedi di principi attivi farmaceutici (Api) per ridurre o eliminare

gli scarti, evitare l’uso di me-talli nobili mutageni e di ope-rare in condizioni di reazione blande con ridotto consumo di energia, nonché di adottare protocolli molto più sicuri per gli operatori. Si esplora anche l’impiego di materie prime da fonte rinnovabile, principal-mente biomassa, per produrre biocarburanti e bio-prodotti. Vivace è pure l’attività sull’uti-lizzo di oli vegetali. Ma si usa anche cellulosa, trementine e oli essenziali, con particolare risalto agli scarti di altre produ-zioni. Questa attività si concre-tizza in progetti internazionali, nazionali e regionali (di cui si parla nel riquadro sotto).Chimica computazionaleUn’altra importante linea di ricerca è la Nanoingegneria chimica computazionale e strutturale che studia, progetta e ottimizza sistemi complessi e nuovi materiali. L’approccio modellistico e di calcolo pone

l’enfasi sugli aspetti interpre-tativi, predittivi e di manipo-lazione della materia; quello strutturale mediante di�razio-ne di raggi X e di densità elet-tronica sul caratterizzare la rea-le natura di un sistema, inclusa la difettualità e non conformità a un modello inevitabilmen-te approssimato. Lo scorso 5 aprile la Royal Swedish Aca-demy of Sciences ha premiato il dottor Carlo Gatti (Cnr-Istm, Milano) e il professor Mark Spackman (University of We-stern Australia, Crawley) con la medaglia Gregori Amino� 2013 in cristallogra�a.

biomasse. Ricerche sulla Biora�-neria per insediamenti industriali sempre più ecocompatibili. E an-cora: sintesi di nuove molecole per ridurre consumi d’energia e scarti industriali. Innovativi nanomate-riali per la diagnostica molecolare

e l’imaging in vivo. Sembra fan-tascienza, invece ci stanno lavo-rando all’Istm, Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari, (www.istm.cnr.it). L’istituto a�erisce al Dipartimento di Scienze Chimi-che e Tecnologie dei Materiali del

Cnr. Ha la sede principale a Mila-no (presso il Dipartimento di Chi-mica dell’Università degli Studi) e nel Polo Scienti�co Tecnologico Irccs Multimedica, oltre a altre due sedi a Padova e Perugia. L’Istm è diretto da Rinaldo Psaro.

Proteina App

Da sinistra: il direttore dell’Istituto per lo Studio

delle Macromolecole (Ismac) Incoronata Tritto

e la ricercatrice Marinella Catellani. Due ricercatori

dell’Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari

(Istm): Vladimiro Dal Santo e Nicoletta

Ravasio, con (in piedi), il direttore Rinaldo

Psaro. Il direttore dell’Istituto di Chimica

del Riconoscimento Molecolare Sergio Riva

e il ricercatore Gianluca Ottolina

La regione Lombardia finanzia la ricerca chimicae Ismac partecipano al progetto “Tecnologie e materiali per l’utilizzo efficiente dell’energia solare”. In particolare Istm-Cnr coordinerà le attività di ricerca sui Materiali e tecnologie per la conversione diretta di energia solare in idrogeno e Ismac-Cnr quelle sul Fotovoltaico organico e ibrido.

SUSCHEM, TUTTO PER LA CHIMICA SOSTENIBI-LE. Il progetto “Suschem Lombardia” (acronimo di Sustainable Chemistry: chimica sostenibile in italiano), coinvolge i tre istitu-

ti. Mira a ricavare energia tramite processi di chimica verde da biomasse “non food” (come scarti agricoli o esuberi alimentari). Nuove tecniche di catalisi omogena, eterogenea ed enzimatica sa-ranno finalizzate a produrre intermedi e materiali derivati da fonte rinnovabile per il settore farmaceutico, cosmetico, degli additivi e dei materiali polimerici. Questo porterà a una riduzione dei consu-mi e dei residui nocivi nei processi industriali. Le competenze ac-quisite porteranno alla nascita di un Centro di Eccellenza a servizio delle industrie chimiche, cosmetiche e farmaceutiche lombarde.

EventiLunedì 3 giugno 201316 Ricerca, Innovazione e Tecnologia

ad elevato valore nutriziona-le e che migliorino la salute dell’uomo”. L’Ibba ha una tra-dizione più che trentennale nello studio delle caratteristi-che nutrizionali dei semi dei cereali e delle leguminose e costituisce un punto di rife-rimento a livello mondiale nei settori della biosintesi ed accumulo delle proteine di riserva dei semi. Nei nostri laboratori sono stati prodot-ti fagioli bioforti�cati, cioè migliorati per la capacità di fornire quantità maggiori di ferro e altri minerali essen-ziali, e si stanno conducendo ricerche di frontiera per capi-

■ IBBA / Il maggiore istituto all’interno del dipartimento di Scienze BioAgroalimentari del Cnr in Lombardia

lnnovare la ricerca in agricoltura e biotecnologia

re come produrre cereali ipo-allergenici e al contempo vali-di sotto il pro�lo tecnologico.Le attività di ricerca in campo biotecnologico dell’Ibba so-no di norma pubblicate sulle più importanti riviste inter-nazionali e riconosciute con premi scienti�ci. Gli obiettivi raggiunti hanno anche dato luogo a brevetti internaziona-li, per la tracciabilità e la dia-gnostica nella �liera agroali-mentare, su cui si sono basate applicazioni rivolte, ad esem-pio, al laboratorio di genetica e servizi dell’Associazione ita-liana degli allevatori o alla ba-se dello sviluppo di Spin-o�

companies. Le ricerche sono sostenute da �nanziamenti pubblici (comunitari, nazio-nali e regionali) e privati.Entrando nel dettaglio dell’or-ganizzazione delle attività, la biologia vegetale e la biotec-nologia delle piante d’interes-se agrario e per applicazioni industriali caratterizzano la sede storica, a Milano. Sem-pre sul territorio lombardo opera la sede Ibba di Lodi, presso il Parco Tecnologico Padano, dove si concentrano le competenze per il miglio-ramento delle produzioni zootecniche e la piattaforma tecnologica e bioinformatica per gli studi di genomica e post-genomica. A Lodi, nell’ambito di Gen- Home, il progetto recente-mente �nanziato dal ministe-ro dell’Istruzione, dell’univer-sità e della ricerca l’Ibba ha allestito il Genome Research Resort, un centro completo ed integrato per il sequenzia-mento e risequenziamento di genomi interi o porzioni di essi. Fuori regione l’Ibba opera con le proprie sedi a Montelibretti (Roma), e Pi-sa. L’Ibba vanta rapporti di collaborazione, con univer-sità e centri di ricerca italia-ni ed esteri e opera anche in progetti bilaterali con paesi emergenti.L’Ibba svolge anche attività di formazione di alto livello (corsi universitari e master), anche in collaborazione con istituzioni per la divulgazione scienti�ca e formazione degli insegnanti.

L’impegno è quello di sviluppare le competenze per migliorare la qualità dei prodotti agroalimentari

Migliorare le caratteristi-che nutrizionali delle

produzioni agricole e zoo-tecniche, aumentarne le rese, rendere le colture più resi-stenti agli stress ambientali, ai patogeni e agli erbicidi, con l’obiettivo di migliorare anche la sicurezza alimentare, ac-crescere la disponibilità degli alimenti e la loro sostenibilità in termini di impatto ambien-tale. Si riallacciano alle grandi richieste globali della ricerca,

in piena sintonia con il tema-fulcro di Expo 2015, “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, le attività svolte dall’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria (Ibba), il maggiore istituto del dipartimento di Scienze BioAgroalimentari del Cnr in Lombardia. “Il no-stro obiettivo - spiega il diret-tore dell’Ibba, Roberto Bolli-ni - è quello di innovare con la ricerca in campo agricolo e agroalimentare impegnan-

doci in progetti che siano concreti investimenti per il futuro, in risposta alle princi-pali esigenze dei consumatori e della società moderna”. Entrando nel dettaglio delle aree di attività, come sot-tolinea sempre il direttore dell’Ibba, la ricerca si focaliz-za sullo sviluppo di conoscen-ze e delle relative applicazioni, anche di tipo biotecnologico, per migliorare la qualità dei prodotti agroalimentari, ot-tenere colture più resistenti a stress, ma anche per utilizzare le piante per la produzione di farmaci proteici più sicuri ed economicamente sostenibili. Negli ultimi anni, sono stati avviati anche nuovi progetti per lo studio di colture non-food, come lino e canapa per la produzione di ener-gie alternative al petrolio, in un concetto di biora�neria. Inoltre, l’Ibba è un punto di riferimento nel settore della gestione e conservazione del-le risorse genetiche animali e per le biotecnologie riprodut-tive negli animali d’interesse zootecnico.“C’è un crescente interesse dei consumatori - sottolinea sempre Bollini - per alimenti

Cellula vegetale vista al

microscopio. La biologia

cellulare delle piante è

fondamentale per lo sviluppo delle

biotecnologie agrarie

L’allevamento di razze bovine, cosmopolite e locali, rappresenta la più importante attività zootecnica lombarda

conoscenze e applicazioni, grazie all’utilizzo delle na-notecnologie e delle tecniche di ‘Next Generation Sequen-cing’ (Ngs). La nostra attività di ricerca e di consulenza si sta sviluppando proprio in tale direzione, concentran-dosi sulle nuove tecnologie volte a identi�care le com-plesse interazioni genetiche responsabili delle manifesta-zioni cliniche nelle malattie ereditarie classiche, della suscettibilità allo sviluppo di malattie multifattoriali e del-le diverse risposte individua-li ai farmaci. In particolare, le tecniche di Ngs permetto-no di sequenziare ampie re-gioni di Dna (�no all’intero genoma), in modo a�dabile, rapido e relativamente poco costoso, tanto che nei pros-simi anni esse diventeranno pratica comune nei laborato-ri di biologia molecolare”.Le ricadute in termini di ap-plicazioni coinvolgono sia la diagnosi che la terapia. Per le malattie monogeniche, il Consorzio sta applicando le tecniche di Ngs allo studio dei geni coinvolti nei proces-si regolatori delle vie meta-boliche coinvolte nello svi-

■ CONSORZIO PER LA GENETICA MOLECOLARE UMANA / Attivo da 10 anni a Monza

Punto di riferimento nazionaleluppo di speci�che patologie come quelle del metaboli-smo del ferro (dall’anemia al sovraccarico di ferro) e le malattie metaboliche dell’in-fanzia in collaborazione con centri di riferimento presen-ti all’interno delle strutture dell’ospedale San Gerardo di Monza, della Fondazione Mbbm e dell’Università di Milano-Bicocca.Per quanto riguarda invece le malattie tumorali, al Consor-zio vengono eseguite indagi-ni per la de�nizione del ri-schio genetico nello sviluppo del tumore della mammella e del colon che richiedono una particolare e complessa attività di relazione fra labo-ratorio, referenti oncologi e specialisti in genetica medica per realizzare un percorso ad hoc per la diagnosi nel sog-getto e per lo studio dei fami-liari a rischio.

In�ne, il Consorzio è molto attivo anche nella farmaco-genetica applicata alle pato-logie tumorali, grazie all’in-tensa collaborazione con l’unità operativa di oncologia dell’ospedale San Gerardo. Le indagini eseguite su por-zioni di tessuto neoplastico permettono di identi�care la presenza o l’assenza di muta-zioni di alcuni geni che rego-lano speci�che proteine che sono oggi target delle cosid-dette terapie intelligenti, vale a dire quelle che utilizzano farmaci (anticorpi monoclo-nali) che inibiscono l’attività di queste speci�che proteine. “L’identi�cazione di nuove molecole, di nuovi farmaci e l’analisi molecolare”, conclude Piperno, “costituiscono di fat-to la rivoluzione dell’approc-cio terapeutico antitumorale di questi ultimi anni e degli anni a venire”.

Istituito dall’Università di Milano-Bicocca, dal Cam e Fondazione Tettamanti

Nella prevenzione e la cura di molte malattie

è in corso un salto di quali-tà epocale, grazie ai notevoli progressi della genetica mo-lecolare. Già da 10 anni ha accettato questa s�da il Con-sorzio per la Genetica Mole-colare Umana di Monza. Nato da un’intuizione dall’Università di Milano-Bicocca, dal Centro Analisi Monza (Cam) e dalla Fonda-zione Tettamanti, è un polo per la diagnostica molecolare in grado di o�rire un servi-zio innovativo di analisi alle strutture sanitarie, supporto tecnico scienti�co a progetti di ricerca, nonché di attiva-re proprie linee di ricerca, in particolare nell’ambito delle mutazioni e dei polimor�-smi genetici legati a malattie umane.“Nei prossimi anni”, spiega Alberto Piperno, direttore del Consorzio, “la richiesta di test genetici in medicina aumen-terà sempre di più, trovando numerosi e cruciali campi di applicazione: dalla diagnosi e prognosi di malattie eredi-tarie all’identi�cazione dei portatori sani e alla predi-zione del rischio-malattia nei

familiari. Dall’individuazione di varianti genetiche predi-sponenti allo sviluppo di ma-lattie multifattoriali comuni come quelle cardiovascolari, tumorali e neurodegenera-tive, �no alla caratterizza-zione genetica individuale a scopo medico-legale o volta all’identi�cazione di nuovi difetti genetici. Per alcuni di questi test diagnostici, soprat-tutto quelli inerenti a malattie rare, il Consorzio è un punto di riferimento nazionale e in-

ternazionale”.Il Consorzio o�re un catalogo di test già notevolmente am-pio ma in continua evoluzio-ne, grazie alla costante attivi-tà di ricerca che il Consorzio porta avanti autonomamente o in termini di supporto a enti terzi.“Il sequenziamento del ge-noma umano”, sottolinea Piperno, “ha fornito una enorme quantità di dati che oggi costituisce l’intelaiatura per ulteriori e potenti salti di

La sede del Consorzio per la genetica molecolare umana di Monza

Uno dei laboratori del Consorzio

EventiLunedì 3 giugno 2013 Ricerca, Innovazione e Tecnologia 17

Dieci anni, al ForCardiolab ha preso

il via un programma di chirurgia riparativa aortica secondo una precisa progressione

In dieci anni è diventata la realtà che detiene la più

ampia casistica di ripara-zione valvolare italiana, con risultati ottimali, e la terza in Europa, contando comples-sivamente 220 riparazioni aortiche con un’assenza di reinterventi per problemi valvolari del 97,2%. Si caratterizza così l’Unità operativa di Cardiochirur-gia dell’Azienda ospedalie-ra - Polo universitario Luigi Sacco diretta dal professor Carlo Antona, che nel 2006 ha dato origine anche alla Fondazione per la Ricerca in Cardiochirurgia onlus per sviluppare e supportare la ri-cerca attorno a questa tipo-logia di intervento, creando così una forte connessione tra ricerca e attività clinica. “La riparazione valvolare”, spiega il professor Antona, “consente di non dover pro-cedere con l’installazione di una valvola protesica, che se è di tipo meccanico richiede in vita una terapia anticoa-gulante e se è biologica do-

Un mix davvero unico di innovazione e ricercaDall’extension delle cuspidi con il pericardio per ripristinare la continenza valvolare all’impianto di stent valvolati per via percutanea

È notevole la mole di pubblicazioni scienti-�che e di partecipazione a congressi inter-

nazionali dei medici, bioingegneri e ricercatori che interagisco tra Cardiochirurgia dell’Azien-da ospedaliera - Polo universitario Luigi Sacco, Politecnico di Milano e il laboratorio di ricerca ForCardiolab, poiché innumerevoli sono le in-novazioni tecniche e tecnologiche sviluppate e intensa è l’attività di ricerca. Appartengono alle prime il banco prova per cuore intero, il set-up per emodinamica e il protocollo di valutazione eco. Le principa-li attività di ricerca riguardano le neocorde aortiche, le tecniche di plastica dell’anulus aortico, l’extension delle cuspidi, cioè la tecni-ca dell’estensione del tessuto delle cuspidi per mezzo di pericardio (autologo o bovino), che permette di ripristinare la continenza valvo-lare e, in�ne, l’impianto di stent valvolati per via percutanea. Nei prossimi anni le attività al laboratorio svilupperanno il know-how e le disponibilità tecnologiche già presenti e si

studieranno tecniche chirurgiche e dispositivi terapeutici innovativi.Si prevede di sviluppare ulteriormente i banchi prova già a disposizione. Inoltre, si a�neran-no i modelli di valvola aortica patologica in vitro attualmente a disposizione, sviluppando un prototipo di banco prova sempli�cato e de-dicato ad attività di training, anche di chirur-gia mini-invasiva e approcci transcatetere. Si è iniziato un percorso che porterà, già nei pros-simi mesi, a sviluppare il know-how necessario per progettare e realizzare modelli �sici 3D di strutture anatomiche �siologiche e patologiche (quali radici aortiche e archi aortici dilatati) con la tecnica della stampa 3D a partire da imaging clinico. Per le terapie innovative alle patologie cardiocircolatorie ci si concentrerà su nuovi ed emergenti approcci chirurgici (tec-niche mini-invasive) e di cardiologia interven-tistica (impianti protesici transcatetere), con lo sviluppo di banchi prova che permettano di simulare la manovra e studiarne l’e�etto.

I pazienti sottoposti a interventi per patologie di pertinenza del chirurgo cardiovascolare - a causa dell’aumento dell’età media,

- sono più anziani e hanno patologie associate che ne aumentano il rischio operatorio. L’introduzione e lo sviluppo di nuove tecnologie permette di trat-tare questi pazienti con tecniche meno invasive. L’avvento delle endoprotesi (protesi vascolari con anima in nitinolo) ha permes-so di curare le persone a�ette da aneurismi dell’aorta toracica o addominale che non possono essere sottoposti a intervento chirurgico tradizionale. Presso la Cardiochirurgia del “Sacco”, in collaborazione con il Politecnico di Milano, sono stati imple-mentati alcuni so�ware al �ne di poter ricostruire tridimensio-nalmente l’anatomia del paziente a�etto da aneurisma e indivi-duare la protesi più adatta all’anatomia del paziente. Vi sono poi patologie in cui il solo trattamento endovascola-re non è possibile a causa di una anatomia non favorevole. La Divisione ha sviluppato tecniche chirurgiche innovative “ibride” (cioè di chirurgia tradizionale più endovascolare) che associano un trattamento chirurgico minimamente invasivo, necessario a modi�care l’anatomia del paziente per e�ettuare poi con succes-so la procedura endovascolare. In particolare la Divisione è una delle pioniere nel trattamento ibrido della patologia aneurisma-tica dell’arco aortico e aorta toracica prossimale, ambito in cui il professor Carlo Antona ha introdotto, per primo, un importante aspetto tecnico.Un altro settore in cui le tecniche endovascolari stanno cambian-do la realtà è quella del trattamento delle malattie della stenosi aortica dell’anziano. Grazie al supporto della Fondazione per la ricerca in cardiochi-rurgia, al ForCardiolab e alla collaborazione con i bioingeneri del Politecnico di Milano è stato possibile ottenere un cuore di maiale pulsante con parametri �uido dinamici comparabili al sistema cardiovascolare umano.

■ FONDAZIONE RICERCA CARDIOCHIRURGIA / È una onlus che collega ricerca e attività clinica

Primi in Italia e terzi in Europa nella riparazione della valvola aorticaA ottenere questi successi è l’Unità operativa di Cardiochirurgia dell’ospedale Luigi Sacco

Laboratorio creato grazie all’intervento

anche della Fondazione

per la ricerca in cardiochirurgia

La visibilità ottenuta grazie alla casistica

e alle invited lectures nei principali

congressi europei ha permesso alla

Cardiochirurgia del Sacco di ottenere

una posizione leader grazie alla quale attraverso l’organizzazione di corsi specifici

su cuori di maiale isolati definti wet-

labs riescono a trasferire quanto

appreso da chirurghi provenienti da tutto

il mondo

Tecniche chirurgiche “ibride”per risolvere gravi patologie cardiacheAssociano un intervento tradizionale poco invasivo a una procedura endovascolare

vrà essere sostituita nel tem-po. I bene�ci per il paziente, dunque, sono evidenti - pro-segue il professore -. La val-vola riparata può durare tut-ta la vita e, in quanto valvola nativa, resiste e reagisce alle infezioni che risultano così

meno pericolose. È evidente anche che riparare una val-vola costa meno che adope-rare una valvola protesica”. A fronte di questi molte-plici bene�ci per i malati e per il sistema sanitario, la chirurgia che presiede alla riparazione valvolare rima-ne ancora una prerogativa di Centri pilota con notevole esperienza, a causa della dif-�coltà di standardizzazione di queste tecniche. Obiettivo che invece si è posto Antona e la sua struttura i quali - grazie alla Fondazione per la Ricerca in Cardiochirurgia e in collaborazione con il Di-partimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano - hanno creato anche For-Cardiolab, un laboratorio in grado di aiutare i clinici

a comprendere meglio le di-namiche valvolari indotte sia dalla patologia che dalle tec-niche riparative che stavano impiegando. “Per standar-dizzare la riparazione valvo-lare aortica abbiamo cercato un approccio innovativo”, sintetizza Antona. “E inno-vare signi�ca anche avere la capacità di rispondere a do-mande complesse mediante la messa in comune di co-noscenze derivanti da ambiti professionali di�erenti asso-ciate alla proprie”. Questo tipo di approccio considerato traslazionale per l’utilizzo di metodiche di indagine e ricerca inge-gneristica in campo cardio-chirurgico, “ci ha permesso di a�nare e ottimizzare le tecniche riparative”, illustra il professore, “senza dover utilizzare il modello animale e l’organizzazione di com-plessi studi sull’uomo”. La visibilità ottenuta grazie alla casistica e agli inviti nei principali congressi europei ha permesso alla Cardiochi-rurgia del “Luigi Sacco” di ottenere una posizione lea-der, dalla quale trasferisce da qualche anno, attraverso

corsi speci�ci su cuori di maiali isolati (wet-labs), le conoscenze acquisite da altri chirurghi provenienti da tut-to il mondo.Altri centri di ricerca euro-pei si sono rivolti a ForCar-diolab per svolgere ricerche congiunte utilizzando le metodiche sviluppate al suo interno e nella continua in-terazione con l’operatività della Cardiochirurgia. Le conoscenze e l’operati-vità che contraddistinguo-no la Cardiochirurgia del Sacco sono dunque frutto di un’organizzazione messa in atto circa dieci anni fa e che non si trova altrove. Nel 2002 un medico dell’Unità operativa fu inviato per sei mesi al Saint-Luc Hospital di Brussels in Belgio (allora il centro con la maggior ca-sistica di chirurgia riparativa aortica) per apprendere e mettere in pratica le tecniche

per la riparazione valvolare. Al rientro la sua esperienza fu analizzata e trasmessa ai colleghi secondo procedure rigorose, mentre si creava ForCardiolab. “In quel fran-gente”, concludeAntona, “si è formalmente iniziato un programma di chirurgia ri-parativa aortica seguendo una precisa progressione nella di�coltà delle proce-dure e continuando a moni-torare i risultati”.

Un esempio di ricostruzione 3D della valvola aortica

EventiLunedì 3 giugno 201318 Ricerca, Innovazione e Tecnologia

poca attenzione e perché non fanno notizia. Eppure, i reni svolgono funzioni cruciali per l’organismo: eliminano le sostanze nocive, mantengo-no l’equilibrio idrico e salino del corpo, producono alcuni ormoni e la forma attiva del-la vitamina D. Oggi i reni si ammalano di più anche per-ché sono in aumento iperten-sione, diabete e obesità, le cui conseguenze su questi organi sono pesanti”. Al centro dell’attenzione del-la ricerca della Fondazione D’Amico ci sono le cellule del

ciascun gruppo, un ricercatore italiano che con questo pro-getto ha trovato prospettive e spazio per tornare nel nostro paese, rinunciando a una po-sizione stabile all’estero – due “Group leader” sono rientrati dall’Inghilterra e uno da Pa-rigi. Il primo gruppo - “Mo-dellizzazione matematica di sistemi terapeutici su scala na-nometrica” – lavora a modelli matematici per migliorare l’e�cienza delle terapie anti-tumorali e l’interpretazione dei dati clinici. Gli altri due gruppi mirano a sviluppare nanoparticel-le multifunzionali, capaci di raggiungere selettivamente un certo tipo di cellule, con �ni sia diagnostici (imaging), sia terapeutici (rilascio localizza-to e controllato di farmaci). Nel primo caso l’obiettivo so-no le patologie renali, spesso croniche, migliorando la spe-ci�cità dei trattamenti e limi-tando dosaggi – e quindi e�et-ti collaterali – dei farmaci; nel secondo caso nanoparticelle �uorurate hanno per bersaglio il melanoma, un tumore molto aggressivo con forte tendenza alle metastasi. I risultati attesi potranno essere applicati an-

■ FONDAZIONE D’AMICO / Si è costituita nel 2004 per volontà dei coniugi D’Amico-Allegri

■ FONDAZIONE CEN / Il Centro Europeo di Nanomedicina nasce dall’unione di dieci fra i più prestigiosi Enti lombardi

Malattie renali: servono studi più approfonditi

Nanoparticelle: ultima frontiera della ricerca

glomerulo, l’unità �ltrante del rene. “Abbiamo scoperto che alcune cellule glomerula-ri comunicano tra di loro con segnali simili a quelli dei neu-roni del cervello - illustra Ra-staldi -. Ora siamo impegnati a indagare i meccanismi che regolano la trasmissione di questi segnali, poiché il glo-merulo non funziona quando questa comunicazione è alte-rata”. Un altro importante proget-to di ricerca su cui la Fon-dazione sarà impegnata per i prossimi tre anni riguarda una delle frontiere più avan-zate della medicina: riuscire a portare i farmaci là dove esattamente servono - in questo caso speci�che cellule del rene - attraverso l’utilizzo di nanomateriali. Una ricerca possibile grazie al fatto che il Policlinico fa parte del Cen, il Centro Europeo di Nanome-dicina, e che vede coinvolto anche il Politecnico di Mi-lano con il Dipartimento di Chimica. “Il know how del Dipartimento sui nanomate-riali - aggiorna la dottoressa Rastaldi - ci ha consentito di sperimentare già il loro comportamento con cellule

che ad altre patologie, molti-plicando le ricadute positive. Sul fronte della formazione, grazie al progetto, il Cen ha assegnato cinque borse di dottorato in “Medical Nano-technology”, in collaborazione con l’Università di Milano e la Scuola Europea di Medicina Molecolare (Semm). Anche qui l’alto livello della forma-zione proposta ha suscitato ot-timi riscontri, con una selezio-

in vitro. In tempi rapidi do-vremmo passare alla speri-mentazione in vivo”. Ad agevolare i progetti di ri-cerca, un brevetto (già nazio-nale e ora in attesa di avere il riconoscimento internazio-nale) che è stato presentato da Policlinico e sviluppato dal laboratorio della Fondazio-ne. Esso riproduce in modo sempli�cato il capillare del glomerulo, consentendo di compiere gli studi funzionali di permeabilità in vitro an-ziché sugli animali. “È molto utile per i test di screening dei farmaci e lo stiamo usando anche per veri�care l’intera-zione dei nanomateriali con il capillare glomerulare”. A sostenere il lavoro di ri-cerca del laboratorio, oltre ai fondi dei bandi per progetti speci�ci e al fondamentale gettito del 5 per mille, ci sono in particolare l’Associazione Bambino Nefropatico Abn Onlus e la Fondazione La Nuova Speranza - Lotta alla Glomerulosclerosi Focale. Pur impegnatissima nella ri-cerca per a�rontare le patolo-gie renali, Maria Pia Rastaldi ricorda l’importanza della prevenzione. E poiché la pe-culiarità delle malattie renali è di essere silenti nel loro nascere e svilupparsi, una delle raccomandazioni è di “eseguire l’esame delle urine in occasione di altri controlli di laboratorio, o almeno una volta all’anno, e nel caso di risultati non nella norma, ri-volgersi subito al nefrologo”, conclude Rastaldi.

ne molto severa e una quota di domande dall’estero intorno all’80 percento.Parallelamente, avendo iden-ti�cato l’Imaging come set-tore trasversale strategico per le sue ricerche, il Cen ha istituito un Dipartimento di Imaging ultrastrutturale e mo-lecolare, cui partecipano Ifom, Filarete e San Ra�aele e che o�re i più avanzati strumen-ti per microscopia, sezione e vitri�cazione, con corsi di formazione mirata. Atten-diamo il 19 giugno, quando si terrà il convegno “Np-Med 2013 - Nanoparticles and Na-notechnologies in Medicine”, organizzato dall’università Milano-Bicocca (altro partner Cen), per conoscere di perso-na i ricercatori del Cen e i loro primi risultati.

Tra le s�de, portare i farmaci esattamente e solo dove servono mediante i nanomateriali

Gli studi sono co�nanziati da Regione Lombardia e Fondi Fas. In attesa del convegno a Milano del 19 giugno

Patologie renali in aumen-to e pochissime terapie a

disposizione, perché l’origine della maggior parte della ma-lattie renali e i motivi del loro svilupparsi non si conoscono. Ecco perché la ricerca sulle malattie renali e il sostegno a tale attività sono oggi impor-tantissime. A tracciare questo quadro, la dottoressa Maria Pia Ra-staldi, direttrice delle attività di ricerca della Fondazione D’Amico per la Ricerca sul-le Malattie Renali, un ente costituitosi nel 2004, per vo-

Svolgimento e promozio-ne della ricerca scienti�ca

nell’ambito della nanomedici-na, con l’obiettivo di miglio-rare la salute delle persone. Questa la missione del Cen - Centro Europeo di Nanome-dicina – una fondazione senza scopo di lucro nata in Lom-bardia nel 2009.La nanomedicina è un campo fortemente interdisciplinare, che integra competenze di chi-mica, biologia, ingegneria, �si-ca, matematica e medicina e le cui applicazioni spaziano dal rilascio controllato di farmaci alla diagnostica per immagini, ai biosensori e molto altro. Le nanoparticelle possono essere funzionalizzate per a�rontare un numero crescente di pato-logie, come quelle vascolari, neurodegenerative e oncologi-che, o�rendo grandi speranze anche per lo studio di malattie prima considerate incurabili. Vettore di nuove prospettive per la ricerca medica, è una delle scienze emergenti di più grande impatto sociale nei prossimi decenni. Di qui la scelta di dieci fra i più prestigiosi Enti lombardi coin-volti nella ricerca e nella cura della salute umana, di unire le

lontà dei coniugi D’Amico - Allegri, come prosecuzione dell’attività trentennale svol-ta dall’Associazione per l’ag-giornamento e la ricerca in Nefrologia di cui il professor Giuseppe D’Amico è sempre stato presidente e animatore.Struttura strategica della Fondazione, il Laboratorio di Ricerca Nefrologica svol-ge attività di ricerca di base e clinica in collaborazione con la Divisione di Nefrologia dell’Irccs Ca’ Granda Ospe-dale Maggiore Policlinico di Milano diretta dal professor

forze dando vita al Cen, che vuole porsi come centro di riferimento e di eccellenza nel settore. Il suo primo impegno è il “Progetto Start-Up Packages e Programma PhD”, �nanziato per due terzi da regione Lom-bardia con il Fondo per lo svi-luppo e la coesione 2007-2013 (ex Fas) e per un terzo dai partner Cen, saliti nel tempo a diciassette Enti. Le attività di ricerca, con la creazione di cinque nuovi gruppi di alto pro�lo inter-

Messa, grazie a una conven-zione con l’omonima Fonda-zione. “Ciò ci consente di operare a stretto contatto con i clinici della nefrologia per adulti e pediatrica”, spiega la diret-trice, che guida un team di 7 persone, 2 medici e 5 biologi della Fondazione, cui s’ag-giungono 2 tecnici di labora-torio a�erenti al Policlinico. Se fare ricerca in Italia è di�cile, “fare ricerca sul-le malattie del rene è quasi da eroi”, sottolinea Rastaldi, poiché “su di esse c’è ancora

nazionale, si intrecciano con quelle di alta formazione, per un ra�orzamento a tutto ton-do delle competenze speci�-che e del capitale umano della ricerca in Lombardia. Dopo una gestazione di oltre due anni e un bando cui han-no risposto quasi cento candi-dati da tutto il mondo, il Cen ha avviato i primi tre gruppi di ricerca, di cui due ospitati e co�nanziati da Politecnico di Milano e Fondazione Politec-nico, il terzo dall’Ospedale Po-liclinico Ca’ Granda. A capo di

L’immagine mostra le cellule ramificate del glomerulo renale dopo aggiunta di nanomateriali marcati con una sostanza fluorescente di colore rosso. I nanomateriali sono distribuiti in modo uniforme non solo intorno al nucleo delle cellule, ma anche lungo i prolungamenti cellulari (freccia)

L’interno del laboratorio di ricerca nefrologica

Nanoparticelle (NP): Strutture intelligenti per diagnosi e terapia

EventiLunedì 3 giugno 2013 Ricerca, Innovazione e Tecnologia 19

La Fondazione EnergyLab è una no-pro� t creata nel

2007 per promuovere la ri-cerca, lo sviluppo e l’innova-zione nel settore dell’energia e dell’ambiente e di� ondere una migliore conoscenza del-le tematiche e delle proble-matiche in materia energetica ed ambientale. I soggetti pro-motori ed operativi sono le 5 università di Milano, che assi-curano elevate competenze e un’ampia multidisciplinarietà (tecnologie, legislazione, eco-nomia, � nanza, …). Sono ol-tre 1.300 gli accademici che si occupano di energia in queste università, con oltre 500 linee di ricerca attive.Tra le attività della Fon-dazione (www.energylab-foundation.org), da tre anni si distinguono e sono molto apprezzati da industria e isti-tuzioni i “Laboratori di Ener-gyLab”: sono una proposta concreta e sistematica per un confronto ed un appren-dimento sui temi più attuali del settore energetico. Ogni singolo Laboratorio, dotato di un proprio programma e di un apposito piano di inizia-tive, è luogo di confronto tra istituzioni, università e indu-strie. Per il 2013 si è ritenuto di concentrare le iniziative sul

Centro di competenza per la divulgazione nel settore energetico

Proposte concrete per l’energia

Laboratorio E� cienza Ener-getica ma di proseguire anche l’attività dei 5 precedenti La-boratori (Energie Rinnova-bili, Nucleare Sicuro, Smart Grid, Mobilità Sostenibile e Accesso all’Energia), che hanno avuto in passato oltre 50 aziende sostenitrici, orga-nizzando oltre 80 iniziative di incontro a cui hanno parteci-pato un centinaio di relatori e oltre duemila persone del settore.L’adesione al Laboratorio è un’iniziativa per enti, azien-de e professionisti che con-sente di essere protagonisti attivi nelle dinamiche di tra-sformazione che caratteriz-zano tutti i campi del vasto mondo dell’energia. Ogni Laboratorio, che opera come

dipartimento autonomo e al contempo con modalità uni-forme e strutturata, si articola in molte iniziative: Tavoli de-gli Esperti, Conferenze, Semi-nari a invito, Workshop, Pub-blicazioni e Position Paper. Il Programma annuale, ap-provato dal comitato accade-mico di ciascun Laboratorio, de� nisce il perimetro degli argomenti di approfondimen-to, i contenuti di studio e gli ambiti di interesse speci� ci. La struttura di governo ed in-dirizzo del Programma viene seguita, per ogni Laboratorio, da un comitato di esperti, co-stituito da personalità che, a titolo personale e volontario, integrano le competenze ed allargano le prospettive del Laboratorio stesso.

■ FONDAZIONE ENERGYLAB / Laboratori di Approfondimento e Divulgazione

Laboratorio Effi cienza Energetica, Tavolo degli Esperti. Incontro tra imprese, istituzioni e università

Semm è una fondazione pri-vata per l’alta formazione

in biomedicina, promossa dal ministero della Salute e dal Mi-nistero della Ricerca, e fondata da due università - l’Università degli Studi di Milano e la “Fe-derico II” di Napoli –, da due grosse charity, l’Airc - Associa-zione Italiana per la Ricerca sul Cancro e Telethon, nonché da tre tra i più importanti istituti di ricerca italiani. “La nostra mission è di fare formazione e ricerca nei settori emergenti della biomedicina, quali genomica, medicina mo-lecolare, nanotecnologie e fon-damenti etici della bio-medici-na, discipline in cui l’Italia è in ritardo proprio a causa di una mancanza cronica di formazio-ne” spiega il direttore scienti� co Pier Giuseppe Pelicci. “L’idea della Semm è dunque quella di andare dove c’è avanguardia in questi campi, ovvero negli istituti di ricerca, e strutturare insieme la formazione”.La scuola ha due sedi, a Milano, dove si è convenzionata con gli istituti di ricerca Ieo e Ifom, e a Napoli dove è convenzionata con il Ceinge-Centro di Inge-gneria Genetica e il Tigem-Te-lethon Institute of Genetics and Medicine. “Ci occupiamo di formazione

A � ne giugno si aprirà il bando di ammissione 2013

Ricerca di avanguardia in biomedicina

post-laurea” continua Pelicci “e o� riamo Ph.D, i cosiddetti dottorati di ricerca, in di� e-renti settori quali la medicina molecolare, le nanotecnologie, la biologia computazionale e la bioetica. Per sua natura, la no-stra è una scuola in cui gli stu-denti, a fronte di relativamente poche lezioni in aula, passano la grande maggioranza del tem-po nei laboratori, così da essere da subito inseriti nel processo della ricerca”.Semm è una scuola internazio-nale, aperta al mondo esterno, sia per la docenza che per le discipline, con un 20% di do-centi provenienti dall’estero e circa il 30% di studenti stranieri

iscritti. Nel 2012, a fronte di 554 richieste d’ammissione, 139 so-no di studenti italiani e 415 di studenti stranieri, provenienti da tutte le parti del mondo, con una netta predominanza dell’India. L’apertura del bando di ammissione 2013 per tutti i dottorati Semm è prevista per � ne giugno.Sebbene la scuola sia relativa-mente giovane, i risultati sono buoni. Dal 2004 ad oggi conta 114 laureati e tutti gli studenti che hanno conseguito il Ph.D hanno iniziato la seconda fa-se della loro carriera e si sono brillantemente inseriti in pre-stigiose istituzioni sia italiane che estere.

■ SEMM / La Scuola Europea di Medicina Molecolare per l’alta formazione

Un ricercatore al lavoro

EventiLunedì 3 giugno 201320

FORMAZIONE ■ EXPO 2015 / La manifestazione vede già coinvolte varie scuole lombarde e italiane

Creare una “rete” tra le esperienze degli studenti per valorizzarle

Arrivederci scuola, arrivo, lavoro. Anzi no, quasi quasi vi tengo entrambi: pur nel momento di di�coltà che

caratterizza il mondo del lavoro, i giovani hanno la pos-sibilità, a seconda dell’età e del tipo di studi conseguito, di “mettere un piede” in azienda e di quali�care la loro com-petenza. Per i diplomati e laureati c’è, come precisa Regio-ne Lombardia, la Dote Lavoro Tirocini, ossia sei mesi di tirocinio, con possibilità poi di entrare in azienda. La Dote Apprendistato per la quali�ca e il diploma professionale mette invece insieme formazione e professione (ed è rivol-ta a chi ha tra 15 a 24 anni), per una formazione che sia realmente completa. Per chi ha tra i 18 e i 29 anni, ecco in�ne la Dote Appren-distato in Alta Formazione, che consente di conseguire un master di 1° o 2° livello, o un dottorato di ricerca presso l’università alla quale si è iscritti.

Il primo... piede in azienda L’Expo 2015 che trasfor-merà la città di Milano

in un melting pot di culture e popoli, incombe, per tem-pistiche e iniziative. Ogni componente della società civile si sta organizzando per presentare, in occasione dell’esposizione, il meglio che esista in termini di aper-tura al mondo, buone prassi, spunti di condivisione, per rispondere in modo coerente allo slogan dell’evento: “Nu-trire il Pianeta, Energia per la Vita”. Anche l’intero sistema formativo lombardo parte-cipa a questo rinnovamento �nalizzato all’Expo, e si con-centra sul Padiglione Italia, che ospiterà le eccellenze del

Paese e che sarà ispirato al Vivaio, metafora intelligente per indicare come, da questa esperienza, possano emerge-re i giovani talenti. Allo scopo è stato attivato il Comitato Scuola Expo, che farà da raccordo tra i progetti delle varie scuole della regio-ne e italiane e la mastodon-tica macchina organizzatrice dell’Expo. Fanno parte del Comitato l’U�cio Scolastico Regionale per la Lombardia, il ministero dell’Università e della Ricerca e la società Ex-po 2015. Il Comitato è presie-duto dal direttore Francesco de Sanctis, e vede al suo in-terno anche l’Usr Piemonte, e il commissario generale di

sezione per il Padiglione Ita-lia Expo 2015, Diana Bracco.Sin da ora le scuole lombar-de sono impegnate in vista di Expo 2015: l’intento è quel-lo di creare una “rete” tra le esperienze, in modo che que-ste siano valorizzate al mas-simo all’interno dell’Esposi-zione Universale. I ragazzi, ovvero gli adulti di domani, vengono sollecitati a diven-tare soggetti attivi del loro territorio; le idee che possie-dono sui temi dell’alimenta-

zione e dell’energia saranno le forze trainanti di un piane-ta in salute. Ecco così pren-dere vita, con il contributo del sistema scolastico, quel “vivaio” che verrà rappresen-tato all’interno di Expo 2015: “Uno spazio - come indicato da Diana Bracco in occasione dell’evento di presentazione della sinergia scuola-Expo - che aiuti i progetti e i talenti a germogliare, o�rendo so-prattutto ai giovani terreno fertile e nutrimento vitale”.

Uno stimolo per i giovani a produrre idee sui temi della salute del pianeta

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EventiLunedì 3 giugno 2013 Formazione 21

O�rire ai ragazzi percorsi formativi che li accom-

pagnino nella loro crescita culturale e professionale, in-segnando loro un mestiere e dando loro l’istruzione neces-saria per vivere con dignità nel mondo di oggi: è questa la mission dell’Associazione Cnos/Fap (Centro Nazionale Opere Salesiane - Formazione Aggiornamento Professionale), l’ente dei salesiani che dal 1978 in Lombardia (Milano, Sesto San Giovanni, Arese, Brescia e dall’anno prossimo Treviglio) si occupa di formazione pro-fessionale, facendo proprio lo stile educativo di San Giovan-ni Bosco. “Nel 1894, a Milano partirono i primi corsi per sarti, fabbri e calzolai: attualmente - spiega Mauro Colombo, di-rettore del centro formazione professionale di Arese - abbia-

Oltre mille aziende in Lombardia collaborano o�rendo stage

Formare i giovani a 360 gradi

mo percorsi formativi, triennali e quadriennali, in sette settori professionali (gra�co, elettrico, meccanico, automotive, legno-mobili, ristorazione, logistica), seguiti da circa 1.500 adole-scenti, che cerchiamo di edu-care a 360 gradi per aiutarli a diventare persone grandi, belle e capaci di una vita piena”. Fare formazione professionale oggi, signi�ca per Cnos/Fap acco-gliere e accompagnare giovani molto diversi l’uno dall’altro: “La personalizzazione dei percorsi, individuali o piccoli gruppi - prosegue Colombo - ci consente di scongiurare il fe-nomeno della dispersione, che nell’ultimo anno abbiamo tenu-to al di sotto del 4%, e nello stes-so tempo cerchiamo di aiutare i ragazzi con più capacità a non sciupare nulla delle proprie po-tenzialità”. Nella sede di Milano

sono attivi due corsi di Quinta annualità - nei settori elettrico e meccanico - che portano all’esa-me di Stato e al raggiungimen-to del diploma di maturità e abbiamo attivato, con altri enti, un corso di Istruzione e For-mazione Tecnica Superiore nel campo dell’automazione indu-striale e un corso Its nel settore gra�co e della comunicazione. Negli ultimi anni, accanto al-la tradizionale attività coi ra-gazzi, il Cnos sta sviluppando una proposta di formazione permanente e continua rivolta agli adulti. “Si tratta - conclude il direttore - di proposte forma-tive �nanziate con i fondi in-terprofessionali; formazione in apprendistato; progettazione ed erogazione di corsi per rispon-dere ai bisogni formativi e alle idee di sviluppo delle aziende e percorsi di riquali�cazione e ricollocazione per lavoratori in cassa integrazione o in mobi-lità: tutto questo grazie ad una rete di oltre mille aziende che in Lombardia collaborano con la formazione professionale sale-siana, ospitando i nostri ragazzi negli stage aziendali e rivolgen-dosi a noi per quella formazio-ne lungo tutto l’arco della vita che appare sempre più come una dimensione imprescindibi-le del prossimo futuro”.

■ CNOS/FAP / L’ente dei Salesiani si occupa di percorsi formativi in diversi ambiti

tamente a una discreta cono-scenza di almeno due lingue dell’Unione europea”.“Biostatistica” ed “Economia e �nanza” sono invece i due cor-si di laurea magistrale. Il pri-mo assicura una preparazione quali�cata nei campi della salute umana, negli studi di popolazione, in medicina pre-ventiva, clinica e riabilitativa e nelle scienze ambientali, e il secondo si propone di formare professionalità specialistiche nel settore �nanziario.Ma il Dipartimento di Stati-stica e Metodi Quantitativi ec-

■ DISMEQ / L’articolata realtà del Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi dell’Università di Milano-Bicocca

Professionisti per la carriera accademica o manageriale

celle pure nell’alta formazione, con due master di primo livel-lo: “Business intelligence e si-stemi di supporto alle decisio-ni”, organizzato con il Crisp e il contributo di diverse azien-de specializzate; “Data mana-gement per la ricerca clinica”, che ha l’obiettivo di formare la �gura del data manager, sempre più richiesta da tutte le aziende, pubbliche e private, nel ramo della ricerca clinica.A questi due master si aggiun-ge l’Eerm, corso di perfezio-namento in “Energy and envi-ronmental risk management”,

che forma energy manager per realtà industriali, ovvero �gure professionali specializ-zate nel gestire risorse ener-getiche attraverso il ricorso a tecnologie di punta e a tec-niche quantitative di gestione dei rischi �nanziari.Il Dismeq è poi sede ammi-nistrativa di due corsi di dot-torato di ricerca: quello in “Matematica per l’analisi dei mercati �nanziari” è mirato alla formazione di giovani ricercatori nel campo dei me-todi matematici applicati alla �nanza, mentre quello in “Sta-tistica e applicazioni” assicura una formazione utile sia per la carriera accademica, sia per ruoli dirigenziali in enti che svolgono programmi avanzati di ricerca.“Alcuni docenti del nostro Dipartimento - puntualiz-za il direttore - sono inoltre impegnati nelle attività del dottorato di ricerca in Epi-demiologia e Biostatistica, �nalizzato alla formazione di giovani ricercatori nel campo della ricerca clinica ed epide-miologica, soprattutto nei suoi aspetti quantitativi”. Per mag-giori informazioni visitare il sito www.dismeq.unimib.it.

Economia, statistica, business intelligence, data management, matematica, energia: diversi gli ambiti formativi o�erti dall’ateneo

Formare professionisti e produrre conoscenze nella

statistica, nella matematica e nell’informatica, curando gli aspetti metodologici e appli-cativi, con particolare riferi-mento alle aree di popolazio-ne e società, sanità pubblica, welfare, �nanza, mercati e settore energetico, �no alle lingue straniere, autentico valore aggiunto. È questa la missione del Dismeq, il Dipar-timento di Statistica e Metodi Quantitativi dell’Università di Milano-Bicocca, che gra-zie alle proprie competenze garantisce un’ampia o�erta formativa: due corsi di laurea triennale, due corsi di laurea magistrale, master di alta for-mazione e - in qualità di sede amministrativa - anche due corsi di dottorato di ricerca.Prima della cosiddetta “rifor-ma Gelmini”, che ha rivolu-zionato l’organizzazione degli studi universitari in Italia, gli atenei si articolavano in facol-tà, alle quali a�erivano i corsi di studio, e in dipartimenti che dovevano mettere i docen-ti nelle condizioni di svolgere adeguatamente la loro attività di ricerca.Oggi il sistema è più semplice.

“Sono sparite le facoltà - spie-ga il professor Walter Ma�eni-ni, direttore del Dismeq - e ai dipartimenti spetta il compito di coordinare e armonizzare le attività formative e di ricerca dei docenti. Ciò consente che le conoscenze derivanti dalle proprie ricerche e quelle del settore di propria competen-za vengano trasferite agli stu-denti iscritti ai corsi di studio incardinati nei dipartimenti”.Il Dismeq risponde in pieno a tali logiche e ha come �ori all’occhiello due corsi di laurea triennale, uno in “Economia e

commercio” e l’altro in “Sta-tistica e gestione delle infor-mazioni” che prepara all’uso di metodi statistici, integrati con lo strumento informati-co, e insegna a trattare grandi quantità di dati per interpreta-re fenomeni demogra�co-so-ciali, biostatistici o di gestione aziendale“Economia e commercio - di-ce Ma�enini - fornisce una buona conoscenza delle disci-pline economico-politiche ed economico-aziendali, nonché degli strumenti matematico-statistici e informatici, uni-

È in piena attività e su più fronti il

sindacato Cisl Scuola della Lombardia, che di recente ha confer-mato alla guida per i prossimi quattro anni il segretario Sil-vio Colombini: fare in modo che i posti di lavoro necessari per soddisfare le ri-chieste del prossimo anno scolastico siano resi noti e attribuiti adesso, per limitare il numero dei sup-plenti e garantire un efficiente avvio delle lezioni; creare una connessione sempre più stretta tra luo-ghi della formazione e mondo del lavoro; fornire, attraverso il proprio Centro studi, ricer-che e formazione (Irsef-Ir-fed Lombardia) la prepara-zione dei docenti alle prove concorsuali e alla selezione per il Tirocinio formativo attivo. “Nelle scorse settimane il confronto assiduo con l’Uf-ficio scolastico regionale - spiega il segretario regio- nale Colombini - ha re-so concreta la norma mi-

Avviati progetti di integrazione, orientamento e apprendistato

Più contatti con il mondo del lavoro

nisteriale, che per l’anno 2013/2014 consente agli Uf-fici regionali di soddisfare, con l’attribuzione di posti, le richieste di tempo pieno e indirizzi formativi avanzate dalle famiglie. Si sono così definite le necessità della scuola lombarda e garantito posti di lavoro, stabilizzazio-ne delle persone e continuità formativa”. Un’anticipazione dei tempi che per la verità

in Lombardia si era già sperimentata, perché “avevamo con l’‘operazione verità’ definito a marzo, in contemporanea al-la definizione degli orari, il calcolo dei posti necessari”. Altrettanta determi-nazione la Cisl Scuo-la la sta ponendo per costruire ponti sempre più solidi fra aule e mercato del la-voro. “In Lombardia registriamo ancora il 17,3% di abbandono scolastico, una quota signi�cativa di ra-gazzi che né studiano né lavorano”, spiega il segretario. La Cisl Scuola sta “coinvol-gendo l’intero sinda-

cato confederale ed anche la Regione, per realizzare pro-getti di integrazione, orienta-mento e apprendistato”. Inol-tre, sta sollecitando scuole e centri di formazione profes-sionale a de�nire percorsi per chi è espulso dal mondo del lavoro. “C’è necessità di un riallineamento delle com-petenze, per consentire un reinserimento lavorativo”, conclude Colombini.

■ CISL SCUOLA / Attività su più fronti del sindacato della Lombardia

Silvio Colombini, segretario regionale Cisl Scuola della Lombardia

Un allievo del settore meccanico del Cnos-Fap intento alla programmazione di un Centro di lavoro a controllo numerico

In aula durante le lezioni al Dismeq

L’entrata dell’Edificio U7, sede del Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi dell’Università di Milano-Bicocca

EventiLunedì 3 giugno 201322 Formazione

Il corso di Laurea in Mate-matica dell’Università degli

Studi di Milano (composto di un ciclo triennale e uno bien-nale per la laurea magistrale) prevede due curricula, uno generale e uno applicativo, che si di�erenziano a partire da metà del secondo anno. La laurea magistrale prevede invece un piano di studi mol-to libero, in cui gli studenti hanno un’ampia possibilità di scelta. I corsi di base includono atti-vità di supporto per facilitare il superamento degli esami e i corsi avvengono quasi tut-ti all’interno del palazzo che ospita il Dipartimento, faci-litando la socializzazione e lo studio. Inoltre il rapporto tra il numero di studenti e quello dei docenti è ottimale per una pro�cua didattica.Nell’ambito occupazionale, sulla base dell’ultima indagi-ne disponibile (ricerca Vul-canoStella 2010) i laureati magistrali del Dipartimento di Matematica dell’Universi-tà degli Studi di Milano sono tutti impiegati. In questo periodo storico, la matematica è certamente un ambito scienti�co estrema-mente vitale: interi settori so-no nati recentemente o sono

“Da 25 anni tutti i nostri studenti lavorano”. La

presidente di Accademia di Comunicazione di Milano, Donatella Palazzoli, sintetizza così l’e�cacia della formazio-ne che Accademia o�re dal 1988. Lo fa in occasione del-la presentazione dell’edizione 2013 del master in “Marke-ting e Comunicazione d’im-presa. Traditional, digital & unconventional”, le cui sele-zioni sono in corso. Le lezioni cominceranno ad ottobre per concludersi a giugno del prossimo anno, quando inizierà uno stage di 6 mesi nell’ambito della pro-fessione desiderata.

I laureati magistrali dell’ateneo trovano subito un’occupazione Il master o�re una formazione pratica e a contatto con le aziende

Un piano di studi molto libero Marketing e Comunicazione d’impresa

in grande progresso, come per esempio la Teoria dei nu-meri (la dimostrazione pochi anni fa del teorema di Fermat ha aperto nuove possibilità di sviluppo), l’Analisi Numerica (ideazione di algoritmi per simulazioni), la Teoria del Caos (come il caos emerge da sistemi deterministici e pre-visione del comportamento dei sistemi caotici) e la Ma-tematica Applicata (Finanza matematica, biomatematica e così via). La ricerca di eccellenza svolta nel Dipartimento non riguar-da soltanto i settori classici della matematica - algebra, geometria e analisi - ma è

Master accreditato Asfor, questo percorso di studio specializza in comunica-zione off e online, relazioni pubbliche e ufficio stampa-eventi; digital Pr, marketing strategico e operativo; trade marketing; brand manage-ment; web marketing; media e digital media planning; media research; account e digital account; planning strategico e digital planning strategico; project manage-ment, unconventional com-munication. “Durante il master gli stu-denti acquisiscono tutti gli strumenti e le tecniche di marketing e comunicazione

presente anche nei settori in grande fermento appena menzionati. L’indagine “Che 2010” (www.excellenceran-king.org) ha selezionato il Corso di Laurea in Mate-matica del Dipartimento fra quelli di eccellenza in Europa. In Italia solo altri tre corsi di laurea in matematica hanno avuto questo riconoscimento. La qualità della ricerca scien-ti�ca italiana è stata oggetto di una indagine sistematica una sola volta nel 2006, con la valutazione Civr - Vtr 2006. In tale occasione, il Diparti-mento di Matematica è risul-tato al primo posto, ex-equo con il Politecnico di Milano.

o� e online e le metodologie che consentono di integrarli secondo le logiche innovative del marketing non conven-zionale e della comunicazio-ne alternativa, quelle viral, guerrilla, action, ambient, experiential, holistic, tribal e word of mouth marketing”. La metodologia del master “è assolutamente pratica, poiché vi insegnano professionisti, non si utilizzano libri e du-rante il percorso formativo si opera su progetti veri, di-rettamente in contatto con aziende e le aziende valutano i lavori fatti”. Si tratta di un master a tem-po pieno, 8 ore al giorno dal lunedì al venerdì. Accademia di Comunicazione mette a disposizione borse di studio a copertura parziale della retta di frequenza per tutti coloro il cui reddito familiare è in-feriore ai 60mila euro annui. Gli iscritti al master possono fruire di prestiti d’onore che consentono di iniziare i pa-gamenti a un anno dall’inizio del corso, con rateizzazione �no a sette anni. Per iscri-versi è necessario �ssare un appuntamento presso Acca-demia (www.fondazioneacca-demia.org) per un colloquio di selezione. Gli studenti dei corsi di Accademia durante una presentazione

■ UNIMI / Le eccellenze del Dipartimento di Matematica ■ ACCADEMIA DI COMUNICAZIONE / Selezione per il master 2013-14

Una lezione presso il Dipartimento di Matematica a Milano

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EventiLunedì 3 giugno 2013 Formazione 23

FONDIMPRESA

Con Fondimpresa la cultura della formazione è cambiata, grazie al fi nanziamento dei piani formativi aziendali, settoriali e territoriali, condivisi tra le Parti Sociali.Meno burocrazia, completa autonomia nella gestione del fi nanziamento e bilateralità sono le importanti novità che hanno contribuito a rendere la for-mazione un valore per tutti. Una garanzia di crescita per gli occupati: quadri, impiegati e operai, apprendisti; un’opportunità di sviluppo per le imprese di ogni dimensione e settore; uno strumento per affrontare le situazioni di crisi attraverso l’adeguamento delle competenze e la ricollocazione dei lavoratori.Ad oggi oltre la metà delle imprese e dei lavoratori aderenti al Fondo è già stata coinvolta.Infatti con Fondimpresa ricevere i fi nanziamenti è semplice, basta solo aderire al fondo.In questo modo il contributo dello 0.30% versato all’INPS viene accantonato su un conto aziendale individuale da utilizzare per l’aggiornamento dei pro-pri dipendenti.

COME ADERIRE

Per aderire a Fondimpresa basta scegliere nella “DenunciaAziendale” del fl usso UNIEMENS aggregato, all’interno dell’elemento “FondoInterprof”, l’opzione “Adesione” selezionando il codice FIMA e inserendo il numero dei dipendenti (solo quadri, impiegati e operai) interessati all’obbligo contributivo.In questo modo, si indica la propria volontà di affi dare a Fondimpresa il proprio contributo Inps dello 0,30%.

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EventiLunedì 3 giugno 201324 Formazione

Il Centro di documentazione del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche

Un nuovo polo

di didattica e di ricerca

per le Scienze Sociali

e Politiche

estive dal taglio diverso. Come suggerisce l’elenco, il ventaglio degli insegnamenti o�erti dal Dipartimento Sps è ampio e diversi�cato, coprendo tutte le scienze sociali e politiche: non solo sociologia, scienza politica e �loso�a politica, ma anche antropologia, comunicazione, diritto pubblico e del lavoro, economia aziendale. In tutto, il dipartimento comprende 57 tra ricercatori e professori, un corpo docente di grande pre-stigio non solo accademico, co-me il senatore Pietro Ichino, o l’editorialista del Corriere della Sera Maurizio Ferrera. Ma non ci sono solo i grandi nomi: ne-gli ultimi anni il Dipartimento si è notevolmente rinnovato, e l’età media oggi è più bassa di quella che si trova nella mag-gior parte degli atenei italiani. Questo contribuisce a creare un ambiente dinamico e una ricerca di qualità: gli studiosi del dipartimento sono, infatti, promotori di numerosi proget-ti di ricerca europei e nazionali, con un calendario quotidiano di convegni, seminari di studio, presentazioni di libri e altre ini-ziative scienti�che e culturali, spesso organizzate insieme a gruppi studenteschi. Un corpo

assicurando così agli studenti la possibilità di frequentare a Pavia tutti i tre gradi del per-corso di alta formazione. In questo contesto, dunque, si articola il processo di inter-nazionalizzazione del Dipar-timento. “Il primo gradino è rappresentato dalla �tta rete di relazioni per gli scambi di studenti attraverso il progetto Erasmus, con 50 possibili se-di di destinazione in ambito europeo - prosegue la docente -. A cui si aggiunge quella ex-traeuropea per scambi con gli

■ UNIVERSITÀ DI MILANO / Gli sviluppi del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche (Sps)

■ UNIVERSITÀ DI PAVIA / Cinquant’anni di prestigio per il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali

Società, cultura e innovazione

Una formazione sempre più internazionale

docente giovane, motivato e internazionalizzato favorisce anche una didattica non tradi-zionale: i corsi dei primi anni sono disponibili in podcast, e la gran parte degli insegna-menti specializzati prevedono laboratori, esercitazioni e altre forme di didattica interattiva. I giovani studiosi si formano nei tre corsi di dottorato della Graduate School del diparti-mento, nella vicina via Pace, i cui programmi, interamente in inglese, attirano studenti da molti paesi del mondo. Due iniziative recenti, la prima di-dattica e la seconda di ricerca, danno un’idea di quello che succede in via Conservatorio. Il professor Dalla Chiesa, per molti anni parlamentare e vi-ceministro, insegna un corso

Usa e che ora stiamo amplian-do nell’area asiatica, seguendo le correnti dello sviluppo eco-nomico”. Signi�cativo anche il livello di scambio che interessa i docenti, “cosicché quanti stu-diano a Pavia hanno la possibi-lità di interagire con insegnanti che arrivano dall’estero tanto per la parte didattica che per la ricerca”. In un crescendo di elementi caratterizzanti, la Facoltà di Economia di Pavia è stata tra le prime, se non la prima in Italia, ad attivare i percorsi di doppia laurea. Il debutto risale al 1993 con l’accordo con l’Università di Strasburgo. Da allora la rete si è ampliata e oggi comprende 8 programmi di “double de-gree” con altrettante Università tra Spagna, Francia, Germania e Finlandia. “Ora stiamo per concretizzare nuovi accordi per il doppio riconoscimen-to del titolo con università in

di Sociologia della criminalità organizzata, il primo e per ora l’unico delle università italiane, attorno a cui si è creata una �tta rete di iniziative molto parteci-pate da studenti e cittadini mi-lanesi. Luigi Curini, un giovane professore di Scienza politica, è fra gli ispiratori e realizzatori del progetto Voices from the Blogs, divenuto di recente spin-o� dell’ateneo, volto a studiare l’opinione pubblica attraverso i social network, con risultati at-tendibili almeno quanto quelli dei tradizionali sondaggi, ma con maggiore tempestività e un costo molto più basso. Insom-ma, il Dipartimento Sps è uno spazio di studio cosmopolita, stimolante ed eterodosso. Mag-giori informazioni su www.sps.unimi.it.

Ungheria, Grecia, Russia e Vie-tnam e Indonesia”. Che la strada intrapresa sia quella giusta lo dimostrano alcuni indicatori che di fatto misurano il grado di successo delle iniziative: l’indice di at-trattività del Dipartimento e l’occupabilità dei laureati magi-strali. “Molti studenti arrivano da fuori regione e dall’estero e, per esempio nel corso di lau-rea magistrale in International business, gli stranieri hanno raggiunto il 30% degli iscritti, provenendo anche da Cina e altri Paesi asiatici”, evidenzia la professoressa Zucchella. Pavia, inoltre, sta dimostrando che “i percorsi di studi fortemente internazionalizzati consentono di trovare più facilmente lavo-ro anche in Italia, specie nelle grandi e medie aziende - con-clude la docente -, ma stiamo sensibilizzando anche le Pmi e i riscontri sono positivi”.

Il nuovo spazio di studio cosmopolita comprende un corpo docente di grande prestigio

Con corsi di laurea triennale a numero chiuso e 4 di laurea magistrale (2 in inglese)

Molti, a Milano e fuori, conoscono la storica

sede della facoltà di Scienze Politiche, il settecentesco pa-lazzo Resta Pallavicino, in via Conservatorio, nel cuore della città. Non tutti conoscono, pe-rò, i recenti sviluppi di questa sede dell’Università degli studi di Milano. In particolare, gli insegnamenti e le attività di ricerca nell’area delle scienze sociali e politiche da poco più di un anno sono organizzati da un nuovo dipartimento, il Di-

Giovane cinquantenne vo-cato all’internazionalizza-

zione, con la forza e il prestigio che gli è dato anche dall’appar-tenere a un casato che ha 652 anni di storia.È l’immagine, forse un po’ in-solita ma che ben trasmette il dinamismo e la determinazio-ne che contraddistinguono il Dipartimento di Scienze eco-nomiche e aziendali dell’Uni-versità di Pavia, il nome nuovo che la Facoltà di Economia ha assunto in ossequio alle norme, conservando però lo spirito che la fece nascere cinquant’anni fa per volontà dell’ateneo e degli attori economici del territorio: ovvero rispondere al meglio alla necessità dell’alta forma-zione in questo settore. “Una risposta alla quale da una deci-na d’anni abbiamo voluto dare una forte connotazione inter-nazionale - spiega il direttore del Dipartimento e docente di Marketing, Antonella Zucchel-la -, con risultati che dimostra-no essere stata una scelta felice: abbiamo una presenza signi�-cativa di studenti provenienti da tutta Italia e non solo dal Pavese e un numero crescente di stranieri”. A Pavia i corsi di laurea trien-

partimento di Scienze Sociali e Politiche (Sps). Al dipartimen-to fanno capo molti dei corsi di laurea precedentemente gestiti dalla facoltà: i trienni di Scien-ze sociali per la globalizzazio-ne, Organizzazione e risorse umane, Comunicazione e so-cietà, e le lauree specialistiche in Scienze sociali per la ricerca e le istituzioni, Scienze del lavo-ro, Amministrazioni e politiche pubbliche e Comunicazione pubblica e d’impresa. Il diparti-mento coordina anche i corsi di

nali sono a numero chiuso e i test di ammissione per il prossimo anno accademico si terranno l’11 settembre. Tre le “porte d’ingresso”, ovvero corsi con 200 posti ciascuno: Management, Economia e Amministrazione, controllo e �nanza. Quattro, invece, i corsi di laurea magistrale di cui uno già da cinque anni in inglese (International business and Economics), uno che diventerà completamente in inglese con il prossimo anno accademico (Economics, Finance and In-

laurea in Scienze politiche e in Management pubblico, e con-tribuisce alla didattica di corsi di studio quali Scienze inter-nazionali e istituzioni europee, Scienze politiche e di governo ed Economics and political science (in inglese). Oltre a que-sti, la formazione include anche Master (in Diritto del lavoro e relazioni industriali), corsi di specializzazione (in Gestione dell’immigrazione, e in Scenari internazionali della criminalità organizzata) così come Scuole

ternational integration) e due in italiano, Management ed Economia e legislazione d’im-presa. “Quest’ultimo - ricorda il direttore - ha al proprio inter-no un percorso di governance e revisione realizzato in partner-ship con PricewaterhouseCoo-pers, la quale assume i laureati particolarmente meritevoli, oltre ad assicurare una parte della docenza molto professio-nalizzante”. Il Dipartimento, inoltre, gestisce un dottorato di ricerca in Economics and management in lingua inglese,

Un gruppo di studenti del Dipartimento dell’Università di PaviaL’entrata del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali

EventiLunedì 3 giugno 2013 Formazione 25

I master L’Università Bicocca propone una vasta o erta di Master Universitari di I e di II livello, cui possono accedere i laureati (rispettivamente triennali o magistrali).Questi corsi altamente quali� canti, generalmente di durata annuale (60 Crediti Formativi Universitari), costituiscono un valido collegamento tra il sistema formativo e il mondo del lavoro e un’ottima opportunità di aggiornamento professiona-le e di approfondimento.Le attività dei master si avviano a novembre o ad aprile, sulla base dei bandi che vengono pubblicati sul sito di Ateneo. E’ at-tualmente in programmazione l’o erta master per il 2013-14.

Università degli Studi di Milano - Bicocca:un campus da vivere

Didattica eccellente, attenzione allo studente, ricerca e internazio-nalizzazione: questi sono i valori con i quali l’Università di Mila-no-Bicocca si presenta alla s� da della formazione universitaria. In soli quindici anni di vita l’Ateneo ha raggiunto importanti risul-tati: oggi l’Ateneo si posiziona tra le prime università italiane per gli elevati standard qualitativi che assicura ed è al 25° posto della classi� ca mondiale del Times Higher Education delle università con meno di 50 anni di età, una graduatoria degli ‘astri nascenti’ del panorama accademico mondiale. In pochi anni, dunque, la Bicocca ha saputo imporsi all’attenzione in-ternazionale, pronta a competere con Università di lunga tradizione.Oltre 32mila iscritti, 8mila matricole, 5.500 laureati, 900 docenti dall’età media più bassa in Italia; un campus-quartiere modernis-simo con tanto spazio per studiare, incontrarsi, scambiarsi idee e informazioni: 28 moderni edi� ci che si estendono su una super� cie totale di 290.000 mq, distribuiti tra il polo cittadino di Milano e il polo Biomedico di Monza. A disposizione degli studenti 250 laboratori di ricerca, 2000 aule cablate e attrezzate, 20mila posti aula di cui 300 per studenti disa-bili, quasi 2mila postazioni informatiche, copertura wi� integrale, decine di spazi studio attrezzati, biblioteche (3 sedi), residenze (576 alloggi e un piano di sviluppo che li porterà a 1500), mense, servizi di trasporto interni e parcheggi gratuiti a disposizione degli studen-ti e del personale.

La rete dei servizi di orientamento L’Università Bicocca dispone di una Rete integrata di Servizi di Orientamento che o rono, gratuitamente, interventi articolati di orientamento formativo e accompagnamento agli studenti e studentesse, grazie alle diverse competenze professionali presenti in Ateneo.

S.O.S. – Servizio Orientamento Studenti.Per avere informazioni a tutto tondo sull’Ateneo: o erta formativa, immatricolazioni e iscrizioni, procedure e scadenze, stage, job placement, lingue e informatica, servizi e opportunità.

Conosco e scelgo: gruppi parliamonePer chi vuole immatricolarsi e non ha le idee chiare, per chi vuole ri¡ ettere sulle modalità di ingresso nel percorso universitario, per adulti che desiderano riprendere gli studi e vivono l’incertezza della scelta.

Servizio di Consulenza psicosociale per l’orientamentoIl servizio o re colloqui di consulenza, ad accesso riservato e gratuito, per rispondere ai bisogni piscologici di orientamento e ri-orientamento in ingresso, in itinere e in uscita

Counselling psicologicoPer chi sente la necessità di uno spazio di approfondimento e chiari� cazione personale rispetto ad impasse che interferiscono con il proseguimento degli studi e la piena realizzazione delle proprie potenzialità.

L’offerta formativa – A.A. 2013/2014

GIURISPRUDENZA

DIPARTIMENTO DI SCIENZE GIURIDICHE NAZIONALI E INTERNA-ZIONALICorso di Laurea 3 anni: Scienze dei servizi giuridici (VPI).

DIPARTIMENTO DEI SISTEMI GIURIDICICorsi di Laurea magistrale 5 anni a ciclo unico: Giurisprudenza (VPI).

MEDICINA E CHIRURGIA

DIPARTIMENTO DI CHIRURGIA E MEDICINA INTERDISCIPLINARECorsi di Laurea 3 anni: Fisioterapia (NP); Igiene dentale (NP); Ostetri-cia (NP); Terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (NP).Corsi di Laurea magistrale 6 anni a ciclo unico: Odontoiatria e protesi dentaria (NP).

DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA SALUTECorsi di Laurea 3 anni: Infermieristica (NP); Tecniche di laboratorio biomedico (NP); Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia (NP).Corsi di Laurea magistrale 6 anni a ciclo unico: Medicina e chirurgia (NP).Corso di Laurea magistrale 2 anni: Scienze infermieristiche e ostetri-che (NP); Biotecnologie mediche.

SCIENZE

DIPARTIMENTO DI INFORMATICA, SISTEMISTICA E COMUNICAZIONECorsi di Laurea 3 anni: Informatica (NP).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Teoria e tecnologia della comunica-zione (con Dip.Psicologia); Informatica.

DIPARTIMENTO DI BIOTECNOLOGIE E BIOSCIENZE: Corsi di Laurea 3 anni: Biotecnologie (NP); Scienze biologiche (NP).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Biologia; Biotecnologie industriali.

DIPARTIMENTI DI SCIENZA DEI MATERIALICorsi di Laurea 3 anni: Scienza dei materiali (VPI); Scienze e tecnolo-gie chimiche (NP); Ottica e optometria (NP).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Scienza dei materiali.

DIPARTIMENTO DI FISICA “G. OCCHIALINI”Corsi di Laurea 3 anni: Fisica (VPI).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Fisica; Astrofi sica e fi sica dello spazio.

DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO E DI SCIENZE DELLA TERRACorsi di Laurea 3 anni: Scienze e tecnologie per l’ambiente (NP); Scienze e tecnologie geologiche (VPI).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Scienze e tecnologie chimiche; Scienze e tecnologie geologiche; Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio.

DIPARTIMENTO DI MATEMATICA E APPLICAZIONICorsi di Laurea 3 anni: Matematica (VPI).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Matematica.

PSICOLOGIA

DIPARTIMENTO PSICOLOGIACorsi di Laurea 3 anni: Comunicazione e psicologia (NP); Scienze e tecniche psicologiche (NP).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Psicologia clinica, dello sviluppo e neuropsicologia (NP); Psicologia dei processi sociali, decisionali e dei comportamenti economici (NP); Psicologia dello sviluppo e dei processi educativi (NP).

FORMAZIONE

DIPARTIMENTO SCIENZE UMANE PER LA FORMAZIONECorsi di Laurea 3 anni: Scienze dell’educazione (NP); Comunicazione interculturale (NP).Corsi di Laurea magistrale 5 anni a ciclo unico: Scienze della forma-zione primaria (NP).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Scienze antropologiche ed etnologi-che; Formazione e sviluppo delle risorse umane; Scienze pedagogiche.

SOCIOLOGIA

DIPARTIMENTO DI SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALECorsi di Laurea 3 anni: Scienze del turismo e comunità locale (NP); Scienze dell’organizzazione (VPI); Servizio sociale (NP); Sociologia (VPI).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Turismo territorio e sviluppo locale; Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali (NP); Sociologia; Scienze e gestione dei servizi (VPI ) (con Scuola di Giuri-sprudenza ed Economia e Statistica).

NP: numero programmato, per l’iscrizione e necessario superare un test di ammissione.VPI: Valutazione della Preparazione Iniziale, ha lo scopo di verifi care se la preparazione acquisita durante il percorso scolastico delle scuole superiori sia adeguata ai pre-requisiti disciplinari di base fi ssati dal corso di laurea prescelto. Il sostenimento di questo tipo di prova è obbligatorio; il mancato superamento, tuttavia, non pregiudica l’imma-tricolazione ma comporta alcuni impegni per lo studente.

ECONOMIA E STATISTICA

DIPARTIMENTO DI ECONOMIA, METODI QUANTITATIVI E STRATEGIE DI IMPRESACorsi di Laurea 3 anni: Marketing, comunicazione aziendale e mercati globali (VPI); Scienze statistiche ed economiche (VPI).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Scienze dell’economia; Marketing e mercati globali; Scienze statistiche ed economiche.

DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICO-AZIENDALI E DIRITTO PER L’ECONOMIACorsi di Laurea 3 anni: Economia ed amministrazione delle imprese (VPI); Economia delle banche, delle assicurazioni e degli intermediari fi nanziari (VPI).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Scienze economico-aziendali.

DIPARTIMENTO DI STATISTICA E METODI QUANTITATIVICorsi di Laurea 3 anni: Economia e commercio (VPI); Statistica e gestione delle informazioni (VPI).Corsi di Laurea magistrale 2 anni: Economia e fi nanza; Economia del turismo; Biostatistica.

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EventiLunedì 3 giugno 201326 Formazione

Il cortile del palazzo universitario di San Tommaso

ternazionali: due anni di ap-profondimento di materie in-trodotte nel triennio, alle quali se ne aggiungono di nuove, riferite sempre ai due �loni caratterizzanti, quello della preparazione alle carriere, in senso ampio, internazionali e quello del commercio, rife-rito, nei rapporti internazio-nali, all’attività economica e d’impresa. Da non dimenti-care, nel contesto formativo, l’importanza delle lingue rese disponibili dall’ateneo (com-presi giapponese, cinese e ara-bo) e la possibilità, sia per gli studenti stranieri che per quel-li italiani, di frequentare corsi

sibilità di vedere la propria mente aprirsi e diventare capace di comprendere e in-terpretare la complessità del mondo contemporaneo. Anche per questo l’Ateneo di Pavia ha istituito - con l’ulti-ma riforma universitaria - un grande Dipartimento di Studi Umanistici (http://studiuma-nistici.unipv.it), che raccoglie, in un percorso composito, ar-ticolato ma coerente, i corsi di laurea in lettere antiche e moderne, �loso�a, lingue e culture moderne, linguisti-ca, comprendendo la laurea triennale e quella speciali-stica (a Pavia si studia anche psicologia, nell’ambito di un Dipartimento di studi neuro-scienti�ci). “Stiamo parlando di un dipartimento - spiega il direttore, nonché ordinario di Filoso�a Teoretica, Silvana Borutti - che unisce l’eccellen-za della tradizione - da grandi �lologi come Cesare Segre, Dante Isella e Maria Corti, a grandi �loso� come Ludovico Geymonat e Giulio Preti - alle ottime posizioni odierne nei ranking internazionali per le attività formative e di ricerca”.Il tutto è collocato in una delle università più antiche

■ UNIVERSITÀ DI MILANO / Focus sul Dipartimento di Studi internazionali, giuridici e storico-politici, che vanta docenti di alto pro�lo

■ UNIVERSITÀ DI PAVIA / Il Dipartimento di Studi Umanistici punta su una preparazione multidisciplinare

Qui si incontrano più anime culturali

Laurea umanistica, grandi opportunità

in lingua inglese. Per le lauree magistrali, l’o�erta comprende anche il corso in “Scienze poli-tiche e di governo”, centrato su materie giuridiche del diritto interno, politologia, sociolo-gia, perfetto per rendere gli studenti in grado di collocarsi professionalmente soprattut-to nell’ambito della Pubblica Amministrazione, ma adatto anche a carriere nel settore privato. Per la formazione post laure-am, oltre ai Dottorati di ricer-ca attivati, la docente segnala un’importante novità, rappre-sentata dal master in “Ope-ratore giuridico e d’impresa

del mondo, che ha celebra-to da poco i 650 anni dalla fondazione. Qui, prosegue la docente: “L’attenzione ai sa-peri tradizionali, intesi come strumento-guida per la lettu-ra e l’interpretazione anche della realtà contemporanea, e allo sviluppo delle capacità critiche dell’individuo, sono al centro del piano didattico e formativo. La più sicura gui-da attraverso il cambiamento è la fedeltà ai valori originari di costruzione e trasmissione del sapere, proprio in funzio-ne dei momenti di crisi dei mercati, dell’economia, della società e, contemporanea-mente, delle istituzioni e delle dinamiche di convivenza”.Il dipartimento ha un rappor-to numerico docenti-studenti fra i più favorevoli in Italia e ottime strutture per la didatti-ca: aule, un centro linguistico, numerose biblioteche specia-lizzate in diversi settori. I do-

per la Germania (Mogiger)”, proposto con il patrocinio del Consolato Generale di Germania a Milano. “Il lega-me tra i due Paesi - spiega la professoressa Lupone - è forte. È essenziale, dunque, che si formi una �gura professionale in grado di muoversi bene in Italia con un partner tedesco, i cui modelli giuridici, cultu-rali ed economici presentano speci�cità diverse dalle nostre. Per gli iscritti - selezionati nel numero massimo di venti - sono previste 500 ore di di-dattica sul diritto tedesco, sul modello economico, politico e sociale, sull’Unione Europea e le relazioni internazionali, su media e cultura, sulla lingua e sui linguaggi specialistici, cui fa seguito lo stage presso enti e imprese che collaborano con noi”. Oltre a quanto indicato, il Dipartimento di�erenzia la propria o�erta formativa, ri-spetto alla città di Milano e ad altre università, per ulteriori punti di forza. Per esempio, spiega Roberta Clerici, presi-dente del Collegio didattico del corso di Laurea in Scien-ze Internazionali e Istituzioni Europee: “L’estrema quali-tà del corpo docente, attivo, giovane, capace di lavorare in gruppo e dunque di dar vita a corsi di laurea integrati tra loro, attenti alle esigenze della realtà economica e po-litica attuale. I nostri corsi, la cui didattica è strutturata per trimestri, consentono in�ne di fornire molteplici sbocchi professionali, grazie alle com-petenze frastagliate garantite”.

centi sono impegnati in scam-bi internazionali, che creano un circolo virtuoso tra ricerca e formazione. L’appeal dell’ate-neo pavese è anche dato dalla presenza di una rete di collegi universitari unica in Italia e al mondo: strutture non solo di accoglienza, ma vere e proprie agenzie culturali, a cui si ag-giunge l’Istituto Universitario di Studi Superiori.“Il Dipartimento di Studi Umanistici”, sottolinea il di-rettore, “incentra la sua pro-posta formativa sul concet-to di multidisciplinarità, in quanto permette di organiz-zare i piani di studio secondo percorsi anche trasversali; è molto attivo nell’attuazione dei programmi Socrates ed Erasmus. Solo in questo con-testo, con studenti provenien-ti da tutta Italia, è possibile vivere il tempo universitario come un vero scambio tra di-versi orizzonti culturali”.

Ad attrarre il maggior numero di studenti è il corso triennale in Scienze internazionali e Istituzioni europee

Lo studente è elastico ed eclettico, in grado di adattarsi al mondo del lavoro in mutamento

Il Dipartimento di Studi internazionali, giuridici e

storico-politici dell’Università degli Studi di Milano, è, come esplicita la stessa dicitura, il punto di incontro di più ani-me di approfondimento cul-turale, che comprendono sia le materie giuridiche con orien-tamento internazionale e ver-so l’Unione Europea, il diritto interno e comparato, sia l’area della storia e della politologia nelle relazioni internazionali, sia quella della geogra�a po-litica ed economica e include nell’o�erta didattica materie economiche, ambiti della so-ciologia e insegnamenti lin-guistici.

Chi è davvero certo che, nei tempi di crisi, la pro-

fessionalizzazione estrema sia vincente? Oggi sono pro-prio gli studi a base metodo-logica, e aperti su un ampio spettro culturale, a formare �gure �essibili, che riescono a trovare una collocazione nel mercato del lavoro con facilità. In Italia e all’estero. È questa una possibilità da con-siderare seriamente, per uno studente che oggi voglia iscri-versi a una laurea umanistica.La preparazione di base, l’abi-

“L’o�erta formativa si esplica in un corso di laurea trien-nale, che è quello che attrae il maggior numero di studenti, in ‘Scienze internazionali e Istituzioni europee’ - spiega il direttore del dipartimento, Angela Lupone -. Un corso certamente non facile, che impegna gli studenti sin dai primi mesi. Gli iscritti di quest’anno, quasi 500 - ossia il 30% in più rispetto allo scorso anno accademico - hanno già dimostrato di possedere eccel-lenti qualità”. Il corso si artico-la in un biennio unico, seguito da un terzo anno che prevede quattro curricula: Istituzioni e organizzazioni internazionali,

tudine alla ri�essione, all’ar-gomentazione e alla critica, o�erta da studi �loso�ci o letterari, rendono lo studente abbastanza elastico e ecletti-co, capace di adattarsi alle di-verse e inaspettate possibilità del mercato del lavoro, sia che si tratti di impieghi “classici” come editoria e giornalismo (online e tradizionale) che delle professioni legate alla comunicazione, al turismo, all’industria culturale e al-le attività di consulenza che hanno a che fare con lo svi-

Commercio internazionale, Cultura e istituzioni dei Paesi extraeuropei e Integrazione europea. A di�erenza dei percorsi pro-posti da altre università, questi curricula “consentono ai no-stri studenti di presentarsi nel mondo del lavoro con �gure professionali che si adattano bene a diversi contesti - con-tinua la docente -. Il laureato è dunque in grado di passare attraverso ambiti lavorativi di-versi, perché è abituato a con-frontarsi con realtà di�erenti”. Sbocco naturale di questo cor-so di studi è il corso di laurea magistrale in Relazionali In-

luppo territoriale inteso come patrimonio storico-artistico e ambientale.Il mondo del lavoro richiede professionisti capaci di co-noscere la propria storia, sa-per interpretare le tendenze culturali, imparare a leggere i bisogni di�usi: una laurea umanistica è il migliore e più completo approccio per costruire questo tipo di ca-pacità. Se poi il corso di studi viene seguito in un campus grande quanto un’intera città, ecco che davvero c’è la pos-

Il Cortile delle Magnolie, nel palazzo centrale dell’Università di Pavia. L’Ateneo ha da poco compiuto 650 anni

Alunni e docenti del corso di laurea

in Scienze Internazionali

e Istituzioni Europee

Il cortile della Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano

EXHIBITIONIST

EventiLunedì 3 giugno 2013 Formazione 27

28 EventiLunedì 3 giugno 2013

DIFFONDERE CONOSCENZAAbbiamo il privilegio di formare adulti che si assumono responsabilità nella società.Ogni anno migliaia di persone si rivolgono a noi per imparare a esercitare la propria pro-fessione a livello di eccellenza. Sono medici, dirigenti ospedalieri, componenti dei corpi di polizia locale, amministratori, volontari, insegnanti. Figure che imparano ad operare nel sistema e da cui il sistema impara.E anche noi, attraverso la formazione, impariamo a conoscere il sistema.Si tratta di un’attività esaltante e imponente, con centinaia di migliaia di ore di lezione teoriche e pratiche.

Organizziamo seminari, convegni, corsi e percorsi formativi anche pluriennali.In molti casi queste attività sono diventate vere e proprie scuole:

Accademia per gli u� ciali e sottu� ciali di Polizia LocaleCorso triennale di formazione speci� ca in Medicina GeneraleScuola di Direzione in SanitàScuola per l’AmbienteScuola Superiore di Alta AmministrazioneScuola Superiore di Protezione Civile

SERVIZI E PRODOTTIÉupolis Lombardia mette a disposizione di tutti i soggetti, pubblici e privati, le sue compe-tenze. Ecco alcuni dei nostri prodotti, divisi per settori di competenza:

13.500 persone formate16 osservatori120 studi e ricerche13 rilevazioni campionarie300 elaborazioni dati 58 eventi comunicativi5 volumi

54 uscite di pubblicazioni periodiche74 dipendenti33 giovani ricercatori2.300 esperti accreditati14.000 titoli nel centro di documentazione3.000 metri quadri di spazi per la formazione

I NOSTRINUMERI

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NTA

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A SERVIZIO DEL SISTEMAREGIONALE

Il nome è un neologismo che richiama l’espressione greca “buona città”, “buon go-verno”; è l’Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione di Regione Lombardia, operativo dal 1 gennaio 2011.Éupolis Lombardia è un unicum nel panorama nazionale e internazionale: un istituto che unifica le tre funzioni della ricerca, della formazione e della statistica, prima affidate a tre soggetti diversi.Tre dimensioni integrate, come integrato ė il patrimonio di esperienze e competenze di istituzioni e persone che da decenni avevano lavorato al supporto tecnico-scien-tifico delle politiche.Il tutto per contribuire al “buon governo” del sistema regionale attraverso la produ-zione e diffusione di conoscenza per la pubblica amministrazione; ma soprattutto per la società e insieme ai soggetti della società: università, scuole, terzo settore, imprese, associazioni.

PRODURRE CONOSCENZANell’ era della conoscenza e di Internet siamo travolti dalla quantità di informazioni, ma ci manca spesso qualità e sintesi; di fronte a problemi sempre più complessi, è più di� cile disporre di conoscenza utilizzabile, non astratta; rigorosa, non super� ciale.Questo è il nostro mestiere: produrre informazioni e analisi scienti� camente fondate, acces-sibili, comprensibili, utilizzabili da chi deve decidere. Lo facciamo con le meto-dologie proprie della ricerca, investendo sulle competenze interne e costruendo relazioni con il sistema universitario e della ricerca nazionale e internaziona-le. È una conoscenza prodotta insieme partendo dai bisogni del committente, accompagnando le esigenze di chi deve scegliere e intervenire, spesso in tempi limitati, su questioni decisive.

RicercaStudi comparativiValutazioni di impattoAnalisi costi/bene� ciDossier tematiciPolicy brief

CounselingProgettazione europea Accompagnamento alle istituzioni e institutional buildingConduzione focus group e interviste

StatisticaElaborazione datiCreazione e gestione basi di datiPiani di campionamentoIndagini campionarie con metodoCATI/CAWI Rilevazioni previste nel Programma Statistico Nazionale

FormazionePercorsi di management pubblicoCorsi per lo sviluppo di competenze trasversali e di ruoloCorsi per l’aggiornamento di competenze tecnico-specialisticheSeminari, eventi formativi,convention direzionali

Altre attivitàPubblicazioni (progettazione e realizzazione)Eventi (progettazione e realizzazione)Concorsi pubblici (organizzazione e gestione)Accreditamento eventi e percorsi formativi (gestione dei processi di controlloe accreditamento)

Via Taramelli, 12/F - 20124 Milano Tel. +39 02 6738301 - Fax. +39 02 6696945

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