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PARTE TERZAPAG. 187-219

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Nella Parte terza si illustrano gli interventi– pianificati/progettati/auspicati/suggeriti –sul patrimonio d’arte rupestre e sul relativocontesto territoriale e infrastrutturale (sinteti-camente elencati anche nell’Allegato 29 in Ap-pendice).

10. PIANO DEGLI INTERVENTISULLE STRUTTURE

Nel caso del sito UNESCO n. 94 “Arte Ru-pestre della Valcamonica” si intendono per“strutture” i Parchi (1 - Piano di interventoper l’adeguamento e la valorizzazione dei Par-chi d’Arte Rupestre, infra). Essi costituiscono iprincipali centri dell’arte rupestre, unitamen-te a tutte le componenti ad essi strettamenteconnesse: le strutture informative e promozio-nali, cioè i centri d’informazione e didatticiposti all’ingresso dei parchi (Parco Comunaledi Luine e costituendo Parco ArcheologicoComunale di Seradina-Bedolina), e le struttu-re espositive (Musei, Antiquaria), ubicate siaall’interno dei parchi (l’Antiquarium presentenel Parco Nazionale delle Incisioni Rupestridi Capo di Ponte) sia all’esterno (il Museodella Riserva nel centro storico di Nadro, col-legato alla Riserva Regionale delle IncisioniRupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo).

Il costituendo Museo Nazionale delle Prei-storia della Valle Camonica, in corso di allesti-mento a Capo di Ponte nella settecentesca Vil-la Agostani e la cui apertura al pubblico è pro-grammata per il 2008 (2 - Piano di interventoper la realizzazione del Museo Nazionale dellaPreistoria della Valle Camonica, infra), rientraanch’esso nel complesso delle “strutture” col-

legate all’arte rupestre e, più in generale, al-l’archeologia preistorica e protostorica dellaValle. Questa si articola ulteriormente in unaserie di importanti contesti archeologici passi-bili di essere con il tempo valorizzati e resi visi-tabili nell’ambito della “rete dei percorsi stori-ci”, pure essi di importante interesse per qua-lità e grado di conservazione (5 - Piano di in-tervento sulla rete dei percorsi storici).

Numerosi sono i siti archeologici che po-trebbero essere oggetto di un piano di valoriz-zazione a medio termine, per offrire una visio-ne della Valle Camonica come “Valle delle In-cisioni” e anche degli uomini che le hannoprodotte nei millenni, dei loro abitati, dellenecropoli, dei luoghi di culto e delle sedi delleattività economiche. Di questi siti, alcuni sonogià in corso di valorizzazione, nell’ambito diprogetti avviati dalle comunità locali in accor-do con la Regione Lombardia e le competentiSoprintendenze, per i Beni Archeologici e peri Beni Architettonici e il Paesaggio, con ilcoordinamento della Direzione Regionale peri Beni Culturali e Paesaggistici (3 - Piano di in-tervento per la valorizzazione dei siti archeolo-gici pre-protostorici).

Da tutti questi interventi, già programmatie in parte realizzati, risulterà, nell’arco di cin-que anni, un sistema assai articolato che, fa-cendo perno sul complesso dei Parchi d’ArteRupestre e dei siti con incisioni via via valoriz-zati e inseriti nei percorsi di visita, si colleghistrettamente con gli altri siti e musei archeolo-gici della Valle. Ne risulterà sicuramente arric-chito per il visitatore il quadro di conoscenza edi comprensione della Valle Camonica, carat-terizzata come noto da grande complessità perla durata del fenomeno “arte rupestre” fino ad

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PARTE TERZA

Tutela e conservazione

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età storica avanzata e per le sue connessionicon gli altri aspetti culturali in senso lato.

Il centenario della scoperta dell’arte rupe-stre nel 2009 potrebbe essere assunto cometappa doverosa di questo ampio e ricco pro-gramma.

Questo “sistema archeologico dell’arte ru-pestre e della preistoria e protostoria camuna”sarà ulteriormente arricchito nel tempo con lavalorizzazione degli altri numerosi siti d’arterupestre elencati in premessa (Parte prima,Elenco dei siti con arte rupestre, pp. 74-82),distribuiti dalla Bassa all’Alta Valle, dal fondo-valle alle alte quote, e in parte già oggi visitabi-li (4 - Piano di intervento per il rilevamento, ladocumentazione e la valorizzazione degli altrisiti d’arte rupestre della Valle Camonica).

L’importanza storico-culturale del sito UNE-SCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”trova inoltre un logico completamento nel Mu-seo Nazionale della Civiltà Romana di CividateCamuno, nei resti della romanizzazione (la casacamuna di Pescarzo) e nei complessi archeologi-ci di età romana, alcuni dei quali di caratteremonumentale (il Teatro e l’Anfiteatro di Civida-te Camuno ed il Santuario di Minerva a Breno).

Il sito si configura quindi come molto piùarticolato e complesso di quanto la semplicedenominazione “arte rupestre” lasci intende-re: esso va infatti considerato e conosciuto nel-le sue relazioni con i contesti archeologici coe-vi e successivi, e va letto nel suo sviluppo dia-cronico come fenomeno che ha connotato inmodo del tutto peculiare la Valle, così da chia-rire anche certi suoi esiti moderni. Va insom-ma visto come un “ecomuseo”, un insieme in-scindibile di storia e natura, di cultura e di tra-dizioni, un palinsesto territoriale di grande si-gnificato e con una sua propria identità.

Particolare attenzione andrà pertanto riser-vata non solo alle espressioni d’arte rupestrema a tutto l’ambito archeologico territorialenei suoi vari aspetti: la trama dei percorsi stori-ci, i contesti archeologici, i segni di devozione,di memoria o di negazione legati all’arte rupe-stre (edicole religiose – “santelle” –, oratori,chiese; credenze e leggende; toponimi).

Il Piano di Gestione del sito UNESCO n. 94“Arte Rupestre della Valle Camonica” deveinoltre considerare tra gli obiettivi primari an-che il recupero dei valori paesaggistici della

Valle, in quanto essi risultano strettamenteconnessi con le testimonianze d’arte rupestre,la cui comprensione non può prescindere dalcontesto territoriale dove sono collocate.

Ne deriva che il Piano degli interventi sullestrutture, intese qui come i Parchi d’Arte Ru-pestre finora costituiti, deve prevedere ancheinterventi finalizzati ad un ripristino paesaggi-stico all’esterno dei Parchi e dei siti d’arte ru-pestre. Particolare attenzione dovrà essere de-dicata soprattutto al fondovalle (6 - Piano diintervento per il ripristino paesaggistico delfondovalle), che risulta pesantemente com-promesso per alcuni tratti da una disordinataedificazione (industriale, artigianale e residen-ziale), da infrastrutture di grande impatto fisi-co e visivo (la Strada Statale 42) e da una fittaserie di elettrodotti, peraltro strategici per losviluppo nazionale (Figg. 168-172). La ValleCamonica costituisce infatti un corridoio tec-nologico di primaria importanza, percorso findagli inizi del XX secolo da una serie di lineeelettriche, i cui tracciati sono stati modificatiproprio in funzione della tutela dell’arte rupe-stre e possono essere ulteriormente migliorati.

Si individuano pertanto come obiettivi delPiano:1. coordinamento degli interventi in sintonia tra

tutti i Parchi d’Arte Rupestre della Valle Ca-monica (di pertinenza di vari Enti e delloStato), per il riconoscimento della naturagiuridica di parchi archeologici, l’adeguamentodello standard delle strutture e la dotazione deiservizi necessari;

2. creazione del Museo Nazionale della Preistoria del-la Valle Camonica a Capo di Ponte, con fun-zione, oltre che espositiva, di raccordo, do-cumentazione e orientamento al patrimoniod’arte rupestre e archeologico della Valle;

3. stretto collegamento nella pianificazione con il si-stema museale della Valle Camonica, in corsodi definizione da parte della Provincia aisensi della vigente normativa regionale, e,più in generale, con l’articolata realtà ar-cheologica della Valle. L’inserimento deiParchi d’Arte Rupestre nella rete del siste-ma museale, territoriale e tipologico, potràfavorire anche la “gestione congiunta” di al-cuni servizi di assistenza culturale e di ospi-talità per il pubblico (didattico, di divulga-zione, di promozione turistica, di acco-glienza) per rendere omogenea la qualità

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dei servizi offerti e per promuovere lo svi-luppo del turismo culturale;

4. allargamento dell’azione di valorizzazione a tuttii siti d’arte rupestre, in quanto espressionedel patrimonio mondiale tutelato;

5. coordinamento degli interventi sui Parchi e si-ti d’Arte Rupestre con il Piano di valorizzazio-ne dei contesti archeologici e dei percorsi storici;

6. recupero dei valori paesaggistici.

Si propongono quindi i seguenti Piani diintervento:1. Piano di intervento per l’adeguamento e la

valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre;2. Piano di intervento per la realizzazione del

Museo Nazionale della Preistoria della ValleCamonica;

3. Piano di intervento per la valorizzazionedei siti archeologici pre-protostorici;

4. Piano di intervento per il rilevamento, ladocumentazione e la valorizzazione degli al-tri siti d’arte rupestre della Valle Camonicanon compresi nei Parchi d’Arte Rupestre;

5. Piano di intervento sulla rete dei percorsistorici;

6. Piano di intervento per il ripristino paesag-gistico del fondovalle.I Piani 1-5 si possono sviluppare e conclude-

re in un arco di tempo non superiore ai cinqueanni, mentre il Piano 6 richiede condivisionedi intenti di poteri forti e sovraterritoriali, inve-stimenti piuttosto consistenti e il coinvolgimen-to partecipato delle comunità locali, che indu-cono a prevedere un arco di tempo di 10 anni.

Nel “Piano degli Interventi descritti nelleParti terza e quarta del Piano di Gestione”(All. 29) si sintetizzano le voci dei singoli Pia-ni, i tempi di realizzazione, gli Enti preposti opromotori, i finanziamenti stimati e le possibilifonti di finanziamento.

10.1 Piano di intervento per l’adeguamento ela valorizzazione dei Parchi d’Arte Rupestre

La situazione dei Parchi d’Arte Rupestrecompresi nel sito UNESCO n. 94 (descritti nel-le Parti prima e seconda del presente Piano diGestione) è molto discontinua per grado diadeguamento amministrativo, di progettazione,di allestimento generale, di predisposizione de-gli apparati didattici e didascalici e di strutturee/o apparati per l’informazione e l’esposizione.

Ne deriva che è necessario predisporre unPiano articolato che comprenda la serie diazioni necessarie per portare tutti i Parchi esi-stenti, nell’arco di cinque anni (2005-2009),alla conclusione dell’iter amministrativo diriconoscimento e all’adeguamento degli ap-parati didattici, espositivi e di accoglienzadel pubblico, nello spirito di una valorizzazio-ne del bene che sia rispettosa della sua iden-tità, come riconosciuta nella dichiarazioneUNESCO del 1979, consona alla sua conserva-zione e rispondente a corretti criteri di frui-zione.

Questo Piano dovrà svolgersi in piena sinto-nia e stretto coordinamento tra tutti i Parchid’Arte Rupestre della Valle Camonica (di per-tinenza di vari Enti e dello Stato), con periodi-che verifiche sullo stato d’avanzamento dei la-vori, su eventuali criticità e sulla conseguentenecessità di predisporre dei correttivi, da partedel consesso degli Enti gestori dei Parchi e de-gli Enti preposti alla tutela, alla valorizzazioneed alla pianificazione territoriale.

La sequenza di azioni risulta così scanditanel tempo, in ordine di priorità:

10.1.1 Adeguamento del riconoscimentoformale dei parchi, a norma di legge

È necessario portare, in primo luogo, tutti iParchi ad un livello omogeneo, consono allaqualifica di “parchi”, a volte rimasta allo stadiodi definizione senza l’assunzione di concreteazioni per il loro completamento: è il caso deiParchi di Sonico e di Sellero, nonché di quel-lo, in corso di allestimento, di Seradina-Bedoli-na, costituiti con deliberazione comunale, peri quali non è stato chiesto o ottenuto il ricono-scimento da parte della Regione Lombardia,l’Ente che “disciplina la fruizione dei beni presentinegli istituti e nei luoghi della cultura non apparte-nenti allo Stato o dei quali lo Stato abbia trasferitola disponibilità sulla base della normativa vigente”(D.L.vo del 22 gennaio 2004 n. 42, art. 102,c.2). Pare questa l’occasione per cercare diadeguare la normativa regionale in materia diparchi con il riconoscimento della natura diparchi archeologici, propria dei Parchi d’ArteRupestre, sia per il Parco Archeologico Comu-nale di Seradina-Bedolina di Capo di Ponte, ilParco comunale di Sellero e il Parco plurite-

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matico “Còren de le Fate” di Sonico sia perParchi già da tempo riconosciuti dalla Regio-ne Lombardia con definizioni diverse da quel-la di “Parco Archeologico” e dotati di Piano,come la Riserva Regionale delle Incisioni Ru-pestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (o il Par-co Regionale dell’Adamello).

Infatti la Regione Lombardia non ha anco-ra recepito la definizione di parco archeologicoche la legislazione statale in materia di beniculturali, fin dal 1999 (D.L.vo 490/1999) e piùrecentemente (D.L.vo del 22 gennaio 2004 n.42, art. 101 Istituti e luoghi della cultura, commae) ha invece adottato (“parco archeologico”, unambito territoriale caratterizzato da importanti evi-denze archeologiche e dalla compresenza di valoristorici, paesaggistici o ambientali, attrezzato comemuseo all’aperto). Per questa ragione ancora og-gi i Parchi d’Arte Rupestre della Valle Camoni-ca, ad esclusione di quelli nazionali diretta-mente gestiti dallo Stato, sono definiti AreeProtette, in base alla normativa regionale(L.R. n. 86/1983), con le relative conseguen-ze: difficoltà a vedersi finanziate opere di con-servazione e restauro, di ricerca e documenta-zione del patrimonio archeologico. In altri ca-si, come avvenuto per la Riserva Regionale del-le Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Pa-spardo, la Regione Lombardia ha riconosciutosolo ad una parte della Riserva, cioè il MuseoDidattico della Riserva Naturale, la qualifica di“museo” (riconoscimento della d.g.r. del 5 no-vembre 2004, n. 7/19262).

Si ravvisa pertanto l’urgenza di perveniread un adeguamento (riconoscimento della na-tura di “parco archeologico”), da parte dellaRegione Lombardia (analogamente a quantodi recente fatto in materia di Parchi archeolo-gici, in modo apprezzabile, dalla Regione La-zio con la L.R. n. 18 del 9 dicembre 2004), siaper i Parchi ancora privi del riconoscimento(il Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina di Capo di Ponte, il Parco Comunaledi Sellero) sia per la Riserva Regionale delleIncisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspar-do, già da tempo riconosciuta dalla RegioneLombardia (con Delibera del Consiglio Regio-nale 2 marzo 1988, n. IV/938) e dotata di Pia-no (Piano approvato con d.g.r. del 3 novem-bre 1992, n. 5/29143)11.

10.1.2 Adeguamento espositivo

Contestualmente all’adeguamento ammini-strativo bisogna procedere all’allestimento deiParchi che ancora ne sono privi (il Parco Co-munale di Sellero) e all’adeguamento dei per-corsi e degli apparati espositivi, come di segui-to evidenziato per ogni parco:

1. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri,Capo di Ponte

Il Parco, che è stato fondato nel 1955 e fattooggetto di un sistematico intervento di allesti-mento nel 1989 (Figg. 152-155), via via aggior-nato nel tempo, necessita di interventi diffusidi miglioramento e adeguamento dei percorsie degli apparati espositivi, di seguito indicati:• sostituzione della targa esistente all’ingres-

so con una aggiornata e omogenea chemenzioni l’appartenenza al sito UNESCO;

• ripristino dei versanti, soggetti ad erosionein alcune zone particolarmente sottoposteall’impatto antropico dei visitatori (sentiericon radici esposte, tratti di percorso scosce-so da sostituire possibilmente con tracciatialternativi più acclivi);

• proseguimento della sistemazione dei per-corsi per favorire l’accesso ai disabili e com-pletamento dell’allestimento di un trattodel percorso per ciechi e ipovedenti, conappositi pannelli che integrino la versionein codice Braille ora a disposizione;

• non appena concluso il procedimento diesproprio dei terreni di proprietà privataesistenti all’interno del perimetro (2006), ilParco dovrà dotarsi di ulteriori apparati di-dattici (pannelli) che finora non era statopossibile collocare su terreno privato;

• creazione di un punto di sosta al coperto,per accogliere e riparare i visitatori in casodi pioggia o per quanti desiderano conce-dersi una pausa nel corso della visita delParco; esso potrebbe svolgere anche la fun-zione di centro di informazione dove pre-sentare ai gruppi di visitatori il Parco;

• creazione di un posto di ristoro all’internodel Parco, per permettere la sosta dei visita-tori che vogliano impegnarsi in una visita

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11 Il Parco Comunale di Luine a Darfo Boario Terme rientra nel Parco Locale di Interesse Sovracomunale del LagoMoro. Il Parco pluritematico “Còren de le Fate” di Sonico rientra nel Parco Regionale dell’Adamello.

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prolungata del Sito che, con le sue 104 roc-ce, rappresenta uno dei più cospicui com-plessi d’arte rupestre della Valle;

• una volta concluso l’esproprio, si potrà pro-cedere con il completamento della recin-zione del Parco sul lato Sud, dove confinacon la Riserva Regionale delle Incisioni Ru-pestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Conla Riserva sarebbe anche opportuno studia-re un sistema di passaggio dei visitatori daun Parco all’altro, sia per chi viene da Na-quane (Parco con ingresso a pagamento)sia per chi sale da Foppe di Nadro, lungo ilpercorso storico che collega già ora le duelocalità (Fig. 167).Si rammenta che l’ampliamento del Parcoa seguito dell’esproprio comporterà l’alle-stimento espositivo (pannelli didattici, crea-zione di percorsi, etc.) della nuova area.

2. Parco Archeologico Nazionale dei Massidi Cemmo, Capo di Ponte

Il Parco, in corso di allestimento, verràinaugurato nell’ottobre 2005, con gli apparatinecessari già predisposti (Fig. 157). È in pro-getto, con la collaborazione dell’Istituto deiCiechi di Milano e della SCA-Società Coopera-tiva Archeologica, anche la dotazione espositi-va minima per ciechi e ipovedenti, eventual-mente da ampliare a breve termine.

3. Parco Comunale di Luine,Darfo Boario Terme

Il Parco, di recente inglobato nel Parco Lo-cale di Interesse Sovracomunale del Lago Mo-ro, è stato migliorato negli anni scorsi con lacreazione di percorsi, attrezzati con apparatididattici, ed è stato dotato di un Centro infor-mativo e di esposizione didattica (Fig. 158).

Nel 2005, con il Piano pluriennale degli inter-venti nel Parco Locale di Interesse Sovracomunaledel Lago Moro (per una cifra complessiva di €8.610.280,00 in 5 anni), approvato dalle dueAmministrazioni comunali di Darfo BoarioTerme e di Angolo Terme che gestiscono dettoParco, sono stati previsti nei prossimi anni i se-guenti specifici lavori nel Parco di Luine: l’a-deguamento del Centro-Parco e la valorizza-zione del patrimonio d’arte rupestre (spesaprevista € 350.000,00).

In attesa quindi di definire il progetto rela-tivo, che dovrà affrontare in via prioritaria ilproblema della conservazione delle rocce inci-se, si elencano alcuni interventi migliorativiper l’adeguamento espositivo e altri preparato-ri per elaborare un apposito Piano della con-servazione:• riconoscimento formale del Parco Comu-

nale di Luine da parte della Regione (conle modalità sopra richiamate che ne ricono-scano la natura di “parco archeologico”);

• va evidenziata con apposita targa l’apparte-nenza del Parco al patrimonio mondialeUNESCO;

• risulta inoltre necessario potenziare il nu-mero dei pannelli ad illustrazione delle roc-ce incise che sono poco visibili, data la na-tura litologica (conglomerato, localmentedefinito Pietra Simona) e lo stato di conser-vazione (necessitano con urgenza di inter-venti di pulitura e restauro, come sotto spe-cificato);

• si suggerisce di attrezzare i percorsi ancheper visite notturne, per attirare i turisti chefrequentano nel periodo estivo le vicine ter-me. Dovrà essere studiato un adeguato si-stema di illuminazione delle rocce a luceradente che, come noto, offre la miglioreleggibilità delle incisioni;

• si ritiene opportuno creare i necessari col-legamenti tematici con il restante territoriodel Parco Locale di Interesse Sovracomuna-le del Lago Moro, dove esistono altre im-portanti aree con arte rupestre (la localitàMonticolo di Darfo Boario Terme e la loca-lità Sorline di Angolo Terme);

• è urgente procedere alla ricognizione emappatura della situazione conservativa del-le rocce, per predisporre un adeguato Pianodi Manutenzione e Restauro delle rocce,che risultano poco leggibili per la presenzaestesa di micro-organismi (Piano degli inter-venti di manutenzione e restauro);

• sembra infine di grande importanza per losviluppo delle visite la costruzione dellastrada di accesso che l’Amministrazione co-munale ha progettato per collegare diretta-mente la zona delle terme, nel centro diBoario, al Parco di Luine. Questo percorsofaciliterebbe l’accesso a piedi al Parco perchi già fosse a Darfo o vi giungesse con laferrovia;

• è necessario estendere il perimetro del Par-

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co fino a comprendere sia le rocce prossi-me al parcheggio della Chiesa sia quelle neipressi della cava di pietra simona.

4. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, Capo di Ponte

Il Parco, in corso di allestimento, verràinaugurato nell’ottobre 2005, con gli apparatinecessari già predisposti (Fig. 159). L’Ammini-strazione Comunale, per parte sua, si è impe-gnata ad individuare la forma istituzionale digestione più idonea in funzione del contestoterritoriale comunale o comprensoriale.

Inoltre sono da risolvere e concludere i se-guenti interventi:• riconoscimento formale del Parco, da parte

della Regione (con le modalità sopra ri-chiamate che ne riconoscano la natura di“parco archeologico”);

• ampliamento dei confini con una definizio-ne del perimetro del Parco che sia consonaalla sua identità culturale e geografica e nonsolo alla proprietà (comunale, per recenteacquisizione). In tal senso si raccomandache i confini del Parco vengano estesi a com-prendere le aree con rocce incise poste aNord-Ovest (località Dos del Mirichì e Re-dondo) e a Nord-Est (la rupe di S. Rocco);

• è necessario procedere alla ricognizione emappatura della situazione conservativadelle rocce, per predisporre un adeguatoPiano di Manutenzione e Restauro dellerocce (Piano degli interventi di manuten-zione e restauro);

• predisposizione delle dotazioni didattiche(il progetto è già stato presentato alla Re-gione Lombardia ma non è stato ancora fi-nanziato);

• studio di un progetto per ripristinare l’anti-ca viabilità storica tra il Parco ArcheologicoComunale di Seradina-Bedolina e il ParcoComunale di Sellero, utilizzando i percorsistorici esistenti che attraversano le “bufferzone” definite attorno ai due Parchi;

• entro il 2006 verrà realizzato un collega-mento pedonale tra il Parco ArcheologicoNazionale dei Massi di Cemmo ed il ParcoArcheologico Comunale di Seradina-Bedo-lina, dotato di segnaletica omogenea verso idue Parchi e comprensivo di due aree diparcheggio.

5. Parco Comunale di Sellero

Questo Parco, che pure presenta caratteridi unicità nel panorama dell’arte rupestre, èin itinere, sia dal punto di vista del riconosci-mento giuridico sia per quanto concerne lacreazione dei percorsi e la dotazione espositi-va. Risulta anche opportuno ampliarne i confi-ni a comprendere aree contigue e di superfi-cie non estesa con rocce incise. In tal senso vaprecisato che l’Amministrazione comunale hagià recepito, nell’elaborazione del nuovo Pia-no Regolatore Generale, queste indicazioni,come pure quelle sulla definizione di un’areacircostante al Parco Comunale come “bufferzone”.

L’Amministrazione Comunale, per partesua, si è impegnata ad individuare la formaistituzionale di gestione e di valorizzazione piùidonea in funzione del contesto territoriale co-munale o comprensoriale.

Si elencano gli interventi da programmare:• riconoscimento formale, da parte della Re-

gione, del Parco Comunale (con le moda-lità sopra richiamate che ne riconoscano lanatura di “parco archeologico”);

• ampliamento dei confini del Parco per in-globare le contigue località con rocce inci-se di Isù-Barnil, immediatamente a Nord, ePià d’Ort-Coren, a Sud, al confine con Ca-po di Ponte;

• creazione di percorsi di visita e di ogni ne-cessaria dotazione didattica ed espositivaper l’accoglienza dei visitatori e l’illustrazio-ne del patrimonio d’arte rupestre;

• nella fase di attuazione di quanto sopra, sirende necessario procedere anche alla rico-gnizione ed alla mappatura della situazioneconservativa delle rocce, per predisporreun adeguato Piano di Manutenzione e Re-stauro, preliminare all’apertura al pubblicodel Parco (Piano degli interventi di manu-tenzione e restauro).

6. Parco pluritematico del “Còren de le Fate”,Sonico

Il Parco, allestito non molti anni orsono(Fig. 160), è un’area tematica archeologica ri-cadente nel Parco dell’Adamello. Questo spie-ga perché non disponga di una perimetrazio-ne propria e manchi anche del riconoscimen-

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to regionale come Parco con incisioni rupe-stri.

Ubicato in un luogo di grande bellezza am-bientale e paesaggistica, il Parco tuttavia soffredi un difficile accesso, dovuto alla morfologiadel territorio.

Si elencano gli interventi da programmare:• riconoscimento formale, da parte della Re-

gione, del Parco (con le modalità sopra ri-chiamate che ne riconoscano la natura di“parco archeologico”);

• definizione dei confini del Parco che, in viapreliminare, sono stati tracciati sommaria-mente nell’ambito dei lavori per il Piano diGestione, per il quale si è definita in modopiù puntuale invece la “buffer zone”;

• apposizione agli ingressi di apposite targheche indichino il Parco e menzionino la suaappartenenza al patrimonio mondialeUNESCO;

• sistemazione dei pannelli esistenti che risul-tano in alcuni casi deteriorati;

• sistemazione in alcuni punti ammaloratidella passerella in legno esistente sulla Roc-cia 1;

• studio di un percorso di accesso più acclive,se possibile, o segnalazione ai visitatori del-la notevole difficoltà di accesso all’area;

• nella fase di attuazione di quanto sopra sirende necessario procedere anche alla rico-gnizione e mappatura della situazione con-servativa delle rocce per predisporre unadeguato Piano di Pulitura e Restauro, cherisulta, ad un recente sopralluogo, necessa-rio (Piano degli interventi di manutenzionee restauro).

7. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestridi Ceto, Cimbergo e Paspardo

La Riserva è l’unico dei parchi gestiti dagliEnti locali che disponga di un Piano articola-to, con una precisa definizione degli interventida effettuare per la documentazione e lo stu-dio, la conservazione dell’ambiente boschivo,la dotazione, la conservazione e la valorizzazio-ne del patrimonio. Nel 2005 risulta inoltreprogettata la “creazione di un percorso di visita di-dattica a rocce istoriate con arte rupestre preistorica,con dotazioni per disabili motori e visivi” nell’areadi Dos Sottolaiolo, prossima alla Strada Provin-ciale e facilmente accessibile.

La Riserva risulta adeguata per le dotazioniespositive (Fig. 161) (comprensive anche delMuseo della Riserva, ubicato all’esterno, nelcentro storico di Nadro), ma si ravvisano alcu-ni interventi per la manutenzione generaledell’area che, data l’estensione e la carenza dipersonale, risulta poco curata:• maggiore attenzione dovrà essere dedicata

alla manutenzione dell’area (taglio e puli-zia del bosco), almeno della fascia circo-stante la viabilità storica che collega i diver-si siti d’arte rupestre presenti nella Riserva;

• si dovrà affrontare, secondo un Piano da ef-fettuarsi per lotti, la sistemazione o, meglio,il ripristino della viabilità storica che attra-versa il Parco, connotandola in modo pecu-liare. L’estensione della Riserva (290 ha) fa-vorisce, come peraltro rilevato e auspicatodalla Direzione della Riserva, il binomio vi-sita alle incisioni-passeggiate nel Parco (ol-tre che a piedi, anche in bici e a cavallolungo le strade interne), che può costituireuna particolarità di questo Parco rispettoad altri dove la tutela delle rocce incise e lanatura dei luoghi impongono un approcciodiverso;

• andrà predisposto un progetto per adegua-re l’accesso e la valorizzazione delle roccedelle aree di Vite-Deria, oggetto negli anniscorsi di interventi sistematici di rilevamen-to e catalogazione, agli standard delle altrezone già valorizzate della Riserva;

• poiché nella Riserva il primo intervento dipulitura e restauro delle rocce è iniziato nel2005, a fronte di una situazione conservati-va non ottimale che necessiterebbe di unPiano pluriennale di intervento e, comun-que, di una sistematica azione di pulitura erestauro, si rende necessario procedere an-che qui alla ricognizione e mappatura dellasituazione conservativa delle rocce per pre-disporre un adeguato Piano di Intervento(Piano degli interventi di manutenzione erestauro);

• come si è segnalato descrivendo il ParcoNazionale delle Incisioni Rupestri, andreb-be studiato un opportuno sistema di passag-gio dei visitatori tra i contigui Parco Nazio-nale e Riserva, lungo il percorso storico checollega già ora le due località;

• infine, in corrispondenza dei vari accessidella Riserva, si dovranno posizionare ap-posite targhe, omogenee a quelle degli altri

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Parchi, che indichino la Riserva e i suoipercorsi e ricordino la sua appartenenza alpatrimonio mondiale UNESCO.

Recependo le indicazioni emerse nel corsodell’elaborazione del Piano di Gestione, ilConsiglio di Amministrazione del Consorziodei Comuni della Riserva in data 10 giugno2005 ha predisposto ed approvato con delibe-razione n. 7/2005, e relativa modifica integra-tiva del 18 luglio 2005, il Piano decennale degliinvestimenti della Riserva Regionale delle IncisioniRupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, preveden-do i seguenti lavori, per una spesa pari a€ 3.084.402,00:– infrastrutture viarie e di supporto alla visita

(€ 1.085.000,00)– infrastrutture di accoglienza (€ 1.277.652,00)– dotazioni didattiche e museali (€ 241.000,00)– interventi di documentazione, monitorag-

gio e conservazione del patrimonio archeo-logico e ambientale (€ 480.750,00)

Conclusioni

Per rendere percepibile che i vari Parchicostituiscono una rete, pertinente al sito UNE-SCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camoni-ca”, dovranno essere realizzati pannelli omolo-ghi all’ingresso dei Parchi e predisposto all’in-terno di ogni Parco un pannello di richiamoagli altri.

Inoltre si raccomanda come buona pratica,nell’adeguamento espositivo dei Parchi d’ArteRupestre già esistenti e nell’ambito dell’allesti-mento dei nuovi parchi e dei siti archeologici,di prestare particolare attenzione alla predi-sposizione di ogni idonea dotazione per l’ac-cesso ai disabili motori e visivi. Per quanto ri-guarda i portatori di handicap visivo si ricorda,ad esempio, quanto progettato dalla RiservaRegionale e dal Parco Nazionale dei Massi diCemmo nel 2005.

Si ricorda inoltre che, nel caso dei ParchiNazionali è disponibile il sito Internet ufficialeconsultabile all’indirizzo www.soprintendenza-archeologica.lombardia.it/parchivalcamonica,per il quale è stata realizzata una apposita sezio-ne dedicata ai non vedenti. Inoltre presso il Par-co Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo diPonte è disponibile una copia in codice Brailledei testi dei pannelli didattici esposti nel Parco.

10.1.3 Ricognizione della situazioneconservativa del patrimonio d’arte rupestreall’interno dei Parchi d’Arte Rupestre

Come si è segnalato trattando dei singoli Par-chi al punto 2 - Adeguamento espositivo, il Pia-no di adeguamento delle strutture presupponeanche una ricognizione sistematica della situa-zione conservativa delle rocce con incisioni, checostituiscono il fulcro dei Parchi d’Arte Rupe-stre: le problematiche legate agli aspetti conser-vativi saranno affrontate nell’apposito Piano de-gli interventi di manutenzione e restauro (Parteterza, 11, p. 210 ss.). Tuttavia si sottolinea comeintervento preliminare e strettamente collegatoal Piano di adeguamento delle strutture, la ne-cessità di effettuare una ricognizione ed unamappatura dello stato di conservazione dellerocce incise, patrimonio immobile nei sette Par-chi sopra elencati. Ad oggi la ricognizione a finiconservativi e gli interventi conseguenti di re-stauro sono stati effettuati con il sistema IRWebnei soli Parchi Nazionali (il Parco Nazionaledelle Incisioni Rupestri e il Parco ArcheologicoNazionale dei Massi di Cemmo a Capo di Pon-te, rispettivamente con 104 rocce e 13 monu-menti incisi) ed è in corso nel costituendo Par-co Archeologico Comunale di Seradina-Bedoli-na (oltre 200 rocce). Si raccomanda che anchenei restanti Parchi, che vedono la presenza di750 rocce (120 nel Parco di Luine, circa 450nella Riserva Regionale, circa 140 nel Parco Co-munale di Sellero, 40 nel Parco pluritematico“Còren de le Fate” a Sonico) si proceda in mo-do sistematico e a breve (entro il triennio 2006-2008) alla ricognizione con il programma di ar-chiviazione informatizzata (IRWeb), finalizzatoal monitoraggio conservativo. A questo proposi-to va ricordato che la Commissione per la Ricer-ca scientifica del presente Piano di Gestione hadeciso di adottare il sistema IRWeb come Catalo-go Informatizzato per il Monitoraggio dell’Arte Ru-pestre (C.I.M.A.R.), nel quale far confluire tutti idati disponibili sull’arte rupestre della Valle Ca-monica. Il costante aggiornamento di tale Cata-logo IRWeb, che verrà progressivamente esteso atutte le rocce della Valle, permetterà la defini-zione di programmi di conservazione organici,con l’ottimizzazione degli investimenti.

Le azioni conseguenti a questa ricognizioneinteressano anche il Piano degli interventi dimanutenzione e restauro (Piano operativo,punto 1, p. 214).

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Fig. 164. In alto: ubicazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica rispetto ai Parchi d’Arte Rupe-stre, situati a Capo di Ponte; in basso: l’edificio di Villa Agostani prima del restauro.

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10.2 Piano di intervento per la realizzazionedel Museo Nazionale della Preistoriadella Valle Camonica a Capo di Ponte(Figg. 164-165)

L’esigenza di realizzare un Museo per illu-strare il patrimonio archeologico preistorico eprotostorico della Valle Camonica (tutto diproprietà dello Stato ai sensi della vigente legi-

slazione) si data alla fine degli anni Ottantadel secolo scorso e nasce dalla constatazioneche il fenomeno “arte rupestre” andava conte-stualizzato attraverso la valorizzazione dei con-testi e dei complessi archeologici coevi, finoad allora non esposti in sedi museali. Inoltrein quegli anni andava aumentando il numeroe la tipologia degli scavi di ricerca e di emer-genza/salvataggio, condotti dalla Soprinten-

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Fig. 165. L’edificio di Villa Agostani (Capo di Ponte, BS) dopo il restauro e particolare della grande sala espositiva alsecondo piano.

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denza per i Beni Archeologici e da Universitàche svolgevano campagne di scavo in concessio-ne, in accordo con la Soprintendenza e il Mini-stero per i Beni e le Attività Culturali.

Da queste e dalle nuove ricerche emergonoricchissimi complessi archeologici e numerosimonumenti istoriati calcolitici che, a distanzadi quasi venti anni dalla nascita di questa parti-colare attenzione ai contesti, mostrano unquadro culturale di grande ricchezza e varietà,dal Paleolitico Superiore alla Romanizzazione.

Tra il 1989 ed il 1996 furono effettuate dal-la Soprintendenza assidue ricerche per indivi-duare un edificio adatto ad ospitare le raccoltemuseali12 e che avesse nel contempo una col-locazione e spazi adeguati all’accoglienza deituristi intenzionati ad integrare la visita ai Par-chi d’Arte Rupestre. Finalmente nel 1996, gra-zie alla collaborazione del Comune di Capo diPonte (nella persona dell’allora Sindaco R.Ghetti), fu individuato un edificio idoneo diproprietà della Parrocchia, sito nel centro sto-rico, in adiacenza alla Chiesa parrocchiale, de-nominato Villa Agostani, un tempo sede di unseminario vescovile e da anni non utilizzato(Fig. 164).

La ex villa Agostani, detta anche del SacroCuore, localizzata in Via di S. Martino, è stataottenuta in uso dallo Stato (tramite convenzio-ne con la Parrocchia) ed è dal 1997 in corso diristrutturazione da parte della Soprintendenzaper i Beni Archeologici della Lombardia, confinanziamenti del Ministero per i Beni e le At-tività Culturali, per l’allestimento di un grandemuseo e di un centro di documentazione eorientamento: il Museo Nazionale della Prei-storia della Valle Camonica.

La posizione del costituendo museo, unedificio su tre piani con ampio cortile e vastogiardino, è centrale rispetto ai Parchi di Arterupestre presenti nella zona, che costituisconoil più cospicuo polo d’arte rupestre della Valle(Fig. 164). Infatti un notevole flusso di visita-tori diretti ai parchi archeologici (Parco Ar-cheologico Nazionale delle Incisioni Rupestri,Parco Archeologico Nazionale dei Massi diCemmo, Parco Archeologico Comunale di Se-radina-Bedolina) è attratto in tutto l’arco del-l’anno nell’area, con ovvio beneficio anche

per l’economia locale. Era quindi necessariauna struttura di riferimento, sia culturale siaorganizzativo, che preparasse e orientasse lavisita ai diversi siti archeologici della Valle, de-stinati alla valorizzazione (si veda il punto 3 -Piano di intervento per la valorizzazione deisiti archeologici pre-protostorici, pp. 198-199).

Inoltre appariva ormai improrogabile la ne-cessità di ordinare ed aprire al pubblico la va-sta raccolta di materiali pertinenti alla preisto-ria e protostoria della Valle Camonica, in de-posito presso la Soprintendenza.

La scelta di villa Agostani sembra a questi fi-ni tra le più felici: i suoi locali rispondono in-fatti ai requisiti di prestigio richiesti, in quantofacenti parte di un complesso di antica origi-ne, adiacente alla monumentale Chiesa par-rocchiale di S. Martino. Si tratta di un lungocorpo di fabbrica che fiancheggia la stradalungo la quale corre un alto muro di cinta chedelimita il cortile, su cui affaccia il fronte prin-cipale, porticato, con archi ribassati poggiantisu pilastri in pietra (Fig. 165). I profili dellemodanature dei pilastri e quelli delle finestrenella zona centrale della facciata permettonodi datare attorno al XVI secolo l’impianto cheha originato l’edificio attuale. La struttura fuoggetto di un intervento nel XVIII secolo checonferì un assetto unitario a preesistenze dievidente eterogeneità, anche se probabilmen-te già riunite in un unico complesso residen-ziale e agricolo.

L’edificio, sito nel centro storico di Capo diPonte, è in una posizione facilmente raggiun-gibile dai turisti; il cortile, cintato verso la stra-da e completato da un porticato coperto a pia-no terra, costituisce un ideale luogo di raccol-ta e di accoglienza per la visita, anche per pic-coli gruppi e comitive.

Si può prevedere che la presenza di un mu-seo-centro di orientamento possa rendere piùcompleta e proficua l’esperienza della visitasotto il profilo culturale e, stimolando un turi-smo più consapevole e meno frettoloso (peccache caratterizza generalmente il turismo cultu-rale diretto ai Parchi camuni), possa incre-mentare anche le attività economiche localiche da tale turismo traggono beneficio.

La nuova destinazione, da collegio vescovile

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12 La ricerca fu svolta dalla Soprintendenza Archeologica d’intesa con il superiore Ministero che, tramite un suoIspettore Centrale (Dott.ssa C. Laviosa), esaminò via via le proposte.

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a sede del Museo Nazionale della Preistoriadella Valle Camonica, avviata nel 1997 e di cuiè prevista la conclusione nel 2008, ha reso ne-cessarie opere di sistematica manutenzione edi adeguamento e adattamento alle funzionimuseali cui l’edificio è destinato.

I lotti dei lavori eseguiti hanno interessatogli anni 1997-1999 e 2002, per le cifre seguenti:– 1997: L. 200.000.000 (pari ad € 103.291,20)– 1998: L. 200.000.000 (pari ad € 103.291,20)– 1999: L. 450.000.000 (pari ad € 232.405,20)– 2002: € 154.940,00

La spesa complessiva dell’intervento dicompletamento prevista per il periodo 2005-2008 è stimata in € 1.400.000,00, così ripartita,secondo i progetti presentati nel luglio 2004 enel luglio 2005 al superiore Ministero per i Be-ni e le Attività Culturali:– 2005: € 200.000,00;– 2006: € 400.000,00;– 2007: € 400.000,00;– 2008: € 400.000,00.

L’allestimento museale si svilupperà, su unasuperficie globale di oltre 2000 mq, al pianoterra e negli spazi aperti contigui e al secondopiano, mentre ai servizi ed alle attività museali(uffici, sala per mostre temporanee e confe-renze, sala multimediale, depositi) sono desti-nati il primo piano e parte del secondo.

Lo sviluppo del percorso, in parte condizio-nato dalle necessità espositive13, prevede, indi-cativamente, i seguenti temi:

La dimensione del sacro nel corso dei millenni.Santuari e siti cerimoniali preistorici (stele e massiistoriati dell’età del Rame; i siti di culto e ceri-moniali di Cemmo, Campolongo di Cedegolo,Borno Valzel de Undine, Malegno Ceresolo,Ossimo Anvòia, Pat e Passagròp, Ossimo infe-riore etc.);

– Il primo popolamento della Valle• La capanna di Cividate Camuno e la fre-

quentazione dei ripari sotto roccia diFoppe di Nadro, nel Paleolitico

• La stazione di Cividate Camuno ed i bi-vacchi d’altura nel Mesolitico

• Le tracce di frequentazione neolitiche

– Gli abitati: topografia e tipologia dal tardo Neoli-tico alla romanizzazione• Rogno, Coren Pagà• Luine, Darfo Boario Terme• Cividate Camuno e Malegno, un abitato

a controllo del passaggio sul fiume• Breno, Castello• Capo di Ponte, Dos dell’Arca• Borno, Valcamera• Temù, Desèrt• La casa camuna di Pescarzo

– I luoghi del lavoro• I bivacchi ed i siti della transumanza

preistorici e protostorici (vari siti d’altu-ra; Cevo-Dos del Curù)

• La miniera di rame di Campolongo diBienno

• Un abitato minerario di VI-V secolo a.C.a Cevo

• L’officina metallurgica di Malegno

– Le sepolture• Le deposizioni funerarie dell’età del Ra-

me nei ripari sotto roccia di Foppe diNadro

• I tumuli di Pat• Le tombe di Breno

– Aspetti e luoghi di culto• La rete dei santuari megalitici• I santuari d’altura (Dosso Poglia di Ce-

degolo; Cividate Camuno S. Stefanoetc.)

• Le deposizioni votive alle acque (Lagod’Arno etc.)

• Le tracce del sacro: relazioni tra arte ru-pestre e depositi votivi (reperti sporadicisignificativi; le raffigurazioni di armi diLuine…)

• Le tracce del sacro nei contesti domesti-ci

• Un Brandopferplätze (?) a Le Sante diCapo di Ponte

Il percorso museale si collegherà, con l’aiu-to di supporti multimediali, ai siti d’arte rupe-stre e archeologici rappresentati nell’ambitodel museo e direttamente visitabili, suggeren-do anche percorsi di visita tematici.

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13 Il complesso di oltre ottanta stele e massi istoriati calcolitici, provenienti da santuari e siti cerimoniali in corso discavo sull’altopiano di Ossimo e Borno e a Cemmo e da rinvenimenti fortuiti, non può che trovare collocazione nellesale e negli spazi aperti del piano terra.

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10.3 Piano di intervento per la valorizzazionedei siti archeologici pre-protostorici

Dei siti archeologici che potrebbero essereoggetto di un Piano di valorizzazione a mediotermine, per offrire una visione complessivaed articolata della preistoria e protostoria del-la Valle Camonica, vista sotto il profilo dell’ar-te rupestre e delle realtà archeologiche ad essacollegate, si citano, ad esempio, i seguenti con-testi, pertinenti ad abitati, luoghi di culto e ce-rimoniali o funerari, a strutture per attività diestrazione mineraria e metallurgica:• l’abitato del Castello di Breno;• i santuari megalitici in corso di scavo a Ossi-

mo;• il sito di culto d’altura di Dosso Poglia a Ce-

degolo;• l’abitato di Dos dell’Arca a Capo di Ponte;• l’abitato dell’età del Ferro di Temù;• la casa di Pescarzo;• la miniera di rame dell’età del Ferro di

Campolongo di Bienno;• il complesso minerario di Cevo.

Di questi alcuni sono già in corso di valoriz-zazione:– nell’ambito di progetti generali di restauro

e valorizzazione di aree ed edifici storici:• il Castello di Breno, insediato dal Neoli-

tico all’età del Ferro (FEDELE 1988 a,2003), a cura del Comune, 2004-2005(Accordo di programma Media Valca-monica, 9 febbraio 2005);

– nell’ambito di progetti di indagine archeo-logica e studio:• il sito d’altura di Dosso Poglia di Cede-

golo, frequentato nell’età del Rame (sca-vi a cura della Soprintendenza per i BeniArcheologici della Lombardia, 2004-2005), in corso di valorizzazione a curadella società Terna (Trasmissione Elettri-cità Rete Nazionale S.p.A.), con la colla-borazione della Soprintendenza e delParco dell’Adamello (Protocollo di Inte-sa, 2005);

• l’abitato del VI-V secolo a.C. di Temù(POGGIANI KELLER 2001), con un inter-vento di scavo promosso dal Comune diTemù, in collaborazione con la Soprin-tendenza per i Beni Archeologici dellaLombardia, 2005-2006;

Inoltre va ricordato che nel Programma Or-dinario Triennale della Soprintendenza, finan-ziato dal Ministero per i Beni e le Attività Cul-turali, è compreso un Progetto di indagine evalorizzazione dei siti archeologici pre-proto-storici della Valle Camonica, per un impegnodi spesa complessivo di € 227.000,00 (Pianotriennale).– nell’ambito di progetti di ricerca e scavo

condotti in concessione dall’Università e inparte finanziati dagli Enti locali:• la miniera della prima età del Ferro di

Campolongo di Bienno, scavata dall’U-niversità degli Studi di Bergamo, nel-l’ambito di una collaborazione interna-zionale (ANCEL et al. 2000) e con finan-ziamenti del Comune di Bienno;

• il sito cerimoniale calcolitico di Anvoiadi Ossimo, scavato tra 1995 e 2003 (FE-DELE 1990 f, 1995, 1999, 2001; FEDELE,FOSSATI, MARCHI 2001), dove è statoinaugurato il Parco del sito (Parco Archeo-logico di Anvòia), promosso dal Comunedi Ossimo, con finanziamento regionale.

Tra gli altri contesti noti e da tempo indaga-ti, si ravvisa l’opportunità di valutare un proget-to di acquisizione e di valorizzazione dell’areadel Dos dell’Arca in Capo di Ponte, attualmen-te di proprietà privata: per la vicinanza al ParcoNazionale delle Incisioni Rupestri, per l’impo-nenza degli apparati murari (Figg. 8-10), a suotempo rilevati nello scavo condotto, per contodella Soprintendenza, da E. Anati (ANATI 1979),e per la lunga durata di vita dell’insediamento,dal Neolitico all’età del Ferro, si presta ad esse-re trasformata in Area Archeologica, per esem-plificare la tipologia degli abitati preistorici eprotostorici della Valle. La contiguità ad un Par-co di Arte Rupestre già esistente e generatoredi un grande flusso turistico ne rende ancorapiù auspicabile, e appetibile, la valorizzazione.

Infine, per tutti i restanti contesti archeolo-gici pre-protostorici, editi nella Carta archeologi-ca della Lombardia. I. La Provincia di Brescia(ROSSI 1991) e documentati nell’Archivio To-pografico della Soprintendenza per i Beni Ar-cheologici della Lombardia, si procederà conla mappatura ed il rilevamento topograficotramite GIS (progetto della Soprintendenzaper i Beni Archeologici, 2006-2007), analoga-mente a quanto progettato, nel 2005-2006, peri siti d’arte rupestre, o che afferiscono alle ze-

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lative “buffer zone”, a completamento di quan-to elaborato col presente Piano di Gestione(GIS dei Parchi d’Arte Rupestre).

Il GIS dei siti d’arte rupestre si integrerà,dove esistente, con la georeferenziazione dellesingole rocce con incisioni realizzata dal Cen-tro Camuno di Studi Preistorici nei siti elenca-ti nella Parte seconda del presente Piano diGestione.

10.4 Piano di intervento per il rilevamento,la documentazione e la valorizzazionedegli altri siti d’arte rupestredella Valle Camonica non compresinei Parchi d’Arte Rupestre

I siti d’arte rupestre presenti nella Valle Ca-monica, come risulta dall’Elenco dei siti d’arterupestre della Parte prima (pp. 74-82), sonooltre 180: sono già costituiti o in corso di costi-tuzione in Parchi circa 70; 17 località hannorestituito stele e massi istoriati calcolitici, dellequali almeno 11 costituiscono siti di culto e ce-rimoniali di epoca calcolitica (e quindi passibi-li o di esaustivi interventi di scavo archeologi-co con conseguente bonifica dell’area o diparticolari interventi di valorizzazione, come èavvenuto per il sito di Anvòia di Ossimo, tra-sformato in Parco). I siti d’arte rupestre ester-ni ai Parchi sono tutti connotati dalla presenzadi rocce con incisioni in numero molto vario,da poche rocce ad alcune decine.

Molti di questi siti con rocce incise si trova-no in prossimità dei centri abitati moderni, al-tri sono invece dislocati in zone impervie, inambiente boschivo, dove la vegetazione rendedifficoltosi l’accesso e la visibilità.

Si rendono pertanto urgenti e indifferibilialcuni interventi, da effettuare al più presto(2005-2007), di rilevamento topografico trami-te GPS delle aree di pertinenza, finalizzato allacreazione di un GIS (infra, punto 10.4.1), didocumentazione preliminare della consistenzae dello stato di conservazione (infra, punto10.4.2), operazioni indispensabili per una suc-cessiva valorizzazione dei siti, che in alcuni casigià si prefigura (infra, punto 10.4.3). Si ricordache per le singole rocce, di cui all’elenco nellatabella dell’All. 28, è stata effettuata negli ulti-mi anni la georeferenziazione, da parte delCentro Camuno di Studi Preistorici (CCSP),nell’ambito di un progetto di catalogazione

SIRBec della Regione Lombardia (SistemaInformativo Regionale Beni Culturali): i datidi questo lavoro dovranno confluire nel pro-getto GIS della Soprintendenza per i Beni Ar-cheologici della Lombardia.

Si descrivono di seguito gli interventi:

10.4.1 Piano di intervento per l’inserimentonel sistema GIS

Con il presente Piano di Gestione si è pro-ceduto in via prioritaria alla perimetrazionedei Parchi d’Arte Rupestre, alla definizionedelle relative “buffer zone”, tramite GIS, e al-l’elaborazione di un data-base (Parte seconda,2.2. Ambito territoriale esteso).

Si intende di seguito procedere, con lo stes-so metodo, al rilevamento dei singoli siti d’ar-te rupestre interni alle “buffer zone” e di tuttiquelli esterni, provvedendo contestualmenteanche a creare un Archivio di foto aeree geo-referenziate (progetto della Soprintendenzaper i Beni Archeologici, 2005-2006).

Il lavoro si completa con la georeferenzia-zione delle singole rocce, realizzata dal CCSP(vedi supra).

10.4.2 Piano di interventoper la documentazione

Oltre alla formazione dell’Archivio di fotoaeree georeferenziate di cui sopra, il rilevamen-to dei siti d’arte rupestre sarà accompagnato dadocumentazione preliminare dello stato di con-servazione delle rocce e schedatura informatiz-zata con sistema IRWeb (progetto della Soprin-tendenza per i Beni Archeologici, 2005-2006).

A questo proposito si sottolinea come debbarientrare nelle “buone pratiche” l’adozione, daparte di ogni progetto di ricerca condotto suisiti inediti o dei quali aggiornare i dati, delleseguenti fasi inscindibili di intervento:• rilevamento topografico del sito (secondo

le specifiche indicate nell’All. 27 - Manualedelle buone pratiche - Protocollo del rileva-mento);

• esecuzione della catalogazione preliminareinformatizzata (Scheda di Roccia e Altri Da-ti, Quadro Conservativo della Roccia, Qua-dro Storico della Roccia), con il sistema

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IRWeb, dell’intero complesso di rocce inciseall’interno del sito (Fig. 147); ciò al fine diimplementare con dati esaustivi il Catalogoinformatizzato per il monitoraggio dell’Arte Rupe-stre (C.I.M.A.R.), finalizzato alla mappaturaed alla documentazione storica e conservati-va del patrimonio (vedi Piano degli Inter-venti di manutenzione e restauro, infra, pp.210-215), per predisporre quanto segue:� avviare, contestualmente alla documen-

tazione preliminare delle rocce, un Pia-no di conservazione delle medesime,che individui le operazioni utili e oppor-tune per la loro pulitura, funzionale allafase di documentazione e di studio;

� effettuare il rilievo e la catalogazioneinformatizzata completa delle rocce conil sistema IRWeb (Scheda di Zona, Qua-dro Conservativo della Zona, Scheda diScena, Scheda di Raffigurazione), conspecifico riguardo anche alla documen-tazione e alla mappatura dello stato diconservazione delle singole porzioni diroccia. L’analisi degli aspetti conservativisarà svolta da restauratori con specifichecompetenze nel settore del restauro dimateriali lapidei;

� valutare l’opportunità di procedere adinterventi di valorizzazione del sito perla visita ed elaborare un progetto checoinvolga la Soprintendenza competen-te, il Gruppo di Ricerca, l’Ente locale,eventuali Enti gestori del sito, se esso af-ferisce ad un Parco o altro;

� elaborare contestualmente il Piano defi-nitivo di Conservazione delle rocce e, ingenerale, del sito;

� studiare e pubblicare integralmente i dati;� promuovere il sito e comunicare i risul-

tati delle ricerche con modi e strumentiadeguati alla diffusione presso un pub-blico diversificato.

Si ricorda che questo iter, negli ultimi anni,è stato indicato dalla Soprintendenza per i Be-ni Archeologici della Lombardia ai ricercatorinel momento del rilascio di autorizzazioni,concessioni e convenzioni.

10.4.3 Piano di intervento per la valorizzazione

Le ricerche in corso da parte di Istituti diRicerca (Centro Camuno di Studi Preistorici,

Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”, Museo Di-dattico d’Arte e Vita Preistorica, Università Fe-derico II di Napoli), di studiosi autorizzati edella Soprintendenza per i Beni Archeologicidella Lombardia prefigurano e rendono auspi-cabili successivi interventi di valorizzazione dialcuni dei siti oggetto delle ricerche, in parti-colare di quelle località di proprietà pubblicache meglio si prestano a progetti di aperturaalla visita, seppure non siano strutturati a Par-co.

Alcuni di questi siti sono prossimi ai Parchigià costituiti o sono stati oggetto di pluriennalicampagne di ricerca che ne hanno documen-tato la consistenza, rilevato e studiato le singo-le rocce, pubblicato in parte o in toto i risultati.

Si elencano di seguito i siti che in tempibrevi (2006-2008) potrebbero essere oggettodi progetti di valorizzazione:

1. Darfo Boario Terme, località Monticolo eCorni Freschi, e Angolo Terme, localitàSorline.Nell’ambito del Parco Locale di InteresseSovracomunale del Lago Moro, all’internodel quale si sviluppa anche il Parco Comu-nale di Luine, si trovano due importanti siticon arte rupestre di età storica avanzata(Medioevo e secoli successivi): una in loca-lità Monticolo, nel Comune di Darfo BoarioTerme, e l’altra in località Sorline, nel Co-mune di Angolo Terme. Nel Piano plurienna-le degli interventi (2005-2009), predispostonel 2005 dalle due Amministrazioni che ge-stiscono il Parco Locale di Interesse Sovra-comunale, sono previste alcune opere gene-rali per favorire l’accessibilità e l’accoglien-za del Parco: realizzazione di parcheggi e diaree di sosta attrezzate, creazione di percor-si e manutenzione della viabilità esistente,acquisizione e ristrutturazione di struttureper realizzare il Centro Parco e il CentroPolifunzionale, azioni di promozione.Inoltre sono stati programmati interventifunzionali ad una migliore fruizione dei duesiti d’arte rupestre: in particolare, il Comunedi Angolo Terme fa rientrare la valorizzazio-ne di Sorline in un più esteso Piano di acces-sibilità e valorizzazione didattica dell’area; ilComune di Darfo Boario Terme prevedeespressamente la realizzazione di un percor-so panoramico e l’adeguamento degli acces-si ai siti archeologici (€ 360.000,00) e il recu-

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pero del percorso e la sistemazione ambien-tale ed archeologica della collina del Monti-colo (€ 1.600.000,00).Rientrano nell’intervento del Monticolo an-che l’acquisizione e la valorizzazione dell’a-rea nella quale si colloca il masso dei CorniFreschi, eccezionale monumento dell’etàdel Rame (assimilabile per tipologia ai Mas-si di Cemmo), che la Soprintendenza ha re-staurato nel 2002-2003. In questo modo sirisolveranno i gravi problemi di tutela delmasso, che viene utilizzato come palestra diroccia (free-climbing), nonostante i ripetutidivieti.Sia Sorline sia il Monticolo costituiranno,una volta valorizzati e aperti al pubblico, unimportante polo espositivo dell’arte rupe-stre di età storica avanzata, del tutto parti-colare e complementare rispetto al Parco diLuine, che conserva incisioni di età preisto-rica e protostorica.

2. Capo di Ponte, località S. Rocco.Si tratta di una grande roccia ubicata sulla ri-va destra dell’Oglio all’ingresso, per chi pro-viene da Nord, del Comune di Capo di Pon-te, lungo la Strada Statale 42, poco prima delponte sul fiume Oglio. Questa roccia ben sipresta ad un intervento di valorizzazione (do-cumentazione, restauro, dotazione espositivae presentazione) sia per la sua posizione lun-go una strada di grande comunicazione, al-l’ingresso di Capo di Ponte (che costituisce ilgrande polo dell’arte rupestre della Valle Ca-monica), sia per la contiguità al Parco Ar-cheologico Comunale di Seradina-Bedolina,che in futuro dovrebbe ampliare la propriaperimetrazione, fino a comprenderla.Intervento a cura del Comune di Capo diPonte, con la supervisione della Soprinten-denza per i Beni Archeologici della Lom-bardia.

3. Berzo-Demo, località Lòa.Segnalato da tempo (PRIULI 1984 a) il sito,che è compreso nel Parco Naturale dell’A-damello, nel 2004 è stato oggetto di inter-venti di ricognizione e documentazioneinformatizzata da parte della Soprintenden-za per i Beni Archeologici della Lombardia,che ne continuerà la documentazione an-che nel 2005. La Soprintendenza, insieme alParco Naturale dell’Adamello, ha in studio

un progetto di valorizzazione del sito nel-l’ambito di un Percorso Pluritematico (ela-borato conservato agli Atti nell’Archivio del-la Soprintendenza). Quest’area presenta, ol-tre alle rocce incise, di grande importanzaper una serie di iscrizioni in alfabeto nord-italico, associate a figure di armati con pun-te di lancia, numerose strutture e testimo-nianze della Prima Guerra Mondiale e zonea valenza ambientale, riconosciute dalla Co-munità Europea quale sito di Interesse Co-munitario ai sensi della Direttiva Habitat(torbiere d’altura). Il progetto di PercorsoPluritematico può essere attuato entro il2006, a cura del Parco Regionale dell’Ada-mello, in collaborazione con il Comune diBerzo Demo, la Soprintendenza e con il Mu-seo della Guerra Bianca di Temù.

4. Edolo, località Föbia, Mù Rocca e Via Vale-riana.La posizione di Edolo al crocevia dei per-corsi verso e dalla Valtellina e verso e dalTrentino, lo rende un centro di particolareinteresse archeologico e storico, come con-ferma anche l’imponente Rocca di Mù. Nelterritorio sono note numerose, anche senon estese, presenze di arte rupestre, distri-buite soprattutto lungo il versante orienta-le, in continuità naturale con le presenze ri-conosciute a Sonico, comprese per buonaparte nel Parco pluritematico di “Còren dele Fate”.In particolare appaiono di facile valorizza-zione, in quanto raggiungibili da strade car-rabili e prossime al paese, le seguenti loca-lità:– Föbia, dove sono presenti rocce con cop-

pelle e una roccia con composizioni to-pografiche forse di età tardo-neolitica;

– la Rocca (come pure i pianori circostan-ti), di interesse medioevale e già meta dipercorso turistico, che presenta ancherocce con coppelle, una delle quali, all’a-spetto una sorta di altare, è posta in posi-zione dominante la conca di Edolo e lavalle che sale verso il Passo dell’Aprica;

– Mù: al margine orientale della frazione elungo il percorso dell’antica “via Valeria-na”, è visibile un masso erratico con unacomposizione planimetrica e segni di de-vozione;

– Dos de la Desma, dove compaiono nume-

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rose rocce con coppelle, una delle quali,ubicata in località Trangolone, è agevol-mente raggiungibile e di facile lettura.

Progetto da predisporre.

5. Pisogne.Il sistematico lavoro di documentazione estudio condotto in anni recenti nell’interocomune (SANSONI - MARRETTA - LENTINI

2001) costituisce la base per un possibileprogetto di valorizzazione di alcune dellelocalità rilevate.Progetto da predisporre.

6. Piancogno, località Annunciata.Rilevamenti sistematici hanno mostrato l’e-stesa presenza, in area particolarmente di-rupata, di molte rocce con incisioni e iscri-zioni nord-italiche (PRIULI 1993), che l’Am-ministrazione comunale, consorziatasi conaltri Comuni contigui (Borno, Ossimoetc.), sta progettando di valorizzare.

7. Cedegolo, frazione Grevo.La ricognizione capillare dei siti d’arte rupe-stre, prevalentemente di età storica (SOLANO

- MARRETTA 2004), ha mostrato l’esistenza di

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Fig. 167. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Percorso storico da Capo di Ponte aNadro.

Fig. 166. Grevo (BS), strada dei “sentieri neri”.

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alcuni contesti, tutti con poche rocce incise,ma dislocati lungo percorsi storici in ottimostato di conservazione e colleganti aree di ri-lievo paesaggistico e ambientale, per i qualiè allo studio, da parte dell’Amministrazionecomunale, di concerto con il Parco dell’A-damello e la Soprintendenza per i Beni Ar-cheologici, un progetto di valorizzazioneche comprende anche il sito archeologico diDosso Poglia, in corso di indagine da partedella Soprintendenza (vd. supra).

10.5 Piano di intervento sulla rete dei percorsistorici (Figg. 166-167)

Una fitta rete di percorsi storici attraversala Valle Camonica, mette tra loro in comunica-zione i numerosi siti d’arte rupestre ed i siti ar-cheologici e per alcuni tratti segue e perpetuatratturi e piste già in uso fin dal Mesolitico an-tico (lo dimostrano i bivacchi stagionali rileva-ti dagli archeologi lungo i crinali ed i passi:BIAGI 1989 a, 1997).

Essa si dirama verso le valli laterali, segna lerelazioni susseguitesi nei millenni tra i territoricontigui, costituisce insomma, nel suo attualeassetto, la trama su cui si svilupparono neltempo i sistemi insediativi, le attività, gli scam-bi ed i commerci.

Una rete di questo genere, per buona parteancora ben rilevabile e conservata, è docu-mentata e studiata per ambiti geografici e cro-nologici di età storica moderna in alcune ope-re di recente edizione (AA.VV. 1997, Viaggiarein Valle Camonica, Breno (Brescia); COMENSOLI

D. 2000, Sui sentieri della Vallecamonica. Le piùbelle passeggiate ed escursioni in alta e media valle,Clusone).

Mancano però a tutt’oggi una capillare edesaustiva ricognizione ed una catalogazioneche consentano di inserire i singoli percorsi inun quadro cronologico attendibile e articolatoe facilitino il riconoscimento di eventuali im-pianti di interesse archeologico.

Un patrimonio culturale di tale importanzaper la comprensione delle testimonianze d’ar-te rupestre e archeologiche va pertanto cono-sciuto, schedato e studiato con particolare at-tenzione, per riconoscerne le epoche di im-pianto ed uso e per cogliere ed approfondirela relazione con la distribuzione dei siti d’arterupestre e archeologici.

In questo senso si è facilitati da una campa-gna di documentazione dei sentieri già avviatadalla Provincia di Brescia a partire dal 2000 eche ha prodotto il Piano Sentieristico Provin-ciale (approvato con delibera di Consiglio pro-vinciale n. 28/2002).

La definizione del Piano Sentieristico Pro-vinciale ha visto il coinvolgimento, attraversouna fase interlocutoria e di verifica, dei sogget-ti che, a diverso titolo, si occupano di sentieri-stica nel territorio locale: Comunità montane,Enti parco, Club Alpino Italiano (CAI), singoliComuni nonché l’Associazione Nazionale Al-pini (A.N.A.) ed il Comando truppe alpine.

L’elaborazione dei dati e delle informazio-ni raccolte ha portato alla definizione delle li-nee di percorrenza portanti della rete sentieri-stica provinciale, secondo criteri di accessibi-lità, pregio ambientale, valore paesaggistico,valore storico e culturale, omogenea distribu-zione sul territorio, in relazione alla vocazioneescursionistica dei diversi ambiti territoriali.

Il Piano ha individuato delle direttrici prin-cipali di media e breve percorrenza, che rive-stono un’importanza di carattere provinciale,in quanto possono costituire una sorta di ma-glia portante per i sentieri locali, e che servo-no da collegamento con i nodi dei servizi deltrasporto pubblico.

I tracciati dei singoli percorsi di interesseprovinciale e regionale individuati nel Piano so-no stati resi disponibili su supporto informatico.

Attualmente la Provincia di Brescia (Setto-re Assetto territoriale, Parchi e V.I.A.-Valuta-zione Impatto Ambientale) sta avviando unprogetto di razionalizzazione e verifica dell’in-sieme degli interventi attuati sulla rete sentie-ristica provinciale attraverso la gestione delleinformazione relative alle necessità di manu-tenzione ordinaria e straordinaria dei diversisentieri tramite l’utilizzo del software SENTIE-RI.GIS ideato dal Club Alpino Italiano (CAI).

Per quanto riguarda la Valle Camonica, ilPiano Sentieristico Provinciale ha individuato iseguenti percorsi tematici localizzati su tracciatigià storicamente esistenti (la descrizione di al-cuni dei percorsi elencati si trova anche in BE-LOTTI W. 2004, La guerra bianca: il suo territorio, lesue genti. Una proposta di turismo culturale, Vol. 1Dallo Stelvio al Garda. Alla scoperta dei manufattidella prima guerra mondiale, Breno/Brescia):

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• Sentiero storico delle Bocchette di Val Mas-sa, che interessa il Comune di Ponte di Le-gno, è riferito alla presenza di una delle me-glio conservate e rappresentative testimo-nianze della Guerra Bianca, lo sbarramentoin pietra della Bocchetta di Val Massa;

• Sentiero archeo-venatorio di Vezza d’Oglio:illustra un percorso alla scoperta dei “roc-coli” storici utilizzati un tempo per la cattu-ra degli uccelli migratori. L’architettura averde dalle singolari fogge, ottenute graziealla conoscenza approfondita delle specievegetali ed a spiccate capacità manuali, ren-de queste opere dei bellissimi esempi del-l’antico rapporto uomo/natura;

• Sentiero faunistico del Dosso di Turicla, inComune di Edolo, percorso dedicato all’os-servazione della fauna selvatica;

• Sentiero glaciologico della Val d’Avio, inComune di Temù: offre interessantissimispunti di osservazione sui fenomeni glacialiattivi e sulla morfologia del paesaggio dovu-ta ad attività glaciali pregresse;

• Sentiero forestale di Corteno, che si svilup-pa nel territorio del Comune di CortenoGolgi: il percorso illustra gli elementi più si-gnificativi del paesaggio forestale brescia-no, sia dal punto di vista naturalistico-am-bientale sia da quello tecnico-colturale;

• Sentiero archeo-industriale dell’energiaelettrica: individuato nei Comuni della Val-le di Saviore, mira ad illustrare i diversi tipidi opere del sistema di utilizzo delle acquedel massiccio dell’Adamello che costitui-scono il complesso idroelettrico del “Po-glia”;

• Sentiero archeologico delle incisioni rupe-stri, che interessa i comuni del Sito UNE-SCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camo-nica”: dedicato all’arte rupestre, individuail collegamento tra lo storico Parco Nazio-nale delle Incisioni Rupestri di Capo diPonte e gli altri siti oggi meno conosciuti;

• Sentiero archeo-industriale della Valle deiMagli: si sviluppa nel Comune di Bienno edsi prefigge di mettere in interconnessione

gli elementi naturali e gli elementi antropi-ci legati alla millenaria attività di lavorazio-ne del ferro.

Per parte sua, anche il Parco dell’Adamellointende approfondire il rilevamento e lo stu-dio della viabilità storica all’interno del peri-metro del Parco (comunicazione personaledel Direttore del Parco, dicembre 2004).

Visti i progetti avviati non resta che sottoli-neare l’importanza di portare a conclusione ilprogetto della Provincia di Brescia-Settore(Settore Assetto territoriale, Parchi e V.I.A. -Valutazione Impatto Ambientale).

In considerazione della complessità di talericerca, è auspicabile tuttavia la costituzione diuna Commissione di studio multidisciplinareche espressamente contempli al suo interno lapresenza di archeologi, per correlare, in unquadro storico complessivo, l’arte rupestre edi beni archeologici della Valle Camonica allarete dei percorsi storici.

Studi di questo tipo sono da tempo svolti inaltre aree alpine14, in prevalenza per le età ro-mana e medioevale, come risulta nel Catalogodella Mostra AttraVerso le Alpi. Uomini. Vie. Scam-bi nell’antichità, curato dall’Archäologisches Lan-desMuseum Baden - Wüttemberg, Stoccarda2002.

Per la Valle Camonica per altro si annoveragià uno studio sulla viabilità romana (GRILLI A.1997, Tracciato romano in Valle Camonica, inAA.VV., Viaggiare in Valle Camonica, Breno/Brescia, pp. 53-62) e più recentemente atten-zione particolare, ed esemplare, è stata dedica-ta alla documentazione delle strade storichenel rilevamento dell’arte rupestre nel circon-dario di Grevo (SOLANO S. - MARRETTA A., a cu-ra di, 2004, Grevo. Alla scoperta di un territorio fraarcheologia e arte rupestre, “Archivi”, vol. 15, Edi-zioni del Centro).

Ne consegue che sono ormai maturi i tem-pi, stante il rilevamento in corso Sentieri.GIS,per condurre uno studio specialistico sulla via-bilità antica della Valle Camonica che consen-ta di seguirne lo sviluppo diacronico e di indi-

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14 Ad esempio, in Svizzera A. Planta da pioniere avviò, oltre trenta anni orsono, la sistematica ricognizione dellestrade dei Grigioni, ricostruendo la rete delle strade romane (PLANTA A. 1976, Die römische Iulierroute, “Helv. Arch.”, 7,pp. 16-25): si vedano bibliografia relativa e aggiornamenti in RAGHET J. 2002, Resti di strade e vie romane nell’area alpina deiGrigioni, in AttraVerso le Alpi. Uomini. Vie. Scambi nell’antichità, a cura dell’Archäologisches LandesMuseum Baden-Wüt-temberg, Stoccarda, pp. 59-66. Si ricorda che anche in Austria gli studi furono sviluppati dalla prima metà del Novecen-to da H. Bulle: bibliografia in POLL J. 2002, Tracce di antiche vie nel Tirolo settentrionale - “I solchi carrai”, ibidem, pp. 73-81.

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viduarne eventuali impianti pre-protostorici eromani.

Oltre alle testimonianze d’arte rupestre(particolarmente indicative per la lunga dura-ta del fenomeno, dalla preistoria all’età storicamoderna), altri indicatori risultano particolar-mente significativi per il riconoscimento e ladatazione dei percorsi storici:1) la funzione di collegamento tra luoghi ed

aree assolta storicamente da alcuni percorsiparticolarmente favorevoli dal punto di vi-sta morfologico;

2) la distribuzione dei materiali archeologiciestranei alla cultura materiale locale (og-getti di importazione dal Nord e dal Suddelle Alpi; manufatti in materie primeestranee all’area alpina; prodotti di officinelontane etc.);

3) i sistemi insediativi collegati agli assi di pe-netrazione (in Valle Camonica si può isola-re un modello insediativo di lunga durata,con inizio nel tardo Neolitico, e un secon-do, di abitati monofase della media età delFerro);

4) i ritrovamenti lungo i valichi, cui si può so-vente attribuire una valenza cultuale (i“Passfünde”): depositi votivi di oggetti ecomplessi metallici, costruzioni particolari;

5) la presenza di crocevia strategici che gene-rano presenze archeologiche particolari(santuari e luoghi di culto);

6) la frequentazione a raggio locale dei luoghilegata ad attività economiche – quali la cac-cia, l’alpeggio, la pastorizia transumante,l’estrazione mineraria e la lavorazione me-tallurgica – a loro volta connesse con prati-che di culto.

Prendendo ad esempio analoghi studi con-dotti in area alpina, lo studio archeologico del-la viabilità antica della Valle Camonica, dallepiste preistoriche alle strade romane e oltre,comprenderà le seguenti fasi di lavoro:1) la ricognizione bibliografica e archivistica;2) lo studio delle fonti, dei dati archeologici,

comprese le testimonianze d’arte rupestre,e della cartografia storica;

3) la ricognizione e documentazione dei sin-goli percorsi;

4) la schedatura;5) il riscontro sulla toponomastica;6) le verifiche archeologiche sui tracciati;7) lo studio complessivo;

8) l’edizione dei risultati;9) contestualmente, l’elaborazione di un pro-

getto di valorizzazione dei percorsi storici,con particolare attenzione alle modalità dimanutenzione e ripristino.

Si stima che il Piano per lo studio archeolo-gico dei percorsi storici, da definire meglionella sua articolazione con uno specifico pro-getto da parte di una Commissione di studio,possa svilupparsi e concludersi nell’arco didieci anni (2006-2015) e debba coinvolgeremolteplici professionalità (archeologi espertidei diversi periodi, uno storico, un geografo,esperti di cartografia antica, di toponomasti-ca, di archivi, di storia dell’architettura, un to-pografo e altri ancora che si rendessero neces-sari).

10.6 Piano di intervento per il ripristinopaesaggistico del fondovalle

Il Piano di Gestione del sito UNESCO n. 94“Arte Rupestre della Valle Camonica” deve ri-servare particolare attenzione all’immagine of-ferta dalla Valle Camonica al visitatore del pa-trimonio mondiale, che giunge attraverso lestrade di comunicazione, in particolare, la S.S.42 o attraverso la ferrovia Brescia-Edolo, sia daNord sia da Sud.

Il panorama del fondovalle appare in varitratti pesantemente compromesso e disordina-to, a causa di una invasiva edificazione, artigia-nale, industriale e residenziale, e di infrastrut-ture di notevole impatto che hanno reciso leconnessioni visive ed ecologiche tra fondovallee versanti sui quali si sviluppano in genere i si-ti d’arte rupestre: tra tutte la S.S. 42 con i suoiviadotti ed i tralicci dei vari elettrodotti (Fig.168), che fanno della Valle Camonica un corri-doio tecnologico di importanza nazionale.

La variante alla S.S. 42, il cui progetto risaleagli anni ’70, è stata realizzata nel tempo persingoli lotti e, a tutt’oggi, non è ancora stata ul-timata. Il tratto che attraversa Capo di Ponte eSellero (variante Capo di Ponte-Sellero), pro-gettato senza tenere in considerazione la pre-senza del Parco Nazionale delle Incisioni Rupe-stri, è stato bloccato nel 1999 dalla Soprinten-denza per i Beni Archeologici della Lombardia,che ha richiesto la revisione del tracciato a tute-la delle rocce incise. È stato quindi studiato un

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Fig. 168. Esempi di infrastrutture di impatto ambientale: i viadotti della S.S. 42 e i tralicci degli elettrodotti ad alta tensione.

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Fig. 169. Modifiche apportate alla S.S. 42 nell’area prossima al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte, BS).

Fig. 170. Modifica del tracciato dell’elettrodotto 380 Kv S. Fiorano - Robbia, in località Dosso Poglia con lo spostamentodel traliccio n° 9.

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nuovo percorso che passa in galleria, a profon-dità tale da non manomettere e danneggiare ilpatrimonio d’arte rupestre (Fig. 169).

Per quanto concerne la presenza di elettro-dotti nel sito UNESCO, si precisa che in effettila Valle è interessata dalla presenza di numero-se linee di alta tensione ma questa situazionerisale ad un momento precedente l’iscrizionedel sito nella Lista del Patrimonio Mondiale.Tuttavia è da notare che, ove sono stati realiz-zati nuovi tracciati, il Ministero per i Beni e leAttività Culturali ha chiesto e ottenuto azionicorrettive ai tracciati elettrici già esistenti, connotevoli miglioramenti dei percorsi in corri-spondenza del Parco Archeologico Comunaledi Seradina-Bedolina e dell’area del Parco Ar-cheologico Nazionale dei Massi di Cemmo.

Inoltre si possono citare, come situazioniemblematiche del degrado paesaggistico e am-bientale del fondovalle: i capannoni industria-li e artigianali allo sbocco della Galleria di Bre-no, per chi procede da Sud verso Nord; l’este-sa area artigianale all’ingresso del paese di Ca-po di Ponte per chi arriva da Sud (Fig. 171) e,per chi arriva da Nord, il disordinato presen-tarsi di recinzioni arrugginite, aree incolte epiazzali, etc.; la concentrazione di edifici indu-striali in corrispondenza di Sellero, soprattuttodall’accesso Sud (Figg. 168-172).

Come noto, per le grandi opere pubblichele attuali modalità di progettazione consento-no una verifica preventiva dei progetti prelimi-nari, che vengono sottoposti all’esame e alleosservazioni dei vari Enti territoriali e delle So-printendenze competenti nell’ambito delleConferenze dei Servizi. Tuttavia quanto realizzatonel passato, soprattutto gli interventi edilizisoggetti all’approvazione dei singoli Comuni,non può essere modificato, ma solo “corretto”con interventi di ripristino/risanamento delpaesaggio, con “i suoi caratteri derivanti dalla na-tura, dalla storia umana o dalle reciproche interrela-zioni” (come recita l’art. 131, c. 1 Salvaguardiadei valori del paesaggio del D.L.vo 22 gennaio

2004 n. 42). Purtroppo in Valle Camonica ildelicato rapporto tra Uomo e Natura in certitratti è andato perduto.

La legislazione vigente (D.L.vo 22 gennaio2004 n. 42, art. 143, Piano paesaggistico, c. 2 b)prevede espressamente, tra gli obiettivi di qua-lità paesaggistica da definirsi con i Piani pae-saggistici “la previsione di linee di sviluppo urbani-stico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di va-lore riconosciuti e tali da non diminuire il pregiopaesaggistico del territorio, con particolare attenzio-ne alla salvaguardia dei siti inseriti nella lista delpatrimonio mondiale dell’UNESCO ….”.

Alla luce di quanto sopra, il ripristino delleparti più degradate del sito UNESCO n. 94“Arte Rupestre della Valle Camonica” dovreb-be diventare uno degli obiettivi primari delPiano di Gestione, con la stesura di un apposi-to Piano del ripristino ambientale e paesaggistico,da affidare ad una équipe multidisciplinare dispecialisti: un progetto che permetta di proce-dere al “recupero e alla riqualificazione ……. dellearee sottoposte a tutela compromesse o degradate, alfine di reintegrare i valori preesistenti ovvero di rea-lizzare nuovi valori paesaggistici coerenti ed integra-ti con quelli” (art. 143, c. 2 c, del D.L.vo 22 gen-naio 2004, n. 42).

Il Piano dovrebbe:• correggere e trasformare, più in generale,

quella che è stata finora una “crescita” noncontrollata in uno “sviluppo sostenibile”,come definito nella Conferenza di Rio deJaneiro 1992 (UNED-United Nations Con-ference on Environment and Develop-ment);

• progettare una migliore integrazione tra in-sediamenti produttivi di fondovalle e reti,da un lato, e il piede del versante vallivo, dal-l’altro, mediante interventi di mitigazioneambientale15;

• individuare strumenti di pianificazione so-vracomunale che permettano il ripristino ele azioni di gestione territoriale per la con-servazione di ambiente e paesaggio.

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15 Si vedano: BATTISTI C. 2004, Frammentazione ambientale connettività reti ecologiche, Provincia di Roma - Assessorato al-le politiche agricole, ambientali e Protezione civile, Roma; JONGMAN R., PRUGNETTI G. 2004, Ecological Networks andGreenways. Concept, Design, Implementation, Cambridge University Press, Cambridge; MALCEVSCHI S., BISOGNI L.G., GARI-BOLDI E. 1996, Reti ecologiche ed interventi di miglioramento ambientale, Milano; NEGRI J. (edit.) 2001, Reti ecologiche. Azioni lo-cali di gestione territoriale per la conservazione dell’ambiente, “Quaderni di Gargnano”, Centro studi “Valerio Giacobini”, Mila-no. Appaiono esemplari alcuni progetti multidisciplinari per interventi di mitigazione ambientale condotti e in corsoda parte del Centro per lo studio del Territorio dell’Università degli Studi di Bergamo (FERLINGHETTI R., MARCHESI E. 2002,Reti ecologiche in aree urbane a forte criticità. Due casi nel bergamasco, Atti 97° Congresso della Società Botanica Italiana, Uni-versità degli Studi di Lecce, 24-27 settembre 2002, Lecce).

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Operativamente le Azioni da intraprenderein via prioritaria sono:1 - l’elaborazione, da parte di qualificati spe-

cialisti del settore, di un progetto prelimi-nare comprendente: a - la ricognizione e lamappatura della situazione; b - l’individua-zione di linee di indirizzo per uno svilupposostenibile della Valle; c - la predisposizionedi progetti esecutivi di mitigazione ambien-tale su un’articolata campionatura di situa-zioni emblematiche. Questo intervento siritiene possa essere concluso entro il 2007.

2 - intervento di valorizzazione a fini turisticidelle strade statali. Oltre a quanto ricordatoin premessa, un secondo aspetto di forte im-patto sul quale intervenire è rappresentatodai numerosi cartelloni pubblicitari di ogniforma, dimensione e supporto, che fian-cheggiano la S.S. 42, interponendosi alla vi-sione del paesaggio della Valle per chi per-corre la strada. Anche in questo caso si ravvi-sa l’urgenza di individuare tutte le necessa-rie soluzioni per la tutela del sito UNESCO,ai sensi della vigente legislazione per la tute-la dei Beni Culturali e del paesaggio (D.L.vodel 22 gennaio 2004, n. 42, art. 153, Cartellipubblicitari).Nel corso della redazione del presente Pia-no, l’Assessorato al Turismo della ComunitàMontana di Valle Camonica ha avviato inte-se con l’ANAS per la Valorizzazione a fini turi-stici delle strade statali della Valle Camonica. Sicostituirà quindi a breve una Commissionetecnica di progettazione, coordinata dallaComunità Montana e formata da ANAS,Provincia di Brescia, Comunità Montana diValle Camonica, Consorzio dei Comuni del

Bacino Imbrifero di Valle Camonica(B.I.M.) e Soprintendenza per i Beni Ar-cheologici della Lombardia, per l’elabora-zione di un progetto complessivo. Per i lavo-ri della Commissione è fissato il termine del-l’aprile 2006.

11. PIANO DEGLI INTERVENTIDI MANUTENZIONE E RESTAURO

Il patrimonio delle rocce incise della ValleCamonica è soggetto naturalmente a numero-si problemi conservativi, che riguardano tantole singole rocce quanto gli insiemi ed i com-prensori in cui esse si trovano.

È noto infatti che le incisioni si trovano suarenarie di vari tipi; pietre con questa caratte-ristica sono soggette a fenomeni di deadesio-ne tra uno strato e l’altro, e ovviamente, il piùesposto alla deadesione, qualunque ne sia lacausa, è lo strato superficiale. Poiché le inci-sioni, quale che sia, nel corso dei secoli o deimillenni, lo strumento adoperato per praticar-le, sono fatte con una tecnica a risparmio, “enréserve”, asportando solo lo strato superficialein modo che ne risulti una figura o una lineatramite il contrasto tra lo strato più alto ed ilfondo del successivo, è evidente che la perditaanche di un solo strato è irreparabile, perchésignifica necessariamente la perdita della raffi-gurazione.

Il Piano di conservazione è quindi una cor-sa contro il tempo, in cui bisogna affrontarenumerosi problemi tecnici a tre diversi livelli,

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Fig. 172. La concentrazione di edifici industriali in corri-spondenza di Sellero (BS).

Fig. 171. L’area artigianale all’ingresso del paese di Capodi Ponte (BS).

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e cioè salvaguardia, manutenzione e restauro con-servativo, distribuendo il lavoro su numerosipiani organizzativi, a livello di amministrazionistatali e locali coinvolte.

Definiamo salvaguardia l’intervento indiret-to sul bene, cioè che non riguarda direttamen-te la materia, ma il suo contesto; nel caso delleincisioni rupestri della Valle Camonica abbia-mo tre tipi di intervento di salvaguardia:1) salvaguardia ambientale, cioè relativa a tut-

to il comprensorio;2) salvaguardia puntuale, cioè relativa ad una

roccia, o anche ad un insieme di rocce spa-zialmente e geometricamente definito, co-me ad esempio un parco;

3) salvaguardia dei manufatti mobili.La salvaguardia ambientale prevede l’elimi-

nazione dei fattori di degrado da registrarsi suscala geografico-ambientale: piogge acide, in-quinamento da residui di lavorazioni di ferro,opere pubbliche, in particolare a livello dielettrodotti e strade, interferenti con le rocceo comunque in grado di produrre inquina-mento. Si tratta di problemi che in buona par-te esulano dalla competenza degli Enti coin-volti nella gestione del patrimonio delle rocceincise della Valle Camonica, se non per l’auto-rizzazione alle opere “nuove” che interferisca-no fisicamente o siano tangenti a beni soggettia vincolo o inseriti in aree protette. Riguarda-no, invece, più direttamente e più da vicino glienti preposti alla tutela del territorio o allo svi-luppo dei settori industriale e terziario.

Il Soggetto Responsabile del sito UNESCOpuò, prevalentemente, indirizzare raccoman-dazioni preventive ovvero segnalazioni di feno-meni di degrado in atto.

La salvaguardia puntuale, di una roccia o diun gruppo di rocce, o anche di un insieme piùvasto, purché delimitato, prevede il controllodell’irraggiamento solare, l’arginatura del ter-reno circostante e lo smaltimento delle acquereflue, il corretto disegno dei sentieri e dei via-li di accesso, l’adozione di passerelle, ringhie-re, parapetti calcolati non solo in funzionedella sicurezza dei visitatori ma anche della li-mitazione dell’accesso incontrollato alle super-fici rocciose più facilmente calpestabili.

Il controllo dell’irraggiamento solare, chenon deve essere eccessivo, in modo da nonprovocare surriscaldamento delle arenarie econseguenti rotture per dilatazione anomala,

ma non va del tutto eliminato, per evitare fe-nomeni di eccessiva umidità, e quindi di for-mazione di vegetazione invasiva di sottobosco,può essere ottenuto tramite un adeguato con-trollo delle specie arboree attigue. Vanno in-nanzitutto eliminate le piante che possanoavere con il tempo sviluppi degli apparati radi-cali tali da portare alla rottura della roccia; lespecie compatibili, cioè che non presentinoquesto problema, possono variare in relazionealle quote in cui si trovano le rocce ed alla lo-ro posizione rispetto ai punti cardinali. La nor-male vegetazione boschiva delle pendici vallivedella Valle Camonica, caratterizzata da betullea quote più alte e da normale bosco ceduo aquelle inferiori, va benissimo. Sono sconsiglia-bili invece gli alberi da frutto, come anche al-tri esperimenti con specie non autoctone oc-casionalmente tentati.

Altra preoccupazione è evitare il ristagnosulle rocce delle acque che, in caso di tempe-rature particolarmente rigide, possono ghiac-ciare e produrre crepe nelle arenarie già intac-cate; il problema si risolve regolando e model-lando opportunamente il terreno a monte eda valle delle rocce, in modo da evitare che l’ac-qua ristagni sulla superficie rocciosa e da assi-curare un suo rapido deflusso.

Quanto al tracciato corretto di sentieri, via-li, passerelle e ringhiere, qui se ne parla nontanto per evitare che essi stessi siano fonte didanni, per interferenze con i beni da tutelaredovute ad errori di progettazione, o per i pro-blemi di sicurezza dei visitatori, che sono que-stioni di primaria importanza ma da trattarealtrove, quanto perché a questo livello dellasalvaguardia va posto il problema della preven-zione del danno antropico o, più semplice-mente, del vandalismo.

A questo proposito si premette che, a causadella dispersione del patrimonio in gran partedella Valle, la prevenzione va attuata soprattut-to tramite strumenti di persuasione, e soprat-tutto tramite una capillare campagna informa-tiva, non solo presso la popolazione scolasticalocale o potenzialmente interessata a gite o al-tri contatti, ma in tutti i punti di segnalazioneturistica: Uffici Informazioni, Pro Loco, agen-zie diverse, ma anche locali, alberghi, ecc….

È di fondamentale importanza anche laprevenzione attuata mediante una dissuasionemeccanica, cioè attraverso la messa in opera diostacoli che impediscano l’accesso alle rocce

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più importanti o più esposte o anche, in casimeno pericolosi, di ostacoli solo simbolici, chericordino i divieti.

Quanto alla salvaguardia dei beni mobili,come le cosiddette “stele”, essi sono pochi etutti ricoverati presso i depositi della Soprin-tendenza o altri luoghi sicuri; sono inoltre de-stinati ad essere esposti nel nuovo Museo Ar-cheologico Nazionale della Preistoria dellaValle Camonica, in Capo di Ponte, o in altriluoghi equivalenti. Non presentano quindiparticolari problemi di salvaguardia.

La manutenzione è la somma delle operazio-ni, escluse quelle di restauro scientifico e con-servativo, necessarie per mantenere il valorepatrimoniale di un bene (manutenzione ordi-naria), o ripristinarlo (manutenzione straordi-naria). Sono oggetto di manutenzione, perquanto riguarda le rocce incise ed i complessiimmobiliari di cui fanno parte, innanzitutto ilavori di manutenzione delle opere di salva-guardia discusse in precedenza, poi quelli, pa-rimenti esterni, relativi alla viabilità di accessoai parchi, aree protette, nonché i lavori di ma-nutenzione di musei, Antiquaria, impianti diogni genere destinati al pubblico di fruitoridelle incisioni rupestri, depositi di materialearcheologico. Sono inoltre interventi di manu-tenzione gli interventi di potatura di piante ecespugli, sfalcio, rimozione di vegetazione su-periore (con esclusione dei muschi e dei mi-crorganismi, che sono trattati nel restauro)dalle rocce e dalle immediate vicinanze. Rien-trano nella manutenzione anche gli interventidi pulizia dei parchi e, infine, anche il correttomantenimento dei sistemi di gestione informa-tizzata di rilevamento delle condizioni ambien-tali e delle condizioni di conservazione dellerocce incise.

Vanno invece escluse dalla manutenzionealcune tipologie di interventi che su altri mo-numenti, diversi dalle rocce incise, vi sarebbe-ro sicuramente comprese. Tra questi, al primoposto, l’eliminazione di piccole radici che in-festano gli strati litici interessati dalle raffigu-razioni; si tratta di un’operazione particolar-mente delicata, che pare più opportuno af-frontare direttamente in sede di restauro. Lestesse ragioni di opportunità si possono appli-care anche per alcune puliture, non ultima larimozione di danni antropici, quali vernici,

olio di mezzi agricoli e simili, finiti sulle rocceper vandalismo ma anche soltanto per incuriao sbadataggine.

La conservazione si attua attraverso una po-litica di restauro conservativo, svolta in una primafase, attraverso la ricognizione e documenta-zione, e, in una seconda fase, con un interven-to materico diretto sul Bene. Va esclusa, data laparticolare tipologia delle incisioni e la tecnicagenerale di lavorazione ”a risparmio”, il ricorsoa interventi di restauro a valenza formale, qualil’integrazione, il trattamento delle lacune, o si-mili. È invece ampiamente ammissibile, nei ra-ri casi in cui se ne presentasse la necessità, ilraccostamento di frammenti staccatisi, soprat-tutto se per cause fortuite o vandaliche.

Dovrebbe essere ovvio, ma alcune sciagura-te ipotesi circolate anni or sono obbligano allaprecisazione, che la conservazione delle rocceincise, eccetto le stele o i cippi o comunque imonumenti mobili, è una conservazione in si-tu. Le raffigurazioni costituiscono parte diun’unità maggiore, e cioè la roccia istoriata. Asua volta la roccia è parte di un insieme di roc-ce ed interagisce con un paesaggio circostan-te, con le sue acclività naturali ed i suoi boschi.Paesaggio e rocce formano un solo contestoculturale, e si qualificano reciprocamente.Ogni asportazione di figure da questo conte-sto è insensata, oltre che snaturante le figurestesse, che sono adagiate su superfici tridimen-sionali che non sono apprezzabili se ripresen-tate su un piano orizzontale o su una parete,bidimensionali. Indubbiamente l’asportazioneè tecnicamente possibile, per la singola figura,purché con la tecnica dello stacco, cioè del ta-glio di più strati fino a profondità tale da rica-vare un frammento molto compatto, mentre latecnica dello strappo, cioè dell’asportazionedei soli strati aventi valenza artistica, è ovvia-mente da escludersi su questi materiali litici;ma va esclusa da qualsiasi prassi, se non in casigravissimi di distruzione della roccia, in cui co-munque il monumento sia da considerarsiperduto e non ci sia altro da fare che recupe-rarne i pezzi. Quanto all’asportazione di rocceintere, ed al loro trasferimento in altro sito, adesempio al fine di consentire un’opera pubbli-ca, essa è esclusa dalla delicatezza dell’assettoterritoriale della Valle, certo diverso da quellodel deserto nubiano in cui simili interventi so-no stati realizzati alcuni decenni fa.

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Il restauro conservativo delle rocce prevederaramente operazioni di preconsolidamentoprecedenti la pulitura, perché è molto raro chele arenarie compatte di buona parte della Valledegradino in quelle forme pulverulente cherenderebbero invece tale prassi necessaria.

La pulitura da concrezioni terrose di variogenere non presenta su questi tipi di pietraparticolari difficoltà, e neppure quella da parti-cellato atmosferico inquinato da residui indu-striali (ad esempio sali ferrosi provenienti dafonderie): purché gli operatori siano qualifica-ti (vedi infra) queste operazioni sono collauda-te ed eseguibili senza particolari problemi.

Molto maggior impegno richiedono invecela pulitura da agenti biologici ed il consolida-mento. Gli agenti biologici inquinanti sono siasuperficiali sia endogeni, risiedendo normal-mente all’interno della roccia ed uscendo all’e-sterno solo in presenza di condizioni speciali.Dando per scontato che la manutenzione elimi-ni il grosso della vegetazione intrusiva, in sededi restauro occorre provvedere innanzitutto allarimozione di muschi, alghe, funghi e licheni su-perficiali (che possono anche stratificarsi gliuni sugli altri); poi si procederà alla rimozionedi apparati radicali che abbiano attaccato diret-tamente la superfice litica superiore, quella chereca a risparmio le incisioni, o peggio, minacci-no l’adesione tra questo e quello sottostante.

La pulitura biologica a questo punto – e ciòcaratterizza le rocce della Valle Camonica –prosegue con l’estrazione degli agenti inqui-nanti esistenti in profondità tramite, ovvia-mente, l’azione di speciali detergenti. Infatti lerocce camune presentano sovente delle colo-nie di alghe annidate in profondità: esse, dettecianoficee, sfruttano la fotosintesi prodotta daaltri organismi e occasionalmente si riprodu-cono e migrano in superficie, riempiendo lerocce colpite di macchie di colore rosso.

Il consolidamento pure ha la sua difficoltà,rientrando in una categoria di interventi trale più difficoltose per i restauratori, e cioè ilconsolidamento dell’arenaria all’aperto. Vi siprovvede comunque con l’applicazione di le-ganti inorganici o sintetici, secondo le meto-dologie e le direttive dell’Istituto Centrale peril Restauro.

La qualificazione degli operatori e dei pro-gettisti coinvolti negli interventi del Piano va-

ria a seconda della natura delle opere. Le ope-razioni di salvaguardia e di manutenzionerientrano in via ordinaria all’interno delle nor-mali tipologie di lavori edilizi o, in alcuni casi,di forniture di servizi; non vi sono quindi nor-me ristrette né nella scelta delle ditte con-traenti né dei progettisti. È tuttavia importanteraccomandare la presenza, tra i progettisti, diarcheologi, per la migliore individuazione deibeni e delle priorità.

È parimenti importante che le struttureamministrative coinvolte nella gestione deiParchi e dei complessi che ospitano le rocceincise (Stato, Consorzi, etc..) si dotino di per-sonale operaio interno, onde potere procede-re alle lavorazioni più urgenti in amministra-zione diretta, oltre che per garantire una certacontinuità di conoscenze pratiche, o se si vuo-le di know how, che l’avvicendarsi nelle operemanutentive di troppe imprese diverse potreb-be anche non assicurare.

Per la programmazione degli interventi disalvaguardia, manutenzione e restauro è inol-tre necessario disporre di tecnici addetti allaricognizione e restituzione digitale ai fini con-servativi delle incisioni rupestri, opportuna-mente preparati con appositi corsi ed impiega-ti dalle strutture cointeressate alla gestioneche, partendo dall’opera di catalogazione in-formatizzata delle rocce incise (o integrando-la), segnalino tutti gli inconvenienti e tutti iproblemi di degrado, di qualsiasi tipo e livello,ponendosi come aiuto tecnico indispensabileper restauratori ed archeologi.

Gli interventi di restauro vero e proprio sul-le rocce incise sopra descritti ricadono appie-no tra gli interventi di restauro da compiersida parte di restauratori.

Per “restauratore” si intende il professioni-sta così definito dal Decreto del Ministro per iBeni e le Attività Culturali n. 294 del 3 agosto2000, concernente l’individuazione dei requi-siti di qualificazione dei soggetti esecutori deilavori di restauro e manutenzione dei benimobili e delle superfici decorate di beni archi-tettonici, così come modificato dal Decretodel Ministro per i Beni e le Attività Culturali n.420 del 24 ottobre 2001, e cioè il professioni-sta che ha conseguito un diploma di abilitazio-ne all’esercizio della professione di restaurato-re, rilasciato dalle scuole facenti capo al Mini-stero per i Beni e le Attività Culturali (Istituto

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Centrale per il Restauro, Opificio delle PietreDure e collegati), o di Diploma Regionale in-tegrato da specifico percorso formativo. Solo irestauratori così definiti e qualificati possonoessere esecutori e responsabili degli interventidi restauro conservativo, ferma restando, ov-viamente, la possibilità di avvalersi di aiuti diprofessionalità diverse ed inferiori.

Le attività dei restauratori, che non devonocomunque prescindere dalla presenza dell’ar-cheologo, cui spetta l’onere della individuazio-ne dell’importanza dei beni e delle priorità diintervento, si espletano tanto nel campo dellaprogettazione tanto in quello dell’esecuzionedegli interventi.

Infatti, in deroga alle norme di caratteregenerale sui Lavori Pubblici dell’ordinamentogiuridico italiano, che separano nettamente lafunzione del progettista da quella dell’esecuto-re dei lavori, quelle di settore per i Beni Cultu-rali, ed in particolare il D. L.vo 22 gennaio2004 n. 30, prevedono che la progettazione didettaglio possa essere affidata al medesimo re-stauratore che esegue l’opera; prevedono inol-tre che gli “interventi di particolare comples-sità o specificità”, come possono sicuramenteessere considerati in gran parte quelli di re-stauro dell’arenaria delle rocce incise, debba-no essere preceduti dalla compilazione dischede tecniche, sulla base delle quali organiz-zare la gara, redatte da restauratori (diversi,ovviamente, da quelli che partecipano alla ga-ra per l’affidamento dei lavori). Anche in que-sto caso è comunque necessario l’apporto pro-gettuale preliminare dell’archeologo per lacorretta individuazione dei beni e delle prio-rità.

Gli organi deputati all’approvazione degliinterventi di salvaguardia e manutenzione so-no i singoli Enti responsabili della gestione deisingoli Parchi o complessi. Va da sé che per ilParco, il complesso di rocce o la roccia ricono-sciuti di interesse archeologico ai sensi dellalegislazione nazionale di tutela, in ultimo il D.L.vo 42/2004, l’autorizzazione spetta al Mini-stero per i Beni e le Attività Culturali, e per es-so alla Soprintendenza per i Beni Archeologicidella Lombardia.

Gli interventi di restauro sulle rocce incise,essendo invece interventi diretti sul bene dievidente interesse culturale, indipendente-mente dal fatto che su ciascuna roccia sia o no

intervenuto uno specifico provvedimento diassoggettamento alla legislazione italiana di tu-tela dei Beni Culturali, necessitano comunquedell’autorizzazione del Ministero per i Beni ele Attività Culturali, e per esso della Soprinten-denza per i Beni Archeologici della Lombar-dia.

Naturalmente, fermo restando il processoautorizzatorio sopra descritto, è quanto maiopportuno che tutti gli interventi di salvaguar-dia, manutenzione e restauro, indipendente-mente dai soggetti che li eseguono, che posso-no essere tutti gli Enti statali e locali coinvoltinella gestione del patrimonio delle rocce inci-se, purché dotati delle funzioni di amministra-zione aggiudicatrice o di stazione appaltante,siano coordinati tra loro, al fine di ottimizzaretanto i periodi di esecuzione delle opere,quanto il reperimento e la distribuzione deirelativi fondi.

Piano operativo

Come descritto nella Parte terza. Piano dellestrutture, punto 10.1.3 (p. 194), per alcuni deiParchi d’Arte Rupestre che formano l’oggettodel sito UNESCO (i Parchi di Enti locali), nonsi conosce la situazione generale di conserva-zione del patrimonio, sul quale, salvo per iso-lati casi (citati nella Parte seconda, 6.4. Stato diconservazione del patrimonio), non sono staticondotti interventi di restauro. Pertanto risul-ta urgente e prioritario elaborare il Piano di ri-cognizione della situazione conservativa del patri-monio d’arte rupestre.

Esso prevede, per ogni Parco e, in estensio-ne a medio termine, per tutti i siti d’arte rupe-stre della Valle Camonica, le seguenti opera-zioni:1 - la ricognizione e la mappatura della situa-

zione conservativa delle rocce, compren-dente la catalogazione preliminare infor-matizzata (Scheda di Roccia e Altri Dati,Quadro Conservativo della Roccia, QuadroStorico della Roccia), con il sistema IRWeb,dell’intero complesso di rocce incise all’in-terno del Parco. La schedatura, già realizza-ta per i Parchi Nazionali e in corso (2005)per il Parco Archeologico Comunale di Se-radina-Bedolina, interesserà in via priorita-ria, entro il triennio 2006-2008, i restantiParchi che vedono la presenza di 750 rocce(120 nel Parco di Luine, circa 450 nella Ri-

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serva Regionale, circa 140 nel Parco Comu-nale di Sellero compresa la buffer zone, 40nel Parco pluritematico “Còren de le Fate”a Sonico). Contestualmente e in successio-ne (2006-2010) la ricognizione riguarderàtutti i siti d’arte rupestre compresi nella Ta-bella della Parte prima (pp. 74-82) e di altriche dovessero nel tempo essere scoperti.La schedatura IRWeb andrà ad implemen-tare il Catalogo Informatizzato per il monitorag-gio conservativo dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.)e costituirà la base per la seconda fase delPiano:

2 - l’elaborazione di un adeguato Piano di Ma-nutenzione e Restauro delle rocce, distinto perParco e per sito.Nell’ambito della catalogazione svolta da ar-cheologi specializzati, l’analisi degli aspetticonservativi sarà svolta da restauratori conspecifiche competenze nel settore del re-stauro di materiali lapidei, coadiuvati nel ri-levamento e documentazione del patrimo-nio da operatori specializzati (preparati conil Corso per personale tecnico con specifi-che competenze in materia di ricognizionee restituzione digitale ai fini conservativi delpatrimonio archeologico litico, con partico-lare riferimento alle incisioni rupestri, dicui alla Parte Quarta, All. 19). Sarà cura del-l’ente di tutela (la Soprintendenza per i Be-ni Archeologici), sulla base dell’esperienzadi catalogazione preliminare informatizzata(Scheda di Roccia e Altri Dati, Quadro Con-servativo della Roccia, Quadro Storico dellaRoccia) con il sistema IRWeb, finora condot-ta, effettuare l’analisi dei costi, indicandoun costo a corpo, per roccia.Il Piano di ricognizione dello stato di conserva-zione delle rocce si svolgerà nell’arco di untriennio (2006-2008) per i Parchi già costi-tuiti e dovrà essere ultimato per il 2010 peri restanti siti.Contestualmente si procederà, là dove la ve-rifica è attuata ed è già avviata la seconda fa-se (Piano di Manutenzione e Restauro delle rocce),con il programma di restauro delle rocce.

3 - per i siti ed i Parchi dove si è già effettuatala fase 1, vale a dire i due Parchi Nazionali,si procederà alla fase 3, che prevede il moni-toraggio dello stato di conservazione dellerocce (con: aggiornamento del C.I.M.A.R. e

allestimento di una centralina di rilevamen-to della qualità dell’aria per lo studio del de-grado delle rocce);

4 - manutenzione ordinaria delle rocce incise,secondo le indicazioni del Manuale delleBuone Pratiche (All. 27).

12. PIANO DEI RECUPERIE DELLE PROTEZIONI

In una politica generale di recupero dei va-lori intrinseci del territorio nel quale si collocae con il quale interagisce il bene “Arte Rupe-stre della Valle Camonica”, rientra anche il re-cupero del paesaggio di cui si è trattato, cometema generale, nel capitolo “Piano degli inter-venti sulle strutture” al punto 6 - Piano di in-tervento per il ripristino paesaggistico del fon-dovalle.

Anche il tema del ripristino della viabilitàstorica, strettamente connesso ai Parchi, maanche al tema dei “recuperi”, è già stato tratta-to nello stesso capitolo al punto 5 - Piano di in-tervento sulla rete dei percorsi storici.

In questo capitolo sono richiamate e de-scritte, invece, le specifiche e puntuali seguen-ti azioni, da mettere in atto nell’ambito deiParchi d’Arte Rupestre, oggetto del presentePiano di Gestione:1 - Piano di recupero del bosco e, più in gene-

rale, dell’ambiente naturale nel quale sitrovano i Parchi d’Arte Rupestre;

2 - Piano delle protezioni all’interno dei Par-chi d’Arte Rupestre (recinzioni perimetrali,recinzioni puntuali di tutela del bene, pas-serelle, coperture-tettoie…).

12.1 Piano di recupero del bosco e, più ingenerale, dell’ambiente naturale nel qualesi trovano i Parchi d’Arte Rupestre

Nel corso dell’elaborazione del Piano di Ge-stione è emersa la necessità di redigere un“Piano del Bosco”, che regolamenti le modalitàdi intervento sulle aree boschive presenti all’in-terno dei Parchi d’Arte Rupestre e, al tempostesso, si ponga il fine di tutelare ed eventual-mente migliorare, con opportuni interventi, ilcontesto boschivo e naturale, dato lo stretto

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connubio tra natura e cultura che caratterizza isiti d’arte rupestre della Valle Camonica.

Tale Piano dovrà, in linea generale, preve-dere norme che prestino particolare attenzio-ne alla tutela delle rocce nell’allestimento deicantieri di taglio degli alberi e nella individua-zione delle specie arboree autoctone. Sembrainfatti opportuno evitare l’insediamento dispecie con produzione di frutti che, una voltaa contatto con la roccia, possano macchiarnele superfici o che producano semi piccoli, iquali possono penetrare nelle fessurazioni del-le rocce e quindi favorire la nascita di nuoviesemplari, generando o acuendo i fenomenidi distacco delle superfici rocciose.

Grande attenzione dovrà essere poi dedica-ta anche alla riduzione dell’apparato radicaledegli alberi, tenendo presente che le radicinon devono danneggiare le rocce ma devonoessere abbastanza forti per sostenere l’albero.

A questo proposito, e in un disegno più ge-nerale di tutela dell’assetto boschivo, si preve-de di utilizzare, come modello per il Piano delBosco, il documento realizzato all’inizio del2005 dal Parco dell’Adamello specificamenteper la Riserva Regionale delle Incisioni di Ce-to, Cimbergo, Paspardo (DUCOLI A. 2005, Le ti-pologie forestali della riserva delle Riserva Regionaledelle Incisioni di Ceto, Cimbergo, Paspardo. Analisiquali-quantitativa e indicazioni gestionali propedeu-tiche alla redazione del Piano di Gestione Forestale).Le indicazioni generali emerse da questo at-tento lavoro, nel quale dovrebbero essere inse-rite anche le norme per la manutenzione dellearee prossime alle rocce con incisioni, dovran-no essere estese anche agli altri Parchi d’ArteRupestre individuati nel Piano di Gestione,per i quali si auspica e raccomanda la redazio-ne di analoghi, specifici, Piani.

Medesimi accorgimenti potranno in futuroessere adottati per gli altri siti d’arte rupestredisseminati sul territorio vallivo, con un Pianogenerale e di dettaglio, mirato, che veda coin-volti gli Enti di tutela dell’ambiente (Provin-cia-Assessorato per il Territorio, Parchi eV.I.A., Soprintendenza per i Beni Architettoni-ci e del Paesaggio, Parco dell’Adamello, Con-sorzi forestali, Ente Regionale per i Servizi al-l’Agricoltura e alle Foreste-ERSAF), l’ente di

tutela del patrimonio d’arte rupestre e archeo-logico (la Soprintendenza per i Beni Archeo-logici), con la consulenza della Facoltà diAgraria dell’Università degli Studi di Milano(sede di Edolo). Quest’ultima potrebbe op-portunamente sviluppare e approfondire, incollaborazione con gli Enti sopra citati e conla Soprintendenza competente per la tuteladel patrimonio archeologico, le metodiche diintervento e manutenzione dell’ambiente edel paesaggio nell’ambito del sito “Arte Rupe-stre della Valle Camonica” e formare le profes-sionalità adatte allo scopo (vedi Piano dellaformazione e diffusione, infra).

Al fine di dare attuazione a quanto sopradescritto, la Comunità Montana di Valle Ca-monica, nel cui ambito si svolge la qualificataattività del Parco dell’Adamello, attiverà ogninecessaria iniziativa per l’elaborazione di unPiano di tutela dell’assetto boschivo connessocon i Parchi ed i siti d’arte rupestre che non sisiano già dotati di un Piano del Bosco.

12.2 Piano delle protezioni all’internodei Parchi d’Arte Rupestre(recinzioni perimetrali,recinzioni puntuali di tutela del bene,passerelle, coperture-tettoie…)

Particolare attenzione dovrà essere riserva-ta a qualsiasi intervento, anche di minima en-tità, da realizzare in prossimità delle rocce conincisioni, sia per perimetrarle sia per agevolar-ne la percorribilità e la visione (Fig. 173). Per-tanto gli Enti gestori ed i progettisti sottopor-ranno al prescritto parere della Soprintenden-za competente i progetti di realizzazione di re-cinzioni perimetrali delle aree a Parco, prote-zioni attorno alle rocce tutelate, passerelle (darealizzarsi in legno16) e coperture-tettoie ingenere.

Si ricorda che l’uso di passerelle (Fig. 173) èspecificatamente raccomandato ogniqualvoltasi verifichino l’esigenza di protezione della roc-cia (da non sottoporre a calpestio, in quantousurante) e la necessità di rendere agevole e si-curo l’attraversamento di punti scoscesi esdrucciolevoli.

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16 Il legno è infatti il materiale che offre i migliori risultati sia per quanto riguarda l’impatto visivo sia, soprattutto,per la tutela del bene: per queste ragioni la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia prescrive l’usoesclusivo di questo materiale.

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Fig. 173. Esempi di passerelle sulle rocce. Dall’alto: la Roccia 1 del Parco pluritematico del “Còren de le Fate” a Sonico(BS); la Roccia 1 del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte (BS); le Rocce 6-7 di Foppe di Nadronella Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS).

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Per qualsiasi elemento di supporto necessa-rio alla costruzione delle recinzioni puntualidelle rocce incise, delle passerelle o di even-tuali coperture-tettoie, dovrà essere individua-to di volta in volta il più adeguato sistema diancoraggio, per non danneggiare la superficielapidea.

Poiché è auspicabile rendere omogenei edappropriati questi interventi di tutela e valoriz-zazione del patrimonio di arte rupestre all’in-terno dei Parchi, sembra opportuno avvalersi,per la stesura dei progetti o per la progettazio-ne diretta, della consulenza del Gruppo Tecni-co, formato da personale della Soprintenden-za per i Beni Archeologici, che da anni operanell’ambito dei Parchi di Arte Rupestre dellaLombardia. Infatti i tecnici impiegati possiedo-no notevole competenza ed hanno maturatouna lunga esperienza nella realizzazione dellepasserelle, soprattutto per ciò che concerne letecniche di costruzione e di adattamento allesingole situazioni morfologico-ambientali ed iparametri di sicurezza.

Per individuare in tempi brevi gli interventida programmare nei singoli parchi è urgentee indifferibile che il Gruppo di lavoro del Pia-no di Gestione conduca sistematici sopralluo-ghi in tutti i Parchi d’Arte Rupestre, per verifi-care le necessità e le urgenze e predisporre informa definitiva, entro il 2005, il Piano delle pro-tezioni.

Per detto Piano è da prevedere una pro-grammazione di interventi quinquennale(2006-2010).

13. PIANO D’ADEGUAMENTO DEGLISTRUMENTI NORMATIVIED URBANISTICI

Nell’elaborare il presente Piano di Gestio-ne si sono esaminati gli strumenti di governoterritoriale, in particolare i Piani RegolatoriGenerali (PRG) e, ove esistenti, i Piani dei Par-chi, per ora redatti solo dai Parchi Nazionali,dalla Riserva Regionale delle Incisioni Rupe-stri di Ceto, Cimbergo e Paspardo e dal Parcodell’Adamello, nel cui perimetro ricadono al-cuni dei siti d’arte rupestre sul versante sini-stro della Valle.

Nell’ambito dei PRG dei Comuni della Val-le Camonica si sono riscontrate una generaliz-

zata presa d’atto della presenza delle aree conarte rupestre, per lo meno di quelle unanima-mente note perché già perimetrate per la valo-rizzazione, e la definizione di una normativadi tutela, per lo più coincidente con la piùestesa tutela del patrimonio boschivo e/oagrario, nel quale in genere si collocano i sitid’arte rupestre.

Quando i Comuni ricadono nell’ambito delperimetro del Parco dell’Adamello, si rilevauna normativa cogente di tutela del paesaggio edell’ambiente, alla quale i Comuni sono tenutiad adeguarsi in un tempo stabilito (due anni).

Solo una parte dei siti risulta inoltre sottopo-sta a decreti di vincolo archeologico da partedel competente Ministero per l’importante in-teresse, ai sensi della vigente legislazione stataledi tutela. La Soprintendenza per i Beni Archeo-logici della Lombardia ha tuttavia avviato unPiano di adeguamento dei vincoli, contestualealla perimetrazione dei siti con sistema GIS (darealizzare nel corso del triennio 2005-2007).

L’occasione offerta dalla stesura del Pianodi Gestione ha comportato uno sforzo di omo-logazione della normativa di tutela sia dellearee con arte rupestre sia delle buffer zone, que-ste ultime espressamente perimetrate per ilPiano di Gestione e pertanto passibili d’essererecepite dagli strumenti urbanistici locali esottoposte a specifiche prescrizioni.

Quindi per una condivisione costruttiva, daparte degli Enti locali, delle scelte di tuteladell’arte rupestre in quanto patrimonio ar-cheologico e del suo contesto territoriale, so-no state elaborate per i Parchi ed i siti d’arterupestre (e sono specificatamente state assun-te nell’ambito della Normativa di Piano per iParchi che attualmente ne dispongano) pochesintetiche norme, rimandando sempre alla le-gislazione nazionale di tutela, in ultimo il D.L.vo 42/2004:– per le aree di accertato interesse archeolo-

gico si prescrive che qualsiasi intervento ditrasformazione sia sottoposto a preventivoparere della competente Soprintendenza;

– per le aree a rischio archeologico, conside-rate tali in quanto non ancora indagate, an-corché prossime ad altre di accertato inte-resse, o presumibilmente a rischio per ana-logia topografica e tipologica con altre me-glio note, egualmente si prescrive che qual-siasi intervento di trasformazione sia sotto-

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posto a preventivo parere della competenteSoprintendenza;

– per le aree prossime ad aree di accertato in-teresse archeologico comprese nell’ambitodi Parchi di Arte Rupestre e per le buffer zo-ne, si dà prescrizione di comunicazione deilavori progettati alla competente Soprinten-denza, che si riserva di effettuare verifichee indagini.

A tutela dei beni e dei valori ambientali epaesaggistici dei Parchi d’Arte Rupestre e dellebuffer zone, fatta salva la vigente legislazione ditutela sopra citata, si indica ad esempio l’artico-lata normativa di tutela ambientale e paesaggi-stica già codificata nel Piano del Parco Regio-nale dell’Adamello (All. 9), nel cui ambito rica-dono alcuni, o parti, dei Parchi d’Arte Rupe-stre ubicati sul versante idrografico sinistro del-la Valle Camonica (ad esempio, la Riserva Re-gionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cim-bergo e Paspardo, che pure dispone nel suoPiano, ora in corso di aggiornamento, di analo-ga normativa).

Per rendere immediatamente operative lenorme sopra descritte si sta lavorando al loroinserimento nei seguenti strumenti:– nei seguenti Piani Regolatori Generali

(PRG), in corso di elaborazione o passibilidi modifica e varianti:• il PRG di Sellero (in corso di elaborazio-

ne), nel quale ricade il Parco Comunaledi Sellero;

• il PRG di Darfo Boario Terme, nel qualericade il Parco Locale di Interesse Sovra-comunale del Lago Moro (che costitui-sce la buffer zone del Parco di Luine);

• il PRG di Angolo Terme Terme, nel qua-le ricade il Parco Locale di Interesse So-vracomunale del Lago Moro (che costi-tuisce la buffer zone del Parco di Luine);

– nei Piani, in corso di aggiornamento o incorso di stesura, riguardanti i Parchi d’ArteRupestre già costituiti:• Piano della Riserva Regionale delle Inci-

sioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Pa-spardo (in corso di aggiornamento e diridefinizione);

• Piano del Parco Locale di Interesse So-vracomunale del Lago Moro, che è statoassunto come buffer zone del Parco Co-munale di Luine, ma che comprendeanche al suo interno i siti d’arte rupestredi Sorline (Angolo Terme) e del Monti-colo (Darfo Boario Terme), ambedueprossimi ad una valorizzazione del patri-monio archeologico.

Il Parco Pluritematico del “Còren de le Fa-te” di Sonico, che costituisce una zonizzazionearcheologica all’interno del Parco dell’Ada-mello, condivide già la normativa di tutelapaesaggistica e ambientale del Piano del Parcodell’Adamello.

Sono in corso di adeguamento, per quantoriguarda il solo recepimento della zonizzazionedel costituendo Parco Archeologico Comunaledi Seradina-Bedolina e la relativa buffer zone, glistrumenti urbanistici del Comune di Capo diPonte, il quale dispone di un PRG (All. 10) chegià riconosce e norma in modo esemplare learee con arte rupestre, recependo le prescrizio-ni della Legge Regionale n. 12 dell’11 marzo2005 “Legge per il governo del territorio”. La bufferzone di Seradina-Bedolina è stata collegata, inun unico ambito paesaggistico e ambientale, aquelle dei contigui Parco Archeologico Nazio-nale dei Massi di Cemmo e Parco Comunale diSellero. Tale scelta, proposta dalla Soprinten-denza per i Beni Archeologici della Lombar-dia, è stata condivisa dai due Comuni di Capodi Ponte e di Sellero e dai progettisti.

Questo modo di operare “dal basso”, percosì dire, intervenendo direttamente in corsod’opera sugli strumenti urbanistici e sui Pianidei Parchi, sottoposti a revisione o in fase distesura, è sembrato poter facilitare la condivi-sione delle scelte tra organo di tutela ed Entilocali.