E. Della Corte, Inserimento socio-economico di richiedenti asilo e rifugiati in Calabria, 2003

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    Dipartimento di SOCIOLOGIAE DI SCIENZA POLITICA

    Iniziativa comunitaria Equal - Progetto Asylumisland

    Inserimento socio-economicodi richiedenti asilo e rifugiati in Calabria

    A cura di Elisabetta Della Corte

    Rende, maggio 2003 (prima versione)

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    Indice

    ................................................................................................................................... 1Premessa metodologica ..........................................................................................................3

    1. La rete dellaccoglienza calabrese ......................................................................................4.................................................................................................................................. 81.1 Isola Capo Rizzuto ............................................................................................... 91.2 Badolato ............................................................................................................ 101.3 Riace .................................................................................................................. 11

    Tab. 2 Problemi emersi dai colloqui con i gestori dei P.N.A ................................ 132. Modelli di impiego dei richiedenti asilo e dei rifugiati.........................................................133. Richiedenti asilo e rifugiati nella rete del mercato lavorativo calabrese .............................15

    Tab. 4 Condizioni occupazionali di Rifugiati e R.A. in Calabria .........................15Tab. 5 Condizione occupazionale nei paesi dorigine ................................... 16Tab. 6 Status giuridico per nazionalit ...............................................................17

    LIBERIA ................................................................................................................174. Come trovano lavoro i rifugiati ..........................................................................................175. Analisi del contesto produttivo e occupazionale nella provincia di Crotone.......................18

    5.1 Occupazione/disoccupazione ............................................................................ 195.2 Settori occupazionali.......................................................................................... 205.3 Il rilancio delleconomia catanzarese: la Sovvenzione Globale ed il ContrattodArea .......................................................................................................................20

    6. Analisi del contesto produttivo e occupazionale nella provincia di Catanzaro ..................236.1 Prospettive occupazionali................................................................................................24

    Tab. 13- Previsioni di assunzione per Settori Catanzaro, 2002 .......................... 26Tab. 14 Le professioni pi richieste secondo alcune caratteristiche .................. 26

    7. Note conclusive .................................................................................................................28Campo di Prima Accoglienza ...................................................................................32Appendice 1 - Rappresentanti di enti ed istituzioni contattati................................................34Appendice 2 Documenti e fonti di riferimento .....................................................................35Appendice 3 Colloqui e interviste realizzate con Rifugiati e Richiedenti asilo .....................36Appendice 4 - Interviste con rappresentanti di enti ed istituzioni...........................................36Bibliografia ............................................................................................................................37

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    Premessa metodologica

    Questo rapporto di ricerca comprende una prima analisi sullinserimento socio-

    economico di richiedenti asilo e rifugiati nelle province di Crotone e Catanzaro. Il

    quadro dinsieme stato ricostruito attraverso: la raccolta di interviste a richiedenti

    asilo, rifugiati, operatori del tre progetti P.N.A di Isola Capo Rizzuto, Badolato e

    Riace. La ricerca si avvale, inoltre, di dati quantitativi sul mercato del lavoro nelle

    province di Crotone, Catanzaro.

    Nel corso dellindagine sono state realizzare 54 interviste di cui:

    12 a rappresentanti di enti o istituzioni legate al mondo del lavoro, ad amministratori

    locali ed imprenditori al fine di rilevare da un lato gli interventi istituzionali relativi

    allinserimento socio-economico, dallaltro le dinamiche e le potenzialit del sistema

    produttivo della provincia di Crotone e Catanzaro (appendice 1-2);

    42 a profughi, richiedenti asilo e rifugiati finalizzate alla conoscenza:

    del profilo dei richiedenti asilo (nazionalit, et, sesso, grado distruzione,

    abilit lavorative);

    delle tappe dellinserimento socio-economico (formazione, settori di

    inserimento e condizioni di lavoro, tipologia dei lavori svolti in Calabria,

    tipologia di contratto, modalit dincontro tra domanda e offerta, retribuzione,

    condizioni abitative, relazioni con gli autoctoni);

    Le interviste a richiedenti asilo e rifugiati sono state effettuate nel Campo S. Anna diprima accoglienza di Isola Capo Rizzuto, alla stazione ferroviaria di Crotone, presso i

    centri PNA di Isola Capo Rizzuto (Agor), Badolato e Riace; nelle citt e nei paesi in

    cui consolidata la presenza di rifugiati: Soverato e Gagliato.

    I dati e le informazioni raccolte consentono una prima analisi delle condizioni di vita e

    lavoro dei soggetti in questione, del contesto socio-economico e dei possibili scenari

    occupazionali.

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    1. La rete dellaccoglienza calabrese

    Da gennaio 2001 a settembre 2002 le persone che hanno presentato domanda

    dasilo in Italia sono 20117 (dati Ministero degli Interni). In Calabria nello stesso

    periodo sono state presentate complessivamente 4905 domande. Di cui in attesa

    desame 2355, riconosciuti 356, rifiutati 2173; sospesi 8; trasferiti 5, rinunciatari 1.

    Rispetto ai dati regionali, la provincia di Crotone, in cui ricade il Centro di prima

    accoglienza S.Anna, quella con il maggior numero di richieste, 4685. Al

    30/09/2002, 2191 pratiche per la domanda dasilo risultano in attesa desame; 353

    hanno avuto esito positivo, 2128 rifiutate, sospese 7, non considerate 4, trasferite 1,

    ed una pratica archiviata per rinuncia. La maggior parte delle domande dasilo sono

    state presentate da persone provenienti da: Iraq (797), Turchia (492), Srilanka (482),

    Afghanistan (159) e Pakistan (100).

    Nonostante sia elevato il numero dei richiedenti asilo in Calabria, le tracce della loro

    presenza sul territorio regionale sono flebili. La regione si caratterizza,

    prevalentemente, come terra di transito; la maggior parte dei richiedenti vi resta il

    tempo necessario allidentificazione e allespletamento delle pratiche burocratiche

    per lasilo nel centro di prima accoglienza di S. Anna sito a pochi chilometri da Isola

    Capo Rizzuto. Il tempo dattesa, in media di 20 giorni che possono diventare 30 o

    45 nel caso in cui mancano i documenti o si registrano irregolarit.Stando a quanto emerso dalle interviste (vedi appendice 3), nei giorni di

    permanenza nel campo, laccesso alle informazioni sui diritti di cui beneficiano i

    richiedenti asilo, carente. La mancanza dinformazioni sui diritti e sulla realt

    esterna contribuisce a creare, spiegano i richiedenti, un forte senso di straniamento

    che si cerca di colmare attraverso i legami che sistaurano allinterno del campo ed i

    contatti telefonici con familiari o amici che possano dare indicazioni ed aiuto

    alluscita.

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    Alluscita dal campo, dopo il rilascio del permesso di soggiorno temporaneo, la

    maggior parte dei richiedenti si dirigere verso altre destinazioni. Chi viaggia verso

    altre mete approda nelle citt italiane o europee dove sicuro il sostegno di altri

    connazionali, di parenti o amici, o l dove si pensa siano maggiori e migliori le

    possibilit dinserimento in relazione alle politiche.

    In Europa, le politiche di accoglienza -che esprimono il modello dintervento

    normativo, sociale e culturale dello Stato rispetto ai richiedenti- presentano modelli

    eterogenei. Il sistema Danese, ad esempio, riconosce ai richiedenti il diritto alla casa,

    allistruzione, allassistenza finanziaria, sanitaria, comportando come unico obbligo

    quello di apprendere la lingua (Della Corte, 2002).

    Il sistema italiano, invece, nel tempo che intercorre, tra la presentazione della

    domanda per il riconoscimento dello status di rifugiato ed il responso della

    commissione, che di circa un anno, garantisce al richiedente asilo lassistenza

    sanitaria, listruzione per i minori, un sostegno finanziario limitato a soli 45 giorni (709

    euro erogati in due rate)1; ma negato, invece, il diritto pieno al lavoro e alla casa. Di

    conseguenza il richiedente asilo, non supportato da reti etniche e/o dal volontariato,

    pu incontrare delle serie difficolt allinserimento regolare in attesa che la

    commissione si pronunci.

    Il fenomeno della fuga verso altri paesi europei , per alcuni autori, il risultato della

    mancanza di una legislazione organica in materia di asilo e dellinadeguatezza delle

    politiche di prima e seconda accoglienza, che fungono da deterrenti rispetto allo

    stare in Italia (Delle Donne, 1995; Puggioni, 2001). Queste mancanze incentivano da

    un lato ladozione di logiche assistenzialistiche, dallaltro determinano lesclusione dei

    richiedenti asilo dal mercato del lavoro regolare.

    Nel 2001, lACNUR, il Ministero dellInterno, lAssociazione Nazionale dei ComuniItaliani (ANCI), con lintento di sopperire alle carenze vistose nellassistenza ai

    richiedenti asilo, hanno varato il P.N.A (Programma Nazionale Asilo), finalizzato a

    realizzare: una rete diffusa di accoglienza per i richiedenti asilo; interventi a favore

    dellintegrazione dei rifugiati; supporto al rimpatrio volontario2.

    1 Il Contributo Giornaliero di prima assistenza previsto dallart. 1 della legge 39 del 28.2.1990 LeggeMartelli concesso solo per i primi 45 giorni che seguono la formalizzazione della richiesta dello

    status di rifugiato. La somma percepita di 17,56 euro al giorno, con un incremento del 25%procapite per ogni familiare a carico del richiedente. La prima rata erogata alluscita dal campo, laseconda dopo alcuni mesi.

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    Il sistema di accoglienza del P.N.A garantisce ai richiedenti- in attesa del

    riconoscimento dello status di rifugiato- ilvitto, lalloggio, laccesso ai servizi erogati

    sul territorio, lorientamento e lassistenza sociale, lassistenza legale, informazioni e

    sostegno nel disbrigo delle pratiche amministrative e legali, un contributo mensile

    (pocket money).

    Nellambito dellintegrazione lassistenza finalizzata ad individuare possibilit

    alloggiative autonome, e consentire delle maggiori opportunit di accesso al mercato

    del lavoro.

    Il programma stato finanziato attraverso il Fondo straordinario dell'8 per mille

    accordato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Fondo europeo per i rifugiati

    della Commissione europea. Nel 2001 il totale dei fondi destinati al P.N.A stato di

    14.977.250,09 Euro.3I fondi del 2002 sono stati, invece, considerevolmente ridotti a

    circa 6. 300.774 Euro.

    La rete di accoglienza del P.N.A coinvolge 150 comuni, di cui 58 titolari dei progetti. I

    centri sono 226 distribuiti sul territorio nazionale con una capacit ricettiva di circa

    2000 persone4.

    Dal luglio 2001 allagosto 2002 i richiedenti accolti nei centri P.N.A sono stati 2816 a

    livello nazionale.

    Lammissione dei richiedenti ai centri daccoglienza del P.N.A. fino ad esaurimento

    dei posti complessivamente disponibili a livello nazionale - disposta dalla

    2 Nellambito del rimpatrio volontario il P.N.A. assicura: unattivit dinformazione e consulenza relativaai programmi di rientro volontario e alla situazione nei paesi dorigine; supporto logistico in merito alviaggio di ritorno limitatamente alla parte che si svolge in territorio nazionale e ove possibile, alleformalit burocratiche per il rimpatrio; collegamento funzionale con la Segreteria Centrale e conlOrganizzazione specializzata in materia, che provveder, in linea generale, al coordinamento eallattuazione dei programmi di rimpatrio volontario per la parte relativa al viaggio fuori dal territorionazionale e l'eventuale reinsediamento nei Paesi dorigine.3

    Il finanziamento delle attivit pari a 10.329.137, 99 Euro stato assicurato durante il 2001 nell'ambitodelle disposizioni del DPR 10 marzo 1998 n.76 relativo ai fondi dell'otto per mille dell'IRPEF devolutialla diretta gestione statale, nella quota riservata agli interventi di assistenza in favore di rifugiati erichiedenti asilo. Un ulteriore cofinanziamento di 4.648.112,10 Euro stato assegnato dall'UnioneEuropea, che ha istituito nel 2000 un fondo europeo per i Rifugiati (FER), per sostenere e favorire lemisure di accoglienza, integrazione e rimpatrio volontario e assistito poste in essere dagli Stati membriin favore dei richiedenti asilo, rifugiati e cittadini stranieri destinatari di misure di protezione umanitarie.Pertanto nell'anno 2001 il totale dei fondi destinati al Programma Nazionale Asilo stato di14.977.250,09 Euro. I fondi del 2002 sono stati, invece, notevolmente ridotti e sono cos ripartiti:3.098.741,40 Euro dai fondi otto per mille dell'IRPEF, 3.460.261,23 Euro dal Fondo Europeo per iRifugiati (annualit 2002), per la somma complessiva di 12, 2miliardi di lire pari a circa 6. 300.774Euro (Dati P.N.A Segreteria Centrale).4 Le domande presentate dai Comuni per lattivazione di progetti daccoglienza (Bando Gazzetta

    Ufficiale, 20 Marzo 2001), integrazione e rimpatrio sono stati complessivamente 130 per un importototale di 36.151.983 euro, quelli finanziati sono stati 63 (dati 2002 P.N.A Segreteria Centrale),attualmente quelli attivi sono 58.

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    Segreteria Centrale su segnalazione dei singoli progetti territoriali o di Enti terzi

    (Prefetture, Questure, Associazioni, etc.).

    In Calabria, sono stati attivati tre progetti P.N.A. con il coinvolgimento del comune di

    Isola Capo Rizzuto che ha affidato la gestione del progetto alla Onlus CIR e alla

    Cooperativa Agor; quello di Badolato dove lente gestore il CIR; ed infine Riace

    dove la gestione affidata allassociazione Riace village5. In questi centri (luglio

    2001 allagosto 2002) sono state accolte 78 persone, di cui 18 a Badolato, 32 a

    Crotone/Isola Capo Rizzuto (Prociv e Agor) e 28 a Riace (Caritas, Dossier

    Immigrazione 2002). Nella mappa che segue sono indicati i tre progetti P.N.A da noi

    considerati ed i luoghi in cui sono state raccolte le interviste (Crotone, Isola Capo

    Rizzuto, Soverato, Gagliato, Badolato e Riace).

    Figura 1. Progetti P.N.A. e luoghi delle interviste

    Pu sembrare arduo parlare dinserimento socio-economico di richiedenti asilo e

    rifugiati soprattutto se ci si riferisce ad occupazioni con forme contrattuali standard.

    5 I finanziamenti 2001 del F.E.R per i progetti dei tre comuni Calabresi ammontano a 148.318,67 europer Isola Capo Rizzuto, 252.779,83 Badolato, 69.721,68 Riace (fonte F.E.R).

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    Tuttavia, dai dati emersi da questa ricerca non corrisponde al vero limmagine del

    mercato del lavoro saturo, che offre poche possibilit dinserimento per gli autoctoni

    che si riducono ancor pi per i rifugiati. Questimmagine che risulta veritiera se si

    considera il mercato del lavoro regolare, garantito, non lo per quel che concerne il

    lavoro sommerso. Dei quarantuno intervistati, richiedenti asilo (beneficiari dei progetti

    P.N.A.) e rifugiati risiedenti nei comuni calabresi sopra indicati, circa la met ha

    dichiarato di lavorare nel sommerso, condividendo una realt comune ad una parte

    dei disoccupati del sud e a molti migranti: quella del lavoro nero, sottopagato,

    intermittente che sfugge alle statistiche ufficiali sulloccupazione per rientrare in

    quelle relative alleconomia e al lavoro sommerso della Regione Calabria.

    Dal momento che linserimento socio-economico dei richiedenti asilo e dei rifugiati

    la tappa di un percorso che parte dal campo di prima accoglienza, a cui si fatto

    cenno precedentemente, per poi comprendere le condizioni di vita, e quindi la

    dimensione abitativa, i percorsi formativi che si svolgono allinterno dei P.N.A, questi

    aspetti saranno brevemente considerati nellanalisi svolta di seguito, a partire dagli

    interventi mirati allinserimento socio-economico erogati nei centri P.N.A.

    A livello locale i servizi del P.N.A., stato detto, sono rivolti ai rifugiati e ai richiedenti

    asilo, nel periodo di attesa che intercorre tra la presentazione della richiesta dasilo

    ed il responso della commissione. Rispetto agli aiuti scarni di cui godono i richiedenti

    non inclusi nel P.N.A, il pacchetto di benefici a cui hanno accesso i richiedenti e i

    rifugiati inseriti nel P.N.A comprende in quasi tutti i progetti: lalloggio; il vitto; corsi di

    lingua italiana, la formazione e riqualificazione professionale; il sostegno nella ricerca

    di lavoro; una somma di denaro mensile per le spese personali ( pocket money);

    lassistenza legale, amministrativa e psicologica6. Questi servizi, sono erogati inmodo diverso a secondo dei progetti, determinando condizioni di maggiore o minore

    autonomia per i beneficiari7. A differenza delle forme di accoglienza partecipate dal

    basso espresse dalle comunit locali calabresi per far fronte ai primi sbarchi nel 97, i

    6 Nel corso del primo anno dattivit (luglio 2001-agosto 2002) i centri del P.N.A hanno accolto in totale2816 persone (richiedenti asilo e rifugiati). Allinizio di settembre del 2002 le persone ospitate erano1494 (949 uomini, 545 donne tra questi i minori erano circa 500).7 Un esempio quello del vitto. Vi sono centri in cui sono i beneficiari a comprare direttamente gli

    alimenti (nei negozi indicati dai gestori) sulla base di un budget giornaliero, in altri, invece, il cibo vieneportato a casa settimanalmente dai gestori; ed in altri ancora, sono gli operatori a cucinare(responsabile Anci Roma).

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    progetti ricadenti nei piani di aiuto nazionale sono fortemente dipendenti dai

    finanziamenti erogati a livello centrale. Tale dipendenza emersa in modo evidente

    nel 2002 con il taglio dei fondi destinati al P.N.A che ha determinato la riduzione dei

    servizi offerti, in particolare per quel che concerne la formazione professionale cos

    come emerso dallanalisi dei progetti P.N.A di Isola Capo Rizzuto, Badolato e Riace.

    1.1 Isola Capo RizzutoAd Isola Capo Rizzuto8(progetto gestito dallassociazione Agor) nei primi mesi del

    2003, per mancanza di fondi, stato attivato solo il corso di lingua italiana (due ore,

    due volte a settimana) trascurando del tutto la formazione professionale (intervista

    Trolio responsabile associazione Agor).

    Nel 2001 erano, invece, stati attivati dei corsi di formazione della durata di tre mesi. Icorsi erano quelli di lingua italiana, pizzaiolo, falegname e tecnico agrario. Ai corsi

    del 2001 sono stati seguiti da quindici uomini di etnia Kurda (Turchia). Solo uno dei

    beneficiari ha trovato impiego come pizzaiolo presso un albergo del crotonese. Gli

    altri, invece, per periodi brevi hanno lavorato in nero nel settore agricolo. Non di rado

    allassociazione Agor gli imprenditori agricoli richiedono manodopera da impiegare

    nelle campagne di raccolta stagionali. Tuttavia la pratica del lavoro irregolare,

    contrasta con lidea di inserimento lavorativo perseguito dallassociazione e dalledirettive imposte dalla legge che vieta il permesso di lavoro per i richiedenti asilo

    (intervista a Sergio Trolio).

    Le uniche indicazioni sulla ricaduta del progetto Becas, dal 2001 ad oggi, relative

    allinserimento socio-economico sono quelle fornite dal P.N.A (responsabile ANCI).

    Su un numero di 43 persone uscite dal progetto, in seguito al responso della

    commissione: una sola persona risulta integrata; tre hanno optato per il cambio di

    permesso- rinunciando alla richiesta di asilo a favore della regolarizzazionelavorativa (sanatoria), trentanove persone, invece, hanno abbandonato il progetto. In

    assenza di dati disponibili non risulta al momento possibile valutare i motivi

    dellabbandono.

    8 Il progetto Becas (P.N.A) gestito dallAssociazione Agor. Il centro che ospita i richiedenti distaalcuni chilometri da Isola Capo Rizzuto, citt di circa 13.500 abitanti, situata a pochi chilometri a sud diCrotone. I richiedenti asilo presenti al momento della ricerca sul campo (seconda settimana del marzo

    2003) erano tredici. Le persone intervistate sono sei (quattro liberiani e due eritrei) poich alcuni deirichiedenti erano partiti per altre destinazioni.

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    1.2 Badolato

    Badolato superiore, luogo di residenza dei richiedenti inseriti nel P.N.A, un borgo

    medioevale a pochi chilometri dalla costa ionica. Il paese in parte spopolato, gli

    abitanti sono circa 500. Il progetto P.N.A di Badolato gestito dal C.I.R. (Consiglio

    Italiano per i Rifugiati) che ha sede in paese da circa cinque anni, ovvero dal tempo

    dei primi sbarchi del 97-98. In quegli anni larrivo di profughi sulle navi carretta colp

    limmaginario collettivo. La scena della nave arenata nei pressi della spiaggia di

    Badolato piena zeppa di profughi rimasta nei ricordi della gente di Badolato che

    accorse per prestare soccorso mettendo a disposizione coperte, cibo, beni di prima

    necessit. Laiuto del luogo ai profughi divenne il simbolo di unaccoglienza

    partecipata dal basso. Non esistevano ancora piani daiuto nazionale e progetti mirati

    allinserimento dei profughi, ma Badolato accolse i profughi l dove era possibile,ovvero, nelle case disabitate del centro storico ed in pochi mesi sinizi a strutturare

    un piano daccoglienza. Leco del caso Badolato serv a reperire i fondi per

    laccoglienza; donazioni via posta e contributi di associazioni, si sommarono ai soldi

    pubblici. Nei primi anni, il comune di Badolato e le iniziative del CIR realizzarono una

    serie dinterventi che facevano ben sperare in un nuovo modello daccoglienza che

    vedeva i rifugiati partecipi nelle attivit di gestione dellaccoglienza; alcuni di loro

    furono ingaggiati dal CIR come collaboratori (traduttori). Altri profughi parteciparonoad iniziative imprenditoriali con sede a Badolato superiore: un ristorante multietnico

    ed un laboratorio di ceramica. Questo tipo di logica imperniata sullautonomia e sul

    coinvolgimento diretto dei profughi ribaltava la logica dellassistenzialismo e

    dellemarginazione. I profughi non erano persone da accudire ed assistere ma

    soggetti capaci di arricchire un paese oramai spopolato dalle migrazioni dei

    badolatesi, di rivitalizzarlo contrastando la lenta decadenza che, negli anni,

    lemigrazione aveva prodotto. Basti pensare che, alla fine degli anni 80, il livellodattenzione dei cittadini e dellamministrazione comunale rispetto ai propri beni

    architettonici era stato cos basso da permettere di distruggere i resti dellantico

    castello per costruirvi la piazza centrale del paese. Larrivo dei profughi e la visibilit

    mediatica delle iniziative avviate a Badolato sembravano destinate ad invertire la

    tendenza al declino del paese. A distanza di cinque anni dagli arrivi delle prime navi

    di profughi Badolato quelle pratiche di buona accoglienza appaiono in parte erose.

    Sui motivi di tale fenomeno difficile dare una lettura che vada al di l della sola

    assenza di fondi, sarebbe opportuno un approfondimento della ricerca.

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    Come gi osservato per il progetto P.N.A. di Isola Capo Rizzuto, anche nel caso di

    Badolato la mancanza di fondi ha determinato una riduzione delle attivit formative.

    Lunico corsoattivato (marzio 2003) quello di lingua italiana che prevede lezioni di

    due ore per due giorni asettimana.

    Nel 2001, invece, i percorsi formativi comprendevano un corso di lingua italiana, un

    corso di formazione per confezionista dabbigliamento durato tre mesi (quattro ore

    giornaliere per due giorni a settimana) per un totale di 92 ore, ed un corso di

    informatica di base (72 ore)9.

    Per mancanza di dati disponibili non stato possibile valutare la ricaduta di tali

    attivit in termini occupazionali. Gli unici dati disponibili sullinserimento socio-

    economico dei richiedenti sono i seguenti: su un numero di sedici persone uscite dal

    progetto, in seguito al responso della commissione: sei persone risultano integrate,

    sette hanno optato per il cambio di permesso a favore di quello lavorativo, tre,

    invece, hanno abbandonato il progetto.

    1.3 Riace10

    A Riace borgo lente partner nella gestione del P.N.A lAssociazione Riace village.

    Laccoglienza dei richiedenti asilo si colloca allinterno di un progetto Riace village

    di riqualificazione del centro storico in borgo albergo per il rilancio del turismo

    9 Fonte: Relazioni stilate dai docenti sul lavoro svolto durante lattivit formativa.10 Riace si sviluppa in due nuclei abitativi distinti, Riace marina sulla costa ionica e Riace borgo,lantico paese in collina. Questultimo, come molti paesi del Sud, ha subito uno spopolamento

    consistente determinato dalle migrazioni del secondo dopoguerra, nonch dal progressivospostamento dei cittadini trasferitisi a Riace marina. A Riace borgo vivono circa 600 persone; la scuolacomunale rischia di chiudere perch il numero di bambini inferiore a quello richiesto. Sui lati dellastrada che sinerpica su per la collina verso il borgo vi sono vecchi casolari diroccati e terreni lasciatiincolti. Con le migrazioni la forza-lavoro necessaria per la lavorazione dei campi venuta a mancare;e con il tempo, linvecchiamento della gente rimasta ha prodotto lo stato di abbandono oggi visibile. Isoldi delle rimesse degli emigranti sono serviti a costruire case nuove attigue a quelle antiche delcentro storico, la cui architettura spesso cozza con la struttura del vecchio borgo. Il paese si ripopolanel periodo estivo, con il ritorno degli emigranti e grazie alla presenza dei turisti ospitati nel borgoalbergo. I beneficiari del P.N.A residenti a Riace borgo sono dieci (marzo 2003). Tra questi vi sono trefamiglie di eritrei, due donne eritree e due afghani. Il paese ospita anche due famiglie di rifugiati kurdiarrivate nel 1998. Tutti i richiedenti asilo e rifugiati presenti a Riace hanno un livello di scolarizzazionemedio-basso. Nessuno ha finito gli studi superiori. Le competenze lavorative pi diffuse sono quelle di

    meccanico, carpentiere.

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    alternativo finanziato con un contributo iniziale della banca Etica11. Questo progetto

    sembra offrire maggiori possibilit di inserimento socio-economico.

    Su ventitr persone uscite dal progetto, in seguito al responso della commissione:

    dodici risultano integrate, sette hanno rinunciato alla richiesta dasilo optando per la

    regolarizzazione lavorativa (ultima sanatoria), quattro, invece, hanno abbandonato il

    progetto.

    Al di l dei corsi di lingua italiana (cinque volte a settimana per due ore) i percorsi

    formativi privilegiano lo strumento delle borse di formazione-lavoro. Dal 2001 ad oggi

    sono state attivate sei borse di formazione lavoro. Attualmente le beneficiarie sono

    due donne eritree. Le ore di lavoro sono sette; la paga di 500 euro mensili. La

    formazione mirata allacquisizione delle abilit necessarie per filare, colorare e

    tessere la ginestra.

    Nella prima fase del progetto, partito nel settembre del 2001 fino al 2002, i corsi di

    formazione sono stati quelli mirati allacquisizione di mestieri tradizionali.

    Tab.1 Corsi di formazione tenuti presso i tre P.N.A Calabresi

    ENTE ATTUATORE ANNO 2001 2002 2003

    BADOLATOCIR

    1) CORSI DI LINGUE

    2) ALFABETIZZAZIONEINFORMATICA DI BASE

    3) CORSI DICONFEZIONISTAABIGLIAMENTO

    1) CORSI DI LINGUAITALIANA

    1) CORSI DI LINGUAITALIANA

    RIACEASSOCIAZIONE RIACEVILLAGE

    STAGE:1) LAVORAZIONE ETESSITURA DELLAGINESTRA,2) LAVORAZIONE DELFERRO, FRANTOIO

    STAGE:1) LAVORAZIONE ETESSITURA DELLAGINESTRA,2) LAVORAZIONE DELFERRO, FRANTOIO

    1) CORSI DI LINGUAITALIANA

    2) STAGE:LAVORAZIONE E TESSITURADELLA GINESTRA

    11 Il progetto Riace Village ha portato al recupero: di un frantoio e di un mulino dimesso che adessosede del laboratorio di tessitura della ginestra; di 20 abitazioni del vecchio borgo, ristrutturate per usoturistico, con una capacit di accoglienza di 100 posti letto; di 5 case destinate ai profughi (20 postiletto); di un locale adibito a ristorante multietnico. Lintervento Riace Village mirato alla 1) creazionedi opportunit di lavoro per i giovani disoccupati del paese; 2) la facilitazione dellintegrazione socio-

    economica di alcuni profughi presenti a Riace; 3) il miglioramento delleconomia locale, bar, piccolebotteghe di generi alimentari, artigiani, contadini, pastori; recupero della storia del paese e delletradizioni locali.

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    ISOLA CAPO RIZZUTOASSOCIAZIONEAGORA

    1) CORSI DIGIARDINAGGIO,PIZZAIOLO

    1) CORSI DI LINGUAITALIANA

    1) CORSI DI LINGUAITALIANA

    Tab. 2 Problemi emersi dai colloqui con i gestori dei P.N.ACIR (BADOLATO)ASSOCIAZIONEAGORA (Isola)ASSOCIAZIONE RIACE VILLAGE(RIACE)

    Ritardi nei pagamenti difficolt di anticipo contanti da partedei gestori

    CIR BADOLATOASSOCIAZIONEAGORA Assenza di fondi per la formazione di base e professionale

    CIR BADOLATOASSOCIAZIONEAGORAASSOCIAZIONE RIACE VILLAGE(RIACE)

    Assenza di fondi per il sostegno alla ricerca di lavoro

    CIR (BADOLATO) Difficolt di frequenza ai corsi avviati da altre istituzioni edislocati presso sedi difficilmente raggiungibili dagli interessati

    2. Modelli di impiego dei richiedenti asilo e dei rifugiati

    Dopo aver analizzato gli iter formativi dei progetti P.N.A. in questa parte tratteremo

    dellinserimento lavorativo a livello locale di richiedenti asilo e rifugiati.

    Schematizzando le informazioni raccolte (interviste, dati) stata elaborata una

    tabella sui principali modelli di impiego della forza-lavoro per province e citt ed i

    settori di inserimento (tab.3).

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    Fonte: n.s. elaborazione su dati Infocamere ed interviste

    Il modello di impiego prevalente quello delle attivit stagionali, nel settore agricolo,

    come nel caso della raccolta delle arance a Monasterace (in provincia di Reggio

    Calabria), o degli ortaggi ad Isola Capo Rizzuto (in provincia di Crotone). A secondo

    del tipo di colture presenti, le stagioni di raccolta e le attivit di lavoro variano.

    Questo, da un lato, allunga i periodi di lavoro; dallaltro implica una diversificazione

    delle prestazioni richieste: quelle di raccolta in alcuni periodi e quelle di aratura e

    semina in altri. Linserimento nel settore agricolo correlato a due fenomeni: la

    diminuzione e linvecchiamento della popolazione rurale; la scarsa attrattivit del

    lavoro dequalificato, sottopagato, in nero.

    Il secondo ambito di inserimento riguarda il settore edile; anche in questo caso si

    tratta di lavoro in nero, dove le abilit richieste sono medio-basse. I lavori pi

    frequenti sono quello di carpentiere, saldatore, o semplice manovale.

    Vi poi il settore turistico- alberghiero in cui linserimento segue landamento ciclico

    delle stagioni.

    Tab. 3 Modelli di impiego del lavoro di richiedenti asilo e rifugiatiIsola Capo

    RizzutoGagliano Soverato Badolato Riace

    Aree territoriali

    tipo

    Aree agricole e

    turistiche

    Aree agricole

    turistiche e citt

    Aree turistiche

    /citt

    Aree agricole e

    turistiche

    Aree agricole

    e citt

    Settori produttiviImprese agricoleristoranti ealberghi

    Imprese agricoleed edili, camping,lidi, ristoranti

    Imprese edili,Ristoranti

    Imprese edili edagricole, servizi

    Imprese edili ed agricoleArtigianato

    Attivit svolte

    Campagne diraccolta inagricolturastagioni turistiche:camerieri,facchini, guardiani

    Campagne diraccolta inagricolturastagioni turistiche:camerieri,facchini, guardiani

    Stagioni turistiche,ristorazione

    Carpentieremanovale,panettiere

    Campagne di raccolta inagricolturalavori artigianali

    Qualificazione Medio-bassa Medio-bassa Media Media edartigiana

    Maschi qualificazionebassa;donne qualificazionemedia

    Status Maschi richiedentiasilo profughi

    Maschi/rifugiaticon qualificazionemedia nelleimprese

    Maschi/rifugiatiMaschi/richiedenti asilo erifugiati

    Richiedenti asilo/rifugiati

    Incidenza lavoroirregolare

    Alta nel settoreagricolo e turistico

    Modesta nellapiccola impresa,alta nel settoreagricolo

    Alta nel settoreagricolo media inquello turistico

    Alta nel settoreagricolo, medianelle imprese

    Alta nel settore agricolo,media nelle imprese,bassa nel settoreartigianale

    Puntidattenzione

    Difficilericonoscimentodelle qualifichepregresse

    Emersione dellavoro sommerso

    Emersione dellavoro sommerso

    Difficilericonoscimentodelle qualifichepregresse,Difficolt diinserimento

    Per lartigianato possibileemergenza di attivitindipendenti

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    Infine il settore dei servizi, dove si registra un impiego marginale di profughi rispetto

    ai settori trainanti dellagricoltura e delledilizia. Esigui i casi di donne che svolgono

    attivit di cura alle persone (questaspetto da approfondire con ulteriori ricerche).

    3. Richiedenti asilo e rifugiati nella rete del mercato lavorativo calabrese

    E stato detto in precedenza che linserimento lavorativo degli intervistati residenti a

    Crotone, Isola Capo Rizzuto, Gagliato, Soverato, Badolato e Riace riguarda

    prevalentemente il lavoro sommerso, ad andamento stagionale, flessibile con

    retribuzioni che oscillano tra i 25 ai 35 euro al giorno; tempi di lavoro di 8-9 ore.

    Queste caratteristiche qualitative accomunano le condizioni lavorative dei richiedenti

    asilo con quelle della maggior parte dei migranti in Calabria.

    Su 41 intervistati, arrivati in Calabria dal 1998 al 2003, sono 20 quelli che

    attualmente lavorano (tab.4).

    Tab. 4 Condizioni occupazionali di Rifugiati e R.A. in Calabria

    Nazione CasalingaLavoro

    artigianoOperaiogenerico

    Operaiospecializzato

    ServiziTotale

    occupatiTotale

    Disoccupati

    Liberia 1 8

    Kurdistan 4 1 4 1

    Congo 1 4

    Afghanistan 2

    Togo 1

    Kossovo 2

    Sudan 1

    Eritrea2 borselavoroRiace

    3raccoltaagrumi

    1 badante 5

    Totale 4 2 6 7 1 20 21

    Fonte: interviste richiedenti asilo e rifugiati

    Su venti occupati, i casi di inserimento regolare riguardano sei persone: quattrouomini kurdi rifugiati e due donne eritree richiedenti asilo. I primi due sono arrivati in

    Calabria nel 98, vivono a Gagliato e lavorano come saldatori presso unimpresa

    locale. Il terzo un cuoco che lavora in un albergo del crotonese; il quarto, invece,

    vive con la famiglia a Riace e lavora nel settore edile.

    Inoltre dalle informazioni emerse nel corso delle interviste sulle condizioni di lavoro

    nei comuni calabresi emerge dati relativi che solo in pochi casi in le attivit di lavorosvolte hanno attinenza con le abilit lavorative pregresse (tab. III).

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    Spesso quando si affronta il tema delloccupazione per i profughi, cos come per gli

    immigrati, si ha limpressione che il passato lavorativo di queste persone non esista

    soprattutto nei casi in cui le abilit pregresse sono manuali, artigianali o precarie.

    Capita molto di rado, mi spiegava Kossovaro in cerca dasilo che qualcuno mi chieda

    che lavoro facevo prima di arrivare in Italia. Questa constatazione rispecchia in

    realt una lacuna informativa che andrebbe colmata.

    La storia individuale subisce una sorta di cesura che separa larrivo nel paese

    ospitante da quella di prima. Il profugo, come il migrante, ha un passato lavorativo

    che pesa marginalmente nei contesti di insediamento. Eppure, dalla ricerca, emerge

    una ricchezza di abilit individuali. La maggior parte degli intervistati dichiara di saper

    fare pi di un lavoro specializzato (multiskill), cosa che dovrebbe agevolarli nella

    ricerca di lavoro, ma di fatto, conoscenze e abilit, difficilmente vengono riconosciute

    e valorizzati ai fini dellinserimento lavorativo. La maggior parte degli intervistati ha

    una buona conoscenza della lingua inglese e francese, un livello di scolarizzazione

    medio-bassa (sette anni di studio), ma competenze di lavoro specializzate; per lo pi

    quelle di meccanico, elettricista, carpentiere e saldatore (tab. 5).

    Tab. 5 Condizione occupazionale nei paesi dorigine

    Nazione Casalinga Studente Operaiogenerico Operaiospecializzato Autonomo Servizi TotaleLiberia 1 8 9Kurdistan 4 1 4 1 10Congo 2 3 5Afghanistan 1 1 2Togo 1 1Kossovo 2 2Sudan 1 1Eritrea 3 1 1 4 1 1 11Totale 7 3 4 21 2 4 41

    Fonte: interviste richiedenti asilo e rifugiati

    Tuttavia nella maggior parte dei casi, invece, gli intervistati hanno sottolineato ditrovarsi nellimpossibilit di scegliere, viste le difficolt incontrate nella ricerca di

    lavoro, finendo per accettare qualsiasi lavoro. Questo punto dapprodo, a mio avviso,

    determinato dallinadeguatezza delle politiche di accoglienza e dalla mancanza di

    coordinamento tra enti, istituzioni ed attori locali coinvolti nella gestione dei

    richiedenti asilo allinterno dei P.N.A.

    Tra gli elementi che influiscono rispetto alla ricerca di lavoro emerge quello

    dellappartenenza etnica ed il tempo di permanenza nei luoghi. Rispetto al primo, il

    diverso successo nella ricerca di lavoro in base alletnia. Elementi apparentemente

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    irrilevanti come il colore della pelle incidono tanto sullacceso al lavoro quanto sulla

    collocazione lavorativa. I lavori che implicano un contatto con il pubblico, nel settore

    turistico ad esempio, segnalava uno dei responsabili dellassociazione Misericordia di

    Isola Capo Rizzuto, sono ricoperti da persone di pelle chiara. Questo dato stato

    confermato da alcuni richiedenti asilo residenti a Badolato che riconducono le

    difficolt incontrate nella ricerca di lavoro, nonostante la disponibilit a svolgere

    qualsiasi lavoro anche quelli dequalificati e sottopagati, ai pregiudizi razziali e alle

    rappresentazioni stereotipate dei diversi e degli stranieri. Motivo per cui spiega un

    intervistato:se sei un congolese pensano che non hai voglia di lavorare. Prima ci

    hanno detto che era cos per gli albanesi. Questaspetto necessita di un

    approfondimento della ricerca.

    Infine, vi da rilevare che lo status implica uno sbarramento allacceso dei lavori

    regolari a vantaggio del sommerso (tab. 6). Non a caso, infatti, tra quanti sono inseriti

    in modo regolare vi sono persone che hanno lo status di rifugiato. In altri casi (vedi

    Riace) i rifugiati hanno usufruito dellultima sanatoria per regolarizzare la propria

    condizione di lavoro rinunciando allo status di rifugiato.

    Tab. 6 Status giuridico per nazionalitNAZIONE N./persone e SESSO TOTALE STATUS ARRIVO IN ITALIA

    LIBERIA 9/M 9 RICHIEDENTI 2002KURDISTAN 6/M 4 F 10 RIFUGIATI 1998CONGO 5/M 5 RICHIEDENTI 2002AFGHANISTAN 2/M 2 RICHIEDENTI 2002TOGO 1/M 1 RICHIEDENTE 2002KOSSOVO 2/M 2 RIFUGIATI 2002SUDAN 1/M 1 RICHIEDENTE 2002

    ERITREA 7/M 4/F 113 DINIEGHI-

    6 RICHIEDENTI2 RIFUGIATI

    2002

    TOTALE 33 8 41

    Fonte: interviste richiedenti e rifugiati

    4. Come trovano lavoro i rifugiati

    Nella totale assenza di centri di raccordo tra domanda e offerta, lincontro tra chi offre

    e chi cerca lavoro passa attraverso le reti autoctone-etniche e intraetniche. In

    Calabria non sono presenti servizi specializzati allincontro tra domanda e offerta. Il

    reclutamento avviene prevalentemente attraverso reti informali ed istituzioni

    facilitatrici.

    Le reti autoctone e quelle etniche ed intraetniche, nei percorsi dinserimento dei

    profughi costituiscono un canale privilegiato di divulgazioni dinformazioni, di

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    produzioni di risorse fiduciarie e di accreditamento. Il passaparola sulle possibilit di

    lavoro in una determinata localit, quello dello scambio di informazioni sul datore di

    lavoro, sullaffidabilit dei pagamenti sono momenti di questo percorso.

    Le istituzioni facilitatrici sono enti ed organizzazioni che si pongono su base

    volontaria come punto di riferimento per laggregazione ed il sostegno dei migranti.

    Queste si distinguono per le forme di associazionismo caritativo (aiuto diretto agli

    immigrati fornito su base volontaria) rivendicativo (azioni di protesta a tutela dei

    diritti) ed imprenditivo (la gestione di servizi su base professionale, su mandato di

    enti locali) (Ambrosini, 2000).

    Adottando la classificazione proposta da Ambrosiani, nel sistema Calabrese sono

    presenti: forme tradizionali di carit di matrice cattolica (mense, dormitori, assistenza

    medica), come nel caso della CARITAS di Crotone a cui si rivolgono i profughi per

    chiedere aiuto per trovare unabitazione o un lavoro; lassociazionismo rivendicativo

    risulta meno presente, e pi fragile, per la difficolt a reperire finanziamenti ed ad

    assicurare una continuit dei servizi12.. Tranne nei casi in cui assume la forma mista

    di rivendicativo/imprenditivo. Questa classificazione non prevista da Ambrosiani a

    mio avviso utile per marcare la distinzione tra questultima e la forma imprenditiva

    pura. Questa, infatti, soddisfa solo parzialmente i bisogni dei beneficiari; al contrario

    delle forme rivendicativo-imprenditoriali che tendono invece al riconoscimento di un

    ventaglio di bisogni pi ampio: socialit allargata, scambi culturali, e quelli pi comuni

    come laiuto nel disbrigo di pratiche. Vi sono casi in cui linsieme di aiuti (di reti

    etniche, intraetniche e facilitatrici) a creare le condizioni per linserimento lavorativo e

    sociale, in assenza di servizi specializzati.

    5. Analisi del contesto produttivo e occupazionale nella provincia di Crotone

    Le due province di Crotone, Catanzaro presentano tratti comuni: concentrazionedegli abitanti nei capoluoghi di provincia, spopolamento delle aree rurali e dei piccoli

    paesi interni; alti tassi di disoccupazione; scarsa ricettivit occupazionale; reddito

    procapite inferiore rispetto alla media nazionale.

    Nella provincia crotonese ad Isola Capo Rizzuto ricade il centro di Prima accoglienza

    S. Anna. La popolazione provinciale di 163.058 unit (2001 censimento) di cui il 31

    per cento residente nella citt di Crotone13. Il reddito procapite, pari a poco pi di

    8mila euro (16 milioni di lire). La quota procapite dei consumi finali di circa 9.193,012 Un esempio di associazionismo rivendicativo quello della Kasbah di Cosenza, unassociazioneche ha avviato un progetto di accoglienza per richiedenti e rifugiati.

    18

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    euro- 17,8 milioni di lire, ed quindi superiore al reddito procapite. Tale differenza

    dovuta principalmente alleconomia sommersa.

    Lagricoltura (4.400 iscritti) e il commercio sono i comparti che caratterizzano

    leconomia provinciale, coprendo rispettivamente il 27,49% ed il 26,74% del totale

    delle attivit, posizionando Crotone tra le province italiane a pi elevata incidenza di

    occupati nel settore agricolo e nel terziario (commercio e turismo). Inferiore , invece,

    la presenza di attivit nel settore manifatturiero (10,36%) e di quello edile (12,833%).

    (Dati Istat 2001)

    FIG. 2- LADISTRIBUZIONESETTORIALEDELLEIMPRESEISCRITTEALREGISTRODELLEIMPRESEAL 31/12/2001

    Fonte dati: www.infocamere.it

    5.1 Occupazione/disoccupazione

    E opportuno specificare che i dati sulla disoccupazione saranno qui utilizzati con la

    consapevolezza che descrivono solo in parte la realt fattuale per due motivi: la

    difficolt di rilevamento delle quote di lavoro sommerso che sfuggono alle statistiche;

    la lievitazione del numero di giovani disoccupati compresi nella fascia di et 15-24

    anni a causa delle pratica delle precoci iscrizioni agli uffici di collocamento di persone

    di fatto impegnate negli studi superiori o universitari.

    13 La citt di Crotone ha visto negli anni 70 un forte sviluppo industriale, la Pertusola (1000 addetti), laMontedison (circa 900) la Cellulosa Calabra (250 addetti) e lEnichem sono alcune delle fabbricheerano presenti sul territorio. Nel 94 con la dismissione del polo chimico e la conseguente crisioccupazionale Crotone viene riconosciuta come una delle aree in crisi su cui intervenire con misure di

    agevolazione alla nascita piccole imprese, in prevalenza nel settore agroalimentari, tessile emeccanico. Il passato industriale di Crotone ha lasciato traccia sul territorio; i capannoni dei vecchiimpianti industriali, strutture pachidermiche oramai dimesse caratterizzano larea industriale della citt.

    19

    Alberghi e ristoranti

    3,86%

    Agricoltura caccia

    pesca e silvicoltura

    27,49%

    Estrazione diminerali

    0,11%

    Costruzioni12,83%

    Prod./distrib.

    energia elett.0,04%

    Attivitmanifatturiere

    10,36%

    Altri servizi13,99%

    Trasporti ecomunicazioni

    3,78%

    Interm.monetaria e

    finanz.

    0,81%

    Commercio26,74%

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    Stando alle statistiche trimestrali dellIstat (2001) sulle forze di lavoro, nella provincia

    di Crotone le persone in cerca di lavoro nei primi mesi dellanno risultano essere

    circa 8mila sul totale di forza lavoro di circa 53mila unit, il tasso di disoccupazione

    del 17,1% inferiore rispetto alla media regionale 25,7%.

    In base ai dati 1999 ISTAT sui tassi di disoccupazione delle province calabresi la

    provincia di Crotone quella con il tasso inferiore di disoccupati (17,5). (tab.7).

    Tab. 7 Tassi di disoccupazione per fasce det (1999)15-24 25-29 30-64 15-64 Totale

    Cosenza 65,1 55,4 15,9 25,5 25,3Catanzaro 66,5 58,6 20,0 30,0 29,7Reggio C. 71,2 61,2 22,3 32,7 32,4Crotone 54,6 44,3 10,4 17,8 17,5Vibo Valentia 61,4 50,8 20,9 29,6 29,4Calabria 66,2 56,7 18,5 28,3 28Italia 32,9 25,0 7,0 11,6 11,4

    Fonte: Associazione Industriali di Crotone

    5.2 Settori occupazionali

    La composizione settoriale delloccupazione vede il settore agricolo al primo posto

    seguito da terziario (commercio e turismo), dal settore edile e da quello

    manifatturiero (tab.8). Lofferta occupazionale riguarda prevalentemente lavori abassa qualificazione.

    Tab 8 Composizione settoriale occupazione (2000)Settori Crotone ItaliaAgricoltura 15,00 5,48Totale industria 22,50 32,62Ind. manifatturiera 10,00 23,88

    Ind.costruzioni 12,50 7,61Altre attivit 62,50 61,90Commercio e turismo 17,50 14,54Totale 100,00 100,00

    Fonte: Associazione Industriali di Crotone

    5.3 Il rilancio delleconomia catanzarese: la Sovvenzione Globale ed il ContrattodArea

    La Sovvenzione Globale avviata nel 97 uno degli strumenti agevolativi adottati per

    il rilancio delleconomia della provincia di Crotone diretta a finanziare nuove iniziative

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    imprenditoriali nel settore industriale e nei servizi alle imprese. Lazione della

    Sovvenzione Globale, gestita da Crotone Sviluppo (societ consortile a capitale

    misto) comprende agevolazioni in conto capitale e tutoraggio nella fase davvio delle

    iniziative imprenditoriali, con 175,944 miliardi di fondi disponibili (di 107 di quota

    pubblica Unione Europea, Fondo di rotazione e Ministero del Lavoro). Le iniziative

    finanziate (dati Crotone Sviluppo S.C.p.a.) sono 66 che a regime dovrebbero creare

    511 posti di lavoro (vedi tab. 9).

    Tab. 9 Sovvenzione Globale Crotone (al 31/12/2001)Iniziative ammesse N. Investimenti

    (Mld)

    Agevolazioni

    (Mld)

    Occupazione a regime

    Spettante Erogata % Prevista Realizzata %

    Totale progetti approvati 128 560 380 - - 2170 - -Rinunce/esclusioni 62 429 287 - - 1.659 - -Iniziative finanziate 66 131 93 92 99% 511 378 74%

    I settori produttivi maggiormente finanziati sono: fabbricazione della pasta-carta, dei

    prodotti della carta, stampa ed editoria (42,56 per cento); dei servizi (24,43 per

    cento); fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (13,73 per cento);

    industrie alimentari (9,78 per cento). Questi settori assumeranno il numero maggiore

    di addetti (tab.10).

    Tab. 10 Sovvenzione Globale: aggregazione settorialeSettore Iniziative Investimenti Addetti Investimenti/

    Occupatin. % Mln % unit %

    Industrie alimentari 13 19,70% 6.539 5,00% 50 9,78% 130,780Industrie tessili e dellabbigliamento 7 10,61% 1.623 1,24% 38 7,44% 42,711Industrie conciarie, fabb. Capi inpelle

    1 1,52% 6.968 5,32% 25 4,89% 278,720

    Industrie del legno e dei prodotti dellegno 4 6,06% 3.402 2,60% 19 3,72% 179,053Fabb. Pasta-carta, prodotti cartacei,stampa editoria

    7 10,61% 55.699 42,56% 196 38,36% 284,179

    Fabb. Articoli in gomma e materieplastiche

    2 3,03% 17.968 13,73% 49 9,59% 366,694

    Fabb. e lavorazione Minerali nonmetalliferi

    7 10,61% 3.393 2,59% 15 2,94% 226,200

    Fabb. e lavorazione prodotti inmetallo

    6 9,09% 959 0,73% 7 1,37% 137,000

    Fabb. macchine elettriche ed ottiche 7 10,61% 1.966 1,50% 24 4,70% 81,917Altre industrie manifatturiere 2 3,03% 376 0,29% 5 0,98% 75,200Imprese di servizi 10 15,15% 31.977 24,43% 83 16,24% 385,265TOTALE 66 100% 130.87

    0

    100% 511 100% 265,106

    Fonte: Crotone Sviluppo S.C.p.a.

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    La Sovvenzione Globale ha investito prevalentemente il comune di Crotone, con il

    52% degli investimenti previsti ed il 57 % delloccupazione totale (292 nuovi addetti).

    Seguono il comune di Cutro con il 23% degli investimenti ed il19 % delloccupazione

    (99 addetti); ed Isola Capo Rizzuto che attrae il 18% degli investimenti con una

    ricaduta occupazionale del 10,76% (55 addetti).

    Oltre alla Sovvenzione Globale per il rilancio del settore industriale stato definito e

    avviato, uno strumento specifico, il Contratto darea. Attivato nel 1997, si propone

    come obiettivo quello di accelerare lo sviluppo locale ed attrarre nuove iniziative

    imprenditoriali nei settori dellindustria, turismo, servizi e agroindustria. Larea

    interessata dal Contratto dArea coinvolge 13 comuni localizzati prevalentemente

    sulla fascia costiera (Belvedere di Spinello, Cir, Cir Marina, Cotronei, Crotone,

    Crucoli, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Melissa, Rocca di Neto, Savelli, Scandale e

    Strangoli). Le iniziative attivate prevedono investimenti per oltre 478miliardi di lire e

    1.386 addetti. Le iniziative oggetto del contratto darea e le previsioni occupazionali

    sono riportate nella tabella che segue (tab.11).

    Tab. 11 Le iniziative finanziate dal Contratto dArea (al 30/12/2001)

    Attivit svoltaInvest.

    ammessomil.

    Agevolaz.(mil.)

    Occupatia regime

    Occupaz.attuale

    Avanzamento%

    Prodotti Fitocosmetici 2,472 2,152 15 2 120%Mobili Metallici 2,386 2,011 15 6 155%

    Imbarcazioni in vetroresina 29,599 24,874 54 0 103%

    Carpenterie 2,912 2,379 49 6 98%

    Spaccati misti e malete bituminose 3,871 3,556 10 3 81%Ingranaggi di precisione 18,768 14,007 102 7 53%

    Abbigliamento 1,547 1,33 20 1 103%

    Produzione di energia elettrica da biomasse 73,5 55,416 32 0 39%

    Gruppi di sollevamento 2,498 2,187 20 0 64%

    Produzione prefabbricati calcestruzzo 5,584 4,858 15 8 101%

    Lavorazione e conservazione frutta e ortaggi 1,36 1,11 15 0 96%

    Ricerca e Servizi 0,496 0,462 4 2 87%Oggetti di gioielleria e oreficeria 3,255 2,749 16 20 20%Abbigliamento 3,144 2,748 30 0 115%

    Produzione calze 2,265 2,037 20 3 52%Produzione cibi precotti 2,692 2,258 18 14 65%

    Prodotti informatici e telematici 1,476 1,312 11 10 99%

    Trasporti intermodali 2,759 2,339 10 0 36%Produzione di pannelli metallici 10,454 9,514 29 23 137%

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    Carpenteria metallica e cartellonistica 7,766 6,588 27 0 0%

    Produzione tubi pluviali elettrosaldati 4,744 4,13 17 0 71%

    Produzione prodotti di panetteria 8,673 7,222 40 0 81%

    Manufatti e Materiali per Edilizia 1,732 1,536 10 8 119%

    Produzione pasticceria conservata 2,193 1,932 12 0 52%

    Carta adesiva ad uso mascheratura 19,795 17,173 59 0 11%

    Piastrelle ceramiche 154,454 134,589 301 0 0%Produzione occhiali 2,273 1,892 14 0 41%Produzione di nickel inox cadmio 2,383 2,228 29 23 44%Produzione imbarcazioni in vetroresina 1,413 1,208 5 0 95%

    Prodotti galenici 5,842 4,858 24 0 50%

    Confezione di abbigliamento o indumenti 2,026 1,784 16 0 79%

    Produzione articoli in materie plastiche 2,047 1,816 16 2 118%Produzione articoli in materie plastiche 1,573 1,341 20 1 81%

    Produzione componenti per auto 49,4 34,96 248 2 12%

    Fabbricazione elementi da costruzione per Metallo 3,836 3,158 26 0 107%

    Articoli da regalo 1,391 1,232 15 11 100%Costruzione parco divertimento ricreativo e complessosportivo

    7,09 5,978 22 035%

    TOTALE 37 INIZIATIVE IMPRENDITORIALI 449.669 370.923 1.386 152CONSORZIO PER IL NUCLEOINDUSTRIALE DI CROTONE

    InterventiInfrastrutturali

    1.886 1.886 - -

    CONSORZIO PER IL NUCLEOINDUSTRIALE DI CROTONE

    Depuratore17.400 17.400 - -

    COMUNE DI CUTRO Urbanizzazioni 900 900 - -

    COMUNE DI CUTRO Depuratore 9.082 9.082 - -TOTALE INIZIATIVE INFRASTRUTTURALI 29.268 29.268TOTALE GENERALE 478.937 400.191 1.386 152

    Fonte: Crotone Sviluppo

    6. Analisi del contesto produttivo e occupazionale nella provincia di Catanzaro

    Sono circa 381.000 gli abitanti della provincia catanzarese di cui 100.832 a

    Catanzaro, 70.115 a Lamezia Terme e 10.500 a Soverato. Il resto della popolazione

    insediata in centri di ridotte dimensioni, con unelevata diffusione della popolazione

    sul territorio che si esprime con una densit demografica di 160 abitanti per Kmq. Il

    tasso di urbanizzazione del 44%. Il ricambio generazionale relativamente elevato,

    come evidenziato dallincidenza delle classi giovanili 17,5%. Il reddito disponibile procapite, pari a poco pi di 8mila euro di lire. Sensibilmente bassa anche la quota pro

    capite dei consumi finali che di circa 7500 Euro (dati Istat 2001).

    Il commercio e le costruzioni sono i comparti che caratterizzano leconomia

    provinciale, coprendo rispettivamente il 35,6% ed il 12,4% del totale delle attivit,

    posizionando Catanzaro tra le province italiane a pi elevata incidenza di terziario e

    costruzioni. Discreta appare anche la presenza del manifatturiero (11%) e

    dellartigianato (23,6%) (dati Unioncamere 2001).

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    Nel 2001 (Istat) il tasso di disoccupazione cos come per le altre province calabresi

    alto (26,6%). La provincia catanzarese si colloca al secondo posto della graduatoria

    regionale con il 26,6 % di disoccupati dopo Reggio Calabria (circa il 30 per cento).

    Figura 3

    Fonte: Associazione Industriali di Catanzaro

    Figura 4

    Fonte: Associazione Industriali di Catanzaro

    6.1 Prospettive occupazionali

    24

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    Sulle esigenze occupazionali della Provincia di Catanzaro gli unici dati aggiornati al

    2002 sono quelli del Rapporto Unioncamere e del Ministero del Lavoro

    sullorientamento al mercato del lavoro nella provincia di Catanzaro. Dallo studio

    emergono una serie di dati che, pur fornendo analisi solo predittive, possono essere

    utili al fine di inquadrare le qualifiche pi richieste nei vari settori occupazionali14.

    Facciamo quindi riferimento a tale studio perch riteniamo possa offrire una

    mappatura delle qualifiche occupazionali richieste nella provincia di Catanzaro.

    Se si guarda ai dati sulle assunzioni previste dalle imprese per il 2002 le

    caratteristiche pi diffuse sono quelle del lavoro a bassa specializzazione, per lo pi

    manuali.

    Tab. 12 - Assunzioni previste dalle imprese per il 2002 secondo alcunecaratteristiche, per regione e provincia

    CATANZARO CALABRIA TOTALE ITALIA

    Dicui:(valori%)

    live

    llodi

    istru

    zione Con titolo universitario 5,1 4,1 7,0

    con diploma medio sup. 22,6 20,9 26,6con istruzione e qual.prof. 16,6 16,6 21,1

    di difficile reperimento 31,2 34,1 39,0

    Con meno di 25 anni 28,8 27,4 28,9

    con necessit di formazione 31,1 25,1 40,4

    con esperienza richiesta 73,2 78,5 70,4

    In imprese con meno di 50 dip. 73,6 82,9 60,4

    a tempo indeterminato 63,6 53,7 36,0

    TOTALE ASSUNZIONI 2002 (v.a.) 2.849 12.277 685.888

    Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2002

    Dai dati riportati nella tabella si evince che vi una forte richiesta di personale che hasolo la licenza di scuola media, il 48% circa delle assunzioni complessive. E

    opportuno considerare che si tratta, di professioni di carattere principalmente

    manuale (operai, conduttori di impianti). Le esigenze occupazionali delle imprese

    prevedono inoltre lutilizzo di lavoratori diplomati (22,6%) e solo il 5% di laureati.

    Rispetto ai settori di inserimento, dalla tabella VII emerge che nella provincia di

    Catanzaro il numero maggiori di assunzioni previsto nel settore costruzioni, seguito

    14 I dati sono stati elaborati sulla in base alle informazioni offerte dal Registro delle Imprese/REArepertorio Informazioni Economiche ed Amministrative; INPS, INAIL e da rilevazioni periodiche sulleesigenze occupazionali delle imprese (Assindustria Crotone, 2002).

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    da quello del commercio, dei trasporti e attivit postali e dei servizi alle imprese

    (complessivamente ricoprono il 70% circa delle assunzioni totali previste).

    Tab. 13- Previsioni di assunzione per Settori Catanzaro, 2002

    SETTORI Totale assunzioni

    Di cui in imprese con meno di 50

    dipendenti

    Industrie estrattive, dei metalli, chimiche e produzione energia 7,7% 7,4%

    Industrie alimentari 3,4% 4,6%

    Industrie tessili, dell'abbigliamento e delle calzature 2,0% 2,7%

    Industrie del legno, della carta e altre manifatturiere 2,6% 3,5%

    Industrie meccaniche, elettroniche e dei mezzi di trasporto 1,9% 2,1%

    Costruzioni 24,6% 33,3%

    Commercio 18,4% 18,9%

    Alberghi, ristoranti e servizi turistici 7,0% 8,8%

    Trasporti e attivit postali 14,5% 4,7%Servizi alle imprese 12,3% 9,4%

    Servizi alle persone 5,5% 4,4%

    Totale generale in valore assoluto 2.849 2.096

    Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Exelsior, 2002

    Rispetto alle previsioni sulle abilit richieste (tabella 6) emerge una forte coincidenza

    tra le abilit di mestiere di richiedenti asilo e rifugiati e le professioni richieste che

    riguardano prevalentemente: muratori, elettricisti, istallatori di impianti elettrici,

    conducenti di autocarri pesanti e camion.

    Tab. 14 Le professioni pi richieste secondo alcune caratteristiche

    N Figure professionali

    Assunz

    ionitotali

    conesperien

    za

    didifficilere

    perimento

    atempoinde

    terminato

    livello di studio prevalente

    1 Addetti all'edilizia: muratori 310 84,5% 42,3% 82,6% Lic. Media

    2 Addetti alle vendite: commessi e cassieri di negozio 241 52,3% 14,5% 47,7% Lic. Media

    3 Impiegati amministrativi e addetti alla contabilit 168 82,1% 2,4% 57,1%Dipl. - gruppo amministrativo-commerciale

    4 Istallatori impianti elettrici e elettricisti 142 87,3% 29,6% 74,6% Dipl. - gruppo tecnico-industriale

    5 Conducenti di autocarri pesanti e camion 114 71,1% 53,5% 91,2% Lic. Media

    6 Impiegati addetti alla gestione del magazzino 103 86,4% 4,9% 48,5% Lic. Media

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    7 Baristi e assimilati 99 92,9% 34,3% 49,5% Lic. Media

    8 Netturbini 78 41,0% 0,0% 55,1% Lic. Media

    9 Camerieri, operatori di mensa e assimilati 78 78,2% 14,1% 35,9% Lic. Media

    10 Tecnici della contabilit e assimilati 75 70,7% 6,7% 49,3%

    Diploma - gruppo amministrativo-

    commerciale

    11 Lattonieri, lamieristi e assimilati 59 100,0% 0,0% 100,0%Lic. Media

    12 Manovali nel settore delle costruzioni edili 56 71,4% 21,4% 50,0% Lic. Media

    13 Carpentieri in legno e assimilati 54 100,0% 85,2% 85,2% Lic. Media

    14 Addetti specializzati nei servizi di pulizia 54 63,0% 100,0% 72,2% Lic. Media

    15 Impiegati addetti a compiti di segreteria 54 79,6% 0,0% 46,3%Dipl. - gruppo amministrativo-commerciale

    FONTE: PROGETTO VIRGILIO UNIONCAMERE 2002

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    7. Note conclusive

    Risulta difficoltoso parlare dellinserimento lavorativo dei richiedenti asilo e dei

    rifugiati senza operare preventivamente una decostruzione dei meccanismi di

    esclusione economica e sociale. Il primo dei meccanismi di esclusione simpernia

    sulle limitazioni dei diritti di cui godono i richiedenti asilo ed i rifugiati rispetto ai

    cittadini. E qui siamo nellambito dei diritti di cittadinanza.

    Vi sono poi differenze, in termini di diritti, tra i rifugiati ed i richiedenti asilo, tra gli

    inclusi nel P.N.A e quelli che non lo sono, senza considerare poi gli irregolari a cui

    stato negato lo status, e i migranti. Tuttavia tali differenze si ricompongono se siconsidera che dietro alle etichette di status, vi sono persone che, come tali, hanno

    bisogni, desideri, volizioni.

    Al di l delle differenze di status lanalisi condotta mostra come la necessit

    prioritaria, comune a molti, quella di procurarsi un reddito, per altri invece quella

    di continuare gli studi. Bisogni banali quanto dimenticati. Di fatto, alcuni richiedenti

    inclusi nei P.N.A, pur godendo formalmente di diritti maggiori rispetto ai semplici

    richiedenti, lavorano per guadagnare. I pi giovani, vorrebbero studiare o forselavorare, accumulare altre esperienze come molti coetanei. Nonostante le politiche

    di prima e seconda accoglienza risultino talora inefficaci interessante rilevare la

    presenza di spazi alternativi di inserimento, determinati anche dalle funamboliche

    capacit inventive e di adattamento dei profughi. Nei luoghi di accoglienza queste

    persone cercano, per quanto possibile, di soddisfare i propri bisogni. Nel tentativo,

    a volte riuscito a volte meno, saltano alcuni dei divieti che lassenza di diritti

    determina. Una parte dei beneficiari dei P.N.A aggira le restrizioni che lo statusimpone, lavorando irregolarmente. Lo dimostrano le testimonianze di quanti

    lavorano in nero negli stessi settori e alle stesse condizioni degli autoctoni. Si pensi

    al caso della raccolta delle arance di Monasterace. Lassenza di reddito, a parte la

    cifra irrisoria garantita dal pocket money, o dallalternativo sussidio di prima

    accoglienza; la mancanza di corsi di formazione su cui valga la pena investire il

    proprio tempo in vista di un possibile inserimento occupazionale vanno in direzione

    opposta rispetto ad un regolare inserimento occupazionale. A livello locale gli alti

    tassi di disoccupazione e la quota consistente di lavoro sommerso, che caratterizza

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    le province calabresi, acuiscono i fenomeni di esclusione dal mercato del lavoro

    regolare.

    Nel caso delle province fino ad ora esaminate, lunit di riferimento la dimensione

    locale, o meglio quella comunale. Le reti di relazioni formali ed informali ed il capitale

    sociale a cui possibile attingere attraverso queste rivestono un ruolo importante

    nellinserimento al lavoro. La Calabria presenta un sistema che non riducibile ai soli

    interventi istituzionali, chiusi in griglie e parametri che spesso non si riescono a

    rispettare. Daltro canto sarebbe un errore irrigidire i sistemi di accoglienza, bisogna

    fare in modo che formale ed informale dialoghino. Ne un esempio il caso di Riace

    che stato valutato fuori dai parametri dalle commissioni giudicatrici, ma che di fatto

    il progetto che sembra avere maggiore potenzialit; nonostante i bricolage

    organizzativi che hanno permesso di correggere il progetto a vantaggio

    dellinserimento dei richiedenti.

    Alla luce dei dati emersi possibile prospettare almeno due percorsi di inserimento

    regolare, che implicano una revisione delle politiche di intervento fino ad ora

    adottate. Possibilit di inserimento regolare potrebbero determinarsi nei paesi in via

    di spopolamento. In questo caso le politiche a favore dellinserimento dei richiedenti

    asilo dovrebbero essere rimodellate in base alle esigenze delle varie economie locali

    che assumono caratteristiche diverse a secondo dei paesi e delle aree. A questo

    proposito il caso di Santa Severina appare emblematico per comprendere il peso del

    deficit di informazione sulla condizione dei rifugiati in generale.

    A Santa Severina, unantica cittadina che si trova a venti chilometri da Crotone; il

    sindaco e gli imprenditori agricoli hanno manifestato la disponibilit ad accogliere 20

    nuclei familiari (50 persone) per ripopolare il paese e far fronte alla mancanza di

    forza-lavoro richiesta dai vivaisti, dagli apicoltori e dalle aziende di trasformazione deiprodotti agricoli. La disponibilit delle istituzioni rispetto allinserimento abitativo nelle

    case del centro storico e quella degli imprenditori riguardo al lavoro non ha ancora

    prodotto risultati per lassenza di informazioni sulle procedure da attuare per

    accogliere i rifugiati (intervista imprenditore).

    Altro possibile scenario quello dellindustria, e della piccola e media impresa nella

    provincia di Crotone e Catanzaro. A conferma di ci valgono le indicazioni emersedalle interviste con rappresentanti del mondo del lavoro della provincia crotonese e

    29

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    dei dati disponibili sulle richieste di forza-lavoro nella provincia di Catanzaro e

    Crotone (dati Unioncamere-Associazione Industriali). Nel caso di Crotone, dove il

    Patto dArea prevede linserimento di nuove aziende, le abilit di lavoro dei profughi

    sembrano risultare impiegabili (Assindustria dott. Ruperti). Sulla base dei dati emersi

    dal rapporto Unioncamere su Crotone, appare che la richiesta prevalente delle

    imprese quella di lavoro scarsamente qualificato a fronte di una quota marginale di

    abilit specialistiche.

    Le maggiori difficolt riguardano le modalit di diffusione delle informazioni sulle

    competenze lavorative di rifugiati e richiedenti asilo, cos come emerso

    dallintervista alla presidentessa dellAssindustria di Crotone che lamentava la

    mancanza di un punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro chiedendo dove

    posso reperire informazioni sulle qualifiche, sui mestieri che queste persone

    hanno?. Le difficolt rispetto alla diffusione delle informazioni, attualmente

    sembrano essere legate allassenza di coordinamento tra associazioni, enti ed

    istituzioni. Tali carenze investono anche gli ambiti formativi. Un esempio quello dei

    corsi di formazione professionale organizzati da Crotone Sviluppo, corsi a cui

    potrebbero accedere i richiedenti asilo ed i rifugiati (dott.ssa Gualtieri). Tuttavia

    viene privilegiata la strada dei corsi P.N.A, che non sempre riescono a qualificare

    professionalmente i partecipanti.

    Tali interventi andrebbero, inoltre, ripensati considerando che il reddito unesigenza

    prioritaria, e che misure di supporto economico allinserimento lavorativo sarebbero

    pi che auspicabili.

    Cos come lesempio di altri paesi come la Danimarca e la Svezia mostrano,

    adottano criteri diversi di accoglienza, possibile limitare il fenomeno della

    transitoriet a favore dellinserimento.

    Infatti i richiedenti asilo e i rifugiati esprimono un giudizio favorevole sulla Calabria,contrapponendo linvivibilit e la dispersione delle grandi citt alla migliore qualit

    della vita dei comuni calabresi in termini di socialit, solidariet, costo della vita.

    E opportuno considerare, per trarne delle indicazioni, i casi di alcuni rifugiati che pur

    non avendo beneficiato di particolari misure di intervento istituzionale a loro favore,

    sono riusciti ugualmente ad inserirsi grazie al supporto delle reti autoctone ed

    etniche.

    I problemi relativi alla ricerca della casa e del lavoro sono stati affrontati, nellamaggior parte dei casi, attraverso laiuto delle persone del luogo o degli amici.

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    Rispetto allinserimento lavorativo i percorsi presentano tratti comuni. Dopo i primi

    mesi, quelli dellaccoglienza, improvvisata dalla gente del luogo come nel caso di

    Badolato, Gagliato e Riace, i profughi hanno cercato un lavoro e la casa. Alcuni

    hanno lavorato in nero per poi inserirsi nel mercato del lavoro regolare.

    Vi da considerare, inoltre, che alcuni rifugiati pur essendosi trasferiti per periodi

    brevi in altre citt del nord hanno poi fatto ritorno, privilegiando la Calabria, perch il

    costo della vita inferiore rispetto al nord, non si incontrano particolari difficolt nella

    ricerca della casa e del lavoro, i tratti culturali sono condivisi, il paesaggio ricorda,

    almeno in parte, i luoghi dorigine. Si tratta di elementi non trascurabili dal momento

    che linserimento passa attraverso il lavoro, le condizioni abitative, il livello

    daccettazione espresso dalla comunit locale rispetto ai profughi, ed elementi di

    carattere estetico e culturale.

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    8. Alcune indicazioni operative

    In relazione a quanto emerso dalla ricerca si avanzano alcune indicazioni operative:

    Campo di Prima Accoglienza

    1. Velocizzare lespletamento delle pratiche burocratiche al fine di ridurre

    considerevolmente i tempi di permanenza allinterno del campo.

    2. Aumentare le possibilit daccesso autonomo alle informazioni sui diritti

    attraverso: 1) programmi radiofonici di informazione sui diritti; 2)

    lattivazione di sportelli informatizzati (multilingua) allinterno del campo diprima accoglienza.. Questintervento risulter, nel tempo, meno

    dispendioso degli opuscoli e pi affidabile per la continua accessibilit delle

    informazioni e le competenze per farne uso sono le stesse necessarie per

    utilizzare un telefonino.

    3. Garantire la presenza assidua di avvocati ed esperti capaci di fornire

    assistenza legale e psicologica.

    4. Assicurare la presenza giornaliera di consulenti allorientamento per

    linserimento socio-economico.

    Inserimento socio-economico - Formazione

    1) Dare priorit alle esigenze formative di base (acquisizione della lingua)

    e alla conoscenza delle nuove tecnologie (computer) e della rete,indispensabili per dare maggiori opportunit di inserimento nel mondo

    del lavoro e limitare i fenomeni di esclusione.

    2) Facilitare laccesso agli studi superiori e universitari dei richiedenti asilo

    nel tempo che precede il riconoscimento dello status di rifugiato. A tal

    fine necessario valutare la disponibilit di tali istituzioni a livello

    regionale e prevedere lerogazione di borse di studio.

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    3) Favorire laccesso di richiedenti asilo e rifugiati ai corsi di formazione

    professionale organizzati da Regione, Province o da societ, ad

    esempio Crotone sviluppo.

    Incontro tra domanda e offerta

    1) Creazione di uno sportello del lavoro on line per facilitare lincontro tra

    domanda e offerta di lavoro tra rifugiati, richiedenti asilo ed imprese

    locali.

    2) Agevolare linserimento al lavoro dei richiedenti, nel tempo dattesa che

    intercorre tra la presentazione della domanda e lesito dellacommissione, attraverso una maggiore diffusione delle borse di

    formazione-lavoro (vd.Riace) e lattivazione di stage formativi presso le

    imprese.

    3) Facilitare la creazione di attivit di lavoro autonomo attraverso un

    sistema di prestiti (banca etica) e di tutoraggio allo start up dellattivit.

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    Appendice 1 - Rappresentanti di enti ed istituzioni contattati

    ENTI E ASSOCIAZIONI PERSONE CONTATTATE

    CIR (CENTRO ITALIANO RIFUGIATI) BADOLATO DANIELA TRAPASSO

    ICS (CONSORZIO ITALIANO DI SOLIDARIETA) GIANFRANCO SCHIAVONE

    P.N.A ROMA SORAN AHMAD YASSEN (ANCI)ASSOCIAZIONE RIACE VILLAGE (RIACE)

    TONINO TRIMBOLI

    REGIONE CALABRIA SERVIZI SOCIALI DOTT.SA FALVO E DOTT. ROMEO

    REGIONE CALABRIAEX-SERVIZIO IMMIGRATI/EMIGRATIATTUALMENTE SERVIZI SOCIALI

    DOTT.BONERA, DOTT. DRAGONE

    ASSINDUSTRIA CATANZARO

    ASSINDUSTRIA CROTONE DOTT.SA RUPERTI

    CAMERA DI COMMERCIO CROTONE DOTT.MAURIZIO FERRARA

    CROTONE SVILUPPO DOTT.SA GUALTIERI

    CO.SE.R (CONSORZIO SERVIZI REGIONALI) DOTT.ABRAMO.

    ASSOCIAZIONE RIACE VILLAGE (PROGETTO P.N.A) DOMENICO LUCANO

    COMUNE S.SEVERINA ANTONIO GRIMALDI IMPRENDITORE

    CITTADINANZA ATTIVA RITA VILLIRILLOASSOCIAZIONE AGOR ISOLA CAPO RIZZUTO SERGIO TROLIO

    PROCIV ISOLA CAPO RIZZUTO ANSELMO RIZZO

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    Appendice 2 Documenti e fonti di riferimento1. Rapporto Assindustria 2001 La struttura economica e Territoriale della

    provincia di Crotone

    2. Crotone Sviluppo Lista delle Imprese della provincia

    3. Misericordia Isola di Capo Rizzuto Documenti convenzione per la gestione del

    Centro di Prima Accoglienza S. Anna.

    4. PROCIV Isola di Capo Rizzuto materiale illustrativo Prociv

    5. Delibera Comune di Badolato sul nuovo programma di acquisto e recupero

    immobili per immigrati

    6. Comune di Badolato materiale illustrativo P.N.A

    7. CIR Badolato Relazione sul lavoro svolto durante il corso di informatica di

    base

    8. CIR Badolato Relazione sul lavoro svolto durante lattivit formativa di

    confezionista Abbigliamento

    9. Comune di Riace Convenzione di formazione e orientamento per rifugiati

    10.Riace associazione Citt Futura Materiale illustrativo del progetto di recupero

    del centro storico e di inserimento dei rifugiati

    11.Lista dei rifugiati12.Materiale illustrativo CIS

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    Appendice 3 Colloqui e interviste realizzate con Rifugiati e Richiedenti asilo

    N. STATUS NAZIONALIT SESSO/ET DOVE

    1 RICHIEDENTE ERITREA M/41 RIACE2 RIFUGIATA ERITREA F/35 RIACE3 ATTESA ERITREA M/40 RIACE

    4 RIFUGIATA ERITREA F/31 RIACE5 RICHIEDENTE ERITREA M/35 RIACE6 RICHIEDENTE ERITREA F/24 RIACE7 RICHIEDENTE ERITREA F/24 RIACE8 DINIEGO ERITREA F/29 RIACE9 RICHIEDENTE AFGANA M/19 RIACE10 RICHIEDENTE AFGANA M/31 RIACE11 RIFUGIATO KURDO/ TURCHIA M/37 RIACE12 RIFUGIATA KURDO/ TURCHIA F/30 RIACE13 RIFUGIATO UMANITARIO KURDO/TURCHIA M/29 RIACE14 RIFUGIATA KURDO/TURCHIA F/24 RIACE15 RIFUGIATO KURDO/TURCHIA M/28 GAGLIATO16 RIFUGIATA KURDO/ TURCHIA F/27 GAGLIATO17 RIFUGIATO KURDO/ TURCHIA M/29 GAGLIATO18 RIFUGIATA KURDO/ TURCHIA F/22 GAGLIATO

    19 RIFUGIATO KURDO/ TURCHIA M/22 SOVERATO20 RIFUGIATO KURDO/ TURCHIA M/24 BADOLATO21 RICHIEDENTE CONGO M/31 BADOLATO22 RICHIEDENTE CONGO BADOLATO23 RICHIEDENTE CONGO M/35 BADOLATO24 RICHIEDENTE CONGO M/ BADOLATO25 RICHIEDENTE TONGO BADOLATO26 RICHIEDENTE LlBERIANA M/24 ISOLA AGORA27 RICHIEDENTE LIBERIANA M/30 ISOLA AGORA28 RICHIEDENTE ERITREA M/20 ISOLA AGORA29 RICHIEDENTE ERITREA M718 ISOLA AGORA30 RICHIEDENTE LIBERIANA M726 ISOLA AGORA31 RICHIEDENTE LIBERIANA M/27 ISOLA AGORA32 RICHIEDENTE CONGOLESE M/27 CROTONE STAZIONE33 RICHIEDENTE NIGERIANO M/29 CROTONE STAZIONE34 RICHIEDENTE ERITREO M/33 CROTONE STAZIONE35 RICHIEDENTE KOSSOVARO M725 CROTONE STAZIONE36 RICHIEDENTE CONGOLESE M/22 CROTONE STAZIONE37 RICHIEDENTE LIBERIANA M/23 S. ANNA 1 ACCOGLENZA38 RICHIEDENTE SUDANESE M/30 S. ANNA 1 ACCOGLENZA30 RICHIEDENTE LIBERIANA M/25 S. ANNA 1 ACCOGLENZA40 RICHIEDENTE LIBERIANA M/17 S. ANNA 1 ACCOGLENZA41 RICHIEDENTE LIBERIA M/24 S. ANNA 1 ACCOGLENZA42 RIFUGIATO KURDO/ TURCHIA COSENZA

    Appendice 4 - Interviste con rappresentanti di enti ed istituzioniDOTT.SA GUALTIERI

    CROTONE SVILUPPO CROTONEDOTT.SA RUPERTI

    ASSINDUSTRIA CROTONEDOTT. ABRAMO CATANZARO CAMERA DI COMMERCIODOTT. ANTONIO GRIMALDI

    IMPRENDITORE SANTA SEVERINADOTT. PAOLO DALESSIO VICE PREFETTO

    PREFETTURA DI CROTONEDOTT. ARENA

    COMUNE ISOLA CAPO RIZZUTO

    DOTT.SSA VILLIRISI

    CIR E PROCIV -ISOLA CAPO RIZZUTO

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    GOVERNATORE MISERICORDIA CARITAS ISOLA CAPO RIZZUTO

    RESPONSABILE CASA DI ACCOGLIENZA EMMAUS MISERICORDIA

    ISOLA CAPO RIZZUTO

    DOTT. SERGIO TROILO AGORA CENTRO DI SECONDA ACCOGLIENZA-

    ISOLA CAPO RIZZUTO

    SIG. RIZZO

    RESPONSABILE PROCIV ISOLA CAPO RIZZUTO

    SIG. ROLANDO PIPERISSA

    CIR BADOLATO

    SIG. COSIMO COMITO

    SINDACO COMUNE DI RIACE

    RESPONSABILI DEL PROGETTO P.N.A RIACE VILLAGE DOMENICO LUCANO, GIUSEPPINA SGRO,

    TONINO TRIMBOLI

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