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Assessorato Ambiente e Sviluppo Sostenibile GESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

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  • Assessorato Ambiente e Sviluppo Sostenibile

    GESTIONEDELLE RISORSENATURALIE DEI RIFIUTI

  • GESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    RISORSE IDRICHE

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

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    INTRODUZIONE

    L’evoluzione del quadro normativo relativo alla tutela delle risorse idriche, determina un contesto del tutto nuovo rispetto al passato. La disciplina nazionale (D.Lgs. 152/99) e quella comunitaria (Dir. 2000/60/CE) affrontano i problemi relativi alla salvaguardia e tutela delle acque considerando gli ambienti acquatici nella loro complessità e definendo obiettivi di qualità ambientale da raggiungere attraverso un approccio integrato di qualità e quantità, per tutti i corpi idrici significativi.Il D.Lgs. 152/99 introduce il Piano di tutela delle acque quale strumento di pianificazione, che contiene l’insieme delle misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa dei sistemi idrici, a scala regionale e di bacino idrografico.

    Il Piano di tutela delle acque (art. 44 del D.Lgs. 152/99 modificato ed integrato dal D.Lgs. 258/00), piano stralcio del Piano di bacino (art. 17 legge 183/89), è redatto dalle Regioni nel rispetto degli obiettivi definiti dalle Autorità di Bacino, che esprimono parere vincolante. Rappresenta lo strumento finalizzato a raggiungere entro il 2016 l’obiettivo di qualità ambientale “buono” per i corpi idrici significativi superficiali, sotterranei e marini, con una tappa intermedia al 2008 nella quale le acque superficiali interne devono raggiungere l’obiettivo di qualità ambientale “sufficiente” e le acque marine costiere devono raggiungere un valore medio annuale di TRIX non superiore a 5.

    Il Piano rappresenta una prima attuazione della Direttiva quadro sulle acque dell’Unione Europea e corrisponde ad una versione anticipata del Piano di Gestione delle acque previsto dalla Direttiva stessa per il 2009.

    La Regione Emilia-Romagna ha avviato nel 2002 il processo di elaborazione del Piano di tutela delle acque attraverso la collaborazione con le Province, le Autorità di Bacino ed il supporto tecnico-scientifico di Arpa. Il Piano è stato adottato dal Consiglio Regionale, con atto n. 633 del 22 dicembre 2004.E’ stata sviluppata una fase conoscitiva di grande rilievo, ricca di dati ed informazioni, in cui:- sono stati individuati i corpi idrici significativi per quanto attiene le acque superficiali interne, le acque sotterranee e marine;

    - è stata effettuata la revisione delle reti di monitoraggio della qualità delle acque sotterranee e realizzata la rete delle acque di transizione;

    - sono stati stimati i carichi inquinanti provenienti da fonti puntuali e diffuse dell’attività antropica;- sono state valutate le pressioni sullo stato quantitativo della risorsa idrica per i diversi usi tra cui anche gli aspetti connessi ai cambiamenti climatici;

    - è stato analizzato lo stato attuale dell’area di pianura soggetta al fenomeno della subsidenza;- sono state delimitate e cartografate le aree sensibili, le aree vulnerabili da nitrati di origine agricola;- sono stati definiti i criteri per la delimitazione delle zone di tutela assoluta e di rispetto e delle zone di protezione;

    - è stata redatta la disciplina per la salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano.

    Nel Piano sono stati esaminati i corpi idrici a specifica destinazione (acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, acque di balneazione, acque idonee alla vita dei pesci, acque destinate alla vita dei molluschi), verificando per ognuno, la conformità/classificazione e stabilendo, nel caso del mancato raggiungimento degli obiettivi, i conseguenti programmi da attuare.Sulla base dei dati del monitoraggio, relativi al biennio 2001-2002, nel Piano sono stati, inoltre, classificati tutti i corpi idrici significativi e di interesse, da cui risulta quanto lo stato ambientale si discosti dagli obiettivi di legge. Quindi, per raggiungere tali obiettivi, sono state individuate una serie di misure, finalizzate al miglioramento della risorsa, agli orizzonti temporali 2008 e 2016. In particolare, sono stati considerati il deflusso minimo vitale, l’attuazione della direttiva “nitrati”, le principali azioni volontarie avviate, i programmi di miglioramento per le acque a specifica destinazione, le misure di razionalizzazione, risparmio e riutilizzo per i diversi settori (Programma regionale di conservazione e risparmio delle risorse idriche), le misure che fanno riferimento alla disciplina degli scarichi ed alla riduzione dell’inquinamento degli stessi da fonte puntuale.E’ stata infine condotta l’analisi economica, che ha permesso sia di valutare l’incidenza tariffaria delle misure previste (adottando il principio di copertura integrale dei costi), sia di effettuare una analisi costi e dell’efficacia delle diverse misure previste dal Piano.

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    PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI

    NORME COMUNITARIE Direttiva 75/440/CEE Direttiva 75/440/CEE del Consiglio, del 16 giugno 1975, concernente la qualità delle

    acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile negli Stati Membri

    Direttiva 76/464/CEE Direttiva 76/464/CEE del Consiglio, del 4 maggio 1976, concernente l’inquinamento provocato da certe sostanze pericolose scaricate nell’ambiente idrico della Comunità

    Direttiva 76/160/CEE Direttiva 76/160/CEE del Consiglio, dell’8 dicembre 1975, concernente la qualità delle acque di balneazione

    Direttiva 78/659/CEE Direttiva 78/659/CEE del Consiglio, del 18 luglio 1978, sulla qualità delle acque dolci che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci

    Direttiva 79/923/CEE Direttiva 79/923/CEE del Consiglio, del 30 ottobre 1979, relativa ai requisiti di qualità delle acque destinate alla molluschicoltura

    Direttiva 80/68/CEE Direttiva 80/68/CEE del Consiglio, del 17 dicembre 1979, concernente la protezione delle acque sotterranee dell’inquinamento provocato da certe sostanze pericolose

    Direttiva 80/778/CEE Direttiva 80/778/CEE del Consiglio, del 15 luglio 1980, concernente la qualità delle ac-que destinate al consumo umano

    Direttiva 86/278/CEE Direttiva 86/278/CEE del Consiglio, del 12 giugno 1986, concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura

    Direttiva 91/676/CEE Direttiva 91/676/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1999, relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole

    Direttiva 91/271/CEE Direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane

    Direttiva 96/61/CEE Direttiva 96/61/CEE del Consiglio, del 24 settembre 1996, sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento

    Direttiva 96/82/CE Direttiva 96/82/CE del Consiglio, del 9 dicembre 1996, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose

    Direttiva 98/8/CE Direttiva 98/8/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 1998, relativa all’immissione sul mercato dei biocidi

    Direttiva 2000/60/CE Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque

    NORME NAZIONALI

    DPR 470/82 Attuazione della direttiva 76/160/CEE relativa alla qualità delle acque di balneazione

    Legge 979/82 Disposizione per la difesa del mare

    Decreto Legislativo 164/85 Norme di attuazione della direttiva 76/160/CEE

    Legge 183/89 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo

    Decreto Legislativo 99/92 Attuazione della direttiva 86/278/CEE concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura

    Legge 36/94 Disposizioni in materia di risorse idriche

    Decreto Legislativo 152/99 Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della diretti-va 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole

    Decreto Legislativo 372/99 Attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento

    Decreto Legislativo 174/00 Attuazione della direttiva 98/8/CE in materia di immissione sul mercato di biocidi

    Decreto Legislativo 258/00 Disposizioni correttive ed integrative del Decreto Legislativo 11 maggio 1999 n. 152

    Decreto Legislativo 31/01 Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano

    Legge 121/03 Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 31 marzo 2003 n. 51, recante modifiche alla normativa in materia di qualità delle acque di balneazione

    Decreto Ministeriale 367/03 Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose, ai sensi dell’articolo 3, comma 4, del Decreto Legislativo

    11 maggio 1999, n. 152.

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    NORME REGIONALI

    Legge Regionale 50/95 Disciplina dello spandimento sul suolo dei liquami provenienti da insediamenti zootecnici e dello stoccaggio degli effluenti di allevamento

    Legge Regionale 15/97 Norme per l’esercizio delle funzioni regionali in materia di agricoltura. Abrogazione della L.R. 27 agosto 1983, n. 34

    Delibera Giunta Regionale 45/97 Classificazione delle zone di produzione dei molluschi bivalvi di cui all’art. 4 del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 530

    Delibera Consiglio Regionale 570/97 Decisione delle osservazioni e approvazione del piano stralcio di settore del piano terri-toriale per il risanamento e la tutela delle acque per il comparto zootecnico

    Legge Regionale 3/99 Riforma del sistema regionale e locale

    Legge Regionale 25/99 Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali e disciplina delle forme di cooperazione tra gli enti locali per l’organizzazione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti urbani

    Delibera Giunta Regionale 369/99 Classificazione delle acque dolci che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci ai sensi del D.Lgs. 25 gennaio 1992, n. 130

    Legge Regionale 20/00 Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio

    Delibera Giunta Regionale 651/00 Direttiva concernente primi indirizzi per l’applicazione del Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152

    Legge Regionale 2/01 Attuazione del Piano Regionale di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna 2000-2006

    Delibera Giunta Regionale 501/02 Programma triennale regionale ambientale

    Delibere Giunta Regionale 136/02 Programma stralcio regionale ex art. 141, comma 4, legge 388/00e 927/03

    Delibera Giunta Regionale 1420/02 Elenco dei corpi idrici superficiali significativi e revisione della rete di monitoraggio delle acque superficiali ai sensi del D.Lgs. n. 152/99

    Delibera Giunta Regionale 1053/03 Direttiva concernente indirizzi per l’applicazione del D.Lgs. 152/99 come modificato dal D.Lgs. 258/00 recante disposizioni in materia di tutela delle acque dall’inquinamento

    Delibera Giunta Regionale 1054/03 Direttiva concernente indirizzi per il rilascio dell’autorizzazione allo scarico nelle unità geologiche profonde delle acque risultanti dall’estrazione degli idrocarburi, ai sensi dell’art. 30, comma 3, D.Lgs. 152/99

    Delibera Giunta Regionale 2406/04 Approvazione delle linee guida per la gestione integrata delle zone costiere (GIZC)

    Delibea Giunta Regionale 2135/04 Rete di monitoraggio delle acque sotterranee della Regione Emilia-Romagna ed integrazioni riguardanti le reti di controllo delle acque superficiali

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    COSA STA ACCADENDO?

    Nel territorio regionale sono stati individuati come significativi 26 corpi idrici superficiali oltre al fiume Po; di questi 21 sono naturali e 5 artificiali. Sono inoltre stati determinati 8 areali riferibili ad acque di transizione, ubicati nella pianura ferrarese e ravennate prospicienti l’Adriatico e 5 laghi artificiali di un certo rilievo, impiegati ad uso irriguo, civile o idroelettrico.

    La rete idrografica principale, costituita da corsi prevalentemente torrentizi, presenta caratteristiche di sufficiente naturalità, con, in alcuni casi, irrigidimenti di fondo e difese spondali mentre a valle del margine appenninico, e in particolare nelle zone di bassa pianura, è evidente una forte antropizzazione della rete idrografica, con arginature, regolarizzazioni d’alveo e rettifiche, fino a raggiungere, negli areali di bonifica, caratteri di completa artificialità con molteplici situazioni di scolo meccanico delle acque meteoriche.Il quadro della qualità mostra che lo Stato Ecologico (SECA) e lo Stato Ambientale (SACA) risulta essere buono, per la maggior parte dei corsi d’acqua, nell’area appenninica mentre a nord della via Emilia è evidente un generale scadimento in relazione alla forte pressione antropica.I problemi che si riscontrano sono da associare sia ai prelievi, presenti quasi ovunque alla chiusura dei bacini montano-collinari ed in grado di esaurire le modeste magre estive, sia agli scarichi puntuali civili e produttivi nonché agli apporti diffusi di origine agro-zootecnica che incidono in maniera significativa sui carichi veicolati.I primi risultati riguardanti la qualità delle acque dei 5 invasi artificiali mostrano uno Stato Ecologico ed Ambientale sufficiente per la Diga di Mignano e il Lago di Suviana, scadente per il Lago Brasimone. L’invaso di Ridracoli presenta uno Stato Ecologico buono mentre per la Diga del Molato, causa lo svasamento avvenuto nel 2002, non è possibile una classificazione.

    Le acque di transizione monitorate rappresentano ecosistemi acquatici diversi tra loro, sia per le caratteristiche fisiche morfologiche, sia per l’utilizzo stesso dei bacini. Comunque, lo Stato Ambientale, effettuato sulla base dei criteri del D.Lgs. 152/99, può definirsi buono.

    Per quanto attiene i corpi idrici sotterranei, gli approfondimenti relativi al modello concettuale dell’acquifero regionale hanno portato alla definizione dei corpi idrici significativi, suddivisi in: conoidi alluvionali appenniniche (maggiori, intermedie, minori, pedemontane), pianura alluvionale appenninica e pianura alluvionale padana. Le criticità riguardano gli aspetti sia quantitativi sia qualitativi della risorsa idrica.Dal punto di vista quantitativo, il 32% del fabbisogno idrico della regione, pari a 680 Mm3/anno, è soddisfatto da prelievi da falda per i settori civile, industriale e agro-zootecnico.Dal punto di vista qualitativo, si rileva la presenza dei nitrati in concentrazioni elevate, legate soprattutto alle pratiche agricole con uso di fertilizzanti azotati e smaltimento dei reflui zootecnici ma anche alle perdite delle reti fognarie e agli scarichi urbani ed industriali di origine puntuale. Lo Stato Ambientale delle acque sotterranee può essere determinato sia dall’impatto antropico esercitato sulla qualità/quantità della risorsa sia dalla presenza naturale di particolari specie chimiche o per il basso potenziale quantitativo. Le elaborazioni effettuate mostrano un maggiore scadimento, dovuto all’impatto antropico, nella zona delle conoidi pedemontane ed uno stato particolare, cioè scadente per cause naturali, nella bassa e media pianura. L’alta pianura è in uno stato che oscilla da buono a scadente a seconda delle conoidi indagate.

    L’intero tratto di costa, da Goro a Cattolica e dalla costa fino a 3 chilometri al largo, è stato considerato “corpo idrico significativo unico”; tale scelta deriva sia dalle caratteristiche della zona in esame sia dal fatto che nel D.Lgs. 152/99 è designata area “sensibile”. L’area costiera, influenzata per circa il 90% dagli apporti del Po, è un bacino aperto caratterizzato da una costa lineare, le cui correnti defluiscono prevalentemente in direzione nord-sud, e da un basso fondale (massimo 10 metri).La classificazione dello Stato Ambientale è stata condotta attraverso l’applicazione dell’indice trofico TRIX, tenendo conto di ogni altro elemento utile a definire il grado di naturalità delle acque costiere. La classificazione è stata integrata dal giudizio emergente dalle indagini svolte sul biota e sui sedimenti, da cui non sono emerse criticità tali da influenzare il giudizio qualitativo ambientale della zona costiera emiliano-romagnola.Il valore del TRIX classifica l’area in uno stato mediocre, in cui le condizioni delle acque presentano

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    scarsa trasparenza, anomale colorazioni, ipossie e occasionali anossie delle acque bentiche (cioè quelle più profonde, prossime al fondale), stati di sofferenza a livello di ecosistema bentonico.Il giudizio di stato trofico è stato integrato e completato dalla valutazione del Rischio Eutrofico a cui un sistema costiero può essere esposto. Per Rischio Eutrofico si intende la probabilità di superamento dei limiti inferiori di stato mediocre (indice TRIX compreso tra 5 e 6) e scadente (TRIX compreso tra 6 e 8). Per l’intera area emiliano-romagnola è risultato il 74,9% di probabilità che il TRIX superi il valore 5 e il 33,4% di probabilità che il TRIX superi il valore 6.

    STATO

    Nome Indicatore / Indice Copertura

    Spaziale Temporale

    ACQUE SUPERFICIALI Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA) Regione 2000-2003 Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA) Regione 2002-2003

    ACQUE SOTTERRANEE Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SCAS) Regione 2003 Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee (SQuAS) Regione 2002 Stato Ambientale delle Acque Sotterranee (SAAS) Regione 2002 Nitrati in acque di falda Regione 2003

    ACQUE MARINE Indice trofico TRIX Regione 1999-2003 Concentrazione clorofilla “a” Regione 1999-2003 Concentrazione fosforo Regione 1999-2003 Concentrazione azoto Regione 1999-2003 Aree di anossia (concentrazione ossigeno sui fondali) Regione 1999-2003

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    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA)

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Adimensionale

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 2000-2003

    DESCRIZIONE

    Il D.Lgs. 152/99 introduce la definizione dello Stato Ecologico dei corpi idrici superficiali come “l’espressione della complessità degli ecosistemi acquatici” alla cui definizione contribuiscono sia parametri chimico-fisici sia la composizione della comunità macrobentonica delle acque correnti.Il raffronto tra queste informazioni, espresse rispettivamente attraverso il Livello di Inquinamento dei Macrodescrittori (LIM) e l’Indice Biotico Esteso (IBE), consente di calcolare il giudizio di qualità sotto forma di Classe dello Stato Ecologico (SECA).Per definire lo Stato Ecologico di un corso d’acqua si adotta l’intersezione riportata in tabella, dove il risultato peggiore tra quelli di LIM e di IBE determina la classe di appartenenza.

    SCOPO

    Descrivere con un giudizio sintetico lo stato della qualità dei corsi d’acqua derivante dagli aspetti chimici e biologici e di valutarne le variazioni nello spazio e nel tempo.

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    CORPO IDRICO STAZIONETIPOSTAZ

    SECA2000

    SECA2001

    SECA2002

    SECA2003

    F. PO Pontelagoscuro – Ferrara AS Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4T. TIDONE Pontetidone AI Classe 2 Classe 3 Classe 2 Classe 2F. TREBBIA Foce in Po AS Classe 2 Classe 2 Classe 2 Classe 2T. NURE Ponte Bagarotto AS Classe 2 Classe 2 Classe 2 Classe 2T. CHIAVENNA Ponte Caorso - Chiavenna Landi AI Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4T. ARDA A Villanova AI Classe 4 Classe 3 Classe 3 Classe 4F. TARO San Quirico – Trecasali AS Classe 3 Classe 3 Classe 3 Classe 3C.LE MILANINO Loc. Fossette di Sissa AI - - - Classe 4T. PARMA Colorno AS Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4T. ENZA Coenzo AS Classe 3 Classe 3 Classe 4 Classe 3T. CROSTOLO Ponte Baccanello - Guastalla AS Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 5F. SECCHIA Ponte Bondanello - Moglia (MN) AS Classe 3* Classe 3* Classe 3* Classe 3*F. PANARO Ponte Bondeno (FE) AS Classe 4 Classe 5 Classe 4 Classe 3C.le BIANCO Ponte s.s. Romea - Mesola AI Classe 3 Classe 3 Classe 2 Classe 3PO DI VOLANO Codigoro (ponte Varano) ASC.le NAVIGABILE A monte chiusa valle Lepri AS Classe 3 Classe 3 Classe 3 Classe 3F. RENO Volta Scirocco - Ravenna AS Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4C.le DX RENO P.te Zanzi - Ravenna AS Classe 4 Classe 3 Classe 3 Classe 4F. LAMONE P.te Cento Metri - Ravenna AS Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4F. UNITI Ponte Nuovo - Ravenna AS Classe 5 Classe 4 Classe 4 Classe 4T. BEVANO Casemurate AS Classe 5 Classe 4 Classe 4 Classe 5F. SAVIO Ponte Matellica AS Classe 3 Classe 3 Classe 3 Classe 3F. RUBICONE Capanni - Rubicone AS Classe 5 Classe 5 Classe 5 Classe 4F. USO S.P. 89 AI Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4F. MARECCHIA A monte cascata via Tonale AS Classe 3* Classe 3* Classe 3 Classe 4T. CONCA 200 m a monte invaso AI Classe 2* Classe 3 Classe 3 Classe 4R. VENTENA P.te via Emilia-Romagna AI Classe 4* Classe 4* Classe 5 Classe 5

    * solo LIM

    Classe 4 Classe 4 Classe 4 Classe 4

    DATI

    Tabella 1: Classificazione di Stato Ecologico nel triennio 2000–2003 in chiusura dei bacini significativi o di interesse

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    COMMENTO

    La valutazione dei dati relativi al SECA (2000-2003) riguardanti le stazioni di tipo A, poste in chiusura di bacino, evidenziano una costanza di valori nei seguenti corpi idrici: Po, Trebbia, Nure, Chiavenna, Taro, Parma, Secchia, Po di Volano, Canale Navigabile, Reno, Lamone, Savio e Uso; tra questi, Taro, Secchia, Canale Navigabile e Savio già ad oggi soddisfano i requisiti previsti al 2008, mentre Trebbia e Nure soddisfano fin da ora la qualità prevista al 2016.Il Po, Reno, Lamone ed Uso ed il Chiavenna, Parma, Po di Volano confermano una classe non ancora in linea con gli obiettivi del D.Lgs. 152/99.Per i restanti corpi idrici, per i quali si evidenziano cambiamenti di classe nel periodo 2000-2003, la situazione risulta sostanzialmente migliorata per il Panaro, mentre rimangono molto critici i livelli di Crostolo, Fiumi Uniti, Bevano, Rubicone, Marecchia, Conca e Ventena. L’Arda, l’Enza ed il Canale Dx Reno oscillano tra le Classi 3 e 4, mentre il Canal Bianco e il torrente Tidone tra le Classi 2 e 3, con prevalenza rispettivamente della Classe 3 e 2. Per quanto attiene il Canale Milanino, monitorato solamente nel 2003, il SECA risulta in Classe 4.

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    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA)

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Adimensionale

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 2002-2003

    DESCRIZIONE

    Lo Stato Ambientale dei corsi d’acqua è definito in relazione al grado di scostamento rispetto alle condizioni di un corpo idrico di riferimento. Gli stati di qualità ambientale previsti per le acque superficiali sono riportati in tabella.

    SCOPO

    Attribuire un giudizio sulla qualità complessiva dei corsi d’acqua che tenga conto delle caratteristiche ecologiche e della presenza di sostanze chimiche pericolose per gli ecosistemi.Il valore dello Stato Ambientale serve per valutare lo scostamento dagli obiettivi di qualità ambientale fissati dalla norma nazionale ed europea, corrispondenti al giudizio di “sufficiente” da raggiungere al 2008 e di “buono” al 2016.

    ELEVATO Non si rilevano alterazioni dei valori di qualità degli elementi chimico-fisici ed idromorfologici per quel dato tipo di corpo idrico in dipendenza degli impatti antropici, o sono minime rispetto ai valori normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni indisturbate. La qualità biologica sarà caratterizzata da una composizione e un’abbondanza di specie corrispondente totalmente o quasi alle condizioni normalmente associate allo stesso ecotipo.

    La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è paragonabile alle concentrazioni di fondo rilevabili nei corpi idrici non influenzati da alcuna pressione antropica.

    BUONI I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano bassi livelli di alterazione derivanti dall’attività umana e si discostano solo leggermente da quelli normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate.

    La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

    SUFFICIENTE I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico si discostano moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. I valori mostrano segni di alterazione derivanti dall’attività umana e sono sensibilmente più disturbati che nella condizione di «buono stato».

    La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

    SCADENTE Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale, e le comunità biologiche interessate si discostano sostanzialmente da quelle di norma associate a quel tipo di corpo idrico superficiale inalterato.

    PESSIMO I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale presentano alterazioni gravi e mancano ampie porzioni delle comunità biologiche di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato.

    La presenza di microinquinanti, di sintesi e di non sintesi, è in concentrazioni da gravi effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

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    DATI

    Tabella 2: Classificazione di Stato Ambientale 2002-2003 in chiusura dei bacini significativi o di interesse

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    COMMENTO

    La classificazione di Stato Ambientale in chiusura dei bacini significativi e di interesse nel 2003 conferma quella ottenuta dallo Stato Ecologico. Si osserva che, tra i corsi d’acqua, l’11% è in Classe di qualità “buono”, il 26% è in uno stato “sufficiente”, mentre il restante 63% risulta in uno stato “scadente” o “pessimo”. Per tutti si devono mettere in campo le misure necessarie per il raggiungimento degli obiettivi per il loro mantenimento.

    Bacino Stazione Tipo 2002 2003F. Po Pontelagoscuro - Ferrara AS Scadente ScadenteT. Tidone Pontetidone AI Buono BuonoF. Trebbia Foce in Po AS Buono BuonoT. Nure Ponte Bagarotto AS Buono BuonoT. Chiavenna Ponte strada Caorso - Chiavenna Landi AI Scadente ScadenteT. Arda A Villanova AI Sufficiente ScadenteF. Taro San Quirico - Trecasali AS Sufficiente SufficienteC.le Milanino Loc. Fossette di Sissa AI - ScadenteT. Parma Colorno AS Scadente ScadenteT. Enza Coenzo AS Scadente SufficienteT. Crostolo Ponte Baccanello - Guastalla AS Scadente PessimoF. Secchia Ponte Bondanello - Moglia (MN) AS Sufficiente SufficienteF. Panaro Ponte Bondeno (FE) AS Scadente SufficienteC.le Bianco Ponte s.s. Romea - Mesola AI Buono SufficientePo di Volano Codigoro (ponte Varano) AS Scadente ScadenteC.le Navigabile A monte chiusa valle Lepri - Ostellato AS Sufficiente SufficienteF. Reno Volta Scirocco - Ravenna AS Scadente ScadenteC.le dx Reno P.te Zanzi - Ravenna AS Sufficiente ScadenteF. Lamone P.te Cento Metri - Ravenna AS Scadente ScadenteF. Uniti Ponte Nuovo - Ravenna AS Scadente ScadenteT. Bevano Casemurate AS Scadente PessimoF. Savio Ponte Matellica AS Sufficiente SufficienteF. Rubicone Capanni - Rubicone AS Pessimo ScadenteF. Uso S.P. 89 AI Scadente ScadenteF. Marecchia A monte cascata via Tonale AS Sufficiente ScadenteT. Conca 200 m a monte invaso AI Sufficiente ScadenteR. Ventena P.te via Emilia-Romagna AI Pessimo Pessimo

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    12

    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SCAS)

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Adimensionale

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 2003

    DESCRIZIONE

    Lo SCAS (Stato Chimico delle Acque Sotterranee) riassume in modo sintetico lo stato qualitativo delle acque sotterranee attraverso l’attribuzione delle 5 classi qualitative definite dal D.Lgs 152/99.

    CLASSE 1 Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche

    CLASSE 2 Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche

    CLASSE 3 Impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione

    CLASSE 4 Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti

    CLASSE 0 Impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra del valore della Classe 3

    L’indice si basa sui valori di concentrazione di 7 parametri chimici di base (conducibilità elettrica, cloruri, manganese, ferro, nitrati, solfati e ammoniaca) e di altri parametri addizionali, rapportati rispettivamente ad intervalli ed a soglie di riferimento. La classificazione è determinata dal valore peggiore di concentrazione riscontrato nelle analisi dei diversi parametri. In particolare il superamento della soglia della Classe 4 per i parametri inorganici con accertata origine naturale determina il passaggio alla Classe 0.

    SCOPO

    Evidenzia in modo sintetico le zone sulle quali insiste una maggiore o minore criticità ambientale dal punto di vista qualitativo. Ciò avviene attraverso la valutazione congiunta della presenza nelle acque sotterranee sia di inquinanti di origine antropica sia di parametri di origine naturale, che in concentrazioni elevate possono incidere sugli utilizzi delle acque. L’indice individua gli impatti antropici che incidono sulla qualità dei corpi idrici sotterranei significativi e risulta utile ad indirizzare le azioni di risanamento o di contenimento da adottare.

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    13

    DATI

    Figura 1: Stato chimico delle acque sotterranee per punto di campionamento (anno 2003)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    Figura 2: Stato chimico delle acque sotterranee nei complessi idrogeologici della RegioneEmilia-Romagna (anno 2003)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    0%

    20%

    40%

    60%

    80%

    100%

    Conoidi appenniniche Pianura appenninica Pianura padana

    Complessi idrogeologici

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    0 1 2 3 4

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    14

    Figura 3: Stato chimico delle acque sotterranee nel complesso idrogeologico delle conoidi alluvionali appenniniche: le conoidi maggiori, intermedie e minori – area occidentale (anno 2003)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    Figura 4: Stato chimico delle acque sotterranee nel complesso idrogeologico delle conoidi alluvionali appenniniche: le conoidi maggiori, intermedie e minori – area orientale (anno 2003)

    0%

    20%

    40%

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    100%

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    Conoidi alluvionali appenniniche

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    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

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    Conoidi alluvionali appenniniche

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    Conoidi alluvionali appenniniche

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    Conoidi alluvionali appenniniche

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  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    15

    COMMENTO

    Le condizioni di Classe 4 sono presenti sul territorio regionale nel sistema delle conoidi alluvionali appenniniche e sono dovute principalmente alla presenza diffusa di composti azotati (in particolar modo nelle conoidi del parmense e del modenese) ed alla locale contaminazione da composti organoalogenati di origine industriale (in particolare nel modenese, nel bolognese e in misura minore nel parmense). Anche le condizioni di Classe 3, dovute a composti azotati, sono marcatamente presenti nelle conoidi emiliane. La presenza di stazioni in Classe 2, corrispondente ad acque di buona qualità, è tipica del sottosuolo delle conoidi maggiori, nelle porzioni prossime agli Appennini, e dove fenomeni di ricarica fluviale contribuiscono alla diluizione di inquinanti eventualmente presenti. Rare stazioni in Classe 1 sono presenti in prossimità del fiume Trebbia e del torrente Baganza.La Classe 0 è ampiamente diffusa nelle conoidi romagnole (caratterizzate da scarsa circolazione delle acque anche per una limitata dimensione dei serbatoi) e nei depositi di piana alluvionale.

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    16

    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee (SQuAS)

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Adimensionale

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 2002

    DESCRIZIONE

    Lo SQuAS (Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee) riassume in modo sintetico lo stato quantitativo delle acque sotterranee attraverso l’attribuzione delle 4 classi quantitative dal D.Lgs 152/99.

    CLASSE A L’impatto antropico è nullo o trascurabile con condizioni di equilibrio idrogeologico. Le estrazioni di acqua o alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili sul lungo periodo.

    CLASSE B L’impatto antropico è ridotto, vi sono moderate condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia ciò produca una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa e sostenibile sul lungo periodo.

    CLASSE C Impatto antropico significativo con notevole incidenza dell’uso sulla disponibilità della risorsa evidenziata da rilevanti modificazioni agli indicatori generali sopraesposti (1)

    CLASSE D Impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica.

    (1) nella valutazione quantitativa bisogna tener conto anche degli eventuali surplus incompatibili con la presenza di importanti strutture sotterranee preesistenti

    L’indice si basa sulle alterazioni misurate o previste delle condizioni di equilibrio idrogeologico e viene calcolato dalle serie storiche di lungo periodo (dal 1976) dei dati piezometrici, rilevati dalla rete regionale di monitoraggio, valutandone prima la tendenza media nel periodo e traducendo questa in termini di deficit idrico (volume di acqua estratta al quale è imputabile l’abbassamento del livello piezometrico) utilizzando le conoscenze delle caratteristiche dell’acquifero (struttura, tipologia, spessori utili, porosità, coefficienti di immagazzinamento).

    SCOPO

    Evidenziare in modo sintetico le zone sulle quali insiste una maggiore o minore criticità ambientale dal punto di vista quantitativo. Ciò avviene attraverso la valutazione della capacità dell’acquifero di sostenere, sul lungo periodo, gli emungimenti che su di esso insistono in rapporto ai fattori di ricarica. Entrano in gioco, in questo caso, le caratteristiche intrinseche di potenzialità dell’acquifero, nonché quelle idrodinamiche e quelle legate alle capacità di ricarica. L’indice viene utilizzato per la valutazione del bilancio idrico regionale sul quale si basa la pianificazione quantitativa della risorsa idrica.

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    17

    DATI

    Figura 5: Stato quantitativo delle acque sotterranee (anno 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    Figura 6: Stato quantitativo delle acque sotterranee nei complessi idrogeologici della Regione Emilia-Romagna (anno 2002)

    Complessi idrogeologici

    0%

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    Classe A Classe B Classe C

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    18

    Complessi idrogeologici

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    DEFICIT SURPLUS

    Figura 7: Deficit e Surplus idrico nei complessi idrogeologici della Regione Emilia-Romagna (anno 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    Figura 8: Stato quantitativo delle acque sotterranee nel complesso idrogeologico delle conoidi alluvionali appenniniche: le conoidi maggiori, intermedie e minori (anno 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    0%

    20%

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    Conoidi alluvionali appenniniche

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    Classe A Classe B Classe C

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    Conoidi appenniniche Pianura appenninica Pianura Padana

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    Complessi idrogeologici

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    Conoidi appenniniche Pianura appenninica Pianura Padana

    mili

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    DEFICIT SURPLUS

    Conoidi alluvionali appenniniche

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  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    19

    Figura 9: Deficit e Surplus idrico nel complesso idrogeologico delle conoidi alluvionali appenniniche: le conoidi maggiori, intermedie e minori (anno 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    COMMENTO

    Lo SQuAS viene analizzato da un lato attraverso la distribuzione delle diverse classi quantitative all’interno dei corpi idrici sotterranei significativi (in % di territorio ricadente nelle diverse classi) e dall’altro mediante la valutazione complessiva dei volumi di deficit idrico che esse concorrono a formare.

    La Classe C è principalmente concentrata all’interno delle conoidi alluvionali appenniniche occupandone il 18% del territorio, ed è in minima parte presente nella pianura appenninica (1,3%) mentre risulta praticamente assente nella pianura padana. Relativamente alla Classe B, le percentuali sono il 29,5% per il territorio di conoide, il 14,5% per il territorio di pianura appenninica ed il 25,2% per il territorio di pianura padana rispettivamente.

    Le zone in Classe C ed in Classe B sono quelle che concorrono alla formazione dei volumi di deficit idrico che ammontano a 20,8 Mm3 per le conoidi alluvionali, 0,7 e 0,2 Mm3 per la pianura appenninica e padana rispettivamente; la quasi totalità dei volumi di deficit idrico è quindi localizzata all’interno delle conoidi alluvionali appenniniche e corrisponde principalmente alle zone in Classe C.

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    Tidone

    Trebbia-Nure

    Chiavenna

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    Stirone

    Taro

    Parma-BaganzaEnza

    Crostolo-Tresinaro

    Secchia

    Tiepido

    Panaro

    SamoggiaReno

    Ghironda-Aposa

    Savena-Idice

    Quaderna

    Sillaro

    Sellustra

    Santerno

    Senio

    Lamone

    Ronco-MontoneSavio

    Marecchia

    Conca

    Conoidi alluvionali appenniniche

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    DEFICIT SURPLUS

    Conoidi alluvionali appenniniche

    Defi

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  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    20

    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Stato Ambientale delle Acque Sotterranee (SAAS)

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Adimensionale

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 2002

    DESCRIZIONE

    Il SAAS (Stato Ambientale delle Acque Sotterranee) riassume in modo sintetico ed integrato lo stato quali-qualitativo delle acque sotterranee attraverso l’attribuzione delle 5 classi definite dal D.Lgs 152/99.

    ELEVATO Impatto antropico nullo o trascurabile sulla qualità e quantità della risorsa, con l’eccezione di quanto previsto nello stato naturale particolare

    BUONO Impatto antropico ridotto sulla qualità e/o quantità della risorsa

    SUFFICIENTE Impatto antropico ridotto sulla quantità, con effetti significativi sulla qualità tali da richiedere azioni mirate ad evitarne il peggioramento

    SCADENTE Impatto antropico rilevante sulla qualità e/o quantità della risorsa con necessità di specifiche azioni di risanamento

    NATURALE Caratteristiche qualitative e/o quantitative che pur non presentando un significativo PARTICOLARE impatto antropico, presentano limitazioni d’uso della risorsa per la presenza naturale di particolari specie chimiche o per il basso potenziale quantitativo

    L’indice viene determinato attraverso la sovrapposizione delle cinque classi di qualità dell’indice SCAS con le quattro classi di quantità dell’indice SQuAS.Si evidenzia il forte condizionamento della Classe 0 qualitativa nei confronti dello stato ambientale in quanto, indipendentemente dalle condizioni di sfruttamento quantitativo, questa origina lo stato naturale particolare.Inoltre, nel caso di non eccessivo sfruttamento della risorsa (classi quantitative A e B), il passaggio tra lo stato di buono e quello di sufficiente dipende dal solo valore di concentrazione dei nitrati.

    SCOPO

    Rappresenta una quantificazione dell’incidenza degli impatti antropici sugli aspetti qualitativi e quantitativi della risorsa. E’ utilizzato per individuare ed indirizzare le azioni di risanamento o di contenimento da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione, per consentire il monitoraggio degli effetti di tali azioni e verificare il perseguimento degli obiettivi di qualità ambientale previsti per i corpi idrici significativi. Ulteriore finalità dell’indice è quella di orientare le azioni di monitoraggio.

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    21

    DATI

    Figura 10: Stato ambientale delle acque sotterranee per punto di campionamento (anno 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    Figura 11: Stato ambientale delle acque sotterranee nei complessi idrogeologici della Regione Emilia-Romagna (anno 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    0%

    10%

    20%

    30%

    40%

    50%

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    80%

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    100%

    Conoidi alluvionali appenniniche Piana alluvionale appenninica Piana alluvionale padana

    Complessi idrogeologici

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    buono sufficiente

    scadente particolare

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    22

    0%

    20%

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    80%

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    Conoidi alluvionali appenniniche

    SA

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    buono sufficiente

    scadente particolare

    Figura 12: Stato ambientale delle acque sotterranee nel complesso idrogeologico delle conoidi alluvionali appenniniche: le conoidi maggiori, intermedie e minori – area occidentale (anno 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    Figura 13: Stato ambientale delle acque sotterranee nel complesso idrogeologico delle conoidi alluvionali appenniniche: le conoidi maggiori, intermedie e minori – area orientale (anno 2002)

    0%

    20%

    40%

    60%

    80%

    100%

    Tido

    ne

    Treb

    bia N

    ure

    Chiav

    enna

    Arda

    Stiro

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    ro

    Parm

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    ganz

    aEn

    za

    Cros

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    Tres

    inaro

    Secc

    hia

    Tiep

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    Pana

    ro

    Conoidi alluvionali appenniniche

    SA

    AS

    (%

    pu

    nti

    d'a

    cqu

    a su

    l to

    tale

    )

    buono sufficiente

    scadente particolare

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    0%

    20%

    40%

    60%

    80%

    100%

    Sam

    oggia

    Ghiro

    nda

    Reno

    Lav

    ino

    Save

    na Id

    ice

    Silla

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    Sant

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    Lam

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    o M

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    neSa

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    one

    Mar

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    ia

    Conc

    a

    Conoidi alluvionali appenniniche

    SA

    AS

    (%

    pu

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    cqu

    a su

    l to

    tale

    )

    buono sufficiente

    scadente particolare

    0%

    20%

    40%

    60%

    80%

    100%

    Sam

    oggia

    Ghiro

    nda

    Reno

    Lav

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    Rubic

    one

    Mar

    ecch

    ia

    Conc

    a

    Conoidi alluvionali appenniniche

    SA

    AS

    (%

    pu

    nti

    d'a

    cqu

    a su

    l to

    tale

    )

    buono sufficiente

    scadente particolare

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    23

    COMMENTO

    Lo stato ambientale scadente si rileva laddove sono state riscontrate condizioni chimiche di forte impatto antropico e dove risulta critica la situazione di deficit idrico.In molte aree si osserva che lo stato scadente è dovuto al verificarsi di solo una delle due situazioni (Classe chimica 4 in presenza di Classe quantitativa A o Classe qualitativa buona in presenza di forti deficit idrici).Dal punto di vista qualitativo lo stato ambientale scadente è determinato principalmente dalla presenza diffusa di nitrati nel sistema delle conoidi alluvionali appenniniche (dal piacentino al riminese) ed in alcuni casi dalla locale presenza di composti organoalogenati (nel bolognese, nel modenese e in misura minore nel parmense).Lo stato ambientale sufficiente è dovuto invece alla Classe 3 qualitativa determinata dalla concentrazione di nitrati compresa tra i 25 ed i 50 mg/l.

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    24

    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Nitrati in acque di falda

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Milligrammi/litro

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 2003

    DESCRIZIONE

    La concentrazione nelle acque di falda dell’azoto nitrico dipende prevalentemente da fenomeni diffusi come l’uso di fertilizzanti azotati in agricoltura, lo smaltimento di reflui zootecnici, le perdite di reti fognarie ma anche da scarichi puntuali di reflui urbani ed industriali.La presenza di nitrati e la loro continua tendenza all’aumento è uno degli aspetti più preoccupanti dell’inquinamento delle acque sotterranee. I nitrati sono ioni molto solubili, difficilmente immobilizzabili dal terreno, che percolano facilmente nello spessore del suolo raggiungendo quindi l’acquifero.Il limite sulla presenza di nitrati nelle acque di falda, definito dal D.Lgs. 152/99, è pari a 50 mg/l, coincidente con il limite delle acque potabili (D.Lgs. 31/01).

    SCOPO

    Individua le falde maggiormente compromesse dal punto di vista qualitativo, per cause antropiche. Inoltre, i nitrati sono uno dei parametri di base che determinano la classificazione qualitativa delle acque sotterranee (indice SCAS) condizionandone in maniera significativa i risultati.

    DATI

    Figura 14: Concentrazione media annua di nitrati (mg/l) nelle acque sotterranee (anno 2003)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    25

    COMMENTO

    La distribuzione dei nitrati è stata ricostruita grazie ai dati provenienti dal monitoraggio eseguito nel 2003 sui pozzi della rete regionale. La contaminazione da nitrati si concentra nelle zone di conoide alluvionale, senza interessare le aree di piana alluvionale appenninica (limi sabbiosi e argillosi depositatisi a valle delle conoidi dei corsi d’acqua appenninici) e padana (sabbie di deposizione del Fiume Po).Le aree interessate dall’inquinamento, con valori anche superiori al limite di 50 mg/l, sono presenti nelle conoidi di alcuni fiumi e torrenti emiliani (Taro, Parma, Tiepido, Panaro, Samoggia) e nelle conoidi romagnole.

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    26

    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Indice trofico TRIX in acque marine

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Adimensionale

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 1999 - 2003

    DESCRIZIONE

    L’indice trofico TRIX definisce in una scala da 1 a 10 il grado di trofia ed il livello di produttività delle acque marino costiere.I parametri che concorrono alla definizione dell’indice TRIX sono coerenti sia con i fattori causali che determinano incrementi di biomassa algale (sali di azoto e di fosforo), sia con gli effetti conseguenti all’incremento di biomassa (scostamento del valore di ossigeno disciolto dal valore fisico di saturazione, concentrazione della clorofilla “a”). I valori numerici che scaturiscono dal calcolo del TRIX rendono le informazioni comparabili su un largo range di condizioni trofiche.

    SCOPO

    Riduce la complessità dei parametri chimico-fisici e biologici di un sistema marino-costiero, elimina le valutazioni basate sui singoli parametri, permette di discriminare tra le diverse situazioni spazio-temporali, rendendo possibile un confronto quantitativo del fenomeno eutrofico e quindi fornisce una classificazione dello stato qualitativo.Per la classificazione, in applicazione del D.Lgs 152/99, deve essere considerato il valore medio annuale dell’indice TRIX. Al 2008, per la costa emiliano-romagnola l’obiettivo intermedio fissato dalla norma è “buono”, cioè il TRIX non deve essere superiore a 5,0 unità.

    DATI

    Figura 15: Valori medi annuali Indice TRIX (e relative Deviazioni Standard) dell’intera costa emiliano-romagnola, da costa fino a 3 Km al largo, periodo 1999 – 2003.

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    Valori medi annuali Indice Trix

    0,0

    2,0

    4,0

    6,0

    8,0

    10,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    Ind

    ice

    Tri

    x

    Valori medi annuali Indice Trix

    0,0

    2,0

    4,0

    6,0

    8,0

    10,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    Ind

    ice

    Tri

    x

    Valori medi annuali Indice Trix

    0,0

    2,0

    4,0

    6,0

    8,0

    10,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    Ind

    ice

    Tri

    x

    Valori medi annuali Indice Trix

    0,0

    2,0

    4,0

    6,0

    8,0

    10,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    Ind

    ice

    Tri

    x

    LEGENDA

    Trix

    DeviazioneStandard

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    27

    COMMENTO

    In figura 15 sono riportati, dal 1999 al 2003, i valori medi annui (con le rispettive Deviazioni Standard), del TRIX calcolati sull’intera area costiera da Goro a Cattolica e da costa fino a 3 Km al largo.Confrontando gli andamenti medi annuali si osserva che il TRIX si posiziona all’interno della condizione “Mediocre”, che identifica una situazione di acque molto produttive, livello di eutrofia elevato, scarsa trasparenza, anomale colorazioni delle acque, ipossie ed occasionali anossie delle acque bentiche, stati di sofferenza a livello dell’ecosistema bentonico.Il sensibile miglioramento dello stato qualitativo dell’ecosistema costiero espresso nel 2003 è da imputarsi alla riduzione degli apporti dal bacino padano, per la scarsità di precipitazioni atmosferiche soprattutto nei primi 10 mesi dell’anno, con conseguente riduzione dei nutrienti che ha determinato un abbattimento della potenzialità trofica del sistema.

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    28

    LEGENDA

    Ch “a”

    DeviazioneStandard

    Valori medi annuali Clorofilla "a"

    0,0

    4,0

    8,0

    12,0

    16,0

    20,0

    24,0

    28,0

    32,0

    36,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    Ch

    a µ

    g/L

    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Concentrazione clorofilla “a” in acque marine

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Microgrammi/litro

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 1999 - 2003

    DESCRIZIONE

    Descrive la concentrazione di clorofilla “a” nelle acque marine superficiali e lungo la colonna d’acqua, consentendo una stima indiretta della biomassa fitoplanctonica. Rappresenta un efficace indicatore della produttività del sistema, in quanto fornisce la misura del pigmento fotosintetico principale presente nelle microalghe.

    SCOPO

    Valuta la produzione primaria ed i gradi di trofia dell’ecosistema; inoltre, è di fondamentale importanza per l’applicazione di indici trofici, per la valutazione delle caratteristiche trofiche di base del corpo idrico e dello stato degli ecosistemi. In base alla sua concentrazione, si mette in evidenza il livello di eutrofizzazione delle acque costiere.

    DATI

    Figura 16: Valori medi annuali delle concentrazione di clorofilla “a” (e relative Deviazioni Standard) dell’intera costa emiliano-romagnola, da costa fino a 3 Km al largo, periodo 1999-2003.

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    Valori medi annuali Clorofilla "a"

    0,0

    4,0

    8,0

    12,0

    16,0

    20,0

    24,0

    28,0

    32,0

    36,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    Ch

    a µ

    g/L

    Valori medi annuali Indice Trix

    0,0

    2,0

    4,0

    6,0

    8,0

    10,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    Ind

    ice

    Tri

    x

    Valori medi annuali Clorofilla "a"

    0,0

    4,0

    8,0

    12,0

    16,0

    20,0

    24,0

    28,0

    32,0

    36,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    Ch

    a µ

    g/L

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    29

    COMMENTO

    La concentrazione di clorofilla “a” presenta una forte variazione temporale, essendo condizionata, oltre che dalla disponibilità di nutrienti, anche dalle condizioni al contorno.Uno stato di eutrofia si risolve in pochi giorni, qualora il mare mosso e l’incremento dell’idrodinamica costiera provochino un rapido ricambio delle masse d’acqua. Generalmente il parametro si distribuisce lungo la costa emiliano-romagnola con un trend negativo nord-sud, con una maggiore variabilità e valori più elevati nell’area settentrionale.In figura 16 è riportato l’andamento della clorofilla “a”, espresso come media annuale dal 1999 al 2003, calcolata sull’intera area costiera da Goro a Cattolica e da costa fino a 3 Km al largo (ad essa è abbinato il valore della Deviazione Standard). La variazione di concentrazione è ampia con dei valori minimi negli anni 2001 e 2003 per il ridotto apporto di sostanze nutritive a seguito di una riduzione delle precipitazioni atmosferiche.

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    30

    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Concentrazione Fosforo in acque marine

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Microgrammi/litro

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 1999 - 2003

    DESCRIZIONE

    Il fosforo è un microelemento nutritivo disciolto nell’acqua marina le cui componenti fosfatiche sono rappresentate dal fosforo-ortofosfato (P-PO4) e dal fosforo totale (Ptot).La prima componente è estremamente variabile, con tendenza a stabilizzarsi nelle stazioni più lontane dalla costa e può essere immediatamente assimilato dal fitoplancton; nel tratto di mare prospiciente la costa emiliano-romagnola presenta solitamente bassissime concentrazioni, soprattutto nel periodo estivo, a volte inferiori al limite di rilevabilità analitica. In presenza di intense fioriture algali, quando l’ortofosfato disponibile nella colonna d’acqua viene rapidamente consumato, è sicuramente ipotizzabile l’innesco di meccanismi di riciclo di questo nutriente (rapida mineralizzazione e successivo riutilizzo da parte della biomassa algale).Le concentrazioni di fosforo totale sono invece strettamente collegate alla presenza di particellato organico in sospensione nella colonna d’acqua, sia fitoplanctonica, sia di origine detritica e quindi direttamente correlato agli apporti fluviali.

    SCOPO

    Lo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagli apporti di nutrienti veicolati a mare dai bacini costieri adriatici e soprattutto dal fiume Po. Conoscere quindi le concentrazioni di fosforo permette di valutare e controllare il fenomeno eutrofico in mare.Per migliorare lo stato qualitativo delle acque costiere, è necessario rimuovere e controllare i carichi di nutrienti generati e liberati dai bacini idrografici in modo da ridurre sostanzialmente le loro concentrazioni.Nelle acque costiere emiliano-romagnole il fosforo è il fattore limitante la crescita algale, pertanto rimane l’elemento su cui maggiormente devono essere concentrati gli sforzi per contrastare l’eutrofizzazione costiera.

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    31

    Valori medi annuali fosforo totale e ortofosfato

    0,0

    5,0

    10,0

    15,0

    20,0

    25,0

    30,0

    35,0

    40,0

    45,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    µg

    /L

    P Tot P-PO4

    DATI

    Figura 17: Valori medi annuali delle concentrazioni di fosforo totale e ortofosfato (e relative Deviazioni Standard), dell’intera costa emiliano-romagnola, da costa fino a 3 Km al largo,

    periodo 1999-2003.

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    COMMENTO

    Il fosforo ortofosfato è un parametro molto variabile che risente dei contributi degli insediamenti costieri. Nella costa emiliano-romagnola la distribuzione delle forme fosfatiche presenta generalmente un trend in diminuzione da costa verso largo e dalla superficie verso il fondo, ad eccezione dei casi in cui si verificano condizioni di ipossia/anossia degli strati profondi con conseguente solubilizzazione dell’ortofosfato. Le principali sorgenti generatrici sono individuate nei comparti civile ed industriale.In figura 17 risulta marcata la differenza di concentrazione dei due parametri, con accentuata prevalenza della componente totale.

    Valori medi annuali fosforo totale e ortofosfato

    0,0

    5,0

    10,0

    15,0

    20,0

    25,0

    30,0

    35,0

    40,0

    45,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    µg

    /L

    P Tot P-PO4

    LEGENDA

    P - PO4

    DeviazioneStandard

    Valori medi annuali fosforo totale e ortofosfato

    0,0

    5,0

    10,0

    15,0

    20,0

    25,0

    30,0

    35,0

    40,0

    45,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    µg

    /L

    P Tot P-PO4

    P tot

    Valori medi annuali Indice Trix

    0,0

    2,0

    4,0

    6,0

    8,0

    10,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    Ind

    ice

    Tri

    x

    Valori medi annuali fosforo totale e ortofosfato

    0,0

    5,0

    10,0

    15,0

    20,0

    25,0

    30,0

    35,0

    40,0

    45,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    µg

    /L

    P Tot P-PO4

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    32

    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Concentrazione Azoto in acque marine

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Microgrammi/litro

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 1999 - 2003

    DESCRIZIONE

    L’azoto è un microelemento nutritivo disciolto nell’acqua marina le cui componenti sono rappresentate da composti minerali solubili quali azoto nitrico (N-NO3), azoto nitroso (N-NO2), azoto ammoniacale (N-NH3) e dall’azoto totale (Ntot). Le componenti solubili possono essere rappresentate anche come DIN (Dissolved Inorganic Nitrogen), che corrisponde alla somma delle concentrazioni delle singole componenti.Le componenti azotate presentano una elevata variabilità stagionale, con le concentrazioni minori registrate nel periodo estivo in coincidenza con i minimi di portata dei fiumi afferenti la costa. L’azoto ammoniacale presenta anch’esso analogo andamento, ma risente, in alcuni casi in maniera evidente, anche di apporti provenienti dagli insediamenti costieri caratterizzati da elevata densità di popolazione. Le concentrazioni di azoto totale sono invece strettamente collegate alla presenza di particellato organico, in sospensione nella colonna d’acqua marina, sia di origine fitoplanctonica che detritica, e quindi direttamente correlato agli apporti fluviali.

    SCOPO

    Lo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagli apporti di nutrienti veicolati a mare dai bacini costieri adriatici e soprattutto dal Po. Conoscere quindi, le concentrazioni di azoto permette di valutare e controllare il fenomeno eutrofico a mare.Per migliorare lo stato qualitativo delle acque costiere è necessario rimuovere e controllare i carichi di nutrienti generati e liberati dai bacini.Nelle acque costiere emiliano-romagnole, tra i nutrienti, l’azoto riveste un ruolo non limitante in quanto l’elemento chiave risulta essere il fosforo. In genere, la limitazione derivante da Azoto è riscontrabile nelle acque costiere in cui il rischio eutrofico è molto ridotto se non assente mentre la limitazione derivante da Fosforo rappresenta il fattore che caratterizza acque costiere con livelli trofici mediamente elevati.

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    33

    Valori medi annuali forme azotate

    0,0

    50,0

    100,0

    150,0

    200,0

    250,0

    300,0

    350,0

    400,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    µg

    /L

    N-NO3 N-NO2 N-NH3

    Valori medi annuali forme azotate

    0,0

    50,0

    100,0

    150,0

    200,0

    250,0

    300,0

    350,0

    400,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    µg

    /L

    N-NO3 N-NO2 N-NH3

    Valori medi annuali forme azotate

    0,0

    50,0

    100,0

    150,0

    200,0

    250,0

    300,0

    350,0

    400,0

    1999 2000 2001 2002 2003Anni

    µg

    /L

    N-NO3 N-NO2 N-NH3

    DATI

    Figura 18: Valori medi annuali delle concentrazioni di azoto nitrico, nitroso e ammoniacale(e relative Deviazioni Standard) dell’intera costa emiliano-romagnola, da costa fino a 3 Km

    al largo, periodo 1999-2003.

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    COMMENTO

    Le concentrazioni delle diverse forme azotate rispecchiano gli andamenti delle portate fluviali ed in particolare del fiume Po che risulta essere il maggior tributario del mare Adriatico. Le sorgenti principali sono individuate nei comparti agricolo e zootecnico e, rispetto a quanto evidenziato per il fosforo, gli apporti più rilevanti di azoto derivano dai suoli coltivati a seguito del dilavamento dei terreni.Tra tutti i parametri, è l’azoto nitrico che presenta le maggiori concentrazioni, seguito dall’azoto ammoniacale e dall’azoto nitroso. Nelle acque costiere emiliano-romagnole si registrano trend in diminuzione da Nord verso Sud, da costa verso il largo (ad eccezione delle stazioni settentrionali, direttamente investite dalle piene del Po, che nei periodi di massima portata possono interessare aree al largo anche fino a 40 Km dalla costa) e da superficie a fondo.L’azoto ammoniacale, originato sia dagli apporti fluviali, sia dagli insediamenti costieri, può presentare elevate concentrazioni anche nel periodo estivo nelle stazioni costiere e, nei casi di ipossia/anossia, negli strati profondi. Gli elevati valori di Deviazione Standard confermano l’alta variabilità dell’Azoto.

    Valori medi annuali forme azotate

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    LEGENDA

    DeviazioneStandard

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    Valori medi annuali forme azotate

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    Valori medi annuali forme azotate

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    Valori medi annuali forme azotate

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    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    34

    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Aree di anossia (concentrazione ossigeno sui fondali marini)

    DPSIR S

    UNITA’ DI MISURA Milligrammi/litro

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Regione

    COPERTURA TEMPORALE DATI 1999 - 2003

    DESCRIZIONE

    Definisce il livello di saturazione dell’ossigeno in relazione alla solubilità (in funzione della temperatura e salinità), ai processi di degradazione, respirazione e fotosintesi nelle acque prossime al fondale. Rientra tra le distrofie ambientali dell’ecosistema marino conseguenti ai processi eutrofici, causa morie degli organismi che vivono a stretto contatto con il fondale.

    SCOPO

    Rilevare i fattori predominanti che modificano il valore di saturazione dell’ossigeno nelle acque, con particolare riferimento ai processi di ossidazione microbiologica della sostanza organica ed al consumo per la respirazione degli organismi.L’ossigeno viene ripristinato attraverso la fotosintesi (i valori che eccedono la saturazione sono solo di origine fotosintetica) e tramite i processi fisici di scambio dei gas tra atmosfera ed acqua superficiale.

    DATI

    Figura 19: Mappe di distribuzione della massima estensione annuale delle condizioni anossiche (concentrazione di ossigeno disciolto inferiore a 1 mg/l) delle acque di fondo dal 1999 al 2003.

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

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    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

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    COMMENTO

    La fascia costiera compresa tra il delta del Po e Ravenna risulta maggiormente interessata da condizioni di carenza di ossigeno sul fondo, che generalmente riguarda lo strato di acque prossime al fondale (1-3 m).Gli areali interessati sono molto vasti e variabili, estendendosi da qualche decina a qualche centinaia di Km2.Lo stato di anossia, una volta generato, si mantiene e si espande nel tempo in funzione delle correnti e si risolve qualora intervenga una mareggiata in grado di rimescolare l’intera colonna d’acqua.Le condizioni anossiche si manifestano prevalentemente nel periodo estivo-autunnale quando l’incremento della temperatura, la presenza di consistente biomassa microalgale e la stratificazione termica e/o salina agiscono come fattori sinergici nel determinismo dello stato anossico.

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    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

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    PERCHÉ STA ACCADENDO?

    La valutazione dei carichi inquinanti, sversati nei corpi idrici superficiali dell’intero territorio regionale, provenienti da fonti sia puntuali sia diffuse sommano rispettivamente a 46.884 t/y di BOD5, 31.045 t/y di N e 4.210 t/y di P. Le fonti puntuali sono riconducibili a: scarichi domestici e industriali che recapitano in fognatura, scaricatori di piena cittadini, scarichi provenienti dal settore produttivo/industriale. Per gli scarichi domestici ed industriali che recapitano in fognatura è stato valutato il carico nominale potenzialmente generato dall’attività antropica per ogni località mentre dalla conoscenza del sistema fognario-depurativo e dall’individuazione delle località servite da ogni impianto di depurazione, è stato possibile definire gli agglomerati presenti in ambito provinciale. La consistenza di un agglomerato è stata determinata in base al numero di residenti, al numero di turisti nel periodo di punta e al numero di abitanti equivalenti (A.E.) produttivi che recapitano in pubblica fognatura. Gli agglomerati censiti in Emilia-Romagna risultano in numero di 3.045 per una potenzialità complessiva di circa 6.230.000 A.E..

    Unitamente alle informazioni sull’articolazione del sistema fognario negli agglomerati sono stati raccolti i dati relativi al sistema depurativo. Complessivamente sono stati censiti 1.931 impianti, comprendenti diverse tipologie di trattamento, da quelle più semplificate a quelle più complesse tipiche dei grandi sistemi consortili, suddivisi in 1.364 impianti di I livello, 475 depuratori di II livello e 92 infrastrutture dotate della rimozione spinta dei nutrienti.E’ stato così determinato il carico veicolato in acque superficiali da parte del sistema di collettamento e depurazione.

    Sono stati, quindi, considerati gli scaricatori di piena cittadini, in quanto, durante gli eventi meteorici notevoli quantità di inquinanti vengono asportate dalle superfici scolanti urbane, rimosse dai collettori fognari e veicolate, attraverso gli scaricatori di piena, in corsi d’acqua naturali e artificiali, senza poter transitare attraverso gli impianti di depurazione.Infine, sono stati stimati gli scarichi puntuali in corpo idrico superficiale provenienti dal settore produttivo/industriale. Complessivamente i carichi puntuali incidono sul totale regionale nei termini del 60% per BOD5, 41% per N e 59% per P.

    La determinazione dell’impatto dei carichi diffusi fa riferimento a tutte quelle fonti di inquinanti, che per la loro natura e provenienza non sono georeferenziabili e la cui origine è, in gran parte, individuabile nelle varie e complesse pratiche agronomiche approntate sul territorio. La stima dei carichi inquinanti sversati da fonte diffusa risulta del 40% per BOD5, 59% per N e 41% per P.

    Sull’intero territorio regionale i consumi complessivi di risorsa idrica per gli usi civili, industriali e agro-zootecnici sono stimati in 1.427 Mm3/anno, per fare fronte ai quali, si valutano prelievi dalle falde e dai corpi idrici superficiali di 2.131 Mm3/anno.

    Gli approvvigionamenti da acque superficiali, pari a 1.450 Mm3/anno, includono i prelievi da sorgenti e da pozzi di subalveo; una considerevole frazione dei volumi complessivi (dell’ordine dei 980 Mm3/anno) viene prelevata dal fiume Po ed è prevalentemente connessa (per circa il 93%) ad usi irrigui.Si evidenzia come per le 5 province centro-occidentali, da Piacenza a Bologna, il ricorso ad acque di falda avvenga mediamente per il 45% delle necessità complessive, mentre per le 4 province più orientali, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini tale percentuale scenda al 14%.

    I prelievi da acque sotterranee connessi ai diversi usi ammontano a 680 Mm3/anno con un deficit di falda, sul territorio regionale, di 24,4 Mm3/anno, individuato attraverso la stima delle diminuzioni annuali dei volumi idrici immagazzinati negli acquiferi di pianura. Tali riduzioni sono valutate sulla base di procedimenti di estensione areale delle tendenze evolutive della piezometria e di opportuni coefficienti di immagazzinamento dei diversi acquiferi e sono ritenute assimilabili, seppure con una certa approssimazione, agli eccessi di prelievo dalle falde stesse.

    Per quanto attiene i prelievi di acque superficiali connessi ai diversi usi, non si ritengono soggetti a

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    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    37

    particolare criticità gli approvvigionamenti da Po, salvo per alcuni impianti non ancora adeguati ai progressivi abbassamenti del letto di magra del fiume; infatti, le problematiche evidenziate in tal senso, anche recentemente, sono connesse a livelli idrometrici eccezionalmente bassi.Particolarmente critici risultano, invece, i prelievi da acque appenniniche a scopi irrigui, in quanto le Aziende acquedottistiche usufruiscono di tali acque prima dei Consorzi, che derivano in chiusura di bacino montano.

    Le acque marino-costiere sono il recettore finale di un complesso sistema idrografico in cui i settori produttivi, comprendenti l’agrozootecnia, ed il settore civile rappresentano le principali fonti di generazione dei nutrienti, che determinano un incremento dei “blooms” algali.

    PRESSIONI

    Nome Indicatore / Indice Copertura

    Spaziale Temporale

    ACQUE SUPERFICIALI Inquinanti sversati per bacino (carichi organici, inorganici ed abitanti equivalenti) Bacino idrografico 2002 Emissioni di nutrienti da depuratori acque reflue urbane (N e P) Provincia 2002 Prelievi acque superficiali Provincia 2000

    ACQUE SOTTERRANEE Prelievi acque sotterranee Provincia 2002 Uso di fertilizzanti Provincia 2000-2001

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    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    38

    INDICATORE

    NOME DELL’INDICATORE Inquinanti sversati per bacino

    DPSIR P

    UNITA’ DI MISURA Tonnellate

    FONTE Arpa Emilia-Romagna

    COPERTURA SPAZIALE DATI Bacino idrografico

    COPERTURA TEMPORALE DATI Stime al 2002

    DESCRIZIONE

    Determina i carichi inquinanti che consentono di valutare la pressione esercitata sulla qualità della risorsa idrica. Come principali fattori di generazione dei carichi inquinanti si sono prese in considerazione le seguenti fonti puntuali e diffuse: comparto civile e produttivo, settore agro-zootecnico e apporti al suolo di origine naturale.

    SCOPO

    Stimare i carichi di sostanze organiche e trofiche, effettivamente sversate nei diversi bacini idrografici dopo le eventuali fasi depurative, per individuare i fattori di maggior pressione sulle acque superficiali.

    DATI

    Figura 20: Carichi annui di BOD5 dal Bardonezza al Po di Volano (stime al 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

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    Fonti puntuali Fonti diffuse

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    39

    Figura 21: Carichi annui di BOD5 dal Burana Navigabile al Tavollo (stime al 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    Figura 22: Carichi annui di Azoto dal Bardonezza al Po di Volano (stime al 2002)

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    Fonti puntuali Fonti diffuse

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

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    Fonti puntuali Fonti diffuse

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    40

    Figura 23: Carichi annui di Azoto dal Burana Navigabile al Tavollo (stime al 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    Figura 24: Carichi annui di Fosforo dal Bardonezza al Po di Volano (stime al 2002)

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    Fonti puntuali Fonti diffuse

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

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    Fonti puntuali Fonti diffuse

  • Relazione sullo stato dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna 2004 - Arpa Emilia-Romagna

    RISORSE IDRICHEGESTIONE DELLE RISORSE NATURALI E DEI RIFIUTI

    41

    Figura 25: Carichi annui di Fosforo dal Burana Navigabile al Tavollo (stime al 2002)

    Fonte: Arpa Emilia-Romagna

    COMMENTO

    Nell’ambito del Piano di tutela delle acque, la Regione Emilia-Romagna ha completato il quadro conoscitivo sui carichi inquinanti puntuali e diffusi rilasciati nei bacini idrografici.Come fattori di generazione dei carichi puntuali sono stati presi in considerazione: i reflui dei depuratori (che comprendono scarichi civili ed industriali), gli scarichi bypassati dai depuratori, i reflui degli scaricatori di piena, quelli del comparto civile allacciato a fognatura non depurata ed i reflui industriali autorizzati allo scarico diretto in acque superficiali. Tra le fonti diffuse di inquinamento sono stati esaminati: gli apporti al suolo di origine naturale (azoto atmosferico, mineralizzato e da suoli incolti) e gli apporti al suolo di origine antropica, da fonte agricola (reflui zootecnici, uso di fertilizzanti chimici, uso di fanghi di depurazione) e da fonte civile (reti non depurate e case sparse). La parte di carico civile su suolo viene considerata carico diffuso, in quanto i recettori di tali scarichi sono quasi sempre piccoli corsi d’acqua a portata ridotta o nulla. Per la maggioranza dei bacini idrografici, gli apporti di BOD5 derivano prevalentemente da fonti puntuali di inquinamento, ad eccezione di alcuni bacini romagnoli dove è forte la pressione esercitata dalla vocazione agro-zootecnica delle aree interessante.Per quanto riguarda i carichi di Azoto, la componente diffusa di inquinamento esercita per quasi tutti i bacini un ruolo significativo, ad eccezione del Marecchia, Panaro e Reno.Riguardo ai carichi di Fosforo, per molti bacini si nota un significativo contributo delle fonti puntuali di inquinamento (comparto civile ed industriale). Fanno eccezione in particolare il Marecchia, dove la componente agro-zootecnica prevale, e il Reno e il Secchia, dove i contributi