E-book campione Liber Liber · Finchè la donna si limiterà a chiacchierare e discute-re, non...

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  • CordeliaLe donne che lavorano

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    QUESTO E-BOOK:

    TITOLO: Le donne che lavoranoAUTORE: Cordelia (alias Tedeschi Treves, Virginia)TRADUTTORE: CURATORE:NOTE: Il testo è presente in formato immagine su"The Internet Archive" (https://www.archive.org/).Realizzato in collaborazione con il Project Guten-berg (http://www.gutenberg.net/) tramite Distributedproofreaders (https://www.pgdp.net/).CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

    DIRITTI D'AUTORE: no

    LICENZA: questo testo è distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze

    COPERTINA: n. d.

    TRATTO DA: Le donne che lavorano / Cordelia. - Mila-no : Fratelli Treves, 1916. - VIII, 203 p. ; 20 cm.

    CODICE ISBN FONTE: n. d.

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 1 agosto 2019

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    TITOLO: Le donne che lavoranoAUTORE: Cordelia (alias Tedeschi Treves, Virginia)TRADUTTORE: CURATORE:NOTE: Il testo è presente in formato immagine su"The Internet Archive" (https://www.archive.org/).Realizzato in collaborazione con il Project Guten-berg (http://www.gutenberg.net/) tramite Distributedproofreaders (https://www.pgdp.net/).CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

    DIRITTI D'AUTORE: no

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    COPERTINA: n. d.

    TRATTO DA: Le donne che lavorano / Cordelia. - Mila-no : Fratelli Treves, 1916. - VIII, 203 p. ; 20 cm.

    CODICE ISBN FONTE: n. d.

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 1 agosto 2019

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  • INDICE DI AFFIDABILITÀ: 10: affidabilità bassa1: affidabilità standard2: affidabilità buona3: affidabilità ottima

    SOGGETTO:SOC028000 SCIENZE SOCIALI / Studi sulle Donne

    DIGITALIZZAZIONE:Distributed proofreaders, https://www.pgdp.net/

    REVISIONE:Barbara Magni, [email protected]

    IMPAGINAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

    PUBBLICAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

    3

    INDICE DI AFFIDABILITÀ: 10: affidabilità bassa1: affidabilità standard2: affidabilità buona3: affidabilità ottima

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  • Liber Liber

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  • Indice generale

    Liber Liber......................................................................4ALLE LETTRICI...........................................................8I. La questione della donna...........................................11II. Le lavoratrici della terra...........................................23III. La donna nelle officine...........................................36IV. Le lavoratrici della casa..........................................44V. La donna negli impieghi...........................................53VI. Nel commercio e nell'industria...............................60VII. Nell'insegnamento.................................................64VIII. Donne dottoresse.................................................70IX. Donne avvocate......................................................77X. La donna nelle matematiche....................................82XI. La donna nella politica...........................................87XII. La donna nella letteratura......................................94XIII. La donna nella pittura e nella scultura.................99XIV. La musica e il teatro...........................................108XV. La donna nella beneficenza e le associazioni fem-minili...........................................................................115XVI. La donna nelle opere sociali..............................119XVII. Il lavoro della donna durante la guerra............126INDICE.......................................................................132

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    Indice generale

    Liber Liber......................................................................4ALLE LETTRICI...........................................................8I. La questione della donna...........................................11II. Le lavoratrici della terra...........................................23III. La donna nelle officine...........................................36IV. Le lavoratrici della casa..........................................44V. La donna negli impieghi...........................................53VI. Nel commercio e nell'industria...............................60VII. Nell'insegnamento.................................................64VIII. Donne dottoresse.................................................70IX. Donne avvocate......................................................77X. La donna nelle matematiche....................................82XI. La donna nella politica...........................................87XII. La donna nella letteratura......................................94XIII. La donna nella pittura e nella scultura.................99XIV. La musica e il teatro...........................................108XV. La donna nella beneficenza e le associazioni fem-minili...........................................................................115XVI. La donna nelle opere sociali..............................119XVII. Il lavoro della donna durante la guerra............126INDICE.......................................................................132

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  • CORDELIA

    Le donneche lavorano

    MILANOFRATELLI TREVES, EDITORI

    1916-

    Secondo migliaio.

    6

    CORDELIA

    Le donneche lavorano

    MILANOFRATELLI TREVES, EDITORI

    1916-

    Secondo migliaio.

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  • PROPRIETÀ LETTERARIA.I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati

    per tutti i paesi, compresi la Svezia, la Norvegia el'Olanda.

    Copyright by Fratelli Treves, 1916.

    Tip. Fratelli Treves.[v]

    7

    PROPRIETÀ LETTERARIA.I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati

    per tutti i paesi, compresi la Svezia, la Norvegia el'Olanda.

    Copyright by Fratelli Treves, 1916.

    Tip. Fratelli Treves.[v]

    7

  • ALLE LETTRICI.

    Voi, mie fedeli lettrici, vi sorprenderete che dopoavervi parlato della casa come del miglior centrodell'operosità femminile, io venga ora a dirvi:

    La casa è bell'e buona come rifugio per riposare dallefatiche della lotta per l'esistenza; ma voi pure dovetecombattere, uscire dal vostro guscio e procurare di averla vostra parte al banchetto della vita».

    È, che dal giorno ch'io scrissi Il regno della donna ilmondo è mutato, e le mie idee si sono andate modifican-do, come si è modificato l'ambiente in cui viviamo.

    La ferrovia, l'elettricità, la diffusione delle idee colmezzo della stampa, le macchine perfezionate, tuttoquesto ha rimpicciolito e trasformato il mondo, tantoche la vita esteriore ha preso il sopravvento sulla vita in-terna e l'umanità va prendendo il posto della famiglia.

    [vi]Non so se la trasformazione della casa e della donna

    sarà un bene o un male, ma è una necessità; e chi non sapiegarsi e modificarsi secondo l'ambiente, muore intri-stito come il fiore che si piega sullo stelo, quando tuttointorno a lui risorge al soffio vivificante della primave-ra.

    In questi ultimi tempi ho molto studiato il nuovo am-biente che si è andato formando; e quasi una luce nuovaha rischiarato il mio spirito.

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    ALLE LETTRICI.

    Voi, mie fedeli lettrici, vi sorprenderete che dopoavervi parlato della casa come del miglior centrodell'operosità femminile, io venga ora a dirvi:

    La casa è bell'e buona come rifugio per riposare dallefatiche della lotta per l'esistenza; ma voi pure dovetecombattere, uscire dal vostro guscio e procurare di averla vostra parte al banchetto della vita».

    È, che dal giorno ch'io scrissi Il regno della donna ilmondo è mutato, e le mie idee si sono andate modifican-do, come si è modificato l'ambiente in cui viviamo.

    La ferrovia, l'elettricità, la diffusione delle idee colmezzo della stampa, le macchine perfezionate, tuttoquesto ha rimpicciolito e trasformato il mondo, tantoche la vita esteriore ha preso il sopravvento sulla vita in-terna e l'umanità va prendendo il posto della famiglia.

    [vi]Non so se la trasformazione della casa e della donna

    sarà un bene o un male, ma è una necessità; e chi non sapiegarsi e modificarsi secondo l'ambiente, muore intri-stito come il fiore che si piega sullo stelo, quando tuttointorno a lui risorge al soffio vivificante della primave-ra.

    In questi ultimi tempi ho molto studiato il nuovo am-biente che si è andato formando; e quasi una luce nuovaha rischiarato il mio spirito.

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  • Ho veduto la donna del popolo accasciata sotto ilpeso d'un lavoro superiore alle sue forze, retribuito inmodo che le impedisce appena di morire di fame, invec-chiata e sciupata prima del tempo, abbandonata il giornoche le sue stanche membra si rifiutano ad un lavoro pro-ficuo.

    Ho veduto la donna borghese, se priva di danaro percomperare un marito, intristire fra le pareti domestichesenza la consolazione d'un lavoro che la occupi e la ren-da indipendente, avvizzire come una pianta priva diluce, oppure divenir acre e ribelle all'ingiustizia chel'opprime; e mi sono persuasa che col progresso deitempi, [vii] col mondo tanto mutato è necessario cambia-re le idee che furono per molto tempo le nostre aspira-zioni e portare la propria pietra affinchè la società possaesser basata sopra un sistema di maggior giustizia.

    Vorrei che la donna, senza diventare una virago, fossepiù libera e indipendente; e ora che si parla tanto dellacausa del debole e dell'oppresso, fosse anch'essa protettada leggi più giuste e ragionevoli.

    Non credo che la donna amerà meno la casa e i figliquando col suo lavoro contribuirà al loro benessere, nèche quando avrà coltivata l'intelligenza vorrà soverchia-re l'uomo e tenerlo soggetto; come credo che non perde-rà nulla della sua femminilità quando sarà dedicata adoccupazioni meno frivole; e se gli sciocchi la disprezze-ranno, l'uomo saggio e intelligente la stimerà di più e latroverà più degna d'essergli compagna.

    Non parlo della categoria delle donne ricche le quali

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    Ho veduto la donna del popolo accasciata sotto ilpeso d'un lavoro superiore alle sue forze, retribuito inmodo che le impedisce appena di morire di fame, invec-chiata e sciupata prima del tempo, abbandonata il giornoche le sue stanche membra si rifiutano ad un lavoro pro-ficuo.

    Ho veduto la donna borghese, se priva di danaro percomperare un marito, intristire fra le pareti domestichesenza la consolazione d'un lavoro che la occupi e la ren-da indipendente, avvizzire come una pianta priva diluce, oppure divenir acre e ribelle all'ingiustizia chel'opprime; e mi sono persuasa che col progresso deitempi, [vii] col mondo tanto mutato è necessario cambia-re le idee che furono per molto tempo le nostre aspira-zioni e portare la propria pietra affinchè la società possaesser basata sopra un sistema di maggior giustizia.

    Vorrei che la donna, senza diventare una virago, fossepiù libera e indipendente; e ora che si parla tanto dellacausa del debole e dell'oppresso, fosse anch'essa protettada leggi più giuste e ragionevoli.

    Non credo che la donna amerà meno la casa e i figliquando col suo lavoro contribuirà al loro benessere, nèche quando avrà coltivata l'intelligenza vorrà soverchia-re l'uomo e tenerlo soggetto; come credo che non perde-rà nulla della sua femminilità quando sarà dedicata adoccupazioni meno frivole; e se gli sciocchi la disprezze-ranno, l'uomo saggio e intelligente la stimerà di più e latroverà più degna d'essergli compagna.

    Non parlo della categoria delle donne ricche le quali

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  • possono permettersi il lusso di annoiarsi nell'ozio e distancarsi in mezzo ai piaceri; esse dovrebbero inveceadoperare la loro influenza, il loro tempo e le [viii] lororicchezze a beneficio delle compagne diseredate.

    Da quando ho cominciato questo libro, che per variecircostanze ho dovuto interrompere, la questione delladonna ha fatto grandi progressi, molti pregiudizî controla sua indipendenza sono caduti e l'idea del suo miglio-ramento si fa strada trionfalmente.

    Ecco perchè voglio esporre, alle mie fedeli lettrici, lemie nuove convinzioni; e se riuscirò ad incoraggiare lefanciulle timide ed esitanti ad imparare un mestiere, ascegliere una professione colla quale possano guada-gnarsi da vivere ora che i molti bisogni impostici dalprogresso hanno reso la vita più difficile; se riuscirò afar sorgere nelle più fortunate l'idea di occuparsi e diaiutare quelle che sono condannate ad un lavoro impro-bo e mal retribuito, se riuscirò a risvegliare le animedormenti delle donne impigrite nell'ozio, ed a far loroapprezzare la gioia sublime del lavoro, mi sembrerà chela mia opera non sia stata inutile.

    CORDELIA.[1]

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    possono permettersi il lusso di annoiarsi nell'ozio e distancarsi in mezzo ai piaceri; esse dovrebbero inveceadoperare la loro influenza, il loro tempo e le [viii] lororicchezze a beneficio delle compagne diseredate.

    Da quando ho cominciato questo libro, che per variecircostanze ho dovuto interrompere, la questione delladonna ha fatto grandi progressi, molti pregiudizî controla sua indipendenza sono caduti e l'idea del suo miglio-ramento si fa strada trionfalmente.

    Ecco perchè voglio esporre, alle mie fedeli lettrici, lemie nuove convinzioni; e se riuscirò ad incoraggiare lefanciulle timide ed esitanti ad imparare un mestiere, ascegliere una professione colla quale possano guada-gnarsi da vivere ora che i molti bisogni impostici dalprogresso hanno reso la vita più difficile; se riuscirò afar sorgere nelle più fortunate l'idea di occuparsi e diaiutare quelle che sono condannate ad un lavoro impro-bo e mal retribuito, se riuscirò a risvegliare le animedormenti delle donne impigrite nell'ozio, ed a far loroapprezzare la gioia sublime del lavoro, mi sembrerà chela mia opera non sia stata inutile.

    CORDELIA.[1]

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  • I. La questione della donna.

    Fra le molte questioni che si agitano nel nostro temposi può dire che quella della donna è all'ordine del gior-no.

    Si riuniscono continuamente congressi femministi, sifanno leghe per gl'interessi femminili, i giornali ne par-lano, ne sorgono discussioni: l'esistenza della donna sifa sentire anche fuori delle pareti domestiche e ci si ac-corge che la più numerosa metà del genere umano esi-ste, e forse in un prossimo avvenire la donna non si con-tenterà più di essere una macchina per far figliuoli o unabambola da salotto; ma mostrerà che nella lotta liberadelle forze individuali ha anch'essa il diritto di combat-tere per la propria indipendenza.

    [2]Ed è certo che il progresso dei tempi ha tanto mutato

    l'ambiente in cui viviamo, che la condizione della donnadeve mutare per forza delle circostanze inevitabilmente;solo resta a sapersi se ciò si potrà fare in breve o lenta-mente; ma dato l'impulso, non si potrà più ritornare in-dietro, come non si può impedire ad un torrente di scen-dere la china dei monti e andare al suo destino.

    È già molto che, se non si applaude al movimento infavore della donna, si accetta senza combatterlo, si sop-porta senza deriderlo, come non si sarebbe fatto in altritempi.

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    I. La questione della donna.

    Fra le molte questioni che si agitano nel nostro temposi può dire che quella della donna è all'ordine del gior-no.

    Si riuniscono continuamente congressi femministi, sifanno leghe per gl'interessi femminili, i giornali ne par-lano, ne sorgono discussioni: l'esistenza della donna sifa sentire anche fuori delle pareti domestiche e ci si ac-corge che la più numerosa metà del genere umano esi-ste, e forse in un prossimo avvenire la donna non si con-tenterà più di essere una macchina per far figliuoli o unabambola da salotto; ma mostrerà che nella lotta liberadelle forze individuali ha anch'essa il diritto di combat-tere per la propria indipendenza.

    [2]Ed è certo che il progresso dei tempi ha tanto mutato

    l'ambiente in cui viviamo, che la condizione della donnadeve mutare per forza delle circostanze inevitabilmente;solo resta a sapersi se ciò si potrà fare in breve o lenta-mente; ma dato l'impulso, non si potrà più ritornare in-dietro, come non si può impedire ad un torrente di scen-dere la china dei monti e andare al suo destino.

    È già molto che, se non si applaude al movimento infavore della donna, si accetta senza combatterlo, si sop-porta senza deriderlo, come non si sarebbe fatto in altritempi.

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  • È certo però, che per ora la donna è ancora dipenden-te dall'uomo, il quale aggiunse alla sua forza fisica delleleggi che, mentre lo assolvono, abbandonano e condan-nano la sua compagna.

    Soltanto fra certi popoli barbari, la donna è superioreall'uomo, oppure ciò accadeva in un tempo remotoquando era in [3] vigore la potestà materna e la civiltànon avea dettato delle leggi ingiuste.

    Se c'è un risveglio, non bisogna essere impazienti;non è facendo congressi, rivoluzioni, gridando o impre-cando che si potrà modificare la sorte della donna, mabensì aiutando le condizioni favorevoli al suo sviluppomorale e intellettuale.

    Col lavoro intanto, la donna potrà emanciparsi econo-micamente dall'uomo e rendersi indipendente; e fatto ilprimo passo gli altri verranno da sè senza scosse o batta-glie.

    Finchè la donna si limiterà a chiacchierare e discute-re, non farà molto cammino, ma se coll'opera mostreràdi saper far bene un lavoro finora riserbato all'uomo, tut-ti s'inchineranno al fatto compiuto e nessuno oserà direche la donna non è adatta ad un genere di lavori in cui ifatti hanno provato il contrario.

    È naturale che per ottenere anche qualche [4] piccolaconcessione, c'è molto da lottare e molto cammino dafare.

    Prima di tutto è difficile anche nelle stesse donne farentrare idee nuove e vincere la forza d'inerzia, per quellatema di ogni novità che ci fa adagiare tranquilli dicendo

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    È certo però, che per ora la donna è ancora dipenden-te dall'uomo, il quale aggiunse alla sua forza fisica delleleggi che, mentre lo assolvono, abbandonano e condan-nano la sua compagna.

    Soltanto fra certi popoli barbari, la donna è superioreall'uomo, oppure ciò accadeva in un tempo remotoquando era in [3] vigore la potestà materna e la civiltànon avea dettato delle leggi ingiuste.

    Se c'è un risveglio, non bisogna essere impazienti;non è facendo congressi, rivoluzioni, gridando o impre-cando che si potrà modificare la sorte della donna, mabensì aiutando le condizioni favorevoli al suo sviluppomorale e intellettuale.

    Col lavoro intanto, la donna potrà emanciparsi econo-micamente dall'uomo e rendersi indipendente; e fatto ilprimo passo gli altri verranno da sè senza scosse o batta-glie.

    Finchè la donna si limiterà a chiacchierare e discute-re, non farà molto cammino, ma se coll'opera mostreràdi saper far bene un lavoro finora riserbato all'uomo, tut-ti s'inchineranno al fatto compiuto e nessuno oserà direche la donna non è adatta ad un genere di lavori in cui ifatti hanno provato il contrario.

    È naturale che per ottenere anche qualche [4] piccolaconcessione, c'è molto da lottare e molto cammino dafare.

    Prima di tutto è difficile anche nelle stesse donne farentrare idee nuove e vincere la forza d'inerzia, per quellatema di ogni novità che ci fa adagiare tranquilli dicendo

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  • che si è sempre fatto così e così si può tirare innanzi.Poi c'è da vincere il pregiudizio che fino dal tempo diDemostene vuole che la donna sia destinata a fare fi-gliuoli e custodire la casa, e che volerla togliere alle fac-cende domestiche sia un voler andare contro natura; equesta asserzione che forse poteva aver qualche valorenei secoli passati si ripete tutti i giorni come se il mondonon avesse fatto nessun passo nella via del progresso el'ufficio di massaia sia tale da poter occupare tutta lavita e la operosità della donna.

    Se invece di ripetere le frasi fatte si volesse un po' ra-gionare, si vedrebbe che la donna, esclusivamente mas-saia, ha fatto il [5] suo tempo, come i menestrelli delmedio evo e le parrucche, le portantine e i guardinfantidel settecento.

    Una volta l'intera giornata non poteva bastare a tuttele faccende domestiche.

    La massaia, oltre a spezzare la legna per accendere ilfuoco (e prima dell'invenzione dei fiammiferi ci volevaparecchio tempo) doveva preparare il pranzo, attingerel'acqua fuori di casa, filare, tessere, cucire, far calze,fare il bucato, il pane e tante altre cose che l'industriaora ci fornisce a prezzi minimi, sicchè col progresso illavoro della massaia è andato sempre diminuendo; edora le macchine da cucire che permettono di fare in po-che ore il lavoro pel quale una volta occorrevano interesettimane, hanno dato l'ultimo colpo ai lavori d'ago cherendevano tanto orgogliose le nostre nonne e le teneva-no occupate gran parte della giornata. S'aggiunga che

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    che si è sempre fatto così e così si può tirare innanzi.Poi c'è da vincere il pregiudizio che fino dal tempo diDemostene vuole che la donna sia destinata a fare fi-gliuoli e custodire la casa, e che volerla togliere alle fac-cende domestiche sia un voler andare contro natura; equesta asserzione che forse poteva aver qualche valorenei secoli passati si ripete tutti i giorni come se il mondonon avesse fatto nessun passo nella via del progresso el'ufficio di massaia sia tale da poter occupare tutta lavita e la operosità della donna.

    Se invece di ripetere le frasi fatte si volesse un po' ra-gionare, si vedrebbe che la donna, esclusivamente mas-saia, ha fatto il [5] suo tempo, come i menestrelli delmedio evo e le parrucche, le portantine e i guardinfantidel settecento.

    Una volta l'intera giornata non poteva bastare a tuttele faccende domestiche.

    La massaia, oltre a spezzare la legna per accendere ilfuoco (e prima dell'invenzione dei fiammiferi ci volevaparecchio tempo) doveva preparare il pranzo, attingerel'acqua fuori di casa, filare, tessere, cucire, far calze,fare il bucato, il pane e tante altre cose che l'industriaora ci fornisce a prezzi minimi, sicchè col progresso illavoro della massaia è andato sempre diminuendo; edora le macchine da cucire che permettono di fare in po-che ore il lavoro pel quale una volta occorrevano interesettimane, hanno dato l'ultimo colpo ai lavori d'ago cherendevano tanto orgogliose le nostre nonne e le teneva-no occupate gran parte della giornata. S'aggiunga che

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  • nelle città coll'uso dei fornelli a gas, di acquedotti cheportano [6] l'acqua anche nei piani più alti e con tante al-tre facilitazioni, il governo della casa si riduce ad un se-miozio, perchè il porre in assetto qualche stanza mode-sta e preparare un pasto frugale, come avviene nelle fa-miglie che non possono permettersi il lusso di pagaredei domestici, non potrà occupare che un paio d'ore; edancora mentre bolle la pentola, la massaia potrà darqualche punto ai vestiti del marito o alla biancheria del-la casa. E tutte le altre ore come potrà impiegarle? Adannoiarsi a girare per la città o a mirare le nuvole chepassano? È forse un delitto se procura occupandosi util-mente di guadagnare qualche soldo onde aumentare ilbenessere della famiglia?

    Nemmeno i bimbi ora dànno molto pensiero, per chinon può affidarli a nutrici o a bambinaie: ci sono gliospizii per i lattanti e asili per l'infanzia, poi le scuole ecosì via di seguito, tanto è vero che nelle classi [7] popo-lari l'emancipazione della donna si può dire un fattocompiuto, e più di due milioni sono le donne occupatein Italia nelle officine. In principio per esservi ammessehanno dovuto lottare coll'opposizione fatta loro dagliuomini che ne temevano la concorrenza, ma le occupa-zioni domestiche diminuite e il bisogno di procurarsi uncerto benessere, l'insistenza e l'attitudine mostrata a certilavori e più di tutto l'adesione degl'industriali, che pa-gandole meno avevano maggiori profitti, hanno datoloro la vittoria, e c'è soltanto da lamentare che lavorinotroppo e si sottomettano a lavori faticosi che vanno a

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    nelle città coll'uso dei fornelli a gas, di acquedotti cheportano [6] l'acqua anche nei piani più alti e con tante al-tre facilitazioni, il governo della casa si riduce ad un se-miozio, perchè il porre in assetto qualche stanza mode-sta e preparare un pasto frugale, come avviene nelle fa-miglie che non possono permettersi il lusso di pagaredei domestici, non potrà occupare che un paio d'ore; edancora mentre bolle la pentola, la massaia potrà darqualche punto ai vestiti del marito o alla biancheria del-la casa. E tutte le altre ore come potrà impiegarle? Adannoiarsi a girare per la città o a mirare le nuvole chepassano? È forse un delitto se procura occupandosi util-mente di guadagnare qualche soldo onde aumentare ilbenessere della famiglia?

    Nemmeno i bimbi ora dànno molto pensiero, per chinon può affidarli a nutrici o a bambinaie: ci sono gliospizii per i lattanti e asili per l'infanzia, poi le scuole ecosì via di seguito, tanto è vero che nelle classi [7] popo-lari l'emancipazione della donna si può dire un fattocompiuto, e più di due milioni sono le donne occupatein Italia nelle officine. In principio per esservi ammessehanno dovuto lottare coll'opposizione fatta loro dagliuomini che ne temevano la concorrenza, ma le occupa-zioni domestiche diminuite e il bisogno di procurarsi uncerto benessere, l'insistenza e l'attitudine mostrata a certilavori e più di tutto l'adesione degl'industriali, che pa-gandole meno avevano maggiori profitti, hanno datoloro la vittoria, e c'è soltanto da lamentare che lavorinotroppo e si sottomettano a lavori faticosi che vanno a

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  • scapito della loro salute e di quella delle generazioni fu-ture.

    *

    Dove la donna trova maggiori ostacoli e maggiore op-posizione è nei lavori d'indole elevata, nelle lettere, nel-le scienze, nelle arti. [8] Poche sono quelle che si dànnoagli studii superiori, che frequentano le Università; equelle poche non sono ben accolte nè dai professori nèdai compagni, per quanto studiose e diligenti; se riesco-no ad ottenere una laurea non possono servirsene perchètrovano mille ostacoli e mille pregiudizî che sorgono asbarrar loro il cammino e dopo aver tanto sudato e affa-ticato sui libri non riescono a trar alcun profitto dalleloro fatiche, non si contentano di occupazioni materialie rimangono avvilite e scoraggiate; ma è destino, ogniinnovazione deve avere le sue vittime ed esse sonocome gli avamposti in una battaglia destinate ad esseresacrificate al trionfo d'un'idea e preparare la strada per legenerazioni future.

    Si è sempre tentato di distogliere la donna dal dedi-carsi agli studî severi, asserendo che non avrebbe maipotuto uguagliare l'uomo nel campo dell'intelligenza,perchè gli antropologhi e i filosofi avevano trovato [9]che il suo cervello pesava meno di quello dell'uomo e daciò arguivano la sua inferiorità.

    Con gli studî più recenti si trovarono false quelle teo-rie, perchè paragonandolo agli altri organi si vede subito

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    scapito della loro salute e di quella delle generazioni fu-ture.

    *

    Dove la donna trova maggiori ostacoli e maggiore op-posizione è nei lavori d'indole elevata, nelle lettere, nel-le scienze, nelle arti. [8] Poche sono quelle che si dànnoagli studii superiori, che frequentano le Università; equelle poche non sono ben accolte nè dai professori nèdai compagni, per quanto studiose e diligenti; se riesco-no ad ottenere una laurea non possono servirsene perchètrovano mille ostacoli e mille pregiudizî che sorgono asbarrar loro il cammino e dopo aver tanto sudato e affa-ticato sui libri non riescono a trar alcun profitto dalleloro fatiche, non si contentano di occupazioni materialie rimangono avvilite e scoraggiate; ma è destino, ogniinnovazione deve avere le sue vittime ed esse sonocome gli avamposti in una battaglia destinate ad esseresacrificate al trionfo d'un'idea e preparare la strada per legenerazioni future.

    Si è sempre tentato di distogliere la donna dal dedi-carsi agli studî severi, asserendo che non avrebbe maipotuto uguagliare l'uomo nel campo dell'intelligenza,perchè gli antropologhi e i filosofi avevano trovato [9]che il suo cervello pesava meno di quello dell'uomo e daciò arguivano la sua inferiorità.

    Con gli studî più recenti si trovarono false quelle teo-rie, perchè paragonandolo agli altri organi si vede subito

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  • che la massa del cervello è proporzionata al volume delcorpo, e se c'è una differenza è favorevole alla donna;poi non è detto che l'intelligenza consista nel peso delcervello, mentre molte volte il cervello d'un imbecillepesa assai più di quello d'un uomo di genio, e se non sibadasse che alle sue proporzioni, un bue dovrebbe esse-re più intelligente d'un cane o d'una formica.

    Si trovò sbagliato tutto quello che riguardo al cervelloe all'intelligenza si credeva vent'anni fa ed ora si sa dicerto che il cervello della donna è più pesante di quellodell'uomo, che la sua struttura istiologica è la stessa; sevi è una leggera differenza è nell'irrigazione del sangueche [10] è più abbondante in quello della donna, ma sup-plisce al sangue più povero che possiede.

    Del resto nessuno sa ancora il vero punto dove hasede l'intelligenza, dove si forma il pensiero; e perchèpoi dovrebbe essere l'uomo diverso da tutti gli altri ani-mali, che vediamo vivere indipendenti senza riguardo alsesso e ognuno, maschio o femmina, soddisfare ai pro-pri bisogni e procacciarsi il nutrimento allo stessomodo?

    Se, eccetto che nel periodo della maternità, la leones-sa è uguale al leone, il gatto alla gatta, il cavallo alla ca-valla, perchè la donna dovrebbe essere diversadall'uomo?

    Se esiste differenza è nell'educazione e nell'ambientein cui è vissuta finora. Ristretta fra la cerchia delle occu-pazioni domestiche, non ha potuto sviluppare la sua in-telligenza e la sua operosità; in modo che in lei si sono

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    che la massa del cervello è proporzionata al volume delcorpo, e se c'è una differenza è favorevole alla donna;poi non è detto che l'intelligenza consista nel peso delcervello, mentre molte volte il cervello d'un imbecillepesa assai più di quello d'un uomo di genio, e se non sibadasse che alle sue proporzioni, un bue dovrebbe esse-re più intelligente d'un cane o d'una formica.

    Si trovò sbagliato tutto quello che riguardo al cervelloe all'intelligenza si credeva vent'anni fa ed ora si sa dicerto che il cervello della donna è più pesante di quellodell'uomo, che la sua struttura istiologica è la stessa; sevi è una leggera differenza è nell'irrigazione del sangueche [10] è più abbondante in quello della donna, ma sup-plisce al sangue più povero che possiede.

    Del resto nessuno sa ancora il vero punto dove hasede l'intelligenza, dove si forma il pensiero; e perchèpoi dovrebbe essere l'uomo diverso da tutti gli altri ani-mali, che vediamo vivere indipendenti senza riguardo alsesso e ognuno, maschio o femmina, soddisfare ai pro-pri bisogni e procacciarsi il nutrimento allo stessomodo?

    Se, eccetto che nel periodo della maternità, la leones-sa è uguale al leone, il gatto alla gatta, il cavallo alla ca-valla, perchè la donna dovrebbe essere diversadall'uomo?

    Se esiste differenza è nell'educazione e nell'ambientein cui è vissuta finora. Ristretta fra la cerchia delle occu-pazioni domestiche, non ha potuto sviluppare la sua in-telligenza e la sua operosità; in modo che in lei si sono

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  • affievolite quelle qualità [11] che coll'esercizio si sonofatte nell'uomo più forti e gagliarde.

    Quante intelligenze saranno rimaste assopite, chiusefra le pareti della casa, occupate di meschine e incessan-ti cure domestiche? Quanti germi si saranno spenti per-chè privi di quel raggio che valesse a scuoterli e a ravvi-varli?

    Due piante della stessa specie, seminate e coltivate incondizioni diverse, non vegetano allo stesso modo, edue individui anche appartenenti alla stessa famiglia,l'uno posto in un ambiente intellettuale e raffinato el'altro lasciato crescere in mezzo ai campi, senza istru-zione, come un'erba incolta, dopo pochi anni non sem-breranno più appartenenti alla stessa famiglia: tantol'educazione e l'ambiente hanno influenza sulle qualitàfisiche, morali e intellettuali dell'individuo.

    Da tutto questo si vede possibile che col progressodei tempi la donna possa anch'essa [12] sviluppare lapropria intelligenza per poter bastare a sè stessa.

    Intanto, dagli studi fatti recentemente, dobbiamo con-cludere che l'intelligenza della donna non è minore diquella dell'uomo, ma è d'un'altra specie; che non esisteinferiorità, ma qualche diversità, sicchè non sarà maiidentica all'uomo moralmente, come non lo è fisicamen-te, e come identici non sono nemmeno individui dellostesso sesso; ma che agguerrendosi meglio alle battagliedella vita e ricevendo un'educazione più pratica e più in-telligente, avrà maggiori attrattive senza perdere la suafemminilità.

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    affievolite quelle qualità [11] che coll'esercizio si sonofatte nell'uomo più forti e gagliarde.

    Quante intelligenze saranno rimaste assopite, chiusefra le pareti della casa, occupate di meschine e incessan-ti cure domestiche? Quanti germi si saranno spenti per-chè privi di quel raggio che valesse a scuoterli e a ravvi-varli?

    Due piante della stessa specie, seminate e coltivate incondizioni diverse, non vegetano allo stesso modo, edue individui anche appartenenti alla stessa famiglia,l'uno posto in un ambiente intellettuale e raffinato el'altro lasciato crescere in mezzo ai campi, senza istru-zione, come un'erba incolta, dopo pochi anni non sem-breranno più appartenenti alla stessa famiglia: tantol'educazione e l'ambiente hanno influenza sulle qualitàfisiche, morali e intellettuali dell'individuo.

    Da tutto questo si vede possibile che col progressodei tempi la donna possa anch'essa [12] sviluppare lapropria intelligenza per poter bastare a sè stessa.

    Intanto, dagli studi fatti recentemente, dobbiamo con-cludere che l'intelligenza della donna non è minore diquella dell'uomo, ma è d'un'altra specie; che non esisteinferiorità, ma qualche diversità, sicchè non sarà maiidentica all'uomo moralmente, come non lo è fisicamen-te, e come identici non sono nemmeno individui dellostesso sesso; ma che agguerrendosi meglio alle battagliedella vita e ricevendo un'educazione più pratica e più in-telligente, avrà maggiori attrattive senza perdere la suafemminilità.

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  • *

    Abbiamo veduto che ora le faccende domestiche si ri-ducono a così poca cosa che non bastano ad occupare eda riempire la vita d'una donna, per cui senza far rivolu-zioni, purchè abbia del coraggio, potrebbe [13] riuscirecol tempo e gradatamente ad invadere i campi che fino-ra rimasero chiusi alla sua operosità, e ciò non le impe-direbbe d'esser buona moglie e buona madre. Se l'uomotrova tempo di dedicarsi oltre che alla propria professio-ne, alla politica, allo sport, ai divertimenti, non lo potràtrovare la donna per la propria casa e per i propri figli?Anzi il trovarlo le riuscirà facile e piacevole perchè vi sisentirà spinta naturalmente dall'affetto e dalle anticheconsuetudini.

    E poi il formarsi una famiglia è un problema che di-viene ogni giorno più difficile, e migliaia di donne a cuisono negate le gioie domestiche nel lavoro soltanto po-tranno trovare quel conforto che la società non ha loroconcesso e si sentiranno rialzate moralmente all'idea dibastare a sè stesse e al proprio sostentamento, senzaaspettare la manna dai genitori, ed essere di peso ai pa-renti.

    [14]Naturalmente la donna dovrà lavorar meno dell'uomo

    per riserbare le forze all'ufficio della maternità, manell'esercizio moderato delle proprie facoltà troverà unafonte di salute. Coll'esercizio si rinvigoriscono i musco-

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    Abbiamo veduto che ora le faccende domestiche si ri-ducono a così poca cosa che non bastano ad occupare eda riempire la vita d'una donna, per cui senza far rivolu-zioni, purchè abbia del coraggio, potrebbe [13] riuscirecol tempo e gradatamente ad invadere i campi che fino-ra rimasero chiusi alla sua operosità, e ciò non le impe-direbbe d'esser buona moglie e buona madre. Se l'uomotrova tempo di dedicarsi oltre che alla propria professio-ne, alla politica, allo sport, ai divertimenti, non lo potràtrovare la donna per la propria casa e per i propri figli?Anzi il trovarlo le riuscirà facile e piacevole perchè vi sisentirà spinta naturalmente dall'affetto e dalle anticheconsuetudini.

    E poi il formarsi una famiglia è un problema che di-viene ogni giorno più difficile, e migliaia di donne a cuisono negate le gioie domestiche nel lavoro soltanto po-tranno trovare quel conforto che la società non ha loroconcesso e si sentiranno rialzate moralmente all'idea dibastare a sè stesse e al proprio sostentamento, senzaaspettare la manna dai genitori, ed essere di peso ai pa-renti.

    [14]Naturalmente la donna dovrà lavorar meno dell'uomo

    per riserbare le forze all'ufficio della maternità, manell'esercizio moderato delle proprie facoltà troverà unafonte di salute. Coll'esercizio si rinvigoriscono i musco-

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  • li, si rafforza l'intelligenza, lavorando si mangia con mi-glior appetito e il nutrimento si assimila con maggior fa-cilità; non c'è tempo di pensare a tanti malucci che spes-so sono immaginarî o nati e cresciuti nell'ozio; si è piùcontenti di sè stessi e dei propri simili.

    La donna che lavora non avrà tempo di girare per lacittà a comperare degli oggetti inutili, oppure a dir maledel prossimo colle amiche e a farsi corteggiare dai bel-limbusti; potrà invece trar profitto dal suo lavoro e con-tribuire col marito al benessere della famiglia.

    In casa avrà degli argomenti meno frivoli e più inte-ressanti per intrattenere il suo compagno, potrà com-prenderlo meglio e [15] spiegarsi certe sue preoccupa-zioni, perchè anch'essa le prova; non lo annoierà perchèla conduca ai divertimenti, perchè dopo una giornataoperosa si sentirà anch'essa stanca e avrà voglia di ripo-sare. Se sarà una donna di cuore, serberà sempre unaparte, anzi la migliore, a beneficio della sua casa e deisuoi figli, mentre se non avrà affetto per la famiglia, an-che non avendo occupazioni proficue, la trascurerà perl'ozio e i piaceri frivoli.

    È naturale, il lavoro non è un divertimento e richiededei sacrifici; non può lavorare chi vuole, ma chi fin dal-la prima età ha imparato l'abitudine del lavoro e a tenercalcolo del tempo; perciò ognuno dovrà scegliereun'occupazione adatta alla propria indole e alla propriainclinazione.

    Se secondare le proprie facoltà è un dovere, sforzarleè un delitto; perciò la donna non dovrà sopraccaricarsi

    19

    li, si rafforza l'intelligenza, lavorando si mangia con mi-glior appetito e il nutrimento si assimila con maggior fa-cilità; non c'è tempo di pensare a tanti malucci che spes-so sono immaginarî o nati e cresciuti nell'ozio; si è piùcontenti di sè stessi e dei propri simili.

    La donna che lavora non avrà tempo di girare per lacittà a comperare degli oggetti inutili, oppure a dir maledel prossimo colle amiche e a farsi corteggiare dai bel-limbusti; potrà invece trar profitto dal suo lavoro e con-tribuire col marito al benessere della famiglia.

    In casa avrà degli argomenti meno frivoli e più inte-ressanti per intrattenere il suo compagno, potrà com-prenderlo meglio e [15] spiegarsi certe sue preoccupa-zioni, perchè anch'essa le prova; non lo annoierà perchèla conduca ai divertimenti, perchè dopo una giornataoperosa si sentirà anch'essa stanca e avrà voglia di ripo-sare. Se sarà una donna di cuore, serberà sempre unaparte, anzi la migliore, a beneficio della sua casa e deisuoi figli, mentre se non avrà affetto per la famiglia, an-che non avendo occupazioni proficue, la trascurerà perl'ozio e i piaceri frivoli.

    È naturale, il lavoro non è un divertimento e richiededei sacrifici; non può lavorare chi vuole, ma chi fin dal-la prima età ha imparato l'abitudine del lavoro e a tenercalcolo del tempo; perciò ognuno dovrà scegliereun'occupazione adatta alla propria indole e alla propriainclinazione.

    Se secondare le proprie facoltà è un dovere, sforzarleè un delitto; perciò la donna non dovrà sopraccaricarsi

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  • di lavoro, ma subordinarlo alle proprie forze e alla con-dizione [16] della propria famiglia. Se prenderà interesseal proprio lavoro vedrà le sue giornate trascorrere rapi-damente senza un minuto di noia, proverà il sublime go-dimento di chi ha impiegato il tempo utilmente, com-piangerà quelle che non hanno mai provato la gioia dicompiere un lavoro e di essere utili a sè e alla propriafamiglia.

    Non mi si venga a dire che la casa e le cure della ma-ternità sono incompatibili con un lavoro continuato eproficuo.

    Si è veduto come col progresso dei tempi il governodella casa si è semplificato, e quelle che dànno tanta im-portanza alle modeste occupazioni domestiche vuol direche non apportandovi ordine ed intelligenza, trascinanotutto il giorno un lavoro pel quale non occorre che pocotempo, oppure esagerano le loro occupazioni per farsivalere maggiormente. In quanto ai figliuoli, potrannooccupare per qualche anno, ma non tutta la vita e poi ba-sta sul principio [17] educarli bene e non dar loro cattiveabitudini.

    Non voglio dire che ora non esiste più famiglia, ma èmolto mutata da quello ch'era una volta, basta dare unosguardo al passato per accorgersene.

    Una volta la famiglia era addirittura una tribù: tutti ifigli maschi si sposavano in casa, erano sottomessi alpadre, e per la madre era un'occupazione importante di-rigere una famiglia molto numerosa e composta di per-sone di età e caratteri diversi.

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    di lavoro, ma subordinarlo alle proprie forze e alla con-dizione [16] della propria famiglia. Se prenderà interesseal proprio lavoro vedrà le sue giornate trascorrere rapi-damente senza un minuto di noia, proverà il sublime go-dimento di chi ha impiegato il tempo utilmente, com-piangerà quelle che non hanno mai provato la gioia dicompiere un lavoro e di essere utili a sè e alla propriafamiglia.

    Non mi si venga a dire che la casa e le cure della ma-ternità sono incompatibili con un lavoro continuato eproficuo.

    Si è veduto come col progresso dei tempi il governodella casa si è semplificato, e quelle che dànno tanta im-portanza alle modeste occupazioni domestiche vuol direche non apportandovi ordine ed intelligenza, trascinanotutto il giorno un lavoro pel quale non occorre che pocotempo, oppure esagerano le loro occupazioni per farsivalere maggiormente. In quanto ai figliuoli, potrannooccupare per qualche anno, ma non tutta la vita e poi ba-sta sul principio [17] educarli bene e non dar loro cattiveabitudini.

    Non voglio dire che ora non esiste più famiglia, ma èmolto mutata da quello ch'era una volta, basta dare unosguardo al passato per accorgersene.

    Una volta la famiglia era addirittura una tribù: tutti ifigli maschi si sposavano in casa, erano sottomessi alpadre, e per la madre era un'occupazione importante di-rigere una famiglia molto numerosa e composta di per-sone di età e caratteri diversi.

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  • Ora, non solo quando i figli si sposano, ma spessoquando hanno una professione, escono di casa; le ragaz-ze, se trovano, vanno a marito e si formano piccole fa-migliuole che si possono condur bene senza fatica e sen-za sprecar tanto tempo, dove il marito esce pei suoi affa-ri, i bambini vanno a scuola e la moglie ha tutto il tempod'annoiarsi se non si dedica a qualche occupazione utileo piacevole.

    [18]Poi mettiamo il caso che il marito non riesca a procu-

    rarle il sostentamento, qual vita meschina sarà la sua?Abbiamo un bel ripetere che l'ufficio della donna è di

    badare alla pentola, come farà se non ha niente da farvibollire e se non ha imparato il modo di procurarselo? Aquesto proposito voglio riportare un aneddoto letto in unvolume che parla della vita americana:

    «Una professoressa di matematica annunciò il suomatrimonio. Una signora europea, d'idee ristrette ed an-tiquate, le chiese:

    «Ma sapete voi far da mangiare?« - No, - rispose la professoressa, - ma ho sulle altre

    donne il vantaggio che, essendo abituata allo studio, loimparerei molto facilmente e in ogni caso posso guada-gnare colla mia professione abbastanza, per pagare unacuoca.»

    La casa, la famiglia, tutte belle cose, ma prima di tut-to bisogna vivere; se ognuno [19] penserà ai casi suoi, lafamiglia andrà bene come le ruote d'una macchina chefunziona perfettamente, e la casa sarà come un porto

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    Ora, non solo quando i figli si sposano, ma spessoquando hanno una professione, escono di casa; le ragaz-ze, se trovano, vanno a marito e si formano piccole fa-migliuole che si possono condur bene senza fatica e sen-za sprecar tanto tempo, dove il marito esce pei suoi affa-ri, i bambini vanno a scuola e la moglie ha tutto il tempod'annoiarsi se non si dedica a qualche occupazione utileo piacevole.

    [18]Poi mettiamo il caso che il marito non riesca a procu-

    rarle il sostentamento, qual vita meschina sarà la sua?Abbiamo un bel ripetere che l'ufficio della donna è di

    badare alla pentola, come farà se non ha niente da farvibollire e se non ha imparato il modo di procurarselo? Aquesto proposito voglio riportare un aneddoto letto in unvolume che parla della vita americana:

    «Una professoressa di matematica annunciò il suomatrimonio. Una signora europea, d'idee ristrette ed an-tiquate, le chiese:

    «Ma sapete voi far da mangiare?« - No, - rispose la professoressa, - ma ho sulle altre

    donne il vantaggio che, essendo abituata allo studio, loimparerei molto facilmente e in ogni caso posso guada-gnare colla mia professione abbastanza, per pagare unacuoca.»

    La casa, la famiglia, tutte belle cose, ma prima di tut-to bisogna vivere; se ognuno [19] penserà ai casi suoi, lafamiglia andrà bene come le ruote d'una macchina chefunziona perfettamente, e la casa sarà come un porto

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  • dove i figli che ritornano dalla scuola e i genitori chevengono dal lavoro si ritroveranno e scambieranno tran-quillamente le loro idee, sarà un rifugio lontano dalletempeste del mondo, un asilo per la vecchiaia doveognuno potrà riposarsi dalle fatiche passate.

    [20]

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    dove i figli che ritornano dalla scuola e i genitori chevengono dal lavoro si ritroveranno e scambieranno tran-quillamente le loro idee, sarà un rifugio lontano dalletempeste del mondo, un asilo per la vecchiaia doveognuno potrà riposarsi dalle fatiche passate.

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  • II. Le lavoratrici della terra.

    Nel lavoro dei campi la donna non ha mai trovato op-posizione, è sempre stata la compagna dell'uomo, espesso le è toccata la parte più ingrata e faticosa.

    Senza riguardo al suo sesso e all'età giovanile, appenapuò rendersi utile, accompagna i genitori nei campi; la-vora sotto la sferza del sole estivo, fra le nebbie autun-nali, e passa l'inverno nelle stanze buie e affumicate af-faticando gli occhi nel cucito e nel ricamo.

    Nelle regioni alpestri che circondano i laghi setten-trionali i lavori della campagna sono tutti affidati alledonne, perchè i loro compagni, spinti dalle necessitàdella vita, imparano un mestiere e vanno nei paesi dovela mano d'opera è meglio retribuita [21] a fare il murato-re, lo scalpellino, lo sterratore e simili aspri lavori; e ledonne rimangono coi vecchi e i bambini a custodire lacasa e al lavoro dei campi. A loro tocca vangare, zappa-re, seminare, raccogliere la messe; si caricano enormipesi sul capo, o sulle spalle, salgono, scendono pei grep-pi, ricominciando ogni giorno la medesima vita dura,monotona, uniforme, che varia soltanto col mutar dellestagioni.

    Se la donna dei campi sapesse amare il proprio lavo-ro, ordinarlo in modo che non le riuscisse troppo grave,forse sarebbe più fortunata della donna, che abbandona icampi per andare all'officina; ma l'idea di elevarsi, di

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    II. Le lavoratrici della terra.

    Nel lavoro dei campi la donna non ha mai trovato op-posizione, è sempre stata la compagna dell'uomo, espesso le è toccata la parte più ingrata e faticosa.

    Senza riguardo al suo sesso e all'età giovanile, appenapuò rendersi utile, accompagna i genitori nei campi; la-vora sotto la sferza del sole estivo, fra le nebbie autun-nali, e passa l'inverno nelle stanze buie e affumicate af-faticando gli occhi nel cucito e nel ricamo.

    Nelle regioni alpestri che circondano i laghi setten-trionali i lavori della campagna sono tutti affidati alledonne, perchè i loro compagni, spinti dalle necessitàdella vita, imparano un mestiere e vanno nei paesi dovela mano d'opera è meglio retribuita [21] a fare il murato-re, lo scalpellino, lo sterratore e simili aspri lavori; e ledonne rimangono coi vecchi e i bambini a custodire lacasa e al lavoro dei campi. A loro tocca vangare, zappa-re, seminare, raccogliere la messe; si caricano enormipesi sul capo, o sulle spalle, salgono, scendono pei grep-pi, ricominciando ogni giorno la medesima vita dura,monotona, uniforme, che varia soltanto col mutar dellestagioni.

    Se la donna dei campi sapesse amare il proprio lavo-ro, ordinarlo in modo che non le riuscisse troppo grave,forse sarebbe più fortunata della donna, che abbandona icampi per andare all'officina; ma l'idea di elevarsi, di

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  • prendere un salario alla fine della settimana, di trovarsicon altre compagne di lavoro riesce un'attrazione troppoforte; sicchè si prevede che a poco a poco i nostri campisaranno abbandonati come avviene nelle località vicineai centri industriali, e le ragazze più delicate finiranno[22] per rimetterci la salute preferendo vivere in ambien-ti chiusi invece di respirare l'aria libera e ossigenatadell'aperta campagna, occupandosi in un lavoro mecca-nico e monotono invece di quello più salubre atto a rin-vigorire il corpo esercitando i muscoli.

    Il lavoro dei campi, purchè sia fatto in buone condi-zioni, non è poi tanto da disprezzare. Molte persone ric-che, specialmente in Inghilterra, stanche della vita citta-dina, non esitano a prendere in mano la vanga e la zappae darsi ad una ginnastica utile lavorando le loro terre.Molti generali si ritemprano dalle fatiche di una vita av-venturosa coltivando i campi e tutti rammentano cheGaribaldi era lieto di poter dedicare ai lavori campestrigli ozî di Caprera.

    Per chi è educato al sentimento della natura il lavorodella terra può dare immense soddisfazioni, ritempra ilcorpo e lo spirito, [23] fa vivere in un ambiente sano,procura sempre all'animo nuove gioie e nuove sorprese.

    Quell'essere al contatto quotidiano colla terra madredà vigore al corpo e purezza allo spirito. Chi sa col lavo-ro delle braccia dissodare un terreno incolto, asciugareun suolo paludoso e renderlo fecondo, e vede i campisterili coprirsi per opera sua di messi abbondanti devesentirsi quasi collaboratore nella grande opera della

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    prendere un salario alla fine della settimana, di trovarsicon altre compagne di lavoro riesce un'attrazione troppoforte; sicchè si prevede che a poco a poco i nostri campisaranno abbandonati come avviene nelle località vicineai centri industriali, e le ragazze più delicate finiranno[22] per rimetterci la salute preferendo vivere in ambien-ti chiusi invece di respirare l'aria libera e ossigenatadell'aperta campagna, occupandosi in un lavoro mecca-nico e monotono invece di quello più salubre atto a rin-vigorire il corpo esercitando i muscoli.

    Il lavoro dei campi, purchè sia fatto in buone condi-zioni, non è poi tanto da disprezzare. Molte persone ric-che, specialmente in Inghilterra, stanche della vita citta-dina, non esitano a prendere in mano la vanga e la zappae darsi ad una ginnastica utile lavorando le loro terre.Molti generali si ritemprano dalle fatiche di una vita av-venturosa coltivando i campi e tutti rammentano cheGaribaldi era lieto di poter dedicare ai lavori campestrigli ozî di Caprera.

    Per chi è educato al sentimento della natura il lavorodella terra può dare immense soddisfazioni, ritempra ilcorpo e lo spirito, [23] fa vivere in un ambiente sano,procura sempre all'animo nuove gioie e nuove sorprese.

    Quell'essere al contatto quotidiano colla terra madredà vigore al corpo e purezza allo spirito. Chi sa col lavo-ro delle braccia dissodare un terreno incolto, asciugareun suolo paludoso e renderlo fecondo, e vede i campisterili coprirsi per opera sua di messi abbondanti devesentirsi quasi collaboratore nella grande opera della

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  • creazione e provare una gioia altrettanto intensa di chifa un'opera d'arte, di chi suda e fatica la mente sui libri.

    Penso quale ricchezza sarebbe pel nostro paese sel'agricoltura fosse tenuta più in onore, ma forse troppeterre sono incolte e non dànno da vivere ad una popola-zione troppo numerosa, nè invita il far sacrifici per rica-varne i frutti soltanto in un lontano avvenire; ad onta ditante difficoltà, mi sembra che un po' d'amore al [24] la-voro dei campi, e specialmente da parte della donna, do-vrebbe portar buoni frutti; ma invece di avvilirlo dob-biamo aiutarlo, elevarlo e creare intorno alle lavoratriciun'aureola di approvazione e cooperare al loro benesse-re.

    Quello che più di tutto stringe il cuore è constatare lavita meschina che conduce il contadino, spesso per mi-seria, ma più spesso per ignoranza.

    Le massaie preparano il pane per parecchi giorni edànno da mangiare ai figli la polenta rafferma, inacidita,quasi senza sale, perchè nella loro ignoranza trovanoche con questo sistema ne mangiano meno, e così è unvantaggio per l'economia domestica. Dànno ai bimbi ilvino invece del latte nell'idea falsa che li renda più robu-sti, non sanno adoperare le erbe aromatiche dei lorocampi nè trar partito dagli animali domestici per prepa-rare dei cibi salubri e gustosi al palato, vendono il latte,[25] i polli e le uova piuttosto che adoperarle per gli usidomestici.

    Non parliamo dei tugurî dove abitano; eccetto inqualche comune più fortunato e dove si va prendendo

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    creazione e provare una gioia altrettanto intensa di chifa un'opera d'arte, di chi suda e fatica la mente sui libri.

    Penso quale ricchezza sarebbe pel nostro paese sel'agricoltura fosse tenuta più in onore, ma forse troppeterre sono incolte e non dànno da vivere ad una popola-zione troppo numerosa, nè invita il far sacrifici per rica-varne i frutti soltanto in un lontano avvenire; ad onta ditante difficoltà, mi sembra che un po' d'amore al [24] la-voro dei campi, e specialmente da parte della donna, do-vrebbe portar buoni frutti; ma invece di avvilirlo dob-biamo aiutarlo, elevarlo e creare intorno alle lavoratriciun'aureola di approvazione e cooperare al loro benesse-re.

    Quello che più di tutto stringe il cuore è constatare lavita meschina che conduce il contadino, spesso per mi-seria, ma più spesso per ignoranza.

    Le massaie preparano il pane per parecchi giorni edànno da mangiare ai figli la polenta rafferma, inacidita,quasi senza sale, perchè nella loro ignoranza trovanoche con questo sistema ne mangiano meno, e così è unvantaggio per l'economia domestica. Dànno ai bimbi ilvino invece del latte nell'idea falsa che li renda più robu-sti, non sanno adoperare le erbe aromatiche dei lorocampi nè trar partito dagli animali domestici per prepa-rare dei cibi salubri e gustosi al palato, vendono il latte,[25] i polli e le uova piuttosto che adoperarle per gli usidomestici.

    Non parliamo dei tugurî dove abitano; eccetto inqualche comune più fortunato e dove si va prendendo

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  • qualche provvedimento, si trovano anche nell'alta Italianere tane affumicate, spesso senza finestre, dove abitaun'intera famiglia, dove i muri trasudano l'umidità, pio-ve dal tetto, col letamaio vicino e le acque inquinate.Nell'Italia Meridionale, eccettuate alcune case fabbricatedai contadini arricchiti in America e detti americani, enella Sicilia, le abitazioni sono composte di una solastanza dove dormono in comune tutti i membri della fa-miglia in compagnia dei polli, del maiale e di altri ani-mali domestici. In alcuni villaggi vi sono tugurî dovenon penetra nè luce nè aria, le pareti annerite gocciolanoper l'umidità, i pavimenti sono rotti e infossati, i lettisono composti di sacchi di paglia e stoppia ammuffita.

    [26]Tutte queste miserie e molte altre ancora vennero por-

    tate alla luce dall'inchiesta agraria ordinata dal Governonel 1877. Si studiò la questione, si proposero migliora-menti, ma ben poco si fece, come risulta da una nuovainchiesta fatta di recente sulle condizioni dei contadinidell'Italia Meridionale e della Sicilia.

    Il contadino è per natura refrattario alle novità; è dif-fidente, non accoglie i consigli che gli vengono dati persuo bene, ma coll'istruzione che lentamente si va diffon-dendo nelle campagne, colle facili comunicazioni coigrandi centri, dovrà necessariamente accogliere, sia purelentamente, i benefici del progresso.

    In Italia, per la sua forma e la diversità del clima e deiprodotti, esiste una grande differenza di costumi, da unaregione all'altra.

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    qualche provvedimento, si trovano anche nell'alta Italianere tane affumicate, spesso senza finestre, dove abitaun'intera famiglia, dove i muri trasudano l'umidità, pio-ve dal tetto, col letamaio vicino e le acque inquinate.Nell'Italia Meridionale, eccettuate alcune case fabbricatedai contadini arricchiti in America e detti americani, enella Sicilia, le abitazioni sono composte di una solastanza dove dormono in comune tutti i membri della fa-miglia in compagnia dei polli, del maiale e di altri ani-mali domestici. In alcuni villaggi vi sono tugurî dovenon penetra nè luce nè aria, le pareti annerite gocciolanoper l'umidità, i pavimenti sono rotti e infossati, i lettisono composti di sacchi di paglia e stoppia ammuffita.

    [26]Tutte queste miserie e molte altre ancora vennero por-

    tate alla luce dall'inchiesta agraria ordinata dal Governonel 1877. Si studiò la questione, si proposero migliora-menti, ma ben poco si fece, come risulta da una nuovainchiesta fatta di recente sulle condizioni dei contadinidell'Italia Meridionale e della Sicilia.

    Il contadino è per natura refrattario alle novità; è dif-fidente, non accoglie i consigli che gli vengono dati persuo bene, ma coll'istruzione che lentamente si va diffon-dendo nelle campagne, colle facili comunicazioni coigrandi centri, dovrà necessariamente accogliere, sia purelentamente, i benefici del progresso.

    In Italia, per la sua forma e la diversità del clima e deiprodotti, esiste una grande differenza di costumi, da unaregione all'altra.

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  • Se in molta parte del Mezzogiorno e della Sicilia ilcontadino vive in tuguri malsani, [27] se nell'agro roma-no abita ancora in grotte e caverne come ai tempi deitrogloditi, se le terre, in mano di avidi sfruttatori, nondànno alle famiglie da vivere al punto da obbligarle ademigrare in terre lontane, nella Toscana, invece, se nonregna il benessere e l'agiatezza, la povertà è meno triste,perchè è circondata da un'aureola di salute e di benesse-re. Come le campagne sono ridenti e festanti fra i vigne-ti e gli olivi, anche le contadine sono più aggraziate esorridenti. Lavorano, è vero, con fatica dalla mattinaalla sera, lavorano a produrre il vino, e forse bevonosempre acqua, ma se non hanno da nutrirsi ci pensa ilpadrone, il quale si occupa personalmente delle sue ter-re, vede da vicino i bisogni dei suoi dipendenti e procu-ra di porvi riparo.

    Anche nella Lombardia, i possidenti si occupano dimigliorare le condizioni di vita dei contadini, si istitui-scono forni per fare [28] il pane economico e salubre, sistabiliscono cooperative di consumo e si procura di fab-bricar case che non siano tuguri e riescano pratiche eigieniche; ma i pochi volonterosi non sono nemmeno in-coraggiati da quegli stessi a beneficio dei quali si adope-rano, e la vicinanza dei grandi centri industriali fa diser-tare la campagna alle persone più evolute e intelligenti;ciò è dannoso per l'agricoltura e la donna spesso perdeallontanandosi dalla sua casa la salute e l'innocenza.

    Se il sistema di vita nelle varie regioni è diverso,l'ignoranza e la miseria regnano ovunque e quel tenue

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    Se in molta parte del Mezzogiorno e della Sicilia ilcontadino vive in tuguri malsani, [27] se nell'agro roma-no abita ancora in grotte e caverne come ai tempi deitrogloditi, se le terre, in mano di avidi sfruttatori, nondànno alle famiglie da vivere al punto da obbligarle ademigrare in terre lontane, nella Toscana, invece, se nonregna il benessere e l'agiatezza, la povertà è meno triste,perchè è circondata da un'aureola di salute e di benesse-re. Come le campagne sono ridenti e festanti fra i vigne-ti e gli olivi, anche le contadine sono più aggraziate esorridenti. Lavorano, è vero, con fatica dalla mattinaalla sera, lavorano a produrre il vino, e forse bevonosempre acqua, ma se non hanno da nutrirsi ci pensa ilpadrone, il quale si occupa personalmente delle sue ter-re, vede da vicino i bisogni dei suoi dipendenti e procu-ra di porvi riparo.

    Anche nella Lombardia, i possidenti si occupano dimigliorare le condizioni di vita dei contadini, si istitui-scono forni per fare [28] il pane economico e salubre, sistabiliscono cooperative di consumo e si procura di fab-bricar case che non siano tuguri e riescano pratiche eigieniche; ma i pochi volonterosi non sono nemmeno in-coraggiati da quegli stessi a beneficio dei quali si adope-rano, e la vicinanza dei grandi centri industriali fa diser-tare la campagna alle persone più evolute e intelligenti;ciò è dannoso per l'agricoltura e la donna spesso perdeallontanandosi dalla sua casa la salute e l'innocenza.

    Se il sistema di vita nelle varie regioni è diverso,l'ignoranza e la miseria regnano ovunque e quel tenue

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  • raggio di progresso dato dai primi elementi d'istruzionehan fatto scorgere all'animo dei lavoratori della terra, ladifficoltà di raggiungere la meta agognata, aumentandoil loro malcontento e la loro infelicità.

    Quando la donna sarà meno ignorante, quando nellescuole rurali le insegneranno [29] nozioni pratiched'igiene e del modo di coltivare gli erbaggi, di curare glianimali domestici, di preparare il cibo, di tenere la casae i figli secondo norme igieniche, essa sarà la fata bene-fica della famiglia che vedrà crescere rigogliosa peropera sua.

    Per esempio, da noi è stato per tanto tempo trascuratol'allevamento del coniglio, dal quale in altri paesi si traegrande profitto; è un animale che non costa nulla, che simoltiplica con grande facilità, dà un cibo buono e sano eanche la pelle può essere adoperata per fare le pelliccieche adornano e riscaldano le signorine e signore e che sisono mostrate tanto utili ai nostri soldati che combatto-no eroicamente sulle Alpi.

    Tornando alla donna, essa deve essere aiutata e consi-derata e chi può deve fare in modo, di crearle un am-biente simpatico. Bisognerebbe che vi fossero leggi cheordinassero di radere al suolo le case insalubri, [30] rin-novare quelle diroccate e fabbricarne di nuove secondole norme d'igiene, ma come trovare i denari per farlo?Dovranno degli esseri umani essere condannati a viverein tugurî, peggio delle bestie? Mi chiedo sempre perchèi proprietari, i comuni, le provincie, tutti i filantropi chedànno aiuti e premi in denaro per incoraggiare e miglio-

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    raggio di progresso dato dai primi elementi d'istruzionehan fatto scorgere all'animo dei lavoratori della terra, ladifficoltà di raggiungere la meta agognata, aumentandoil loro malcontento e la loro infelicità.

    Quando la donna sarà meno ignorante, quando nellescuole rurali le insegneranno [29] nozioni pratiched'igiene e del modo di coltivare gli erbaggi, di curare glianimali domestici, di preparare il cibo, di tenere la casae i figli secondo norme igieniche, essa sarà la fata bene-fica della famiglia che vedrà crescere rigogliosa peropera sua.

    Per esempio, da noi è stato per tanto tempo trascuratol'allevamento del coniglio, dal quale in altri paesi si traegrande profitto; è un animale che non costa nulla, che simoltiplica con grande facilità, dà un cibo buono e sano eanche la pelle può essere adoperata per fare le pelliccieche adornano e riscaldano le signorine e signore e che sisono mostrate tanto utili ai nostri soldati che combatto-no eroicamente sulle Alpi.

    Tornando alla donna, essa deve essere aiutata e consi-derata e chi può deve fare in modo, di crearle un am-biente simpatico. Bisognerebbe che vi fossero leggi cheordinassero di radere al suolo le case insalubri, [30] rin-novare quelle diroccate e fabbricarne di nuove secondole norme d'igiene, ma come trovare i denari per farlo?Dovranno degli esseri umani essere condannati a viverein tugurî, peggio delle bestie? Mi chiedo sempre perchèi proprietari, i comuni, le provincie, tutti i filantropi chedànno aiuti e premi in denaro per incoraggiare e miglio-

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  • rare l'allevamento del bestiame, non istituirebbero deipremi per le massaie che tengono ordinata e pulita lacasa, per i piccoli proprietari che la mantengono in buo-no stato, per le mamme che hanno i bambini più puliti eben nutriti. Perchè si pensa al miglioramento delle razzeinferiori e non si cura quello della razza umana?

    Fino che nelle campagne regna tanta ignoranza, è inu-tile predicare l'igiene e la pulizia, conviene che le fami-glie ne ricavino un compenso materiale, poi si troveran-no meglio, prenderanno delle abitudini [31] buone e ilbenessere si propagherà senza premio e incitamento.Una volta, i ricchi facevano l'elemosina ai poveri delleloro terre che sfilavano alle porte dei castelli e delle vil-le. Ora il mondo è mutato, e in altro modo dobbiamoaiutare il nostro simile, occupandoci di creare un am-biente salubre e simpatico affinchè il suo lavoro possasvolgersi in condizioni favorevoli di vita; e tutto quelloche si farà per il suo benessere fisico e morale andrà nonsolo a vantaggio dell'individuo, ma anche del suo lavo-ro.

    All'estero il contadino vive assai meglio che da noi,eppure le terre non sono così fertili, nè il clima mitecome il nostro, ma è che colà pensano molto di più dinoi al lavoratore della terra e si fa qualche cosa di prati-co per educarne la donna.

    Ci sono per esempio, nel Belgio, nella Svezia e nellaSvizzera, delle scuole dette ménagères, dove invece d'uninsegnamento [32] astratto si danno nozioni pratiche percoltivare la terra, s'insegna una quantità d'industrie agri-

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    rare l'allevamento del bestiame, non istituirebbero deipremi per le massaie che tengono ordinata e pulita lacasa, per i piccoli proprietari che la mantengono in buo-no stato, per le mamme che hanno i bambini più puliti eben nutriti. Perchè si pensa al miglioramento delle razzeinferiori e non si cura quello della razza umana?

    Fino che nelle campagne regna tanta ignoranza, è inu-tile predicare l'igiene e la pulizia, conviene che le fami-glie ne ricavino un compenso materiale, poi si troveran-no meglio, prenderanno delle abitudini [31] buone e ilbenessere si propagherà senza premio e incitamento.Una volta, i ricchi facevano l'elemosina ai poveri delleloro terre che sfilavano alle porte dei castelli e delle vil-le. Ora il mondo è mutato, e in altro modo dobbiamoaiutare il nostro simile, occupandoci di creare un am-biente salubre e simpatico affinchè il suo lavoro possasvolgersi in condizioni favorevoli di vita; e tutto quelloche si farà per il suo benessere fisico e morale andrà nonsolo a vantaggio dell'individuo, ma anche del suo lavo-ro.

    All'estero il contadino vive assai meglio che da noi,eppure le terre non sono così fertili, nè il clima mitecome il nostro, ma è che colà pensano molto di più dinoi al lavoratore della terra e si fa qualche cosa di prati-co per educarne la donna.

    Ci sono per esempio, nel Belgio, nella Svezia e nellaSvizzera, delle scuole dette ménagères, dove invece d'uninsegnamento [32] astratto si danno nozioni pratiche percoltivare la terra, s'insegna una quantità d'industrie agri-

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  • cole e casalinghe.In Inghilterra la contessa di Warvick, preoccupata dal

    disagio di molte ragazze di condizione civile, pensò diprocurar loro il mezzo di trovarsi un'occupazione perfare una vita agiata e igienica, e istituì un collegio chepotesse dare un'istruzione agricola, con l'aggiunta dimolti ettari di terreno, serre, orto, pollaio, alveari e vac-cheria, affinchè, all'istruzione teorica impartita da esper-ti professori, ci fosse unita la pratica.

    Visto che ogni allieva, uscita dal collegio, trovava su-bito un buon impiego in qualche azienda agricola, il nu-mero delle studentesse aumentò tanto che non solo lacontessa di Warvick dovette comperare un castello cir-condato da cento e quaranta ettari di terreno per dare alsuo collegio il modo di espandersi, ma poi sorsero pa-recchi altri [33] istituti dello stesso genere che furonotutti molto frequentati. Quando sull'esempio della donnainglese, ho veduto istituirsi anche da noi sul medesimotipo una scuola a Niguarda situata in una bella villa con-tornata da un podere con vaccheria, pollicoltura, alveari,bachicoltura, - ho applaudito di cuore alle persone bene-fiche che davano le loro energie e i loro denari perun'opera tanto utile, e pensai che sarebbe stata frequen-tata da un bel numero di allieve, che poi sarebbero anda-te a estendere le loro cognizioni nelle campagne congrande vantaggio dell'agricoltura, contente d'essersi tro-vata un'occupazione proficua per tutta la vita; e pensavoche le stesse possidenti avrebbero approfittato di quellascuola per poter acquistare cognizioni utili onde dirigere

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    cole e casalinghe.In Inghilterra la contessa di Warvick, preoccupata dal

    disagio di molte ragazze di condizione civile, pensò diprocurar loro il mezzo di trovarsi un'occupazione perfare una vita agiata e igienica, e istituì un collegio chepotesse dare un'istruzione agricola, con l'aggiunta dimolti ettari di terreno, serre, orto, pollaio, alveari e vac-cheria, affinchè, all'istruzione teorica impartita da esper-ti professori, ci fosse unita la pratica.

    Visto che ogni allieva, uscita dal collegio, trovava su-bito un buon impiego in qualche azienda agricola, il nu-mero delle studentesse aumentò tanto che non solo lacontessa di Warvick dovette comperare un castello cir-condato da cento e quaranta ettari di terreno per dare alsuo collegio il modo di espandersi, ma poi sorsero pa-recchi altri [33] istituti dello stesso genere che furonotutti molto frequentati. Quando sull'esempio della donnainglese, ho veduto istituirsi anche da noi sul medesimotipo una scuola a Niguarda situata in una bella villa con-tornata da un podere con vaccheria, pollicoltura, alveari,bachicoltura, - ho applaudito di cuore alle persone bene-fiche che davano le loro energie e i loro denari perun'opera tanto utile, e pensai che sarebbe stata frequen-tata da un bel numero di allieve, che poi sarebbero anda-te a estendere le loro cognizioni nelle campagne congrande vantaggio dell'agricoltura, contente d'essersi tro-vata un'occupazione proficua per tutta la vita; e pensavoche le stesse possidenti avrebbero approfittato di quellascuola per poter acquistare cognizioni utili onde dirigere

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  • con sapienza le loro terre, per ricavarne maggior redditoe nello stesso tempo avere un'occupazione interessanteper i [34] lunghi mesi di villeggiatura e poter essered'esempio e d'istruzione alle loro dipendenti.

    Invece ben poche allieve si sono iscritte alla scuola diNiguarda, forse perchè le famiglie e le stesse fanciulle,non sono abbastanza evolute per comprenderne tutti ivantaggi, e forse per il pregiudizio che il lavoro campe-stre sia troppo umile, errore che dobbiamo distruggereinvece, persuadendo il popolo che non v'ha nessun lavo-ro umile purchè sia fatto con amore, che quello dellacoltura dei campi, del giardinaggio, dell'allevamento de-gli animali domestici, oltre ad esser fonte d'infinite sod-disfazioni, perchè ci mette a contatto colle forze vivedella natura, è un lavoro adatto per uomini e donne, perricchi e poveri, per vecchi e giovani, dà infinite soddi-sfazioni morali, ed è fonte di ricchezze; i doni della terrasono inesauribili, e se ben diretto, il lavoro dei campi simuta facilmente in industria e [35] il coltivatore può tro-varvi il principio di vera prosperità per sè e per il pro-prio paese.

    L'elevazione e l'educazione delle lavoratrici della ter-ra sarebbe un vasto campo aperto all'operosità delle si-gnore benefiche. Ora l'elemosina non basta per sollevaregli umili, bisogna educarli, insegnar loro un lavoro fe-condo e redimerli dall'ignoranza e dalla superstizione.

    Si riuniscono congressi, si fanno leggi per le lavora-trici delle risaie, per le malattie del lavoro, per gl'infor-tunii, si desta l'attenzione colla pubblicità sopra tante

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    con sapienza le loro terre, per ricavarne maggior redditoe nello stesso tempo avere un'occupazione interessanteper i [34] lunghi mesi di villeggiatura e poter essered'esempio e d'istruzione alle loro dipendenti.

    Invece ben poche allieve si sono iscritte alla scuola diNiguarda, forse perchè le famiglie e le stesse fanciulle,non sono abbastanza evolute per comprenderne tutti ivantaggi, e forse per il pregiudizio che il lavoro campe-stre sia troppo umile, errore che dobbiamo distruggereinvece, persuadendo il popolo che non v'ha nessun lavo-ro umile purchè sia fatto con amore, che quello dellacoltura dei campi, del giardinaggio, dell'allevamento de-gli animali domestici, oltre ad esser fonte d'infinite sod-disfazioni, perchè ci mette a contatto colle forze vivedella natura, è un lavoro adatto per uomini e donne, perricchi e poveri, per vecchi e giovani, dà infinite soddi-sfazioni morali, ed è fonte di ricchezze; i doni della terrasono inesauribili, e se ben diretto, il lavoro dei campi simuta facilmente in industria e [35] il coltivatore può tro-varvi il principio di vera prosperità per sè e per il pro-prio paese.

    L'elevazione e l'educazione delle lavoratrici della ter-ra sarebbe un vasto campo aperto all'operosità delle si-gnore benefiche. Ora l'elemosina non basta per sollevaregli umili, bisogna educarli, insegnar loro un lavoro fe-condo e redimerli dall'ignoranza e dalla superstizione.

    Si riuniscono congressi, si fanno leggi per le lavora-trici delle risaie, per le malattie del lavoro, per gl'infor-tunii, si desta l'attenzione colla pubblicità sopra tante

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  • miserie ignote; perciò è sperabile che le mie non sianoparole gettate al vento, e che qualche cosa di utile si rie-sca a fare anche per le lavoratrici della terra. L'esempiodeve darlo il Governo con lo stabilire facili comunica-zioni e rendere le strade sicure specialmente nell'ItaliaMeridionale, dove i possidenti dovrebbero prendereesempio da quelli della Toscana e dell'Alta Italia e vive-re [36] qualche mese dell'anno nelle loro terre, mettersial contatto coi loro contadini invece di lasciarli moriredi fame, sfruttati come sono da avidi intermediarii e ro-vinati dall'usura.

    Come si troverebbero compensati se invece di sciupa-re il denaro e le energie vivendo sempre fra i passatempidelle grandi città, si adoperassero a beneficio dei loropossedimenti e a migliorare la sorte dei loro contadini!

    Quando esco dall'Italia, e vedo come sono tenute lecase rurali dei paesi vicini, mi sento arrossire dalla ver-gogna pensando in che miseri tuguri vivono le famigliedei nostri contadini, dove entrando si sente un tanfo checi toglie il respiro, e compiango i poveri esseri condan-nati a passarvi la vita, oppure a trascorrere le lunghe se-rate d'inverno nell'aria poco respirabile delle stalle,mentre a pochi passi, quando si entra nella vicina Sviz-zera, si vedono subito [37] casette bianche, pulite, dovedalle finestre pendono rami di garofani e di geranî fioritiche dànno una nota allegra al paesaggio ed invitano adentrare.

    Nell'interno, aria e luce, piccole stanze dalle paretibianche, immacolate, e tavole di legno ricoperte da to-

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    miserie ignote; perciò è sperabile che le mie non sianoparole gettate al vento, e che qualche cosa di utile si rie-sca a fare anche per le lavoratrici della terra. L'esempiodeve darlo il Governo con lo stabilire facili comunica-zioni e rendere le strade sicure specialmente nell'ItaliaMeridionale, dove i possidenti dovrebbero prendereesempio da quelli della Toscana e dell'Alta Italia e vive-re [36] qualche mese dell'anno nelle loro terre, mettersial contatto coi loro contadini invece di lasciarli moriredi fame, sfruttati come sono da avidi intermediarii e ro-vinati dall'usura.

    Come si troverebbero compensati se invece di sciupa-re il denaro e le energie vivendo sempre fra i passatempidelle grandi città, si adoperassero a beneficio dei loropossedimenti e a migliorare la sorte dei loro contadini!

    Quando esco dall'Italia, e vedo come sono tenute lecase rurali dei paesi vicini, mi sento arrossire dalla ver-gogna pensando in che miseri tuguri vivono le famigliedei nostri contadini, dove entrando si sente un tanfo checi toglie il respiro, e compiango i poveri esseri condan-nati a passarvi la vita, oppure a trascorrere le lunghe se-rate d'inverno nell'aria poco respirabile delle stalle,mentre a pochi passi, quando si entra nella vicina Sviz-zera, si vedono subito [37] casette bianche, pulite, dovedalle finestre pendono rami di garofani e di geranî fioritiche dànno una nota allegra al paesaggio ed invitano adentrare.

    Nell'interno, aria e luce, piccole stanze dalle paretibianche, immacolate, e tavole di legno ricoperte da to-

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  • vaglie pulite, sulle quali le bianche stoviglie invitano arifocillarsi. Ecco una contadina dalla faccia fresca e paf-futa, vero ritratto della salute, lascia il tombolo o il rica-mo a cui stava intenta e che le serve a passare il tempodopo il lavoro dei campi e della casa, e vi offre una taz-za di latte o di cioccolata, e noi si prova la sensazioneche in quella casa alberghi l'agiatezza e la felicità forsemeglio che nelle dimore dei ricchi.

    La donna può far molto per rendere piacevole la casa,ma prima deve possedere una casa e non un tugurio, epoi deve essere educata all'amore del bello per poter te-nerla in ordine e pulita, ed anche [38] renderla elegantecon qualche fiore, anzi, quando l'istruzione l'avrà resapiù esigente sentirà essa stessa la necessità di vivere inun ambiente più civile.

    Le signore che hanno introdotto nelle campagne le in-dustrie femminili, e si sono avvicinate così alle loro di-pendenti, creando per loro un'occupazione che aumen-tandone il benessere è atta a sviluppare il senso artistico,dovrebbero dar loro consigli utili di tenere pulite ed or-dinate le loro case e di adornarle e renderle più belle conqualche vaso in fiore o con canestri di frutta olezzanti.

    Quando sarà tolta o scemata la piaga dell'analfabeti-smo forse scompariranno certi pregiudizî che fanno vi-vere i contadini fra il sudiciume, e le norme d'igiene ser-viranno ad inculcar nelle loro menti, che un nutrimentobuono dà forza e salute, e che l'acqua da bere non deveessere inquinata e il tenersi puliti è salute e civiltà, [39] ecol vivere nelle stalle non si respira un'aria buona.

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    vaglie pulite, sulle quali le bianche stoviglie invitano arifocillarsi. Ecco una contadina dalla faccia fresca e paf-futa, vero ritratto della salute, lascia il tombolo o il rica-mo a cui stava intenta e che le serve a passare il tempodopo il lavoro dei campi e della casa, e vi offre una taz-za di latte o di cioccolata, e noi si prova la sensazioneche in quella casa alberghi l'agiatezza e la felicità forsemeglio che nelle dimore dei ricchi.

    La donna può far molto per rendere piacevole la casa,ma prima deve possedere una casa e non un tugurio, epoi deve essere educata all'amore del bello per poter te-nerla in ordine e pulita, ed anche [38] renderla elegantecon qualche fiore, anzi, quando l'istruzione l'avrà resapiù esigente sentirà essa stessa la necessità di vivere inun ambiente più civile.

    Le signore che hanno introdotto nelle campagne le in-dustrie femminili, e si sono avvicinate così alle loro di-pendenti, creando per loro un'occupazione che aumen-tandone il benessere è atta a sviluppare il senso artistico,dovrebbero dar loro consigli utili di tenere pulite ed or-dinate le loro case e di adornarle e renderle più belle conqualche vaso in fiore o con canestri di frutta olezzanti.

    Quando sarà tolta o scemata la piaga dell'analfabeti-smo forse scompariranno certi pregiudizî che fanno vi-vere i contadini fra il sudiciume, e le norme d'igiene ser-viranno ad inculcar nelle loro menti, che un nutrimentobuono dà forza e salute, e che l'acqua da bere non deveessere inquinata e il tenersi puliti è salute e civiltà, [39] ecol vivere nelle stalle non si respira un'aria buona.

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  • Dove diminuisce l'ignoranza, aumenta il benessere; equando questo sarà penetrato nelle case dei contadini, ladonna prenderà amore alla vita dei campi e alle indu-strie casalinghe, ed innamorata della propria casa, piùdifficilmente si sentirà la volontà di abbandonarla perandare a rovinare la salute e corrompere la mente fra lemura cittadine.

    Mi pare che sarebbe molto opportuno per l'istruzionee l'educazione del contadino diffondere nell'insegna-mento degli asili rurali il metodo Montessori adottatogià nelle case popolari di Milano e di Roma. Prima ditutto perchè è un metodo razionale che educa i sensisenza costringere troppo il bambino ad una disciplinache contrasti colla sua età giovanile, poi perchè educaprima d'istruire e insegna a lavarsi bene, a vestirsi, a te-ner puliti i propri indumenti, [40] oltre che a leggere escrivere senza fatica, poi a seminare e lavorare la terra, atenere in ordine gli oggetti che si adoperano e più di tut-to ad amare il loro lavoro. Con questo sistema stato giàadottato all'estero e specialmente in America, un bambi-no di sei anni sa già leggere e scrivere senza aver fattoalcuno sforzo, e si trova preparato per le scuole elemen-tari; soltanto vorrei che affinchè non dimentichino quel-lo che hanno imparato, finita la scuola, avessero il mez-zo di andare la domenica qualche ora ad esercitarsi nellalettura, a sentire qualche conferenza, e sotto la direzionedi buoni maestri potessero allargare le loro idee manomano che coll'esperienza della vita la mente si matura esi rinvigorisce.

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    Dove diminuisce l'ignoranza, aumenta il benessere; equando questo sarà penetrato nelle case dei contadini, ladonna prenderà amore alla vita dei campi e alle indu-strie casalinghe, ed innamorata della propria casa, piùdifficilmente si sentirà la volontà di abbandonarla perandare a rovinare la salute e corrompere la mente fra lemura cittadine.

    Mi pare che sarebbe molto opportuno per l'istruzionee l'educazione del contadino diffondere nell'insegna-mento degli asili rurali il metodo Montessori adottatogià nelle case popolari di Milano e di Roma. Prima ditutto perchè è un metodo razionale che educa i sensisenza costringere troppo il bambino ad una disciplinache contrasti colla sua età giovanile, poi perchè educaprima d'istruire e insegna a lavarsi bene, a vestirsi, a te-ner puliti i propri indumenti, [40] oltre che a leggere escrivere senza fatica, poi a seminare e lavorare la terra, atenere in ordine gli oggetti che si adoperano e più di tut-to ad amare il loro lavoro. Con questo sistema stato giàadottato all'estero e specialmente in America, un bambi-no di sei anni sa già leggere e scrivere senza aver fattoalcuno sforzo, e si trova preparato per le scuole elemen-tari; soltanto vorrei che affinchè non dimentichino quel-lo che hanno imparato, finita la scuola, avessero il mez-zo di andare la domenica qualche ora ad esercitarsi nellalettura, a sentire qualche conferenza, e sotto la direzionedi buoni maestri potessero allargare le loro idee manomano che coll'esperienza della vita la mente si matura esi rinvigorisce.

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  • Perciò ogni scuola dovrebbe avere biblioteche adatteaffinchè chi ha terminato la scuola possa esercitarsi nel-la lettura, ma i libri scelti siano oltre che utili, piacevolie interessanti, e possano invitare i ragazzi [41] ad occu-pare nella lettura il tempo delle giornate festive.

    La elevazione della donna, il buon nutrimento, l'istru-zione e il relativo benessere potranno darci una schieradi lavoratori baldi, vigorosi, che faranno rendere la terradieci volte di più con minor fatica; i contadini fiacchidai movimenti lenti, che tornano al lavoro e lo trascina-no svogliati per intere giornate non esisteranno più, nonsi vedranno più le mamme persuadere le figlie a non re-carsi alla scuola come succede adesso in certe regioni.

    Avranno finalmente capito che non è mutar lavoro epaese quello che ci eleva sui nostri simili, ma l'educa-zione e l'istruzione che rialzando il nostro sistema divita ci permette di aver una casa in ordine e ben tenuta, ifiglioli educati e puliti: e se ameranno il proprio lavoro,non avranno nulla da invidiare alle donne che vivono inquelli alveari popolosi che sono le case cittadine.

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    Perciò ogni scuola dovrebbe avere biblioteche adatteaffinchè chi ha terminato la scuola possa esercitarsi nel-la lettura, ma i libri scelti siano oltre che utili, piacevolie interessanti, e possano invitare i ragazzi [41] ad occu-pare nella lettura il tempo delle giornate festive.

    La elevazione della donna, il buon nutrimento, l'istru-zione e il relativo benessere potranno darci una schieradi lavoratori baldi, vigorosi, che faranno rendere la terradieci volte di più con m